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La parola ai pizzaioli

Quali sono le pizze più richieste?

La croccante. Abbiamo iniziato questa sfida un anno fa: morbida all’interno, con superfice e base croccanti. I primi giorni ne facevamo 7-8 al giorno, oggi 400 tra qui, Roma e Pozzuoli. È una pizza tonda a sei spicchi, condita con abbinamenti molto golosi, come prosciutto, patate e provola. Ma non il classico prosciutto: la spalla cotta di Stefano Bertella, un maiale che dorme rilassatissimo. Stefano fa cento cotti all’anno? Io li compro tutti. Semplice, ma di qualità ed efficace.

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Seguite la stagionalità?

Assolutamente sì. Ogni inverno, estate, autunno e primavera cambiamo il menù. Quello che la terra ci dà, quello usiamo. L’unico prodotto in scatola è il pomodoro.

Scegli una pizza da propormi e spiegami com’è fatta.

Una “Quattro casi campani”: c’è dietro una grande ricerca. È una Quattro formaggi rivisitata. Un tempo si comprava la scatoletta di cremina dal sapore di formaggino e si metteva sopra: orribile! Già otto anni fa ho pensato di rivederla: abbiamo formaggi campani buonissimi, usiamoli, no?

È fatta così: crema di pecorino Carmasciano, un caciocavallo podolico dolce e un provolone del Monaco sapido grattugiati e miscelati, fior di latte e messa in forno; crumble di multicereali e, all’uscita, un blu di bufala, una specie di Gorgonzola campano. Per sgrassare, ho dato acidità con un pomodorino semi dry e freschezza con olio al sedano. Semplice, ricercata, ma soprattutto campana.

Consigliami un/ una professionista e dimmi perché proprio lui/lei

Frank Cavaliere. È molto spinto, anche mediaticamente si propone tanto e sa quello che fa.

Non ha ancora la sua pizzeria ma ritengo lui faccia un grande prodotto e il giorno in cui aprirà un suo locale potrà fare grandissime cose.

Forno con alimentazione elettrica, dalle dimensioni contenute, concepito per la cottura di 1 o 2 pizze da 33 cm.

Qual è la tua storia professionale?

È iniziato tutto un po’ per gioco. Nel 2018 mi trovavo a Londra e lavoravo come cameriere; un giorno il pizzaiolo non c’era e così mi misi io dietro al banco. Non sapevo fare nulla, nemmeno tenere in mano la pala. Tornato a Napoli, ho ricevuto una chiamata dalla famiglia Vuolo, una famiglia di pizzaioli veraci che fanno la vera pizza napoletana. C’era un posto libero per me a Trani. Sapevo fare pochissimo e ho iniziato facendo il fornaio. Era un po’ pesante. Poi ho avuto una piccola esperienza con Claudio Abate di “Officina Napoletana” e sono stato tre anni al “Rusticotto”: da lì, un’esplosione totale. Tutto bello. Auguro a tutti i ragazzi che vogliono imparare di avere un percorso come l’ho avuto io. Sai, non è facile trovare chi ti insegna e ti dà tutto. È una cosa che arriva passo dopo passo ma, prima o poi, arriva. Io all’inizio ho fatto figuracce a non finire, soprattutto con le paste idratate: pizze attaccate sul banco che non ti dico. Poi crei il tuo metodo e risulta tutto più semplice, ti viene automatico.

Nome: Frank Cavaliere

Forno elettrico a due camere concepito per la cottura di pizze e pinsa, in teglia e a pala.

VULKANOS

Forni tradizionali costruiti in materiale refrattario di alto spessore. Disponibile in varie dimensioni e nella versione a legna o con bruciatore a gas.

VULKAN

Quindi non hai fatto alcuna scuola di formazione…

No, zero, però è sbagliato. Vorrei fare un corso di aggiornamento, è importante soprattutto per le nuove tecniche. Ci sto pensando ma, ora come ora, non ho il tempo di fare nulla. Bisogna mettere Il “segnalato”

Forni a tunnel con tappeto di cottura in refrattario. Montato su ruote e configurabile per ogni esigenza. Disponibile anche con tecnologia Industria 4.0.

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