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GIOIA CONTAGIOSA

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MARIANNA D'ITALIA

MARIANNA D'ITALIA

SPECIALE di Alessandra Tava

RIVIVIAMO LA PROMOZIONE IN A1 DELLA MATTEIPLAST BOLOGNA ATTRAVERSOLA VOCE DIRETTA DI UNA DELLE SUE PROTAGONISTE. DIFFICOLTÀ, VITTORIE, EMOZIONI DI UN GRUPPO CHE HA APPASSIONATO TUTTI. E IL CUI ULTIMO CAPITOLO È ANCORA IN SOSPESO

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“Quando arriva settembre?” “Ragazze calma, godetevi un po’ il riposo adesso. Vi aspettano le vacanze, il mare, gli aperitivi in spiaggia” ci dicevano. “Sí ma noi vogliamo tornare in campo, si può ricominciare domani il campionato?”.

E a settembre siamo tornate in campo con la stessa voglia che avevamo a fine maggio, consapevoli che sarebbe stata un annata dura, che le altre squadre avevano rinforzato i roster e che per avere soddisfazioni avremmo dovuto mettere in campo tutto quello che avevamo e forse anche di più. Allo stesso tempo però eravamo consapevoli che avremmo avuto un altro anno per condividere il campo insieme e vi assicuro che non c’è niente di più bello che giocare a basket con le mie amiche.

Il campionato è partito male, è stato un girone di andata in cui niente è girato come ci auspicavamo, abbiamo perso tutti gli scontri diretti con le squadre più forti, il primo obiettivo era l’accesso alla Coppa Italia e non ce l’abbiamo fatta per un soffio. In quei mesi tutto ci è andato storto, nonostante gli impegni e i sacrifici, la palla a spicchi non voleva darci le soddisfazioni sperate. “La ruota girerà” continuavamo a ripeterci.

Dopo la mancata qualificazione c’era il rischio di mollare, se le cose fossero andate avanti così avremmo sicuramente terminato la stagione deluse. Ma questa squadra non ha niente di ordinario e di normale. Ci alleniamo tre volte a settimana, dalle 21:00 alle 23:00, come un dopolavoro. Sono orari che stancano, la mattina dopo si va a lavorare e non ci sono tempi di recupero. Ho visto gente arrivare in palestra distrutta:“Se non fosse per voi avrei già mollato, non riuscirei ad allenarmi con nessuna altra squadra in questo momento”. Poi quella stessa gente dava l’anima fino all’ultimo minuto di allenamento.

Ci trascinavamo a vicenda. C’erano litigi e arrabbiature. Siamo amiche sì, ma siamo anche donne, donne che sono agoniste e odiano perdere, anche se si tratta della partitella delle 22:50 di un giovedì sera di gennaio. I nostri caratteri forti e determinati si sono incastrati a perfezione. Questo non ci ha esentato da litigi o incomprensioni. Anzi. Quello che ha fatto la differenza è stato come ci siamo sempre chiarite dopo quei famosi litigi.

La nostra è una squadra speciale perché tutto il tempo che abbiamo libero lo passiamo insieme, non perché dobbiamo ma perché vogliamo. È una squadra speciale perché ognuna di noi ha una storia da raccontare. È una squadra speciale perché fatta da un gruppo di amiche che come tutte le ragazze hanno dubbi e incertezze nella vita quotidiana, ma quando scendono in campo insieme non hanno mai paura e sono fermamente convinte che tutto sia possibile. È una squadra speciale perché siamo ironiche e auto ironiche. È una squadra speciale perché i nostri tifosi sono nostri amici. È una squadra speciale perché la passione che mettiamo quando giochiamo insieme arriva dritta nella pancia della gente che ci guarda. È una squadra speciale perché siamo state capaci di festeggiare ogni partita vinta della stagione come se fosse stata la vittoria del campionato.

I nostri sono stati dei playoff incredibili, paragonabili a un sogno ricco di emozioni, un sogno che era però la nostra realtà. Dopo aver passato con una rimonta incredibile il primo turno di playoff ci siamo trovate a dover affrontare la serie contro Campobasso, la squadra costruita per vincere il campionato.

In quel momento coach Giroldi ci ha detto: “È difficile? Molto”. “Abbiamo già fatto cose difficili? Tante volte”.

Dopo aver passato il turno contro Campobasso siamo inciampate contro Palermo, abbiamo perso di venti punti in gara uno e gara due l’abbiamo pareggiata, siamo risalite dal meno quindici perché non volevamo salutare i nostri tifosi con una sconfitta. Onore a Palermo, una squadra che ha meritato di vincere il campionato e godersi la A1. Ma per fortuna non era ancora del tutto finita. C’era lo spareggio promozione che ci aspettava. In fondo, nonostante la delusione di non esser riuscite a vincere alla prima occasione utile, eravamo felici di poter avere un’altra settimana da goderci insieme. E a Empoli siamo riuscite a vincere una partita surreale. Abbiamo ricucito un meno 19 a metà terzo quarto. Non so razionalmente spiegarmi il perché ma durante la partita non ho mai pensato fosse finita. E sono sicura che anche le mie compagne pensassero la stessa cosa. Guardando i loro occhi mi convincevo azione dopo azione che ce l’avremmo potuta fare. E così è stato.

Siamo inciampate, siamo cadute, ci siamo fatte male. Poi ci siamo rialzate prendendoci per mano. E con quelle stesse mani abbiamo alzato la Coppa.

Il futuro? Per far sì che a Bologna l’anno prossimo ci sia una squadra di A1 ci vuole un miracolo ancora più grande della nostra vittoria del campionato. Ma quel che sarà, quel che non sarà e quello che sarebbe potuto essere non è più nelle nostre mani. Nelle nostre mani c’è però quella consapevolezza di aver vissuto un qualcosa di più unico che raro. Qualcosa che mi ha fatto pensare “Ecco perché a quattro anni ho iniziato a giocare a basket”. Qualcosa che mi ha e ci ha reso felici.

Perché a Empoli quel 25 Maggio tutte ci siamo sentite al posto giusto, nel momento giusto, con le persone giuste e niente e nessuno potrà mai toglierci quella gioia contagiosa che abbiamo provato e continueremo a provare per sempre, tutte le volte in cui penseremo a quello che abbiamo vinto insieme ma soprattutto a quello che abbiamo vissuto insieme.

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BOLOGNA è VIRTUS?

di Redazione

La notizia meriterebbe più spazio, ma al momento di chiudere questo numero non è ancora ufficiale. Lo spinoso caso-Matteiplast (dopo la rinuncia all’A1 da parte del patron Civolani) troverebbe una clamorosa svolta positiva con il varo di un nuovo progetto sotto l’egida della Virtus. La storica società maschile felsinea – secondo quanto riportato dal quotidiano bolognese “Il Resto del Carlino” – aprirebbe una sezione femminile sostituendo il Progresso come quattordicesima squadra di A1, previa benedizione Fip (non sono emerse finora candidature alternative da altre piazze, per il posto vacante). Il gruppo-giocatrici della promozione sarebbe confermato in gran parte. Come allenatore si è fatto il nome di Lorenzo Serventi.

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