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E QUALCOSA RIMARRÀ

INSIDE A2 di Manuel Beck

BILANCIO, PER QUANTO POSSIBILE, DI UN CAMPIONATO DI A2 INTERROTTOALLA VIGILIA DEGLI APPUNTAMENTI PIÙ IMPORTANTI. CHI HA FATTO BENEE CHI MENO; LE GIOCATRICI PIÙ IN EVIDENZA; LE PARTITE DA RICORDARE.PERCHÉ STAGIONE INCOMPIUTA NON VUOL DIRE INUTILE

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Come una bella festa interrotta da un’irruzione indesiderata e violenta mentre stavano per arrivare i balli migliori e la torta finale: così è finita la stagione 2019/20 di A2. Stava per andare in scena la Coppa Italia a Moncalieri ed eravamo quasi a metà ritorno in campionato, poi ci saremmo goduti playoff e playout. Ma il coronavirus ha mandato tutti a casa. Nello scorso numero di Pink abbiamo raccontato le drammatiche settimane dall’inizio dell’emergenza alla sospensione definitiva, divenuta ufficiale il 3 aprile. L’ultimo turno completo si era disputato il 15-16 febbraio, poi un codazzo di partite “a macchia di leopardo” fino al 7 marzo, sicché le classifiche cristallizzate allo stop risentono del diverso numero di gare giocate dalle squadre (da 18 a 22). Qui ripercorriamo gli spunti principali offerti da una stagione che, nonostante l’interruzione brutale, merita di essere ricordata, anche se non ha prodotto verdetti. Il tutto nell’attesa che una nuova festa possa cominciare, ma purtroppo, mentre scriviamo, nessuno è in grado di dire quando. Sulla carta è ancora viva la proposta della Lega di disputare la Coppa Italia di A2 (come quella di A1) in settembre, se ci saranno le condizioni.

CONTINUITÀ AL VERTICE

In entrambi i gironi, le prime tre, al comando con netto margine, erano già nelle stesse posizioni lo scorso anno (per l’esattezza fra le top-4, insieme a Costa e Palermo che poi salirono in A1). Stiamo parlando, in ordine di classifica, di Moncalieri, Crema e Alpo al Nord; di Campobasso, Faenza (romagnole due punti sotto le molisane ma con una partita in meno, quindi potenzialmente pari) e La Spezia al Sud. Era insomma un campionato nel segno della continuità al vertice. Va notato che Alpo ha saputo confermarsi nonostante profondi cambiamenti in organico, mentre le altre hanno costruito sulle fondamenta solide dell’anno precedente. Di stampo più difensivo il gioco delle migliori al Nord, più “potenza di fuoco” e punteggi alti per le big del Sud. Ma chi aveva le carte migliori per conquistare le due promozioni in palio, una per girone? Moncalieri di coach Terzolo e Campobasso di Sabatelli, al di là della vetta provvisoria, sono quelle che hanno fornito più dimostrazioni di forza (ovvero scarti eclatanti); ma Crema e Faenza le avevano battute al ritorno. Curiosamente, le appena citate formazioni di Stibiel e Paolo Rossi hanno perso due delle prime 3 partite, poi solo una volta nei 4 mesi seguenti: potevano mettere la freccia e prendersi il primato. Poi, nei playoff, come sempre succede quando le differenze sono sottili, avrebbero deciso gli episodi e lo stato di forma; e questo ovviamente non esclude che spuntasse un’outsider rispetto alle “top 6” finora nominate.

LE MIGLIORI DOPO LE “BIG”

Al Nord è stata Carugate a precedere tutti per il quarto posto, prendendosi il biglietto per la Coppa Italia per la prima volta nella sua storia: con un impianto difensivo tra i più solidi e un attacco disciplinato è stata più forte dell’infortunio di Gambarini e dei problemi di salute che hanno tenuto più volte ai box coach Cesari. Lo stesso obiettivo è stato sfiorato da Bolzano, partita fortissimo (6 vittorie), poi sfortunata nello sprint per la Coppa e nelle perdite di Mingardo e Desaler; ma le altoatesine restano fra le sorprese positive della stagione. C’era pure Castelnuovo in piena corsa per il quarto posto, con un potenziale notevole ma espresso in modo discontinuo, in parte per colpa degli infortuni. Anche al Sud si era distinto un trio alle spalle delle prime. Ariano Irpino, neopromossa , è stata subito “da corsa”; unica a battere Faenza da metà ottobre in avanti. La Nico Ponte Buggianese, tra le più rinforzate rispetto all’anno scorso, è partita bene, ha avuto una flessione, ma è riemersa forte da fine dicembre in poi. Al momento dello stop le campane e le toscane avevano scavalcato Umbertide (che però ha giocato meno partite), brava a strappare a fine andata, all’ultimo respiro, il quarto “pass” per la Coppa, battendo Ariano. Le imprese su Faenza e La Spezia sono state le altre perle stagionali per le umbre.

A METÀ DEL GRUPPO

Al Nord c’erano cinque squadre in un fazzoletto di 2 punti, tra settimo e undicesimo posto, a cavallo cioè tra playoff, salvezza diretta e playout. Con la possibilità ancora aperta, soprattutto per chi aveva la “freccia in su”, di agguantare qualcuno più in alto: tra queste spicca il Sanga Milano, cresciuto forte dopo la partenza lenta, e con un buon calendario in vista nella parte finale di stagione. Stava piacendo anche S. Martino, con l’ennesima scommessa vinta sulle giovani, brave a cavarsela anche quando le migliori individualità erano impegnate in A1. Sotto le attese, invece (ma poteva ancora “redimersi” e dar fastidio nei playoff, visto l’elevato potenziale) Udine, altalenante al punto da produrre una striscia da 4 vittorie esterne e 5 k.o. casalinghi di fila. Meglio dei pronostici iniziali stava andando Albino, con una notevole capacità di “rimbalzare” da prestazioni opache a grandi imprese; mentre Sarcedo, che consideravamo un’outsider per i quartieri alti, non stava dando seguito al suo buon inizio. Al Sud erano quattro le squadre a gravitare intorno al baricentro della classifica; tre di loro erano incollate alle posizioni davanti. Il Cus Cagliari, e poco sotto Selargius, stavano disputando una stagione più che onesta. Potevano giocarsi la palma di “miglior sarda” e un biglietto-playoff in un testa-a-testa fino all’ultimo. Discorso particolare per S.G. Valdarno, che avevamo indicato fra le favorite d’inizio stagione, invece poi tentennante al di là delle oggettive traversie (lunga assenza di Pieropan, divorzio da Rosset, dimissioni di coach Altobelli); ma sembrava sulla strada buona per andare ai playoff e là recitare da mina vagante. Un po’ più indietro era Civitanova, frenata da qualche passo falso evitabile ma che non stava mostrandosi peggio delle dirette concorrenti; aveva pescato bene il rinforzo Perez a stagione in corso.

IN CODA

Al Nord era già segnato, per quanto non ancora matematico, il destino di retrocessione diretta per Marghera e Vicenza, rispettivamente 3 e 1 vittoria in 20 partite: due squadre giovani che non sono riuscite a trovare sufficiente concretezza per fare risultati (alle vicentine non sono bastati i due cambi d’allenatore, compreso il fugace ritorno di Aldo Corno). Erano probabili i playout per Mantova, che dopo lo scotto iniziale della debuttante, stava reggendo più che dignitosamente (con tanto d’impresa su Alpo), e per Ponzano, costretta a cambiare volto dopo poche settimane per la gravidanza di Bagnara. Al Sud era ormai virtualmente certo l’ultimo posto di HighSchool BasketLab: il progetto federale non aveva certo i risultati fra le sue priorità, ma sarebbe piaciuto raccontare di almeno un’impresa delle giovani di Lucchesi, fermatesi invece a quota 0 vinte-21 perse.

Subito sopra, Viterbo cercava la rimonta sulla Virtus Cagliari (azzoppata presto dall’infortunio a Favento; curiosamente impeccabile nei derby sardi ma deficitaria per il resto) per rimandare le sue sorti ai playout, dove era molto probabilmente destinata Livorno, che stava mostrando una crescita dopo lo scotto del salto di categoria.

MIGLIORI GIOCATRICI

Abbiamo formato due quintetti ideali per girone, tenendo conto dei ruoli, delle prestazioni individuali e dei risultati di squadra. Primo quintetto Nord: Vespignani (play, Alpo), Melchiori (guardia, Crema), Grigoleit (ala, Moncalieri), Schieppati (ala-pivot, Carugate), Grudzien (ala-pivot, Albino). Secondo quintetto Nord: Toffali (guardia, Milano), Monica (guardia, Mantova), Toffolo (ala, S. Martino), Trehub (pivot, Bolzano), Podrug (pivot, Castelnuovo). Primo quintetto Sud: Packovski (play, La Spezia), Striulli (play, Cus Cagliari), Giudice (ala, Umbertide), Pochobradska (ala, Nico), Fabbri (pivot, Ariano). Secondo quintetto: Sorrentino (guardia, Civitanova), Ballardini (guardia-ala, Faenza), Mancinelli (guardia-ala, Campobasso), Bona (ala-pivot, Valdarno), Bove (ala-pivot, Campobasso). Alcune classifiche individuali. Punti segnati: Sorrentino con 17,3 finisce davanti a Villarruel (Marghera) e a Striulli. Rimbalzi: Cutrupi (Viterbo) e Toffolo svettano con 12 a partita; terza Fabbri. Assist: Porcu capeggia con 6,2 di media davanti a Vespignani e Melchiori. Valutazione: Podrug con 20,8 precede di un soffio Schieppati; terza Grudzien.

NOMI IN ASCESA

Qui vogliamo menzionare giovani giocatrici (dai 21 anni in giù) che in questa stagione hanno debuttato in A2 con particolare successo, o hanno fatto registrare un notevole salto di qualità: Degiovanni (play-guardia ’99, Bolzano); Grattini (play ’01, Marghera); Guarise (play-guardia ’03, S. Martino); Laube (play ’01, Albino); Leonardi (guardia-ala ’02, Ponzano); Nasraoui (ala-pivot ’02, Bolzano); I. Olajide (ala ’00, La Spezia); Pasa (play-guardia ’00, S. Martino); Soglia (pivot ’00, Faenza); Turel (guardia ’02, Udine); Viviani (play ’01, Sarcedo). Fra le “collegiali” di HSBC, quelle con la più alta valutazione media sono state Arado e Ronchi. L’esordiente dell’anno è però Carolina Pappalardo (’96, Nico), con quasi 15 punti e 7 rimbalzi di media, anche se si tratta di una matricola particolare: veniva da due stagioni in Belgio, precedute da altre due nella nostra A1.

Quanto al premio di “giocatrice più migliorata”, lo diamo a Beatrice Olajide (’98, Vicenza), salita da 5 punti e 3,3 rimbalzi a partita dello scorso anno a 13,4 + 8,3, quadruplicando la valutazione media.

TANTI INFORTUNI E UN... CRAC

Ovviamente una stagione incompiuta è maledetta già solo per questo. Ma prima erano stati fin troppi gli infortuni: tra i più gravi ricordiamo quelli di Favento, Gambarini, Mingardo, Paolocci, Moriconi. Sono loro le meno penalizzate dall’annullamento del clou della stagione: non dovranno guardare le altre giocare; ma crediamo che sia una magra consolazione. Nella collezione del peggio del 2019/20, un posto di riguardo spetta al crac dell’Athena Roma: la società capitolina, dopo un mercato arrembante e dichiarate ambizioni, è stata esclusa dal campionato già in novembre, per doppia rinuncia, dopo una spirale di problemi economici, giocatrici in fuga, comunicati rassicuranti del club smentiti dai fatti, e così via.

SFIDE MEMORABILI

Ma vogliamo chiudere su una nota alta: le migliori partite della stagione. La palma assoluta va a Cus Cagliari-Valdarno: 94-91 dopo 4 supplementari (sfiorato il record storico di 5): girandola di azioni rocambolesche, tra errori e canestri, Striulli a quota 38 punti che vince il duello con Bona (27+18 rimbalzi+17 falli subiti). Nella “top 5” del girone Sud anche: Faenza-Campobasso 57-56, con capolavoro di Ballardini sulla sirena dopo aver portato a spasso mezza difesa avversaria; il derby vinto dalla Virtus Cagliari sul Cus, 54-53 con un contropiede di Georgieva allo scadere; due imprese di Umbertide, un garibaldino 89-84 su Faenza alla prima giornata e un 71-66 su Ariano nella sfida decisiva a fine andata per entrare in Coppa Italia. Queste invece le 5 “perle” del girone Nord. Al numero 1 la vittoria di Moncalieri in casa di Alpo, 58-61: big match risolto negli ultimi secondi con il contropiede della staffa da parte di Katshitshi. Poi la stessa Alpo in due volate vincenti: contro Castelnuovo (rimontando da -15) e a Milano; in entrambi i casi risolutrice Vespignani. Infine due maratone al supplementare: Albino su Castelnuovo (75-71) con il duello fra Grudzien e Podrug, 30 e 32 di valutazione; e Mantova corsara a Vicenza (67-71) con la “tripla doppia” di Beatrice Olajide (30 punti, 14 rimbalzi, 11 falli subiti) e quella sfiorata da Monica (21 punti, 10 rimbalzi, 9 falli subiti) che però si è portata a casa la vittoria.

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