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DOLCE AMARO

PRIMO PIANO di Caterina Caparello

NEL GIRO DI UN MESE GIULIA RULLI HA GIOITO PER LA PROMOZIONE IN A1 DELLASUA COSTA E HA INGOIATO IL BOCCONE AMARO DELL’ELIMINAZIONE AGLI OTTAVI NEL MONDIALE 3X3. MA ORA È GIÀ PRONTA PER TANTE NUOVE SFIDE: “VOGLIO TRASMETTERE ALLE FUTURE GENERAZIONI LA FORZA E IL CORAGGIO DI SOGNARE”

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In uno sport come il basket, il cuore delle volte non basta perché è il canestro a decretare una vittoria o una sconfitta, ed è proprio quest’ultima che può insegnare davvero qualcosa. Le donne del basket italiano, volate ad Amsterdam per la 3x3 Fiba World Cup dal 18 al 23 giugno e per mantenere la loro medaglia d’oro conquistata nel 2018, si sono fermate ai quarti contro la Francia (9-15) terminando la loro corsa iniziata, nel girone D, contro Nuova Zelanda (18-12), Ucraina (17- 15), Russia (10-18) e Indonesia (17-9).

Rae Lin D’Alie, Giulia Ciavarella, Marcella Filippi e Giulia Rulli, dirette da coach Angela Adamoli, hanno lottato per difendere il titolo cercando comunque di dare il massimo, sebbene le sconfitte lascino lo stesso l’amaro in bocca: “Sicuramente ci sentiamo cresciute perché giocando e perdendo si cresce e si impara, anche quella è la strada per migliorare – spiega l’azzurra Giulia Rulli. Ovviamente ripetersi era molto difficile, mentre l’anno scorso eravamo viste come una squadra sfavorita sulla carta, quest’anno siamo state rispettate e soprattutto viste poiché le altre nazionali hanno assistito al master di Torino (prima tappa della Fiba 3x3 Women’s Series organizzata in Italia come gara preparatoria alla World Cup cui seguiranno Lignano Sabbiadoro, 13-14 luglio, e Udine, 14-15 settembre ndr), quindi siamo state super studiate. Abbiamo provato a fare il nostro miglior risultato possibile senza mai mollare, certamente non possiamo ritenerci soddisfatte: probabilmente ci saremmo meritate altro e di arrivare più avanti, però noi contro la Francia abbiamo messo tutto quello che avevamo in campo e non abbiamo rimpianti”.

Un girone ostico e impegnativo quello D: “Noi siamo partite con un girone di ferro e probabilmente il più difficile di tutto il mondiale, con tre squadre che potevano benissimo alternarsi come teste di serie quali Russia, Nuova Zelanda e Ucraina; poi l’Indonesia, debole sulla carta ma che in campo ovviamente si è giocata le proprie carte. Nella prima giornata abbiamo giocato due partite molto difficili riuscendo a vincerle e a spuntarla per pochi punti senza giocare il nostro miglior basket, consapevoli del fatto che potevamo spaziarci meglio in attacco, attaccare più velocemente e difendere molto meglio anche tatticamente come preparato in allenamento; poi queste cose le abbiamo fatte con la Russia al di là del valore individuale dell’avversario. Per il resto, abbiamo cercato di togliere i loro punti di forza usando aggressività e intensività, il problema è il non aver fatto canestro pur prendendo i giusti tiri perché costruiti appositamente. Quindi ci portiamo dietro questa crescita dalla prima giornata all’ultima, è certo che per noi non è assolutamente finita, infatti voleremo a Riga per partecipare (dal 27 giugno all’1 luglio ndr) alle qualificazioni alla Fiba 3x3 Europe Cup”.

Sicuramente, la Nazionale italiana non è uscita da questo mondiale a mani vuote: Raelin D’Alie ha vinto la medaglia d’argento nello skill contest, la gara di palleggi, passaggi e tiro, dopo la francese Marie Eve Paget, mentre Marcella Filippi ha ottenuto il bronzo nello shootout contest dietro al lituano Edgars Krumins (oro) e l’ucraino Stanislav Tymofeienko (argento).

Giulia Rulli, romana classe 1991, è una giocatrice poliedrica in attacco e in difesa che sa sfruttare le situazioni con una grande tenacia e una gran voglia di migliorarsi. Grazie alle sue qualità, infatti, la Rulli e il suo Costa Masnaga, società lecchese in cui milita dal 2016, hanno raggiunto la massima serie con una promozione storica in A1 vincendo la gara di ritorno della finale playoff Nord di A2 contro l’Ecodent Point Alpo Villafranca 81- 77: “Siamo riuscite in questa impresa, nonostante fossimo magari meno esperte sotto alcuni aspetti, basta vedere l’età delle nostre giocatrici con poche senior e moltissime del settore giovanile di Costa Masnaga. Siamo consapevoli del fatto che l’anno prossimo tutto sarà diverso, ci scontreremo con squadre più organizzate e blasonate, tecnicamente, economicamente e tatticamente pronte; dobbiamo però cercare di farci spingere dall’entusiasmo che ha contraddistinto tutta la nostra stagione, il tutto approcciando nel migliore dei modi senza abbatterci per quelle che saranno le sconfitte che verranno e che saranno sicuramente costruttive dandoci esperienza da costruire partita dopo partita, acquisiremo un’identità di squadra per fronteggiare qualsiasi avversaria a viso aperto”.

La vittoria contro Villafranca è stata una vera e propria rivalsa personale per la Rulli che ha trainato la sua giovane squadra con 28pt e 12rb, portandosi addosso una forte responsabilità dovuta all’esperienza della stagione passata: “In finale non ho percepito pressione soprattutto grazie al nostro pubblico, il palazzetto era strapieno con il tutto esaurito già un’ora e mezza prima che iniziasse la partita, quando siamo entrate per il riscaldamento era tutto pieno con i nostri trasfertisti pronti a tifare per noi; quindi eravamo già cariche prima di iniziare la partita. Sicuramente ho sentito un forte senso di responsabilità dovuto al fatto che, esattamente un anno fa contro Villafranca, e proprio in casa del Costa, abbiamo perso i playoff di finale A2 a 10 secondi dalla fine per una rimonta dell’Alpo con due triple decisive da -5 di punteggio (la partita terminò 64-65 ndr). Quindi in me c’era un forte senso di responsabilità per come era andata la partita dello scorso anno, specie perché l’ultimo passaggio dalla rimessa su canestro subito per passare in attacco, quello con cui hanno poi messo la tripla decisiva, l’ho sbagliato io e questa è una cosa che mi sono portata dentro e dietro, ma che ho usato per lavorare sodo, come miccia per arrivare poi a quel momento”.

Non è la prima volta che Giulia si affaccia all’A1; infatti, giovanissima salì nella massima serie con Faenza nel 2011 e con il Cus Cagliari nel 2013: “Oggi sono sicuramente una giocatrice molto diversa rispetto a quelle che, appena diciannovenne, si approcciò per la prima volta in A1 con Faenza, fuori da casa, e qualche anno dopo a Cagliari. A seguito di quelle due esperienze in cui avevo giocato davvero molto poco, mi ero ripromessa di fare nuovamente il salto all’A1 solo se lo avessi veramente guadagnato sul campo”. L’amore di questa romana doc per la pallacanestro nasce un po’ per caso e con spontaneità: “Il mio amore per il basket è nato tramite i miei genitori che, pur non avendo mai giocato, seguivano una coppia di amici che frequentava molto i palazzetti poiché uno dei due, assieme al fratello, giocava e quindi da piccola mi aggregavo immediatamente come una spugna, attraverso cui poi svilupperanno gli schemi motori necessari. Con i più piccoli, infatti, si parte dalla favola e dall’affabulazione, il palleggio, il tiro, il passaggio verranno successivamente con le giuste tempistiche dei 7-8 anni”.

Lavorando con i bambini, stando molto a contatto con il settore giovanile del Costa e imparando dai propri errori per tramutarli in punti di forza, Giulia Rulli ha parecchio da trasmettere alle nuove generazioni: “Voglio trasmettere alle future generazioni la forza e il coraggio di sognare, ciò non significa solo avere ambizioni che siano realizzabili o meno, ma vuol dire avere dentro di sé tutto quello che serve per raggiungere l’obiettivo: il sacrificio, il lavoro, la testardaggine, l’arrabbiarsi quando si perde e soprattutto il saper perdere, perché non vuol dire rassegnarsi ma trarre insegnamento dalla sconfitta per trasformarla in un motore, qualcosa di positivo per migliorare e migliorarsi; ed è sicuramente quello che ci portiamo dietro dopo questo mondiale”.

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