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10 ANNI DI BASKET

INSIDE A1 di Redazione

NON POTEVAMO ENTRARE NEGLI “ANNI VENTI” SENZA PRIMA TENTARE UN’IMPRESA COMPLICATA MA DIVERTENTE: SELEZIONARE IL MEGLIO DELLA DECADE 2010-2019. GIOCATRICI ITALIANE E INTERNAZIONALI, MOMENTI-TOP, BILANCI E PROSPETTIVE FUTURE

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Sipario sugli anni Dieci. Abbiamo riunito, in una tavola rotonda virtuale, la nostra direttrice Silvia Gottardi con i redattori Caterina Caparello e Manuel Beck, il collaboratore di lusso Francesco Velluzzi e l’attuale coach di Costa Masnaga, Paolo Seletti, che sul nostro magazine teneva una rubrica nella scorsa stagione. Obiettivo: riassumere il meglio del decennio al tramonto, con uno sguardo anche al futuro. Un “brainstorming”, sicuramente appassionato, si spera competente, senza la pretesa di essere esaurienti su 10 anni di campionato italiano, nazionali, Europa, America; ma provando a ripercorrere liberamente – chi più telegrafico, chi più prolisso – emozioni, temi, partite memorabili e grandi protagoniste. Ecco qua.

MIGLIOR GIOCATRICE ITALIANA

Velluzzi: Non ci sono dubbi. Oltre ad avere un talento smisurato, una tecnica da paura, una naturalezza mostruosa nelle giocate, ha mostrato più di chiunque continuità, reggendo al top e dimostrando carattere. Il sogno è che nasca un’altra Macchi.

Gottardi: Anche per me è Chicca Macchi.

Seletti: D’accordo su Macchi.

Beck: Giorgia Sottana. Se Macchi è stata la migliore nella prima parte del decennio e Zandalasini nella seconda, Sottana è la numero uno per continuità al massimo livello su tutto l’arco di tempo che stiamo considerando. Ha vinto da protagonista con Taranto già nel 2012, poi con Schio, è stata fra le leader della Nazionale agli Europei 2013 e lo è ancora adesso.

Caparello: Raffaella Masciadri. Grande in campo, da capitana della Nazionale e dell’invincibile Schio, e grande fuori, come presidentessa della Commissione nazionale atleti del Coni, per tutelare i diritti degli sportivi.

MENZIONI D’ONORE ITALIANE

Gottardi: Sottana e Zandalasini.

Seletti: Masciadri, Crippa, Zandalasini, Sottana, Ress.

Caparello: Sottana, Macchi, Ress, Francesca Dotto.

Beck: A quelle che avete nominato aggiungo Cinili, anche se forse si è fermata un gradino sotto l’eccellenza assoluta. L’ha quasi raggiunta nella finale 2015, quando stava trascinando Ragusa a detronizzare Schio. Poi lei esce per falli e Macchi segna il canestro decisivo. Chissà se fosse andata diversamente...

Velluzzi: Sottana, Masciadri, Zandalasini, Ress. Insieme a Macchi hanno caratterizzato questi ultimi 10 anni. E fatichiamo a trovare delle eredi, pur con alcune speranze, tipo Panzera, Gilli, Natali. Sottana, il talento e il personaggio; Masciadri la capitana, la determinazione, la testa; Ress il centro più continuo; Zandalasini la grande promessa, la forza fisica, il personaggio da lanciare sui media.

MIGLIOR GIOCATRICE INTERNAZIONALE

Velluzzi: Nel mondo troppo facile dire Diana Taurasi, il mito per ogni ragazza che si affaccia al basket donne e lo ama. Tutto con grande semplicità. Nel campionato italiano citerei Isabelle Yacoubou che più di tutte le straniere ha inciso nelle vittorie. Un totem assoluto.

Gottardi: Taurasi, the GOAT.

Seletti: Taurasi.

Caparello: Maya Moore. Con le Minnesota Lynx ha vinto 4 titoli Wnba, l’mvp della stagione e delle finali, con gli Usa 4 ori tra Olimpiadi e Mondiali. Tutto in questo decennio. Ma non solo: è stata la prima donna a firmare un contratto con il marchio Brand Jordan, e quest’anno ha interrotto l’attività, forse in modo definitivo, per dedicarsi alla difesa processuale di un uomo che lei ritiene ingiustamente incarcerato.

Beck: Fra le americane scelgo Elena Delle Donne, non tanto perché ha vinto quasi tutto sia di squadra sia a livello individuale (c’è chi ha fatto anche di più), e neanche per la storia personale che testimonia una capacità straordinaria di superare le avversità, ma semplicemente perché al suo meglio è “il basket”: un’1.96 in grado di fare qualsiasi cosa. Fra le non americane, merita più di tutte Alba Torrens.

MENZIONI D’ONORE INTERNAZIONALI

Velluzzi: Torrens, Dumerc, Meeesseman, Xargay. Nell’ordine: l’europea più stellare che c’è, il playmaker che più fa girare una Nazionale, il centro più devastante d’Europa, e infine la razionalità, il cervello, l’essenziale.

Seletti: Sue Bird, Moore, Delle Donne, Liz Cambage.

Beck: Tra le americane Taurasi perché nei pochi momenti difficili gli Usa hanno dato palla a lei e bum, problema risolto; Moore, la più vincente in Wnba; Brittney Griner per aver reso (quasi) normale la schiacciata; Sylvia Fowles, non la più appariscente ma una solidità e una costanza straordinari; Breanna Stewart, che ha avuto un biennio pazzesco prima d’infortunarsi. Tra le non americane, ai nomi già citati da Bibi e Paolo aggiungo Vadeeva, anche se è più nella categoria “emergenti”. Ma una che irrompe a 16 anni e mezzo in un Europeo senior (2015) ed è già la migliore della squadra, merita una citazione.

Gottardi: Delle Donne: non vince come Taurasi, ma è il volto del basket USA. Personaggio dentro e fuori dal campo.

MOMENTO-TOP

Velluzzi: La scalata di Ekaterinburg, la vera culla del basket femminile… Con i soldi si fa tanto, ma vincere non è mai così scontato. E complimenti a Miguel Mendez che si è dimostrato un grande allenatore, anche in Italia a Schio.

Gottardi: La Zandamania del 2017, che ha fatto riesplodere l’amore per la Nazionale e in generale per il basket femminile.

Beck: Se il momento-top è il primo che ti appare in mente quando chiudi gli occhi, allora dico Chicca Macchi che galleggia in aria e segna il canestro dello scudetto 2015 per Schio contro Ragusa: un gesto di bellezza assoluta.

Seletti: I titoli olimpici del “dream team” USA.

ALTRI MOMENTI DA RICORDARE

Caparello: Le brillanti medaglie d’oro agli Europei giovanili delle ultime due estati.

Beck: Giustissimo, anzi ogni volta che abbiamo visto le nostre azzurrine salire su un podio, ed è successo quasi ogni anno, è stato un momento memorabile. Penso al 2016 con l’argento ai Mondiali U17, con Madera in quintetto ideale, e la clamorosa finale europea U20 di Zandalasini contro la Spagna, anche se persa. E l’anno dopo, “Zanda” premiata nel quintetto ideale dell’Eurobasket senior. In serie A, Lucca che vince lo scudetto 2017, in due flash: Wojta col canestro dell’overtime in gara-3, e Caterina Dotto che piange di gioia in tribuna per la gemella Francesca alla fine di gara-4. La finale di EuroCup raggiunta da Venezia nel 2018 ribaltando il -20 dell’andata. La semifinale tra Australia e Spagna ai Mondiali 2018: rimonte, sorpassi, i miracoli di Cambage che litiga col pubblico spagnolo…. In WNBA il titolo 2016 vinto da Los Angeles su Minnesota, con le due squadre che si sorpassano 3 volte negli ultimi 20 secondi di gara-5. Ne ho detti fin troppi, ma ne avrei almeno altrettanti.

Velluzzi: Il caso Crespi-Masciadri ha portato tanta attenzione sul basket donne. Un ct che nega la passerella alla capitana della Nazionale, al simbolo del movimento, non può essere scusato. L’Italia intera si è schierata a difesa di Mascia.

Gottardi: Il canestro-scudetto di Macchi nel 2015, Becky Hammon allenatrice in NBA, la stella di Schio, Zanda in WNBA, l’oro ai Mondiali 3x3 nel 2018, le vittorie delle Nazionali giovanili.

Seletti: Anche per me Hammon in NBA, poi i quattro titoli NCAA consecutivi di Geno Auriemma con Connecticut, lo scudetto della stella di Schio e quello straordinario di Lucca.

BILANCIO CAMPIONATO ITALIANO

Velluzzi: Un decennio sotto la dittatura del Famila Schio che ha vinto 7 scudetti. Sponsor, presidente, squadra, tecnici, giocatrici, tutto è di un altro livello. Non a caso è l’unica squadra che ha sempre disputato l’Eurolega. Compete con i top club europei, ha un pubblico eccezionale, appassionato. Il bello sono le realtà storiche o provinciali: Geas, su tutte, ma anche San Martino di Lupari, Broni e Vigarano che stanno diventando piazze importanti. E lavorano con vera passione. Venezia è l’altra realtà di alto livello che va in parallelo col club maschile e ha un proprietario, Luigi Brugnaro, che è sindaco di una città unica al mondo. Va sfruttato il lavoro fatto da Bologna che ha inglobato la squadra femminile come hanno fatto i top club del calcio. Va veicolato in tutti i modi e portato come esempio. Ragusa è la Sicilia vincente, la Sardegna ha 3 squadre in A2. La passione di Campobasso deve trovare i risultati.

Gottardi: Dominio assoluto di Schio. Il che è una buona cosa per i tifosi scledensi ma un po’ meno per il movimento, che avrebbe bisogno di più equilibrio. In questo senso ottimi segnali da Ragusa che non molla, nonostante non sia ancora arrivato lo scudetto, e dalla Reyer in crescita in questi anni. Fa ben sperare l’ingresso della Virtus Bologna nel mondo femminile. Male nelle Coppe Europee: nessun titolo vinto in questo decennio, che ci ha visto troppo a lungo impegnati in campo internazionale solo con Schio.

Beck: Sì, da quando è finita la rivalità con Taranto, non c’è stato più un avversario di pari livello per Schio. Applausi a Lucca, Ragusa e Venezia per la costanza nelle zone di vertice, ma hanno potuto solo strappare qualche briciola al cannibale. Ma in realtà lo strapotere di una singola squadra c’è sempre stato nella storia del nostro campionato, se pensiamo al Geas negli anni ’70, Vicenza negli ’80 e la Comense nei ’90. Il vero guaio dell’A1 di questo decennio è la frequenza con cui scompaiono società, anche di primo piano, anche storiche, vedi Taranto, la Comense, Priolo, Parma, Faenza, fino all’ultimo caso di Napoli. Di positivo c’è che lo spazio per le italiane e per le giovani è cresciuto. Vivai come Venezia, Geas, Costa, Vigarano hanno allevato tante giocatrici ora in A1 (o in NCAA...).

Seletti: Il movimento ha vissuto la crisi mantenendo stabili le problematiche di visibilità del decennio precedente, ma abbandonando parzialmente la finanza creativa ed applicando una spending review ferrea, non sempre dandosi priorità corrette. Sono nati però alcuni casi di società virtuose che hanno fatto fronte alle mancanze sviluppando le proprie giovani e mettendole in campo.

BILANCIO NAZIONALE MAGGIORE

Beck: Siamo andati meglio del decennio precedente, quando stentavamo a qualificarci agli Europei. Ma ci siamo fermati due volte a un passo dall’impresa: tutti ricordiamo quello che è successo nel 2017, ma già nel 2013, nei quarti contro la Serbia, avevamo la vittoria in mano. Sfortuna o incapacità di cogliere l’attimo, difficile dire. Più che recriminare sulle naturalizzazioni facili di certe avversarie o sulla nostra mancanza di lunghe, spiace constatare che la prima ondata delle medaglie giovanili recenti, con le nate dal 1992 al ’95 circa, non si è ancora tradotta in risultati senior; e ormai quelle ragazze sarebbero mature.

Velluzzi: La Nazionale è un tasto dolente, perché solo se arrivano i risultati importanti il movimento decolla. Non sono mai arrivati. C’è stata una bella Nazionale all’Europeo 2017 in Repubblica Ceca, frenata da un fischio arbitrale. Poi perse anche Macchi, Masciadri e Ress a quel livello, la squadra si è arenata vivendo solo sul talento di Sottana e Zandalasini. Si attendono nuove stelle… E le vittorie. La Federazione ci crede, la tv c’è, l’attenzione arrivi se vinci.

Gottardi: Dopo anni di torpore, nel 2017 abbiamo dimostrato che possiamo dire la nostra, ma mancano ancora i risultati. A volte non siamo stati fortunati, altre non abbiamo saputo gestire i momenti decisivi. Fanno ben sperare i recenti ori giovanili, ma le ragazze sapranno mantenere le aspettative?

Seletti: La Nazionale maggiore ha raccolto meno di quanto meritasse rispetto al suo valore. I picchi di qualità ci sono. In molti casi gli episodi le hanno detto male, vedi antisportivo inesistente di Zanda.

BILANCIO FEMMINILE GLOBALE

Velluzzi: Il basket femminile è molto più bello di quanto si immagini… L’Eurolega è il miglior spettacolo, più bello pure della Wnba, come nella maschile. Andate a vedere delle partite di Eurolega, non vi pentirete. La Spagna fa da traino al movimento con successi infiniti, grandi giocatrici, grande organizzazione. I club ex sovietici sono al top perché hanno maggiori potenzialità economiche, l’Ungheria ha in Sopron una culla come Schio lo è per l’Italia.

Gottardi: Usa inavvicinabili, Spagna e Francia hanno in atto un ricambio generazionale ma sono ancora al top, il Belgio ha portato una ventata di aria nuova! L’Eurolega è il campionato più bello di tutti.

Seletti: La lotta per la questione di genere è salita finalmente alla ribalta con una certa risonanza. Gli USA sono ancora leader incontrastati del movimento, la Spagna ha finito in calando dopo anni di grande esplosione. Russia e Turchia hanno fatto investimenti clamorosi a livello di club.

Beck: Lo strapotere degli Usa, per quanto da applausi, ha tolto interesse a Mondiali e Olimpiadi della decade. In parte anche quello di Spagna e Francia in Europa, ma sicuramente meno: Serbia, Belgio, a sprazzi altre hanno detto la loro. Ma soprattutto, mi sembra che il basket femminile fatichi a crescere in popolarità nel mondo, forse stretto fra l’incudine del calcio e il martello del volley, anche se in altri Paesi va meglio che in Italia. Però si vede, anche in America, una WNBA che nonostante grandi personaggi e un livello altissimo di gioco, non si schioda dalla pur rispettabile nicchia d’appassionati.

SCENARI DEL PROSSIMO DECENNIO

Gottardi: Sarà il decennio in cui noi ex giocatrici, così mi auguro, prenderemo finalmente in mano il nostro movimento. Abbiamo già cominciato: da quelle che allenano alle team manager, le dirigenti, le responsabili comunicazione o le commentatrici tv. Il prossimo passo sarà di arrivare nelle stanze che contano, perché questo è il nostro sport.

Caparello: La mia è piuttosto una speranza: che il basket femminile abbia più visibilità, ma quella sana e intelligente, fatta di storie, volti e meriti.

Velluzzi: Mi fermo all’Italia perché è giusto così: Il basket femminile si è arenato per certi versi. Serve una Lega forte, che dia spazio alle idee, alle giocatrici, che abbia una tv visibile, un programma costruito (con Sportitalia si era fatto un buon lavoro), una struttura manageriale, un ufficio comunicazione che promuova al meglio un bel prodotto. Senza, rimarremo a fare i solti discorsi. Non è stata sfruttata l’onda lunga del calcio femminile che poteva far decollare anche gli altri sport (vedi la bella storia di Bologna), a livello mediatico si sono fatti passi indietro: la pagina sulla Gazzetta dello Sport è un buon veicolo, ma serve un maggior impegno nel coinvolgimento dei partner, soprattutto nel food perché il basket femminile coinvolge le famiglie e le aziende avrebbero molto interesse. Anche le giocatrici devono fare di più: non sono mediatiche, sono poco conosciute, anche loro devono entrare di più nel meccanismo e non limitarsi a giocare le partite.

Seletti: Partite più brevi. Ritmo più alto. Uso del tiro da 3 che si adeguerà a quello delle giovanili che lo usano già molto di più. Speriamo di vedere qualche migliaio di spettatori in più alla tv e nei palazzetti, e un sistema economicamente più sostenibile con risorse utilizzate in modo razionale e pianificato.

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