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REGINA DI CUORI

PRIMO PIANO di Francesco Velluzzi

UNA GIOCATRICE CHE AMA LA VITA E LE SUE SFACCETTATURE. UNA DONNA CHE AMA LE PERSONE ATTORNO A LEI, IL FUTURO MARITO, LE SUE AMICHE E I BAMBINI DEGLI ASILI NIDO. VERONICA SCHIEPPATI AMA IL BASKET CHE RIESCE A DONARLE TUTTO QUESTO, UNA GRANDE FAMIGLIA

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La regina abdica. E lo fa con un botto: “A giugno 2021 mi sposo”. Veronica Schieppati diventa regina di cuori. Ma di cuori ne infrange tanti. Perché gli ammiratori dell’ala-pivot che ha giocato l’ultima stagione a Carugate non sono mai stati pochi e ora Roberto, ex cestista, da qualche anno più dedito al lavoro nei testi scolastici, ha vinto su tutti. Per anni il tempio dei cestisti e pallavolisti è stato il Ganas di Milano in corso Como e Vero ha sempre guidato il gruppo delle geassine e delle giocatrici che transitano su Milano. Una, due vodka pesca e lemon (“è dolce e non è troppo forte”), risate, racconti fino a tarda notte. Quello è stato lo svago di Vero e tanti sportivi, non calciatori. Ma “certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai”, per dirla con Ligabue che è tanto caro a Veronica, il suo cantautore italiano preferito.

Ma da tempo il Ganas è chiuso, le ragazze del Geas, che sono tanta parte della vita di Vero, si erano spostate all’enoteca di piazza Lega Lombarda. Ma, adesso, causa pandemia, è finito anche quell’appuntamento e Schieppati ha superato brillantemente persino la difficilissima prova della convivenza ai tempi del Coronavirus e quella storia con Roberto si è trasformata da un tanto pensato “Non è tempo per noi, forse non lo sarà mai” a un sì per sempre. Sancito con anello di fidanzamento, il giorno dopo il suo compleanno e alla vigilia di San Valentino, e organizzazione del ricevimento a Fidenza.

IL BASKET

Ma siccome la parte Stranamore ci interessa relativamente, qui dobbiamo raccontare la cestista Veronica Schieppati che il 12 febbraio ne ha fatti 30, ma sarebbe un peccato se non continuasse a giocare. Perché quest’anno a Carugate, sempre da ala grande, stava facendo la differenza pur in una stagione complicata per un club che lavora bene, con gli ingredienti che le ragazze amano: passione, serietà, familiarità, gruppo. Il tecnico Luigi Cesari non è stato bene e per un periodo ha dovuto cedere la panchina al suo vice Matteo Catalfamo (“due ottime persone, entrambe”). Francesca Gambarini, play guardia talentuosa di scuola Geas, ha pagato un altro conto salatissimo con la sfortuna rompendosi il ginocchio, Giulia Maffenini, che in A2 continua a far canestro come poche, ha avuto i suoi guai...

Insomma, prima che la Lega stoppasse tutto e subito, Carugate era al quinto posto. Ma Canova (“un’amica vera, una persona che stimo, pure lei insegna, ma Scienze motorie”) e Schieppati il loro l’avevano fatto. “Ero partita forte, segnando tanto, poi mi sono stabilizzata sui 10 punti a partita di media”, (più oltre 11 rimbalzi e un sontuoso 20,6 di valutazione media, ndr) racconta Veronica che ora ha tutto il tempo per decidere se continuare a giocare. Sarebbe un peccato se non lo facesse visto che di basket vive da 17 anni. Da quando, tardi, a 11-12 anni, ha cominciato a capire che quello era lo sport giusto. “Ne avevo provati tanti. Danza, ginnastica artistica, nuoto, anche pallavolo. Poi sono salita al metro e ottanta, mia mamma Giuliana aveva giocato (suo papà Giorgio ha fatto calcio) allenata da Dante Gurioli. Ho scelto la pallacanestro, non me ne sono pentita”. Ora a 30 anni, e con un lavoro che di sera la porta all’allenamento un po’ stanca, Veronica deve capire se ne vale ancora la pena. “Se continuo può essere ancora a Carugate”. Continuerà perché quando quella è la tua vita, è difficile staccare. E Veronica, che quando ci parli capisci innanzitutto che è una donna che ragiona col cuore, col sentimento e la ragione, non ha mai dimenticato la A1 che fa gola. “Una proposta da Ragusa? Sarebbe folle, vista la lontananza e il lavoro da educatrice che faccio, ma adoro la Sicilia”.

GEAS

La A1 Schieppati l’ha lasciata spontaneamente come tante ragazze che scelgono il minutaggio rispetto alla gloria e al palcoscenico più ambito: “Gioco da quattro, al Geas avevo Brunner davanti, americana fortissima, i miei 10 minuti li facevo, ma vuoi mettere giocarne 40?”. A Carugate era insostituibile e la A2 Veronica l’ha scelta più volte, pure al Geas. “Ho cominciato a casa a Rho, dove sono cresciuta con i miei genitori e mia sorella. Poi a 15 anni sono stata scelta dalla Comense. Mi portavano col pullmino. Vedevo Chicca Macchi, giocare e allenarsi lì. Un esempio, un modello. Facevo cadette e juniores. Poi è arrivato il Geas, Natalino Carzaniga, una persona speciale per tutte noi (che purtroppo non c’è più). È diventata la mia vita. Pensate che non c’è stata una partita in casa in cui dopo non siamo andate a cena tutte assieme, noi giocatrici. E spesso, rientrando da una lunga trasferta in pullman, trovavamo il tempo per farci un bicchiere, così per stare unite anche dopo quella faticosa giornata. Roberto Galli e Cinzia Zanotti, marito e moglie, i due tecnici a cui devo di più. Lì ho ottenuto la promozione dall’A2 e ho fatto 3 stagioni in A1.

Ho sempre giocato da quattro, ma tirando da fuori. Non ho un gran tiro da tre, ma da 2,8, come mi piace dire, sì. Amo l’uno contro uno in velocità. Il Geas è quel che piace a me: una famiglia. È la parola perfetta per descrivere che ambiente sia. Sono cresciuta con Giulia Arturi, che è ancora la capitana. Amicizia vera, fatta di splendide vacanze estive, dappertutto, America e Formentera... Un gruppo inossidabile di cui fanno parte anche Mary Arnaboldi che al Geas ha giocato e Claudia Giunzioni, ex Sanga”. Sanga Milano che Veronica ha “abitato” per una stagione. Della serie non mi faccio mancare nulla. La Lombardia l’ha setacciata: Rho, Comense, Geas, Sanga, Carugate, Costa Masnaga (senza poter giocare per infortunio).

“Ho avuto anche Franz Pinotti. Anche il Sanga è un modello di vita. La differenza è che forse il Geas è più famiglia, mentre al Sanga è centrale il ruolo di una persona, Pinotti. È stata anche quella una bella esperienza”. Come l’unica “avventura” lontana dalla sua Lombardia: “Ho fatto un anno a Castel San Pietro, in Emilia. Bello. Mi allontanavo per la prima volta, è stato utile. Sono arrivata a un raduno con la Nazionale sperimentale (avevo fatto anche qualcosa con le Nazionali giovanili). Ho giocato accanto a una campionessa come Simona Ballardini che si è rivelata anche una super persona. Facemmo una stagione pazzesca, ma in finale per la promozione chi incontriamo? Il mio Geas. E perdiamo”. Vero è tornata alla casa madre. Felice di sentire nuovamente il sudore della sua palestra, di essere accanto a Giulia e alle altre.

GRANDE AMICIZIA CON GIULIA ARTURI. VERONICA E LA CAPITANA DEL GEAS NON SONO SOLO STATE COMPAGNE DI SQUADRA, MA UNA FORTE AMICIZIA LE HA SEMPRE TENUTE LEGATE.

GLI STUDI

Poi il nuovo stacco, per avere più spazio in campo e conciliare col lavoro che è diventato col tempo più importante. Raccontando il Geas, abbiamo più volte spiegato che ogni ragazza ha seguito brillantemente anche il corso di studi. Veronica Schieppati non si è sottratta all’impegno. “Una serata con le amiche sì, il divertimento pure, un bicchiere in più certo, ma mai perdere di vista l’obiettivo”. Vero, che al liceo aveva fatto lo scientifico con indirizzo linguistico, si era buttata sulla facoltà di Lingue per poi scegliere definitivamente Scienze della formazione e diventare educatrice negli asili nido. Un’esperienza giornaliera con i bimbi dai 5 mesi ai tre anni. “Li adoro. Vivrei con i bambini. E quel che dico ovviamente fa pensare che non tardi vorrei diventare mamma. Con loro sto benissimo. Ne sono innamorata. Insegno a Rho, abito ad Arese, dove ho sempre avuto tanti amici. In pochi minuti sono in centro a Rho dove fino a febbraio ho visto i miei bambini. È un’assunzione a tempo indeterminato. Ora cercheremo di capire cosa succede. Spero di riprendere presto”.

Anche col basket? “Vedremo. Mi sono attualmente più concentrata sul lavoro. Ma adoro giocare. Mi dispiace che il nostro movimento continui ad avere problemi, ma ci vorrebbe maggior visibilità, non può non esserci la televisione e anche noi dovremmo fare la nostra parte. Con Cecilia Zandalasini avevamo trovato un personaggio forte. La Nazionale ovviamente deve portare risultati. È un peccato. Ma il basket lo vivo da 17 anni ogni giorno. Il mio compagno lo ha fatto per tanti anni pure lui. Il basket ci piace”. Forse anche più dei tatuaggi.... “Ne ho sei, devo fare il settimo. Perché devono essere dispari. Ovviamente ognuno racconta qualcosa”. Si torna alla Veronica della movida... Ma no. “Ora non riesco a far tardi, neppure la domenica. Il lunedì mattina devo essere dai bambini. Arrivo alla sera, dopo l’allenamento (e a Carugate ne facevamo tre a settimana) stravolta. In questa pandemia ho imparato anche a cucinare. Amo mangiare, amo il pesce e il vino bianco per accompagnarlo, della pizza non potrei fare a meno come del cioccolato fondente puro. Per fortuna non prendo tanti chili. Sono diventata brava a fare la crostata. Mi riesce meglio quella di fichi”.

Poi c’è stato spazio per la lettura: “Gialli e romanzi con qualche intrigo o storia d’amore”. L’amore in cui Veronica crede. “Penso di essere una persona di cuore”. Lo intuisci parlandoci a lungo. “Ammiro le persone che si sanno mettere in gioco, quelle intraprendenti, audaci e decise”. È una chiacchierata che non finirebbe mai. Giocatrice, lavoratrice, donna. La moda è un altro capitolo importante che Schieppati analizza con piacere. “Io vivo praticamente in tuta, perché tra bambini e palestra devo sempre essere comoda. Ma per andare a cena o fare una serata, cerco di valorizzare la femminilità. Sono alta 1,84, ma riesco a stare ancora nella 42. Ve l’ho detto... mangio tanto, ma mi tengo in forma”.

CARUGATE PRIMA DELLA CHIUSURA DEL CAMPIONATO, VERONICA SCHIEPPATI VESTIVA LA MAGLIA DI CARUGATE IN A2 CON UN OTTIMO 4° POSTO A FINE ANDATA

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