Nuovo
COLLEGAMENTO Rivista ufficiale di Utifar - Unione Tecnica Italiana Farmacisti
N.7 ottobre
Poste Italiane S.p.A. - contiene I.P. - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Pescara per la restituzione al mittente previo pagamento della relativa tassa
2020
VACCINI SCIENZA E COMUNICAZIONE
IL FARMACISTA VACCINATORE PER LA TUTELA DELLA SALUTE
FARMACISTAPIÙ 2020 LA PRIMA EDIZIONE DIGITALE
SUPPORTO NUTRIZIONALE NEI PET AFFETTI DA IRC
UTIFAR
ECM ONLINE 2020
IL FARMACISTA
E LE VACCINAZIONI 13 crediti Ecm
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I farmacisti, durante questa pandemia sono stati sempre presenti, 24 ore su 24, anche oltre il loro orario di lavoro, dimostrando di essere l’unico vero punto di riferimento sanitario sul territorio. Utifar crede che il farmacista, per questo motivo, sarà coinvolto in ulteriori attività di prevenzione e ha voluto quindi organizzare un corso dal titolo “Il farmacista e le vaccinazioni“. Il corso ha come obiettivo quello di fornire ai farmacisti la formazione necessaria per la somministrazione dei vaccini, in modo da essere pronti in caso di una modifica della normativa. • Validità dal 20/08/2020 al 20/08/2021 • 13 crediti Ecm • Costo: € 50 • Iscrizioni sul sito www.utifar.it
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L'EDITORIALE
di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA FARMACIA
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on c’è dubbio che questa emergenza sanitaria abbia accelerato molti processi, sia in ambito sociale, sia nel campo della salute dove, in particolare, ha evidenziato le debolezze in essere e ha contribuito a suggerire quelle che possono essere le strade per risolverle. Qualcuno usava dire che i problemi ingegnano le soluzioni e aprono la strada a nuove opportunità. Questo concetto non va di certo spiegato alla Apple che, pochi giorni fa, a soli cinque mesi dall’arrivo della pandemia negli Stati Uniti, ha presentato la nuova versione del suo Smartwatch: tra le app dell’orologio, c’è anche un misuratore della saturazione dell’ossigeno. Sì, lo so: fa storcere il naso a più di qualcuno pensare che siano stati più solerti i giganti della tecnologia piuttosto che quelli della farmaceutica. Anziché nuovi gadget per la telefonia, avremmo preferito vedere presentare terapie efficaci e risolutive. Ma anche questo è uno di quei problemi da risolvere e lo sviluppo di nuovi farmaci in tempi più celeri sarà senza dubbio oggetto di discussione all’interno delle istituzioni sanitarie. Esiste poi la medicina sul territorio. Anch’essa, va detto, ha presentato qualche criticità che dovrà essere risolta. In questo ambito, fa piacere che il ministro della Salute abbia riconosciuto, sebbene con qualche mese di ritardo, il fondamentale ruolo giocato dalle farmacie nell’emergenza. Noi farmacisti c’eravamo e ci siamo. Siamo stati aperti, anche oltre gli orari stabiliti. Abbiamo fatto un sacrificio enorme e corso grandi rischi, come la perdita di molti colleghi, purtroppo, continua a testimoniare nelle nostre memorie. Ma sono stati sacrifici riconosciuti, alla fine. Siamo passati, per dirla in altri termini, da essere visti come dei semplici venditori di mascherine a possibili partner per importanti campagne di prevenzione sul territorio, a partire dalla vaccinazione antinfluenzale in farmacia, attualmente oggetto di valutazione da parte del legislatore. Auspico con forza che questo progetto vada in porto e, proprio per anticipare i tempi e favorire una adeguata formazione della categoria, Utifar ha organizzato un importante processo formativo mettendo a disposizione dei colleghi il corso “Il farmacista e le vaccinazioni in farmacia”. Ringrazio i moltissimi colleghi che già si sono iscritti, dimostrando di avere fin da subito compreso lo spirito dell’iniziativa: un percorso formativo di alto livello che prepara il farmacista alle nuove mansioni che gli potrebbero venire assegnate. Il corso sarà disponibile online per un anno intero, fino al 20 agosto 2021. Non sono in grado di prevedere se in questo lasso di tempo verrà concessa la possibilità di eseguire i vaccini in farmacia. Resta il fatto che di fronte a migliaia di farmacisti con una specifica formazione e pronti a proporre questo servizio, il ministero si sentirà più motivato ad utilizzare i nostri presidi sanitari per questa ed altre iniziative sanitarie su larga scala. La farmacia dei servizi, in stallo da ormai più di 10 anni, ha una grande opportunità per affermarsi concretamente e per diventare realtà. Se non sarà per la campagna vaccinale di quest’anno, sarà per il prossimo futuro: ne sono certo e sono fiero che Utifar stia attivamente contribuendo a creare le condizioni affinché ciò avvenga. Non mi sono certo sfuggite alcune critiche rivolte ad Utifar, che ho letto con attenzione e, dove giuste, ho preso in adeguata considerazione. Non posso però accettare i NO a priori, il “chi ce lo fa fare” né, tantomeno, le delazioni e le prese in giro. Siamo nel 2020, il mondo corre, ci travolge, e noi dobbiamo correre con lui, ma dobbiamo essere noi a indicare la direzione, a fare le proposte. Per fare questo ci vuole unità, ci vuole l’orgoglio e la consapevolezza di essere professionisti e di non aver paura dei cambiamenti. Quando capiremo che i nostri concorrenti non sono i colleghi, ma altri, forse le cose inizieranno ad andare meglio. La farmacia dei servizi non è l’unico ambito di cambiamento che richiede una forte accelerazione. Penso, per esempio, alla remunerazione delle farmacie e ad un nuovo contratto per i collaboratori. Sono due questioni che vanno di pari passo, perché solo da una farmacia economicamente sostenibile possono nascere nuove prospettive di gratificazione (anche economica) per chi in esse lavora. Non possiamo, in definitiva, chiedere ai colleghi sempre più sforzi e dare loro sempre meno. Abbiamo rischiato la nostra salute e ora stiamo formandoci per evolvere e per offrire altri servizi. E’ chiaro che a nuove mansioni dovranno corrispondere nuovi riconoscimenti professionali ed economici. Ma questo, come direbbero anche in Apple, il va sans dire.
Nuovo COLLEGAMENTO
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FARMACIA SANT’ANNA - REGGIO CALABRIA
SEGUICI SU
SOMMARIO
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VACCINI
SCIENZA E COMUNICAZIONE
di Alessandro Fornaro
n. 7 ottobre 2020
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IL FARMACISTA VACCINATORE: UN NUOVO POSSIBILE RUOLO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEL CITTADINO
di Paolo Levantino
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Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Pasquale D'Avella - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia
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Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono
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Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XX n. 7 ottobre 2020 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
La scienza empatica OTITE
CURE NATURALI E MEDICINALI OMEOPATICI
di Rocco Carbone
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OTITE ESTERNA
L'APPROCCIO DELLA MEDICINA ALLOPATICA
a cura del SIF, Società Italiana di Farmacologia
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LA SILIMARINA
COME SUPPORTO NEL FEGATO GRASSO
di Paolo Levantino
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www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock
AFFETTI DA INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC)
di Elena Bottazzi
Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO
SUPPORTO NUTRIZIONALE NEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE di Giorgia Meineri
Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro
FARMACISTAPIÙ 2020
IL CONGRESSO DEI FARMACISTI ITALIANI
#FARMACISTADIGITALE THE BIG FAMILY LA PIATTAFORMA FACEBOOK di Monica Faganello
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QUANDO RESPIRARE DIVENTA TERAPIA di Silvia Sartoris
LE DIVERSE FACCE DELL'ANSIA
di Piera Francesca Rasiera
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Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
FENAGIFAR E FONDAZIONE VERONESI A SOSTEGNO DELLA RICERCA NELL’ONCOLOGIA PEDIATRICA
di Paolo Levantino e Michela Soardi
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CONSULENZE UTIFAR Nuovo COLLEGAMENTO
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ATTUALITÀ
VACCINI,
SCIENZA E COMUNICAZIONE
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
LA PANDEMIA DA COVID-19 HA ACCELERATO MOLTI PROCESSI SOCIALI E HA RESO PIÙ DIFFUSO UN ATTEGGIAMENTO DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DELLA SCIENZA E DEI SUOI METODI, ANCHE COMUNICATIVI
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Nuovo COLLEGAMENTO
ATTUALITÀ
A
50 anni dalla celebre frase “Ich bin ein berliner”, un altro Kennedy ha parlato dal palco della grande città tedesca. Nel proprio intervento, Robert Jr. ha citato il memorabile discorso dello zio, evocando a sé il medesimo spirito che aveva dettato le parole del 1963: a favore delle libertà e contro ogni forma di totalitarismo. Ma con chi ce l’aveva, lo scorso settembre, il politico americano? Verrebbe da pensare con la Corea del Nord, le politiche commerciali della Cina o quelle geopolitiche della Russia di Putin. Nulla di tutto ciò. Ad essere accusati di orchestrare una forma di totalitarismo, basato sul controllo dei nostri dati, sono stati Bill Gates, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e tutti gli altri big dell’hi tech che, tramite app e altre diavolerie moderne come Alexa, starebbero attuando una nuova forma di controllo globale con la supervisione di governi e apparati internazionali. Il discorso, che qualche convinto attivista ha già definito storico, è stato tenuto all’interno di una manifestazione organizzata per contestare le restrizioni anti-Covid. Occorre fare molta attenzione a ciò che sta accadendo. Stiamo infatti assistendo ad una congiuntura tra le più variegate anime anti establishment. E il collante di tutto ciò è il Covid. Ora, si farebbe presto (e molti illustri analisti lo fanno) a liquidare la questione sbrigativamente e ad etichettare il tutto sotto un unico appellativo: complottisti, negazionisti, no-vax. C’erano anche loro alla manifestazione, certo. Ma facciamo attenzione nel dare una risposta frettolosa ad un fenomeno che, invece, dovrebbe farci riflettere. Non tanto perché vogliamo attribuire alcuna forma di credibilità a discorsi negazionisti, sia chiaro fin da subito. Abbiamo visto morire interi nuclei familiari, qui in Lombardia, e chi nega l’esitenza del virus non sa di cosa parla.
Come farmacisti, abbiamo anche perso alcuni colleghi che sono stati contagiati facendo il proprio lavoro per la collettività. Ma, attenzione: Robert Kennedy Jr. non ha negato l’esistenza, né la gravità della pandemia. Ha, invece, ribadito concetti che già facevano parte della sua battaglia politica prima dell’avvento di Covid. Oltre a lui, altre persone sensate e autorevoli avanzano dubbi non tanto sull’esistenza della pandemia, ma sulla sua gestione e sulle accelerazioni in ambito sociale che, a loro avviso, si stanno profilando. Tuttavia, come in un coro, le diverse voci critiche si mescolano tra loro e divengono inscindibili, da chi non abbia un orecchio allenato. Ed è così che vengono percepite e raccontate in modo univoco convinzioni assurde e posizioni sensate, in un deriva generalista che marchia come negazioniste anche posizioni degne di essere ascoltate, anche da chi non le condivide. E qui sta, a mio avviso, la grande questione: stiamo assistendo alla creazione (anche mediatica) di due schieramenti contrapposti. Da un lato, si nota la tendenza a raggruppare sotto un’unica bandiera pensieri molto differenti tra loro e che spesso nulla hanno in comune se non la richiesta di cambiamento rispetto allo status quo. Dal lato opposto, ci sono coloro che nutrono una fiducia (anche critica) nelle istituzioni e una fiducia (spesso acritica) nel progresso scientifico e tecnologico. Due fazioni contrapposte, che combattono una guerra ideologica che già esisteva prima della pandemia, ma che era sottotraccia. Ad aggravare la situazione, il ruolo giocato dai social network che, per loro attitudine, tendono a favorire la polarizzazione delle idee, la contrapposizione aprioristica e l’assenza di analisi approfondite.
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ATTUALITÀ
FUOCO ALLE POLVERI L’emergenza ha funzionato come un detonatore perchè ha fatto esplodere contemporaneamente due questioni più o meno silenti e differenti tra loro. La prima è puramente scientifica. L’approssimazione con la quale è stato preparato l’inevitabile arrivo dell’epidemia nel nostro paese nei primi mesi dell’anno fa da specchio a ciò che è accaduto in tutti gli altri paesi occidentali, nessuno escluso. E qui, una prima domanda ce la dobbiamo porre, se è vero (come è dimostrato) che l’infezione girava già nel nord Italia almeno da gennaio. Assenza di protocolli diagnostici sensati, assenza di tamponi, assenza di mascherine (ah, le mascherine...). E peggio di noi hanno fatto gli altri Paesi, che, rispetto all’Italia, avevano il vantaggio del tempo e non lo hanno saputo minimamente sfruttare. Sempre parlando di scienza, abbiamo anche assistito agli esperti in Tv. Sono state dette un sacco di fesserie, e con l’arroganza che contraddistingue qualcuno tra i volti noti del mondo accademico e scientifico italiano. Capite bene che, per chi già prima nutriva forti dubbi rispetto al mondo scientifico (scarsa fiducia nelle Big Pharma, eccetera, eccetera) gli errori strategici e comunicativi hanno rappresentato benzina gettata direttamente sul fuoco. Il secondo aspetto riguarda il lockdown, ovvero la gestione politico-istituzionale dell’emergenza. Era necessario farlo, ma è chiaro che comprimere le libertà individuali e protrarre fino ad oggi una stato emergenziale danzando sul filo della Costituzione è stata altra benzina gettata sul fuoco di chi già prima lamentava un controllo eccessivo dello Stato sul cittadino. Vedete, anche qui le situazioni si mescolano. Sembra che finiscano in un unico frullatore posizioni di intellettuali che pensano che ci sia una iper regolamentazione della nostra quotidianità e posizioni di chi pensa che Alexa ci spii chissà per quali scopi occulti. Non bastano, insomma, due schieramenti contrapposti per ricomprendere una miriade di posizioni critiche, dalle più argomentate a quelle più di pancia presenti nella cittadinanza. Se prendessimo per buona la narrazione dei
due schieramenti contrapposti (negazionisti versus istituzionalisti) e, a ciascuno di voi, chiedessimo: “tu da che parte stai?”, otterremmo risposte molto differenti, anche all’interno della nostra categoria. Il problema è che, indipendentemente dalla risposta, risulta completamente sbagliata la domanda. Come fare, allora? Credo che, da farmacisti, dovremmo essere in grado di interloquire con tutti e non schierarci aprioristicamente all’interno di schieramenti fasulli. Dobbiamo evitare la tentazione diffusa di assimilare i negazionisti a Kennedy, i no-fax a chi vorrebbe capire di più sui vaccini, e via dicendo. Se non lo facciamo, commettiamo un grave errore di superficialità che non ci possiamo permettere. LA COMUNICAZIONE SUI VACCINI Rimaniamo, per esempio, sul tema dei vaccini. Credo, e ne sono convinto da tempo, che al cliente che manifesta perplessità sulle vaccinazioni dovremmo proporre anzitutto domande, non risposte che egli non è in grado di accogliere, per motivi che possono essere variegati. Dobbiamo, anzitutto, comprendere come mai egli è scettico: mancanza di informazioni? Paure personali? Esperienze passate? Odio viscerale verso le big Pharma? Sfiducia nel sistema mondo? Tendenza al complottismo? Sono questioni differenti alle quali, il farmacista, deve dare risposte differenti, lavorando, dal punto di vista comunicativo, nel lungo periodo, laddove necessario, e, sempre, nell’ottica di un dialogo individuale scevro da pregiudizi. Non tutti sanno farlo, e molti scienziati e istituzioni tecniche sono caduti nella tentazione di dire al pubblico: fidatevi, la verità la conosciamo noi. E ciò che non vi diciamo é determinato dalla complessità di argomenti che non potreste capire, oppure dalla nostra meritoria intenzione di non creare panico nella popolazione. Ma una larga parte della popolazione, nel 2020, vuole capire, non essere guidata sulla base di una presunta fiducia nelle istituzioni che, negli anni si è corrosa pesantemente. Evitiamo, almeno noi farmacisti, di fare gli stessi errori. Nuovo COLLEGAMENTO
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ATTUALITÀ
La comunicazione è sempre più centrale in ogni professione sanitaria e, ancor più, nella nostra, laddove siamo a contatto con un pubblico eterogeneo che dobbiamo riuscire a comprendere nel giro di poche battute. Facciamo domande, per comprendere le risposte di cui i cittadini hanno bisogno. Financo dietro ai negazionismo e al complottismo risiedono dubbi e paure. Non facciamo come sta facendo la scienza ufficiale, non chiudiamoci a riccio dietro le nostre certezze, ma apriamo la mente ai dubbi e alle paure altrui. Utifar sta proponendo un percorso formativo al quale hanno già aderito migliaia di farmacisti e che offre le basi teoriche e pratiche per eseguire la vaccinazione antinfluenzale in farmacia, nell’auspicata ipotesi che ciò sarà reso possibile dalla normativa. Solo per questo, sempre nella logica della generalizzazione e del gioco assurdo delle contrapposizioni, sono circolati in rete dei video offensivi nei confronti di Utifar, del progetto e dei farmacisti. A proporli, è stato anche un medico con una forte inclinazione anti sistema e critico rispetto all’utilizzo dei vaccini. Medici no-vax, (sì, ne esistono) hanno quindi criticato tutto il criticabile vedendo nel progetto formativo di Utifar un modo per favorire la vaccinazione. 10
Nuovo COLLEGAMENTO
Questi video non hanno meritato una risposta perché l’ambiente social nei quali girano favorisce un approccio divisivo e polemico e in poche righe di commento non si possono spiegare cose che l’interlocutore non vuole ascoltare. Ma, in farmacia, di persona, le cose possono essere spiegate, ascoltando l’interlocutore. Poniamo, per esempio, l’eventualità auspicata che le farmacie possano somministrare la vaccinazione. Aspettiamoci forti prese di posizione da parte di chi è scettico sui vaccini. È a queste persone che dovremo spiegare l’importanza di ridurre il rischio di contrarre l’influenza per consentire ai medici una più facile diagnosi differenziale. Difficile? No, quando si hanno gli argomenti dalla propria parte, la pazienza di ascoltare le ragioni (anche sbagliate) dell’interlocutore e l’umiltà di entrare in una comunicazione reale. Sarà una sfida anche comunicativa importante che farà crescere la nostra professione. Una sfida alla quale siamo già chiamati, tutti i giorni, nella nostra funzione di portare la scienza sul territorio, di farla comprendere. Perché solo con la comprensione e con un surplus di informazioni si vincono le paure dei nuovi Kennedy e dei loro seguaci.
RICERCA SCIENTIFICA
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PROFESSIONE FARMACISTA
IL FARMACISTA VACCINATORE: UN NUOVO POSSIBILE RUOLO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEL CITTADINO
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
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ella prossima stagione influenzale 2020/2021, non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2, pertanto, il Ministero della Salute ribadisce l’importanza della vaccinazione antinfluenzale per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Covid-19 e Influenza. Vaccinando contro l’influenza, inoltre, si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e gli accessi al pronto soccorso. Una recente indagine realizzata dalla Federazione farmaceutica internazionale (Fip) ha fornito
una panoramica dell’impatto della farmacia sulla copertura vaccinale. Il report, diffuso nelle scorse settimane, aggiorna la ricerca lanciata nel 2016. In particolare, dal report della Fip, è emerso che le farmacie comunitarie offrono a quasi 1,8 miliardi di persone in tutto il mondo la possibilità di essere vaccinate e che sono 36 i Paesi che autorizzano la vaccinazione in farmacia contro gli agenti patogeni più diffusi, ai quali nei prossimi cinque anni si aggiungeranno altri 16 Paesi Rispetto alla ricerca del 2016, gli Stati dove le vaccinazioni sono autorizzate in farmacia, sono
Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE FARMACISTA
IL CORSO "IL FARMACISTA VACCINATORE" OFFRE UN IMPORTANTE ARRICCHIMENTO DELLE PROPRIE COMPETENZE, L’IMPEGNO DI UTIFAR È QUELLO DI RENDERE IL FARMACISTA SEMPRE PIÙ PREPARATO DAL PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE passati da 13 a 26, e possono essere eseguite da farmacisti che devono superare appositi corsi formativi ed essere in possesso di specifici requisiti. Il rapporto Fip indica che “i farmacisti, in collaborazione con il medico, possono fornire un importante contributo alla salute pubblica, giocando un ruolo attivo nell'immunizzazione. L'accessibilità, la distribuzione, la capillarità delle farmacie li rendono, infatti, un primo punto di contatto con i pazienti, offrendo un'ottima opportunità per espandere e aumentare l'accesso ai servizi di immunizzazione. Un altro grande vantaggio è rappresentato dalle ore di apertura delle farmacie e questo può facilitare sia i lavoratori che i non lavoratori ed è particolarmente importante nelle aree rurali, isolate, dove l'accesso ai punti di vaccinazione può essere molto impegnativo”. Il ruolo di farmacie e farmacisti rispetto ai vaccini non si esaurisce nella somministrazione degli stessi: nel 70% dei Paesi oggetto del sondaggio, i farmacisti svolgono un ruolo importante anche nell’educazione e nell’informazione della popolazione, sensibilizzandola alla necessità della profilassi vaccinale. Negli Stati Uniti, dieci anni dopo l'attuazione della vaccinazione in farmacia, i tassi di vaccinazione sono più che raddoppiati nei giovani adulti rafforzando i vantaggi del servizio offerto. Inoltre, diversi studi riportano che i pazienti sono più aderenti alla maggior parte delle raccomandazioni vaccinali e sono molto soddisfatti del servizio in farmacia. Infine, è stato osservato che negli stati e nei territori dove i farmacisti sono autorizzati a vaccinare vi erano non solo una maggiore percentuale di copertura vaccinale ma anche minori costi sanitari. Nell’auspicata ipotesi che i farmacisti anche in Italia vengano chiamati a diventare figure professionali autorizzate alla vaccinazione,
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bisogna formarsi e arricchire le proprie competenze professionali. In quest’ottica è partito il 20 agosto scorso il percorso formativo “Il farmacista e le vaccinazioni” di Utifar, patrocinato da Federfarma, Fofi, Fondazione Cannavò e Fenagifar, con la collaborazione del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino. Secondo Eugenio Leopardi, presidente di Utifar, “il corso offre al farmacista un importante arricchimento delle proprie competenze professionali. L’impegno di Utifar, che da qualche anno è stata riconosciuta a tutti gli effetti associazione scientifica, è quello di rendere il farmacista sempre più preparato dal punto di vista professionale. Sono convinto che questa sia un’ulteriore occasione per arricchire il curriculum professionale e per accedere a nuove conoscenze e competenze che contribuiranno a rendere la nostra professione ancora più qualificata ed al passo con i tempi”. “Essere farmacia dei servizi - continua Leopardi - significa rappresentare un avamposto sanitario dislocato sul territorio. Capace anche, qualora ci venisse richiesto, di erogare la vaccinazione antinfluenzale e di aderire attivamente alle campagne di prevenzione, come già accade in moltissimi paesi europei”. Qualora la norma autorizzasse il servizio in farmacia, ci saranno dei protocolli chiari e delle linee guida precise. La logica peraltro impone che l’anamnesi la faccia il medico e che sia lui a prescrivere il vaccino e a indicare dove il paziente può farlo. È impossibile che al momento i medici riescano a vaccinare tutte le persone che ne avrebbero diritto. Noi farmacisti vogliamo porci a fianco dei medici di medicina generale, condividendo con loro che il processo di deospedalizzazione è ormai indispensabile.
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FARMACISTAPIÙ 2020
IL CONGRESSO DEI FARMACISTI ITALIANI
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L
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’edizione 2020 di FarmacistàPiù sarà digitale: un nuovo format dettato dall’emergenza Covid ma anche un segnale per la professione verso l’innovazione digitale. Dal 20 al 22 novembre, la manifestazione organizzata da Utifar, Federfarma e Fondazione Cannavò con il patrocinio di Fofi fa comprendere già nel titolo l’importanza che momento storico presenta anche per l’evoluzione della farmacia: “La sanità italiana alla prova del Covid nell’era del digitale. Il ruolo dei farmacisti e della farmacia nei nuovi modelli assistenziali”. Si parlerà del ruolo giocato dalle farmacie nella fase acuta dell’emergenza e in questa delicata fase di convivenza con l’infezione. Ma lo sguardo sarà proiettato al futuro, ragionando su come questa sfida potrà aprire la strada ad un nuovo modello di farmacia, incentrato sui servizi e teso a valorizzare la consolidata vicinanza al cittadino e ai suoi bisogni di salute. Nella tre giorni di congressi ai quali accedere tramite la piattaforma digitale dedicata, il nuovo format della manifestazione porterà sugli schermi dei colleghi dibattiti e approfondimenti attorno agli altri temi caldi della professione: dalla digitalizzazione, alla necessità di nuovo contratto del 18
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Nuovo COLLEGAMENTO
lavoro per i farmacisti, chiamati a sempre maggiori forme di responsabilità. Si parlerà anche di sostenibilità economica delle farmacia, che passa per un differente modello di remunerazione. Presentando la manifestazione, Eugenio Leopardi, presidente di Utifar, ha riassunto i temi principali degli appuntamenti congressuali: “L'emergenza sanitaria ha determinato l'indispensabilità della farmacia nel nostro Paese. E’ essenziale che la farmacia dei servizi venga implementata, al fine di migliorare la presa in carico territoriale del cittadino. È dunque fondamentale sviluppare e rafforzare il percorso avviato con la sperimentazione nazionale e investire sulla formazione dei farmacisti per rispondere efficacemente alle nuove strategie sanitarie. In questo contesto va visto anche l'essere pronti ed avere già una formazione adeguata per portare la vaccinazione in farmacia, nella auspicata prospettiva che ciò possa essere presto reso possibile dalla normativa. In questa nuova edizione di FarmacistaPiù, proseguiremo nel confronto sulle tematiche inerenti la farmacia dei servizi, ma continueremo anche a ricordare che i farmacisti devono avere il giusto riconoscimento economico e le adeguate advBaseF+2019_210x280.indd 1
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tutele con l'aumentare delle responsabilità e dei servizi offerti in farmacia”. Ha parlato di vaccinazione in farmacia anche Marco Cossolo, presidente di Federfarma che, sempre presentando l’edizione 2020 di FarmacistaPiù ha ribadito come noi farmacisti “Siamo pronti ad affrontare le nuove sfide ed è importante guardare al prossimo futuro, confrontandoci su come dovrà evolvere la professione. Tra i temi più attuali c’è la dispensazione dei vaccini antinfluenzali: le farmacie sono pronte a distribuire quelli messi a disposizione dal Ssn, anche per conto delle amministrazioni regionali che vorranno renderli disponibili. Siamo pronti anche a implementare i servizi sul territorio: vorremmo si arrivasse ad autorizzare la vaccinazione anche in farmacia”. Luigi D'Ambrosio Lettieri, Presidente di Fondazione Cannavò, ha ricordato come, durante l’emergenza sanitaria, la farmacia sia stata, per mesi, l'unico presidio sanitario del territorio, di pronto accesso e di elevata affidabilità e dimostra di essere un pilastro del welfare territoriale. “Adesso - ha giunto D’Ambrosio Lettieri, è necessario che il nostro sistema sanitario affronti con urgenza le numerose criticità emerse durante i mesi dram-
matici dell'emergenza pandemica e che si riparta dal concreto rilancio della sanità territoriale con il potenziamento delle attività di prevenzione, di cura e di servizio che devono coinvolgere, nel progetto di integrazione nel sistema assistenziale, la rete delle farmacie di comunità e i farmacisti delle strutture pubbliche”. Anche secondo Andrea Mandelli, presidente di Fofi, nei mesi dell’emergenza il farmacista ha dimostrato di aver fatto il salto di qualità, consolidando il proprio ruolo nei confronti dei cittadini. “La pandemia ci ha strappato tanti colleghi - ha ricordato Mandelli - che per fare il loro lavoro e per garantire un servizio non si sono sottratti ai rischi che la stessa ha comportato. L’impegno di tutti durante il lockdown è stato enorme e quindi si rende necessario sottolineare con forza la centralità del ruolo del farmacista e delle nuove e più ampio apporto che la farmacia può offrire al Ssn”. Appuntamento online, quindi, per una tre giorni di congressi dedicati all’evoluzione della professione in questo momento delicato che fa intravvedere un nuovo ruolo per la farmacia: sempre più avanguardia del Ssn sul territorio, in stretta collaborazione con i medici e le altre istituzioni sanitarie. Nuovo COLLEGAMENTO
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VETERINARIA
SUPPORTO NUTRIZIONALE NEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE
AFFETTI DA INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC)
A cura della professoressa Giorgia Meineri, Dipartimento di Scienze Veterinarie Università di Torino
I
reni sono gli organi attraverso cui l’uomo e gli animali espellono le tossine dall’organismo filtrando il sangue e rimuovendo i residui tossici attraverso le urine. Una delle patologie piu’ comuni nei cani e nei gatti, soprattutto dopo i 7 anni di eta’, e’ l’insufficienza renale (IRC). L’ IRC è la principale causa di morte felina (1 gatto anziano su 5 ne è affetto ); nel cane la prevalenza della patologia è proporzionale all'età ed è stimata intorno al 15% dei soggetti anziani. 20
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L’ IRC compromette le funzioni (vitali per i nostri animali) escretorie, biosintetiche e regolatrici dei reni. Questi organi diventano così incapaci di mantenere l’ equilibrio degli elettroliti (potassio, sodio, calcio …) che regolano il bilancio di acido-base e controllano la pressione colloido-osmotica del sangue. Gli strumenti per diagnosticare in anticipo l’insufficienza renale sono gli esami completi sierologici e delle urine, mentre solitamente ci si accorge dei sintomi dell’insufficienza renale
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quando il rene ha gia’ perso il 60-70% della propria funzionalità. L’insufficienza renale è aggravata dall’alterata digestione delle proteine nell’intestino tenue che determina un afflusso di molecole indigerite nell'intestino crasso dove vengono fermentate dai batteri nocivi con formazione di sostanze tossiche putrefattive . Questi batteri proteolitici dannosi (Bacteroides e Clostridia) proliferano a scapito dei batteri benefici (Lactobacilli e Bifidobatteri ). Si genera così uno squilibrio della microflora intestinale (disbiosi) che consente, unitamente ad un’aumentata permeabilità intestinale, l'ingresso di tossine uremiche derivate dall'intestino nella circolazione sistemica; ciò contribuisce alla progressione dell’ IRC. Le tossine generate dalla putrefazione proteica vengono infatti trasportate nei tubuli renali provocando la morte cellulare e la fibrosi interstiziale. Il rene perde quindi la capacità di eliminare sia le sostanze presenti nel torrente circolatorio, provenienti dal metabolismo dell’organismo, sia quelle provenienti dall’attività del microbiota intestinale. In aggiunta l’accumulo di tossine nei liquidi corporei determina anche il passaggio, inverso, di diffusione dal sangue al lume intestinale. Si instaura per cui un circolo vizioso per cui la malattia renale stessa favorisce le modifiche del microbiota.
Alcuni dei principali metaboliti ematici tossici azotati derivanti dal catabolismo proteico di derivazione intestinale sono: il p-cresil solfato (PCS), l’indossile solfato (IS) la TMAO (trimethylamine N-oxide), l’indolo, l’urea, l’ammoniaca, l'acido ippurico, i fenoli, l’indolo, le ammine e l’ammonio. • PCS e l’IS derivano dalla degradazione degli amminoacidi aromatici quali triptofano, fenilalanina e tirosina; essi raggiungono livelli anche 100 volte superiori nei soggetti con IRC rispetto ai soggetti sani. • TMAO è un derivato del catabolismo di prodotti di origine animale, contenenti colina, fosfatidilcolina, carnitina e betaina. • AMMONIACA E UREA derivano dalla deaminazione degli aminoacidi e di altri composti azotati, se il rene è compromesso l’ammoniaca o l’urea quindi possono accumularsi nel sangue a livelli tossici. • ACIDO IPPURICO e ACIDO P-IDROSSIIPPURICO sono prodotti del metabolismo di numerosi composti aromatici, tra cui l'acido benzoico e il toluene. Essi si ritrovano in elevate quantità nel sangue dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica. • FENOLI, INDOLO, AMMINE E AMMONIO sono metaboliti potenzialmente tossici prodotti della fermentazione proteolitica. L'Indolo viene prodotto dal metabolismo del triptofano dall’enzima triptofanasi presente in batteri intestinali come l'Escherichia coli. SINTOMI CLINICI DELL’INSUFFICIENZA RENALE NEI PICCOLI ANIMALI E INTERVENTI NUTRIZIONALI Le tossine che, a causa dell’IRC, si accumulano nel sangue causano problemi digestivi e gastroenterici con sintomi quali: nausea e vomito, ulcerazione del cavo orale, alitosi, anoressia. I reni malati inoltre riducono la produzione dell’ eritropoietina (ormone che stimola la produzione di globuli rossi attraverso il midollo osseo) determinando una condizione di anemia negli animali nefropatici. L’ultimo stadio dell’insufficienza renale (particolarmente
Figura 1. Relazione intestino disbiosi del microbiota e infiammazione Figuratra 1. uremia, Relazione tra permeabile, uremia, intestino permeabile, disbiosi del sistemica nella malattia renale cronica (da Lau, Savoj, Nakata e Vaziri, 2018) sistemica nella malattia renale cronica (da microbiota e infiammazione
Lau, Savoj, Nakata e Vaziri, 2018)
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VETERINARIA Figura 1. Relazione tra uremia, intestino permeabile, disbiosi del microbiota e infiammazione sistemica nella malattia renale cronica (da Lau, Savoj, Nakata e Vaziri, 2018)
. Figura 2 – Principali vie metaboliche coinvolte nella produzione di tossine uremiche dai nutrienti a opera del microbiota intestinale (da Koppe et al., 2018, Figura 2 mod.) – Principali vie metaboliche coinvolte nella produzione di tossine uremiche dai nutrienti a opera del microbiota
intestinale (da Koppe et al., 2018, mod.).
se non trattato) puo’ causare un abbassamento 2 della temperatura corporea, depressione, coma e morte dell’animale. Lo scopo dell’intervento terapeutico in caso di IRC è di alleviare i segni clinici associati all'uremia, ridurre al minimo gli squilibri di elettroliti, vitamine e minerali e prolungare la durata della vita. Il trattamento terapeutico appropriato può diminuire la velocità di progressione della patologia e migliorare la qualità della vita dei cani e gatti. L’intervento dietetico associato alle terapie mediche esercita un’importante influenza su questa patologia. In commercio vi sono mangimi completi dietetici per cani e gatti appositamente formulati per le nefropatie . A ciascun soggetto malato deve essere però progettato e applicato un piano nutrizionale personalizzato. La maggior parte delle “diete renali veterinarie” sono limitate in proteine, fosforo, sodio, calcio e sono ricche in fibra solubile, fonti alcalinizzanti (citrato di potassio), acidi grassi polinsaturi omega-3, vitamine idro e liposolubili. Recenti e innovative ricerche hanno inoltre dimostrato che l'integrazione con probiotici, prebiotici e antiossidanti aumenta la durata della vita degli animali da compagnia nefropatici. 22
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L’ UTILIZZO DEI PROBIOTICI NELL’ IRC Il microbiota intestinale può essere considerato come un nuovo target “olistico” per il trattamento nutrizionale e non farmacologico di una serie di condizioni patologiche, tra le quali l’IRC merita una particolare attenzione. Da quanto riportato in letteratura si envice come la supplementazione probiotica sia indicata nella gestione dell'insufficienza renale. I risultati di uno studio nei gatti hanno infatti dimostrato una diminuzione dei livelli di azotemia e creatininemia nell’86% dei soggetti trattati con probiotici. I batteri probiotici sono comunemente definiti come “microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute all'ospite”. Esistono due ceppi principali di probiotici: i Batteri Lattici e i Bifidobatteri. Tra i Batteri Lattici i piu’ conosciuti sono: il gruppo acidophilus (l. acidophilus, l. gasseri, l. jonsonii, l. crispatus), il gruppo casei (l. casei, l. paracasei, l. rhamnosus, l. shirota) e gli eterofermentati (l. reuteri, l. fermentum). Tra i Bifidobatteri i piu’ conosciuti e utilizzati sono: il bifidobacterium bifidum, il b. longum, il b. infantis, il b. animalis; tra i probiotici ci sono anche i derivati da lieviti come il saccharomices cerevisiae. Il Lactobacillus acidophilus (LA), batterio Gram-
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positivo produttore di acido lattico , è uno dei probiotici più attivi nell’ inibire la crescita dei batteri patogeni proteolitici. LA riduce la produzione di tossine azotate nell’intestino e il loro assorbimento nel circolo ematico determinando effetti positivi a livello renale. L'utilizzo di L. acidophilus in pazienti umani e nei cani affetti da IRC ha dimostrato una diminuzione delle concentrazioni di sostanze tossiche come la dimetilammina (DMA) e nitrodimetilamina (NDMA). LA ha anche un effetto positivo sulle popolazioni di altri ceppi di lattobacilli e dei bifidobatteri. L’UTILIZZO DEI PREBIOTICI NELL’ IRC L’ assunzione di fibre alimentari è associata a un minor rischio di infiammazione e ridotta mortalità nei pazienti con IRC. I prebiotici sono “ingredienti non digeribili (fibra solubile) che svolgono un effetto benefico sull’intestino attraverso la stimolazione selettiva della crescita e dell'attività di alcuni batteri presenti nel colon”. I principali prebiotici sono: i fruttooligosaccaridi, i galatto-oligosaccaridi, le inuline, le pirodestrine, gli oligosaccaridi della soia e gli xilo-oligosaccaridi. I prebiotici arrivano intatti nell’intestino crasso e sono metabolizzati dai batteri della flora intestinale in sostanze benefiche come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) acetato, butirrato e propionato. Gli SCFA determinano l’aumento dell’assorbimento di alcuni micronutrienti, la regolazione del transito e una miglior funzionalità intestinale. Essi sono dotati di un’azione trofica per l’epitelio del colon e di un’azione endocrina locale e sistemica. È stato dimostrato che i prebiotici, in particolare i fruttoligosaccaridi, promuovono la crescita delle specie Lactobacilli e Bifidobatteri a spese di altri gruppi di batteri nell'intestino, come le specie Bacteroides e le specie Clostridia. Nei mangimi complementari vengono spesso associati probiotici e prebiotici (che hanno un effetto sinergico). In uno studio crossover randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo i pazienti con IRC sottoposti a sei settimane di trattamento simbiotico
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(probiotici e prebiotici) hanno avuto un riduzione della gravità della patologia renale. In particolare la combinazione di L. acidophilus e fruttoligosaccaridi non solo ristabilisce la flora batterica impedendo la formazione delle tossine putrefattive, ma anche aiuta a convertire in composti non tossici i rifiuti azotati (di derivazione ematica) che arrivano nell’intestino . Con il declino della funzione renale il colon sano può quindi assumere assume il ruolo di organo emuntore e di escrezione di urea dall’organismo (dialisi enterica). L’UTILIZZO DEGLI ANTIOSSIDANTI NELL’ IRC Lo stress ossidativo può portare ad una infiammazione cronica che è una componente importante della progressione dell’ IRC. La specie di ossigeno reattivo più frequentemente responsabile dell'avvio dei processi ossidanti è l’'anione superossido. Esso aumenta l’apoptosi e la fibrosi all'interno del rene, inoltre contribuisce a una riduzione della durata della vita degli eritrociti . Nei soggetti con CRF si osserva uno squilibrio tra processi ossidanti e difese antiossidanti ematiche ed è quindi necessaria una supplementazione nutrizionale con antiossidanti. La superossido dismutasi (SOD) ad esempio è uno dei più importanti enzimi antiossidanti endogeni , essa catalizza infatti la scissione dell’anione superossido in ossigeno e perossido di idrogeno , quest’ultimo può quindi essere ulteriormente ridotto ad H20 da un altro enzima antiossidante, la Catalasi. Alcune fonti naturali di superossido dismutasi (SOD) contrastano i processi infiammatori intestinali. Studi condotti su diverse specie animali hanno evidenziato le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del concentrato della polpa di una varietà di melone (Cucumis melo L.) della famiglia Cucurbitaceae, noto per essere caratterizzato da un'elevata attività di SOD. È stato inoltre dimostrato che la somministrazione dietetica di questo prodotto aumenta la resistenza dei globuli rossi all’ emolisi ossidativa indotta da stress ossidativo a livello renale.
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L'anemia da produzione inadeguata di eritropoietina è una caratteristica propria dei cani con IRC da moderata ad avanzata ed è proporzionale alla gravità della malattia renale. Altri antiossidanti utili nell’IRC sono i polifenoli contenuti nell’olio di oliva e nel thè verde noti per le loro attività antiossidanti e protettive. In particolare i polifenoli contenuti nell’ olio di oliva hanno attività antiossidanti ipotensive, vasodilatatorie e sono utili in caso di disfunzione renale perché aumentano il tasso di filtrazione glomerulare (GFR) e riducono la concentrazione plasmatica di creatinina. CONCLUSIONI Per concludere, la nutrizione costituisce un’importante strategia di supporto terapeutico per il contenimento della progressione dell’IRC negli animali d’affezione. Le armi vincenti descritte in questo articolo sono rappresentate dai probiotici, dai prebiotici e dagli antiossidanti. Recenti studi hanno descritto come la patologia renale contribuisca alla disbiosi e come la disbiosi contribuisca alla progressione della patologia renale attraverso due meccanismi distinti e bidirezionali. Le strategie nutrizionali utili per correggere la disbiosi microbiotica rappresentano un nuovo target di supporto terapeutico. L’interessante prospettiva di ridurre l’assorbimento di tossine uremiche nell’ IRC per rallentare la progressione del danno renale con un approccio nutrizionale e non solo farmacologico è oggi non più un’utopia ma una vera sfida di questo millennio. Pertanto è fondamentale approfondire i meccanismi molecolari alla base di queste recenti evidenze scientifiche. La bibliografia è disponibile presso l’autore giorgia.meineri@unito.it
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INTERVISTA
La scienza empatica
INTERVISTA A LILIANA DELL’OSSO, DIRETTORE DELLA CLINICA PSICHIATRICA DELL’UNIVERSITÀ DI PISA di Elena Bottazzi, farmacista
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uotidianamente, ci si interroga sulla direzione che sta prendendo la Sanità, non solo nel nostro Paese. La scienza farmacologica è spesso partita da indagini empiriche, che talvolta miravano a confermare tutt’altre intuizioni, salvo accorgersi in corso d’opera che la molecola si stava rivelando utile per trattare un’altra patologia. Chi
lavora in questo settore comprende quanto sia importante l’empatia sia verso i pazienticlienti, sia tra colleghi, perché è anche il saper ragionare collettivamente in maniera armoniosa che permette di raggiungere obiettivi migliori. Questo periodo di cambiamenti, quindi, sta mettendo in luce la necessità di guardare con occhi nuovi la scienza, quegli occhi che hanno
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INTERVISTA
Liliana Dell’Osso, laureata in Psichiatria, dal 1983 al 1987 è stata Ricercatore in Farmacologia e, dal 1987 al 1992 in Psichiatria. Professore associato di Psichiatria dal 1992, ha conseguito l’ordinariato nel 2001. Dallo stesso anno è diventata Direttore dell’UO di Psichiatria. Dal 2010 è Direttore della Scuola di Specializzazione, dal 2011 è Presidente del corso di Laurea in Tecniche della riabilitazione psichiatrica e del Master in Medicina delle dipendenze. Dal 2012 coordina l’attività scientifica e didattica del Dipartimento Integrato di Neuroscienze e, dal 2015 è Vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria E’ autrice di oltre 600 pubblicazioni su riviste scientifiche prevalentemente internazionali. Ha uno Scholar h-index di 53 ed è al 55 posto nella Top Italian Scientists, Clinical Sciences, della Virtual Italian Academy che include tutti gli scienziati italiani che lavorano nel mondo. È inserita nel catalogo online delle scienziate italiane 100esperte.it, che raccoglie i 100 profili di professioniste della scienza.
accompagnato nomi come Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Maria Montessori, per citarne solo alcune. Laddove la presenza femminile nella sanità è correttamente rappresentata si può notare una maggiore uniformità delle decisioni e migliore gestione della crisi. Parliamo di queste tematiche con Liliana Dell’Osso, direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa. Forte passione, determinazione, ma anche importanti esperienze di amicizia e umanità hanno contraddistinto il suo percorso accademico. Da un lato la dedizione al reparto, ai pazienti, accanto il desiderio di pubblicazioni scientifiche e non, con la curiosità di investigare il mondo femminile svelando tratti personali delle donne che si celavano dietro un nome famoso nella società. Una branca, quella della psichiatria, di cui spesso si parla e si sente parlare, ma che proprio per questo andrebbe meglio conosciuta e gestita, perché si occupa di uno degli organi ancora oggi più misteriosi del corpo umano. In effetti, molto ruota attorno al bisogno di empatia, umanità e alleanza terapeutica. Leggendo la sua biografia, mi ha incuriosito il racconto di una bambina che ‘riusciva a fatica a strappare la parola ai fratelli maggiori’, ora la sua casa è la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa. Quanto è importante far sentire la propria voce? Direi che è la cosa più importante: esprimere se stessi è ciò che ci permette di trovare il nostro posto nel mondo e vivere in modo soddisfacente. Per farlo è necessario avere fiducia in se stessi e, soprattutto, nei propri sogni, anche quando sembrano irraggiungibili.
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La prima condizione per riuscire a realizzare degli obiettivi, è di averli. Al contrario, ripiegare su posizioni di compromesso, pur di non uscire dalla propria comfort-zone, pur apparendo all’inizio come una soluzione meno stressante, alla lunga può causare frustrazione, malessere e anche facilitare l’insorgenza o l’aggravarsi di disturbi psichici. Sempre rimanendo su questo tema, afferma di essere andata più volte controcorrente anche tra i colleghi, rivelandosi poi la scelta giusta per nuove scoperte. Si può affermare che la scienza è continua ricerca e che chi crede di avere già tutte le risposte non ha il merito di farsi umilmente nuove domande? Sicuramente. Purtroppo oggi la scienza si sta piegando ad altre logiche, per cui diventa più importante la corsa alla pubblicazione, necessaria per fare carriera in ambito accademico, che il vero lavoro di innovazione scientifica. Molti non si muovono più sulla base del desiderio della scoperta, o anche semplicemente dell’approfondimento della conoscenza, ma sulla base di quale argomento possa più o meno essere appetibile per la rivista target. Io ho sempre cercato, invece, di mantenere un approccio orientato alla curiosità e alla creatività: alla fine ha pagato, ma non nascondo che è stato un rischio. Trovo che sia una macchina pericolosa, quella dell’editoria scientifica e del suo legame con la progressione accademica, che rischia di compromettere fortemente la ricerca e quindi l’innovazione, in tutti gli ambiti. Un altro aspetto che mi ha colpito molto è la passione per la clinica, il paziente. L’attuale
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con rapidità significativamente maggiore nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo”.
(Bellavite P. oscillococcinum® e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7)
(Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. oscillococcinum® in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76)
Uno studio in real life3 condotto su 459 pazienti seguiti nell’arco di 10 anni ha evidenziato “come il medicinale omeopatico (oscillococcinum®) abbia avuto un effetto preventivo sulla minor incidenza di episodi RTI” (Infezioni del Tratto Respiratorio) e che “l’effetto protettivo osservato è coerente con altri studi che hanno documentato il suo effetto sul trattamento di sintomi sia influenzali che simil-influenzali”. (Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12)
Depositato presso l’AIFA il 01/06/2017
Uno studio clinico4 randomizzato in doppio cieco su individui che avevano consultato il Medico di Medicina Generale e il Medico Internista per sintomi similinfluenzali (dei quali 188 trattati con oscillococcinum® e 184 con placebo) ha dimostrato che: “1) la riduzione dei sintomi dopo 48 ore è risultata significativamente più elevata nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo; 2) i sintomi sono scomparsi
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Bibliografia 1. Mathie RT, Frye J, Fisher P. Homeopathic Oscillococcinum® for preventing and treating influenza and influenza-like illness. Cochrane Database Syst Rev. 2015; 1:CD001957. doi: 10.1002/14651858.CD001957. 2. Bellavite P. Oscillococcinum e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7,21. 3. Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12. 4. Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. Oscillococcinum in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76. 5. Boulet J. Homéopathie – L’enfant. Marabout 2003. p.14-17. 6. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Product. 7. Kirby BJ. Safety of homeopathic products. Journal of the Royal Society of Medicine. 2002; 95 (5):221, 222. Disponibile su: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1279671/. 8. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Ariete Salute; 1993. 1: p.81.
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situazione sanitaria del nostro Paese può essere definita paziente-centrica? No. Purtroppo abbiamo assistito negli ultimi decenni a una forte smobilitazione della sanità pubblica, a favore, in parte, della sanità privata, che comunque non è sufficiente a parare il colpo. Ci troviamo in un sistema in cui gli ospedali sono trattati come aziende, che conferiscono bonus ai reparti che permettono di risparmiare sulla spesa, e nel frattempo la qualità e la quantità di prestazioni si abbassano. Il fatto che i nostri ospedali fossero del tutto impreparati a gestire un’emergenza quale il Covid-19 non è che il risultato di questo scempio. Se non cambiamo le cose, la situazione non potrà che peggiorare. Sono nata a Bergamo, nella zona opera un medico che, di casa in casa, ha curato molte persone che lamentavano sintomi. La sua forza è stata che è risuscito a tranquillizzarli e, fortunatamente, non ha avuto bisogno di ricoverare nessun paziente e non ha registrato decessi tra i suoi assistiti. Si può dire che la spia della paura sia una lama a doppio taglio? La paura è un meccanismo importante, perché è ciò che ci spinge a difenderci dal pericolo. Quando arriva a sortire l’effetto opposto, ovvero a paralizzarci e impedirci l’azione, compresa la difesa, o comunque a compromettere il nostro funzionamento più di ciò da cui doveva proteggerci, allora può divenire patologica. Il punto sta nel trovare il giusto equilibrio: né l’assenza né l’eccesso di paura sono utili al nostro benessere. Nel suo ultimo libro ‘Contagi’ emerge un messaggio importante, la necessità di ripensare la scienza con vicinanza tra sanitari e pazienti, l’importanza dell’empatia. Tanti passi avanti sono stati fatti sull’alleanza terapeutica, ma per quanto riguarda la prevenzione qual è la direzione? Trovo che la prima forma di prevenzione stia nell’educazione, nella divulgazione della conoscenza. Purtroppo oggi, nell’era del totale accesso all’informazione, le persone si trovano 32
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bombardate da messaggi di tutti i tipi, spesso senza avere gli strumenti per discernere quelli scientificamente fondati e quelli arbitrari. È necessario che la comunità scientifica, così come il sistema scolastico, reagisca con uno sforzo ulteriore per alfabetizzare il pubblico di non addetti ai lavori, per fornire strumenti formativi che permettano un ragionamento rigoroso. Solo così potremo produrre cittadini in grado di prendere scelte consapevoli. Nel mio piccolo, è ciò che sto tentando di fare pubblicando libri su temi scientifici scritti in un linguaggio divulgativo, accessibile a tutti, ma con messaggi corretti e corredati da solide fonti bibliografiche. Lei ha scritto libri interessantissimi sulla figura di donne famose e un libro dal titolo molto particolare, ‘Abisso negli occhi’. Ci può fare un cenno sul messaggio di questo libro e su quanto può essere importante e attuale la figura femminile nella gestione di un Paese come l’Italia? Lo scopo dell’”Abisso negli occhi” era quello di fornire uno spaccato della psicopatologia al femminile, a partire dalle sue cristallizzazioni mitologiche sino ai nostri giorni, e del suo legame con i fattori ambientali, prime fra tutti la discriminazione di genere e la stigmatizzazione di determinati tratti femminili. Purtroppo molti di questi pregiudizi sopravvivono ancora oggi restano, e influenzano le possibilità delle donne non solo limitandone, di fatto, l’accesso alla carriera, o esponendole alla violenza di genere, ma in modo ancor più subdolo: plasmando il loro cervello sulla base di determinati stereotipi sin dalla nascita. Il problema non è, però, l’enfatizzazione della “differenza” di genere, ma la discriminazione. Maschi e femmine presentano indubbie differenze, in primo luogo a livello cerebrale, e sarebbe sbagliato schiacciarle. Vanno piuttosto valorizzate. Spesso vedo donne in posizioni di potere che si rifanno totalmente a modelli maschili, di tipo patriarcale, anziché riscoprire il valore degli stili di leadership matriarcali, ben più antichi e basati sulla mediazione e la cooperazione.
PROFESSIONE MEDICINA NATURALE FARMACIA
OTITE
CURE NATURALI E MEDICINALI OMEOPATICI
di Rocco Carbone, farmacista, già docente di Medicina Naturale Università G. Marconi, Roma
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’otite è un processo infiammatorio a carico dell’orecchio molto comune e spesso sottoposto all’attenzione del farmacista. In base alla zona colpita si distinguono tre tipi di otiti: l’otite esterna, l’otite media e quella interna. L’otite esterna ha un’origine batterica o micotica; colpisce il condotto uditivo e può manifestarsi con un foruncolo o con un eczema accompagnati da dolore che si acutizza al tatto e sensazione di orecchio “pieno”, causata dal gonfiore del condotto uditivo. Può essere provocata da germi o da agenti esterni come errate manovre di pulizia.
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L’otite media colpisce l’orecchio medio ed è in genere più grave di quella esterna. E’ causata da virus e batteri che passano attraverso le tube infiammate a causa di raffreddori, sinusiti, faringiti, tonsilliti. Compare frequentemente nei bambini perché le loro tube di Eustachio sono più corte e posizionate più orizzontalmente e questa caratteristica rende difficile il drenaggio. Nella forma acuta, detta otite acuta media, il mancato drenaggio comporta un accumulo di secrezioni che esercitano una pressione sulla membrana timpanica. Ciò determina uno dei sintomi principali dell’otite media, il dolore intenso.
MEDICINA NATURALE
Altri sintomi tipici sono ipoacusia (riduzione dell’udito), acufene (percezione illusoria di rumori e fischi), a volte vertigini. L’otite interna è un’infiammazione batterica della struttura dell’orecchio interno. Deriva dall’otite media ed è meglio conosciuta come labirintite. Le patologie che riguardano l’orecchio simboleggiano un disagio legato all’ascolto. Nel caso specifico dell’otite il conflitto che vive il soggetto è legato al turbamento generato dall’ascoltare qualcosa che non può più tollerare. In generale, egli è troppo spesso soggetto a rimproveri e lamentele. Soprattutto in ambito lavorativo, dove spesso emerge il conflitto, il soggetto affetto da otite non sopporta più alcuni toni di voce. L’otite è un disturbo molto comune nei bambini che si sentono schiacciati dalle continue richieste esterne di genitori ed insegnanti e non è un caso che i più colpiti, soprattutto con forme recidivanti, siano i bambini di indole mite che subiscono le dinamiche di genitori nervosi e vittime di ritmi di vita frenetici che impongono anche ai loro figli. Il bambino attraverso l’otite esprime la sua sofferenza: quella di non essere compreso nella sua natura e accolto nelle sue difficoltà. OMEOPATIA Aconitum napellus 9 CH Si usa nelle otiti acute e improvvise che compaiono dopo un colpo di freddo. Il dolore è bruciante, a “spillo” e si presenta principalmente di notte e spesso quando il soggetto si trova in un luogo caldo. L’orecchio infiammato diventa rosso, a volte compaiono febbre alta e sete intensa. I sintomi sono accompagnati da forte stato ansioso. La personalità Aconitum è forte, attiva, soggetta a violenti scoppi di collera. Soffre spesso di vertigini con sensazione di ondeggiamento. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. Chamomilla 15 CH Il rimedio si usa nelle otalgie legate ai disturbi della dentizione. Il lato colpito dal dolore diventa caldo e arrossato. Il dolore è intenso e intollerabile, soprattutto nei bambini collerici e irritabili che non riescono a sopportarlo e che si calmano solo quando vengono cullati. L’otalgia peggiora con il caldo e migliora con il freddo. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.
Mercurius solubilis 9 CH Il dolore acuto e pungente si irradia a tutta la zona che corrisponde al lato dell’orecchio infiammato. I sintomi tipici dell’otite sono otorrea abbondante giallo-verdastra accompagnata da febbre, brividi, scialorrea (salivazione intensa). La faringe e le tonsille si infiammano, le feci sono verdastre e sanguinolente. Il soggetto è debole, irritabile, soffre di vuoti di memoria. Il rimedio è adatto anche per le otiti croniche con catarro tubarico, soprattutto quelle conseguenti ad influenze, raffreddori e tonsilliti che lasciano la sensazione di orecchie chiuse anche per molti giorni. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. Belladonna 9 CH L’otite si manifesta principalmente a destra (otite media congestizia). Come per Aconitum ha un esordio repentino, spesso dopo un colpo di freddo o dopo una faringite. Il sintomo principale è il dolore acuto, pulsante e trafittivo con arrossamento della membrana timpanica. Quando l’infiammazione è molto forte si presenta anche la febbre alta accompagnata da sudorazione e debolezza generale. Il soggetto Belladonna ha reazioni intense: è allegro e vivace quando sta bene ma diventa violento e delirante quando sta male. È pauroso, impressionabile e soffre d’insonnia. I disturbi peggiorano con il calore e migliorano con il riposo. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. Pulsatilla 7-9 CH Il rimedio si utilizza per le otiti acute e croniche con naso secco e ostruito che peggiorano la notte e con il caldo e per una forma di otite purulenta caratterizzata da presenza di pus giallo con dolori pulsanti e senso di pienezza. Il rimedio soffre di rinofaringiti recidivanti e allergiche, di patologie del sistema venoso e di disturbi ginecologici nella donna. Il soggetto è avido di affetto, ha un’emotività estrema e un umore variabile; è dolce e timido ma anche sospettoso e geloso. Quando è depresso diventa taciturno. Tutti i sintomi migliorano con l’aria fresca, il movimento e la consolazione. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE MEDICINA NATURALE FARMACIA
Hepar sulfur (da 5 a 30 CH) E’ indicato quando c’è un processo suppurativo in corso. L’otite è purulenta e fetida, c’è perforazione del timpano e la secrezione è abbondante e sanguinolenta. Le orecchie si infiammano con i colpi d’aria e con l’esposizione al vento e al freddo. Il dolore migliora con il calore. Il soggetto è frettoloso, ansioso, collerico. Il dolore dell’otite è tanto forte da farlo urlare. Per Hepar le basse potenze (5 CH) favoriscono la suppurazione e la raccolta di pus; le alte potenze (15-30 CH) riassorbono la suppurazione o la arrestano. Le medie potenze sono ambivalenti e variano in base allo stadio clinico. Hepar è utilissimo anche nei bambini quando all’otite si associano diarrea e turbe del comportamento. Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. Capsicum 5 CH Si usa in tutte le manifestazioni della sfera ORL (otorinolaringoiatrica). È il rimedio d’elezione per le otiti congestizie medio acute caratterizzate da forte otalgia e arrossamento della parte esterna e del timpano. L’otalgia di Capsicum si presenta con un dolore acuto bruciante simile ad una “pugnalata”. Il soggetto è taciturno, malinconico; soffre d’insonnia e ha la sensazione continua di essere perseguitato. I sintomi peggiorano con il freddo e migliorano con il movimento e il caldo (tranne nel caso del bruciore localizzato). Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì. FITOTERAPIA Echinacea (Echinacea angustifolia Heller) TM L’Echinacea ha un’azione immunostimolante, antivirale, batteriostatica, antinfiammatoria e cicatrizzante. Stimola il sistema linfatico, aumenta e potenzia le difese dell’organismo proteggendolo da virus e batteri ed è utile per trattare tutti i tipi di infiammazioni e di infezioni. Blocca la proliferazione batterica e aiuta l’organismo a reagire nella fase acuta delle malattie da raffreddamento e dell’influenza. Uso: 30 gocce di TM in poca acqua 2-3 volte al dì. Controindicazioni:
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l’uso è sconsigliato in gravidanza, allattamento, nei bambini al di sotto di un anno d’età e nelle patologie autoimmuni (tubercolosi, collagenosi, leucosi, sclerosi multipla, AIDS, HIV). Assumere in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico. Effetti collaterali: non somministrare in caso di allergia alle Asteracee (Compositae). In rari casi l’assunzione di Echinacea può provocare reazioni da ipersensibilità individuale (ad es. reazioni cutanee). Propoli (Propolis) TM Sostanza naturale prodotta dalle api alla fine della stagione di raccolta dei pollini che vanta numerose virtù terapeutiche, tra cui quella batteriostatica, con un’azione simile ad un antibiotico ad ampio spettro. Il rimedio è indicato per il trattamento di tutte le patologie a carico dell’apparato ORL come sinusiti, tonsilliti, otiti, infiammazioni della gola e del cavo orale. Uso: 15-20 gocce 2-3 volte al dì in poca acqua per os, mentre per uso locale applicare 2 o 3 gocce di tintura madre, in um ml di glicerolo o glicole propilenico, 3 o 4 volte al giorno nell’orecchio. Controindicazioni: l’uso è sconsigliato in gravidanza, allattamento e nei bambini di età inferiore ad un anno. Assumere in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico. Effetti collaterali: in soggetti sensibili possono verificarsi secchezza della bocca, problemi gastrici, diarrea e reazioni cutanee nei soggetti allergici. A livello topico si possono utilizzare alcuni oli naturali molto efficaci: Olio extra vergine d’oliva: riduce dolore e infiammazione e dona immediato sollievo in caso di otite media e esterna agendo con un’azione calmante sui tessuti gonfi. Si utilizza dopo averlo scaldato versando poche gocce direttamente nell’orecchio con un cucchiaino o con un contagocce. L’olio extra vergine d’oliva è utile anche per sciogliere il cerume e il muco. Rinnovare la somministrazione ogni due ore. Esistono altri oli frequentemente utilizzati a livello topico per trattare i sintomi delle otiti:
ALLOPATIA A CONFRONTO
OTITE ESTERNA:
L’APPROCCIO ALLOPATICO
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a cura del Prof. Massimo Re, Università Marche-Ancona - Calendario della Salute 2020
’otite esterna è l’infiammazione dell’orecchio esterno, in particolare della cute del condotto uditivo. L’otite esterna può essere acuta o cronica, diffusa o circoscritta, di origine batterica o micotica (da funghi) o disreattiva (allergica). L’otite esterna diffusa batterica o micotica coinvolge l’intero strato cutaneo del condotto uditivo esterno e viene favorita da fattori predisponenti quali: • microtraumi locali dovuti a manovre di pulizia dell’orecchio (mediante cotton fioc o altro) che determinano abrasioni della cute attraverso le quali penetrano i batteri o i funghi; • formazione di un microambiente umido dovuto al contatto prolungato con acqua o al suo ristagno nel condotto uditivo, maggiormente frequente durante il periodo estivo (otite del nuotatore), che favorisce lo sviluppo di batteri o di funghi. Talvolta l'otite esterna può essere secondaria a vere e proprie dermatiti (eczematose o seborroiche) senza infezione microbica associata. In questo caso i fattori irritativi sono i prodotti contenenti sostanze chimiche come shampoo, tinture per capelli, lacche, ecc. I sintomi tipici dell'otite esterna hanno un’insorgenza rapida e sono rappresentati da otalgia (mal d'orecchio spesso severo e persistente per ore, aumentato dal contatto o dalla pressione sull’orecchio), sensazione di “tappo” (orecchio
chiuso), prurito e/o fuoriuscita di secrezione solitamente di colore giallo (pus) dall’orecchio. La diagnosi si basa sulla sintomatologia e sulla valutazione otoscopica. Nel caso di infezioni ricorrenti o gravi o di otiti croniche, è necessario prelevare un campione di secrezione dall’orecchio (tampone con esame colturale) per identificare i batteri o i funghi responsabili dell’otite. La terapia dell’otite esterna prevede l’utilizzo di farmaci antidolorifici per bocca e la somministrazione nel condotto uditivo esterno di gocce a base di antibiotici e corticosteroidi da somministrare diverse volte al giorno, per un periodo di circa 7 giorni. Solo in caso di otite esterna grave è necessario ricorrere alla somministrazione di antibiotici e cortisonici per bocca e in alcuni casi, soprattutto nelle otiti micotiche, è opportuna una medicazione con aspirazione sotto controllo otomicroscopico. Per la prevenzione dell’otite esterna è bene tener presente che il cerume costituisce un'importante barriera protettiva e crea un microambiente con pH lievemente acido che inibisce lo sviluppo di infezioni. Per questo motivo è opportuno pulire solo la parte esterna del padiglione auricolare evitando manovre di pulizia all’interno del condotto uditivo, in modo da permettere al cerume di continuare la sua azione protettiva. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE MEDICINA NATURALE FARMACIA
l’olio di mandorle dolci, l’olio di Ylang Ylang, con proprietà emollienti e antisettiche e l’olio di Macassar, con proprietà antinfiammatorie e antiparassitarie. Il macerato oleoso di propoli è una preparazione a base di propoli che si utilizza nel trattamento del dolore provocato dall’otite. Instillare 2-3 gocce tiepide di macerato nell’orecchio infiammato 2-3 volte al giorno. L'olio essenziale di Melaleuca TEA o Tea Tree oil è indicato come rimedio locale per il mal di orecchi, l’azione antimicrobiche di questo olio essenziale sono notevoli e risolutive nel caso di infezioni da funghi, virus e batteri che tipicamente sono presenti in caso di infezione dell'orecchio. GEMMOTERAPIA Ribes Nero (Ribes nigrum L.) MG 1DH Il Ribes nero è un gemmoterapico che agisce al livello della corteccia surrenale con un effetto cortisonico-simile. Grazie alla sua azione antinfiammatoria si utilizza in caso di influenza, bronchite, otite, sinusite, tracheite e mal di gola. Controindicazioni: in soggetti predisposti può provocare un aumento della pressione arteriosa. La foglia di Ribes nero ha un’azione diuretica, pertanto è sconsigliata la somministrazione in associazione con diuretici per l’insufficienza cardiaca o renale. Uso: 30 gocce di MG in poca acqua 1-2 volte al giorno, preferibilmente al mattino. Non assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci. Non usare nei bambini sotto i tre anni. Assumere solo dietro consiglio medico. Rosa Canina (Rosa canina L.) MG 1 DH La Rosa Canina è una fonte naturale di vitamina C, di acidi grassi essenziali e di antiossidanti. Il gemmoderivato regola la risposta immunitaria dell’organismo, soprattutto nei soggetti debilitati da infezioni, terapie farmacologiche, stress 38
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psico-fisico e ipovitaminosi. E’ molto indicato in ambito pediatrico, soprattutto come prevenzione delle patologie dell’apparato respiratorio. Ha proprietà antinfiammatorie in caso di flogosi acute e localizzate; è coadiuvante nelle malattie da raffreddamento (influenza, raffreddore, tosse e mal di gola) e ha una grande efficacia nelle otiti e tonsilliti, in particolare in quelle recidivanti dei bambini. Uso: 30-40 gocce di MG in poca acqua 1-2 volte al giorno lontano dai pasti. Per i bambini da 1 a 15 gocce sotto controllo medico. Controindicazioni: l’uso è sconsigliato in gravidanza e allattamento. Per il suo contenuto in vitamina C può facilitare o ostacolare l’assorbimento di alcuni farmaci. Assumere solo dietro consiglio medico. Betulla (Betula pubescens gemme, amenti, corteccia, radici) MG 1 DH Il macerato glicerico di Betulla ha spiccate proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie, antistaminiche, remineralizzanti e toniche. Il rimedio è indicato in caso di infezioni recidivanti che colpiscono le vie aeree e nei fenomeni febbrili. Si usa spesso come complementare di altri rimedi gemmoterapici. Uso: 20-40 gocce di MG in poca acqua 1 volta al giorno prima di colazione o cena. L’uso è sconsigliato in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci. Assumere solo dietro consiglio medico. OLIGOTERAPIA Manganese-Rame (Mn-Cu) Mn e Cu sono gli oligoelementi della seconda diatesi, si utilizzano in associazione con altri rimedi nelle otiti associate a raffreddori, tracheiti, laringiti, faringiti e sinusiti. Utile rimedio anche a scopo preventivo. Uso: 1 fiala sublinguale (o metà per i bambini) 2-3 volte a settimana da settembre a marzo.
RICERCA SCIENTIFICA
LA SILIMARINA
COME SUPPORTO NEL FEGATO GRASSO
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
LA STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA (NAFLD) È UNA CONDIZIONE CLINICA ALTAMENTE PREVALENTE NELLA POPOLAZIONE GENERALE INTERESSANDO PIÙ DEL 30% DEGLI ADULTI E CIRCA IL 15% DEI BAMBINI, CON UNA PREVALENZA CHE ARRIVA A RADDOPPIARE NEL PAZIENTE OBESO1. 40
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Il principale trattamento è il miglioramento dello stile di vita finalizzato al cal ponderale ed alla riduzione dell’insulino resistenza. Si consiglia di seguire die RICERCA SCIENTIFICA relativamente ipocaloriche con carboidrati a basso indice glicemico, di ridurre minimo il consumo di fruttosio, alcol, grassi saturi e incrementare l’attività fis proporzione al grado di allenamento. Si può poi ricorrere a nutraceutici con dimostrata azione epatoprotettiva per accelerare il miglioramento del quadro epatico sottostante o almeno per rallentarne l’evoluzione. Il nutraceutico più studiato e con migliori prove di supporto alla funzionalità epatica è la silimar l’estratto dei semi o dei frutti secchi del cardo mariano.
LA SILIMARINA: COMPOSIZIONE La silimarina è una miscela complessa di 3.1 La silimarina: composizione composti antiossidanti, caratterizzata da 6 e 2di flavonoidi. Di queste sostanze, caratterizzat la La silimarina è una miscelaflavolignani complessa composti antiossidanti, è il composto maggiormente presente e flavolignani e 2 flavonoidi.silibina Di queste sostanze, la silibina è il composto con gli effetti biologici più evidenti. FATTORI DI RISCHIO maggiormente I principali fattori di rischio per la NAFLDpresente e con gli effetti biologici più evidenti. sono l’insulino resistenza/diabete di tipo 2, sovrappeso/obesità, l’ipertrigliceridimia, nonché l’assunzione cronica di alcuni farmaci come i glucocorticoidi, gli estrogeni sintetici, il metrotrexate ed antiretrovirali impiegati nel trattamento dell’ADS2. Di per sé, negli studi osservazionali, il solo consumo di bibite gasate Figura 1. Struttura della silibina zuccherate aumenta il rischio di sviluppare una Figura 1. Struttura della silibina NAFLD di circa il 55%3. Fra i fattori emergenti vi MECCANISMI D’AZIONE5. sono anche l’abitudine tabagica e la sindrome I meccanismi biochimici, tramite i quali la delle apnee ostruttive del sonno. Infine, di silibina esercita la sua azione epatoprotettiva recente riscontro è la forte associazione tra 3.213 Meccanismi nei d’azione pazienti5. affetti da NAFLD, sono quelli ipotiroidismo e NAFLD: una meta-analisi di I meccanismi biochimici, tramite i quali la silibina esercita la sua azione antiossidante, antiinfiammatorio, anti-fibrotico studi ha mostrato che l’ipotiroidismo aumenta di 4 epatoprotettiva nei pazienti affetti da NAFLD, sono quelli antiossidante, ed endocrino-metabolico. più del 50% il rischio di NAFLD . antiinfiammatorio, anti-fibrotico ed endocrino-metabolico.
GESTIONE TERAPEUTICA. La NAFLD richiede un approccio terapeutico quanto più rapido possibile, in quanto da un lato è il primo step per lo sviluppo di alterazioni irreversibili del parenchima epatico fino a portare a cirrosi, dall’altro la NAFLD costituisce di per sé un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Il principale trattamento è il miglioramento dello stile di vita finalizzato al calo ponderale ed alla riduzione dell’insulino resistenza. Si consiglia di seguire diete relativamente ipocaloriche Figura 2. Target della silimarina nella NAFLD. Figura 2. Target della silimarina nella NAFLD. con carboidrati a basso indice glicemico, di Antiossidante. In vitro e in vivo, la silibina è un potente scavenger dei radicali liberi. ridurre al minimo il consumo di fruttosio, alcol, la generazione di glutatione nele fegato, unèaumento della Antiossidante. In vitro in vivo,attraverso la silibina un grassi saturi e incrementare l’attività fisica Aumenta in disponibilità del substrato cisteina, necessario perliberi. la biosintesi. Inoltre, potente scavenger dei radicali Aumenta la stabilizza la proporzione al grado di allenamento. Si può poi permeabilitàgenerazione della membrana l’inibizione dellaattraverso perossidazione lipidica, diattraverso glutatione nel fegato, ricorrere a nutraceutici con dimostrata azione aiutando cosìun il fegato a mantenere adeguati livellidel di glutatione. aumento della disponibilità substrato epatoprotettiva per accelerare il miglioramento Antiinfiammatorio. La necessario silibina disattiva pro-infiammatori cisteina, peri segnali la biosintesi. Inoltre, derivati del quadro epatico sottostante o almeno per dall’attivazione del fattore nucleare NF-kb, coinvolti nell’induzione della sintesi di stabilizza la permeabilità della membrana rallentarne l’evoluzione. Il nutraceutico più citochine come TNF-a, IL-1 e IL-6. attraverso l’inibizione della perossidazione studiato e con migliori prove di supporto alla Anti-fibrotico. La silibina mostra anche antifibrogenici sia in vitro che in lipidica, aiutando così ileffetti fegato a mantenere funzionalità epatica è la silimarina, l’estratto dei modelli animali. La fibrogenesi epatica, conseguente a un danno cronico del tessuto adeguati livelli di glutatione. semi o dei frutti secchi del cardo mariano. epatico, è caratterizzata dall’attivazione di cellule stellate epatiche. Queste si trasformano in mio-fibroblasti che sono responsabili della deposizione di fibre collagene che portano alla cirrosi epatica. La silibina ha dimostrato di inibire la 41 Nuovo COLLEGAMENTO produzione di pro-collagene, indotta dai mio-fibroblasti. Effetto endocrino-metabolico. In un modello di ratto di NAFLD, la silibina ha
RICERCA SCIENTIFICA
Antiinfiammatorio. La silibina disattiva i segnali pro-infiammatori derivati dall’attivazione del fattore nucleare NF-кβ, coinvolti nell’induzione della sintesi di citochine come TNF-a IL-1 e IL-6. Anti-fibrotico. La silibina mostra anche effetti antifibrogenici sia in vitro che in modelli animali. La fibrogenesi epatica, conseguente a un danno cronico del tessuto epatico, è caratterizzata dall’attivazione di cellule stellate epatiche. Queste si trasformano in mio-fibroblasti che sono responsabili della deposizione di fibre collagene che portano alla cirrosi epatica. La silibina ha dimostrato di inibire la produzione di pro-collagene, indotta dai mio-fibroblasti. Effetto endocrino-metabolico. In un modello di ratto di NAFLD, la silibina ha migliorato la resistenza insulinica e ridotto l’accumulo di grasso viscerale. In particolare, la silibina è in grado di indurre la lipolisi attraverso la trascrizione della lipasi adiposa del trigliceride (ATGL), e inibire la gluconeogenesi per il silenziamento di alcuni geni coinvolti nella suddetta via metabolica. Infine, aumenta l’espressione del trasportatore di glucosio di tipo 4 (GLUT4) sulla superfice cellulare.
STUDI CLINICI Il primo studio pilota che ha valutato l’effetto della silimarina per due mesi in pazienti con NAFLD o NASH (steatoepatite non alcolica) è stato condotto da Burtova et al6. Tali autori hanno osservato che la silimarina è in grado di ridurre o normalizzare i parametri della funzionalità epatica (livelli di transaminasi) e migliorare i parametri ecografici dell’anatomia del fegato. Un altro studio7 ha confrontato l’effetto della sola dieta e della dieta con una formulazione di silimarina+ vitamina E. I risultati mostrano che l’utilizzo della nuova formulazione in aggiunta alla dieta è potenzialmente più efficace della sola dieta e può migliorare la motivazione del paziente a sostenere nel tempo i cambiamenti dello stile di vita (fig. 3). Tali risultati sono stati confermati in uno studio clinico multicentrico8, di fase III, in doppio cieco, condotto su 180 pazienti con diagnosi di NAFLD o NASH. E’ stato osservato che la somministrazione di un complesso di silibina + vitamina E+ fosfolipidi complessi, per 12 mesi, è in grado di migliorare i livelli di transaminasi, di gammaglutaril transferasi e il grado di steatosi epatica. Il miglioramento dei parametri è stato
Figura 3. Confronto dei valori tra il gruppo A (dieta+ nutraceutico) e gruppo B (solo dieta)HSI- indice di steatosi epatica, LAP- indice del prodotto di accumulo dei lipidi
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Nuovo COLLEGAMENTO
proporzionale al miglioramento della glicemia a digiuno, dell’insulinemia basale e dell’indice di insulino resistenza. Questo dato è in linea con una meta-analisi9 di 8 studi clinici controllati che ha coinvolto 587 pazienti. Per il massimo beneficio, la silimarina deve esser iniziata al più presto nei pazienti con malattia del fegato grasso, quando il potenziale rigenerativo del fegato è ancora elevato. TOLLERABILITÀ E SICUREZZA10-12 La tollerabilità è buona anche per somministrazioni a lungo termine (4 anni). I risultati delle revisioni sistematiche mostrano una bassa incidenza di eventi avversi (<4%) e nessun evento avverso grave. CONCLUSIONI Il trattamento principale della NAFLD prevede il miglioramento dello stile di vita. A questo possiamo associare la silimarina, un nutraceutico con comprovate evidenze scientifiche. Le linee guida della Mayo Clinic sugli integratori alimentari classifica l’impiego della silimarina per l’epatoprotezione come grado B (Good scientific evidence for this use). L’utilizzo di tale nutraceutico deve essere continuativo, non a cicli, e protratto nel tempo. Bibliografia. 1. Townsend SA, Newsome PN. Non-alcoholic fatty liver disease in 2016. Br Med Bull. 2016;119(1):143‐156 2. National Guideline Centre (UK). Non-Alcoholic Fatty Liver Disease: Assessment and Management. London: National Institute for Health and Care Excellence (UK); 2016. 3. K. Wijarnpreecha, C. Thongprayoon, P.J. Edmonds, W. Cheungpasitporn, Associations of sugar- and artificially sweetened soda with nonalcoholic fatty liver disease: a systematic review and meta-analysis, QJM: An International Journal of Medicine, Volume 109, Issue 7, July 2016, Pages 461–466, 4. Weiwei He et al. Relationship between Hypothyroidism and NonAlcoholic Fatty Liver Disease: A Systematic Review and Meta-analysis. Front. Endocrinol. 2017 29;8:335. 5. Gillessen A, Schmidt HH. Silymarin as Supportive Treatment in Liver Diseases: A Narrative Review. Adv Ther. 2020;37(4):1279‐1301. 6. Buturova LI, Tsybizova TA, Kalinin AV. Eksp Klin Gastroenterol. 2010;(5):69‐75 7. Sorrentino G, Crispino P, Coppola D, De Stefano G. Efficacy of lifestyle changes in subjects with non-alcoholic liver steatosis and metabolic syndrome may be improved with an antioxidant nutraceutical: a controlled clinical study. Drugs R D. 2015;15(1):21–25. 8. Zhong S, Fan Y, Yan Q, et al. The therapeutic effect of silymarin in the treatment of nonalcoholic fatty disease: A meta-analysis (PRISMA) of randomized control trials. Medicine (Baltimore). 2017;96(49):e9061 9. Salomone F, Godos J, Zelber-Sagi S. Natural antioxidants for nonalcoholic fatty liver disease: molecular targets and clinical perspectives. Liver Int. 2016;36(1):5‐20. 10. Saller R, Brignoli R, Melzer J, Meier R. An updated systematic review with meta-analysis for the clinical evidence of silymarin. Forsch
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#FARMACISTADIGITALE
THE BIG FAMILY LA PIATTAFORMA FACEBOOK
di Monica Faganello, farmacista digital marketing specialist per la farmacia
NEL NUMERO PRECEDENTE ABBIAMO IMPARATO CHE LA PRESENZA DIGITALE DELLA FARMACIA DEVE PARTIRE DALLA CREAZIONE DI UN SITO WEB. IL SITO RAPPRESENTA L’IDENTITÀ DIGITALE DI QUALSIASI AZIENDA A PRESCINDERE DALLE SUE DIMENSIONI. UNA VOLTA CREATO IL SITO, LA FARMACIA PUÒ COMINCIARE AD APPROCCIARSI AI SOCIAL NETWORK APRENDO UNA PAGINA PROFESSIONALE (NON USARE MAI IL PROFILO PERSONALE PER IL BUSINESS).
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e da un lato i social sono un mezzo digitale per portare ulteriore traffico al sito della farmacia, dall’altro rivestono un ruolo sempre più importante nel percorso di acquisto del potenziale cliente in quanto rappresentano il luogo virtuale dove abitualmente le persone cercano informazioni e prendono decisioni di acquisto.
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Infatti, se l’utente conosce il brand accede direttamente al sito (domanda consapevole specifica), se cerca soluzioni a problemi/ necessità digita una domanda consapevole generica nei motori di ricerca. Nei social media invece l’utente non conosce il brand e non fa ricerca su un motore ma, in base agli interessi espressi, può trovare prodotti e servizi per lui interessanti (domanda latente). Nei social, infatti, non va per acquistare ma per stringere relazioni. Questo è un concetto fondamentale. Fatta questa premessa, possiamo comprendere che l’elemento più importante nel social è il contenuto pubblicato che deve essere coinvolgente ovvero generare commenti, condivisioni, like, click cioè costruire relazioni con l’utente raggiunto. Il contenuto accattivante crea relazione, la relazione si basa sulla fiducia, la fiducia porta conversioni.
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L’obiettivo principale quindi della pagina social della farmacia è costruire relazioni, non vendere il prodotto. La vendita sarà una logica conseguenza di un rapporto di fiducia creato in precedenza tra l’azienda e l’utente. In conclusione, essere presenti nei social media è una scelta ottimale quando la farmacia vuole accrescere in visibilità e traffico a condizione che a monte ci sia un piano di comunicazione serio ovvero una strategia digitale in cui siano definiti gli obiettivi di business, il target a cui vogliamo rivolgerci e la piattaforma social prescelta. LA COMUNICAZIONE SOCIAL La comunicazione della farmacia sui social non è una cosa banale e non va mai improvvisata così come ogni azione sul digitale. Il rischio infatti è quello di danneggiare la nostra immagine e la nostra professionalità. Più che fornire una lista di errori da evitare, mi preme iniziare a dare alcuni consigli per una comunicazione social efficace e di qualità. Il primo è scegliere con cura la piattaforma o le piattaforme in cui vogliamo che la nostra farmacia sia presente e comunichi al pubblico. Questa decisione varia da situazione a situazione: se siamo una catena di farmacie e possiamo usufruire di un team dedicato al marketing allora il compito sarà totalmente delegato e potremmo anche decidere di stare in tutti i canali social. Se invece siamo titolari di una farmacia dobbiamo fare una scelta iniziale tenendo conto di una regola base: la presenza nei social richiede un’attività costante per raggiungere gli obiettivi di business prefissati. Dobbiamo cioè decidere una programmazione di post a cui rimanere fedeli, magari con piccole variazioni. È quindi auspicabile concentrarsi su un solo canale social. Quale piattaforma prediligere? Sicuramente, in termini numerici, Facebook rimane la piattaforma più frequentata seguita da Instagram e Twitter. Per operare questa scelta potremmo anche fare un sondaggio tra i nostri clienti per capire quali sono i loro canali social privilegiati e quali argomenti sono di loro maggior interesse così da poter scegliere anche
i contenuti più accattivanti. Il mio suggerimento è comunque di partire con Facebook. Il secondo consiglio è di essere presenti nei social in forma autorevole e professionale esattamente come lo siamo fisicamente in farmacia. Attenzione a non sconfinare mai in consigli medici ma piuttosto prediligere consigli generici ed informazioni utili. Infine è importante la scelta del tone of voice e l’empatia che si usa nello scrivere perché questi devono sempre favorire il dialogo con l’utente. Il terzo consiglio è quella di non esagerare mai con le promozioni. Si lavora sulla regola base dell’80-20: 80% di contenuti utili e coinvolgenti e 20% di contenuti promozionali. Facebook non deve diventare una vetrina di sconti e offerte perché le persone non sono qui per acquistare ma per cercare relazioni, raccontarsi, informarsi e condividere. Nel caso in cui il piano editoriale per i social della farmacia venga affiancato da una serie di campagne sponsorizzate (Facebook Ads), ci saranno dei post prettamente promozionali che verranno divulgati a pagamento e che saranno indirizzati a target selezionati. Il mio consiglio è quello di stanziare sempre un certo budget per Facebook Ads in quanto ci permette di veicolare annunci e promozioni verso pubblici selezionati in base ai parametri che noi decidiamo: possiamo in gergo “targetizzare” le persone che vogliamo raggiungere in modo molto efficace. Supponiamo ad esempio di voler promuovere un servizio di consulenza sui fiori di Bach in farmacia dedicato ai bambini: con Facebook Ads possiamo creare un post sponsorizzato a pagamento che raggiunga solo le mamme, con figli di una determinata età, che vivono nel raggio di 20 km dalla mia farmacia e che hanno determinati interessi (es. per la medicina fitoterapica, per l’omeopatia, che siano ecofriendly e così via). Il quarto consiglio è la misurazione dei risultati ottenuti ossia controllare i progressi e l’efficacia dei messaggi e post pubblicati per capire se i trend sono positivi o negativi e affinare così la strategia di social marketing. Facebook infatti, per ogni pagina pubblicata, dà Nuovo COLLEGAMENTO
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la possibilità di visualizzare le statistiche (quelli che vengono chiamati Insight). Per monetizzare il traffico social della tua farmacia sarà poi fondamentale creare un account inserzionista che permetterà di fare inserzioni pubblicitarie professionali su tutta la piattaforma Facebook. Ogni profilo personale Facebook può attivare un account inserzionista professionale all’interno del quale bisogna specificare un metodo di pagamento. Importante sapere che se vogliamo fare inserzioni non dobbiamo mai utilizzare le proposte di Facebook (i pulsanti blu “metti in evidenza il post”) ma usare lo strumento Gestioni Inserzioni. LA PIATTAFORMA DI FACEBOOK E LE INSERZIONI PROFESSIONALI Innanzitutto bisogna comprendere cosa s’intende per piattaforma Facebook. E’ un grande mondo fatto non solo da Facebook in quanto social ma anche da Messenger, Instagram, Direct (messaggi di Instagram), WhatsApp Messenger e WhatsApp Business che è la versione business di WhatsApp e infine Audience Network (siti partner esterni a Facebook in cui puoi fare apparire le tue inserzioni). Da qualche mese anche in Italia è possibile creare inserzioni professionali su Facebook ed Instagram con destinazione WhatsApp. Ciò significa che i potenziali clienti che vedono le tue inserzioni su Facebook e Instagram e interagiscono con esse, possono mettersi direttamente in contatto con te tramite WhatsApp. Questo offre opportunità di business enormi perché WhatsApp è uno strumento di largo utilizzo e molto veloce nella comunicazione. Chiarito cosa sia una piattaforma Facebook, è importante sapere che esiste uno strumento che ci permette di creare e gestire le nostre inserzioni professionali su tutta la piattaforma: l’account inserzionista che va creato quando decidiamo di sponsorizzare un post seguendo le indicazioni di Facebook. La creazione è totalmente gratuita così come l’apertura di una pagina Facebook o Instagram o di un account WhatsApp. Per accedere a tutti gli strumenti di Facebook è necessario quindi avere un Profilo personale 46
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LISTA NECESSARIA PER OPERARE IN MODO PROFESSIONALE SULLA PIATTAFORMA 1 Profilo personale: può amministrare più pagine e può essere usato solo per scopi personali. Fino a 5000 amici. Vietato l’uso business. 2 Pagina Facebook. Può avere più amministratore e ruoli e può essere usata per fare inserzioni. Numero illimitato di fan. 3 Pagina Instagram. Può fare inserzioni pubblicitarie e messaggi in Direct.
4 Account WhatsApp e WhatsApp Business può essere associato alla tua pagina e collegato alle inserzioni pubblicitarie. 5 Account pubblicitario è lo strumento per gestire tutte le inserzioni sulla Piattaforma (Facebook, Instagram e Messenger).
(per intenderci dove pubblichiamo le nostre cose e abbiamo i nostri amici) che può essere usato solo per scopi personali non per promuovere un brand. La pagina Facebook (dove abbiamo i fan in numero illimitato) è invece lo strumento deputato alla promozione di un business sulla piattaforma: solo da qui possiamo far partire le nostre inserzioni professionali. L’account Instagram ugualmente deve essere trasformato in pagina per essere usato per scopi professionali e per inviare messaggi in Direct. Il passaggio è molto semplice: dal cellulare accedendo all’account Instagram, posso trasformarlo in pagina (l’operazione è reversibile). Infine, anche un account WhatsApp può essere integrato nella strategia di inserzioni. La creazione del profilo personale e della pagina Facebook sarà argomento della prossima puntata di #farmacistadigitale.
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QUANDO RESPIRARE DIVENTA TERAPIA TUTTE LE POTENZIALITÀ DELLA DIFFUSIONE AROMATICA
di Stefania Sartoris, Farmacista – Biologo – Naturopata Professore a contratto presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino Formatore e consulente in Aromaterapia, Aroma Strategist
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a vita inizia e finisce con un respiro. Il primo vagito, quello che riempie di emozione chi assiste ad una nascita, altro non è che la reazione alla prima boccata d’aria che raggiunge i polmoni, che fa si che il sangue che scorre faccia il suo lavoro, portando ossigeno, ovvero nutrimento, all’intero organismo. L’ultimo respiro è il momento il cui la vita si ferma, è l’attimo che precede il nostro scivolare in una dimensione differente, o nel nulla, quali che siano le nostre credenze. Il respiro, anche dal punto di vista strettamente fisiologico, è accogliere il mondo esterno ed utilizzarne le risorse, e subito dopo è lasciar andare ciò che non ci serve, che altrimenti rischierebbe di danneggiarci. Respirare correttamente, nonostante si tratti di un atto così naturale, non è semplice. Molto spesso, senza nemmeno accorgercene, tendiamo a “buttare aria nei polmoni” quel tanto che basta per non soffocare, rimaniamo quasi “in apnea” perché troppo presi da quello che stiamo facendo o, peggio, sopraffatti da tensioni, stress e, talvolta, paure. Il risultato è che l’ossigeno non affluisce in quantità sufficiente ad organi chiave come il cervello, che ne hanno invece un bisogno vitale, e le nostre funzioni, anche se non ce ne accorgiamo, risultano rallentate rispetto a come potrebbero essere, gli apparati, da quello circolatorio a quello immunitario, funzionano “in riserva” e il risultato è che ci sentiamo più stanchi, incontriamo maggiore difficoltà nel fare le cose e qualche volta ci ammaliamo più facilmente. Una buona respirazione dunque, è parte dei presupposti per il mantenimento di un buon stato di salute e rende più difficile l’instaurarsi della malattia. Anche dal punto di vista mentale il respiro ha un significato importante: è ritmo, ed è strumento imprescindibile di concentrazione e consapevolezza, allontana i pensieri negativi e aiuta ad affrontare la giornata o il sonno con la giusta predisposizione. Esistono vere e proprie tecniche per imparare a respirare correttamente e per quanto semplici possono apportare grande beneficio alla nostra condizione psicofisica.
Ecco perché è importante “imparare a respirare”: profondamente, consapevolmente, dedicate a questo esercizio cinque minuti al giorno, in un ambiente tranquillo e ben arieggiato, in una posizione comoda e noterete in breve tempo cambiamenti importanti in termini di energia, di capacità di concentrazione, di benessere generale. Non è filosofia, è uno strumento semplice che può farci star meglio. Questo strumento così naturale, se abbinato all’aromaterapia, può dare risultati ancora più sorprendenti. Ho già parlatosul numero 6 di Nuovo Collegamento del potere dell’olfatto, di come le molecole odorose, mescolandosi al mezzo gassoso ed intercettando i recettori collocati sulla mucosa nasale, siano in grado di raggiungere con un impulso non mediato zone precise del cervello e di agire tanto sui nostri comportamenti quanto sulle emozioni. C’è però molto di più. È infatti possibile, ed è argomento di grande interesse per il periodo che stiamo attraversando e per i mesi invernali che stiamo per affrontare, utilizzare la diffusione di aromi come strumento per migliorare la qualità dell’aria ed il semplice atto della respirazione come misura preventiva in termini di attivazione del sistema immunitario. Come? Semplicemente mandando in diffusione per qualche minuto, un olio essenziale scelto “ad hoc” per favorire lo scopo. La diffusione consiste nel disperdere nell’aria molecole odorose attraverso l’utilizzo di uno strumento idoneo. In questo modo, con il semplice atto del respirare, le molecole arriveranno non solo al cervello dove esplicheranno le loro funzioni a livello mentale ed energetico ma, attraverso la via respiratoria, agli alveoli polmonari ed attraverso il passaggio al microcircolo, a tutti i tessuti dell’organismo andando ad esercitare la loro azione là dove sono più utili. Inoltre, grazie al loro naturale potere disinfettante, antimicrobico ed antivirale (le piante li producono proprio per difendersi dall’attacco di agenti esterni), gli oli essenziali migliorano la
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qualità dell’aria che respiriamo, soprattutto durante i mesi più freddi quando arieggiare gli ambienti diventa una pratica comunque necessaria ed indispensabile (non dimenticate mai di farlo regolarmente) ma comunque più complicata. Il diffusore, azionato per un tempo adeguato, diventerà in questo modo vero e proprio strumento di difesa e terapia. La scelta del tipo di diffusore deve essere molto attenta perché dalla sua qualità, ma anche dal principio tecnico utilizzato dipende l’efficacia della pratica, in tutti i casi si pongono le gocce di olio essenziale in una piccola quantità d’acqua, la tensione di vapore acqueo porta le molecole a volatilizzare, ed in questo modo esse diffondono nell’ambiente. I diffusori in coccio o “bruciaessenze” hanno una vaschetta di vetro o ceramica che contiene l’acqua alla quale si aggiungono le gocce, una candela posta al di sotto la riscalda ed il calore fa evaporare lentamente l’acqua consentendo alle molecole aromatiche di diffondere. Il diffusore ad ultrasuoni lavora a freddo, come un corretto utilizzo dell’aromaterapia prevede. La diffusione a freddo consente di preservare al meglio le proprietà degli oli essenziali e di godere pienamente dei loro benefici attraverso le vie respiratorie. Con i diffusori a ultrasuoni la propagazione delle molecole olfattive è uniforme e rapida, adatta anche spazi grandi dimensioni. I sistemi di diffusione che utilizzano il calore, al contrario, rischiano di ossidare i principi attivi della pianta. Il classico “brucia essenze” con la candelina fa sì che il profumo venga percepito negli ambienti, compromettendo però l’efficacia degli oli essenziali sul piano fisico. In aromaterapia si consiglia quindi di scegliere sempre un sistema di diffusione a freddo: sarebbe un vero peccato diffondere gli oli essenziali solo per profumare la casa e rinunciare al loro supporto alla salute. La maggior parte delle piante contiene al suo interno principi attivi con azione antisettica e
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antibatterica, che ripuliscono e detergono l’aria, migliorandone la qualità. Molto importante è inoltre il numero di gocce di olio essenziale che verranno utilizzate che dipende dalle dimensioni dell’ambiente: normalmente corrisponde alla moltiplicazione dei lati della stanza in metri (per difetto). Per una stanza di 4 x 3 metri ad esempio si utilizzeranno un massimo di 10-12 gocce mentre sopra le 20 persone presenti nella stanza, indipendentemente dalle dimensioni, un massimo di 2 gtt a persona. Il tempo tecnico di diffusione (da effettuare sempre dopo aver arieggiato l’ambiente) è al massimo di 20 minuti ma in alcuni casi sono sufficienti anche 10 minuti da ripetere ogni 2-3 ore. Prima dei suggerimenti riguardo agli oli essenziali più idonei per la diffusione ambientale finalizzata alla purificazione dell’aria ed al supporto al sistema immunitario sono importanti anche le precauzioni d’uso. Non mi stancherò mai di ripetere che gli oli essenziali non rappresentano un qualcosa di “naturale che al massimo non può recar danno” ma vera e propria allopatia naturale che, al pari dei farmaci, basa la propria azione sulla base delle molecole chimiche che la costituiscono e pertanto va trattata con le stesse modalità di un farmaco vero e proprio, anche se di origine naturale. In altre parole una goccia è una goccia e 10 minuti ogni due ore sono 10 minuti ogni due ore! Inoltre è bene che i soggetti presenti nella stanza non siano bambini troppo piccoli (meglio attendere gli 8 anni di età, eccezion fatta per alcuni oli più “tranquilli” come la Lavanda angustifolia e il Mandarino per i quali si consigliano comunque dosi e tempi di diffusione più limitati e non quando il piccolo è presente nella stanza ma appena prima del suo ingresso), le donne in gravidanza ed allattamento ma anche gli anziani, il cui sistema nervoso è di per se
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respirare, riempiendo d’aria i polmoni, fino in fondo, cercando tutte le volte che vi è possibile un luogo tranquillo, ben areato e silenzioso per ascoltare il vostro respiro che è la parte più viva di voi. Tutte le volte che ne avete la possibilità immergetevi nella Natura, che siano boschi o luoghi di mare e respiratene gli aromi, ne trarrete un beneficio immenso. OE RAVINTSARA Cinnamomum Camphora CT 1.8 cineolo 6 gocce OE ALLORO Laurus nobilis 3 gocce ES POMPELMO Citrus paradisii 3 gocce Diffusione per 10 minuti ogni 2 ore dopo aver ben arieggiato l’ambiente OE RAVINTSARA Cinnamomum Camphora CT 1.8 cineolo 6 gocce OE ROSMARINO CT verbenone 3 gocce ES LIMONE Citrus limon 3 gocce Diffusione per 10 minuti ogni 2 ore dopo aver ben arieggiato l’ambiente Per contatti: dr.sartoris.stefania@gmail.com
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LE DIVERSE FACCE
DELL’ANSIA
di Piera Francesca Rasera, Responsabile marketing scientifico Phyto Garda
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disturbi d’ansia rappresentano un gruppo di malattie che rendono la vita delle persone piena di agitazione immotivata e sono caratterizzati da una serie di sintomi, più o meno intensi, che coinvolgono il sistema nervoso, il sistema cardiocircolatorio, il sistema muscolare e respiratorio a seconda della tipologia di disturbo. Per essere considerata normale, l’ansia deve avere una funzione adattiva per l’individuo, cioè deve migliorare la nostra capacità di adattarci alle situazioni più stressanti. Ad esempio, se uno studente universitario non avesse il minimo timore di superare un esame probabilmente non passerebbe molto tempo a studiare, rischiando di non superare la prova. Diversamente, in una situazione diametralmente opposta, in cui questo stesso studente fosse paralizzato dalla paura di non farcela, l’ansia interferirebbe negativamente con la sua performance. 54
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Quest’ultimo atteggiamento è di tipo disadattivo e descrive un’ansia di tipo patologico. L’ansia patologica ha il potere di togliere lucidità nell’affrontare una situazione particolarmente impegnativa proprio perché diventa essa stessa il problema da affrontare. Il giusto atteggiamento di fronte ad una situazione stressante e particolarmente impegnativa sarebbe quello di sviluppare un’ansia fisiologica e adattativa, cioè uno stato di tensione psicologica e fisica diretta a portarci a superare la prova. Quando si parla di ansia si pensa a una condizione "democraticamente distribuita”, che dovrebbe interessare uomini e donne, senza guardare al sesso, al lavoro o alla condizione sociale. Ma da una revisione sistematica degli studi sul tema, condotta dall'università di Cambridge, emerge che per le donne il rischio di soffrirne è doppio rispetto agli uomini, e che questo disturbo è diffuso soprattutto in Europa e Nord America.
FITOTERAPIA
I dati presenti in letteratura si riferiscono a diverse tipologie di disturbi d’ansia e sembrano concordi nel confermare che la “forbice” si allarga sempre a favore delle donne. La risposta è di natura fisiologica e chimica. Uno studio sulle differenze tra uomo e donna ha analizzato il tipo di risposta allo stress e pare che vi sia un maggiore utilizzo della corteccia prefrontale-parietale mediale nello sperimentare l'ansia soggettiva nelle donne, mentre un minore utilizzo di questo circuito è stato associato ad aumentati stati soggettivi di ansia negli uomini. Studi di questo tipo hanno implicazioni per comprendere le differenze specifiche di genere nell'ansia indotta dallo stress e la vulnerabilità ai disturbi clinici ad esso legati. In caso di stati ansiosi ricorrenti il primo passo è sicuramente quello di comprenderne i motivi e cercare di rimuoverli, se possibile, praticare regolare attività fisica e implementare alcune tecniche di respirazione che aiutino a rilassare la mente anche al fine di favorire un sonno ristoratore. È frequente, infatti, il legame tra ansia e insonnia: i disturbi d’ansia possono interferire con la capacità di riposare bene creando un circolo vizioso. Molto spesso stress eccessivo, preoccupazione e pensieri ossessivi sono fonte d’insonnia. Viceversa, la carenza di sonno riduce sensibilmente la capacità di pensare positivamente, portando a fenomeni d’ansia sempre più intensi fino alla manifestazione del disturbo depressivo maggiore. Un valido aiuto ci viene dalla medicina naturale: la fitoterapia offre molti rimedi utili dalla specifica azione rilassante ed equilibrante. TIGLIO: L’attività per cui si utilizza più di frequente è l’azione calmante conferita dalla vitexina, un flavonoide che agisce come spasmolitico, sedativo e ansiolitico naturale. I principi attivi sono contenuti nei fiori. Agisce secondo tre modalità: aumentando i livelli ematici di serotonina, a livello dell'asse cortico-ipotalamico e sul centro del sonno. Per questo trova indicazione su tutte le manifestazioni somatiche dovute ad ansia (palpitazioni, ipertensione arteriosa lieve su base nervosa, problematiche nervose somatizzate a livello dell’apparato digerente). BIANCOSPINO: è un arbusto o piccolo albero spontaneo, che cresce facilmente in ogni dove, in grado di raggiungere anche i 6-10 metri d'altezza. L’estratto di questa pianta contiene naturalmente flavonoidi (rutina, vicemina, iperoside, orientina,
vitexina e quercetina) che esplicano funzioni benefiche sui pazienti eccessivamente nervosi, ansiosi, con attacchi di panico e disturbi del sonno. MELISSA: pianta ufficialmente approvata per il trattamento degli stati di agitazione e dell'insonnia grazie al suo contenuto di flavonoidi e alcaloidi che agiscono sul SNC sedandolo. Ciò è dovuto alle proprietà antispastiche e sedative di cui questa pianta è dotata. L'azione sedativa viene esercitata attraverso l'inibizione dell'enzima GABA-transaminasi, responsabile della degradazione del GABA, il neurotrasmettitore inibitorio più importante del nostro SNC. ESCOLZIA: pianta erbacea perenne coltivata come annuale, originaria dell'Arizona, California e Oregon caratterizzata da fusti prostrati che si allargano a formare dei cespugli alti. Costituita da alcaloidi benzilisochinolinici e benzofentridininici che esercitano un’azione sedativa sul SNC con effetti sedativi e ansiolitici. È ben tollerata anche in età pediatrica. VALERIANA: viene usata nella cura dei disturbi del sonno e nella terapia complementare di alcuni tipi di sindrome ansiosa (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, vertigini psicogene). In seguito all'assunzione, si assiste a un incremento dei livelli di GABA nello spazio sinaptico, ottenuto tramite l'inibizione del reuptake e l'aumento della secrezione dello stesso neurotrasmettitore. Per il trattamento dell'agitazione si consiglia di assumere circa 0,4-0,8% di estratto di radici di valeriana 2-3 volte al dì. Sconsigliata sotto i 14 anni. PASSIFLORA: è una pianta erbacea perenne, rampicante e ramificata, che possiede uno stelo robusto e legnoso capace di raggiungere i dieci metri di lunghezza. Viene raccomandata nell'irrequietezza nervosa, specie se accompagnata ad ansia, angoscia che si oppone al riposo e anormalità del ritmo cardiaco dovute ad eccessiva tensione. I flavonoidi in essa contenuti (come vitexina e iperoside) svolgono un’azione sul SNC, soprattutto a livello dei centri del sonno. Risulta d’aiuto in caso di stress, per combattere l’insonnia e nei casi di colon irritabile di origine nervosa. Nota è l’associazione con Tiglio e Valeriana. L’ansia e lo stress fanno parte della quotidianità della vita di tutti, dobbiamo perciò cercare di tenerla sotto controllo affinché non interferisca con i nostri progetti.
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di Paolo Levantino, Consigliere Nazionale Fenagifar e Michela Soardi, Delegata Fenagifar
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uanti di noi non si sono commossi nelle puntate serali di "i braccialetti rossi", la serie TV tratta dall'omonimo libro che racconta i dolori, le sofferenze, ma anche la speranza e la vita dei bambini ammalati di cancro? Scene forti, ma che devono essere raccontate, per svincolarci dal tabù di non raccontare una malattia così devastante in un corpo che, da poco, ha iniziato a vivere. Purtroppo, i tumori pediatrici rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei bambini e hanno un impatto sconvolgente sulle loro famiglie, che si fanno carico di un contesto di sofferenza psicologica ed emotiva a cui non erano preparati. Parlando coi numeri in mano, ogni anno nel mondo si ammalano di tumore circa 250.000 bambini, di cui in Italia 1.400 fra gli 0 ed i 14 anni e circa 800 fra gli adolescenti (15-19 anni). Grazie ai progressi della ricerca il tasso di guarigione è aumentato negli anni ma molta strada va ancora percorsa: non solo per sviluppare cure più efficaci, ma anche per potenziare la diagnosi e per promuovere lo studio sulle cause, purtroppo ancora in gran parte ignote, di questo terribile male. Non si può poi tralasciare che spesso le terapie sono mutuate da quelle degli adulti, incidendo così sulla qualità della vita e sulle possibilità di guarigione. Finanziare la ricerca e le migliori cure per i piccoli che si ammalano di tumore è quindi il principale mezzo che abbiamo per contrastare il cancro. Da qui nasce il progetto solidale #PerMano, organizzato dalla Federazione Nazionale
Associazione Giovani Farmacisti (Fenagifar) e dalla Fondazione Umberto Veronesi, con il patrocinio di FOFI, Federfarma e Utifar, che prevede un pieno coinvolgimento di tutte le realtà territoriali, desiderose di dare un prezioso contributo a questa nobile iniziativa, unendo le forze in campo. Una donazione semplice e immediata, quindi, che consente a ognuno di sentirsi partecipe e vicino alla ricerca oncologica. “La ricerca di nuove cure per i piccoli pazienti e l'attuazione di protocolli mirati, deve rappresentare una priorità nel campo delle donazioni, una sensibilizzazione necessaria non soltanto in ambito sanitario, ma anche rivolta alla cittadinanza” - commenta Carolina Carosio, Presidente Nazionale di Fenagifar. “Non dimentichiamo che i veri protagonisti di questa campagna sono i bambini, il cui sorriso dipinto sul volto, seppur in circostanze patologiche difficili da sostenere – conclude Carosio – è la forza a cui guardiamo con ammirazione, è la ragione della nostra scelta. Abbiamo imparato che i piccoli gesti possono fare la differenza, un invito concreto a donare, che rivolgiamo a tutti, per essere parte attiva del progresso scientifico e guardare con fiducia al futuro.” Per effettuare la propria donazione, è sufficiente collegarsi al sito: https://insieme.fondazioneveronesi.it/project/permano-fenagifar-per-la-ricerca/ seguire pochi passaggi con un semplice click o altrimenti effettuare il bonifico intestato a Fenagifar, causale: “Donazione #PerMano” Nuovo COLLEGAMENTO
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I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna
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APPRENDISTATO E TUTOR Desidero sapere se un farmacista assunto con contratto di apprendistato professionalizzante presente in organico della farmacia da vari mesi possa, a battenti chiusi, fare il servizio notturno senza la presenza del tutor? Il tutor sarebbe comunque facilmente contattabile. La formazione continua dell’apprendista è il presupposto imprescindibile del contratto di apprendistato, per questo se manca il tutor si va a snaturare l’intenzione del legislatore. Se dopo la firma del contratto l’apprendista dimostra che il datore non l’ha affidato ad un tutor potrà chiedere al giudice del lavoro la conversione del modello contrattuale: da apprendistato ad indeterminato, senza che trascorrano gli anni stabiliti. Inoltre, la conversione in un contratto indeterminato è retroattiva, vale a dire che si considera tale fin dall’inizio del periodo di apprendistato, anche se la decisione del giudice arriva molto dopo. La Cassazione ha stabilito che la conversione non si applica solo se l’azienda dimostra in giudizio che non ha potuto provvedere al tutor per colpa dell’apprendista e non a causa della sua negligenza. Una prova in questo senso potrebbe essere dimostrare che il giovane apprendista non si è presentato ripetutamente e senza un valido motivo ai seminari o alle lezioni di formazione organizzate dall’azienda. Insomma, il datore non può essere colpevole se la mancata formazione dipende proprio dall’apprendista. Sarà quindi necessario prestare molta attenzione se l'atteggiamento previsto nel quesito abbia carattere di continuità. Avv. Paolo Leopardi Nuovo COLLEGAMENTO
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PROCEDURE PER L’E-COMMERCE Ho intenzione di avviare un sito web di ecommerce nel quale vendere prodotti legati al benessere e all’igiene oltre ad integratori alimentari di vario genere. Vorrei sapere se è necessario effettuare la SCIA per il commercio elettronico pur trattandosi di una attività accessoria alla farmacia. Di seguito le indicazioni del Ministero della Salute volte all'ottenimento dell'autorizzazione alla vendita on line. La procedura Le farmacie e gli esercizi commerciali che intendono vendere on line medicinali senza obbligo di prescrizione richiedono l’autorizzazione alla regione o alla provincia autonoma ovvero alle altre autorità competenti, individuate dalla legislazione delle regioni o delle province autonome. A seguire devono richiedere la registrazione nell’elenco degli esercizi autorizzati alla vendita on line dei medicinali senza obbligo di prescrizione e, contestualmente, richiedere il rilascio da parte del Ministero del logo identificativo nazionale da apporre sulle pagine del sito internet attraverso le quali si effettua la vendita. Chi può richiederlo Le farmacie e gli esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, che hanno ottenuto l’autorizzazione dalla regione o dalla provincia autonoma ovvero dalle altre autorità competenti, individuate dalla legislazione delle regioni o delle province autonome a fornire medicinali a distanza al pubblico ai sensi del comma 3, dell’articolo 112-quater, del decreto legislativo 219/2006. Cosa serve per richiederlo Per ottenere la registrazione nell’elenco delle farmacie e esercizi commerciali autorizzati alla vendita on line, è necessario compilare ed inviare il modulo online riportato nella sezione “modulistica” con con le seguenti informazioni: • Codice Identificativo Ministeriale assegnato • Denominazione 60
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• Indirizzo completo (comprensivo di Via, CAP, Frazione, Comune, Provincia, Regione) • Partita IVA • Indirizzo del sito web utilizzato a tale fine • Tutte le informazioni pertinenti necessarie per identificare il sito commerciale (decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, autorizzati alla vendita on line • Autorizzazione dalla regione o dalla provincia autonoma ovvero dalle altre autorità competenti, individuate dalla legislazione delle regioni o delle province autonome a fornire medicinali a distanza al pubblico • Documento di riconoscimento Moduli e linee guida Sono reperibili online. Documentazione da allegare • Autorizzazione degli enti territoriali • Copia dell’autorizzazione rilasciata dalla regione o dalla provincia autonoma ovvero da altra autorità competente, individuata dalla legislazione della regione o della provincia autonoma • Documento di identità • Copia del documento di identità del presentatore dell'istanza Come si presenta la richiesta Via PEC all’indirizzo: dgfdm@postacert.sanita.it Oggetto: FDM-VOL-RRL Quanto tempo ci vuole Entro 30 giorni dalla data di ricezione della richiesta completa di allegati trasmessa via PEC Quanto costa Tariffa: Non è previsto il pagamento di alcuna tariffa Come viene comunicato l'esito Via posta elettronica certificata Dove viene pubblicato l'esito Non è prevista la pubblicazione dell'esito Ufficio responsabile del procedimento Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del servizio Farmaceutico (DGDMF) Ufficio 2 - Attività farmaceutica Avv. Paolo Leopardi
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IMPIEGO PUBBLICO E SAS Sono aperte le domande per l'insegnamento e vorrei informazioni circa la possibilità per un socio minoritario di una Sas della farmacia di accedere all’insegnamento o se sono invece previste incompatibilità tra il lavoro pubblico e l’essere parte della società. La recentissima sentenza del Consiglio di Stato n. 4634 del 20 luglio 2020 ha confermato quanto evidenziato in parte dalla sentenza della Corte Costituzionale n.11 del 5 febbraio 2020 e quindi ad una società titolare di farmacia possono partecipare soggetti che svolgano altre attività pubbliche e/o private purché non siano coinvolti in alcun modo nella gestione della farmacia. Dette indicazioni, affermano le citate sentenze, non valgono per i soci di farmacia risultati vincitori nell'ultimo Concorso straordinario. Avv. Paolo Leopardi MASCHERINA PER IL FARMACISTA Vorrei sapere se è prevista una sanzione nel caso un farmacista non indossi la mascherina in farmacia. Con la proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre, le limitazioni confermate dall'ultimo DPCM dello scorso 14 luglio potrebbero rimanere in vigore fino alla fine dell’emergenza Covid-19. Nelle farmacie, come nelle parafarmacie, il gestore deve garantire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone e una distanza interpersonale di almeno 1 metro. Si deve indossare la mascherina e il gestore può controllare all'ingresso la temperatura. Avv. Paolo Leopardi
CONSERVAZIONE FATTURE VETERINARIE Per quanto tempo si devono conservare la fatture e le bolle di trasporto di prodotti veterinari alla luce dell’introduzione delle ricetta elettronica veterinaria al fine di una eventuale ispezione? La normativa sulla Ricetta Elettronica Veterinaria non modifica i termini per la conservazione dei documenti fiscali che sono rispettivamente di 5 e 10 anni. Avv. Paolo Leopardi GELATINE Durante il corso della Scuola di Galenica Utifar "Le 20 formulazioni per risollevare il laboratorio" è stata presentata la formulazione di gelatine con erisimo. A tale proposito, vorrei sapere se con la stessa ricetta si possono formulare gelatine anche con echinacea o rosa canina? Certo. Si consiglia di allestire per prova una piccola quantità per saggiarne il sapore ed eventualmente correggere le quantità di aroma e/o dolcificante. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano SODIO NITRITO Vorrei sapere se potete consigliarmi una alternativa di conservante al posto del sodio nitrito nella seguente formulazione usata per sterilizzare oggetti in ginecologia: benzalconio cloruro 0,250 g alcool etilico 70 g acetone 2 g alcool isopropilico 3 g sodio nitrito 0,2 acqua dep. q.b.a. 100g Il sodio nitrito viene utilizzato per non conferire alla soluzione potete ossidante in modo da non avere effetti corrosivi su materiali plastici, plastica e gomma. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano Nuovo COLLEGAMENTO
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FIALE IN PLASTICA Durante un corso della Scuola di Galenica Utifar tenutosi l'anno scorso, il docente ci aveva spiegato come allestire preparazioni mediante le fiale. Nella farmacia dove lavoro vorremmo allestirle ma volevamo partire da fiale di plastica. La mia domanda è se è possibile preparare
anche quelle in plastica con la pompa da vuoto. Certamente. Ricordi che le fiale in plastica si riempiono dal fondo in modalità classica e vanno poi chiuse con un tappino dedicato. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
OTTENERE UNO SPAZIO PER AUTOANALISI E CONSULENZE Vorrei ricavare uno spazio per autoanalisi e per la consulenza, mantenendo la bussola di ingresso e gli arredi. Grazie Rettifichiamo l’intera area vendita: ruotando l’elemento 5 ed i banchi 1 andiamo a recuperare lo spazio in ingresso nel quale realizziamo due punti di servizio 8 e 4; parte dell’esposizione 4
viene assorbita dall’elemento 3; l’elemento 2 viene collocato nel centro dello spazio, su di una gondola. In basso, alle spalle dei banchi inseriamo una teoria di cassettiere da etico 6 ad altissima rotazione; possiamo cosi ridurre le colonne di cassettiere da etico ed invertirne la posizione con un banco smistamento comodo 7. Arch. Luca Melchionna
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