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NATA PER IL BASKET

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SOCIAL NO STOP

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PRIMO PIANO di Francesco Velluzzi

IL DESTINO L’HA SEMPRE INDIRIZZATA VERSO IL BASKET. A COMINCIARE DALLAFAMIGLIA. MAMMA ANNA, ZIA MORENA, LA SORELLA ELISA. TUTTO È SEMPRE RUOTATO ATTORNO ALLA PALLACANESTRO PER SOFIA VESPIGNANI, PLAYMAKER DI LIVELLO E FARO DELL’ECODENT ALPO

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Lsaga continua. Mamma Anna e zia Morena possono star tranquille. A casa Vespignani, a Faenza, il basket continua a essere una fede. Anna Trerè, sposata Vespignani, la mamma di Sofia (24 anni) ed Elisa (quasi 18) è stata fortunata: sue figlie giocano entrambe. Sofia, la più grande, le ha dato anche tante soddisfazioni con la maglia azzurra. Quelle delle giovanili le ha vestite tutte, dall’Under 16 in poi, quando Giovanni Lucchesi, che la allenò a Cervia nella prima esperienza fuori casa, la lanciò in A2. Sofia aveva lasciato la sua Faenza per inseguire un sogno che per chi è cresciuto con mamma e zia (Morena ha avuto una carriera migliore con la maglia di Faenza) sul parquet quando quella squadra giocava con il marchio Omsa, che gambe (sponsorizzazione lunghissima e storica) non poteva che essere quello. “Ci sono nata dentro, non poteva essere altrimenti, a sette anni già giocavo e stessa cosa fa mia sorella che adesso è a Rimini allenata dall’ex giocatore Pierfilippo Rossi, ogni tanto giochiamo insieme al campetto, ma poi finiamo per litigare”, racconta Sofia, 168 centimetri, playmaker e faro dell’Ecodent Alpo, il club in cui gioca da quattro anni e col quale continua a inseguire il sogno della promozione in A1.

CARRIERA

Sofia è cresciuta da bambina col pallone da basket in mano. Logico. Una famiglia di sportivi perché papà, tifoso romanista, ha giocato a calcio in campionati minori. Sofia è nata il 4 marzo del 1996. Stesso giorno di Lucio Dalla che per una ragazza di questa età, che oggi è attratta da altre melodie (trap, soprattutto), suona come qualcosa di totalmente fuori moda. “E invece una sera a Bologna assistetti a un concerto per lui, con tutti gli artisti che cantavano le sue canzoni e lì ho cominciato a comprenderne il valore. Credo che “Anna e Marco” sia un capolavoro”. Sofia, che tutti chiamano Sossi, ha capito da piccola che il basket era il suo futuro. Dai camp estivi di Cesenatico, gli Eurocamp di Stefano Pillastrini, è passata al campo di Cervia che unisce le due cose... “A Giovanni Lucchesi devo molto. Mi ha fatto esordire in A2. Da quella esperienza sono entrata nella Nazionale Under 16. Ne ho fatte di partite in azzurro con Cecilia Zandalasini, forte davvero. In due europei è stata premiata come Mvp. Ho vinto le medaglie, lei sapeva sempre risolvere le situazioni". Sossi da Cervia è rimasta in zona, ma dalla sua Romagna si è spostata in Emilia. Bologna, Libertas. Lì ha continuato a crescere. "Ho vinto uno scudetto Under 17". Da lì è tornata a casa, giocando a Castel San Pietro. Ha fatto ancora la A2, ha vinto un altro scudetto, stavolta Under 19. Poi ha provato il grande salto: Vigarano.

Ecco la A1. La sua, finora, unica esperienza nel massimo campionato. Formativa, ma forse non esaltante. Perché Vespignani era forte, ma giovane. E in un campionato dove tutto è determinato dall’utilizzo e dal rendimento delle straniere una giovanissima italiana di 19 anni non può incidere più di tanto. I tempi di Gilli, Natali e Nativi dovevano ancora arrivare. Però Sossi si è tolta un’altra soddisfazione a livello giovanile, lo scudetto Under 20, con la maglia di Battipaglia con la quale giocava in doppio tesseramento perché Vigarano non aveva la squadra giovanile. A Battipaglia Vespignani non è mai andata, ma l’ha aiutata a vincere quello scudettino.

A CERVIA HA ESORDITO IN A2 SOTTO LA GUIDA DI GIOVANNI LUCCHESI. IN AZZURRO HA CONQUISTATO DUE ARGENTI EUROPEI, U16 E U20.

Lei che nelle nazionali giovanili, allenata da Riccardi, Riga e Nani, era un elemento fisso e anche fondamentale e prezioso.

ALPO

Da Vigarano Sofia è uscita più forte in tutto. E per la prima volta ha deciso di varcare i confini dell’Emilia trasferendosi in Veneto, a Villafranca-Dossobuono-Verona, ovvero l’Alpo, una società formato famiglia (il presidente è Renzo Soave, l’allenatore è suo figlio Nicola) dalla quale questa playmaker assolutamente efficace non andrebbe forse mai via. “È il mio quarto anno con Alpo. Devo ammettere che ci sto benissimo. È una seconda famiglia, una società in cui non ti manca nulla. Mi sono trovata subito a mio agio e oggi mi trovo ancora meglio. Con le compagne il rapporto è ottimo. Abbiamo sfiorato due volte la promozione. Nello scorso torneo abbiamo perso la finale con Bologna. Una partita che stavamo dominando e che meritavamo di vincere (con un vantaggio di 19 punti... ndr). Quello è un colpo al cuore dal quale non è stato facile riprendersi. Ma andiamo avanti. In questo campionato, che ovviamente non sappiamo se e quando riprenderemo, siamo al terzo posto. Davanti c’è Moncalieri che sembra abbia qualcosa in più, poi c’è Crema. Dobbiamo recuperare molte partite, siamo ferme dall’8 di febbraio. Pazzesco eh. Però ci proveremo ancora. La squadra è buona. La voglia di ottenere un gran risultato pure”. Vespignani ha fatto questa scelta. Meglio protagonista in A2 che comprimaria in A1. È un po’ la sua filosofia di vita. “A me piace tanto giocare, stare sul campo, incidere, avere responsabilità. Forse in A1 questo non succederebbe. Anche se non è detto che un giorno non faccia questo salto. Le richieste ci sono state. Chiaro, giocare da protagonista provando a vincere qualcosa è la cosa che mi attira assolutamente di più”.

VITA

A Dossobuono Sossi divide l’appartamento con Veronica Dell’Olio (pivot) e Marta Granzotto (guardia), entrambe più grandi di lei. “Diciamo che la propria camera diventa la tua casa, io mi sono anche portata anche una tv da casa da Faenza. Ma noi tre andiamo molto d’accordo. Ognuna si cucina le sue cose, anche in base agli orari. Tutte e tre lavoriamo. Marta a Venezia (la sua città) impegnata in un’azienda, Veronica è pure lei impiegata. Al mattino si lavora. Oltre a giocare a basket. Io sono più immersa nel basket perché alleno i bambini del minibasket e adoro i bambini. Poi faccio un progetto con dei bimbi delle prime elementari il mercoledì. Ogni settimana ci si cimenta in uno sport diverso. Mi piace. Ma poi la sera, dopo il nostro allenamento, ci si ritrova in casa e stiamo bene. È quasi una vita da studentesse. Così, in tre nello stesso appartamento”. Sossi coltiva anche la passione per la cucina. “Sono romagnola, ai cappelletti ripieni di formaggio difficilmente so resistere. Me li faccio in casa. Amo tagliatelle e cappelletti. Anche la piada anche se a casa mia non viene usata come sostitutivo del pane come in tante famiglie in Romagna”. Sofia è laureata in Scienze Motorie, ed è iscritta (via telematica a Roma) a Scienze della Nutrizione. “Il primo anno, ma vado avanti, anzi in questo periodo di sosta forzata avevo degli esami e avevo lasciato parte degli appunti in Veneto. Sono tornata a casa e mia mamma un po’ mi vizia in cucina. Per fortuna io non ingrasso. Un grande vantaggio. Lavoro col programma che ci ha dato la società, un lavoro aerobico. Di più non posso fare. La cyclette in casa non ce l’ho”. E, a differenza dei calciatori, alle cestiste di A2 la società non le recapita a casa...

Passerà anche per loro questo periodo terribile. Anche perché non vedono l’ora di ritrovarsi. “Con Veronica qualche volta usciamo la sera. A me piace mettermi elegante, usare vestiti e tacchi. Per le scarpe ho un debole. E siccome lei ha 15 centimetri in più di me, i tacchi devo portarli... Io ho un piede piccolo, un 36-37. Mi piacciono anche profumi e trucchi”. Insomma, tanta femminilità, anche se adesso il simbolo di Alpo è single. È finita una storia durata due anni e mezzo. Ma l’amore resta qualcosa in cui credere sempre. “Mi rendo conto che è molto molto difficile vivere una relazione a distanza. E, per di più, con la vita che facciamo noi. Palestra, allenamenti, partite, trasferte. Ma credo nell’amore”.

SOFIA VIVE IN CASA CON LE COMPAGNE DI SQUADRA, VERONICA DELL’OLIO E MARTA GRANZOTTO. DA BUONA ROMAGNOLA, SOSSI AMA PREPARARE IN CASA I CAPPELLETTI RIPIENI DI FORMAGGIO.

BASKET

Sossi ama la pallacanestro, senza fanatismi ed eccessi. Preferisce le cose concrete alle manie di tutti. “Non sono una fanatica dell’Nba, non la guardo quasi mai. Ma mi piace molto il campionato di A2 maschile. Vivendo attaccata a Verona, quando posso vado a vedere la Tezenis”. Non ha idoli di oggi. “Ho sempre ammirato particolarmente la playmaker Adriana (Moisés Pinto ndr) che giocò a Faenza. Lei è la giocatrice che più mi è piaciuta. Io, come idea di base, adoro il gioco di squadra, quello che porta la compagna che è nella condizione migliore ad avere un tiro pulito, facile. E, ovviamente, essendo un playmaker, gioisco tantissimo per un assist”.

Se Sossi deve scegliere un giocatore che la colpisce in particolar modo dice “Daniel Hackett. Lui sì, ha un modo di giocare che mi piace davvero tantissimo”. Sembra una che va controcorrente, non è standardizzata, né stereotipata. Diversa e mai banale. “Nel calcio tifo Roma perché mio papà mi ha portato a vederla. Mi ha portato anche al loro ritiro. Lui è sempre stato un sostenitore giallorosso. E io ho imparato ad apprezzare il valore di un campione come Francesco Totti. Un grandissimo. Quando capita qualche partita di calcio in televisione la guardo. E se c’è la Roma a Verona, magari vado pure”. Con i soldi che guadagna, meno decisamente di quelli dei calciatori... Sossi sceglie i viaggi. “Quello in Puglia con le amiche di Faenza, quelle storiche della scuola, resta un viaggio indimenticabile. Come quello in Grecia o anche la vacanza in Croazia. Col mio ex moroso sono stata in Sardegna a La Maddalena. Bellissimo, mare straordinario”. Ma da buona romagnola, se le chiedi se preferisce, nell’ambito del divertimento puro, Formentera o Milano Marittima, Sossi non ha alcun dubbio: “Milano Marittima tutta la vita... Sono romagnola e a me Milano Marittima piace davvero tantissimo”.

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