Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il Pianeta Giove di Francesca Abate Un salto indietro, lontano dai nostri giorni per vivere gli ambiziosi momenti della creazione di quello che amiamo definire la “nostra casa”, patria di mutamenti e profondo disordine, caos divenuto apparente equilibrio ove i corpi celesti procedono, da miliardi di anni, danzanti/do attorno all'unico Sole, stella gialla di medie dimensioni, la cui forza di gravità risolve l'ordine delle cose, mantenendo distanze e provocando a volte disordini ma anche meravigliosi eventi visibili grazie al moderno supporto tecnologico. (…) segue a pag. 2
Il mio primo telescopio PARTE IV
Corsi di Astronomia e Osservazioni con il Telescopio
Il codice Q
di Fabio Mortari Dopo aver capito cosa osservare con un telescopio ed aver approfondito un pò la conoscenza superficiale di montature e motorizzazioni, veniamo ad un discorso ben più complesso, le ottiche. Per scarsa preparazione e per incompletezza di informazione, consiglio di leggere in maniera superficiale ciò che sto dicendo e di affidarsi piuttosto all’ampia documentazione che si trova online o, meglio ancora, affidarsi ad un gruppo astrofili. (...)
di Daniele Giaccari Il codice Q è una raccolta standardizzata di messaggi codificati di tre lettere, che iniziano tutti con la lettera Q, sviluppata inizialmente per le comunicazioni commerciali via telegrafo e successivamente adottata per altre comunicazioni via radio, in particolare dai radioamatori. (…) segue a pag. 19
segue a pag. 4
Pesi e misure di ikOeln Giovanni Lorusso
Un deserto senza eco? di Alessandro Novelli (Italian Research)
segue a pag. 14
Sono le ore 03:37 dell'11 Dicembre 1998, quando la sonda spaziale M.C.O. (Mars Climate Orbiter) spinta da un potente razzo vettore Delta, lascia la rampa di lancio di Cape Canaveral. (…)
segue a pag. 11
1
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il Pianeta Giove segue da pag. 1 (…) Ancor prima di questa meraviglia solare, una nube primordiale dal cui collasso furono generati i corpi celesti orbitanti il Sistema Solare tra i quali spicca il Gigante gassoso Giove, pianeta orbitante a 800 milioni di km dalla Stella Sole costituito abbondantemente da due elementi chimici più leggeri dell'interno Universo, l'Idrogeno e l'Elio. Con un diametro 11 volte quello terrestre Giove, in cui si concentra ben il 70% dell'intera massa planetaria facente parte il Sistema Solare, ha un periodo di rivoluzione intorno alla Stella Sole di 11,86 anni mentre un giorno gioviano dura 9,9 ore. Nubi di ammoniaca, zolfo e acqua, e una grande quantità di radiazioni elettromagnetiche rendono Giove un pianeta impossibile ad ogni sorta di esplorazione umana, che richiederebbe necessariamente per gli astronauti in missione protezioni di piombo pesantissime; così come la possibilità di utilizzo di uno speciale pallone riempito con idrogeno molto caldo che contrasti il freddo idrogeno gioviano sembra essere un arduo tentativo data la pericolosità della procedura di riscaldamento di questo elemento chimico. Durante il periodo di formazione del Sistema Solare, periodo in cui gran parte della materia andava aggregandosi nelle forme conosciute oggi come Sole, pianeti e satelliti naturali, rimaneva insoluto moltissimo materiale residuo che a tutt'oggi, a distanza di miliardi di anni, si muove secondo leggi attrattive solari e planetarie: comete, meteoriti di varia grandezza e polveri continuano senza sosta il loro percorso attorno a un corpo più grande seguendo orbite definite e molte volte pericolose quando il caso vuole due orbite vadano a coincidere durante il periodo di rivoluzione. La presenza di un corpo celeste grande come quello di Giove può divenire un ottimo alleato del genere umano poiché, data la sua grande forza attrattiva, spinge a sé molti di quei piccoli corpi celesti che impattando con il Pianeta Terra, potrebbero provocare disastri o possibile estinzione di massa. Il condizionale è però necessario poiché in alcuni casi il gigante gassoso, che vanta un campo gravitazionale più forte rispetto ai fratelli planetari, può catturare oggetti che, a causa della forte velocità in arrivo, potrebbero per effetto frisbee essere proiettati nello spazio verso il Sole e i Pianeti interni del Sistema Solare. Tra gli innumerevoli impatti avvenuti in epoche remote e in tempi più recenti quello più considerevole, data la possibilità da parte degli astrofisici di assistervi in diretta tramite strumentazione ottica, fu certamente quello accaduto tra il 16 e il 22 Luglio del 1994 quando la Cometa SHOEMAKER – LEVY 9, catturata dalla gravità gioviana, si spezzò dapprima in più frammenti che impattarono poi sul pianeta ad una velocità di 60 km al secondo producendo, nel punto dell'impatto, fiamme alte più di 3000 km e generando energia 20 volte superiore a quella di un arsenale nucleare mondiale. segue a pag. 3
2
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il Pianeta Giove segue da pag. 2 Giove, gigante gassoso il cui fascino cattura da secoli lo sguardo dell'essere umano, un'attenzione cresciuta dalle civiltà antiche che ebbero modo di seguire il suo spostamento tra gli astri cogliendo il significato di un progetto cosmico che eluda la casualità sino a Galileo Galilei, padre dell'astronomia moderna, che dedicò gran parte delle osservazioni celesti al sistema gioviano, puntando verso il pianeta e scoprendo nel 1665 il grande occhio rosso, tempesta attiva sul gigante gassoso da 300 anni, una perturbazione ove i venti soffiano a 560 km orari nei bordi ma non nella zona interna priva di turbolenza e per queste caratteristiche quindi molto simile a un uragano terrestre che però sappiamo formarsi grazie alla presenza di grandi masse d'acqua. Quale è quindi l'origine di questo assemblamento di nuvole rotanti che danno vita alla più grande tormenta del sistema solare? Gli astrofisici trovano una possibile risposta nella risalita in superficie dei gas più caldi presenti sul pianeta Giove che avrebbe quindi una fonte energetica interna. Ma Giove non è solo un mostro planetario in cui prendono vita uragani di proporzioni tali che lo rendono il pianeta più estremo del Sistema Solare: conosciamo il gigante gassoso anche come un gigantesco conduttore di elettricità che dà vita a fenomeni visibili molto simili alle aurore boreali terrestri anche se migliaia di volte più potenti ed estese ma sopratutto Giove, la cui magnetosfera è di circa 10 volte più vasta del Sole, lascia tracce udibili in onde corte derivanti dall'emissione di ciclotrone degli elettroni intrappolati nel campo magnetico del pianeta, emissione che è possibile ascoltare nelle frequenze di 18-21 Mhz. Francesca Abate
POLVERE DI STELLE BLOG DI ASTRONOMIA, UFOLOGIA
http://polveredistelleunosguardoalcielo.blogspot.it/
Iniziative didattiche, dirette alle scuole di ogni ordine e grado, riguardanti tematiche legate all’osservazione e al monitoraggio del cielo. mail: info@cnai-italia.org
https://piccolaeraglaciale.files.wordpress.com/2013/11/33db4-jupiter-1.jpg
3
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 1 Dopo aver capito cosa osservare con un telescopio ed aver approfondito un pò la conoscenza superficiale di montature e motorizzazioni, veniamo ad un discorso ben più complesso, le ottiche. Per scarsa preparazione e per incompletezza di informazione, consiglio di leggere in maniera superficiale ciò che sto dicendo e di affidarsi piuttosto all’ampia documentazione che si trova online o, meglio ancora, affidarsi ad un gruppo astrofili. Nonostante questo, è mio desiderio parlare di questo aspetto in quanto di primaria importanza per la scelta del proprio primo strumento. Punto subito al dunque: nell’ambito dei telescopi ci sono tantissime configurazioni e innumerevoli “schemi ottici”. Pensate che solo nella configurazione “telescopio riflettore” sono presenti almeno sei tipi di schemi ottici diversi e con sistemi di correzione delle immagini diversi e con performance diverse: Newton, Cassegrain, Maksutov, Schmidt etc. e via discorrendo. E’ mia intenzione trattarne solo tre, che sono quelli piu in voga nell’immaginario collettivo di ogni Astrofilo Neofita. Gli schemi ottici di cui parlerò sono 1) Telescopio con ottica Newtoniana, Riflettore 2) Telescopio Rifrattore. 3) Telescopio con ottica Schmidt-Cassegrain, riflettore Le differenze tra i tre telescopi sono sostanziali, sia in termini di ottiche che di risultati visivi.I valori piu sensibili di cui tenere conto durante la scelta sono a) Diametro di Apertura b) Lunghezza Focale c) Rapporto Focale oltre ovviamente ad eventuali certificazioni ottiche, che sono normalmente impensabili sui telescopi entry level. RIFRATTORE Il telescopio rifrattore è uno strumento costruito secondo questo schema ottico:
e nella sua fisionomia si presenta come un tubo allungato: diciamo che questo rappresenta nell’idea comune “il telescopio”. (…) segue a pag. 5
4
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 4 Il rifrattore si fa apprezzare grazie ad una grande secchezza nelle immagini, le stelle appaiono puntiformi e i dettagli di luna e pianeti sono ben contrastati, se le ottiche sono di una certa qualità. Spesso è preferito in fotografia dove si pone come strumento fotografico d’eccellenza per il largo campo e quando si trovano strumenti corretti sono forse i migliori in tutto. Come vediamo dallo schema presentato sopra, la luce entra all’interno del tubo attraversando delle lenti poste come “obiettivo”, un pò come gli obbiettivi delle macchine fotografiche per intenderci. Una volta che la luce è passata attraverso queste lenti (che possono essere piu di una, anzi…SONO più di una), viene scomposta (o rifratta) e ricomposta in un punto fino a raggiungere il focheggiatore posto in fondo allo strumento ed attraverso delle manopole che ne allungano o diminuiscono l’escursione permettono di regolarne la messa a fuoco. I “pro” di questo tipo di ottica sono – Ampi dettagli sugli oggetti (ad esempio sui pianeti) - Immagini piu luminose e contrastate, stelle puntiformi. Essendo un sistema “a lenti” è però soggetto ad un effetto chiamato “aberrazione cromatica”. Cioè, ha la tendenza a mostrare caratteristiche di luce non corrette nel momento in cui avviene la ricomposizione dell’immagine. Per evitare questo problema, si è reso quindi necessario elaborare delle lenti in modo migliore, con tecniche e materiali nuove e calcolandone la perfetta collimazione all’interno del gruppo “obbiettivo”, che è quello antistante. Questa operazione di correzione ha costi molto elevati. I telescopi rifrattori quindi traggono una parte del nome da questo tipo di correzione, diventando “rifrattori apocromatici”, “rifrattori semi-apocromatici” o “rifrattori acromatico”. I contro sono: – Un rifrattore che lavora a dovere costa un sacco di soldi – Maggior delicatezza nell’uso (se ti cade son dolori) Quindi se la vostra idea è quella di comprare un telescopio rifrattore con 3/400 euro compreso di motorini, montatura etc. etc, va da se che il rischio di trovare ottiche non corrette è abbastanza alto. Purtroppo, da quel poco che so, per acquistare un rifrattore buono bisogna affrontare un investimento che ritengo eccessivo per un neofita che nemmeno sa quanto utilizzerà il telescopio, a meno che un astrofilo non parta già con le idee chiare e non abbia già osservato in diversi telescopi sviluppando la passione nel tempo, ma questo è un altro paio di maniche. Non posso comunque non citare alcuni rifrattori a 89 euro o a 130 euro spedizione inclusa…e li cito in silenzio, a buon intenditor…. Altra musica invece se si parla di rifrattori “fatti a dovere”, non posso negare che siano quelli che forniscono maggiori dettagli e in un certo senso preferibili ad altre ottiche in ambiti fotografici (si parla di cifre oltre i 5/6.000 euro…). (…) segue a pag. 6
5
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 5
RIFLETTORE NEWTONIANO Il telescopio Riflettore Newtoniano presenta invece un’ottica completamente diversa:
..mentre questa è l’immagine del telescopio per come comunemente si presenta: Come si intuisce dallo schema dell’ottica, la luce entra, arriva in fondo al tubo dove vi è posto uno specchio primario generalmente quasi parabolico (non una lente, ndr!) viene riflessa (riflettore!!) e convogliata verso un altro specchio (secondario) il quale ha il compito di raccogliere il cuneo di luce in arrivo dal primario e convogliarla verso il focheggiatore. Questa configurazione è tra quelle più utilizzate, trovando forte consenso nel mercato che ne ha fatto diminuire sensibilmente i costi. Inoltre è un pò meno “delicato” rispetto ad un rifrattore, anche meno pesante e questo lo rende facilmente trasportabile. I pro sono: 1) facilità di impiego e collimazione 2) vasta gamma di possibilità e configurazioni 3) rapporto qualità/prezzo spesso vincente soprattutto sulle fasce economiche 4) adatto a oggetti del profondo cielo I contro sono: 1) minor definizione e minor contrasto rispetto ad un rifrattore, perde molto sul planetario 2) può mostrare un’ombreggiatura al centro dell’immagine dovuta alla presenza dello specchio secondario (ahimè) 3) a lungo andare può rendersi necessario rialluminare gli specchi, essendo “aperto” e lasciando passare quindi molta aria all’interno del tubo Nonostante questo, ritengo a livello personale che il telescopio newtoniano rappresenti per chi inizia un ottimo punto di partenza, risultando valido per effettuare la visualizzazione della maggior parte degli oggetti nonché tentare i primi approcci fotografici con una spesa contenuta. Io ho scelto questo. (…)
segue a pag. 7
6
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 6 SCHMIDT - CASSEGRAIN Un altro schema ottico che riscuote notevole successo è lo Schmidt-Cassegrain, che riporta questo schema ottico:
In quest’ottica, abbiamo qualche elemento in più rispetto al rifrattore e rispetto al newtoniano. Abbiamo infatti una lastra posta nella parte anteriore, chiamata “lastra correttrice” o “lastra di schmidt”, che corregge il segnale luminoso in entrata, il segnale arriva allo specchio primario che si trova in fondo il quale riflette la luce verso un ulteriore specchio che è parecchio arrotondato e funziona da moltiplicatore. Il segnale moltiplicato arriva poi al focheggiatore che è posto in fondo allo schema ottico ed esce dalla culatta posteriore. Essendo che la luce viene moltiplicata da uno specchio semi-sferico, l’immagine risultante sarebbe parecchio arrotondata, ecco il motivo per il quale si è reso necessario anteporre la lastra di Schmidt, che corregge questa aberrazione. La moltiplica invece è stata inserita per allungare la focale dello strumento, che normalmente ha un rapporto focale F/10. La messa a fuoco avviene attraverso un apposito registro che anziché muovere il focheggiatore come nei precedenti telescopi. sposta direttamente lo specchio primario in avanti o indietro, permettendo cosi di regolare il punto di fuoco allungando o diminuendo micrometricamente la lunghezza focale del telescopio. Uno dei telescopi Schmidt-Cassegrain piu in voga è il Celestron C8, palestra per molti astrofili neofiti: come si vede nell’immagine, all’apertura abbiamo la lastra di Schmidt.
I pro di questo tipo di ottica sono i seguenti: 1) lunga focale su dimensioni ridotte: grazie al moltiplicatore si può ottenere una focale molto lunga su telescopi corti. Pensate ad esempio che il C8 ha una lunghezza fisica di circa 50 cm, mentre la sua focale è pari a 2 metri! 2) forti ingrandimenti e grande dettaglio: ottimo quindi per pianeti e per oggetti luminosi del profondo cielo 3) peso ridotto: si può utilizzare per effettuare riprese in Alta Risoluzione di pianeti e luna, sfruttando montature più piccole (tipo la eq5) 4) Trasporto facilissimo e collimazione semplificata: si collima solo lo specchio secondario. (...) segue a pag. 8
7
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 7 I contro invece sono i seguenti: 1) avendo una lastra anteriore, nelle serate con forte umidità si appanna 2) Avendo una lunga focale che ingrandisce molto l’immagine, risulta essere parecchio sensibile alle condizioni di cielo: con atmosfere turbolente può risultare molto difficile mettere a fuoco 3) Ottenenndo il fuoco attraverso lo spostamento dello specchio primario, il peso dello stesso può spostare il fuoco. Questo non è un problema durante le osservazioni, ma risulta un pò rognoso nelle serate fotografiche 4) a patto di prendere diametri ampi (dai 250mm in su) ha la tendenza a impastare un pò considerando poi l’ostruzione dello specchio secondario che non è proprio ininfluente. 5) avendo una lunga focale, non è particolarmente luminoso. Ma abituato l’occhio questo non rappresenta più un problema reale. Nonostante questi contro, che sembrano su carta essere insormontabili, il telescopio lavora davvero bene e rappresenta una scelta importante dal momento che si può considerare un telescopio tuttofare e con prestazioni eccellenti. DIAMETRI, FOCALI, RAPPORTI Da bravo neofita, mi rivolgo ai neofiti…quando si viene a contatto per le prime volte con questo affascinante mondo, si viene letteralmente investiti da una serie di parametri che sembra non voler dire molto..apertura, diametri, capacità di raccogliere luce, luminosità e chi più ne ha più ne metta. Essendo neofiti, non penso sia il caso di affondare la propria intenzione nella ricerca della prestazione tout court… però possiamo buttare uno sguardo ad alcuni parametri fondamentali che possono darci l’idea di ciò che stiamo comprando. Primo aspetto da non sottovalutare è che il telescopio funziona finché raccoglie luce. Piu luce raccoglie e maggiore sarà la luminosità e la possibilità di ottenere alcuni dettagli. Questi valori si misurano con tre parametri fondamentali che sono: diametro dell’apertura, lunghezza focale, rapporto focale. Il diametro d’apertura è molto semplice da individuare. Si misura in millimetri (mm) e varia normalmente dai 70mm ai 300/400 mm. Va da se che un 150mm raccoglie meno luce di un 200mm, ma contestualmente ne raccoglie molta di più di un 130mm o di un 114mm. Per dare un’idea dell’importanza di questo valore, si tenga presente che se confrontiamo un telescopio con apertura da 150mm con uno di apertura 200mm, abbiamo 5 centimetri in più di apertura. Questi cinque centimetri sembrerebbero una banalità trascurabile..niente di più sbagliato. Pensate ad un disco. Se lo ingrandite di 5 cinque centimetri, la superficie di materiale che dovrete integrare è notevole. Quindi anche se un’apertura di 5 centimetri in più può sembrarvi una bazzecola, non lo è: anzi. Abbiamo poi la lunghezza focale: questa è la misurazione del percorso che la luce deve compiere all’interno del tubo. L’aumentare o il diminuire di questo parametro favorisce o meno la possibilità di dettaglio del telescopio. Ad esempio, un telescopio come il mio ha una focale da 750mm e con questa focale riesco a scorgere come dettaglio di riferimento lo “spazio nero” che c’è tra Saturno e i suoi anelli. Un telescopio con una focale minore, probabilmente non riesce ad arrivare a questa definizione. Mentre un telescopio con una focale maggiore (ad esempio 1000mm) permetterebbe di osservare dettagli maggiori del pianeta. (…)
segue a pag. 9
8
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il mio primo telescopio PARTE IV- Le ottiche segue da pag. 8 Bisogna considerare che una focale piu lunga aumenta anche “le dimensioni” dell’oggetto, quindi in certi ammassi stellari o con oggetti di grandi dimensioni (come Andromeda) può rivelarsi controproducente perché si rischia di non poterli gustare nella loro interezza. Diversamente, una focale corta ha come “contro” il fatto di non poter scorgere dettagli degli oggetti più piccoli e lontani. Anche qua...questione di compromessi. Infine abbiamo il rapporto focale, e sarebbe quel numero che c’è dopo il valore “f/” che si trova in tutte le schede tecniche dei telescopi. Questo da un’indicazione di luminosità e si calcola dividendo il diametro dell’apertura/lunghezza focale. A valori di F più alti corrisponde minor luminosità. Esempio: Un telescopio 150mm di apertura con focale da 750mm ha un rapporto focale pari a :750/150=5 quindi F/5 Da qui possiamo fare alcuni esempi di circostanza..se io avessi lo stesso telescopio con una focale piu lunga, scende la luminosità ma aumenta il dettaglio. (1000/150 = F/6.6). Quindi è vero che avrei piu dettaglio, ma avrei anche minor luminosità. Viceversa, se io accorciassi la lunghezza focale del telescopio a 500, avrei: 500/150=F/3.3. Quindi maggior luminosità ma minor possibilità di scorgere dettagli. Di seguito alcune configurazioni standard: Telescopio 150/750 = F/5 Telescopio 200/1000 = F/5 Telescopio 200/1200 = F/6 Per concludere, considerate che la focale insieme al diametro saranno poi importanti per quel che riguarda l’aspetto “peso”, quindi è necessario cercare un buon compromesso tra montatura e ottiche. IL FUOCHEGGIATORE Il focheggiatore è quel dispositivo che può essere posizionato in fondo al tubo ottico (nel caso di telescopi rifrattori o alcuni riflettori) oppure a qualche decina di centimetri dall’apertura anteriore (newtoniano). E’ un dispositivo che nelle macchine piu economiche risulta più o meno in questo modo e solitamente attraverso delle viti è fissato al tubo ottico. Il fuocheggitore è quell’elemento verso cui converge tutta la luce del telescopio e permette attraverso il movimento delle rotelle poste alla base, di allungare o accorciare il punto di messa a fuoco in modo da ottenere immagini nitide (tranne ad esempio nello Schimdt Cassegrain che come abbiamo visto, il fuoco si raggiunge spostando lo specchi primario). Nel fuocheggiatore devono poi essere inseriti gli oculari che sono gruppetti di lenti che forniscono gli ingrandimenti necessari per la visualizzazione degli oggetti. Gli oculari, a loro volta, sono intercambiabili..se avrete intenzione di passare molto tempo a godervi la semplice visualizzazione astronomica, conviene mettere da parte qualche centinaio di euro per acquistarne diversi e farsi una riserva ben fornita. Quello che deve essere chiaro però è che maggiori saranno le performance degli oculari e piu precisione servirà al fuocheggiatore in quanto spesso il punto di messa a fuoco “verte” nello spazio di pochi millimetri.
Fabio Mortari
9
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
10
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Pesi e misure segue da pag. 1
(...)(Fig.1). Scopo della missione: lo studio del clima e della meteorologia di Marte. E, dopo un viaggio di nove mesi, alla velocità di crociera di 4,7 Km/s, il 29 Settembre 1999 la sonda raggiunge il pianeta Marte, pronto a posizionarsi in un orbita a 110 Km di quota per iniziare a studiare l'atmosfera del pianeta rosso. Nel corso del suo viaggio tutto era andato come da programma. La M.C.O. scambiava messaggi con le stazioni di monitoraggio terrestre; l'ottimismo era alle stelle! Ma nel corso delle operazioni di avvicinamento, tutto ad un tratto, le comunicazioni con la Terra si interrompono bruscamente. Nelle sale controllo delle stazioni di monitoraggio cala il silenzio. Iniziano concitati scambi di informazioni tra le varie stazioni di monitoraggio. Cosa può essere accaduto? Un guasto improvviso a bordo della navicella? Forse è stata colpita da un meteorite? Fatto sta che, dopo tanti tentativi, risultò impossibile ristabilire il contatto e la M.C.O. fu data per persa, mandando in fumo molti anni di preparazione e diverse centinaia di milioni di dollari. Così come avviene in questi casi, fu nominata una commissione di esperti per esaminare le cause dell'insuccesso della missione; e dopo attente valutazioni, la commissione giunse ad una conclusione veramente sorprendente: l'errato calcolo dei dati relativi all'unità di misura impostati nei computer di bordo della sonda. In buona sostanza, i computer di bordo ricevevano da Terra i dati riferiti alla velocità e alla quota ed eseguiva i calcoli necessari per stabilizzare la sonda nell'orbita prevista dal programma; e tutti questi calcoli si basavano sul Sistema Internazionale di Unità di Misura (Fig.2) che, come sappiamo, sono il Metro per la lunghezza ed il Chilogrammo per la massa. Ma il gruppo di lavoro, che aveva inserito i dati delle misure ed il protocollo di trasmissione, aveva inserito i dati in Migliaia al posto dei Metri e in Libbre al posto dei Chilogrammi, basandosi sulle unità di misura utilizzate negli Stati Uniti. Per cui, anzicchè navigare con il Sistema Metrico Decimale, la M.C.O. viaggiava con le unità di misura americane; e poiché non era programmata per effettuare conversioni tra le due unità di misura, si schiantò sul suolo marziano. Ad esempio, nel caso in cui il programma di avvicinamento a Marte indicava una velocità di 50 Km/s, il controllo di bordo della sonda intendeva 50 Km/h; mentre si trattava di 80 Km/h; per cui la M.C.O. non potè posizionarsi nell'orbita prevista e, a forte velocità, impattò sulla superficie di Marte. Sebbene incredibile, ciascun gruppo di lavoro della M.C.O. aveva elaborato il suo programma utilizzando le proprie unità di misura senza rendersi conto della differenza rispetto al Sistema Metrico Decimale, oggi in uso anche negli Stati Uniti. Ma quali sono gli organismi internazionali che si occupano delle Unità di Misura? Orbene, gli organi competenti sono: la Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure (CGPM) che è formata dai governi dei paesi membri, (…) segue a pag. 12
11
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Pesi e misure segue da pag. 11 (…) i quali si riuniscono ogni quattro anni; il Comitato Internazionale dei Pesi e delle Misure (CIPM ) formato da diciotto membri eletti dal CGPM che si riuniscono ogni anno; e l'Ufficio Internazionale dei Pesi e delle Misure (BIPM) con sede a Sévres (Francia) composto da settanta scienziati e tecnici (Fig.3). Essi sono competenti a definire: l'Unità di Lunghezza, il metro <M>; l'Unità di Massa, il chilogrammo <Kg>; l'Unità del Tempo, il secondo <S>; l'Unità di Intensità della Corrente Elettrica, l'Ampere <A>; l'Unità di Temperatura Termodinamica, il Kelvin <K>; l'Unità di Quantità di Sostanza, la Mole <Mole>; e l'Unità di Intensità Luminosa, la Candela <CD>. Unità di misura ben note anche ai radioamatori. Ma già dal 1800, in Francia, fu istituito il sistema metrico decimale con riferimento a Pesi e Misure. Infatti a Parigi, nella Rue de Vaugirard, si può ancora vedere la copia marmorea del Metro Ufficiale, dove ogni cittadino parigino poteva misurare i propri modelli di misura (Fig.4). Ho volutamente anticipato che alcuni simboli sono ben noti ai radioamatori; in modo particolare l'Unità di Tempo, l'Unità di Intensità della Corrente e l'Unità di Intensità Luminosa. Partiamo dall'Unità di Tempo: il Secondo è esattamente la durata di 9.192.631.170 periodi della radiazione che corrisponde alla transizione tra due livelli finissimi dello stato fondamentale dell'atomo di Cesio 133; una definizione molto precisa per i progressi tecnici degli orologi atomici. Di qui il calcolo dell'ora di Greenwich (GMT) un particolare che va ricordato nel corso delle competizioni radiantistiche e nella compilazione delle cartoline di conferma del collegamento (QSL). L'Ampere, simbolo dell'Unità di Intensità della Corrente, riguarda l'intensità di una corrente costante che, mantenendosi in due conduttori paralleli rettilinei e con una lunghezza infinita, con una sezione circolare trascurabile e posizionati ad una distanza di un metro, uno dall'altro nel vuoto, sarebbe in grado di produrre una forza di 2.10 7 newton per metro di lunghezza; una lezioncina, questa, indispensabile prima di cimentarsi con circuiti elettrici. Ed infine, la candela, che identifica l'Unità di Intensità Luminosa, è l'intensità luminosa in una direzione data, proveniente da una fonte che emette una radiazione monocromatica ad una frequenza di 540.10 12 herz e la cui intensità energetica è uguale a 1/683 watt per steradiante. Questa definizione fa riferimento anche ad altre tre unità di misura, e cioè: il watt che è l'unità di potenza; il lumen che è l'unità di misura del flusso luminoso; e lo steradiante che è una unità di misura degli angoli solidi. Correlata alla definizione va aggiunta la velocità della fonte luminosa che noi sappiamo di essere esattamente 299.792.458 Km/s, pari alla velocità delle onde radio. Tali Unità di Misura sono applicate nei diversi campi scientifici, nella vita quotidiana, nelle singole professioni e nelle molteplici attività; ma anche nel mondo dei radioamatori per l'impiego di strumenti di misura (Fig.5) e di applicazione tecnica. Meditatione necessitas est. di ik0eln Giovannni Lorusso
12
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
VIAGGI DEDICATI ALL'ASTRONOMIA
13
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Un deserto senza eco? Pensieri di bolina di Alessandro Novelli illustrazione diTiziano Farinacci
Di bolina, risalendo il vento, come risalire il senso, borderline tra l’incedere e il fermarsi… come una donna davanti al suo amato/odiato specchio.
Scarrellate il trasto della randa se il discorso non quadra, se l’inclinazione inquieta. Punti di vista. Sono tanti anni oramai che è iniziata la nostra esplorazione spaziale, finalizzata al miglioramento delle nostre conoscenze, ricadute tecnologiche… La scienza evolve e cerca di rispondere, evolvendo, in maniera logica e costruttiva, alle stesse domande che probabilmente si è poste il primo uomo pensante sulla terra: Chi siamo? Da dove veniamo? Siamo soli nell’universo? Domande legittime, oserei dire intelligenti. Bistrattata, insultata, snobbata, da quella parte di fuffa che nonostante l’iPhone in tasca millanta apertura mentale abiurando il progresso. A ben vedere, la stessa apertura di un lavandino tappato da un grumo di peli pubici (L’immagine è terribile… “Ma una metafora come si fa? Mi viene una poesia o la verità”). Una parte dell’umanità ha scelto di rispondere a certe domande, da secoli, mentre altra rema contro. Ha scelto da sempre, tramandandosi il bug, la via breve dell’illusione, della chiacchiera, dell’accontentarsi delle “toppe” magico-religiose… tappando il “progresso” come fosse una camera d’aria bucata. Anche in quelle posizioni, tuttavia, c’è un senso, un certo pragmatismo. La vita è troppo breve per stare ad aspettare, meglio viverla in qualche illusione. Anche per il più longevo di noi il quadro non sarà mai completo, esaustivo. (…) segue a pag. 15
14
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Un deserto senza eco? Pensieri di bolina segue da pag. 14 (…) Con un certo egoismo e detta pane e mortadella, sarebbe forse meglio spendere a mignotte (e gigolò/duecuorieunacapannabastachecisianoletende, per par condicio) il budget per le esplorazioni spaziali, al netto del fagocitare politico-sociale? Oppure risolvendo la fame e la sete nel mondo, un esempio stereotipato, tanto per capirsi? Tutta questione di staffetta generazionale… Nel tiro alla fune ci sono due squadre, è congenito, endemico, propedeutico. I sognatori, nella declinazione ora folkloristica, ora fregnacciara pura, ora come nobile desiderio d’altro, d’eterico e d’altro… e quelli che fattivamente, da anni, piuttosto che ripetere facili mantra stereotipati, mettono in campo sacrifici, risorse, la vita stessa, anche rispettando la curva di utilità del burocrate o il budget… non mi sorprendono certi sensazionalismi ufficiali Nasa. Per mercatini mi è capitato in mano un Almannacco 1965 (“Storia dell’anno”, Ottobre ’65Novembre ’66): 15 dicembre 1965… “Pieno successo dell’appuntamento nello spazio… Il Gemini 6 pilotato da Schirra e Stafford ha raggiunto nello spazio il Gemini 7 di Borman e Lovell… hanno potuto vedere distintamente dai satelliti i volti con la barba lunga dei loro colleghi, già in orbita da undici giorni…” 4Febbraio 1966… “Esattamente 30 secondi dopo le 19:45 (ora italiana) il Lunik 9 si è posato sulla superficie della Luna senza fracassarsi… “In linea di massima il paesaggio assomiglia a quello di un deserto roccioso, ma non proprio come lo passiamo concepire noi sulla terra… vi sono molti crateri grandi, enormi, piccoli e piccolissimi…” (Il prof. Lovell commenta le prime telefoto) 6 Giugno 1966… “Cernan, il secondo pilota del Gemini 9, è rimasto per due ore e cinque minuti in volo libero fuori dal satellite, compiendo oltre un intero giro attorno alla terra… ha battuto il primato di volo spaziale libero (precedente di White, Gemini 4, di 21 minuti)… mentre Cernan stava passeggiando nello spazio dal portello aperto è entrata nella cabina una grande quantità di polvere… 20 Luglio… “…aggancio tra tra Gemini 10, con Young e Collins, e Agena 10, toccando l’altezza record di 754 chilometri, 250 chilometri in più del record sovietico…” 13 Settembre 1966 “Gordon (Gemini 11) ultimata la manovra del cavo (dopo 40 minuti di passeggiata spaziale) ha cominciato a dire che si sentiva molto stanco, che sudava, che la tuta era diventata un forno e che il trasparente del casco cominciava ad appannarsi…” Stessa cosa accadde a Cernan e Collins, Gemini 9 e 10. Nel corso del 1966 arrivarono i primi studi clinici su Conrad e Cooper: Pronunciata decalcificazione, disorientamento… errore di 32 gradi nella valutazione dell’orizzonte… possibilità di lavoro moderato in orbita senza conseguenze gravi. Penso ai contattisti che viaggiano con disinvoltura per pianeti e pianetucoli: Ce li manderei davvero, propulsi da gentil pedata nelle terga! Quante palpitazioni, quante emozioni nel leggere quelle notizie, non solo spaziali, scoperte in tutti i settori, scoperte sensazionali, che oggi diamo per scontate. La fuffa posò le prime pietre, per poi oggi imperversare (La fuffa allora era l’ironica notizia di avvistamento di un piatto volante riportata sul giornale). Se un fotoamatore fotografava qualcosa di strano sulla Luna si rivolgeva agli esperti, che davano razionali e veritiere spiegazioni. La fuffa non ci stette, decise di organizzarsi, sfruttando giovani speranzosi e in buona fede. Captò le notizie da servetta ma anche quelle più serie ed uno o più burattinai videro l’opportunità di crearne un mestiere ed effimero prestigio. In mancanza di prove a sostegno dell’ipotesi esotica (…) segue a pag. 16
15
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Un deserto senza eco? Pensieri di bolina segue da pag. 15 (…) degli avvistamenti (alieni) spinsero sull’acceleratore iniziando a disinformare, a sMagallare, a Cufomare, Cuneare e Segnidalcielare. L’ufologia moderna è erroneamente considerata quella dalla narrazione/avvistamento di Arnold in poi… quella è ben presto finita, si è sciolta in seria ricerca di cosa l’uomo vede/crede di vedere in cielo e in fuffologia applicata/pensione integrativa con delega al complottiamo mondial/condominiale. Una parte di seguaci nazional-popolari, indipendentemente da reddito e classe sociale, ha scelto di seguire quel filone di fantascienza non letteraria, che ha sparato balle spaziali, come fossero notizie dalla casa reale inglese, puttanate da sciacquetta. Il sincretismo della marsmania ottocentesca con il ciarlatanesimo New age (che ormai puzza di naftalina come il cappotto di mia nonna), ha fatto sognare creature e mondi immaginifici sulla Luna, su Marte, su Venere, complice il giornalismo d’assalto, migliore di quello odierno solo perché almeno scriveva correttamente, ed era considerato per quello che era, da notiziola estiva, non certo fonte del diritto ufuffologico, come negli ultimi anni… Un via vai di piatti volanti ossia “ordigni” e “macchine” volanti, giornaliera interazione con l’universo. Erano altri tempi, sembrava tutto così a portata di mano, e lo sviluppo sembrava bruciare più tappe di quante non ne potessimo capire… mitici hoax, baggianate che hanno arricchito contattisti, chi di fama e chi di fame/accattonaggio. Gli/ci ha detto male. Poteva essere più facile, invece di continuare a scoprire un universo di realtà algide, inospitali, silenti e noiose, avremmo risolto tutto con una bella città sulla Luna ove Amstrong avrebbe barattato emozioni con tecnologia, acquisito raccomandazioni per socializzare con i Marziani e scorrazzato, in ferie, su supercar venusiane con autoradio, come affermava qualche buffone patentato e prezzolato, o semplicemente disagiato. Le sciocchezze odierne sparate dalla Tonini, una dei tanti, con esaurita fantasia (visti gli illustri fuffari che l’hanno preceduta) e l’andazzo dell’esplorazione spaziale, suonano davvero come una presa per i fondelli (mi dicono che culo non si possa dire). Milioni, miliardi di pianeti lontani milioni di anni luce che forse hanno ospitato vita, l’ospiteranno, l’ospitano. Tutto bello, vero e probabilistico… è sempre più evidente che eventuali civiltà nascono e si estinguono, relativamente ai tempi dell’universo, in un battito di ciglia. Il progresso non è esponenziale, langue per poi sussultare e neanche è lineare (lo sono gli studi)… magari ci estingueremo prima di raggiungere la soluzione… vent’anni per andare sulla Luna… un secolo per Marte? Chi potrà mai dirlo? Ho letto tanto, capito forse poco e scordato molto… è sempre e comunque “altro” a scaldarmi il cuore… Tolta l’annosa spazzatura, che sbarca il lunario (giusto a rimanere in tema) con quattro spiccioli spillati ai creduloni, credo che l’uomo, nel frattempo, abbia nuove, ulteriori, domande da porsi. Possiamo continuare a porci davanti al futuro con mentalità anni cinquanta, magari nati nel ’70? Affermazione audace, lo ammetto… Ma il problema che dobbiamo porci è davvero quello di come reagiremmo nell’incontro di altre civiltà, come da chiacchiere e scrotocolli ridicoli, da scolaretti mai cresciuti, di contatto, o quello di come reagiremmo se scoprissimo di essere soli, realisticamente, non solo in terra (va bene, questa è un’altra storia) ma anche nell’universo? Mi inquieta, nelle esplorazioni, più questo aspetto, fattuale, che il resto. Una buona e concreta occasione per abbandonare il “ bla bla bla” dei pacifisti, degli ambientalisti e degli animalisti, ad esempio, e scegliere di essere pacifici, rispettosi dell’ambiente e degli animali, umanizzati e non… con buonsenso, con prospettiva di continuità, come un’efficiente azienda… dall’economia alla qualità della vita su base economica… ma davvero… non in modo politico-elettorale o magico-religioso. (…) segue a pag. 17
16
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Un deserto senza eco? Pensieri di bolina segue da pag. 16 Le nuove, utili, scoperte spaziali, ci ricordano anche che dobbiamo prendere in considerazione l’ipotesi che nessuno di noi vedrà mai nulla nello spazio che un deserto senza eco, altro che puttanate dei contattisti, minacce e intimidazioni del Cynar Setun vattelapijandersecchio di turno che ormai è credibile come Pinocchio pagato per mentire. Piuttosto stringiamoci a coorte, a ragion, fino a prova contraria, veduta. Quella manica di gazzari che vanno al cinema, non per limonare, come un tempo, ma per prender spunto per diseducare migliaia di persone con le loro credenze/speranze, fondate sul visus limitato di chi millanta di guardare così oltre. Cialtroni, più o meno consapevoli, che hanno trovato il loro piccolo utile spazio (per loro), come cantastorie mistico-religiosi su sagrati medievali o deliranti venditori nel polveroso West. Millantano scientificità e alimentano sette, supercazzolano su motori a curvatura, piegano fogli A4 e con sorriso ebete pensano di aver detto qualcosa di sensato… brematurano soluzioni alternative ma rigorosamente al di là del nostro personale venire, come fossero cartomanti… sciamani imborghesiti ma altrettanto gazzari. Si battono per l’esistenza di Babbo Natale, pessimo personaggio immaginario dal colesterolo imbizzarrito, con la fallacia che un giorno potremmo arrivare a slitte elettromagnetiche con tanto di (in)utili renne svolazzanti su estinti comignoli a regalar pinocchi in carbonio. Anche fosse, Babbo Natale non esisterà comunque, la cosa non è da poco. La realtà è che dobbiamo prepararci, piuttosto, allo scrotocollo di solitudine. Inutile supporre in modo parascientifico, magico, quello che non c’è… per noi, nell’ottica delle nostre vite… o del quale possiamo aver notizia in differita di qualche migliaio di anni (messaggi radio da pianeti distanti milioni di anni luce, ad esempio). Dobbiamo accettare il concetto di staffetta generazionale del progresso e della conoscenza. Cari fuffari, fate un salto di qualità, l’uomo ha bisogno di sognare… il sogno salva e sfolla, alla bisogna. Coscienti che la bella valvola di “sfogo” è anche la leva preferita del burattinaio, soldi e sogni tirano più di una pleiadiana “virtuosa”. Impegnatevi di più, fateci saltare dalla sedia come il più “sadico” dei poeti, rinnovatevi, ormai astragan e naftalina sono poco evocativi al naso del percipiente/subiente moderno. Basta con miserabili, risibili, sciocchezze. Basta a fare gli accattoni, gli sfruttatori di personalità deboli, di problematici e di debolezze in sani. Siate “artistici”! C’è bisogno anche di voi… siamo soli! Un po’ di poesia, per favore, di classe e soprattutto di dignità… I sogni sono nobile cosa per bruciarli nelle vostre baggianate… sperare e sognare sono, in fondo, una cosa seria. Rispettabile, letteraria fantascienza… oppure trovatevi un lavoro… che dignità vi colga, pieni, in fronte! Adoro girare il coltello in quello che ci ostiniamo a minimizzare… la piaga. Ognuno di noi, dallo scienziato al cialtrone, bene che gli vada, ha il piede in due staffe, checché ne pensi, creda o si illuda. “Ci vuole quello che io non ho, ci vuole il pelo sullo stomaco…”. Da Magonia a Testaccio, siamo in un perenne equilibrio instabile, tra la noia e il senso di colpa e il non aver manco il tempo di bestemmiare, tra il nebuloso concetto di amore e il cristallino odio, tra il vivere e il sopravvivere. Indipendentemente dall’aspettativa di vita, con ciondolo all’aria nella foresta pluviale o in via Montenapoleone fasciati di stracci firmati, la prima “livella”, a voler guardare, forse, oggi, è l’universo, ancor prima della morte… E se ti vedo triste mi crolla Plutone addosso… brrrr… brancaplutone… per inciso. (…) segue a pag. 18
17
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Un deserto senza eco? Pensieri di bolina
segue da pag. 17 Tante volte al cospetto del firmamento mi sono sentito romantico, pieno d’immenso. Stereotipi campati, giustappunto, in aria. Bisogna che ricordi anche tutte le volte che mi sono sentito semplicemente uno stronzo. Anche una semplice partita a scopa, dunque, ha un senso se le carte sono tutte e non truccate… A pensare di bolina vale il vecchio detto: «Due volte il percorso,tre volte il tempo,quattro volte la rogna» Ma chi me lo fa fare? Mi butto in un gruppo New Age channelizzato dall’aglieno pace, amore e lattuga biologica… magari, sovente, ci scappa pure l’ammucchiata… chissà sotto quell’aura quale bella condizione chiappofila alberga, scusa l’ardire, ma lo famo grippa’ ‘sto chakra der kundalini? Daje che col chakra che gira a tutta callara decolli come ‘n’Agusta di Abydos! Ma domani vado al mare! Uomo di sani principi… “La mi scusi, per la spiaggia dei nudisti?”. Tanto… “Avrete un avvenire certo in questo mondo qua, però la dignità… dove l’avete persa?”. Tutti astronomi alla Sorrenti, siamo figli delle stelle e via… “ho detto tutto!”. Caro pseudo-profondo, schiavo del luogo comune e del santone di turno, non hai detto proprio un cazzo, lasciatelo dire! Ecco, volevo dirvi questo. Nonostante tutto, con un po’ di allegrezza, che se non la prendi al volo, non la spremi “come fosse un’arancia”, poi ti penti… poi ci rimetti. Cristoforetti e i suoi predecessori e colleghi (eroe sovranazionali) e tutti gli scienziati stanno continuando a fare passi avanti nella conoscenza, nel rispondere alle domande mentre i guru cialtrocazzari, sala comunale, microfono e acqua minerale, continuano solamente a tirarti lo stesso legnetto… e tu continui a riportarlo, infaticabile!
Alessandro Novelli Italian Research
FABBRICANTI DI IDEE Progettazione Grafica
Marketing Comunicazione Social Media Eventi Stampa Grafica Immagine coordinata Insegne Strutture pubblicitarie
Via della Quaglia, 04012 Cisterna Di Latina, Lazio, Italy 06/96871084
18
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
Il codice Q Segue da pag.1
(…) Sebbene fossero stati inventati, quando le comunicazioni avvenivano unicamente in codice Morse, i codici Q continuarono ad essere utilizzati anche dopo l'avvento delle trasmissioni in fonia. Per evitare confusione, spesso è vietato assegnare alle stazioni di trasmissione nominativi che iniziano per Q o che contengono una sequenza di tre lettere che inizia per Q. I codici da QAA a QNZ sono riservati per uso aeronautico e sono definiti dalla International Civil Aviation Organization (ICAO). I codici da QOA a QQZ sono riservati per uso marittimo, mentre le combinazioni da QRA a QUZ sono utilizzate per tutti i tipi di comunicazioni; entrambi sono definiti dall'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU). Qui sotto, posto solo una parte del codice Q, quella maggiormente usata dai radioamatori, CB ed SWL: QRA: Nominativo di stazione QRB: Distanza tra le stazioni in collegamento QRG: Frequenza di trasmissione esatta QRK: Comprensibilità del segnale (corrisponde alla R dei rapporti RST) QRL: Siete occupato? Frequenza occupata? (spesso impropriamente usato, per dire che si è sul luogo di lavoro. Esempio: "sono al qrl"= "sono al lavoro") QRM: Disturbi alla ricezione di vario tipo, anche da altre stazioni QRN: Disturbi alla ricezione da scariche impulsive QRO: Aumenta la potenza di trasmissione QRP: Diminuisci la potenza di trasmissione (una stazione radioamatoriale con meno di 5 Watt in trasmissione, è chiamata "qrp station") QRS: Rallentare la velocità di trasmissione QRT: Interruzione, chiusura della trasmissione QRU: Null'altro da trasmettere QRV: Pronto (a ricevere o trasmettere) QRX: Restare in attesa - Aspettate (Invito rivolto al corrispondente) QRZ: Da chi sono chiamato? (si risponde con il CALLSIGN cioè il nominativo, e non il nome dell'operatore!) QSA: Intensità del segnale ricevuto (Scala da 1 a 5) QSB: L'intensità dei segnali varia nel tempo (fading, cioè evanescenza) QSL: Ricevuto (è intesa anche come conferma scritta: la QSL-CARD) QSO: Possibilità di comunicare con...(Inteso anche come collegamento in corso fra due stazioni) QSP: Ripetizione di un messaggio ad altra stazione QSS: Frequenza di lavoro da usare QSX: Resto in ascolto sulla frequenza QSY: Passo a trasmettere su altra frequenza QTC: Messaggio da trasmettere QTH: Località di trasmissione Una piccola precisazione sul codice Q: come avete potuto leggere, alcuni tra i vari codici sopra postati, possono avere più di una interpretazione. Esempio: QRP, non si riferisce solo al dover abbassare la potenza di trasmissione, ma si può riferire ad un ricetrasmettitore che come caratteristica principale, avrà poca potenza. Quindi, si dirà "radio QRP" o "radio operante in QRP". Daniele Giaccari
19
Rivista Gratuita di Astronomia, Ufologia e CQ CQ Anno 2016
Direttore FRANCESCA ABATE
Polvere di Stelle
La Foto del Mese
di Fabio Mortari M81 e M82, telescopio Moonraker 102 f/6.5, Moravian G2-8300 N.7 frame L x 600 N.5 frame RGB x 300 Spazio pubblicitario
L' Accademia organizza eventi, incontri, lezioni, serate pubbliche e altre manifestazioni a tema scientifico come corsi a Roma di astronomia, visite a monumenti astronomici, lezioni di astronomia per le scuole, conferenze e corsi di astronomia, osservazioni pubbliche al telescopio, vacanze e scuole di astronomia, gite in montagna con i telescopi e tanti altri eventi. c/o Parrocchia San Gregorio Barbarigo â&#x20AC;&#x201C; Via delle Montagne Rocciose 14, Roma email: eventi@accademiadellestelle.org
20