
8 minute read
L’IMPRESA DI PRIOLO
from PINK BASKET N.19
by Pink Basket
STORIE di Chiara Borzì
20 ANNI FA PRIOLO SALIVA SUL TETTO D’ITALIA CONQUISTANDO IL SUO SECONDOSCUDETTO A DISCAPITO DI SCHIO. LA SQUADRA GUIDATA DA SANTINO COPPA NON IMMAGINAVA DI COMPIERE UN’IMPRESA CHE SAREBBE RIMASTA NELLA STORIA DEL BASKET FEMMINILE ITALIANO
Advertisement
Una vera impresa sportiva conserva intatto nel tempo un “gusto” particolare, lo conserva per le squadre che la compiono, per i singoli individui che la costruiscono, per le città che se ne fregiano, per lo sport in cui sono compiute. Il sapore dell’impresa migliora con il tempo, un po’ come il vino buono, anche se non passano giorni ma venti anni. Certo, servono anche dinamiche che la rendono memorabile, ed effettivamente il secondo scudetto della storia della Trogylos Priolo, conquistato durante la stagione 1999-2000, ne ha tanti.
A maggio di venti anni fa le bianco-verdi di Santino Coppa rientravano in Sicilia accolte da una folla di tifosi praticamente “calcistica”, animata da una soddisfazione irrefrenabile portata dallo scudetto ottenuto battendo 1-3 il Famila Schio. Un risultato pazzesco, figlio di quattro partite tiratissime ed una serie play-off tuttora leggendaria. È questo uno dei traguardi storici su cui si fonda il mito di Mago Santino, allenatore che semplicemente allenando ha concretizzato successi insperati e regalato a giocatrici, che non hanno rifiutato una pallacanestro di sacrificio, la gioia del massimo risultato. Priolo ha messo in bacheca venti anni fa uno scudetto non preventivato perché all’inizio di quell’annata la società non aveva in programma un campionato di vertice, non ambiva al ruolo di “squadra da battere” ed è lo stesso Coppa ad ammetterlo spiegando: “Avete visto la foto della squadra di quell’anno? Confrontandola con quelle delle nostre avversarie era impossibile immaginare il risultato finale!”
CHI C’ERA IN QUELLA FOTO?
Susanna Bonfiglio, Iris Ferazzoli, Tari Phillips, Silvia Gottardi, Carolina Sánchez, Saška Aleksandrova, Rita La Rosa, Tania Ferrazza, Manuela Monticelli, Murriel Page e Sofia Vinci erano le giocatrici immortalate nella Isab presentata ai nastri di partenza del 74° campionato di serie A e nello staff allenatori sarà facile riconoscere anche il messinese Giustino Altobelli, che proprio con Schio vincerà 9 scudetti in 16 anni.
Erano nomi di atlete non ancora diventate di vertice, ma che sarebbero entrate nella storia superando talenti affermati come Taj McWilliams, Anna Zimerle, Marta Cattani, Odile Santaniello, Catarina Pollini, Lorenza Arnetoli, Nicoletta Caselin, Yamilet Martinez Calderon e Chiara Strazzabosco. “Le nostre due straniere erano l’americana Tari Phillips, riserva proprio di Taj McWilliams ad Orlando, e Murriel Page, “scappata” poi a metà stagione. Per rimpiazzarla è arrivata Tania Seino, cubana come Calderon di Schio. Ferazzoli e Sanchez non erano ancora conosciute, Silvia Gottardi era un talento emergente che era solo al secondo anno in A1, Susanna Bonfiglio avrebbe finito l’anno diventando MVP del Campionato italiano, Sofia Vinci era già Sofia Vinci, mentre Sashka Aleksandrova si era da poco sposata ad Augusta. Io, invece, quell’anno dovevo allenare la Rescifina Messina – confessa Santino Coppa – avevo ricevuto una corte molto importante dalla dirigenza, dovevamo preparare solo il contratto, poi quando la notizia del mio addio è arrivata a Priolo se n’è discusso perfino in Consiglio Comunale e ho dovuto declinare l’offerta. Schio ed anche la Rescifina correvano quell’anno come una Ferrari, mentre noi eravamo una 500”.

SANTINO COPPA LO STORICO ALLENATORE DI PRIOLO, DUE SCUDETTI E UNA COPPA CAMPIONI NELLA SUA BACHECA, È TORNATO IN A1 LA SCORSA STAGIONE CON PALERMO.
UNA CRAVATTA DI SETA PER FIDEL CASTRO
Nella stagione 1999- 2000 arrivava in Sicilia per la prima volta una giocatrice diventata storia per la piazza di Priolo, Tania Seino Barbon. La lunga nata a L’Avana ha vestito la maglia bianco-verde fino all’ultimo anno di vita della società siracusana, nel 2017, scendendo in campo fino in Serie B regionale. Centinaia le sue partite giocate con la Isab poi Trogylos. Con lei nel campionato italiano, come anticipato, giocava anche la connazionale Calderon, fatto che ha creato a Priolo un aneddoto “senza prezzo”! “La Federazione cubana aveva invertito le fatture delle due giocatrici – racconta Santino Coppa – recapitando a noi quella di Calderon e a Schio quella di Seino. Tania riceveva 2 mila dollari al mese mentre l’atleta di Schio 20 mila, fortunatamente l’equivoco venne chiarito ma si possono immaginare le nostre facce nell’attimo in cui aprimmo il documento. La storia dell’arrivo di Seino in Italia ha un altro retroscena interessante. Nel periodo in cui stavamo sperando nel suo arrivo, a Priolo avevamo ricevuto la visita del presidente della Federazione Cubana, in difficoltà con il Governo perché il figlio aveva scelto di scappare in America per giocare in NBA. Un po’ per aiutare il presidente, un po’ per aiutare noi, gli consegnammo una delle cravatte di seta che avevamo realizzato per la nostra dirigenza, sperando potesse arrivare a Fidel Castro...”.
Non sappiamo se la cravatta di seta “Made in Priolo” sia arrivata davvero al dittatore cubano, ma Tania Seino arrivò in Italia. “Lei riuscì a cambiare i nostri equilibri, è stata una grande atleta e un grandissimo difensore, ma – prosegue Santino Coppa - quell’anno la svolta vera è stato l’addio di Murriel Page. Ragazza introversa, era arrivata a Priolo con la compagna che però non l’aveva più seguita di ritorno dalla vacanze di Natale. Page non ha retto e la mattina che precedeva la gara di campionato contro Schio Giustino Altobelli aveva trovato un biglietto sulla sua macchina dove la giocatrice ci comunicava d’essere andata via. Era scappata. “Giustino, questa è la nostra salvezza” gli dissi “ci vediamo fra un’ora al palazzetto per fare allenamento”. A metà stagione perdere una straniera è ovviamente preoccupante, ma quel pomeriggio abbiamo comunque battuto Schio. Noi che eravamo un po’ come la mia Palermo di oggi. Per la prima volta la 500 superava la Ferrari.
PRIOLO SPAZZA VIA LE CUGINE DELLA RESCIFINA MESSINA
Al termine della regular season 2019-2020 la Isab è sesta classifica, obbligata a sfidare la terza forza del campionato, cioè la siciliana Rescifina Messina. Coppa, che era stato corteggiato dalle peloritane, “ringrazia” eliminando 0 a 2 una delle tre squadre migliori del campionato, posizionatasi solo alle spalle di Cerve Parma e Pool Comense. “Abbiamo vinto da loro di un punto con un canestro allo scadere di Tari Phillips e poi con 20 punti di scarto in casa nostra. Era già quella una partita irripetibile e un’impresa che non ha avuto repliche, da sesti eliminavamo la terza classificata e ci preparavamo ad affrontare La Spezia. Le ligure, settime alle spalle di Priolo riescono ad eliminare Parma 0-2, ma sono costrette a subire lo stesso risultato in Semifinale dalla Isab. Schio supera Treviglio (2-0) e Como (0-2), ma per le ragazze di Aldo Corno l’incantesimo si ferma definitivamente a gara 4 contro le siciliane.

COSA SERVE PER RIPETERSI?
“Serve lavorare con costanza per almeno 3 anni disponendo di un budget normale. La storia si costruisce giorno dopo giorno, solo le persone che conoscono le realtà in cui abbiamo lavorato possono capire che significa. Personalmente primo e secondo scudetto avevano differenze importanti. Il primo scudetto è stato di grande coinvolgimento. La finale si giocò a Ragusa perché Priolo non aveva un palazzetto capiente a sufficienza. Siamo arrivati davanti al PalaZama (PalaPadua) un’ora e mezza prima e c’era tutto il piazzale pieno, non erano tifosi in attesa di entrare ma quelli rimasti fuori. È stato un bagno di folla incredibile di priolesi e ragusani appassionati di pallacanestro. A differenza del secondo scudetto, nella serie finale contro Milano (1988-89), ero ancora un allenatore incosciente e non mi rendevo conto dei risultati che ottenevamo. Undici anni dopo battere Schio alla quarta è stato un risultato enorme. Non ci sono paragoni in particolare sulla differenza di capitali e di atlete che avevamo a disposizione. Tutte le giocatrici che hanno vinto nel 2000 sono frutto del lavoro fatto insieme in palestra. Chiamarmi “Mago Santino” non è corretto, non sono mago, ma allenatore. Anche Gottardi è venuta a Priolo dalla A2 ed è arrivata a fare 38 punti in Coppa Ronchetti”.

CAMPIONESSE D’ITALIA DA SX: PHILLIPS, VINCI, ALEKSANDROVA, TIRALONGO, SEINO, BONFIGLIO, LA ROSA, SANCHEZ, MONTICELLI, GOTTARDI, FERAZZOLI.
LA ISAB DEL “NUOVO millennio”, UN GRUPPO USCITO ALLA DISTANZA
“Non era un anno facile. Il gruppo è venuto fuori alla distanza e si è rivelato vincente anche perché Santino ti spinge fin al massimo in cui puoi arrivare”. A spiegare i retroscena da giocatrice è Susanna Bonfiglio, stella di Priolo, ex Azzurra ed ex WNBA, crescendo proprio con il basket di Coppa. “Certo non è mancata un po’ di fortuna, ma anche la capacità di dare il meglio insieme nei momenti di difficoltà. Avevamo chiuso la stagione regolare da seste, per cui abbiamo giocato diverse “belle”, partite da dentro o fuori. Avevamo in squadra gente che giocava benissimo e che giocava meno bene, dovevamo sopportarci e supportarci. È stata dura – ammette Bonfiglio – solo dopo tanti anni riconosci il valore di quel titolo ed effettivamente è stata un’impresa storica pensando a chi avevamo di fronte”.
TUTTE BATTAGLIE!
“Non avevamo giocato un gran campionato, non eravamo noi la squadra da battere, ma quando vinci ci prendi gusto e non essendo squadra blasonata senti meno la pressione. Eravamo sul pezzo, le partite erano preparate benissimo. Passi il primo turno contro Messina (serie durissima), poi batti La Spezia con Andrade che non le mandava a dire. Giocare ogni 3 giorni voleva dire allenarsi poco, ma il nostro staff allenatori ci aveva messo nelle condizioni di arrivare alle partite comunque fresche fisicamente e mentalmente. Di quei giorni solo adesso ho dei bei ricordi – ride Susanna Bonfiglio - ma è stata durissima! L’1-3 con cui abbiamo vinto contro Schio sembra una passeggiata, ma non lo è stato affatto. Nei momenti che contavano giocavamo in cinque, ma tutte hanno dato un contributo in quella serie.
Penso a Rita La Rosa che ha fatto la differenza con una bomba dall’angolo. Solo con il lavoro una squadra piccola può fare un grande risultato. Ti crei un gruppo di gente di cui ti fidi, che giocano per la maglia e non per i soldi, magari rinunci a qualche soldo, ma scegli un allenatore che sa tirare fuori il meglio di te. A Priolo ti beccavi qualche urlo, ma era un posto in cui riuscivi a migliorare”. L’Isab Priolo del 1999-2000 è un po’ come Lucca nella stagione 2016-2017, ma nessuna siciliana ha ancora raccolto questo testimone. Ricorrono quest’anno, insieme al ventennale dello scudetto, anche i 50 anni di attività di Coppa come allenatore. Lui che di “sesta piazza” se ne intende, confessa: “Con Palermo avremmo potuto arrivarci se il campionato fosse in continuato...”.