LA NEWSLETTER DI UTIFAR PER I FARMACISTI
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IL NUOVO BLOG DI UTIFAR PER I FARMACISTI
A GENNAIO SARÀ ONLINE! Il nuovo Blog di Utifar affiancherà la nostra rivista per diventare uno strumento di aggiornamento costante sul mondo della Farmacia. Attualità, evidenze scientifiche, novità sui farmaci, galenica e molto altro saranno il fulcro per supportare il farmacista nella sua professione, stay tuned!
L'EDITORIALE
di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
E
AUSPICI PER IL NUOVO ANNO
sattamente due anni fa, iniziavano ad arrivare dalla Cina notizie di un nuovo coronavirus che, ahimè, nei mesi successivi avremmo imparato a conoscere. Sono stati due anni difficili e sembra ormai certo che Sars-cov2 diverrà endemico, accompagnandoci, si spera in forme sempre meno aggressive, per i prossimi anni. L'emergenza passerà presto e ci stiamo già avviando verso una "nuova normalità" nella quale anche la farmacia avrà un ruolo differente rispetto al passato all'interno dell'offerta sanitaria del nostro Paese. Sento l'esigenza di ringraziare i farmacisti per il grande sforzo che hanno profuso, sia a livello collettivo che individuale, per fare in modo che la farmacia rispondesse all'emergenza con la grande professionalità che ha dimostrato nelle diverse fasi che hanno caratterizzato il biennio appena trascorso e di rivolgere un pensiero di preghiera a quei colleghi che sono stati colti dalla malattia quando si avevano pochi strumenti per affrontarla e non ce l’hanno fatta. Essi rappresentano l’essenza della nostra professione, che è quella di essere, secondo me, il baluardo sanitario sempre presente sul territorio. Iniziamo un nuovo anno e, se dovessi esprimere un auspicio per i farmacisti, non esiterei a chiedere maggiore unità all'interno della categoria. In un momento di grandi cambiamenti per la nostra professione, lavorare all'unisono verso un nuovo modello di farmacia rappresenta una priorità nell'ottica condivisa di raggiungere determinati obiettivi. Nel corso di quest'anno, in particolare, la farmacia si troverà di fronte ad un bivio importante: consolidare il suo nuovo ruolo a supporto del Ssn o tornare alla farmacia che conoscevamo negli anni precedenti alla pandemia. Le conquiste da difendere non sono di poco conto. Abbiamo imparato a rispondere con professionalità e grande capacità organizzativa alle esigenze delle istituzioni e dei cittadini. Lo abbiamo fatto tramite una maggiore offerta di servizi e ci è stato riconosciuto un ruolo sempre maggiore a livello di mansioni e di responsabilità. È chiaro che una maggiore unità all'interno della categoria potrà facilitare la transizione verso il consolidamento di un nuovo modello di farmacia. Un modello che però non tutti, va detto, condividono per intero. Alcuni colleghi lamentano la scarsa redditività che riscontrano nell'immediato. Altri contrappongono ad esso un modello di farmacia commerciale a più alta redditività, sempre più orientata alle offerte e agli sconti. Questa visione non mi trova certo d'accordo, ma è tuttavia lecito che ciascuno abbia le proprie idee e il diritto di rivendicarle, ci mancherebbe altro. L’importante è essere consapevoli che non si potrà continuare a rafforzare la farmacia commerciale, sull'immagine di quei colleghi che, invece, credono in un farmacista professionista e stanno dando una grande visibilità alla farmacia. Un ulteriore auspicio che vorrei portare alla categoria per il nuovo anno riguarda una sempre crescente attenzione alla formazione. Diventa, infatti, quanto mai urgente essere in possesso di competenze professionali sempre maggiori. Utifar è da sempre convinta che un nuovo modello di farmacia parta del riconoscimento di competenze adeguate ai ruoli che ci apprestiamo a svolgere. Auguro pertanto ai lettori di Nuovo Collegamento e a tutti i farmacisti un anno ricco di formazione. Resto infatti convinto che il tempo speso in aggiornamento professionale sia il migliore investimento che un farmacista possa fare per il proprio presente e per il futuro della nostra professione.
Nuovo COLLEGAMENTO
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SEGUICI SU
I N F O T O : FA R M A C I A S A N P I E T R O R E G G I O C A L A B R I A 4
Nuovo COLLEGAMENTO
SOMMARIO n. 7 2021
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LA FARMACIA NEL POST COVID
di Alessandro Fornaro
ISTITUTI GIURIDICI APPLICATI ALLA FARMACIA di Marino Mascheroni
Direttore responsabile Eugenio Leopardi
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di Alessandro Fornaro
Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia
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Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli
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Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO
Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297
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La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono
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Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
UTIFAR
LA CONSAPEVOLEZZA ALIMENTARE
SICURO DI NON ESSERE INTOLLERANTE AL LATTOSIO? di Vincenzo Zottoli
LE APPLICAZIONI DELL’ACIDO IALURONICO IN OFTALMOLOGIA, REUMATOLOGIA E DERMATOLOGIA di Paolo Levantino
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DALLA LETTERATURA
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PILLOLE DI GALENICA
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CONVEGNI IL NUOVO POSIZIONAMENTO DELLA FARMACIA
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di Alessandro Fornaro
di Rosalba Lombardo
IL FARMACISTA DIGITALE
RIFLESSIONI E CONSIGLI PER IL NUOVO ANNO di Monica Faganello
58 dal 1957
AI TEMPI DEL COVID
di Giulio Francesco Valeriano
www.utifar.it - utifar@utifar.it
Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXII n. 7 2021 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
GLI ITALIANI E LA SALUTE di Alessandro Fornaro
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Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE
OMEOIMPRESE: REGOLE CHIARE ANCHE IN ITALIA SUI FARMACI OMEOPATICI di Giovanni Gorga
Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it
Immagini Adobestock
MIMETISMO ANTICORPALE E COVID-19
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DALLE AZIENDE CONSULENZE UTIFAR Nuovo COLLEGAMENTO
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FARMACIA E FUTURO
LA FARMACIA NEL POST COVID
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
In pochi mesi sono avvenute trasformazioni sociali che, in tempi di normalità, avrebbero richiesto anni: dallo smart working, alla didattica a distanza, fino al nuovo impatto della comunicazione digitale nella quotidianità di tutti noi. Anche la farmacia, nel post pandemia non sarà la stessa di prima. Questo cambiamento, nei prossimi mesi, attraverserà il suo momento più delicato: il consolidamento della trasformazione in atto o il ritorno alla normalità precedente.
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Nuovo COLLEGAMENTO
FARMACIA E FUTURO
L
a prima grande trasformazione che il nostro settore ha affrontato ha riguardato il drastico cambio di percezione da parte del pubblico rispetto alla nostra professione. Siamo passati, con un balzo improvviso, ad essere essenziali non solo per la dispensazione del farmaco, ma anche per la somministrazione di servizi sanitari fondamentali come la vaccinazione. A ben pensarci, però, questa trasformazione avvenuta nei due anni della pandemia non è stata poi così repentina, ma ha richiesto tempo e mediazioni politico/istituzionali.
Le nostre rappresentanze di categoria hanno ottenuto importanti riconoscimenti nelle trattative, agevolate dall'alto senso di responsabilità dei singoli farmacisti. Era sotto gli occhi di tutti, infatti, che c'eravamo. Eravamo sempre aperti, presenti, ci abbiamo messo la faccia: magari da dietro un sottile plexigless; ma non ci siamo mai negati o nascosti. Noi no. Siamo stati i primi e spesso gli unici a parlare di prevenzione. Ed infine, ci siamo formati professionalmente e organizzati per offrire servizi essenziali in tempi IL CONSOLIDAMENTO DELL'IMMAGINE di pandemia, come il monitoraggio attraverso i PROFESSIONALE test rapidi, il rilascio del green pass e la sommiNei primi giorni dell'emergenza eravamo il luonistrazione del vaccino. go dove acquistare gel disinfettanti e mascheriTre step, quelli appena elencati (fiducia acquisine. Poi, le poche scorte sono finite, la confusione ta, professionalità e capacità organizzativa), che è aumentata e, prima che meritano di essere LE NOSTRE RAPPRESENTANZE DI CATEGORIA i nostri rappresentanti approfonditi. Non HANNO OTTENUTO IMPORTANTI istituzionali mediassero prima, tuttavia, di RICONOSCIMENTI NELLE TRATTATIVE, AGEVOLATE analizzare il senso con Arcuri riportando DALL'ALTO SENSO DI RESPONSABILITÀ DEI ordine attraverso fornitudella parola cambiaSINGOLI FARMACISTI re adeguate di maschemento e di ragiorine a prezzi uniformi, la nare attorno ad una farmacia era vissuta dal cittadino come semplice questione cruciale: il cambiamento sarà confer"negozio" dal quale cercare i presidi per la promato? Per dirla in altri termini, si avrà una consotezione individuale in base alle disponibilità e ai lidazione delle trasformazioni fin qui acquisite? prezzi migliori. In quei giorni, ricordo, c'era chi QUALE CAMBIAMENTO? proponeva di superare il canale farmacia e coinvolgere i tabaccai per la distribuzione delle maPer valutare gli effetti di un cambiamento nella società, occorre considerare alcuni aspetti diffescherine. Sempre in quei giorni, molti colleghi, per non essere disturbati, esponevano cartelli renti tra loro. Anzitutto, serve riconoscere e comprendere le del tipo: "In questa farmacia non sono disponibili gel disinfettanti" quasi ad alimentare l'idea trasformazioni avvenute. In questa ottica, occorre valutare cosa resterà di di coloro che, prima della pandemia, pensavano al farmacista come ad un "semplice commesquesti cambiamenti, ovvero se sono effettivi o di breve durata temporale. I tamponi passeranno so". Partendo da una situazione come questa, a piccoli passi, noi farmacisti, forti comunque di con la fine dell'emergenza, non vi è dubbio. La domanda da porsi è: "Cosa resterà della granun consolidato rapporto di fiducia con i cittadini, abbiamo dato una svolta all'immagine pubblica de capacità professionale e organizzativa che abbiamo dimostrato?". della nostra professione. Nuovo COLLEGAMENTO
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FARMACIA E FUTURO
LA CONSAPEVOLEZZA È QUALCOSA CHE MAGARI MATURA CON UN LUNGO PERIODO DI INCUBAZIONE, MA CHE TUTTAVIA SI REALIZZA IN UN PRECISO ISTANTE, IN UN RAGIONAMENTO O IN UNA SENSAZIONE INDIVIDUALE CHIARA E PRECISA
Inoltre, occorre avere la lucidità e l'onesta intello individuo realizza di trovarsi di fronte ad un lettuale di vedere tutti i cambiamenti, sia quelli cambiamento e di dovere modificare le proprie positivi, sia quelli in negativo, senza attribuire ai abitudini quotidiane o il proprio modo di agire cambiamenti in corso la realizzazione dei propri o i propri obietti vi di breve e lungo temine o desiderata. In secondo luogo occorre modifisemplicemente la propria visione del mondo o care le proprie abitudini, il proprio pensiero e i della professione. propri obiettivi di breve e di lungo termine. Quando ero adolescente, un giorno, in una Che stiamo attraversando un momento "storico" pausa scolastica mi è capitato di ascoltare una è nella consapevolezza di tutti. Che cosa intencanzone appena uscita dal titolo "Cosa resterà diamo con periodo storico? di questi anni '80?". Ci sono alcuni cambiamenti che avvengono nel In quel preciso istante ho realizzato non solo che corso di periodi temporali protratti, altri che io stavo cambiando, nel pieno di un periodo avvengono in maniera repentina, generalmente adolescenziale che sappiamo essere complesso a seguito di guerre, carestie o epidemie. e bellissimo, ma che era cambiato il mondo e io In ciascuno di questi casi, pur molto diversi tra ero stato parte di un cambiamento più grande loro, occorre la consapevolezza di trovarsi di di me. fronte ad un cambiamento. Vivevo un piccolo cambiamento personale denLa consapevolezza è qualcosa che magari matro un grande cambiamento sociale i cui effetti si tura con un lungo periodo sarebbero fatti sentire di incubazione, ma che fino ai giorni nostri. IL CAMBIAMENTO CHE, DAI PIÙ, VIENE tuttavia si realizza in un La farmacia, oggi, vive INDIVIDUATO COME L'UNICO POSSIBILE preciso istante, in un ragioproprio questo. VEDE UNA FARMACIA ORIENTATA namento o in una sensaCiascun farmacista, sta ALL'IMPLEMENTAZIONE TECNOLOGICA E zione individuale chiara e vivendo un cambiaALL'EROGAZIONE DI SERVIZI precisa. mento della propria Può sembrare strano parlare di individualità professione dentro un più grande e storico all'interno di un cambiamento collettivo e, nel cambiamento della farmacia. nostro caso, di categoria. Tuttavia, la collettiL'importante, come in tutte le cose, non è la novità è fatta di individui e la farmacia è fatta di vità, bensì la consapevolezza della novità. farmacisti. La consapevolezza è una fattispecie individuale e non va confusa con il senso di apI DIVERSI MODELLI DEL CAMBIAMENTO partenenza. Parlando di comunicazione, questo In queste ultime settimane, in particolare sui aspetto risulta fondamentale: quando comunico social network, si sono susseguite diverse prese in farmacia o nelle piattaforme della farmacia, di posizione. Spesso, i colleghi si confrontano, deve prevalere una identità collettiva o indivianche con toni accesi, sulle differenti visioni duale? della professione. La remunerazione, la farmacia Torniamo alla consapevolezza del cambiamento. dei servizi, come proporsi al pubblico. Abbiamo detto che questa è una fattispecie indiE ancora: il confronto con le farmacie anglosasviduale e che i cambiamenti possono avvenire soni, l'influenza dei capitali e molti altri argorepentinamente o nel tempo, pur tuttavia esiste menti che dimostrano l'interesse dei colleghi al un momento ben preciso nel quale ogni singocambiamento. 8
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FARMACIA E FUTURO
LE GRANDI CONQUISTE CHE LA CATEGORIA HA FATICOSAMENTE E MERITATAMENTE ACQUISITO IN QUESTI DUE ANNI DI PANDEMIA, RICORDIAMOLO, SONO LA FIDUCIA DA PARTE DEI CITTADINI, LA STIMA DA PARTE DELLE ISTITUZIONI E LA CAPACITÀ ORGANIZZATIVA DIMOSTRATA NELL'EROGARE NUOVI SERVIZI
anni di pandemia, ricordiamolo, sono la fiducia Il confronto, a mio avviso, è sempre positivo e lo da parte dei cittadini, la stima da parte delle scambio di idee alimenta quella consapevolezza istituzioni e la capacità organizzativa dimostrata individuale del cambiamento della quale abbianell'erogare nuovi servizi. mo parlato. Esiste tutto l'ambito del consiglio che non è anProprio per questo, potrebbe rappresentare una cora stato valorizzato fino in fondo e che potrebvisione limitante quella di identificare un solo be rappresentare il vero snodo di cambiamento tipo di cambiamento e di contrapporre a questo del prossimo futuro. modello unico di cambiamento una farmacia In particolare, i settori della prevenzione e della che, se non lo percorresse, rimarrebbe ferma al nutraceutica rappresentano ambiti dal grande palo, uguale a quella di prima. potenziale che, se abbinati alla preparazione Il cambiamento che, dai più, viene individuato e alla credibilità del farmacista, potrebbero come l'unico possibile vede una farmacia orienrappresentare il vero punto di svolta della nostra tata all'implementazione tecnologica e all'eroprofessione. gazione di servizi. Lo sviluppo di questi settori richiede formazioÈ un modello possibile, auspicabile, ma non ne e molte competenze, certo. Ma molti collescontato e, forse, non l'unico percorribile. ghi si stanno muovendo in questa direzione e Contrapporre questo cambiamento al nulla è preferiranno anteporre il consiglio e la vendita una visione fuorviante, oltre che essere divisiva. ponderata di soluzioni Anzitutto, il cambiadi qualità alla digitalizmento viene dai singoli FORSE, L'UNICO PUNTO FERMO RIMANE zazione dei servizi. Altri farmacisti e da una CHE SAREBBE UN PECCATO SPRECARE LE colleghi si rivolgeranno, consapevolezza che si CONQUISTE FIN QUI OTTENUTE E RIMANERE matura con tempistiche FERMI ALLA FARMACIA CHE RICORDIAMO DEL invece, alla telemedicina e all'implementadiverse a seconda delle PRIMA PANDEMIA zione della diagnostici. esperienze individuali. Altri, ancora, seguiranno entrambe le strade e, In secondo luogo, risulta una visione limitata magari, ne individueranno di nuove e differenti perchè i possibili ambiti di implementazione che a me, ora, non vengono nemmeno in mente. professionale non risiedono solo nella informaGli ambiti di cambiamento sono molti e la strada tizzazione e nei servizi. non la si può definire a priori. Il modello di farmacia che si vorrebbe, insomma, Non esiste un cambiamento buono da connon rappresenta necessariamente la fotografia trapporre ad uno cattivo o, peggio, ad un non dell'evoluzione reale della professione. Pensancambiamento. do questo, si rischia di anteporre i propri desideForse, l'unico punto fermo rimane che sarebbe rata alla correttezza dell'analisi. Inoltre, definire un peccato sprecare le conquiste fin qui ottenuchi si attarda in questa tipologia di cambiamente e rimanere fermi alla farmacia che ricordiamo to un farmacista arcaico e arretrato, destinato del prima pandemia. all'estinzione o alla vendita è un atteggiamento Ma credo che nessuno voglia questo. che rischia di fare perdere di vista altri possibili La vera priorità, oggi, non è definire i confini ambiti di evoluzione della farmacia. del cambiamento che verrà, ma consolidare le Le grandi conquiste che la categoria ha faticosaconquiste e i risultati fin qui ottenuti. mente e meritatamente acquisito in questi due
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• Conferimenti e trasformazioni societarie e la scelta della Srl. • Le nuove opportunità per i passaggi generazionali della Farmacia. • Le soluzioni normative alla crisi d’impresa. Relatore: Dottor Marino Mascheroni
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SETTIMANE
UTIFAR
PROFESSIONE FARMACISTA
CORSO ECM
GLI ISTITUTI GIURIDICI APPLICATI ALLA FARMACIA
di Marino Mascheroni, dottore commercialista
LE DIVERSE OPZIONI SOCIETARIE PER LA GESTIONE DELLA FARMACIA, IL PASSAGGIO GENERAZIONALE, I SOCI NON FARMACISTI, LE INCOMPATIBILITÀ. QUESTI ED ALTRI ISTITUTI SPIEGATI IN MODO CHIARO PER ESSERE SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI E POTER INTERLOQUIRE IN MODO COSTRUTTIVO CON IN PROPRI CONSULENTI. UN'ANTICIPAZIONE DEI CONTENUTI CHE SARANNO APPROFONDITI NEL CORSO UTIFAR DI CORTINA D'AMPEZZO.
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PROFESSIONE FARMACISTA
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ono consapevole che la materia giuridica risulti di per sé complessa e che, normalmente, non sia di “dominio” del farmacista. Tuttavia, essa riveste un'importanza non più trascurabile nella attività d’impresa: le scelte sulla gestione, sul passaggio generazionale e pur anco sulla crisi economica non possono prescindere da una conoscenza seppur basale dei principali negozi giuridici applicabili alla realtà della farmacia. Il farmacista spesso o troppo spesso demanda codeste iniziative ad un consulente, ma, e questo sarà l’obiettivo del corso, la presentazione almeno di struttura dei principi accennati favorirà certamente una più costruttiva interlocuzione con chi più se ne intende agevolando una maggiore responsabile compartecipazione a scelte che a volte sono improcrastinabili. Infine nella mia di consapevolezza che ogni farmacia ha le problematiche sue proprie e la conoscenza generalizzata potrebbe non totalmente aiutare nel caso concreto vorrei lasciare ampio spazio alle situazioni personalistiche per dare, lo confido, un abito non per tutte le taglie, bensì su misura per il caso proprio. CHE TIPO DI SOCIETÀ PREDISPORRE PER LA GESTIONE DELLA FARMACIA? Più di ogni altro quesito la quaestio meriterebbe un’analisi uti singuli. Rimane ancora la ditta individuale, la società in accomandita semplice, la società in nome collettivo e la novità della società a responsabilità limitata. La società in nome collettivo (come è cognito) è un tipo di società di persone disciplinato dagli artt. 2291-2312 del codice civile in cui tutti i soci rispondono solidalmente, illimitatamente, personalmente e sussidiariamente per le obbligazioni sociali, quindi il suo fallimento comporta come diretta conseguenza anche il fallimento di tutti i soci. Ciascun socio della Snc la può amministratore in maniera disgiunta dagli altri, senza dover necessariamente informare gli altri soci. Se si vuole modificare questa forma giuridica è possibile procedere con la stipula di un patto tra soci. In questo senso la Snc è una società che comporta notevoli vantaggi. Per esempio si potrà scegliere:
• un’amministrazione di tipo congiunto per le attività sia ordinarie sia straordinarie; • un’amministrazione congiunta per le attività straordinarie e disgiunta per quelle ordinarie. Attenzione: in questa società esiste un vincolo stretto tra i soci quindi indipendentemente dalle quote di proprietà tutte le decisioni di certa rilevanza come la vendita delle quote, della farmacia, la stipulazione di contratti di certa rilevanza devono essere assunte col consenso unanime dei soci, anche se un socio ha un solo 1% di partecipazione può bloccare l’iniziativa di chi possiede quote maggiormente qualificate. Potremmo per dire che la Snc sia una società che richiede prospetticamente una grande sintonia tra i soci. La società in accomandita semplice si caratterizza invece per la presenza di due diverse categorie di soci, fatto che rappresenta la particolarità più evidente nella vita della S.a.s. Fanno, infatti, parte della platea di soci: • gli accomandatari, cui spetta l’amministrazione della società in via esclusiva e, dunque, la gestione della società. Gli accomandatari hanno una responsabilità di tipo illimitato e solidale per l’adempimento delle obbligazioni sociali, essendo pertanto assimilabili per sostanza ai soci della società in nome collettivo (S.n.c.); • gli accomandanti, ai quali non spetta l’amministrazione e non rispondono né per le obbligazioni sociali ne per le perdite della società se non nei limiti del capitale conferito. Società quindi che prevede il posizionamento di un socio in situazione di superiorità rispetto all’atro, società che ci pare consigliabile soprattutto nell’ambito familiare allorché si vuole iniziare ad inserire un congiunto (figlio) limitandone almeno inizialmente l’autonomia gestionale. La S.r.l.: introdotta recentemente come titolare di farmacia. Nel diritto commerciale italiano la società a responsabilità limitata, è un tipo di società di capitali che, come tale, è dotata di personalità giuridica e risponde delle obbligazioni sociali solamente nei limiti delle quote versate da ciascun socio. In caso di fallimento i soci non rispondono con i propri beni e ciò rende questo tipo di società attraente per il farmacista imprenditore.
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PROFESSIONE FARMACISTA
RISPETTO ALLE ALTRE IMPRESE, LE FARMACIE SONO MAGGIORMENTE VULNERABILI NEI CONFRONTI DEI CAMBIAMENTI SOPRATTUTTO RISPETTO A QUELLI VERIFICABILI IN SEDE DI PASSAGGIO GENERAZIONALE
Come specificheremo meglio nel nostro convegno non è tutto oro quel che pare luccicare in quanto la S.r.l. ha una tassazione che solo apparentemente è maggiormente conveniente rispetto alle due sorelle minori, la Snc e la sas. Ben, infatti, le imposte a carico della società arl, ossia applicate sul reddito prodotto dall’impresa, sono IRES (24%) e IRAP. Se la S.r.l. ottiene un utile e lo distribuisce ai soci, su tale somma i soci devono pagare a loro volta le imposte pari al 26%; In una farmacia dove i soci normalmente sono “abituati” a prelevare tutto l’utile formatosi nell’anno la tassazione rispetto alle società di persone è più elevata. LE INCOMPATIBILITÀ DEI SOCI NELLE SOCIETÀ TITOLARI E I SOCI NON FARMACISTI La Legge 124 del 2017 ha come è cognito abrogato, aprendo alle società di capitali la titolarità delle farmacie, il punto 2 dell’art. 7 della legge 362/1991 che recitava: Le società di cui al comma 1 hanno come oggetto esclusivo la gestione di una farmacia. Sono soci della società farmacisti iscritti all'albo in possesso del requisito dell'idoneità previsto dall'art. 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni. La legge in essere non ha invece modificato il regime delle incompatibilità lasciando in essere quella maggiormente problematica “con qualsiasi rapporto di lavoro pubblico o privato” nonostante codesta incompatibilità fosse stata concepita in un momento in cui potevano essere soci solamente i farmacisti e potendosi, quindi, ritenere che la ratio originaria fosse stata superata per effetto del mutato intervento legislativo. Rebus sic stantibus quasi nessuna persona fisica avrebbe potuto essere socia di una società titolare di farmacia, rimanendo la partecipazione consentita soltanto a soggetti non lavoratori ed impedendo l’ingresso anche a familiari non farmacisti ma lavoratori in altre realtà imprenditoriali e professionali. A suffragio è intervenuta la nota sentenza n. 11/2020 della Corte Costituzionale che ha introdotto importanti principi che da tempo fungono da linee guida per l’Autorità preposta a valutare le 18
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cause di incompatibilità avendo sancito il superamento di qualsiasi tesi restrittiva. Infatti, secondo la sentenza la causa di incompatibilità di cui alla lettera c) del comma 1 dell’art. 8 della legge n. 362 del 1991 non è riferibile ai soci, di società di capitali titolari di farmacie, che si limitino ad acquisirne quote, senza essere ad alcun titolo coinvolti nella gestione (amministrazione) della farmacia. Nella seconda serata tratteremo l’argomento del passaggio generazionale della farmacia. La conservazione, nel tempo, delle conoscenze distintive rappresenta una delle problematiche fondamentali per la sopravvivenza di una qualunque azienda. Nella fattispecie delle farmacie ciò è ancora più accentuato poiché tali conoscenze sono sedimentate soprattutto nella figura dell’imprenditore storico. Da questo punto di vista, rispetto alle altre imprese, le farmacie sono maggiormente più vulnerabili nei confronti dei cambiamenti soprattutto rispetto a quelli verificabili in sede di passaggio generazionale. La sostituzione dell’imprenditore, fonte e depositario dell’ampio patrimonio conoscitivo dell’azienda, può causare una perdita di “sapere” tale da inficiare il divenire del processo di creazione del valore. Il mantenimento di tali risorse richiede, pertanto, strategie volte a favorire il trasferimento di tali conoscenze in capo al successore, il quale dovrà garantire allo stesso tempo la loro valorizzazione e facendo suggerire il ricorso, laddove sia possibile, a passaggi graduali. Ovviamente e in questo contesto storico lo si avverte più che in altri, non tutti i processi di successione aziendale determinano la continuazione dell’attività d’impresa all’interno della stessa famiglia originaria. Infatti, l’imprenditore al fine di garantire la sopravvivenza dell’impresa potrebbe anche ritenere necessario (per scarsità di risorse finanziarie e/o per assenza di un valido successore) o conveniente (nel caso di prezzo di cessione vantaggioso e/o di prospettive reddituali basse) decidere di vendere in blocco l’azienda a terzi. In tale situazione, la continuità aziendale è assicurata dalla cessione dell’impresa, ma comporta il venir meno del legame con la famiglia.
PROFESSIONE FARMACISTA
OGNI SOLUZIONE DEVE ESSERE ADATTATA AL SINGOLO CASO ANCHE ATTRAVERSO SOLUZIONI DIVERSE O ALTERNATIVE CHE SODDISFINO LE ASPETTATIVE DI OGNUNO
Ecco perché vorrei nel corso fare solo un rapido cenno alla successione della farmacia e alla donazione di azienda per dare maggiore attenzione ai due istituti che maggiormente mi paiono idonei a predisporre un programma frazionato di cessione: donazione modale e patto di famiglia non trascurando l’ipotesi della cessione a titolo oneroso. Il passaggio generazionale è caratterizzato da diversi steps: il titolare assume la consapevolezza di dover tramandare il proprio ruolo. Tale consapevolezza può emergere sin dalla costituzione dell’azienda, aspetto che denota un atteggiamento positivo dell’imprenditore volto a favorire la continuità dell’impresa nel tempo, oppure, in senso negativo, può essere non adeguatamente sentita e gestita o del tutto rinviata. La seconda fase della successione inizia quando l’imprenditore individua la figura del potenziale successore all’interno della propria famiglia. Tale individuazione può essere fonte di conflitti familiari e può generare anche problemi di accettazione. La terza fase, identificata come successiva alla successione, è caratterizzata dall’effettivo subentro del successore (o dei successori) nel ruolo imprenditoriale con gli strumenti del diritto che vogliamo analizzare. In tale fase, può anche determinarsi, anzi è suggeribile per un certo periodo di tempo, una coesistenza tra vecchia e nuova generazione, ma affinché la successione possa ritenersi avvenuta occorre che si sia verificato un ribaltamento dei ruoli tra le due generazioni. Ne consegue che, a successione compiuta, il precedente imprenditore laddove continui ad operare nella struttura aziendale debba limitarsi sempre più a svolgere un ruolo di supporto, senza intaccare l’autonomia decisionale e gestionale del soggetto che è subentrato nel ruolo di gestore. I tipici istituti che assicurano questo passaggio frazionato della farmacia, come accennavo sono la donazione modale e il meno conosciuto patto di famiglia. La donazione modale potremmo definirla una donazione con rendita a favore del cedente la farmacia o quote di essa, infatti gli articoli 793 e
794 del codice civile recano la disciplina di questo istituto, ossia della donazione gravata da un onere. Quest’ultimo configura un’obbligazione in senso tecnico imposta a carico del donatario (chi riceve la donazione), tenuto al relativo adempimento nei limiti del valore della cosa donata. Oggetto della prestazione, da rendere a favore del donante o di terzi beneficiari può essere “un dare, un facere o un non facere”, consistendo ad esempio nel dare una determinata somma di danaro in un’unica soluzione o periodicamente. In codesto modo si assicura il passaggio al familiare dell’azienda o di quote di essa e al contempo una rendita di mantenimento per il farmacista cedente. Il patto di famiglia, più complesso ”che consente al titolare dell’impresa di anticipare il momento del trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni sociali ai discendenti o al discendente che si sia dimostrato maggiormente idoneo alla gestione dell'impresa. Il patto di famiglia è un contratto plurilaterale, inter vivos, ad effetti reali rientrante nell'ambito degli atti a titolo gratuito, che consente difatti di realizzare un duplice obiettivo: da un lato, prevenire il radicamento di liti ereditarie e la disgregazione di aziende o partecipazioni societarie, dall'altro, l’assegnazione di tale complesso di beni a soggetti inidonei ad assicurare la continuità gestionale dell'impresa. Sulla base del disposto ex art. 768 quater, comma 2 c.c., gli assegnatari della farmacia o delle partecipazioni societarie sono inoltre tenuti a liquidare, in denaro o in natura, gli altri partecipanti al contratto, (i familiari cui la farmacia non viene assegnata) salvo che questi ultimi non vi rinunzino in tutto o in parte, con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote. In sintesi questo il nostro argomentare volendo come già detto lasciare spazio poi ai casi personali nella consapevolezza che ogni realtà ha le sue proprie problematiche per cui ogni soluzione deve essere adattata al singolo caso anche attraverso soluzioni diverse o alternative che soddisfino le aspettative di ognuno, risolvano e allevino quanto meno i timori nei confronti di scelte non sempre facili da intraprendere. Nuovo COLLEGAMENTO
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MIMETISMO ANTICORPALE E COVID-19 di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
PRENDENDO SPUNTO DA UN ARTICOLO PUBBLICATO SUL NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE LO SCORSO 24 NOVEMBRE, ANALIZZIAMO UNA TEORIA CHE POTREBBE SPIEGARE MOLTE DELLE SINTOMATOLOGIE LEGATE AL COVID E CHE CHIAMA IN GIOCO REAZIONI IMMUNITARIE COMPLESSE TRA LE QUALI I MECCANISMI DELL'AUTOREGOLAZIONE E DEL MIMETISMO ANTICORPALE. UN UTILE SPUNTO PER APPROFONDIRE QUESTI MECCANISMI CHE MOLTI STUDIOSI RITENGONO ESSERE ALLA BASE ANCHE DI PATOLOGIE AUTOIMMUNI COME LA DERMATITE ATOPICA, LA CELIACHIA E L'ARTRITE REUMATOIDE.
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onostante siano passati ormai due anni, la patogenesi dell'infezione causata dal virus Sars-CoV2 non è ancora del tutto compresa e diversi aspetti rimangono oggetto di confronto all'interno del mondo scientifico ed accademico. In particolare, si sta cercando di dare una risposta agli effetti multiorgano dell'infezione. Inoltre, desta preoccupazione la sindrome del cosiddetto longcovid, ovvero le conseguenze che in alcune persone si riscontrano anche a molti mesi di distanza dalla guarigione in diversi distretti dell'organismo. Appare evidente che questi danni, che persistono anche a notevole distanza dall'eliminazione del virus, siano da attribuire a reazioni di tipo infiammatorio, con una molto probabile matrice autoimmune. In questa ottica, ci sembra molto interessante analizzare l'ipotesi contenuta in un articolo pubblicato
di recente sul NEJM dai ricercatori del Departments of Dermatology and Internal Medicine, Division of Hematology and Oncology della University of California. Va detto che si tratta, per l'appunto, di una teoria. Del resto, il compito della ricerca di base, troppo spesso trascurata a favore della sola ricerca clinica, è proprio quello di offrire spunti di ipotesi e spiegazioni a fenomeni che poi richiederanno una conferma sul campo. Questa interazione tra chi svolge ricerca clinica e chi lavora in laboratorio è bidirezionale: le osservazioni cliniche spesso pongono nuove domande alla ricerca di base, che poi, a sua volta, offre nuovi stimoli alla clinica. Noi farmacisti, pur non essendo dei ricercatori, abbiamo le competenze per favorire questo percorso di sintesi tra ipotesi e dati osservazionali e il nostro punto privilegiato di ascolto e di contatto con il pubblico potrebbe rappresentare un valore aggiunto per il mondo scientifico. Aspettando che il futuro ci riservi anche una maggiore integrazione in questi ambiti, molti colleghi si documentano e studiano, approfondendo diverse questioni legate alla ricerca di base. Questo articolo si rivolge, in particolare, ai colleghi che, quotidianamente, fanno questo sforzo nell'ottica di informarsi e comprendere meglio i fenomeni fisiopatologici che ci circondano. Tornando alle questioni che riguardano l'infezione da Sars-Cov2, una delle domande che più affligge molti osservatori è: "Come possiamo comprendere la grande diversità nelle risposte all'infezione in persone diverse?". Detta in altri termini, come mai in alcuni l'infezione genera risposte importanti in diversi distretti dell'organismo e in altre persone la sintomatolgia rimane lieve o inesistente? Nuovo COLLEGAMENTO
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Di certo, la carica virale gioca un ruolo di peso, ma questa potrebbe non essere l'unica risposta. LA TEORIA DELLE RETI ANTICORPALI Per comprendere l'ipotesi formulata nell'articolo, occorre richiamare la teoria delle risposte immunitarie anti-idiotipi e della rete anticorpale formulata nel 1974 dall'immunologo danese Niels Jerne. Va ricordato che nel 1984 Jerne ottenne il Premio Nobel per la medicina (con César Milstein e Georges Köhler) proprio per la teoria della rete (o del network immunitario) che descriveva un meccanismo mediante il quale le risposte anticorpali a un antigene inducevano esse stesse altre risposte anticorpali contro l'anticorpo antigene-specifico. Spieghiamo meglio questo concetto: ogni anticorpo indotto e specifico per un determinato antigene (denominato anticorpo "Ab1") presenterebbe a sua volta regioni immunogeniche, in particolare nei suoi domini di legame all'antigene della regione variabile. Questa ricombinazione dei geni variabili dei linfociti immaturi determina una grande differenziazione e una fusione casuale di segmenti genici denominati VDJ (Variable, Diversity, Joining). La ricombinazione VDJ si traduce in nuove sequenze di amminoacidi immunogeniche chiamate idiotopi, che sono quindi in grado di indurre anticorpi specifici contro gli anticorpi Ab1 come una forma di down-regulation. Un paradigma simile è stato proposto per le cellule T Si tratta, per farla semplice, di un complesso meccanismo non ancora del tutto chiarito e, quindi, non unanimemente accettato, finalizzato a regolare la risposta anticorpale. Gli anticorpi degli anticorpi, per intenderci, come sistema di autoregolazione tramite una sorta di "feed-back" immunitario. Tuttavia, questo sistema può fare molto di più che una semplice risposta immunitarie regolatoria e può, talvolta, provocare dei danni. Come spiegano gli autori, i paratopi, o domini leganti l'antigene, di alcuni degli anticorpi anti-idiotipi (o "Ab2") risultanti che sono specifici per Ab1 possono assomigliare strutturalmente a quelli degli antigeni originali stessi. Pertanto, la regione di legame dell'antigene Ab2 può potenzialmente rappresentare un'immagine speculare esatta dell'antigene iniziale. Come risultato di questo mimetismo, gli anticorpi Ab2 hanno anche il potenziale per legare lo stesso recettore a cui mirava l'antigene originale,
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potenziando gli effetti patologici dello stesso. Gli anticorpi Ab2 che si legano al recettore originale sulle cellule normali hanno quindi il potenziale per mediare effetti profondi sulla cellula anche molto tempo dopo che l'antigene originale stesso è scomparso. Per quanto riguarda il possibile ruolo di questi meccanismi autoimmuni nella patologia Covid-19, i ricercatori della Univeristy of California autori dello studio recentemente pubblicato sul NEJM, suggeriscono che non solo il virus, ma anche le risposte anti-idiotipiche potrebbero influenzare la funzione del recettore ACE2, con effetti simili ai danni provocati dalla spike del virus. Prima di entrare nel dettaglio di questa ipotesi, vediamo come, negli anni passati, le teorie attorno a questo meccanismo si siano susseguite, cercando di offrire spiegazioni a malattie di difficile comprensione come diverse malattie autoimmuni e, perfino, l'aids. LA TEORIA DELLA RETE E IL SUO POSSIBILE RUOLO NELL'AIDS Gli aspetti legati alla regolazione delle risposte delle cellule immunitarie sono stati postulati da Paul H. Plotz nel 1983 come possibile causa dei fenomeni di autoimmunità che insorgono dopo un'infezione virale. Da allora, questa ipotesi è stata supportata sperimentalmente, indagando sul trasferimento diretto di anticorpi anti-idiotipi. Per esempio, alcuni esperimenti hanno dimostrato che gli anticorpi Ab2 generati contro l'enterovirus coxsackievirus B3 nei topi possono legare gli antigeni dei miociti, con conseguente miocardite autoimmune, mentre le risposte anti-idiotipiche possono agire come agonisti del recettore dell'acetilcolina, portando a sintomi di miastenia grave nei conigli. Inoltre, visualizzando l'immagine speculare dell'antigene virale, l'Ab2 da solo può persino imitare gli effetti deleteri della particella virale stessa, come è stato dimostrato con l'antigene del virus della diarrea virale bovina. Un modello di network immunitario è stato ipotizzato in una pubblicazione del 1994 anche per la patogenesi da Hiv. A questa pubblicazione ne seguì un'altra nel 2002 intitolata " L'Hiv preferenzialmente infetta specifiche cellule T CD4+". Queste ipotesi spiegherebbero il perché ci sia un periodo variabile e molto soggettivo tra l'infezione da Hiv e la eventuale insorgenza di Aids.
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Va precisato che questa teoria è ancora oggi oggetto di studio e di confronto, non avendo ancora prodotto alcuna ricaduta clinica. Secondo queste ipotesi che chiamano in gioco il network immunitario, la principale causa di progressione ad Aids successivamente all'infezione da Hiv non risiederebbe semplicemente nell'uccisione da parte del virus dei linfociti T helper. A seguito di un'infezione da Hiv si scatenerebbe infatti una complessa interazione tra il virus, le cellule T helper da esso infettate e le cellule T soppressor, con la possibile formazione di epitopi virali arriverebbero a mimare le regioni V della maggior popolazione delle cellule T soppressor. A questo punto, il sistema immunitario adattativo sarebbe interamente compromesso e sopraggiungerebbe l'Aids. Secondo questo modello, l'insorgenza dell'Aids sarebbe soprattutto una reazione autoimmune innescata dalla cross-reazione degli anticorpi anti-HIV con le cellule T soppressor. Una volta che questi fenomeni autoimmuni si innescano, l'eliminazione del virus (ad esempio tramite HAART) non sarà comunque sufficiente a ripristinare una funzione immunitaria corretta.
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IL RUOLO DELLA PROTEINA SPIKE NEL COVID Per l'infezione da SARS-CoV-2, l'attenzione si è da subito concentra sulla proteina spike (S) che, oltre a contraddistinguere il virus Sars-cov2, è fondamentale per il suo legame con il recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2) utilizzato dal virus per ottenere l'ingresso nella cellula. Il recettore Ace2 è indispensabile nella regolazione delle risposte dell'angiotensina (vedi l'articolo dal titolo "Una poltrona per due" pubblicato nel numero 2/2021 di Nuovo Collegamento). Una volta legato dal virus, questo recettore non è più disponibile per le sue normali funzioni fisiologiche. Ace2 è il bersaglio non solo del virus, ma anche, secondo questa teoria, del complesso che si può formare tra anticorpi Ab1 e Ab2, con una forte implementazione dei danni provocati dal virus proprio in virtù di questa anomala reazione di tipo autoimmune. Ma la spike non è presente solo nel virus. A seguito della vaccinazione viene prodotta dalle nostre cellule, proprio per fare in modo che si sviluppi quella risposta immunitaria che ci protegge dalle conseguenze di un futuro attacco virale. Gli autori ricordano che "di certo, lo sviluppo di molteplici ed efficaci vaccini è stato fondamentale nel controllo della pandemia, ma la loro efficacia è stata limitata dalla comparsa di varianti virali e i vaccini possono essere associati a rari effetti off-target o tossici, tra cui reazioni allergiche, miocardite e trombosi immuno-mediata e trombocitopenia in alcuni adulti sani. È probabile - continuano gli autori - che molti di questi fenomeni siano immunomediati". Tuttavia, collegare i rari effetti avversi al fenomeno del mimetismo anticorpale è molto arduo e non può che rappresentare solo una ipotesi che, seppure interessante, almeno fino a quando non sarà dimostrata clinicamente. Del resto, come conferma l'articolo pubblicato sul NEJM, "la definizione di potenziali risposte anti-idiotipiche presenta difficoltà intrinseche a causa della natura policlonale delle risposte, della cinetica dinamica e della contemporanea presenza di anticorpi sia Ab1 che Ab2.
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Inoltre, l'espressione di ACE2 all'interno di cellule e tessuti può essere variabile. È anche probabile che le diverse tipologie di vaccino (RNA, DNA, adenovirale e proteina) abbiano effetti differenti sull'induzione di Ab2 o sulla mediazione degli effetti del vaccino che differiscono dalle risposte all'infezione. Alcuni effetti fuori bersaglio potrebbero non essere direttamente collegati alle risposte Ab2". A conferma di ciò, il fatto che l'associazione di eventi trombotici con alcuni vaccini SARS-CoV-2 in giovani donne e il ruolo eziologico degli anticorpi anti-fattore piastrinico 4-polianione può essere il risultato del vettore adenovirale. Per contro, evidenziano gli autori, "l'occorrenza segnalata di miocardite dopo la somministrazione del vaccino presenta sorprendenti somiglianze con la miocardite associata agli anticorpi Ab2 indotti dopo alcune infezioni virali. Gli anticorpi Ab2 potrebbero anche mediare gli effetti neurologici dell'infezione da SARS-CoV-2 o dei vaccini, data l'espressione di ACE2 su tessuti neuronali, gli effetti neuropatologici specifici dell'infezione da SARS-CoV-2, e la somiglianza di questi effetti con gli effetti neurologici mediati da Ab2 osservati in altri modelli virali".
Come si vede, questa teoria non offre risposte, ma apre il campo a nuovi ambiti di ricerca. Del resto, la scienza si nutre di dubbi e di tesi. Nello specifico, come conclude l'articolo del NEJM, "è necessaria molta più ricerca scientifica di base per determinare il ruolo potenziale che l'immunoregolazione basata sull'idiotipo delle risposte umorali e cellulomediate può svolgere sia nell'efficacia antivirale che negli effetti collaterali indesiderati dell'infezione da SARS-CoV-2 e dei vaccini che ci proteggono dal virus". Rimane, quindi, ancora molto da studiare e da comprendere sui complessi meccanismi che regolano il nostro sistema immunitario e i suoi meccanismi di autoregolazione ed è possibile che da una maggiore comprensione di fenomeni nasceranno nuove risposte ad alcuni effetti della malattia Covid-19, in particolare rispetto alla sua patogenicità multiorgano e a tutte quelle conseguenze protratte nel tempo che vengono definite come "sindrome da longcovid" e che sono state finalmente riconosciute dalla comunità scientifica tanto che, oggi, rappresentano un serio problema al quale occorre fare fronte.
Annual review of immunology, 1993 Abstract dell'articolo "The Role of Autoantibodies in Autoimmune Disease" Yaakov Naparstek, Clinical Immunology and Allergy Unit, Department of Medicine, Hadassah University Hospital, Jerusalem, Israel Paul H. Plotz, Arthritis and Rheumatism Branch, National Institute of Arthritis and Musculoskeletal and Skin Diseases, National Institutes of Health, Bethesda, Maryland
"Nelle malattie autoimmuni, gli autoanticorpi possono essere i veri agenti patogenetici della malattia, le conseguenze secondarie del danno tissutale o le impronte innocue di un agente eziologico. Stabilire un ruolo patogenetico per gli autoanticorpi richiede che soddisfino criteri rigorosi. Sembra che la posizione del presunto antigene bersaglio influenzi in modo più critico il potenziale patogenetico degli autoanticorpi. Gli autoanticorpi diretti contro bersagli sulla superficie cellulare, come i recettori ormonali, sono chiaramente patogenetici; quelli diretti contro bersagli extracellulari, come molecole circolanti o matrice extracellulare, possono o non possono causare alcun danno. Quelli apparentemente diretti contro bersagli intracellulari di solito non sono patogenetici a meno che non possa essere chiaramente dimostrato (a) che l'antigene viene rilasciato dall'interno della cellula in modo che possa legarsi a un recettore della superficie cellulare o ad un'altra posizione extracellulare, come la proteinasi 3; (b) che l'antigene si sposta in un sito aberrante sulla superficie cellulare, come, forse, il piccolo antigene ribonucleoproteico Ro; o (c) che una molecola cross-reattiva, il bersaglio effettivo, come la proteina simile alla P ribosomiale di membrana, si trova in una posizione accessibile". 26
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Leggere attentamente le avvertenze
1. Heller H et al. J Clin Pharmacol, 2000; 40:1237-1244; 2. Harvey JA et al. JBMR 1988; 3(3):253-258; 3. Recker RR. NEJM. 1985; 313 (2):70-73; 4. Sakhaee K et al. Am J Ther. 1999; 6(6):313-321.
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OMEOPATIA IN ITALIA
OMEOIMPRESE:
REGOLE CHIARE ANCHE IN ITALIA SU FARMACI OMEOPATICI
L’ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA CHIEDE ALLE ISTITUZIONI LA POSSIBILITÀ DI INDICARE I CAMPI DI APPLICAZIONE SULLE CONFEZIONI E UN DIALOGO PIÙ DIRETTO CON FARMACISTI E PRESCRITTORI CHE HANNO IL DIRITTO DI ESSERE INFORMATI
di Giovanni Gorga, Presidente Omeoimprese
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onostante una direttiva europea regolamenti il mercato dell’omeopatia, in Italia i farmaci non possono riportare sulla confezione le modalità di utilizzo, mentre non è ancora stato pienamente regolamentato cosa le aziende possano comunicare ai medici prescrittori. 28
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Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le industrie farmaceutiche omeopatiche nel nostro Paese chiede un incontro urgente al Ministero della Salute, per superare alcune difficoltà che nascono da logiche puramente burocratiche.
OMEOPATIA IN ITALIA
I medicinali omeopatici sono stati riconosciuti farmaci quando nel 2006 l’Italia ha recepito la direttiva europea che regolamenta il mercato farmaceutico all’interno dell’UE. Ma il processo di adeguamento cominciato allora si sta rivelando nel nostro Paese particolarmente lungo e tortuoso. Pregiudizi, incomprensioni sull’interpretazione delle norme, continuano a compromettere il pieno riconoscimento di questo comparto che infastidisce qualcuno, nonostante rappresenti appena il 2% del fatturato farmaceutico complessivo. Nell’ultimo triennio, come previsto dalla legge, le aziende hanno registrato in AIFA i medicinali omeopatici in commercio, come richiesto ai prodotti allopatici. Questo processo è stato particolarmente oneroso e, ad oggi, al netto degli stop dovuti alla situazione d’emergenza legata al Covid, ancora non vede una fine. Ma il percorso di regolamentazione ed equiparazione normativa fra omeopatia e medicina tradizionale, che ha introdotto per le medicine complementari una serie di tariffe per registrazioni, rinnovi e variazioni, spesso molto onerose per le piccole e medie imprese del comparto, non ha affrontato il tema dei campi di applicazione. Da almeno 2 anni stiamo cercando un dialogo con le Istituzioni nazionali su questa delicata questione. Sicuramente il Covid ha portato a riorganizzare l’agenda di Governo con altre priorità. Però, oggi, è arrivato il momento di riaprire il dialogo, in un’ottica costruttiva e senza il condizionamento di una piccola ma potente parte della società scientifica, perché di scienza non stiamo parlando. Su questo tavolo, il confronto non entra sulla composizione e l’utilizzo dei farmaci, bensì su aspetti economico-legislativi. Quello che Omeoimprese auspica è un dialogo sereno e libero da condizionamenti che finalmente porti ad equiparare l’Italia al resto d’Europa. In particolare vorremmo confrontarci per arrivare ad un riconoscimento della specificità e peculiarità dei farmaci, ad una revisione al ribasso
delle tariffe, cominciando da quei soli 3.500 prodotti che rimarranno sul mercato italiano dopo l'ottenimento dell’AIC da parte di AIFA. Non ultimo, ci aspettiamo un confronto sano ed onesto che porti ad inserire i campi d’applicazione sulla confezione e la possibilità di comunicare correttamente con i medici che hanno la necessità di conoscere le proprietà dei farmaci per un corretto utilizzo. DA LEGGERE: “OMEOPATIA, MEDICINA DI PRECISIONE E GRANDE OPPORTUNITÀ” NUOVA IPSA EDITORE L’omeopatia non è una terapia alternativa poiché non esiste una medicina di “Serie A” e una medicina di “Serie B”. Da questo assunto parte il libro “OmeoPatia, medicina di precisione e grande opportunità” (Nuova Ipsa Editore), curato da Giovanni Gorga, raccogliendo le testimonianze di professionisti come Michela Bercigli, Simonetta Bernardini, Pasquale Delmedico, Marco Del Prete, Rosaria Ferreri, Italo Grassi, Alberto Laffranchi, Marco Lombardozzi, Giovanni Luiso, Francesco Marino, Antonella Ronchi. Più naturale, meno invasiva, in linea con la biologia umana. Sebbene usata con successo come integrazione a terapie tradizionali, ancora da alcuni è considerata una terapia “alternativa” e scarsamente efficace. Perché tanto accanimento nei confronti di questa disciplina medica? Giovanni Gorga, il curatore di questo libro, propone una spiegazione dettagliata e argomentata di quanto sta accadendo intorno all’omeopatia. La lettura di recenti sondaggi e l’attenta analisi di come i mezzi di comunicazione spesso hanno contribuito a costruire un giudizio negativo in merito alla disciplina omeopatica, sono i temi dell’introduzione a firma del curatore che dimostra come invece la realtà della medicina omeopatica sia molto diversa da quanto a volte appare, come testimoniato dagli 11 racconti di medici e pazienti: le loro esperienze sono la prova inconfutabile di un apprezzamento e di un consenso ben lungi dall’essere raccontato per come è. Nuovo COLLEGAMENTO
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SALUTE E RICERCA
GLI ITALIANI E LA SALUTE AI TEMPI DEL COVID-19
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
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i certo, la pandemia ha riportato al centro dell'attenzione dei cittadini l'importanza del proprio benessere psicofisico. Una recente ricerca, condotta su un campione di oltre 30.000 persone in 15 Paesi europei, ha messo in luce i cambiamenti dell'approccio dei cittadini rispetto alle questioni legate alla salute in generale. La ricerca è stata realizzata dal Gruppo STADA in collaborazione con Kantar Health. I risultati del nostro Paese, rilevate su un campione di 2.000 intervistati di età compresa tra i 18 e i 99 anni, sono stati presentati in occasione di una conferenza stampa svoltasi a Milano. 30
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Durante la pandemia, per quasi la metà degli intervistati (47%) è diventato sempre più importante adottare uno stile di vita sano. Gli italiani sono stati infatti tra i cittadini europei quelli più propensi a investire di più sulla propria salute, comprando maggiormente alimenti freschi e di qualità (49%), integratori alimentari (25%) o seguendo corsi di fitness online (21%). Questo quadro emerge dai risultati italiani dello STADA Health Report 2021, un ampio sondaggio realizzato tra marzo e aprile del 2021 per indagare su come è cambiato il rapporto dei cittadini con la salute anche in seguito alla pandemia e alle relative restrizioni.
SALUTE E RICERCA
Abbiamo voluto estrapolare da questa ricerca i dati che riguardano i cittadini italiani, per avere un'idea su come i cambiamenti rispetto alle esigenze di salute e benessere del pubblico possano dare indicazioni utili anche per un corretto approccio in farmacia. Accanto ai dati che certificano un passo in avanti rispetto all'attenzione per uno stile di vita sano, altre evidenze sembrano meno rassicuranti. In particolare, per quanto riguarda gli effetti delle chiusure sull'equilibrio psicologico degli intervistati. Quando è stato chiesto loro se la pandemia da Covid-19 e le conseguenti limitazioni hanno avuto un impatto sul proprio benessere generale e mentale, il 77% degli italiani ha risposto affermativamente. Nello specifico, un terzo (33%) sostiene che l’emergenza sanitaria lo ha reso più ansioso di prima, mentre per il 32% il lockdown è stata un’esperienza molto stressante, fonte di irrequietezza. Accanto a questa diffusa consapevolezza sulle conseguenze delle limitazioni imposte nei diversi momenti della pandemia, emerge anche una certa capacità di reazione: quasi la metà degli italiani (47%) si è infatti dimostrata resiliente, ovvero in grado di reagire, senza sperimentare alcun episodio di burnout. Di certo, un punto centrale dal punto di vista psicologico ha riguardato le paure individuali, prima tra tutte quella di ammalarsi. Tra le principali preoccupazioni riscontrate nel campione intervistato, il timore di contrarre il Covid-19 è infatti stata la paura più ricorrente, segnalata dal 53% dei nostri connazionali. Un'altra larga fetta degli intervistati ha poi manifestato la preoccupazione crescente rispetto alle incertezze per il futuro (41%). In particolare, le incognite più diffuse per il prossimo futuro riguardano la perdita o alla riduzione del lavoro. Accanto alla paura di perdere il posto di lavoro, c'è da segnalare l'angoscia della solitudine, dovuta all’isolamento nella propria casa e riportata dal 33% degli intervistati. Ha generato preoccupazione anche l'impossibilità di incontrare familiari e amici, segnalata dal 34% del campione. Da un lato, quindi, la pandemia ha consolidato nei cittadini italiani la consapevolezza dell'im-
portanza di stili di vita sani, della prevenzione e della ricerca di salute in generale. Dall'altro lato, sono ancora forti e ben presenti le difficoltà psicologiche con le quali una larga fetta della popolazione ha dovuto e deve tuttora fare i conti. In questo clima di incertezza, gli italiani hanno, di certo, acquisito consuetudine con gli acquisti online. Tuttavia, dalla ricerca emerge che la farmacia rappresenta il canale preferito (42%) per l’acquisto di farmaci senza ricetta, mentre la spesa online di questi prodotti non risulta essere molto frequente tra gli intervistati (27%), soprattutto tra le fasce d’età più adulte. Il farmacista ha ancora del terreno da conquistare per quanto riguarda il consiglio. Infatti, le principali fonti a cui si rivolgono gli intervistati per cercare informazioni sulla modalità di assunzione, le possibili interazioni ed effetti collaterali dei farmaci sono ancora il foglietto illustrativo (54%) e la figura del medico (48%). Solo al terzo posto il farmacista, il cui ruolo tuttavia cresce rispetto ai risultati dell’edizione 2020 dello STADA Health Report, passando dal 31% al 37%. Cosa spinge invece il consumatore alla scelta del prodotto da banco? Le risposte sono la notorietà del brand (41%), l’attenzione nei confronti dell’ambiente - e quindi l’utilizzo di packaging ecologici e sostenibili (24%) - e la produzione in Europa (23%) sono i criteri più importanti per gli italiani quando devono acquistare un farmaco o un integratore alimentare. La ricerca ha poi indagato sul ricorso alle visite mediche e sull'approccio alla cura delle malattie croniche. Nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria, il 48% degli italiani non ha modificato le proprie abitudini per quanto riguarda le visite mediche (vs il 30% che ha cancellato o rimandato check-up di prevenzione e il 13% che ha preferito consultare il medico al telefono o online), così come oltre la metà del campione intervistato con una o più malattie croniche (56%) non ha riscontrato alcun problema a proseguire le cure durante la pandemia. Durante la presentazione dei risultati della ricerca, Carlo Silenzi, ex Managing Director Kantar Health Italy ha confermato come la pandemia Nuovo COLLEGAMENTO
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SALUTE E RICERCA
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abbia amplificato alcune tendenze già presenti nelle abitudini degli italiani prima del 2020: "L’accelerazione digitale, comunque la si voglia declinare, ne è un notevole esempio, così come la maggiore attenzione al proprio benessere, in primis per quanto riguarda l’attività fisica e l’alimentazione”. “Di contro - ha aggiunto Carlo Silenzi - la vulnerabilità sociale associata al rischio di perdere il lavoro e alla minore capacità di spesa e di risparmio, rappresenta uno specifico portato della pandemia e, insieme al timore di contrarre il virus, costituisce un elemento di forte preoccupazione. La collaborazione sinergica tra tutti gli stakeholder coinvolti, a partire dalla classe medica e dai farmacisti, insieme alle aziende farmaceutiche e al decisore politico, costituisce la migliore opportunità per un cambio di marcia, significativamente supportato dalla quota del PNRR allocato alla sanità”. Alla presentazione di questa interessantissima ricerca, che di certo offre anche alle farmacie la possibilità di ragionare attorno alle più attuali esigenze del cittadino, è intervenuto anche Salvatore Butti, General Manager & Managing Director EG STADA Group. “Attraverso la nuova edizione dello STADA Health Report abbiamo cercato di fornire una fotografia più esauriente possibile del sentiment degli italiani circa il loro rapporto con la salute in un periodo storico particolarmente complesso e difficile sotto diversi punti di vista, che ha profondamente segnato la vita di tutti noi". “Da sempre - ha concluso Salvatore Butti - ci poniamo in ascolto delle esigenze di salute della collettività, collaborando, come partner di fiducia, in stretta sinergia con medici e farmacisti per prenderci cura del benessere delle persone, perseguendo la nostra mission – ‘Caring for People’s Health’”.
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ALIMENTAZIONE E SALUTE
LA CONSAPEVOLEZZA ALIMENTARE
di Giulio Francesco Valeriano, farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata
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rendersi cura di se stessi non vuol dire solo garantirsi una buona qualità di vita: è anche un atto di responsabilità verso se stessi, verso i propri cari e non ultimo verso la società. Mantenere o migliorare il proprio stato di salute dipende molto dalle scelte personali in termini di prevenzione intese anche come scelte comportamentali. Tra queste, gioca un ruolo chiave la consapevolezza che l'alimentazione è alla base dello star bene e della propria salute. Ma il cibo sarà presto anche la nuova frontiera della sostenibilià ecologica e della salvaguardia non solo del nostro corpo, ma dell'intero pianeta. Fondamentale è anche una buona idratazione, e talvolta può tornare utile servirsi di una tecnica come quella del drenaggio, capace di stimolare il rinnovamento dell'organismo e 34
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particolarmente ai cambi di stagione o dopo periodi di stress dovuti magari a comportamenti alimentari sbagliati o anche a terapie farmacologiche. Il cibo gioca un ruolo centrale nella vita di ogni essere vivente. Nella specie umana esso no rappresenta solo un sostentamento ma è tradizione, cultura, socialità e finisce per influenzare ed essere influenzato anche dalla sfera psicologica. Sempre più persone sono attente alla propria alimentazione, essendone sempre più consapevoli e puntando all'obiettivo di "alimentarsi consapevolmente per nutrire l'organismo", ovvero di conoscere sempre più a fondo il cibo che si assume e ciò che apporta al proprio organismo. "Siamo ciò che mangiamo" affermava il famoso filosofo tedesco Ludwig Feuerbach; è anche vero che mangiamo ciò che siamo, influenzati spesso dal marketing pubblicitario capace di in-
ALIMENTAZIONE E SALUTE
durre necessità, spingendoci a consumare cibo acriticamente per seguire le mode alimentari o soddisfare un desiderio dettato dall'appetito. Per assecondare queste esigenze, il cibo viene spesso trattato, manipolato per renderlo più desiderabile, appetibile palatabile, migliorandone l'aspetto estetico e modificandone l'odore originale. Le tecniche di conservazione del cibo si sono evolute e vanno ben oltre la semplice necessità di proteggere il cibo dal deterioramento naturale. Siamo sempre più abituati a mangiare alimenti modificati dalla mano dell'uomo per renderli più "presentabili". Eppure la scelta del proprio cibo influisce sul singolo individuo e di riflesso sulla collettività locale prima e globale poi, con tutto quel che comporta la produzione di cibo in termini di ricadute ambientali: oggi si parla sempre più spesso di produzione alimentare e impronta del carbonio.
Prima di entrare nell'argomento, partiamo da una considerazione semantica. Meglio parlare di alimentazione o di nutrizione? L'alimentazione è un atto volontario e pertanto l'educazione alimentare può essere determinante nella scelta del proprio cibo; la nutrizione è un atto involontario costituito da una serie di processi fisiologici per cui il nostro organismo è programmato, per ricavare dal cibo i suoi costituenti che riutilizzerà assemblandoli per le proprie necessità energetiche, plastiche, di regolazione. Storia, cultura, tradizioni e mode influenzano le nostre scelte alimentari determinando lo stato nutrizionale, per cui essere consapevoli e saper scegliere il proprio cibo diventa indispensabile per garantire all'organismo i nutrienti di cui necessita per il suo corretto funzionamento nelle varie fasi della vita. Il cibo contiene i nutrienti.
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ALIMENTAZIONE E SALUTE
Tra questi vitamine e sali minerali costituiscono i micronutrienti (l'organismo necessita di basse quantità), mentre proteine, lipidi o grassi, e glucidi o carboidrati sono i macronutrienti (le quantità di cui necessitiamo sono maggiori). L'organismo utilizza micro e macronutrienti per svolgere le seguenti funzioni: - plastica o costruttrice, svolta principalmente dalle proteine, in parte dai lipidi e in minor misura dai glucidi. Anche alcuni sali minerali, quali calcio e fosforo concorrono a tale funzione per la formazione delle ossa. - energetica,prevalentemente compiuta dai glucidi e lipidi, mentre solo in parte dalle proteine. - regolatrice o protettiva, essenzialmente svolta da vitamine , sali minerali, dall'acqua e dalla fibra alimentare, in parte da proteine e lipidi. Non esiste alimento che contenga tutti i principi
ALCUNE PROPOSTE PER IL DRENAGGIO 1. Una triade nota tra le piante utili per il drenaggio: Cynara Scolymus per il fegato, Taraxacum officinale per fegato e reni, Arctium lappa per la pelle. 2. Altra triade molto usata è quella costituita da Cynaria, Taraxacum, Fumaria. 3. La Pilosella (hieracium Pilosella) è un’altra pianta molto utile per il drenaggio, aiuta ad eliminare i liquidi in eccesso grazie alla sua azione diuretica. 4. Anche la Betulla (betulla pubescens e betulla pendula) viene usata per la sua delicata azione diuretica. L’efficacia di queste due piante è dovuta al loro contenuto in flavonoidi. Il metodo più semplice per utilizzare i benefici di queste piante è servirsi delle tinture madri T.M. o soluzioni. Una consolidata tecnica di drenaggio prevede l’uso di 20 gocce due volte al giorno per 40 giorni. Esistono in commercio anche ottimi integratori alimentari contenenti il mix di piante specifiche, sia in opercoli che in soluzione da diluire.
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nutritivi, per cui è importantissima la variabilità alimentare per garantire l'apporto di tutti i nutrienti indispensabili al buon funzionamento dell'organismo, garantendone crescita, sviluppo e capacità di riparazione. Una alimentazione consapevole e dunque sana e corretta garantisce la crescita e lo sviluppo ottimale, preservando lo stato di salute, riducendo il ischio di contrarre disturbi e patologie tipiche di una scorretta alimentazione. Perché la scelta alimentare sia sana e corretta bisogna tenere sempre a mente tre parole: -moderazione : gli eccessi alimentari causano sovrappeso e obesità , tipici fattori di rischio che arrecano danno all'organismo, ma anche una alimentazione scarsa e povera di uno o più nutrienti espone l'organismo a danni seri. -varietà : consumare di tutto evitando di assumere sempre gli stessi cibi, in modo da garantire l'introduzione di tutte le sostanze necessarie e evitare accumuli di sostanze nocive. -equilibrio : abitudine e costanza nel mantenere la giusta proporzione tra i vari alimenti, senza eccedere in uno o più ed essere carenti in altri. La consapevolezza che il cibo diventa parte integrante di noi. La scelta oculata della propria alimentazione può fare la differenza nel rispetto del proprio stato di salute. E' un atto di responsabilità principalmente verso se stessi e poi verso la società e può essere un atto rivoluzionario per la costruzione di una società migliore, più equa, più sana. RINNOVARE L’ORGANISMO CON IL DRENAGGIO Il drenaggio è una metodica terapeutica di stimolazione dolce degli emuntori, pelle, fegato, polmoni, reni, intestino, ovvero gli organi deputati all’eliminazione delle sostanze di scarto o dannose dall’organismo. La tecnica si basa sull’assunzione di alcune piante specifiche che hanno la capacità di interagire con l’organismo umano stimolando gli organi “spazzini” ad eliminare le tossine. Ogni popolazione si serve delle proprie piante, quelle con cui ha imparato a convivere nell’arco di millenni. La tradizione erboristica mediterranea ha le sue piante comprovate da una lunga esperienza.
ALIMENTAZIONE E SALUTE
Tuttavia, prima ancora del consiglio fitorterapico, è bene ricordare un concetto chiave: una alimentazione povera di grassi e zuccheri, ricca di frutta e verdura (preziose fonti di vitamine, sali minerali e fibre) e soprattutto di acqua è fondamentale per un buon drenaggio. Noi farmacisti dovremmo sempre consigliare di bere in misura adeguata. Semplice come bere un bicchier d'acqua! Eppure, bere un bicchier d'acqua per molte persone pare non sia poi cosi facile. Solitamente si adducono varie scuse: "non ho sete", "dimentico di bere", "l'acqua mi gonfia la pancia"...ecc. A livello comunicativo, può tornare utile ricordare ai clienti che non bisogna aspettare di avere sete per bere: la sete è un campanello di allarme che avverte che le nostre riserve idriche stanno terminando. Per ricordare di bere si possono usare i cosiddetti segnali caldi di cui parla il dottor Luca Mazzucchelli (psicologo, vicepresidente dell'ordine degli psicologi di Milano), ovvero degli stratagemmi che ci ricordino di bere, come mettere una bottiglietta d'acqua dove per forza dobbiamo vederla: sulla scrivania, sul sedile dell'auto o in altri luoghi dove non possiamo non notarla. Oppure si può legare il gesto del bere ad altri comportamenti abitudinari che ci richiamino alla mente che DOBBIAMO BERE. Possiamo anche spiegare al pubblico il perché bere sia di fondamentale importanza. Siamo costituiti per buona parte di acqua, un buon 70% di noi è costituito di acqua. Questo liquido vitale è parte integrante delle nostre cellule, dei nostri tessuti e dei nostri organi. Il buon funzionamento del nostro organismo è intimamente legato alla corretta idratazione, alla giusta quantità di acqua. Le reazioni biochimiche che caratterizzano il nostro funzionamento, che ci permettono di vivere e alle nostre cellule e ai nostri organi di assolvere alle loro funzioni vitali sono possibili solo in presenza delle giuste quantità di questo preziosissimo liquido. Vista l'importanza dell'idratazione, è giusto che noi farmacisti non sottovalutiamo la questione e che lavoriamo per far diventare un compor38
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tamento sano, come quello di bere acqua, una abitudine. Quando l'abitudine si sarà radicata, l'atto di bere acqua non sarà più uno sforzo. Ricordiamo che l'acqua è acqua, mentre le altre bibite di cui spesso abusiamo, contengono anche acqua ma soprattutto apportano eccessi di zuccheri, conservanti e altre sostanze chimiche aggiunte per creare dipendenza e indurci a consumarle di frequente. Come insegna la mindfullness, siamo presenti in ciò che facciamo, cominciando dalle nostre scelte affinché siano consapevoli.
ALCUNE NOZIONI DI CONSAPEVOLEZZA SULL'IMPORTANZA DI IDRATARSI QUOTIDIANAMENTE - L'acqua è presente in tutti i nostri distretti, da quello cellulare dove sono distribuiti gli organelli citoplasmatici a quello extracellulare. Gli scambi di nutrienti e l'eliminazione delle scorie che avvengono tra questi due distretti sono possibili solo grazie alla presenza di acqua. - L'acqua è responsabile della volemia del sangue, del sostegno e turgore degli organi. Una pelle ben idratata appare più vitale e luminosa, elastica. L'acqua ha un effetto lifting che permette alla pelle di mantenersi in forma e previene e ritarda l'invecchiamento cutaneo. - Tra le tante funzioni dell'acqua c'è anche la termoregolazione, la capacità innata del nostro organismo di mantenere la sua temperatura vitale, assicurando che ogni reazione biochimica in ogni distretto avvenga alla corretta temperatura. - Regola la sudorazione, fondamentale tanto per regolare il nostro "termostato" interno quanto per eliminare le scorie che le altre vie di escrezione non hanno eliminato (feci, urine, respiro) e per le quali è sempre l'acqua a fare da mezzo di scambio e di trasporto.
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SALUTE E PREVENZIONE
SICURO DI NON ESSERE INTOLLERANTE
AL LATTOSIO?
di Vincenzo Zottoli, farmacista, dottore in biologia , master di secondo livello in dietetica clinica
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'intolleranza al lattosio è un tipo di intolleranza alimentare abbastanza comune e molto diffusa. Questo fenomeno è aumentato anche grazie alle nuove possibilità diagnostiche dei nostri giorni. L'assetto alimentare dell'uomo è cambiato nel corso della storia e ad oggi vi è una crescente attenzione su ciò che viene introdotto come alimento, ed alle sue qualità organolettiche. 40
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L'individuo dei nostri giorni tende, grazie anche alla presenza di campagne salutiste, a curare ogni singolo aspetto della sua vita per raggiungere uno stato di salute sempre più elevato. Non ci si deve meravigliare che in questo processo di "growth of well-being", le diagnosi di disturbi alimentari correlati siano aumentate notevolmente. Oggi parliamo del latte che rappresenta un vero e proprio alimento dalle caratteristiche nutrizionali eccezionali.
SALUTE E PREVENZIONE
La prima distinzione da fare è quella tra latte o latte alimentare: • Il latte è da intendersi solo quello ottenuto dalla mungitura della vacca. • il latte alimentare è riferibile anche a quello derivante da altri animali, successivamente specificato (latte di asina, latte di capra ecc.) LATTE: ALIMENTO COMPLETO Il latte è, come abbiamo già specificato, un alimento liquido, bianco ed opaco di sapore dolciastro contenente sostanze necessarie al lattante per garantirne una normale crescita e sviluppo nelle prime fasi della vita post-natale. L'assunzione di latte continua nell'essere umano anche nella vita adulta, in base ai gusti e alle relative intolleranze individuali. La composizione del latte in acqua, proteine, lipidi, zuccheri, enzimi, vitamine e sali minerali lo rendono un alimento completo. La madre inoltre, può fornire al figlio attraverso l'allattamento, le immunoglobuline necessarie per un sistema immunitario non ancora maturo nelle prime fasi della vita. COMPOSIZIONE Il latte, da un punto di vista fisico presenta tre fasi: • Sospensione colloidale della frazione proteica caseinica che forma micelle in acqua; • Soluzione colloidale dalle proteine solubili (albumine e globuline) in acqua; • Emulsione formata dai globuli di grasso in mezzo acquoso. Se ci riferiamo al latte pastorizzato intero, esso è composto da : • 87 % acqua • 3,6 % lipidi • 3,3 % proteine • 4,9 % glucidi • Piccola percentuale variabile in enzimi e vitamine. L'apporto calorico energetico totale è pari a 64kcal/100 ml. Si tenga presente che, da un punto di vista proteico, il latte è considerato un alimento di altissima qualità.
La frazione proteica presenta un ottimo equilibrio di tutti gli aminoacidi essenziali. Essa rappresenta circa il 95% della frazione azotata ed è formata per l'80% da caseine e per il restante 20% da siero proteine. Solo gli aminoacidi solforati, come metionina e cisteina, sono leggermente limitati rispetto al fabbisogno di AA essenziali stimato per gli adulti. COS'È UN INTOLLERANZA? Le reazioni avverse agli alimenti comprendono tutte quelle manifestazioni indesiderate ed impreviste derivanti dall'ingestione di un alimento. In base ai meccanismi fisiopatologici che vi sono alla base di questi processi, possiamo distinguere: • Allergie alimentari • Intolleranze alimentari ALLERGIE ALIMENTARI: sono reazioni avverse provocate da una risposta immunologica mediata dalle immunoglobuline E o IgE, in seguito all'ingestione di un alimento. Tale processo può essere di diversa entità, interessando in maniera lieve determinati distretti dell'organismo , fino ad arrivare a reazioni sistemiche gravi come nel caso dello shock anafilattico. Nuovo COLLEGAMENTO
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SALUTE E PREVENZIONE
L'allergia alimentare è un processo che può comparire sia in età pediatrica che adulta. Nel primo caso vi è una regressione del processo con relativa scomparsa, mentre quelle verificatesi in età adulta, tendono a permanere per tutta la vita. Per una diagnosi certa ed accurata il paziente deve necessariamente rivolgersi ad uno specialista allergologo. INTOLLERANZE ALIMENTARI: sono anch'esse reazioni avverse causate dall'ingestione alimentare ma, a differenza delle prime, non sono mediate dal sistema immunitario. Si tenga presente che molte patologie come la sindrome del colon irritabile, il reflusso gastroesofageo, la gastrite, la diverticolite, o ancora i calcoli alla colecisti possono essere facilmente confusi con una forma di intolleranza per la presenza di sintomi sovrapponibili. Vi sono diversi tipi di intolleranze: • Intolleranze da sostanze farmacologicamente attive; • Intolleranze da meccanismi sconosciuti ( come gli additivi); • Intolleranza da deficit enzimatici ( per esempio l'intolleranza al lattosio). Sono intollerante al lattosio? Per rispondere a questa domanda, bisogna specificare prima di tutto che l'intolleranza al lattosio è la più comune tra quelle causate da deficit enzimatici. Dati epidemiologici dimostrano che circa il 3-5 % dei bambini con meno di 2 anni di età mostra sintomi riconducibili ad un'intolleranza al lattosio. Nel periodo di allattamento essa è probabilmente secondaria a qualche patologia intestinale. Nell'adulto invece, il processo risulta essere conseguenziale ad un cambiamento delle abitudini alimentari con riduzione dell'attività enzimatica. L'intolleranza consiste in una serie di sintomi riconducibili alla mancata digestione del lattosio. A livello intestinale, la mancata o ridotta azione enzimatica, provoca la permanenza di questo zucchero (lattosio) all'interno del lume. Esso per essere assorbito necessita di un'azione enzimatica che lo porterà alla scissione in galattosio e glucosio. 42
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La mancanza di tale processo provoca un alterato assorbimento della molecola con la comparsa di una sintomatologia ricorrente. I sintomi più comuni compaiono entro le 2 ore successive all'ingestione di alimenti contenenti lattosio. La fermentazione batterica della microflora intestinale, con produzione di acidi grassi a catena corta, metano ed anidride carbonica, con un aumento del tempo di transito delle feci e della pressione nel colon, produce il classico dolore addominale con comparsa di flatulenza, nausea, vomito e borborigmi. Il lattosio non digerito, per effetto osmotico, richiama acqua all'interno dell'intestino provocando diarrea. L'alterazione della permeabilità intestinale alla base di questo processo è comune anche ad altri disturbi come la IBS o sindrome del colon irritabile. Studi sperimentali confermano che, una flora batterica alterata, possa aumentare l'insorgenza dei sintomi. Quando alla base del processo vi è un'alterato assorbimento del lattosio, allora si può parlare di intolleranza. Molte evidenze cliniche, dimostrano, che la maggior parte degli individui con malassorbimento del lattosio è in grado di tollerare una certa quantità di latte senza alcun sintomo ed, in alcuni casi, anche dopo il sovraccarico di lattosio, il quadro clinico resta asintomatico. In questo caso specifico, non si può parlare di intolleranza. L'intolleranza al lattosio, pur non essendo pericolosa della vita , può influire sulla qualità della vita, portando ad uno stato di disagio cronico. LE INTOLLERANZE SONO TUTTE UGUALI? Esistono diverse tipologie di intolleranze al lattosio: 1. Intolleranza congenita 2. Intolleranza primaria 3. Intolleranza secondaria INTOLLERANZA CONGENITA È una condizione abbastanza rara, nel quale vi è una completa assenza dell'enzima lattasi, ed è solitamente riscontrabile durante la prima settimana di vita con diarrea infantile e mancata crescita fin dalla prima esposizione al latte materno.
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SALUTE E PREVENZIONE
Questa condizione può essere potenzialmente pericolosa per il neonato, in quanto a causa del processo diarroico, rischia diarrea fatale se non prontamente idratato. Il deficit enzimatico o la sua bassa attività non è necessariamente riconducibile ad un'intolleranza al lattosio. I sintomi di tale condizione possono infatti variare da persona a persona, in relazione a fattori nutrizionali, età e sesso. Bisogna specificare che un'aumento consumo di latte non induce l'espressione enzimatica, ma un opportuno adattamento della microflora batterica e, conseguente consumo di latte e derivati può condurre ad un miglioramento del paziente. INTOLLERANZA PRIMARIA Questo tipo di intolleranza è la più comune ed è geneticamente determinata. Si tratta di un declino fisiologico dell'attività della lattasi intestinale correlato all'età e che inizia dopo lo svezzamento. Questa tipologia di intolleranza potrebbe non essere clinicamente evidente fino alla pubertà o alla tarda adolescenza. I livelli di lattasi iniziano a diminuire del 70-90% a partire dalla prima infanzia e continuano a diminuire per tutta la vita. Viene anche identificata come: ipolattasia dell'adulto, non-persistenza della lattasi o deficit ereditario di lattasi. Il meccanismo fisiopatologico alla base del processo non è ancora noto. Alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato una correlazione tra una riduzione nella sintesi della proteina precursore nelle cellule epiteliali e attività dell'enzima lattasi. INTOLLERANZA SECONDARIA È una forma transitoria di intolleranza al lattosio, conseguenziale a dei processi che danneggiano la mucosa intestinale. L'intolleranza secondaria può essere correlata a: • chemioterapia oncologica • crescita eccessiva dell'intestino tenue • gastroenterite acuta • diarrea persistente • riduzione della superficie funzionale della mucosa • chirurgia • radiazioni • farmaci. 44
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Questo tipologia risulta essere meno frequente nell'adulto rispetto al bambino, anche se non interessa una classe specifica ma risente di situazioni cliniche individuali. COME FACCIO A CAPIRE SE SONO INTOLLERANTE AL LATTOSIO? Sono diversi i test che il paziente può effettuare per capire se è presente o meno un fenomeno di reattività intestinale caratteristica dell'intolleranza al lattosio. Le principali analisi che possono essere effettuate sono: • Breath test • Test genetico • Test riassorbimento del lattosio • Analisi del pH delle feci BREATH TEST Detto anche test del respiro, è il test maggiormente utilizzato per la sua praticità e non invasività. Oltre ad essere molto economico, il test permette a livello ambulatoriale di stabilire il quantitativo di H2 espirato in seguito all'ingestione di una dose standard di lattosio ( 25-30 g). L'analisi viene effettuata ad intervalli regolari, in modo da stabilire il quantitativo di gas fermentati in seguito all'azione della flora batterica intestinale sul lattosio parzialmente assorbito. Si tenga presente che il fumo, l'esercizio fisico, il sonno ed alimenti fermentanti consumati la sera prima possono alterare il risultato del test.
SALUTE E PREVENZIONE INTOLLERANZA AL LATTOSIO ALIMENTI DA ESCLUDERE
ALIMENTI A RISCHIO
ALIMENTI PERMESSI
Latte di pecora, capra, asina, bufala, vaccino
Hamburger, polpette
Latte vaccino privo di lattosio
Formaggi freschi
Salumi
Yogurt (senza aggiunte di creme di latte o altre lavorazioni)
Burro
Cereali per la colazione
Prodotti lattiero-caseari senza lattosio (delattosati)
Salse fatte con latte e derivati
Caramelle
Latte o derivati di origine vegetale
Pane al latte, grissini, crackers, fette biscottate con latte e/o derivati
Margarine
Parmiggiano Reggiano, Grana Padano, Emmenthal Groviera
Piatti di carne con aggiunta di latte o derivati
Ragù in scatola
Fette biscottate senza latte e derivati
Insaccati
Polenta
Prosciutto crudo
Purea di patate
Ripieni di alimenti surgelati
Salumi ed insaccati senza lattosio
Biscotti con latte o burro
Pasta ripiena
Carni bianche, pollo, coniglio, tacchino
Cioccolato al latte o parzialmente fondente
Gnocchi di patate
Maiale, cavallo, manzo
Creme di pasticceria
Salse in scatola
Pesce fresco
Torte o dolci in genere
Dado da brodo
Frutta e verdura fresca
Gelati
Frutta in scatola o surgelata
Tofu
Cioccolato in polvere o solubile
Budini o gelati di soia
Liquori dolci Caffè solubile Caffè al ginseng
TEST GENETICO Viene effettuato tramite un semplice tampone buccale con il quale si prelevano delle cellule dalla mucosa della bocca, da cui si estrarrà il DNA per l'analisi. Raramente si effettua tramite prelievo ematico. Il test permette di discriminare tra un'intolleranza primaria o secondaria in base alla rilevazione di un polimorfismo genico a singolo nucleotide C/T 13910 del gene lattasi sul cromosoma 2, associato alla forma di intolleranza al lattosio che insorge nell'età adulta, detta anche lattasi non persistenza o ipolattasia. TEST RIASSORBIMENTO DEL LATTOSIO Viene effettuato su campione sanguigno misurando il livello di glicemia dopo l'ingestione di un carico di lattosio. Se il livello di glucosio nel sangue aumenta fino ad un massimo di 20 mg/dl sopra il livello di digiuno, o non aumenta affatto, il test è considerato positivo.
Questo principio si basa sul concetto che, una mancata digestione del lattosio nelle sue componenti, porta ad un ridimensionamento della glicemia anche in seguito ad un pasto contenente lattosio. Si tenga presente che nel 20% dei casi si possono verificare falsi positivi e falsi negativi a causa della variabilità dello svuotamento gastrico e del metabolismo del glucosio. ANALISI DEL PH DELLE FECI Test molto semplice che può essere effettuato su neonati e bambini. Esso si basa sul concetto che la produzione di acido lattico ed acidi grassi a catena corta, portano ad un abbassamento del pH delle feci. Valori di pH al di sotto 5.5 sono anormali, tuttavia questo test non è specifico per l'intolleranza al lattosio. Un test positivo è presente anche in persone con altri disordini tipici del malassorbimento dei carboidrati. Nuovo COLLEGAMENTO
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RICERCA SCIENTIFICA
LE APPLICAZIONI DELL’ACIDO IALURONICO
IN OFTALMOLOGIA, REUMATOLOGIA E DERMATOLOGIA
di Paolo Levantino Farmacista clinico e giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar
L
'acido ialuronico (HA) è un polisaccaride non ramificato composto da disaccaridi ripetuti di D-glucuronico e N -acetil-Dglucosamina. Fu isolato per la prima volta, da Karl Meyer e John Palmer, nel 1934, dal corpo vitreo dell'occhio bovino, ma la sua struttura fu descritta solo 20 anni dopo da Laurent. Grazie alle sue proprietà fisico-chimiche, l'HA idrata la matrice extracellulare, regola l'omeostasi dei tessuti e la resistenza alle forze di compressione. L'attività fisiologica e la biocompatibilità lo rendono un materiale ideale per applicazioni farmacologiche, in particolare in oftalmologia, reumatologia e dermatologia. 46
Nuovo COLLEGAMENTO
HA NELL’OSTEOARTRITE L’osteoartrite è una patologia che interessa l’intero compartimento articolare ed è particolarmente diffusa tra la popolazione di età media e senile. La terapia convenzionale utilizza antidolorifici e farmaci antiinfiammatori non steroidei che sono efficaci ma causano effetti avversi e tossicità. Per tali motivi, la visco-integrazione con HA e biomateriali derivati ha portato ad un significativo progresso nella terapia dell’OA. L’HA, infatti, è un componente intrinseco sia della matrice cartilaginea articolare che del liquido sinoviale, con proprietà reologiche uniche, che si perdono nell’OA quando il peso molecolare dell’HA diminuisce progressivamente, con conseguente diminuzione della viscosità del fluido e rottura della cartilagine.
RICERCA SCIENTIFICA
Le iniezioni intra-articolari di acido ialuronico sono in grado di ripristinare l’omeostasi del liquido sinoviale e proteggere la cartilagine articolare dai danni meccanici. In particolare, l’HA è in grado di promuovere la sintesi della matrice cartilaginea, prevenirne la degradazione, ridurre l’infiammazione, proteggere dagli effetti dei radicali liberi e migliorare la resilienza della cartilagine. Le preparazioni intra-articolari sono caratterizzate da buona tollerabilità, proprietà terapeutiche confermate da diversi studi e non danno effetti collaterali sistemici. HA IN OFTALMOLOGIA L’HA è un componente importante del corpeo vitreo oculare, del film lacrimale e della congiuntiva. Pertanto, la molecola è stata utilizzata, per la prima volta nel 1980, come strumento viscochirurgico per sostituire il fluido vitreo perso durante le procedure oftalmiche, proteggere dai traumi meccanici e mantenere lo spazio per la manipolazione chirurgica. Oggi giorno l’HA è utilizzato comunemente nella maggior parte degli interventi oftalmici (rimozione della cataratta, trattamento del glaucoma, chirurgia refrattiva e plastica corneale). Grazie alle sue proprietà viscoelastiche, lubrificanti, armonizzanti, ha dimostrato di facilitare la guarigione dei tessuti a seguito di chirurgia oftalmica. L’HA esercita i suoi effetti attraverso la stabilizzazione del film lacrimale, riducendo la formazione di radicali liberi, e normalizzando la pressione intraoculare. La soluzione di HA è ampiamente utilizzata anche come collirio lubrificante nella cheratocongiuntivite secca e nella malattia dell’occhio secco. Migliora i sintomi, riducendo l’irritazione, idratando l’occhio, riducendo l’attrito durante l’ammiccamento e ripristinando le carenze di sodio ialuronato nel film lacrimale. Si preferiscono formulazioni con acido ialuronico ad alto peso molecolare perché è l’unico a mostrare proprietà antinfiammatorie attribuibili al legame con il CD44, che regola negativamente la cascata proinfiammatoria. L'acido ialuronico ad alto peso molecolare è anche quello più confortevole per il paziente perché essendo viscoelastico si comporta come le lacrime fisiologiche.
HA IN DERMATOLOGIA L’HA è ampiamente utilizzato in dermatologia per migliorare l’aspetto della pelle. Tale molecola richiamando a sé l’acqua, idrata le cellule “gonfiandole”, chiude le microfessurazioni che si formano nello strato corneo, il più esterno della pelle, e protegge dall’invecchiamento e dagli attacchi del freddo. Inoltre, è in grado di ringiovanire la pelle, inducendo un processo di ripristino della matrice dermica, stimolando la produzione di collagene. Se la pelle è giovane e i segni sono leggeri si può puntare sui sieri e creme contenti acido ialuronico, che idratano e danno al volto luminosità. In età più avanzata, quando il viso è più segnato dal tempo, si può ricorrere alle microiniezioni di acido ialuronico, che modellano gli zigomi e ridefiniscono i contorni del viso. Inoltre, l’acido ialuronico, sotto forma di crema, gel o spray, a volte in associazione con l’argento, risulta utile anche nel trattamento di escoriazioni, scottature, eritemi, ustioni, ferite o tagli superficiali. La molecola riduce i tempi di rimarginazione, idratando gli stati superficiali della ferita, favorendo la proliferazione e la migrazione delle cellule coinvolte nei processi di riparazione, ed evita la formazione di antiestetiche cicatrici ipertrofiche (cheloidi). CONCLUSIONI Questi studi di ricerca hanno mostrato risultati così incoraggianti che aprono prospettive future per le applicazioni biomediche dell’HA. Bibliografia. • Abatangelo G, Vindigni V, Avruscio G, Pandis L, Brun P. Hyaluronic Acid: Redefining Its Role. Cells. 2020 Jul 21;9(7):1743. doi: 10.3390/cells9071743. PMID: 32708202; PMCID: PMC7409253. • Huynh A, Priefer R. Hyaluronic acid applications in ophthalmology, rheumatology, and dermatology. Carbohydr Res. 2020 Mar;489:107950. doi: 10.1016/j.carres.2020.107950. Epub 2020 Feb 18. PMID: 32070808. • Aragona P, Simmons PA, Wang H, Wang T. Physicochemical Properties of Hyaluronic Acid-Based Lubricant Eye Drops. Transl Vis Sci Technol. 2019 Nov 1;8(6):2. doi: 10.1167/tvst.8.6.2. PMID: 31695963; PMCID: PMC6827422. • Graça MFP, Miguel SP, Cabral CSD, Correia IJ. Hyaluronic acidBased wound dressings: A review. Carbohydr Polym. 2020 Aug 1;241:116364. doi: 10.1016/j.carbpol.2020.116364. Epub 2020 Apr 27. PMID: 32507198. • Salwowska NM, Bebenek KA, Żądło DA, Wcisło-Dziadecka DL. Physiochemical properties and application of hyaluronic acid: a systematic review. J Cosmet Dermatol. 2016 Dec;15(4):520-526. doi: 10.1111/jocd.12237. Epub 2016 Jun 21. PMID: 27324942.
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La Farmacia al centro della salute attraverso un gioco divertente ed educativo
Novità nel mondo dei giochi educativi per i bambini ma anche per tutta la famiglia: è disponibile l’edizione 2021 del GiocadellaSalute. Il GiocadellaSalute in commercio dal 2010 e proposto da Uniservices srl - CalendariodellaSalute, in collaborazione con Liscianigiochi (importante azienda produttrice di giochi educativi e didattici) si aggiorna con una seconda edizione. Il messaggio contenuto in questo gioco educativo è quello di porre la Farmacia al centro della domanda di salute da parte del cittadino.
Ma come funziona?
Il Giocadellasalute è un nuovissimo gioco sull'argomento salute, sullo stile del classico "gioco dell'oca" nel quale è più avvantaggiato chi è più attento alla prevenzione. I giocatori devono fronteggiare influenze ed attacchi stagionali che aggrediscono la loro salute, rispondendo a varie e mirate domande di educazione sanitaria. Tramite i principi attivi, consigliati da medico e farmacia, essi devono combattere virus e batteri per arrivare primi all'arrivo battendo gli avversari.
L’edizione 2021 del GiocadellaSalute è stata aggiornata inserendo nuove domande per i partecipanti, per mantenere alta l’attenzione verso tutti i comportamenti legati alla prevenzione della pandemia COVID-19 in corso (igiene delle mani, utilizzo della mascherina e dei gel disinfettanti, distanziamento, ecc..).
Il GiocadellaSalute può essere richiesto presso i distributori o direttamente ad Uniservices srl tel. 0861 59061 e.mail info@calendariodellasalute.it
DALLA LETTERATURA
NUOVE EVIDENZE: DERMATITE ATOPICA di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
ABROCITINIB APPROVATO IN EUROPA CONTRO LE DERMATITI ATOPICHE GRAVI Dopo le approvazioni da parte del Regno Unito, Giappone e Corea avvenute all'inizio del 2021, Pfizer ha annunciato anche l'approvazione in Europa dell'inibitore orale della Janus chinasi 1 abrocitinib per il trattamento della dermatite atopica da moderata a grave. Il farmaco è indicato negli adulti che sono candidati alla terapia sistemica. Contrariamente ai recettori della tirosina chinasi, i recettori delle citochine non hanno una propria attività enzimatica e quindi richiedono le chinasi per attivare le cascate di segnali intracellulari. Secondo il comunicato stampa di Pfizer, l'approvazione da parte della Commissione europea si è basata sui risultati di studi che includono quattro studi clinici di fase 3 e uno studio di estensione in aperto in corso in oltre 2.800 pazienti, Le dosi approvate sono 100 e 200 mg al giorno; una dose di 50 mg è stata approvata per i pazienti con insufficienza renale moderata e grave e "alcuni pazienti che ricevono un trattamento con inibitori del citocromo P450 (CYP) 2C19". L'approvazione fa seguito a un parere positivo del comitato per i medicinali per uso umano dell'Agenzia europea dei medicinali a sostegno dell'autorizzazione all'immissione in commercio per il trattamento dell'AD, rilasciata in ottobre. Sarà commercializzato come Cibinqo. Abrocitinib è in fase di revisione presso la Food and Drug Administration. Questo articolo è apparso originariamente su MDedge.com, parte della Medscape Professional Network.
TROVATA UNA CORRELAZIONE TRA DERMATITE ATOPICA E MALATTIE AUTOMMUNI La dermatite atopica (AD) è nota per essere associata ad altre condizioni atopiche e ci sono prove crescenti che è associata ad alcune condizioni non atopiche, tra cui alcuni tumori, malattie cardiovascolari e disturbi neuropsichiatrici. Ci sono anche alcuni dati che indicano che le malattie autoimmuni, in particolare quelle che coinvolgono la pelle e il tratto gastrointestinale, sono più comuni nelle persone con AD. In uno studio di controllo, derivato dai dati del registro sanitario nazionale svedese, si è visto che una diagnosi di dermatite atopica in individui di età pari o superiore a 15 anni, aveva quasi il doppio delle probabilità di essere associata a malattie autoimmuni rispetto ai controlli senza dermatite atopica. Lo scopo dello studio, pubblicato sul British Journal of Dermatology, era quello di indagare un ampio spettro di malattie autoimmuni per le associazioni con dermatite atopica. I risultati, hanno osservato gli autori, potrebbero portare a un migliore monitoraggio delle comorbilità e a una comprensione più profonda del carico di malattia e della fisiopatologia della malattia. Gli studiosi hanno trovato un'associazione tra AD e malattia autoimmune a livello di diversi sistemi di organi, in particolare la pelle e il tratto gastrointestinale, oltre che con le malattie del tessuto connettivo. Le associazioni più forti con le malattie autoimmuni della pelle sono state trovate per la dermatite erpetiforme, l'alopecia areata (aOR, 5,11; 95% IC, 4,75-5,49) e l'orticaria cronica. Nuovo COLLEGAMENTO
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Il luogo di incontro tra attuali e futuri leader del mondo Life Sciences
UNIVERSITÀ DI PAVIA
MASTER II LIVELLO | MARKETING MANAGEMENT NEL SETTORE FARMACEUTICO Il Master di Il livello in “Marketing Management nel Settore Farmaceutico” intende rispondere alla domanda di figure professionali esperte nell’analisi e nella valutazione quantitativa di problematiche del settore del marketing da parte delle aziende farmaceutiche, delle agenzie specializzate in comunicazione in ambito sanitario e farmaceutico e dei servizi outsourcing di pianificazione del marketing farmaceutico con specifici focus sulle valutazioni farmaco economiche. Partner:
La preparazione teorica e lo stage aziendale perseguono l’obiettivo di formare giovani capaci di inserirsi all’interno dei complessi sistemi aziendali con competenze tecniche, gestionali ed organizzative e con la conoscenza dei principi fondamentali dei sistemi economici che regolano il mercato dei prodotti farmaceutici. Per informazioni: www.mamaf.it Contatti: segreteria@mamaf.it | tel. +39 02.48519230 Con la collaborazione di
Con il patrocinio di AGIFAR MILANO Associazione Giovani Farmacisti
Anche in questa edizione, per il terzo anno consecutivo, grazie al contributo di VMLY&Rx è stata istituita una borsa di studio in memoria del Dott. Ettore Morello
PILLOLE DI GALENICA
CREMA CON EPINEFRINA TARTRATO COME APPROCCIO TERAPEUTRICO ALTERNATIVO NELLA GESTIONE DELL’ERITEMA FACCIALE DELLA ROSACEA
Rubrica a cura di Rosalba Lombardo,
Formulatore farmaceutico, Scientific and technical support Compounding presso Acef Galenica
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a rosacea è una malattia infiammatoria cronica della pelle che si manifesta principalmente nell'età adulta. È caratterizzata nella fase iniziale da un arrossamento del viso dovuto a dilatazione locale dei capillari sanguigni di guance, naso, mento e fronte e, in casi più rari, degli occhi. L’Epinefrina (o Adrenalina), agonista dei recettori alfa-adrenergici, può essere formulata in crema per applicazione cutanea localizzata. Grazie all’azione vasocostrittrice, l’Epinefrina è particolarmente indicata per il trattamento degli arrossamenti della cute in patologie dermatologiche, come la rosacea e la couperose. In questo tipo di formulazione è fondamentale aggiungere un ingrediente antiossidante, come il metabisolfito di sodio allo 0,1%, in quanto il principio attivo è sensibile all’ossidazione. FORMULAZIONE: CREMA EPINEFRINA TARTRATO EPINEFRINA TARTRATO EP GTDP 0.05-0.5 g ACQUA DEPURATA FU ML 1000 qb VITAMINA C (AC. ASCORBICO) Ph.Eur.-E300 0.5 g SODIO METABISOLFITO E 223 0.1 g BASE CREMA FARMA BEELER FNE qb a 100.0 g MODUS OPERANDI Portare ad ebollizione ACQUA DEPURATA e lasciare raffreddare. Sotto agitazione solubilizzare SODIO METABISOLFITO, VITAMINA C e EPINEFRINA TARTRATO nella minima quantità di ACQUA DEPURATA. Se necessario correggere il pH ad un valore di 5. Incorporare in BASE CREMA FARMA BEELER FNE secondo il metodo delle diluizioni geometriche. Portare a peso con BASE CREMA FARMA BEELER FNE. Miscelare, confezionare ed etichettare.
PACKAGING Flacone airless macro c/Pistone ml 100. REGIME DI DISPENSAZIONE Ricetta non ripetibile. DATA LIMITE UTILIZZO 30 giorni. MODALITA’ D’USO Applicare sul viso secondo prescrizione medica. CONSERVAZIONE Conservare in recipiente ben chiuso. In frigorifero tra 2 e 8 °C. AVVERTENZE Tenere fuori dalla portata dei bambini. Non disperdere il flacone nell’ambiente. Segnalare al medico o al farmacista gli eventuali effetti collaterali. USO ESTERNO. Non usare durante la gravidanza e allattamento senza aver prima consultato il medico. La scadenza si riferisce al prodotto integro, correttamente conservato. Composizione BASE CREMA FARMA BEELER: Alcool cetilico, Cera bianca, Glicole propilenico, Sodio laurilsolfato , Metilparabene, Propilparabene, Acqua depurata. BIBLIOGRAFIA 1. Recent advances in understanding and managing rosacea 2. Flushing in rosacea: A possible mechanism 3. Rosacea: Diagnosis and Treatment 4. Rosacea: a Clinical Review 5. Rosacea: Epidemiology, pathogenesis, and treatment 6. An update on the treatment of rosacea
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2022 Il nostro calendario è appeso da 36 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario un viaggio lungo 12.784 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a
livello nazionale e, grazie agli approfondimenti mensili dei migliori esperti del settore e a vivaci illustrazioni, ha scandito il tempo di tante famiglie che si sono accostate a tematiche scientifiche complesse con semplicità. Continua anche nel 2022 con il nuovo Calendario della Salute il nostro impegno a fianco dei farmacisti, che sono da sempre attenti a tutelare il benessere psicofisico della collettività.
Farmacia e utili consigli sul corretto impiego del farmaco e i pericoli nell’abuso In collaborazione con SIF Società Italiana di Farmacologia
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CONVEGNI
IL NUOVO POSIZIONAMENTO DELLA FARMACIA
Proiezioni, investimenti sostenibili e vantaggi fiscali.
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opo il Cosmofarma tornano gli appuntamenti con gli eventi fieristici della Farmacia. Da poco conclusa con successo a Napoli la tredicesima edizione del Pharmexpo che ha registrato una presenza di oltre 7.700 visitatori, 300 aziende espositrici disposte in 200 stand, 28 convegni con 76 relatori. La performance è sicuramente degna di nota sia per il maltempo che ha interessato la città di Napoli durante le giornate del meeting e che avrebbe potuto far diminuire il numero di visitatori sia per recrudescenza epidemiologica amplificata recentemente dalla nuova variante. Tra i numerosi convegni di interesse, ricordiamo il meeting organizzato da Credifarma dal titolo ‘Il nuovo posizionamento della Farmacia. Investimenti sostenibili e vantaggi fiscali’, tenuto da Marco Alessandrini l’Amministratore Delegato delle società Credifarma, la finanziaria specializzata nel credito alle farmacie del Gruppo Banca Ifis e partecipata da Federfarma. Alessandrini, davanti ad una numerosa platea, ha aperto il suo intervento con una prima fotografia del contesto a livello mondiale, analizzando come l’intero pianeta e di conseguenza anche il nostro Paese, a causa della drammatica pandemia, si è trovato ad affrontare tre diverse emergenze: sanitaria, economica e sociale. Il focus si è quindi spostato sulla farmacia, che ha resistito offrendo un sostegno e un presidio
territoriale continuo alla popolazione nel momento in cui sono peraltro venuti a mancare alcuni professionisti sanitari di riferimento. Ha avuto la capacità, in termini di flessibilità e disponibilità, di porre in essere rapidamente attività mai esercitate in precedenza, come per esempio i tamponi e le vaccinazioni. Inoltre si è discusso del sistematico calo della DCR, registrato nel corso degli anni, che è stato elaborato da Credifarma con una proiezione matematica e che porta il valore della stessa a progressive riduzioni nel tempo. Di qui la necessità di riconsiderare la linea strategica della farmacia alla luce delle mutate esigenze dei pazienti che vogliono avere un’esperienza di acquisto unica anche attraverso la fruizione di servizi digitali, nonché la possibilità di avere delle prestazioni sanitarie più ampie rispetto a quelle offerte attualmente. "Occorrono quindi nuovi investimenti", ha sottolineato Alessandrini durante il suo intervento, "investimenti che possono beneficiare di importanti vantaggi fiscali come, ad esempio, per l’industria 4.0 dove tra crediti di imposta, Legge Sabatini ed altro si può arrivare ad una copertura del 74% dell’investimento". Alessandrini ha infine ricordato come, alla conoscenza del quadro normativo, Credifarma affianca anche la capacità di poter proporre prodotti tagliati su misura della farmacia grazie anche all’appartenenza al Gruppo Banca Ifis.
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#FARMACISTADIGITALE
IL FARMACISTA DIGITALE Riflessioni sulla trasformazione digitale della farmacia e consigli per affrontare un nuovo anno in farmacia
Fig.1
di Monica Faganello, farmacista digital marketing specialist per la farmacia
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uando abbiamo inaugurato questa rubrica, la pandemia era agli esordi ma già si parlava dell’importanza dell’evoluzione digitale della farmacia. Dopo più di 20 mesi, l’abbondanza di dati, di report e di evidenze ci permette di affermare che l’innovazione digitale in farmacia è un passaggio obbligatorio per rispondere ai bisogni e alle necessità di un nuovo mercato. L’incidente “pandemia” se da un lato ha stravolto le nostre vite e modificato le nostre abitudini, dall’altro, per necessità, ha costretto molte organizzazioni a ricorrere alla tecnologia per attivare servizi digitali, anche in ambito sanitario. 54
Nuovo COLLEGAMENTO
Il cittadino ha reagito positivamente, ha imparato ad utilizzarli, ne ha apprezzato i vantaggi fino a integrarli nella routine quotidiana. In parallelo, le farmacie che non sono rimaste a guardare ma hanno prontamente deciso di integrare strumenti e servizi digitali per rispondere e anticipare i bisogni del mercato, stanno raccogliendo i frutti di una scelta coraggiosa: maggior visibilità e autorevolezza, ampliamento del pubblico, fidelizzazione, sviluppo di aree interne. Parliamo quindi di un incremento generale del loro fatturato. Facciamo un passo indietro.
#FARMACISTADIGITALE
LE OPPORTUNITÀ Per effetto di un drastico cambiamento delle dinamiche sociali che ha fortemente limitato la libertà di relazionarsi, la pandemia ha dato la possibilità alla farmacia e al farmacista di riacquistare una superiorità di ruolo nella sanità territoriale. La farmacia, infatti, rimanendo tra le poche attività sempre aperte, ha potuto accogliere fisicamente il grido di aiuto del cittadino e diventare luogo di risposta al bisogno costante di salute e di relazione. In questo contesto si sono create due enormi opportunità. Per il farmacista di diventare un sorta di social leader assumendo un ruolo di interlocutore centrale nella sanità territoriale, figura di riferimento per la salute del cittadino. Non più solo un esperto dispensatore di farmaci quanto piuttosto un professionista che si prende cura della relazione umana. Fig.2 Per la farmacia di trasformarsi in un hub di servizi per il benessere, la prevenzione, la diagnosi e la cura della salute, primo anello della sanità territoriale attraverso un’offerta di attività e di servizi evoluti con al centro il cittadino, e luogo di coordinamento tra le professioni sanitarie territoriali. Affinchè queste opportunità si concretizzino, è necessario affiancare al valore assoluto della prossimità della farmacia quello della omnicanalità attraverso un’integrazione tra fisico e digitale per rafforzare il punto vendita e per garantire una continuità di relazione di cura con il cliente, anche oltre i confini fisici della farmacia. Il cliente/paziente, infatti, è sempre più digitalizzato, sempre più connesso e fortemente protagonista del processo di creazione di valore. Passa poco tempo in farmacia ed è sempre più presente nei canali digitali dove prende decisioni di acquisto, cerca relazione e risposta ai suoi bisogni e necessità. A conferma di questa nuova tendenza, riporto alcuni dati. Nel 2021, su 60 milioni di italiani, oltre 50 milioni sono attivi su Internet.
Per effetto della pandemia, l’88% della popolazione italiana ha utilizzato Internet per trovare informazioni, acquistare prodotti, effettuare pagamenti o condividere opinioni (*Osservatorio Multicanalità*, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Nielsen). Il farmacista quindi è chiamato ad essere presente nei luoghi dove il cliente passa la maggior parte del tempo, ovvero nelle piazze virtuali, investendosi anche personalmente ma sempre in modo professionale. TRASFORMAZIONE DIGITALE Se il mercato è cambiato, la trasformazione digitale della farmacia, come l’abbiamo intesa, non solo è necessaria ma indifferibile. L’innovazione digitale, infatti, potenzia l'informazione, il servizio e la relazione con il cliente, consolida e favorisce la fidelizzazione, consente di ampliare il pubblico e il database, di far conoscere e sviluppare aree nuove e di offrire esperienze di acquisto ibride, con punti di contatto in store e online. Non solo. L’ omnicanalità permette alla farmacia di essere presente in tutto il percorso decisionale del cliente e di battere la concorrenza sul territorio. Di certo l’innovazione digitale offre alla farmacia enormi opportunità di crescita ma la sua attuazione non è immune da barriere ed ostacoli. Prima di tutto è necessario che la farmacia investa risorse nella formazione digitale del proprio team. Nel digitale non ci si può improvvisare bisogna essere presenti in modo professionale e strategico. Avere all’interno della farmacia un farmacista digitale o più farmacisti digitali rappresenta sicuramente un investimento in termini di denaro e tempo ma anche una garanzia di sviluppo e di creazione di valore per il futuro dell’attività. Solo attraverso l’acquisizione di una buona cultura digitale a 360° è possibile, anche per il farmacista, comprendere le logiche del digitale, Nuovo COLLEGAMENTO
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#FARMACISTADIGITALE
FATTORI CHE INFLUENZANO LA DECISIONE DEL CLIENTE E STRUMENTI DIGITALI UTILI ALLA FARMACIA FUORI DALLA FARMACIA Social media e social network, pubblicità tradizionale, motori di ricerca, passaparola e recensioni (opinione delle persone). Strumenti di digital marketing: sitoblog-Seo, email marketing, Facebook Ads, WhatsApp marketing, pubblicità su siti e motori di ricerca (Google Ads) . IN FARMACIA Offerta di prodotti, di attività e servizi innovativi, visual merchandising. Strumenti: telemedicina, ATM e casse automatiche, lockers, strumenti digitali per la gestione della terapia e per l’aderenza terapeutica. RELAZIONE (tra il farmacista e il cliente) Consiglio e consulenza diretta al banco e tramite strumenti digitali. Strumenti digitali che offrono canali di comunicazione preferenziali con il cliente (email, servizi di messaggistica instantanea e app mobile per prenotazione di servizi, invio/accettazione di ordini, richiesta di consigli e condivisione di opinioni).
collaborare attivamente con gli specialisti, capire quale tecnologia può realmente supportare la propria attività, pianificare una strategia di marketing globale online e cominciare ad operare anche autonomamente nei canali digitali. Mi preme sottolineare che una presenza digitale professionale, efficace e profittevole, non si esaurisce con l’apertura di una pagina Facebook o di un account su Instagram (la cui ottimizzazione è cosa non semplice). È necessaria una strategia di marketing online con una vision precisa che prevede una serie di attività di marketing a breve e a lungo periodo.
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CHI È IL FARMACISTA DIGITALE? Non si può parlare di evoluzione digitale senza parlare di farmacista digitale. Ma chi è il farmacista digitale? È il futuro del settore farmacia, il professionista che unisce le competenze in ambito farmaceutico con le conoscenze tecnologiche. In questo contesto rinnovato il farmacista è chiamato a modificare il suo approccio al lavoro: non solo un fidato ed esperto confidente al banco ma un professionista in grado di comunicare, anche tramite i canali digitali, l’identità e i valori del proprio business. Il farmacista digitale, quindi, è il farmacista che ha compreso che “trasformazione digitale non significa e-commerce ma possibilità vera di prendere in carico il cittadino-paziente attraverso un’integrazione tra canale digitale e fisico che devono lavorano insieme per modellare l'esperienza del cliente”. Il cliente è al centro, non più il prodotto, e il farmacista è chiamato a creare un universo di valori che fa sentire il cliente speciale quando acquista nella sua farmacia. Solo così la farmacia territoriale potrà vincere la sua battaglia superando le logiche delle multinazionali e della concorrenza dei prezzi. La trasformazione digitale del business e della figura del farmacista, più che una sfida, deve essere vista come un’ opportunità per riqualificare la figura del farmacista e trasformare la farmacia in centro di riferimento della salute territoriale. La domanda che ogni farmacista deve porsi non è più “se esserci o non esserci” ma “come essere presente in modo professionale” nel web per riuscire a far fronte alle nuove esigenze ma soprattutto anticiparle. Perché una cosa è certa: questa nuova tendenza e queste nuove abitudini di mercato non cambieranno ma si consolideranno nel tempo e il farmacista digitale diventerà una figura professionale altamente richiesta. Per contatti: Monica Faganello info@farmacista-digitale.it
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DALLE AZIENDE
LA FARMACIA SAN PIETRO: RINNOVARE NON VUOL DIRE CANCELLARE
UNA FARMACIA STORICA E L'ESIGENZA DI RISTRUTTURARE CON LA VOLONTÀ DI MANTENERNE L'IDENTITÀ. IL RACCONTO DI FASTPHARMA E DELLE DOTTORESSE MUSOLINO, TITOLARI DELLA FARMACIA SAN PIETRO DI REGGIO CALABRIA
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er noi di Fastpharma ristrutturare una farmacia significa dare nuova vita agli spazi, aumentarne la funzionalità sia a livello logistico che di marketing. Ma rinnovare una farmacia non deve voler dire cancellarne la storia. La farmacia San Pietro è una farmacia storica a Reggio Calabria. È arredata con mobili antichi e di pregio che rappresentano non solo la storia della farmacia San Pietro, ma anche la lunga tradizione della farmacia come istituzione. Quando 58
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è stato richiesto il nostro intervento, fin da subito i nostri tecnici hanno visto nella nuova farmacia San Pietro una fusione armoniosa tra antico e contemporaneo. La tradizione andava testimoniata ma allo stesso tempo adattata alle esigenze di un farmacista del XXI secolo. A questo scopo era necessario riorganizzare il layout in modo da rendere la farmacia più efficiente mantenendo allo stesso tempo gli elementi storici.
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Due gondole centrali, una scaffalatura laterale e il retrobanco sono serviti a potenziare lo spazio espositivo, tutto nello stile sobrio ed elegante di Fastpharma. Una vetrata separa una cabina polifunzionale dall’area centrale, garantendo privacy a uno spazio adatto a ospitare diversi tipi di servizi. Non potevamo però limitarci ad accostare antico e moderno, dovevamo fondere insieme queste due anime della nuova farmacia. Nel banco si riassume questo nostro sforzo. L’idea è stata quella di creare un banco personalizzato per la farmacia San Pietro, recuperando gli elementi decorativi di quello preesistente e incastonarli alla struttura di uno nuovo che rispondeva a tutte le necessità di una farmacia all’avanguardia. La farmacia San Pietro è adesso una farmacia innovativa, dotata di automatizzazione e capace di offrire tutti i servizi di una farmacia del 2021. Si respira un’aria di modernità sapiente, simbolo di un mestiere, quello del farmacista, che ha una lunga storia ma sa rinnovarsi senza cancellare il passato. E le dottoresse Musolino ce ne danno conferma. Dottoresse, avevate già un’idea precisa quando avete deciso di rinnovare la farmacia? Sapevamo che volevamo una farmacia in cui lavorare con comodità e offrire servizi all’avanguardia. Quindi volevamo una farmacia con un layout funzionale e fornita della tecnologia adatta a facilitare il nostro lavoro. Ma allo stesso tempo, amavamo i mobili d’antiquariato che avevamo in farmacia, per cui l’idea era di avere una farmacia innovativa, ma in cui quei mobili potevano restare senza apparire fuori contesto. Cosa ha influito nella scelta di mantenere parte dei mobili preesistenti? La manifattura dei mobili era semplicemente incredibile, abbiamo avuto come la sensazione che fossero opere d’arte da preservare. Volevamo che la farmacia mantenesse la sua identità e fosse ancora in grado di raccontare la sua storia dopo la ristrutturazione.
Perché avete pensato che Fastpharma fosse l’azienda giusta per questo lavoro? Siamo già stati clienti di Fastpharma e abbiamo visto ottimi risultati. Conoscevamo la cura che riservono per i dettagli e la passione che mettono in quello che fanno. Inoltre, sapevamo cha avevano già avuto a che fare con farmacie storiche riuscendo ad armonizzare antico e moderno in maniera sorprendente. Anche la tempistica era un fattore importante, volevamo che la farmacia fosse operativa al più presto possibile, e sappiamo che Fastpharma ha delle tempistiche imbattibili. Perciò abbiamo pensato che fossero le persone giuste per questo lavoro e potessero comprendere a pieno quello che avevamo in mente per la nostra farmacia e realizzarlo. Nuovo COLLEGAMENTO
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DALLE AZIENDE Siete soddisfatte del risultato? Assolutamente. La farmacia ha la classe che ci attendavamo: l’eleganza del legno sposata appieno con la sobrietà dello stile di Fastpharma. Hanno fatto un lavoro straordinario soprattutto con il banco, inserendo elementi decorativi del banco d’antiquariato su uno nuovo fatto su misura: meraviglioso! In generale si respira un clima caldo e accogliente, e soprattutto si lavora bene con gli spazi ottimizzati al massimo. La Farmacia San Pietro è una farmacia storica, un punto di riferimento per il quartiere. Qual è stata la risposta della clientela al nuovo design della farmacia? La risposta è stata delle migliori. I clienti non si aspettavano che la farmacia potesse sembrare così nuova e familiare allo stesso tempo. La risposta sembra buona anche in termini di ritorno economico, per lo meno in questi primi mesi. Consigliereste quindi Fastpharma ai vostri colleghi? Sì. La raccomandiamo per la serietà e la disponibilità dei loro tecnici, ma soprattutto per la loro capacità di captare la tua idea e di realizzarla nel più breve tempo possibile. Per noi sono una garanzia.
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CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite
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SOLUZIONE DI TIOCONAZOLO Vorrei conoscere la formulazione dettagliata del preparato galenico in soluzione a base di tioconazolo presente nella Farmacopea britannica, visto che è indicata solo la monografia. La Farmacopea Britannica (BP), attualmente in uso nella Repubblica di Irlanda, facente parte della Unione Europea, nella monografia del Tioconazolo soluzione prevede che la stessa sia una formula "aperta". In questo caso la responsabilità della formulazione è demandata al farmacista. Una formula (ripresa poi dalla formulazione del medicinale industriale dotato di AIC) è questa: Tioconazolo grammi 28 Acido undecilenico grammi 22 Acetato di Etile grammi 50 Allestimento: solubilizzare il tioconazolo e l'acido undecilenico nell'acetato di etile. Data limite di utilizzazione: max 6 mesi dalla data di preparazione. Prof.ri Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano TAMPONI A PREZZI RIDOTTI Ad oggi, sembra ormai appurato che il compenso per il tampone (15 euro) è un prezzo massimo. Allo stato attuale e alla luce del provvedimento in vigore dal 15 ottobre riguardante i lavoratori, vorrei sapere se il compenso in oggetto è modificabile (in riduzione) per diverse categorie di utenti. In particolare, vorrei sapere se è possibile riservare convenzioni a prezzi inferiori esclusivamente ad determinate categorie di lavoratori (insegnanti, polizia, ecc.), lasciando per il resto della clientela il prezzo di 15 euro. Sempre nella stessa ottica, è possibile prevedere, sopratutto per le aziende, una riduzione in base al numero di tamponi effettuati? Sul tema si è aperto nei giorni scorsi un ampio dibattito all'esito del quale FOFI ha rappresentato che il prezzo "calmierato" deve essere considerato un prezzo massimo. Di conseguenza ove il farmacista volesse applicare prezzi inferiori potrà farlo senza l'obbligo che detta diminuzione di prezzo sia limitata a particolari categorie e/o a "pacchetti". Ovviamente, come recita la circolare FOFI, andrà garantita la sicurezza del paziente per le modalità e gli strumenti usati nell'effettuazione dei tamponi. Avv. Paolo Leopardi
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DIMISSIONI E GIUSTA CAUSA Sono assunta a tempo indeterminato e vorrei rassegnare le dimissioni. Avrei bisogno di chiarire alcuni aspetti: - Il preavviso mi pare sia di tre mesi. Se diminuisco unilateralmente tale periodo, incorro in penali? Di quali entità? - Le dimissioni vanno date telematicamente. Mi hanno detto che va inserita la data di termine del contratto di lavoro. Come si fa a inserire tale data senza averla prima concordata col titolare? Inoltre, essendo in arretrato con in pagamenti dello stipendio, vorrei sapere se questo può rappresentarsi come una "giusta causa" per le dimissioni e se questo può ridurre i tempi del preavviso? In un contratto di lavoro a tempo indeterminato, il lavoratore può dimettersi in ogni momento senza dover indicare alcuna motivazione posta alla base del recesso. Le dimissioni del lavoratore sono, quindi, un atto libero e volontario che, tuttavia, può determinare un disagio organizzativo per il datore di lavoro. Proprio per questo, la legge prevede che il lavoratore, nell’esercizio della facoltà di recesso, debba rispettare il periodo di preavviso di dimissioni previsto dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro. La possibilità di dimettersi in tronco è possibile solo in caso di dimissioni per giusta causa. La giusta causa è rappresentata da un gravissimo inadempimento del datore di lavoro, rispetto agli obblighi che gli derivano dalla legge, dal contratto collettivo e del contratto individuale di lavoro, che rende non più proseguibile il rapporto lavorativo per il lavoratore nemmeno per un momento. In caso di dimissioni per giusta causa, si realizza una finzione giuridica in base alla quale il lavoratore matura gli stessi diritti che avrebbe in caso di licenziamento da parte del datore di lavoro. Ne consegue che il lavoratore può dimettersi in tronco, con effetto immediato, senza dover rispettare il periodo di preavviso previsto dal contratto collettivo. Inoltre, il lavoratore ha diritto al pagamento, da parte del datore di lavoro, dell’indennità sostitutiva del preavviso proprio come se fosse stato licenziato. Il lavoratore avrà, inoltre, accesso alla Naspi se ne ricorrono i presupposti previsti dalla legge. Solitamente, tuttavia, quando il lavoratore si dimette per giusta causa, il datore di lavoro contesta la presenza di una giusta causa di dimissioni e procede a trattenere dalle spettanze finali l’indennità di
mancato preavviso. A questo punto, al lavoratore non resta altro che avviare un’azione giudiziaria nei confronti del datore di lavoro presentando ricorso al giudice del lavoro per accertare la sussistenza di una giusta causa di dimissioni. Una delle più frequenti fattispecie che determinano la decisione del lavoratore di dimettersi per giusta causa è il mancato pagamento della retribuzione mensile. La corresponsione dello stipendio costituisce, senza dubbio, una delle principali obbligazioni del datore di lavoro. Possono esserci, per diversi motivi, dei fisiologici ritardi nel versamento dello stipendio e, alla luce dei principi di correttezza e buona fede, tali lievi inadempienze possono essere considerate accettabili. Tuttavia, in alcuni casi, il mancato pagamento dello stipendio si protrae per un lasso di tempo non più sostenibile e il lavoratore decide di dimettersi per giusta causa. La giurisprudenza costante ritiene che il mancato pagamento della retribuzione costituisca giusta causa di dimissioni. Con riferimento al numero di stipendi non pagati, la giurisprudenza parla di reiterato mancato pagamento dello stipendio. Se ne deve dunque dedurre che un ritardo lieve non può costituire giusta causa di dimissioni. Tale principio è stato espresso anche di recente dalla Cassazione secondo la quale, in caso di una breve inadempienza del datore di lavoro nel pagamento della retribuzione, il lavoratore non può invocare la giusta causa di dimissioni in quanto tale comportamento sarebbe contrario ai principi di correttezza e buona fede. Ovviamente, il consiglio è di consultare il proprio consulente del lavoro e/o un CAF per tutti gli adempimenti. Avv. Paolo Leopardi REALIZZAZIONE DI SPAZI PER LE VACCINAZIONI
Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, i soci interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, così da permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea. Nuovo COLLEGAMENTO
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