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CREMA 4-EVER

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SERIAL WINNER

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INSIDE A2 - DI MANUEL BECK

L’EPOPEA CREMASCA IN COPPA ITALIA DI A2 SCRIVE UN NUOVO CAPITOLO,IL QUARTO DI FILA, NELLA FINAL EIGHT DI BRESCIA. IN FINALE BATTUTA UDINE.SOLITO GRANDE EQUILIBRIO: TRA QUARTI E SEMIFINALI, 5 PARTITE SU 6 SI SONORISOLTE NELL’ULTIMO MINUTO. MA ALLA FINE... VINCE SEMPRE LA STESSA

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Una per la gloria; due per la storia; tre per la leggenda; quattro per l’eternità. È sempre Crema la regina della Coppa Italia di A2. Cambiano i luoghi, le avversarie, in parte anche le giocatrici del presidente Manclossi, ma la scena finale è identica: capitan Caccialanza che alza al cielo il trofeo. In questa stagione – bizzarrie dell’epoca Covid-19 – è successo addirittura due volte. Quella di settembre a Moncalieri era stata l’edizione della rinascita, dopo i 6 mesi e mezzo senza basket; c’era il pubblico, c’era un’atmosfera di festa. Questa di marzo a Brescia potremmo invece definirla l’edizione della resistenza.

La città entrata in emergenza-Covid-19 proprio a ridosso dell’evento; i contagi che hanno colpito varie squadre (ma a differenza della Coppa di A1, con la defezione del Geas, qui le assenze si sono limitate a singoli elementi); le porte chiuse agli spettatori. Ciò nonostante, il successo organizzativo c’è stato. Soprattutto, il virus non ha potuto intaccare l’essenza di questa competizione: lo spettacolo di 8 squadre in lotta selvaggia e imprevedibile. Quando 5 partite su 6, fra quarti e semifinali, si decidono nell’ultimo minuto, se non all’ultimo tiro (curiosamente con lo stesso copione: fuga di una squadra, rimonta dell’altra ma sorpasso fallito), la sensazione è che se si giocasse 8 volte si avrebbero 8 vincitrici diverse.

Alla fine però nell’albo d’oro c’è sempre lo stesso nome e non può essere né caso né fortuna: la sorte può aiutare una volta o due, ma qui parliamo di 12 partite vinte su 12 giocate in 4 edizioni, contro il meglio della categoria. Un’impresa ai limiti dell’impossibile; Crema l’ha resa realtà. Tanto di cappello. Anche perché stavolta la squadra di Stibiel era senza la miglior giocatrice delle ultime due edizioni, Melchiori, infortunata una settimana prima. A Brescia il premio di MVP è andato ad Alice Nori, straordinaria per energia e produttività (oltre 18 punti e 9 rimbalzi di media); nel quintetto ideale della finale anche Giulia Gatti, Pappalardo, Peresson e Blasigh. Premio di miglior giovane a Silvia Nativi.

Coppa Italia // I capolavori di Crema, i meriti di Udine, la tenacia di Faenza, gli sprazzi di qualità di Valdarno. Le rimonte sfiorate nei quarti da Brescia, Umbertide e Castelnuovo. Solo Moncalieri senza luce

FINALISTE

Crema - Attorno all’asse portante Nori-Gatti ha trovato ogni sera almeno una protagonista in più: contro Brescia (71-66), Capoferri (19 punti) e il neo-acquisto Dobrowolska (suo il canestro più importante nell’ultimo minuto); in semifinale contro Valdarno, Pappalardo e Caccialanza (62-61); in finale di nuovo Pappalardo (15 punti in aggiunta ai 24 di Nori e ai 17 di Gatti) e una Rizzi tuttofare (7 rimbalzi e 6 assist). Ma al di là delle singole, è la mentalità vincente del gruppo a trovare sempre la via per arrivare in fondo. Ennesima conferma in finale: dopo aver assorbito due break di Udine senza scomporsi, Crema ha piazzato il parziale-killer di 19-0 sul finire del 3° quarto; e da lì non c’è stata più partita (73-60).

Udine - Alla prima esperienza in Coppa, il 2° posto vale un voto alto. Ha dimostrato non solo qualità ma anche attitudine alla battaglia, domando in volata due avversarie come Umbertide (67-66) e Faenza (58-53); in entrambi i casi dopo essersi fatta rimontare vantaggi in doppia cifra. Contro le romagnole, cruciali due liberi di Sturma. Splendida leader Peresson nelle due vittorie (18 punti e 9 rimbalzi nei quarti, 26 punti in semi, compreso un assist dietro la schiena per Da Pozzo, miglior giocata della Final Eight), ma Crema ha saputo imbrigliarla (7 punti con 2/12): e non brillando lei, e neppure Cvijanovic, non potevano bastare le giovani Blasigh (13) e Turel (10), né la profondità di rotazioni che resta comunque un “asset” in chiave-playoff.

SEMIFINALISTE

Faenza - Azzoppata dal Covid-19 (out 3 giocatrici e coach Sguaizer: timone a Cristina Bassi), ha fatto ben più del suo dovere, sfiorando la finale. Dominio su Moncalieri nei quarti (66-52 con 18 di Ballardini e 16 di Morsiani), sconfitta onorevole con Udine in “semi”, col rimpianto di un inizio a handicap (15 punti nei primi 18’). Nonostante l’organico all’osso, ha trovato le energie per risalire; ma un contropiede fallito da Franceschelli e la tripla del pareggio fuori bersaglio per Ballardini hanno lasciato incompiuta l’opera (Morsiani 20). In prospettiva-playoff resta, a oggi, la numero 1 al Sud.

S.G. Valdarno - Ha confermato di saper mettere chiunque spalle al muro nei suoi momenti migliori, col difetto però della discontinuità (peraltro comune a tutte, in questa Final Eight). Due sfide finite all’ultimo tiro: una vissuta da lepre (+18 su Castelnuovo a inizio 2° quarto; poi brividi finali, 64-63), l’altra da cacciatrice (di Crema). Nei quarti, dove ha ritrovato Bona, protagonista Nativi (17 punti con 30 di valutazione); in semifinale notevole la rimonta con una serie di canestri dalla media (Trehub 15 + 10 rimbalzi; Nativi 13 + 6 assist). Fosse entrato l’ultimo tiro di Miccio, eseguito da appena dentro l’area, staremmo forse raccontando del primo trionfo della Bruschi.

USCITE NEI QUARTI

Brescia - Ha avuto in sorte l’accoppiamento con Crema, ma ha provato fino in fondo a durare più di una sera sul parquet di casa. C’è andata vicino con una rimonta negli ultimi 5 minuti, iniziata da -12 con una tripla di Zanardi (16 punti e 8 rimbalzi) e alimentata da un’intelligente ricerca di Turmel dentro l’area (15+13 con 29 di valutazione), ricavandone 3 canestri di fila. Rainis ha sbagliato il contropiede del sorpasso a -50”; una palla persa sul -3 ha poi segnato la resa. Le rimane la conferma di essere al livello delle migliori: e per una debuttante nella categoria è già un grande successo.

Umbertide - Senza la leader Giudice, conferma di saper mascherare i propri limiti con una mentalità guerriera. Ha sfiorato l’impresa in rimonta su Udine, dopo essere stata anche a -15 verso la fine del 3° quarto. Ha compensato l’imprecisione al tiro da fuori (5/27 da 3) con l’intensità a rimbalzo (19 offensivi contro 6 per le friulane), in particolare di Baldi e De Cassan (15+13 e 12+14). Mettendo sul piatto anche i 17 punti di Kotnis e gli 11 di Stroscio, ha riaperto più volte la partita, finché Pompei, sul -1, ha mancato il canestro della vittoria su una penetrazione allo scadere.

Castelnuovo - Ha subìto la supremazia di Valdarno per 3 quarti e mezzo, salvo poi dar vita a una fiammata finale che dal meno 18 è andata vicina a ribaltare tutto. Sottotono le esterne, tranne Bonvecchio (mentre Madonna si è sbloccata alla distanza, finendo con 14 punti ma 5/17, compresa la tripla del supplementare finita sul ferro); meglio la coppia di torri Podrug (11+15 rimbalzi)-Valentina Gatti (16) ma non sempre ben rifornite. Il rimpianto è aver giocato “da Castelnuovo” solo negli ultimi 5 minuti.

Moncalieri - Veniva da un ottimo periodo in campionato, ma a Brescia è stata la peggiore delle otto. Contro Faenza ha litigato col canestro per un quarto e mezzo (13 punti in 15’), sprofondando a -17; qualcosa di meglio ha poi fatto, almeno con Katshitshi sotto canestro (14 + 11 rimbalzi) e in parte Cordola, ma la mano delle esterne è rimasta ghiacciata (1/14 da 3 di squadra; 5/32 dal campo fra Berrad, Domizi e Penz), così la partita non si è mai riaperta. Peccato ma nulla cambia per le ambizioni in campionato.

Campionato // Al Nord è ancora duello Crema-Udine, con Moncalieri prima alternativa. San Martino vicina alla retrocessione. Al Sud è Faenza-Brescia per il vertice; gran bagarre dal 3° al 6° posto; Firenze insegue Patti per l’ottavo. Mercato ancora vivace

GIRONE NORD - Dopo la sfida in finale di Coppa, sarà ancora tra Crema e Udine la lotta per il vertice, con possibilità d’inserimento per Moncalieri (che mentre scriviamo, il 26 marzo, ha 4 punti meno delle friulane ma 2 partite da recuperare). La Parking Graf ha dimostrato di non sentirsi stanca né appagata dopo il poker in Coppa, battendo il Bc Bolzano. Così come, prima della kermesse di Brescia, aveva offerto una grande reazione all’infortunio di Melchiori dominando a Milano con un primo tempo sontuoso (18-47, poi 52-80 con 21 di Nori). Contando campionato e Coppa, le vittorie di fila per Caccialanza e compagne sono 15.

Udine, invece, con Milano aveva perso in casa in volata (61-62; decisiva Novati, 18 punti e 8 rimbalzi), mentre nel dopo-Coppa ha piegato a fatica la sempre combattiva Sarcedo (53-49; Milani 17; mancava Cvijanovic). Moncalieri all’inizio del mese ha vinto con autorità a Vicenza (56-72; Cordola 16), poi è stata costretta a un percorso a ostacoli fra i rinvii. Dal 4° posto fino almeno al settimo c’è equilibrio. Castelnuovo ha vinto 3 partite di fila, tra cui quella con Vicenza (68-66; Madonna 16), e ha preso un rinforzo d’esperienza come Carolina Scibelli.

Anche Alpo viene da un buon periodo di risultati, ma ha giocato poco in marzo. Milano, già in crescita, mette sul piatto l’asso-Chiara Pastore, sperando che sia la chiave per puntare più in alto della semplice qualificazione ai playoff. Vicenza è arrivata a 3 sconfitte di fila, poi è finita ai box per Covid-19. Per l’ultimo biglietto-playoff la lotta sembra limitata a Mantova, un po’ in calo dopo un girone d’andata sorprendente (Monica 36 punti e 44 di valutazione contro S. Martino); a Sarcedo, sfortunata sia nel dover fare a meno di Pieropan (adesso rientrata, ripresentandosi con un canestro da metà campo) sia in alcuni finali in volata; e a Bolzano, che invece è in risalita, lottando stoicamente con i suoi mille guai stagionali (blocchi provinciali dello sport, infortuni). Sembrano delineate 3 delle 4 squadre che faranno i playout.

C’è una Ponzano in difficoltà: 7 sconfitte di fila spesso calando nel finale. Poi un’Albino che proprio battendo le trevigiane ha interrotto una striscia di 6 sconfitte, e ora ha sostituito Veinberga con l’ala polacca Tyszkiewicz. Infine, Carugate che prima di fermarsi per Covid-19 stava crescendo bene (sempre più solida la 2002 Colognesi), ma la cui rincorsa è partita troppo dalle retrovie per andare oltre la zona-playout. Servirà un miracolo a S. Martino, che col nuovo coach Tomei dovrà recuperare 6 punti in 4 giornate per evitare la retrocessione diretta; non vince da ormai due mesi.

GIRONE SUD - Se al Nord i recuperi in sospeso (alla data del 26 marzo) sono 7, quindi non pochi ma gestibili, quelli al Sud sono addirittura 17. Servirà un aprile a turni multipli, almeno per le squadre più “martoriate” (La Spezia, Cus Cagliari, Pall. Bolzano, e in misura minore Faenza e Umbertide). I tanti asterischi in classifica non impediscono comunque di avere ormai delle fasce abbastanza definite. Per il vertice ormai sembra questione tra Faenza e Brescia: stessi punti ma le romagnole hanno due gare in meno.

Nell’unica partita che il Covid-19 ha consentito loro di giocare (Coppa a parte), Ballardini e compagne hanno concesso appena 29 punti a Livorno, che veniva da un’impresa proprio a Brescia (63-66 con 19 di Evangelista). Le lombarde sono ripartite dopo la Coppa con un tonante 100-34 sulla Virtus Cagliari (Zanardi 28, Turmel 20) e hanno deciso di fare a meno di Beatrice Olajide. Accesissima la lotta fra il 3° e il 6° posto. Colpo di Selargius a Umbertide (40-48; Cutrupi e Ceccarelli 11); le umbre a loro volta si erano prese due punti pesanti battendo Patti (75-73) con un’entrata di Pompei allo scadere.

Nel quartetto c’è anche S.G. Valdarno, che dopo le difficoltà d’inizio febbraio ha ridato spinta alla classifica battendo più volte le cagliaritane; e intanto è andata sul mercato ingaggiando l’ala olandese Slim (per ora senza tagliare Trehub) e riprendendo Valensin da Vigarano. Subito dietro troviamo una Nico che ha perso terreno a Firenze (78-72 con 23 di Scarpato e 22 di Pochobradska) ma si è rifatta dominando Civitanova (92-68 con 29 di Ramò e 16+13 rimbalzi di Zelnyte). Anche La Spezia, avendo 5 recuperi “in canna”, può tornare in corsa per le top-4; al ritorno in campo dopo un mese e mezzo ha espugnato Livorno (54-61 con 17 di Hernandez).

In chiave-playoff, cruciale vittoria per Patti su Firenze (75-64 con un’enorme Galbiati, 35 punti e 8 assist, contro una quasi altrettanto grande Marta Rossini, 25 e 6 assist). Le toscane però non mollano, avendo battuto, oltre alla Nico, il Cus Cagliari, con Scarpato a quota 21. Appaiono ormai inevitabili i playout per Livorno, Civitanova, Cus Cagliari e Pall. Bolzano. Tra queste, è il Cus ad aver fornito più segnali di vitalità, battendo proprio marchigiane e altoatesine nei due scontri diretti disputati dopo il lunghissimo stop per Covid-19. Determinante il ritorno di Striulli (22 punti contro Civitanova, 12 contro Bolzano; tripla decisiva di Prosperi nell’overtime). Infine, la matematica non condanna ancora la Virtus Cagliari, che però non potrà limitarsi all’unico exploit ottenuto contro Civitanova (69-54 con 17 di Kowalska).

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