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5.3.1 Linguaggio ad Arte ……………………………….. pag
from DO i NUMERI tra Arte e Matematica - Tesi di laurea di Tiziana Pavone in Net Art e Culture Digitali
by poianissima
Fig. 10 UBUNTU!!! Siamo tutti della stessa Umanità
5.3.1 LINGUAGGIO AD ARTE Ovviamente, più che ovviamente, l’algebra booleana da quando ha fatto il suo ingresso nella vita delle persone, prima in quella dei militari e poi in quella di tutti noi, ha apportato, sconvolgendola, cambiamenti dettati dalla matematica. Zero e uno governano ora le nostre vite, più o meno consapevolmente, in ogni suo aspetto..forse anche quello della sfera intima, chissà!? Pitagora più che mai prima d’ora potrebbe ben dire, tutto è numero! ..e siamo solo agli inizi della comprensione, e sono solo due i numeri portatori del cambiamento. Con la spinta propulsiva a cui è sottoposto oggi il mondo, non è escluso che, a breve, la matematica ci sottoporrà ad altre sue fantasmatiche evidenze, dimostrando ancor di più di essere la trama dell’esistenza del tutto. Nuove scoperte ci costringeranno a nuovi cambiamenti penetrando nel profondo del nostro essere, anch’esso in cambiamento. Saremo ancora umani? Intanto, si può dire che siamo già numeri, o così veniamo considerati da chi detiene il potere sociale ed economico. Un numero per i documenti identificativi, un numero per essere rintracciati, un numero per le statistiche, un numero per trasferire i nostri dati e averi. Codici e numeri!!! Sarà che comincio ad avere una certa età, per cui prendo le cose con molta più leggerezza rispetto ad un tempo, per cui non mi affanno ed osservo ciò che avviene intorno e dentro me,
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senza avere paura, senza resistenze, anche se non “farete di me quello che volete!” fintanto che avrò una testa ed un cuore che mi guida in questo tumulto di cambiamenti. Lavoreranno per noi le macchine a cui abbiamo dato facoltà di fare e decidere al nostro posto facendo si che l’intelligenza artificiale (AI) sarà sempre più presente nelle nostre vite, considerando che ciò sarebbe cosa buona se fosse al servizio dell’uomo. Per ora, sembra arricchire chi detiene il potere decisionale ed economico, mentre l’uomo comune non sta migliorando la sua condizione di vita. Anzi, secondo me, la velocità che accompagna ogni nostro passo, ci ha resi più vulnerabili, più sfruttati nel lavoro, più stanchi e stressati, meno propensi all’ascolto e alla meraviglia dell’Altro e del Mondo intorno. Come bozzoli separati navighiamo, meglio dire galleggiamo, in questo magma di informazioni, di dati, di esibizione, di spasmodica ricerca di approvazione, di ansia di piacere. Non siamo messi bene. Forse non siamo pronti. L’ho già scritto, ma ribadisco: andiamo su Marte, ma emozionalmente siamo rimasti a come eravamo millenni fa. Questa contraddizione si manifesta quotidianamente con conseguenze tragiche e dolorose, e non ci abbandonerà finché non saremo in grado di considerarci un numero come gli altri, un uomo come gli altri, coi suoi limiti ed i suoi talenti e la sua “proprietà” di guardare all’infinito. Il viaggio continua, io ci sono, come tutti, osservando, criticando e cercando il giusto posto dove collocare i valori che considero irrinunciabili per ogni essere sulla Terra: giustizia, libertà, rispetto reciproco, che sono i mattoni fondamentali per un essere umano degno di questo nome. Ubuntu insegna! Osservando e partecipando, ricordando la scoperta di Pitagora dell’esistenza degli irrazionali, i numeri e tutte le cose e persone, per conoscere le quali la ragione non è sufficiente. Nemmeno un algoritmo, che si esprime per formule matematiche, potrà conoscere (anche Turing docet!) questa parte fondamentale di noi e del mondo, mentre la tecnologia avanza imperante e la logica spinge la capacità umana ad esprimere una soluzione matematica ad ogni problema reale. Possiamo solo sperare che vengano contemplati anche i problemi propri del fragile creativo umano! Certo è che l’uomo si è dotato di uno strumento che permette l’estensione della sua mente, mentre finora tutte le scoperte avevano prodotto estensioni del corpo (la ruota, il pennello, le lenti, il treno, l’automobile,...). Ora, armati di nuove protesi, di nuovi strumenti per comunicare, per condividere, per essere protagonisti del mondo, computer, cellulari, tablet, abbiamo un nuovo “cervello”e siamo potenzialmente aperti a sempre nuove possibilità. A partire dagli anni ‘50 attraverso il computer ed il linguaggio formale dei codici digitali, la mente umana è stata stimolata a pensare nuove idee, visualizzare nuovi processi e inventare esperienze e nuovi livelli di partecipazione. Ma anche l’incontrario è stato ed è possibile, dipendendo dall’uso che si fa dello strumento che si usa o che ci usa. Il dubbio è bruciante, li stiamo usando ed useremo per il bene dell’Umanità? Questo è il problema. Per ora, credo, che la maggioranza delle persone siano usate, non tanto dalla macchina, ma dalle incontrollabili risvolti che questa presenta ad ogni suo accrescimento di possibilità. Tant’è che la macchina che conosciamo tutti soddisfa oltre al bisogno della conoscenza anche quello che molti umani, più o meno nevroticamente interessati, hanno del controllo; ed i detentori del potere ben conoscono tutti i sistemi atti a soddisfare l’impulso di dominare la vita degli altri. E tutto avviene in maniera subdola, escogitando sistemi che spacciano il
controllo per la libertà. Sono logiche perverse agite e subite, dipendenti da troppi fattori che insieme incrementano il livello già altissimo di complessità della nostra società. L’algoritmo fa il suo ingresso nel mondo dell’Arte come in quello della vita quotidiana e mi balena un pensiero: gli algoritmi viaggiano senza le coordinate proprie della nostra vita: lo spazio ed il tempo. Non occupano spazio, o qualche millesimo di superficie di una tavoletta di silicio, e non hanno tempo, esistono da sempre ed esisteranno come soluzione a problemi che l’uomo si pone e porrà.
“Nell’era della meccanica, avevamo operato un’estensione del nostro corpo in senso spaziale. Oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico dell’elettricità, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale che, almeno per quanto concerne il nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo spazio”. (10)
La vita dell’uomo si è basata, a ben pensarci, sulla risoluzione di problemi risolti con l’applicazione di un ragionamento logico, un algoritmo, seppur analogico: avere un problema, cercare una soluzione tentando una strada e, se non va bene, passare ad un’altra per trovarla. Sono dei passi logici il cui obiettivo è giungere alla risoluzione del problema! (11) Esempio pratico: ho il problema di aprire un lucchetto e devo trovare in un mazzo di chiavi quella giusta per aprirlo: 1. Scelgo una chiave del mazzo e la marco con un pennarello; 2. Provo ad aprire il lucchetto con la chiave appena marcata; se funziona, vado al passo 4; 3. Se non funziona, vado avanti a controllare la chiave successiva e: 3.1 Se non è marcata, la marco e torno al passo 2; 3.2 Se verifico che nessuna chiave del mazzo è idonea, notifico la sua non esistenza; 4. Fine della ricerca.
Passo dopo passo arrivo alla soluzione del problema, al pari di un algoritmo matematico che svolge la stessa procedura con istruzioni in grado di essere comprese dalla macchina e nel rispetto delle seguenti regole: i passi devono essere elementari, cioè non possono essere ulteriormente divisibili; i passi dell’algoritmo non possono essere interpretati in altri modi; i passi sono specifici e richiedono in ingresso soltanto una determinata quantità di dati; l’esecuzione dell’algoritmo deve terminare entro un certo periodo di tempo; l’esecuzione dell’algoritmo deve portare ad un risultato univoco; ogni passo dell’algoritmo deve essere ben stabilito.
Algoritmo: una sequenza finita e ordinata di operazioni elementari e non ambigue che permettono di risolvere, in maniera deterministica, un problema in tempo finito, ovvero l’algoritmo ha un termine. (12)
E’ una procedura, quindi, senza spazio e senza tempo, utilizzata dalla notte dei tempi ed ora in uno ambiente microscopico può raggiungere lo spazio più ampio conosciuto, alla ricerca di un suo preciso risultato che ne determina il suo compimento.