1 minute read

4.3.11 Mario Merz ………………………………………... pag

4.3.11 MARIO MERZ Numeri, ma con un grande significato evidente, sono quelli utilizzati da Mario Merz (1925/2003), che a partire dagli ‘70 concentrerà il suo lavoro manifestando la sua passione per la sequenza Fibonacci. Esponente di spicco dell’Arte povera, esporrà la prima volta insieme all'intera compagine degli artisti “diretta” da Germano Celant a Genova nel 1967 alla galleria La Bertesca. Alla fine degli anni ‘60 Mertz leggerà il testo di Leonardo Fibonacci “Liber abbaci “ e da quel momento le sue opere acquisiranno quella speciale aurea di magia data dalla sequenza aurea espressa in tantissimi suoi dipinti, installazioni e igloo. La esibizione della aurea sequenza fu per Mertz come una esortazione a prendere atto e poi cura dei processi di crescita del mondo naturale, nella considerazione della sua continua trasformazione ed evoluzione a cui è condizionato. I numeri di Fibonacci sono la manifestazione di questa continua trasformazione “formulata” dalle stesse Leggi superiori che la magica sequenza svela. Una successione infinita che coinvolge l'energia insita in ogni forma vivente, simbolo di progresso armonioso della Natura, dell’Uomo e dell’Arte, simbolo per Merz della stessa idea di Vita tesa all’infinito. Tra le tantissime opere realizzate da Merz sono da segnalare quelle che hanno coinvolto i paesaggi urbani di tante città. Tra tutte Torino, dove la cupola della sua Mole Antonelliana è solcata dal 1988 da una linea perpetua riproducente i primi numeri della sequenza aurea; dal 2000 la torre fu illuminata da una luce al neon rossa che la innalza al cielo fino a condurla all’infinito. L’installazione si intitola “Il Volo dei numeri”, quelli speciali, i sapienti numeri detentori del mistero che vogliono svelare.

Fig. 40 M.Merz, Volo dei numeri, 1988, Torino

Advertisement

This article is from: