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MERAVIGLIA SCHIO
from PINK BASKET N.26
by Pink Basket
INSIDE A1 - DI FRANCESCO VELLUZZI
IL FAMILA VINCE ANCORA LA COPPA ITALIA, AL TERMINE DI UNA MANIFESTAZIONE CHEHA VISTO LE RAGAZZE DI VINCENT DOMINARE LA FINALE CONTRO LA REYER VENEZIA,LA GRANDE RIVALE PER LO SCUDETTO. IN UN DUELLO TUTTO VENETO, CON OUTSIDERPRONTE A INSERIRSI, LA CERTEZZA È UNA: SCHIO HA ANCORA VOGLIA DI VINCERE TUTTO
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La grande delusione che porta al trionfo. La Coppa Italia. La dodicesima in una bacheca da aggiornare in continuazione. Il dominio di una squadra incredibile e invidiabile, il Famila Schio, pilastro del basket femminile da 15 anni, da quando nel 2005 arrivò quel primo scudetto che segnò la fine della dinastia della Comense, a sua volta emersa dopo altri crolli storici di super potenze, quello della Vicenza dell’indimenticabile Antonio Concato e quelle di piccole grandi realtà come Cesena e Priolo che si erano prese la scena tra gli anni Novanta e l’avvento del Duemila, rette dalla potenza economica e dalla momentanea passione di una famiglia in Romagna affiancata da un gruppo forte di imprenditori, e dalla forza straordinaria di un uomo, Santino Coppa, che è riuscito a portare la zona delle raffinerie sul tetto d’Europa del basket. La dinastia di Schio dura ininterrottamente da 16 anni. Con un uomo al comando, Marcello Cestaro, che si avvale di uno staff che rende la città veneta, ancora sotto il cappello di Vicenza, qualcosa di unico.
Coppa - L’8 marzo scorso, non un giorno a caso, Schio si è presa la Coppa Italia. in finale contro l’Umana Reyer Venezia. Dominando. Schio veniva da una stagione cominciata male e idealizzata pensando a una grande Eurolega. Con una formula, quella dei quattro gironi in bolla, che permetteva di sognare. Confermato il tecnico Pierre Vincent e la super francese Sandrine Gruda, il Direttore Generale Paolo De Angelis in estate aveva fatto il botto: il pivot Stefanie Dolson e la talentuosa Natasha Cloud, una stella, capace di fare gioco e segnare tanto. In più, a giostrare accanto a loro l’esperienza di Jillian Harmon, veterana del nostro campionato, la forza europea di Giorgia Sottana e un pacchetto di italiane di alta qualità.
Non è andata come si prevedeva: Dolson è arrivata infortunata ed è tornata presto in patria. Cloud prima ha manifestato un problema alla caviglia, poi si è molto spaventata per la piega che stava prendendo la pandemia. E così ha voluto far rientro dalle sue parti. De Angelis non ha perso tempo e ha fatto arrivare la forte ala canadese Natalie Achonwa. Schio ha convissuto con i problemi fisici di Francesca Dotto, tormentata dalle sue anche, e ha avuto qualche caso di Covid-19. Ma da gennaio ha cominciato a girare come un perfetto orologio. Fino al ritorno della bolla di Eurolega. Aveva quattro punti da recuperare con Girona, la sua contendente al passaggio del turno. Cosa è successo? L’ha battuta di tre... “Dal 1994 sono nello sport, di partite per un punto ne ho perse e ne ho vinte, ma una delusione del genere è difficile da smaltire e da digerire", racconta De Angelis che aveva organizzato la bolla proprio a Schio con tanto di dirette tv su Sky Sport, regalando finalmente la bellezza dell'Eurolega agli appassionati.
Uno sforzo, visto che al PalaRomare di gente ne poteva entrare pochissima. Solo gli addetti ai lavori. Il Famila ha trasformato la delusione in enorme energia positiva e quando si è trattato di andare a Bologna a giocare le finali di Coppa Italia, che si chiudevano con la buona in-tuizione della Lega di far disputare la finalissima l’8 marzo, giorno della festa della donna, Schio non si è fatta trovare impreparata e come un rullo ha fatto fuori tutti. Uno, due tre. Stella.... In finale il Famila si è avventato sulla coppa senza lasciar scampo a Venezia (battuta anche in inverno in campionato) rifilandole 14 punti alla sirena conclusiva. Spettacolare Sandrine Gruda, autentica MVP, perché 22 punti con 11 su 13 al tiro da due sono qualcosa di incredibile, e fanno capire che quella sera era proprio immancabile.


Importante il contributo di Achonwa, brave tutte le orange che, nel frattempo, hanno inserito nel roster anche la belga Kim Mestdagh, che di esperienza ne ha da vendere. Quattro giocatrici del Famila sono finite nel quintetto ideale della manifestazione organizzata con il grande sostegno della Virtus Segafredo Bologna. Gruda, per forza, Mestdagh, Sottana e Andrè. Bravissime. Ma Schio ha gioito anche con il ritorno felice di Francesca Dotto che ora dovrà capire se il suo grande contributo potrà darlo anche alla Nazionale, con Jasmine Keys, diventata protagonista e amatissima pure sui social, con Valeria De Pretto che affrontava quella Reyer in cui aveva giocato gli ultimi due campionati da avversaria, con Sabrina Cinili e Martina Crippa, pilastri di una Nazionale che promette di fare bene anche all’Europeo che si è guadagnata con la nuova guida tecnica di Lino Lardo.
Schio che, ancora una volta, alza un trofeo. Stavolta senza Raffaella Masciadri in campo da protagonista, ma nella nuova veste di Team Manager e consigliere speciale per le ragazze, ruolo che ricopre con pieno merito anche in azzurro. Con percentuali di gran livello (27/50 da due) Schio è stata davvero troppo per Venezia. E dal secondo quarto non c’è stato proprio più nulla da fare. “Da gennaio questa squadra ha cominciato a produrre e ci è riuscita in un solo modo: lavorando”, spiega ancora De Angelis. “Abbiamo battuto Venezia in campionato e lo abbiamo rifatto con una prova importante in coppa Italia. Non so se sia stata la voglia di rivincita dopo la delusione dell’Eurolega, ma solo che questa squadra da gennaio ha acquisito grande consapevolezza nei propri mezzi. Ha ritrovato un perfetto equilibrio e si è allenata sempre pensando all’obiettivo”. Che a Schio è sempre lo stesso: la vittoria.
Coach - Ma gran parte del merito va attribuito anche al coach francese Pierre Vincent, arrivato nel 2017 a guidare le orange. “Parla poco e lavora molto. Fa soprattutto anche un gran lavoro individuale sulle giocatrici e questo è fondamentale. È uno che parla con i fatti” dice il direttore generale del club. Vincent, 57 anni, da Brioude, ha un curriculum di alto livello, impreziosito dall’oro europeo vinto alla guida della Nazionale francese in Lettonia nel 2009. Dopo quel trionfo, sul podio è salito altre due volte: bronzo nel 2011 e argento nel 2013. In mezzo l’argento olimpico del 2012 a Londra. Insomma niente male per l’allenatore che ha guidato anche i top club del suo paese: Orleans e Bourges.
Non era facile a Schio raccogliere l’eredità dello spagnolo Miguel Mendez, tecnico che si è fatto particolarmente amare, che è andato via forse troppo in fretta e che oggi guida la corazzata Ekaterinburg. Vincent è un francese classico, vive con la moglie a Schio, prima che la pandemia si impadronisse di noi, passava il suo tempo libero dedicandosi alla conoscenza del nostro paese. Gite, cucina, cultura. Poche chiacchiere, molti fatti, come spiegava De Angelis. Alla guida del Famila ha vinto sempre lo Scudetto, due volte di fila, perché quello della passata stagione non è stato assegnato. Ha trionfato due volte in Supercoppa e ora si è preso la seconda Coppa Italia. Una bella dote di trofei e tanti meravigliosi ricordi, finora, nel corso della sua esperienza.
Bacheca - Vincent ha fortemente contribuito ad arricchire la meravigliosa bacheca di Schio e la collezione di trofei del presidente Cestaro che può fregiarsi di 36 trionfi. Sei coppe portano la firma del pratico tecnico francese. Che si è abituato a vincere in un club che non ama perdere. Schio ha conquistato e ha messo sulla maglia la stella dei 10 Scudetti. Dal 2005 a oggi significa dominio quasi totale. Mentre sono diventate 12 le Coppe Italia e 11 le Supercoppe. Logico che De Angelis di tanto in tanto debba provvedere ad aggiungere qualche mensola in cui spiccano anche due Coppe Ronchetti e una Eurocup, l’altro trionfo europeo. Difficile, se non impossibile, arrivare al sogno proibito dell’Eurolega. “Gli squadroni che competono e giocano contro di noi arrivano ad avere anche sette straniere e rastrellano il meglio che arriva dalla Wnba.
Noi, che ne abbiamo al massimo quattro, faremo fatica a guadagnare un’altra volta le Final Eight. Dalla prossima stagione si tornerà alla formula normale con i due gironi da otto squadre, trasferte lunghe e massacranti ed entrare nel lotto delle migliori sarà sempre più complicato”, dice il DG che si gode la Coppa Italia e ora marcia deciso verso i playoff. Vincent e il Famila hanno perso un altro pezzo: Achonwa, dopo il trionfo di Bologna, ha finito la sua avventura italiana, come previsto dal suo contratto. Voleva staccare un po’ la spina perché poi l’aspetta il suo Canada per l’Olimpiade in cui lei sogna di ottenere qualcosa di grande. E poi c’è la franchigia americana, Minnesota, che la attende. Così il Famila avrà nuovamente a tempo pieno Harmon nel suo pacchetto di straniere con Gruda e Mestdagh.
Ma Jillian nel giardino di quella che è diventata casa sua riesce anche a 34 anni ad essere una forza devastante. Giocando anche da quattro. E sicuramente vorrà lasciare il segno prendendosi la scena da protagonista come fatto in semifinale di Coppa con la Virtus, con leadership e personalità da campionessa.
