5 minute read

SAD MADNESS

ALTRI MONDI di Eduardo Lubrano

L’ESPLOSIONE DI COVID-19 HA TRAVOLTO ANCHE IL CAMPIONATO UNIVERSITARIOUSA, CHE SI PREPARAVA AL SUO MOMENTO PIÙ ATTESO: IL TORNEO NCAA,LA “MARCH MADNESS”. TUTTO CANCELLATO E FUTURO INCERTO. ECCO LATESTIMONIANZA DIRETTA DELLE NOSTRE SANTUCCI, GIANOLLA E PAN

Advertisement

“È stata davvero dura per me stare qui senza la mia famiglia. Penso davvero di avere delle compagne di squadra fantastiche che sono rimaste con me ed hanno deciso che non gli importava chi non voleva la mia famiglia qui o che tipo di virus fosse: loro erano ancora accanto a me”.

Parole amare quelle di Mariella Santucci, una delle nostre tre giocatrici classe ’97 (Francesca Pan e Carlotta Gianolla le altre due) che stavano giocando l’ultimo anno nella NCAA. Per la Senior Night – la serata dedicata agli atleti in uscita dagli atenei americani – la sua famiglia era arrivata a Chicago per poi recarsi alla Savage Arena dove le Toledo Rockets (la squadra del college dell’Ohio di Mariella) lo scorso 6 marzo hanno giocato con Northern Illinois: 20 punti per la guardia italiana anche se hanno vinto le avversarie. Ma i primi divieti scattati negli Stati Uniti, nei giorni in cui l’emergenza-coronavirus era già scoppiata nel nostro Paese e non ancora nel loro, hanno impedito che i familiari di Mariella fossero alla partita. Non solo non hanno potuto vedere la figlia giocare ma non l’hanno nemmeno potuta salutare direttamente: ”Mi sono stati fatti mille problemi, compreso il rischio di una squalifica se fossi stata contagiata ed a mia volta avessi passato il virus. Per fortuna, loro due giorni dopo sono riusciti a prendere un aereo e sono a casa”.

“È molto amaro stare qui adesso. Sto cercando di rientrare in Italia appena possibile ma è dura perché qui la situazione peggiora di giorno in giorno, ci sono pochi voli e partono tutti da New York. Le mie giornate sono cambiate radicalmente, dal pienissimo allo stare in casa dovendo riorganizzarsi tutto. Nella difficoltà sto cercando di affrontare la situazione e di sfruttare questo stop per dedicarmi a me stessa, a rilassare la mente ed il corpo. Così studio, leggo, dipingo, sto su internet e guardo film su Netflix come tante persone. Mi alleno in casa per tenermi comunque in forma. Mi mancano il basket, le mie compagne, gli allenamenti e tra poco credo che avrò voglia di rivedere le mie partite di questi anni. Toledo è una città piccola, di periferia, dove c’è poca gente e non c’è un vero centro. La situazione è che si può uscire per una passeggiata nel parco a distanza, ovviamente per la spesa. Ma c’è il servizio di delivery e quello per cui la ordini e te la vai a prendere. Io cerco di uscire il meno possibile ma una passeggiata ogni tanto…”.

FRANCESCA PAN AL QUARTO E ULTIMO ANNO IN MAGLIA GEORGIA TECH FINISCE IN ANTICIPO LA SUA CARRIERA UNIVERSITARIA A CAUSA DI COVID19.

La questione della laurea, in International business con minor in marketing? “Ci hanno detto a dicembre ma penso che sia per quelli del semestre precedente al mio quindi… Intanto studio online e cerco di prepararmi lo stesso. Gli scenari sono tanti: dalla possibilità di laurearsi l’anno prossimo a quella di essere laureate senza la celebrazione, fino a quella della cancellazione”.

L’NCAA ha chiuso i giochi, in tutti i sensi, qualche giorno dopo quel 6 marzo. Carlotta Gianolla che ha giocato una stagione davvero ottima era già fuori dal campionato con la sua Kennesaw State University, ateneo della Georgia. “Noi abbiamo perso ai quarti di finale del torneo di Conference una settimana esatta prima che scoppiasse l’epidemia. Nel giro di una settimana, l’Università ha chiuso il 12 marzo, sono passata dalla vita di una studentessa che il 5 maggio avrebbe dovuto laurearsi (in Psicologia ndr) a quella di una ragazza senza nulla da fare. All’inizio in America hanno sottovalutato la questione ma io sapevo tutto dalla mia famiglia e mi chiedevo come gli americani fossero così indietro. Poi ho capito che era lo stesso momento vissuto in Italia a gennaio. Un po’ alla volta ho visto il campus svuotarsi mentre io e le mie compagne eravamo nel dormitorio. Subito dopo ho cominciato ad organizzarmi il viaggio di ritorno che è stata un’odissea: ci ho messo tre giorni tra ritardi e cancellazioni dei voli”.

“Volevo continuare ad allenarmi da sola – continua Gianolla - in particolare per lavorare sulle mie carenze, diciamo così, in modo da tornare a giocare in Italia ed essere pronta il prima possibile dopo la laurea ed invece mi sono trovata a dover liberare la mia stanza piena di cose di quattro anni di vita, a non allenarmi più 4 ore al giorno per 6 giorni la settimana ed a cercare di capire che cosa sarebbe successo con la laurea mentre studiavo solo online. Poi ho ricevuto un’email dall’Università nella quale ci comunicavano che le discussioni delle tesi erano state rinviate a data da destinarsi. Così… da giornate piene al solo studiare. Però la mia fortuna è stata quella di aver avuto l’opportunità di rientrare a casa dalla mia famiglia invece di finire in un letto di ospedale”.

MARIELLA SANTUCCI ANCHE PER LA EX MAGIKA FINE ANTICIPATA DELL’ESPERIENZA AL COLLEGE. PER LEI QUATTRO STAGIONI CON TOLEDO UNIVERSITY.

“La cosa che mi amareggia molto è quella della laurea perché era il mio sogno quello di finire l’università in America. Spero di avere la possibilità di tornare lì per la celebrazione”, conclude Carlotta.

Neanche a dirlo, Francesca Pan, autrice di una stagione favolosa con Georgia Tech University (8 volte sopra i 20 punti; con lei in squadra anche l’azzurra classe ’99 Lorela Cubaj), si trova nella stessa situazione. Ultima partita giocata, i quarti di finale della ACC Conference: sconfitta contro North Carolina State. Era il 6 marzo. Poi…”Poi è cambiato tutto nel giro di pochissimo. Dalla vita frenetica al nulla, al silenzio più totale o quasi. Il colpo è forte anche perché dall’Italia sapevamo cosa stava arrivando ma fino alla chiusura ufficiale dell’NCAA si è sperato non fosse così devastante. Il dispiacere è tanto ma in questi momenti credo sia importante collaborare tutti e fare le cose giuste per la comunità”.

Aggiunge Francesca: “La vita senza basket devo dire che è noiosa. Sono abituata ad avere le giornate piene ed essere sempre in giro, da scuola, ad allenamento, studio ecc. Ora che è tutto fermo non so che fare. Sono letteralmente chiusa in casa tutto il giorno. Ovviamente il basket mi manca. Non potendo uscire di casa è da 2-3 settimane che non tocco palla, e per atleti, amanti dello sport come noi, non è facile. Però senza dubbio la salute è al primo posto, quindi bisogna rispettare ciò che il governo ci chiede di fare. Io comunque sono fiduciosa che il basket, come tutto il resto, tornerà presto. Alcuni giorni fa sono riprese le lezioni online, quindi alla mattina seguo le lezioni, poi pranzo, guardo la tv, faccio i compiti e studio, gioco alla PlayStation e adesso piano piano sto riprendendo a fare 5 workouts a settimana di circa 1 ora. Ovviamente quello che posso, quindi non avendo accesso a nessuna palestra con pesi e tapis roulant, purtroppo non corro e faccio solo body weight (più faticoso di quanto sembri). Comunque cerco di tenermi in movimento.”

This article is from: