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DIETRO LE QUINTE
from PINK BASKET N.10
by Pink Basket
ALTRI MONDI di Paola Ellisse
A VIA GLI EUROPEI IN ONDA SU SKY. UNDICI GIORNI PER FARE IN MODOCHE CI SI ACCORGA DI NUOVO CHE ANCHE IN UN MONDO DI UOMINI PUÒ ESSERCI IL GIUSTO SPAZIO PER LE DONNE. MA COME SI PREPARA A LIVELLO PRODUTTIVO E GIORNALISTICO UN EVENTO COSÌ BREVE E INTENSO?
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La strada da fare è ancora lunga, ma abbiamo cuore e cervello per arrivare all’obiettivo. Siamo donne in un mondo di uomini, un mondo in cui tanti sostengono che il basket sia uno, senza distinzioni, ma pochi lo credono davvero. Eppure, chiunque abbia la compiacenza di avvicinarsi al femminile se ne innamora. È quello che è successo a me. Lo ammetto onestamente, non avendo mai giocato, mi sono avvicinata al Gioco da tifosa di un fidanzato giocatore, per cui sono nata con il maschile e nel maschile ho costruito il mio lavoro, e anche se non sono mai stata una di quelli che pensano che le donne non debbano praticare sport di contatto, non avevo mai la curiosità di guardare una partita. E quando mi sono ritrovata a doverne commentare una mi sono resa conto di quanto fossi stata superficiale. Tecnica, passione, aggressività, intensità. Su quel campo c’è tutto quello che puoi cercare, e il messaggio che parte da quel campo arriva dritto al cuore. È successo nel 2017, quando la nazionale ha catturato l’attenzione con la sua corsa europea, sia nei momenti positivi che in quegli ultimi secondi contro la Lettonia; posso garantire che in redazione c’erano tanti colleghi che, pur non essendo appassionati o conoscitori di pallacanestro, discutevano di quell’antisportivo come se non avessero fatto altro che guardare basket nella vita. Le nostre ragazze non erano più “le giocatrici”, tutti ne conoscevano il nome, tutti ne parlavano come se le seguissero da sempre. Era nato un amore.
È per questo che sono strafelice di poter commentare gli Europei, cui Sky ha scelto ancora una volta di dare ampia visibilità. È bello partecipare allo sviluppo che un evento così breve e intenso richiede a livello produttivo e giornalistico. Non lo nascondo, preparare una partita femminile è molto più difficile, perché il materiale a disposizione è poco rispetto alle varie leghe e federazioni maschili, si fatica a trovare qualche partita da guardare per studiare le giocatrici, i siti ufficiali non sempre sono soddisfacenti. Per fortuna lavoro con Geri De Rosa, una specie di enciclopedia vivente del basket europeo; lui è il leader di una squadra piccola ma appassionata, è la voce che da sempre accompagna le donne del basket a tutte le latitudini. Sarà come sempre lui a raccontarci le vicende dell’Italia, è il faro di una squadra che comprende anche Claudia Angiolini, il volto di Eurobasket. E sarà un privilegio poter lavorare con Silvia Gottardi e Kathrin Ress, ormai veterane del microfono che potranno arricchire ogni partita.
Abbiamo soltanto 11 giorni per far tornare quell’amore, 11 giorni per fare in modo che ci si accorga di nuovo che anche in un mondo di uomini può esserci il giusto spazio per le donne.

Gli ultimi giorni prima dell’evento sono frenetici; le riunioni per stabilire quando e come mandare in onda le partite, le assegnazioni dei compiti, l’attesa, l’affannosa ricerca di qualsiasi notizia o curiosità… Tutto deve confluire in un unico obiettivo: quello di dare il massimo rilievo all’evento. Abbiamo cominciato con la visita delle azzurre a Sky, un pomeriggio in cui le ragazze hanno partecipato al nostro notiziario, si sono prestate a girare per i promo e hanno fatto la conoscenza con la televisione dietro le quinte. Le abbiamo accompagnate negli studi e in regia, per vedere quanta gente sia coinvolta in ogni momento di una diretta. Hanno visto le sale speaker nelle quali vengono commentate le partite e la redazione in cui, durante un evento come un Europeo, praticamente viviamo, dato che arriviamo alle 10 del mattino per andarcene non prima delle 11 di sera. Le ragazze erano stanche, arrivavano da un viaggio dalla Spagna che le aveva viste svegliarsi alle 6 del mattino e probabilmente non vedevano l’ora di andare in albergo, farsi una doccia e riposare. Ma erano anche piene di entusiasmo, nei loro occhi si vedeva l’orgo- glio di esserci, di poter far parte di una cosa così grande. Ci hanno contagiati, ci hanno trasmesso lo stesso entusiasmo, e noi speriamo di poterlo trasmettere a chi ci seguirà. È stato il modo migliore per cominciare l’avvicinamento, almeno per noi.
Mentre scrivo mancano solo 4 giorni alla prima palla a due, si comincia ad avvertire l’adrenalina, a sentire quella sensazione di voglia di cominciare mista alla paura di non essere abbastanza preparati. Vengono in mente mille dettagli cui pensare, mille domande cui non sai dare una risposta e allora ti attacchi al computer e ricominci a cercare. E non puoi non pensare a quello che possano sentire le ragazze, e pensi che ti piacerebbe essere con loro, una di loro, per capire fino in fondo cosa significhi sentire che il momento più importante si avvicina. La strada da fare è lunga, ma siamo pronte a percorrerla insieme.
PS: non avendo mai giocato a basket ci sono tante cose che non riesco a capire perché non le ho mai provate in prima persona. Di certo posso capire molto bene cosa significhi essere una donna in un mondo di uomini. Negli anni mi è capitato di essere guardata come un’aliena dai produttori e registi delle tv europee che non avevano mai visto una donna fare telecronache, alle cene ufficiali sono sempre la sola donna, a meno che qualche partecipante non si porti dietro la moglie… ultimo esempio qualche settimana fa: ho partecipato come relatrice ad un paio di incontri su basket e comunicazione. Naturalmente ero la sola donna. Al termine di uno di questi incontri l’organizzatore ha voluto gentilmente fare un omaggio per ringraziare i relatori. Ho aperto il sacchetto e ho visto che conteneva una polo taglia XL (sono lontana dal metro e 70 e peso 50 chili) e…. Una cravatta!