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F O T O :
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L'EDITORIALE
di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
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PULSIONI COMMERCIALI E PROFESSIONALITÀ
tiamo ormai andando verso la fine del secondo anno di pandemia. Abbiamo vissuto un'emergenza senza precedenti e, dalle pagine di questa rivista, abbiamo affrontato molti tra gli aspetti scientifici che riguardano il virus, i danni che provoca nel nostro organismo e le possibili soluzioni per contrastarne gli effetti. C'è ancora molto da capire e da scoprire e cercheremo di seguire le evoluzioni della ricerca, per offrire ai nostri lettori nuovi spunti di riflessione e di aggiornamento professionale. Ma accanto alle questioni scientifiche, in questi mesi abbiamo seguito da vicino l'evoluzione della nostra professione. Anche in questo ambito, il prossimo futuro riserverà molte questioni sulle quali riflettere e non mancheranno ulteriori sviluppi della nostra professione. Abbiamo appena imboccato una strada nuova, dalla quale non torneremo indietro: la strada di una farmacia dei servizi finalmente operativa e concreta. Oggi, la farmacia svolge una serie di funzioni indispensabili per il Ssn e di estrema utilità per il cittadino. Penso al servizio di vaccinazioni e al monitoraggio attraverso i tamponi. Non è cosa da poco che la farmacia sia il luogo dove i cittadini si recano per ottenere il green pass. Alcuni tra voi potranno obiettare che si tratta di servizi legati all'emergenza e che, una volta terminata la pandemia, la farmacia tornerà ad essere quella di prima. Personalmente, sono convinto che le conquiste fatte in termini di riconoscimento di una nuova professionalità siano ormai definitive. Ma questo dipenderà, innanzitutto, da noi. Occorre perseguire gli atteggiamenti virtuosi fin qua adottati per fare in modo che i risultati ottenuti dai rappresentanti di Federmarma, della Fofi e, in una certa parte, anche da Utifar si concretizzino in conquiste permanenti per la categoria. Mi rendo conto che l'emergenza, accanto a nuove mansioni per la farmacia, ha portato ad un carico di lavoro straordinario e a difficoltà organizzative senza precedenti. Non possiamo, tuttavia, non accorgersi dei risultati che questi sforzi hanno prodotto in termini di valorizzazione della nostra professione. Torniamo un attimo indietro nel tempo. Nelle prime settimane dell'emergenza, le farmacia erano prese d'assalto per l'acquisto di gel mani e di mascherine che erano diventate introvabili. Si cercava la farmacia, in buona sostanza, per l'acquisto di prodotti ritenuti di prima necessità, non per un consiglio o per un servizio di più alta valenza professonale. In quei mesi, il fattore prezzo era determinante. Si sentivano i cittadini parlare delle farmacie in termini puramente commerciali: "A quanto trovi il gel mani nella tua farmacia? E le mascherine? Le vendono singole o in confezioni multiple?". Stavamo per essere scavalcati a destra dagli ipermercati e a sinistra dai tabaccai, entrambi in grado di vendere gel mani e mascherine. Il lavoro dei nostri rappresentanti di categoria lo ha evitato. Nel tempo, è stato fatto molto di più: si è portato il farmacista ad essere percepito a tutti gli effetti un operatore sanitario in grado di somministrare un vaccino, eseguire un tampone, collegarsi alle piattaforme regionali per scaricare un green pass. Certo, i passaggi per un pieno riconoscimento sono ancora molti, penso a quelli contrattuali e a un diverso sistema di remunerazione. Ma il primo, importante passo è stato fatto. Proprio per questo, mi sento di stigmatizzare i comportamenti di quei colleghi che vivono anche questi nuovi servizi in un'ottica commerciale. Vedo, per esempio, offerte di tipo tre per due sui tamponi, con prezzi concorrenziali comunicati via social o sugli schermi al led per "rubare" clientela alle farmacie limitrofe. Ritengo questo tipo di iniziative davvero poco professionali. Non sono iniziative che portano lustro alla farmacia e, soprattutto, non lo portano a quei colleghi collaboratori, che si sono dedicati a queste attività professionali. Non mi sembra di aver visto mai la pubblicità di un cardiologo che offre il sesto ECG gratis. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra professionalità ed essere consapevoli che buona qualità non è sinonimo di buon prezzo. Mettiamo da parte, per un momento, quelle pulsioni commerciali e concorrenziali che talvolta, purtroppo, vedo ancora prevalere. Nuovo COLLEGAMENTO
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SOMMARIO n. 6 2021
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LA FARMACIA EUROPEA NELL’ERA DEL COVID-19: SFIDE ED OPPORTUNITÀ di Alessandro Fornaro
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LA FARMACIA COME ISTITUZIONE DELLA SANITÀ DI COMUNITÀ di Antonio Maturo
Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono
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di Roberto Ieraci
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Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXII n. 6 2021 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
dal 1957
di Alessandro Fornaro
NOTA 99
ADDIO AI SERVIZI COGNITIVI IN FARMACIA? di Albero Lepore
COSMESI UNIVERSITARIA
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FORMAZIONE, INNOVAZIONE E CONSIGLIO IN FARMACIA
Intervista a Umberto Borellini
di Intervista a Valentina Mercati
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FARMACIA DEI SERVIZI
UN’ESPERIENZA CONCRETA PER LA PREVENZIONE DELLE CRONICITÀ
di Alessandro Fornaro
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UNA PEDALATA PER LA RICERCA nterviste Storie e I
di Eugenio Genesi e Francesco Garruba
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IL CONSIGLIO DEL FARMACISTA
NEI DISTURBI PALPEBRALI di Paolo Levantino
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Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
UTIFAR
INGORGO TAMPONI
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www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock
VACCINAZIONI E FARMACIE
BLOG: IL DIARIO ONLINE
DELLA FARMACIA di Monica Faganello
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INTERVISTA ALLE AZIENDE
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NOVITÀ DALLE AZIENDE
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CONSULENZE UTIFAR Nuovo COLLEGAMENTO
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IL CONVEGNO DI UTIFAR
LA FARMACIA EUROPEA NELL’ERA DEL COVID-19: SFIDE ED OPPORTUNITÀ
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
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IL CONVEGNO ORGANIZZATO DA UTIFAR NELL’AMBITO DELLA MANIFESTAZIONE COSMOFARMA HA OFFERTO DATI E SPUNTI DI RIFLESSIONE PER IMMAGINARE L’EVOLUZIONE DELLA FARMACIA E DELLA PROFESSIONE IN ITALIA E IN EUROPA
’Italia è tra i sette Paesi europei nei quali, ad oggi, è possibile somministrare la vaccinazione in farmacia. Questo è solo uno tra i dati presentati a Cosmofarma da Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, vicepresidente di Utifar e neo presidente della Pgeu, il raggruppamento europeo delle Associazioni delle farmacie e degli Ordini nazionali dei farmacisti. L’occasione per presentare questi dati è stata offerta dal convegno organizzato da Utifar dal titolo “La farmacia europea nell’era del Covid-19: sfide ed opportunità”. 6
Nuovo COLLEGAMENTO
Tra i relatori, oltre al presidente di Utifar Eugenio Leopardi, anche il sociologo Antonio Maturo, il presidente di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso e Franco Falorni, che da anni segue l’evoluzione del mondo della farmacia in qualità di commercialista a Pisa. I dati presentati in apertura dei lavori da Roberto Tobia sono stati lo spunto per un confronto su quella che sarà la farmacia di domani nel nostro Paese. La rapida evoluzione che stiamo attraversando porterà ad una professione differente da quella alla quale eravamo abituati prima dell’avvento pandemico.
IL CONVEGNO DI UTIFAR
I relatori del convegno : Eugenio Leopardi, Roberto Tobia, Antonio Maturo, Franco Falorni e Antonio Gaudioso
A confermare l’eccezionalità dei giorni che stiamo vivendo e la rapidità dei cambiamenti in corso, è arrivata proprio durante il convegno la notizia del via libera parlamentare alla vaccinazione antinfluenzale in farmacia, comunicata dal palco da Marco Cossolo e Andrea Mandelli: “Ormai è cosa fatta”. L’Italia, dunque, è tra i sette Paesi europei nei quali si somministra la vaccinazione in farmacia. Non più solo contro il Covid-19, dove invero persistono ancora differenze regionali poco spiegabili, ma anche per la campagna vaccinale antinfluenzale che partirà nelle prossime settimane. Prima della pandemia, ipotizzare che una evoluzione del genere potesse avvenire in tempi così rapidi sarebbe stato un esercizio di fantasia. Come del resto, a ben vedere, non sarebbe stato immaginabile prevedere ben 30 funzioni supplementari richieste dai differenti governi europei alle farmacie. Oltre a questo, l’emergenza è stata accompagnata da 17 nuove mansioni professionali e da 10 nuove forme di remunerazione decise per riconoscere alle farmacie il lavoro aggiuntivo svolto a favore della collettività. Lo spirito con il quale Utifar ha organizzato il convegno è stato quello di partire da queste esperienze europee per discutere e ragionare attorno al futuro della farmacia italiana. In un momento di grande trasformazione, in effetti, guardare alle esperienze dei nostri vicini di casa è il modo migliore per ipotizzare un possibile sviluppo della professione. Dall’Osservatorio del Pgeu, Roberto Tobia avrà, nei prossimi mesi, la possibilità di confrontarsi con le istituzioni europee per valorizzare le esperienze positive portate avanti nei singoli stati e per fare in modo che esse diventino esempio per i singoli stati membri, in un’ottica di armonizzazione verso l’alto che, in ogni raggruppamento, deve essere la massima aspirazione alla quale tendere.
Se così sarà, è possibile che l’Italia, nel prossimo futuro, possa seguire la decisione ad oggi già adotta in sei Paesi dell’Unione di concedere alle farmacie la possibilità di rinnovare le ricette ripetibili, oppure quella di dispensare farmaci fino a quel momento di sola pertinenza ospedaliera o, ancora, di dare la possibilità alle farmacie di trovare soluzioni per mitigare l’annoso problema della carenza dei medicinali. Grazie al lavoro della Pgeu, le 160.000 farmacie europee possono guardare con interesse alle migliori esperienze già in essere negli altri paesi membri e i 400.000 farmacisti che in esse lavorano possono aspirare a vedere riconosciuti nuovi ambiti professionali che diano risposte concrete ai 46 milioni di cittadini che, ogni giorno, visitano una farmacia europea. E, per una volta, anche il nostro Paese può essere preso ad esempio. L’Italia, infatti, è stata il terzo Paese Ue a somministrare il vaccino anti Covid e ha visto un coinvolgimento importantissimo delle farmacie nelle attività di screening attraverso i test antigenici tanto che un terzo di tutti i tamponi rapidi eseguiti nel nostro Paese sono stati somministrati in farmacia. Tutte queste trasformazioni, per quanto rapide, non possono tuttavia arrivare se non accompagnate da un grande sforzo da parte della categoria rispetto alla formazione e alla crescita professionale. Questo concetto è stato condiviso da tutti i relatori presenti al convegno che hanno tratto spunto dai dati presentati da Roberto Tobia per ribadire alcuni concetti di primaria importanza. Dalla formazione, appunto, fino all’attenzione alle sfide ambientali e di sostenibilità. Le prossime sfide che attenderanno l’Europa e le sue farmacie quando, si spera presto, l’emergenza pandemica sarà superata. Nuovo COLLEGAMENTO
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LA FARMACIA COME ISTITUZIONE DELLA SANITÀ DI COMUNITÀ
di Antonio Maturo, Professore di Sociologia della salute, Università di Bologna
Come è cambiata la società durante il Covid? Quale sarà l’eredità del Covid in ambito di salute? Si tratta di un fenomeno che ha coinvolto le persone e le istituzioni. In questo contesto, le farmacie hanno giocato un ruolo centrale. Ora spetta ai farmacisti e alle farmaciste proporsi come attori di welfare insostituibili.
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l Covid-19 è stato un evento talmente grande che è difficile darne una descrizione efficace. A ben vedere anche chiamarlo "evento" è riduttivo. Si tratta di un processo ancora in atto. Un fenomeno che ha avuto effetti su tutti i piani della vita. Ha coinvolto le persone e le istituzioni. Ha seminato panico, morte e dolore. E le sue conseguenze si protrarranno per decenni. 10
Nuovo COLLEGAMENTO
In questo contesto, le farmaciste e i farmacisti hanno giocato un ruolo centrale. La farmacia durante i lockdown è stata come una boa in un mare in tempesta, un luogo che ha diffuso fiducia e sicurezza. Come tutti sanno, perché tutti ne hanno usufruito, in farmacia si è potuti entrare in qualsiasi orario e, grazie alla sua capillarità sul territorio, in qualsiasi luogo.
PROFESSIONE FARMACISTA
Durante i vari lockdown sono entrate quotidianamente nelle oltre 19.000 farmacie italiane centinaia di migliaia di persone. In un periodo di contagi virulenti, i farmacisti hanno pagato un prezzo altissimo: 30 farmacisti e farmaciste sono morti per fare il loro lavoro (dato al 30 aprile 2021). Dunque, i farmacisti italiani, al pari degli altri professionisti sanitari, hanno contribuito in modo eroico al contenimento del virus. Fatta questa premessa, si può discutere sul ruolo che la farmacia sarà destinata ad assolvere nella società futura. Per affrontare questa discussione è necessario fare alcune considerazioni sociologiche un po’ più ampie. Come è cambiata la società durante il Covid? Quale sarà l’eredita del Covid in ambito di salute? Chiaramente le risposte sono molteplici. Si possono però elencare almeno tre punti connessi con la farmacia. 1. Viviamo in una società sempre più medicalizzata. Con il Covid abbiamo assistito a una medicalizzazione fortissima della società. Il nostro linguaggio è stato invaso dal lessico medico: incidenza, falso positivo, sierologico, molecolare, varianti, immunità di gregge. Così come la nostra vita quotidiana è stata invasa da oggetti medici: mascherine, liquidi igienizzanti, tamponi, saturimetro etc. Come testimonia una ricerca recente di Confindustria Biomedicale, anche il comparto biomedicale ha visto un radicale mutamento di immagine. Con il Covid, il biomedicale è divenuto un oggetto della quotidianità mentre prima veniva identificato con la strumentazione per anziani non autosufficienti. 2. In questo contesto, la salute è divenuta sempre più centrale nell’immaginario degli italiani, e anche nella loro vita concreta. La medicalizzazione della vita, che il Covid ha trainato e ci ha imposto, ha portato la salute al centro dell’attenzione degli italiani. Se negli ultimi anni la politica italiana ha avuto come focus della sua agenda la questione della sicurezza - tra l’altro, ad avviso di chi scrive, costruita in modo esagerato ed esasperato - oggi è la salute ad essere protagonista.
Non si è mai parlato di sanità come in questi mesi: di come essa debba essere organizzata, dell’importanza del territorio, delle cure primarie. Non è un caso che in molte città, per queste elezioni amministrative, vi siano state liste elettorali sul tema della salute (es. Milano in Salute) e numerosi candidati sindaci e candidati al consiglio comunale provenienti dal mondo della sanità. 3. Nella società futura avranno molto peso il rischio e la sorveglianza. Il rischio è la possibilità che si verifichi un evento avverso, nel nostro caso il contagio. Il rischio interviene in termini di calcolo delle probabilità. Mettiamo la mascherina per ridurre il rischio. Evitiamo luoghi affollati e chiusi per ridurre il rischio. Cerchiamo il più possibile di evitare contatti. Quasi inconsciamente facciamo dei calcoli mentali quando incontriamo persone nuove rispetto alla loro possibilità di essere portatori del virus, questo anche se siamo vaccinati. Ma c’è un altro significato di rischio. Il Covid-19 ha mostrato la nostra vulnerabilità ai virus. Se anche riusciremo a sconfiggere il Covid, c’è sempre il rischio che un altro virus ritorni. Abbiamo scoperto che siamo fragili e indifesi. Per questo si aumenta la sorveglianza. L’11 settembre ha accresciuto la sorveglianza poliziesca, il Covid ha aumentato la sorveglianza medica. Ad esempio, quando saliamo sui treni dobbiamo farci misurare la febbre. Saremo sempre più "sorvegliati". Chiaramente a fin di bene. Come inciderà sulla farmacia questo scenario? La farmacia durante il Covid ha potenziato la sua vocazione ad essere “La farmacia dei servizi” (ho scritto un libro con questo titolo nel 2001, per FrancoAngeli con C. Cipolla). In questi quasi due anni, la farmacia si è legittimata come istituzione, al di là degli aspetti commerciali. Soprattutto durante i vari lockdown, la farmacia si è caratterizzata come un luogo ad alta intensità cognitiva (informazioni, expertise) ed emotiva (supporto). Senza nulla togliere alle grandi potenzialità del digitale, in farmacia, le persone, soprattutto quelle anziane, che spesso non usano bene internet, hanno potuto appoggiarsi a relazioni umane. Nuovo COLLEGAMENTO
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Sappiamo quanto il digitale abbia modificato le nostre vite, sappiamo quanto, soprattutto nella sanità, app, piattaforme e e-care siano fondamentali, ma non dimentichiamo che la cosiddetta digital literacy, la competenza digitale, non è equamente distribuita: proprio le persone più fragili, anche se autosufficienti, sono quelle hanno necessità di rapporti umani – sia cognitivi, sia emotivi (per usare le espressioni che abbiamo introdotto poc’anzi). In farmacia vengono miscelate competenza e umanità, tecnologia e supporto alla persona. Abbiamo visto, stiamo vedendo, che la possibilità di fare tamponi in modo rapido ed economico che la farmacia permette è una delle chiavi di volta al contrasto dell’epidemia. Sarebbe inoltre interessante indagare quanto la possibilità di fare il vaccino in farmacia possa essere di stimolo per persone titubanti. Infatti, la fiducia di cui gode la farmacia potrebbe avere un effetto di rassicurazione su alcuni tipi di “esitanti” (come li chiama la psicologa Guendalina Graffigna). Questi ultimi due servizi (tamponi e vaccinazioni), se mai ce ne fosse bisogno, hanno consacrato la farmacia come presidio sanitario sul territorio. Le farmacie sono inoltre facilmente accessibili e non intimoriscono, mentre i grandi policlinici sono vissuti come burocrazie kafkiane difficili da raggiungere e spesso alienanti al loro interno. Il Covid ci ha insegnato che è dal territorio che si costruisce la salute. Le farmacie hanno potuto mostrare la loro forza, elasticità e competenza. Hanno un potenziale enorme. Possono diventare il luogo primario della prevenzione oltre che della gestione delle emergenze. Possono diventare – ancora più di quanto non facciano attualmente –lo snodo che connette in modo flessibile, articolato e sicuro i bisogni di salute della comunità con l’offerta, a volte farraginosa e troppo lenta, del Servizio Sanitario Nazionale. Ora spetta ai farmacisti e alle farmaciste valorizzare questa enorme e insostituibile funzione e proporsi come attori di welfare insostituibili. Per farlo, però, è necessario che i farmacisti, mantengano quell’approccio e quella cultura mostrata durante l’emergenza Covid. Devono crederci, insomma.
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Un passaggio fondamentale per l’evoluzione della farmacia dei servizi
di Robero Ieraci Infettivologo, Vaccinologo, strategie vaccinali Regione Lazio
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’attività vaccinale rappresenta un passo strategico fondamentale per l’evoluzione della farmacia dei servizi, finalmente, anche nel nostro paese, la farmacia assume il ruolo che in altre nazioni europee già da tempo ha. Un ulteriore conferma che le farmacie sono una parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale. Le farmacie rappresentano un punto di prossimità molto importante, perché tutti i cittadini sia nelle grandi città, sia nelle aree rurali, hanno una farmacia vicina al proprio domicilio. Il ruolo di farmacie e farmacisti, rispetto ai vaccini, non si esaurisce nella somministrazione degli stessi: i farmacisti svolgono un ruolo importante anche nell’educazione e nell’informazione della popolazione, sensibilizzandola alla necessità della profilassi vaccinale. 14
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Possono dunque incidere, anche con il loro contributo ad erodere la esitazione vaccinale come si è ben evidenziato anche per la vaccinazione anti-Covid. Occorre ricordare che gli operatori sanitari vaccinali sul campo sono i veri “influencers” delle decisioni di vaccinazione, in quanto somministrano il vaccino, informano la popolazione, affrontano le preoccupazioni per la sicurezza e l'efficacia del vaccino. Fondamentali a questo proposito, sono la “conoscenza” (competenze tecnico-scientifiche) e la “comunicazione” (competenze comunicative relazionali) che costituiscono il bagaglio culturale dell’operatore sanitario vaccinale. Tanta utenza entra in farmacia, la farmacia è sotto casa. L’esperienza sui tamponi antigenici rapidi è davanti agli occhi di tutti.
PROFESSIONE FARMACISTA
ll cittadino ha un buon rapporto con il professionista farmacista, si fida, può dunque riuscire più facile veicolare i messaggi chiave sui vaccini Covid ovvero che essi non possono causare malattia COVID-19, non utilizzano il virus vivo che causa COVID-19, non influenzano né interagiscono in alcun modo con il nostro DNA. Adesso, dopo il grande contributo apportato dalle farmacie alla campagna vaccinale contro il Covid-19 è tutto pronto per il via a quella antinfluenzale nella prossima stagione autunnale. Durante la stagione 2020-2021, l'attività influenzale è quasi scomparsa; gli interventi non farmacologici (NPI) per prevenire il COVID-19 hanno ridotto l'incidenza dell’influenza. Una volta allentate le misure NPI, la prossima influenza stagionale può verificarsi prima e raggiungere un'incidenza più elevata.
Una delle misure più importanti da adottare è sviluppare una "strategia di vaccinazione potenziata dall'influenza" ciò per limitare i danni che una potenziale circolazione più elevata e anticipata dei virus influenzali potrebbe comportare. Sono dunque necessari programmi più’ estesi di vaccinazione e anche campagne di sensibilizzazione per le popolazioni attraverso una comunicazione mirata, appropriata e coerente con le evidenze scientifiche. In questo panorama anche le farmacie, finalmente, concorreranno alla somministrazione dei vaccini antiinfluenzali agli over 18anni. La co-circolazione dei virus influenzali durante l'attuale pandemia di COVID-19 nei mesi autunnali e invernali può avere gravi conseguenze per le popolazioni vulnerabili e costituire un onere aggiuntivo sui sistemi sanitari già messi a dura prova dal COVID-19.
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PROFESSIONE FARMACISTA
INGORGO
TAMPONI
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
Una conversazione senza veli con un personaggio anonimo o, forse, solo immaginario attorno a questi strani giorni che viviamo in farmacia. Tra la frenesia dei tamponi e i vaccini antinfluenzali che stanno per arrivare. Per riflettere in chiave critica sui nuovi orizzonti che, dopo la tempesta, si potranno scorgere. Una fotografia non certo autoreferenziale ma forse più realistica di molti discorsi astratti.
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ono stati due anni davvero incredibili. Lavorando, o quantomeno provando a svolgere l’attività di informazione medico scientifica per la quale sono assunto da una nota azienda del settore farmaceutico, mi sono interfacciato con medici e farmacisti nelle diverse fasi della pandemia. Ho vissuto dall’interno, se così possiamo dire, i molti scossoni che l’evoluzione dell’emergenza ha determinato in quella che siamo abituati a chiamare la sanità territoriale.
PROFESSIONE FARMACISTA
Ne stiamo parlando molto. L’evoluzione della farmacia è il tema centrale di questo numero di Nuovo Collegamento… Sì, è vero, seguo i vostri dibattiti. Non solo su riviste di settore come questa e non solo attraverso le conferenze via Zoom alle quali partecipano i rappresentanti di categoria e gli esperti del settore. Sono stato anche a Cosmofarma ed ho assistito a numerosi convegni. Ma ho anche attraversato la porta di ingresso di mille farmacie in questi mesi. E, come fanno tutti i miei colleghi, ho osservato. Noi informatori entriamo, aspettiamo, osserviamo. Siete una sorta di coscienza nascosta, lo so. E a volte la coscienza va ascoltata, rivolgendole anche le domande più scomode. Ed è proprio per questo vostro ruolo di attenti e inesorabili conoscitori del nostro mondo che mi interessa questa chiacchierata. Tuttavia. Facciamo così: indoriamo la pillola. Partiamo dai medici. Di episodi da raccontare ne avrei tantissimi. Come i cartelli sulle porte degli ambulatori che, con le formule più svariate e bizzarre, comunicavano ai pazienti che non si effettuavano visite. Ho visto con i miei occhi, e questo è accaduto davvero, una dottoressa di famiglia in centro a Milano consegnare le ricette dalla finestra del bagno. Oppure pediatri che facevano salire in ambulatorio i bambini con più di 10 anni da soli. Li vedevi salire le scale, impauriti e con in mano il numero di telefono del genitore da chiamare per le successive comunicazioni. Non vi parlo delle odissee dei telefoni che squillavano a vuoto, perchè so che avete anche dedicato una copertina a questa faccenda. Ricordo solo un cartello, talmente assurdo che lo ho fotografato. Con un grosso pennarello nero si comunicava ai “Signori pazienti” che “da oggi l’ambulatorio non si terrà, ma verrà fornita consulenza telefonica nei medesimi orari di ambulatorio settimanale”. Dalla visita alla consulenza, insomma. E per le ricette, come si era organizzato questo dottore? Il foglio, attaccato con adesivo sopra la targa del medico all’entrata dell’ambulatorio, precisava testualmente che “solo per le ricette rosse o
prescrizione di psicofarmaci verranno consegnate a mano previo accordo”. Di messaggi come questo ne ho visti a decine e dicevano, con forme diverse e molto colorite, tutti la stessa cosa. Non vorrei, davvero, essere irriverente nel fare paragoni con le comunicazioni presenti in ben altri esercizi aperti al pubblico. Spesso si escogitano modi diversi per trasmettere il medesimo messaggio. Ecco, qui si invitava a non recarsi dal medico, alla fine dei conti. Ma dai coraggio. Fammi raccontare qualcosa di voi farmacisti. Sempre di sanità territoriale si tratta, no? Ma noi siamo stati sempre aperti, presenti e in prima linea… È vero, nulla da dire su come avete gestito la prima parte della pandemia: davvero encomiabili. Se i medici di medicina generale sono andati in tilt all’inizio della pandemia, voi farmacisti state passando grandi difficoltà organizzative adesso. Io, davvero, vi vedo impazzire attorno ai tamponi, per esempio. Proprio in questi giorni è scattato l’obbligo del green pass sul posto di lavoro. E se la situazione era complessa prima ora è degenerata: vedo farmacisti impazzire con prenotazioni appuntate su foglietti volanti per poi essere trascritte su agende cartacee difficili da condividere con il resto del personale. Vedo collegi farmacisti davvero stanchi e oberati dal lavoro. Vedo l’organizzazione interna degli orari di lavoro che spesso va in tilt. Possiamo parlare di tutto ciò, se ti interessa. Ma dal mio punto di vista, la cosa che maggiormente mi preoccupa è vedere lo spazio del consiglio assottigliarsi sempre di più. Cosa intendi dire? Che non c’è tempo per seguire bene i clienti dal punto di vista del dialogo e del consiglio al banco? Esatto. La stanchezza e lo stress, da una parte, certo non aiutano. E le code fuori dalle farmacie per ricevere o solo per prenotare il tampone non sono certo un incentivo al dialogo con chi è in farmacia.
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settimana per tutto l’inverno dire che l’agenda è già piena e che non possono prendere altre prenotazioni. Alcuni farmacisti mi hanno confessato che non sanno esattamente perché si siano infilati in questa situazione. In molti non hanno una reale consapevolezza della redditività del servizio offerto. In effetti, se si somma l’impegno del personale, i turni extra, i problemi organizzativi, il calo del sell out, la minore qualità del servizio di consulenza e dell’ascolto al banco, forse per alcuni un ripensamento non è del tutto sbagliato. Ma non ne faccio una questione ideologica, credimi. Sarò molto pratico e diretto: dati alla mano, vedo le vendite dei prodotti da consiglio crollare. Il sell out dei miei prodotti, per esempio, sta risentendo molto di questa situazione, chiamiamola di stress, alla quale sono sottoposti i tuoi colleghi a causa di un accesso alle farmacie moltiplicato dalle richieste di tamponi. Ne risento io, ne risente la mia azienda e, come la mia, moltissime altre. Ne ho conferma dal confronto quotidiano con i colleghi. Anche noi, cosa credi, abbiamo le nostre chat di gruppo… Noi farmacisti non abbiamo nemmeno il tempo per entrare nelle chat tra colleghi in effetti. Ma credi che i clienti si accorgano di tutto questo? Certo che sì. Io entro, aspetto e osservo. Lo faccio quotidianamente in diverse farmacie e ho una sorta di termometro della situazione. Ma anche il cliente entra, aspetta e osserva. E quando è il suo turno si accorge del tempo che gli si dedica, del tono con il quale parla il proprio interlocutore al banco, della sua predisposizione all’ascolto, e via dicendo. Dai, hai tenuto mille corsi di comunicazione e ti devo spiegare queste cose? È vero, ma come uscirne? Questo non lo so. Sento diversi farmacisti intenzionati a rinunciare al servizio dei tamponi. Altri stanno riducendo le giornate a disposizione del pubblico, ma anche questo è un paradosso in un momento di maggiore richiesta. Ho sentito farmacisti comunicare a clienti che volevano fissare il tampone in un determinato giorno della 18
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Ma cosa c’entra? Ti ricordo che questo è un servizio per il pubblico. Io ti racconto solo quello che sento parlando con i tuoi colleghi. Alcuni sono contenti, sia per il servizio offerto che per il guadagno che comunque arriva. Altri sono molto in difficoltà per una serie di problematiche organizzative che, messe tutte insieme, spesso fanno sì che il gioco non valga la candela. Altri sono semplicemente in balia degli eventi e li vedi correre per la farmacia, con i telefoni che continuano a squillare e il personale che sta facendo una grande fatica e vive un periodo di stress come mai prima d’ora. Non hanno né il tempo, né l’energia per ascolarmi, te lo dico con franchezza. E devono ancora iniziare le vaccinazioni antinfluenzali. Spesso il mio lavoro si risolve in poche parole e in un sorriso di comprensione reciproca. Io non spiego, loro non vendono. Ti ringrazio per questa sincerità e credo che una riflessione vada fatta, a livello individuale e collettivo. Credo anche che questo sia un bel banco di prova rispetto alla farmacia dei servizi che verrà. Ho parlato con un a titolare che, anche da casa, riceve sul proprio numero privato le prenotazioni per i tamponi. Il suo problema è che la sua agenda cartacea non è mai sincronizzata con l’agenda cartacea presente in farmacia, dove arrivano altre prenotazioni. A fine giornata si fa il punto e si mettono assieme le due agende. Ma capisci il tempo che si perde? Quando basterebbe un Google Calendar o un foglio Excell condiviso? Poi, ci sono realtà che sono organizzatissime con applicazioni dedicate al servizio.
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Insomma, vedi farmacie a due velocità rispetto all’erogazione dei servizi? Certo, specialmente dal punto di vista dell’organizzazione da una parte e della informatizzazione dall’altro. E il pubblico percepisce queste differenze. Oggi, va dove trova un posto libero per i tamponi settimanali necessari, ma domani sceglierà le realtà nelle quali si è trovato meglio. E lo stesso faranno i clienti che non ricercano tamponi, ma consigli e attenzione da parte del farmacista e che vedono molta confusione in questo momento di straordinario caos. Sì, ma poi ci sono il rapporto umano, l’empatia, la comprensione reciproca. Stiamo, tutti insieme, vivendo un momento di straordinaria emergenza e ci si da una mano a vicenda. Spesso sopportando anche piccoli disservizi. Siamo tutti nella stessa barca, in fondo. È verissimo, tanto che non sempre i clienti scelgono le farmacie in base ai propri interessi di risparmio o alle proprie esigenze organizzative. Ci sono farmacie che fanno sconti sui tamponi, ne regalano uno ogni tot oppure che fanno pagare 8 euro anche gli adulti. Non necessariamente sono le più apprezzate se queste iniziative vengono percepite avere una valenza commerciale e non, al contrario, di supporto alle esigenze dei clienti. Molte persone fanno più strada per fare il tampone nella farmacia che si è conquistata, tramite il rapporto umano, una “nuova fiducia”. Ma i prezzi non sono calmierati? Se giri le farmacie vedi prezzi differenti. Certo sono calmierati nel senso che non ho mai visto prezzi superiori ai 15 euro per tampone. Ma ho visto diverse offerte e prezzi scontati. Del resto, calmierare vuol dire avere prezzi uguali sul tutto il territorio o fissare un prezzo massimo? Questo devi dirmelo tu. Non lo so, lo ammetto. Ma non stavamo parlano di questo. Insomma, a volte anche Don Chisciotte capiva che era meglio non rivolgere troppe domande a Sancio Panza. Anche lui capiva che era meglio proseguire nelle proprie battaglie verso ideali più alti e nobili, lasciando alle miserie umane lo spazio che si meritano. Andiamo avanti Pedro, ma con giudizio. E grazie per la franchezza.
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NOTA 99
ADDIO AI SERVIZI COGNITIVI IN FARMACIA?
di Alberto Lepore, farmacista, presidente Agifar Foggia
Dallo scorso 1 settembre, grazie alla determina DG965/2021 dell'AIFA, è in vigore la Nota 99. Essa ha lo scopo di regolamentare la prescrizione dei farmaci inalatori, indicati nella terapia di mantenimento dei pazienti con broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), che dovrà essere confermata mediante spirometria. Salta la necessità del piano terapeutico e si avrà un diverso coinvolgimento del medico di medicina generale. Analizzando la patologia, i medicinali oggetto di prescrizione e le evidenze del rapporto Osmed 2020, Agifar Foggia riassume la questione ponendo un interrogativo: “la nuova Nota Aifa limita il coinvolgimento del farmacista e marginalizza il ruolo della farmacia dei servizi?” 20
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L
’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva sono un problema rilevante per la sanità pubblica italiana, essendo la settima fonte di spesa sanitaria, con un valore di 1.305,6 milioni di euro, pari al 5,7% della spesa farmaceutica totale. Sebbene entrambe le patologie siano caratterizzate dall’ostruzione delle vie aeree dovuta alla flogosi cronica e, nell'asma, anche ad iperattività bronchiale, sono caratterizzate da un aspetto fisiopatologico completamente differente. L'asma è una sindrome che comporta l’aumento delle resistenze presenti nelle vie aeree, a seguito di spasmi della muscolatura bronchiale, associata ad edema della mucosa e aumento delle secrezioni. I sintomi sono variabili e si manifestano come
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respiro sibilante, dispnea, costrizione toracica accompagnata o meno da tosse e presenza della limitazione variabile del flusso espiratorio. Nell'asma l'ostruzione delle vie aeree è dettata principalmente dal broncospasmo e dalla flogosi della parete bronchiale. Tale condizione mostra però un andamento reversibile che può essere o di natura spontanea o essere indotto farmacologicamente. La BPCO, invece, è un'affezione cronica polmonare, caratterizzata da un’ostruzione bronchiale, con limitazione del flusso aereo, lentamente progressiva, indotta dalla cronicizzazione della flogosi delle vie aeree e del parenchima polmonare. Mostra una elevata variabilità individuale; i sintomi più comuni sono: produzione di espettorato, mancanza di respiro, tosse produttiva, dispnea e in fase avanzata la patologia determina un aumento della pressione nelle arterie polmonari, definita cuore polmonare, caratterizzato da segni clinici quali l’edema agli arti inferiori e la sporgenza dei plessi venosi del collo. Le cause di questa patologia sono riconducibili a fattori chimici quali il fumo, l'inquinamento atmosferico, l'esposizione lavorativa ad agenti inquinanti nonché le ripetute infezioni delle vie aeree. In entrambe le patologie sopradescritte, l’obiettivo terapeutico è la stabilizzazione del paziente che si concretizza con l’eliminazione delle riacutizzazioni, esacerbanti lo stato infiammatorio cronico. Oltre ad una modifica sostanziale dello stile di vita, a sostegno dei pazienti vi sono numerosi attivi farmacologi, per il trattamento di entrambe le patologie. I farmaci d’elezione sono somministrati, in entrambe le morbilità, per via inalatoria. Essi sono: i β-2 agonisti a breve (SABA) e a lunga (LABA) durata d'azione; i corticosteroidi inalatori ICS; gli anticolinergici a breve (SAMA) e a lunga durata d'azione (LAMA). I farmaci per via orale sono le teofilline, per entrambe le patologie; nell'asma, gli antileucotrienici, impiegati solo in uso off label per la BPCO. Nella terapia dell'asma grave, AIFA ha autorizzato recentemente gli anticorpi monoclonali come omalizumab, diretto contro le IgE; benralizumab
e mepolizumab indicati come terapia aggiuntiva, nel trattamento dell'asma grave indotto da proliferazione eosinofila ed inoltre il dupilumab che, oltre a essere autorizzato nella dermatite atopica, è approvato nell’asma grave caratterizzato non solo dall'aumento della popolazione eosinofila, ma anche dalla frazione di ossido nitrico esalato, in pazienti non adeguatamente controllati. FORME FARMACEUTICHE INALATORIE La biodisponibilità di una forma farmaceutica orale è regolata da quattro fattori: solubilità, velocità di dissoluzione, permeazione attraverso le membrane e biostabilità. Questi parametri hanno rilevanza anche per gli aerosol, ma con alcune differenze sito-specifiche. Poiché la via respiratoria è concepita per lo scambio gassoso, la forma farmaceutica deve essere respirabile, per essere biodisponibile. Il sito di deposizione polmonare è meno aggressivo, in termini di pH, rispetto al tratto gastroenterico e non risentendo del metabolismo di primo passaggio (biostabilità), la dose efficace è notevolmente ridotta. La mucosa inalatoria è più permeabile, offrendo minore resistenza al trasporto; la velocità di dissoluzione è ridotta rispetto alla via orale, in quanto le polveri somministrate, essendo estremamente fini, espongono un’area superficiale elevata. In definitiva i quattro requisisti sopracitati giocano per la via polmonare un ruolo meno considerevole rispetto alla via orale. Il fattore addizionale, di maggiore rilevanza, in termini di farmacodinamica e farmacocinetica, è la deposizione al sito. Tale elemento costituisce la difficoltà maggiore nello studio e nella realizzazione di efficienti e regolari depositi di farmaco nelle regioni bronchiali e alveolari. La struttura ramificata dell’albero delle vie aeree rappresenta infatti un filtro aerodinamico efficiente che ostacola la deposizione dello xenobiotico in profondità. La risposta farmacologica dipende sia dalla quantità di particelle depositate sia dalla quantità di quelle trattenute in situ. Esse infatti sono sottoposte o al meccanismo di clearace mucociliare che determina un trasporto meccanico verso la faringe, indotto dall’epitelio viNuovo COLLEGAMENTO
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bratile o sottoposte alla fagocitosi macrofagica, nelle porzioni non ciliate dell’albero bronchiale. La deposizione del farmaco quindi è un processo molto complesso. Le particelle inalate possono depositarsi o essere catturate in ogni punto del tratto respiratorio, mediante cinque meccanismi differenti denominati: impatto, sedimentazione, diffusione, intercezione e precipitazione elettrostatica. L’impatto è il meccanismo di deposizione più importante. L’aria inalata segue un percorso tortuoso attraverso le diramazioni dell’albero bronchiale e ogni qualvolta il flusso d’aria cambi direzione, le particelle che posseggo un momento sufficiente continueranno nella loro traiettoria, impattando con la superficie della mucosa. La sedimentazione è un processo tempo dipendente: le particelle si depositano sotto l’effetto della forza di gravità. La diffusione è tipica delle particelle con diametro pari a 1µ poiché sottoposte a moto browniano, dovuto all’impatto con le molecole gassose. Le particelle con struttura aghiforme o fibrosa, avendo un diametro paragonabile al raggio delle vie aeree con lume ridotto, si depositano per intercezione. Infine il meccanismo per deposizione elettrostatica è regolato semplicemente dalla differenza di carica tra le particelle e la superficie delle vie aeree. Questi parametri sono influenzati dalle caratteristiche anatomiche del paziente e dalle proprietà fisiche dell’aerosol: dimensione particellare, densità, forma ed igroscopicità. Il fattore che maggiormente condiziona la deposizione è la dimensione particellare, valutata come diametro aerodinamico.
dv è il diametro volume; ρ è la densità; ρ0 è la densità unitaria; χ è il fattore di forma che per una sfera è pari ad uno
Operando sulle dimensioni particellari è possibile determinare il sito di deposito. Particelle più grandi di 10 µm, essendo caratterizzate da una elevata massa e velocità si depositano facilmente nelle alte vie aeree per semplice impatto. 22
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Quelle con diametro aerodinamico inferiore ai 5 µm possono depositarsi nelle basse vie aeree, tramite diffusione o sedimentazione. Quelle con diametro inferiore a 0,5µm sono facilmente esalate. Il diametro è, come si evince dalla equazione precedente, funzione della sua densità, di conseguenza una particella con densità ridotta avrà un diametro aerodinamico ridotto. Particelle con medesimo diametro aerodinamico, ma con densità differente avranno momenti differenti. Di conseguenza maggiore è la densità maggiore è il momento della particella. La forma gioca anch’essa un ruolo essenziale. Le particelle irregolari aumentano la coesività con le superfici mucose, quelle sferiche risultano più scorrevoli. Di elevato interesse sono le polveri aghiformi o fibrose, capaci di sfruttare la deposizione per intercezione, in quanto il diametro aerodinamico è indipendente dalla lunghezza della particella e corrisponde approssimativamente alla sua dimensione più corta. Anche l’igroscopicità è un fattore che non deve essere trascurato, poiché le polveri che adsorbono il vapor d’acqua, presente nell’albero polmonare, possono modificare la loro dimensione e densità. Nello studio formulativo è necessario progettare anche il tipo di device da utilizzare. Una combinazione ottimale fra formulazione e inalatore consente un assorbimento del farmaco nella regione d’interesse pari al 70-80%. Tre differenti tipi di dispositivi sono oggi impiegati nelle terapie polmonari: i nebulizzatori, gli inalatori pressurizzati o metered dose inhaler (MDI) e gli inalatori a polvere o dry powder inhaler (DPI). La terapia inalatoria è impiegata prevalentemente per la somministrazione locale di xenobiotici destinati al trattamento di bronchiti, asma bronchiale, BPCO e fibrosi cistica. I polmoni sono una via di elezione per la somministrazione sistemica di molti farmaci, perfino di macromolecole come peptidi e proteine, in quanto caratterizzata da una ridotta attività enzimatica intra ed extra-cellulare e da una ampia superficie (circa 140 m2), riccamente vascola-
Nota 99 DAL SITO DELL’AIFA
Farmaci in Nota: medicinali per uso inalatorio (limitatamente ai dosaggi/formulazioni autorizzati per la terapia inalatoria di mantenimento della BPCO) a base dei seguenti principi attivi: LABA: Formoterolo, Indacaterolo, Olodaterolo, Salmeterolo – LAMA: Aclidinio, Glicopirronio, Tiotropio, Umeclidinio - LABA + ICS (unico erogatore) - Formoterolo/Beclometasone, Formoterolo/Budesonide, Salmeterolo/Fluticasone Propionato, Vilanterolo/Fluticasone Furoato - LABA + LAMA (unico erogatore): Indacaterolo/Glicopirronio, Vilanterolo/Umeclidinio, Olodaterolo/Tiotropio, Formoterolo/Aclidinio - Glicopirronio Bromuro/ Formoterolo Fumarato Diidrato - Glicopirronio Bromuro/ Formoterolo Fumarato Diidrato - ICS + LABA + LAMA (unico erogatore): Beclometasone Dipropionato/Formoterolo Fumarato Diidrato/Glicopirronio Bromuro, Fluticasone Furoato/ Umeclidinio Bromuro/ Vilanterolo Trifenatato. Con l’introduzione della Nota 99, la classificazione dei farmaci utilizzati nella terapia inalatoria di mantenimento della BPCO in base ai rispettivi regimi di fornitura subisce le seguenti modifiche: • LABA, LAMA, LABA+ICS (unico erogatore): da A/ RR a A/RR/Nota 99; • LABA + LAMA (unico erogatore): da A/RRL/PT a A/ RR/Nota 99; • ICS + LABA + LAMA (unico erogatore): rimangono classificate in A/RRL/PT (Compilazione a carico dello pneumologo o medico internista del SSN operante presso strutture identificate dalle Regioni e dotate della strumentazione diagnostica necessaria). Si rimanda all’allegato elenco per individuare la classificazione delle confezioni coinvolte. In sintesi: Con l’introduzione della Nota 99, la prescrizione dei farmaci inalatori di mantenimento (in pazienti che presentano dispnea, tosse cronica o espettorazione ed una storia di esposizione a fattori di rischio) sarà prevista solo in caso di diagnosi di BPCO confermata mediante spirometria che dimostri la presenza di una ostruzione bronchiale persistente (FEV1/FVC dopo broncodilatazione <70%). 24
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Per le nuove diagnosi, la spirometria dovrebbe essere eseguita prima di definire il trattamento farmacologico di mantenimento; per i pazienti già in trattamento bisognerà eseguire la spirometria entro 1 anno, se non già effettuata nei precedenti 12 mesi (in quest’ultimo caso il valore FEV1 è da considerare valido per gli eventuali utilizzi prescrittivi). La Nota 99 prevede inoltre che, in presenza di un valore di FEV1 <50%, la prescrizione del trattamento di mantenimento (superata la eventuale fase acuta) richiederà una preventiva valutazione del danno funzionale polmonare mediante l’esecuzione di indagini di secondo livello e una rivalutazione periodica del trattamento prescritto. Ciò potrà essere effettuato dallo specialista pneumologo o internista operanti presso strutture identificate dalle Regioni e dotate della strumentazione diagnostica necessaria. La Nota 99 è associata alla eliminazione del PT per le associazioni precostituite di LABA/LAMA, che pertanto potranno essere prescritte dal Medico di Medicina Generale. La prescrizione delle associazioni precostituite di LABA/LAMA/ICS rimarrà invece appannaggio del solo specialista (pneumologo e internista) attraverso la compilazione del PT (allegato alla Nota), valido fino ad un massimo di 12 mesi. In occasione della visita, lo specialista potrà compilare una specifica scheda cartacea di valutazione e prescrizione, motivando la scelta della strategia terapeutica proposta al fine di condividerla col Medico di Medicina Generale. La Nota consente al MMG di prescrivere le opportune terapie necessarie a gestire una eventuale fase acuta della malattia e di gestire con tempi adeguati la prenotazione di una visita specialistica per la conferma della diagnosi e del trattamento. Infatti, i pazienti di nuova diagnosi con FEV1 <50% dovranno essere inviati allo specialista entro al massimo 6 mesi dalla prescrizione iniziale, mentre per i pazienti già in terapia al momento dell’emanazione della Nota AIFA che presentino una mancata/insufficiente risposta clinica alla terapia, oppure siano in trattamento con una triplice terapia LABA/LAMA/ICS somministrata attraverso erogatori separati, il MMG avrà 12 mesi per inviarli dallo specialista.
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i l Punto di Vi sta DI AGIFAR FOGGIA La ratio della nuova Nota 99 sottolinea l'esigenza di migliorare la gestione della patologia nell’appropriatezza di diagnosi, in quella prescrittiva e di monitoraggio farmacologico, in particolar modo per gli attivi maggiormente adoperati cioè i β-2 agonisti a lunga durata d'azione (LABA), gli anticolinergici a lunga durata d'azione (LAMA), le combinazioni precostituite duplici di LAMA e cortisonici (ICS) e le triplici di LABA+ LAMA+ ICS. La nota elimina il piano terapeutico per le associazioni precostituite di LABA+LAMA, prescrivibili dal medico di medicina generale, senza il supporto dello pneumologo e prevede il mantenimento del piano terapeutico dello specialista, solo per le triplici associazioni LABA+LAMA+ICS. In definitiva, la Nota 99 evidenzia la volontà dell’AIFA di riconoscere il ruolo primario della Medicina Generale nella gestione del paziente con patologie croniche, così come già avvenuto con l'introduzione della nota 97, per la prescrizione dei nuovi anticoagulanti orali, nella fibrillazione atriale non valvolare. Eppure, alla base della Nota 99 vi è il rapporto Osmed del 2020 dal quale si possono evincere quattro punti fondamentali: · negli ultimi 7 anni, a fronte di un decremento dei consumi, è stato registrato un aumento medio annuo della spesa dei farmaci per asma e BPCO dell'1,5%, con una variazione del costo medio per giornata di terapia nel 2020, rispetto al 2019, del 6,8%; · i farmaci a brevetto scaduto rappresentano il 29% delle dosi utilizzate, in calo rispetto al 2019 (-14,9%); al contrario i consumi dei farmaci coperti da brevetto registrano un aumento del più 1,6%, attribuibile all'incremento dei consumi e della spesa degli anticorpi monoclonali e della triplice terapia;
· sia l'analisi sull’aderenza e sia quella sulla persistenza della terapia farmacologica, condotte con i dati della Tessera Sanitaria e con quelli della Medicina Generale, evidenziano ancora inadeguati livelli aderenza al trattamento, in particolar modo nelle regioni del Sud. È riconosciuto infatti che livelli adeguati di aderenze alla terapia producano diversi effetti sulla qualità della vita del paziente, come ad esempio un maggiore controllo dei sintomi, una diminuzione delle riacutizzazioni e del ricorso a cure sanitarie. · i dati della Medicina Generale evidenziano una forte contrazione della diagnosi: superiore al 60% sia per l’asma che per la BPCO, in parte attribuibile all'impatto della pandemia da COVID-19. A nostro avviso la Nota 99 è un ulteriore vulnus alla fragile architettura del sistema farmaceutico e marginalizza la “farmacia dei servizi” che nelle linee guida approvate dalla conferenza Stato Regioni del 17 10 2019, istituenti la sperimentazione dei nuovi servizi in farmacia, individuano la creazione dei servizi cognitivi, affidati alla figura professionale del farmacista, per la riconciliazione e l'aderenza terapeutica anche per gli attivi impiegati nel trattamento della BPCO. A tal fine, nel tentativo di difendere i confini di pertinenza del nostro intervento, a sostegno del medico e a conforto del paziente, poniamo l’attenzione sull’elemento fondamentale alla base del monitoraggio, della riconciliazione e della aderenza terapeutica cioè la tecnologia farmaceutica, impiegata per la veicolazione degli xenobiotici d’elezione, individuati nelle linee guida internazionali GOLD (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease).
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rizzata, che consente un rapido assorbimento, evitando il metabolismo di primo passaggio. Il “prodotto” inalatorio, tuttavia, è il più complesso fra le forme farmaceutiche, poiché deve garantire l’integrità della funzionalità della mucosa respiratoria e nello stesso tempo ottemperare alla funzionalità terapeutica per cui è stato concepito, quindi deve essere inteso come l’insieme di farmaco, opportunamente formulato e di dispositivo inalante. NEBULIZZATORI Esistono due tipi di nebulizzatori che differiscono per il meccanismo di aerosolizzazione: pneumatici e ad ultrasuoni. La grandezza del particellato prodotta da entrambi i sistemi varia da 1 a 5 µm. I nebulizzatori pneumatici sfruttano l’effetto Venturi: “La pressione di una corrente fluida aumenta con il diminuire della velocità”. La soluzione medicamentosa è spinta con elevata velocità lungo un capillare, generando così una bassa pressione tale da produrre un nebulizzato sotto forma di goccioline. Queste ultime, viaggiando ad elevata celerità, impattano sui deflettori presenti nella camera di aerosolizzazione, riducendosi di volume. Le goccioline più piccole formatesi sono inspirate dal paziente, quelle più grandi ricadano nella camera di aerosolizzazione. I nebulizzatori ad ultrasuoni, invece, nebulizzano la soluzione grazie alle forti vibrazioni di un cristallo piezoelettrico. I cristalli utilizzati sfruttano l’effetto piezoelettrico inverso o effetto Lippmann cioè, se attraversati da corrente elettrica, si deformano in maniera elastica. I nebulizzatori ad ultrasuoni non possono essere utilizzati nell’aerosolizzazione di fluidi viscosi. I vaporizzatori sono i sistemi più vetusti che non richiedono una particolare coordinazione tra device e paziente e possono essere pertanto adoperati sia da soggetti in età pediatrica che in età senile. Sono inoltre indicati per i degenti con deficit cognitivi o motori e consentono l’erogazione di volumi elevati di medicamento, ma in tempi estremamente lunghi.
Le soluzioni per nebulizzazione sono, in termini di costi di spesa sanitaria, di minimo impatto. METERED DOSE INHALER (MDI) Gli MDI sono gli inalatori massimamente impiegati nelle terapie dell’asma. Sono composti da un contenitore pressurizzato, capace di resistere a elevate pressioni, da una valvola dosatrice, da un attuatore e dal boccaglio. La valvola dosatrice è concepita per erogare una dose precisa di aerosol (20-100 µl) ed è preceduta all’interno del dispositivo da una valvola di sicurezza che si apre solo all’atto della pressurizzazione da parte del paziente. L’attuatore consente al gas presente nel contenitore pressurizzato di espandersi al fine di favorire l’erogazione del nebulizzato che appare sotto forma di “nebbia molle” Gli MDI sono sistemi bifasici o trifasici. I bifasici sono costituiti da una miscela eterogenea di gas e polvere medicamentosa. I trifasici sono una miscela eterogenea di gas, xenobiotico ed altri eccipienti impiegati o come solventi o come surfattanti o come stabilizzanti. Gli MDI generano un aerosol con una velocità maggiore rispetto al flusso di inalazione dell’utilizzatore. Tali device infatti inducono un elevato impatto della polvere nel primo tratto delle vie aeree cioè a livello faringeo. L’efficacia del device è compromessa anche dalla forza d’inspirazione del paziente. Inspirazioni forzate determinano un movimento turbolento della polvere, tale da aumentate l’impatto nelle alte vie aeree. Pertanto è preferibile una inspirazione lenta, seguita da una fase di apnea. Poiché la coordinazione paziente - device è ridotta sono stati progettati sistemi come l’Easibreathe®, non presente sul mercato italiano, che si attiva con l’inspirazione del paziente. Le camere di aerosolizzazione come AeroChamber Plus®, Flow-Vu® ed Espace® riducono la velocità delle particelle nebulizzate, permettono la perfetta espansione del gas propellente e favoriscono un’inspirazione più lenta e facilitata. Possono tuttavia ridurre la dose erogata dall’MDI per fenomeni di precipitazione elettrostatica. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE FARMACISTA
MULTI-DOSE LIQUID INHALER (RESPIMAT® SOFT MIST TM INHALER) Gli inalatori Respimat® sono la fusione tra i nebulizzatori e gli MDI perché erogano una dose di nebulizzato in forma liquida, attraverso un device portatile. Sono costituiti da una “cartuccia” caricata con la soluzione medicamentosa, collegata ad un sistema capillare, inserito nel device che è attivato a sua volta da un sistema a molla. La rotazione del dispositivo di 180° permette di caricare la dose necessaria di farmaco nel capillare e di mettere in tensione la molla. L’attivazione del dispositivo da parte del paziente scarica la molla che, cedendo energia alla soluzione da nebulizzare, consente l’inalazione del prodotto, sfruttando come per i nebulizzatori l’effetto Venturi. I Respimat® permettono di inalare il medicamento fin nelle basse vie aeree, pertanto sono prescritti non solo nella terapia asmatica, ma anche nel trattamento della BPCO. DRY POWDER INHALER (DPI) I DPI sono device impiegati per la terapia asmatica e per BPCO e sono caratterizzati da un’elevata stabilità chimica. La realizzazione della polvere però con i requisiti necessari per questo tipo di device è estremamente complessa. Le polveri sono costituite da xenobiotico micronizzato in particelle del diametro di 1-5 µm, agglomerate ad un eccipiente inerte (40µm) come il lattosio o il mannitolo, tramite forze coesive deboli (forze di Van der Waals). Il processo di de-agglomerazione della polvere è indotto dall’inalazione del paziente che induce l’impatto delle particelle con sé stesse o con la camera del dispositivo, favorendo l’inspirazione dello xenobiotico così come avviene nei Clickhaler®, Multihaler® e Diskus® oppure dal semplice impatto della polvere con la camera di aerosolizzazione del dispositivo come nei sistemi Turbohaler® o Spinhaler®. La forza d’inspirazione del paziente è il limite di questi dispositivi. Una rapida inspirazione forzata infatti non solo può determinare l’aumento dell’impatto della 28
Nuovo COLLEGAMENTO
polvere a livello orofaringeo, ma anche incrementare gli urti fra gli agglomerati, generando così un particolato più fine. I DPI possono essere classificati in base al numero delle dosi: monodose, multi unità dose, sistemi multi dose a reservoir. Nei monodose la polvere è incapsulata. Prima della somministrazione, pertanto, il paziente deve caricare la dose farmaceutica da inalare (Breezhaler®). Nei sistemi multi unità dose, il paziente dovrà caricare ogni volta la dose farmaceutica, presente all’interno del dispositivo (Diskus®, Genuair®, Ellipta® etc.). Nei sistemi multidose a reservoir la polvere inalante viene dosata al momento dell’inspirazione (Turbohaler®, Spinhaler®). I DPI possono essere ulteriormente suddivisi in base al meccanismo di rilascio della polvere: • attivi • passivi. I device attivi richiedono l’attivazione del paziente per mezzo dell’inspirazione forzata. I passivi consentono la de-agglomerazione della polvere nella camera di aerosolizzazione al momento della fase di carico della dose. Negli ultimi dieci anni sono stati brevettati diversi dispositivi accumunati tutti dalle caratteristiche sovra-elencate. Bibliografia e approfondimenti: https://www.aifa.gov.it/nota-99 https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1557540/Determina_965-2021_Istituzione_Nota_AIFA_99.pdf https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1557540/ Nota-99.pdf https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1557540/Medicinali_contenenti_principi_attivi_inclusi_nella_nota_99.pdf https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1557540/ FAQ_Nota_99_BPCO.pdf https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1542390/ Rapporto-OsMed-2020.pdf Principi di tecnologie farmaceutiche; Colombo P., Catellani P.L., Gazzaniga A., Menegatti E. Vidale E.; Casa Editrice Ambrosiana Aulton. Tecnologie farmaceutiche. Progettazione e allestimento dei medicinali; Michael E. Aulton, Kevin M. Taylor; Edra editore
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2022 Il nostro calendario è appeso da 36 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario un viaggio lungo 12.784 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a
livello nazionale e, grazie agli approfondimenti mensili dei migliori esperti del settore e a vivaci illustrazioni, ha scandito il tempo di tante famiglie che si sono accostate a tematiche scientifiche complesse con semplicità. Continua anche nel 2022 con il nuovo Calendario della Salute il nostro impegno a fianco dei farmacisti, che sono da sempre attenti a tutelare il benessere psicofisico della collettività.
Farmacia e utili consigli sul corretto impiego del farmaco e i pericoli nell’abuso In collaborazione con SIF Società Italiana di Farmacologia
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LA PAROLA AI FARMACISTI
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Nuovo COLLEGAMENTO
INTERVISTA
COSMESI UNIVERSITARIA
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
Quando si parla di farmacia del futuro si pensa all’introduzione di nuovi servizi e nuove mansioni professionali. Non vanno tuttavia dimenticate le opportunità offerte dall’implementazione di mercati consolidati come, per esempio, la cosmesi. Ne abbiamo parlato con Umberto Borellini, farmacista, cosmetologo e autore di diverse pubblicazioni. Dottor Borellini, sappiamo che la chiave dello sviluppo risiede nella formazione. Questo vale in ogni settore e, di certo, anche in ambito cosmetologico. Che scelte si possono fare per implementare la professionalità del farmacista in questo particolare settore? Alla luce del costante sviluppo economico del settore che sempre più necessita di una dispensazione specialistica e professionale, ritengo che la formazione cosmetologica del Farmacista debba iniziare sui banchi universitari, per poi eventualmente essere approfondita con master specifici Il settore cosmetico è in perenne crescita. Questo aspetto è di grande interesse per la redditività delle farmacie che sapranno sviluppare al meglio il reparto o della cosmetica. Ma anche per i laureati in farmacia possono aprirsi grandi opportunità. Quali?
Sì, la farmacia potrebbe rappresentare il luogo più adatto per consigliare e vendere i cosmetici, sopratutto quelli formulati per inestetismi “border-line” e costituiti da ingredienti razionali e scientificamente validati. Va inoltre sottolineato che, a differenza dei farmaci, i cosmetici vengono utilizzati quotidianamente. Ne consegue che l’uso di dermocosmetici funzionali dovrebbe sostanziarsi in una più profonda consapevolezza anche da parte del farmacista. I laureati in farmacia, hanno anche un canale preferenziale nelle selezioni del personale da parte delle industrie cosmetiche. Anche in farmacia, un professionista specializzato avrebbe la possibilità di togliersi molte soddisfazioni. Molto spesso, quando si parla di cosmetica si pensa al reparto commerciale e all’esposizione in farmacia. Nuovo COLLEGAMENTO
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INTERVISTA
Esiste, tuttavia, anche l’ambito delle formulazioni galeniche. Qui si uniscono aspetti professionali alla creatività e alla funzionalità. Quale sviluppo per questo ambito? La galenica rappresenta la tradizione in farmacia, ma oggi significa anche evoluzione ed efficacia nell’affiancare in maniera sempre più dinamica i medici specialisti per poter offrire formulazioni sartoriali personalizzate ritagliate su misura per ogni paziente. Quindi ancor più si vuole dimostrare l’importanza del ruolo di un professionista ferrato in discipline dermocosmetiche. Veniamo agli aspetti più commerciali della questione. Da questo punto di vista, la cosmesi rappresenta un'opportunità enorme. La torta dei cosmetici (dati ufficiali di Cosmetica Italia) vale quasi 11 miliardi di Euro e il contributo delle farmacie è in costante ascesa. Come potenziare queste opportunità? Si, infatti, la fetta che spetta alle farmacie è indubbiamente interessante e ogni anno cresce sempre più. Ma potrebbe aumentare maggiormente, poiché nel “mare magnum” del mercato cosmetico che va dalla grande distribuzione alla profumeria, passando dal mercato rionale fino alle vendite domiciliari, una figura di riferimento con un profilo culturale così specifico, manca assolutamente. La maggior parte dei consumatori non si accontenta del solo prodotto, ma vuole essere consigliato, rassicurato e guidato, visto il caos che regna sovrano su internet, tra improbabili blogger e pseudo siti selettivi con esperte casalinghe che non conoscono la differenza tra vaselina e glicerina, ma sono accomunate dall'odio per il “Dimenticone”, meglio conosciuto come Dimeticone, che odiano spalmarsi in faccia, ma poi ingoiano a litri quando hanno la pancia gonfia meteoritica. Il consumatore vede nel Farmacista un professionista con competenze mediche, quindi capace di erogare consigli in aree ben precise quali la tricologia, la protezione solare e la cosmesi antiage, dove è richiesta una competenza superiore. Quello che dice è vero. Tuttavia, in internet il consumatore moderno non trova solo improbabili blogger, ma anche offerte commerciali spesso convenienti. 32
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Perchè il consumatore dovrebbe rivolgersi al farmacista anziché spulciare in internet alla ricerca delle offerte migliori? Il cosmetico moderno, quello che potremmo definire con un neologismo “Cosmeceutico”, non può che essere dispensato e spiegato da un professionista come il farmacista, non foss’altro per la presenza in etichetta di principi attivi inseriti anche in farmacopea, che quindi vantano attività più scientifiche. Questa cosmesi funzionale è in realtà una vera e propria “terapia” di protezione e mantenimento in salute dell’organo pelle. L’autorevolezza del farmacista con competenze cosmetologiche è quindi indispensabile. Lei ha proposto l’introduzione di un nuovo piano di studi universitario per preparare al meglio i neolaureati all’ambito cosmetico in farmacia. Ci spieghi meglio la sua idea e a quali benefici potrebbe portare? Più che una proposta si tratta di un’idea. Credo che l’introduzione di una materia di studi così importante sia dal punto di vista socio economico che salutistico possa rappresentare una concreta opportunità per tutti i neolaureati che, forti di nuove competenze, potrebbero far emergere la loro preparazione in un mercato che sta orientandosi fortemente verso le vendite online o verso la GDO, dove è totalmente assente una figura professionale come quella del farmacista che, forte dei suoi studi biochimici ed anatomici potrebbe fare la vera differenza. Lancio un'idea: l'hastag del mese #COSMETOLOGIA OBBLIGATORIA A FARMACIA. Che tipo di interesse ha suscitato la sua proposta all’interno della categoria? Quali collaborazioni potrebbero rendersi utili per arrivare all’obiettivo? Sinceramente, per ora non ho avuto alcun riscontro. Vero è anche che mi sono limitato a qualche post sulla mia pagina ed un solo articolo su una rivista per farmacisti. Ma già condividere queste idee con voi di Utifar, storica e fondamentale istituzione per tutti i farmacisti intraprendenti e volenterosi, potrebbe essere un’eccellente partenza.
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AZIENDE E FORMAZIONE
FORMAZIONE, INNOVAZIONE E CONSIGLIO IN FARMACIA
Intervista a Valentina Mercati, vice presidente di Aboca
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
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on trentacinquemilacinquecento farmacie servite e altrettanti professionisti raggiunti a livello mondiale attraverso i propri progetti di formazione, Aboca è una realtà che ha sempre anticipato e accompagnato l’evoluzione del nostro settore. Forse è proprio l’aver compreso l’importanza della formazione professionale che ha portato questa azienda ad essere percepita tra le prime cento in Italia in termini di reputazione da parte del pubblico e tra le prime quattro nel settore farmaceutico. Sono i dati di Ales Merco... non è solo il pubblico, ma una classifca 34
Nuovo COLLEGAMENTO
fatta anche con manager, analisti finanziari, esperti, etc. Noi di Utifar lo sosteniamo da tempo: formazione e reputazione viaggiano di pari passo. In particolare, questo binomio diventa di fondamentale importanza nei periodi di grandi cambiamenti come quello che la nostra professione sta attraversando e del quale ci stiamo occupando in questo numero di Nuovo Collegamento. Abbiamo voluto parlare di questi temi con Valentina Mercati, farmacista responsabile del marketing e vice presidente di Aboca.
AZIENDE E FORMAZIONE
Dottoressa Mercati, Lei ha iniziato la sua attività professionale in Aboca occupandosi proprio di assistenza tecnica ai farmacisti e di formazione. Da allora, la vostra azienda è cresciuta molto, ma la formazione ai colleghi è rimasta un elemento centrale delle vostre attività. Su quali aspetti fondamentali si basa la vostra offerta formativa? Alla base della nostra idea di formazione c’è la convinzione che non basta parlare al farmacista del prodotto e delle sue caratteristiche. Certo, conoscere come agiscono le sostanze, quali effetti producono nel nostro organismo e a quali specifiche esigenze possono rispondere è fondamentale. Ma tutto questo va abbinato ad una adeguata conoscenza della fisiopatologia che garantisce al farmacista la possibilità di valutare la persona nella sua complessità e di cogliere aspetti fondamentali del suo stato di salute. Per mantenere le sue promesse di efficacia, il prodotto deve essere consigliato alle persone che, in base ai presupposti di fisiopatologia, ne possano trarre il massimo beneficio. Il terzo aspetto sul quale si fonda la nostra formazione è legato alla sostenibilità. Molti dei temi legati al green deal, che talvolta oggi appaiono scontati, fanno parte della nostra formazione già da molti anni. Siamo infatti convinti che il concetto di naturale deve essere legato alla valutazione complessiva del rapporto “rischio/beneficio” sia per la persona, sia per l’ambiente. Vorrei approfondire in un secondo momento questo concetto di sostenibilità, che trovo davvero interessante. Mi dica prima come vede oggi i farmacisti rispetto alla loro propensione a formarsi per crescere professionalmente. Crede che ci siano colleghi più interessati a questo aspetto e altri meno? Oppure la categoria viaggia unita nella stessa direzione? La formazione intesa come crescita delle competenze è un aspetto fondamentale. Tuttavia la competenza deve essere abbinata alla capacità da parte del farmacista di essere empatico, ovvero di entrare in relazione con il proprio pubblico. Senza empatia, la competenza assume un valore limitato.
Detto questo, credo che negli ultimi anni la crisi della farmacia abbia portato a cercare delle soluzioni nell’ottica della sostenibilità economica. Qualcuno lo ha fatto aumentando la propria professionalità, altri andando incontro alle richieste del momento. Per rispondere alla sua domanda, credo che, come in tutti i settori, anche nella farmacia assistiamo ad una sorta di crescita qualitativa, nel senso che non tutti i farmacisti stanno crescendo nella stessa direzione. In effetti, ci sono diverse velocità e una clusterizzazione delle farmacie che non stanno andando tutte alla stessa velocità rispetto alla crescita professionale composta, appunto, da quell’insieme di competenze ed empatia di cui parlavo in precedenza. A mio avviso diventa sempre più importante dare al pubblico quel valore aggiunto che risiede nell’approcciare la persona per risolvere i problemi per i quali si rivolge al farmacista. Quando si parla di competenze e di formazione, nel nostro settore non si può prescindere dalla letteratura scientifica che, come per ogni professione sanitaria, rimane la fonte primaria per l’aggiornamento. Vedo, tuttavia, che tra i farmacisti non c’è grande abitudine a servirsi della letteratura. Come riuscite a veicolare le evidenze ai farmacisti che formate? Nell’ultimo anno abbiamo formato oltre 20mila farmacisti. Di questi, il 20% circa erano italiani. Quando facciamo formazione, sia essa in presenza oppure online, portiamo lo stato dell’arte dei lavori scientifici, con medici di riferimento che illustrano le ultime novità prodotte in letteratura. Per farle un esempio, a marzo abbiamo fatto un corso di formazione per i farmacisti dedicato alle esigenze delle persone rispetto all’emergenza Covid. Non si parlava, quindi, di prodotto, ma di bisogni del pubblico. Ecco, in quella sede abbiamo affrontato il tema del long Covid, argomento che oggi è all’ordine del giorno, ma che all’epoca era quasi sconosciuto e ne parlava solo la letteratura scientifica più accreditata. Noi cerchiamo sia nei corsi sia nei materiali che produciamo di inquadrare la patologia e lo stato dell’arte della patologia stessa. Nuovo COLLEGAMENTO
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AZIENDE E FORMAZIONE
"SONO CONVINTA DA TEMPO CHE IL FARMACISTA SI DEVE PORRE NON SOLO IN UN’OTTICA DI RISOLVERE IL PROBLEMA IMMEDIATO CHE IL CLIENTE PRESENTA, MA DEVE RAGIONARE ANCHE RISPETTO AD UNA PREVENZIONE SUL LUNGO TERMINE" Seguiamo questa mission anche nelle produzioni editoriali della nostra casa editrice. Riteniamo che ogni corso di formazione sia uno scambio. Sono i farmacisti stessi a fornirci dei feedback molto importanti che noi teniamo in grande considerazione. La formazione, in ultima analisi, è finalizzata a favorire il consiglio in farmacia. Molto spesso, non possiamo farne mistero, il consiglio professionale è “disturbato” da altri fattori, come, per esempio, le esigenze di magazzino. Smaltire le scorte o evitare di andare incontro a scadenze di prodotto, spesso, diventa una priorità. Queste situazioni nascono anche da scelte intraprese in fase di acquisto. Voi come vi ponete rispetto a queste… chiamiamole storture nel consiglio? Le scelte di assortimento della farmacia rappresentano una fase centrale nell’economia della proposta al pubblico e, quindi, del consiglio. Da questo punto di vista, è necessaria una formazione anche sul titolare, ovvero colui che, in genere, compra i prodotti e non solo sui collaboratori che poi, al banco, saranno responsabili della vendita. Questa collaborazione tra titolare e collaboratori è fondamentale. Essere in sintonia sulle scelte d’acquisto è importante anche in termini di gratificazione del lavoro al banco. In particolare da quando è iniziata la pandemia, noi cerchiamo di proporre assortimenti che non “gonfino il magazzino”, proprio per non creare situazioni spiacevoli e per non compromettere il corretto consiglio che, come ricordavo prima, non si basa solo sulla qualità del prodotto, bensì sulla correlazione tra l’efficacia del prodotto stesso e la fisiopatologia della persona. A proposito di prevenzione, la pandemia ha mostrato quanto sia importante favorire il benessere delle persone e ridurre al massimo le situazioni di cronicità. 36
Nuovo COLLEGAMENTO
Combattere l’obesità, il diabete e l’ipertensione, per esempio, potrebbe rappresentare la migliore difesa per affrontare la prossima pandemia. Quanto importante è il ruolo del farmacista rispetto alla prevenzione e al controllo delle cronicità? Io credo che durante la pandemia la farmacia abbia riacquistato centralità nel supporto al cittadino. Le farmacie sono sempre state aperte e disponibili e hanno rappresentato un approdo sicuro per il pubblico. Occorre ringraziare i farmacisti per questo sforzo e dare atto che la farmacia si è dimostrata all’altezza della situazione. Detto questo, sono convinta da tempo che il farmacista si deve porre non solo in un’ottica di risolvere il problema immediato che il cliente presenta, ma deve ragionare anche rispetto ad una prevenzione sul lungo termine. È in quest’ottica che, già nel 2012, abbiamo organizzato un tour in tutta Italia per parlare nei teatri di obesità, definendola “la nuova pandemia”. Il farmacista deve occuparsi della persona rispetto alla sua salute futura. Tuttavia questo concetto è difficile da fare passare tra la categoria. In farmacia c’è la possibilità di intercettare al persona prima che sviluppi una cronicità. Noi abbiamo lavorato moltissimo attorno a questo concetto e qualche farmacista, nel tempo, ha iniziato a seguirci. Ma è un terreno davvero difficile e spesso il farmacista si scansa, lasciando il compito ad altri operatori sanitari: dal nutrizionista al diabetologo. Credo che questo sia un vero peccato perché le farmacie hanno gli strumenti e le competenze per prendersi in carico il paziente prima che sviluppi una patologia cronica. Prendiamo, per esempio, il caso di una persona che chieda un drenante, ma che, agli occhi del farmacista e dalle analisi fatte è in uno stato di prediabete.
AZIENDE E FORMAZIONE
Il farmacista, assieme al drenante, ha la possibilità di iniziare a sensibilizzare il soggetto, magari offrendo del materiale informativo, chiedendogli di tornare in farmacia a controllare i parametri periodicamente, mettendo in atto una serie di iniziative tese, nel lungo termine, ad evitare che il diabete si manifesti. Tempo fa, proprio in questo ambito, abbiamo messo in campo una iniziativa nella quale, abbinato ad alcuni nostri prodotti della linea peso, davamo in omaggio al cliente un glucometro. Lo scopo dell’iniziativa era quello di sensibilizzare il pubblico rispetto ai controlli glicemici postprandiali. Parallelamente abbiamo messo in campo una formazione specifica per il farmacista. L’iniziativa è piaciuta, ma devo ammettere che non ha ottenuto il successo che speravo. Credo, comunque, che anche attraverso iniziative come questa abbiamo contribuito a “seminare” nella direzione giusta, ovvero a diffondere maggiore consapevolezza rispetto all’importanza di una farmacia sempre più attenta alla prevenzione. Abbiamo quindi visto quanto importanti siano la formazione e la comunicazione con il pubblico. Alla base di tutto c’è, però, c’è la ricerca. Aboca conduce diversi progetti di ricerca scientifica. In cosa consistono? Noi abbiamo diversi reparti di ricerca, nei quali, complessivamente, lavorano circa 100 ricercatori. Il più avanzato è quello di biologia molecolare, creato una decina di anni fa quando abbiamo dato vita ad un’azienda che si chiama Natural Biomedicine allo scopo di studiare l’azione delle sostanze all’interno del metabolismo cellulare, per vederne l’effetto sistemico. Questa è la punta avanzata della nostra ricerca. Un altro laboratorio importante è quello di metabolomica, ovvero la fitochimica avanzata che va a studiare l’insieme delle sostanze contenute nell’estratto. Per spiegarle di cosa si tratta, le faccio l’esempio dell’acerola.
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AZIENDE E FORMAZIONE
Innovazione nella tradizione, insomma. Un po’ la strada che sta cercando di seguire la farmacia per stare al passo con i tempi. Per rimanere nel campo della ricerca, mi spieghi meglio come si applica la biologia molecolare alla fitoterapia? Quando si considera l’azione di una sostanza di origine naturale, il solo meccanismo molecola/ recettore non basta per spiegare il complesso sistema attraverso il quale la sostanza agisce. Ecco allora che attraverso la ricerca più avanzata si possono fare studi di epigenetica, per vedere tramite tecniche PCR come reagisce il Dna agli input forniti da determinate sostanze alla cellula. È un campo davvero innovativo e interessante che ci racconta cose nuove. Da questi test cellulari emergono milioni di informazioni che devono poi essere elaborate da sistemi informatici complessi.
Un tempo, per standardizzare l’acerola, si considerava solo il titolo di vitamina C. Ora studiamo anche tutti gli altri componenti e questo diventa fondamentale per la standardizzazione delle sostanze naturali. Questa è la nuova frontiera della chimica. Poi abbiamo la clinica. Al momento, abbiamo una quindicina di studi aperti nei quali studiamo i nostri prodotti in doppio cieco, anche versus il farmaco di riferimento. Vogliamo, in sostanza, comprendere con esattezza come funzionano i nostri prodotti, sia a livello cellulare, sia sull’organismo nella sua interezza. Questi sono i campi più avanzati della nostra ricerca, che si abbinano a quelli più tradizionali, dal nostro museo che contiene una biblioteca di oltre circa 3000 testi di botanica e sull'utilizzo delle piante medicinali in farmacia al settore della ricerca storica. 38
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Si parla spesso di “naturale”, talvolta anche a sproposito. Qual è il vostro punto di vista e quale significato date a questo termine? È sempre difficile dire cosa è veramente naturale e cosa non lo è fino in fondo. Più facile, invece, è identificare cosa non è naturale, ovvero tutto ciò che è prodotto per sintesi. Continuando il discorso sulla vitamina C, per molto tempo il mondo accademico ci ha detto che quando una molecola prodotta per sintesi è identica a quella naturale, potevamo definire anche quella prodotta in laboratorio “naturale”. In realtà le cose non stanno proprio così. Noi sappiamo che la natura seleziona la stereochimica delle molecole. La natura seleziona anche a livello di atomi, scegliendo tra i vari isotopi, cosa che in laboratorio non si fa. Quando la si produce per sintesi, una molecola non è mai uguale a quella naturale, se non altro perché sono state create delle forze diverse da quelle utilizzate dalla natura. Non intendo dire che la chimica vada demonizzata, per carità. Le vitamine di sintesi sono importantissime. Tuttavia, e in questo percorso il farmacista ci può sostenere, noi chiamiamo naturale solo ciò che non è prodotto per sintesi. Il consumatore non va ingannato. L’utente vuole essere consapevole e la farmacia può aiutare questa consapevolezza traendone forza e conquistando sempre maggiore fiducia.
SALUTE E PREVENZIONE
FARMACIA DEI SERVIZI
UN’ESPERIENZA CONCRETA PER LA PREVENZIONE DELLE CRONICITÀ
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
CIÒ CHE GLI INGLESI CHIAMANO “HEALTHY AGING”, OVVERO INVECCHIARE IN SALUTE, È FRUTTO DI UN APPROCCIO PREVENTIVO PERSONALIZZATO, DA INTRAPRENDERE TRA I 40 E I 65 ANNI DI ETÀ. LA FARMACIA PUÒ ESSERE UN ATTORE CENTRALE NELLE STRATEGIE PREVENTIVE RISPETTO ALL’INSORGENZA DELLE MALATTIE CRONICHE. NE È CONSAPEVOLE GUIDO CORNETTONE, RESPONSABILE DELLA START-UP SOLONGEVITY, UN PROGETTO PENSATO PER ABBINARE SERVIZI, PREVENZIONE E CONSIGLIO IN FARMACIA.
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ottor Cornettone, prima di entrare nel merito della farmacia dei servizi e delle sue potenzialità, ci racconti la vostra start-up. Nonostante siamo nati ormai tre anni fa, SoLongevity è, a tutti gli effetti, una start-up innovativa. Il nostro progetto è di rendere utilizzabile la scienza della longevità per migliorare il patrimonio di salute della popolazione. Mi spiego meglio. Dopo la mappatura del genoma umano, si è compreso che l’invecchiamento, pur essendo una evoluzione naturale della vita di tutti noi, rappresenta anche una condizione pre-patologica. In sostanza, invecchiando andiamo incontro ad un cumularsi di degenerazioni e difetti che predispongono l’organismo a varie morbidirà e patologie croniche.
SALUTE E PREVENZIONE
L’invecchiamento, in sostanza, è la condizione scatenante tutta una serie di malattie: dal diabete alle patologie cardiovascolari. Di fatto, oggi esistono nuove strategie per contrastare l’invecchiamento e per mettere in atto una vera e propria attività di prevenzione rispetto alle malattie croniche. E la farmacia può essere un attore centrale in queste strategie di prevenzione? Certo! Il nostro progetto vede proprio la farmacia al centro di questo processo di erogazione di servizi di prevenzione primaria al cittadino. Nello specifico, So-Longevity porta in farmacia il concetto della prevenzione abbinata al contrasto dell’invecchiamento e lo fa attraverso l’offerta al pubblico di servizi di screening e di prodotti specifici. Il tutto accompagnato da un’adeguata formazione professionale del farmacista. Attraverso un corso Fad e successivi aggiornamenti noi formiamo il farmacista “longevity expert” in grado di districarsi tra nuove tecnologie in ambito di prevenzione primaria e di dare il consiglio corretto per accompagnare le persone ad un invecchiamento migliore e alla prevenzione delle patologie croniche. Entriamo nel concreto delle vostre iniziative. Come si sviluppa la vostra proposta? A partire dal mese di novembre inizieremo una sperimentazione in alcune farmacie di Roma e Milano dove abbiamo introdotto dei servizi di screening erogati tramite specifici questionari attraverso i quali il farmacista è in grado di offrire ai propri clienti una serie di valutazioni rispetto alla presenza di segnali legati a determinate patologie, dalla sindrome metabolica al long Covid. In questa prima fase, supportato dai nostri software che mettono a sistema i risultati del questionario con una serie di dati raccolti attraverso le indagini strumentali (per esempio la glicemia), il farmacista riesce a fornire al cliente una stima del rischio rispetto allo sviluppo di una determinata condizione. Non solo, il farmacista adeguatamente formato è in grado di dare una spiegazione di quel rischio, nonché di argomentare, caso per caso, rispetto alla necessità di approfondimenti medici o sui benefici legati all’utilizzo di prodotti e integratori che possono essere proposti in farmacia.
In sostanza il nostro software mette insieme una serie di informazioni raccolte nell’ambito della pratica di quei servizi di screening che vengono condotti in farmacia e le trasforma in consiglio da offrire al cliente. In sostanza, offriamo gli strumenti per implementare la farmacia dei servizi. Non solo: lavoriamo affinché il Ssn riconosca più peso alla prevenzione primaria e al ruolo della farmacia in questo fondamentale ambito della salute pubblica. La prevenzione primaria è, purtroppo, ancora troppo sottovalutata. Pensi che a queste attività è riservato solo il 2% della spesa sanitaria e che in questa percentuale rientrano anche le vaccinazioni. Quella della prevenzione primaria è quindi un’area desertificata perchè i budget sanitari non riescono a coprirla. Va detto che la farmacia si è già ritagliata uno spazio interessante. Come ci dicono i dati Federfarma, nel 2018 le farmacie hanno intercettato 4 milioni di persone che hanno richiesto almeno un atto diagnostico. Quindi, il canale farmacia, già oggi, opera come attore di una diagnostica semplificata. Tuttavia, manca la capacità di contestualizzare quell’atto di screening all’interno di un percorso di prevenzione vero e proprio. Attraverso la nostra piattaforma, ci proponiamo di integrare i dati in maniera strutturata per renderli utili all’interno di un progetto preventivo individuale. Come può essere fatto questo passo successivo? Per esempio, attraverso il monitoraggio. Le farmacie che seguono il nostro progetto possono rimanere in costante contatto con i clienti attraverso un’applicazione che consente di integrare i dati sensibili raccolti in farmacia con le informazioni che vengono periodicamente monitorate, andando così ad alimentare di informazioni la piattaforma. Il cliente riceverà degli allert rispetto ad eventuali anomalie e il farmacista avrà la possibilità di trasferire al cliente informazioni, aiutandolo ad interpretare i dati. Attraverso questi sistemi, il farmacista sarà una sorta di tutor della salute del proprio cliente. Nuovo COLLEGAMENTO
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Come lei stesso ricordava, la farmacia non è nuova all’offerta di servizi e, in particolare, di analisi di prima istanza. Come ha trovato il nostro settore lei che si è affacciato in farmacia con una struttura-up così innovativa? Ho trovato una situazione piuttosto segmentata. Devo dire che molti farmacisti stanno investendo sui servizi, ma talvolta con logiche differenti tra loro. Per esempio, alcuni vedono i servizi diagnostici come chiave di sviluppo nell’ottica di un nuovo posizionamento della farmacia, sempre più integrata nel Ssn. Altri farmacisti interpretano la farmacia dei servizi come chiave per garantire traffico in farmacia o per evitare di rimanere scoperti rispetto alle richieste dal pubblico della zona, evitando così di perdere clientela. In molti stanno capendo che l’offerta dei servizi in farmacia offre un rapporto con i clienti che non è replicabile online, fa leva su uno degli asset più forti che è la fiducia e che propone il farmacista come operatore sanitario attento alla salute del cittadino, giustificando l’insieme dell’offerta della farmacia, anche a livello di prodotti che rientrano anch’essi nell’ambito di un’offerta in termini di prevenzione. 42
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Parlando di prodotti, sappiamo che le evidenze sui benefici della nutraceutica a livello di prevenzione e di controllo di determinate patologie sono sempre più numerose in letteratura. Tuttavia, non è sempre semplice per il farmacista abbinare la comunicazione del rischio individuale alla vendita di uno o più prodotti. Quale strategia seguite nel vostro progetto? Noi proponiamo alle farmacie che aderiscono al progetto una linea di prodotti nutraceutici brevettati e testati clinicamente che si indirizzano in diverse aree di prevenzione. Tuttavia, il farmacista può proporre qualsiasi altro prodotto faccia parte della propria offerta, valutando le soluzioni che meglio si prestano alla situazione specifica. Noi offriamo una parte servizi che aiuterà sempre più la farmacia ad offrire strumenti in ambito preventivo. A questo abbiniamo una linea prodotti che integra l’offerta della farmacia e affianchiamo una formazione specifica in area prevenzione. Il prodotto è lo strumento per fare la sintesi, ma il tutto parte dalla piattaforma che interpreta i dati raccolti attraverso il dialogo con il cliente e gli esami diagnostici.
Sempre presenti al fianco di chi si prende cura della Salute Crediamo che uno dei modi per prendersi cura delle persone sia essere un riferimento nei momenti di bisogno. Per questo dal 1998 affianchiamo i farmacisti con un portfolio di prodotti per ogni tipo di necessità e con azioni utili alla salute della comunità, offrendo soluzioni terapeutiche, formazione e aggiornamento professionale.
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di Eugenio Genesi e Francesco Garruba, farmacisti fondatori del blog "In caso di..."
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n breve racconto del progetto “RitmoBasso”, ideato da un farmacista per unire un viaggio in bicicletta ad una raccolta benefica a favore del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ Ospedale il MorgagniPierantoni di Forlì, da tempo impegnato nella ricerca sui disturbi olfattivi legati all’infezione da Covid-19. La passione per lo sport mi ha portato, in tempi di Covid, a sperimentare e coltivare nuove esperienze, la bici era qualcosa di inesplorato e a dir la verità anche poco apprezzato, ma nell’inverno, in piena pandemia, era una delle poche attività sportive consentite e possibili in sicurezza. 44
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L’estate 2020 mi aveva portato in dote una folle vacanza in sella ad una graziella per tutta l’isola d’Elba e una volta rientrato mi sono detto: “prossima estate la voglio far più grossa!” Ed ecco che, assieme ad un amico, Davide Cassano, abbiamo sviluppato l’idea di percorrere tutta la dorsale adriatica, da Forlì a Leuca, con una più classica bici da strada. Questo però non poteva bastare. Così abbiamo ideato il progetto “Ritmo-Basso”, con l’intento di unire a questo pazzo viaggio un intento nobile, una raccolta benefica a favore del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ Ospedale della mia città, il Morgagni-Pierantoni di Forlì.
VOCI DA DIETRO IL BANCO
Fin dall’inizio della pandemia, questo reparto è stato costantemente impegnato nella ricerca ed ha concentrato i propri sforzi nel riconoscere e trattare i disturbi olfattivi che genera l’infezione da Covid-19. Abbiamo quindi deciso di realizzare del materiale tecnico per la bici, dalla cui vendita abbiamo raccolto la cifra importante di 8300 euro, che verrà impiegata per l’acquisto di alcuni device, in grado di portare a compimento ciò che il nucleo di ricerca, coordinato dal Prof. Claudio Vicini e dal Dott. Giovanni Cammaroto, intende sviluppare nel laboratorio di Citologia nasale presente presso l’Ospedale Morgagni-Pierantoni. All’alba del 28 luglio siamo partiti dall’Ospedale con direzione Portonovo, prima tappa del nostro lungo viaggio, per poi raggiungere Roseto, Vasto, Vieste, Trani, piccola deviazione ad ammirare Matera ed infine Ostuni, Lecce e finalmente Leuca, dove presso la basilica “Santa Maria de finibus Terrae” si è conclusa la nostra impresa per un totale di 1015 km e oltre 41 ore in sella! Abbiamo voluto dare un valore a questa impresa, dando un piccolo contributo per la ricerca, perchè crediamo fortemente nel lavoro di questa equipe, della quale il Dott. Giovanni Cammaroto è uno dei massimi esponenti. Dott. Cammaroto, in particolare di cosa si è occupata l'equipe per la quale lavora all'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, agli albori dell'epidemia da Sars Cov-2? L'equipe di cui faccio parte, diretta dal prof. Claudio Vicini, ha sempre avuto un'attenzione particolare alla ricerca. Nello specifico abbiamo rivolto le nostre attenzioni alle applicazioni della chirurgia robotica transorale e al trattamento chirurgico della sindrome delle apnee del sonno. Il network internazionale di cui facciamo parte ci ha consentito di entrare in contatto con ricercatori stranieri con i quali abbiamo deciso di approfondire la tematica riguardante i disturbi dell'olfatto e del gusto nei pazienti affetti da infezione da Sars Cov-2, all'epoca solo parzialmente conosciuta. Non ci saremmo mai immaginati di essere i primi al mondo a pubblicare i dati che dimostrano il nesso tra infezione e perdita dell'olfatto e del gusto!
Il dottor Giovanni Cammaroto dell'Ospedale Morgagni-Pierrantoni di Forlì
Il naso è una delle prime vie di accesso che ha il virus nei confronti del nostro organismo, per cui studiare i meccanismi legati al danno che provoca il Sars Cov-2 alla mucosa nasale sono di primario interesse. Come avete intenzione di proseguire la vostra ricerca in questo campo? Sarà fondamentale monitorare i pazienti affetti dal cosiddetto "long Covid" per comprendere l'evoluzione dei disturbi sensoriali mediante l'uso di test soggettivi ed oggettivi, quali ad esempio l'olfattometria. L'analisi biologica molecolare dei meccanismi del danno a livello del neuroepitelio olfattorio condotta da centri specializzati potrebbe aiutarci ad individuare potenziali target per terapie innovative. Vi occupate anche della riabilitazione dei soggetti colpiti da Covid-19, nei quali l'olfatto non è stato recuperato o lo è solo in parte? Senz'altro! Credo fortemente nel valore della rieducazione olfattoria che si basa sulla stimolazione chimica dei recettori danneggiati e sulla riattivazione della memoria olfattoria. È fondamentale esporsi ad odori ben impressi nella mente del paziente, che evochino in lui dei ricordi vivi e delle emozioni particolari. In merito al progetto RitmoBasso, come pensate di investire il denaro che è stato raccolto? Pensiamo di implementare l'ambulatorio di rinologia con l'acquisto di un kit per l'esecuzione dell'analisi citologica nasale e di ulteriori test per l'analisi olfattometrica. Non possiamo che ringraziare gli ideatori di questa iniziativa che hanno dimostrato una particolare sensibilità a questa problematica sanitaria. Nuovo COLLEGAMENTO
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SALUTE DEGLI OCCHI
IL CONSIGLIO DEL FARMACISTA
NEI DISTURBI PALPEBRALI I DISTURBI A LIVELLO PALPEBRALE, COME BLEFARITI, CALAZIO E ORZAIOLO, SONO TANTO COMUNI QUANTO FASTIDIOSI.
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
BLEFARITI La blefarite è un’infiammazione dei margini delle palpebre, che può interessare un solo occhio o entrambi. Si manifesta con disturbi più evidenti al mattino: bordi delle palpebre rossi e gonfi, lacrimazione eccessiva, bruciore, prurito e formazione sulle ciglia di crosticine simili a forfora. Secondo la Tears Film & Ocular Surface Society (TFOS), “l’igiene palpebrale è considerata in gran parte una terapia efficace per la blefarite”. Bisogna consigliare ai pazienti di pulire le palpebre due volte al giorno ed esser costanti nel trattamento. Utili anche gli impacchi caldi per ammorbidire o liquefare le secrezioni delle ghiandole di Meibomio ostruite. Per un trattamento ottimale è necessario che l’impacco abbia una temperatura ≥ 40°C, che non superi i 45°C per evitare danni termici, e che sia caldoumido perché una superficie bagnata migliora la trasmissione del calore attraverso la palpebra, 46
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dando maggiori risultati rispetto ai trattamenti a secco. Dopo l’impacco, massaggiare delicatamente la palpebra, partendo dall’angolo esterno e procedendo verso il bordo, può aiutare a migliorare la funzione della ghiandola di Meibomio. CALAZIO E ORZAIOLO Sebbene appaiano simili, orzaiolo e calazio sono disturbi dell’apparato oculare che hanno origine diversa. L’orzaiolo è il risultato dell’infiammazione di piccole ghiandole sebacee presenti alla base delle ciglia in corrispondenza del follicolo pilifero, note come ghiandole di Zeiss. Nella maggior parte dei casi l’infiammazione è conseguenza di un’infezione batterica da Staphylococcus aureus, che porta alla formazione di una sorta di foruncolo, dall’aspetto bianco-giallastro al bordo ciliare.
SALUTE DEGLI OCCHI
Il calazio è dovuto ad un’infiammazione delle ghiandole di Meibomio che si verifica quando si ostruiscono i suoi dotti escretori e può riguardare sia la palpebra superiore che inferiore. Fondamentale risulta la visita oculistica per la diagnosi e il trattamento. In farmacia, intanto possiamo consigliare ai pazienti di non torturare l’orzaiolo o calazio per evitare problematiche più gravi, rispettare le regole di igiene oculari, evitare insaccati, dolci e altri cibi ricchi di sostanze grasse, e consumare cibi ricchi di omega3. Nella gestione della disfunzione delle ghiandole di Meibomio (DGM), come nel caso di calazio o blefarite, giocano un ruolo fondamentale gli impacchi caldi ed i lubrificanti oculari. Poiché la DGM si risolve in uno spessore ridotto dello strato lipidico, risulta utile rimpiazzare i lipidi con lubrificanti oculari simil-lipidici.
In particolare, uno studio osservazionale, prospettico, multicentrico, di 6-8 settimane, condotto su 72 soggetti, mostra che l’applicazione topica di perfluoroesilottano, una molecola simil lipidica, migliora significativamente i segni clinici, la stabilità del film lacrimale e riduce il grado di severità di blefariti anteriori e posteriori. Bibliografia. • Jones L, Downie LE, Korb D, Benitez-Del-Castillo JM, Dana R, Deng SX, Dong PN, Geerling G, Hida RY, Liu Y, Seo KY, Tauber J, Wakamatsu TH, Xu J, Wolffsohn JS, Craig JP. TFOS DEWS II Management and Therapy Report. Ocul Surf. 2017 Jul;15(3):575628. doi: 10.1016/j.jtos.2017.05.006. • Arita R, Morishige N, Shirakawa R, Sato Y, Amano S. Effects of Eyelid Warming Devices on Tear Film Parameters in Normal Subjects and Patients with Meibomian Gland Dysfunction. Ocul Surf. 2015 Oct;13(4):321-30. doi: 10.1016/j.jtos.2015.04.005. • Steven P, Augustin AJ, Geerling G, et al. Semifluorinated Alkane Eye Drops for Treatment of Dry Eye Disease Due to Meibomian Gland Disease. J Ocul Pharmacol Ther. 2017;33(9):678685. doi:10.1089/jop.2017.0042.
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#FARMACISTADIGITALE
BLOG: IL DIARIO ONLINE DELLA FARMACIA UNA FORMA DI INBOUND MARKETING PER RAGGIUNGERE NUOVI CLIENTI
Fig.1
di Monica Faganello, farmacista digital marketing specialist per la farmacia
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log, weblog, microblog, vlog, blook e chi più ne ha più ne metta. I sinonimi sono tantissimi ma quando si dice “blog” tutti sanno di cosa si tratta e ancor più quando si cita la parola blogger. Oggi vi voglio parlare di un blog in particolare, quello della farmacia, di come progettarlo, di come gestirlo e del valore che può portare alla crescita della vostra attività. 48
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Blog o web log, è un diario online dove pubblicare opinioni, idee, conoscenze, storie: in pratica è uno strumento per scrivere in rete e raggiungere un pubblico più o meno ampio. Il primo blog è nato come sito web nel lontano 1997 per pubblicare in autonomia articoli. A differenza del sito, il blog si distingue per due caratteristiche: il movimento e l’interazione. Un blog fatto bene, curato ed efficiente deve
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infatti essere continuamente alimentato con articoli freschi o aggiornati per essere premiato dai motori di ricerca (Google) e per soddisfare gli utenti. A tutti gli effetti il blog di una farmacia è uno strumento potente di inbound marketing che permette di attrarre online clienti “freddi” (attraverso la creazione di contenuti ottimizzati) per poi “scaldarli” fino a trasformarli in clienti fedeli, promotori del vostro marchio. Infatti, il viaggio di acquisto di un potenziale cliente/paziente, detto anche Customer Journey, è un percorso non lineare ma circolare, a quattro tappe: Attrazione, Conversione, Acquisto, Fidelizzazione per poi ricominciare da capo. Il Blog della farmacia può agire nella prima fase, calamitando gli utenti che navigano nel web attraverso la pubblicazione periodica di articoli utili riguardanti il benessere e la salute. In questo modo, il farmacista (e la farmacia) non solo potrà attrarre nuovi visitatori nella sua casa Fig.2 madre di contatto (sito web) ma guadagnerà in autorevolezza fino ad essere riconosciuto come un vero esperto del tuo settore. PUNTI DI FORZA DEL BLOG Il blog della farmacia, attraverso contenuti di qualità rilevanti e pertinenti, può intercettare le ricerche online su temi di salute e benessere e rispondere ai bisogni/necessità del lettore offrendo soluzioni professionali. Quante persone ogni giorno navigano cercando informazioni su questi temi? Milioni! Quante possono venire calamitate nel tuo blog/ sito? Tantissime. Attraverso il blog della farmacia (che consiglio di inserire all’interno del sito web) il farmacista può attirare potenziali clienti per poi transitarli su Landing page specifiche, cioè pagine web collegate al sito della farmacia in cui far compiere all’utente azioni profittevoli per il suo business. Faccio un esempio. Articolo di blog che tratta l’ipercolesterolemia: valori ematici, cause, conseguenze, trattamenti farmacologici, stili di vita, prevenzione.
Al termine (o nel mezzo) del testo viene inserito un bottone cliccabile (ben evidente e colorato con scritto “Prenota il test”) che invia il lettore ad una pagina web dove poter prenotare il servizio “Profilo lipidico” offerto dalla farmacia. Da un semplice articolo che intercetta una ricerca e risponde a una necessità di salute, l’utente “freddo” potrebbe recarsi nella farmacia che ha pubblicato l’articolo per fare l’esame consigliato, ricevere un consiglio prezioso dal farmacista, instaurare con questo un rapporto di fiducia, fino ad acquistare il farmaco o l’integratore specifico per la patologia in questione. Soddisfatto dall’esperienza di acquisto potrà consigliare la farmacia e il prodotto ad altre persone, diventando un fedele promotore. Altro punto di forza del blog è l’interazione con i lettori che possono scrivere in risposta, con domande, richieste, commenti, e la possibilità di accorciare le distanze tra farmacista e cliente offrendo, a costo zero, le sue competenze. VANTAGGI DEL BLOG PER LA FARMACIA • Indicizzazione degli articoli per posizionarsi bene su Google (visibilità su Google) • Imparare a scrivere bene online (SEO copywriting). • Creare relazione con i clienti. • Migliorare la reputazione online (rispondendo a domande ed esigenze concrete tramite contenuti di valore). • Alimentare i social network (e raggiungere anche gli utenti che non utilizzano i social). Fonte: mysocialweb.it
Inoltre, gli articoli del blog potrebbero essere citati come fonte all’interno di articoli scritti da altri, aumentando la visibilità e l’autorevolezza. Per tutti questi motivi il blog aziendale è un investimento, non un costo, per promuovere la vostra farmacia e guadagnare di più nel lungo periodo. Nuovo COLLEGAMENTO
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#FARMACISTADIGITALE
COME SI SCRIVE UN BLOG Il blog della farmacia, a differenza di un blog personale, deve seguire un piano editoriale per raggiungere gli obiettivi di business preposti. Esattamente come abbiamo visto per i social media, deve essere inserito all’interno di una strategia di comunicazione aziendale. Gli articoli, quindi, devono essere pensati per rispondere alle domande delle persone che il farmacista vuole portare sul suo sito con l’obiettivo di far compiere una o più azioni profittevoli per il suo business. La creatività è sicuramente importante e anche la varietà dei contenuti: oltre a scrivere, si possono caricare video, foto, aggiungere podcast relativi all’argomento trattato. Il vostro articolo, non dovrà̀ solo conquistare i vostri follower, ma dovrà̀ anche essere indicizzato dai vari motori di ricerca, quindi dovrà essere scritto rispettando specifici parametri. Indipendentemente dal fatto che si scriva un articolo per un blog, per una rivista o per un giornale, il consiglio è di seguire alcune linee guida. • Lunghezza: per il miglior posizionamento SEO in base ai parametri dell’algoritmo di Google in vigore nel 2021 la lunghezza ideale di un post del blog è tra 12.000 e 15.000 caratteri (corrispondenti più o meno a 1.800-2.000 parole italiane). Fonte Hubspot • Usa la forma attiva, evita parole complesse e preferisci la forma affermativa. Non abbondare con aggettivi e avverbi. • Trova i migliori argomenti da trattare chiedendo direttamente al tuo pubblico, cercando sui forum nel web oppure attraverso una ricerca di keyword efficaci aiutandoti con tool specifici (Semrush o SEOZoom). • Ogni articolo deve trattare di un solo argomento legato alla salute o al benessere e deve riportare al suo interno una parola chiave o keyword specifica per l’argomento trattato. • Individuato l’argomento, raccogli informazioni facendo ricerca sul web, sui libri, riviste. Seleziona attraverso Google la parola chiave legata al tuo argomento per scoprire i contenuti già pubblicati in precedenza e creare un testo migliore e differente.
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• Prima di scrivere decidi il target a cui ti rivolgi per scegliere lo stile comunicativo più corretto da utilizzare. • Cita ogni fonte che eventualmente utilizzi rielaborando i concetti, non copiandoli. • Segui uno schema per la struttura dell’articolo. Per un buon risultato quando si inizia a scrivere un articolo, è consigliabile seguire questo schema in ordine cronologico: 1. Definisci un buon titolo (tag title) che deve sintetizzare ciò che offri e spingere le persone a leggere. Cerca di inserire la key word nel titolo. 2. Definisci il sottotitolo (meta description)che deve approfondire e contestualizzare l’argomento (è più lungo e più piccolo per carattere del titolo). 3. Scegli un’immagine di apertura impattante 4. Scrivi il contenuto ovvero il body suddividendolo in paragrafi e sotto paragrafi ognuno con il suo titolo. 5. Scrivi la conclusione ovvero la chiusura che deve contenere sempre una CTA ovvero spingere l'utente a compiere un'azione. Nel caso di una farmacia potrebbe essere un invito a un download (catalogo, guida, coupon) o all’acquisto di prodotti nel sito web. Ognuno di questi passaggi merita un approfondimento particolare che darò nella prossima puntata della rubrica #ilfarmacistadigitale. Nel frattempo, il mio invito è quello di rivedere il vostro blog alla luce dei consigli dati, o di aprire il blog della vostra farmacia qualora ancora non sia stato inaugurato: i vantaggi saranno molti, a fronte di un costo zero. Il TEMPO da dedicare rappresenta sicuramente il più grande ostacolo. Per superarlo vi lascio con una riflessione: “quando comprendiamo il valore di una cosa e il suo reale potenziale, è allora che riusciamo a trovare il tempo e lo spazio che merita”. info@farmacista-digitale.it
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SOCI UTIFAR
ISCRIZIONI
2021
Noi siamo Utifar
Insieme per crescere ENTRA ANCHE TU A FAR PARTE DI UTIFAR! Iscriversi a Utifar significa essere parte di un'associazione impegnata a diffondere la cultura del cambiamento e la crescita della Professione. Insieme possiamo fare molto, le nostre idee e la nostra determinazione faranno la differenza!
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• Assistenza in caso di procedimenti legali garantita da avvocati di fiducia di Utifar ed esperti nel settore farmaceutico • Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni • Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2021 • Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio • Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo • Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label • Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori • Convenzione Carta Carburanti Cartissima Q8
Iscrizioni online sul sito www.utifar.it Utifar - Piazza Duca d'Aosta 14 - Milano - Tel. 02 70608367 - utifar@utifar.it
INTERVISTA ALLE AZIENDE
GLI OCCHI DI URSAPHARM
Intervista a Elena Sambugaro, Managing Director Ursapharm Italia
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
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rsapharm è una azienda multinazionale fondata nel 1974 in Germania da 4 farmacisti, con l’obiettivo ben preciso di sviluppare prodotti oftalmici ad elevata qualità e su larga scala. Dal 2019 l’azienda è presente anche in Italia. Cosa ha decretato il vostro successo? La continua ricerca per risolvere i bisogni insoddisfatti del paziente con patologie oftalmiche e la creazione del Sistema COMOD: un flacone unico disegnato sulle esigenze del paziente in termini di maneggevolezza e che garantisce, dopo l’apertura, la validità e la sterilità del prodotto per 6 mesi. La rivoluzione del Sistema COMOD ha decretato il successo di Ursapharm a livello internazionale, attraverso la distribuzione dei prodotti in ben 80 paesi. Come sta andando in questo periodo il mercato dei colliri? E’ un mercato in grande sviluppo in quanto aumenta sempre più la necessità di prendersi cura dei nostri occhi che sono soggetti a stimoli visivi da device, pc, schermi, condizionamento degli ambienti e, purtroppo, inquinamento. Basti pensare che ad oggi ci sono 350 milioni di persone che soffrono di dry eye disese in tutto il mondo e 15 milioni in Italia. Un numero da capogiro, al quale corrisponde un mercato in forte espansione. Inquadra il QR code per prendere visione del progetto Hylocchio.it
Quali sono i prodotti più richiesti in farmacia per i disturbi oculari? Sicuramente le lacrime artificiali che però non sono tutte uguali. Il collirio ideale dovrebbe contenere acido ialuronico di alta qualità, non dovrebbe contenere né conservanti e né fostati che sono nocivi specialmente se utilizzati in modo cronico. Ursapharm ha risposto a questi bisogni utilizzando solo materie prime come l’acido ialuronico ad alto peso molecolare e lunga catena, che risulta il più confortevole per gli occhi, più idratante e più simile alle nostre lacrime. Il sistema COMOD, inoltre, permette di non utilizzare né conservanti né fosfati pur mantenendo la validità del prodotto per 6 mesi dopo l’apertura. Che progetti avete per il futuro? Coerentemente con la nostra Vision, in un mondo in piena trasformazione digitale, dove gli occhi sono chiamati a performance sempre più impegnative, vogliamo diventare l’azienda di fiducia nell’oculistica, rivolgendoci a specialisti e farmacisti, ascoltando le loro esigenze e creando partnership con le associazioni scientifiche e i pazienti. Proprio ai pazienti ci rivolgiamo con il nostro ultimo progetto digitale: hylocchio.it. Uno spazio di approfondimento sulla salute degli occhi, uno strumento serio ed affidabile per il paziente, con consigli redatti da un team di specialisti multidisciplinare. Inoltre, nel breve periodo abbiamo in programma il lancio di due nuovi prodotti per l’igiene palpebrale e per le allergie, tra cui un farmaco. Nuovo COLLEGAMENTO
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Intervista a Fabrizio Cappelletto: le sfide nella ricerca e produzione di un’ampia gamma di integratori alimentari. Dr. Fabrizio Cappelletto racconta le sfide nella ricerca e produzione di un’ampia gamma di integrato Rimedi naturali che promuovono la salute dell’individuo e nepromuovono migliorano ladell’individuo qualità della vita. la qualità della vita naturali che la salute e ne migliorano
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ambiano i consumi nelle farmacie. Sempre più italiani acquistano integratori, prodotti per la cura della persona e prodotti da banco. Il dottor Fabrizio Cappelletto, consulente tecnico di Atena Bio, azienda veneta che nel 2005 ha lanciato il marchio di integratori alimentari ISani Bio, spiega come questi prodotti agiscano, aumentando le risorse a disposizione dell’organismo per mantenere un buono stato di salute. I Sani Bio è un marchio storico che nasce circa 15 anni fa. Come si sviluppa la collaborazione con gli specialisti della salute? «L’obiettivo è sempre stato quello di sviluppare una linea di prodotti che, oltre a svolgere un’azione preventiva, potesse coadiuvare la cura di diverse patologie, in affiancamento alle terapie convenzionali. Stiamo oggi depositando dei brevetti riguardanti nuovi prodotti pensati, ad esempio, all’impiego in ambito oncologico, in concomitanza dei trattamenti tradizionali. Sono 270 le referenze attualmente a catalogo, tutte ideate e standardizzate da un’equipe di professionisti che comprende farmacisti, naturopati, erboristi, medici naturopati, medici convenzionali e ricercatori. Atena Bio srl collabora attivamente con diverse istituzioni scientifiche del nostro Paese e internazionali». Quali sono le caratteristiche di questi prodotti? «Il denominatore comune è migliorare le qualità della vita. Si tratta di prodotti naturali, molti dei quali scandiscono la storia dell’uomo e sono spesso utilizzati e sperimentati fin dall’antichità». Tra i prodotti in evidenza nel vostro catalogo c’è la Zeolite ZCA. Quali sono le sue possibili applicazioni? «Per la sua capacità di assorbire metalli pesanti e altre molecole tossiche, la Zeolite è definita la “spugna intelligente” ed è in grado di combattere lo stress ossidativo del tratto gastrointestinale, neutralizzando i radicali liberi. Può essere utilizzata anche nel caso di problemi dermatologici, poiché svolge un’azione radioprotettiva decontaminante. Le zeoliti sono materiali microporosi di origine vulcanica, chimicamente parliamo di alluminosilicati idrati di metalli alcalini e alcalino terrosi». Ci sono integratori che intervengono su disbiosi, infiammazioni intestinali, candidosi? «Può essere indicato Gut Rebalance, un prodotto fitoterapico in gocce, costituito da viola del pensiero fiori, rosa gallica, rosa canina frutti e lapacho corteccia. Zeolite e Gut Reballance sono costituenti di Body De-
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ambiano i consumi nelle farmacie. Sempre più italiani acquistano integratori, prodotti per la cura della persona e prodotti da banco. Il dottor Fabrizio Cappelletto, consulente tecnico di Atena Bio, azienda veneta che nel 2005 ha lanciato il marchio di integratori alimentari I Sani Bio, spiega come questi prodotti agiscano, aumentando le risorse a disposizione dell’organismo per mantenere un buon stato di salute. I Sani Bio è un marchio storico che nasce circa 15 anni fa. Come si sviluppa la collaborazione con gli specialisti della salute? «L’obiettivo è sempre stato quello di sviluppare una linea di prodotti che, oltre a svolgere un’azione preventiva, potesse coadiuvare la cura di diverse patologie, in affiancamento alle terapie convenzionali. Stiamo oggi depositando dei brevetti riguardanti nuovi prodotti pensati, ad esempio, all’impiego in ambito oncologico, in concomitanza dei trattamenti tradizionali. Sono 270 le referenze attualmente a catalogo, tutte ideate e standardizzate da un’equipe di professionisti che comprende farmacisti, naturopati, erboristi, medici naturopati, medici convenzionali e ricercatori. Atena Bio srl collabora attivamente con diverse istituzioni scientifiche del nostro Paese e internazionali». Quali sono le caratteristiche di questi prodotti? «Il denominatore comune è migliorare le qualità della vita. Si tratta di prodotti naturali, molti dei quali scandiscono la storia dell’uomo e sono spesso utilizzati e sperimentati fin dall’antichità». Tra i prodotti in evidenza nel vostro catalogo c’è la Zeolite ZCA clinoptilolite attivata
tox, un prodotto che abbiamo immesso sul mercato nel 2017 riscuotendo un interessante successo. Contiene anche Laposlim Tisana ed è indicato come depurativo di fegato e intestino. Body Detox riattiva il microbioma intestinale, è un antinfiammatorio naturale della mucosa intestinale, ma può anche essere LA DISTRIBUZIONE un importante coadiuvanteI nostri delle terapie oncologiche». canali di elezione sono oggi le farmacie, le parafarmacie e le erboristerie, ma In che modo? stiamo pensando di implementare il nostro «Può contribuire alla riduzione delle recidive quando viebusiness puntando anche sull’e-commerce e ne utilizzato in sinergia consull’apertura altri due prodotti della linea I di erboristerie in franchising Sani Bio: Life Vegan Vitamin, composto da Vitamina B9, ViQuali sono le sue possibili applica- matologici, poiché svolge un’azione ratamina B12, Vitamina D3, Vitamina J, e KQC, antiossidante zioni? dioprotettiva decontaminante. Le zeoliti sono «PerMetilsulfonilmetano la sua capacità di ascostituito da Coenzima Q10, (MSM), materiali microporosi di sorbire pesanti e K». Vitamina C Acerola, Vitamina D3,metalli Vitamina origine vulcaaltre molecole tossiche, la LISA è un vostro nuovo brevetto. Dilache nica, chimicaZeolite è definita “spu- cosa si tratta? m e n t e gna intelligente” ed è in «LISA è l’acronimo di Liposomes parliamo di algrado di Activated combattere lo by Sunfloluminosilicati stress ossidativo del tratto wer. LISA contiene liposomigastrointestinale, costituiti da una membrana idrati di meneutratalli alcalini e lizzando i ricavati radicali liberi. cellulare composta da fosfolipidi dalla lecitina di alcalino terPuò essere utilizzata anche rosi». nel caso di problemi der- sferiche di digirasole. I liposomi sono piccole particelle Ci sono intemensioni comprese Atena Bio ha sede a Padernello (Tv) tra i 1 e i 3 nanometri che contengogratori che intervengono no internamente un nucleo ac-quoso.Proprio quest’ultisu disbiosi, Know-how di qualità infiammamo potrebbe veicolare i più disparati principi attivizioni come Società diretta dalla famiglia Alili, Atena Bio srl ha puntato fin dal lontano 2005 sul intestinali, candidosi? marchio I SaniC BioLiposomiale che tutt’oggi rappresentao l’emblema di questa azienda I «Può essere indicato Gut Rebalance, un la Vitamina la Vitamina D trevigiana. Liposomiale. Sani Bio comprende oggi 180 prodotti, messi a punto da un team di professionisti che prodotto fitoterapico in gocce, costiopera dellamicroparticelle salute. Tra le referenze di maggior successo di questa linea aprire di Grazie anell’ambito queste si po-trebbero tuito da viola del pensiero fiori, rosa prodotti naturali vanno citati: Argento Colloidale Ionico Metodo Robert O. Becker, Zeolita gallica, rosa canina frutti e lapacho corinteressanti terapeutiche della ZCA Attivata prospettive per il 94,5 per cento in clinoptilolite, Gut nell’ambito Rebalance, Body teccia. Zeolite e Gut Reballance sono Detox, Alfalattoalbumina, SILICIUM Silicio Organico Bio, Glucosamina&Collagene. costituenti di Body Detox, un prodotto medicina integrata». che abbiamo immesso sul mercato nel Un aspetto importante è la distribuzione, che deve essere multicanale. «I nostri canali di elezione sono oggi le farmacie, le parafarmacie e le erboristerie, ma stiamo pensando di implementare il nostro business puntando anche sull’e-commerce, con un nuovo portale, e sull’apertura di erboristerie in franchising». Sono questi i progetti futuri di Atena Bio? «Per 1l 2021 non pensiamo allo sviluppo di ulteriori referenze. L’obiettivo è consolidare i prodotti appartenenti al nostro marchio I Sani Bio. Dal punto di vista commerciale, punteremo alla Cina, a questo proposito abbiamo già provveduto a registrare il marchio in questo Paese. Siamo ottimisti anche sullo sviluppo del nostro canale e-commerce che potrebbe regalarci significative soddisfazioni». Nuovo COLLEGAMENTO Nuovo COLLEGAMENTO
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SV er voi
NOVITÀ DALLE AZIENDE
p i t el c S
DA TEKNOFARMA IKEN UP PLUS PER CANI E GATTI
Iken Up Plus è un mangime complementare per cani e gatti. Contiene carnitina, aminoacidi, vitamine, oligoelementi e un pool completo di antiossidanti tra cui spicca la Superossido Dismutasi (SOD), antiossidante primario essenziale. Grazie alla sua composizione ricca ed equilibrata, Iken Up Plus favorisce il recupero fisico e contrasta lo stress ossidativo. È indicato in situazioni di stress quali gravidanza e allattamento, invecchiamento, sport e sforzo fisico intenso, patologie, traumi e interventi chirurgici. Iken Up Plus si presenta sotto forma di compresse appetibili ed è disponibile in due confezioni distinte: una per gatti e cani di piccola taglia e una per cani di media e grande taglia. Iken Up Plus per gatti e cani di piccola taglia è caratterizzato da elevata appetibilità ed è gradito anche ai soggetti più esigenti. Iken Up Plus per cani di media e grande taglia contiene come aromatizzanti idrolizzati proteici di origine suina, pertanto può essere assunto senza controindicazioni anche dai soggetti con allergia o intolleranza alle proteine animali.
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Sodio ialuronato 0,3 mg/ml Per dare sollievo agli occhi irritati
HYLO FRESH® è una soluzione sterile priva di conservanti per uso oftalmico. HYLO FRESH® viene utilizzato per dare sollievo agli occhi irritati. Gli occhi possono diventare irritati e secchi a causa di fattori ambientali come lavoro prolungato al computer, clima secco, correnti d’aria, aumento della radiazione solare, contaminazione dell’aria con polvere o pollini o quando si indossano lenti a contatto. Già da secoli, preparati a base di eufrasia (Euphrasia officinalis), venivano tradizionalmente utilizzati per curare irritazioni alla congiuntiva accompagnate da arrossamento e bruciore agli occhi, aumento della lacrimazione, gonfiore e arrossamento delle palpebre o del margine palpebrale. HYLO FRESH® contiene inoltre ialuronato di sodio. Lo ialuronato di sodio aumenta la viscosità della soluzione umidificante, rendendola così più densa dell’acqua. In questo modo permane più a lungo sulla superficie oculare. L’utilizzo delle gocce oculari dà sollievo agli occhi e alle palpebre irritati che, grazie ad esse, ricevono un’idratazione simile a quella fornita dalle lacrime. HYLO FRESH® elimina tutti i sintomi provocati dalla secchezza oculare, ad esempio a causa di una scarsa produzione fisiologica di lacrime naturali. L’umidificazione analoga a quella delle lacrime fornita da HYLO FRESH® serve a migliorare l’idratazione oculare anche quando si indossano lenti a contatto morbide o rigide. Grazie all’assenza di conservanti, HYLO FRESH® è ottimamente tollerato. HYLO FRESH®, inoltre, non contiene fosfati, il che permette di evitare possibili complicazioni dovute alla formazione di depositi sulla cornea.
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DR & Domande e Risposte
CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it
I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna
REALIZZAZIONE DI SPAZI PER LE VACCINAZIONI
Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, i soci interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, così da permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea.
SOCIO NON VACCINATO Il socio accomandatario di una s.a.s ha ricevuto ieri dal Dipartimento Prevenzione della locale ASL l'invito a vaccinarsi entro giorni cinque. Essendo assolutamente contrario e disponendo in farmacia di due soci accomandanti vaccinati con doppia dose Pfizer (fratelli), chiede come procedere nell'immediato per evitare conseguenze sulla normale operatività quotidiana della farmacia, prima di ricevere intimazioni dall'Ufficio Farmaceutico. I provvedimenti che deriveranno dal comportamento dell'interessato sono legati alla persona e non alla società titolare della farmacia. Di conseguenza se l'interessato non è o nomina un nuovo direttore tecnico nulla potrà accadere alla società dal punto di vista amministrativo. Ovviamente rivestendo il ruolo di socio accomandatario potrebbero esserci ripercussioni sull'amministrazione della società per l'eventuale incapacità derivante dalla sospensione dall'albo dei farmacisti (penso agli adempimenti legati alla Convenzione col SSN); ergo consiglio di vaccinarsi o se si vuol proseguire in detto atteggiamento nell'effettuare le opportune modifiche societarie. Avv. Paolo Leopardi
CONSULENZE UTIFAR
ESONERO ENPAF Buonasera vorrei sapere se posso fare la domanda di esonero Enpaf. Sono nella Sas con mia madre ma il mio reddito è di 20 mila euro. Posso fare domanda? In merito al quesito sotto evidenziato riportiamo di seguito un riepilogo sul tema esonero dei contributi: La Legge di bilancio 2021 ha previsto la possibilità di ottenere l’esonero dei contributi dovuti per l’anno 2021, fino ad un massimo di 3.000 euro, per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali Inps e ai professionisti iscritti ad altre forme obbligatorie di previdenza ed assistenza, tra cui rientrano ovviamente anche gli iscritti all’Enpaf. Al fine di poter richiedere l’esonero del versamento dei contributi devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: · aver percepito nell’anno d’imposta 2019 un reddito professionale complessivo inferiore a 50.000 euro; · aver subito un calo del fatturato, o dei corrispettivi, nel corso dell’anno 2020 di almeno il 33% per cento rispetto a quanto percepito nel 2019. Tali requisiti non sono tuttavia necessari per coloro che hanno iniziato l’attività professionale, che comporta l’obbligo di iscrizione, nel corso del 2020. Al tempo stesso sono di conseguenza esclusi i soggetti che hanno iniziato l’attività dal 1° gennaio 2021. Contemporaneamente, per il periodo oggetto di esonero, i soggetti che vogliono presentare domanda devono rispettare anche i seguenti requisiti: · non devono essere titolari di contratto di lavoro subordinato (l’esonero non spetterà per i mesi nei quali risulta attivo un rapporto di lavoro subordinato); · non devono essere titolari di pensione diretta (anche in questo caso l’esonero non spetterà per i mesi nei quali si risulta essere in possesso di pensione diretta); · devono essere in regola con il versamento dei contributi. La domanda per l’esonero contributivo, nel caso dei farmacisti, deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica, tramite il portale “Enpaf Online” entro il 31 ottobre 2021. Il limite massimo di 3.000 di cui sopra, potrà subire una riduzione secondo quello che risulterà essere il numero delle domande accettate. Avv. Paolo Leopardi
I SERVIZI IN PARAFARMACIA Ho aperto una parafarmacia credendo di poter svolgere diversi servizi e diverse attività forniti dalle farmacie. Vorrei sapere che leggi regolano la presenza di una cabina estetica interna alla farmacia piuttosto che interna alla parafarmacia. Vorrei anche sapere che leggi regolano l'accesso alle prenotazioni cup tramite pc in farmacia piuttosto che in parafarmacia. La disciplina di riferimento per l’esercizio di attività di estetista è contenuta nella legge statale (n. 1 del 4/1/1990), nonché nelle norme regionali di programmazione e, infine, nei regolamenti comunali che prevedono anche i requisiti igienico-sanitari dei locali nei quali si svolge l’attività. Le disposizioni contenute nella legge 4/1/1990, n.1 (G.U. Serie Generale n,4 del 5/1/1990) prevedono che le attività di cui al primo comma non possono essere praticate in forma itinerante. L’apertura di un esercizio di estetista è subordinata all’autorizzazione da parte del Sindaco previo parere favorevole del Servizio di I.P. dell’U.S.L. competente per territorio sui requisiti igienici dei locali, sull’idoneità delle attrezzature e suppellettili (preferibilmente monouso) e sull’osservanza delle norme di sicurezza per quanto riguarda l’uso di apparecchi elettromeccanici per uso estetico. Sono, comunque, fatte salve le norme regionali. E’ vietato l’uso di apparecchi elettromedicali di qualsiasi specie non ricompresi nell’allegato alla legge 4/1/1990, n.1. Deve essere rispettata la normativa sulla preparazione ed impiego dei cosmetici. Pertanto senza le dovute risposte da parte del Comune e della Asl di riferimento sarà complicato procedere ed in caso di inerzia si dovrà procedere con le opportune messe in mora. Avv. Paolo Leopardi Nuovo COLLEGAMENTO
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DR &
CONSULENZE UTIFAR
Domande e Risposte
LA SICUREZZA IN LABORATORIO Una collega che si sta approcciando alla galenica mi chiede (riporto testualmente): "Come faccio a capire quando devo utilizzare una cappa per sostanze pericolose? Nella scheda di sicurezza non viene specificato." Io ho risposto che si devono guardare le diciture H nella scheda di sicurezza, ma chiedo anche a voi (e magari un riferimento normativo) La valutazione sull'uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale) e dei DPC (dispositivi di protezione collettiva) è compito del responsabile del servizio prevenzione e protezione aziendale. I riferimenti normativi sono rappresentati da: (lista esemplificativa ma non esaustiva). - LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI A CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN AMBIENTE SANITARIO sancite da LA CONFERENZA PERMANENTE per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano 05/08/1999 - dalle indicazioni per la tutela dell'operatore sanitario per il rischio di esposizione ad antiblastici ISPESL maggio 2010 - LEGGE 81/2008 titolo IX e decreti successivi inerenti la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. - INAIL genti cancerogeni e mutageni 2015 - Regolamento 1907/2006 REACH - Regolamento 1972/2008 CLP Inoltre da un'attenta valutazione della scheda di sicurezza sarà possibile classificare la sostanza come, ad esempio, pericolosa, tossica, mutagena etc. ed adottare quindi le opportune precauzioni indossando dispositivi di protezione individuale e collettiva previsti. Avv. Paolo Leopardi 62
Nuovo COLLEGAMENTO
VENDITA DI MATERIE PRIME A volte, ci capita di acquistare delle materie prime per poi rivenderle direttamente al pubblico. Un esempio recente è stato l’acquisto di 1 litro di olio di mandorle richiestomi da un cliente. in questi casi, dove non avviene alcuna lavorazione galenica, quale metodo di tariffazione e dobbiamo applicare? "Trattandosi di una vendita NON COME PREPARAZIONE GALENICA ma come uso tecnico il prezzo è libero".
Prof.ri Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
FORMULAZIONI DI COENZIMA Q10 È possibile preparare in laboratorio gocce sublinguali di coenzima q10? A parte delle composizioni in commercio come integratori che però non trovano credito in pubblicazioni internazionali, preparazioni sublinguali a base di q10 non sono reperibili. Per pura curiosità dette composizioni riportano Glicerina, acqua Coenzima q10, trigliceridi a media catena, lecitina di soja e sodio idrossido. Ci sono però formule di Coenzima q10 liquide da ricostituire al momento dell'uso: Parte solida: Coenzima q10 50 mg, pvp 3,5 mg, Polisorbato 80 1,5 mg, amido di mais 27,5 mg, Silice 2,5 mg. Parte liquida: Sorbitolo 3500 mg, Sodio benzoato 10 mg, aroma 15 mg, Acido citrico 15 mg, acqua depurata qb a 8 ml. Questa formulazione oltre ad essere stabile nelle due forme e da assumersi al momento della ricostituzione è valida dal punto di vista della biodisponibilità. In alternativa si trovano in letteratura (formula non sublinguale) soluzioni oleose di Q10 in olii vegetali quali oliva o cocco.
Prof.ri Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
Il luogo di incontro tra attuali e futuri leader del mondo Life Sciences
UNIVERSITÀ DI PAVIA
di MAMAF ce n’è uno solo! MASTER II LIVELLO | MARKETING MANAGEMENT NEL SETTORE FARMACEUTICO Il Master di Il livello in “Marketing Management nel Settore Farmaceutico” intende rispondere alla domanda di figure professionali esperte nell’analisi e nella valutazione quantitativa di problematiche del settore del marketing da parte delle aziende farmaceutiche, delle agenzie specializzate in comunicazione in ambito sanitario e farmaceutico e dei servizi outsourcing di pianificazione del marketing farmaceutico con specifici focus sulle valutazioni farmaco economiche. Partner:
La preparazione teorica e lo stage aziendale perseguono l’obiettivo di formare giovani capaci di inserirsi all’interno dei complessi sistemi aziendali con competenze tecniche, gestionali ed organizzative e con la conoscenza dei principi fondamentali dei sistemi economici che regolano il mercato dei prodotti farmaceutici. Per informazioni: www.mamaf.it Contatti: segreteria@mamaf.it | tel. +39 02.48519230 Con la collaborazione di
Con il patrocinio di AGIFAR MILANO Associazione Giovani Farmacisti
Anche in questa edizione, per il terzo anno consecutivo, grazie al contributo di VMLY&Rx è stata istituita una borsa di studio in memoria del Dott. Ettore Morello
Il medicinale omeopatico oscillococcinum®
per la prevenzione e il trattamento dell’influenza e delle sindromi influenzali 1
”oscillococcinum® è normalmente proposto per la prevenzione e per la terapia dell’influenza e delle sindromi cliniche simil-influenzali2 ”.
con rapidità significativamente maggiore nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo”.
(Bellavite P. oscillococcinum® e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7)
(Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. oscillococcinum® in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76)
Uno studio in real life3 condotto su 459 pazienti seguiti nell’arco di 10 anni ha evidenziato “come il medicinale omeopatico (oscillococcinum®) abbia avuto un effetto preventivo sulla minor incidenza di episodi RTI” (Infezioni del Tratto Respiratorio) e che “l’effetto protettivo osservato è coerente con altri studi che hanno documentato il suo effetto sul trattamento di sintomi sia influenzali che simil-influenzali”. (Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12)
Depositato presso l’AIFA il 01/06/2017
Uno studio clinico4 randomizzato in doppio cieco su individui che avevano consultato il Medico di Medicina Generale e il Medico Internista per sintomi similinfluenzali (dei quali 188 trattati con oscillococcinum® e 184 con placebo) ha dimostrato che: “1) la riduzione dei sintomi dopo 48 ore è risultata significativamente più elevata nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo; 2) i sintomi sono scomparsi
“oscillococcinum® è un medicinale omeopatico dei Laboratoires Boiron, unico, originale e brevettato. Da sempre è preparato in diluizione korsakoviana (200 K)2 ”. (Bellavite P. oscillococcinum® e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.21)
oscillococcinum®, 30 e 6 dosi, contiene diluizioni omeopatiche che, per le loro basse concentrazioni molari, non presentano generalmente tossicità chimica, controindicazioni, interazioni farmacologiche direttamente legate alla quantità di prodotto assunto5-7. oscillococcinum®, in quanto medicinale omeopatico, è adatto ad adulti, bambini3,5, anziani3,5, pazienti politrattati3,8, pazienti con BPCO, allergie respiratorie, asma e altre malattie respiratorie3. oscillococcinum®: utilizzato da oltre 30 anni in 50 paesi del mondo.
D.Lgs. 219/2006 art.85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art.120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN.
Bibliografia 1. Mathie RT, Frye J, Fisher P. Homeopathic Oscillococcinum® for preventing and treating influenza and influenza-like illness. Cochrane Database Syst Rev. 2015; 1:CD001957. doi: 10.1002/14651858.CD001957. 2. Bellavite P. Oscillococcinum e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7,21. 3. Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12. 4. Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. Oscillococcinum in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76. 5. Boulet J. Homéopathie – L’enfant. Marabout 2003. p.14-17. 6. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Product. 7. Kirby BJ. Safety of homeopathic products. Journal of the Royal Society of Medicine. 2002; 95 (5):221, 222. Disponibile su: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1279671/. 8. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Ariete Salute; 1993. 1: p.81.
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