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Pag. 10 4 - News dall’Italia 6 - News dal Mondo 8 - News dall’Europa 10 - Piloti, autonomia di esercizio senza influenze del mercato 11 - I Piloti tra passato e futuro: i valori non cambiano

Pag. 12 12 - Future for Ocean Governance and Blue Growth 14 - Giuseppe Bono confermato AD di Fincantieri 16 - Confetra porta a Pietrarsa gli scenari della logistica 18 - La trade connectivity include e valorizza i momenti logistici 19 - Come superare le criticità del sistema infrastrutturale 21- Blue Economy Summit l’economia del Mare a Genova 22 - Trasporti e logistica: Alis studia l’economia insulare 23 - Consiglio Direttivo Alis

ferroviario per la cellulosa 30 - Molo Beverello di Napoli, stato del progetto di riqualificazione 32 - Lo sviluppo a Civitavecchia delle Autostrade del Mare 33 - Horizon apre la lunga stagione delle crociere a Porto Torres 34 - Il CdA Interporto Padova SpA approva progetto Bilancio ‘18 34 - Accordo tra Contship Italia e TiL per il terminal MCT a Gioia Tauro 35 - Miami, i porti siciliani al Seatrade Cruise Global 36 - Spezia, nuovo terminal crociere partnership pubblico-privato

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24 - Cresce la ricchezza e calano i consumi di energia 26 - Osservatorio Fonti Energie Rinnovabili - Gennaio 2019 28 - Livorno, nuovo raccordo

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38 - KLM apre il Napoli-Amsterdam 38 - Partnership Geodis - Electrolux per la logistica del Gruppo 40 - Brevi Obor • Fermo aderisce alla Belt and


52 - MSC Crociere presenta il nuovo terminal a Portmiami 54 - Come l’arte e il design entrano nel cantiere nautico 55 - Le fiere come strumento promozionale del made in Italy 56 - Con 3 mln di euro Venezia lancia la sfida a Genova? IN ESCLUSIVA 58 -17° Seatec e 11° Compotec hub altamente specializzati Interviste: Stefano Sorrentini Presidente 60 - ComeAssoagenti far rivivereCampania lo splendore Andrea Morandi Presidente Associazione Agenti Marittimi della Riviera di Ulisse Abruzzo e Marche 61 - Napoli: Il Circolo Francesco Pagni Direttore Operativo ISC Posillipo

Interventi:

Mario Mattioli Presidente Confitarma Luca Sisto Direttore Generale Confitarma Ivano Russo Direttore Generale Confetra Roberto Alberti Presidente Fedespedi Gian Enzo Duci Presidente Federagenti Road degli enti locali Pietro Spirito Presidente AdSP Mar nell’area Tirreno Centrale • Cresce il settore tessile Ermanno Giamberini Presidente ACCSEA BRI Michele Acciaro Professore Kune University - Direttore • Crescita del 20% dei turisti CSGL in ItaliaNazionale Atena Vittorio Buccicinesi Segretario • Servizio ferroviario Quingdao -Magliulo & Associati Bruno Castaldo Studio Legale Castaldo,

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Minsk • Paesi Arabi e Cina crescita degli interscambi 41 - Via della Seta energetica 42 - Dualismo BRI e rotta artica ci guadagnerà la Corea del Nord? 44 - Fenomeno droni

Augusto Forges Davanzati Presidente Assospena Alessandro Laghezza Presidente Associazione Spedizionieri Spezzini Giancarlo Cangiano Direttore Marketing e Comunicazione Interporto Sud Europa Marina Marzani Presidente ANAMA Giovanni Costantini Cargo Managter SEA Aeroporti di Milano Fabrizio Iacobacci Head of Pharm Business Development Virgilio Pacifico Sindaco di Mondragone

Anno II - N° 1- gennaio 2019 Direttore responsabile Maurizio De Cesare Direttore editoriale Antonio De Cesare Redazione: redazione@portoeinterporto.it Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoeinterporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Il magazine Porto&interporto è proprietà di GAM editori srl redazione@portoeinterporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 38 del 19 ottobre 2017 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

a che punto è l’Italia? 46 - Nuovo volo diretto per gli Usa dal Guglielmo Marconi 48 - V Rapporto PMI fotografa un Sud in bilico sulla ripresa 50 - 13 milioni di passeggeri per i porti italiani nel 2020

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Pag. 35 troppo piccolo per Navigare 62 - Ingemar per lo sviluppo della portualità turistica 63 - HoReCoast, bilancio positivo per la “due giorni” di Maiori 64 - Libri • Corea del Nord


News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News da Cabotaggio, nuove regole dell’ART per le gare

L’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), con delibera n. 22/2019, ha adottato l’atto di regolazione recante “Misure regolatorie per la definizione dei bandi delle gare per l’assegnazione dei servizi di trasporto marittimo di passeggeri da, tra e verso le isole, e delle convenzioni da inserire nei capitolati delle medesime gare”. I parametri previsti dall’atto “si applicano ai servizi di trasporto passeggeri, per mare, da, tra e verso le isole, sia di interesse nazionale (collegamenti con le isole maggiori), sia di interesse regionale e locale, anche qualora esercitato unitamente al trasporto merci”. Esse riguardano il 35% dei servizi di cabotaggio marittimo con le isole (circa 68 milioni di passeggeri totali) oggetto di Contratto di Servizio. Tra le previsioni dell’atto la durata del Contratto “per un periodo, di norma, non superiore a cinque anni estendibile, nel rispetto del principio di proporzionalità, alla durata necessaria al recupero degli investimenti da parte del concessionario, ai sensi dell’art. 168 del decreto legislativo n. 50/2016. La durata non può in ogni caso eccedere il periodo massimo di 12 anni”.

Nuovo traghetto per i collegamenti sullo Stretto

A pochi mesi dall’entrata in servizio di Trinacria, RFI ha affidato la commessa per una nuova unità Ro-Ro monodirezionale – per il trasporto di carrozze e carri ferroviari, passeggeri, mezzi gommati – all’Associazione Temporanea d’Imprese composta da T. Mariotti, Officine Meccaniche Navali e Fonderie San Giorgio del Porto. Il nuovo traghetto – lungo 147 metri, largo 19, con portata 2.500 tonnellate e velocità 18 nodi – sarà realizzato in quattordici mesi, nelle infrastrutture dei cantieri aggiudicatari della gara europea per un investimento complessivo di 48 milioni di euro. La nuova nave sarà certificata dal Registro Italiano Navale, oltre che da “GREEN PLUS”.

Livorno, in attesa del gestore unico cresce il traffico rail

Il Comitato di Gestione dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale ha dato il via libera all’espletamento della gara di appalto per la concessione quinquennale del servizio ferroviario relativo agli impianti di Livorno Calambrone e Livorno Darsena. In pratica, il comprensorio ferroviario livornese, un’area che va dalle banchine dello scalo labronico sino all’interporto Amerigo Vespucci, potrà essere gestito da un operatore unico, garantendo maggiore efficienza ad un settore che ha registrato nel 2018 importanti risultati. Secondo i dati dell’AdSP l’anno scorso sono stati movimentati 1.963 treni, per un totale di 35.670 carri movimentati. Rispetto all’anno precedente i volumi spediti e ricevuti via ferrovia sono cresciuti del 14%, sia in termini di carri movimentati che di treni in ingresso/uscita dallo scalo. “59.190 i contenitori movimentati su treno, con un incremento dell’8,7% rispetto al 2017; mentre i carri in ingresso/uscita sono stati 27.318, +3,5% rispetto allo scorso anno. A seguito di tale andamento la quota rail del porto relativa al traffico containerizzato è passata dal 15,5% del 2017 al 16,2% del 2018”. Il Comitato ha anche deliberato l’ampliamento del numero massimo delle autorizzazioni per lo svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali nello scalo: 19 autorizzazioni nel campo delle operazioni portuali e 12 nei servizi.

Porto di Brindisi, contratto per il raccordo ferroviario con l’ASI

Un “baffo” che consentirà di ridurre i tempi di terminalizzazione, effettuare convogli più lunghi ed evitare la sosta tecnica dei treni merci nella stazione di Brindisi, creando nuove opportunità nel mercato dei servizi merci. Con il contratto di raccordo firmato da RFI, AdSP del Mare Adriatico Meridionale e ASI Brindisi, valido 6 anni, si definiscono le reciproche responsabilità in termini di norme di esercizio, visite di sorveglianza e manutenzione per l’avvio dell’intervento di integrazione ferro – gomma – mare del terminal ferroviario del porto. Dieci chilometri di binari raccordati alla rete nazionale che collegheranno il molo di Costa Morena e la Zona industriale. Il primo tassello di un progetto di potenziamento infrastrutturale più ampio dell’area ferroviaria industriale di Brindisi che, stando a piani di RFI, “prevede l’attivazione, nel 2024, del collegamento diretto fra l’infrastruttura ferroviaria nazionale a sud di Brindisi e una nuova stazione con binari lunghi 750 metri ed elettrificata”.

Autotrasporto, via libera alla ripartizione delle risorse

Nell’ambito del tavolo autotrasporto merci presso il MIT è stata approvata la ripartizione delle delle risorse a sostegno del settore. Lo stanziamento di 240 milioni di euro, sul triennio 20192021, previsto dal ministero e approvato dalle associazioni presenti – Assotir, Cna Fita, Confartigianato trasporti, Fai, Fiap, Casartigiani, Unitai, Anita, Conf Cooperative, Lega Coop servizi, Conftrasporto Fedit, Aiti, Trasportounito – prevede 140 milioni per il rimborso di pedaggi autostradali, 70 milioni per le spese di viaggio non documentate, 25 milioni per investimenti sul rinnovo parco mezzi, 5 milioni per la formazione. È stato, inoltre, ribadito l’impegno a inserire, nel primo strumento normativo disponibile, ulteriori 20 milioni di euro a sostegno del comparto.


all ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia Dalla BEI 120 milioni per Hub porto di Ravenna

AdSP del Mar Adriatico centro settentrionale e Banca Europea degli Investimenti (BEI) hanno sottoscritto il contratto di mutuo da 120 milioni di euro di finanziamento al Progetto “Hub portuale di Ravenna”. La firma blinda anche i 40 milioni di euro che l’Unione Europea ha destinato al progetto cui si aggiungono le ulteriori risorse (60 milioni) deliberate dal CIPE. “Hub portuale di Ravenna” prevede l’approfondimento dei fondali in avamporto e lungo tutto il Canale Candiano, l’adeguamento ed il potenziamento delle banchine, oltre alla realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 m, e la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale per circa 200 ettari direttamente collegate alle banchine, ai nuovi scali ferroviari merci e al sistema autostradale. L’investimento previsto per la pima fase del progetto è di 235 milioni di euro. Prevista l’attivazione di altri investimenti, anche di soggetti privati, per ulteriori 300 milioni di euro, che comprenderanno la realizzazione dell’impianto di trattamento dei materiali di risulta dell’escavo, investimenti privati nella logistica e un deposito costiero di GNL.

Nuove risorse e accordi per il nodo ferroviario di Trieste

La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha destinato un finanziamento di quattro milioni di euro a favore dell’Adsp Mare Adriatico Orientale per la promozione dei “servizi di trasporto combinati multi cliente delle unità di trasporto intermodale da e per il porto di Trieste”. In particolare, si tratta di risorse destinate “al consolidamento dei flussi di traffico verso il mercato, sviluppati dai vettori marittimi che fanno scalo a Trieste con servizi diretti e/o oceanici e rivolti in particolare a favorire gli instradamenti alternativi alla modalità stradale”. L’ente guidato da Zeno D’Agostino, intanto, ha siglato due Mou per implementare le relazioni ferroviarie tra lo scalo e l’hinterland di riferimento nel Centro-est Europa: il primo con le società ferroviarie ÖBB-INFRA e Rete Ferroviaria Italiana (RFI), e il secondo con Rail Cargo Austria (RCA). Obiettivo dei memorandum è rafforzare i collegamenti tra il nodo logistico del Porto di Trieste e la rete ferroviaria europea. Gli accordi impegnano le parti a condividere una comune strategia di sviluppo finalizzato all’ottimizzazione dei processi logistici, attraverso il potenziamento della rete e il conseguente incremento di capacità dei terminal di destinazione. Concretamente i memorandum condurranno i firmatari a valutare possibili ammodernamenti, nuove opere e la rimozione di eventuali colli di bottiglia, al fine di agevolare l’attività dei vettori ferroviari.

ZES Calabria, avviato il Comitato di indirizzo

È stato avviato il Comitato di indirizzo della ZES della Calabria. Nel corso di una riunione nella sala presidenziale dell’Ap di Gioia Tauro è stato approvato il regolamento che disciplina le attività dell’organo che ha debuttato con l’analisi degli strumenti fiscali e di semplificazione burocratica da porre a sostegno delle imprese che sceglieranno di insediarsi nella zona economica speciale calabrese. Nello specifico sono state definite le modalità organizzative ed attuative da utilizzare di concerto con l’Agenzia delle Entrate per la concreta attuazione della fruizione del credito di imposta. L’incontro è stato presieduto dal commissario straordinario dell’ente portuale, Andrea Agostinelli, a cui spetta per legge la direzione della ZES Calabria. Alla riunione hanno partecipato, quali membri di diritto, Bianca Maria Scalet, in rappresentanza del Consiglio dei ministri, Francesco Aiello dell’Università della Calabria, in rappresentanza del MIT e Tommaso Calabrò, della Regione Calabria.

Prove di security coordinata nel Mar Adriatico settentrionale

Presentati alla Stazione Marittima di Trieste i risultati del progetto “SECNET - Cooperazione istituzionale transfrontaliera per il rafforzamento della security portuale”, iniziativa co-finanziata dal Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020. Il progetto, avviato nel 2017, con capofila l’AdSP del Mare Adriatico Orientale e un budget di circa 1,3 milioni di euro, nasce con l’obiettivo di creare le basi per una governance coordinata e permanente della security portuale a livello transfrontaliero nei porti di Trieste, Venezia e Capodistria. I tre scali hanno sviluppato in maniera congiunta piani di azioni e strategie di lungo periodo attraverso innovazioni tecnologiche e procedurali in tema di sicurezza. Tra i piani e le azioni pilota condotte, l’installazione di radar, sirene, telecamere, utilizzo di droni e test per la difesa da attacchi informatici.

Interporto Parma, corso per “Intermodal Terminal Manager”

Concluso l’iter di selezione del primo Corso per “terminal operator”, CePIM – Interporto Parma ed EmiliaRomagna Intermodal Cluster, cui aderiscono Dinazzano Po, Hupac-Terminal Intermodale di Piacenza, Interporto di Bologna, Lotras, Logtainer, Porto di Ravenna-Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, Terminali Italia-Gruppo FS, lanceranno a breve un Corso di Alta formazione per “Intermodal Terminal Manager”, figura manageriale “con conoscenze e capacità in ambito logistico, trasportistico e intermodale che opera all’interno di realtà articolate e complesse come interporti, hub e scali intermodali”. L’iniziativa, finanziata Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia-Romagna, nasce dopo l’ identificazione dei reali fabbisogni delle competenze portato avanti con le aziende e gli Enti di formazione e ricerca coinvolti nel progetto.


News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - Ne ICS, noli bassi e overcapacity le sfide dello shipping

Sovraccapacità di stiva e crollo dei noli sono ancora, a dieci anni dalla recessione del 2008, le principali criticità che deve affrontare lo shipping internazionale. “All’epoca le compagnie di navigazione hanno mostrato moderazione nell’ordinazione di nuove unità, per evitare di soffocare la ripresa. Oggi, il crescente protezionismo e il rallentamento della crescita delle economie chiave fanno sì che la prevenzione degli ordini eccessivi sia ora più importante che mai”. È quanto evidenziato dal vice segretario dell’ICS (International Chamber of Shipping), Simon Bennett al Global Maritime 2019 di Instanbul. “C’è divergenza di opinioni circa il fatto che la globalizzazione degli ultimi trent’anni abbia fatto il suo corso e se il rallentamento della crescita degli scambi commerciali registrato dalla crisi del 2008 rappresenti una sorta di cambiamento strutturale permanente”, ha spiegato Bennett. “Certamente nel 2019 le prospettive per l’economia globale e quindi la domanda di trasporto marittimo sembrano peggiorare”. La conferma viene dai dati: le ordinazioni di navi, in tonnellate di portata lorda, sono diminuite del 14% nel 2018, circa il 17% al di sotto della media dalla recessione del 2008. Una tendenza che potrebbe continuare nel 2019 con un portafoglio ordini stabilizzato attorno al 10% della flotta mondiale ma che dovrà fare i conti con “la riluttanza dei governi ad affrontare il problema”. “Oltre alla tentazione di un eccesso di ordini, anche le decisioni su quando riciclare le navi più vecchie sono fondamentali per l’equazione,” ha aggiunto Bennett. “La buona notizia è che si stanno finalmente risolvendo una serie di importanti incertezze normative che hanno complicato le decisioni su quando meglio smaltire le navi più vecchie”. Tra gli altri fattori da tenere in considerazione “le date di attuazione della Convenzione IMO sulla gestione dell’acqua di zavorramento”, la conferma al 2020 della data di attuazione del limite massimo globale di zolfo per i carburanti marittimi, la ripresa dei negoziati su un accordo per eliminare dalla costruzione navale le misure di distorsione del mercato (su cui pesa un possibile no da parte cinese).

La tedesca NORD/LB esce dal segmento navale

Nell’ambito del processo di rimodulazione del modello di business la banca tedesca NORD/LB ha confermato l’intenzione di uscire dal segmento dei finanziamenti al settore navale. L’istituto, a causa dei crediti inesigibili legati al ramo shipping, ha dovuto stanziare accantonamenti per 1,89 miliardi di euro. Risorse che hanno pesato sulla perdita di 2,35 miliardi registrate per l’esercizio 2018, a dispetto degli utili ottenuti nelle altre attività. “Alla fine del 2018 – sottolinea NORD/LB – è stato ridotto l’intero portafoglio a 10,3 miliardi di euro. Rispetto alla fine del 2016, quando il portafoglio ammontava a 16,9 miliardi di euro, equivale a una riduzione del 39%. L’ammontare delle sofferenze era pari a 7,5 miliardi di euro al 31 dicembre 2018”. Il primo passo per il ridimensionamento dei “non performing loan” sarà il trasferimento di una quota pari a circa 2,6 miliardi di euro ad un investitore finanziario. “In questo contesto, NORD/ LB ha accantonato un ampio fondo rischi aggiuntivo per un totale di 1,8 miliardi di. Il totale dei fondi rischi su crediti in essere accantonati per il portafoglio di finanziamento navale ammonta a 4,9 miliardi di euro al 31 dicembre 2018, pari ad una copertura del rischio di base del 65. Se si considera anche il valore di mercato delle navi in considerazione, la copertura del rischio principale è del 123%”.

Emirati Arabi, in arrivo un centro dati per lo shipping Sarà aperto entro la fine del 2019 il nuovo National Center of Maritime and Navigation Information degli Emirati Arabi Uniti, iniziativa tesa a stimolare l’industria dello shipping anche attraverso l’analisi dei dati sul trasporto marittimo. La struttura sarà lanciata in collaborazione con Abu Dhabi Ports Company e in coordinamento con altri porti nazionali. Frutto di una strategia nazionale rivolta alla Blu Economy la misura fa parte di un quadro di riforme che modificherà anche le normative del settore con un crescente coinvolgimento di investimenti privati attraverso meccanismi incentivanti.

Fuel marino, in Malesia il più grande terminal ship-to-ship

Il porto malese di Johor punta a diventare il più grande ship-to-ship hub al mondo nel settore energetico. E’ quanto prevede l’accordo siglato da Hutchison Ports di Hong Kong e KA Petra per la realizzazione di un terminal per il trasbordo da nave a nave di petrolio grezzo, prodotti petroliferi e gas naturale liquefatto. La struttura, 2.800 ettari di estensione e 31 banchine a disposizione, avrà una capacità di stoccaggio di 9 milioni di tonnellate per un costo stimato di 150-180 milioni di dollari. Il progetto (con una partecipazione pari al 70% per Ka Petra) è fortemente spinto dal governo di Kuala Lumpur che, anche in virtù delle nuove norme IMO sul basso tenore di zolfo nei carburanti marittimi, vuole fare di Johor uno dei principali centri di distribuzione della regione del nuovo fuel marino.

6 - aprile 2019


ews dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News Rotterdam, nuova applicazione per il trasporto ferroviario

Per ottimizzare ulteriormente il trasporto merci per ferrovia tra il porto di Rotterdam e l’entroterra l’ente portuale olandese ha lanciato l’applicazione OnTrack che combina i dati diverse fasi della catena su ferro, integrandoli attraverso l’utilizzo con algoritmi “intelligenti”. L’obiettivo è superare le difficoltà derivanti dall’utilizzo di diversi sistemi di pianificazione e regole per il trasporto ferroviario in uso presso i terminal dello scalo, informazioni che attualmente sono scambiate via telefono o posta elettronica. OnTrack, in particolare, fornisce ai vettori informazioni sulla movimentazione specifica delle merci presso il terminal, il numero di container che sono stati caricati o scaricati, il termine delle operazioni oltre alle possibili variazioni dalla fascia oraria programmata. “Le notifiche in tempo reale – sottolinea la port authority – consentono a tutte le parti interessate di anticipare le deviazioni in modo più efficace, ottimizzando di conseguenza l’impiego di personale e capacità”. L’applicazione potrà essere utilizzata anche in altri porti dei Paesi Bassi e all’estero.

Saipem si aggiudica appalto per campo gasiero in Africa Occidentale Saipem in consorzio con la francese Eiffage si è aggiudicata una commessa da 350 milioni di euro nel campo gasiero Grand Tortue-Ahmeyim, al largo del confine marittimo tra Mauritania e Senegal. Si tratta di un contratto EPIC (Engineering Procurement Construction and Installation), per lavori sulle infrastrutture marine e terminal LNG per i quali è prevista la costruzione di ormeggi per il complesso galleggiante, dove si svolgerà la produzione di gas naturale liquefatto, e per una diga frangiflutti composta da 21 cassoni di cemento da 16.500 tonnellate ciascuno, per la protezione degli impianti. I lavori richiederanno l’impiego del mezzo “Saipem 3000”, nave gru per le attività di costruzione.

UPS, la logistica sanitaria sperimenta i droni

UPS ha annunciato l’avvio di un servizio per la consegna di campioni medici attraverso l’uso di droni. Il programma, in collaborazione con Matternet si svolgerà presso l’ospedale di WakeMed a Raleigh, nella Carolina del Nord, con la supervisione della Federal Aviation Administration e del Dipartimento statale dei trasporti. Secondo l’operatore l’utilizzo dei droni dovrebbe facilitare la consegna su richiesta e in giornata, evitando ritardi e aumentando l’efficienza, anche in termini di costi. Il programma utilizzerà il quadricottero M2 di Matternet, alimentato da una batteria ricaricabile agli ioni di litio, che può trasportare carichi medici fino 2,2 kg su distanze fino a circa 20 chilometri. L’obiettivo di UPS è quello di estendere il servizio presso altre strutture ospedaliere del paese.

Trasporto container, cresce l’insoddisfazione sulla qualità del servizio

Dall’annuale ricerca condotta da Drewry e ESC (European Shipping Council) sul grado di soddisfazione di caricatori e spedizionieri rispetto alla qualità del servizio offerto dalle compagnie di trasporto container emerge un certo grado di insoddisfazione. Chiamati ad assegnare un punteggio compreso tra 1 (molto insoddisfatto) e 5 (molto soddisfatto) su vari aspetti della filiera del trasporto i 249 operatori interpellati hanno evidenziato una serie di criticità riguardanti trasparenza su prezzi e supplementi, tempi di transito e affidabilità delle prenotazioni con un punteggio compreso tra 2,8 e 3. Gli elementi che soddisfano maggiormente la clientela sono la stabilità finanziaria del vettore, l’accuratezza della documentazione e la disponibilità delle attrezzature (container), che hanno ricevuto punteggi mediamente compresi tra 3,2 e 3,4. Tra il 2017 e il 2018 sono quattro le prestazioni del vettore maggiormente deteriorate: la gamma dei diversi vettori disponibili, quella relativa ai servizi, il prezzo e la qualità complessiva del servizio del vettore. “I risultati dell’indagine rafforzano il parere già espresso nel nostro recente position paper e nel messaggio rivolto alla Direzione generale della concorrenza dell’Ue sul regolamento di esenzione per categoria dei consorzi, secondo cui è necessaria una maggiore trasparenza da parte dei vettori marittimi”, ha commentato Jordi Espin, responsabile dell’ESC per la politica dei trasporti marittimi. “I livelli di servizio, gli obiettivi di performance, i miglioramenti del mercato e la strutturazione dei prezzi dovrebbero essere fissati con un’attenzione maggiore alla chiarezza e un’analisi più accurata”.

Cinque unità a GNL ordinate da CMA CGM

La compagnia di navigazione francese ha ordinato cinque nuove portacontainer a GNL al cantiere navale China State Shipbuilding Corporation (CSSC). L’accordo, firmato in occasione della recente visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping in Francia, rientra in un piano complessivo per la realizzazione di dieci unità da 15mila Teu, di cui cinque con propulsione a gas naturale liquefatto e altre cinque con alimentazione convenzionale, dotate di scrubber per abbattere le emissioni inquinanti. Le nuove portacontainer, 336 metri di lunghezza, saranno consegnate a partire dal 2021 e impiegate sulle rotte che collegano l’Asia con il Mediterraneo in sostituzione di altrettante navi della flotta di CMA CGM che saranno utilizzate altrove.


News dall ’Europa - News dall ’Europa - News dall ’Europa - News dall ’Europa - News CEF, approvati 14 progetti italiani per 42,5 milioni

Sono 69 i progetti per un investimento complessivo di 421 milioni di euro selezionati dalla Commissione europea nell’ambito dell’iniziativa “Europa in movimento” per il miglioramento della mobilità dei cittadini e delle imprese attraverso l’ammodernamento delle infrastrutture. Promozione della digitalizzazione, sicurezza stradale, collegamenti intermodali le azioni di intervento che saranno sostenuti tramite il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF). La maggior parte dei finanziamenti (109 milioni di euro) sarà destinata a sostenere le piattaforme logistiche multimodali, che consentono di trasferire le merci tra diversi modi di trasporto. Seguono i sistemi di trasporto intelligenti stradali (80,2 milioni) e l’innovazione e le nuove tecnologie (71,4 milioni). Complessivamente finora il meccanismo per collegare l’Europa ha sostenuto 688 progetti, per un totale di 22,9 miliardi di euro. Delle 29 proposte complessive avanzate dall’Italia ne sono state finanziate 14 per un totale di 42,5 milioni di euro, di cui 12 (per 31,5 milioni) per la realizzazione di studi. Innovazione (6 finanziamenti per 19,6 milioni complessivi), multimodalità (3 finanziamenti per 4,4 milioni complessivi) e ERMTS (9,5 milioni di euro) gli ambiti più premiati. I progetti italiani sono “Saving lives assessing and improving TEN-t road networks safety” (finanziamento 195mila euro), “A European FEderated Network of Information eXchange in Logistics” (10,37 milioni di euro), “sAFE” (274mila), “Green and Connected Ports (GREEN C PORTS)” (309mila), “FEDeRATED” (1,68 milioni), “Interoperability of the rail system with TAF TSI in TEN-T Corridors (I RAIL)” (1,58 milioni), “C-ROADS ITALY” (6,87 milioni), “InGE - Innovative solutions for Intermodal node ‘Genoa Erzelli’” (701mila), “INTERFACE: Renovating the access to the core port of Palermo and its interactions with the urban environment” (742mila), “Veneto Region coordinated initiative enhancing core intermodal nodes” (2,02 milioni), “ERTMS deployment on the SCANMED Corridor (Verona - Bologna section)” (9,47 milioni), “SMART-C - Scalo MArotti viRTual Corridor” (542mila), “Designing multimodal freight platforms bridging northern Emilia and southern Lombardy to the TEN-T Network” (1,65 milioni) ed “E-BRIDGE. Emergency and BRoad Information Development for the ports of Genoa” (6,09 milioni).

Operazione Sophia, sospesa l’attività navale

Sospensione “elettorale” per la missione Sophia. Gli ambasciatori dei 28 stati membri dell’Ue hanno prorogato nell’ambito del Comitato politico e di sicurezza dell’Unione di altri 6 mesi EUNAVFOR Med - operation SOPHIA con il congelamento temporaneo dell’impiego di unità navali ed il rafforzamento delle attività di pattugliamento aereo e addestramento-supporto alla Guardia costiera libica. Continuerà anche la cooperazione con le organizzazioni internazionali e le autorità libiche per assicurare adeguata protezione ai rifugiati in Libia. Il comando rimane per ora all’Amm.glio Enrico Credendino, responsabile delle operazioni di ritiro delle unità navali attualmente a mare. Prima operazione militare di sicurezza marittima europea che opera nel mediterraneo centrale, Sophia è partita nel 2015 con lo scopo di contrastare il traffico illecito di esseri umani in un quadro di iniziative integrate per la stabilizzazione della situazione libica.

Interreg Italia-Francia marittimo, parte il quarto avviso

Tredici milioni di euro per il finanziamento di progetti per la crescita della “blu economy” e per favorire la mobilità transfrontaliera dei passeggeri e l’attivazione di attività di monitoraggio e studio sulla qualità dell’aria nei porti. È quanto previsto dal quarto avviso pubblico del programma Interreg Italia-Francia Marittimo, rivolto a Corsica, dipartimenti Var e Alpi marittime della Regione francese PACA, Liguria, Toscana e Sardegna. Con oltre 40 milioni di interventi già liquidati ai beneficiari, il programma ItaliaFrancia Marittimo registra le migliori performance tra tutte le iniziative similari dell’Ue. Nei precedenti avvisi sono state spese oltre il 90% delle risorse disponibili (175 milioni su 199) con il coinvolgimento di circa mille imprese. Le domande per l’accesso ai fondi del IV avviso dovranno essere presentate entro il prossimo 11 giugno.

Nautica, discussione sulla Direttiva 2013/53/EU

Si è svolta a Bruxelles l’incontro del Comitato di lavoro in merito alla Direttiva 2013/53/EU sulle imbarcazioni da diporto e moto d’acqua. Il Comitato, composto dai rappresentanti dei Ministeri di riferimento degli Stati Membri e dai Tecnici delle principali Associazioni europee e internazionali, è stato chiamato a discutere su eventuali modifiche e interpretazioni a due anni dall’entrata in vigore della Direttiva 2013/53/EU. La nuova Direttiva, a partire dal 2016, ha introdotto tutti gli elementi necessari a garantire procedure efficaci per la valutazione della conformità e la marcatura CE, per l’accreditamento degli organismi notificati (gli enti certificatori) e la vigilanza del mercato, incluso il controllo dei prodotti provenienti da Paesi esterni all’Unione, creando un regolamento più coerente per il mercato unico dell’UE.


UNA SETTIMANA DI APPUNTAMENTI DEDICATI AL MARE

13-15 MAGGIO 2019

16-18 MAGGIO 2019

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L’evento dedicato alla Blue Economy che coinvolge tramite convegni, workshop, visite tecniche e incontri di networking i principali protagonisti istituzionali e imprenditoriali che utilizzano il mare come risorsa.

Conferenze, Laboratori, Mostre, Spettacoli, Workshop per “immergersi” in modo innovativo e coinvolgente, con eventi per ogni genere di pubblico, interattivi e trasversali. Un momento di riflessione, analisi e divulgazione scientifica dei temi legati al mare.

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Porto Antico | Acquario di Genova | Galata Museo del Mare

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Piloti, autonomia di esercizio senza influenze del mercato I

l gigantismo navale non mette sotto presA cominciare dalla “libertà di azione sotto il sione solo le infrastrutture portuali ma coordinamento dell’autorità marittima”, condisollecita al massimo grado anche la filiera zione imprescindibile per garantire l’operatidei servizi tecnico nautici preposti a garantività in condizioni critiche, fino al no risoluto a re la sicurezza e l’efficienza delle operazioni. qualsiasi ipotesi di “autoproduzione”, in nome “L’ingresso di una nave in porto per quanto a della “composizione di interessi” tra legittimo volte possa sembrare di routine è invece semprofitto dell’armatore e sicurezza delle manopre un’incognita. Una distrazione, un errore di vre che il comparto ha sempre perseguito. valutazione, un guasto tecnico nel momento “A tutela di tutti i soggetti, pubblici e privati, sbagliato e quella sottile linea che separa la i servizi tecnico – nautici devono mantenere riuscita o meno delle operazioni di ormeggio, un’autonomia di esercizio scevra da qualsiasi o disormeggio, può essere superata con coninfluenza diretta del mercato. L’organizzazioseguenze serie, per le persone prima e, per la ne amministrativa e finanziaria della struttura nave, il suo carico, le strutture portuali e l’amoperativa attraverso la quale noi operiamo è Francesco Bandiera biente marino poi”. stata studiata utilizzando anche modelli abiL’accorato intervento del comandante Francesco Bandie- tualmente impiegati nei paesi europei ed extraeuropei”. ra, presidente di Fedepiloti, alla 72° Assemblea Generale Un modello “efficiente, economico, trasparente e non didell’associazione restituisce tutto il senso e l’orgoglio per scriminatorio”, confermato dalle previsioni del recente regoun’attività antica eppure essenziale per l’andamento delle at- lamento europeo n.352/2017, e chiamato a confrontarsi nel tività marittime. Un ruolo di “garanzia”, espletato in condizioni prossimo futuro con due importanti questioni. La prima è la spesso disagevoli e pericolose, 24 ore al giorno, sette giorni discussione sul rinnovo dei piani tariffari per garantire il riesu sette, 365 giorni all’anno, chiamato a confrontarsi con i quilibrio finanziario dei gruppi, iter aperto sei anni fa e ancora mutamenti tecnologici e le richieste di un mercato che alla ri- lontano dalla conclusione. In mancanza di un accordo “Fedecerca spasmodica della competitività mette a rischio equilibri piloti ha espressamente chiesto per il rinnovo 2019/20 l’applioperativi faticosamente costruiti nel corso dei decenni. cazione dei criteri e meccanismi fino ad ora condivisi da tutti, È un settore in “seria, profonda difficoltà” quello illustrato esprimendo nel contempo la propria contrarietà a soluzioni da Bandiera nella relazione al cluster dei piloti. Eppure bat- diverse da queste”. L’altra riguarda le conclusioni raggiunte tagliero nel difenderne le prerogative. “Ciò che oggi viene a lo scorso dicembre dal CGA di Palermo in merito al limite volte, con troppa scioltezza, definito un mondo regolato da di età nell’accesso ai concorsi dei piloti. “Pur ritenendo le un sistema antiquato, obsoleto, da superare; per noi rimane recenti e future innovazioni tecnologiche, aprire la professioun mondo di disciplina, responsabilità e capacità di affrontare ne del pilota a tutte le età potrebbe non solo compromettere situazioni ad alto rischio che richiedono lucidità e reattività ad l’attuale modello di accesso alla professione ma anche comun livello non comune”. portare pesanti ripercussioni sulla composizione degli orgaDa qui, la consapevolezza di una funzione che non vuole nici, sull’economicità del servizio, e sulle stesse esigenze alla abdicare al “rampante liberalismo economico-finanziario” e la base degli standard di formazione professionale continua”. serie di paletti che, di fronte ad una folta rappresentanza di tutto il settore marittimo, fissano il recinto delle rivendicazioni Giovanni Grande di categoria.

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I Piloti tra passato e futuro: i valori non cambiano

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essun no a prescindere circa la discussione sul futuro del comparto ma una serie di paletti considerati insuperabili per garantire la natura della professione. Alla presenza di una nutrita rappresentanza del cluster marittimo alla 72° Assemblea Generale di Fedepiloti (I Piloti tra passato e futuro: i valori non cambiano) le ragioni di categoria si sono confrontate con le esigenze più generali del settore logistico italiano. Tra analisi sullo state dell’arte e proposte per il futuro. Danilo Toninelli (Ministro MIT). Pollice verso a qualsiasi ipotesi di privatizzazione dei servizi. “E’ giusto e legittimo che ci sia concorrenza tra gli armatori ma quest’ultima non deve entrare in contraddizione con la sicurezza”. Piena disponibilità del MIT al dialogo con la Corporazione per “le competenze straordinarie di una categoria che ha permesso di evitare chissà quanti incidenti. Se parliamo di sicurezza i nostri piloti hanno e avranno sempre il nostro governo dalla loro parte”. Paolo Uggè (Vice presidente, Confcommercio). “La logistica è un’insieme e come Confcommercio stiamo cercando di elaborare risposte d’insieme”. Oltre il tema della rappresentanza c’è la necessità di investimenti per garantire sostenibilità e sicurezza e la capacità di “giudicare il valore strategico delle infrastrutture su cui puntare”. “I porti non possono essere considerati ‘cavalli di Troia’ per la conquista dei nostri mercati”. Allo stesso tempo non si può guardare solo agli scali e alla loro competitività. “Questa è garantita anche dalla chiarezza delle regole. Sull’autotrasporto, ad esempio: aspettiamo da tempo la pubblicazione dei costi minimi di sicurezza, indicatore fondamentale per gli investimenti delle aziende”. Raffaella Paita (IX Commissione Trasporti della Camera). Anche i cambiamenti climatici influenzeranno l’efficienza delle nostre infrastrutture. “I prossimi anni saranno difficili. Eventi catastrofici potrebbero mettere in difficoltà la rete logistica del Paese, bisogna approntare una politica di prevenzione per evitare conseguenze che potrebbero risultare disastrose”. Sui temi

della sicurezza non far venir meno la continuità istituzionale, “puntando senza indecisioni al rafforzamento del modello attuale”. Sbloccare gli investimenti infrastrutturali: “inutile firmare Mou sulla BRI se poi il sistema non può contare sulla TAV, sullo sportello unico doganale, una lotta efficace alla contraffazione”. Rodolfo Giampieri (Vice presidente, Assoporti). “Il piano tariffario e la sua formulazione è uno strumento indifferibile per garantire la competitività del sistema. Al di là della discussione in atto sul miglioramento dei criteri da applicare Assoporti apprezza il processo di confronto tra le parti in causa, dimostrazione di un cluster che nel suo complesso vuole fare sintesi. Un metodo, quello della concertazione che andrebbe applicato anche in altri ambiti”. Automazione dei processi e gigantismo le sfide che bisognerà affrontare “già da oggi”. Sergio M. Carbone (Docente, Università degli studi di Genova). “L’attuale modello dei servizi tecnico nautici è da salvaguardare perché assicura efficienza economica, attraverso trasparenza, chiarezza e proporzionalità. In parole povere è la chiave per l’accesso ai porti, tra l’altro ricalcando un modello organizzativo che va per la maggiore a livello europeo”. Edoardo Rixi (Vice ministro, MIT). In un mercato in profonda evoluzione i servizi rappresentano un’ancora per la sicurezza del sistema purché siano regolamentati “in modo lineare e conseguente dalla mano pubblica”. “Sulle richieste di autoproduzione rimango scettico, la ristrutturazione e l’adeguamento di un sistema deve fondarsi sulla formazione continua. Il patrimonio presente va preservato per investire sul futuro”. Attenzione all’eccessiva conflittualità tra gli attori in campo. “Uniti si può valorizzare la nostra specificità territoriale in Europa. Le regole portuali dell’Ue vanno cambiate e il Mediterraneo deve essere portatore di un modello in grado di influenzarle. O l’Italia si fa carico di questa missione o perderemo l’occasione della crescita dei traffici nel bacino”. RedMar

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Future for Ocean Governance and Blue Growth

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l 2 aprile a Bruxelles presso il Parlamento europeo si è tenuta la Conferenza ad Alto Livello “Future for Ocean Governance and Blue Growth”, organizzata con la partecipazione delle principali istituzioni marittime dal deputato europeo portoghese José Inácio Faria, della commissione Ambiente, per affrontate tre importanti temi: modellare la governance globale dell’oceano per il futuro, ottenere mari sani e puliti entro il 2030, promuovere un’economia blu sostenibile. Per ENMC (European Network of Maritime Clusters), organizzazione di cui l’Italia detiene la vicepresidenza, è intervenuta Laurence Martin, vicesegretario generale della Federazione del Mare. La rappresentante dei cluster marittimi europei ha ricordato che l’economia blu dell’UE sta crescendo costantemente e che, con un fatturato di oltre 560 miliardi di euro, crea posti di lavoro per quasi 3,5 milioni di persone. “L’industria marittima è un settore vitale e strategico per l’Europa. Oltre ad avere un’enorme dimensione costiera, con il turismo che ne deriva, e numerose città importanti, il cui sviluppo è tuttora legato al mare, l’Europa è una grande potenza marittima: il 90% del commercio internazionale, l’80% del commercio estero dell’UE e il 40% del commercio interno dell’UE utilizzano la navigazione. Inoltre, gli armatori europei controllano quasi il 40% della flotta mercantile mondiale e sono attori chiave nello shipping. L’industria cantieristica europea è leader mondiale per quanto riguarda le navi da crociera e gli yacht da diporto, mentre l’industria di

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produzione di apparecchiature e componenti dell’UE serve metà della flotta mondiale”. Lo shipping rappresenta il 3,1% delle emissioni globali di CO2 e senza l’adozione di misure adeguate, le emissioni prodotte dalle navi aumenterebbero ulteriormente nei prossimi anni (fino al 250% entro il 2050, secondo alcune fonti). Ridurre le emissioni di gas-serra dello shipping è quindi fondamentale e su questo l’industria marittima si sta impegnando e condivide la norma dell’International Maritime Organization (IMO) che stabilisce al 2050 una crescita delle emissioni di gas-serra limitata al 50% del livello del 2008. Inoltre, dal 2020 entrerà in vigore in tutto il mondo la normativa IMO che prevede un limite di 0,5% dello zolfo nei carburanti marini. Facendo riferimento alle affermazioni di una delle associazioni ambientaliste presenti, Laurence Martin ha ribadito che gli armatori europei vogliono navigare con navi pulite e per questo hanno appoggiato la nuova normativa IMO, mentre sono simili navi che i cantieri navali, insieme a fornitori, università e istituti di ricerca vogliono progettare e costruire. Per compiere passi significativi, assicurare un trasporto a emissioni zero entro il 2050 e quindi contribuire a rendere entro quell’anno l’Europa un’economia e una società a impatto climatico neutro, il settore marittimo è aperto a continuare ad investire e sperimentare, ma per farlo chiede scelte politiche stabili e ha bisogno di una quota equa e sostanziale di finanziamento da programmi come Horizon Europe. In tal modo, l’Europa contribuirà alla lotta

globale al cambiamento climatico, oltre ad aiutare i cantieri navali europei a fronteggiare la concorrenza in termini di innovazione e consentire la progettazione e la costruzione dei tipi di navi più innovativi. Per questi motivi, l’Europa e i suoi Stati membri devono agire ora a livello politico, a sostegno dei settori della navigazione, della costruzione e delle tecnologie marittime. Costituita nel maggio 1994, la Federazione del mare riunisce oggi gran parte delle organizzazioni del settore: AIDIM (diritto marittimo), AIMM (accademia mercantile), (ANCIP (lavoro portuale), ANIA (assicurazione), ASSOPORTI (amministrazione portuale), ASSONAVE (cantieristica navale), ASSORIMORCHIATORI (rimorchio portuale), COLLEGIO CAPITANI (stato maggiore marittimo), CETENA (ricerca navale), CONFITARMA (navigazione mercantile), FEDERAGENTI (agenzia e intermediazione marittime), FEDEPILOTI (pilotaggio), FEDERPESCA (navigazione peschereccia), FEDESPEDI (trasporti internazionali), INAIL/ ex-IPSEMA (previdenza marittima), RINA (certificazione e classificazione) e UCINA (nautica da diporto). Le attività marittime annualmente producono beni e servizi per un valore di oltre 33 miliardi di Euro (2% del PIL, 3,5% esclusa la parte pubblica), di cui 6,2 miliardi esportati, ed acquistano presso le altre branche dell’economia forniture per 20 miliardi di Euro, fornendo occupazione a 170mila addetti direttamente e ad altri 310mila nelle attività manifatturiere e terziarie indotte. RedMar


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Giuseppe Bono confermato AD di Fincantieri S

i è riunito il 5 aprinuove navi alla flotta le scorso, sotto che saranno costruite la presidenza da Fincantieri, nostro dell’Ambasciatore Giampartner di fiducia per piero Massolo, il nuovo la costruzione da molConsiglio di Amministrazioto tempo, e che porta ne di Fincantieri S.p.A. nodecenni di esperienza minato dall’Assemblea dea queste unità di nuogli Azionisti e che rimarrà in va generazione - ha carica fino all’Assemblea di dichiarato Jan Swartz, approvazione del bilancio President di Princess di esercizio al 31 dicembre Cruises - Un elemenGiuseppe Bono 2021. to ancora più entusiaIl Consiglio ha confermato Giuseppe smante è che queste due navi saranBono quale Amministratore Delegato no progettate per includere la nostra della Società. piattaforma MedallionClass, basata su Al Presidente Giampiero Massolo OceanMedallion, il dispositivo indossasono state conferite deleghe in materia bile più avanzato disponibile nell’indudi rappresentanza istituzionale, constria alberghiera globale”. corso con l’Amministratore Delegato Commentando l’annuncio l’Amminialle strategie internazionali e di comustratore delegato di Fincantieri Giusepnicazione, controllo interno e security pe Bono ha dichiarato: “Questo risultaaziendale. to è un’ulteriore attestazione di fiducia All’Amministratore Delegato Giusepche riceviamo dal mercato, attraverso pe Bono sono state conferite le più amla quale guardiamo ambiziosamente pie deleghe per la gestione ordinaria e al futuro. Da un lato, infatti, premia il straordinaria della Società ad eccezionostro grande lavoro di innovazione, ne di quanto riservato alla competenza grazie al quale abbiamo potuto offrire esclusiva del Consiglio. al cliente una proposta che è da record Intanto non rallenta l’attività del grupnon soltanto in termini dimensionali. po per acquisire nuovi contratti: questa Dall’altro siamo convinti che da questo volta tocca alla Princess Cruises che progetto di sicuro successo potrà deinsieme all’azienda cantieristica italiarivare una nuova “famiglia” di navi per na ha annunciato la firma dei contratti uno dei brand più prestigiosi del Grupdefinitivi per la costruzione presso il po Carnival. Per Princess Cruises, incantiere di Monfalcone di due navi da fatti, abbiamo ricevuto ordini per ben crociera di prossima generazione da 21 unità, altro risultato senza prece175.000 tonnellate di stazza lorda, che denti in questa industria”. saranno le più grandi finora realizzate Considerato un importante passo in Italia, con consegne previste per la avanti nel settore turistico e recentefine del 2023 e la primavera del 2025. mente premiato con il CES® 2019 InQuesto annuncio fa seguito alla firma novation Award, OceanMedallion è una di un memorandum d’intesa tra le parti tecnologia all’avanguardia che offre un nel luglio 2018. servizio personalizzato su larga scala Le unità ospiteranno circa 4.300 pasattraverso una migliore interazione tra seggeri e si baseranno su un progetto ospiti e personale, oltre a consentire di prossima generazione, diventando un intrattenimento di tipo interattivo. le prime navi dual-fuel della flotta di Gli ospiti di Princess stanno fruendo Princess Cruises ad essere alimentate della Princess MedallionClass a bordo primariamente a gas naturale liquedi “Caribbean Princess” e “Regal Prinfatto (LNG). Si tratta della tecnologia cess”. Entro la fine dell’anno, le crociedi propulsione più avanzata e a minor re MedallionClass saranno attivate su impatto ambientale dell’industria navaaltre tre navi, “Royal Princess”, “Crown le, nonché del combustibile fossile più Princess” e “Sky Princess”. ecologico al mondo, che abbatterà siIl CLIA (Cruise Lines International gnificativamente le emissioni atmosfeAssociation) e le Nazioni Unite hanno riche e l’utilizzo di gasolio. riportato che la crescita dei crocieristi “Princess Cruises continua a cretra il 2004 e il 2014 ha superato di oltre scere a livello globale, aggiungendo il 20% quella delle persone che scelgo-

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no vacanze sulla terraferma, e il CLIA prevede che 30 milioni di persone effettueranno una crociera oceanica nel 2019, un record assoluto. Queste statistiche indicano un florido futuro per il settore crocieristico, così come per tutti i partner del settore che potranno allargare la propria offerta per soddisfare le crescenti richieste dei clienti. Con cinque navi in costruzione nei prossimi sei anni, Princess Cruises è la linea di crociere “premium” in più rapida crescita al mondo. Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. È leader nella progettazione e costru-


zione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni e trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti meccanici ed elettrici e nell’offerta di servizi post vendita. Con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, Fincantieri ha sempre mantenuto in Italia il suo centro direzionale, nonché tutte le competenze ingegneristiche e produttive che caratterizzano il proprio know-how distintivo. Con oltre 8.600 dipendenti in Italia

e un indotto che impiega quasi 50.000 addetti, Fincantieri ha saputo valorizzare una capacità produttiva frazionata su più cantieri facendone un punto di forza, riuscendo ad acquisire il più ampio portafoglio di clienti e di prodotti nel settore delle crociere. Per far fronte alla concorrenza e affermarsi a livello globale, ha ampliato il suo portafoglio prodotti raggiungendo nei settori in cui opera posizioni di leadership a livello mondiale. Con l’internazionalizzazione, il Gruppo conta oggi 20 stabilimenti in 4 continenti, oltre 19.000 dipendenti, è il principale costruttore navale occidentale ed annovera tra i propri clienti i mag-

giori operatori crocieristici al mondo, la Marina Militare e la US Navy, oltre a numerose Marine estere, nonché è partner di alcune tra le principali aziende europee della difesa nell’ambito di programmi sovranazionali. L’attività di Fincantieri è estremamente diversificata per mercati finali, esposizione ad aree geografiche e portafoglio clienti, con ricavi generati principalmente tra le attività di costruzione di navi da crociera, navi militari e unità offshore. Tale diversificazione permette di mitigare gli effetti delle possibili fluttuazioni della domanda dei mercati finali serviti rispetto a operatori meno diversificati. RedMar

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Confetra porta a Pietrarsa gli scenari della logistica uno squilibrio crescente nei l sistema economico glorapporti di forza; la congestiobale sta attraversando una ne delle aree portuali, chiamafase di cambiamenti strutte a confrontarsi con abnormi turali che si riverberano inevivolumi di merci che viaggiano tabilmente anche sul segmento su poche navi; una ricorrenlogistico. Analizzare lo stato del te integrazione dei servizi da settore, le sue dinamiche e le parte dei grandi player che criticità che caratterizzano il sbarcano a terra, alla ricerca quadro italiano è l’obiettivo con di margini di profitto sempre cui Confetra ha organizzato più esigui in mare. “Le acquiuna “tre giorni” di assemblee e sizioni di terminal dal 2001 al incontri delle sue organizzazio2018 sono passate dal 17% ni territoriali. A Pietrarsa (NaPietro Spirito Ennio Cascetta al 38%”. Ma il fenomeno non poli) la manifestazione “Evoe propria rivoluzione che chiama in riguarda solo questo segmento, allarluzioni e scenari della logistica tra campo, oltre alla capacità di analizzare gandosi a tutta la filiera del trasporto. La dinamiche globali e vocazioni terrile dinamiche in atto, anche un nuovo ricerca dell’interlocutore unico produce toriali”, evento pubblico organizzato tipo di interlocuzione con i decisori. Si così “la percezione che tutti i servizi di dal Coordinamento Mezzogiorno della ripropone la questione della “rapprelogistica siano uguali, schiacciando sul Confederazione e passo di debutto per sentanza” e di una sua nuova organizprezzo gli operatori tradizionali”. Un la territoriale della Campania, si è dizazione, più efficace e più in linea con processo di “commoditizzazione” che scusso dello stato dell’arte nel comparle esigenze degli operatori. “L’obiettivo nega alla radice il rapporto con l’attività to e del suo possibile ruolo di rilancio di Confetra deve essere la creazione di manifatturiera e la natura “operativa” di per l’economia del Sud Italia. un network di sostegno ad una rinnochi lavora nel settore. Come reagire? Nereo Marcucci (Presidente, Convata policy nazionale”. L’organizzazioMigliorare il dialogo con le istituzioni, fetra). Il panorama della logistica è ne delle rappresentanze territoriali va diventando parte attiva dei processi deridisegnato da elementi esterni (guerin questa direzione: “interloquire con cisionali diventa essenziale, così come ra dei dazi, Brexit, BRI, solo per fare i poteri diffusi, con l’articolazione del “garantire servizi di qualità alla comalcuni esempi) ed interni (riorganizzasistema amministrativo”. Il traguardo, mittenza”. “Il lavoro dell’associazione zione dei processi operativi). Una vera come risposta alle sfide del presente e deve incentrarsi nel supporto agli indel futuro poste dalla ridefinizione degli vestimenti tecnologici, anche attraverequilibri geo-economici è “la capacità so un migliore sfruttamento dei fondi di produrre di più, meglio e di esportacomunitari, e alla formazione”. Senza re”. Con un’attenzione particolare allo dimenticare i nodi ancora da sciogliere sviluppo della connettività ferroviaria, come lo sportello unico, “strumento che vero e proprio must per rendere più attendiamo dal 2016 e che se applicato efficiente l’interop sistema produttivo potrebbe rendere più appetibile l’offerta della penisola. territoriale”. “Nota dolente”: la penuria Ermanno Giamberini (Presidente, di infrastrutture. “C’è un deficit da colConfetra Campania). La velocità con mare. È arrivato il momento di superare cui cambia il mondo impone di rivoll’impostazione emergenziale con cui il gere lo sguardo al futuro, senza tropproblema è affrontato nel Meridione nel pe illusioni di bloccare le tendenze in corso degli ultimi decenni. L’auspicio è atto. Innanzitutto, prendendo coscienche le questioni infrastrutturali possano za di uno stato di impasse che troppo un giorno essere discusse in un contespesso penalizza le risorse professiosto di ordinarietà. Per farlo sarà necesnali sul territorio. Il quadro generale su sario che ognuno faccia la sua parte”. cui misurarsi è quello della progressiva Domenico De Crescenzo (Coordiconcentrazione del mercato e dell’innatore, Confetra Mezzogiorno). La tegrazione verticale dei processi. “Segrande segmentazione della portuacondo un recente studio dell’OCSE lità italiana, dovuta a fattori geografici siamo di fronte alla quarta generazione e storici, rende il sistema più soggetto delle alleanze. Con la differenza che alla pressione dei grandi player. C’è un se negli anni novanta le aggregazioni fattore competitività su cui lavorare, a riguardavano vettori medio-piccoli oggi maggior ragione in una zona del paese si registra un’inversione di tendenza”. come il Mezzogiorno dove il Pil logiLe conseguenze si misurano in termini stico non supera il 20%. “I tempi delle di barriere all’entrata nel mercato, con verifiche sono una leva per recuperare

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traffici, al di là dei luoghi comuni che si spendono sulla BRI. In Nord Europa i controlli coinvolgono meno dell’1 per cento della merce, mentre da noi si aggirano sul 12-13 per cento”. E se è vero che per la natura delle nostre norme (e probabilmente anche per la composizione delle merci che passa dalle nostre banchine) non si può ambire a raggiungere i livelli sottodecimali del Northern Range diventa necessario essere più celeri. “Non è possibile aspettare una settimana per il controllo fitosanitario o quattro giorni per vedersi sbloccato un container frigo”. Pietro Spirito (Presidente, AdSP Mar Tirreno Centrale). Alla radice dei cambiamenti nel settore c’è la disintermediazione della filiera provocata dalla digitalizzazione. Due i modelli principali con cui si è risposto: quello tedesco, avviato negli anni novanta con l’acquisizione di servizi logistici e l’introduzione di politiche volte a garantirne la massima competitività, e quello cinese, incentrato invece sulle infrastrutture. Rispetto a questo quadro, la possibilità del sistema gateway della Campania di riuscire a servire nel miglior modo una potenziale catcher area che raggiunge il 14% dell’intero territorio nazionale, sconta “il deserto produttivo alle spalle delle banchine e un calo degli investimenti pubblici drammatico, pari al 28% dal 2001”. La ZES potrebbe rappresentare uno degli elementi su cui ripartire ma “completata la sua architettura istituzio-

nale ci si è addentrati nel tipico tunnel italiano”. “Stiamo ancora attendendo la definizione del meccanismo del credito d’imposta ma sulla questione c’è bisogno di fare chiarezza: è un progetto su cui bisogna puntare nel lungo periodo, com’è successo in Cina dove quella di Shenzhen, attiva da quarant’anni, ha dovuto aspettarne non meno di sette per registrare i primi risultati concreti”. Più alla portata nel breve termine alcuni provvedimenti come i fast corridor, “anche solo su gomma per cominciare ad alleggerire la pressione del traffico nei porti”. Ennio Cascetta (Amministratore Unico, RAM). Le nuove tendenze logistiche stanno alimentando un “disaccoppiamento” tra economia e settore dei trasporti. “Sta venendo meno la proporzionalità tra crescita del Pil e crescita del traffico. Un fenomeno particolarmente acuto in settori come il ro-ro e il tutto gomma che sta determinando una saturazione progressiva delle infrastrutture”. Una criticità aggravata dalle scelte politiche di Austria e Svizzera, con le misure di limitazione della circolazione, e dal mancato adeguamento di passaggi strategici come Frejus e il Brennero. “Il problema della ‘cintura di castità’ rappresentata dalla Alpi non riguarda solo la pianura Padana ma tutto il Sud che esporta. Nel momento in cui migliorerà la situazione politica della sponda Sud del Mediterraneo, il Mezzogiorno sarà in pole position per

collegare il continente con il più grande margine di crescita economica”. Obiettivo che potrà essere centrato “portando l’A/V nel resto del paese” e sbloccando gli oltre 20 miliardi di opere già finanziate (solo 15 miliardi per il piano di adeguamento previsto da RFI) ma bloccate ai nastri di partenza. “Risorse che con l’indotto possono raggiungere i 40-45 miliardi e che potrebbero garantire fino a 80 mila posti di lavoro”. Giovanni Grande

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La trade connectivity include e valorizza i momenti logistici

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e più recenti stime sul traffico marittimo, operate da World Bank Group, indicano un aumento del trasferimento di merci su container da 2 a 5 volte nei prossimi dieci anni. È in questa prospettiva che a livello globale si stanno giocando partite strategiche nel settore della portualità e, più in generale, degli investimenti in infrastrutture materiali e materiali. Alla luce delle trasformazioni che chiamano in causa l’assetto consolidato di intere economie diventa fondamentale, anche per l’Italia, “aggiornare la nostra visione di paese dei prossimi trent’anni, ma allo stesso tempo non ritardare di un solo minuto quanto si era deciso di fare, anche con impegni formali”. L’invito a buttare il cuore oltre l’ostacolo, a “guardare in che direzione sta andando il mondo”, arriva dal presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, all’assemblea pubblica dell’associazione, intitolata programmaticamente WeBridgeWorld. “Tutti gli indicatori non lasciano dubbi sul fatto che il XXI secolo sarà quello, non solo della Digital Economy, ma anche della Logistic and Blue Economy”. Un chiaro indirizzo che induce Pitto a proporre l’idea di un “bold plan”, dotato di visione, programmazione e, appunto, coraggio nelle scelte. Tre gli asset strategici su cui puntare: maritime connectivity, intesa non solo come fortunata collocazione geografica ma come corredo di efficienza

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e qualità dei servizi “tale da favorire la scelta di uno scalo su di un altro”; port efficiency, la capacità di offrire alla merce una serie sempre più ampia di servizi, compresa la dotazione di “zone franche dove garantire all’industria di poter lavorare la merce per poi ri-esportarla o di immetterla in consumo” o di ampie aree retroportuali per “lavorazione, magazzinaggio, personalizzazione ed etichettatura alle merci”; hinterland connectivity, “la possibilità di uno scalo di poter rilanciare ad ampio raggio le proprie merci su tutta una serie di mercati nazionali e internazionali”. “La sommatoria di questi tre elementi porta alla definizione e quantificazione della trade connectivity, vale a dire la possibilità per un porto di essere parte di una filiera più allargata, che include e valorizza, tutti i momenti logistici di importazione, esportazione e lavorazione di un prodotto”. Rinnovato paradigma logistico che chiama, in particolare, la comunità genovese a mettersi alle spalle la tragedia del ponte Morandi, con le sue conseguenze sul piano umano ed economico, non solo per la Lanterna ma per tutta l’economia italiana, e ripartire, attraverso la ripresa del piano infrastrutturale da 20 miliardi previsto per la città, e una implementazione delle misure di semplificazione previste dalla legge 13/2018. “Un piano ambizioso che metta a fattore comune quanto pianificato, prima del 14 Agosto, e quanto

disposto dopo tale data”. Ma il perseguimento della “trade connectivity” porta con se anche altre sfide, di tipo culturale. “Si tratta di collegare il mondo delle infrastrutture materiali a quello delle nuove tecnologie, ed attraverso questa operazione creare un ponte ideale tra porto e città, per uno sviluppo responsabile in grado di coinvolgere tutto il territorio”. WeBridgeWorld, dunque, come “concept moderno di portualità che pone al centro la merce valorizzando la filiera complessiva dei servizi”. Vera e propria riarticolazione dei modelli operativi che, complici le principali tendenze del settore logistico – gigantismo, integrazione verticale dei processi, ingresso di nuovi operatori non convenzionali, rimodulazione delle dinamiche domanda/offerta, nuove tecnologie – chiama in causa anche la categoria degli spedizionieri alle prese con una mutazione “da architetti del trasporto, ancora nei primi anni novanta, a trade solution providers, di questi anni, per arrivare a breve ad essere i nuovi service & data providers della logistica”. “La vera sfida sarà proprio questa: trasformare i nostri servizi, aggiornandoli e integrandoli costantemente, trasformandoci in alleati dei nostri partner e clienti per eliminare i costi legati alle inefficienze e fare emergere il vero valore della logistica”. Giovanni Grande


Come superare le criticità del sistema infrastrutturale

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a tragedia del ponte Morandi ha sortito un doppio effetto. Da un lato ha mostrato le criticità del sistema infrastrutturale italiano dall’altro, paradossalmente, la strada maestra per il loro superamento. La legge 13/2018 ha manifestato fin da subito la sua natura di strumento innovativo rispetto alla palude burocratica delle norme ordinarie. E in più occasioni è stata indicata come modello di possibile riferimento per quella semplificazione delle procedure in materia di interventi pubblici. Non ultimo il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, che in occasione dell’assemblea pubblica dell’associazione ne ha chiesto l’estensione all’intero piano infrastrutturale di Genova per implementare un “bold plane” che integri porto, aeroporto, Valpocevera e retro porti attraverso le ZLS. In un rimpallo tra dimensione cittadina e questioni nazionali e internazionali che ha caratterizzato, anche gli altri temi trattati, nel corso della tavola rotonda WeBridgeWorld. Giovanni Toti (Presidente, Regione Liguria). La risposta collettiva la crollo del ponte Morandi è stata di qualità. “Nonostante le difficoltà il 2019 sarà un anno di svolta per il porto: calata Bettolo dovrebbe entrare in esercizio almeno in parte entro la fine dell’anno, così come il completamento della piattaforma di Vado e moltissimi altri investimenti”. Il riferimento è al piano infrastrutturale che riguarda la città.

“Abbiamo davanti un anno in cui le maniche dovranno essere ben rimboccate, non mancheranno sudore e difficoltà ma penso che con un miliardo di investimenti gestiti attraverso i poteri del commissario, gli interventi alla viabilità accessoria, il consolidamento della Sopraelevata portuale e tante altre opere in corso nei porti della Liguria si può guardare al futuro se non con ottimismo con la consapevolezza che molto è stato fatto e che molto possia-

mo ancora fare”. Tra i nei le criticità che hanno portato al blocco dei lavori sul Nodo ferroviario. “Si punta alle norme contenute nello sblocca cantieri”. Paolo Emilio Signorini (Presidente, AdSP Mar Ligure Orientale). Nonostante il calo dei traffici (-0,5%) il porto ha mantenuto grazie all’efficienza degli operatori e alla loro capacità di fare scelte imprenditoriali strategiche, caratteristica che li accomuna alla storia imprenditoriale di Genova. Il paradosso

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della tragedia Morandi è stato quello di far scoprire alla città opportunità finora non prese in considerazione. “Valpocevera potrebbe rappresentare un’importantissima risorsa retro portuale rendendo più semplice lo sfruttamento delle potenzialità dell’accoppiata Bettolo-Vado. L’entrata in funzione dei due nuovi terminal porterà l’aumento dei traffici container in un range compreso tra i 3,5 e i 5 milioni di Teu nell’arco di un quinquennio”. Per attrarre traffici nuovi un obiettivo: “sistemare la filiera dei trasporti tra l’area genovese e savonese e la Pianura Padana e l’Oltralpi”. “Sta a noi farle. Ma se operatori internazionali come Cosco, Maersk, Msc, PSA Singapore chiedono un posto nel sistema portuale del Mar Ligure Occidentale lo leggo come un buon segno. Significa che vedono le nostre potenzialità”. Marco Bucci (Sindaco, Genova). Porto e città vanno riunite. “Ci sono barrire mentali che vanno abbattute per favorire lo sviluppo di attività compatibili ai due ambiti”. L’elenco delle questioni da affrontare prevede anche la dislocazione dei depositi costieri. “La situazione va affrontata nel migliore dei modi possibili, cercando di creare sinergie”. Sulla BRI: “Non vogliamo lavorare a tutti i costi con i cinesi. Vogliamo lavorare con i migliori al mondo, è questo il senso dell’accordo che abbiamo firmato a Roma. La provenienza degli investitori non ci interessa”. Silvia Moretto (Presidente, Fedespedi). “La categoria deve essere pronta ad offrire più servizi. Già nel campo della tracciabilità delle merce siamo riusciti ad ottenere risultati convincenti. La federazione fornirà tutto l’appoggio per vincere le sfide che ci attendono”. Tra queste l’ingresso di nuovi operatori, non convenzionali. “Lo sviluppo dell’e-commerce erode fette sempre più a monte della filiera logistica. Chiediamo parità di regole, senza sottrarci a nessun tavolo di confronto. Ma dobbiamo prendere in considerazione anche le aggregazioni. Operazione difficile ma in grado di farci uscire

Da sinistra Alessandro Pitto e Giampaolo Botta insieme dal momento di difficoltà”. Nereo Marcucci (Presidente, Confetra). I grandi trend che stanno modificando assetti e operatività della logistica vanno affrontati alla luce di due keyword: reciprocità e regole. “Nessuno vuole frenare l’evoluzione dello shipping ma di fronte alla discussione sulla deroga alla normativa antitrust europea per i consorzi di navigazione non possiamo non difendere la nostra posizione: è una scelta che ha prodotto minori relazioni e un peggioramento della qualità dei servizi che si sta trasmettendo a valle della catena logistica”. Situazione che, insieme alla verticalizzazione dei processi operativi, “sta producendo preoccupanti compressioni dei margini di fatturato”. “Non si tratta di una difesa corporativa: interpretare i tempi nuovi significa puntare al ristabilimento degli equilibri. E senza regole non esiste libertà di mercato ma il Far West”. Edoardo Rixi (Vice ministro, MIT). Il rilancio del porto di Genova passerà

dalla revisione degli strumenti in grado di accrescere la connettività portuale. Tra questi la rimodulazione del ferrobonus previsto per la zona logistica speciale. “Stiamo modificando il decreto ministeriale con misure per attivare il sistema di navettamento ed evitare eventuali distorsioni del mercato. Oggi l’incentivo è subordinato all’elencazione di determinati interporti, sistema che sostituiremo con l’indicazione di fasce di distanza”. Iniziativa anche per sbloccare il nodo ferroviario senza il quale “il Terzo Valico non serve”. “Porteremo al Cipe un provvedimento che metta in relazione i due interventi”. A livello nazionale più risorse per facilitare la programmazione della AdSP. “C’è bisogno di assumere più ingegneri e più tecnici per elaborare i progetti”. Infine, la convocazione a Maggio degli operatori per una due giorni di dibattito e confronto. “Ne scaturirà un libro Bianco, espressione delle reali esigenze del sistema logistica nazionale”. RedMar

Piattaforma E-Bridge a Genova Nell’ambito del bando CEF Transport 2018 la Commissione europea ha selezionato un progetto per aiutare Genova e tutto il territorio circostante a rinascere dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi. Si tratta di un piano che potenzia lo scalo e tutta l’area dell’ultimo miglio, prevedendo, una volta firmato il Grant Agreement, un cofinanziamento europeo di 6 milioni di euro. L’intervento prevede l’implementazione di una piattaforma ICT denominata E-Bridge (Emergency and BRoad Information Development for the ports of GEnoa) finalizzata alla condivisione dei dati tra sistemi portuali, varchi dei terminal, aree buffer e connessioni di ultimo miglio ferroviario. La partecipazione al bando è scaturita a valle della visita del commissario Violeta Bulc dopo il crollo del Ponte Morandi. “Grazie al lavoro sinergico tra ministero, Autorità di sistema e struttura commissariale, siamo riusciti a intercettare risorse comunitarie importanti che serviranno alla realizzazione di una rete delle aree retroportuali connesse per via telematica e una maggiore fluidità dei flussi dei mezzi pesanti e dei treni diretti nel porto di Genova, dove arrivano mediamente 4mila camion al giorno,” sottolinea il presidente dell’AdSP del Mar ligure Orientale, Paolo Emilio Signorini. “Gli interventi sulle infrastrutture immateriali, che rientrano nel progetto E Bridge, andranno a integrare quelli compresi nel programma approvato lo scorso 19 gennaio sulle infrastrutture materiali”.

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Blue Economy Summit l’economia del Mare a Genova

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e diverse filiere produttive del mare protagoniste della II edizione del Blue Economy Summit, la manifestazione promossa dal Comune di Genova e dall’Associazione Genova Smart City con il supporto tecnico e organizzativo di Clickutility Team che si svolgerà a Genova dal 13 al 15 maggio. Il summit esplorerà, attraverso convegni, workshop, visite tecniche e momenti di networking, tutte le attività che utilizzano il mare, le coste e i fondali come risorse per attività industriali e per lo sviluppo di servizi, quali porti, logistica e trasporti, cantieristica, turismo marittimo, costiero e di crociera, pesca, acquacultura, biotecnologie marine ed energie rinnovabili marine. Teatro della manifestazione sarà Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, che ospiterà le sessioni congressuali, cui si alterneranno incontri a Palazzo San Giorgio e visite tecniche gratuite per gli studenti presso le eccellenze del Porto. Nella prima edizione - dichiara l’assessore allo Sviluppo Economico Giancarlo Vinacci – abbiamo coinvolto oltre 2000 persone tra relatori, addetti ai lavori, studenti e cittadini e si sono avvicendati sul palco investitori, imprenditori e manager appartenenti alle migliori eccellenze, italiane e non, attive nelle differenti filiere della Blue Economy. Abbiamo illustrato l’importanza dell’economia del mare sul tessuto imprenditoriale di Genova e della Liguria, creando consapevolezza di quanto rappresenti un’opportunità di sviluppo imprenditoriale e di rilancio occupazionale e necessiti di una strategia a lungo termine che sostenga la crescita economica locale e nazionale. Con questa seconda edizione, sotto l’egida del Genoa Blue Forum, il Proto-

collo d’Intesa con tutte le altre Istituzioni cittadine fortemente voluto da questa amministrazione, vogliamo ribadire il ruolo da protagonista di Genova che, per caratteristiche e competenze, può candidarsi e consolidarsi tra i centri di riferimento internazionali per la Blue Economy. In apertura, lunedì 13 maggio, Genova, Capitale della Blue Economy: le prospettive di sviluppo del Waterfront e del Porto, la conferenza inaugurale che analizzerà l’iniziativa di riconversione delle aree e degli immobili del quartiere fieristico e dei padiglioni prospicienti la darsena nautica. Questa trasformazione coniuga le esigenze di sviluppo di uno dei settori industriali più importanti della città, le riparazioni navali, e le prospettive del turismo nautico. Quattro le aree tematiche affrontate in queste tre intense giornate e in cui saranno coinvolti istituzioni, imprendi-

tori e ospiti esteri per avviare confronti e occasioni di sviluppo internazionale per il territorio: • Le dinamiche economiche e marittime del Mediterraneo, tra Europa e Cina. Dove si colloca l’Italia e quali opportunità di sviluppo • Evoluzione tecnologica: sviluppo di percorsi di open innovation e start Up • Lo sviluppo del settore crocieristico e relativo impatto sull’occupazione • I Protagonisti della Blue Economy si raccontano: percorsi di sviluppo e nuove professioni nell’economia del mare Il Blue Economy Summit rientra negli appuntamenti del Genoa Blue Forum promossi dal Comune di Genova, Università degli Studi di Genova, Camera di Commercio di Genova e Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi. Paola Martino

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Trasporti e logistica: Alis studia l’economia insulare

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ulle direttrici intermodali e di cabotaggio nazionale e internazionale superiori ai 600 chilometri l’anno scorso hanno viaggiato circa 1,5 milioni di camion, con un alleggerimento pari a 40 milioni di tonnellate merci per la rete stradale nazionale e un abbattimento delle emissioni di CO2 che supera 1,2 milioni di tonnellate. È il quadro d’insieme che emerge da uno studio condotto dal centro studi Alis in collaborazione con le AdSP dello Stretto, della Sicilia Orientale ed Occidentale e del Mar di Sardegna. Il report (“Trasporti e logistica: Alis studia l’economia insulare”) analizza i trend evolutivi del trasporto relativamente al mercato delle grandi isole nell’ottica della continuità territoriale ricavando quote di mercato dei soggetti operanti e andamento dei traffici. “L’analisi delle quote di mercato, proposta per le due più grandi isole italiane, vuole rappresentare un fattore di accelerazione per la comprensione dei flussi di traffico tra il continente e le isole al fine di incentivare l’utilizzo delle autostrade del mare generando nuova

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occupazione nazionale e in particolar modo insulare, sfruttando le soluzioni più ecocompatibili e sostenibili”. Tra i risultati più rilevanti, il sostanziale andamento in controtendenza del cluster intermodale rispetto all’economia del paese. “Mentre l’Italia è in recessione, il trasporto intermodale marittimo e il cabotaggio insulare rappresentano uno dei principali volani per il rilancio dell’economia nazionale,” è sottolineato nella ricerca. A conferma i dati del centro studi Rete Autostrade del Mare (RAM) secondo cui “nel quadriennio 2014/2017 il traffico ro-ro (quindi di camion e semirimorchi trasportati a bordo di navi traghetto) ha registrato un incremento del 26,3%, con una stima di crescita per il 2018 del 6,5%”. “Il ro-pax (ovvero passeggeri e auto privati) a sua volta è cresciuto del 21,3% nello stesso quadriennio”. Dallo studio delle unità movimentate da ciascuna compagnia armatoriale nel 2018 e nel corso del primo trimestre del 2019, con particolare riferimento ai veicoli pesanti suddivisi per tipologia spicca il ruolo crescente del cluster

rappresentato da Alis. Mercato della Sicilia Nell’ultimo biennio l’economia siciliana ha registrato una ripresa dei maggiori settori produttivi con un importante aumento dell’export, pari al 15,2%. “Il 2018, infatti, ha visto un aumento del traffico marittimo merci siciliano in crescita per il Cluster ALIS con oltre l’81% del mercato totale, pari a circa 1,5 milioni di unità annue considerando anche i mezzi transitati attraverso lo Stretto di Messina operato da Caronte e Blu Ferry”. Trend positivo confermato anche ad inizio 2019 con una percentuale che raggiunge l’84%. Mercato della Sardegna In un contesto generale di crescita moderata l’aumento del Pil isolano “è provenuto da un sensibile aumento della domanda per consumi, dagli investimenti delle imprese, aumentati nel corso del 2018, cui si è associata una ripresa delle esportazioni”. Frutto anche delle mutate condizioni operative della logistica. “Fino al 2015, esisteva un solo armatore che dominava il traffico marittimo e insulare. Dal 2015 ad


Consiglio Direttivo Alis

Sottoscrivere in tempi rapidi il contratto nazionale trasporto e logistica. Tra gli argomenti affrontati nel corso dell’ultimo Consiglio direttivo di Alis figura uno dei principali obiettivi dell’associazione. “Mi auguro – ha affermato il Presidente Guido Grimaldi – che la più grande associazione del trasporto sia riconosciuta dalle sigle sindacali. Da parte nostra c’è tutta l’intenzione di dare suggerimenti costruttivi e portare le istanze degli imprenditori e fare il bene dei nostri lavoratori”. A tal fine è stata avviata l’istituzione di una specifica Commissione tecnica finalizzata anche alla redazione di un documento unitario dell’Associazione da presentare alle parti sindacali. Sono, inoltre, state istituite, mediante apposita previsione statutaria, tre ulteriori nuove Commissioni tecniche: Formazione, costituita per monitorare e governare i processi di questo settore strategico e per migliorare il modo con cui l’impresa affronta le trasformazioni del mercato del lavoro; Innovazione e Nuove Tecnologie, che si prefigge l’obiettivo di estendere l’attività associativa alle dinamiche proprie della digitalizzazione dei processi produttivi; Trasporto a Temperatura Controllata, la cui costituzione risponde all’esigenza tenere conto delle istanze provenienti da importanti associati che operano in una filiera logistica delicata con normative particolareggiate.

oggi un altro operatore leader mondiale nel mercato dei rotabili ha sviluppato in maniera importante il network di collegamenti verso e dalla Sardegna, offrendo non solo servizi dal continente ma, anche servizi dalla Sardegna verso la Spagna”. Una maggiore concorrenza che si è riverberata su un aumento dei servizi e delle navi a disposizione e in una riduzione dei noli. “In particolare l’autotrasporto a prezzi concorrenziali che ha generato un aumento delle presenze, turistiche e non, facendo aumentare la domanda e di conseguenza anche le importazioni verso l’isola. Si tenga infatti conto che, il flusso di merci che transita via trasporto marittimo, grazie all’ingresso del nuovo player è cresciuto del 13% dal 2015 al 2018”. In questo scenario ALIS ed il suo cluster hanno movimentato nel corso del 2018 oltre il 37% dei flussi in ingresso ed uscita dalla Sardegna, su un totale di veicoli commerciali movimentati nel corso dell’anno pari ad oltre 0,5 milioni. Molto migliori i risultati relativi al primo scorcio del 2019: la galassia Alis rappresenta oltre il 55% di tutto il traffico marittimo merci. “Nel 2017 il

settore primario regionale ha visto una contrazione. Dai dati dell’Istat risulta una diminuzione della produzione delle principali coltivazioni di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Nel 2018 l’attività dell’industria regionale ha ripreso a crescere leggermente. In base alle informazioni, nei primi sei mesi dell’anno il saldo tra le aziende che hanno registrato un aumento della produzione e degli ordini e quelle che ne hanno indicato un calo si è ridotto rispetto al 2017, rimanendo tuttavia su valori positivi”. In definitiva, il traffico marittimo di merci via mare dal 2015 al 2018 ha registrato un incremento del 13% quando l’ingresso del nuovo player ha ormai consolidato questa nuova importante crescita su valori costanti. “Si può affermare che il trasporto intermodale marittimo e cabotaggio insulare sta finalmente conquistando il ruolo che merita a livello regionale e nazionale,” tira le somme la ricerca. Ed Alis si conferma punto di riferimento per tutto il comparto risultando fondamentale “sia sia per la continuità territoriale sia per la vita di tutti i cittadini i

quali grazie a trasporti più competitivi hanno la possibilità di poter acquistare beni e servizi a prezzi più bassi”. “Dal punto di vista economico si è registrato, grazie all’utilizzo dell’intermodalità garantito dal Cluster Alis, un risparmio complessivo per le imprese e per le industrie italiane o straniere con sede in Italia di oltre 500 milioni di euro all’anno in termini di riduzioni del costo del trasporto. La sempre più impellente necessità di sviluppo infrastrutturale nazionale e regionale è controbilanciata da un mercato virtuoso in import/ export degli operatori appartenenti al cluster ed è di tutta evidenza che le strategie associative volte alla sostenibilità del trasporto dal punto di vista ambientale, sociale ed economica – mediante forti sinergie pubblico-private tra imprese ed enti portuali – non solo hanno apportato enorme valore aggiunto al territorio siciliano e sardo ma hanno consentito di registrare nel 2018 segni positivi per il traffico ro-ro con un aumento del 3% nonostante un anno non facile dove l’economia italiana ha attraversato grandi difficoltà”. Cosimo Brudetti

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Cresce la ricchezza e calano i consumi di energia I

l disallineamento tra crescita della ricchezza e consumi energetici (in diminuzione), almeno per quanto concerne le economie più mature, rappresenta una delle nuove tendenze nel settore energetico. Sintomo di una più profonda trasformazione della struttura di questo mercato che tra sviluppo “energivoro” dell’Asia, trascinata dalla domanda cinese, obiettivi di decarbonizzazione che modificano il mix di materie prime e passaggio dal tradizionale modello di produzione-consumo centralizzato ad uno incentrato sulla nuova figura del prosumer, si avvia verso un radicale cambio di paradigma. In un comparto strategico, la cui ottica operativa si gioca su proiezioni decennali, si fa largo l’esigenza di strumenti analitici in grado di interpretare questi cambiamenti, fornendo il quadro d’insieme del sistema quanto più accurato e integrato possibile. Nasce anche da queste considerazioni la collaborazione tra SRM (centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@Energy Center del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino per la stesura del I Rapporto annuale Med & Italian Energy Reporto presentato a Napoli presso la Sala Assemblee di Palazzo Piacentini. Ricerca condotta con la collaborazione del Joint Research Center della Commissione Europea e la Fondazione Ma-

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tching Energies e incentrata sull’esame di tre temi: rappresentazione degli scenari energetici a diversa scala geografica (globale, mediterranea e italiana); analisi dei corridoi e delle infrastrutture energetiche; investimenti cinesi nel settore lungo la BRI. “La competitività di un sistema paese si gioca non solo sulle capacità di fare impresa e affermarsi sui mercati con prodotti e servizi ma anche mettendo in campo know how in comparti come quelli dell’energia e della logistica marittima che per le imprese rappresentano costi ma anche driver di crescita che vanno quindi massimizzati a livello di efficienza e qualità,” ha sottolineato il presidente di SRM, Paolo Scudieri, illustrando le finalità dell’iniziativa. Non a caso l’analisi dei flussi energetici contenuta nella ricerca conferma lo stretto rapporto tra blue economy e approvvigionamento delle materie prime, con una forte influenza determinata da domanda, localizzazione delle risorse e costi del carburante, “tutti fattori legati non soltanto all’andamento dell’economia ma anche alle politiche industriali ed alle strategie energetiche dei paesi interessati”. In una quadro generale che ha visto l’offerta mondiale di energia primaria (Total Primary Energy Supply) aumentata di 2 volte e mezzo negli ultimi 45 anni, con l’80% del prodotto costituito

da combustibili fossili, il trasporto di rinfuse liquide copre circa il 30% del traffico marittimo internazionale. In pratica, una nave su tre è impiegata per la movimentazione di petrolio e derivati, trasporto di gas e prodotti chimici. Nel 2017 le merci oil & gas sono state 3,1 miliardi di tonnellate, delle quali il 60% crude oil e il restante gas. Con riferimento a quest’ultimo, il 9,3% riguarda il trasporto di GNL (294 milioni di tonnellate) mentre il 2,8% è relativo al gas da petrolio liquefatto (LPG). Dopo un andamento con il “freno a mano” registrato nel periodo 2012-14, “il trasporto marittimo di greggio e derivati è cresciuto mediamente del 4% all’anno”. Tra i fattori che stanno modificando le dinamiche del mercato energetico, e di converso sollecitano gli adeguamenti dell’industria marittimo – portuale, l’incremento delle distanze via mare percorse dall’oil & gas (“i modelli commerciali si sono concentrati meno sui fornitori abituali dell’Asia occidentale e hanno così favorito l’aumento dei flussi dal bacino atlantico all’Asia orientale”), il boom del GNL (“le importazioni della commodity verso i paesi asiatici sono più che raddoppiate nell’ultimo decennio e la regione ha concentrato nel 2017 oltre il 70% dell’import globale”), lo sfruttamento della rotta artica da parte della Russia (“Il primo carico di GNL


da Yamal è stato consegnato in Cina nel luglio 2018 attraverso l’Artico, riducendo drasticamente i tempi e i costi di consegna rispetto al percorso convenzionale di Suez”). Senza dimenticare la sicurezza nei collegamenti. “Le rotte marittime globali ampiamente utilizzate per questo tipo di trasporto passano attraverso alcuni stretti o canali, i chokepoint, in taluni casi così stretti che vengono imposte restrizioni alle dimensioni della nave che può attraversarle,” ha ricordato Alessandro Panaro, responsabile servizio Maritime & Energy di SRM. “L’affidabilità delle rotte marittime è diventata un fattore strategico per la stabilità del mercato mondiale dell’energia in quanto un blocco di un chokepoint, anche temporaneo, potrebbe comportare un aumento sostanziale dei costi energetici totali e dei prezzi in quanto costringerebbe le navi a percorrere rotte più lunghe”. Ponte energetico tra Europa, Mediterraneo e Mezzogiorno l’Italia gioca un ruolo centrale sia dal lato della produzione di energie rinnovabili e fossili sia per l’importanza dei suoi porti. “Il setto-

re – ha spiegato Massimo Deandreis, direttore Generale di SRM – con oltre 23.500 imprese attive, produce 117 miliardi di fatturato e genera un valore aggiunto di 30 miliardi di euro”. In questo contesto spicca in particolare il ruolo di Trieste, scalo collocato al settimo posto nel ranking dei principali porti europei per movimentazione di rinfuse liquide. “I principali porti italiani – riporta la ricerca – hanno registrato tutti un incremento. I primi cinque porti (Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova, ndr) rappresentano il 71% dell’intero traffico liquido nazionale e Trieste, con 43,7 milioni di tonnellate si confermo lo scalo italiano che movimenta i volumi più elevati; lo scalo giuliano, infatti, rappresenta il punto di approvvigionamento dell’oleodotto TAL. Seguono Cagliari e Augusta, terzo per volumi, ma che è il porto che evidenzia il maggior grado di specializzazione, dedicando alle rinfuse liquide il 95,7% della movimentazione complessiva 2017”. Riferimento obbligato per il ciclo approvvigionamento - stoccaggio - trasformazione - commercio dell’oil & gas

i porti italiani scontano, nondimeno, i ritardi del sistema paese nell’adeguarsi al ritmo dei cambiamenti, non riuscendo ad assolvere al ruolo di “infrastruttura di regolazione” di questo mercato. Anche alla luce di un Mediterraneo che funge da “frontiera osmotica tra un sud (Area MENA) che detiene quasi la metà delle riserve mondiali di petrolio e oltre il 44% di quelle di Gas naturale e un Nord (Europa) che per il 55% è dipendente da fonti energetiche importate”. “Serve - ha concluso Francesco Profumo, Presidente Compagnia di San Paolo – una maggiore capacità di accompagnare, con competenza, i processi politici in temi strategici per il futuro del paese. Sfruttare solo l’1% dei fondi europei in progetti avviati è qualcosa da stigmatizzare. Per il futuro bisognerà guardare al nuovo modello di domanda offerta che emerge dal mercato energetico e alla progettazione di infrastrutture più intelligenti, capaci di tenere in equilibrio sistemi caratterizzati da un bilanciamento degli elementi sempre più variabile”. Eugenia De Cesare

Conto energetico delle regioni italiane

In Italia sono prodotti 285 miliardi di kWh di energia che provengono per il 64,4% da impianti localizzati al Centro-Nord e per il 35,6% nel Mezzogiorno (Lombardia e Piemonte prime nel Centro-Nord, Puglia e a seguire Calabria al Sud). Ben 12 regioni italiane registrano un disavanzo nel rapporto produzione/consumo di elettricità. Tre sono nel Mezzogiorno: Sicilia (-12,1%), Abruzzo (-24,2%) e Campania (-41,9%). Delle 8 regioni in attivo, 5 sono meridionali: la Calabria in testa, con un surplus del 183,6%, seguita da Molise (+107%), Puglia (+68,2%), Sardegna (+40,8%) e Basilicata (+3,2%). Cresce il parco eolico del paese: dal 2007 al 2017 gli impianti sono aumentati di circa 25 volte e la potenza installata è più che triplicata. La Puglia detiene il primato con il 28,1% della produzione. Al secondo posto la Sicilia con il 15,8%. Seguono la Campania, la Calabria e la Basilicata, con quote rispettivamente del 14,8%, 11,6% e 11,1%. Nell’ultimo decennio sono cresciuti di oltre 20 volte anche gli impianti solari. La Puglia, con 3.781 GWh, è la regione con la maggiore produzione (15,5% del totale). Seguono Emilia Romagna con il 9,6% e Lombardia con il 9,5%. Infine le bioenergie: gli impianti sono aumentati di 10 volte e la potenza installata più che triplicata. Lombardia (22,7%), Emilia Romagna (14,0%), Veneto (10,1%), Puglia (9,9%) e Piemonte (9,6%) coprono il 66,3% del totale nazionale.

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Osservatorio Fonti Energie Rinnovabili - Gennaio 2019 N

el mese di gennaio 2019 le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico, idroelettrico e bioenergie raggiungono complessivamente circa 478 MW (+695% rispetto al 2018), di cui 407 MW da bioenergie. Non sono stati connessi alla rete impianti geotermoelettrici e solare termodinamici. Fotovoltaico Si conferma il trend mensile dell’anno precedente delle installazioni fotovoltaiche che nel mese di gennaio 2019 supera i 33 MW (+5% rispetto allo stesso periodo del 2018). In aumento il numero di unità di produzione connesse (+9%) frutto principalmente delle detrazioni fiscali per il cittadino. Gli impianti di tipo residenziale (fino a 20 kW) costituiscono il 61% della nuova potenza installata nel 2018. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di potenza sono Abruzzo, Basilicata, Liguria, Marche, Toscana e Valle d’Aosta, mentre quelle con il maggior decremento sono Emilia Romagna, Molise e Sicilia. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini

di unità di produzione sono Basilicata, Calabria, Piemonte e Umbria, mentre quelle con il maggior decremento sono Sardegna e Valle d’Aosta. Eolico Molto positivo il mese di gennaio 2019 per l’eolico: 31 MW di nuove installazioni con i quali si registra un +316.810% considerato che nello stesso periodo del 2018 erano stati attivati soltanto 10 kW di impianti micro-eolici. Da segnalare che resta identico il numero degli impianti connessi rispetto al mese di gennaio 2018. Per quanto riguarda la diffusione territoriale, la maggior parte della

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potenza connessa (99%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia. In riferimento alla taglia, le richieste di connessione di impianti di potenza inferiore ai 60 kW sono soltanto lo 0,02% del totale installato nel 2019, mentre gli impianti superiori ai 200 kW costituiscono oltre il 99% del totale. Da segnalare

l’attivazione nel mese di gennaio 2019 di un impianto eolico da 31 MW in Puglia. Idroelettrico Nel mese di gennaio 2019 si registrano circa 6 MW di installazioni idroelettriche (-73% rispetto al 2018). Si registra invece un incremento per le unità


di produzione rispetto a gennaio 2018 (+125%). Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza rispetto all’anno precedente sono Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Gli impianti idroelettrici di taglia inferiore a 1 MW connessi nel 2018 costituiscono il 30% del totale installato nel 2019. Da segnalare l’attivazione nel mese di gennaio 2019 di un impianto idroelettrico da 3 MW in Valle d’Aosta. Bioenergie Per quanto riguarda gli impianti a bioenergie, nel mese di gennaio 2019 si registrano 407 MW di nuova potenza installata (+6.496% considerato che nello stesso periodo del 2018 erano stati attivati soltanto 6 MW) corrispondente a 31 impianti, di cui 397 MW sono distribuiti su 11 impianti di potenza superiore a 1 MW. Il dato è sorprendente considerando che in tutto il 2018 sono stati connessi in rete 74 MW e soprattutto con-

siderando che col DM 23.6.2019 erano entrati in graduatoria nei registri e nelle aste 110 MW e col DM 5.7.2012

ubicati in Liguria e Veneto - mentre in Trentino Alto Adige, nonostante l’attivazione di 2 impianti a gennaio 2019 si rileva una riduzione di potenza di 11 MW. Anche questo aspetto sarà oggetto di approfondimento. Focus mercato elettrico e PNIEC Nell’Osservatorio FER di ANIE Rinnovabili sono stati inseriti due focus: • sul mercato elettrico per monitorare l’andamento del PUN e dei prezzi zonali in MGP, MSD ex-ante e MB • sul Piano Nazionale Integrato Clima Energia per verificare l’evoluzione della potenza FER ed energia prodotta da FER in previsione dei target prefissati Francesco S. Salieri

Boom delle installazioni da bioenergie Fotovoltaico, eolico e idroelettrico registrano +31% nel primo mese dell’anno ad asta o a rifacimento erano entrati in graduatoria circa 118 MW, dato che per i 482 MW a registro erano previste tempistiche al più di 40 mesi per l’entrata in esercizio, che non sono coerenti con un impianto incentivato connesso nel mese di gennaio 2019, salvo la presenza di cause di forza maggiore. Ciò sarà oggetto di un approfondimento. Si segnala, inoltre, che 2 impianti risultano disattivati – rispettivamente

ANIE Confindustria, con oltre 1.300 aziende associate e circa 468.000 occupati, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 74 miliardi di euro (di cui 30 miliardi di esportazioni). Le aziende aderenti ad ANIE Confindustria investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia. ANIE Rinnovabili è l’associazione che all’interno di ANIE Federazione raggruppa le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano, fornitrici di servizi di gestione e di manutenzione, produttrici di elettricità in Italia e all’estero nel settore delle fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermoelettrico, idroelettrico e solare termodinamico

aprile 2019 - 27


Livorno, nuovo raccordo ferroviario per la cellulosa G

razie agli interventi realizzati nell’area di Porto Vecchio dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, è stato attivato nei giorni scorsi un nuovo raccordo ferroviario posizionato di fronte al Marchi Terminal di proprietà dell’impresa MarTerNeri e collegato ai binari preesistenti che passano di fronte all’area ex Scotto. L’intervento, realizzato in una zona del porto destinata alla movimentazione dei prodotti forestali, aumenta l’intermodalità e migliora l’operatività dello scalo labronico in uno dei suoi segmenti di traffico più importanti. Nel 2018 lo scalo labronico ha movimentato 1.647.427 tonnellate di cellulosa, fluff, carta kraft e legname, riportando un +4% sull’anno precedente. Il 10% viene inviato ai mercati di destinazione su rotaia, adesso ci sono le basi per fare anche meglio. “Già oggi partono con una certa regolarità dai nostri magazzini, tre/ quattro treni alla settimana. Con il potenziamento del raccordo contiamo di aumentare la nostra capacità potenziale” ha dichiarato l’ad di MarterNeri, Giorgio Neri. Seatrade di Miami. La delegazione dell’Adsp, guidata dal segretario generale facente funzione Gabriele Gargiulo, ha preso parte alla più importante fiera mondiale del settore crocieristico assieme alla Porto di Livorno 2000, nell’ambito di una iniziativa organizzata da Assoporti ed ENIT (Ente Nazionale Italiano del Turismo) con il patrocinio del Consolato Italiano a Miami. I porti di Livorno, Piombino e quelli elbani di Portoferraio e Rio Marina si sono presentati al conclave interna-

28 - aprile 2019

zionale con novità importanti. A cominciare dai numeri: nel 2019 sono attesi complessivamente 50 mila crocieristi in più rispetto ai circa 800 mila dell’anno precedente, con una crescita di circa il 6%. Per il 2020 stanno per altro già pervenendo le schedule navi con previsioni di ulteriore crescita e il ritorno di compagnie importanti. Confermata inoltre la scelta di MSC di puntare su Livorno per le crociere di testa. Il crescente apprezzamento della città dei Quattro Mori a livello crocieristico ha convinto la cruise line a rafforzare la sua presenza con MSC Fantasia, che tra aprile a novembre 2019 scalerà il porto toscano per ben 27 volte. “I numeri nel settore sono in costante crescita, non possiamo che esprimere soddisfazione per un risultato che premia gli sforzi e il lavoro congiunto di Autorità Portuale e Porto 2000” ha detto Gargiulo, che ha anche ringraziato

Assoporti per “aver saputo rappresentare i sistemi portuali nel loro insieme, promuovendo l’immagine di una offerta turistica integrata del territorio nazionale”. Per il Presidente di Assoporti, Daniele Rossi, “L’aver creato sinergia tra le istituzioni ha dato forza alle eccellenze del nostro Paese e sono molto contento del risultato. In questi giorni presentiamo al mondo un Paese ricco di risorse con una portualità attiva ed efficiente”. Durante la fiera, Porto di Livorno 2000, con il sostegno di Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica (rappresentate da Daniela Burrini) hanno organizzato al The Temple House di Miami Beach un evento dal titolo “Immersive experience”, con il quale sono state presentate le bellezze e i servizi del porto di Livorno e della Toscana in un ambiente tecnologico attrattivo. Francesco S. Salieri


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Molo Beverello di Napoli, stato del progetto di riqualificazione

L’

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale precisa, in merito alla richiesta di chiarimenti presentata da Federalberghi di Capri, che l’attività per realizzare la nuova Stazione Marittima al molo Beverello è in corso di svolgimento, dopo che, per molti anni, il programma di risanamento del waterfront del porto di Napoli era rimasto del tutto fermo. A valle della messa a punto del progetto prima definitivo e poi esecutivo, e successivamente alla approvazione in Conferenza dei Servizi, a settembre 2018 è stata bandita la gara per i lavori. Hanno presentato l’offerta 13 imprese. I tempi previsti per i lavori, dalla consegna del cantiere, sono fissati in dodici mesi. Da ottobre ad oggi si è sviluppata l’attività della Commissione di gara, che ha concluso l’iter previsto (esamina delle offerte, controlli, validazione) a fine febbraio 2019. L’appalto è stato, quindi, aggiudicato - con delibera presidenziale n. 69 del 04/03/2019 - per un importo di € 13.150.139,26. Il contratto potrà essere stipulato successivamente al 16/04/2019, nel rispetto della clausola stand and still, per la quale bisogna attendere 30 giorni dalla aggiudicazione. I lavori avranno inizio nel prossimo

30 - aprile 2019

mese di settembre, in considerazione dell’evento “Universiadi 2019”, in programma nelle prime due settimane di luglio: in questo periodo il porto ospiterà una parte consistente degli atleti e delle delegazioni sportive. “Federalberghi - ha precisato il Presidente Pietro Spirito - esprime una necessità di risanamento dell’area del Beverello sulla quale sono pienamente d’accordo. Riqualificare l’area è una priorità per il porto e per la città. Ci sarebbe da chiedersi come mai per quattordici anni il progetto sia rimasto completamente bloccato. Ora, secondo le procedure previste dalla legge, sono in corso le attività che condurranno al completamento dell’investimento. In attesa di realizzare i lavori strutturali per costruire la nuova stazione marittima, non siamo però stati fermi. Abbiamo compiuto diversi interventi per migliorare l’accoglienza: è stato installato un maxischermo con la indicazione degli orari di partenza, sono state ristrutturate le panchine con sedute in legno, sono stati realizzati gazebo per indirizzare i clienti ai gate di partenza. E’ però del tutto evidente che serve una profonda riorganizzazione dell’area, che si potrà ottenere solo realizzando l’investimento previsto.” Venendo, infine, al progetto, esso

prevede la demolizione delle attuali biglietterie, con la costruzione di una struttura provvisoria che sarà utilizzata nella fase di costruzione della stazione marittima. Il nuovo terminal sarà una moderna struttura di 2.400 mq coperti, nella quale saranno presenti le attività al servizio dei passeggeri: dall’accoglienza per imbarco-sbarco, alle biglietterie, dalla sosta al ristoro ed all’informazione. Il progetto include anche la razionalizzazione dei flussi di traffico carrabile e pedonale in partenza e in arrivo, e delle aree di sosta con aree di attesa e imbarco ombreggiate all’aperto. La seconda parte del progetto prevede la realizzazione di una nuova struttura di 360 mq. adibita alla ricollocazione delle attività di bar-ristoro, connesse al nuovo Terminal. In programma c’è anche la realizzazione, sul lato in corrispondenza del Maschio Angioino, di un’area di sosta breve dedicata a taxi ed auto private, con la creazione, infine, di un percorso “lungomare”, in continuità con la piazza della Stazione Marittima, utilizzando la copertura quale percorso attrezzato, con affaccio verso il mare e verso il Maschio Angioino. Traffico commerciale Nei primi due mesi del 2019 il traffico


container cresce - nei porti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale - in TEUs dell’8,4% ed in tonnellate del 3,5% rispetto al primo bimestre del 2018: in questo segmento di traffico è il porto di Napoli a far segnare il maggiore dinamismo, con una crescita in TEUs del 19,8% ed in tonnellate dell’11,7%. Le rinfuse liquide segnano un incremento del 3,8% rispetto al primo bimestre del 2018, mentre, sempre nello stesso periodo, nelle rinfuse solide i vo-

lumi del porto di Napoli aumentano del 2,16%, rispetto ad una diminuzione dei volumi dell’1,97% nel porto di Salerno. Nel segmento di traffico ro-ro si registra complessivamente, nei primi due mesi del 2019, un incremento dell’1,8% rispetto all’omologo periodo dell’anno precedente, con una dinamica interna al sistema portuale campano che vede in questo caso una crescita dei volumi nel porto di Salerno (+8,94%) ed una riduzione nel porto di Napoli (-8,92%). Nel traffico passeggeri, ed in quello

delle crociere, le dinamiche di traffico nei primi due mesi dell’anno non sono significative, in quanto i volumi realmente rilevanti si cominciano a registrare a partire dal mese di aprile in poi. Per ora i numeri portano segno negativo rispetto ai primi due mesi del 2018, ma le previsioni sull’intero anno per il segmento delle crociere indicano consistenti aumenti per Napoli e per Salerno. Carolina Sinnopoli

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aprile 2019 - 31


Lo sviluppo a Civitavecchia delle Autostrade del Mare A

Barcellona per la Motorways of the Sea Western Mediterranean - Climate Action Program 2020 The Way Forward Conference, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, insieme ai rappresentanti dei gruppi di navigazione Grandi Navi Veloci e Grimaldi e del presidente del porto catalano Mercè Conesa, ha ribadito l’importanza e la necessità dello sviluppo delle Autostrade del Mare con la Spagna in chiave sempre più ecosostenibile. “Da presidente dell’AdSP ho il compito di promuovere, mediante il completamento delle opere infrastrutturali portuali e il loro più proficuo utilizzo, lo sviluppo, in chiave ecosostenibile, delle Autostrade del Mare e, quindi, dell’interscambio con altri Paesi mediterranei”, dichiara il Presidente dell’AdSP. “L’ulteriore sviluppo - continua di Majo - delle linee commerciali marittime tra Civitavecchia e la Spagna (che prevede oltre la linea con Barcellona anche una nuova linea con Sagunto), ma anche con Sicilia, Sardegna e paesi nordafricani, richiederà, in particolare, che l’intera darsena traghetti del porto di Civitavecchia sia resa al più presto operativa, con banchine attrezzate per il traffico Ro/Ro ed adeguati spazi per i semirimorchi, il cui numero, negli ultimi mesi, è raddoppiato. Oggi, con il nuovo Presidente del Porto di Barcellona, ho registrato una comunanza di intenti per far diventare la “rotta” Barcellona-Civitavecchia sempre più competitiva, soprattutto rispetto al tema della sostenibilità. In tale ottica è stato apprezzato l’investimento fatto dal Gruppo Grimaldi con la nuova nave denominata zero emission in port, che sarà la prima delle due navi recentemente allungate ad essere impiegata, a breve, sulla tratta Civitavecchia- Barcellona. Tale nave verrà alimentata in porto con l’energia elettrica, immagazzinata da batterie a litio e sarà dotata di scrubbers per ridurre le emissioni durante la navigazione”. Sempre in tema di eco-sostenibilità e tutela dell’ambiente marino, di Majo sottolinea che “nei prossimi mesi, nel porto di Fiumicino, saranno installati i Sea Ben, ossia cestini raccoglitori di rifiuti galleggianti, in numero di cinque, per la raccolta automatica dei rifiuti flot-

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Da sinistra: Eduard Rodés (Direttore Escola Europea Intermodal Transport), Juan Riva (Presidente Grupo Suardiaz), Francesco Maria di Majo (Presidente AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale), Mercè Conesa (Presidente porto di Barcelona), Guido Grimaldi (Direttore Commerciale Grimaldi Group), Silvio Ferrando (AdSP Mar Ligure Occidentale). tanti nella Darsena del porto canale. Si tratta di un progetto realizzato dall’Autorità di Sistema Portuale a seguito di incontri e tavoli tecnici con l’Amministrazione Comunale e la Capitaneria di Porto in relazione alla necessità di arginare l’accumularsi di grandi quantità di rifiuti flottanti portati dal fiume Tevere che interferiscono sulle manovre delle unità navali”. “Questi dispositivi, ad aspirazione continua ed autonoma a basso consumo, saranno installati nello specchio acqueo della darsena e, oltre a raccogliere rifiuti di piccolo taglio e micro rifiuti consentiranno, altresì, di assorbire idrocarburi dispersi in galleggiamento, disinquinando, di fatto, lo specchio acqueo”. A Barcellona, nell’ottica dello sviluppo delle Autostrade del Mare, il presidente dell’AdSP ha visitato il Mercabarna, il più grande centro europeo dell’ortofrutta e del pescato, confermando l’importanza della crescita dell’interscambio con il Centro Agroalimentare di Roma, il più grande centro agroalimentare d’Italia, attraverso l’utilizzo del porto di Civitavecchia e, quindi, del vettore marittimo, in vista di un risparmio sia in termini di tempo sia in termini

di abbassamento dei livelli di inquinamento atmosferico. La missione a Barcellona, durante la quale è stato apprezzato anche il sistema di incentivazione previsto nel network laziale per il GNL e per i filtri antinquinamento scrubbers, del quale beneficerà anche il settore crocieristico, ha visto il Presidente di Majo coinvolto anche nelle attività della Escola Europea di Intermodal Transport. Si è tenuto, infatti, il Consiglio Direttivo alla presenza degli altri soci della Escola Guido Grimaldi di Grimaldi Lines, Matteo Catani di GNV, del Presidente dell’Autorità Portuale di Barcellona Merce’ Conesa y Pages e del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, intervenuto in videoconferenza. In tal modo è stata ulteriormente rafforzata la cooperazione con la Escola che, a breve, vedrà l’avvio del progetto “Formati al porto” e, soprattutto, il completamento dell’iter amministrativo per l’apertura della sua sede italiana nel porto di Civitavecchia. Paola Martino


Horizon apre la lunga stagione delle crociere a Porto Torres C

irca millecento persone sono sbarcate dalla nave da crociera Horizon della compagnia Pullmantur hanno rodato la macchina dell’accoglienza dell’Amministrazione comunale di Porto Torres, che si riavvierà per ognuno dei trentuno approdi previsti fino a novembre. Oltre a Pullmantur hanno scelto il porto turritano alcuni dei principali brand del settore croceristico: Tui, Marella Cruises, Costa Crociere e Saga Cruises. “La città ha accolto centinaia di turisti, un evento che si ripeterà più volte quest’anno: avremo molte navi da crociera in porto e il loro arrivo – afferma l’Assessora al Turismo, Mara Rassu – sarà un’occasione di promozione diretta per Porto Torres, anche superiore a quella delle fiere, poiché gli stessi visitatori avranno l’opportunità di vedere la nostra città e il suo patrimonio culturale e paesaggistico”. L’Amministrazione ha previsto l’allestimento di più punti informativi, a partire dal sottobordo della Horizon, dove sono state distribuite gratuitamente le mappe. In centro città, nei pressi della fermata del bus navetta, era presente un altro infopoint con operatori plurilingue. “Lì – prosegue l’Assessora – abbiamo installato anche un punto ombra come segno ulteriore di attenzione verso i turisti che attendono i mezzi per tornare all’imbarco. All’accoglienza stanno partecipando, inoltre, gli studenti del Liceo Scientifico Linguistico: per loro si tratta di una bella e utile esperienza formativa. In un tratto del

centro abbiamo ospitato il mercatino e altri stand sono stati installati in Piazza Umberto I e in Piazza Garibaldi. Nonostante le difficoltà dettate dall’importante numero di approdi, i gruppi folk Intragnas ed Etnos garantiranno per tutta la stagione, in alternanza, la loro presenza per mostrare ai turisti l’abito tradizionale di Porto Torres e coinvolgerli nelle attività di intrattenimento nella zona del Corso Vittorio Emanuele dedicata alla promozione del territorio. Quest’ultimo servizio, come è emerso dai questionari somministrati in passato ai croceristi, è uno dei più apprezzati da chi sbarca, e contribuisce a lasciare un ricordo

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positivo della nostra città”. I croceristi hanno potuto visitare i musei e i monumenti, che sono rimasti aperti durante tutto il periodo di permanenza della nave, e il litorale. È rimasto operativo anche l’Ufficio Turistico all’interno della Stazione Marittima. «Ringrazio tutti gli operatori culturali e turistici impegnati nei diversi servizi e quei commercianti che hanno deciso di mantenere aperte le loro attività durante gli sbarchi. È un segnale di attenzione verso il turista – conclude l’Assessora Rassu – che speriamo possa diffondersi sempre più tra i nostri esercenti». Stefania Vergani

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Il CdA Interporto Padova SpA approva progetto Bilancio ‘18 I

l Consiglio di Amministrazione di Interporto Padova SpA, nella seduta del 28 marzo 2019, ha approvato il progetto di Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018. L’Assemblea degli azionisti cui verrà sottoposto il bilancio per l’approvazione finale è convocata per il prossimo 30 aprile. Il Bilancio 2018 si chiude come segue: UTILE prima delle imposte per 2,237 milioni di Euro, mentre il risultato finale netto è positivo per 1,388 milioni di Euro; l’EBITDA (il differenziale tra il valore della produzione e i costi della produzione, depurato degli ammortamenti, degli accantonamenti e dei

contributi vari) è pari a 8,761 milioni di Euro (28,04%); l’EBIT (risultato aziendale prima delle imposte e degli oneri finanziari) è pari a 5,309 milioni di Euro (13,77%). Il valore della produzione complessivo è pari a 33,6 milioni di Euro (+3,83%). Tale importante risultato della Società Interporto sia pur a fronte di ingenti investimenti, è il coronamento di un’impostazione gestionale rigorosa e attenta alle reali necessità del mercato con una grande attenzione alle esigenze di investimento e di sviluppo tecnologico che permetteranno un ulteriore consolidamento positivo nei prossimi anni.

Accordo tra Contship Italia e TiL per il terminal MCT a Gioia Tauro C

ontship Italia S.p.A. e Itaterminaux S.à.r.l., azienda interamente controllata da Terminal Investment Ltd (TiL) hanno sottoscritto un accordo preliminare per la vendita del 50% delle azioni detenute da Contship Italia S.p.A. in CSM Italia Gate S.p.A., la società che detiene il 100% di MCT - Medcenter Container Terminal S.p.A. MCT è concessionaria delle attività presso il terminal container nel porto di Gioia Tauro. TiL, che già deteneva il restante 50% di CSM Italia Gate S.p.A., al termine dell’operazione di vendita avrà il controllo del 100% del capitale azionario di CSM Italia Gate S.p.A. I termini dell’accordo sono confidenziali e soggetti ad approvazione da parte delle autorità di regolazione.Contship Italia S.p.A. ha espresso in una nota stampa sincera gratitudine a tutti i dipendenti, clienti, fornitori e partner di MCT, tra cui

la stessa TIL per tutto il supporto dimostrato verso le attività a Gioia Tauro. Un terminal le cui operazioni furono avviate da Contship 24 anni fa. A sua volta TiL ha espresso la sua gratitudine verso Contship Italia S.p.A. per l’eccellente collaborazione nel corso di questi anni ed in particolare durante le recenti trattative che hanno portato alla finalizzazione di questo accordo preliminare di acquisto. L’accordo preliminare, le cui condizioni rimangono confidenziali, è soggetto ad approvazione da parte delle autorità di regolazione. Contship Italia è stata assistita da Delfino e Associati Willkie Farr & Gallagher LLP, nelle persone degli avvocati Maurizio Delfino, Stanislao Chimenti e Luca Leonardi. TiL è stata assistita da NCTM, nelle persone degli avvocati Carlo Grignani, Alberto Torrazza ed Ekaterina Aksenova.


Miami, i porti siciliani al Seatrade Cruise Global C

ome sempre i porti siciliani hanno portato avanti un lavoro congiunto di promozione della Sicilia al Seatrade Cruise Global di Miami e, per la prima volta, hanno allestito uno stand fuori dall’area di Assoporti, interamente personalizzato con il brand Sicilia. “Sicilian ports, the best of Italy” è il nome dello spazio - condiviso tra l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale e l’Autorità portuale di Messina e Milazzo, con il supporto dell’Assessorato regionale al Turismo, guidato da Sandro Pappalardo - meta di un gran numero di visitatori attratti dall’allestimento, colorato dalle ceramiche taorminesi di Antonio Forlin, e animato dalle immagini dei luoghi più significativi della Sicilia, apprezzato anche dal console generale italiano a Miami, Cristiano Musillo, che ha vaisitato lo spazio. La fiera americana - che da quest’anno è ritornata a essere ospitata da un rinnovato Convention Center a Miami, dopo i tre anni a Fort Lauderdale - rappresenta un’occasione di incontro con le maggiori compagnie di crociera e di confronto con il cluster marittimo nazionale e internazionale, un modo proficuo per raccontare come cambiano i porti siciliani nelle infrastrutture e nei servizi che sono in grado di offrire all’esigente mondo delle crociere e cosa la Sicilia è in grado di offrire al turismo crocieristico. A Miami Cemar Agency network ha diffuso le previsioni relative all’andamento del settore in questo e nel prossimo anno. La fotografia scattata dall’agenzia genovese mostra una significativa progressione, che porta a rivedere al rialzo la stima per l’anno in corso, che dovrebbe chiudersi con 11,911 milioni di passeggeri e, per il 2020, a stimare un aumento del 7,88%, con un traffico record di 13 milioni di passeggeri. Nella classifica dei 70 porti interessati dal traffico crocieristico in Italia, Palermo e Messina occupano rispettivamente il 9 e il 10 posto della classifica, mentre Catania prevede nel 2019 un incremento del 100% nel numero di toccate nave, triplicando i passeggeri. L’analisi per regione piazza la Sicilia al quinto posto, con 1.144.000 passeggeri e 733 toccate, dopo la Liguria - in

Da sinistra Pasqualino Monte, Antonino De Simone e Andrea Annunziata cui, rileva Cemar, si concentra l’83% delle agenzie che gestiscono gli scali delle navi in tutti i porti d’Italia - il Lazio, il Veneto e la Campania. “Le previsioni positive per il biennio 2019-2020 non ci devono indurre ad abbassare la guardia. L’Italia è infatti la prima destinazione crocieristica del Mediterraneo, e grazie alle prossime nuove navi in consegna durante questo biennio, navi sempre più green, ci sarà ulteriore spazio di crescita” ha commentato Sergio Senesi, presidente di Cemar Agency Network. Presenti a Miami il presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, il presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia orientale, Andrea Annunziata, e il commissario dell’AP di Messina e Milazzo, Antonino De Simone, con un fitto programma di incontri con gli armatori. “In uno scenario complesso ma affascinante - sono le parole di Monti - i porti siciliani stanno finalmente recitando la loro parte facendo decollare in modo adeguato l’offerta turistica, ambientale, paesaggistica e culturale siciliana, e puntando in maniera decisa sulla riqualificazione infrastrutturale e ricettiva dei propri porti e sull’attrattività di territori meravigliosi, zeppi di arche-

ologia, arte, paesaggi, enogastronomia di qualità. Siamo riusciti a trasferire alle compagnie di crociera la potenzialità di siti che erano inspiegabilmente sconosciuti, trasferendo al mercato americano - di grande interesse per i nostri scali - un concetto preciso: la Sicilia è oggi una terra lontana dagli stereotipi che l’hanno segnata e che non hanno più motivo di esistere”. “L’interesse per la Sicilia rimane sempre alto e si manifesta nell’attenzione dimostrata dagli armatori nei confronti dell’Isola. Se riusciremo a velocizzare la realizzazione di alcune fondamentali infrastrutture, questo interesse non potrà che essere confermato, coinvolgendo tutti i livelli del comparto turistico”, commenta Annunziata. “Condividere con le altre Autorità - spiega De Simone - uno stand di grande appeal per presentare il brand Sicilia è per me un’immensa soddisfazione perché ho sempre creduto nella collaborazione tra i porti dell’Isola con i quali da anni sviluppiamo un proficuo lavoro per promuovere, attraverso le nostre porte privilegiate, un territorio di straordinaria varietà e bellezza come quello siciliano”. Paola Martino

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Spezia, nuovo terminal crociere partnership pubblico-privato P

resentato alla Spezia il progetto del nuovo terminal crociere, che sorgerà grazie a una partnership pubblico-privato che vede protagoniste Royal Caribbean, MSC Cruises e Costa Crociere, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente il settore crocieristico e, più in generale, il flusso turistico in città e negli splendidi territori che la circondano, riqualificando nel contempo in maniera decisiva la zona del porto. Le tre compagnie di crociera, leader a livello globale, investiranno infatti 41 milioni di euro nella realizzazione di una nuova struttura - tecnologicamente e urbanisticamente all’avanguardia - che rappresenta il primo importante tassello del nuovo, e tanto atteso, water front spezzino. L’iniziativa è stata illustrata nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa che ha visto gli interventi della Presidente dell’AdSP, Carla Roncallo; del Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi; del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti; dell’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici ed Infrastrutture, Giacomo Raul Giampedrone; del Sindaco del Comune della Spezia, Pierluigi Peracchini; dei proponenti il progetto. Nel corso della conferenza stampa, moderata dal Segretario Generale dell’AdSP, Francesco Di Sarcina, è intervenuto anche l’autore del progetto della nuova stazione crocieristica, l’architetto Alfonso Femia, che si è soffermato sulle caratteristiche dell’opera, sottolineando che “il progetto si caratterizza per la stratificazione orizzontale di piani trasparenti a tratti porosi, uniti da una grande pergola urbana, “monumentale” ed artistica per come potrà essere realizzata, e per la valenza che avrà nel captare e riflettere la luce, ripercorrendo alcune tra le grandi esperienze architettoniche contemporanee (Marsiglia & Barcellona). Ogni volume avrà pertanto un ruolo ed una identità: un progetto mediterraneo per La Spezia.” “E’ un ottimo risultato aver concluso una procedura così complessa, assicurando un futuro al nostro porto in questo importante settore, visto anche il coinvolgimento delle tre principali compagnie crocieristiche, risultate aggiudicatarie della procedura” ha detto

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la Presidente AdSP Carla Roncallo “Voglio davvero ringraziare tutti coloro che nei nostri uffici hanno lavorato per questo risultato, affrontando insieme a me e al Segretario Generale, sempre in un’ottica propositiva, le numerose difficoltà che via via si sono presentate ed arrivando oggi a raggiungere questo importante risultato”. Gli intervenuti hanno sottolineato il notevole potenziale crocieristico del-

Finanziato da Royal Caribbean, Msc Cruises e Costa Crociere la Spezia, caratterizzato da eccellenti condizioni di protezione e di accessibilità nautica, da una localizzazione molto fertile dal punto di vista turistico e dei luoghi d’interesse per il passeggero, sia localmente che in un hinterland più allargato che ricomprende destinazioni particolarmente rinomate a livello internazionale. La nuova struttura terminalistica si inserirà, inoltre, in un contesto di riqualificazione urbana di notevole portata nel cuore della città, dando vita a un contesto innovativo di accoglienza dei passeggeri all’altezza dei migliori criteri di customer attention delle tre compagnie di crociera. “Il risultato di oggi è molto importante – ha dichiarato il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti - perché per la prima volta tre player internazionali si mettono insieme per la realizzazione di un’opera fondamentale che rappresenta il primo tassello del waterfront spezzino, in cui pubblico e privato andranno a convivere. Sul fronte delle crociere poi la Liguria vanta un primato molto importante: è la prima regione in Italia per numero di passeggeri movimentati, con oltre 3 milioni di imbarchi, sbarchi e transiti. In base al rapporto di “Italian Cruise Watch” Genova, Savona e La Spezia risultano tra i primi posti tra gli scali crocieristici del nostro Paese, con l’ottima performance di La Spezia che, a fine 2019, potrebbe raggiungere il suo record storico di crocieristi movimentati e 160 toccate nave (+23% sul 2028). Un grande risultato dunque a cui l’accordo di oggi contribuirà sicuramente”.

Il Sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini: “Un altro passo verso il waterfront della Spezia: lo spirito di collaborazione e la sinergia fra AdSP, Ministero delle Infrastrutture, Regione e Comune continua a dare i suoi frutti per trasformare la Città in uno dei più importanti snodi italiani. Il coraggio di aver trovato una formula innovativa utilizzata per la prima volta su un porto italiano come il project financing è concomitante all’ambizione che tutti abbiamo di fare il salto di qualità e portare maggior sviluppo e maggior occupazione a tutto il nostro territorio. Oggi mettiamo un altro tassello nel mosaico del waterfront per realizzare un’opera che sarà una delle pietre miliari del nuovo fronte a mare cittadino. I miei complimenti a Royal Caribbean, MSC e Costa Crociere per l’aggiudicazione della gara.” È stato ricordato, inoltre, che nel quadro delle infrastrutture portuali e del turismo crocieristico, la città della Spezia si trova oggi - e nei prossimi anni - a giocare una partita competitiva cruciale e dalle notevoli potenzialità di sviluppo, rappresentando uno dei porti più importanti d’Italia, paese che - grazie agli oltre 8.000 km di coste, alle innumerevoli bellezze naturali e alle molteplici attrazioni turistiche, storico-culturali e archeologiche - costituisce la prima destinazione crocieristica del Mediterraneo, che a sua volta è la seconda regione al mondo per il traffico del settore crociere, dopo i Caraibi. Ana Karina Santini, Project Coordinator per conto delle tre compagnie crocieristiche, ha dichiarato: “La nostra proposta, primo Partenariato Pubblico-Privato nel settore crocieristico in Italia, si è basata sulla convinzione che insieme, i tre gruppi crocieristici e le autorità locali, possono sviluppare un moderno porto crocieristico di qualità inserito nel cuore del contesto cittadino nel rispetto del tessuto culturale e urbano locale e del quadro normativo di riferimento. Metteremo a disposizione le nostre conoscenze sulle strategie e gli sviluppi dell’industria crocieristica e il nostro know how operativo e gestionale per la soluzione delle sfide operative, logistiche e di qualificazione contemplate nel nostro progetto”. Il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI), a seguito del provve-


dimento di aggiudicazione, ora dovrà formalizzare la procedura relativa alle norme antitrust e, per questo motivo, non potrà prendere immediatamente in carico il servizio, che per un periodo di circa quattro mesi, verrà svolto ancora da Costa Crociere, alle stesse condizioni della scorsa stagione, fino al 26 luglio prossimo. Nel frattempo, è ripartita la stagione crocieristica con l’arrivo della Costa Fortuna, mentre nei prossimi giorni toccherà per la prima volta il porto del-

la Spezia MSC Seaview, la nave più grande mai costruita in Italia. Nel 2019 sono attese 23 navi di 12 diverse compagnie crocieristiche ed oltre 700.000 passeggeri. Si preannuncia dunque una stagione molto intensa che conferma l’appetibilità del territorio, meta sempre più amata dai turisti e, di conseguenza, dalle maggiori compagnie di navigazione. Queste le tappe attraverso le quali l’AdSP è giunta al risultato attuale, seguendo quanto disposto dal Codice

De Nigris

Appalti. La prima proposta è stata presentata nel giugno 17; l’istruttoria svolta dagli uffici dell’Ente aveva rilevato la necessità di alcune integrazioni per poter arrivare a dichiararne la fattibilità; la nuova documentazione, era quindi arrivata a fine aprile 2018 e la fattibilità era stata quindi dichiarata nel giugno 2018. Da lì in poi, si è lavorato sulla documentazione di gara, pubblicata a ottobre, gara che finalmente ora si può dichiarare conclusa. Stefania Vergani

Partners

Studio Legale Salerno

STUDIO LEGALE DE NIGRIS & PARTNERS fornisce alle imprese che operano a livello italiano ed europeo, in ambito portuale ma non solo, un’assistenza legale adeguata alle esigenze di un mercato sempre più globale. Lo studio opera su tutto il territorio nazionale italiano, direttamente e con l’ausilio di avvocati collegati, nei settori del diritto civile, del diritto della navigazione, del diritto societario e commerciale, del lavoro d’impresa e della responsabilità in genere. Avv. Orazio De Nigris - Patrocinante in cassazione Corso Vittorio Emanuele, P.tta Barracano, 6 - 84123 - Salerno aprile 2019 - 37 Tel. +39 089234376 - info@studiolegaledenigris.it - www.studiolegaledenigris


KLM apre il Napoli-Amsterdam P

er la stagione estiva 2019, KLM inaugura un nuovo collegamento da Napoli ad Amsterdam. Ilprimo volo è previsto per il 21 aprile 2019 e collegherà l`aeroporto di Napoli Capodichino all’aeroporto di Amsterdam Schiphol il sabato e la domenica mentre, a luglio e agosto, i voli diventeranno giornalieri. Napoli diventa la decima destinazione servita da KLM in Italia per i mesi estivi: il collegamento sarà operato da Boeing 737-700/800 con una capacità rispettivamente di 137 posti e 181 posti. “Prosegue inarrestabile la crescita del Gruppo Air France-KLM in Italia. KLM negli ultimi anni ha aumentato del 20% il numero dei voli dal Bel Paese e del 30% l`offerta di posti. Siamo particolarmente felici di aggiungere Napoli nel nostro network europeo, a conferma della vitalità e dell’attrattività turistica della meravigliosa città partenopea” ha affermato Jerome Salemi, Direttore Generale Air France-KLM East Mediterranean.

“Il vettore olandese KLM apre finalmente la tratta Napoli-Amsterdam, e si consolida l’investimento sul nostro scalo del gruppo Air France-KLM, leader in Europa per il traffico internazionale. Questo collegamento aggiunge qualità alla nostra offerta voli e migliora l’accessibilità di Napoli nei mesi più richiesti, luglio e agosto, quando sarà possibile raggiungere via Amsterdam oltre 80 destinazioni del network KLM in Europa e nel mondo con una veloce connessione all’aeroporto di Schiphol, uno degli Hub più efficienti ed accoglienti d’Europa” ha dichiara Roberto Barbieri, AD Gesac - Aeroporto Internazionale di Napoli. A luglio e agosto, KLM effettuerà un collegamento giornaliero tra Napoli e Amsterdam, garantendo i collegamenti nei fine settimana per il resto della stagione. L`orario dei voli giornalieri a luglio e agosto permetterà di raggiungere, entro le due ore di transito a Amsterdam Schiphol, ben 80 destinazioni, 56 in Europa e 24 nel resto del mondo.

Partnership Geodis - Electrolux per la logistica del Gruppo L a Contract Logistics Line of Business di Geodis in Italia è stata selezionata da Electrolux Logistics Italy per la gestione della logistica integrata finalizzata alla distribuzione dei propri prodotti sul territorio nazionale. Il progetto disegnato da Geodis per Electrolux prevedrà le attività di ricevimento e stoccaggio dei prodotti, preparazione delle spedizioni, gestione del deposito fiscale, controllo dei resi e altre lavorazioni on demand. Il trasporto e la consegna saranno eseguiti prevalentemente in modalità diretta/ drop grazie alle sinergie di settore/canale ed utilizzando un network specializzato per le spedizioni di minori dimensioni. Inoltre Geodis è attrezzata per fornire servizi ad hoc e diversificati per segmento di prodotto, consegne al piano, espresse, taxi service e altro ancora. Tutto questo supportato dalle migliori tecniche e mezzi per la movimentazione e da sistemi informatici e di tracking indispensabili per un cliente all’avanguardia in un settore dove l’informazione è da tempo un elemento chiave del servizio logistico. Grazie a questa operazione Geodis si posiziona di fatto tra

le aziende leader in Italia nel settore del grande elettrodomestico - e del Consumer Electronics in generale - confermando le proprie capacità e competenze ed ampliando il già significativo portafoglio clienti. “Questa collaborazione ci permetterà di offrire ai nostri clienti e consumatori soluzioni logistiche innovative, flessibili e in grado di rispondere più efficacemente allo sviluppo digitale” ha affermato Luca Raviglione, Logistics Market Manager Italy di Electrolux. “Siamo molto soddisfatti per l’avvio di questa nuova partnership logistica che consolida il nostro know how in un mercato nel quale stiamo diventando un punto di riferimento importante per le aziende del settore - ha detto Francesco Cazzaniga, Presidente e Amministratore Delegato per la Contract Logistics di Geodis in Italia – Andare incontro alle esigenze e al business di un cliente leader come Electrolux in Italia è un’ottima opportunità per progettare innovative soluzioni end-to-end, sempre più competitive e diversificate per categoria di prodotto”.


UN FUTURO PIÙ SOSTENIBILE NON SI EREDITA: SI COSTRUISCE PORTOLAB è un progetto del Gruppo Contship Italia per le scuole elementari. I nostri porti e centri intermodali da 12 anni si trasformano in laboratori a cielo aperto con le rotte delle navi ed i tracciati dei treni che diventano le mappe per studiare geografia. I container sono le anfore della storia e i piazzali aree per i calcoli di matematica. Laboratori, che grazie al nuovo diario, aiuteranno le scuole a comprendere meglio il tema della sostenibilità ambientale, economica e sociale. BUON ANNO SCOLASTICO a tutti i piccoli scienziati PORTOLAB ed ai loro insegnanti.

PORTOLAB È UN’INIZIATIVA DEL GRUPPO CONTSHIP ITALIA, REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON:

portolab@contshipitalia.com

www.portolab.it

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Fermo aderisce alla Belt and Road degli enti locali Il Comune di Fermo ha aderito alla Belt and Road Local Cooperation (BRLC) progetto sulla cooperazione tra enti locali lungo i territori interessati dalla BRI. “Sulla scorta di un’operazione sia governativa che regionale, con l’apertura dei voli dell’aeroporto marchigiano con la Cina, e di un percorso già aperto dal nostro Conservatorio e dalla scuola di mediazione linguistica San Domenico, Fermo prova ad ampliare questa partnership che può essere virtuosa per turismo, affari, incoming,” ha spiegato il sindaco Paolo Calcinaro. “Inizieremo uno scambio di conoscenze e di buone prassi, facendo conoscere Fermo in Cina”. Il progetto BRLC, la cui adesione è stata approvata in Giunta, ha lo scopo di collegare realtà produttive cinesi ai mercati di consumo europei, tramite iniziative supportate dai territori. Nato in occasione della Sessione tematica sulla connettività tra le persone al primo forum Belt & Road per la cooperazione internazionale a Pechino, BRLC punta a costruire una piattaforma di cooperazione per condividere esperienze e risorse per benefici reciproci e risultati vantaggiosi nei campi dello sviluppo economico, della cultura e dell’istruzione, della governance urbana, dello sviluppo rurale e dell’economia di Internet, ottenendo così “obbligazioni peopleto-people” e “relazioni Stato-Stato”.

Cresce il settore tessile nell’area BRI La BRI fa bene al settore tessile cinese. Secondo l’associazione il China National Textile and Apparel Council (CNTAC) i paesi e le regioni lungo la nuova Via della Seta sono diventati destinazioni sempre più importanti per gli investimenti esteri di Pechino in questo settore, raggiungendo circa l’80% del totale. I dati industriali registrano che le esportazioni di tessili e abbigliamento verso la regione ha continuato a crescere nel 2018, ad un ritmo del 5,3 per cento annuo. L’obiettivo manifesto di CNTAC è quello di sfruttare l’iniziativa per la creazione di zone di cooperazione oltremare.

Crescita del 20% dei turisti cinesi in Italia Un milione di presenze in più nel 2019. La BRI sarà attraversata non solo da merci ma anche da turisti con una elevata propensione ai consumi. È quanto previsto da una indagine del Centro studi CNA, condotta in collaborazione con CNA Turismo e Commercio tra gli iscritti alla Confederazione. Il turismo cinese in Italia, secondo i dati raccolti, è destinato a impennarsi. Infrangendo il muro dei sei milioni di presenze, contro i cinque milioni del 2018 e del 2017 e i 4,5 milioni del 2016, anno in cui l’apertura di undici centri per i visti consolari ha facilitato gli ingressi nel nostro Paese. In termini relativi, la crescita delle presenze toccherebbe, di conseguenza, il 20% in un anno e il 33% in tre anni. Il movimento economico generato da questa ondata turistica proveniente dall’Estremo Oriente è previsto raggiunga il miliardo e mezzo di euro. Tra i turisti extra-europei, i cinesi sono quelli che mediamente spendono di più. Dall’analisi degli acquisti “tax free” emerge uno “scontrino” pro capite superiore ai mille euro, ovviamente per quanti presentano la richiesta di rimborso prima di lasciare il nostro Paese. Una somma ingente, che incorpora, però, anche un altro fenomeno. Quello degli acquisti per interposta persona, sempre più

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diffusi tra i cinesi venuti in Italia, che importano privatamente prodotti acquistati per conto terzi, ordinati magari attraverso piattaforme digitali dedicate.

Servizio ferroviario Quingdao - Minsk

Un nuovo collegamento ferroviario è stato inaugurato nei primi giorni di Aprile tra Quingdao, con Minsk, capitale della Bielorussia. Il treno è partito dal centro di trasporto multimodale della città situata nella Cina Orientale per la Shanghai Cooperation Organization (SCO), carico di parti di motori e moduli solari per un valore di oltre 6,6 milioni di euro. Seconda la società che ha operato il treno, la Sinotrans Central China Co., la domanda logistica tra la provincia di Shandong e il parco industriale Great Stone di Minsk (realizzato con una partnership Cina – Bielorussia) è destinata a crescere nei prossimi mesi. Il collegamento ferroviario Quingdao – Minsk viene coperto in 22 giorni. Nel 2018, il volume di container trasportati dai treni merci Cina-Europa in partenza dal centro di trasporto multimodale di Qingdao ha rappresentato l’81% del totale della provincia.

Paesi Arabi e Cina crescita degli interscambi Si stringono i rapporti tra Cina e i paesi rappresentati dalla Lega Araba. Secondo il sottosegretario per gli affari economici della Lega, Kamel Ali, l’attuale volume degli scambi commerciali tra il paese asiatico e quelli arabi ammonta a circa 218 miliardi di dollari l’anno contro i 36 miliardi del 2004. “L’obiettivo – ha dichiarato Ali al “Second China – Arab States BDS Cooperation Forum” di Tunisi – è superare i 600 miliardi di dollari nei prossimi anni”. Cresce, in particolare, l’interscambio tra Tunisi e Pechino. Il valore delle importazioni cinesi dalla Tunisia ha raggiunto circa 1,5 miliardi di euro, secondo il presidente della Camera di commercio tunisinacinese Taher Bayahi, e il paese “sta lavorando per diventare un Hub regionale affinché la Cina arrivi in Europa e in Africa. La Tunisia ha firmato il 10 luglio 2018 a Pechino un memorandum d’intesa per aderire all’iniziativa “Belt and Road”.


Via della Seta energetica

Dopo aver costruito il suo successo economico su un mix energetico incentrato principalmente sul carbone, la Cina, primo consumatore al mondo di energia, con un fabbisogno che ammonta a quasi un quinto di quello globale, sembra aver imboccato con la Belt and Road Initiative la strada della “responsabilità ambientale”. Già centrale fin dalle prime versioni ufficiali della BRI, il focus sull’approvvigionamento in materia energetica ha trovato la sua prima teorizzazione a partire dal 2015 quando il governo cinese lancia la sua proposta per “promuovere la cooperazione nella connettività dell’infrastruttura energetica, lavorando in concerto per assicurare la sicurezza di oleodotti, gasdotti ed altre vie di trasporto, costruendo network internazionali di rifornimento energetico, e cooperando per la trasformazione e il miglioramento della rete elettrica regionale”. “Reperire risorse per foraggiare le proprie industrie e le proprie navi è una necessità per la Cina e l’interscambio con i propri vicini è il metodo più utilizzato,” rivela il capitolo dedicato agli investimenti cinesi nel settore del recente Med & Italian Report di SRM. Nel 2016 Pechino ha importato “249 milioni di tonnellate di petrolio greggio da paesi della BRI, prevalentemente nel Sud-est asiatico e nell’Asia centrale, pari al 65% del totale e ne ha esportato il 70% per un giro di affari di 19,3 miliardi di dollari”. Costruzione e miglioramento delle infrastrutture gli elementi al cuore dell’iniziativa che caratterizzano la visione del dragone anche in questo specifico settore. E’ il caso del porto di Gwadar in Pakistan dove il trasporto delle merci e la condivisione di energia sono due aspetti strettamente intrecciati. “Il progetto, una delle pietre d’angolo della BRI, prevede insieme all’ampliamento dello scalo la costruzione di due terminal petroliferi, una piattaforma per l’estrazione di gas liquido e una centrale a carbone”. Tra le priorità di questa poco conosciuta “Via della Seta energetica” il miglioramento della rete interna al paese, la diversificazione delle fonti, la creazione di nuovi mercati con i paesi confinanti che si tradurrebbe in crescita della sfera d’influenza e maggior sicurezza nei rifornimenti. “Attualmente l’85% delle riserve petrolifere vengono importate passando dallo Stretto di Malacca, mentre i nuovi collegamenti con

l’Asia Centrale e il Medio Oriente garantirebbero una minore dipendenza e una maggiore sicurezza, in caso di problemi diplomatici o di stabilità interna tra i paesi dell’area”. Come per le infrastrutture di trasporto anche in questo caso gli investimenti cinesi sono giganteschi e abbracciano tutto il pianeta. Si va dall’ingresso nel mercato europeo (tra il 2008 e il 2015 un totale di 38,2 miliardi di dollari in oltre 30 progetti, tra cui in Italia, acquisizioni di partecipazioni in Eni, Enel e Ansaldo Energia) ai progetti per la produzione di energia green (centrali solari ed eoliche) in Vietnam, Malesia, Thailandia ma anche in Sud America (Perù e Brasile), dove il settore energetico è quello che ha registrato i maggiori successi per la BRI. Ma è in Africa che la strategia cinese mostra tutto il suo potenziale. Insieme ai primi segnali di difficoltà come le proteste delle popolazioni contro la realizzazione di centrali a carbone a Lamu, sulla costa orientale del Kenya, nell’ambito del progetto per il potenziamento del porto e del relativo corridoio ferroviario, e a Medupi, in Sudafrica. Secondo i dati di Baker McKenzie, il valore dei prestiti in infrastrutture ed energia è triplicato tra il 2016 e il 2017, toccando quota 9 miliardi di dollari. “Tra questi la costruzione della centrale idroelettrica di Mambilla, in Nigeria, dal valore di 5,8 miliardi, e quella nelle gole di Kafue, in Zambia, da 1,5 miliardi”. Ma, stando all’International Energy Agency, “solo il 7% degli interventi totali sarebbe orientato verso energie rinnovabili”. Dei 5 miliardi di dollari investiti dalle banche cinesi tra 2014 e 2017, tre quarti sarebbero destinati a strutture alimentate a gas e petrolio. Sintesi perfetta di quella che è per molti critici la BRI: “ricerca di profitto economico quando molte altre nazioni, per crescere o in un momento di difficoltà, hanno bisogno di liquidità”. Giovanni Grande

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Dualismo BRI e rotta artica ci guadagnerà la Corea del Nord?

E

ra il 16 giugno del 1862 quando il capitano David McDaugal dello sloop da guerra unionista USS Wyoming ricevette l’ordine dall’Ammiragliato di dirigersi immediatamente in Estremo Oriente per dar la caccia alla nave corsara confederata CSS Alabama. Dopo una lunga navigazione di circa un anno il Wyoming approdò nelle esotiche acque giapponesi, ma i rapporti tra potenze occidentali e Giappone stavano cambiando. Infatti l’imperatore Kōmei (l’ultimo del periodo Edo) emanò un proclama d’espulsione per tutti gli stranieri dall’isola. Così il 25 giugno navi giapponesi attaccarono il mercantile americano Pembroke ancorato per rifornimento nello stretto di Shimonoseki. Il bastimento americano levò immediatamente le ancore e dopo una fuga rocambolesca e fortunata, tanto da restare incolume, riuscì a raggiungere il sicuro approdo di Shangai. In risposta all’aggressione giapponese il Wyoming si presentò la mattina del 16 luglio nelle acque dello stretto ed ingaggiò battaglia contro le navi giapponesi. Lo scontro durò poco tempo e il Wyoming danneggiato dopo aver affondato due navi giapponesi diresse la propria prora verso il porto di Yokohama. Dopo questo scontro alcune potenze occidentali riunirono una grande flotta e dettero inizio alla campagna di Shimonoseki. Dal quel momento in poi quell’area del mondo entrò definitivamente nell’interesse dell’economia delle grandi potenze. Quindi non è inopportuno sostenere che una parte importante della storia della seconda metà del diciannovesimo secolo è stata caratterizzata proprio dalla rinascita del Giappone che sotto la guida della dinastia Meiji (il regno illuminato) riuscì in breve tempo a divenire la potenza egemone orientale nel Pacifico. Il processo di innovazione tecnologico che investì il Paese fu

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di eccezionale portata “teletrasportando” una nazione parcellizzata e medievale nella tecnologia del diciannovesimo secolo con una struttura statuale unitaria. In breve il Giappone divenne stato unitario e leader asiatico del Pacifico, soprattutto dopo la prima guerra sino-giapponese (1894-1895) che ne decretò il controllo sulla Corea. Ma quella parte del mondo era già oggetto delle ambizioni e degli interessi delle potenze europee. Lo dimostra il Triplice Intervento (Russia, Germania, Francia) con il quale i governi europei scipparono gran parte del bottino di guerra giapponese. Che il Giappone fosse una realtà politica di cui tener conto lo si comprese subito. Infatti in breve tempo esso fu percepito come quel “pericolo giallo” che tanto preoccupò nazioni come il Canada, l’Australia e gli Usa. Con la guerra russo-giapponese, che per molti storici contemporanei fu la World War Zero, il Giappone decretò definitivamente la propria egemonia nel Pacifico. L’internazionalità dello scontro fu evidente. Infatti non fu una guerra locale come spesso ci è stata raccontata, ma fu uno scontro internazionale. La Russia fu aiutata e non poco dalla Francia e dalla Germania, mentre il piccolo Giappone poté contare sull’aiuto sia della Gran Bretagna, con cui già dal 1902 era vincolato da rapporti di alleanza (alleanza anglo-giapponese 1902), sia su quello economico americano. La flotta dell’ammiraglio Togo ebbe facilmente la meglio su quella dello sfortunato Zinovij Petrovič Rožestvenskij a Tsushima e con questa battaglia navale la guerra finì. La preoccupazione americana di un ulteriore consolidamento della posizione giapponese favorì una pace tenue nei confronti dell’Impero russo. Lo stesso Vitte ministro degli esteri di Nicola II tornò in patria quasi come un vincitore. Bisognava limita-


re l’influenza del Giappone in quell’area del Pacifico ritenuta strategica per gli interessi commerciali non solo americani. Il Giappone accrebbe i propri possedimenti con la Grande Guerra e divenne grande potenza navale nonostante le controversie con gli Stati Uniti. Con la II Guerra Mondiale il Giappone perdette la propria influenza e la Corea fu divisa in due. Con la guerra tra Corea del nord e quella sud il mondo trattenne il fiato per tre lunghi anni, dato che il conflitto sarebbe potuto degenerare da convenzionale in nucleare. La guerra finì e le testate nucleari rimasero sulle rampe di lancio e nei silos. Da quel momento in poi la Corea del nord fece la scelta del nucleare. Anzi del nucleare ne fece la base della sua strategia di politica estera, come ci ha ben insegnato l’ultimo erede della dinastia Kim. Il giovane rampollo dopo aver consolidato il proprio potere all’interno del partito prima e dello Stato poi, ci ha abituato ad ardite dimostrazioni di forza. Affermare che l’interesse mondiale per la Corea del Nord fosse dovuto solo alle tante minacce nucleari dell’ultimo rampollo della dinastia Kim sarebbe un errore madornale oltreché un’affermazione ingenua. Con l’ampliamento di Suez, che ha consentito il transito nel Mediterraneo da oriente anche al gigantismo navale, una volta costretto a doppiare Capo di Buona Speranza ed entrare nel mare latino da Gibilterra, si sono avute una serie di accelerazioni commerciali e politiche che hanno fortemente caratterizzato e trasformato le dinamiche degli investimenti commerciali delle potenze tanto da modificare profondamente le strategie politiche e diplomatiche. Così il secolo della Blue Economy è anche il secolo dei grandi ed incontrollati flussi migratori, della delocalizzazione industriale, di una politica mondiale caratterizzata da una fluidità eccezionale, ma anche e soprattutto del mercantilismo navale. In questa dimensione internazionale è impossibile non notare come il mondo sia stato diviso in due o per meglio dire frazionato dalle due rotte commerciali: quella della Seta e quella Artica. Infatti mentre la Cina lanciava la sua sfida alle potenze mondiali con la Belt and Road Initiative, accreditandosi come potenza navale sfidando apertamente gli Usa ed i suoi alleati, la Russia rispondeva con l’apertura della rotta Artica. È proprio

l’apertura della Rotta Artica da parte della Russia, intenzionata a riappropriarsi del proprio ruolo di grande potenza mondiale non solo militare, ma anche e soprattutto economica, ad aver involontariamente accresciuto il valore geopolitico della piccola Corea del nord. Infatti quella stretta striscia di terra, nota al mondo per le sue intemperanze nucleari, dominando lo stretto omonimo ora gioca un ruolo economico d’eccezione. Fu Napoleone Bonaparte a ricordare al mondo che la geografia non solo era destino ma anche e soprattutto era elemento imprescindibile della politica, così le minute Corea del Nord e del Sud sono chiamate a ricoprire un ruolo incredibilmente importante in quella eterna lotta nel commercio internazionale. Infatti è inequivocabile affermare che la penisola coreana ed il Giappone dominano le sole acque capaci d’essere il trait d’union tra Rotta Artica e la via della Seta. Con una Corea del Nord inquieta le rotte commerciali dovrebbero circumnavigare l’arcipelago giapponese per poi virare verso il primo porto della rotta Artica, ossia Vladivostok. Una posizione geografica quindi di primissimo rilievo ed importanza. Un elemento d’eccezionale valore se si considera il postulato schmittiano secondo il quale: la storia mondiale è la storia della lotta tra le potenze marittime e quelle terrestri. Un postulato ancora valido, ma insufficiente a decodificare le tante accelerazioni nel campo del trasporto marittimo, nel mondo politico ed in quello economico. In un’era (quella della Blue Economy) dove la supremazia mercantilistica determina indiscutibilmente il peso politico delle potenze mondiali. La struttura mercantilistica, incluso tutto il suo variegatissimo mondo, diviene non solo il metro della valutazione delle forze politiche, ma essa stessa è il fine che decodifica il mondo nel rapporto Potere Marittimo e Potenza. In questo quadro economico, caratterizzato da una straordinaria fluidità politica, si comprende bene come il giovane Kim e la sua piccola Corea del Nord siano riusciti nell’impresa ciclopica di portare al tavolo delle trattative i presidenti dei tre ciclopi mondiali. Così come si comprende bene come la scelta di abbandonare la strategia nucleare coreana, elemento indispensabile per l’indipendenza del piccolo stato, sia stata il vero prezzo da pagare per potersi sedere al tavolo del grande gioco. Una scelta dolorosa, ma non priva di grandi prospettive. Infatti con il canale di Corea pacificato ed il libero accesso al Mar del Giappone non sarebbe un azzardo pensare che quel piccolo stato asiatico da qui a breve possa essere un grande polo d’attrazione di grossi investimenti portuali ed infrastrutturali. Elemento questo di assoluta importanza poiché gli consentirebbe un florido e roseo futuro. Così la piccola Corea del nord, povera economicamente, priva di molte materie prime e con un regime discutibile è indubbiamente entrata nel Gioco delle grandi potenze. Alessandro Mazzetti

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Fenomeno droni a che punto è l’Italia? S

econdo Goldman Sachs, il mercato dei droni supererà nel mondo i 100 miliardi di dollari entro il prossimo anno, quando ne saranno prodotti oltre 5 milioni, quasi il doppio di quelli realizzati nel 2017 (3 milioni, fonte Teal Group). Insomma, una vera e propria invasione, un fenomeno massivo che non si può ignorare, anzi, va tenuto sotto stretta osservazione per capirne dinamiche, andamenti, utilizzi, costi e benefici. Specialmente in Italia, dove il mercato è solo agli inizi, ma l’interesse suscitato dal fenomeno e gli investimenti che si stanno mettendo a budget lasciano presagire sviluppi interessanti in moltissimi campi di attività, sia in ambito industriale e agricolo che nei servizi, dalla logistica ai trasporti alla sicurezza. É partendo da questi assunti che gli Osservatori Digital Innovation della School of Management e lo “Aerospace Systems & Control Laboratory” del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano hanno dato vita all’Osservatorio Droni, che intende diventare un punto di riferimento nazionale per lo studio e il monitoraggio degli UAS, in rapida crescita ma anche in costante evoluzione, sia per numero di macchine prodotte che per applicazioni sviluppate. Grazie all’unione delle competenze dei Dipartimenti di Ingegneria Gestio-

nale e di Scienze e Tecnologie Aerospaziali, l’Osservatorio analizzerà lo stato dell’arte in Italia, abiliterà confronti internazionali, produrrà dati e modelli basati su solide evidenze empiriche e

valuterà gli aspetti normativi. Già oggi sono moltissimi i campi di utilizzo dei droni, ma sono ancora poche le aziende che se ne servono, ad esempio a uso commerciale (solo il 10% di quelle che fatturano oltre 50 milioni di dollari, secondo Skyward). Gli ambiti “consolidati” riguardano le riprese e le fotografie aeree a scopo cinematografico o turistico, vari aspetti dell’agricoltura, ma anche - per la possibilità di ricevere immagini e dati in tempo reale - le attività di sorveglianza e sicurezza del territorio, delle persone e dei beni, dal monitoraggio delle frontiere al contrasto al bracconaggio e alla criminalità, dalla gestione del traffico e dei rifiuti al controllo delle manifestazioni ad alta partecipazione. Applicazioni innovative ma non meno interessanti, su cui già si assiste a sperimentazioni, sono legate a ispezioni che possono risultare pericolose o complesse da effettuare (linee elettriche ad alta tensione, turbine eoliche, impianti solari, ponti e infrastrutture), ad attività di ricerca e soccorso in caso di catastrofi naturali senza esporre esseri umani a rischi ulteriori, alla logistica, ad esempio per portare cibo e medicinali in luoghi pericolosi o difficili da raggiungere, per le operazioni di inventario di magazzino o anche per consegne veloci, economiche e rispettose dell’ambiente.

Nasce alla School of Management del Politecnico di Milano un Osservatorio per mappare la filiera, le applicazioni e i trend

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identificherà spazi di sviluppo e innovazione in termini tecnologici, di mercato e normativi. “Già numerose aziende e istituzioni sono a bordo del progetto, a testimonianza di quanto sia sentita l’esigenza di capire bene le reali opportunità offerte da questa nuova industria, conoscerne la non facile normativa, valutare le relazioni e le interdipendenze tra gli attori della filiera, confrontarsi sugli usi reali e possibili e sugli aspetti più prettamente tecnici“, commenta Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio. La ricerca coinvolgerà infatti i principali attori dell’industria dei droni (produttori e fornitori di servizi), le aziende utilizzatrici attuali e potenziali e le istituzioni a vario titolo chiamate in causa e confluirà in un Report che ne mapperà l’ecosistema e le applicazioni, analizzerà il mercato nazionale e internazionale, identificherà i trend tecnologici e


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Nuovo volo diretto per gli Usa dal Guglielmo Marconi Si è tenuta nei giorni scorsi la conferenza stampa durante la quale è stata annunciata l’imminente partenza del volo diretto che, a partire dal 7 giugno, collegherà l’Aeroporto Marconi di Bologna a Philadelphia International Airport, il principale hub della compagnia nel Nord-Est degli Stati Uniti, dal quale è possibile proseguire senza ulteriori scali verso numerose destinazioni tra Stati Uniti, Caraibi e Messico. “Con l’introduzione del nuovo volo, American sarà l’unica compagnia aerea a collegare Bologna e la regione dell’Emilia-Romagna con un volo diretto verso gli Stati Uniti”, ha dichiarato Tom Lattig, Managing Director EMEA Sales di American Airlines. “Si tratta di un grande traguardo per American Airlines in Italia, il mercato europeo dove registriamo la maggiore crescita. Si tratta del terzo anno consecutivo in cui introduciamo un nuovo volo diretto dall’Italia agli Stati Uniti ed è una perfetta testimonianza di quanto questo mercato sia importante per la compagnia”. “L’avvio del volo per Philadelphia – ha dichiarato il presidente di AdB Enrico Postacchini – rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo per le imprese che hanno scambi con gli Usa e per gli operatori turistici della nostra regione e dell’intero bacino d’utenza del Marconi. Il mercato americano è molto interessante per il nostro territorio e ci aspettiamo una risposta molto positiva. Ricordo che per il Marconi

è una novità doppia: è infatti la prima volta che abbiamo un volo di linea di-

mentato il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – si conferma l’hub fondamentale di collegamento della nostra Regione con il mondo. Il nuovo collegamento Bologna-Philadelphia che festeggiamo oggi rappresenta una straordinaria opportunità di competitività per la Regione Emilia-Romagna, sia dal punto di vista turistico che commerciale. Ancora una volta l’Aeroporto Marconi si attesta come uno dei principali aeroporti a livello nazionale e risulta sempre più vicino l’obiettivo dei 10 milioni di passeggeri, anche grazie all’imminente avvio del People Mover di collegamento aeroporto-stazione AV”. Alla conferenza stampa di presentazione del nuovo volohanno preso parte Stefano Bonaccini – Presidente della Regione Emilia-Romagna, Matteo Lepore – Assessore al Turismo del Comune di Bologna, Benjamin V. Wohlauer – Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, Tanya L. Cole – Console per gli Affari Commerciali degli Stati Uniti d’America a Milano, Tom Lattig – Managing Director EMEA Sales di American Airlines, Angelo Camilletti – Manager Sales Southeast Europe di American Airlines, Enrico Postacchini – Presidente Aeroporto di Bologna, Nazareno Ventola – Amministratore Delegato Aeroporto di Bologna e Antonello Bonolis – Direttore Business Aviation e Comunicazione Aeroporto di Bologna.

American Airlines e Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna annunciano il nuovo volo diretto per gli Stati Uniti d’America

46 - aprile 2019

retto per la Pennsylvania ed è la prima volta che ospitiamo American Airlines, una compagnia che ha creduto nelle potenzialità del nostro territorio sia per l’outgoing che per l’incoming”. “Un ponte tra due città di antica cultura che arricchisce l’orizzonte internazionale di Bologna. Si tratta di una grande opportunità per il nostro territorio, che da tempo abbiamo deciso di promuovere come unico paesaggio urbano dall’Appennino alla pianura, un patrimonio di natura, cultura ed esperienze uniche. Bologna si prepara dunque ad accogliere ancor più turisti americani, attualmente quarto Paese per numero di visitatori in città con un aumento medio in doppia cifra sull’anno precedente, visitatori che apprezzano sempre di più il nostro patrimonio artistico e culturale. Si tratta di un altro traguardo per il nostro aeroporto, vera porta d’accesso di tutta la Regione e non solo”, così l’assessore al Turismo del Comune di Bologna Matteo Lepore ha definito il nuovo collegamento. “L’Aeroporto di Bologna – ha com-

Eugenia De Cesare


aprile 2019 - 47


V Rapporto PMI fotografa un Sud in bilico sulla ripresa RAPPORTO PMI MEZZOGIORNO 2019

2007

2012

2013

2014

2015

149.932

143.542

137.046

136.114

140.362

Mezzogiorno 28.751

27.186

25.382

24.683

25.904

29.194

30.226

3,5%

2.672

2.520

2.350

2.288

2.316

2.526

2.532

0,2%

690

721

659

654

742

829

852

2,7%

Calabria

1.769

1.659

1.482

1.490

1.578

1.693

1.739

2,7%

Campania

9.263

8.596

8.242

8.041

8.394

9.919

10.423

5,1%

Molise

435

395

382

363

391

444

456

2,6%

Puglia

5.759

5.695

5.235

5.069

5.289

5.937

6.208

4,6%

Sardegna

2.482

2.314

2.139

2.054

2.154

2.322

2.420

4,2%

Sicilia

5.681

5.286

4.892

4.724

5.040

5.524

5.597

1,3%

Italia

Abruzzo Basilicata

2016

2017*

148.531 152.794

Variazione 2017/2016 2,9%

Tabella 1.1 Il sistema d

*stima

grave ritardo, (aziende che sforano di Grafico 1.1 oltre 60 giorni le scadenze pattuite), situazioni di difficoltà che possono 3,5% pre- Le PMI del cludere a mancati12,7% pagamenti o casi di Valori assolu default”. Ulteriore segnale di allarme le percentuali r 4,9% chiusure di impresa. “Nel 2018 tornano -2,8% a crescere i fallimenti (+5,3%), per la società con un fatturato compreso tra la scarsa specializzazione produttiva e prima volta dal 2014, mentre il dato na2 e 50 milioni di euro e con 10-250 adle caratteristiche dei beni e dei servizi zionale continua a segnare un sia pur 20.000 rappresentativo (più di prodotti. detti. Campione minimo calo”. 30mila unità) del tessuto imprenditoA fronte di un sostenuto aumento Stante il faticoso “ripopolamento” del riale del Mezzogiorno alla cui analisi è dell’occupazione nel comparto (con il segmento delle PMI di capitali dell’indu15.000 dedicato il V Rapporto PMI curato da +20,8% della Campania) e di un sostria, che corrispondono a poco più di Confindustria e Cerved, con la collabostanziale allineamento alla media naun sesto del totale presente nell’area, razione di SRM – Studi e Ricerche per zionale del fatturato (+4,4%) e del vail Mezzogiorno presenta una rilevante 10.000 il Mezzogiorno. lore aggiunto (+3,5%) stenta il capitolo differenziazione regionale. Da una parRaggiunti a cavallo del 2017 i livelli dei ricavi (+0,5%, lontano dal +3,6% te “un gruppo di regioni che comprenpre-crisi 5.000 le imprese di capitali al Sud nazionale), frutto della crescita del code Campania, Puglia, Basilicata, e per prese in considerazione dal rapporto sto del lavoro, il cui livello è tornato a certi aspetti, la Calabria, mostra un più vantano un fatturato di tutto rispetto: lievitare a partire dal 2017 (CLUP al positivo andamento di medio periodo oltre 136 miliardi di euro, con un valo69,8%). con riferimento ai principali indicatori 0 re aggiunto di quasi2007 32 miliardi e debiti2009 Pur2010 registrando trend di risultato (numero di imprese, 2008 2011il perdurare 2012 del2013 2014 2015 2016 2017* ricavi, finanziari per oltre 34 miliardi (poco più legato alla sostenibilità finanziaria comargini, redditività, affidabilità credi* valore stimato“Sebbene minciato nel 2012, è proprio il leggero tizia, indebitamento)”, dall’altro “un del 10% del Pil meridionale). configurino una dimensione economica peggioramento del merito di credito secondo gruppo, composto delle altre di assoluto rilievo, tali imprese costitui(dal 25,6% al 26,7%) a segnalare i primi 4 regioni, che le vede costantemente In base alle stime, nel operano nellegati Mezzogiorno piùultimi di 30 mila PMI di ca- alle scono solo un segmento minoritario del 2017 campanelli d’allarme al rallentaagli posti del ranking rispetto tessutopitali, produttivo nazionale. Rispetto mento dell’economia nell’ulstesse caratteristiche”. circa un quinto di quelle presenti inosservato Italia. Le regioni con il numero più eleal totale delle PMI italiane, quelle del tima parte del 2018. “Per la prima volta “I risultati delle PMI meridionali semvato sono di PMI sono Campania (10mila), Puglia (oltre 6 mila) e Sicilia piùundipunMezzogiorno il 18,5% del totale dal 2012 tornano infatti ad aumentare brano insomma avercon raggiunto ma producono solo il 15% del fatturai giorni di ritardo (a 20 giorni, con un to critico,” sintetizza la ricerca. 5mila imprese. Da sole queste regioni costituiscono oltre la metà delle PMI“Fino to e del valore aggiunto, contraendo divario che torna ad ampliarsi rispetto al 2017, si osserva una ripresa caratmeridionali. una percentuale grosso modo simile alla media nazionale), così come ha terizzata dal ripopolamento del tessudei debiti finanziari totali”. Una discraripreso a crescere la quota di PMI in to di PMI e dal recupero di fatturato e u un totale di 1,7 milioni di sia competitiva che il report addebita 35.000 imprese meridionali le PMI di4,2%a una serie di fattori come la composi-1,2% -2,4% capitali sono circa 5,4% 320mila. zione settoriale (al Sud si registra una 30.000 parte caratterizzato da presenza e una crescita maggiore di Nella maggior -10,7% compagini di piccolissime dimensioni aziende attive nel settore servizi, del-6,6% (da 1 a 9 addetti) l’aggregato registra le costruzioni e dell’agricoltura, ed una 25.000 una parte significativa, e crescente, di più contenuta del settore dell’industria),

S

Nel 2017 prosegue il trend, già avviatosi dal 2015, che vede aumentare il numero di PMI in Italia e nel Mezzogiorno (rispettivamente, +2,9% e +3,5% rispetto 48 - aprile 2019 al 2016), recuperando in tutte le regioni meridionali i valori pre-crisi. Nel 2017 la crescita è più consistente in Campania (+5,1%) e Puglia (+4,6%); più debole


Sardegna

2.482

2.314

2.139

2.054

2.154

2.322

2.420

4,2%

Sicilia

5.681

5.286

4.892

4.724

5.040

5.524

5.597

1,3%

*stima

35.000 5,4%

30.000

4,2%

-1,2%

-2,4% -10,7%

25.000

12,7% -6,6%

-2,8%

2013

2014

3,5%

4,9%

Grafico 1.1 Le PMI del Me

Valori assoluti percentuali risp

20.000 15.000 10.000 5.000 0

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2015

2016

2017*

* valore stimato valore aggiunto. Nel stime, corso del nel 20182017 si (per crescita deinel ricavi, profitti e gene- più micro piccola, daPMI piccoladia camedia e In base alle operano Mezzogiorno dia30 mila avvertono segnali di rallentamento che razione di cassa) o che hanno caratteda media a grande”. Per raggiungere pitali, circa un quinto di quelle presenti in Italia. Le regioni con il numero più elepotrebbero abbattersi su un sistema di ristiche finanziarie, di governance e di l’obiettivo bisognerà puntare sull’amPMIvato uscitodi dalla crisisono con un Campania maggior leadership molto simili a quelle delle6 mila) modernamento della cultura PMI (10mila), Puglia (oltre e Sicilia con piùd’impredi grado di solidità economico-finanziaria, società già quotate”. Aprire il capitale sa, percorsi formativi, rinnovamento Da sole regioni la metà PMIdelle ma5mila con livelliimprese. di redditività ancora trop- queste di queste imprese costituiscono ad apporti esterni oltre delle policy e della delle governance po meridionali. bassi”. potrebbe favorirne la potenzialità di sviaziende. Un percorso di modernizzaTre i fattori su cui si suggerisce di luppo. “L’effetto sul PIL di tale apertura zione che potrebbe fare leva sulle riintervenire: la capitalizzazione e la cresarebbe assai significativo, potenzialsorse messe a disposizione dai fondi scita dimensionale, l’apertura delilcapimedio periodo (le Regioni del Mezzogiorno Nel 2017 prosegue trend,mente giàquantificabile avviatosineldal 2015, chestrutturali vede aumentare il nutale, la propensione all’esportazione. fino a 3,4 punti percentuali al Sud (poco hanno a disposizione 1,8 miliardi commero di PMI punto, in Italia e nel +2,9%e ePOR +3,5% rispetto Riguardo al primo a fronte di Mezzogiorno meno della media (rispettivamente, nazionale 3,7%), ed plessivi) (1,1 miliardi), ancora unaalcrescita del capitale netto di poco anche più elevato in regioni del Meztroppo poco sfruttati (secondo gli 2016), recuperando in tutte le regioni meridionali i valori pre-crisi. Nel 2017ultimi inferiore a quella nazionale si registra zogiorno dove la presenza imprendidati, nelle Regioni del Sud, a settemcrescita più consistente in èCampania (+4,6%); debole unala certa difficoltà dièaccesso al credito toriale più significativa(+5,1%) (Campania)eoPuglia bre 2018 sono statipiù allocate risorse dei bancario, con un patrimonio netto delle comincia ad esserlo (Basilicata). POR per un impegno di circa 387,4 miin Abruzzo (+0,2%) e Sicilia (+1,3%). PMI meridionali mediamente più ridotto Il terzo ambito di crescita potenziale lioni e sono stati erogati pagamenti per di quello del resto del paese (poco più delle PMI meridionali è rappresentato soli 18,6 milioni). di 2,8 milioni di euro rispetto a 3,2 miliodall’internazionalizzazione. Rispetto Non ultimi il rafforzamento di struni, con un differenziale più accentuato all’aggregato preso in considerazione menti come il credito d’imposta (struper le realtà di media grandezza: 5,7 “sono state individuate poco meno di mento che secondo il rapporto va reso milioni contro poco meno di 8 milioni). 2.500 aziende con una forte vocazione strutturale e prorogato oltre la scaden“Dunque, una azione convergente, internazionale, pari a circa l’8,7% del toza prevista al 31 dicembre 2020) e l’avpubblica e privata, capace di rendere tale, con una presenza molto più ridotta vio definitivo delle ZES “che possono conveniente l’investimento di capitali in del 20,7% della media nazionale”. “Per costituire una importante sperimentaazienda, e di colmare il gap con le imla gran parte delle PMI meridionali, si zione in cui coniugare in maniera inprese del Centro-Nord inizia ad imporsi tratta di una grande opportunità ancora tegrata attrazione di investimenti delle come tema prioritario da porre all’ordida cogliere. Le PMI fortemente esportaimprese, economia del mare, infrane del giorno. Un salto dimensionale trici del Mezzogiorno, hanno fatto infatti strutture - anche per le aree industriali delle PMI del Mezzogiorno richiede registrare dati di bilancio (oneri finan- semplificazione procedurale e struforti iniezioni di capitale, nuove comziari, redditività, liquidità) migliori delle menti fiscali”. petenze e una diversa propensione al altre e, in particolare, una crescita del Occasione, quella offerta dalle Zone rischio che sono meno nelle corde devalore aggiunto tra 2009 e 2017 di 11 economiche speciali, che sottolinea gli imprenditori familiari, spesso orienpunti superiore rispetto alla media delle ancora di più come “l’apertura delle tati a mantenere il controllo nel lungo PMI del Mezzogiorno, con una frenata imprese ai mercati, ovvero l’internazioperiodo anche a scapito di redditività e nel 2017 (“solo” +1,9%) che costituisce nalizzazione, si conferma una scelta crescita”. un (ulteriore) campanello di allarme sul strategica, sia per l’attrazione di investiNel bacino delle 30 mila PMI meridiopossibile rallentamento in corso”. menti dall’estero, sia per incrementare nali di capitali il rapporto ne individua Secondo il rapporto la principale sfila propensione alle esportazioni delle circa un migliaio “che hanno caratteda da cogliere rimane quella della creimprese meridionali. ristiche compatibili con l’acquisizione scita dimensionale, “ovvero la capacità da parte di un fondo di private equity delle imprese meridionali di passare da Cosimo Brudetti

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13 milioni di passeggeri per i porti italiani nel 2020 L’

Italia delle crociere ricomincia a crescere, allineandosi finalmente al trend internazionale. È questo il messaggio di Sergio Senesi, Presidente di Cemar Agency Network di Genova, che ha presentato nell’ambito del Seatrade Cruise Global a Miami, le previsioni 2019 e 2020 per il settore crocieristico nei porti italiani. “In Italia le crociere sono nuovamente in forte crescita. Lo indicano le previsioni del 2019, con un +7,13% in termini di passeggeri movimentati - ha dichiarato Sergio Senesi - Ma lo indicano, anche e soprattutto, le previsio-

Fortemente positive sono le primissime valutazioni per il 2020. Le proiezioni indicano infatti un’ulteriore importante crescita del settore, che consentirà di sfiorare i 13.000.000 di passeggeri movimentati (+7,88% rispetto al 2019). Nel 2019 saranno 70 i porti italiani coinvolti nel traffico crocieristico. Proseguirà il primato di Civitavecchia, con 2.567.000 passeggeri movimentati (+5,13% rispetto al 2018). Seguiranno Venezia con 1.544.000 passeggeri (-1,06%) e al terzo posto Genova con l’ottimo risultato di 1.343.000 passeggeri (+32,79%). Sarà quindi la volta di Napoli con 1.187.000 (+20,35%), Livorno con 812.000 (+3,29%). La classifica dei primi 10 porti italiani si chiude con Savona, Bari, La Spezia, Palermo e Messina. Tra le Compagnie che nel 2019 movimenteranno il maggior numero di passeggeri nei porti italiani, il podio è occupato da MSC Crociere (3.622.000 pax), Costa Crociere (2.725.000 pax) e Norwegian Cruise Line (863.000 pax). Il numero di

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ni 2020, con un ulteriore + 7,88%. Ritengo che un risultato così positivo vada ricondotto principalmente alle nuove unità che stanno entrando a far parte di tutte le più importanti flotte di navi da crociera”. Cemar Agency Network prevede che, al termine del 2019, saranno ben 11.911.000 i passeggeri movimentati nei porti italiani (+7,13% rispetto al 2018). Le toccate nave saliranno invece a 4.860 unità, mentre saranno 149 le navi in transito nelle acque italiane in rappresentanza di 46 compagnie di navigazione.

passeggeri movimentati è stato calcolato sul numero totale di posti letto disponibili (base cabina doppia, due letti bassi): Grafico 1 Sergio Senesi ha inoltre reso nota la classifica dei Gruppi Crocieristici, sempre in riferimento alla previsione di passeggeri movimentati nei porti italiani: Grafico 2 e la suddivisione dei passeggeri e degli scali previsti per ogni singola regione. La Liguria si conferma prima in classifica, oltre ad essere la regione in cui si concentra l’83% delle agenzie che gestiscono gli scali delle navi in tutti i porti d’Italia. Grafico 3 I mesi più trafficati saranno quelli di ottobre (1.744.000 passeggeri e 781 scali), giugno (1.505.000 passeggeri e 614 scali), settembre (1.497.000 passeggeri e 627 scali) e maggio (1.488.000 passeggeri e 687 scali), mentre i meno trafficati saranno ovviamente quelli invernali; febbraio (166.000 passeggeri e 59 scali) e gennaio con 193.000 passeggeri


Grafico 1

Grafico 2

Grafico 3 e 60 scali). Il giorno più trafficato sarà l’11 ottobre con oltre 73.000 passeggeri movimentati in una sola giornata. “Le previsioni positive per il biennio 2019-2020 non ci devono indurre ad abbassare la guardia. L’Italia è infatti la prima destinazione crocieristica del Mediterraneo, e grazie alle prossime nuove navi in consegna durante questo biennio,

navi sempre più “green”, ci sarà ulteriore spazio di crescita. Resta sempre l’incognita Venezia che ad oggi non è stata risolta e che crea forti dubbi sulle future programmazioni per l’intero Mar Adriatico” ha concluso Sergio Senesi. RedMar

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M

SC Crociere, la più grande compagnia a capitale private al mondo, ha presentato i dettagli del nuovo terminal crociere altamente innovativo a PortMiami, che supporterà la crescente presenza della Compagnia in Nord America e nel Mar dei Caraibi. Secondo i termini dell’accordo, approvato dalla Commissione della

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Contea di Miami-Dade, MSC Crociere seguirà tutte le fasi dalla progettazione fino alla gestione operativa di un grande edificio che comprenderà 2 terminal crociere e 2 accosti. Progettato dal pluripremiato studio internazionale di architettura Arquitectonica, il nuovo terminal in esclusiva per MSC Crociere a PortMiami sarà in grado di ospitare contemporaneamente 2 mega navi da

crociera, consentendo alla Compagnia di effettuare simultaneamente due operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri, movimentando più di 28.000 passeggeri al giorno. Pierfrancesco Vago, Executive Chairman di MSC Cruises, ha affermato: “Con altre 13 navi da crociera che entreranno nella nostra flotta nei prossimi 8 anni, la nostra ambizione è


MSC Crociere presenta il nuovo terminal a Portmiami

Il nuovo terminal sarà in grado di accogliere contemporaneamente 2 navi MSC

quella di portare a PortMiami le navi più innovative, arricchendo ulteriormente la nostra offerta per gli ospiti che da ogni parte del mondo sceglieranno di partire con noi per una crociera da Miami. In particolare, il nuovo terminal – che sarà uno dei più innovativi che il settore abbia mai visto – ci consentirà di offrire ai nostri ospiti un’esperienza a 360 gradi e di alto livello sia durante

l’imbarco che durante lo sbarco, il che permetterà loro di godersi la vacanza dal primo all’ultimo istante.” MSC Crociere attualmente opera a PortMiami con 4 navi: MSC Seaside e MSC Armonia per tutto l’anno; MSC Divina stagionalmente e MSC Meraviglia che salperà da Miami stagionalmente a partire dal prossimo autunno. Grazie alle

nuove infrastrutture, MSC Crociere trasporterà via PortMiami un totale di 1 milione di passeggeri l’anno. I lavori avranno inizio nei primi mesi del 2020 e si prevede possano concludersi entro la fine del 2022, anno in cui la Compagnia trasferirà nel nuovo terminal tutte le sue operazioni. Eugenia De Cesare

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Come l’arte e il design entrano nel cantiere nautico “C

ome se il mare si fosse prosciustri d’ascia, figure di spicco dei cantieri navali, gato, la sagoma di uno yacht è costruivano, Lissoni reinterpreta astraendolo rimasta placidamente adagiata lo scafo di uno yacht SX112, in scala 1:1. all’interno del Cortile del ‘700 dell’Università Un collegamento ideale tra passato, preStatale, una creatura di cui si riconosce solasente e futuro di Sanlorenzo in cui lo scafo, mente l’ossatura che ne racconta l’originaria che rappresenta la fase iniziale della realizpurezza.” Piero Lissoni, art director Sanlorenzazione dello yacht, racconta da un lato mazo. estria degli artigiani che da sempre plasmano Confermando il proprio approccio progetquesti sofisticati manufatti e anticipa dall’altro, tuale e creativo che ha fatto della contamiun nuovo modello che sarà presentato nel Piero Lissoni nazione un vero e proprio valore distintivo, 2020. Sanlorenzo, tra i principali cantieri al mondo nella produzione L’ammiraglia SX112, scelta come protagonista dell’instaldi yacht e superyacht, rinnova per il terzo anno consecutivo lazione, andrà ad ampliare la linea crossover SX, lanciata la partecipazione al FuoriSalone di Milano con l’installazione ufficialmente nel 2017 con il primo yacht SX88, seguito nel “From shipyard to courtyard” che sarà allestita, nell’ambito 2018 da SX76. Entrambi i modelli sono stati presentati al loro della mostra evento INTERNI HUMAN SPACES, all’interno debutto nelle versioni con interior design di Piero Lissoni che della suggestiva cornice dell’Università Statale di Milano. attraverso il suo progetto innovativo ha proposto per la prima Abbattendo ogni confine e scrollandosi di dosso dogmi e volta uno yacht open space, una “barca sociale”. regole imposte, il cantiere, grazie alla visione innovativa del Reinterpretando totalmente lo spazio a bordo, grazie alla tiCavalier Massimo Perotti, Chairman dell’azienda, ha infatti moneria posta esclusivamente sul flying bridge, i due yacht si saputo scardinare nel corso degli anni la rigidità del proprio sviluppano infatti in un ambiente unico e continuo da poppa a mondo facendovi entrare l’arte e il design. prua dove la vivibilità interna è massima con la cucina a vista, Una scelta che ha trovato nuova conferma, lo scorso anno, adiacente alla sala da pranzo, seguita dall’area living, senza con l’inizio della collaborazione con Piero Lissoni in qualità soluzione di continuità tra interno ed esterno. di art director dell’azienda, nata grazie alla profonda affinità L’installazione di Piero Lissoni mostra così ancora una volstilistica e progettuale, emersa fin da subito con il cantiere. ta la relazione tra Sanlorenzo e il design raccontando il canIn occasione del FuoriSalone 2019, Lissoni si fa così in- tiere secondo nuove prospettive: lo scafo diventa così simboterprete della tradizione e dei valori del marchio attraverso lo dell’azienda stessa rivelandone l’esperienza, l’artigianalità l’installazione “From shipyard to courtyard”. e l’approccio innovativo. Con un richiamo evidente alle strutture in legno che i maeSandro Minardo

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Le fiere come strumento promozionale del made in Italy E’

stata presentata venerdì 29 marzo presso la Deloitte GreenHouse di Milano, la ricerca “Le fiere come strumento di internazionalizzazione del Made in Italy” realizzata da Deloitte per La Fondazione Costruiamo Il Futuro, con il supporto di UCINA Confindustria Nautica, FederlegnoArredo e ANCMA Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori. La ricerca, presentata dall’Onorevole Maurizio Lupi e da Antonio Cattaneo - partner Deloitte e Ernesto Lanzillo, Partner DCM Deloitte Private Leader, si è concentrata su alcuni dei settori più rappresentativi del bello e ben fatto italiano (BBF), quali l’arredo design, il ciclo e motociclo, le macchine utensili e la nautica, settori che nell’ultimo triennio hanno registrato una crescita significativa di valore nella produzione, nell’export e nel numero degli addetti mostrando come l’internazionalizzazione, attraverso le fiere, sia un fattore di crescita e sviluppo della competitività delle imprese. “La ricerca auspica, attraverso anche un raffronto con le altre manifestazioni di settore a livello globale, che le fiere del Made in Italy tornino a fare sistema e valorizzare le eccellenze del territorio - ha detto l’On. Maurizio Lupi – Lo strumento della fiera, e la sua internazionalizzazione, è diventato strumento primario per la crescita delle aziende. Il Salone Nautico a Genova, ne è un grande esempio perché, attraverso l’internazionalizzazione, è cresciuto ed è riuscito a far fiorire nuovamente l’eccellenza della nautica da diporto italiana. La richiesta che viene rivolta al Governo è quindi quella di favorire il processo di sviluppo delle aziende, attraverso il riconoscimento di un credito di imposta alle PMI italiane per la partecipazione alle fiere internazionali di settore”. “Grazie anche al Piano Straordinario per il Made in Italy sviluppato dal Ministero dello Sviluppo Economico e reso operativo da ICE Agenzia– ha dichiarato la Presidente Demaria –, le nostre imprese riescono a essere competitive all’estero partecipando alle più importanti rassegne internazionali tramite le collettive di aziende italiane organizzate da UCINA Confindustria Nautica e le attività di incoming in occasione del Salone Nautico. In ragione di ciò, il Piano Made in Italy da piano straordinario

dovrebbe trasformarsi in uno strumento strutturato a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle aziende e delle manifestazioni di settore. Le fiere rimangono strumento strategico per la crescita delle aziende, pur in presenza di profondi cambiamenti dei modelli di sviluppo di business. Per questo motivo, è importante evitare la frammentazione delle risorse pubbliche concentrandole nelle manifestazioni di riferimento di settore individuate attraverso precisi criteri di rappresentatività “. La conferma arriva dalla 59° edizione del Salone Nautico, a Genova dal 19 al 24 settembre, che nei primi 10 giorni di apertura iscrizioni, registra già una redemption del +31% superiore rispetto al 2018. Anche le richieste di nuove partecipazioni sono aumentate del +12%, per la maggior parte provenienti dall’estero, in particolare UK, Germania e Polonia. Missione a Hong Kong Andrea Razeto, Vice Presidente di UCINA Confindustria Nautica e Presidente dell’International Council of Marine Industry Associations (ICOMIA), ha incontrato il 28 marzo scorso, presso il

Royal Hong Kong Yacht Club, i rappresentanti della neonata Hong Kong Boat Industry Association. La Hong Kong BIA, recentemente entrata in ICOMIA, è una delle 35 associazioni nazionali che fanno parte dell’organizzazione mondiale di settore. Quello di Hong Kong è considerato uno dei mercati asiatici più maturi per la nautica da diporto. “Come riportato da una recente analisi di ICOMIA in merito all’Asia – commenta da Hong Kong Andrea Razeto – i paesi asiatici rappresentano la principale area di crescita al mondo per l’industria della nautica da diporto. Negli ultimi 30 anni, la maggior parte delle economie asiatiche sono cresciute e, negli ultimi dieci anni, il PIL dei paesi asiatici è cresciuto del 5-10 per cento all’anno, molto più alto di quello dell’Europa e degli Stati Uniti. Di conseguenza, un tenore di vita in rapido aumento sta creando una nuova classe media in Asia che ha un reddito disponibile crescente da spendere per le attività del tempo libero “. Francesco S. Salieri

aprile 2019 - 55


Con 3 mln di euro Venezia lancia la sfida a Genova?

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l Sindaco Brugnaro vara il Comitato di indirizzo del Salone Nautico di Venezia edizione 2019 e alla presentazione coinvolge tra gli altri la Marina Militare con il contrammiraglio Andrea Romani comandante dell’Istituto Studi Militari Marittimi di Venezia, Alberto Galassi a.d. del gruppo Ferretti, il Prefetto Vittorio Zappalorto, l’assessore regionale allo sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato, il presidente di Confindustria Venezia area metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese, il Provveditore Interregionale delle opere pubbliche per Veneto, Trentino A.A. e Friuli Venezia Giulia Roberto Linetti, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico settentrionale Pino Musolino. “Venezia sfida Genova con un salone nautico allo storico Arsenale” Boom!!!! Così la stampa locale per sostenere la rassegna nautica che dal 18 al 25 giugno prossimo dovrebbe animare quell’opera d’arte che è l’Arsenale di Venezia. Per il Sindaco Luigi Brugnaro è “detto fatto” mentre per ora si parla di “scommessa” per quella Città che nel recente passato, in tema di saloni nautici, ha subito il flop di Expovenice che con UCINA ed alcuni enti pubblici

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veneziani avrebbe dovuto realizzare lo Yacting in Venice purtroppo naufragato ancor prima di nascere come salone diffuso tra la terraferma e la laguna di Venezia. Oggi si torna alla carica con uno stanziamento pubblico del Comune di ben 3 milioni di euro per armare i bacini dell’arsenale con pontili galleggianti ed altre strutture. Prima della presentazione ufficiale al BOOT di Dusseldorf, Brugnaro aveva tirato dritto e nella prima riunione del Comitato di Indirizzo del Salone aveva spiegato obiettivi e strategie ad enti, istituzioni, forze dell’ordine e alle principali realtà produttive della Città. “Il Salone Nautico – dichiara il Sindaco che evidentemente vuole seppellire il flop di Expovenice - è una scommessa che nessuno finora ha avuto il coraggio di fare. L’idea è che Venezia debba sposare nuovamente il mare, non solo in termini simbolici, come avviene per la festa della Sensa, (Sposalizio del Doge col mare) ma rimettendolo al centro della sua vita produttiva, a tutti i livelli e in tutti i settori, dall’industria alla cultura, come ai tempi della Serenissima”. E poi nel suo lungo intervento il primo cittadino ricorda i grandi temi che animeranno l’evento:

dal tema dell’acqua in tutte le sue principali declinazioni, a quello delle imbarcazioni e dei loro usi ludici e da lavoro nonché dai trasporti locali alle navi cargo e da crociera, fino alle imbarcazioni usate dalle forze dell’ordine. In questa gigantesca ipotesi progettuale essenziale e concreto, rendering alla mano, è stato il contributo del direttore della comunicazione eventi di Vela s.p.a. Fabrizio D’Oria che ha illustrato come verrà organizzata l’intera area. “Quattro saranno i punti d’accesso all’Arsenale, il primo dal Museo navale, il secondo dal Giardino delle Vergini, il terzo dai Bacini e il quarto dalla Celestia. Saranno realizzati, su 500 metri di banchine, 100 ormeggi nell’area nord fino ai bacini di carenaggio che saranno riaperti. Complessivamente arriveremo ad avere 10 mila metri quadrati di area espositiva oltre a spazi per eventi e punti ristoro”. La fiera sarà, ovviamente a pagamento e saranno coinvolte remiere, imbarcazioni storiche, università, Biennale ecc. che, a pioggia, potrebbero coinvolgere siti terrafermieri della gronda lagunare. Dunque una “megafrittura” in una Città che rifiuta il turismo di massa con


la “tassa di sbarco” che dal 1 maggio potrà variare, a seconda dei flussi, dai 3 fino ai 10 euro, non solo, se si considera che proprio nel nome della “Salvaguardia dell’ambiente” in laguna controlli e sanzioni sono sempre più frequenti fino a richiedere, da parte di alcuni gruppi, norme speciali, obbligo di targa e patente e un limite di potenza dei motori per chi naviga in laguna e, questo va detto, mentre alcune delle maggiori società di trasporto come quella capitanata dal Com.te Piero Tosi, stanno investendo fior di quattrini su innovative imbarcazioni con propul-

sione completamente elettrica. Al momento, in mancanza di una lista di espositori, sembra che dopo il grande exploit della flotta Ferretti che festeggiò i suoi 50 proprio all’arsenale con tanto di passaggio a raso delle Frecce Tricolori sul Bacino di San Marco, proprio Ferretti sia stato il primo ad aderire alla Fiera veneziana. “Questa è un’iniziativa che deve coinvolgere tutta la Città – chiosa il Sindaco – e stavolta tutti remeremo dalla stessa parte”! Certo che per sfidare il Salone di Genova ci vorrà una bella vogata signor

De Nigris

Sindaco. Buon vento comunque ma per cortesia non chiamatelo Salone Nautico di Venezia una manifestazione che nella sua complessità potrebbe comunque rappresentare un nuovo modo sistemico per poter non solo vendere imbarcazioni o far conoscere nuove tecnologie e antiche tradizioni, ma uno strumento utile per rilanciare l’economia di un’area purtroppo, in mancanza di un vero piano strategico, ancora alla ricerca del proprio futuro. Ma non chiamatelo Saone Nautico! Massimo Bernardo

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STUDIO LEGALE DE NIGRIS & PARTNERS fornisce alle imprese che operano a livello italiano ed europeo, in ambito portuale ma non solo, un’assistenza legale adeguata alle esigenze di un mercato sempre più globale. Lo studio opera su tutto il territorio nazionale italiano, direttamente e con l’ausilio di avvocati collegati, nei settori del diritto civile, del diritto della navigazione, del diritto societario e commerciale, del lavoro d’impresa e della responsabilità in genere. Avv. Orazio De Nigris - Patrocinante in cassazione Corso Vittorio Emanuele, P.tta Barracano, 6 - 84123 - Salerno aprile 2019 - 57 Tel. +39 089234376 - info@studiolegaledenigris.it - www.studiolegaledenigris


17° Seatec e 11° Compotec hub altamente specializzati

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hiude in modo positivo l’edizione 2019 di Seatec-Compotec, la doppia rassegna di IMM-CarraraFiere svoltasi in contemporanea dal 3 al 5 aprile scorso, dedicata alla tecnologia, alla componentistica, al design e alla subfornitura applicate alla nautica da diporto e al settore dei materiali compositi e alle loro molteplici applicazioni. Gli eventi hanno evidenziato una visitazione professionale di elevata qualità e in linea con quella dell’edizione precedente, attirata dai 328 marchi presenti in fiera, distribuiti su 10.000 mq. di superficie espositiva, dei quali 110 provenienti da tutta l’Europa e da Giappone, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e America. In uno scenario macro economico e fieristico di indubbia complessità, segnato sia dagli anni di crisi del comparto nautico – solo di recente avviatosi alla risalita grazie all’export – sia dalla comparsa di eventi espositivi concorrenti, l’appuntamento carrarese conferma stabilmente il proprio appeal di hub tecnico altamente specializzato, luogo di incontro professionale tra domanda e offerta per gli esperti dei rispettivi settori, attestando anche quest’anno la propria tenuta e portata malgrado la congiuntura problematica e in un costruttivo sforzo di adeguamento del format alle diverse esigenze del mercato. Fra i punti di forza dell’edizione appena conclusasi, il Workshop B2B

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dedicato alla Marine Supply Chain di Seatec-Compotec, giunto alla sua 4° edizione, si conferma un momento di successo. L’evento ha consentito ad oltre 100 aziende, fra quelle espositrici che hanno scelto di aderire al programma di incontri business-to-business organizzati da IMM-CarraraFiere in collaborazione con il Digital Partner Uplink Web Agency, di incontrare i cento operatori esteri accuratamente selezionati e invitati per l’occasione da IMM-CarraraFiere con il supporto di ICE Agenzia, per un totale di 2117 meeting one-toone effettuati e un indice di gradimento del format quantificato dai sondaggi “live” in 94.7% di soddisfazione, a dimostrazione del successo dell’iniziativa. Le aziende aderenti al programma B2B hanno infatti beneficiato di incontri d’affari altamente ottimizzati grazie ad agende personalizzate definite prima dell’evento. Le opportunità di business generate dagli incontri one-to-one sono state, in seguito, approfondite agli stand degli Espositori grazie alla Showroom Experience di Seatec-Compotec, che ha permesso alle imprese di far toccare con mano i prodotti e le tecnologie innovative proposte ai buyer. Oltre al workshop B2B, i pilastri portanti dell’edizione 2019 sono stati l’attenzione per la cultura tecnica e il consolidamento delle relazioni con le principali associazioni e organizzazioni di categoria

dei rispettivi settori, oltreché con enti e aziende di primo livello coinvolti a diverso titolo nei processi industriali attivi nei campi di riferimento: aspetti che hanno trovato piena realizzazione nell’offerta formativa altamente qualificante della Seatec & Compotec Academy, centro di formazione dedicato all’aggiornamento professionale del settore che attraverso convegni, seminari e tavole rotonde ha fatto il punto su una ampia e diversificata gamma di tematiche connesse all’economia del mare e dei porti, all’economia circolare e del riciclo, alla conservazione dell’ambiente, alla ricerca sui materiali più innovativi, ma anche sul sistema portuale turistico e sulla situazione del refit nautico nel Mediterraneo. La speciale offerta formativa messa in campo nel quadro delle manifestazioni è stata rivolta in modo particolare ai rappresentanti dei cantieri, nonché a tutti quei professionisti che, per ottemperare alle richieste dei rispettivi ordini professionali, sia Ingegneri che Architetti, necessitavano di Crediti Formativi Professionali (CFP). La Seatec & Compotec Academy dell’edizione 2019 ha sviluppato 14 appuntamenti formativi, dei quali 7 valevoli di CFP riconosciuti dagli Ordini Professionali, ai quali hanno partecipato 200 fra ingegneri e architetti nautici. A questi appuntamenti si sono aggiunti 22 ulteriori workshop tematici dedicati ad argomenti cruciali per il settore.


Decisive sono state le sinergie messe in campo da IMM-CarraraFiere per coinvolgere nel programma della Academy le massime autorità e i più accreditati esperti di settore, a partire dalle Università che hanno dipartimenti e scuole attinenti all’ingegneria navale e nautica,all’architettura navale e alla ricerca nel settore dei compositi, come Genova, Trieste, Napoli e La Spezia. Un’altra importante sinergia con The Italian Sea Group ha permesso di avere in fiera un cantiere prestigioso che ha dato appuntamento ai propri fornitori all’interno dell’esclusiva Vip Lounge di Seatec. Il registro RINA ha dato il proprio sostanziale contributo alla Academy organizzando il convegno “Nuove frontiere per la riduzione delle emissioni”, in occasione del quale l’ingegnere Enrico Ursomando, responsabile di Rina Academy, ha esaminato tutte le soluzioni attualmente allo studio per abbattere le emissioni dei grandi motori marini, proponendo e illustrando una serie di soluzioni applicate dai cantieri Tankoa, Benetti e Sanlorenzo (intervenuti direttamente portando all’attenzione del pubblico presente le proprie case histories) ed evidenziando come le soluzioni al problema non siamo dietro l’angolo ma, al contrario, richiederanno notevoli investimenti sia da parte dei cantieri, ma anche dei produttori di motori come Volvo, Man, Mtu e Caterpillar, che all’interno della fiera hanno presentato le loro soluzioni studiate in-house. Fra i relatori della Academy anche il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, intervenuto al convegno su “La Filiera Logistico/Portuale - Portualità e Logistica quali fattori di successo per lo sviluppo del paese”, organizzato da IGB Srl in collaborazione con IMM-CarrararaFiere, in occasione del quale Rixi ha portato la voce del governo e del suo ministero nella complessa relazione della portualità italiana dell’Alto Tirreno, sia in relazione ai flussi commerciali presenti e futuri, sia nella competizione con gli altri porti del

Mediterraneo e delle infrastrutture necessarie a mantenere alta la competitività dei porti nazionali. Un illustre panel di relatori internazionali ha contraddistinto anche l’attesissimo convegno dedicato alle tendenze nel settore del refit, organizzato da IMM-CarraraFiere in collaborazione con la nota testata olandese dedicata al mondo dei superyacht, Super Yacht Times. Riflettori puntati anche sul mondo del design nautico con il convegno “Incontri ravvicinati nel terzo millenio - Dialoghi tra progettisti e cantieri navali”, organizzato dalla rivista Barche. Il convegno ha analizzato l’evoluzione dello yacht design nell’ultimo decennio attraverso la voce diretta di progettisti e di esponenti della cantieristica con cui i progettisti lavorano, in un serrato confronto tra idee, visioni e complessità realizzative, in un mercato in continuo mutamento. Nel contesto di un evento che si pone sempre più come momento professionale di aggiornamento di alto livello tecnico per il settore, anche quest’anno Seatec-Compotec ha assegnato il Premio“Imprenditore dell’anno”, riconoscimento all’imprenditore nautico che ha contribuito in modo significativo alla crescita dell’economia del settore dimostrando innovatività di

prodotto e generazione di lavoro e ricchezza. Il vincitore del 2019 è stato il Cantiere Ferretti, che attraverso il suo Supply Chain Director Giovanni Berra ha ringraziato e lodato le qualità delle aziende della filiera nautica rappresentate a Seatec e Compotec. Giunto alla sua 16° edizione il premio Myda, contest diventato un punto di riferimento per la scoperta dei designer nautici e navali di maggior talento, ha assegnato il primo premio per la categoria Professionisti, sezione “Barca a misura d’uomo”, al progettista Anthony Lee per il progetto MultyDouble, ritenuto perfettamente aderente allo spirito del tema in oggetto (“La barca a misura d’uomo per le soluzioni semplici e funzionali per l’approccio alla nautica da diporto da parte di un pubblico non necessariamente tecnico”) dalla giuria presieduta da Andrea Ratti e composta da Roberto Franzoni, Massimo Franchini, Marco Amadio e Ivan Zignego. La stessa giuria ha individuato il vincitore per la categoria Esordienti in Sebastian Borzoni, autore del progetto S005, del quale è stato apprezzato l’efficiente e originale concept per motor yacht caratterizzato da una forte personalità e da un buon controllo delle forme e delle proporzioni. Carolina Sinnopoli

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novembre aprile 2019 - 59 84123 Salerno - Corso Vittorio Emanuele 126Cell. - Tel.: 089 9781599 – 84091 Battipaglia (Sa) - Via G. Palatucci 17/b - Tel.: 2018 0828 672845 3337685658 – E-mail: carmelaragone@tiscali.it 84123 Salerno - Corso Vittorio Emanuele 126 - Tel.: 089 9781599 – 84091 Battipaglia (Sa) - Via G. Palatucci 17/b - Tel.: 0828 672845

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Come far rivivere lo splendore della Riviera di Ulisse I

l Mito, la Bellezza, i Profumi ed i Colori della Riviera di Ulisse. E’ il territorio della bassa costa laziale che Le dimore del Sole, un’associazione che raggruppa tutti i piccoli imprenditori legati al turismo e all’accoglienza, punta a rilanciare sui mercati. Si tratta di un lembo di costa di una terra antica che dai Monti Aurunci si dirada verso il mare, che racconta storie di uomini venuti da lontano avvolti nei veli della leggenda. Un ventaglio di terra che si estende da Minturno fino a Sperlonga toccando Formia e Gaeta. Un territorio che fu meta turistica apprezzata fin dall’antichità e porto della flotta romana. Lo testimoniano i resti delle ville e degli approdi che già Duemila anni addietro punteggiavano il litorale. E poi la costa, contrassegnata da falesie a strapiombo sull’azzurro del mare, fenditure che consentono al visitatore di immergersi tra le rocce e le speloncae che, secondo la tradizione, si sarebbero spaccate alla morte di Cristo. E’ il mito e la bellezza di un litorale non più a vocazione turistica ma di un “territorio turistico” che quest’associazione punta a promuovere in sinergia con le altre consorelle di categoria e le istituzioni locali, più volte sorde ad intraprendere un programma sinergico comune. Un’iniziativa che punta a fare

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sistema e aggregazione partendo dal basso, da questa associazione di strutture extralberghiere di cui fanno parte B&B, case vacanza, agriturismi, affittacamere e tutte quelle attività impegnate nel settore dell’ospitalità. “Minturno, Formia, Gaeta non sono soltanto mare ma luoghi per un turismo di qualità, non frenetico e chiassoso, ma attento all’arte, alla cultura, la storia, l’ambiente, alle tradizioni della terra, al diportismo. Un tipo di turismo - afferma il presidente de Le dimore del Sole, Cinzia Calligaris - in grado di trasmettere i valori e lo scambio culturale tra chi visita queste zone e le abita, in grado di creare opportunità di lavoro in nei settori trainanti dell’economia locale, come nell’attività marinara, oggi rappresentata da un porticciolo turistico in grado di ospitare 250 imbarcazioni ma con enormi potenzialità di sviluppo. Tante opportunità di un turismo che però va comunicato attraverso un’accurata informazione in sinergia con gli enti locali e con tutti gli attori interessati a questo processo. Questo lo spirito dell’associazione. Siamo sicuri che solo attraverso una puntuale e sistematica operazione di informazione, il territorio possa puntare a ritrovare l’antico splendore che una zona come la Riviera di Ulisse merita ”. E la Riviera si presta a rafforzare la sua vo-

cazione di destinazione di più segmenti di turismo e questo, commenta Antonio Iadanza, vice presidente dell’associazione, “in ragione della sua ricca offerta e di attrazioni, della sua collocazione geografica ad un’ora da Roma e da Napoli. Un’area turistica che vuole essere il perno di un sistema integrato di iniziative in grado di rilanciare il territorio all’attenzione anche dei bacini turistici emergenti. Non è certo un caso se già nelle epoche antiche l’uomo avesse compreso l’unicità di questi paesaggi. Tutto questo però va fatto in sinergia con i Comuni interessati che, siamo certi, non si tiranno indietro”. A parte il turismo del mare e quello enogastronomico sono tante le attrazioni. Dai monumenti di epoca romana, come il mausoleo di Cicerone, la tomba di sua figlia Tigliola ed il porticciolo di Caposele, l’antico cisternone ai luoghi di cultura, come il museo archeologico di Formia, il porto borbonico di Minturno, il cosiddetto balcone della Riviera, e le chiese di Gaeta; fino alle bellezze naturali lungo la via Flacca Valeria. Una collana di perle che raccontano storie di testimoni degli eventi umani nel tempo.

Eduardo Cagnazzi


Napoli: Il Circolo Posillipo troppo piccolo per Navigare “L

a ripresa della nautica e l’aumento di produttività ha reso questa manifestazione un’attrazione di grande interesse. Oramai al circolo Posillipo non c’è più lo spazio per accontentare le richieste di tutti i cantieri che fanno domanda di partecipazione – ha dichiarato il presidente dell’ANRC, Gennaro Amato – perciò abbiamo presentato un progetto che ad ottobre ci dovrebbe vedere operativi anche sul lungomare Caracciolo, ma attendiamo dalla Sovrintendenza il via libera”. Sono state oltre 50, tra yacht, gozzi, motoscafi e gommoni, le imbarcazioni presenti nella darsena del circolo Posillipo fino al 7 aprile scorso, con un villaggio di oltre 11 stand che espongono motori marini, accessori e servizi della filiera nautica. Una capienza al limite che ha costretto gli organizzatori al raddoppio della location, puntando sulla promenade cittadina di via Caracciolo. Il Comune, con la delegata

al mare Daniela Villani, ha creduto per primo nel progetto. “Il lungomare di Napoli, in particolare il tratto pedonalizzato, è quello che deve essere valorizzato mettendo a sistema un’economia del mare e la sua filiera intesa anche come opportunità

In programma per ottobre l’esposizione suddivisa tra il sodalizio posillipino ed il lungomare Caracciolo occupazionale. L’obbiettivo – precisa la delegata mare, Daniela Villani - è quello di portare il Navigare su una delle location più belle del mondo come il lungomare Caracciolo per creare volano, non solo per la nautica, ma per tutte le eccellenze campane. Il mare è il nostro oro blù” Anche la Regione Campania è pron-

ta a condividere lo sviluppo futuro di Navigare, come ha confermato il presidente della commissione regionale alle Attività Produttive, Nicola Marrazzo: “Condivido la necessità di ampliare una manifestazione come Navigare. La nautica per diversi anni ha avuto forti cali di fatturato ed occupazionali, mentre da circa due anni ha dimostrato di essere uscita dalla crisi e si sta rivelando un valido volano per l’economia territoriale. Il progetto del Navigare sul lungomare è condivisibile soprattutto se genererà indotto e sviluppo di nuove tecnologie ed applicazioni”. L’edizione primaverile del Navigare è durata ben nove giorni, da sabato 30 marzo a domenica 7 aprile e ha visto la partecipazione di ben 27 aziende della filiera. L’accesso libero al pubblico è stato disponibile nei weekend (sabato 30 e domenica 31 marzo e da venerdì 5 a domenica 7 aprile). Riccardo Russo

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Ingemar per lo sviluppo della portualità turistica I

l 2019 di Ingemar è partito ‘sulla cresta dell’onda’ e nel Gruppo si festeggiano 40 anni di “Ingegneria Marittima”, dal cui acronimo ha origine il marchio della società milanese che dal 1979 ha costruito il suo sviluppo industriale e la propria notorietà sull’acqua. Per comprendere l’evoluzione della società, basti pensare che partendo dalle dimensioni ridotte dai primi pontili galleggianti per piccole imbarcazioni, Ingemar è arrivata a produrre, attraverso anni di studi e di installazioni sempre più impegnative, gli attuali imponenti moli galleggianti per mega-yacht e i più grandi frangionde galleggianti della produzione di serie a livello mondiale: giganteschi moduli da 20x10m, alti 2,5m e del peso di ben 185 tonn. ciascuno. Gli elementi sono realizzati in cemento armato con nucleo in polistirolo espanso e sono collegabili in serie per ottenere barriere galleggianti di lunghezza e geometria variabile a protezione dei moderni marina galleggianti. In 40 anni l’azienda ha improntato la sua crescita sulla qualità tecnica e sulla diversificazione delle proposte costruttive: vale la pena ricordare negli anni ‘90 il contributo di Ingemar, su progetto dell’Architetto Renzo Piano, alla riconversione del Porto Antico di Genova con piattaforme, banchine e pontili galleggianti e, nei primi anni 2000, la realizzazione di un nuovo ponte galleggiante lungo ben 330 metri che a Venezia unisce le rive delle Zattere e della Giudecca in occasione della festività del Redentore. Nel settore dello sport agonistico Ingemar può vantare la realizzazione di tutte le strutture galleggianti al servizio dei Centri Olimpici della Vela e del Canottaggio per le Olimpiadi di Atene 2004 e dei pontili di ormeggio per le tappe italiane dell’America’s Cup di Napoli e Venezia e per diversi campionati di motonautica. Dal 2005 inizia, e prosegue fino ad oggi, la collaborazione con il Salone Nautico di Genova, una delle più grandi superfici espositive galleggianti al mondo, impreziosita da pontili, piattaforme e passerelle dove ogni anno vengono ormeggiate le barche più belle della produzione internazionale. Nel prossimo Giugno i moli galleggianti Ingemar daranno ancora ospitalità alle imbarcazioni del Salone Nautico di Venezia, nella

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splendida cornice dello storico bacino dell’Arsenale della Serenissima. Ingemar è oggi fra le poche aziende in Italia e in Europa che hanno le qualità di leadership per poter suggerire nuovi indirizzi nello sviluppo dei moderni marina e una larga parte dei porti turistici italiani - circa un terzo di quelli censiti annualmente dalla pubblicazione Marina d’Italia – ospita i suoi diportisti, in tutto o in parte, su strutture galleggianti del Gruppo; fra quelli oggi più rilevanti per dimensioni, servizi e modernità dell’offerta, vale ricordare: Marina di Capo d’Orlando (Messina), Marina di Fezzano e Porto Mirabello (La Spezia), Marina del Gargano (Manfredonia),

Marina di Villasimius (Cagliari), Porto San Rocco (Trieste), Marina di Loano (Savona), Marina di Stabia (Napoli), Certosa Marina e Marina Sant’Elena (Venezia). Le capacità tecniche e la flessibilità progettuale hanno inoltre consentito a Ingemar di cimentarsi con successo in una molteplicità di strutture speciali per settori diversi, dai servizi ai trasporti e all’industria, con una diversificazione degli interventi tarati sulle esigenze di grandi gruppi industriali e di enti pubblici quali: Enel, Edison, Pirelli Cavi, Agip Petroli, C.N.R., Marina Militare Italiana e diverse forze navali di altri Paesi. Riccardo Russo


HoReCoast, bilancio positivo per la “due giorni” di Maiori 8

00 registrazioni, oltre 70 aziende partecipanti, 4 convegni, 12 food lab, 8 laboratori dedicati alla pizza, 11 masterclass sulla preparazione di cocktail, il cooking match tra gli chef del centro sud Italia appartenenti alla Federazione Italiana Cuochi ed il 43° Concorso regionale A.I.B.E.S. Campania: sono i numeri dell’edizione 2019 di HoReCoast, la fiera-evento rivolta a professionisti ed operatori del mondo Horeca, promossa dalle aziende Lamberti Food e De Luca - Attrezzature per la ristorazione, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione integrata MTN Company e svoltasi martedì 2 e mercoledì 3 aprile 2019 presso il Pietra di Luna Hotel di Maiori. “Il bilancio della VI edizione di HoReCoast è più che lusinghiero - affermano all’unisono Vincenzo Lamberti e Pietro De Luca, rispettivamente amministratore della Lamberti Food e responsabile della divisione ristorazione della De Luca - HoReCoast è diventato ormai un appuntamento fisso che, anno dopo anno, “contagia” sempre più professionisti ed operatori del mondo Horeca ed i principali player del settore. E per noi rappresenta motivo di grande orgoglio riuscire a coinvolgere simili professionalità ed a creare momenti di condivisione strategica”. Operatori dei mondi food, ricettività, marketing, ristorazione e turismo hanno illustrato il core business della propria azienda ed allacciato importanti rapporti commerciali. Chef, pizzaioli e barmen si sono cimentati in live show culinari. Esperti del settore hanno portato le proprie testimonianze, come il Maestro Pasticciere Salvatore De Riso e Rino Genovese, giornalista di Rai 3, ma soprattutto gli studenti dell’Istituto Alberghiero “P. Comite” di Maiori hanno sperimentato sul campo la professione del loro futuro. Sbalorditivo anche il riscontro social dell’edizione numero 6 di HoReCoast, con 7.767 persone raggiunte mediante le dirette sulla Facebook Page ufficiale https://www.facebook.com/Horecoast, dove si è registrata una copertura di 87.894 persone raggiunte e si sono avute 11.719 interazioni con i post. Da ricordare anche le dirette televisive su Canale 21 ed i collegamenti e le interviste live di Radio CRC. Dopo il taglio del nastro del Sindaco di Maiori, Antonio Capone, ad inaugurare la manifestazione è stato martedì 2

aprile il convegno “Viaggio esperienziale tra i vitigni ‘minori’ campani” a cura di Antonio Amato, delegato AIS della Costa d’Amalfi nonché Maitre e Sommelier professionista, il quale ha condotto il pubblico nella riscoperta del territorio campano mediante l’esaltazione di vi-

Tecnica e Master Istruttore PFC. “Pizza evolution, le attrezzature moderne in pizzeria”, “Pizza: innovazione e tradizione. Le farine, gli impasti e la lievitazione”, “Pizza e lievito madre”, “La pizza senza glutine e senza lattosio” e “Pizza e territorio. Operatori e prodotti

tigni spesso sottaciuti (quali Tintore, Catalanesca, Biancolella, Asprinio, Pallagrello, Caprettone, Casavecchia, Aglianicone, Pepella, Fenile, Ginestra, Ripoli, Sciascinoso, Moscato bianco, Barbera del Sannio), ma al contempo autentico patrimonio della nostra regione da custodire ed esaltare. I Pizza Lab della prima giornata di HoReCoast (una delle novità dell’edizione 2019 della manifestazione) sono stati a cura della Scuola Italiana Pizzaioli, rappresentata dai maestri pizzaioli Graziano Bertuzzo e Michele Croccia, rispettivamente Responsabile Area

a confronto”: questi i momenti “animati” da Bertuzzo e Croccia, i quali hanno alternato dimostrazioni live con assaggi delle varie tipologie di pizze di volta in volta realizzate. Chicca della VI edizione di HoReCoast è stato il 43° Concorso regionale A.I.B.E.S. Campania. A trionfare nella sfida che ha visto barmen, capibarmen e aspiranti barman sfidarsi nell’elaborazione di intriganti cocktail è stato Tonino Coppola, il quale si è aggiudicato di diritto la partecipazione al 70° Concorso nazionale A.I.B.E.S., in programma nei prossimi mesi a Roma.

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Corea del Nord

Storia, geopolitica e vita quotidiana del Paese “eremita” Clemente Ultimo - Ed. Passaggio al Bosco Andare oltre gli stereotipi, spesso farseschi, e provare a raccontare la realtà della Corea del Nord per quel che effettivamente è, tentando di superare la cortina di disinformazione e riserbo innalzata dal regime di Pyongyang. E, soprattutto, provare a delineare un più ampio quadro geopolitico regionale in grado di offrire al lettore gli elementi fondamentali necessari a decifrare il complesso gioco di potenza in atto nello scacchiere del Pacifico. O almeno ad un “avvicinamento” critico alla questione. Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi del volume di Clemente Ultimo “Corea del Nord. Storia, geopolitica e vita quotidiana del Paese eremita”. Un testo, bene dirlo subito, che ha il taglio dell’inchiesta giornalistica, pur proponendo al lettore un solido, benché sintetico, inquadramento storico delle vicende della penisola coreana a partire dalla fine del XIX secolo. Dalla crescente influenza di Cina e Giappone nella vita politica del Regno di Corea all’annessione della penisola all’Impero del Sol Levante, dalla liberazione dall’occupazione nipponica alla sanguinosa guerra tra Nord e Sud, per arrivare infine all’affermazione della “dinastia” Kim alla guida della Repubblica Popolare Democratica di Corea. E poi il tentativo di mettere a fuoco evoluzione ed obiettivi di quello che, solo per pigrizia mentale o scarsa conoscenza, viene spesso definito come l’ultimo stato comunista d’Asia. Conoscere la travagliata storia della Corea, caratterizzata dal convergere nell’area degli interessi geopolitici delle principali potenze del Pacifico, è, a giudizio dell’autore, il presupposto indispensabile da cui partire per tentare di comprendere come mai un Paese povero, con poco più di 25 milioni di abitanti, sia stato per qualche settimana nel mirino della superpotenza statunitense, indicato da molti osservatori come il possibile detonatore di una guerra nucleare (tesi, quest’ultima, che l’autore non condivide). Caratterizzato da uno stile scorrevole e chiaro anche quando affronta i passaggi più complessi della vicenda coreana, il testo in oggetto può essere considerato un utile vademecum per quanti intendano volgere uno sguardo più attento alla complessa partita geopolitica in atto nel Pacifico. Il libro di Clemente Ultimo, infatti, non si limita a raccontare la realtà della Repubblica Democratica di Corea, ma inserisce storia e vicende del regime di Pyongyang in un più ampio contesto internazionale caratterizzato dal nuovo protagonismo della Cina, da una rinascente proiezione internazionale – anche militare – del Giappone, dalla volontà degli Stati Uniti di non cedere il proprio primato mondiale, dall’atteggiamento della Russia di Putin, sornione ma attento giocatore impegnato a non perdere il controllo di un’area che rientra nello spazio di interesse di Mosca fin dal tempo degli Zar. Ma non c’è spazio solo per la storia e la geopolitica nelle pagine di “Corea del Nord”: grazie al contributo di chi ha vissuto e lavorato a Pyongyang – oltre, ovviamente, ai re-

port delle organizzazioni internazionali, Onu in primis – l’autore prova a ricostruire il quadro della società nordcoreana, decisamente meno immobile e monolitica di quanto possa apparire ad un primo sguardo. Ricca di forti contrasti – dalla modernizzazione a tappe forzate della capitale alla povertà diffusa dei villaggi più interni -, la Corea del Nord è un Paese in veloce evoluzione. Oltre che uno stato caratterizzato da un rigidissimo sistema di repressione del dissenso, con un “arcipelago” concentrazionario da far invidia alle peggiori dittature del XX secolo. E poi ci sono i Kim, la famiglia che dal 1949 regge le sorti della Repubblica Democratica Popolare di Corea. Una vera e propria dinastia di monarchi “rossi”, caratterizzata da un culto della personalità a tratti semplicemente incomprensibile per un osservatore europeo od occidentale. Eppure, come evidenzia l’autore, profondamente radicato nel sostrato religioso e culturale coreano. Alessandro Mazzetti


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