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cap.5 - Era digitale ……………………………………………………………….... pag
from DO i NUMERI tra Arte e Matematica - Tesi di laurea di Tiziana Pavone in Net Art e Culture Digitali
by poianissima
CAPITOLO 5 ERA DIGITALE
Siamo nel futuro! Siamo immersi in una perpetua transizione a volte confusi e storditi, a volte sorprendentemente strabiliati nel constatare le infinite possibilità che ci sono offerte dal nuovo che avanza ed impera in ogni singola attività in cui siamo coinvolti: il nuovo mondo digitalizzato. Certo non è la prima volta che l’Umanità è implicata in un cambiamento di paradigma, di stili di vita e di visione, ma con la rivoluzione digitale il mondo corre, tutto è amplificato, tutto è immerso in una evoluzione velocissima che ci coinvolge e a cui partecipiamo con o senza consapevolezza. Le ricerche e le conquiste matematiche-scientifiche degli ultimi due secoli hanno dato impulsi straordinari poggiando, secolo dopo secolo, sulle spalle, sempre più numerose e forti, dei giganti che si sono succeduti, fino a giungere all’esplosione del nuovo mondo in cui viviamo, dove la scienza e la tecnologia dominano la nostra vita in tutte le sue espressioni ed il nostro sguardo inevitabilmente subisce le modifiche necessarie per comprenderne il senso e per esserne partecipi, pena soccombere ad esse. Chi è nato e vissuto dalla metà del secolo passato sa bene che anno dopo anno l’Umanità, con una velocità impressionante, è stata soggetta a cambiamenti, alcuni dei quali inimmaginabili fino a qualche anno prima o presenti solo nei sogni dei pionieri. Scambiare lettere con un click, parlare a distanza con un amico potendo vedere anche il suo volto, viaggiare in ogni capo del mondo sia fisicamente che virtualmente, ascoltare ogni tipo di musica, avere la propria azienda installata nella propria casa, diffondere facilmente la propria opinione, soprattutto le proprie immagini. Viviamo, in ogni latitudine del pianeta, nel vortice della rivoluzione digitale che prepotentemente è sempre di più parte integrante della nostra vita in tutti i suoi comparti e che sarà sempre più in grado di influenzare, fino a cambiare radicalmente, la vita delle persone ed il senso che a questa si da. E’ cambiato tutto: il nostro modo di relazionarci, di lavorare, di comunicare, di divertirci ed anche di pensare. E’ cambiato il nostro status per ritrovarci cittadini digitali, numeri, bit, dati. Le rivoluzioni hanno sempre determinato uno spostamento sostanziale della posizione dell’uomo nel mondo conosciuto a cui egli si è dovuto, non senza traumi, adattare. La prima rivoluzione recente nella storia dell’Umanità è stata sicuramente quella copernicana enunciata da Niccolò Copernico. La visione del mondo che egli prospettò ed enunciò fece perdere alla Terra la sua qualità fino a quel momento indiscussa di essere il centro del mondo. La visione tolemaica, quella precedente espressa da Claudio Tolomeo (100/175 circa), anch’egli matematico astronomo operante ad Alessandria d’Egitto, era rimasta inalterata per oltre 2000 anni. Dalle nuove conoscenze, determinate dalla scienza delle stelle, l’astronomia, figlia della Matematica, ed attraverso sempre più aperture verso nuovi orizzonti e possibilità determinate dalle scoperte scientifiche, l’uomo avanzava nel suo cammino nella sua nuova posizione assunta nel mondo.
Ora sappiamo di essere formichine, al confine di una galassia, la Via Lattea, che possiamo dire con certezza essere una delle tante tra le migliaia esistenti nell’Universo. Siamo in un sistema chiuso detto solare e, come gli altri pianeti che ne fanno parte, giriamo all’infinito intorno alla stella che ci da vita e sostanza con la sua luce ed il suo calore. Quindi, non eravamo più il centro del mondo, ma pensavamo di essere il centro della nostra casa bellissima, la Natura; ma Darwin, (1809/1882), ci frustrò ulteriormente e convinse ampiamente che ci sbagliavamo. Aumentando la condizione angosciosa di chi non sa più chi è e cosa è in grado di padroneggiare, è arrivato Freud, a dirci che non siamo nemmeno padroni della nostra esclusiva mente. E a metà del secolo scorso, l’Umanità fu nuovamente scossa da un altro grande cambiamento, che spostò ulteriormente la posizione dell’uomo nel mondo. Fu la progettazione e realizzazione della macchina logica universale da parte del matematico inglese Alan Turing, supportato dalle spalle di Giganti del passato e del futuro che oggi è già presente, che rende noi oggi informazioni al pari di altre, dandoci certezza di non essere più gli unici esseri in grado di crearle, produrle, gestirle e tramandarle. Basti pensare che oggi il 95% delle informazioni messe in campo durante l'intera Storia umana, sono native degli ultimi 30 anni. (1) Se pensiamo a come dall’inizio della Storia, l’Uomo, di qualsiasi popolo e di ogni latitudine, ha sentito il bisogno di lasciare suoi segni, registrando così i fatti per un loro utilizzo futuro, (e pensiamo anche ai documenti preziosissimi andati persi nei millenni), oggi questa necessità, che non so si possa più ritenersi tale, si è trasformata in un'ossessione di produzione, di manifestazione di sé, non per la conoscenza, ma per sopire la “paura di non essere”. Forse, proprio perché l’Uomo non sa più chi è e non conosce ancora il nuovo ruolo che ricopre in questo mondo trasformato, le informazioni che da, riceve e/o si generano senza il suo intervento, hanno perso l’originario obiettivo di tramandare, per assumere quello di esibire, di mostrare la propria esistenza (per scacciare la paura). Le informazioni sono tante, continue, spesso inutili, se non dannose e false, fino a correre il rischio di rimanerne sepolti asfissiati se non si ha la capacità di scegliere ciò che veramente può condurre verso un maggiore benessere diffuso ed alla conoscenza vera di e per noi. Ora il dubbio umano non è più “to be or not to be” ma “to be on-line or off-line”, e la domanda che oggi l’uomo si pone è in attesa di una risposta-bisogno di verità dipendente dall'essere o meno connesso con altri simili. Ciò per non sentirsi solo, non visto, non percepito, non esistente. Sono vivo se sono connesso, sennò non esisto. Se ricevo più “like” la mia vita vale anche di più. Se esisto per l’altro, esisto di più. Saremo anche dati, oltre che carne e pensiero, ma certo è che questa nuova condizione e triste visione che l’accompagna, che già non è più tale in quanto sorpassata dalla realtà di oggi, deve fare i conti con quello che l’uomo è nella sua totalità, con la sua esperienza, le sue emozioni, la sua sensibilità, soprattutto il suo desiderio. L’uomo è cresciuto tecnologicamente tanto da avere una infinità di sue estensioni, a partire dagli occhiali fino alle protesi di arti, dalle macchine di ogni tipo per semplificare il suo lavoro a sistemi per migliorare le sue condizioni fisiche, (con una medicina evoluta), fino ad avere un cervello altro (il computer) che può fare tutto in sue veci. Ma favorire la vita per esser vissuta più compiutamente è anche, soprattutto, non trascurare ciò che riguarda la sfera mentale e psicologica dell’essere umano. Siamo stati capaci di andare sulla Luna, ma ogni giorno vengono uccise ancora troppe donne perché l’uomo si ritiene ancora il suo padrone.
La rivoluzione digitale non tratta queste tematiche pur dominando la nostra vita, e l’uomo sa che se vuole diventare migliore e consapevole non può trascurare il suo aspetto pulsionale e vitale anch’esso in posizione di dominio. Lo scontro ognuno lo vive dentro di sé ed ognuno lo risolve con le armi che conosce, quasi sempre quelle radicate dentro le ancestrali profondità che sembrano non conoscere l’evoluzione e le conoscenze acquisite. L’uomo è lento e non ama il nuovo. Vive la transizione come un trauma capace di scardinarlo nelle sue presunte certezze, e i tanti anelati cambiamenti per uno, sono incubi a cui sottrarsi per altri. Le rivoluzioni non sono passeggiate, tanto più se si fanno insieme. Ma se la nostra vita è un algoritmo creato da non si sa chi, penso dalla nostra stessa evoluzione, siamo stati programmati per respirare, mangiare, dormire durante il lasso di tempo che separa il momento della nascita da quello della morte. Il nostro programmatore ora, come sempre, deve contemplare anche gli aspetti della vita che non riguardano solo la questione biologica, ma anche quelli che vanno ben oltre, dove la logica di un computer (vero-falso) non è sufficiente a dare risposte esaustive per una vita tesa alla pienezza ed al superamento dei propri limiti, dei propri conflitti anche interiori. Come è cambiato l’Uomo nel passaggio da una vita nomade a quella di agricoltore stanziale? E quando un cerchio è stato trasformato in una ruota? E quando si è scoperto lo zero ed adottato il sistema decimale? E com’è cambiata la sua vita quando, prima ha scoperto, grazie a Copernico, e poi ha visto, grazie a Galileo, che la Terra girava intorno al Sole e la Luna intorno alla Terra? Com’è cambiata la vita dell’uomo con l’introduzione della stampa, quando la conoscenza è stata dotata del suo primo strumento di riproduzione e quindi diffusione? E l’Uomo come ha reagito al cambiamento della sua vita dopo l’avvento della rivoluzione industriale che ha portato all’uso di macchine a vapore con le città che pian piano si illuminavano grazie alla scoperta dell’energia elettrica? E l'invenzione del telegrafo, del fonografo, della radio, delle automobili, della televisione,.. fino a quella del cervello elettronico, come hanno inciso nelle nostre vite? Abbiamo sempre vissuto in una perenne transizione provocata dalle continue scoperte dell’uomo, ma questa in cui siamo immersi o da cui ci si sente investiti porta con sé, oltre che maggiori possibilità anche inquietanti risvolti. Da società industriale, dove l’attività centrale fondamentale era la produzione in serie di merci, siamo passati alla società della informazione, dove l’attività principale è la gestione delle informazioni, intese non come conoscenze utili al benessere dell’uomo, ma come dati infiniti da gestire, processare, utilizzare, vendere. Chi ha in mano il potere del sistema, sempre capitalistico seppur anch’esso trasformato nella “sostanza” di cosa lo genera, ha ora nelle sue mani un nuovo capitale per ricavarne ricchezza e controllo sociale. Infatti ora tutti i dati, qualsiasi sia la loro natura, sono riconducibili alle stesse tracce digitali 0 e 1, per cui ogni nostra attività, sociale o personale, genera informazioni, che possono essere conservate, analizzate ed utilizzate allo scopo, si, di incrementare la ricchezza economica, ma anche e soprattutto di dare la possibilità di sorvegliare, controllare e gestire tutti i processi sociali, economici, … anche ludici. Il codice binario è lo stesso, per cui tutti i dati sono in grado di generare, per chi li detiene, possibilità di arricchimento e di manipolazione di chi li fornisce più o meno consapevolmente. Il bisogno e la volontà da parte dell’Uomo di conoscere per essere protagonista del suo mondo, troppo spesso anche il suo padrone, ha generato anche risultati nefasti, che mettono a rischio la sua stessa permanenza nel mondo. Penso ai nemmeno più attuali accertati rischi