Numero 11 - 2016

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POLVERE DI STELLE RIVISTA DI ASTRONOMIA, RADIOASTRONOMIA E CQ CQ N°11—2016

ASTRONOMIA IN PILLOLE “38 anni di Voyager”

RUBRICA ASTRONOMICA “Viaggio al centro della Terra”

RADIO ASTRONOMIA

“Le tempeste magnetiche di Giove”

UFOLOGIA

CINEMA FANTASCIENZA

“Marcia funebre dell’u- “2001: Odissea nello Spazio” fologia”

CQ CQ “Le VHF ”


editoriale a cura di Polvere di Stelle Blog nasce nel 2013 da un’idea di Francesca Abate, blogger e appassionata di astronomia e ufologia. L’anno seguente viene creato anche il Forum sulla piattaforma Freeforumzone e un gruppo Facebook. Con il tempo il blog si arricchisce di contenuti, dedicando anche la rubrica del CQ Cq, curata dal moderatore del gruppo Fb, Daniele Giaccari. Il 2015 segna l’inizio degli eventi di natura astronomica sul territorio di Roma in collaborazione con l’astrofisico Prof. Fabrizio Albani, con Accademia delle Stelle in qualità del Prof. Paolo Colona e con i membri dell’Osservatorio Astronomico di Gorga e l’Associazione Culturale Vega. Nel 2016 nasce finalmente il progetto editoriale “Polvere di Stelle”, una rivista digitale e gratuita dedicata all’astronomia, all’astrofotografia, al CQ CQ e all’ufologia, affrontata però con il giusto spirito critico e razionale, una visione che va controcorrente rispetto al sensazionalismo tipico di molti ambienti ufologici nazionali e internazionali. Francesca Abate

Astronomia

Radio Astronomia

CQ CQ

Blog

Fabio Mortari Francesca Abate Giovanni Lorusso

Giovanni Lorusso

Daniele Giaccari

http:// polveredistelleunosguardoalcielo.blogspot.com

Ufologia

Astrofotografia

Eventi

Cinema Fantascienza

Francesca Abate Alessandro Novelli Tiziano Farinacci

Fabio Mortari Daniele Impellizzeri

Francesca Abate

Hal 9000

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sommario 04

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17 07

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LE VHF

04 di Daniele Giaccari

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

07 di Francesca Abate

38 ANNI DI VOYAGER

25 di Francesca Abate

MARCIA FUNEBRE DELL’UFOLOGIA

13 di Alessandro Novelli (Italian Research)

LE TEMPESTE MAGNETICHE DI GIOVE

17 di Giovanni Lorusso

CINEMA FANTASCIENZA

34 di Hal 9000

EVENTI

41 di Francesca Abate 3


CQ CQ — RADIOAMATORI

Le VHF di Daniele Giaccari

Le VHF, dall'inglese "Very High Frequency" (frequenza molto alta), sono onde radio comprese tra 30 e 300 MHz, corrispondenti alla lunghezza d'onda tra 10 metri ed 1 metro. 4


CQ CQ—RADIOAMATORI

Queste frequenze si propagano in modo analogo alle onde luminose, cioè per linea diretta oppure riflessa dal terreno. Sono onde radio, che hanno principalmente "portata ottica" e sono dunque sensibili agli ostacoli e all'orografia del territorio. Grazie all'elevato valore di frequenza, le onde non vengono riflesse dalla ionosfera e consentono quindi anche le trasmissioni via satellite. A volte invece, l'azione della troposfera (scattering troposferico), consente di raggiungere punti che non sono a visibilità ottica. Però la parte "bassa" delle VHF, cioè quella che va dai 30 ai 60/80 MHz, funziona un po' in modo diverso. Su queste frequenze infatti, la propagazione si comporta come una via di mezzo tra le HF e le VHF. Spesso, durante il periodo che va dalla primavera inoltrata a fine estate, ci si può imbattere in "aperture", le quali fanno in modo che i segnali, abbiano portata internazionale ed intercontinentale.

Ad esempio, una delle fette (ce ne sono due...) di frequenze destinate ai radioamatori, che va dai 50 ai 51 MHz (in Italia) ed è chiamata anche "Banda dei 6 metri" (per via della lunghezza d'onda), è stata soprannominata "Magic Band", cioè "Banda Magica", proprio a causa del fatto che durante la primavera e l'estate, permette di fare collegamenti anche a carattere intercontinentale, mentre durante il resto dell'anno, è al 99,9% una banda "chiusa", quindi inutilizzabile. Sulle VHF, la maggior parte delle comunicazioni, sono di tipo 5


CQ CQ—RADIOAMATORI qui infatti tra- 200 MHz, dunque nella parte alsmettono le Forze dell'Ordine, la ta della banda. Protezione Civile, Istituti di VigiEcco, questa è una veloce lanza, ecc… "panoramica" delle VHF. Molti Si trovano pure le radiocomuni- argomenti, saranno poi approcazioni marine, quelle aeronau- fonditi nei post futuri!!! tiche civili ed alcuni satelliti che trasmettono le cartine meteo (c'è anche la Stazione Spaziale Articolo di Internazionale!!). Ma troviamo Daniele Giaccari anche i radioamatori, che hanno a disposizione due bande: quelLA RADIO VHF la dei 50 MHz di cui parlavo priStrumento obbligatorio per chi naviga oltre le 6 ma, e quella dei 144 MHz, chia- miglia dalla costa, il Vhf viene utilizzato in mamata anche "dei 2 metri", sem- re per comunicare con altre barche, porti, GuarCostiera e soprattutto è fondamentale nelle pre riferito alla lunghezza d'on- dia situazioni di emergenza. da. In quest'ultimo caso, in Italia le frequenze vanno dai 144 La radio sfrutta le onde elettromagnetiche ad frequenza (tra i 30 e i 300 Mhz). Tali onde ai 146 MHz, mentre negli Stati alta si propagano in linea retta con caratteristiche Uniti ed in qualche altra parte “ottiche”, cioè raggiungono tutti i punti del mondo, si va dai 144 ai 148 “visibili” intorno allo scafo, quindi non raggiungono grandi distanze. L’intensità del segnale MHz. dipende soprattutto dall’altezza dell’antenna, di "professionale":

Anche le radio che ascoltiamo ogni giorno, trasmettono sulle VHF: infatti, come ben sappiamo, le frequenze vanno dagli 87.5 ai 108 MHz. Infine sulla parte bassa delle VHF, c'erano anche alcuni canali TV, ma ormai sono tutti spariti con l'avvento del digitale terrestre. Almeno qui in Italia: in alcuni Paesi infatti, vengono ancora usate queste frequenze... Per essere più precisi, è rimasta solo una frequenza adibita a tale scopo, ma si trova intorno ai

solito installata nel punto più alto dell’imbarcazione, ossia in testa d’albero. In media un Vhf portatile su una barca a vela ha una portata di circa 9 miglia, mentre uno a installazione fissa di 14 miglia. La radio dovrebbe sempre rimanere accesa sul canale 16 (in particolare in prossimità di passaggi difficili quali canali, ingresso e uscita dal porto, corridoi di navigazione), dove peraltro vengono annunciati i bollettini meteorologici, gli avvisi ai naviganti, gli avvisi di burrasca e dove si possono captare eventuali richieste di aiuto.

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RUBRICA ASTRONOMICA

Viaggio al centro della Terra di Francesca Abate

Ciò che non appare dinnanzi agli occhi dell'essere umano può essere solo immaginato. Così per secoli l'uomo ha tentato, nel rispetto del proprio credo e del periodo storico, di dare una spiegazione a un “mondo” sotterraneo che era certo esistere e che molte volte dava segni della sua presenza. 7


RUBRICA ASTRONOMICA

Esplosioni di lava e sbuffi di vapore fuoriuscivano da quelle che sembravano muti rilievi montuosi o fessure e cavità terrene. Molte altre volte invece, la Terra tremava così forte da scuotere interi paesaggi e provocare distruzione. Quale spiegazione dunque a questi fenomeni reali e tangibili?

non solo la realtà terrestre ma anche quella dello spazio che ci circonda. Affrontiamo dunque questo viaggio immaginario tra le viscere del Pianeta Terra, come fossimo esploratori che intendano approfondire la propria casa planetaria, un luogo certamente inospitale ma reale e figlio degli equilibri universali, una porzione terrestre la cui comprensione scientifica è frutto delle estrapolazioni di evidenza fisica scaturita dai primi chilometri della superficie terrestre e dai campioni portati in evidenza dalle più remote profondità tramite l'attività vulcanica e dalle analisi delle onde sismiche che l'hanno attraversata.

Una terra che nasconde caverne sotterranee ove soffiavano venti perenni, come immaginava Lucrezio nel “De Rerum Natura” oppure la culla degli Inferi per gli antichi Greci e Romani, destino delle anime defunte o luogo di punizione per i peccatori? O ancora l'idea più letteraria di una Terra cava sfruttata da au- E' dalla crosta terrestre, ossia lo tori di viaggi immaginari anco- strato più esterno del pianeta, ra oggi sfruttata da alcune IN FIGURA UNA TEORIA SENSAZIONALISTICA DEL CENTRO DELLA TERRA menti sensazionalistiche che vedono il centro del pianeta come un luogo abitato da esseri non umani? La realtà supera come sempre la fantasia e l'uomo moderno può vantare conoscenze, sino a ieri improponibili, grazie all'ausilio della fisica moderna e dell'astrofisica che spiega con leggi complesse ma comprovate

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RUBRICA ASTRONOMICA

COME CAMBIA LA TEMPERATURA

che comincia questo viaggio: ciò che sappiamo di questo strato superficiale è che esso si estende per ben 70 km verso l'interno ed è costituita da una crosta iniziale più sottile detta “crosta oceanica”, composta da roccia mafica a base di silicati e alluminio e da una crosta continentale, più spessa della prima ma meno densa, composta da roccia contenete silicati di sodio, potassio e alluminio.

Scendendo sempre più in profondità rispetto alla crosta terrestre dobbiamo tener conto da subito di un aumento costante della temperatura di ben 30° per ogni km sino al mantello convettivo, ove si tiene costante salvo poi tornare ad aumentare nel limite tra mantello e nucleo terrestre fino al raggiungimento dei 6000° nel centro della Terra.

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RUBRICA ASTRONOMICA

Eccoci finalmente arrivati nel nucleo terrestre, una sfera viscosa di 1220 km di raggio che, in base all'abbondanza di elementi chimici nel Sistema Solare, alle loro proprietà fisiche ed altre restrizioni chimiche riguardanti il rimanente volume della Terra, si ritiene essere composto principalmente da una lega di ferro e nichel. Non essendo il nucleo rigidamente connesso al mantello solido della Terra, la possibilità che esso ruoti più o meno veloce rispetto al resto della Terra viene tenuta da lungo tempo in considerazione e già negli anni novanta alcuni sismologi osservarono nel corso di 10


RUBRICA ASTRONOMICA “Il mantello terrestre, definito lo strato più spesso del pianeta, ha un'estensione in profondità di 2980 km e una pressione, alla base, di 1,4 Matm” Al confine tra crosta e mantello abbiamo invece un cambiamento della composizione rocciosa da feldspato plagioclasio, sopra, a rocce che non contengono feldspati, sotto. Questo mutamento sembra provocare una discontinuità nella velocità di propagazione delle onde sismiche terrestri. Siamo giunti dunque nel mantello terrestre, definito lo strato più spesso del pianeta, con un'estensione in profondità di 2980 km e una pressione, alla base, di 1,4 Matm. Le rocce che lo compongono sono principalmente composte da silicati, ricche di ferro e magnesio, deformate a causa delle alte temperature e pressioni pertanto il mantello può scorrere, più facilmente nella parte superiore rispetto a quella inferiore dato l'aumento di pressione che fonde e rende viscose le rocce, per archi di periodi molto lunghi.

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RUBRICA ASTRONOMICA

alcuni decenni dei cambiamenti nelle caratteristiche delle onde sismiche passanti attraverso il nucleo interno. Questa differente velocità di rotazione inoltre potrebbe spiegare il fenomeno del magnetismo terrestre, fenomeno naturale presente sulla Terra, generato prevalentemente da un dipolo magnetico, situato nel centro della Terra e inclinato di 11°30' rispetto all'asse terrestre.

L’INVERSIONE DEI POLI MAGNETICI TERRESTRI

Il campo magnetico della Terra si è invertito varie volte rispetto a quello attuale, come se i poli si fossero scambiati di posto. Dagli studi effettuati, si è potuto stabilire che l'inversione dei poli magnetici sia avvenuta circa ogni 500 000-600 000 anni; tuttavia, non sono ancora state chiarite le cause e le modalità del fenomeno. Alcuni scienziati ipotizzano che l'inversione dei poli magnetici abbia una grande importanza per la sopravvivenza di interi gruppi di organismi. Infatti, nei momenti di inversione la schermatura magnetica, che normalmente protegge la Terra da alcune radiazioni solari, è meno efficace e quindi aumentano d'intensità gli effetti nocivi di alcune radiazioni solari su interi gruppi di organismi viventi. Proprio per ciò, molti studiosi collegano le estinzioni di intere famiglie faunistiche, come i dinosauri o le ammoniti, con momenti di inversione del Articolo di campo magnetico terrestre.

Francesca Abate

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UFOLOGIA

Marcia funebre dell’Ufologia “Flares, nasi finti e cotillòn” di Alessandro Novelli (Italian Research)

C’è qualcosa di nuovo nel sole… anzi d’antico! Pascoli, con grande onestà intellettuale, probabilmente simpatizzante il CISU, dichiarò, in modo piuttosto nobile, che trattavasi di semplici aquiloni… che tanto, comunque, possono nutrire quelle similitudini che ci fanno un po’ volare… piangere, ridere, capire… certo, anche credere.

L’ufologia moderna, sin dai primi dispacci stampa, ha preso subito una brutta piega, quella della mistificazione di fatti e notizie. Basti pensare, ad esempio, alla mistificazione, ufologicamente ante litteram, delle dichiarazioni di Arnold… pochi giorni dopo, rendendosi conto delle inesattezze riportate dalla stampa, lo stesso dichiarò: “Che cavolo stai dicendo, Willis!”… ma questa è un’altra storia! Il f u f f o l og o , d e cl i n azi o ne (purtroppo) maggioritaria dell’ufologo, possiamo immaginarlo come un Pascoli impazzito e non poetico che blatererebbe immaginifici avvistamenti in quella mattina d’Urbino, quando “Si respira una dolce aria che 13


UFOLOGIA

scioglie le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch’erbose hanno le soglie: un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali s o s p e s e … ” . E sia ben chiaro, l’ironia non è certo rivolta a sminuire Pascoli… non avrei mai chiamato la barca “Fanciullina”… Piuttosto amarezza, tanta amarezza! Per tutte quelle volte che ho pensato che ci fosse qualcosa davvero… Sarebbe tutto più semplice dire le cose come stanno: L’ufologia di questi ultimi sessantasette anni, di questi ultimi giorni (Lens Flare e Freccie Tricolori), è fondamentalmente il complemento a cento delle stronzate che non trovano sfogo, commerciale e psicosociale, nelle altre numerose branche del non sapere umano (spacciato rigorosamente come verità), come la New Age, le pseudoscienze, fantasmi, cerchi nel grano alieni… e chi più ne ha più ne metta, come un solerte stalliere che “riordini” a suon di palate la stalla. Spesso si fonde, socialmente e culturalmente, al non sapere umano citato, altre volte si

allea a mo’ di cartello… narcotraffico di fandonie, notizie psicotrope… insomma, cazzate tonanti che ripetute assumono sia inconscia coscienza collettiva junghiana che stercorario andazzo. Editori e autori televisivi, pseudo giornalisti, sempre pronti a portare avanti la nobile palletta di “fuffa”. Per l’immagine rimando, a chi ricorda, ad un personaggio principale ed in questo caso profetico, della serie cartoon “Ape Maia”: “Ciao, mi chiamo Ben e sono uno scarabeo stercorario. Cammino tutto il giorno nel prato con la mia adorata palla. Facendola rotolare tengo pulito il prato. Non posso stare lontano dalla mia amata pall a ” . Emblematica anche l’affermazione di Kurt, lo zio: “Sono Kurt e sono lo zio di Ben. Rotolare la palla tutto il giorno mi ha permesso di sviluppare grandi muscoli. Sono l’insetto più forte del prato. Sto insegnando a Ben come costruire palle sempre più grandi ed è un allievo pieno di talento”. Qualsiasi riferimento a fatti o persone è del tutto casuale, come una certa ANALogia/omonimia tra Ben e tale consigliere del CUN… allievo di Kurt… 14


UFOLOGIA A fare il santone… mi metterei una casacca bianca da predicatore, rigorosamente vestita senza mutanda, quattro candele dell’Ikea e tuonerei: “Tutto è scritto care anime”… le mejo anime… ovvio! Ma ve la risparmio… Tengo a specificare, anche in questo caso, il massimo rispetto per gli Scarabei stercorari… Fondamentalmente sono ottimista e coerentemente, forse, riesco a vedere la fossa biologica mezza vuota scorgendo in tale circense, indecorosa, fine di una materia di ricerca (fenomeni aerei apparentemente anomali) alcuni aspetti positivi. Uno è senz’altro l’implosione per mancanza di iscritti di una delle principali associazioni ufologiche italiane, il CUN. Di questo non gioisco in quanto chiuda battenti un’associazione ufologica, chiaro, ma in quanto chiuda un circo mascherato da ricerca ufologica, quanto indicatore di crescita del buonsenso sociale, di una realizzazione della Smithiana mano invisibile che regoli il “mercato”. Troppa fuffa, troppe baggianate, mistificazioni… interessi editoriali che nulla c’entrano con la ricerca… (Comunicato stampa CUN) auspichiamo un’eutanasia veloce ed indolore. Specifico che nella cupola di stampo ufologico citata, nonostante la fuga di “cervelli” in corso da tempo, permangono (per motivi irrazionali oggetto di studi ancora in corso) persone valide, impossibilitate al rappresentare idee diverse, vista la struttura gerarchica autoritaria dell’associazione, che dalla chiusura ne gioverebbero, potendo esprimere le loro potenzialità in altri lidi culturalmente molto più consoni.

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UFOLOGIA

La fuffa, in tutte le declinazioni, insegna, che morto un Papa se ne farà un altro… minimi tempi tecnici… perché il problema non è “esotico”… è insito nei meandri della mente e della coscienza… nobile parte della ricerca lo sa bene… basta poco, ahimè, quattro gocce su l’obiettivo di ripresa, per vedere spuntare nuove lumache customizzate, con il guscio di fuffa riciclata l’ennesima volta… Dunque nel frattempo, prima di tornare a dire, come i nostri avi, “mala tempora currunt”… dedicarsi a “Baccanali” gaudenti! Questo, per ora, è quanto, cronista di questa “valle di lacrime”. “Solo del fumo… niente di vero… forse lo sai… però continuerai… chissà perché!” (Vasco).

ITALIAN RESEARCH ItalianResearch.it nasce dalla passione e dal fascino che un’ipotesi di vita extraterrestre può creare nella mente umana, nella piena coscienza che tale attrazione possa derivare dalla necessità di realtà diverse da quelle che ci circondano quotidianamente. La redazione di ItalianResearch.it non è costituita da persone facilmente suggestionabili o dedite alla credenza incondizionata nel fenomeno ufologico,in quanto la volontà di approfondire una ricerca personale nei meandri dell’argomento non deriva da esperienze dirette di avvistamenti che hanno sviluppato nel nostro essere una fede o una convinzione. Ci teniamo tuttavia a sottolineare che l’obiettivo prefissato da Italian Research è anche quello di collaborare con le realtà ufologiche degne di credibilità e meritevoli di tale lucida comunione, al fine di costituire un unica e concreta unione di intenti.

Articolo di Alessandro Novelli (Italian Research)

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RADIOASTRONOMIA

Le tempeste magnetiche di Giove di Giovanni Lorusso

Tenuto conto della complessitĂ dell'argomento scientifico trattato nell'articolo, ho ritenuto opportuno semplificare la lettura aggiungendo le immagini di alcune videoclips. Sono certo che, guardando la simulazione dei fenomeni descritti, il lettore avrĂ un quadro completo delle dinamiche che scatenano le tempeste magnetiche di Giove. 17


RADIOASTRONOMIA

“Giove è il quinto pianeta del Sistema Solare, distante dal Sole 778.500.000 Km, pari a 5,20 U.A.” Prima di entrare nelle dinamiche tecniche che consentono di osservare in banda radio le tempeste magnetiche di questo gigante gassoso, è opportuno approfondire la sua conoscenza. Dunque, Giove è il quinto pianeta del Sistema Solare, distante dal Sole 778.500.000 Km, pari a 5,20 U.A. (U.A. è acronimo di Unità Astronomica ed è l'unità di misura astronomica basata sulla distanza Terra/Sole, di 150.milioni di Km) ed il più grande di tutto il sistema planetario. Ha una massa di 317.938 volte quella della Terra, una gravità di 2,34 volte superiore alla gravità terrestre e compie il suo movimento di rivoluzione intorno al Sole in 11,8565 anni. Giove ha ben sette lune ma le più note sono quelle scoperte da Galileo Galilei il 7 Gennaio 1610, i Satelliti Medicei: Europa, IO, Callisto e Ganimede. Osservato al telescopio, Giove mostra un'atmosfera assai turbolenta e colorata, organizzata in

bande chiare e oscure, formate da nubi di cristalli di ammoniaca, idrogeno e solfuro di ammonio. Altro particolare visibile è la Grande Macchia Rossa, costituita da una enorme struttura meteorologica a circolazione anticiclonica, sopraelevata rispetto al resto dell'atmosfera gioviana, composta da fosforo rosso che ne determina il colore (Fig.a). Dei quattro satelliti medicei, il satellite IO è l'artefice delle tempeste elettromagnetiche di Giove. Grande come la Luna, IO dista da Giove ad una distanza uguale a Luna/Terra, un fattore questo che scatena paurose maree di lava sulla sua superficie, dovute al forte riscaldamento nell'interno, dando luogo ad un vulcanesimo dalle forme imponenti. Infatti sulla superficie di IO sono stati osservati una decina di vulcani attivi contemporaneamente, tra cui, il più imponente il vulcano Pele di 300 Km di diametro situato nell'emisfero sud. 18


RADIOASTRONOMIA

Ed a causa dell'intensa attività vulcanica, quando il satellite è al periastro, crea forti disturbi al campo magnetico gioviano, scatenando grandi tempeste magnetiche. Di questo aspetto, nel 1955, Bernard Burke e Kenneth Franklin ricercatori del Carnegie Institution of Washington, utilizzando un’antenna per la radio astronomia, chiamata Croce di Mills, scoprirono che il pianeta Giove emette intensi radio segnali a 22.200 MHz. Affascinato da questa scoperta, l'astronomo australiano, C. A. Shain, analizzò le registrazioni di Giove fatte tra il1950 e il 1951 sulla frequenza di 18.300Mhz. E trovò che Giove emetteva più rumore radio quando era rivolto verso la Terra. Per cui i radio segnali provenivano da sorgenti localizzate a determinate longitudini. Successivamente nel 1964 E. Keith Bigg scoprì una connessione tra le tempeste radio di Giove e la posizione orbitale del satellite IO quando al periastro. Pertanto

le radiazioni, ovvero i burst, sono il risultato di violenti processi nell'atmosfera del pianeta, collegati al moto del suo satellite IO, ed hanno potenza tale da poter essere rivelata anche da dispositivi amatoriali [vedi simulazione della Videoclips A].

Videoclip A.gif Vediamo come. Va detto che la magnetosfera di Giove contiene particelle cariche provenienti dal satellite IO, congiuntamente al vento solare intrappolato nelle linee del suo campo magnetico. Inoltre una densa nuvola di elettroni forma un anello intorno all’equatore magnetico di Giove . I vulcani di IO lanciano, con grande potenza, gas elettricamente conduttori verso la zona interna della magnetosfera gioviana. E, quindi l'energia per 19


RADIOASTRONOMIA

Vediamo come. Va detto che la magnetosfera di Giove contiene particelle cariche provenienti dal satellite IO, congiuntamente al vento solare intrappolato nelle linee del suo campo magnetico. Inoltre una densa nuvola di elettroni forma un anello intorno all’equatore magnetico di Giove. I vulcani di IO lanciano, con grande potenza, gas elettricamente conduttori verso la zona interna della magnetosfera gioviana. E, quindi l'energia per l'attività vulcanica del satellite deriva probabilmente dalle forze di marea sprigionate dall'interazione tra IO, Giove e altri due satelliti naturali del pianeta, Europa e Ganimede.

comprendere il sistema di coordinate CML (Central Meridian Longitude) cioè un sistema di coordinate analogo al sistema di latitudine e longitudine terrestre. Il valore del CML è l’analogo delle linee di longitudine su Giove e aiuta a capire quale parte del pianeta è rivolta verso la Terra durante un’osservazione in banda radio. Il sistema utilizzato dalla scienza ufficiale per determinare la longitudine di Giove è il System III. Tale sistema utilizza il campo magnetico di Giove come riferimento; e il motivo dell’uso di questa metodologia è che il campo magnetico è controllato dall’interno del pianeta e il moto dell’interno del pianeta, essendo costante, fornisce un tasso di rotazione vero, al contrario dell’utilizzo delle nubi che cambiano posizione con la latitudine.

A tal proposito sono stati rilevati due tipi distinti di radio segnali emessi da Giove, le emissioni di sincrotrone e le emissioni di ciclotrone. Il secondo tipo di emissione è molto intenso, tanto da poter essere rilevato anLe particelle cariche che spirache con una piccola antenna. leggiano intorno alle linee di Però prima di passare più in campo magnetico gioviano dettaglio alle dinamiche, occorre

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RADIOASTRONOMIA

producono la radiazione di ciclotrone. I segnali emessi sono chiamati DAM, che sono di due tipi: le onde decametriche, le quali sono emesse dalle zone vicino ai poli di Giove, e quelle decimetriche, che vengono emesse a latitudini basse. I radio segnali emessi si possono caratterizzare a seconda della loro durata, così elencati: gli “L burst” sono segnali di durata relativamente lunga e il loro suono assomiglia alle onde del mare che si infrangono sugli scogli; mentre gli “S burst” sono segnali di breve durata simili allo scoppiettio dei pop corn cotti in padella. A quanto detto, va aggiunto che I radioastronomi hanno scoperto che i DAM di Giove sono originati da almeno tre sorgenti radio distinte e fisse rispetto alla rotazione del campo magnetico del pianeta.

frequenze generalmente troppo basse per i ricevitori amatoriali! La rotazione delle sorgenti radio può essere individuata tramite il sistema di coordinate System III, che ruota nel senso di rotazione di Giove ogni 9h 55m 29s, applicando il seguente metodo: a)Quando la sorgente A è orientata verso la Terra, però non vi è certezza che si verifichi una tempesta radio, perché le barre longitudinali indicano soltanto la probabilità di rilevare un’emissione da A. La posizione orbitale di IO influisce sulla probabilità di ricevere segnali. Invece quando IO è in una posizione di fase angolare tra i195° e 265° le probabilità di ricevere segnali radio aumentano, creando così una attività di tipo <IO–A>;

b) Analogamente, quando la sorgente B è allineata con la Terra e la fase angolare di IOè compresa tra i75° e 105° si avrà una attività di tipo <IO– Tali sorgenti radio si possono B>; ascoltare intorno alla frequenza c) Infine quando la sorgente C è di 20.100MHz e sono chiamate allineata con la Terra e la fase A, B e C. Una quarta sorgente D angolare di IOè compresa tra i225° e 250° si ha una attività è ascoltabile sui 15 KHz, a di tipo <IO-C>. 21


RADIOASTRONOMIA

La complessa relazione tra la fase del satellite IO e l’allineamento delle radio sorgenti si può visualizzare nel diagramma IO-CML [vedi simulazione della Videoclip B]

e le tempeste magnetiche di Giove in banda decametrica, da 10 MHZ a 80 MHZ. Un utile confronto per chi si dedica a questa area di ricerca, ricca di soddisfazioni.

Articolo di Giovanni Lorusso (IK0ELN)

Videoclip B.avi I contorni colorati indicano la probabilità che una sorgente produca una tempesta radio. L’orientamento della sorgente è mostrato dall’asse delle ascisse. La fase di IO è mostrata sull’asse delle ordinate e la sua posizione orbitale intorno a Giove è tracciata sulle linee diagonali parallele. A conclusione, certo di rendere cosa utile, segnalo il sito del radiotelescopio Resau Decametrique di Nancay, in Francia: http://realtime.obs-nancay.fr/ dam/realtime_display/ dam_realtime.php?lang=fr il quale osserva l'attività solare 22


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ASTRONOMIA IN PILLOLE

38 anni di Voyager Il 5 settembre del 1977 partiva da Cape Canaveral la sonda Voyager 1, progetto spaziale fortemente voluto dalla NASA, impegnata principalmente a voler sfruttare una situazione planetaria molto rara: l’allineamento piÚ o meno tutti i grandi pianeti esterni (quelli giganti e gassosi) che potevano quindi essere sorvolati da vicino.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE

La sonda pesa quasi 700 kg ed è dotata di 10 strumenti scientifici, dalle macchine fotografiche agli strumenti per lo studio della composizione dei pianeti, delle radiazioni cosmiche e del Sistema Solare. Voyager dispone di tre microprocessori RCA 1802 a 6,3 MHz. L' Attitude and Articulation Control Subsystem controlla l'orientamento della sonda, mantiene il puntamento preciso dell'antenna ad alto guadagno verso la Terra, controlla le manovre di orientamento e posiziona le piattaforme con gli strumenti. La corrente elettrica necessaria al funzionamento della sonda e degli strumenti è fornita da tre generatori termoelettrici a radioisotopi (RTG). Attualmente essi forniscono circa 285 Watt ad ogni sonda. L'Imaging Science Subsystem (ISS), costituito da un ampio angolo e una fotocamera ad angolo ristretto, è una versione modificata della fotocamera Vidicon a lenta scansione che è stata utilizzata nei voli Mariner. L'ISS consiste in due telecamere, ciascuna con otto filtri ognuno in una rotella controllabile montata davanti alla Vidicon. Una di esse ha una risoluzione di 200 mm di lunghezza focale dell'obiettivo grandangolare con un'apertura di f/3, mentre l'altro utilizza una risoluzione più alta da 1500 m con angolo di f/8.5. 26


ASTRONOMIA IN PILLOLE

Dopo due anni di viaggio, Voyager 1 arrivò nell'orbita di Giove fotografandolo per un periodo di due mesi. Le immagini in sequenza dell'avvicinamento a Giove, da 58 a 31. Le immagini furono prese ogni 10 ore per 28 giorni alla stessa ora locale gioviana, sempre centrate sulla Macchia Rossa.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE

Dobbiamo a Voyager la scoperta che la superficie di Io, una delle principali lune di Giove, viene costantemente rimodellata da eruzioni vulcaniche. 28


ASTRONOMIA IN PILLOLE La Voyager 1, una volta giunta a “soli” 120.000 km dal pianeta Saturno, studiò la conformazione degli anelli e fotografò per la prima volta il misterioso Titano, un satellite avvolto da una densa atmosfera. Purtroppo l'orbita della sonda la portò fuori dal piano dell'eclittica, impedendole di visitare altri pianeti. In quel momento è iniziato il suo viaggio verso i confini del Sistema Solare e oltre.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE

Questo scatto, risultato di ben 60 immagini diverse e frutto di tre esposizioni a differenti filtri di colore - viola, blu e verde - ricombinate per avere i colori, è il primo ritratto che abbiamo del Sistema Solare, ripreso da 6,4 miliardi di km di distanza dalla Terra. Cerchiato di bianco invece il pianeta Terra che appare come una piccolissima mezzaluna di luce grande 0,2 pixel: casualmente, la Terra si trova proprio nel centro di uno dei raggi di luce del Sole in quanto la fotocamera della Voyager era puntata proprio in direzione della nostra stella. Il "rumore" e sgranatura della foto sono invece dovuti all'ingrandimento.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE

“La sonda si sta allontanando dal sistema solare a una velocità di 17,004 km/s” La Voyager 1 è ancora funzionante ed è attualmente l'oggetto costruito dall'uomo più distante dalla Terra. Il 23 gennaio 2016 la Voyager 1 si trovava nello spazio interstellare a una distanza di 134,657 UA (equivalenti a 18,665 ore luce o 20,144 miliardi di km) dal Sole. La sonda si sta allontanando dal sistema solare a una velocità di 17,004 km/s, pari a 3,587 UA all'anno; è in leggerissimo rallentamento a causa dell'attrazione solare.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE La sonda Voyager1 possiede una placca metallica che identifica la sua origine nello spazio e nel tempo. l contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata da Carl Sagan che mise insieme una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse. Incluso nella parte audio di I suoni della terra vi è una traccia contenente il messaggio “Per aspera ad astra” in Codice Morse.

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ASTRONOMIA IN PILLOLE

“La Voyager proseguirà il suo viaggio nello spazio interstellare...”

La sonda è ancora in grado di operare e di mandare a Terra dati scientifici poiché ha abbastanza energia elettrica e carburante per poter funzionare sino a circa il 2020, anche se il totale esaurimento della potenza elettrica disponibile avverrà non prima del 2025, quando non sarà più sufficiente per alimentare alcuno strumento scientifico. Nonostante ciò, la Voyager proseguirà il suo viaggio nello spazio interstellare: dovrebbe raggiungere la nube di Oort, “culla” di decine di migliaia di comete, tra circa 300 anni e impiegherà 30.000 per attraversarla per proseguire per altri 40.000 anni fino a trovarsi a circa 1,5 anni luce dalla stella Gliese 445, che a sua volta viaggia verso il Sole alla velocità di 400.000 chilometri all'ora. Articolo di Francesca Abate 33


CINEMA FANTASCIENZA

2001: Odissea nello Spazio di Hal 9000

"“18 mesi fa è' stata scoperta la prima testimonianza di vita intelligente al di fuori della Terra. Era semisepolta 12 metri al di sotto della superficie lunare, vicino cratere Tyco. Ad eccezione di un'unica, potentissima emissione radio puntata su Giove, il monolito nero che conta 4 milioni di anni era rimasto completamente inerte. Le sue origini, il suo scopo sono ancora un mistero assoluto..." 34


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Prima di iniziare, un doveroso ringraziamento per la possibilità concessaci di contribuire a questa rivista, che alla prima occhiata già trasuda una sola cosa: passione. E a questo crogiolo di passioni non poteva mancarne una che ha più volte contribuito a forgiare menti, generazioni, carriere, e perché no, viaggi tra le stelle: il cinema, nata come 7ª arte e assurta a vera e propria fabbrica dei sogni. Il nostro viaggio nel cinema di fantascienza non poteva iniziare che così, con un omaggio pressoché obbligatorio al suo caposaldo; universalmente riconosciuto, caso raro, come il suo più grande esempio, nonché una delle più grandi pellicole di ogni tempo. Come iniziare quindi ad analizzare qualcosa a cui sono stati dedicati anni luce di inchiostro e tesi di laurea dense come stelle di neutroni? Un qualcosa che fa esso stesso rima con fantascienza, e secondo illustri pareri, con il termine stesso di "cinema"?

Dall'inizio ovviamente, e cioè dall'Alba dell'Uomo. Il buon vecchio Kubrick infatti non era solito spendersi per niente, e colse l'occasione di trasporre cinematograficamente il brevissimo racconto "Sentinella" di Arthur C. Clarke (nome già noto agli aficionados della rivista) per rendere in immagini la più grande avventura di sempre: la storia dell'uomo nell'universo. Il tono enfatico non è superfluo: c’è infatti un "prima" del Monolite Nero e un "dopo" nel cinema del fantastico, che con il suo avvento entra nella sua dimensione adulta. L’ultima frase del film, messa ad incipit di questo articolo, condensa la sinossi del capolavoro in questione: la misteriosa lastra nera di origine sicuramente intelligente ha il suo primo incontro nel Pleistocene con quelli che saranno i progenitori della razza umana. Dopodiché verrà scoperta sulla Luna dall’uomo nell’era spaziale, e appena esposto all’alba solare emetterà un unico, potentissimo sibilo su ogni spettro di frequenza diretto verso Giove. Verrà quindi assemblata una 35


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missione segreta agli stessi membri dell’equipaggio per scoprire i destinatari del messaggio. Ecco gli stacchi temporali dei leggendari capitoli in cui è diviso il film, intervallati anche da “interludi musicali” a schermo spento nella versione originale al cinema, ideati all’epoca della proiezione originale per renderne meno ostica la visione agli avventori del cinematografo, abituati fino ad allora alle diatribe "Umani vs Razza Aliena Random" preferibilmente rossa, marziana & cattiva; un espediente interessante calcolando che il primo dialogo del film ha luogo dopo oltre 20 minuti dall'inizio. Ma per stessa ammissione del regista, la visione del film è essenzialmente un'esperienza "non verbale": deve parlare diretta-

mente all'inconscio dello spettatore travalicando culture, lingue, media; in questa accezione il film diventa letteralmente "universale". E da lì, forse il protagonista nascosto del film: il silenzio. Spezzato solo da angoscianti musiche corali, il silenzio ammanta di solitudine il nero del cosmo, a rimarcare la nullità dell'essenza dell'uomo di fronte all'eternità, alla vita oltre le stelle, alle domande ultime sulla sua esistenza. L'opera pone infatti tematiche del più alto spessore: la solitudine dell'uomo nell'infinito, l'intelligenza artificiale che a lui si ribella e la lotta che ne consegue. Alieni che instillano la scintilla dell'intelligenza in un primate, 37


CINEMA FANTASCIENZA fondendo in una magistrale scena il paleocontatto con l'exogenesi dell'intelletto, con quelli che sarebbero Dèi impegnati in una vera e propria panspermia dell'intelligenza, e che porterebbe la gli antichi navigatori ad essere i più antichi architetti della vita. Temi carissimi alla fantascienza attuale e non solo, ma che per qualche motivo da anni fanno fatica a trovare spazio nel circuito mainstream, intasato com'è da super produzioni spacciate per film ma più assimilabili a demo tecniche di computer grafica, con sceneggiature che si fa fatica a chiamare tali e cineasti che speriamo siano soggetti quanto prima ad un Abd u c t i o n . Insomma, una vera e propria summa di tutta la fantascienza, che infatti segna lo spartiacque del genere; niente male per un film che esce un anno prima dell'allunaggio, e che per questo infatti presterà inevitabilmente il fianco a dietrologie di ogni tipo. Ricordiamo che dettagli come la gravità zero e quella artificiale, le orbite nelle manovre di aggancio, il delay nelle comunicazioni Terra-Giove o la rappresentazione stessa del suolo lunare, difficilmente erano stati così approfonditi in precedenza, e ultimo ma non ultimo,

l'assenza dei suoni delle astronavi nello spazio. Questa la parte scientifica del film, peraltro soppesata al centimetro dal cineasta a 4 mani con Clarke, che scrisse il libro contemporaneamente alla produzione del film, un caso questo più unico che raro. E la parte cinematografica? Oltre ad essere l'apice degli effetti speciali dell’epoca, che gli valse un oscar, il film è un tripudio di eccellenza visiva e sonora. La fotografia che giova del formato di pellicola più grande mai usato sul grande schermo, la colonna sonora dall'incipit celeberrimo, le inquadrature che riempiono i manuali di cinema, e il montaggio che si fregia del taglio più famoso della storia della pellicola, nel quale un osso in caduta diventa un'astronave, unendo così in un colpo la parabola di milioni di anni dell'evoluzione umana. Evoluzione che quindi avverrebbe soltanto attraverso la guerra..? Questo sembra suggerire l'osso trasformandosi in un satellite di tipo militare, ma che non ci impedirà di godere di questo tripudio di cinema per il cinema, con buona pace di Tony Stark. Impossibile non menzionare poi la terza parte del film, nel quale l'Uomo-Bowman arriva alle 38


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porte del Monolite-passaggio vicino Giove (Giapeto nel libro, dentro il suo famoso "occhio"), e il balzo attraverso il cosmo viene rappresentato attraverso un caleidoscopio di galassie, ammassi stellari, Wormhole e quant’altro. Un vero e proprio trip lisergico su celluloide di oltre 20 minuti, che non avrebbe sfigurato proiettato sullo sfondo di un concerto dei Pink Floyd della prima ora. Ho detto Pink Floyd..? Beh, dietrologie o no, prendete "Echoes", ultima traccia del loro album "Meddle" del 1971, fatela partire alla schermata "Giove e Oltre l'infinito", e viaggerete oltre lo spazio a tempo dello Space Rock della swinging London. Una volta si faceva con videoregistratore e stereo, oggi lo linkiamo direttamente da Youtube. https://youtu.be/i2uuRG9l1JA E tutta questa magnificenza visiva come sfocia nell'intricato finale? L'uomo Bowman lascia le sue spoglie mortali per diventare il "Bambino delle Stelle"? Un nuovo, ultimo stadio dell'evoluzione umana? Una nuova Alba dell'Uomo come ci ricorda il trionfante tema finale che chiude il film con una struttura circolare? La risposta è: Fate vobis.

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Come espressamente chiarito dal regista: "Siete liberi di speculare sul significato filosofico e allegorico di questo film". E in questo si continuerà, per generazioni e attraverso gli omaggi che ogni pellicola che si proclami di Science Fiction non fa che offrire all’illustre Monolite-capolavoro.

SCHEDA FILM

Titolo originale: 2001: A Space Odyssey Nazione: Gran Bretagna/Usa Anno: 1968 Genere: Fantascienza Durata: 145' Regia: Stanley Kubrick Cast: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Douglas Perché come recitava la lo- Rain. candina per l'obbligato ritorno Produzione: Stanley Kubrick 11 Dicembre nelle sale durante l'anno del Data d'uscita: 1968 (cinema) 07 Marzo 2001 signore 2001, (cinema) "Non ci sono stati altri viaggi".

Articolo di Hal 9000

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Vega è una libera associazione apolitica e aconfessionale, senza scopo di lucro, regolata secondo la normativa vigente. L'associazione opera presso l'Osservatorio Astronomico di Gorga (RM) e il suo scopo principale è la promozione dell'Astronomia e delle scienze in generale, il tutto attraverso scambi culturali tra Associazione e pubblico. La divulgazione dell'Astronomia delle scienze e dell'educazione alla ricerca scientifica saranno favorite attraverso eventi, manifestazioni, incontri e iniziative periodiche.

Il CSA, Centro Studi Astronomici, è un’associazione culturale – scientifica avente il solo scopo, senza fini di lucro, dello studio delle scienze astronomiche e della loro divulgazione, alla promozione ed alla diffusione della cultura e delle conoscenze scientifiche in generale e di assolvere alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile.

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"Occhi su Saturno" presso L'Osservatorio Astronomico di Gorga (RM) Telescopio: Rifrattore 150mm; Telecamera: QHY5-LII C+FireCapture; Elaborazioni con PIPP, Astrostakkert e Registax

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