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Ristrutturazione A Farmacia Aperta Consulenza E Assistenza Del Nostro Team Fornitura Arredi Su Misura Visual Merchandising Assistenza Post Vendita


L'EDITORIALE

di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

VACCINAZIONE IN FARMACIA? FACCIAMOCI TROVARE PRONTI!

C

on l’avvicinarsi dell’autunno, stiamo per entrare in quella che, forse, è la fase più delicata di questa pandemia. Nei prossimi mesi, infatti, vedremo se il pericolo è passato o se, al contrario, andremo incontro ad una seconda ondata facilitata dalla stagionalità. Ma non è solo il possibile riacutizzarsi dei contagi a fare paura. Gli esperti sono concordi nel considerare molto rischioso il sovrapporsi della normale influenza stagionale con il nuovo Coronavirus. Infezioni caratterizzate da una sintomatologia molto simile potrebbero essere facilmente confuse tra loro, ingenerando una serie di conseguenze negative. Pensate, per esempio, a cosa potrebbe accadere all’interno di una classe qualora un bambino si presentasse a scuola con un lieve rialzo febbrile. Ciò che lo scorso inverno veniva trattato con un semplice antipiretico, potrebbe generare un panico diffuso e determinare la messa in quarantena di decine di famiglie. Come fare per evitare situazioni simili? Non disponendo ancora di un vaccino contro il Coronavirus, l’unica arma che abbiamo a disposizione è quella di favorire al massimo il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale. Ma siamo sicuri che bastino gli appelli per stimolare un ricorso diffuso e capillare al vaccino? Invero, oltre agli importantissimi aspetti di comunicazione, occorre pensare a nuove pratiche operative che rendano la campagna vaccinale più efficace rispetto agli scorsi anni. Ed è qua che possiamo entrare in campo noi farmacisti. La nostra categoria ha dimostrato, in occasione di questa pandemia, di essere l’unico, vero, riferimento sanitario, sempre presente sul territorio. Nelle zone più colpite, la presenza dei colleghi è andata ben oltre i normali orari di lavoro. Ritengo che questo non sia passato inosservato agli occhi delle istituzioni e per questo motivo ci auguriamo che il Governo e le Regioni vogliano utilizzare meglio la nostra professionalità, diffusa sul territorio con una presenza così capillare. Allora potremo dire che il sacrificio di tanti colleghi, ai quali non smetteremo mai di dire grazie, non è stato vano. Non so se la possibilità di utilizzare le farmacie per la somministrazione del vaccino si verificherà, ma noi certamente ci dovremo far trovare pronti. Dobbiamo, in altre parole, evitare quello che è successo per la distribuzione diretta del farmaco, dove ci hanno risposto che non eravamo preparati e quando abbiamo iniziato a formarci era troppo tardi. Proprio per anticipare il più possibile i tempi e per garantire il massimo livello di professionalità, Utifar, in collaborazione con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino e con il patrocinio di Federfarma, Fofi, Fondazione Cannavò e Fenagifar, ha predisposto un progetto formativo attivo dal 20 agosto 2020 sul sito www.utifar.it. Il corso, dal titolo “Il farmacista e le vaccinazioni”, sarà articolato in due parti: una formazione teorica erogata online ed una sessione pratica in cui il farmacista simulerà su un manichino lo svolgimento della vaccinazione. La parte pratica si svolgerà nell’arco di un unico incontro presso le sedi provinciali delle nostre istituzioni. Il primo appuntamento per la parte pratica sarà riservato a chi avrà completato la parte teorica entro il 27 settembre. Consapevole dell’importanza di questo percorso, Utifar ha deciso di proporlo al prezzo simbolico di 50 euro, in modo da incentivare il più possibile i colleghi alla partecipazione. Allestire un percorso di così alto livello formativo in poco tempo ha richiesto all’associazione uno sforzo notevole, ma sono convinto che, al di là di quello che ci riserverà il prossimo futuro, questa occasione potrebbe rappresentare una sorta di riscatto per la nostra professione.

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LE REFERENZE SOLLIEVO BIO 45 E 90 TAVOLETTE DI ABOCA SONO FUORI LISTINO. Il Gruppo Aboca comunica che le referenze Sollievo Bio 45 tavolette (codice minsan 938728464) e Sollievo Bio 90 tavolette (codice minsan 938728452) sono terminate e non saranno riprodotte, mentre continueranno ad essere temporaneamente disponibili presso la Distribuzione Intermedia fino ad esaurimento delle loro scorte. Con

Potranno essere sostituite da Sollievo Advanced 45 tavolette (codice minsan 975965652) e Sollievo Advanced 90 tavolette (codice minsan 975965649), la cui formulazione evidenzia profili di efficacia e sicurezza superiori alla formulazione di Sollievo Bio, come confermato dall’apprezzamento dimostrato dai consumatori dal lancio di Gennaio 2019.

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La decisione di mettere fuori listino le due referenze di Sollievo Bio è dovuta ai seguenti fattori: 1. Incertezza del quadro regolatorio derivante da una bozza di regolamento a cura della Commissione Europea in merito ai prodotti contenenti derivati antrachinonici da Aloe, con il conseguente rischio di un provvedimento di interruzione della commercializzazione che interesserebbe Sollievo Bio ma non Sollievo Advanced che non contiene Aloe. 2. Sopraggiunta difficoltà nel reperimento di alcune materie prime presenti nelle formulazioni Sollievo Bio, essendo le stesse provenienti da paesi che stanno vivendo ora l’emergenza Coronavirus con provvedimenti di lockdown che impattano sulla normale operatività dei fornitori. 3. Andamento dei sell-out del segmento dei lassativi da contatto e in particolare di Sollievo Advanced, particolarmente positivi in questi ultimi 3 mesi grazie anche al recente lancio di Sollievo Advanced Sciroppo (codice minsan 979848049), la cui forma farmaceutica facilita il dosaggio in base alle esigenze individuali. Le referenze Sollievo Bio sono comunque regolarmente vendibili fino ad esaurimento scorte. PER ULTERIORI INFORMAZIONI, CONTATTARE L’AGENTE DI ZONA O INVIARE UNA E-MAIL A FRONTOFFICE@ABOCA.IT

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SOMMARIO

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SARS COV-3

IL RUOLO DEI NEUTROFOLI E IL FENOMENO DELLA NETOSI

di Giulia Sanino

n. 6 settembre 2020

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TERAPIA ANTITROMBOTICA TERZA PARTE:

L'EPARINA

a cura di Agifar Foggia

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Direttore responsabile Eugenio Leopardi

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Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono

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Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XX n. 6 settembre 2020 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione) Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

L’AMINOTEANINA CONTRO STRESS E ANSIA

I TEST SIEROLOGICI IN FARMACIA

di Alessandro Fornaro

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#FARMACISTADIGITALE IL SITO: LA CARTA D'IDENTITÀ DELLA FARMACIA di Monica Faganello

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www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock

AMMINOACIDI

UN’IMPORTANTE RISORSA NELLA MALNUTRIZIONE

di Paolo Levantino

Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO

di Vincenzo Sorrenti

di Eugenio Genesi e Francesco Garruba

Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Pasquale D'Avella - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia

NUTRACEUTICI E FOTOPROTEZIONE

LA POTENZA DELL'OLFATTO

di Stefania Sartoris

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CITISINA

LA SOLUZIONE GALENICA PER SMETTERE DI FUMARE

di Rosalba Lombardo

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LE SOSTANZE UTILI PER LA BELLEZZA DELLA PELLE di Paolo Levantino

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DALLE AZIENDE CONSULENZE UTIFAR

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PROFESSIONE RICERCA SCIENTIFICA FARMACIA

SARS COV-2 IL RUOLO DEI NEUTROFOLI

E IL FENOMENO DELLA NETOSI

di Giulia Sanino, farmacista

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ispetto alla nuova epidemia da Sars cov2, ci sono ancora molti tasselli che la scienza sta cercando di scoprire. Grazie al lavoro di studio e ricerca della nostra collega Giulia Sanino, abbiamo già iniziato ad entrare in alcuni meccanismi oggetto di studi e ipotesi molto avvincenti sui meccanismi cellulari che stanno alla base dei danni provocati dal virus. In questo articolo, analizzeremo un aspetto particolare, ovvero il ruolo dei neutrofili che, da alleati del nostro organismo, in questa strana epidemia si pos4

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sono trasformare in alleati del virus. Quando i linfociti T rilasciano TNF, IL-17 e IFN gamma, i neutrofili vengono infatti richiamati e rilasciano le loro reti (NET). Recentemente, sono stati eseguiti numerosi studi che hanno confermato la presenza di NET nel siero di pazienti Covid-19 gravi. Vediamo il meccanismo di azione di questo sistema che può trasformarsi da un metodo di difesa a un grave problema. Si può, infatti, pensare che le NET possano in parte innescare quell’immunotrombosi che sappiamo essere causa di moltissime complicazioni.


RICERCA SCIENTIFICA

Quante volte in questi mesi ci siamo sentiti “intrappolati”, in una rete di informazioni che sembrava trasformare la famigerata pandemia in una infodemia senza precedenti, paralizzando totalmente il nostro pensiero critico e destabilizzandoci? Immaginatevi ora al centro di una tempesta, in mare, dove ci sono scialuppe infuocate e scoppi di carburante, fiamme, onde, schiamazzi, richieste d’aiuto. A riva, i vostri amici vi hanno lanciato una rete, ma siccome le persone da salvare erano troppe, ora le reti sono una sull’altra, e vi soffocano anziché portarvi in salvo. Chi sono i vostri amici? I neutrofili, supereroi tempestivi. E la tempesta infuocata? La tempesta citochinica, incontrollata, causata da Covid-19. Quanto alle reti di salvataggio, penso alle Net; mentre il nemico è, chiaramente, il virus Sars Cov-2, in grado di soffocare “moltiplicando” le reti. Ho utilizzato questa metafora per introdurre un particolare meccanismo di difesa, attivato da “supereroi simil Uomo Ragno”, i neutrofili, che prontamente il nemico Sars Cov-2 cerca di eludere o sfruttare a suo vantaggio. Nei casi più gravi, il virus riesce nel proprio intento e quella schiera di “uomo Ragno”, si trasforma in pericolosi kamikaze, sabotando proprio quell’intervento tempestivo messo in atto nelle prime fasi della difesa contro il nemico. Si sente poco parlare di loro, molto più conosciuti, invece i “cugini” dell’immunità specifica, i linfociti T (Treg, T-helper e citotossici) e i linfociti B, (che producono gli anticorpi e la memoria contro il virus), in realtà i neutrofili sono il 6070% dei globuli bianchi circolanti, possiedono granuli citoplasmatici con cui fagocitano gli intrusi e li uccidono grazie agli enzimi degradativi. Spesso sono i primi ad arrivare sul luogo dell’infezione, solo dal 2004, si è scoperto il loro “super potere”, che è appunto il meccanismo che prende il nome di Netosi. I neutrofili, proprio come l’uomo ragno, riescono a produrre delle vere e proprie ragnatele appiccicose, fatte da residui di cromatina, istoni, e proteine tossiche che intrappolano gli agenti patogeni (virus e batteri), limitandone la loro diffusione.

Quando i linfociti T rilasciano TNF, IL-17 e IFN gamma, i neutrofili vengono richiamati e rilasciano le loro reti (NET). Andrew Weber, pneumologo e specialista di terapia intensiva di New York, insieme a Mikala Egeblad, vedendo la prima ondata di pazienti affetti da Covid-19, con polmoni ostruiti di muco denso e invasi da neutrofili, decise di iniziare uno studio per cercare le NET nei campioni di siero dei pazienti. Sono stati eseguiti numerosi studi che hanno confermato la presenza di NET, nel siero di pazienti Covid-19 gravi. In uno studio eseguito il 29 giugno 2020 di Middleton et al. sono state eseguite autopsie polmonari, in pazienti Covid-19, che hanno trovato Net all’interno dei microtrombi presenti nel tessuto polmonare. Da qui si può dedurre che le NET possano in parte innescare l’immunotrombosi. Nei pazienti più gravi, è proprio la tempesta citochinica che scatena la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), nel 10%-15% dei pazienti Covid-19. Numerose ricerche avevano già collegato l’ARDS alla formazione di NET. I mediatori di questa tempesta regolano l’attività dei neutrofili e aumentano il traffico di questi verso i siti di infiammazione. In un altro studio di Barnes et al.si descrive come i NET in eccesso possano spiegare gli effetti multiorgano di Covid-19, grazie al loro coinvolgimento diretto nel sistema immunitario, nella fisiopatologia vascolare e nella regolazione della coagulazione. Quando i NET circolano ad alti livelli, possono occludere i piccoli vasi portando danni a polmone, cuore e reni (Laridan 2019). Gli istoni extracellulari rilasciati dalle reti dei neutrofili possono promuovere l’aggregazione piastrinica, in quanto si possono legare sui recettori delle piastrine. (Semeraro et al) Il virus riuscirebbe dunque a trasformare un’arma a suo sfavore in un suo alleato, perché il richiamo incontrollato di macrofagi e neutrofili e il rilascio di NET sarebbe in grado di danneggiare i tessuti in cui sono rilasciate. La scoperta di questo nuovo meccanismo, implicato nel danno polmonare ma anche endoteliale Nuovo COLLEGAMENTO

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RICERCA SCIENTIFICA

Glossario Linfociti T: cellule fondamentali della risposta immunitaria che maturariscontrato in Covid-19, apre la strada allo studio no nel timo. di nuove strategie che abbiano come bersaglio Linfociti T reg: sottopopolazione di linfociti, che moderano risposte la netosi e le proteine in grado di innescare immuni troppo elevate. questo processo. Linfociti B: cellule del sistema immunitario, che una volta attivate, A questo proposito, introduciamo una proteina liberano anticorpi, esprimendo immunoglobuline sulla superficie. che è in grado di richiamare i neutrofili, promuoRisposta immunitaria specifica: realizzata da linfociti T e linfociti B, vere la loro adesione all’endotelio, e indurre la quando esse riconoscono su sostanze estranee l’antigene. netosi in pazienti affetti da miocardite. Risposta immunitaria innata: primo meccanismo di difesa contro Stiamo parlando di Midkine, un fattore di cresciaggressori esterni es.il complemento, le citochine, i fagociti, che servono a ta legante l’eparina, che media la formazione di distruggere i microrganismi. NET nel tessuto cardiaco di pazienti con mioNeutrofili: cellule fagocitari , sono il 60-70% dei globuli bianchi cardite. Midkine recluta i neutrofili polimorfocircolanti, hanno granuli citoplasmatici e sono prodotti dal midollo osseo, nucleati attraverso il suo recettore LRP1, i quali protagonisti della risposta immunitaria aspecifica. rilasciano le NET che contribuiscono alla patoNetosi: meccansimo per cui i neutrofili rilasciano una rete extracellulare genesi della malattia. formata da dna ed enzimi con cui devono distruggere microrganismi, virus e batteri. Net: reti appiccicose, formate da filamenti di cromatina (DNA) ed enzimi litici liberate da neutrofili. Spike protein: è una glicoproteina presente sulla superficie del Sars Cov2, quella che definisce la classica forma a “corona”, è il bersaglio di vaccini e anticorpi che dovrebbero neutralizzarla. Subunità S1: parte della spike protein che si lega al recettore della cellula ospite(ACE2). Subunità S2: parte della spike protein che fa in modo che il virus riesca a fondersi con la membrana cellulare. SRAA: sistema renina angiotensina aldosterone, regola il volume dei fluidi extracellulari, quando si riduce il volume sanguigno, la renina trasforma l’angiotensinogeno in Angiotensina I, Ace trasforma l’Angiotensina I in Angiotensina II, Angiotensina II si lega al recettore AT1 provocando vasocostrizione , infiammazione e ritenzione di sodio. Syndecan-1: è un proteoglicano, ossia una proteina con un cuore legato è una proteina di 13 kDa, che po-in Covid 19, alla membrana e delle catene laterali che legano i glicosaminoglicani e i na di 13 kDa,Midkine che potrebbe avere un ruolo cruciale non solo come trebbe avere un ruolo cruciale in Covid 19, fattori di crescita. ma anche come proteina in grado didilegarsi al ma virus Sars Cov-2, favorendo il legame non solo come mediatore NETOSI, anGlicosaminoglicani: noti anche come GAGs o mucopolisaccaridi sono che come proteina in grado di legarsi al virus lunghe catene "non ramificate" formate da unità disaccaridiche, alcuni esempi zzazione all’interno della cellula. Sars Cov-2, favorendo il legame con Ace2, e condroitin solfato, eparan solfato, eparina, acido ialuronico, servono a regolare l’internalizzazione all’interno della cellula. matrice extracellulare, e a lubrificare le articolazioni. ’ingresso del virusben avviene grazie al recettore Ace2, presentela struttura sulla della membrana Come sappiamo l’ingresso del virus avviene al recettore Ace2, presente sullanon memricercatori,grazie pensano che la presenza di Ace2 sia esaustiva, ma ci sia sulla brana citoplasmatica, alcuni ricercatori, pensano formato da più recettori, uno di essi è un proteoorecettore che ad “accumulare” il virus favorendo il legame successivouna ad sorta di “albero”, forche aiuti la presenza di Ace2 non sia esaustiva, ma ci poiglicano, il Syndecan-1, sia sulla membrana altro corecettore che aiuti un core proteico,che legato alla membrana ralmente possiede due siti diun legame per l’eparina, ci sonomato studidache dimostrano ad “accumulare” il virus favorendo poi il legame e da “rami” fluttuanti nella matrice extracellulare e subunità successivo la S1 e la S2, la subunità S1, possiede un sito con alta affinità per i ad Ace2. Midkine strutturalmente formati da lunghe catene di glicosaminoglicani, possiede due siti di legame per l’eparina, ci esso lega eparan solfato e fattori di crescita, tra arina ed eparan solfato). sono studi che dimostrano che la Spike protein cui proprio Midkine. ha due subunità la S1 e la S2, la subunità S1, Secondo la mia teoria, il corecettore in grado di complesso possiede recettoriale formato da più recettori, uno di essi è un proteoglicano, il un sito con alta affinità per i glicosami“condensare” il virus sulla membrana potrebbe a di “albero”, formato da un ed core proteico, legato alla membrana e da “rami” noglicani (eparina eparan solfato). proprio essere lui, vista l’affinità per midkine ed Midkine si lega ad un complesso recettoriale eparanesso solfato. Esistono e extracellulare formati da lunghe catene di glicosaminoglicani, lega eparaninfatti studi che rive-

scita , tra cui proprio Midkine. 6

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, il corecettore in grado di “condensare” il virus sulla membrana potrebbe proprio


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ad un complesso recettoriale formato da più recettori, uno di essi è un proteoglicano, il na sorta di “albero”, formato da un core proteico, legato alla membrana e da “rami” lano un’alta concentrazione di eparan solfato cerca di eludere questo meccanismo “buono” matrice extracellulare formati da lunghe di glicosaminoglicani, essol’organismo lega eparan attiva per distruggere gli intrusi; in presenza di Sars Cov-2. catene Ulteriore conferma che i di crescita , tra cui èproprio Midkine. di ciò la teoria proposta da alcuni ricercatori, 3) attraverso midkine e il suo recettore riuscirebsecondo la quale la somministrazione di eparina be a concentrarsi meglio sulla superficie cellua teoria, il corecettore grado dell’infezione, di “condensare”sarebbe il virus sulla membranalare, potrebbe proprio nelle fasiininiziali in grado e dunque aumenterebbe la sua affinità per a l’affinità perdi midkine edlaeparan solfato. virale, Esistono infatti perché studi che rivelano un’alta limitare replicazione questo Ace2, grazie al quale entra; l’eparina somministrata dall’esterno, nella cellula insieme a Midkine, e di eparan solfato in presenza di Sars Cov-2. Ulterioreandrebbe conferma adi ciò 4) è laentrando teoria proposta da legarsi al sito di affinità per i glicosaminoglicani riuscirebbe a promuovere alcune delle azioni di ori, secondo la quale la somministrazione di eparina nelle fasi iniziali dell’infezione, sarebbe sulla subunità S1 del virus, formando come una midkine, tra cui il richiamo dei neutrofili, i quali, tare la replicazione virale, questo perché l’eparina somministrata dall’esterno, andrebbe a sorta di tappo che impedisce ad altre molecole , aderendo in modo incontrollato all’endotelio, i affinità per icome glicosaminoglicani sullao subunità virus,informando come una sorta di una Netosi disregolata che eparan solfato midkine,S1 didel legarsi quel provocherebbero edisce ad altresito molecole , come eparan solfato o midkine, di legarsi in quel sito e favorirei tessuti circostanti. e favorire l’ingresso del virus. danneggerebbe Una volta legato il virus, Midkine, grazie al suo Una rete piuttosto ingarbugliata, di meccanismi, irus. secondo recettore LRP-1, il quale è un mediatore citochine, molecole di segnale, che anziché aiutare dell’endocitosi, e si trova sulle zattere lipidiche, to il virus, Midkine, grazie al suo secondo recettore LRP-1, il quale è un l’organismo mediatore a distruggere il virus, lo aiuterebbe a riuscirebbe ad inglobare il virus, interiorizzanreplicarsi in modo ancora più efficace. , e si trova sulle zattere lipidiche, riuscirebbe ad inglobare il virus, interiorizzandolo dolo nell’endocita, insieme a syndecan e Ace2, La speranza di riuscire a sgarbugliare quella rete, nsieme a syndecan e Ace2, veicolandolo all’interno del nucleo, dove il virus potrebbe iniziare veicolandolo all’interno del nucleo, dove il virus è quella di farlo trovando delle sostanze capaci one. potrebbe iniziare la sua replicazione. di bloccare a monte questo infingardo “tessitore”, augurandomi che una possibile strategia, possa essere quella di portare avanti studi clinici su inibitori di Midkine, per verificare se in vitro o in vivo, le stesse azioni ritrovate in letteratura possano essere confermate, e finalmente si possa invertire la rotta, cogliendo in trappola Sars Cov-2.

Un ruolo importante è quello di Adam17, un enzima metalloproteasi che scinde Ace2, operando un taglio proteolitico, in parole semplici “decapita” la testa di Ace2, liberando appunto la parte solubile che agisce in due modi: da una parte ha effetti cardioprotettivi e contrasta le azioni dell’angiotensina II, dall’altra è in grado di legarsi alla subunità della spike protein fungendo da tappo per il virus e ostacolando il legame del virus stesso con il recettore Ace2 intero legato alla membrana citoplasmatica. Interessante notare che le dimensioni della “testa decapitata di Ace2, coincidano perfettamente con le dimensioni di midkine, ossia corrispondano a 13 kDA. Secondo la mia teoria dunque, il virus userebbe Midkine per più di un motivo: 1) Midkine è un modulatore del Sistema renina angiotensina aldosterone, lo stesso che lui prende di mira per entrare nella cellula, nonché per disregolare l’equilibrio che lega il rene al sistema cardiocircolatorio; 2) Midkine attraverso una specifica via di segnalazione (mTOR), inibisce l’autofagia, e il virus

Bibliografia Heparan sulfate proteoglycans at a glance. Kirkpatrick CA, Selleck SB. 2007, J Cell Sc, p. 120(Pt 11):1829–3210.1242/jcs.03432. Transmembrane signaling proteoglycans. JR., Couchman. 2010, Annu Rev Cell Dev Bio, p. 26:89–11410.1146/annurev-cellbio-100109-104126. Syndecans as receptors and organizers of the extracellular matrix. Xian X, Gopal S, Couchman JR. 2010, Cell Tissue Res (2010) , p. 339(1):31– 4610.1007/s00441-009-0829-3. Takada, T., Toriyama, K., Muramatsu, H., Song, X.-J., Torii, S., and Muramatsu, T. i. Midkine, a retinoic acid-inducible heparin-binding cytokine in inflammatory responses: chemotactic activity to neutrophils and association with inflammatory synoviti. J. Biochem. 1997, 122, 453–458. Structural characteristics of heparin-like domain required for interaction of midkine with embryonic neurons. Kaneda, Talukder, Ishihara, Hara, Yoshida, and Muramatsu. 1996, Biochem. Biophys. Res. Commun., p. 220, 108–112. Valeria Cagno, Eirini D. Tseligka, Samuel T. Jones, Caroline Tapparel. Heparan Sulfate Proteoglycans and Viral Attachment: True Receptors or Adaptation Bias? viruses. 2019, 11(7): 596. .Lin Liu, Pradeep Chopra, Xiuru Li, Margreet A. Wolfert, S. Mark Tompkins, and Geert-Jan Boons. SARS-CoV-2 spike protein binds heparan sulfate in a length- and sequence-dependent manner. bioRxiv. Preprint. 2020 May, .doi: 10.1101/2020.05.10.087288. Courtney Mycroft-West, Dunhao Su, Stefano Elli , Scott Guimond , Gavin Miller , Jeremy Turnbull , Edwin Yates ,. The 2019 coronavirus (SARSCoV-2) surface protein (Spike) S1Receptor Binding Domain undergoes conformational change upon heparin binding. Biorxiv preprints. 29 april 2020, https://doi.org/10.1101/2020.02.29.971093. Wei Hao, Bo Ma, Ziheng Li, Xiaoyu Wang, Xiaopan Gao, Yaohao Li, Bo Qin, Shiying Shang, Sheng Cui, Zhongping Tan. Binding of the SARS-CoV-2 Spike Protein to Glycans. .doi: https://doi.org/10.1101/2020.05.17.100537. Ludwig T. Weckbach, *Ulrich Grabmaier,Andreas Uhl, et al. Midkine drives cardiac inflammation by promoting neutrophil trafficking and NETosis in myocarditis. J Exp Med. . 2019, 216(2): 350–368. Sui Huang, Arja Kaipainen , Michael Strasser , Sergio Baranzini. Mechanical Ventilation Stimulates Expression of the SARS-Cov-2 Receptor ACE2 in the Lung and May Trigger a Vicious Cycle. https://www.preprints.org/manuscript/202005.0429/v1. 2020050429 (doi: 10.20944/preprints202005.0429.v1). file:///Users/emanuela/Downloads/AdobeStock_333792641_Preview.jpeg.

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RRubrica

RICERCA SCIENTIFICA

LA TERAPIA ANTITROMBOTICA TERZA PARTE:

L'EPARINA

a cura dell'AGIFAR Foggia

Il coinvolgimento delle complicanze trombotiche nella fase acuta del Covid-19 è emersa, in tutta la sua evidenza, con qualche colpevole ritardo. I medici delle terapie intensive italiane si sono accorti di qualcosa che, forse, avrebbe dovuto essere loro comunicato molto in anticipo, quando ancora l’epidemia non era arrivata nel nostro Paese. Responsabilità cinesi, dell’OMS, delle istituzioni che non hanno allestito adeguati protocolli? Non vogliamo, in questa sede, entrare nella discussione, ma soffermarci sugli aspetti scientifici e riprendere l'interessante rubrica che, ad inizia anno, Nuovo Collegamento ha proposto 12 12

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ai propri lettori sulla vasta e complessa tematica della terapia anticoagulante. Nei numeri 1 e 2, abbiamo pubblicato i primi due estratti di un attento lavoro di analisi della letteratura scientifica, condotto da Agifar Foggia e dal collega Alberto Lepore. Oggi, in questo terzo articolo della rubrica, vogliamo fare il punto sull’azione dell’eparina: il farmaco antitrombotico più conosciuto. Vedremo anche la descrizione di altri farmaci xenebiotici impiegati con successo nella terapia anticoagulante. Nel prossimo numero, continueremo il nostro viaggio scientifico tra gli anticoagulanti analizzando l’azione dei derivati cumadinici.


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G

li anticoagulanti eparinici sono una miscela eterogenea di xenobiotici dalle differenti formule di strutture come l’eparan solfato di origine naturale, l’eparina non frazionata, le eparine a basso peso molecolare (LWMH) e il più recente pentasaccaride Fondaparinux. EPARINA L’eparina, conosciuta anche come acido eparinico, è una molecola acida simile alla condroitina e all’acido ialuronico. È una miscela eterogenea di mucopolisaccaridi con peso molecolare da 5 a 30kDa. Le catene polisaccaridiche sono formate dall’alternanza di unità disaccaridiche composte da N-acetil-D- glucosammina e acido uronico (acido D-glucuronico e L-iduronico), unite da legami α-14 glucosidici (Figura 2). Queste catene polimeriche sono chiamate glucosamminoglicani e sono composte da 200-300 unità. Nei mastociti queste catene si legano a formare il proteoglicano, un conglomerato composto da zucchero e proteine con peso molecolare fra i 750 a 1000 kDa che subisce una serie di reazioni enzimatiche che lo rendono farmacologicamente attivo. Le modificazioni addotte, rendono le catene polisaccaridiche dell’eparina strutturalmente diverse le une dalle altre. A pH fisiologico, l’eparina esiste prevalentemente come anione polisolfato; è somministrata per tanto come sale o di calcio (Calciparina) o di litio; quest’ultimo viene sfruttato per la conservazione in vitro dei campioni di sangue. La salificazione consente la veicolazione dell’eparina per via endovenosa e sottocutanea. La via orale non può essere sfruttata, per via della degradazione della molecola nell’ambiente gastrico. L’eparina agisce sulla cascata della coagulazione. Con la sua sequenza pentasaccaridica, il gruppo farmacoforico, si lega all’antitrombina III, inibitore delle proteasi a serina, potenziandone gli effetti e bloccando di fatto l’attività della trombina FIIa e del FXa. (Figura 1 pag. 26) L’interazione tra ATIII e eparina è di tipo ionico e avviene fra gli anioni solfato e carbossilato del pentasaccaride e le arginine e le lisine protonate del suo target farmacologico. L’eparina e le molecole affini fungono da induttori enzimatici, promuovendo un cambio conformazionale dell’enzima bersaglio, rendendo il suo sito catalitico facilmente accessibile al substrato naturale, facilitando così l’interazione. In condizioni fisiologiche l’ATIII e i sui substrati

enzimatici formano un complesso 1:1. La presenza dello xenobiotico velocizza la formazione di questi complessi di 1000 volte. La calciparina è assorbita solo per il 30% dopo la somministrazione sottocutanea e, a causa della sua elevata “densità negativa”, è affine a molti altri recettori presenti sulle proteine plasmatiche, sulle cellule endoteliali, sulle piastrine, sul fattore piastrinico 4 (PF4) e sui macrofagi. La sua biodisponibilità è di fatto ridotta e la sua finestra terapeutica è conseguentemente ridotta. Il metabolismo di questo xenobiotico è legato all’attività epatica, a quella dei fagociti e del reticolo endoteliale che degradano la molecola in sottoprodotti inattivi che vengono poscia escreti con le urine. Poiché la depolimerizzazione dell’eparina avviene nel fegato e l’escrezione dei prodotti sfrutta la via renale, disfunzioni o compromissioni di queste vie prolungalo l’emivita del farmaco, richiedendo un’attenta rimodulazione della dose terapeutica, valutata in base ai tempi della clearance della creatinina. L’effetto collaterale maggiore della calciparina è la trombocitopenia indotta, dovuta all’interazione dell’attivo con il PF4. L’eparina standard viene chiamata eparina ad alto peso molecolare o non frazionata. EPARINE A BASSO PESO MOLECOLARE LMWH Le LMWH hanno un peso molecolare compreso fra i 4 e 6kDa. Sono isolate da frazioni di eparina attraverso vari processi quali la precipitazione con etanolo, gel filtrazione o la precipitazione differenziale. Posseggono profili farmacocinetici e farmacodinamici migliori, rispetto all’eparina ad alto peso molecolare. Nonostante il target farmacologico sia l’ATIII, grazie alla loro struttura semplificata, meno estesa, le LMWH modulano la struttura enzimatica del loro bersaglio, rendendola più selettiva nei confronti del FXa. Di conseguenza se il rapporto tra degradazione del fattore X e del II è con la calciparina di 1:1, con le LMWH è pari a 2:1 o 4:1 con le molecole di ultima generazione. Le LMWH sono assorbite per il 90%. La veloce cinetica di assorbimento e la scarsa interazione con altri target biologici, le rende maggiormente biodisponibili, con un’emivita più lunga consentendo una più ampia finestra terapeutica. Il metabolismo e l’escrezione è il medesimo dell’eparina ad alto peso molecolare.

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Figura 2: pentasaccaride eparinico

icazioni addotte, rendono le catene polisaccaridiche dell’eparina strutturalmente diverse le une e. A pH fisiologico, l’eparina esiste prevalentemente come anione polisolfato; è somministrata come sale o di calcio (Calciparina) o di litio; quest’ultimo viene sfruttato per la conservazione dei campioni di sangue. La salificazione consente la veicolazione dell’eparina per via osa e sottocutanea. La via orale non può essere sfruttata, per via della degradazione della nell’ambiente gastrico. a agisce sulla cascata della coagulazione. Con la sua sequenza pentasaccaridica, il gruppo orico, si lega all’antitrombina III, inibitore delle proteasi a serina, potenziandone gli effetti e o di fatto l’attività della trombina FIIa e del FXa. (Figura 3) PROTAMINA La protamina, somministrata come sale solfato o cloroidrato, è una proteina basica ad elevato contenuto di arginina ed è sintetizzata con la tecnologia del DNA ricombinante. È l’antidoto dei derivati eparinici poiché grazie alla sua elevata densità di cariche positive si lega con gli eparinici, antagonizzando gli effetti anticoagulanti. È somministrata per via endovenosa, è inattiva per via intramuscolare o sottocutanea. La somministrazione endovenosa deve essere eseguita lentamente, pertanto è preferibile la lenta infusione, goccia a goccia, onde evitare reazioni anafilattiche. La protamina deve essere diluita in 100-200 ml di soluzione fisiologica. Per la neutralizzazione dell’eparina non frazionata, la dose di protamina deve essere calcolata in base ai valori del test del tempo di coagulazione attiva: A, meccanismo d’azione della calciparina; B, meccanismo d’azione LMWH; C, meccanismo d’azione to e fondaparinux sulla dose di eparinoide inoculata e sul suo ultimo tempo di somministrazione. Per l’inattivaziozione tra ATIII e eparina è di tipo ionico avviene fra gliB,anioni solfato e carbossilato del Figura 1: A, meccanismo d’azioneedella calciparina; meccanine dell’eparina nella circolazione extracorporea il smo d’azione LMWH; C, meccanismo d’azione fondaparinux caride e le arginine e le lisine protonate del suo target farmacologico. dosaggio di protamina è calcolato in base ai valori a e le molecole affini fungono da induttori enzimatici, promuovendo un cambio di PT, INR e di aPTT, solitamente 1 ml di protamina azionale dell’enzima bersaglio, rendendo il suo sito catalitico facilmente accessibile al substrato FONDAPARINUX corrispondente a 1000 UI/ml o a 10 mg/ml, neutrafacilitando così l’interazione. Il fondaparinux è un pentasaccaride solfato di orilizza 1000 UI di eparina. zioni fisiologiche l’ATIII e i sui substrati enzimatici formano un complesso 1:1. gine sintetica, dal farmacoforiPer la neutralizzazione dell’eparina a basso peso nza dello xenobiotico velocizzaprogettato la formazione di gruppo questi complessi di 1000 volte. co solo dell’eparina (Figura 4).somministrazione Essendo una molecola di e, molecolare è necessario considerare che parina è assorbita per il 30% dopo la sottocutanea a causa della(LMWH) sua sintesi, la suaacomposizione non subisce la protamina è capace di antagonizzare principaldensità negativa”, è affine molti altri recettori presenti variazioni, sulle proteine plasmatiche, sulle di avere un profilo farmacocinetico ndoteliali, sulleconsentendo piastrine, sul fattore piastrinico 4 (PF4) e sui macrofagi. mente l’attività anti-IIa. In base al tipo di LMWH odisponibilità ècostante di fatto ridotta la sua finestra terapeutica conseguentemente ridotta. in presenza dell’antidoto, perdura un’attivie unaemaggiore selettività perèATIII. residua, olismo di questo xenobiotico è legato all’attività epatica, quella dei fagociti e del reticolo Come si può osservare dalla formula di astruttura, tà anti-Xa compresa fra il 40-80%. le che degradano la molecola inè sottoprodotti inattivi che vengono poscia escreti con le lo xenobiotico ricco di cariche negative, localizLa dose di urine. protamina necessaria per neutralizzare a depolimerizzazione dell’eparina avviene fegato econ l’escrezione sfrutta eparine la via a basso peso molecolare è la zate strategicamente per nel interagire i residui dei prodotti le diverse isfunzioni o compromissioni di queste vie prolungalo richiedendo cationici della ATIII, formando con essal’emivita un com-del farmaco, seguente: a rimodulazione della dose terapeutica, valutata in base ai tempi della clearance della plesso. Essendo privo della catena polisaccaridica · 1 mg di protamina pari a 100 UI neutralizza 160 a. tipica dell’eparina e delle LMWH, il fodaraparinux UI anti-Xa di indaparina collaterale maggiore della calciparinadel è la trombocitopenia indotta, dovuta all’interazione aumenta le selettività suo target farmacologico · 1mg di protamina pari a 100 UI neutralizza 100 o con il PF4. solo per FXa. UI di deltaparina, sul prolungamento dell’aPTT a standard viene chiamata eparina ad alto peso molecolare o non frazionata. È somministrato per via sottocutanea, in dose · 1 mg di protamina pari 100 UI neutralizza 0.01 singola ed è facilmente assorbito. Essendo una ml di enoxaparina anti-IIa a basso peso molecolare LMWH molecola · 1 mg di protamina pari a 100 UI neutralizza 82 UI WH hanno un peso molecolare compreso fra i 4 e 6kDa. sintetica, dal profilo farmacocinetico e farmacorivaparina anti-Xa late da frazioni di eparina attraverso vari processi quali la precipitazione di con etanolo, gel dinamico prevedibile e costante, non richiede, · 1 mg di protamina pari a 100 UI neutralizza 100 e o la precipitazione differenziale. a differenza delle eparine, il monitoraggio della UI di tinzaparina anti-Xa aPTT. La molecola non subisce metabolismo ed è · 1 mg di protamina pari a 100 UI neutralizza comescreta dopo 72 ore per via renale. pletamente 200 13 UI di certoparina sodica. Per meglio spiegare l’impiego terapeutico degli Durante l’infusione della protamina l’effetto collateanticoagulanti correlati all’eparina, di seguito è rale principale è il rischio emorragico. Tale fenomeriportata una tabella riassuntiva con i nomi dei no può essere fermato mediante la somministraprincipi attivi con il relativo nome commerciale zione controllata di eparina fino a normalizzazione (Tabella 1). del tempo di trombina.

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RICERCA SCIENTIFICA Tabella 1: Anticoagulanti eparinici e loro impiego clinico

PRINCIPI ATTIVI E NOMI COMMERCIALI

TRATTAMENTO DELLA TVP

BEMIPARINA Ivor®

SI

DALTEPARINA Fragmin®

SI

ENOXAPARINA Clexane®

SINDROMI CORONARICHE ACUTE

PREVENZIONE DELLA COAGULAZIONE IN EMODIALISI

PROFILASSI DELLA TVP

SI

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica

Malattia coronaria instabile quale l'angina instabile e IMA non Q in associazione con ASA

SI

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica

SI con o senza Embolia Polmonare

Trattamento dell'angina instabile e dell'IMA non Q in associazione con ASA

SI

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica e in pazienti non chirurgici allettati e a rischio di TVP

ENOXAPARINA Clexane T®

SI con o senza Embolia Polmonare

1. Trattamento dell'angina instabile e dell'IMA non Q in associazione con ASA 2. Trattamento dell'IMA con sovraslivellamento del segmento ST, inclusi pazienti in terapia medica o da sottoporre a successivo intervento coronario percutaneo

NADROPARINA Fraxiparina® Seleparina®

SI

Trattamento dell'angina instabile e dell'IMA non Q

SI

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica

NADROPARINA Fraxodi® Seledie®

SI

PARNAPARINA Fluxum®

SI

REVIPARINA Clivarina®

SI con o senza Embolia Polmonare

Prevenzione degli eventi acuti in angio-plastica coronarica transluminale percutanea (PTCA)

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica e nei pazienti a rischio maggiore di TVP

FONDAPARINUX Arixtra®

1. TVP ed embolia Polmonare acuta eccetto che nei pazienti emodinamicamente instabili o che richiedono trombolisi o embolectomia polmonare 2. Trattamento della trombosi venosa superficiale sintomatica spontanea degli arti inferiori in assenza di trombosi venosa profonda concomitante (Determina AIFA del 1/08/13)

1. Trattamento dell'angina instabile o dell'infarto del miocardio senza sovraslivellamento del tratto ST (UA/NSTEM) in adulti nei quali un approccio invasivo urgente (PC) (‹120 minuti) non è indicato 2. Trattamento dell'IMA associato a sovraslivellamento del tratto ST (STEMI) in adulti che sono in terapia con trombolitici o che, inizialmento, non sono deputati a ricevere altre forme di terapia di riperfusione

1. Chirurgia ortopedica maggiore degli arti inferiori quali frattura dell'anca, chirurgia magggiore del ginocchio o chirurgia sostitutiva dell'anca 2. Chirurgia addominale ad alto rischio di complicanze tromboemboliche (quali pazienti sottoposti a chirurgia addominale per patologie tumorali) 3. In pazienti di pertinenza medica considerati ad alto rischio di TEV e che sono immobilizzati a causa di una patologia acuta quale insufficienza cardiaca e/o disturbi respiratori acuti e/o infezioni o patologie infiammatorie acute

Indicata in chirurgia generale ed ortopedica e nei pazienti a rischio maggiore di TVP

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INIBITORI DIRETTI DELLA TROMBINA Negli ultimi anni, grazie ad una conoscenza maggiore dei meccanismi della coagulazione sanguigna, al molecular modeling e alle tecnologie ricombinati il DNA, è stato possibile progettare nuove molecole capaci di inibire direttamente la trombina. Questi inibitori sono contrassegnati dall’acronimo DTI. IRUDINA L’irudina è il lead compound della classe. È una molecola composta da 65 amminoacidi ed è stata isolata per la prima volta dalle ghiandole salivari della sanguisuga medicinale, Hirudo medicinalis. Il suo meccanismo di azione, come quello di tutti i DTI, progettati da questo precursore, è l’interazione selettiva con il fattore II o trombina, sia nella sua forma libera che in quella complessata con la fibrina. I DTI si legano e bloccano la trombina in tre differenti siti: quello catalitico, l’esosito 1 e 2. L’esosito 1 della trombina è il sito di riconoscimento per il fibrinogeno che una volta legatosi, si orienta verso il sito catalitico. L’esosito-2 è il sito di interazione con gli eparinici. I DTI come la Lepirudina (Refludan®) e la Bivalirudina (Angiomax®) sono inibitori bivalenti irreversibili legandosi sull’esosito-1 e sul sito catalitico. I DTI come Argatroban (Novastan®) o Dabigatran (Pradaxa®) sono ligandi monovalenti che bloccano solo il sito attivo della trombina. I DTI sono impiegati principalmente nel trattamento delle trombosi coronariche. A differenza dei derivati eparinici, non interagiscono con il fattore 4 delle piastrine (PF4) e di conseguenza non sono capaci di attivare l’anticorpo che riconosce come antigene il complesso eparina/PF4, responsabile della trombocitopenia (HIT). Per questo motivo sono una valida alternativa ai pazienti colpiti da HIT. BIVALIRUDINA (ANGIOMAX®) È un peptide composto da 20 amminoacidi che interagisce con la trombina, legandosi sul sito catalitico e sull’esosito-1 in maniera reversibile. Lo xenobiotico è somministrato con la dose di 0.75 mg/Kg, come bolo endovenoso in infusione, seguito poi da una dose di 1,75 mg/Kg ad ora. Il farmaco non si lega alle proteine plasmatiche, ha una rapida insorgenza d’azione e possiede un’emivita di 25 minuti. il farmaco è escreto principalmente attraverso i reni; il 30% della dose viene eliminata inalterata. Il dosaggio va regolato soprattutto

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nei pazienti con alterazione della clearance renale. Il farmaco può essere sottoposto a emodialisi. Il monitoraggio clinico può essere effettuato con il test del PT o con l’aPTT, con un range di valori, per questo secondo test, pari a 1,5-2.5 superiori al valore fisiologico. ARGATROBAN (NOVASTAN®) È un peptidomimetico che si lega sul sito catalitico della trombina ed è un inibitore competitivo univalente. È disponibile come miscela di due diastereoisomeri in cui il centro chirale è in posizione 21. Il rapporto fra i due diastereoisomeri è di 64:36 con l’isomero 21-S due volte più potente dell’R. È somministrato per via sottocutanea a causa della sua bassa lipofilia. Si lega alle proteine plasmatiche ed è metabolizzato al livello epatico dal CYP3A4, formando due metaboliti definiti M-1 e M-2. M-1 conserva il 20-30% dell’attività antitrombotica del farmaco di origine. È impiegato in pazienti colpiti da HIT e con funzioni epatiche nella norma, con la dose iniziale di 2mcg/Kg a minuto con infusione intravenosa costante. Il monitoraggio clinico è effettuato con il test dell’aPTT con valori 1.5 - 3 volte superiori ai livelli fisiologici, ma non superiori ai 100 secondi. È impiegato inoltre, nei pazienti sottoposti ad intervento percutaneo coronarico con elevato rischio di HIT, con bolo iniziale di 350 mcg/Kg nell’arco di tre/cinque minuti per poi proseguire con infusione di 25 mcg/Kg a minuto. Nella transizione dall’argatroban al warfarin, è necessario controllare attentamente i valori i PT, soprattutto nella fase di sovrapposizione dei due farmaci, in quanto argatroban altera i valori del test, incrementandoli. DESIRUDIN (IPRIVASK®, REVASC®) È un inibitore ricombinato dell’irudina. È un inibitore irreversibile, bivalente della trombina. La inibisce sia nella sua forma libera che in quella complessata con il fibrinogeno. La sua emivita è di circa 2 ore, aumenta nei pazienti con insufficienza renale. È somministrato per via sottocutanea con la dose di 15 mg ogni dodici ore. Vi è un rischio di ematoma spinale/epidurale nei pazienti trattati con questo farmaco e sottoposti ad anestesia neuroassiale. DABIGATRAN (PRADAXA®) È l’unico DTI somministrato per via orale (Figura 6). È un pro-farmaco; dabigatran etexilato infatti, per


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essere attivato, deve essere idrolizzato dalle esterasi sieriche. Il target farmacologico è la trombina in entrambe le sue forme, sia libera che complessata con il fibrinogeno. La molecola possiede una scarsa biodisponibilità, pertanto è necessaria l’esterificazione con l’etexilato per favorire l’assorbimento. La dissoluzione del farmaco e quindi il suo passaggio dalla forma cristallina a quella molecolare, è facilitato in ambiente acido. Di conseguenza la concomitante somministrazione di antagonisti anti-H2 o di inibitori di pompa protonica, determinanti l’innalzamento del pH gastrico, riduce l’assorbimento della molecola rispettivamente del 12% e del 30%. In condizioni fisiologiche, l’assorbimento del farmaco avviene nell’intestino tenue. Il farmaco non assorbito viene eliminato con le feci. L’assorbimento dello xenobiotico è influenzato dal cibo, pertanto è consigliabile l’assunzione lontano dal pasto. Da un punto di vista farmacodinamico, dabigatran, come gli altri DTI e come i NAO, ha un effetto diretto sul suo target farmacologico che risulta massimale con il raggiungimento del picco plasmatico. Questa particolare caratteristica lo distingue dal warfarin, di seguito trattato. Analogamente, la reversibilità dell’effetto è più rapida, rispetto al warfarin, a causa sia della breve emivita 12-17 ore, sia della reversibilità dell’azione farmacologica. Nei pazienti con insufficienza renale o con alti livelli di creatinina, l’emivita del farmaco è prolungata. È necessario, di conseguenza, la rimodulazione del dosaggio. Il dabigatran è impiegato nella prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia sostitutiva elettiva totale dell’anca o del ginocchio, nella prevenzione di ictus e embolia sistemica, in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare con uno o più dei seguenti fattori di rischio (precedente ictus, attacco ischemico transitorio o embolia sistemica, frazione di eiezione del ventricolo sinistro < 40%, insufficienza cardiaca sintomatica, età ≥ 75 anni, età ≥ 65 anni associata con una delle seguenti condizioni: diabete mellito, coronaropatia o ipertensione). Dabigatran è un substrato della glicoproteina-P. In presenza di induttori di questa proteina quali la rifampicina, la carbamazepina, l’iperico, la fenitoina, l’azione farmacologica è ridotta. Al contrario in presenza di inibitori della glicoproteina-P quali amiodarone, carvedilolo, ketokonazolo, verapamile, tamoxifene, tacrolimus, claritromicina, azitromicina,

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ticagrelor, itraconazolo etc., l’emivita del farmaco si prolunga, con conseguente aumento del rischio emorragico. Secondo studi recenti, la somministrazione di questo xenobiotico è sconsigliata nei soggetti obesi con un peso superiore ai 120 Kg. Il farmaco non richiede un monitoraggio continuo e costante, a differenza degli antagonisti della vitamina K, ma a seguito di numerosi studi, l’EMEA e l’AIFA hanno evidenziato anche per questo attivo la possibilità di un probabile rischio di eventi di sanguinamento maggiore. L’inizio della terapia con dabigatran prevede non solo la valutazione del test di PT ed esame ematochimico completo, ma anche la valutazione della funzione renale, calcolando la clearance della creatinina (CLCr), prima dell'inizio del trattamento farmacologico, per escludere i pazienti con compromissione renale severa (cioè CLCr < 30 ml/min). La funzione renale deve essere valutata anche quando si sospetti una sua riduzione durante il trattamento (ad esempio ipovolemia, disidratazione ed in caso di uso concomitante di alcuni medicinali). Il metodo da utilizzare per stimare la funzione renale (CLCr in ml/min) è il metodo di Cockcroft- Gault. Il passaggio dal dabigatran al warfarin prevede una transizione con lenta riduzione del DTI ed aumento del warfarin, con una sovrapposizione di tre giorni, in pazienti con normale funzione renale; di 2 giorni, nei pazienti con clearance della creatinina con valori compresi tra 30 – 50 ml/min; di 1 giorno nei pazienti con funzionalità compromessa, con clearance della creatinina con valori compresi fra i 15-30 ml/min. Il passaggio, invece, dal warfarin al DTI prevede la sospensione del warfarin, con monitoraggio del PT, INR, fino al riscontro di valori inferiori a 2 e di seguito somministrazione del DTI. Nel caso di aumentato rischio di sanguinamento, il classico uso della vitamina K come antidoto, non ha alcun effetto. L’emodialisi è un possibile approccio non farmacologico. L’antidoto per questo xenobiotico è recente ed è un frammento Fab di un anticorpo monoclonale: Idarucizumab. L’interazione tra idarucizumab e dabigatran è 3500 volte maggiore che con la trombina. La somministrazione per infusione di 5mg di antidoto consente di bloccare l’effetto anticoagulante in pochi minuti, permettendo il rapido intervento in caso di chirurgia d’urgenza. Sebbene questa terapia risulti estremamente valida, la brevissima emivita dell’antidoto, 45 minuti, solleva il dubbio sul possibile ripresentarsi dell’effetto anticoagulante del dabigatran, dovuto alla sua distribuzione nel compartimento extravascolare.


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NUTRACEUTICI E FOTOPROTEZIONE

di Vincenzo Sorrenti, PhD Neurofarmacologo Universita’ degli Studi di Padova Specialista in Nutraceutica e Nutrizione Personalizzata

L

a pelle costituisce la barriera biologica che separa il nostro organismo dal mondo esterno e, in quanto tale, è direttamente esposta a fattori ambientali in grado di provocare su questo tessuto danni peculiari e pronunciate alterazioni strutturali. In particolare la pelle, per la presenza di melanina, svolge il ruolo di filtro specifico nei confronti delle radiazioni ultraviolette della luce solare. Sebbene i raggi ultravioletti (UV) favoriscano la sintesi di vitamina D a livello cutaneo e quindi risultino parzialmente utili alla nostra fisiologia, costituiscono anche un fattore potenzialmente molto dannoso, in grado 20

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di generare sovrapproduzione fotochimica di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e specie reattive dell’azoto (RNS). I danni da UV sono principalmente collegati a ROS e RNS generati dagli UV negli strati della pelle che possono alterare direttamente le componenti cellulari (DNA, proteine, lipidi) e anche influire sulla regolazione e sulla segnalazione legate all’espressione genica. I raggi UV che colpiscono quotidianamente la nostra pelle comprendono sia la componente UV-B, la cui lunghezza d’onda è di 280-315 nm, che quella UV-A di 315-400 nm.


NUTRACEUTICA

Grazie al filtro dell’ozono atmosferico, gli UV-B rappresentano solo il 5% delle radiazioni UV totali che colpiscono la terra e hanno una bassa penetranza, anche se biologicamente sono molto attivi. Gli UV-A costituiscono il restante 95% degli UV della luce incidente, trasportano meno energia, ma essendo più penetranti promuovono lo stress ossidativo negli strati del derma e rappresentano la principale causa di accelerazione dell’invecchiamento a livello della pelle. Il processo di invecchiamento cutaneo, quindi, è caratterizzato sia dall’invecchiamento cronologico (detto intrinseco), come per tutti gli organi del nostro corpo, che da uno specifico fenomeno indotto dai danni legati all’esposizione ai raggi UV, noto come fotoinvecchiamento. Dall’osservazione delle manifestazioni clinicoestetiche, l’invecchiamento cronologico della pelle comporta l’impallidimento, l’assottigliamento e la formazione di piccole rughe diffuse. Il fotoinvecchiamento provoca invece la formazione di ampie e profonde rughe, associate a pigmentazioni diffuse e telangectasie. A livello del derma, la riduzione quantitativa del collagene, il maggiore componente strutturale della pelle, rappresenta il principale fattore causale delle manifestazioni di carattere clinico-estetico osservate durante l’invecchiamento cutaneo, sia nel caso dell’invecchiamento intrinseco che nel fotoinvecchiamento. Il collagene è una proteina fibrillare che rappresenta il 25% del totale delle proteine del corpo umano, e nella pelle costituisce oltre il 70% della matrice extracellulare. La sua integrità e la sua concentrazione sono elementi fondamentali nel determinare la resistenza meccanica e l’elasticità di un tessuto. La riduzione e il deterioramento di collagene possono essere dovuti sia ad una sintesi diminuita, che ad un aumento della sua degradazione, associata ai livelli di espressione delle metalloproteinasi di matrice (MMPs). Le radiazioni ultraviolette, attraverso la produzione fotochimica di ROS, attivano i fattori di trascrizione NF-kB e AP-1 che a loro volta inducono la secrezione di citochine proinfiammatorie, quali il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) e le interleuchine (IL-1,

IL-6, IL-8). L’innesco di fenomeni flogistici induce sintesi nel derma di MMPs, in particolar modo di MMP1, detta anche collagenasi. L’eccessiva produzione e attivazione della MMP1 rappresenta la principale causa molecolare alla base dei danni connettivali dovuti al fotoinvecchiamento. Sia la componente UV-A che quella UV-B contribuiscono a questo fenomeno. Gli UV-B, maggiormente nocivi e dotati di energia più intensa, non riescono a penetrare oltre l’epidermide, ma attivano a livello dei cheratinociti la produzione di citochine infiammatorie, soprattutto IL-1α, IL-6 e TNF-α, che raggiungono il derma e inducono la sintesi di MMP1 nei fibroblasti. Gli UV-A, caratterizzati da minore energia, ma in grado di penetrare in profondità nel derma, attivano direttamente nei fibroblasti la sintesi di MMP1. L’utilizzo di nutraceutici sinergici (vedi figura) ad azione antiossidante, strutturale e/o in grado di inibire in maniera specifica le MMPs è stato ampiamente studiato in modelli sperimentali in vitro e in vivo, e anche in studi clinici, come promettente strategia di prevenzione contro la degenerazione funzionale della matrice extracellulare cutanea e del fotoinvecchiamento. È stato dimostrato che alcune sostanze di origine vegetale possiedono la capacità di ridurre l’impatto pro-ossidante degli UV a livello cutaneo e di inibire l’attività dell’MMP1 sul collagene, contrastando così gli effetti del fotoinvecchiamento cutaneo. In tal senso i carotenoidi sono stati abbondantemente impiegati come antiossidanti orali in grado di esercitare un’azione di fotoprotezione. CAROTENOIDI E ASTAXANTINA I carotenoidi hanno la funzione di favorire la melanogenesi, processo che è fisiologicamente indotto in circa un mese; si consiglia perciò il loro utilizzo al mattino con la colazione circa 1 mese prima l’esposizione diretta e continuata al sole per tutta la durata delle vacanze estive. La migliore fonte di carotenoidi è l’alga Dunaliella salina Teod. Il cui estratto standardizzato di tallo fornisce beta-carotene, alfa-carotene e una miscela di Criptoxantina, Zeaxantina e

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NUTRACEUTICA

ASTAXANTINA + BETACAROTENE LICOPENE

Pigmenti ad azione fotoprotettiva

+ PRECURSORI DEL COLLAGENE COLLAGENE IDROLIZZATO DI TIPO II

Supporto strutturale plastico

+ Effetto antirughe

UBICHINOLO + PICNOGENOLO

Antiossidante, protegge il collagene dalla degradazione enzimatica

+ VITAMINA E

Antiossidante

che è l’unica forma ammessa per uso umano Luteina consentendo una maggiore biodispoin ambito nutraceutico. Presenta un’isomeria di nibilità rispetto ad un carotenoide di sintesi ed L’astaxantina, invece, è una xantofilla, dall’alga Haematococcus pluvialis Flotow che una maggiore attività di precursori della vita- estratta tipo cis che le conferisce notevole biodisponiammessa usoimportanza umano inper ambito nutraceutico. Presenta infatti, un’isomeria tipo cis bilità. L’astaxantina, una volta di assorbita, si che le con mina A di per rilevante il trofismo e protezione cutanea e anche per il benessere distribuisce nelle lipoproteine plasmatiche, nelle biodisponibilità. L’astaxantina, infatti, una volta assorbita, si distribuisce nelle lipoproteine pl membrane cellulari e a livello mitocondriale. Si della vista. Il β-carotene, in quanto precursore di membrane e a livello mitocondriale. Si accumula preferenzialmente intra alcuni tessu accumula preferenzialmente in alcuni tessuti vitamina A, ècellulari stato storicamente il carotenoide cervello e pelle. più utilizzato in nutraceutica, anche per finalità di cui fegato, cervello e pelle. L’astaxantina è recentemente salita alla ribalta fotoprotezione. Recentemente anche il licopene L’astaxantina recentemente alla ribalta come composto antifotoinvecchiamento. come composto antifotoinvecchiamento. Gli dei pomodori èèstato proposto comesalita potenziale studicome clinici finora sull’uomo hanno nutraceutico ad azione antifotoinvecchiamento. finora condotti sull’uomo hanno confermato bassicondotti dosaggi di astaxantina da H. plu L’astaxantina, invece, è una xantofilla, estratconfermato come bassi dosaggi di astaxantina mg/die) somministrati oralmente siano sufficienti a proteggere la pelle e a migliorare gli a ta dall’alga Haematococcus pluvialis Flotow da H. pluvialis (da 4 a 8 mg/die) somministrati

funzionali di questo tessuto.

Localizzazione nella membrana cellulare e vantaggio funzionale dell'astaxantina

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NUTRACEUTICA

care la formazione di citochine infiammatorie a livello dei cheratinociti (indotta da UVB) e di inibire la sintesi di MMP-1 e di endoptidasi neutra (NEP) nei fibroblasti (indotta da UV-A)23. Oltre all’azione antiossidante, il meccanismo molecolare chiave dell’astaxantina risulta essere la specifica inibizione del fattore di trascrizione NF-kB, che è all’origine dell’innesco dei processi infiammatori. In generale, tutti questi studi in vitro sostengono L’astaxantina, invece, è dei una xantofilla, estratta Haematococcus pluvialis Flotow che è l’unica forma un potenziale ruolo dell’astaxantina appieno Struttura chimica carotenoidi piùdall’alga studiati ammessa per uso umano in ambito nutraceutico. Presenta un’isomeria di tipo cis che le conferisce notevole nella fotoprotezione, ritagliandone uno spazio biodisponibilità. L’astaxantina, infatti, una volta assorbita, si distribuisce nelle lipoproteine plasmatiche, nelle importante tra i cosmeceutici utilizzati in dermooralmente siano sufficienti a proteggere lainpelle membrane cellulari e a livello mitocondriale. Si accumula preferenzialmente alcuni tessuti tra cui fegato, cervelloee a pelle. cosmesi. Inoltre, siccome l’astaxantina assunta migliorare gli aspetti estetici e funzionali di L’astaxantina è recentemente studi clinici è un composto estremamente biodiquesto tessuto.salita alla ribalta come composto antifotoinvecchiamento. Glioralmente finora condotti sull’uomo hanno confermato come bassi dosaggi di astaxantina da H. pluvialis (da 4 a 8 sponibile e in grado di distribuirsi specificataL’astaxantina, proprio per le peculiari carattemg/die) somministrati oralmente siano sufficienti a proteggere la pelle e a migliorare gli aspetti estetici e mente nella pelle, si è provato a sperimentarla in ristiche l’elevata biodisponibilità, il funzionali di questo chimiche, tessuto. vivo anche come integratore ad azione fotopronotevole potenziale antiossidante e anti-intettiva, nella prevenzione dell’invecchiamento fiammatorio e la tendenza ad accumularsi nella cutaneo e nel miglioramento delle funzioni pelle, è recentemente salita alla ribalta come fisiologiche della pelle. composto anti-fotoinvecchiamento. Negli ultimi Un recente studio ha valutato in maniera molto anni è stata oggetto di numerosi studi in vitro e dettagliata l’effetto protettivo dell’astaxantina in vivo mirati a valutarne l’efficacia contro l’invecderivata da H. pluvialis sul fotoinvecchiamenchiamento cutaneo e la fotoprotezione. Studi to cutaneo indotto da UV-A, su un particolare in vitro condotti su fibroblasti umani in coltura modello sperimentale murino. Questo studio hanno dimostrato la capacità dell’astaxantina di ha fornito diverse informazioni sulla straordinasvolgere un’importante azione fotoprotettiva nei ria efficacia in termini di fotoprotezione dell’aconfronti degli UV-A, decisamente migliore riassunta come integratore. Innanzitutspetto al β-carotene. Molte altre evidenze L’astaxantina, proprio per le peculiari caratteristiche chimiche l’elevata hanno biodisponibilità,staxantina il notevole potenziale antiossidante e anti-infiammatorio tendenza ad accumularsi nella pelle, è recentemente salita to, analizzando la pelle degli animali alla fine del confermato il potenzialee laprotettivo dell’astaxanalla ribalta come composto anti-fotoinvecchiamento. Negli ultimi anni è stata oggetto di numerosi studi in trattamento, gli studiosi hanno dimostrato che tina nei confronti del derma, dimostrando come vitro e in vivo mirati a valutarne l’efficacia contro l’invecchiamento cutaneo e la fotoprotezione. Studi in vitro condotti su fibroblasti umani in coltura hanno la capacità dell’astaxantina sia di svolgere per la bassa che per la media concentrazione uno dei suoi principali effettidimostrato sia quello di inibire un’importante azione fotoprotettiva nei confronti degli UV-A, decisamente migliore β-carotene. l’astaxantina si accumula preferenzialnei fibroblasti esposti ad UV-A l’induzione dellarispetto alintrodotta, mente nella pelle, sia nello strato dermico che in collagenasi e della elastasi, proteggendo così quello epidermico. La ricerca ha poi evidenziato l’integrità del collagene e della matrice extracelcome ambedue le concentrazioni, in maniera lulare. analoga, siano in grado di proteggere efficaceInoltre, studi condotti su cheratinociti hanno mente la pelle dal fotoinvecchiamento indotto dimostrato come l’astaxantina, anche a bassi doda UV-A, sia limitando i danni della struttura di saggi, sia in grado di proteggere la componente barriera, misurata attraverso la perdita di acqua cellulare dell’epidermide da apoptosi e infiamtransepidermica (TEWL - Transepidermal Water mazione indotta da UV-B. Loss), che riducendo la formazione di rughe. Questa doppia azione protettiva, su epidermide Nello specifico è emerso che l’astaxantina e derma, verso UV-B e UV-A, fa dell’astaxantina accumulata nella pelle possiede la capacità di un composto potenzialmente molto efficace prevenire gli effetti deleteri degli UV-A sul menella fotoprotezione e nella fotocarcinogenesi. tabolismo della filaggrina (proteina strutturale Un recente studio ha dimostrato come in colture essenziale alla funzione di barriera), sulla dedi cheratinociti e di fibroblasti umani esposti a squamazione dell’epidermide e, soprattutto, sulradiazioni UV, l’astaxantina sia in grado di bloc-

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NUTRACEUTICA

L’ASTAXANTINA È PROBABILMENTE IL NUTRACEUTICO CON LA MAGGIORE la matrice extracellulare verso placebo, per valutare CAPACITÀ ANTIOSSIDANTE IN VIVO, IN del derma, preservando l’azione sinergica di questi QUANTO AGISCE MEDIANTE DIVERSI il collagene e inibendo MECCANISMI DI AZIONE CONTEMPORANEI due integratori sulla qualità la produzione di MMPs. della pelle32. Il collagene Un recente studio condotto su 31 soggetti cauidrolizzato, da un punto di vista nutraceutico, casici con età superiore ai 40 anni ha valutato fornisce una miscela di aminoacidi in grado l’effetto di una somministrazione orale di 4 mg di di stimolare la produzione di collagene da astaxantina (assunta insieme alla cena) per 4 setparte dei fibroblasti e supportare così la fisiotimane su aspetti morfologici e biochimici della logia della matrice del derma, costituendo un pelle, dimostrando un’azione protettiva antiinpotenziale supporto sinergico all’azione antivecchiamento. Nello specifico sono stati esamifotoinvecchiamento dell’astaxantina. La somnati dei campioni biologici prelevati con un tamministrazione di astaxantina e collagene per 12 pone sulla superficie cutanea dei partecipanti settimane ha migliorato l’elasticità e l’idratazione allo studio (residual skin surface components), cutanea del volto dei soggetti trattati rispetto prima e dopo il trattamento con astaxantina. La al placebo. Inoltre, su biopsie cutanee esposte ricerca ha messo in evidenza come l’assunzioad irradiazione con UV, prelevate negli stessi ne di astaxantina sia stata in grado di ridurre soggetti prima e dopo il trattamento nutraceusignificativamente due aspetti associati all’invectico, è stata dimostrata la capacità di questa chiamento cutaneo quali la desquamazione dei combinazione integrativa di ridurre significaticorneociti e la presenza batterica nei campioni vamente l’attivazione delle MMPs, in particolare prelevati, e parallelamente di diminuire i livelli della collagenasi, e di altri marcatori di danno sistemici di marcatori dello stress ossidativo. ossidativo. L’utilizzo dell’astaxantina come nutraUn altro gruppo di ricercatori giapponesi ha ceutico mirato al supporto della fisiologia della valutato in due studi clinici condotti su 30 donne cute e alla prevenzione del fotoinvecchiamento, e 36 uomini30 l’effetto protettivo sulla cute di potrebbe avvalersi anche di Pigmenti ad azione una supplementazione di 6 mg/die di astaxanfotoprotettiva. tina per 8 settimane, evidenziandone un’azione Numerose evidenze dimostrano quindi come significativa nel salvaguardare la pelle del volto l’astaxantina sia dotata di una spiccata azione anda esfoliazione, migliorarne l’elasticità e l’idratatiossidante e ottime proprietà anti-infiammatozione, ridurre le rughe nelle aree maggiormenrie. L’astaxantina è probabilmente il nutraceutico te esposte alle radiazioni solari. In un recente con la maggiore capacità antiossidante in vivo, studio randomizzato in doppio cieco, i ricercain quanto agisce mediante diversi meccanismi di tori hanno somministrato in 65 donne 2 diverse azione contemporanei: quencher dell’ossigeno concentrazioni di astaxantina, 6 o 12 mg/die, o singoletto, scavenger dei radicali liberi, inibisce placebo per 16 settimane, per verificarne gli efla perossidazione lipidica, induce l’espressione fetti protettivi sulla pelle durante esposizione al di enzimi antiossidanti cutanei, inibisce l’attività sole nella stagione secca31. Lo studio ha conferdi enzimi di degradazione del derma quali le mato una significativa azione protettiva dell’intemetalloproteinasi di matrice (come la collagenagrazione con entrambi i dosaggi di astaxantina si) e stimola nelle cellule germinali cutanee l’atsu elasticità, integrità della barriera dermica e tività trascrizionale di alcuni geni della longevità formazione di rughe. quali FOXO e Klotho. I vari studi di comparazioUno studio clinico condotto su 44 donne sane ne con altri antiossidanti hanno permesso di for(età compresa tra i 45 e i 55 anni) ha utilizzato mulare la seguente affermazione: l’astaxantina è una combinazione di astaxantina a basso dodotata di attività antiossidante 10 volte superiore saggio (2 mg/die) e di collagene idrolizzato, agli altri carotenoidi e 100 volte superiore alla

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NUTRACEUTICA

Vitamina E. La gran parte degli studi condotti sull’uomo ha valutato che gli effetti fotoprotettivi ed antiaging cutanei funzionali si ottengono in un range di dosaggio compreso tra i 4 e 12 mg/die. L’astaxantina va assunta con un pasto che contenga lipidi meglio la sera dopo l’esposizione al sole per le sue attività di rigenerazione e biostimolazione cutanea, processi che avvengono durante la notte. PYCNOGENOL® Infine, dalla corteccia di Pino marittimo francese, che cresce vigoroso nella zona nota come “Les Landes de Gascogne”, vicino Bordeaux, si ottiene una preziosa miscela di protoantocianidine note e brevettate come Pycnogenol® da Horphag research. Il Pycnogenol® è brevetto internazionale con moltissimi studi clinici sull’uomo per le sue azioni, cardio e neuroprotettive, antiasmatiche e antiallergiche e per la sua spiccata azione di protezione cutanea dai raggi del sole e antiinvecchiamento. Pycnogenol® è un ingrediente attivo diffuso nelle formulazioni dermatologiche e nei cosmeceutici, derivante da molteplici contributi per una pelle dall’aspetto più sano e più bello, esemplificati da oltre 20 studi clinici pubblicati in dermatologia. Grazie alle sue molteplici funzioni, Pycnogenol® si distingue come ingrediente chiave nelle formulazioni dedicate alla buona salute e all’aspetto estetico della pelle. In sintesi, Pycnogenol® favorisce la maggiore disponibilità di collagene ed elastina, migliora la microcircolazione cutanea, aumenta l’idratazione e l’elasticità della pelle incrementando la generazione di acido ialuronico, equilibra la pigmentazione per rendere la carnagione più luminosa e attenua i processi infiammatori che avvengono ad esempio durante l’esposizione ai raggi UV. Pycnogenol® è in grado di proteggere la pelle dall’invecchiamento attraverso 4 principali meccanismi: 1) Stimola la sintesi di collagene e inibisce 26

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Pycnogenol® previene la comparsa di eritemi solari fino all’ 85%

Figura. Il Pycnogenol® previene la comparsa di eritemi solari fino all’ 85%

l’attività delle collagenasi, aumentando di con-

Pycnogenol® è in grado di proteggere la pelle seguenza l’elasticità della lorodall’invecchiamento pelle in modoattraverso 4 principal

significativo. Pycnogenol® è l’unico ingrediente attivo di origine alimentare che ha dimostrato un’azione stimolante nella generazione di acido ialuronico nella pelle, per migliorare naturalmente l’idratazione della cute. L’integrazione di Pycnogenol® aumenta significativamente la generazione di acido ialuronico sintasi, incrementandone l’espressione genica nella cute. 2) Agisce come antiossidante in grado di bloccare l’azione proinfiammatoria dell’ossigeno singoletto prodotto dai raggi UV sulla pelle, responsabile della formazione di eritemi cutanei, proteggendo quindi la pelle dalle scottature 1) Stimola la sintesi di in collagene e inibisce l’attività delle collagenasi, aumentando di con soprattutto caso di fototipi chiari. della loro pelle in modo significativo. l’unico ingrediente 3) Modula l’attività dellaPycnogenol® tirosinasi,è enzima chiave attivo di origin dimostrato un’azione stimolante nella generazione di acido nei processi di melanogenesi, che se iperfun-ialuronico nella pe naturalmente cute. L’integrazione di Pycnogenol® aumenta si zionalel’idratazione favorisce della la formazione delle macchie generazione di acido ialuronico sintasi, incrementandone l’espressione genica nella cute cutanee. Il picnogenolo è infatti una molecola protettiva sulla formazione dei melasmi indotti 2) Agisce come antiossidante in grado di bloccare l’azione proinfiammatoria dell’ossigeno dai raggi sulla pelle, responsabile della formazione di eritemi cutanei, proteggendo dalUVsole. scottature soprattutto in caso di fototipi chiari. 4) Agisce come flebotonico sui vasi superficiali prevenendo la comparsa delle teleangectesie 3) Modula l’attività della tirosinasi, enzima chiave nei processi di melanogenesi, ch migliorando microcircolo. favorisce la formazioneil delle macchie cutanee. Il picnogenolo è infatti una molec Il pycnogenol® va assunto formazione dei melasmi indotti dal sole. al mattino prima dell’esposizione al sole in dosaggi che variano


da 30 a 90 mg a seconda del fototipo cutaneo della persona. un fototipo molto Figura. Il Pycnogenol® previene(es. la comparsa di eritemi solari fino all’ 85% chiaro beneficia di 90 mg/die). Si consiglia l’assunzione per tutto il periodo estivo per mantenere una pelle sana, uniforPycnogenol® è in grado di proteggere la pelle dall’invecchiamento attraverso 4 principali meccanismi: me e priva di discromie e segni del fotoinvecchiamento.

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BIBLIOGRAFIA I dispositivi Rendi Resto Smart 1) Stimola la sintesi di collagene e inibisce l’attività delle collagenasi, aumentando di conseguenza l’elasticità Okada Y, Ishikura M, Maoka T. (2009), Bioavailability of della astaxanthin loro pelle inin modo significativo. è l’unico attivo di origine alimentare che ha Cash Manager SCM sono sistemi Haematococcus algalPycnogenol® extract: the effects of ingrediente timing ofun’azione diet and smoking habits.nella Bioscigenerazione Biotechnol 930di acido ialuronico dimostrato stimolante nella pelle, per migliorare automatizzati che semplificano Bio-chem.931 Sep;73(9):1928–32. naturalmente l’idratazione della cute. L’integrazione di Pycnogenol® aumenta significativamente e proteggono i pagamenti la Bohn T. (2008), Bioavailability of non-provitamin A carotegenerazione di acido ialuronico sintasi, incrementandone l’espressione genica nella cute. noids. Curr. Nutr. Food Sci. 4, 240–258. Ranga Rao A, Raghunath Reddy R L, Baskaran V, Sarada

in contanti, risolvendo così i

2) Agisce come antiossidante grado di bloccare l’azione proinfiammatoria dell’ossigeno singoletto legati prodottoalla tradizionali problemi R, Ravishankar GA. (2010),inCharacterization of microalgal carotenoids massresponsabile spectrometry and bioavailabidai raggi UV sullabypelle, dellatheir formazione di eritemi cutanei, proteggendo quindi la pelle dalle il gestione del contante presso lity and antioxidantin properties elucidated in rat model. J. scottature soprattutto caso di fototipi chiari. punto vendita.

Agric. Food Chem., 58, 8553–8559. Higuera-Ciapara I, Felix-Valenzuela L, Goycoolea FM.nei processi di melanogenesi, che se iperfunzionale 3) Modula l’attività della tirosinasi, enzima chiave (2006), Astaxanthin: a review of its chemistry and applicafavorisce la formazione delle macchie cutanee. Il picnogenolo è infatti una molecola protettiva sulla tions. Crit Rev Food Sci Nutr., 46, 185–196. formazione melasmi indotti dal sole. Miki W.dei (1992), Recent advances in carotenoid studies -metabolisms and bioactivities. J Nutr Sci Vitaminol (Tokyo). Spec No:469-72. https://www.pycnogenol.com/science/bibliography/?noM obile=1&cHash=e8c5f5a1283a3569b3ecb9a417a7c4b5 Leis Ayres E, Costa A, Eberlin S, Platto Clerici S. Pycnogenol® shows pigmentation reduction in human skin. Ex vivo study for evaluating the whitening activity of Pycnogenol® after exposure to ultraviolet and infrared radiations, and visible lights. Surg Cosmet Dermatol 7: 303-307, 2015 Grether-Beck S, Marini A, Jaenicke T, Krutmann J French Maritime Pine Bark Extract (Pycnogenol®) Effects on Human Skin: Clinical and Molecular Evidence. Skin Pharmacol Physiol 29: 13-17, 2016 Pérez-Sánchez, A., Barrajón-Catalán, E., Herranz-López, M., & Micol, V. (2018). Nutraceuticals for skin care: A comprehensive review of human clinical studies. Nutrients, 10(4), 403.

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RRubrica

ALIMENTAZIONE PROFESSIONE FARMACIA E SALUTE

AMMINOACIDI

UN’IMPORTANTE RISORSA NELLA MALNUTRIZIONE

di Eugenio Genesi e Francesco Garruba, farmacisti fondatori del blog "In caso di..."

LA DEFINIZIONE PIÙ RECENTE DI MALNUTRIZIONE È QUELLA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS) NEL 1987: “UNO STATO DI SQUILIBRIO, A LIVELLO CELLULARE, FRA IL RIFORNIMENTO DI NUTRIENTI E DI ENERGIA, TROPPO SCARSO O ECCESSIVO, E IL FABBISOGNO DEL CORPO PER ASSICURARE IL MANTENIMENTO, LE FUNZIONI, LA CRESCITA E LA RIPRODUZIONE”. IL TERMINE COMPRENDE PERCIÒ SIA I DANNI DA DEFICIENZA ALIMENTARE, TIPICI DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, SIA QUELLI DA ALIMENTAZIONE ECCEDENTE, PIÙ FREQUENTI NEGLI AMBIENTI INDUSTRIALIZZATI 28

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ALIMENTAZIONE E SALUTE

L

’equilibrio tra l’assunzione dei nutrienti calorico-proteici e la spesa energetica garantisce non solo la stabilità tra massa grassa e massa magra di un individuo, ma è fondamentale per il mantenimento dello stato di salute. In un uomo adulto del peso di circa 70 kg, il 16% del peso è dovuto a proteine (cioè circa 11 kg). Un’elevata percentuale è contenuta nei muscoli (43%), seguiti dalla cute (15%) e dal sangue (16%). Metà del contenuto proteico è rappresentata da solo quattro tipi di proteine: collagene, emoglobina, miosina e actina. Da solo il collagene rappresenta il 25% del totale. Le proteine esistono nell’organismo in uno stato dinamico, perché sono costantemente coinvolte in processi di sintesi e di degradazione. Ogni proteina possiede una sua funzione specifica, che può essere sia strutturale, di protezione, intesa come immunità, enzimatica, di trasporto o di comunicazione cellulare. La carenza proteica può manifestarsi nell’organismo in due modi: • Come deplezione proteica somatica, nella quale la perdita è a carico soprattutto dei muscoli; • Come deplezione viscerale, nella quale la perdita è sostenuta dal fegato, dal pancreas e dall’intestino; in situazioni avanzate sono interessati anche cuore e cervello. Quest’ultima è una manifestazione meno comune. La perdita dell’equilibrio nutrizionale può portare all’instaurarsi in tempi più o meno brevi di una sindrome di malnutrizione proteico energetica (Protein Energy Malnutrition, PEM). Nelle persone a rischio, in particolare nella popolazione ospedalizzata, un idoneo ed efficace programma nutrizionale dovrebbe prevedere come base di partenza una valutazione dello stato nutrizionale e delle esigenze clinico-metaboliche. Senza l’uso di screening nutrizionali molti pazienti malnutriti sfuggono all’attenzione. Secondo studi condotti anche in Italia, la prevalenza della PEM negli istituti che ospitano anziani va dal 23 all’85%, quella della popolazione ospedaliera dal 29 al 40% dei soggetti affetti da malattie croniche.

Caratteristica di tutte le forme di PEM è la carenza di substrati energetici e proteici necessari per l’attività dei meccanismi di difesa immunitari. Stati infiammatori e processi di riparazione tessutale hanno bisogno di quantità elevate di energia. Nei muscoli la sintesi proteica si riduce, mentre la degradazione può essere incrementata, con il risultato di una perdita netta di proteine. Gli aminoacidi di origine muscolare vengono indirizzati alla sintesi proteica nel fegato e nel sistema immunitario. Nel fegato il tipo di proteine sintetizzate viene modificato, con riduzione della formazione delle proteine fisiologiche di secrezione (albumina, transferrina, proteina legante il retinolo) e aumento di quelle della fase acuta (proteina C reattiva, alfa-1-glicoproteina acida, alfa-2-macroglobulina, ecc.). Tra le conseguenze cliniche della PEM sono state osservate: ritardo nella guarigione delle ferite chirurgiche, deficit della risposta immunitaria con aumento della suscettibilità alle infezioni, aumento di frequenza delle complicanze, aumento di mortalità post-operatoria. Non ci sono ancora criteri universalmente accettati per definire la gravità della malnutrizione. Una diminuzione maggiore del 10% del peso corporeo abituale, soprattutto se la velocità con cui diminuisce supera il 3-6% al mese, è sicuramente un buon indice di malnutrizione. Alcune semplici valutazioni possono essere utili in fase di screening: misure antropometriche, BMI, plicometria, capacità muscolare, la velocità del cammino e le capacità motorie di base. Con l’uso di questi parametri, il riconoscimento della malnutrizione avviene comunque in una condizione avanzata. Un’altra causa di PEM sono i disturbi del comportamento alimentare, che comprendono un insieme di patologie caratterizzate da alterazioni di tipo psicologico e di tipo organico, classificate come anoressia nervosa e bulimia nervosa con le loro varianti. Il fenomeno è presente prevalentemente nel mondo occidentale industrializzato. Nuovo COLLEGAMENTO

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ALIMENTAZIONE PROFESSIONE FARMACIA E SALUTE

L’utilizzo di farmaci, come ad esempio gli inichiara l’importanza degli amminoacidi e quindi bitori di pompa protonica (PPI), la cottura non delle proteine nella alimentazione. Infatti, nel adeguata dei cibi, una non corretta masticazio1946 Rose sosteneva: “La necessità quotidiane, frequente soprattutto con la senescenza o na degli amminoacidi essenziali”; nello stesso correlata a problemi dentari, ma anche in chi anno Block e Mitchell affermavano che: “Il valore mangia frettolosamente, inabiologico di una proteina ESISTONO AMINOACIDI datti abbinamenti alimentari dipende dai suoi amminoaESSENZIALI E NON ESSENZIALI. cidi costituenti”, mettendo in che impediscono la corretta SONO DEFINITI ESSENZIALI digestione dei nutrienti, creaevidenza l'importanza degli QUEGLI AMINOACIDI CHE no malnutrizione. amminoacidi essenziali. L'ORGANISMO UMANO NON La denutrizione, quanto più Gli aminoacidi (o amminoaRIESCE A SINTETIZZARE IN essa è precoce, secondo recidi) sono l'unità strutturale QUANTITÀ SUFFICIENTE A FAR centi studi scientifici, aumenta primaria delle proteine. FRONTE AI PROPRI BISOGNI il rischio di obesità in età avanPossiamo quindi immaginare zata. Un alterato metabolismo gli aminoacidi come mattoninvece porta a infiammazione cronica e disfuncini che, uniti da un collante chiamato legame zione intestinale, mentre l'energia in eccesso e peptidico, formano una lunga sequenza che dà l'assunzione di macronutrienti è spesso coinciorigine ad una proteina. dente con carenze di micronutrienti in soggetti Le proteine sono i muri portanti della struttura in sovrappeso. corporea e nel contempo svolgono una vasta Tutto ciò, come ci dice Bourke nella sua review gamma di funzioni all'interno degli organismi del 2016, può essere sinonimo di una disfunzioviventi. ne a livello immunitario. Le proteine non possono venire assorbite senza Una recente review scientifica ha identificato essere scisse, all'interno dello stomaco e del 245 studi pubblicati tra il 1957 e il 2014 che duodeno questi legami vengono rotti ed i singodescrivono alcuni parametri del sistema immunili aminoacidi giungono sino all'intestino tenue, tario nei bambini denutriti (età 0 - 5 anni). dove vengono assorbiti come tali ed utilizzati Emerge chiaramente come la malnutrizione dall'organismo. comprometta tanto il sistema immunitario innato Esistono aminoacidi essenziali e non essenziali. quanto quello adattativo. Sono definiti essenziali quegli aminoacidi che Viene logico pensare a un’ampia area d’interl'organismo umano non riesce a sintetizzare in vento, quello sul soggetto sano, come fondaquantità sufficiente a far fronte ai propri bisomento di prevenzione, per regolare all’origine lo gni. Per l'adulto sono nove e più precisamente: stato di salute complessivo. fenilalanina, isoleucina, lisina, leucina, metionina, Sostenere la corretta sintesi proteica permette treonina, triptofano e valina e istidina. all’organismo di svolgere autonomamente le reSono considerati aminoacidi semiessenziali la cigolazioni di base offrendo così un nuovo punto steina e la tirosina, in quanto l'organismo li può di vista nella promozione della salute. sintetizzare a partire da metionina e fenilalanina. La misura della concentrazione di metaboliti Affinché la sintesi proteica possa concludersi attraverso i test di laboratorio viene utilizzata per positivamente, la presenza relativa di aminoacidi valutare lo stato di nutrizione di un organismo o essenziali dev'essere ottimale. Infatti, se anche la sua risposta al trattamento nutrizionale: si possolo uno di questi risultasse carente, assumesono ottenere informazioni sul bilancio proteicorebbe il ruolo di aminoacido limitante rendendo energetico, bilancio idrico, stato vitaminico e impossibile la sintesi proteica. minerale, funzione di organi. E’ assolutamente indispensabile l’utilizzo di una In quest’ottica, già all’inizio del Novecento fu formula bilanciata di aminoacidi essenziali per

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Leggere attentamente le avvertenze

1. Heller H et al. J Clin Pharmacol, 2000; 40:1237-1244; 2. Harvey JA et al. JBMR 1988; 3(3):253-258; 3. Recker RR. NEJM. 1985; 313 (2):70-73; 4. Sakhaee K et al. Am J Ther. 1999; 6(6):313-321.

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ALIMENTAZIONE PROFESSIONE FARMACIA E SALUTE

poter sostenere le funzioni vitali. funzionalità corporea. Inoltre, hanno bisogno di Sicuramente, in virtù delle ultime evidenze più proteine per spegnere l'infiammazione e le scientifiche, uno dei maggiori condizioni cataboliche assoNEL SOGGETTO ANZIANO campi di utilizzo di un pool ciate a patologie croniche e/o RISULTA ESTREMAMENTE amminoacidico, per quanto acute che spesso si correlano UTILE CONTROLLARE LA possibile, tarato sulle esigencon l'invecchiamento. MASSA MUSCOLARE POICHÉ ze umane, è la gestione e il Supplementi a base di ProteiLE CONSEGUENZE DELLA supporto al paziente sarcopene o di amminoacidi essenSARCOPENIA RISULTANO GRAVI: nico. ziali (AAE) possono ridurre la AUMENTA INFATTI IL RISCHIO DI Alla luce dell'invecchiamento perdita muscolare da inattiviCADUTE E DI FRATTURE della popolazione in rapida tà, ma andrebbero inseriti in espansione, la sarcopenia e i disturbi correlati un approccio integrato che include: stanno emergendo come un grave problema di •Nutrizione salute pubblica del XXI sec. •Esercizio Un'altra conseguenza della sarcopenia dell'in•Intervento farmacologico (se indicato) vecchiamento è un cambiamento deleterio nella Due sono i livelli di intervento: il primo riconcomposizione corporea che si traduce in molte ducibile ad un miglioramento dello stile di vita, alterazioni metaboliche, che portano alla sinil secondo mirato alla gestione di una fase di drome metabolica e ad un aumentato rischio di “crisi”. malattie cardiovascolari. Con il primo ci limitiamo a consigliare un consuE’ una patologia che si correla a una perdita mo di 25 - 30 g di proteine ad alto valore biolonumerica delle fibre muscolari con atrofia delle gico ad ogni pasto ed un esercizio fisico abituale fibre rimanenti. Interessa quasi esclusivamente in prossimità temporale con l’assunzione di le fibre di tipo II che sviluppano forza. proteine. La sarcopenia ha un esordio attorno alla quarta Con il secondo livello dobbiamo reagire in decade di vita, con perdita di massa muscolare modo tempestivo ed aggressivo per contrastare del 3-5% entro i 50 anni, successivamente si la perdita di massa e funzione muscolare dovuta correla una perdita del 1-2% ogni anno. In molti a crisi catabolica e come strategia di base ciò soggetti il patrimonio muscolare viene dimezzadovrebbe includere un supporto nutrizionale to entro i 75 anni di età. con AAE o proteine ed andrebbe associata teraNel soggetto anziano risulta estremamente utile pia di esercizio fisico. controllare la massa muscolare poiché le conseCiò porta inevitabilmente a ridefinire il fabbiguenze della sarcopenia risultano gravi: aumensogno proteico nell’anziano e nelle patologie ta infatti il rischio di cadute e di fratture. catabolizzanti, con l’unico scopo di fornire i Nei soggetti affetti da sarcopenia il rischio di substrati necessari per contrastare la perdita di caduta è quattro volte più alto rispetto a quelli massa magra e favorire l’anabolismo in associacon muscolatura adeguata. zione ad attività fisica e per contrastare il declino L'utilizzo di una dietoterapia personalizzata è esmetabolico (deficit mitocondriale) dell’anziano o senziale per evitare carenze e successive depledel malato cronico. zioni muscolari. La gestione dell’introito proteico Ciò che fa partire la catena di montaggio è risulta quindi di primaria importanza. l’aumentata disponibilità ceIlulare di AA essenNuove evidenze hanno mostrato come gli indiziali, indipendentemente dalla concentrazione vidui più anziani necessitino di un intake proteiplasmatica di AAE di partenza. co maggiore rispetto ai giovani, con lo scopo Per sostenere le sintesi proteiche nel tempo dedi supportare la buona salute, promuovere il vono essere presenti tutti gli AA essenziali, non recupero a seguito di patologie e mantenere la bastano i soli ramificati, la sola leucina o l’idrossi-

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ALIMENTAZIONE E SALUTE

metilbutirrato, meglio conosciuto come HMB. Gli AA essenziali devono rispettare concentrazioni specifiche, ossia specifici rapporti stechiometrici, tarati sulle esigenze umane. Deve essere somministrato un quantitativo sufficiente a generare un delta di concentrazione plasmatico, ossia almeno 4g di AAE. Sono stati riportati risultati positivi per l'integrazione di EAA cronica negli anziani anche per quanto riguarda l’aumento della massa magra, la forza delle gambe, la misura dell’handgrip e nelle capacità deambulatorie. Il ruolo del farmacista, del biologo, del medico stesso, trovano in questo punto di vista, maggiore sicurezza prescrittiva ed è logico pensare a un maggior successo terapeutico evinto nella risposta del paziente. L’inquadramento funzionale del soggetto, uniti a una breve scheda anamnestica di facile compilazione, in cui evidentemente conoscere l’utilizzo di farmaci, esempio PPI, la qualità dei pasti, intesi nella loro modalità di consumo e nei tempi della masticazione, aprono a una prima valutazione. La valutazione dell’assorbimento intestinale infatti, diventa un aspetto altrettanto importante. E’ facile intuire come l’equilibrio proteico sia alla base dell’intera salute e come l’utilizzo di una miscela amminoacidica sicura e tarata sulle esigenze umane diventi strumento estremamente prezioso.

BIBLIOGRAFIA Leucine supplementation: a novel strategy for modulating lipid metabolism and energy homeostasis. Nutrients 2020, 12(5), 1299. Metabolism and acetylation contribute to leucine-mediated inhibition of cardiac glucose uptake. J Physiol Heart Circ Physiol. 2017 Aug 1;313(2):H432-H445. Effect of protein supplementation during diet-induced weight loss on muscle mass and strength: a randomized controlled study. Obesity (Silver Spring) 2018 May;26(5):854-861. Leucine supplementation attenuates macrophage foam-cell formation: studies in humans, mice, and cultured macrophages. Biofactors 2018 May;44(3):245-262. Leucine in obesity: therapeutic prospects. Trends in pharmacological sciences; Volume 37, Issue 8August 2016; Pages 714-727. Leucine as a treatment for muscle wasting: a critical review. Clinical NutritionVolume 33, Issue 6, December 2014 Pages 937-945. Douglas Paddon-Jones and Blake B. Rasmussen, Dietary protein recommendations and prevention of sarcopenia. Protein, amino acid metabolism and therapy. Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2009 January; 12(1): 86–90. Dillon EL, Sheffield-Moore M, Paddon-Jones D, Gilkison C, Sanford AP, Casperson SL, Jiang J, Chinkes DL, Urban RJ 2009 Amino acid supplemen- tation increases lean body mass, basal muscle protein synthesis, and IGF-1 expression in older women. J Clin Endocrinol Metab 94:1630 –1637 Paddon-Jones D, Sheffield-Moore M, Zhang XJ, Volpi E, Wolf SE, Aarsland A, Ferrando AA, Wolfe RR 2004 Amino acid ingestion improves muscle pro- tein synthesis in the young and elderly. Am J Physiol Endocrinol Metab 286: E321–E328 Short KR, Bigelow ML, Kahl J, Singh R, Coenen-Schimke J, Raghavakaimal S, Nair KS 2005 Decline in skeletal muscle mitochondrial function with aging in humans. Proc Natl Acad Sci USA 102:5618 –5623 Børsheim E, Bui QU, Tissier S, Kobayashi H, Ferrando AA, Wolfe RR 2008 Effect of amino acid supplementation on muscle mass, strength and physical function in elderly. Clin Nutr 27:189 –195 Scognamiglio R, Piccolotto R, Negut C, Tiengo A, Avogaro A 2005 Oral amino acids in elderly subjects: effect on myocardial function and walking capacity. Gerontology 51:302–308

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RICERCA SCIENTIFICA

L’AMINOTEANINA CONTRO STRESS E ANSIA

di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer

LO STRESS E L’ANSIA SONO DUE CONDIZIONI CORRELATE CHE HANNO UN GRANDE IMPATTO SUGLI INDIVIDUI E SULLA SOCIETÀ, CON UNA STIMA DI 264 MILIONI DI PERSONE CHE SOFFRONO DI TALI DISTURBI1. NEGLI ULTIMI ANNI È AUMENTATO L’USO DI TERAPIE COMPLEMENTARI PER IL LORO TRATTAMENTO. UNO DI QUESTI APPROCCI PREVEDE L’UTILIZZO DEL TÈ VERDE E IN PARTICOLARE DELLA L-AMINOTEANINA (L-THE). 34

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MECCANISMI D’AZIONE Il consumo di L-THE può sopprimere l’eccessivo tono glutammatergico, che è implicato come possibile cofattore nell'aumentare lo stress e le relative risposte ansiose. La struttura chimica assomiglia a quella del glutammato e grazie a ciò la L-THE esercita un effetto antagonista sui recettori (NMDA, AMPA, KA) di questo neurotrasmettitore. In particolate, la L-THE, riducendo il legame della glutammina ai recettori del glutammato, inibisce l’incorporazione della glutammina extracellulare nei neuroni. Ciò previene la formazione di vescicole di glutammato, riducendo il tono glutammatergico2-3-4, come mostrato nella figura 2.


minoteanina contro stress e ansia. della L-aminoteanina (L-THE). condizioni correlate che hanno un grande impato sugli RICERCA SCIENTIFICA n una stma di 264 milioni di persone che sofrono di tali è aumentato l’uso di terapie complementari Figure 1. Structureper LTHE. il loro Meccanismi d’azione. approcci prevede l’utlizzo del tè verde e in partcolare Il consumo di L-THE può sopprimere l’eccessivo tono glutammatergico, c E). implicato come possibile cofatore nell'aumentare lo stress e le relatve

ansiose. La strutura chimica assomiglia a quella del glutammato e grazie STUDI CLINICI 7-8, Diversi studi clinici realizzati su soggetti saniAMPA, THE esercita un efeto antagonista sui recetori (NMDA, KA) di q dimostrano che la L-THE è efficace nel ridurre neurotrasmettore. Inl’ansia partcolate, la L-THE, riducendo legame della glu e le risposte simpatiche in rispostailallo stress inibisce acuto. In uno studio randomizzato conrecetori del glutammato, l’incorporazione dellae glutammina ext trollato con placebo9, pubblicato su Nutrients, Figure 1. Struttura della L-THE nei neuroni. Ciò previene la formazione di vescicole di glutammato, ridu si è indagato l’effetto della L-THE, sui sintomi Figure 1. Structure LTHE. 2-3-4 allo stress e sulle funzioni cognitive, su 30 tono glutammatergicolegati . individui sani.

Inoltre, la LTHE può sia modificare la secrezione di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina in diverse regioni cerebrali5, sia stimolare direttamente la produzione di onde che danno uneprofondo stato diatvi di origine La principalecerebrali diferenzaalfa, tra L-aminoteanina gli altri costtuent rilassamento, mantenendo contemporaneamenLa azione principale diferenza tra L-aminoteanina e gli altriglicosttuent di origine vegetale ad ansiolitca e rilassante, come ad esempio estrat di atvi valeriana, te il cosiddetto “stato di allerta”6. è data dalvegetale fato che essa non provoca sonnolenza, quindi ofre la possibilità di avere ad azione ansiolitca e rilassante, come ad esempio gli estrat di valeriana, La principale differenza tra L-aminoteanina e è data dal sedazione. fato che essa non di provoca sonnolenza, ofre laper possibilità di avere rilassamento Questo puòorigine essere notevolmente glisenza altri costituenti attivi vegetalequindi ad positvo i sogget rilassamento che desiderano avere un efeto calmante mantenendo la capacità di senza sedazione. Questo può essere notevolmente positvo per azione ansiolitica e rilassante, come ad esempio gli estratti di valeriana, è data dal fatto che essa cherichiedono desiderano avere un efeto calmante la capacità di esercitarei sogget atvità che atenzione, concentrazione emantenendo agilità mentale. non provoca quindi offre concentrazione la posesercitare atvitàsonnolenza, che richiedono atenzione, e agilità mentale. Studi clinici.sibilità di avere rilassamento senza sedazione. Questo può essere di grande aiuto per i sogIn soggetStudi sani,clinici. la L-THE si è dimostrata efcace nel ridurre i punteggi dello stato getti che desiderano avere un effetto calmante 7-8 la L-THE si è dimostrata efcace nel ridurre dello stato ansioso eIn le sogget risposte sani, nervose simpatche in risposta allo stress acuto i .punteggi In un altro mantenendo la capacità di esercitare attività Figure 2. L-THE mayche reduce the binding of glutamine to glutamate receptors (mGLU) inhibitng the 9 7-8 studio clinico , la L-THE migliora ancheconcentrazione i punteggi diinfuidità verbale, lo stato ansioso e le risposte nervose simpatche risposta allo stress acutodi2. .Meccanismo In un altro d’azione della L-THE Figura richiedono attenzione, e agilità extracellular glutamine into the neuron (A). This may prevent the formaton of vesicular glutamate ( clinico9,esecutve, la L-THE migliora anche i punteggi di fuiditàdiverbale, lo stato di atenzionestudio ementale. le funzioni in sogget sotopost a situazioni stress acuto. the actvaton of postsynaptc glutamate receptors (B) atenzione e le funzioni esecutve, in sogget sotopost a situazioni di stress acuto.

pprimere l’eccessivo tono glutammatergico, che è fatore nell'aumentare lo stress e le relatve risposte a assomiglia a quella del glutammato e grazie a ciò la Lagonista sui recetori (NMDA, AMPA, KA) di questo tcolate, la L-THE, riducendo il legame della glutammina ai nibisce l’incorporazione della glutammina extracellulare formazione di vescicole di glutammato, riducendo il

Diversi studi hanno inoltre segnalato che la supplementazione di LTHE p modifcare la secrezione di alcuni neurotrasmettori, come la serotonina dopamina in diverse regioni cerebrali5, sia stmolare diretamente la pro onde cerebrali alfa, responsabili di un profondo stato di rilassamento, m Figure 3. Stress-related symptom scores afer 4 weeks L-theanine or placebo administraton. The Wilcoxon signed-rank test revealed that the Self-ratng Depression Scale, State-Trait Anxiety Inventory-trait, and Pitsburgh Sleep Quality Index scores were 6 Figure 3.3. Stress-related symptom scores aferdella 4 weeks L-theanine or placebo administraton. Wilcoxon signed-rank Figura deiadministraton punteggi di autovalutazione dellainThe depressione, dello test State Trait Anxiety Inventory e del PSQI cosiddeto “stato di allerta” signifcantly decreased Variazione in the L-theanine (n contemporaneamente = 30),scala while there was no signifcant change theil placebo revealed the Self-ratng Depression Scale, State-Trait Anxiety Inventory-trait, and Pitsburgh Sleep Quality Index scores were dopo that supplementazione diadministraton LTHE (n = 30) signifcantly decreased in the L-theanine administraton (n = 30), while there was no signifcant change in the placebo administraton (n = 30)

Figure 4. Cognitve functon scores afer 4 weeks L-theanine or placebo administraton. The Wilcoxon signed-rank test revealed that Figura 4. Punteggi delle funzioni cognitive supplementazione di L-THEdecreased o placebo the Brief Assessment of Cogniton in Schizophrenia (BACS) verbal fuency anddopo executve functon scores were signifcantly Figure 4. Cognitve functon scores afer 4 weeks L-theanine or placebo administraton. The Wilcoxon signed-rank test revealed that in the L-theanine administraton (n = 30), while there was no signifcant change in the placebo administraton (n = 30). the Brief Assessment of Cogniton in Schizophrenia (BACS) verbal fuency and executve functon scores were signifcantly decreased in the L-theanine administraton (n = 30), while there was no signifcant change in the placebo administraton (n = 30).

Una revisione recente10 mostra che la LTHE, a dosaggi compresi tra 200-400 mg/die, è efcaceUna nel ridurre l’ansia e lo10stress. revisione recente mostra che la LTHE, a dosaggi compresi tra 200-400 mg/die,

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RICERCA SCIENTIFICA

PER LE FUNZIONI COGNITIVE, LA FLUIDITÀ VERBALE E I PUNTEGGI DELLE FUNZIONI ESECUTIVE SONO MIGLIORATI DOPO LA SOMMINISTRAZIONE DI L-TEANINA Per i sintomi correlati allo stress, i punteggi della scala di autovalutazione della depressione, dei tratti dell'inventario dell'ansia dei tratti di stato e dell'indice di qualità del sonno di Pittsburgh (PSQI) sono diminuiti dopo la somministrazione di L-teanina, come si evince dalla figura 3. Per le funzioni cognitive, la fluidità verbale e i punteggi delle funzioni esecutive sono migliorati dopo la somministrazione di L-teanina (fig. 4). Tali risultati sono avvalorati da una revisione recente che mostra la supplementazione di LTHE, a dosaggi compresi tra 200-400 mg/die, riduce ansia e stress10. Si osserva inoltre la somministrazione giornaliera di L-teanina per 8 settimane, aggiunte al trattamento antipsicotico, in pazienti schizofrenici è efficace nel migliorare i sintomi nella schizofrenia, riducendo significativamente l'ansia e migliorando i punteggi psicopatologici generali. Ciò è possibile grazie al fatto che la L-THE modula da un lato le concentrazioni di glutammato - glutammina nelle regioni frontali e parietali del cervello, dall’altro aumenta i livelli del fattore neutrofico del cervello e migliora il rapporto tra cortisolo e deidroepiandrosterone solfato11-14. CONCLUSIONE E LIMITAZIONE La supplementazione di L-THE, a dosaggi giornalieri di 200-400 mg per otto settimane è sicura, priva di effetti collaterali ed esercita effetti ansiolitici e antistress. Tuttavia, un’importante limitazione degli studi finora condotti è legata al breve periodo di intervento, non superiore ad otto settimane. Sono così necessari ulteriori ricerche per approfondire la sicurezza e l’efficacia dell'assunzione di L-teanina per periodi più lunghi e con dosaggi superiori a quelli finora indagati, ampliando così le prove per le metaanalisi e le linee guida di raccomandazione.

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Bibliografia. 1. World Health Organization (2017) Depression and other common mental disorders: Global health estimates. World Health Organization, Geneva. 2. Yuen EY, Liu W, Karatsoreos IN et al (2009) Acute stress enhances. glutamatergic transmission in prefrontal cortex and facilitates working memory. Proc Natl Acad Sci USA 106(33):14075–14079 3. Popoli M, Yan Z, McEwen BS et al (2011) The stressed synapse: the impact of stress and glucocorticoids on glutamate transmission. Nat Rev Neurosci 13(1):22–37. 4. Kakuda T, Nozawa A, Sugimoto A et al (2002) Inhibition by theanine of binding of [3H]AMPA, [3H]kainate, and [3H]MDL 105,519 to glutamate receptors. Biosci Biotechnol Biochem. 66(12):2683–2686. 5. Juneja R, Djong-Chi C, Tsutomu O et al (1999) L-theanine—a unique amino acid of green tea and its relaxation effect in humans. Trends Food Sci Tech 10(6–7):199–204. 6. White DJ, de Klerk S, Woods W et al. (2016) Anti-stress, behavioural and magnetoencephalography effects of an L-theanine-based nutrient drink: a randomised, double-blind, placebo-controlled, crossover trial. Nutrients 8(1):E53. 7. Nobre AC, Rao A, Owen GN.(2008)L-theanine, a natural constituent in tea, and its effect on mental state. Asia Pac J Clin Nutr.;17 Suppl 1:167‐168. 8. Unno K, Tanida N, Ishii N et al (2013) Anti-stress effect of theanine on students during pharmacy practice: positive correlation among salivary alpha-amylase activity, trait anxiety and subjective stress. Pharmacol Biochem Behav 111:128–135. 9. Hidese S, Ogawa S, Ota M, et al. (2019)Effects of L-Theanine Administration on Stress-Related Symptoms and Cognitive Functions in Healthy Adults: A Randomized Controlled Trial. Nutrients. 11(10):2362. 10. Williams, J. L., Everett, J. M., D’Cunha, N. M., Sergi, D., Georgousopoulou, E. N., Keegan, R. J., … Naumovski, N. (2019). The Effects of Green Tea Amino Acid L-Theanine Consumption on the Ability to Manage Stress and Anxiety Levels: a Systematic Review. Plant Foods for Human Nutrition. 11. Lopes Sakamoto, F., Metzker Pereira Ribeiro, R., Amador Bueno, A., & Oliveira Santos, H. (2019). Psychotropic effects of L-theanine and its clinical properties: from the management of anxiety and stress to a potential use in schizophrenia. Pharmacological Research, 104395. 12. M.S. Ritsner, C. Miodownik, Y. Ratner, T. Shleifer, M. Mar, L. Pintov, V. Lerner, (2011) Ltheanine relieves positive, activation, and anxiety symptoms in patients with schizophrenia and schizoaffective disorder: an 8-week, randomized, double-blind, placebo-controlled, 2-center study, J. Clin. Psychiatry 72 (34–42). 13. C. Miodownik, R. Maayan, Y. Ratner, V. Lerner, L. Pintov, M. Mar, A. Weizman, M.S. Ritsner (2011) Serum levels of brain-derived neurotrophic factor and cortisol to sulfate of dehydroepiandrosterone molar ratio associated with clinical response to L-theanine as augmentation of antipsychotic therapy in schizophrenia and schizoaffective disorder patients, Clin. Neuropharmacol. 34 155–160. 14. M. Ota, C. Wakabayashi, N. Sato, H. Hori, K. Hattori, T. Teraishi, H. Ozawa, T. Okubo, H. Kunugi, (2015) Effect of L-theanine on glutamatergic function in patients with schizophrenia, Acta Neuropsychiatr. 27 291–296.



INTERVISTA

I TEST SIEROLOGICI IN FARMACIA

di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

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ll’inizio della cosiddetta fase 2, ovvero alla riapertura di molte attività dopo il periodo del lockdown, sembrava che i test sierologici potessero, nel brevissimo termine, fornire molte delle certezze che tutti stavamo cercando. I primi test furono accompagnati da molto entusiasmo, ma anche da qualche scetticismo. Molti autorevoli esponenti del mondo scientifico istituzionale, infatti, misero in guardia rispetto a test che, allora, si definivano “non ancora validati”. 38

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Nei mesi successivi, le luci mediatiche sui test sierologici si sono affievolite: se ne parla poco, talvolta con un certo imbarazzo. A mesi di distanza dalla loro introduzione sul mercato, è giunto il momento di fare chiarezza e di capire quali utilità possono avere i test sierologici nell’affrontare i prossimi mesi di convivenza con l’epidemia. Abbiamo chiesto al Dottor Paolo Vincenzi di Ths (Technology Health Systems) azienda partner delle farmacie nell’offerta di servizi di telemedicina, di aiutarci a fare il punto sulla situazione.


INTERVISTA

Dott. Vincenzi, la ricerca di anticorpi che possano fare comprendere se si è stati colpiti, magari in maniera asintomatica, dal virus sars-cov2 continua ad essere una “curiosità” più legittima. Oltre alla curiosità personale, ci sono svariati motivi di sanità pubblica che rendono questa tecnologia estremamente importante. Prima di iniziare la nostra chiacchierata attorno a questi aspetti, ci tolga subito un dubbio: i test sierologici oggi disponibili sono affidabili? E come agiscono nell’identificare le immunoglobuline derivanti da un’infezione a covid-19? Dall’inizio dello stato emergenziale, sono ormai tanti i test che rispondono pienamente ai requisiti minimi richiesti dal Ministero della Salute. Più in particolare, quello da noi scelto ed utilizzato, prodotto in Italia, ha mostrato, come da documentazione presentata al Ministero della Salute, in più trial differenziati realizzati sempre in Italia, di superare ampiamente i limiti del 90% di sensibilità e del 95% di specificità. Lo stesso test, è stato poi convalidato a suo tempo dal Gruppo Tecnico della Regione Emilia Romagna, ed inserito nell’elenco ufficiale dei test immunocromatografici convalidati. Nell’utilizzarli bisogna sempre tener presente che dopo il momento di un possibile contagio, il virus ci mette qualche giorno a manifestarsi e, a loro volta, gli anticorpi ci mettono qualche giorno dallo sviluppo della malattia a comparire. Una volta che il test viene validato con la comparsa della prima barra, i casi possibili sono quattro: 1. IgM e IgG negativi: significa che, almeno fino a circa una settimana prima del test non siamo entrati in contatto con il virus. Questo non esclude che non si sia contratto il virus negli ultimi giorni , quelli cioè fuori dal periodo “finestra”. Per questo motivo, in caso di test negativo, il test sarebbe da ripetere periodicamente. 2. IgM negativi e IgG positivi: significa che si è contratto il virus in tempi passati ma che la malattia è risolta da tempo o in via di risoluzione. Non si può escludere che il soggetto non sia

contagioso anche se l’assenza delle IgM è indicativa di una malattia risolta. In questo caso è consigliabile ripetere il test con metodologie di laboratorio con prelievo venoso per una ulteriore conferma ed eventuale tampone orofaringeo. 3. IgM positivi e IgG negativi: significa che si è entrati in contatto con il virus e che la malattia è da considerarsi “recente”. In questo caso, anche in assenza di sintomi, è necessario e obbligatorio mettersi in isolamento fiduciario, comunicare l’esito al proprio medico curante ed effettuare un tampone per confermare la positività alla malattia. 4. IgM positivi e IgG positivi: è una variante del caso precedente. Indice di una malattia ancora attiva o in via di risoluzione che necessita anch’essa di isolamento fiduciario, anche in assenza di sintomi, e di tampone. I test sierologici sono stati utilizzati anche per una importante indagine di sieroprevalenza sulla diffusione del coronavirus tra la popolazione italiana. Lo scorso 3 agosto, l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha diffuso i primi risultati che, a dirla tutta, sono stati presentati un po’ sottovoce, ovvero senza l’attenzione mediatica che si sarebbe aspettati. Stando alle cifre emerse dall’indagine, il 2,5% degli italiani ha già contratto l’infezione. Chiaramente le differenze tra le diverse zone del Paese sono notevoli, con il 7% in Lombardia e più del 20% nella martoriata provincia di Bergamo. Al di là dei risultati, ci interessa avere un suo parere sul metodo utilizzato e sul ruolo che indagini del genere possono avere per fare chiarezza su questa epidemia caratterizzata ancora da alcuni contorni poco chiari. L’utilizzo dei test sierologici per l’indagine di sieroprevalenza da lei richiamata, il loro utilizzo, si parla di almeno due milioni di kit, per la riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre pv, le iniziative intraprese nei mesi dell’emergenza da singole regioni che li hanno utilizzati su larga scala, hanno, di fatto, evidenziato la loro imporNuovo COLLEGAMENTO

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INTERVISTA

SI TRATTA DI UN TEST QUALITATIVO: SVELA CIOÈ SOLO LA PRESENZA O MENO DEGLI ANTICORPI. TEMPO DI RISPOSTA:15 MINUTI E TECNICAMENTE PUÒ ESSERE EFFETTUATO IN FARMACIA

tanza ed affermato il loro ruolo nelle strategie di screening e tracciamento del virus. Entriamo ora nel merito della tecnologia che sta alla base dei test sierologici. I test eseguiti in farmacia si basano sull'analisi di un campione ematico ottenuto tramite prelievo capillare. Alcuni laboratori di analisi, invece, eseguono il prelievo venoso. Come spiegare ai clienti della farmacia la differenza tra i due metodi, anche in termini di attendibilità dei risultati? Il test rapido è basato su immunocromatografia. Tramite pungidito, si pone una goccia di sangue in un “pozzetto” e si colorano due linee se c’è o meno positività per IgG o IgM. Si tratta di un test qualitativo: svela cioè solo la presenza o meno degli anticorpi. Tempo di risposta:15 minuti e tecnicamente può essere effettuato in farmacia. La presenza di IgM può significare infezione virale, recente o in atto, dunque è da effettuare il tampone per confermare. Il test sierologico con prelievo venoso viene effettuato nei laboratori di analisi tramite prelievo ematico. Tempo di risposta: 3-5 ore. Anche in questo caso la presenza di anticorpi è un segnale di contatto recente o passato con il virus che va confermato con il tampone. La farmacia dei servizi può risultare un attore fondamentale per contrastare l'epidemia. Le istituzioni, finalmente, se ne stanno rendendo conto. A suo avviso, quale ruolo potrà essere riservato ai test sierologici in farmacia nei prossimi mesi? E quali benefici per la salute pubblica e per il contrasto alla diffusione dell’epidemia? Il termine “farmacia dei servizi” nel tempo e per l’ evoluzione che la “sanità di territorio” ha avuto negli ultimi anni e, ancor più negli ultimi mesi

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di emergenza COVID, è divenuto sinonimo di “Presidio Sanitario Territoriale”. Più specificatamente per i test, l’Italia, come ben sappiamo, è stata anticipata dalla Francia, che ha rivoluzionato il meccanismo di screening della popolazione consentendo alle farmacie di effettuare i test che prima potevano essere fatti solo nei laboratori. I benefici di tale scelta, peraltro, sono ben evidenti: minor disagio per l’utente, maggior sicurezza in termini di rispetto del distanziamento sociale e delle norme igienico sanitarie da parte dei cittadini, migliore accessibilità al servizio data la diffusa presenza delle farmacie sul territorio, minor costo, maggiore semplicità e rapidità di esecuzione del test ed ottenimento del risultato, un efficace monitoraggio e tracciabilità dei dati ottenuti. Voi offrite un servizio di telemedicina con un momento diagnostico e una refertazione che avvengono al di fuori della farmacia. La tecnologia può aiutare moltissimo la farmacia nell’offerta al pubblico di servizi anche complessi. In conclusione della nostra chiacchierata, ci può presentare le peculiarità del vostro servizio? THS fornisce il dispositivo per fare il test con l’utilizzo di una piattaforma certificata per la gestione dei dati sanitari utile per il monitoraggio e la tracciabilità dei dati nel tempo e per ottenere la validazione medica dell’esito del test da remoto. In altri termini, con il Servizio offerto da THS, la farmacia offre alla propria clientela la possibilità di effettuare in farmacia il test rapido COVID-19 consegnando il risultato dello stesso validato da un medico da remoto. Laddove necessario, grazie al proprio network di operatori sanitari, THS offre anche la possibilità, su tutto il territorio nazionale, di avere in farmacia personale infermieristico per l’esecuzione del test e l’inserimento dei dati in piattaforma.


Con il patrocinio di


#FARMACISTADIGITALE

IL SITO

LA CARTA D’IDENTITÀ DIGITALE DELLA FARMACIA

di Monica Faganello, farmacista digital marketing specialist per la farmacia

NEL PRIMO NUMERO DELLA RUBRICA #FARMACISTADIGITALE ABBIAMO PARLATO DELL’IMPORTANZA DI ATTUARE UNA TRASFORMAZIONE DIGITALE DELLA FARMACIA ATTRAVERSO L’INTEGRAZIONE DI ONLINE E OFFLINE PER GARANTIRE UN SERVIZIO EFFICACE E COMPLETO IN GRADO DI SODDISFARE I BISOGNI E LE NECESSITÀ DEL CLIENTE IN QUALSIASI CONDIZIONE, ANCHE LA PIÙ DIFFICILE.

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l valore della prossimità della farmacia come presidio territoriale sanitario per il cittadino è stato confermato in corso di quarantena. In questo particolare periodo storico le farmacie che sono riuscite ad associare gli strumenti digitali all’attività del negozio fisico hanno potuto offrire un’efficace assistenza sanitaria riducendo gli assembramenti.

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Le persone hanno acquistato, prenotato, ordinato da casa farmaci e altri prodotti (parafarmaci, integratori, prodotti per l’igiene, cosmetici) attraverso i canali digitali, la messaggistica WhatsApp e Messenger, i servizi di Click and Collect. In aggiunta hanno sperimentato la comodità di ricevere gli ordini tramite consegne domiciliari personalizzate o di ritirarli in farmacia ad orari prestabiliti, evitando le code. Per questo motivo la capacità della farmacia di attuare un’integrazione tra online e offline rappresenta la vera sfida e l’obiettivo principale a cui ambire per soddisfare le richieste di un mercato e di una clientela sempre più digitalizzata. Se la presenza digitale della farmacia è diventata una necessità, la vera difficoltà è come essere presenti nel web in modo efficace e professionale. Perché questo si verifichi bisogna avere chiari tre fattori: strategia, obiettivo, investimento.


#FARMACISTADIGITALE

La farmacia che decide di avere uno spazio online (sito in primis e social network) deve costruire una strategia digitale, definire gli obiettivi da raggiungere, decidere quanto investire. Per fare questo deve affidarsi a figure professionali competenti nel web: il titolare di farmacia può fornire il materiale per creare i contenuti (testi, immagini, dépliant, logo ecc.) e coordinarsi con il lavoro degli specialisti, ma non deve improvvisarsi o sostituirsi a questi. Prima ancora di creare una pagina Facebook della farmacia (o una pagina aziendale in qualsiasi social network) e prima di investire nelle inserzioni pubblicitarie, è necessario avere un sito web. Il posizionamento digitale di qualsiasi attività, piccola o grande che sia, parte sempre dalla creazione di un sito. Il sito rappresenta il fulcro del business online, la carta d’identità̀ digitale della tua farmacia perché́ è qui che un potenziale cliente approda dopo aver consultato i contenuti delle tue pagine social ed è sempre qui che può atterrare dopo aver digitato una query (domanda consapevole) su un motore di ricerca. Non basta avere un sito ma questo deve essere ben progettato e ben indicizzato. Per costruire un sito bisogna realizzare un progetto, individuare gli obiettivi, stabilire un budget. Quindi è necessario definire il target di utenti a cui vogliamo riferirci e scegliere la grafica del sito che deve integrarsi in modo armonico con la sua struttura. La struttura deve essere funzionale e facilmente fruibile da qualsiasi utente. Progettazione, grafica, interattività, usabilità, funzionalità e accessibilità sono aspetti fondamentali per la creazione di un sito web che devono essere affidati al web designer ovvero l’architetto del web. Oltre alla grafica e al pannello di controllo ci vuole l’indicizzazione, la SEO e la SEM per espandere il proprio brand. Se ci affidiamo a specialisti del web (non a parenti, amici, conoscenti!) per realizzare il sito della farmacia, gli utenti troveranno le informazioni che cercano in modo veloce e semplice, il progetto avrà visibilità e diffusione tramite i canali internet, quali social network, circuiti pubblicitari, motori di ricerca e così via. Ugualmente il Social Media Marketing della farmacia non può essere frutto di improvvisazione ma deve essere inquadrato all’interno di una strategia digitale mirata e volta al raggiungimento di obiettivi prefissati.

I VANTAGGI DI AVERE UN SITO • VISIBILITÀ̀ La decisione di acquisto nel web inizia sempre più spesso con un’analisi su un motore di ricerca dove gli utenti vanno a reperire informazioni sui prodotti e sui servizi che intendono acquistare. Avere un sito ricco di contenuti pertinenti e rilevanti è fondamentale per acquisire nuovi clienti potenziali e per fidelizzare quelli già acquisiti. • ACCESSIBILITÀ̀ NON STOP Un sito web è una fonte dove accedere per avere supporto o informazioni, in ogni momento della giornata, tutti i giorni dell’anno. Un sito può̀ indirizzare una scelta o generare una vendita in qualsiasi momento, senza limitazioni di orario. • CREDIBILITÀ̀ Disporre di un sito web chiaro, graficamente bello, facile da consultare, ricco di contenuti e informazioni è sinonimo di affidabilità e credibilità. Se un utente non ci trova online, scattano una serie di dubbi: questa impresa esiste? è affidabile? Prima di acquistare un servizio o un prodotto la persona si informa e il sito rappresenta il nostro biglietto da visita. Se non possiamo presentarci e non possiamo farlo in modo professionale, non potremo crearci una nostra brand identity. • PUBBLICITÀ̀ A COSTI CONTENUTI Il sito web rappresenta uno strumento di comunicazione rapido, immediato e dai costi contenuti. Se è vero che ci vuole molto tempo per generare traffico nel nostro sito è anche vero che le potenzialità sono di gran lunga più ampie di qualsiasi altro mezzo pubblicitario. Inoltre, i contenuti possono essere aggiornati continuamente senza sprechi di denaro e crescere contestualmente allo sviluppo della nostra attività. •IMMAGINE Il sito rappresenta l’immagine della nostra attività, la nostra carta d’identità virtuale per questo motivo deve essere costruito in modo semplice e chiaro, deve essere curato e continuamente aggiornato. Solo così il nostro brand aumenterà in termini di autorevolezza e popolarità sfruttando le enormi potenzialità del web. Contrariamente ne avremo solo un danno di immagine che può trasformarsi in un danno economico.

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Decisa la strategia social, individuati gli obiettivi, sarà necessario fare un business plan e scegliere quanto investire anche nei social della farmacia. In conclusione, la farmacia oltre a creare un sito web e le pagine aziendali nei social network più adatti deve mantenerli attivi con pubblicazioni (articoli, cataloghi, promozioni) di qualità per migliorare la sua brand identity e investire budget in inserzioni pubblicitarie per ottenere visibilità e monetizzare il traffico. QUALI SONO GLI OBIETTIVI DI UN SITO? Il sito della farmacia deve innanzitutto comunicare e deve farlo in modo professionale ma anche accattivante e moderno. L’obiettivo è informare, divulgare, avvisare e interagire con i propri visitatori stimolando il loro interesse in qualsiasi momento. Il sito dà la possibilità di ampliare il raggio d’azione, di essere individuati da più persone e di creare un bacino di pubblico molto ampio. “Se ci siamo, esistiamo” e se la nostra presenza online sarà curata e sempre attiva seguendo tutte le regole e le logiche del web, le potenzialità per il nostro business saranno davvero enormi. Per fare questo è necessario dedicare tempo all’aggiornamento dei contenuti del sito in modo continuativo e costante: contrariamente è preferibile decidere di non essere presenti online. LE FASI DELLA CREAZIONE Abbiamo detto che il sito della farmacia deve prima di tutto comunicare attraendo l’utente. Bisogna creare un progetto, decidere gli obiettivi da raggiungere e avere in mente il target a cui ci rivolgiamo perché dobbiamo soddisfarne i bisogni e le necessità. La prima fase quindi è quella della raccolta del materiale che costituirà il contenuto del sito: logo, dépliant, fotografie, testi, immagini ecc. La seconda fase è decidere l’architettura del sito (alberatura): il menù di navigazione, la struttura delle pagine e il modo in cui verranno disposti i contenuti in ciascuna pagina. L’architettura deve essere semplice per permettere anche all’utente meno esperto di navigare e fare ricerca in modo intuitivo. La grafica deve essere chiara, l’uso delle immagini sapiente senza colori stravaganti. Testi, immagini e grafica devo essere inseriti in un contesto armonioso che rappresenti l’anima dell’azienda/ farmacia. 44

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Passo per passo...

• RACCOLTA DEL MATERIALE Tutto lo staff della farmacia deve partecipare alla realizzazione del sito dando il contributo alla stesura dei contenuti. Anche se la creazione di un sito sarà affidata a un professionista esperto è importante il parere e le indicazioni dei collaboratori cui è a data la gestione dei vari reparti commerciali (magazzino, cosmesi, laboratorio galenico) LA STRUTTURA I capitoli del menu: home, chi siamo, servizi, eventi, e-commerce, blog, contatti. 1. La home page - Deve attirare l’utente e dare un’istantanea breve e chiara dei contenuti delle varie pagine tramite una combinazione sapiente di titoli, illustrazioni e informazioni. È utile pubblicare immagini dei reparti della farmacia, dell’esterno, dell’area di vendita, del magazzino, del laboratorio, della eventuale cabina di trattamento. 2. Chi siamo – In questo capitolo si può presentare lo staff della farmacia: una breve descrizione (completa di foto-ritratto) delle competenze dei singoli collaboratori (esperto in omeopatia, medicina naturale, dermocosmesi, alimentazione e diete...), del loro ruolo delle loro esperienze. 3. I servizi – Questo capitolo può essere suddiviso in due sottocategorie. La prima può descrivere i servizi di base legati alla salute (autoanalisi, elettrocardiogramma, misurazione della pressione, esame dell’udito, test per la ricerca di intolleranze alimentari) ed eventuali altre prestazioni più particolari come la misurazione della pressione oculare, la spirometria, la Moc, l’analisi podologica posturale, l’applicazione di holter pressorio con la consegna del referto in 48 ore senza sottoporsi a code e prenotazioni. Altri servizi di interesse possono riguardare il test della pelle e dei capelli, la foratura dei lobi, la disponibilità̀ di servizi infermieristici, il noleggio di apparecchiature sanitarie, la prenotazione di visite specialistiche. La seconda sottocategoria può interessare


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servizi online come la consegna a domicilio personalizzata, la prenotazione tramite servizio di WhatsApp, il Click&Collect, l’iscrizione all’app mobile della farmacia o la registrazione al servizio di Wi-Fi. Tutti questi servizi sono in grado di dare un’immagine di una attività efficiente e all’avanguardia. 4. Gli eventi – Quest’area del menu può essere dedicata ad iniziative di carattere promozionale, informativo e divulgativo organizzate dalla farmacia come le giornate dimostrative, di analisi, di consulenza o di promozione nell’area della salute o della bellezza che dovranno avere una pianificazione temporale, di libero accesso o con prenotazione. 5. Dove, come e quando – Un capitolo del menu (solitamente Contatti) deve fornire le informazioni riguardanti l’indirizzo, i mezzi pubblici utilizzabili per arrivarci e l’eventuale presenza di parcheggi. Sarebbe utile integrare questa parte con Google Map e Google MyBusiness. Fondamentali, poi, gli orari di apertura, le giornate di riposo, i turni, le aperture straordinarie e le chiusure per ferie. Numeri di telefono, fax e indirizzo di posta elettronica completeranno il capitolo delle informazioni “anagrafiche”. La presenza di un modulo di contatto (completo di policy privacy) è utile all’utente per iscriversi a una eventuale newsletter o per ricevere anteprime/offerte mentre alla farmacia permette di fare Lead generation e quindi di creare liste di contatti da utilizzare in vari modi (es: re marketing). 6. Blog - Ogni sito dovrebbe avere un blog attivo dove pubblicare con costanza articoli riguardanti la salute e il benessere della persona e che siano utili e accattivanti. Il blog, se fatto con cura, genererà traffico quindi visibilità al sito. 7. E-commerce – È il nuovo canale di vendita, complementare non alternativo a quello fisico, con un sistema di acquisto facile e veloce. Dovranno essere precisati tempi di spedizione, termini e condizioni di pagamento, durata di garanzie, possibili situazioni di reso della merce. La presenza di una live chat e di un numero verde consentirà all’acquirente, se necessario, di chiarire in tempo reale eventuali dubbi o incertezze.

CONCLUSIONI Il sito della farmacia per essere performante dovrà rispondere a questi requisiti: • essere veloce e indicizzato • essere ottimizzato per i dispositivi mobili • comunicare in maniera chiara • essere utile al cliente • essere armonico e coordinato nella grafica • essere uno strumento di lavoro (gestione clienti, fidelizzazione...). Una volta creato il sito web, la farmacia potrà cominciare ad approcciarsi ai social network aprendo una pagina professionale, in primis su Facebook ed Instagram. I social rappresentano un mezzo digitale per portare ulteriore traffico al sito ma è sempre il sito che rappresenta l’identità digitale della farmacia. Per monetizzare il traffico social della tua farmacia sarà poi fondamentale creare un account pubblicitario che permetterà di fare inserzioni pubblicitarie professionali su tutta la piattaforma Facebook. La piattaforma Facebook e la monetizzazione del traffico social sarà argomento del prossimo numero di #farmacistadigitale.

info@farmacista-digitale.it

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AROMATERAPIA

LA POTENZA

DELL’OLFATTO

di Stefania Sartoris, Farmacista – Biologo – Naturopata Professore a contratto presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino Formatore e consulente in Aromaterapia

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AROMATERAPIA

A

chi non è mai capitato di emozionarsi "incontrando" un odore particolare...la Lavanda messa nei cassetti a profumare la biancheria, la scorza di mandarino, che ci riporta al Natale...a me succede con “l'odore del legno”, che in un attimo mi riporta alla Bottega da falegname del nonno, nella quale trascorrevo i miei pomeriggi osservando come un semplice pezzo di legno prendeva forma fino a diventare l'anta di un armadio,oppure il ripiano di una mensola, e, ancora, con “l'odore della pioggia” dei temporali che mi ricorda le lunghe, bellissime estati in montagna. Ma come può un "odore" fare tutto questo? Perchè gli odori compiono nel nostro organismo un vero e proprio percorso che incomincia nel momento in cui le molecole che li costituiscono di disperdono nell'aria e termina nella parte più antica del nostro cervello, il sistema limbico: la sede delle emozioni. Ricordiamoci brevemente come è strutturato il nostro sistema olfattivo e seguiamo in questo modo il cammino della molecola odorosa. Il Sistema Nervoso Centrale sovraintende alle principali funzioni di controllo ed elaborazione del nostro organismo; si contrappone al Sistema Nervoso Periferico che ha invece funzione trasmissiva di stimoli e risposte (afferente ed efferente). ll cervello è l’organo centrale: le sue componenti si sono sviluppate in modo progressivo durante l’evoluzione dell’individuo e non è un caso che quelle che sovraintendono alla percezione olfattiva facciano parte del “cervello antico” ovvero della prima parte che si è sviluppata. Il senso dell’odorato è infatti importantissimo per l’uomo delle caverne: è legato a due elementi fondamentali per la sopravvivenza: la ricerca del nutrimento e la percezione della presenza dei predatori. È costituito da due emisferi, ciascuno dei quali è composto da: corteccia cerebrale sede delle funzioni percettive, la parte di cervello relativamente più “giovane” che è stata completamente mappata e per ogni area sono state individuate

le precise funzioni cui essa sovraintende; sostanza bianca costituita da fibre nervose che collegano diverse regioni dello stesso emisfero; i due emisferi fra loro: il diencefalo; il tronco dell’encefalo; il cervelletto. Inoltre dai nuclei della base coinvolti nel controllo muscolare ed infine da amigdala e ippocampo che fanno parte di un sistema interno, il sistema limbico, che controlla le spinte motivazionali, il comportamento emotivo, le funzioni endocrine e vegetative Ciascun emisfero presenta inoltre una sua “caratteristica”: mentre l’emisfero sinistro è definito “emisfero razionale” perchè interviene nei processi logico-sequenziali, linguistici e legati alla gestione degli eventi che si susseguono nel tempo; l’emisfero destro è definito “emisfero creativo” perché prevale quando siamo impegnati in attività come il disegno, il suono inteso come musica che “trasporta” e così via. Il Sistema limbico (dal latino limbus, cioè "bordo", "contorno") si trova al di sotto della corteccia, nella parte più interna del cervello, del quale rappresenta la parte più antica, la prima che si è sviluppata nel corso dell’evoluzione, esso comprende una serie di strutture cerebrali e un insieme di circuiti neuronali correlati alle funzioni fondamentali per la conservazione della specie: è implicato nell'integrazione dell'olfatto, della memoria a breve termine e in funzioni che si fanno più complesse man mano che si sale nell'albero filogenetico, come le emozioni, l'umore e il senso di autocoscienza che determinano il comportamento dell'individuo. Il sistema limbico svolge anche funzioni elementari come l'integrazione tra i sistemi nervoso vegetativo e neuroendocrino. La Materia Aromatica agisce principalmente a questo livello. Dei cinque sensi l’olfatto è quello deputato a rispondere alle molecole volatili (odoranti) ed a trasformarle in impulsi per poi inviarle al cervello, è il più antico: quello che si è sviluppato per primo nell’evoluzione della specie, il primo a raggiungere completezza nel neonato che alla nascita “riconosce” la madre dall’odore. In tutte le specie è legato al nutri-

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AROMATERAPIA

mento ed alla sopravvivenza (ricerca del cibo e riconoscimento dei predatori come abbiamo visto) ma anche alla “memoria” che consente di recuperare velocemente ed istintivamente le sensazioni e di riconoscere in tempo zero una situazione di pericolo. La sua sede principale è la mucosa delle cavità nasali nella quale sono localizzati i recettori olfattivi (OR), cellule che rispondono a molecole chiamate odoranti che hanno la caratteristica di avere un peso molecolare ridotto ed una elevata volatilità ovvero la capacità di mescolarsi al mezzo gassoso attraverso il quale raggiungono facilmente la cavità nasale e quindi il recettore. Gli odoranti hanno caratteristiche precise sia dal punto di vista fisico (piccola dimensione) che chimico (conformazione in grado di legare il recettore): queste caratteristiche determinano il timbro olfattivo della molecola che viene identificata dal recettore e quindi dal SNC in modo preciso ed immediato. Per questo motivo l’olfatto è stato definito il senso perfetto: perché si tratta dell’unico senso nella cui struttura non esistono centri di elaborazione intermedia fra il momento in cui l’odorante lega il recettore olfattivo e quello in cui l’impulso raggiunge il cervello, come accade per tutti gli altri sensi. L’olfatto è anche l’unico senso che non si attenua mai, nemmeno durante il sonno, è un sistema di vera e propria “vigilanza” sempre in allerta. Le basi molecolari ed i meccanismi attuativi del senso dell’olfatto sono state chiarite a partire agli anni ’90 soprattutto grazie agli studi di Linda Buck e Richard Axel (Nobel per la Medicina 2004). I geni che codificano per i recettori olfattivi rappresentano la “famiglia” più estesa nel genoma del mammifero e nell’uomo sono oltre 350: questi numeri danno la misura di quanta importanza è stata dedicata dalla Natura a questo senso. Le tappe anatomo-fisiologiche dell’informazione olfattiva sono rappresentate da tre strutture

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precise: l’epitelio olfattivo; il bulbo olfattivo, il cervello (SNC). L’odorante incontra l’epitelio olfattivo e viene “catturato” dal recettore, a questo punto parte lo stimolo (potenziale di azione) che trasmette segnali al bulbo olfattivo e quindi, attraverso il nervo olfattivo, al cervello (SNC) ed in particolare al sistema limbico sede della memoria olfattiva, delle emozioni e degli istinti (cervello antico): non viene coinvolta in questo passaggio la corteccia cerebrale che, sede della razionalità, eserciterebbe una sorta di “filtro”, per cui il passaggio è veloce, diretto e non mediato. Anche l’ipotalamo, sede del controllo ormonale, viene coinvolto ed in questo modo viene influenzata la produzione di neurotrasmettitori di ormoni come endorfine, serotonina, adrenalina, che influenzano il comportamento e la percezione del sé. La molecola aromatica viaggia dunque in modo diretto e privo di censure verso il luogo recondito delle nostre emozioni e dei nostri istinti, senza il vaglio della ragione e della volontà consapevole che anzi, è lei stessa ad influenzare. La piccola molecola odorosa presente nell'aria viene respirata ed entra in contatto con una altrettanto piccola struttura sulla mucosa nasale, ed è come quando una chiave apre una porta: si entra in una "stanza virtuale" dove (pensate di quali "magie" è capace il nostro corpo) si "accende" una scarica elettrica che, velocissima, attraverso il nervo olfattivo, raggiunge il cervello limbico. Qui ci sono le emozioni, che aspettano di essere risvegliate...ecco perchè la Lavanda è capace di portare aiuto; Ravintsara è il soffio che disperde la tristezza; Limone la voglia di fare; Ylang Ylang la serenità di cui spesso abbiamo tanto bisogno. Ecco perchè anche gli aromi seguono un loro Percorso e perchè dobbiamo utilizzarli per migliorare il nostro umore, la nostra capacità e voglia di fare, di guardare con fiducia al futuro.


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AROMATERAPIA

Su questi presupposti si basa la Psicoaromaterapia, termine coniato da Robert Tisserand, aromaterapeuta inglese, per indicare come si possano utilizzare gli oli essenziali per dare beneficio alla psiche in termini personali, relazionali ed esistenziali. Appare infatti evidente, da quanto descritto sopra, come gli oli essenziali possano avere effetti ben precisi sulle funzioni cognitive: concentrazione, apprendimento, livello di attenzione, memoria a breve e lungo termine perché quando lo stimolo proveniente dalla molecola odorosa impatta sul sistema limbico e sulla coscienza ecco che la percezione cambia, l’emozione trova una sua armonia ed il comportamento ne risulta condizionato. Sulla base delle sue caratteristiche chimiche, ovvero delle sue componenti caratterizzanti, l’odorante è quindi in grado di influenzare i processi psichici e fisiologici dell’individuo. È ormai noto che non è possibile separare un approccio medico dall’approccio psicologico se si vogliono ottenere buoni risultati e per questo lavorando sul sistema nervoso centrale anche in termini di utilizzo della Materia Aromatica, il miglioramento di qualsiasi tipo di terapia appare evidente. La spiegazione scientifica risiede nella capacità della molecola odorosa di raggiungere in modo immediato il cervello limbico ma anche nella misurazione delle frequenze che ogni corpo materiale, dal nostro organismo alla singola cellula, dall’olio essenziale alla molecola costituente, è in grado di emettere. Se si assume, come confermano gli studi condotti da numerosi scienziati fra i quali il Dr Bruce Tainio (Department of Agriculture at Eastern Washington University), che frequenze più elevate sono in grado di riportare in armonia frequenze più basse qualora esse abbiano subito alterazioni del naturale equilibrio dovute alla presenza di patologie o eventi traumatizzanti, e si tiene conto del fatto che la Materia Aromatica possiede la più alta frequenza rispetto a qualsiasi sostanza naturale oggi conosciuta, ecco che si comprende come essa determini un ambiente in cui tutto ciò che è dannoso, e quindi in grado di alterare le naturali frequenze viene riportato alla sua naturale carica energetica ed indirizzato verso un ottimale stato di salute. Qualche esempio? 50

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Il mio preferito, l’olio essenziale distillato dalle foglie dell’Alloro (Laurus nobilis) che rappresenta dal punto di vista clinico un ottimo supporto in caso di ansia, stress psicofisico, palpitazioni nervose, distonie neurovegetative ma anche un lenitivo di dolori muscolari da contrattura o da affaticamento dopo lo sport e, ancora è utile in caso di inappetenza, dispepsia, flatulenza. L’alloro, che ricordiamolo, cingeva il capo di atleti e poeti, è anche il governo delle emozioni, la mano che regge il timone della nave persa nella tempesta e la conduce in porto sicuro. Basta una semplice inalazione, oppure un bagno aromatico per ritrovare equilibrio, calma e sicurezza. Ancora, la Maggiorana (Origanum majorana) che è utile in caso di astenia, vertigini, perdita di tono, ma anche per palpitazioni, disturbi del ritmo, ipertensione oltre che per la maggior parte dei disturbi collegati all’apparato digerente, rappresenta la chiarificazione dei pensieri e la liberazione da oppressione, ossessioni e paura della socialità (ma quanto ci è utile in questo momento storico nel quale per mesi ci è stata tolta la possibilità di socializzare, di confrontarci e di guardarci negli occhi, nel quale persino il lavoro è passato per molti dall’essere momento di scambio e di miglioramento personale a puro adempimento “da casa”, la scuola da momento di crescita a tempo legato ad un monitor?). Infine vi cito l’Ylang Ylang (Cananga odorata), un altro dei miei preferiti, perché mi riporta alle sere ed ai brevi tramonti del Madagascar, l’isola dai mille profumi, dove complice l’umidità della sera l’aria si riempie dell’aroma del “fiore di tutti i fiori” come lo chiamano i malgasci. Ylang Ylang lavora sul sistema circolatorio, coadiuvando nel controllo di sbalzi pressori, tachicardia, ipertensione, ma anche come equilibrante endocrino nel trattamento della sindrome premestruale. Ylang Ylang è però anche la serenità e la gioia dei sensi, spegne il sentimento di rabbia ed allontana la tristezza, favorisce la risoluzione delle liti, anche quelle verso se stessi. Sperimentateli, su voi stessi e su coloro che vi avvicinano per un consiglio. Basta una semplice inalazione, qualche goccia su un fazzoletto o direttamente dal boccettino, ad un centimetro di distanza dal naso. Scoprirete la potenza dell’olfatto! Per contattare l'autrice: dr.sartoris.stefania@gmail.com



GALENICA

CITISINA

LA SOLUZIONE GALENICA PER SMETTERE DI FUMARE

di Rosalba Lombardo, Junior scientific and technical support - Compounding

LA CITISINA È UNA MOLECOLA ALCALOIDE DI ORIGINE VEGETALE PRESENTE IN DIVERSE PIANTE DELLA FAMIGLIA DELLE FABACEE, IN PARTICOLARE NEI SEMI DEL MAGGIOCIONDOLO (CYTISUS LABARNUM L). IL SUO UTILIZZO COME SOSTITUTO DELLA NICOTINA HA UNA LUNGA TRADIZIONE SOPRATTUTTO NEI PAESI DELL’EST EUROPA, DOVE GIÀ NEGLI ANNI SESSANTA SONO STATI AVVIATI I PRIMI STUDI SCIENTIFICI VOLTI A STUDIARNE GLI EFFETTI NEL CONTRASTO AL TABAGISMO. IN QUESTI PAESI LA CITISINA È COMMERCIALIZZATA ALL’INTERNO DI UN FARMACO (TABEX®), MENTRE IN ITALIA È DISPONIBILE DA ALCUNI ANNI SOLO COME PREPARAZIONE GALENICA DISPENSABILE IN FARMACIA DIETRO RICETTA MEDICA. 52

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MECCANISMO D’AZIONE Dal punto di vista chimico, la citisina presenta un’attività nicotino-simile: dopo l'assorbimento nel tratto gastrointestinale, si lega come agonista parziale ai recettori colinergici nicotinici con un’affinità 7 volte superiore alla nicotina per il sottotipo recettoriale α4-β2, che ricopre un ruolo centrale nella dipendenza da nicotina. Legandosi a questi recettori, la citisina riduce sensibilmente i sintomi dell’astinenza da fumo e la sensazione di gratificazione che il soggetto prova quando fuma una sigaretta, portando ad una graduale interruzione della dipendenza psichica e fisica da nicotina. Oltre alla sua buona efficacia, il trattamento con citisina si è dimostrato sicuro e ben tollerato, anche grazie alla breve emivita della molecola


GALENICA

(circa 4.8 ore) che viene eliminata per il 90-95% per via renale. Gli eventuali effetti collaterali che si possono manifestare consistono prevalentemente in disturbi dell’apparato digerente (nausea, dispepsia, bocca secca), insonnia, sonnolenza e cefalea. FORMULAZIONI Il presente articolo suggerisce due differenti preparazioni galeniche magistrali a base di citisina: una in capsule e una nuova soluzione liquida aromatizzata. Quest’ultima è una soluzione in gocce, facilmente somministrabile per via sublinguale o orale, in grado di migliorare la compliance del principio attivo grazie al superamento del metabolismo di primo passaggio epatico. FORMULAZIONE 1 Citisina gocce LMB-7 Soluzione orale CITISINA 3 mg/mL, 50 mL CITISINA 0.15 g SUCRALOSIO E 955 0.15 g POLISORBATO 80 E433 0.15 g AROMA LAMPONE 1x1000 0.25 g ALCOOL ETILICO 96ø FU ACEF 2.5 g GLICOLE PROPILENICO EP 15.0 g GLICEROLO VEGETALE FU-Ph.Eur. qb a 50 mL MODUS OPERANDI Solubilizzare CITISINA nella minima quantità di GLICOLE PROPILENICO. A parte solubilizzare SUCRALOSIO in ALCOOL ETILICO. Alla restante quantità di GLICOLE PROPILENICO, aggiungere sotto agitazione CITISINA solubilizzata e SUCRALOSIO in ALCOOL ETILICO. Aggiungere POLISORBATO 80 e miscelare fino a completa solubilizzazione. Trasferire la soluzione in un cilindro graduato e portare a volume con GLICEROLO VEGETALE. Prima del confezionamento finale, si procede con la taratura del contagocce.

PACKAGING FL.VETRO BOCCA 24,0 ml 50 c/CONTAGOCCE. Circa 10 gtt corrispondono a 0.5 mL di soluzione (1.5 mg di CITISINA) DATA LIMITE UTILIZZO 180 giorni CONSERVAZIONE A temperatura ambiente, al riparo della luce. AVVERTENZE Contiene alcol. Tenere lontano da fonti di calore. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Uso interno. FORMULAZIONE 2 CITISINA (micro)capsule Capsule con CITISINA CITISINA BASE PER CAPSULE NOLAT CAPSULE "4" o “5”

1.5 mg qb

MODUS OPERANDI Triturare, se necessario, ogni materia prima separatamente sino ad ottenere una polvere delle dimensioni particellari desiderate. Mescolare le materie prime secondo il metodo delle diluizioni progressive, rendendo la polvere omogenea. Setacciare successivamente. Trasferire la miscela in un cilindro graduato, precedentemente ambientato. Scegliere il tipo di capsula da utilizzare e aggiungere la quantità di BASE PER CAPSULE NOLAT necessaria. Scuotere il cilindro, trasferire la miscela in un mortaio e renderla omogenea. Ricontrollare il volume riassestando con scuotimenti. Riempire le capsule con l’opercolatrice, avendo cura di riempirle uniformemente e utilizzando l’intero volume di polvere, se necessario, compattando leggermente. Pulire le capsule esternamente e confezionare in un recipiente idoneo.

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GALENICA

PACKAGING PILLOLIERA DUMA BS DATA LIMITE UTILIZZO 180 giorni. CONSERVAZIONE A temperatura ambiente e al riparo della luce. AVVERTENZE Tenere fuori dalla portata dei bambini. Tenere lontano da fonti di calore. Uso orale. Non superare la dose giornaliera consigliata. Composizione NOLAT: Levilite 1.0 - 3.0 % Magnesio stearato FU 0.5 - 2.0 % Calcio carbonato 5.0 - 10.0 % Amido pregelatinizzato (amido di mais): 80.0 90.0 %. MODALITÀ D’USO SCHEMA TERAPEUTICO STANDARD 1° al 3° giorno 6 capsule al giorno (1 capsula ogni 2 ore) con parallela riduzione del numero di sigarette fumate. L’interruzione completa del fumo deve avvenire entro il 5° giorno di trattamento. dal 4° al 12° giorno 5 capsule al giorno (1 capsula ogni 2 ore e mezza) dal 13° al 16° giorno 4 capsule al giorno (1 capsula ogni 3 ore) dal 17° al 20° giorno 3 capsule al giorno (1 capsula ogni 4 ore) dal 21° al 25° giorno 1-2 capsule al giorno SCHEMA TERAPEUTICO SITAB 1° giorno 2 capsule al giorno (alle ore 8-20) 2° giorno 3 capsule al giorno (ore 8-14-20) 3° giorno 4 capsule al giorno (ore 8-12-16-20) dal 4°-7°giorno 5 capsule al giorno (ore 8-11-14-17-20) dal 8° al 14° giorno 6 capsule al giorno (alle ore 8-10,30-13-15,3018-20,30) 54

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dal 15° al 21° giorno 5 capsule al giorno (alle ore 8-11-14-17-20) dal 22° al 28° giorno 4 capsule al giorno (alle ore 8-12-16-20) dal 29° al 35° giorno 3 capsule al giorno (alle ore 8-14-20) dal 36° al 40° giorno 2 capsule al giorno (alle ore 8-20) La riduzione del numero di sigarette fumate e il giorno di interruzione completa del fumo sarà stabilito dal medico in funzione delle caratteristiche del paziente. PRESCRIZIONE MEDICA La preparazione galenica magistrale può essere allestita dietro presentazione di una ricetta medica, avente validità di sei mesi e ripetibilità pari a dieci dispensazioni, che sia redatta da qualsiasi medico abilitato alla professione ed iscritto all’Ordine secondo quanto disposto dalla Legge 94/98 (art. 5). PRESCRIZIONE MEDICA: FAC-SIMILE Dott. Valerio Valeri Medico Chirurgo Via Mazzini 113 Telefoni. 123-456789 DATA:02/08/2020 Pz Lina Nicotina R/ Citisina 1,5 mg Eccipiente q.b. per una capsula Di tali n° 100 capsule (posologia secondo schema terapeutico standard) oppure Di tali n° 165 capsule (posologia secondo schema terapeutico proposta SITAB) Timbro e firma


Dott. Valerio Valeri Medico Chirurgo Via Mazzini 113 Telefoni. 123-456789 DATA:02/08/2020

REGISTRO

DI ENTRATA

R/ Soluzione orale 3 mg/mL 50 mL (posologia secondo schema terapeutico standard)

E USCITA

oppure 85 mL (posologia secondo schema terapeutico proposta SITAB)

BUONI ACQUISTO

Pz Lina Nicotina

Timbro e firma

BIBLIOGRAFIA 1. Cytisine versus nicotine for smoking cessation. Walker N, Howe C, Glover M, McRobbie H, Barnes J, Nosa V, Parag V, Bassett B, Bullen C. 2.Cytisine for smoking cessation. Karnieg T, Wang X. 3.Plasma concentrations of cytisine, a commercially available plant-based alkaloid, in healthy adult smokers taking recommended doses for smoking cessation. Jeong SH, Sheridan J, Newcombe D, Tingle M. 4.Handbook of pharmaceutical excipients 6th edition. (D. Rowe, Raymond C., Paul J. Sheskey, Ph.D. Cook, Walter G., Marian E. Fenton) 5.Manuale delle preparazioni galeniche (Bettiol) 6.The Art, Science and Technology of Pharmaceutical Compounding (Loyd V.Allen Jr) 7.Trissel’s Stability of compounded formulations 4th Edition (L. Trissel) 8.The effectiveness of Cytisine versus Nicotine Replacement Treatment for smoking cessation in the Russian Federation. Castaldelli-Maia JM, Martins SS, Walker N. 9.Nicotine receptor partial agonists for smoking cessation. Cahill K, Lindson-Hawley N, Thomas KH, Fanshawe TR, Lancaster T. 10.Pharmacokinetics of cytisine, an α4 β2 nicotinic receptor partial agonist, in healthy smokers following a single dose. Jeong SH, Newcombe D, Sheridan J, Tingle M. 11.Cytisine for smoking cessation: a research agenda. Etter JF, Lukas RJ, Benowitz NL, West R, Dresler CM

STUPEFACENTI

REGISTRO

DI ENTRATA

E USCITA STUPEFACENTI

BUONI ACQUISTO Normative vigenti e massima semplicità in sole 50 pagine. L’invio del registro e del bollettario è gratuito per i soci che ne fanno richiesta a Utifar

REGISTRI E BOLLETTARI UTIFAR Per l’acquisto contattare la segreteria di Utifar al numero 0270608367


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• Assistenza in caso di procedimenti legali garantita da avvocati di fiducia di Utifar ed esperti nel settore farmaceutico • Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni • Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2020 • Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio • Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo • Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label • Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori • Convenzione Carta Carburanti Cartissima Q8

Iscrizioni online sul sito www.utifar.it Utifar - Piazza Duca d'Aosta 14 - Milano - Tel. 02 70608367 - utifar@utifar.it


DERMATOLOGIA

LE SOSTANZE UTILI PER LA BELLEZZA DELLA PELLE

L

di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer

a pelle è l’interfaccia tra noi e il mondo che ci circonda, è la nostra barriera protettiva e il nostro scudo difensivo. La sua bellezza e il suo benessere sono alla base del nostro “vivere sociale”, e la sua cura è per noi un dovere, ancor prima di un piacere. Tra gli amici della pelle, ritroviamo il collagene, l’acido ialuronico e la vitamina C. Il collagene è un importante proteina strutturale, responsabile del mantenimento di elasticità e tono della pelle. La produzione di collagene però rallenta con il passare degli anni, con una diminuzione dell'1% ogni anno a partire dai 25 anni, portando a rugosità della superficie cutanea e perdita di elasticità. Una revisione sistematica, pubblicata sul Journal of drugs in dermatology1, che ha incluso 11 studi randomizzati per un totale di 805 pazienti, afferma che l’integrazione orale a breve e lungo termine di collagene aumenta l’elasticità della pelle, l’idratazione e la densità del collagene dermico, riducendo la T.E.W.L. (TransEpidermal Water Loss – Perdita d’acqua transepidermica) e l’attività delle Metalloproteasi di matrice extracellulare (MMPs), enzimi che degradano il collagene. Un altra sostanza utile per la pelle è l'acido ialuronico, un disaccaride presente naturalmente nel derma della pelle che idrata e rafforza il tessuto connettivo. Svolge un ruolo fondamentale nel migliorare l'aspetto della pelle, richiamando

a sé l'acqua, idratando le cellule, chiudendo le microfessurazioni che si formano nello strato corneo e proteggendo dall'invecchiamento e dagli attacchi del freddo. Inoltre, è in grado di ringiovanire la pelle, inducendo un processo di ripristino della matrice dermica, stimolando la produzione di collagene. Uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo2, realizzato su 88 soggetti, ha mostrato che la supplementazione di acido ialuronico migliora in maniera significativa il tono della pelle, riducendo le rughe. Infine, da non dimenticare il ruolo della vitamina C, che da un lato agisce come antiossidante, neutralizzando i radicali liberi, dall’altro è un cofattore fondamentale per gli enzimi coinvolti nella sintesi del collagene. Nel periodo estivo pertanto, in considerazione del fatto che i raggi ultravioletti possono accelerare il processo di foto-invecchiamento può risultare importante l’assunzione di queste sostanze d’integrazione.

Bibliografia: 1 - Choi FD, Sung CT, Juhasz ML, Mesinkovsk NA. Oral Collagen Supplementation: A Systematic Review of Dermatological Applications. J Drugs Dermatol. 2019 Jan 1;18(1):9-16. 2 - Kalman DS, Hewlings S. The effect of oral hydrolyzed eggshell membrane on the appearance of hair, skin, and nails in healthy middle-aged adults: A randomized double-blind placebo-controlled clinical trial. J Cosmet Dermatol. 2020 Jan 6.

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SCUOLA di

Galenica Utifar Crescere nella Professione

EVENTI ECM

La scuola ha l’obiettivo di diffondere la cultura galenica in modo critico e di fornire al farmacista le conoscenze più innovative in materia di preparazioni. Le lezioni si svolgeranno sia in aula sia in un laboratorio attrezzato con macchinari e utensili di ultima generazione. I partecipanti saranno seguiti dalla guida esperta dei docenti Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci e Pietro Siciliano che proporranno diverse formulazioni supportate da una ricca documentazione scientifica. CIASCUN CORSO PREVEDE UN MINIMO DI 15 E UN MASSIMO DI 25 PARTECIPANTI

GLI APPUNTAMENTI PER IL 2020 SONO MOMENTANEAMENTE SOSPESI. NON APPENA SARÀ POSSIBILE VI AGGIORNEREMO SULLE NUOVE DATE Caspule, soluzioni e sospensioni per uso orale. Le NBP e gli aspetti legislativi per poter gestire al meglio il laboratorio galenico. Forme farmaceutiche ad uso dermatologico (creme, gel, unguenti e paste). Lozioni a base di Minoxidil e il mondo della tricologia. Cannabis ad uso medico: gli aspetti legislativi, la monografia tedesca, la fitobotanica e le varie tipologie di preparazioni magistrali. Farmaci orfani, preparazioni galeniche in pediatria, in geriatria e tutto quello che si può realizzare in laboratorio per gestire il paziente diabetico. Le 100 e più formule che faranno decollare il tuo laboratorio galenico con un attento sguardo alle formule presenti nelle diverse farmacopee dell’UE.

COSTO PER EVENTO: SOCI UTIFAR € 270,00 - NON SOCI € 370,00 I CORSI POSSONO ESSERE FREQUENTATI ANCHE SINGOLARMENTE

Galenica veterinaria: legislazione, REV, teoria e realizzazione di differenti forme farmaceutiche. L’utilizzo della Cannabis raccontato da un medico veterinario.

Sede dei corsi: Roma sabato: Hotel Royal Santina, via Marsala 22 (zona stazione Termini) domenica: Università La Sapienza, P.le Aldo Moro 5

Compresse, cpr RDT, spatolate e con comprimitrice manuale VICE. Le procedure da utilizzare per preparazioni chemioterapiche e antineoplastiche.

Informazioni: 02 70608367 - utifar@utifar.it - Iscrizioni online sul sito www.utifar.it


DALLE AZIENDE

L’ENERGIA DI BIOTON PER LA RINCORSA DI FABIAN ALLE PROSSIME OLIMPIADI Il triatleta padovano avrà nel brand di Sella Farmaceutici un alleato in più per la sua preparazione in vista di Tokyo2021

S

ella Farmaceutici sosterrà il campione di triathlon Alessandro Fabian nella sua preparazione alla terza Olimpiade consecutiva. Ad affiancare il campione di Padova sarà il brand Bioton, la linea completa di prodotti per aumentare la resistenza dell’organismo alle sfide di ogni giorno e combattere i problemi derivanti dallo stress. La partnership prevede un accordo esclusivo fino al termine del 2021 e garantisce la visibilità del marchio sul body della società fondata proprio da Alessandro una volta congedatosi dall’Arma dei Carabinieri.

La sua mente è già concentrata sugli Europei in programma in Estonia a fine agosto e soprattutto sul terzo appuntamento a cinque cerchi della sua carriera da triatleta, previsto tra poco più di 365 giorni.

Grazie a questa nuova collaborazione, Fabian si garantisce un alleato importante in avvicinamento al nuovo “anno olimpico”, il 2021 appunto, e metterà a disposizione i propri canali di comunicazione. Le sue straordinarie capacità comunicative coniugate ad un talento sportivo ed una dedizione alla fatica e al sacrificio fuori dal comune, fanno di Alessandro il testimonial ideale per un brand che mira a posizionarsi come il punto di riferimento per tutti coloro, sportivi ma non solo, che riconoscono l’importanza dell’integrazione alimentare finalizzata al miglioramento della salute e del benessere psico-fisico generale.

“Da triatleta ho saputo apprezzare sulla mia pelle i benefici di una sana e corretta alimentazione. – commenta il Capitano della Nazionale di triathlon - Quest’ultima infatti, incide per una buona percentuale sui risultati in gara, dove la resistenza fisica e mentale sono fondamentali. Da oggi, con Bioton al mio fianco, sono sicuro di avere un alleato importante nel cammino di preparazione che mi porterà a Tokyo”.

Alessandro, 32 enne simbolo del triathlon italiano nel mondo, vanta ben due partecipazioni ai Giochi Olimpici. Attualmente, causa stop della stagione agonistica, si allena vicino casa, immerso nella natura e nella tranquillità dei colli Euganei.

Bioton potrà contare su un testimonial dall’innata spontaneità, dal grande entusiasmo nonché dalla doverosa competenza in tema alimentare. Tutti questi valori saranno messi al servizio di uno storytelling comune che saprà coniugare i concetti di energia, recupero e rigenerazione fisica.

"Anche noi di Sella Farmaceutici siamo molto felici di avere come testimonial il triatleta Alessandro Fabian che è quasi un nostro conterraneo- spiega il Dott. Roberto Salviato, Amministratore Delegato dell'azienda- Nel 2021, oltre alle Olimpiadi di Tokyio, ci saranno le celebrazioni del nostro Centenario, posticipate nel 2020 a causa del Covid-19, e sarà così un anno molto significativo per entrambi".

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L’ARREDO INTELLIGENTE PER FARMACIE

DALLE AZIENDE

LE SFIDE VINCENTI

Ampliare i locali per offrire nuovi servizi e aumentare l'area vendita è la nuova sfida della farmacia Sant'Andrea di Pioltello a soli due anni dall'apertura

L

’apertura di una nuova farmacia è una sfida imprenditoriale: la realizzazione di una nuova attività che deve sapersi guadagnare da zero il proprio bacino di clienti. A questo scopo, il layout della farmacia, il suo arredo, un impatto visivo accattivante insieme alla cura del rapporto con il cliente sono tutti fattori che ne possono determinare il successo. Fare le scelte giuste, sapersi affidare ai giusti professionisti è quindi di fondamentale importanza in questa fase. Le dottoresse Belinda Moscato e Mariapaola Orlando, attuali titolari della Farmacia Sant’Andrea a Pioltello (MI), nel 2018 erano vincitrici di concorso e si preparavano a questa sfida affidandosi a Fastpharma per la nuova apertura della loro farmacia. Oggi, a soli due anni dall’apertura, hanno l’esigenza di ampliare i locali per adeguarli all’aumentato flusso di clienti e per offrire nuovi servizi. Abbiamo cercato di percorrere con loro i passi che le hanno portate a questa felice scelta.

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Cosa vi spinge a prendere la decisione di ampliare la vostra farmacia? Ve lo sareste immaginato appena avete aperto? No, non immaginavamo, ma adesso siamo felicissime di dire che la nostra farmacia è ormai un elemento integrante della comunità locale. La cittadinanza ci ha accolto bene, dimostrandoci che stavamo lavorando nel modo giusto, attente alle esigenze del cliente. Ci è stata offerta la possibilità di acquisire parte dei locali adiacenti prima occupati, abbiamo pensato che fosse un’opportunità imperdibile e ci siamo rivolte nuovamente a Fastpharma per questa nuova fase del nostro percorso imprenditoriale. Cosa puntate di offrire di più ai vostri clienti? Oltre ad ampliare l’area vendita, offriremo nuovi servizi, inserendo una cabina polifunzionale. Vogliamo che la nostra farmacia diventi un punto di


DALLE AZIENDE

riferimento sempre più fermo per i nostri clienti, il luogo della cura quotidiana del proprio corpo e della propria salute. Quali fattori credete siano stati fondamentali nel successo della vostra nuova apertura? Sicuramente aver aperto una farmacia accattivante e ben visibile. Fondamentale è stato saper ascoltare i nostri clienti, essere sempre pronte a dare i consigli giusti, soprattutto in modo chiaro. La preparazione conta, ma non basta. Così come un professore deve saper trasmettere la propria conoscenza, è importante per un farmacista saper arrivare all’utenza e instaurare con essa un rapporto quotidiano di fiducia. Quali consigli vi sentite di dare a chi apre una nuova farmacia? A cosa puntare? Consigliamo di fare una scelta attenta dei locali, quelli che abbiamo trovato facevano al caso nostro

e per quanto ridotti i professionisti di Fastpharma hanno saputo sfruttarli al meglio. Una valutazione puntale della posizione, della vicina concorrenza, di quello che si chiama geomarketing, è decisamente importante. Oltre a questo, tanta grinta e voglia di mettersi in gioco. Noi ci siamo rapportate con una concorrenza stanca e adagiata alla routine. Appena arrivate abbiamo pensato che dovevamo distinguerci e fare la differenza: abbiamo notato che la farmacia poteva lavorare bene anche di mattina presto, data la vicinanza a scuole e uffici, e così abbiamo deciso di anticipare l’apertura alle 7 e 30, offrendo un servizio che nessun altro offriva. Riassumendo in tre punti, secondo la nostra esperienza occorre: molta attenzione alla scelta dei locali e della location, disponibilità al dialogo col cliente e soprattutto tanto entusiasmo e voglia di fare.

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DR & Domande e Risposte

CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

MASSAGGI IN FARMACIA Chiediamo il vostro parere circa la possibilità che un professionista munito di diploma da massaggiatore possa svolgere questa attività all'interno di locali facenti parte della farmacia, ovviamente adeguati sotto il profilo urbanistico e sanitario e separati dagli altri. Nel caso di specie dovrebbe trattarsi di massaggio di benessere dato che il “vero” massaggio curativo potrebbe essere praticato soltanto da un operatore con il titolo di fisioterapista (D.M. Sanità del 14/09/1994). Premesso questo, ritengo che il diploma posto all’attenzione permetta i trattamenti praticati da un massaggiatore qualificato ai sensi dell’art. 99 del TULS, che inquadra la figura tra le (storiche) arti ausiliarie delle professioni sanitarie. Questo profilo professionale, del resto, è riconosciuto anche dal Ministero della Salute, e sempre come operatore sanitario ausiliario (D.M. Salute e MEF del 17/05/2002). Tuttavia, al di là di un riconoscimento generico della figura − e al pari di altri operatori sanitari “minori” − difetta una normativa che individui un percorso formativo definito ed uniforme, cosicchè in pratica ogni regione “fa da sé” nel prescrivere titoli professionali e formativi e così pure ogni comune. Anche in questo caso, quindi, potranno essere i regolamenti comunali la guida più efficace per individuare sia i requisiti della persona alla quale verrebbe affidato lo svolgimento di questa attività che le dotazioni minime dei locali ove le sedute dovranno/potranno essere svolte, tenendo sempre presente che è la farmacia come tale ad assumersi la responsabilità sia verso la pubblica autorità che nei confronti dei clienti, rispettivamente per il possesso delle condizioni necessarie per l’esercizio dell’attività stessa e per gli eventuali danni cagionati. E una volta che sia tutto in regola per iniziare, sarà di norma sufficiente inviare la SCIA al comune competente con la nomina a preposto del responsabile del servizio. Avv. Paolo Leopardi


CONSULENZE UTIFAR

PARERI TEMPESTIVI Chiedo se la Giunta Comunale, con pieno potere di revisionare la pianta organica, sia tenuta obbligatoriamente a sentire preventivamente i pareri dell'Asl e dell'Ordine o se, essendo tali pareri non vincolanti, possano essere richiesti dopo la delibera comunale. Il motivo del contenzioso fa riferimento ad una sede farmaceutica da assegnare al secondo interpello. Una recente sentenza del TAR Campania ha avuto occasione di chiarire la rilevanza dei pareri previsti in materia. La richiesta di parere naturalmente non può che precedere l'atto di pianificazione e deve, comunque, essere inoltrata con congruo anticipo rispetto alla data calendarizzata per la deliberazione della Giunta comunale. Tutti gli enti coinvolti nel procedimento devono essere posti in condizione di prospettare tempestivamente il proprio parere e all'organo competente di esaminarlo effettivamente prima di adottare le determinazioni finali, risultando altrimenti l'apporto consultivo del tutto inutile. Avv. Paolo Leopardi DIAGNOSI DI ONICOMICOSI Vorrei sapere se sia possibile reclamizzare con del materiale per l’advertising (espositore, cartelli, ecc) la disponibilità in farmacia di uno smalto classificato come dispositivo medico di classe I e utilizzato per la cura dell’onicomicosi. Vorrei anche sapere se, così come avviene per gli OTC, il farmacista possa diagnosticare l’onicomicosi senza incorrere nell’abuso d’arte medica, data la facile riconoscibilità della patologia in base ad elementi di esperienza comune. La richiesta di autorizzazione per effettuare pubblicità ad un dispositivo medico deve essere effettuata al Ministero della Salute da parte dell'Azienda produttrice o di quella che lo immette in commercio. Il farmacista non può effettuare diagnosi, in quanto non può a sostituirsi a nessun medico: ciò significa che il farmacista non può prescrivere farmaci di propria iniziativa. Se lo facesse, incorrerebbe in gravi responsabilità, anche di tipo

penale: il farmacista che prescrive medicine, infatti, finirebbe per esercitare un’altra professione, che è quella del medico. Il divieto di prescrizione di farmaci che incombe sui farmacisti non è assoluto: esistono dei medicinali che possono essere liberamente consigliati e venduti dal farmacista ai clienti che si recano presso di lui. Sto parlando dei cosiddetti farmaci da banco, cioè di quei medicinali che sono posti in libera vendita e per i quali non occorre alcuna prescrizione medica preventiva. Queste particolari medicine, in ragione della loro composizione, possono essere utilizzate senza l’intervento di un medico per la diagnosi, la prescrizione e la sorveglianza nel trattamento. Essi sono utilizzati per il trattamento di disturbi passeggeri o di lieve entità. Su questi medicinali il farmacista può dare consigli ai clienti. Avv. Paolo Leopardi PRESCRIZIONE GALENICA A BASE DI LATANAPROST Gradirei ricevere conferma che per l'allestimento di un preparato a base di latanaprost e minoxidil. Con ogni evidenza, si tratta di una formulazione utilizzata per un problema di alopecia. E’ comunque necessaria una ricetta redatta dal medico secondo i dettami della legge legge “Di Bella”? Le rispondo affermativamente, visto che le indicazioni riportate per il farmaco dotato di AIC a base di latanoprost sono esclusivamente per glaucoma. Pertanto per indicazioni diverse ricetta secondo i dettami della legge 94/98 che lei ha citato. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano ACIDO SALICILICO AL 5% Vi scrivo per chiedere un'informazione riguardo ad una preparazione a base di acido salicilico 5% in alcol 100ml. In farmacopea, ho trovato la preparazione in percentuale 1-2%. E’ possibile prepararla al 5% senza prescrizione? E’ possibile l’allestimento, visto che in Farmacopea Ceca è presente Acido salicilico soluzione alcoolica al 5% in etanolo 60%, dispensabile senza obbligo di prescrizione medica. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano Nuovo COLLEGAMENTO

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CONSULENZE UTIFAR

GESTIRE LA CODA E MIGLIORARE GLI SPAZI ESPOSITIVI Ho necessità di apportare dei cambiamenti alla mia farmacia: effettuando il servizio cup a banco, si forma la fila in ingresso con la conseguenza che molte persone vanno via. Vorrei eliminare questo problema e, se possibile, migliorare l’esposizione generale della farmacia sfruttando meglio gli spazi. La realtà in cui opero è un paese di provincia l’organico è composto da 4 farmacisti. Usando gli arredi esistenti e con due soli inserimenti nuovi, propongo questa soluzione ai quesiti del nostro socio: il serramento di ingresso 1 viene modificato ed arretrato; invertendo l’area 2 con il box autoana-

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lisi 4, non solo andiamo a sfruttare la zona fredda ma diamo più forza commerciale al prodotto in ingresso ed allarghiamo gli spazi in prossimità del banco. Sostituiamo la gondola 3 con una lineare e più contenitiva, una sorta di vetrina interna; nello spazio guadagnato inseriamo il nuovo banco cup 5 che aiuterà a gestire la fila in attesa; allineiamo i banchi esistenti ed aumentiamo l’esposizione alle spalle del banco stesso 6. In area smistamento 7, il mio consiglio è quello di sostituire il top del banco con uno sagomato, più capiente. Arch. Luca Melchionna

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