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11° 11° edizione edizione

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Genova, 26-28 Giugno 2019 Genova, 26-28 Giugno 2019

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Forum sull’innovazione e cooperazione per lo sviluppo del cluster Forum sull’innovazione e cooperazione per lo sviluppo del cluster marittimo Euro-Mediterraneo marittimo Euro-Mediterraneo Palazzo San GiorGio - aCQUario di Genova - eataly Palazzo San GiorGio - aCQUario di Genova - eataly

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Pag. 10 4 - News dall’Italia 6 - News dal Mondo 8 - News dall’Europa 10 - Port&ShippingTech, la Main Conference della GSW 12 - GSW - La IV edizione animerá il

settore della formazione 20 - TL 2019, il cuore logistico dell’Europa 22 - Genova e Shenzhen “sorelle” per le opportunità della BRI 23 - Trieste porta strategica per i

lo sviluppo della logistica 35 - Mobilitá ad impatto zero, per Alis il futuro é green 36 - Seminario GAM a Maddaloni sulla logistica di Mercitalia

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Pag. 12 porto del capoluogo ligure 14 - Il Propeller alla quarta edizione della Genoa Shipping Week 15 - Il cluster logistico milanese affianca lo shipping genovese 15 - Mission del Club Port of Venice al Transport Logistic di Monaco 16 - La Genoa Shipping Week ed il Propeller Club - Port of Genoa 17 - Confetra partner istituzionale di Genoa Shipping Week 18 - IMAT, eccellenza europea nel

paesi della Mitteleuropa 24 - Presentati i 18 progetti strategici della logistica 26 - Mettere a sistema ogni singolo segmento della filiera logistica 28 - La logistica meccanismo per rendere sostenibile il Pil 30 - Italia protagonista nello scenario internazionale 32 - Soluzioni basate su IoT e big data per ottimizzare la logistica 34 - Unione Industriali e UniCredit per

38 - Il cargo aereo rappresenta il 22,5% dell’export italiano 40 - News Obor Inaugurato collegamento aereo Roma – Cina Orientale Servizio di consolidamento LCL Duisburg - Cina Prima importazione di carne europa nello Xinjiang Xi Jinping rilancia sulla liberalizzazione dei mercati

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Pag. 20 Sesto sito in Cina per UFI Pag. 30 IN ESCLUSIVA 41 - Accordo per trasporto gnl sulla Interventi: Interviste: Via della Seta Polare Stefano Presidente Assoagenti Campania Mario Mattioli Presidente Confitarma utilità 42 - Federagenti: perché senza il mare 48 - Bunkeraggio a SarrochSorrentini Andrea Morandi Presidente Associazione Agenti Marittimi Luca Sisto Direttore economica e logistica l’Italia non ha Generale chance Confitarma Abruzzo e Marche Ivano Russo Direttore Generale Confetra Francesco Pagni Direttore Operativo ISC 49 - “Mediterraneo. Opportunità, 43 - La politica attuale non esprime Roberto Alberti Presidente Fedespedi Augusto Forges Davanzati Presidente Assospena criticità e prospettive” livelli qualitativi adeguati Gian Enzo Duci Presidente Federagenti Alessandro Laghezza Presidente Associazione Spedizionieri 50 - Genova si conferma 44 - Italia sempre più centrale nel Spezzini Pietro Spirito Presidente AdSP Mar Tirreno Centrale Capitale della BlueGiancarlo Economy Cangiano Direttore Marketing e Comunicazione dei maxi yacht ACCSEA Ermannomercato Giamberini Presidente Interporto 51 - Capacità di gestione Sud Europa 46 - PortoProfessore Cervo ha ospitato il Forum - Direttore Michele Acciaro Kune University Marina Marzani Presidente ANAMA CSGL del lusso possibile delle risorse finanziarie Giovanni Costantini Cargo Managter SEA Aeroporti di Milano Vittorio Bucci Segretario Nazionale Atena Fabrizio Head of Pharm Business Development 52 - ASSONAVE 2018 “L’annoIacobacci del Virgilio Pacifico Sindaco di Mondragone Bruno Castaldo Studio Legale Castaldo, Magliulo & Associati Gattopardo” 54 - La “nuova” Cruise Roma presentata a Barcellona 55 - Fincantieri: varata a Stabia l’unità Pag. 36 multiruolo “Trieste”

Pag. 28 Anno II - N° 1- gennaio 2019 Direttore responsabile Maurizio De Cesare Direttore editoriale Antonio De Cesare Redazione: redazione@portoeinterporto.it Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoeinterporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Il magazine Porto&interporto è proprietà di GAM editori srl redazione@portoeinterporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 38 del 19 ottobre 2017 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

Pag. 42 56 - Mediterraneo patrimonio dell’umanità 58 - Ad Ancona la quarta edizione di Adriatic Sea Forum 59 - Lo sviluppo di droni per visite a bordo delle navi 60 - ANIE rinnovabili: +5% nel primo trimestre del 2019

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61 - Economia circolare e gestione dei rifiuti 62 - L’eCommerce B2c in Italia supererà i 31,5 mld € nel 2019 63 - Storia di un brand riconosciuto in tutto il mondo 64 - Libro Contrordine Compagni


News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News da Il fondo F2i entra nel settore portuale

F2i, fondo infrastrututrale italiano con una dotazione di circa 5 miliardi di euro, entra nel settore portuale con l’acquisizione di Gruppo Porto di Carrara Spa, che detiene terminali a Carrara, Marghera e Chioggia. Il gruppo, che movimenta ogni anno circa 5 milioni di tonnellate di rinfuse solide, opera nel settore dell’approvvigionamento di alcune delle principali filiere industriali italiane. Tra queste i distretti siderurgici di Brescia, Verona e Vicenza, quelli alimentari della pianura Padana (cereali), i lapidei di Carrara e Verona (marmo). PDC e le sue controllate, Multiservice S.r.l e Transped S.r.l, operano come poli portuali polispecialistici nonché vere e proprie piattaforme logistiche, come avviene per l’assemblaggio e movimentazione di moduli a favore di Baker Hughes General Electric nell’area di Carrara. Il gruppo ha chiuso il 2018 con circa 59 milioni di euro di ricavi consolidati. L’investimento è stato realizzato attraverso il terzo fondo F2i, assistito da Venice Shipping and Logistics (VSL) in qualità di advisor industriale. “F2i ha deciso di entrare nel settore dei terminali portali per rinfuse perché si tratta di un’infrastruttura vitale per l’approvvigionamento delle filiere industriali italiane e uno snodo strategico per l’attività economica del Paese” ha commentato Renato Ravanelli, amministratore delegato del fondo. “Si tratta di un comparto frammentato, con molti operatori di piccole dimensioni: F2i, fedele alla sua missione di aggregatore in settori strategici per la nostra economia, si candida a creare un campione nazionale a controllo e gestione italiana, che garantisca anche la neutralità d’accesso a infrastrutture strategiche quali i porti. La nascita di un campione italiano è estremamente importante per alimentare il ruolo del nostro Paese nell’economia mondiale, anche alla luce dell’impatto che avrà sugli scambi internazionali via mare la Belt and Road Initiative in cui l’Alto Adriatico rappresenta uno snodo cruciale”.

Rina applica la blockchain al suo ELB

RINA ha creato una nuova versione, a prova di sofisticazione, del suo registro di bordo elettronico, l’ELB. Lo strumento è il primo ad impiegare la tecnologia blockchain per garantire la registrazione sicura e sempre tracciabile dei dati della nave, permettendo alle compagnie di navigazione di mostrare ai clienti e alle autorità competenti la propria integrità e trasparenza in tutte le operazioni di bordo. “Si tratta dell’evoluzione della nostra piattaforma RINACube ELB, già a disposizione degli armatori che vogliono proteggere e rinforzare la propria reputazione nel campo del rispetto dei regolamenti a protezione dell’ambiente,” ha spiegato Giosuè Vezzuto, Chief Digital Officer di RINA. “La nuova versione introduce un livello di sviluppo ulteriore, connettendo i registri di bordo (come l’Oil Record Book) ad una blockchain pubblica che impedisce la modifica illegale dei dati. Questo aiuta le compagnie di navigazione a mettere in luce il proprio impegno nell’impedire registrazioni fraudolente grazie ad una totale trasparenza delle operazioni”. L’utilizzo di ELB permette la sostituzione dei registri cartacei, come l’Oil Record Book, il registro dei mezzi di carico, i registri dei rifiuti e di zavorra. Con l’aggiunta della tecnologia blockchain, tutti i dati registrati diventano immutabili e fissati nel tempo: ciò significa che le registrazioni non possono essere contraffatte e la loro integrità può essere facilmente verificata dalle Autorità Portuali. “Si tratta di un passo significativo per il futuro dell’industria navale, che così può mostrare chiaramente ai clienti e alla società civile il suo impegno nel rispettare le normative ambientali,” ha spiegato Vezzuto. “Il suo utilizzo può aiutare a ridurre il numero di procedimenti penali correlati alle registrazioni contraffatte e alza gli standard di trasparenza all’interno del settore, portando vantaggi a tutti”.

Alla Guardia Costiera italiana il riconoscimento QUALSHIP21

La Guardia Costiera italiana è risultata, a livello mondiale, tra le 27 Amministrazioni eleggibili per l’attribuzione del riconoscimento “QUALSHIP21 and E-Zero Programs” rilasciato dalla Guardia Costiera statunitense, con riferimento all’implementazione delle normative in tema di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale. Delle ben 217 navi di bandiera italiana ispezionate dalla US Coast Guard nel periodo di riferimento (triennio 2016 – 2018), solo due sono risultate non conformi alla normativa vigente subendo provvedimenti di “fermo nave”. Il riconoscimento, che si pone l’intento di premiare le amministrazioni di bandiera che abbiano conseguito, nell’ultimo triennio, risultati di eccellenza in occasione delle ispezioni di sicurezza condotte alle proprie navi mercantili che arrivano nei porti statunitensi, permetterà agli armatori diretti nei porti statunitensi di richiedere, per le loro navi, l’attestazione “QUALSHIP 21”, usufruendo così di un regime agevolato d’ispezione. “L’attività di Flag State, di ispezione e certificazione delle navi italiane, ha permesso alla bandiera italiana di essere nella white list di tutti gli accordi internazionali stipulati in materia di sicurezza della navigazione,” ricorda una nota della Guardia Costiera. “Grazie a tale impegno, l’Italia è giunta al 2° posto tra i Paesi che hanno maggiormente contribuito al raggiungimento del committment per l’anno 2018 all’interno del Memorandum di Parigi”.


all ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia - News dall ’Italia 10 anni di attività a Valona per il Gruppo Pir

Il Gruppo Pir – la Petrolifera italo romena – ha celebrato i 10 anni di attività del Terminal Pia (la Petrolifera italo albanese) di Valona, e si prepara ad aumentare di dimensione grazie anche al potenziamento della logistica negli oltre 20 ettari di proprietà. “Siamo molto contenti di questo traguardo e orgogliosi dell’attività svolta fino a oggi dal nostro terminal Pia, che è tutt’ora uno degli investimenti più importanti tra quelli realizzati da imprese italiane in Albania,” ha spiegato Stefano Borghesi, amministratore di Pia e responsabile delle attività estere di Pir. “Siamo la base logistica più moderna del Paese, abbiamo l’infrastruttura portuale più sicura e siamo i soli ad avere anche il collegamento ferroviario. In questi anni abbiamo servito operatori internazionali e compagnie locali di primario livello, movimentando più di 9 milioni di tonnellate di prodotti che hanno garantito all’erario Albanese un gettito di circa 700 milioni di euro tra tasse e imposte. Abbiamo aree libere che ci permetteranno di sviluppare le infrastrutture esistenti, realizzando nuova capacità di stoccaggio, nuove attività di logistica e ampliando il nostro porto”. Il Gruppo Pir, che nel 2020 festeggerà i 100 anni dalla fondazione, opera in Italia con i suoi terminal nei porti di Ravenna e Genova; all’estero, oltre che in Albania, è presente in Tunisia.

Nuovo terminal intermodale a Pordenone

Inaugurato il nuovo terminal ferroviario intermodale nell’area dell’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone. L’infrastruttura sarà gestita dall’elvetica Hupac con l’obiettivo di sviluppare i traffici con i porti del Nord Tirreno e i mercati dell’Europa settentrionale e orientale ed dotato di tre binari elettrificati (su sette totali), con un’asta di manovra di 350 metri che, in previsione, diventeranno 750. La piattaforma, con una capacità giornaliera di 8-10 treni, è progettata per il ricevimento di treni ro-la e predisposta per l’installazione di gru a portale.

Via libera a Lloyd’s Register per le certificazioni di sicurezza

È stato pubblicato il decreto che autorizza la società di classificazione marittima britannica Lloyd’s Register a rilasciare la certificazione di sicurezza alle navi battenti bandiera italiana. In conseguenza di questa autorizzazione, il Lloyd’s Register, oltre a certificare le navi italiane, ha aperto una propria divisione in Italia per il settore marittimo e parteciperà alla vita della comunità marittima italiana, supportando le istituzioni nazionali e gli armatori di navi battenti bandiera italiana per le attività di classificazione e di consulenza. Il decreto, dal titolo “Approvazione dell’accordo di delega al «Lloyd’s Register Group LTD» dei servizi di certificazione statutaria delle navi registrate in Italia rientranti nel campo di applicazione delle convenzioni internazionali”, porta la firma congiunta delle Direzioni Generali competenti del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare.

Augusta, consegnati i lavori per la diga foranea

Consegnati ufficialmente alla ditta aggiudicataria, la Rti Nuova CO.ED.MAR., dei lavori di rifiorimento e ripristino statico della diga foranea del porto di Augusta. L’appalto ha un valore complessivo di circa 9,1 milioni di euro per una durata dei lavori prevista in 432 giorni. Primo stralcio dell’opera di manutenzione straordinaria della diga foranea l’intervento è incentrato sulle testate della bocca centrale dell’infrastruttura, che necessita di lavori più urgenti. Per il presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia Orientale, Andrea Annunziata si tratta di “un primo intervento strategico che, grazie alla preziosa collaborazione tecnica del Provveditorato alle Opere Pubbliche, abbiamo messo in cantiere per rendere ancora più sicuro il porto di Augusta”. Per gli altri step necessari per il completamento di tutta la diga foranea, il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche di Palermo ha già consegnato il progetto esecutivo del primo lotto, che ha un importo di 51,0 milioni di euro.

Nuovo accordo RFI – AdSP del Mar Adriatico Orientale

Migliorare la connessione del porto di Trieste con l’infrastruttura ferroviaria nazionale attraverso azioni per aumentare l’efficienza e l’operatività dei moli con riduzione delle manovre, dei tempi di percorrenza e l’allocazione delle stazioni quanto più possibile in prossimità delle aree di carico e scarico. Questo l’obiettivo dell’accordo firmato da Maurizio Gentile, amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), e Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. Nell’ambito dell’intesa, che rinnova ed estende quella del 2016, la Stazione di Trieste Campo Marzio sarà lo snodo più importante a servizio del porto. Il beneficio principale consisterà nella riduzione delle operazioni di manovra per i treni in arrivo e in partenza a cui consegue un significativo incremento della capacità produttiva dell’impianto. Inoltre l’accordo richiama i potenziamenti già previsti da RFI sugli impianti e linee afferenti alla stazione di Campo Marzio (dorsale portuale Servola-Aquilinia) e interventi che riguardano le stazioni di Cervignano Smistamento e Villa Opicina, che - come previsto nel progetto Trihub - assieme a Trieste costituiscono un unico sistema di gestione del trasporto ferroviario delle merci provenienti dal porto.


News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - Ne Diminuisce drasticamente la perdita totale di navi

L’anno scorso si è registrato il livello più basso di questo secolo di perdite totali di navi. È quanto emerge dal rapporto annuale “Safety and Shipping Review 2019” del gruppo Allianz che registra 46 sinistri di questa tipologia per navi della stazza lorda di oltre 100 tonnellate, con un calo record del -50% sul 2017 (-55% rispetto alla media decennale, pari a 104 unità). Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine rimangono le aree più a rischio, con un incidente su quattro, anche se si evidenzia un calo significativo rispetto ai 29 dell’anno precedente. Il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (6 perdite) e le isole britanniche (4 perdite) sono al secondo e terzo posto. Le navi mercantili (15) hanno rappresentato un terzo delle perdite totali in tutto il mondo. La causa più frequente di questi sinistri continua ad essere l’affondamento, che ha riguardato oltre la metà (551 unità, pari al 53% del totale) delle 1.036 navi perse nell’ultimo decennio. Nel 2018 sono stati segnalati 30 casi di affondamento. Più contenuto (-1%) la flessione nel numero complessivo di incidenti marittimi (2.698). La causa principale dei sinistri sono i danni ai macchinari (1.079 nel 2018) e rappresentano più di un terzo degli oltre 26.000 incidenti dell’ultimo decennio, ovvero il doppio della seconda causa più importante che è la collisione. Seguono gli incendi. Carichi dichiarati in maniera errata, sbagliate indicazioni di etichettatura e di imballaggio di merci pericolose sono tra le cause principali di questa fattispecie di sinistro.

Piano finanziario giapponese per le infrastrututre in Bangladesh

Il Giappone si inserisce negli investimenti infrastrutturali del Sud Est asiatico spezzando il monopolio cinese sull’area consolidato con i progetti della BRI. Tokyo ha infatti deciso di finanziare con 132,6 miliardi di yen (1,2 miliardi di dollari) la realizzazione di infrastrutture portuali, stradali e ferroviarie in Bangladesh. Una quota dei fondi, circa 360 milioni di dollari, sarà riservata alla costruzione di un porto multipurpose nell’area di Matarbari, progetto che prevede la costruzione di un container terminal e di un terminal multiusosu un’area complessiva di 108 ettari che include un canale di navigazione e un bacino di evoluzione. Secondo le previsioni, il porto diventerà operativo nel 2024 e avrà una capacità di traffico containerizzato pari a circa 700mila teu, pari a circa il 35% dell’attuale capacità di traffico portuale del Bangladesh. Altri interventi riguarderanno la realizzazione di linee ferroviarie ad alta velocità e una Zona Economica Speciale dedicata alle imprese giapponesi.

Egitto, terminal multipurpose a Damietta e nuove zone logistiche

Il governo egiziano ha annunciato la conclusione dei lavori per la realizzazione del terminal multipurpose nel porto di Damietta. L’infrastruttura è dotata di un pontile lungo 630 metri e profondo 17 metri, con una capacità di quasi 4 milioni di tonnellate merci l’anno. L’obiettivo dell’intervento è la riduzione dei tempi di attesa per le navi in rada e l’aumento dello spazio di movimentazione e stoccaggio a servizio delle grandi unità navali. Firmato, intanto, anche un memorandum d’intesa per la creazione di due nuove zone logistiche nell’area del Mar rosso per un’estensione complessiva di circa ettari. La prima sarà realizzata ad Hurghada, a servizio del sistema turistico, la seconda a Safagada, 33 miglia più a Sud.

Società mista per il traffico ferro dell’Unione Euroasiatica

Le compagnie ferroviarie di Russia, Kazakistan e Bielorussia hanno costituito la società mista UTCL ERA (United Transport and Logistic Company Eurasian Rail Alliance) per rafforzare il traffico lungo la rete dell’Unione Euroasiatica. L’intesa prevede un patto azionario con una quota per ogni paese pari al 33,3% e la nomina di due membri nel consiglio di amministrazione. UTL è stata costituita nel 2018 con l’obiettivo di sviluppare i flussi merci e container tra i tre paesi.

Cile, si discute sul corridoio logistico bi-ocenanico

Partito in Cile il dialogo multilaterale per la creazione, a partire dal porto di Antofagasta, del corridoio bioceanico con il nordovest dell’Argentina, del Paraguay e del Brasile sudorientale. Nelle intenzioni del governo di Santiago il progetto permetterà allo scalo sul Pacifico di cogliere le opportunità nate dallo sviluppo dell’industria estrattiva argentina i cui prodotti, a partire dal litio, possono più facilmente essere esportati nei mercati di destinazione statunitensi e asiatici. Tra i progetti previsti anche il collegamento con la ferrovia bi-oceanica paraguaiana che collegherà le città di Carmelo Peralta, Pozo Hondo, Salta e Antofagasta. Interesse anche da parte brasiliana che potrebbe dirottare sul corridoio parti delle merci provenienti dai porti congestionati di Santos, Paranaguá e Rio Grande che sono sovraccarichi.

Nuovo collegamento ferroviario Baltico – Mar Nero

Containerships, compagnia marittima e logistica finlandese del gruppo armatoriale francese CMA CGM, la società lituana di trasporto combinato Intermodal Container Service (ICS) e la LG Cargo, nuova filiale della lituana Lithuanian Railways che dallo scorso anno opera le attività ferroviarie per le merci del gruppo, hanno siglato un accordo per la realizzazione di un nuovo servizio ferroviario per il trasporto di container tra Lituania, Bielorussia e Ucraina, connettendo il Mar Baltico con il Mar Nero.

6 - giugno 2019


ews dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News dal Mondo - News Ad ottobre terminati i lavori al terminal crociere di Amador

La Secretaría de Comunicación del Estado di Panama ha annunciato che i lavori di costruzione del Terminal Crociere di Amador registrano uno stato di avanzamento del 60%, stimando che la struttura sarà operativa a partire dal prossimo mese di ottobre. L’opera, per un costo di 165 milioni di dollari, è realizzata dal consorzio Cruceros del Pacífico, composto dalla cinese China Harbour Engineering Company (CHEC) e dalla lussemburghese Jan De Nul Panamá (JDN) e si candida al ruolo di “home port” sul versante Pacifico sia per il paese centroamericano sia come punto di partenza verso altre destinazioni del continente. Il progetto prevede aree verdi, parcheggi e tecnologie all’avanguardia per l’imbarco dei passeggeri e per la gestione dei bagagli e sarà in grado accogliere simultaneamente 2 meganavi e un flusso di circa 5 mila passeggeri.

In Svezia primo collegamento centro logistico – porto con veicoli autonomi Il gruppo armatoriale DFDS e Volvo Trucks attiveranno il primo collegamento per il trasporto merci tra un centro logistico ed un porto realizzato con l’impiego di veicoli elettrici autonomi. La collaborazione prevede di utilizzare il vettore elettrico autonomo Vera sviluppato da Volvo Trucks realizzando un servizio continuo tra il centro logistico della DFDS a Goteborg e il container terminal gestito dall’olandese APM Terminals nello scalo della città svedese. I veicoli, con una velocità massima di 40 Km/h e progettati per operare su brevi ditanze e grossi volumi di carico, saranno monitorati da un’apposita torre di controllo. Il progetto è sostenuto dall’agenzia svedese per l’innovazione Vinnova, dalla Swedish Transport Administration e dalla Swedish Energy Agency.

BIMCO, frena la crescita del trasporto container

Nei primi tre mesi del 2019 il trend di crescita del trasporto container via mare (+0,5%, 191mila teu) è stato decisamente inferiore a quello dello scorso biennio quando era stato registrata una progressione rispettivamente del +6,6% ed una del +3,6%. Un elemento di criticità che emerge dall’ultima analisi di mercato sul settore realizzata da BIMCO e fa emergere un andamento in controtendenza rispetto alla crescita a due cifre che ha caratterizzato il priodo 1999-2007, con una media del +10,2%, e aumenti più contenuti, ma pur sempre sostenuti, tra il 2012 e il 2018, del +4,3%. L’analisi rileva che i volumi di trasporto marittimo containerizzato partiti dall’Estremo Oriente sono cresciuti solo del +0,5% (64.000 teu in più), aumento che è stato positivamente influenzato dai 273.000 teu in più diretti in Europa (+7,1%) e dai 84.500 teu in più diretti in Nord America (+2,0%). Continua inoltre il basso livelo dei noli con tariffe che hanno seguito lo stesso trend dello scorso anno mantenendosi costanti a gennaio e febbraio, periodo seguito da un calo nei mesi di marzo e aprile. I volumi di trasporti marittimi containerizzati per il subcontinente indiano e il Medio Oriente sono invece calati del 10,1% (189.000 teu in meno rispetto al primo trimestre dello scorso anno) così come quelli dall’Estremo Oriente all’America Centrale e Meridionale, che hanno segnato una flessione del 9,9% (87.000 teu in meno).

UIRR, massimo stroico per l’intermodale europeo

Il traffico intermodale movimentato in 18 nazioni europee dai 39 associati della UIRR (International Union for Road-Rail Combined Transport) ha raggiunto il massimo storico di 8,6 milioni di Teu, con un incremento del +5,0% sull’anno precedente. Per l’associazione i risultati sono attribuibili in parte al consolidamento verificatosi nel settore e in parte alla crescita organica registrata dagli associati. Nel rapporto 2018-19 presentato dall’associazione si evidenzia che “il comparto del trasporto combinato europeo è nella migliore posizione per poter riempire di carichi i treni merci ecologici (elettrici) trasferendo alla ferrovia i carichi che attualmente vengono trasportati su camion sulle lunghe percorrenze”. “Tuttavia questo potenziale non sarà sfruttato senza una graduale modifica della direttiva europea sul trasporto combinato che dovrebbe fornire un quadro normativo europeo armonizzato e rafforzato per l’efficiente funzionamento di questo servizio di trasporto che è tipicamente transfrontaliero”.

Piano di potenziamento per il container terminal di Rijeka

Piano di potenziamento per il terminal container nel porto di Rijeka gestito dalla Adriatic Gate Container Terminal (AGCT), la joint venture che è partecipata al 51% da ICTSI e al 49% dalla croata Luka Rijeka. Il programma prevede interventi per un piano di dragaggio in due fasi, di cui la prima, già approvata, consentirà di approfondire i fondali a -15 metri, consentendo di accogliere portacontainer della lunghezza sino a 400 metri; la seconda fase prevede un ulteriore approfondimento a -16,5 metri. Prevista anche la dotazione di nuove gru super post-Panamax, con uno sbraccio in grado di operare almeno su 24 righe di container, di nuove gru a portale su gomma e di altri mezzi di piazzale. A ciò si aggiungono i lavori in corso, che saranno completati nell’ultimo trimestre di quest’anno, per il potenziamento del terminal ferroviario di AGCT per raggiungere una capacità annua pari a 360mila teu. Al termine degli interventi la capacità di traffico annua del terminal sarà pari a 600mila teu.


News dall ’Europa - News dall ’Europa - News dall ’Europa - News dall ’Europa - News Bruxelles autorizza l’acquisizione di Euroports

Nulla osta dalla Commissione europea all’acquisizione del gruppo terminalista belga Euroports da parte della joint venture costituita da R-Logitech del gruppo monegasco Monaco Resources Group (MRG) e dalle belghe Participatie Maatschappij Vlaanderen (PMV) e Société fédérale de participations et d’investissement - Federale participatie -en investeringsmaatschappij (SFPI-FPIM). L’acquisizione secondo Bruxelles non desta preoccupazioni dal punto di vista della concorrenza in quanto avrà un limitato impatto sul mercato. Euroports ha circa tremila dipendenti e i suoi terminal movimentano annualmente oltre 60 milioni di tonnellate di merci costituite principalmente da rinfuse solide e liquide, carichi convenzionali e containerizzati. Il gruppo gestisce 26 terminal principalmente in porti marittimi e interni europei, tra cui il Terminal Rinfuse Venezia nel porto di Venezia, nonché in scali in Turchia e Cina.

Trasporto merci, orientamento del Consiglio dei ministri sulle informazioni elettroniche

I Ministri dei Trasporti dell’Ue si sono riuniti a Lussemburgo e hanno concordato un orientamento generale sulla proposta relativa alle informazioni elettroniche sul trasporto merci, presentata dalla Commissione a maggio 2018 nell’ambito della proposta “L’Europa in movimento III” per una mobilità sicura, pulita ed efficiente. Grazie a questo accordo, il settore dei trasporti beneficerà di una riduzione degli oneri amministrativi e di flussi di informazioni digitali più fluidi. Il regolamento stabilirà un contesto armonizzato, prevedibile e affidabile per le comunicazioni elettroniche tra gli operatori del trasporto merci e le autorità competenti. “Questo orientamento contribuirà notevolmente a digitalizzare la logistica e farà risparmiare fino a 102 milioni di ore di lavoro attualmente dedicate ogni anno alla gestione dei documenti cartacei,” ha sottolineato la Commissaria per i Trasporti, Violeta Bulc. “Si tratta anche di un passo importante verso l’attuazione dell’iniziativa “Vision zero” nel settore dei trasporti. Mi auguro che si possa giungere ad un rapido accordo con il Parlamento e il Consiglio”. Sempre durante il Consiglio “Trasporti” di ieri sono state adottate le relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori sui fascicoli riguardanti la razionalizzazione delle reti transeuropee di trasporto (TEN-T), l’utilizzo dei veicoli noleggiati per il trasporto merci, le “Eurovignette” e i diritti dei passeggeri ferroviari. I Ministri hanno anche discusso di capacità e ritardi nel settore dell’aviazione e hanno adottato la proposta di semplificazione e aggiornamento delle norme sulla formazione e la certificazione dei marittimi.

Riunione della Task force per la connettività africana

Si è riunita a Lipsia la task force sui trasporti e la connettività in Africa, composta da leader e esperti dei settori pubblico e privato di entrambi i continenti. L’iniziativa, che rientra nella nuova alleanza Africa-Europa per gli investimenti e l’occupazione sostenibili, annunciata dal Presidente Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2018, si concentra su tre settori chiave: trasporto aereo, sicurezza stradale e connettività. Gli obiettivi generali della task force recentemente stabiliti sono: sostenere la connettività panafricana, promuovere gli investimenti pubblici e privati nella rete di trasporto africana e individuare e contribuire a realizzare riforme strutturali nel settore dei trasporti. “La rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), che collega le reti di trasporto stradali, ferroviarie, aeree e fluviali, può fornire indicazioni importanti per essere eventualmente replicata lungo i corridoi di trasporto africani,” ha spostenuto la Commissaria per i Trasporti, Violeta Bulc. “Lo scambio di conoscenze su come migliorare i collegamenti di trasporto e collegare meglio persone e imprese è l’esempio tipico di attività reciprocamente vantaggiosa che caratterizza l’alleanza Africa Europa”.

In Confitarma il primo seminario sull’EMSWe

Con la conclusione dell’iter legislativo del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il sistema di interfaccia unica marittima europea l’ECSA, su proposta di Confitarma, ha programmato in collaborazione con la DG MOVE della Commissione europea una serie di seminari negli Stati membri al fine di stimolare il confronto tra gli stakeholder pubblici e privati, identificare le criticità e facilitare la graduale attuazione del Regolamento entro il 2025. A Roma nel corso del primo appuntamento dell’iniziativa Sandro Santamato, Capo Unità della DG MOVE, responsabile trasporti marittimi, ha sottolineando che, per garantire la competitività e l’efficienza del settore del trasporto marittimo europeo, la riduzione degli oneri amministrativi a carico delle navi e la facilitazione dell’uso di informazioni digitali sono ormai fattori imprescindibili per poter migliorare l’efficienza, l’attrattiva e la sostenibilità ambientale del trasporto marittimo e contribuire alla integrazione del settore nella catena logistica multimodale digitale. Laurence Martin, capo servizio Relazioni internazionali di Confitarma, ha coordinato i successivi interventi e, come presidente dello Shipping Policy Committee ECSA, ha ribadito l’apprezzamento dell’industria marittima europea per l’adozione del Regolamento.



Port&ShippingTech, la Main Conference della GSW R

icchissimo il bouquet di incontri a gio si terrà Technology Trends del settore tema nell’agenda 2019, l’anima marittimo-portuale con un’introduzione getecnica della più ampia Genoa nerale e due sessioni, al mattino dedicata al Shipping Week, organizzata ad anni alterportuale e il pomeriggio alle navi. Il “motivo” ni tra Genova e Napoli. Come ormai di tracomune sarà l’automazione. L’attenzione dizione la struttura della manifestazione è mediatica è concentrata sulle navi che si organizzata su “filoni” che ad ogni edizione guidano da sole, ma ormai la quantità di prendono un accento diverso, secondo l’evomovimentatori e veicoli “autonomi” che si luzione del settore. Quest’anno gli argomentrovano nei porti è probabilmente superiore ti sono Maritime Security, Green Shipping a quella di molti settori manifatturieri, e i siSummit, articolata su tre sessioni, Technolostemi di gestione di alcuni tipi di navi, come gy Trends, Smart Ports & Logistics, Maritime quelle da crociera, sono complessi e inteSafety e due novità: Fattori Competitivi 2.0 e grati come quelli di un incrociatore. Shipping & Finance. All’Aquario di Genova, nell’Auditorium, Le conferenze iniziano il mercoledì pomedal mattino sempre del 27 mattino prende Carlo Silva riggio, 26 giugno, a Palazzo San Giorgio con il via il filone del Green Shipping, con un un argomento quanto mai di attualità, la Sicurezza, nel senso tema di breve, medio e lungo periodo, l’efficienza energetica di “security”, Marittima. Il periodo storico in cui lo shipping si delle navi e la riduzione delle emissioni di CO2. Il trasporto trova ad operare è complesso, segnato da nuova pirateria, via mare è da sempre il sistema più energeticamente effiterrorismo, guerre asimmetriche, che portano nuove minacciente per tonnellata/chilometro, ma non può esimersi dalla ce alla navigazione e ai porti. Minacce fisiche ma soprattutsforzo generale globale di ridurre l’impronta ambientale. Ci to nuove minacce immateriali, cosiddette “cyber”, e recensono proposte per obiettivi molto ambiziosi di decarboniztemente minacce “composite”, che gli specialisti chiamano zazione, e la risposta non può che essere tecnologica: ridu“cyber-physical”, ossia attacchi informatici che però si traduzione dell’attrito degli scafi, persino aerodinamica delle socono in effetti fisici, favoriti dal sempre maggiore contenuto vrastrutture, miglioramento dei sistemi propulsivi, propulsioni informatico e di telecomunicazioni delle navi e delle attivinuove, ritorno al vento, un Vento 2.0, ottimizzazione delle tà portuali. L’accento della Maritime Security di quest’anno rotte e dei carichi. Un tema ad alto contenuto di presente e sarà proprio su questo aspetto, con interventi su argomenti di futuro. di grande attualità, come le contromisure alle interferenze sui Nel pomeriggio dello stesso giorno debutta una novità per sistemi di navigazione satellitare e la difesa preventiva dagli PST, un incontro sui “Fattori Competitivi 2.0” dello shipping attacchi informatici ai sistemi di gestione delle grandi navi. e della portualità italiani. Oggi la competitività di un sistema marittimo – portuale - logistico e di una “bandiera” si misura Giovedì 27 giugno PST si sdoppia. A Palazzo San Gior-

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su parametri nuovi che si aggiungono a quelli tradizionali. Si parlerà infatti di costi burocratici nascosti, che spesso non sono legati alla singola spedizione ma incidono sugli economics degli operatori, che si confronteranno sull’argomento con le istituzioni, forse per la prima volta in un forum pubblico. Si tratterà però anche di capitale umano, formazione e aggiornamento del personale, e di gender gap, la cui eliminazione nell’ambiente competitivo feroce in cui si trova ad operare il nostro cluster marittimo è sia un’opportunità che un imperativo etico e di giustizia. Il finale della sessione vede passare la parola al sistema portuale, con la tavola rotonda dei presidenti dell’Autorità; argomenti: risorse economiche, sburocratizzazione, regime speciale di governance, modelli europei; tutte le questioni più calde del settore saranno sul tavolo. Venerdì 28, ultima giornata di PST, le sedi congressuali impegnate salgono a tre: ad Aquario e Palazzo San Giorgio si aggiunge il Palazzo Ambrogio di Negro in Banchi. A San Giorgio prosegue il filone Green Shipping, con la seconda sessione, sull’introduzione imminente del nuovo sulphur cap globale. I giochi sono fatti, c’è chi ha scelto gli scrubber e chi si affida ai nuovi carburanti a basso contenuto di zolfo. Di entrambe le soluzioni i relatori affronteranno i problemi operativi, logistici, fiscali. La seconda parte della sessione cercherà di guardare avanti rispetto al 1 gennaio 2020, perché la spinta alla riduzione delle emissioni da zolfo è tutt’altro che esaurita e tutti sanno che la soluzione carbon-based si chiama LNG. Al centro della discussione sarà il problema principale dell’LNG in Italia, la disponibilità capillare nei nostri porti. La localizzazione di tutto ciò che tocca il GNL in Italia solleva controversie. La Regione Liguria non per niente organizza ai Banchi, nel pomeriggio del 28 la terza sessione di Green Shipping proprio per affrontare in modo integrato la questione, partendo dalle prospettive e progetti per il GNL di piccola scala per la navigazione e il retroporto logistico, dove un tema fondamentale è l’accettazione sociale. Sempre ai Banchi, al mattino di venerdì, un altro dei classici di PST, la sicurezza marittima, stavolta nel senso di “safety”. Quest’anno la Genoa Shipping Week ospita l’assemblea dell’EMSA, l’agenzia europea per la sicurezza

Pronta al varo l’XI edizione del forum internazionale sull’innovazione e la cooperazione per lo sviluppo del cluster marittimo del Mediterraneo marittima, e tutta la prima parte della sessione sarà dedicata ai massimi responsabili dell’agenzia e alle nuove policy che stanno elaborando. Ma si parlerà anche di sicurezza su tematiche specifiche, per esempio a fronte della crescente automazione delle navi e dei porti e dell’incremento del traffico di navi sempre più grandi in porti che possono crescere molto più lentamente. Tornando a San Giorgio, il pomeriggio è dedicato ad un’altra novità, Shipping & Finance. La sessione fornirà una panoramica delle tendenze nel settore, dai diversi tipi di private financing all’accesso diretto ai mercati finanziari con nuove categorie di strumenti, alle partnership pubblico-privato, fino al ruolo di nuovi protagonisti, dalle Chinese Leasing Companies ai fondi sovrani, alle Export Credit Agencies, come la nostra SACE. Il gran finale di PST all’Acquario sarà dedicato a Smart Ports and Logistics, che quest’anno si concentrerà sul rilancio dei corridoi europei, infrastrutture fisiche e digitali. La posizione di Genova e della Liguria come interfaccia tra mare e terra darà un accento particolare ai contenuti. Si guarderà per esempio al Mediterraneo nel suo insieme, sia nella sua sponda sud, che a sua volta è l’interfaccia con l’Africa intera, che nelle sue molteplici valenze, per esempio di transito e non solo di destinazione, con i riflessi in Atlantico e nel Medio Oriente allargato. Come si vede una serie di argomenti di estrema ed urgente attualità, oltre che di grande interesse, che non hanno mancato di attirare il sostegno delle istituzioni, delle associazioni e delle aziende, tra i quali sono da ricordare APM tra gli operatori logistici, e ABB tra i grandi protagonisti industriali del settore. RedMar

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GSW - La IV edizione animerá il porto del capoluogo ligure D

al 24 al 30 giugno 2019 a Genova la settimana internazionale dello shipping Dal 24 al 30 giugno Genova ospiterà la quarta edizione della Genoa Shipping Week, una settimana di approfondimenti tecnici rivolti al settore e di eventi divulgativi per promuovere la cultura portuale in città organizzata da Assagenti, l’Associazione degli Agenti e dei Mediatori Marittimi genovesi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo Private Banking. Un’edizione rinnovata, con oltre 50 eventi a calendario che si svilupperà su tre direttrici - Business & Networking, Cultura e Divulgazione, Sport - e che vedrà coinvolte Istituzioni cittadine assieme a Marina Militare e il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guarda Costiera. “Genova ha saputo fare sistema non solo a parole, ma finalmente a fatti dice Alberto Banchero, presidente Assagenti - La Genoa Shipping Week era

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un progetto ambizioso che è diventato realtà grazie ai tanti che hanno saputo mettere a fattor comune le proprie competenze e le proprie iniziative. Sognavamo un festival per la città che riuscisse, attraverso la cultura, ad avvicinare i genovesi al loro porto. Dal 24 giugno il porto di Genova spalancherà le sue porte, diventerà per qualche giorno un palcoscenico, un teatro, un campo da tennis, un set fotografico, un luogo di incontro e confronto per gli operatori e molto altro. Siamo felici di non essere stati soli nella valorizzazione del nostro lavoro e del nostro territorio, che è uno dei compiti istituzionali dell’Associazione”. Business & networking Innovazione, efficienza energetica, logistica, sicurezza e altri temi saranno protagonisti della sezione dedicata all’economia del mare. A partire da “Ship Recycling”, il convegno organizzato dallo studio Siccardi Bregante

& C. che affronterà gli scenari emersi con l’entrata in vigore del Regolamento europeo in materia di demolizione delle navi e di recupero delle loro parti. Otto le tematiche di attualità che saranno affrontate da Port&ShippingTech, main conference della settimana a cura di ClickUtility Team, che offrirà un ampio programma di conferenze e momenti di networking focalizzati sull’innovazione tecnologica nel sistema logistico-portuale. Nuove strategie infrastrutturali, soluzioni logistiche e sviluppo commerciale per il rilancio del Porto di Genova sul mercato svizzero saranno il focus di “New ports of Genoa: un “quarto valico” di servizi logistici per l’economia svizzera”, il convegno organizzato da Spediporto, l’associazione degli spedizionieri genovesi. “Il rilancio delle imprese marittime tra passaggi generazionali e nuove soluzioni d’investimento” è invece il titolo della tavola rotonda organizzata da The International Propeller


Club - Port of Genoa in collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking in cui giovani esponenti di importanti famiglie dello shipping, assieme a due esperti del mondo bancario, condivideranno il loro punto di vista sulle nuove formule di rilancio finanziario. Tecnologia e alta specializzazione anche per Med Seawork, la prima manifestazione fieristica B2B nel bacino del Mediterraneo dedicata ai mestieri del mare che Camera di Commercio di Genova e Promos Italia organizzano ai Magazzini del Cotone. Infine, eccezionalmente, si svolgerà a Genova il consiglio di amministrazione dell’EMSA, con 40 rappresentanti dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima. Il gran finale degli eventi business sarà affidato il 28 giugno alla XV edizione dello Shipbrokers and Shipagents Dinner, la tradizionale cena degli agenti e dei mediatori marittimi di Genova.

al di là delle cinte doganali. Dal 25 al 29 giugno sarà possibile visitare le quattro unità navali - Nave Dattilo, Nave Bergamini, Nave- Scuola Palinuro e il sommergibile Todaro - ormeggiate al Porto Antico e a Stazioni Marittime. Tra gli eventi divulgativi si segnala: An OceAlberto Banchero anic Awakening, la campagna di Wärtsilä che promuove azioni concrete per trasformare il settore marine&energy in un ecosistema sostenibile e che all’Acquario riunirà il cluster marittimo, biologi marini e divulgatori scientifici per un dibattito organizzato in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. In questa edizione i Cantieri T. Mariotti saranno il palcoscenico inedito dello spettacolo teatrale “La leggenda del pianista sull’oceano”, tratto da “Novecento” di Alessandro Baricco, in cui l’attore Igor Chierici racconterà la storia del celebre pianista Novecento e la sua vita a bordo del Virginian. Anche quest’anno si svolgerà la premiazione di #shootyourport, il tradizionale concorso fotografico su Instagram dedicato al porto commerciale – oltre 600 gli scatti ricevuti – organizzato in collaborazione con IgersGenova e GNV. Sport Per i più sportivi, il T.C. Genova 1893 organizzerà il primo Torneo di Tennis della Gsweek e, per gli amanti della corsa, ci si potrà allenare con Valeria Straneo, medaglia d’argento al mondiale di Maratona a Mosca 2013 in Cultura e divulgazione occasione della Genoa Shipping Run Tutta la GSWeek sarà dedicata alla organizzata dall’Associazione Internacultura portuale con eventi divulgativi, tional Shipping Runners. Tra le iniziaspettacoli, performance e visite guidative promosse durante la manifestaziote per scoprire luoghi affascinanti di ne ci sarà anche una lotteria benefica Genova di solito inaccessibili. A partire a favore del Fondo Malattie Renali del dallo spettacolo inaugurale Orizzonti, Bambino Onlus con in palio una crocieofferto alla città da Moby, Rimorchiatori ra di 7 giorni nel Mediterraneo per due Riuniti, Corpo Piloti Genova e Gruppo persone a bordo di MSC Bellissima. Antichi Ormeggiatori di Genova, dove La Genoa Shipping Week è un evenacrobati e musicisti animeranno un palto biennale, gemellato con la Naples co inedito al Porto Antico. Ad aprire le Shipping Week. Nata nel 2013 dalla visite sarà ‘Di molo in molo’, il percorso collaborazione tra Assagenti e ClickUdi archeologia e patrimonio industriale tility Team oggi è gestita dall’Associaa cura di inGE dedicato alla scoperta zione agenti e mediatori marittimi di della storia e del funzionamento dell’anGenova. Rientra negli appuntamenti in tico porto di Genova. Tutta la settimana agenda 2019 del Genoa Blue Forum, sarà animata da Zones Portuaires Gepromossi da Regione Liguria, dal Conova, il primo Festival del Porto in Italia mune di Genova, Camera di Commerche U-Boot Lab organizza da quattro cio di Genova e Università degli Studi anni abbattendo i muri tra porto e città di Genova. Per informazioni e iscrizioe accompagnando per mano genovesi ne agli eventi : www.gsweek.it e turisti in un viaggio tra le banchine, RedMar

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Il Propeller alla quarta edizione della Genoa Shipping Week S

ono trascorsi 7 anni da quando Assoagenti e Click Utility hanno condiviso un progetto di collaborazione e di successo: da due importanti manifestazioni con una loro solida storia pregressa (il Dinner di Assagenti e Port&ShippingTech di Click Utility) ne hanno fatta una di scala ancora maggiore che si è collocata tra le settimane marittime più importanti del mondo. Dalla Genoa Shipping Week è poi nata l’idea della Naples Shipping Week, senza gelosie o invidie, ma con la grande consapevolezza che coniugare ad anni alterni le tematiche del mare, della portualità e della logistica nelle due capitali dello shipping italiano avrebbe dato ancora maggior forza ad entrambe. Mi preme sottolineare che sia a Napoli che a Genova le sessioni di business si integrano molto bene con quelle culturali e scientifiche avendo tutte come comun denominatore il mare. Il Propeller a Napoli, dove organizza direttamente la Shipping Week insieme a Click Utility, ma anche a Genova dove partecipa molto attivamente alla manifestazione con un convegno ed una cena dedicata, svolge un ruolo molto aggregante tra le varie componenti dello shipping, della portualità e della logistica. Molti esponenti dei 24 clubs nazionali partecipano alla Genoa Shipping Week, presiedono sessioni della Main Conference, sono relatori in molte conferenze. Oltre alla cena del Propeller Genova di mercoledì 26 giugno, il Propeller di Napoli sostiene la special night di giovedì 27, portando da Napoli gli ormai famosi, anche nel mondo del mare, Mastro Pizzaiolo Enzo Coccia e Mastro Casaro Mimmo La Vecchia che con le loro pizze e le loro mozzarelle accompagnano ormai stabilmente le edizioni napoletane e genovesi delle shipping weeks. Si è inserito anche il Propeller di Savona che martedì 25 giugno organizza una importante serata sulle navi a LNG. La Genoa Shipping Week è anche una importante occasione per fare il punto sulle attività del Propeller in Italia ed all’estero. In Italia crescono i Clubs e crescono gli iscritti, ma vedo soprattutto crescere l’entusiasmo e la consapevolezza del ruolo che i Propellers svolgono sia a livello locale che a livello nazionale: una funzione di coesione e di raccordo di tutte le realtà che incidono sul settore marittimo e portuale: le nostre

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riunioni, tavole rotonde, conferenze sono l’occasione per mettere a confronto su tematiche importanti tutti i soggetti del cluster marittimo portuale. Senza volerci assolutamente sovrapporre alla fondamentale opera delle associazioni datoriali il Propeller offre a tutti un foro di discussione e di approfondimento, di conoscenza e di confronto con gli stakeholders a livello locale, nazionale ed internazionale. A febbraio abbiamo organizzato insieme alla Federazione del Mare una importante giornata di confronto nella sede del Comando Generale delle Capitanerie di Porto ed una successiva, approfondita visita alla importantissima Centrale Operativa del Corpo delle Capitanerie: è stata una occasione, per tanti di noi ,per conoscere ancora meglio le attività svolte dal nostro prestigioso Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ed il nostro Grazie va in particolare al Comandante Generale Ammiraglio Giovanni Pettorino ed agli 11.000 uomini e donne che garantiscono ogni giorno sicurezza, assistenza ed umanità sui nostri mari e nei nostri porti. Ad aprile poi abbiamo organizzato la nostra ormai usuale missione all’estero. Dopo il Marocco, la Spagna, la Grecia, Malta, Hong Kong e Singapore quest’anno ci siamo diretti a Nord e con una delegazione di oltre 40 persone abbiamo visitato Anversa e Rotterdam, i due principali porti europei, portando però in quei paesi anche le best practices del cluster italiano: un Grazie in particolare al Direttore Generale Mauro Coletta che ha accettato di guidare la nostra delegazione ed ai Presidenti e rappresentanti di molti porti italiani che hanno utilizzato come di consueto le nostre missioni per promuovere la nuova portualità italiana. Ma già pensiamo alle prossime sfide, alla prossima Convention nazionale che il Propeller di Genova ospiterà dal 10 al 12 ottobre 2019,agli Adriatic and Ionian Port Days che vedranno la luce nel 2020 (o Propeller Clubs adriatici e ionici a rotazione), alla prossima missione all’estero della primavera 2020 ed alla quarta edizione della Naples Shipping Week che il Propeller di Napoli sta già organizzando per fine settembre 2020. Umberto Masucci Presidente The International Propeller Clubs


Il cluster logistico milanese affianca lo shipping genovese A

nche quest’anno la Genoa Shipping Week giunta alla IV^ edizione e organizzata da Assagenti Genova si presenta ricca di appuntamenti non solo di business ma anche culturali e sociali: un grande evento che ha l’obiettivo di consolidare il ruolo e l’importanza del mondo dell’economia marittime e della logistica, settori strategici per il sistema Italia. All’interno della manifestazione, che vedrà la presenza del Gotha della Logistica e dello Shipping Nazionale e Internazionale si terrà la Main Conference Port&ShippingTech, che affronterà con relatori di alto profilo le tematiche più attuali e più determinanti per la nostra industria in un contesto in cui il mondo va sempre più veloce e dove nuovi player, anche non convenzionali, si affacciano in maniera aggressiva sul mercato. Genova, Il suo porto e la sua comunità logistica e marittima sono un eccellenza e come Propeller Milano siamo da sempre impegnati attraverso eventi, seminari e conviviali nella divulgazione delle best practices presenti nel porto della Lanterna presso le aziende e le istituzioni Lombarde, con l’obiettivo di affiancare le nostre imprese e in particolare le nostre Pmi, in un momento storico che vede una globalizzazione sempre più veloce, una competizione serrata, nuove dinamiche in nuovi mercati e nuove dinamiche in mercati esistenti con l’affacciarsi di

players, anche non convenzionali che attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, possono presentano un fattore di rischio ma anche un’opportunità. Riccardo Fuochi Presidente Propeller Club of Milan

Mission del Club Port of Venice al Transport Logistic di Monaco N

Musolino: “Abbiamo fatto grandi passi come aufragata l’ipotesi progettuale di portare a Venezia lo Ionian Adriatic sistema paese e come sistemi portuali – ha Shipping Days, manifestazione che dichiarato il suo presidente - ma dobbiamo con la partecipazione dei Propeller di Trieste, continuare quel processo di coordinamento Monfalcone, Ravenna, Ancona, Bari, Brindisi operativo che dovrebbe essere rappresene Taranto avrebbe dovuto rilanciare la potentato anche dalla conferenza dei presidenti, zialità dei porti adriatici/ionici nel Mediterrache serve a far sì che tutti i sistemi portuali e neo “...malgrado i tanti patrocini non onerosi interportuali collegati lavorino su un piano di di Confindustria Venezia-Rovigo, Assomainfrastrutture che sia collegato e non ridonrinas Ucina Confindustria Nautica, Confetra dante e pieno di raddoppi di infrastrutture Nord Est, Rete Porti, ecc.ecc. è mancato il inutili, che valorizzi al massimo la nostra casostanziale, indispensabile contributo delle pacità attuale e ponga le basi per lo sviluppo Istituzioni locali interessate all’evento” – spiefuturo”. ga il presidente dell’International Propeller Club Port of Venice – da qui la decisione “La nostra missione conoscitiva nel magMassimo Bernardo di organizzare una delegazione di questo Club in rappregiore evento fieristico di settore a livello europeo - spiega sentanza del cluster trasportistico del Veneto al Transport & il presidente del Club Massimo Bernardo – vuole tra l’altro Logistic di Monaco di Baviera per redigere un’indagine corappresentare un concreto contributo relazionale per quel noscitiva tra i tanti stand di porti, compagnie di navigazione mondo imprenditoriale internazionale che oggi guarda con crescente interesse all’interscambio di beni, servizi e persoe imprese di spedizione estere interessate alle offerte dalla ne che fatalmente si incrementerà col rafforzarsi, grazie alla “rotta adriatica”. BRI, dei rapporti tra il Far East e l’Europa nei quali l’Adriatico Condividendo la policy sull’internazionalizzazione del sie i suoi porti rappresentano una rotta economicamente e stostema portuale dell’alto Adriatico diligentemente perseguita ricamente privilegiata”. dalla Port Authority lagunare guidata dal suo presidente Pino

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La Genoa Shipping Week ed il Propeller Club - Port of Genoa L

a Genoa Shipping Week – che, come è noto, è stata ideata e voluta da Assagenti per la città di Genova e, poi, è diventata in seguito modello per successive, diversificate manifestazioni sul territorio italiano – costituisce indubbiamente un momento di forte rilievo sotto diversi profili di paritetica rilevanza. Innanzitutto, per il cluster marittimo - portuale genovese ed il suo indotto, questa manifestazione – quest’anno riproposta per l’ultima settimana del mese di giugno - rappresenta l’occasione per mostrare e confermare le proprie competenze e professionalità, non intaccate minimamente dal tragico evento dell’anno scorso, evento che, anzi, ha ribadito le caparbie capacità, le volontà ed il “saper fare” degli operatori genovesi e liguri. Sotto altro profilo, la Genoa Shipping Week costituisce anche una magnifica, e direi quasi unica, occasione per avvicinare la cittadinanza al porto ed ai traffici marittimi attraverso una serie di eventi, per così dire, “trasversali” che animeranno la città per tutta l’ultima settimana di giugno. Prova ne sono i vari momenti teatrali ed i numerosi eventi sportivi ed artistici

che sono stati organizzati in concomitanza della manifestazione, nonché la presenza di alcune navi militari aperte al pubblico, e così via: tutto ciò, con l’evidente finalità di creare un maggiore legame tra il territorio ed il mare e contribuire ad una maggiore conoscenza ed apprezzamento delle numerose attività legate al mare. Infine – ma non da ultimo – la Genoa Shipping Week si presenta anche quale occasione di incontri a largo raggio per il cluster marittimo nazionale ed internazionale a cui, grazie ad un ormai collaudato ed articolato intreccio di convegni, meetings, seminari, da un lato, ed altri momenti di incontro più “soft” e conviviali, dall’altro, sono offerte ampie opportunità di contatto e di contestuale sviluppo delle proprie attività e delle proprie interrelazioni operative. In questa ottica, anche quest’anno non poteva certamente mancare il contributo del Propeller Club - Port of Genoa da sempre vicino ad Assagenti ed, in particolare, a questa manifestazione di cui è forte e convinto “supporter”. Così, questa volta il Propeller genovese ha deciso di compartecipare la Genoa Shipping Week organizzando un incon-

tro, nella forma di una Tavola Rotonda, fissata per la serata del 26 giugno, sul tema “Il rilancio delle imprese marittime tra passaggi generazionali e nuove soluzioni d’investimento”, a cui farà seguito un’apericena nella panoramica location del Ristorante “Al Settimo Cielo” presso il Grand Hotel Savoia. Il tema è stato prescelto considerando che l’incessante necessità di sviluppare le imprese del cluster marittimo attraverso diverse e sempre più appropriate formule di rilancio, unite anche a diverse impostazioni nelle ottiche finanziatrici, impone di pensare con molta attenzione ai nuovi scenari che si stanno necessariamente profilando all’orizzonte dei traffici marittimi. Il Propeller Club – Port of Genoa ha pertanto pensato di proporre, in occasione della Genoa Shipping Week, detta Tavola Rotonda in cui verranno approfondite queste due importanti tematiche legate al rilancio delle imprese marittime e connesse alla necessità di impostare nuove e “giovani” linee d’azione, eventualmente collegate a forme d’ausilio

finanziario in linea con i tempi; così, giovani esponenti di importanti famiglie legate al mondo dello shipping e delle attività ad esso collegate, famiglie che hanno reso importante la Genova del mare, sono stati richiesti di proporre - insieme a due esperti del mondo bancario - il loro punto di vista sulle nuove possibili impostazioni che, viste in chiave prospettica ma anche alla luce delle vissute esperienze, potranno influire in modo sperabilmente positivo sui traffici marittimi e sull’indotto. Augurando dunque “buon vento” alla Genoa Shipping Week ed a tutte le manifestazioni ad essa connesse, il Propeller Club – Port of Genoa resta in attesa di incontrarvi a breve per celebrare insieme Genova, Capitale dello Shipping!

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Giorgia M. Boi Presidente Propeller Club Port of Genoa


Confetra partner istituzionale di Genoa Shipping Week Q

uest’anno Confetra sarà ancora più protagonista dell’evento Genoa Shipping Week, in programma a Genova dal 24 al 28 giugno. Mercoledì 26, presso Palazzo San Giorgio, apertura di “Casa Confetra”: lo spazio espositivo della Confederazione dove saranno messi a disposizione di ospiti e visitatori i lavori di ricerca, i Position Paper, le pubblicazioni di studio, le riviste di settore prodotte o editate dalle Organizzazioni aderenti al Sistema. Sarà inoltre presentato il Numero Zero di FocusConfetra, il nuovo trimestrale di aggiornamento sulle attività associative realizzato in collaborazione con GAM Editori e distribuito con il magazine PORTO&interporto. Il 27 il Direttore Generale, Ivano Russo, interverrà nel corso del Convegno su Technology Trend del Settore Ma-

rittimo-Portuale, che si terrà presso la Sala del Capitano dalle ore 9:00 alle ore 18:00. Il Presidente Nereo Marcucci, invece, prenderà parte alla main conference di chiusura dell’Evento su Smart Port & Logistics, che si terrà venerdì 28 Giugno presso l’Acquario di Genova Auditorium dalle ore 9:00 alle ore 16,30. Il 28 mattina è inoltre previsto l’incontro di tutte le Organizzazioni Territoriali e le articolazioni locali delle Federazioni Nazionali aderenti al Sistema Confederale, per l’avvio del processo costituente di Confetra Liguria. Per tutta la durata dell’evento, da Casa Confetra, diretta Tweeter e Facebook con i resoconti di workshop, convegni ed interviste ai protagonisti della Shipping Week. “In questa città, ed in questa regione, c’è un pezzo importante dell’industria

logistica nazionale e del nostro gruppo dirigente. Il “Porto d’Italia”, Genova, è un patrimonio del Paese ed un asset fondamentale della nostra economia. I temi scelti ci sembrano di particolare attualità, anche alla luce di ciò che sta avvenendo nel mondo dello shipping e della logistica in termini di digitalizzazione e dematerializzazione di flussi e procedure operative. “Insomma, tante buone ragioni per rafforzare il legame tra il Sistema Confederale e questa storica manifestazione” ha dichiarato Ivano Russo. Presenti, tra gli altri relatori, Alessandro Pitto Presidente di Spediporto e membro della Giunta Confetra, Silvia Moretto Presidente di Fedespedi e Gian Enzo Duci Presidente Federagenti, entrambi Vice Presidenti di Confetra. RedMar

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l continuing vocational training, ovvero la formazione continua, si è imposto come uno dei nuovi paradigmi di riferimento del nuovo secolo. L’accelerazione esponenziale dei cambiamenti registrata negli ultimi anni nel mondo produttivo è sotto gli occhi di tutti. Così come la necessità da parte dei lavoratori di adeguarsi attraverso una qualificazione senza soluzione di continuità delle proprie competenze. Discorso che vale a maggior ragione nel settore dello shipping. Qui l’impatto delle nuove tecnologie sta rivoluzionando modelli consolidati, chiamando i marittimi a mettersi al passo

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con le evoluzioni sia dei nuovi comportamenti operativi sia dei nuovi contesti normativi. È in questo scenario che opera la IMAT, società specializzata nella formazione e addestramento del personale marittimo fondata nel 2005 dalla Scinicariello Ship Management, società del Gruppo CA.FI.MA. con sede operativa a Pinetamare (Castel Volturno). Accreditata da Maricogecap per tutti i corsi STCW; dal Ministero della Salute in convenzione con l’AOR Cardarelli, per i corsi Medical Care e First Aid; dal MISE per i corsi GMDSS; dalla Regione Campania come

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Ente di formazione, la società si è imposta sicurezza a bordo” continua Monticelli. nel corso degli anni come il primo centro per “Grazie ai contratti con le principali comnumero di marittimi formati (15mila anno) pagnie di Navigazione, inoltre, siamo nelle e un’eccellenza europea, testimoniata dai condizioni di sviluppare un Acceleratore contratti pluriennali stipulati con 50 compadi Imprese partendo da una puntuale ricognie armatoriali (formazione degli equipaggnizione dei fabbisogni del settore, testato gi) e dalle convenzioni con più di 70 tra Enti quotidianamente con i comandanti e con i e ITS tra i quali l’Accademia della Marina marittimi che partecipano al Training e ad Mercantile di Genova, Caboto di Gaeta, e una precisa verifica dei punti di criticità”. In numerosi ITLN che svolgono i programmi di pratica, partendo dalla tecnologia esistenAlternanza Scuola/lavoro. te, il centro è in grado di realizzare sistemi Fabrizio Monticelli Alla base di questa storia di successo, spiega Fabrizio di prototipazione per migliorare la sicurezza a bordo. È il Monticelli, CEO di IMAT, “gli ingenti investimenti per l’acquicuore del progetto IMAT Cube, sviluppato in collaborazione sto di sistemi di simulazione di navigazione, radar, per il tracon Transas, principale operatore mondiale nel settore dei sporto di merci pericolose e per impianti di piattaforme e navi sistemi di simulazione di navigazione e di Università e Centri offshore posizionati in 33 aule”. “Oltre la creazione di un quadi Ricerca in Campania. “L’obiettivo è la nascita di Spin off lificato gruppo tecnico che impiega ad oggi circa 120 addetti attive sui servizi avanzati per il settore che potrebbero estra istruttori, segreteria, amministrazione, servizi alberghieri sere incubate all’interno della struttura di IMAT creando un e manutentori”. ambiente dinamico ed interattivo, in cui garantire non solo un Dotata di un Nautical College (165 stanze, ristorante e serluogo fisico ma un continuo rapporto con i principali Clienti vizi transfer gratuiti da/per aeroporto e stazione centrale di nazionali ed internazionali”. Napoli) la società detiene la più avanzata Area antincendio Tra le altre iniziative avviate nell’ottica dell’integrazione del a livello europeo e la prima piattaforma per la gestione dei cluster marittimo e di messa a sistema della filiera istruzione/ mezzi di salvataggio (MAMS e MABEV). E sta ulteriormente formazione/lavoro, il centro ha costituito nel 2014 un Istituto investendo in infrastrutture con il recente acquisto, sempre Trasporti Logistica, Navigazione con lo scopo di avviare a nel comprensorio del Comune di Castelvolurno, di un terreno percorsi di istruzione specialistica i ragazzi dai 14 ai 18 anni. di 86mila metri quadri di cui 20mila sono rappresentanti da “Nel 2020 – sottolinea il Ceo di IMAT – si diplomeranno i un lago. “E’ qui che stiamo lavorando alla progettazione di primi cadetti”. un’area di addestramento con una piattaforma galleggiante per simulacro di nave in cui realizzare addestramento per la Giovanni Grande

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TL 2019, il cuore logistico dell’Europa B

rezel e involtini primavera. Lasagne e hot dog. Tè di diverse qualità e provenienze, così come cioccolatini e dolci tipici. Tanto parmigiano. Moltissima birra. Anche da ciò che è stato offerto agli innumerevoli stand della Trasport Logistic 2019 s’intuisce la portata globale della manifestazione di Monaco di Baviera. Appuntamento di riferimento per il mercato e gli operatori del Vecchio Continente. Ma, soprattutto, la celebrazione della logistica declinata in tutte le sue sfaccettature tecniche. E in una funzione, sconosciuta ai più, di matrice strutturale del capitalismo prossimo venturo: tessuto connettivo di una mondializzazione irresistibile che riduce le distanze per le merci, mette in comunicazione le persone, alimenta le opportunità di crescita economica e culturale, producendo allo stesso tempo inquietudini e resistenze per lo stravolgimento degli assetti consolidati. Stupisce, a chi vi mette piede per la prima volta, l’assoluta varietà del panorama espositivo. In linea con lo spirito che anima la storica istituzione delle fiere si alternano senza soluzione di continuità istituzioni e aziende, dal grande player alla start up, tra presentazioni di nuove offerte commerciali e dibattiti sulle problematiche dei singoli settori, dimostrazioni pratiche di nuove soluzioni tecnologiche e momenti ludici a base di musica dal vivo (molto get-

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tonato il jazz) ed esibizioni (soprattutto balli) più legate all’esotismo dei paesi lontani come l’India o gli stand dell’Asia Centrale. Praticamente impossibile da visitare interamente, a meno di non aver predisposto un’accurata programmazione delle aree da seguire (virtù del buon logistico cui aggiungere un paio di scarpe comode), la grandeur di TL2019 emerge in modo chiaro dalle cifre fornite dall’organizzazione. L’edizione di quest’anno ha registrato una crescita del 10% degli espositori (2.374), provenienti da 63 paesi, e del 5% dei visitatori (circa 64mila di cui 30mila provenienti da 125 paesi). I dieci padiglioni su un’area complessiva di 125mila metri quadrati sono stati monopolizzati da Olanda, Italia, Belgio, Francia e Polonia mentre brand di livello mondiale come COSCO e China Asia Shipping si sono affacciati per la prima volta all’evento. Proprio la Cina è assurta come uno dei protagonisti assoluti della Fiera. Il numero di espositori provenienti dall’ex impero di mezzo è più che raddoppiato, passando da 30 a 64, spinto principalmente dalla ricerca di partner commerciali europei per lo sviluppo ferroviario della BRI. Tra le immagini più iconiche le enormi mappe indicanti i collegamenti già avviati tra Asia ed Europa e l’infittirsi delle ramificazioni prevista dall’iniziativa infrastrutturale di Pechino nei prossimi anni. Nel novero, anche se sul versante mare del progetto, rientra

anche il porto di Colombo. Presentato nello stand dello Sri Lanka, insieme all’offerta logistica di un paese che sta cercando di sganciarsi anche se contraddittoriamente dalla “trappola del debito”, è stato indicato recentemente da Alphaliner come lo scalo container più in crescita tra i top 30, con una capacità di movimentazione di 10 milioni di Teu, frutto anche di lavori di approfondimento dei fondali che fanno impallidire l’annoso stallo italiano sui dragaggi. Mentre nel Bel Paese infuria la speciosa polemica sui minibot e uno “sblocca cantieri” che dovrebbe rimettere in moto i progetti infrastrutturali della penisola a Monaco capita di sentire anche l’elogio della tanto discussa TAV. Alfred Aberer, segretario della Camera di Commercio di Bolzano, sottolinea in uno dei tanti forum tematici, i vantaggi nel trasferire su ferro grazie al collegamento Torino – Lione oltre 600 camion al giorno. Così come Assoporti, tramite il suo presidente, Daniele Rossi, illustra i nuovi progetti di promozione del sistema portuale italiano all’estero e ospita la presentazione del Community Port System di La Spezia. Lontano dal clima da eterna campagna elettorale che paralizza un Paese già di per se incapace di darsi una direzione la nutrita rappresentanza italiana (133 esibitori) mostra talenti e competenze individuali. Stringe relazioni, cerca di non perdere il passo con un mondo


che viaggia a velocità sostenuta e non è disposto ad aspettare. Tralasciando i mille rivoli delle interazioni individuali, essenza stessa di un appuntamento fieristico, s’impongono comunque all’attenzione alcuni temi comuni. La guerra commerciale Usa – Cina incombe. Ma il motto che arriva dall’evento di apertura (“Changing global markets – Is logistics in the driving seat?”) è tutto sommato ottimistico: “le merci troveranno una loro strada nonostante le controversie doganali,” sintetizza Frank Appel, presidente di DHL. Più preoccupazione suscita invece la penuria di autisti, fenomeno già evidenziato da una recente ricerca condotta in ambito europeo. Qui la sfida per il settore consiste nel rendere più attra-

ente la professione, cominciando dalle retribuzioni e dalle condizioni di lavoro, e in una formazione che tenga conto dell’impatto delle nuove tecnologie. Grande considerazione, forse per la prossimità geografica con il norther range, per la Brexit. Secondo un’indagine condotta su 2.860 partecipanti alla Fiera solo il 12% degli operatori teme effetti negativi mentre un 38% si reputa “preparato ad ogni evenienza” e un 50% si dice “non direttamente interessato”. Di certo interessato è il porto di Rotterdam che sulla base delle ultime previsioni condotte su uno scenario “no deal” – delocalizzazione delle aziende britanniche, crescita del trasporto gomma sull’isola pari al 128%, possibilità della formazione di un “collo di bottiglia” tra Calais e Dover, con 11mila tir al giorno da controllare – sta correndo ai ripari. La Port Authority ha già investito 1,5 milioni di euro per sostenere i costi del personale per affrontare le 10.500 ispezioni di navi previste in più, realizzare un nuovo sistema di reporting digitale e predisporre nuove aree

parcheggi per i traghetti. Ma il topic trend della manifestazione è stato senza dubbio la tecnologia e il modo in cui sta trasformando l’operatività del comparto. Decine di simulazioni offerte ai visitatori, modelli ridotti o in scala reale di dispositivi automatizzati, realtà virtuali ed aumentate annunciano che il futuro è già arrivato. E trasformerà la logistica in pochissimi anni. La rivoluzione maggiore sarà innescata dall’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, con gli algoritmi di apprendimento in grado di estrarre modelli regolari dai big data. Non solo una semplice ottimizzazione delle operazioni ma più controllo e trasparenza. “L’AI consente azioni predittive come la gestione delle capacità, la pianificazione dei percorsi, della rete e la gestione del rischio”, ha spiegato Sara Van Gelder, responsabile dello sviluppo del settore merci all’aeroporto di Bruxelles. Inoltre, le offerte possono essere adattate in modo più preciso alle esigenze del cliente, mentre la logistica diventa parte integrante di una produzione industriale automa-

tizzata e altamente flessibile. Ad oggi è il settore del cargo aereo a fare da apripista con lo sviluppo di programmi in grado di apprendere e ottimizzare l’impilaggio dei pallet e pianificare e gestire i possibili ritardi di trasporto nel futuro. Passi avanti arriveranno anche con l’affermazione della guida autonoma. Ne è convinto Wolfgang Inninger, responsabile del centro progetti trasporti, mobilità e ambiente presso il Fraunhofer Institute for Material Flow and Logistics IML. “I sistemi di assistenza controlleranno i veicoli sulle autostrade a medio termine, e molte altre funzioni semplificheranno il lavoro al volante a lungo termine. I camion autonomi negli impianti di manutenzione e stoccaggio offrono un elevato potenziale di risparmio. Se fosse possibile utilizzare il tempo trascorso nei locali dello stabilimento come pause o periodi di riposo per i conducenti di camion, il tempo di guida effettivo del camionista potrebbe essere ottimizzato”. Ultime notazioni di colore (e non). La dedizione alla causa del personale cinese, l’insospettabile propensione al bon vivre dei tedeschi, la preminenza della cucina italiana anche negli stand degli altri paesi. Soprattutto, i bambini portati in giro come a una fiera delle meraviglie. Sintomo che Tansport Logistic è non solo un evento commerciale di successo (a testimoniarlo la difficoltà a trovare una camera libera negli alberghi della città) ma un’occasione in grado di avvicinare il grande pubblico ad un argomento troppo spesso considerato ostico e di settore. L’augurio, allora, che uno spirito simile possa caratterizzare anche le iniziative che si svolgono in Italia. Affinché un bimbo tricolore, sulle spalle dei genitori, possa rimanere affascinato un giorno dal mondo sconosciuto sui nostri lidi che si chiama logistica. Giovanni Grande

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Genova e Shenzhen “sorelle” per le opportunità della BRI U

n “sister agreement” tra i porti di Genova e Shenzhen. Lo hanno firmato nello stand della Port of Genoa Community al Transport Logistic 2019 il presidente dell’AdSP del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e il Vice Direttore Generale del Transport Bureau della Municipalità di Shenzhen, Lou Heru. L’intesa rientra nell’ambito dei 19 accordi istituzionali e 10 commerciali previsti dal bilaterale sulla BRI firmato tra i governi di Roma e Pechino lo scorso marzo ed è stata preceduta a fine maggio da una missione di presentazione al cluster marittimo ligure da parte di una delegazione dello scalo cinese. “Genova e Shenzhen hanno molti punti in comune: si tratta di due scali gateway con grandi aree industriali alle spalle,” ha sottolineato Signorini all’atto della firma. “Affronteremo insieme le opportunità aperte dalla BRI per rendere più semplice la cooperazione con le aziende cinese che vogliono operare in Italia e viceversa”. L’intesa, in particolare, fa riferimento all’accordo già siglato dall’AdSP con il colosso cinese delle costruzioni CCCC – China Communications Construction Company – e a una serie di iniziative bilaterali previste nel settore dell’innovazione tecnologica e nello sviluppo di politiche green che vedono Shenzhen in prima linea. “I cinesi sono interessati a partecipare ai nostri progetti di upgrade infrastrutturale, come la diga o le nuove connessioni ferroviarie, anche e soprattutto perché questi interventi consentiranno poi ai loro operatori logistici, come COSCO, di poter portare maggiori volumi di merce nei nostri scali,” aveva evidenziato Signorini nell’incontro di Palazzo San Giorgio. I due porti hanno sviluppato negli anni un solido rapporto. Tanto che

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Genova, insieme a Taranto, è l’unico scalo italiano che rientra nei 25 “sister agreement” siglati da Shenzhen, realtà relativamente giovane (i traffici marittimi si svilupparono parallelamente all’isitituzione della zona economica speciale, avviata 40 anni fa come esperimento per l’introduzione di elementi di mercato nel regime comunista) ma tra i principali player del settore container con una movimentazione annuale di circa 25 milioni di TEU e un ricavo in termini economici per la municipalità di 352 miliardi di dollari. “Da Shenzhen passano 223 rotte internazionali di trasporto container, 7 delle collegano direttamente Genova”, ha ricordato Heu. “Tra i nostri due scali sono transitati 110.000 TEUs nel 2018, mentre nei primi 4 mesi di quest’anno (gennaio-aprile 2019) siamo già arrivati a 36.000 TEU”. Ma Shenzen guarda anche oltre il settore container, complice il mutamento della struttura produttiva cinese, alle prese con un inedito fenomeno di delocalizzazione. Il porto cinese dispone già di 5 terminal per il GNL con una

movimentazione annua di oltre 13 milioni di tonnellate e di una nuova stazione marittima che lo scorso anno ha movimentato 350.000 crocieristi ed è in grado di accogliere cruiseship con una stazza di oltre 200.000 tonnellate. Negli ultimi tempi, inoltre, ha introdotto una serie di misure per l’attenuamento dell’impatto ambientale delle attività in banchina, come il passaggio dai derivati del petrolio al gas per il funzionamento delle gru e di tutti i mezzi di movimentazione terra, e implementato l’introduzione di dispositivi automatizzati e procedure digitalizzate sull’onda dello sviluppo della tecnologia 5G. È su queste basi che Signorini ha fissato l’obiettivo di crescere ancora, “riequilibrando anche l’import, oggi preponderante, con l’export di prodotti italiani verso la Cina”. “Organizzeremo presto visite mirate di delegazioni cinesi al nostro porto e soprattutto nelle aree logistiche e industriali retrostanti, che presentato anche benefici di natura fiscale e doganale”. RedMar


Trieste porta strategica per i paesi della Mitteleuropa P

resenza fissa dalla prima edizione della Fiera di Monaco, datata 1978, il porto di Trieste ha confermato la sua vocazione “intermodale” di collegamento con il Centro-Nord Europa con l’annuncio di nuovi servizi ed iniziative di collaborazione. Si parte dalla nuova connessione tra lo scalo giuliano e l’hub di Norimberga, situato a nord della Baviera. Inaugurato a fine luglio con una coppia di treni settimanali per poi incrementare le circolazioni entro la chiusura del 2019, TRINUR racchiude fin dalla scelta del nome (crasi tra le lettere iniziali di Trieste e Nürnberg) l’identità strategica di Trieste come tramite per i territori della Mitteleuropa. “La Baviera è da sempre un partner fondamentale con il quale desideriamo lavorare a tutto campo,” ha sottolineato il presidente dell’AdSP del Mar Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino. “Il nuovo servizio su Norimberga dimostra come il baricentro delle nostre attività economiche continui a spostarsi progressivamente anche verso Nord. Confidiamo che Norimberga possa essere per noi e Bayernhafen un’occasione di collaborazione sinergica e di ponte per altre aree di mercato, quali la Polonia o i Paesi Baltici”. Nato dalla collaborazione consolidata tra DFDS, gruppo danese leader del trasporto Ro-Ro che detiene il 60% delle quote del terminal Samer Seaports e Alpe Adria, la compagnia che svolge il ruolo di facilitatore per lo sviluppo dei servizi di trasporto intermodale del sistema logistico giuliano, TRINUR col-

legherà il molo V di Trieste con quello di TRICON di Norimberga, gestito dal Gruppo “Bayernhafen” e, oltre a trasferire in maniera sostenibile i volumi di traffico del mercato turco e greco, sarà attrazione per le esigenze di export del sistema industriale del territorio della Baviera. “In una seconda fase – ha aggiunto D’Agostino – il servizio si svilupperà utilizzando come gateway ferroviario di consolidamento anche Cervignano, rivolgendosi dunque ai volumi di traffico generati dal territorio del Friuli Venezia Giulia, in armonia con lo sviluppo della “piattaforma logistica regionale” che l’Autorità di Sistema assieme alle altre istituzioni e piattaforme della Regione FVG sta contribuendo a disegnare”. L’evento fieristico ha fatto da cornice anche all’annuncio del MOU firmato con il polo logistico lussemburghese di Bettembourg, considerato da D’Agostino l’omologo di Duisburg per il Belgio e punto di riferimento propedeutico per i controlli doganali destinati ai semirimorchi provenienti dalla Turchia in previsione della Brexit. La collaborazione strategica tra l’Authority giuliana e CFL (Ferrovie lussemburghesi) ha origine da un collegamento intermodale avviato già nel 2012 che passerà a breve da 9 coppie di treni settimanali a 12. Il servizio permette lo “shift modale” di oltre 20.000 semirimorchi dalla strada alla ferrovia, contribuendo non solo al decongestionamento di una delle reti viarie più trafficate d’Europa, ma anche alla riduzione dei gas serra e

delle altre sostanze inquinanti emesse nell’atmosfera, con un notevole risparmio di circa 35.000 tonnellate di CO2. “Ho visitato di recente il terminal di Bettembourg e sono rimasto impressionato dalla qualità della piattaforma e dei modelli operativi anche sul lato dell’innovazione tecnologica,” ha spiegato D’Agostino. “Lavorare assieme fra partner che condividono queste priorità significa puntare a definire nuovi standard di eccellenza a livello europeo per le connessioni nave-ferrovia”. Infine, l’accordo siglato con il gruppo Kombiverkehr per la promozione di un corridoio intermodale tra il porto di Trieste e il terminal di Neuss Trimodal, collocato sul Reno vicino a Düsseldorf. L’accordo traccia un percorso mirato a sviluppare una partnership strutturale, individuando i prerequisiti in termini di infrastruttura ferroviaria e organizzazione dei flussi logistici tra i due hub, definendo inoltre le future condizioni operative per il raggiungimento di più elevati standard di efficienza. L’intesa conferma il legame forte con la Germania, testimoniato dalle 55 connessioni settimanali che partono dal capoluogo giuliano. Un rapporto che per l’AdSP può contare su buoni margini di crescita “non solo grazie al transit time offerto dalla rotta marittima adriatica, più vantaggiosa rispetto alla via nord-europea, ma soprattutto per gli investimenti ferroviari in corso nello scalo giuliano, che sta diventando sempre più “porta intermodale” di accesso all’Europa attraverso il Mare Adriatico”.

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Presentati i 18 progetti strategici della logistica M

ettere a fattore comune le risorse del sistema logistico italiano per promuoverlo all’estero “là dove si raccolgono i flussi di traffico”. La parola d’ordine lanciata a Monaco dal presidente di Assoporti, Daniele Rossi, trova la sua applicazione nel recente accordo stipulato dall’associazione che riunisce i porti della penisola, UIR e Ice. Un veicolo di promozione del sistema Paese che è stato presentato nell’ambito di Transport Logistic 2019 all’evento “Why Invest in Italian ports and freight villages. A country which is a natural hb in the Med”. “Riuniamo e presentiamo per la prima volta i 18 progetti strategici della filiera logistica nazionale in un momento non semplice a livello internazionale ma, allo stesso tempo, pieno di opportunità da cogliere. Si pensi, ad esempio, alla BRI che non dobbiamo concepire solo come collegamento per i mercati di consumo ma occasione per le nostre attività di trasformazione”. Marco Spinedi (Interporto di Bologna, Presidente). La crescita economica di paesi come Turchia, Egitto, Marocco, Algeria, Israele e Tunisia ha modificato il peso specifico della supply chain del Mediterraneo, aprendo nuove occasioni di sviluppo per l’Italia. “La partita va giocata da Sud e per la prima volta le criticità geografiche della penisola, con la sua struttura lunga e stretta, può rappresentare un vantaggio: integrando porti e ferrovie è possibile scuotere in profondità i flussi attuali creando una situazione di concorrenza sul tuttomare, così come stiamo dimostratto dal successo del servizio Bologna – Bari”. Per centrare l’obiettivo bisognerà puntare su servizi combinati (“treni misti, in grado di supportare la crescita del tessuto produttivo”) ed evitare la rotture di carico. “Sotto questo aspetto la tecnologia apre nuovi orizzonti. Stante l’eccessiva dispersione dei nostri porti e interporti l’automatizzazione può controbilanciare i maggiori costi del ferro”. Franceso Maria di Majo (Adsp Mar Tirreno Centro Settentrionale, Presidente). Alla luce della crescita di presenze (2,5 milioni) stimate nei prossimi anni bisognerà guardare alla logistica, e alle relazioni con il retroporto, anche nelle sue implicazioni con il settore delle crociere. “Civitavecchia si

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sta sempre più affermando come home port e l’auspicio è quello di poter incrementare e migliorare i servizi di ship chandling grazie anche alla collaborazione con l’interporto”. L’obiettivo è sfruttare le piattaforme logistiche di prossimità per potenziare la catena di approvigionamento al settore turistico con corridoi intermodali che arrivino direttamente in banchina. “E’ evidente, quindi, quanto sia, oggi, necessario che i porti italiani raccolgano queste nuove sfide imposte dal settore crocieristico adeguandosi non solo con infrastrutture idonee ad accogliere navi da crociera di grandi dimensioni, nuovi terminal crociere e un’attenzione particolare all’ambiente ma anche attraverso una maggiore offerta di servizi di trasporto sia lato passeggeri che lato merci”. Lorenzo Cardo (Interporto di Orte, CEO). Con una disciplina regolatoria che risale agli anni novanta, risulta necessario un adeguamento del quadro di riferimento per gli interporti. Da qui la proposta di UIR al parlamento e alle commissioni competenti che mette sul tavolo una proposta per la rioganizzazione della rete italiana degli interporti che tenga conto dei cambiamenti nei ruoli e nell’operatività stessa di queste strutture. Tra gli obiettivi della riforma “disporre di un quadro programmatico ampio, in coerenza con i corridoi transeuropei di trasporto”. “E’ necessaria una qualche forma di indirizzo, programmazione e coordinamento dello sviluppo e del miglioramento qualitativo delle piattaforme normative”. Punto cardine: “l’identificazione della manovra ferroviaria come elemento di interesse economico generale al fine di valorizzare l’efficienza, l’economicità, l’ottimizzazione, la sicurezza d’esercizio ma anche il rispetto degli interessi di tutti i fruitori dei servizi”. Stefania Vergani


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Mettere a sistema ogni singolo segmento della filiera logistica “M ettere a sistema ciò che di buodo quotidianamente. Basta dare un’occhiano è stato fatto in ogni singolo ta ai progetti dei porti e degli interporti per segmento della filiera logistica rendersi conto che siamo appetibili. Infatti, per presentarsi all’estero come sistema. E’ abbiamo avuto incontri continui e al rientro sui mercati internazionali che vanno intercetstiamo già lavorando sulla missione istitutati i flussi di merci illustrando le nostre pozionale che sarà nel Far East. tenzialità”. Daniele Rossi, presidente di AsUn bilancio complessivo per la missiosoporti, ha sintetizzato nel corso dell’incontro ne in Baviera… organizzato dall’associazione a Transport Direi più che positivo, tanto che ci darà Logistic (“Why Invest in Italian ports and freida lavorare molto fin dai prossimi mesi. ght villages. A country which is a natural hub Un’impegno che vedrà coinvolto parte dalin the Med”), il senso della partecipazione la struttura di Assoporti per coordinare, unitaria alla maggiore fiera di settore in Europrogrammare e creare i contatti che vedrà pa. Un unico padiglione – “Italy – One Counal lavoro anche le AdSP chiamate a creare try, All the Logistics” – e un fitto programma le condizioni perché investitori esteri siano di incontri e visite – tra gli altri la visita della veramente attratti dalla portualità e logistica delegazione di Shenzhen e un incontro con italiana. Quest’anno si sono registari risultati Daniele Rossi il Console Generale a Monaco “per avviare anche su questo importanti con tutto ciò che è stato concordato relativamente fronte un’azione di attrazione di investimenti tramite i canali alla via della Seta e con le novità che stanno nascendo in terdiplomatici” – culminati nella presentazione dell’accordo con mini di intelligenza artificiale che dobbiamo essere in grado UIR e ICE per la promozione della logistica italiana. di gestire e non subire. Dobbiamo essere rapidi ed efficienti, Quale è l’obiettivo di questa intesa? uniti e collaborativi per cogliere il momento e mantenere un È un accordo quadro firmato lo scorso agosto dove non ci sistema portuale competitivo. sono soltanto buone intenzioni ma vere azioni. Tra queste Le altre priorità di Assoporti e i principali dossier su anche la partecipazione a fiere ed eventi internazionali dove cui sarà impegnata? ci presentiamo come sistema Paese. A Monaco abbiamo ilIl nostro lavoro va anche oltre il prossimo futuro poiché lustrato una prima bozza di quello che chiamiamo un “book” dobbiamo gettare le basi per un mondo portuale che andrà delle offerte portuali e interportuali, ovvero una breve descri- oltre la nostra generazione. Questo significa unitarietà, colzione di progetti reali sui quali si può investire. E’ la prima laborazione e coesione. Come associazione lavoriamo su volta che ci si muove in questa direzione. tanti fronti e la logistica rappresenta un caposaldo importanIn che misura queste iniziative possono aiutare lo svi- te. L’impegno è massimo anche sul traffico crociere, sui pasluppo del settore? seggeri, sulla sostenibilità e il collegamento tra città e porto. Come ho appena detto la collaborazione è forte ed è fatta Queste attività guardano al futuro che ci auspichiamo possa di contenuti reali e tangibili. L’offerta che abbiamo portato a essere sempre migliore. Monaco sarà integrata con altri progetti che ci stanno arrivanSandro Minardo

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La logistica meccanismo per rendere sostenibile il Pil I

l led wall da 50 metri quadri, tra i più and Communication di Contship Italia non grandi di questa edizione 2019 di Transi sottrae ad ulteriori domande. Pur non ansport Logistic, alterna panoramiche, ticipando nulla circa la delicata situazione scorci e particolari di differenti terminal pordi Cagliari (“al momento non posso fornire tuali. “L’obiettivo dell’installazione è dare l’iindicazioni, di certo siamo impegnati a coldea, dall’interno, della complessità operativa laborare affinchè si trovi una soluzione sodche investe quotidianamente il lavoro sulle disfacente per tutti”) affronta l’analisi dello banchine”. Daniele Testi introduce questa scenario sul futuro del settore. nostra chiacchierata illustrando i motivi della “L’aprile 2020, con la decisione sulla propresenza di Contship a Monaco. Nel mentre roga delle esenzioni dalla normativa anticontinua il via vai di visite – operatori, conotrust europea per le shipping line, rapprescenti, semplici curiosi – che animeranno lo senta l’orizzonte di attesa. E qui, in merito stand del Gruppo fino al termine della manial dibattito in atto, va fatta una premessa: da festazione (ottanta i pasti serviti ogni giorno) soggetti che offrono un servizio all’interno ed hanno raggiunto il culmine nel corso di di una value chain orientata all’economia di una festa, appena ventiquattrore prima, cui scala non possiamo non augurarci la crescihanno partecipato ben 500 ospiti. ta per tutto il settore. Siamo per un sistema Daniele Testi “Un successo che ci ripaga a pieno dell’impegno profuso in cui le compagnie marittime svolgano i loro servizi perseper l’organizzazione di questa trasferta. A partire dallo scorso guendo la giusta remunerazione. Altro discorso le possibili dicembre ogni lunedi un apposito team si è riunito per due ore distorsioni provenienti dall’integrazione verticale delle attività. in videoconferenza per lavorare al progetto. La sua realizza- Il nolo mare si sta trasformando in una commodity, non c’è zione è stata affidata ai vincitori di gare internazionali indette, più garanzia di ritorno dagli investimenti infrastrutturali. E un insieme ai cugini tedeschi di Eurogate, per la costruzione del- unico soggetto che gestisce tutta la filiera dovrebbe muoversi la struttura, del catering, della produzione multimediale. Le in un contesto maggiormente regolato”. tre aziende vincitrici, tutte italiane, anche questa una novità Come recuperare margine rispetto al monopolio della rispetto alle iniziative simili prese precedentemente, hanno filiera? assicurato il giusto mix di competenza, professionalità e di La tecnologia potrebbe aiutare l’emergere di nuovi modelli cultura. Basti pensare che il led wall è stato realizzato a Pa- di business a valore aggiunto riaprendo il gioco della compedova, i suoi contenuti a Roma, lo stand a Civitavecchia, il ca- titività sul lato offerta. La questione della differenziazione non tering a La Spezia. Un lavoro in sinergia che ci ha permesso va sottovalutata. In presenza di attori a partecipazione statadi essere qui con una presenza riconoscibile ma in linea con le, dotati di grande forza d’interdizione, non possono essere la logica che un appuntamento di questa caratura impone. tralasciate accurate valutazioni sull’impatto di determinate Per un business globale come il nostro è essenziale racco- scelte. Quando si è imposta la strada maestra dell’economia gliere gli stimoli che arrivano dai meccanismi internazionali. di scala, con la crescita dimensionale dei vettori, nessuno si è All’estero cambiano anche le modalità relazionali, limitarsi a posto il problema degli investimenti a terra a parità di traffico colloqui solo tra colleghi italiani non avrebbe avuto senso”. movimentato. Si prenda il caso italiano. Nell’ultimo decennio Reduce da una defatigante sessione di interviste sulla si- il volume di container si è attestato attorno alla soglia dei 10 tuazione contingente del Gruppo, il responsabile Marketing milioni di Teu. Eppure sono stati necessari adeguamenti ai

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fondali e investimenti per gru da 23 file per garantire la lavorazione della stessa quantità di container. Maggiori investimenti per un fatturato più o meno stabile. È in questo quadro che le nuove tecnologie possono invertire la tendenza. La nuova piattaforma su cui lavora Maersk ne è l’esempio lampante: navi come asset, blockchain come sistema operativo ed alle terze parti l’onere di sviluppare le app su misura per il cliente. Un modello rivoluzionario che però avrà bisogno di leggi e regole stabilite sulla consapevolezza della globalità dei meccanismi in atto. In che modo la logistica può contribuire al rilancio del sistema Italia? Per il secondo paese manifatturiero europeo la logistica dovrebbe rappresentare innanzitutto il meccanismo per rendere più sostenibile il Pil. E invece perdiamo gran parte della ricchezza generata dai traffici. La quota di operatori italiani che attraversa i valichi transalpini raggiunge a malapena il 10% del totale: una grande occasione persa in termini di entrate. Anche per questo andrebbe sostenuto lo sviluppo dei collegamenti via ferro, non solo per questioni ambientali: la maggior parte delle imprese che operano sulla penisola sono italiane, generano una quantità di Pil nettamente superiore rispetto, ad esempio, al trasporto su gomma. Come affronta Contship il momento di trasformazione che il settore sta vivendo? Quest’anno festeggiamo il nostro cinquantesimo compleanno, fedeli all’idea che ci ha sempre ispirato: la logistica non finisce in banchina ma a casa di chi sta pagando il trasporto. Per raggiungere il risultato punteremo alla convergenza sempre più accentuata tra infrastrututre materiali e immateriali. L’obiettivo è movimentare la merce in modo sempre più efficiente puntando sull’intermodalità e le interconnessioni con i mercati che crescono a ritmi più sostenuti rispetto a quello interno. Portare container oltre le Alpi contribuisce alla ricchezza complessiva del sistema. Con la crescita di capacità d’offerta prevista nei prossimi anni in Italia diventa necessario guardare verso l’esterno: competere con i porti vicini significherebbe solo alimentare una guerra al ribasso. La cessione di Gioia Tauro, una ferita aperta? Intanto, siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto in questi 25 anni. Se oggi si parla di Gioia Tauro è perché Contship ci

ha creduto e ha investito in una visione: in fondo le 22 gru dello scalo non sono calate dal cielo. Il dispiacere credo sia legittimo ma guardiamo all’avvicendamento con una logica positiva: siamo contenti di aver trovato un soggetto che vuole investire nell’infrastruttura e sul territorio. D’altro canto operare nel transhipment diventa sempre più complicato, anche per i discorsi di cui sopra. Per un operatore indipendente – in un contesto che ha visto esponenzialmente crescere l’offerta e concentrare la domanda – è difficile trovare la giusta remunerazione per i propri assett, a differenza di chi può puntare, legittimamente, su altri segmenti della catena. Cosa c’è nel futuro di Contship? Proseguiamo negli impegni presi a La Spezia con un investimento da 250 milioni di euro per portare la capacità del terminal da 1,4 a 2 milioni di contenitori. Il progetto prevede il traferimento di almeno la metà dei volumi movimentati via treno: potenzialmente parliamo di 300mila carri all’anno. Poi c’è l’impegno a Tangeri con il nostro partner Eurogate dove gestiremo una banchina in Tangermed 2. Una scelta che riteniamo strategica alla luce delle previsioni di crescita futura del continente africano. In generale, ci stiamo adattando per operare su uno scenario più internazionale guardando alle opportunità di nuovi investimenti che al momento non posso anticipare. C’è poi il capitolo della BRI con il lavoro intrapreso per promuovere la piattaforma di Melzo, al centro di un’area geografica dove è concentrato il 22% del Pil italiano. Dopo i primi due collegamenti effettuati con Chengdu stiamo lavorando per favorire lo sviluppo di servizi regolari. Ad oggi la difficiltà maggiore sta nello sbilanciamento tra prodotti in export ed import lungo la direttrice Europa – Asia ma siamo convinti che prima o poi si verificheranno le condizioni adatte. Da dove nasce la collaborazione con SRM? In un rapporto improntato fin dalla prima ora allo scambio di informazioni abbiamo deciso di promuovere uno studio comune per la promozione della cultura logistica. Molte delle problematiche inerenti il settore nascono dalla mancata percezione di quale sia il suo ruolo per l’economia italiana e noi vogliamo dare il nostro contributo. Il Quality Logistic Italian Index, con cui misuriamo il sentiment degli operatori, è solo il primo passo di un dialogo appena avviato. Giovanni Grande

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Italia protagonista nello scenario internazionale U

na delle Fiere più grandi al mondo, sta diventando il vero centro nevralgico il Transpot Logistic Monaco di Badel porto. In particolare qui in Fiera ho fatviera è da considerarsi certamente to uno speech proprio in merito a questa quella di riferimento dove è possibile trovare tecnologia mettendo in evidenza la centrai maggiori players globali per confrontarsi e lità di questo Hub di dati che si collega poi sviluppare nuove strategie di sviluppo. con la logistica nazionale mettendo questo Ne è convinto Alberto Laghezza, esperto cuore informativo del porto in collegamento operatore e presidente degli spedizionieri in prospettiva con la logistica nazionale. In spezzini, recentemente designato dall’inquesto momento riteniamo fondamentale tero settore come rappresentate della lolo sviluppo di questa infrastruttura immategistica in seno a Confindustria La Spezia. riale. Il Porto della Spezia, grazie alla conPORTO&interporto lo ha incontrato presso divisione di tutte le componenti istituzionali lo stand Assoporti e gli ha rivolto alcune doe private coinvolte nel ciclo della gestione mande. merci, si è dotata di una piattaforma inforCosa ci lascia l’esperienza Transpot matica per lo scambio dati tra tutti gli operaLogistic 2019? tori della comunità portuale, comprendenAlberto Laghezza La logistica è un mercato in continua evodo sia le Amministrazioni Pubbliche, sia gli luzione ed in crescita, e al Transport Logistic si respira feroperatori privati. mento con tante nuove iniziative. Diciamo che si ritorna a Preparare le infrastrutture immateriali in attesa della casa con un’immagine positiva e con l’idea che l’Italia debba realizzazione delle Infrastrutture materiali può essere la fare di più nello scenario internazionale, cosa assolutamente prossima sfida? necessaria. Un intero padiglione dedicato alle tecnologie, dai Penso che la sfida si articola in entrambi i campi: è inutile nuovi concetti di gestione flotte fino agli occhiali per una redare in questo momento delle priorità. Servono delle Infraaltà aumentata nei magazzini con scan di barcode a… colpo strutture immateriali e ci stiamo lavorando in maniera impord’occhio. tante, servono però anche quelle materiali. La sfida, l’abbiaCi siamo occupati e ci stiamo occupando, relativamente mo detto tante volte, è sempre quella ovvero fare di Spezia ai miei ruoli associativi, della Port community system che un gateway non solo per il Nord Italia ma anche per i mercati

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“mitteleuropei”. Questo significa efficienza, da un punto di vista portuale, efficienza dei controlli, efficienza nel controllo dei dati, efficienza nelle connessioni stradali e soprattutto ferroviarie, nella rete con gli interporti, attraverso i quali le merci vengono rilanciate verso i mercati europei. Tutte cose come diciamo tra addetti ai lavori, che vanno realizzate adesso. Ultimo miglio, programmazione e criticità. Quali prospettive? La Spezia ha la leadership della connettività ferroviaria in Italia, pur non avendo l’infrastruttura principe che sarebbe la Pontremolese ovverosia il collegamento che consentirebbe una fluida connessione tra La Spezia e il Brennero. Questo tratto di ferrovia rappresenterà un pezzo fondamentale del corridoio Tirreno-Brennero (TI-BRE) che dovrebbe connettere al centro-nord Europa i porti dell’Alto Tirreno. Al Brennero transita circa il 40% del traffico merci alpino ed è in corso di realizzazione un nuovo traforo per la linea ferroviaria che ne aumenterà notevolmente la capacità. Quindi cosa stiamo facendo alla Spezia si sta realizzando i nuovi binari in porto per avere la possibilità di formare convogli da 750 metri che consentiranno di operare treni di standard europeo. Ma nonostante i treni merci siano obbligati, oggi, al passaggio per i nodi di Firenze e Genova ci stiamo impegnando tutti per arrivare, secondo i programmi, ad una operatività ferroviaria del 50% sul traffico totale. Un obbiettivo veramente importante? Certamente sarà un risultato molto importante, tuttavia da operatori spezzini non guardiamo solo ai prossimi 5-10 anni ma a una programmazione più estesa nel tempo con un orizzonte dei venti-trenta anni; in tal caso è chiaro che la connessione che ci darebbe la Pontremolese sarebbe necessaria per una adeguata penetrazione dei mercati. E’

assurdo che questa Opera abbia un percorso con mille impedimenti in quanto permetterebbe al porto di connettersi non solo ai mercati regionali dell’Emilia o di quelli più a nord ma è la condizione per connettersi con i mercati oltre il Brennero. Cosa si aspettano gli operatori dal porto per i prossimi anni? La Spezia ha un programma che se viene realizzato secondo il cronoprogramma che di fatto è previsto dall’Autorità di sistema e dai principali terminalisti, Contship in testa, dovrebbe portare il porto di La Spezia nel giro di cinque anni da un milione e mezzo di Teu ad una capacità di 2 milioni e mezzo di Teu ed i passeggeri da una capacità degli attuali 600.000 ad oltre il milione. Sono obiettivi molto ambiziosi che possono essere realizzati. Ovviamente con tutte le incognite e le tempistiche della burocrazia e tutte quelle che sappiamo essere le variabili italiane, ma noi operatori dobbiamo essere il soggetto di continuo stimolo verso questi investimenti che, sia gli enti pubblici che i privati, devono realizzare, per non essere un porto di serie B. Dobbiamo essere un porto di serie A. Pertanto dobbiamo poter ospitare le Mega navi ed i flussi che le Mega navi portano e porteranno nel futuro. Abbiamo assolutamente bisogno che questo piano di investimenti venga realizzato nei tempi previsti. Saremo molto attenti ai tempi necessari, vista comunque la partecipazione importante da parte delle autorità pubbliche, con tutto quello che consegue in termini di burocrazia che non dipende dalla mancanza di volontà degli enti o delle persone ma dal sistema di complessità che abbiamo nella legislazione portuale italiana, poi chiaramente sta a noi operatori essere tanto bravi da portare i traffici. Noi ci crediamo perché Spezia ha una grande potenzialità da esprimere. Maurizio De Cesare

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Soluzioni basate su IoT e big data per ottimizzare la logistica A

zienda del settore portuale e della logistica specializzata nell’analisi dei processi e nello sviluppo di soluzioni di automazione e per la digitalizzazione della supply chain, l’italiana Circle ha visto confermare alla recente edizione di Transport Logistic il ruolo di rilievo assunto in questi anni nell’ambito dell’applicazione delle nuove tecnologie. Ne è testimonianza, nel ricco carniere di eventi cui la società guidata da Luca Abatello ha partecipato nel corso della Fiera di Monaco, la sezione dedicata nello stand della società a DocksTheFuture: il progetto europeo – di cui Circle è partner operativo – che ha come obiettivo quello di definire il “Porto del Futuro” relativamente alla digitalizzazione dei processi logistici e burocratici, la riduzione delle emissioni, la transizione energetica, e un più ampio percorso di innovazione legato alle tematiche di sostenibilità. “Un momento importante di riflessione e scambio di idee – sottolinea Abatello – che testimonia, qualora ce ne fosse bisogno, la crescente incidenza delle nuove soluzioni basate su IoT e big data nell’ottimizzare l’operatività del settore”. La rivoluzione è gia qui… I grandi cambiamenti tecnologici hanno conquistato anche chi era più restio a modificare i modelli operativi tradizionali. Terminal e transport operator sono sempre più interessati alle logiche di ottimizzazione e anticipazione proattiva delle problematiche della catena logistica che possono fornire i nuovi strumenti digitali. Che si tratti di preavvisi di arrivo, appuntamenti intermodali, check di security o di monito-

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raggio in tempo reale – operazione che già effettuiamo su trasporti ferroviari – è passato il messaggio del recupero dell’efficienza grazie all’uso della tecnologia. Come si posiziona Circle in questo contesto? È un ambito in cui siamo attivi da tempo e ci vede fiduciosi per il futuro. Solo pochi giorni fa le dogane hanno sbloccato un nuovo disciplinare per lo sviluppo dei fast corridor: questo ci permette di riprendere in mano il lavoro che avevamo sviluppo fin qui su questo particolare tema. Allo stesso tempo si stanno rafforzando le nostre collavorazioni a livello nazionale, con la partnership con RFI su alcuni progetti legati all’ultimo miglio, ed europeo con il coinvolgimento nei progetti E-Bridge e I-Rail che rientrano nel programma CEF II. Personalmente, considero i prossimi due – tre anni come un periodo fondamentale per il nostro sistema marittimo e logistico. L’arrivo di una serie di grandi opere potrà permettere, ad esempio, agli scali liguri di diventare finalmente il punto di riferimento trasportistico per il bacino dell’Europa centrale. Quali saranno le criticità da affrontare per centrare il bersaglio? Mi soffermerei su due aspetti: la

competenza nei nodi nevralgici del settore pubblico e privato, necessità derivante dal fatto che trattiamo di argomenti complicati, che implicano un ampio grado di specializzazione; e la programmazione parallela tra opere infrastrutturale e immateriali. Lo sviluppo della dimensione tecnologica, con tempi di realizzazione più veloci rispetto alla realizzazione delle opere concrete, può rappresentare un vantaggio competitivo che non deve essere sottovalutato. Quanto è improtante il ruolo dell’Europa nello sviluppo del settore? Ci crediamo talmente tanto che abbiamo aperto anche una sede a Bruxelles. Credo che, al di là delle battaglie più o meno giuste sul funzionamento dell’Unione, il settore della logistica e, più in generale, il sistema Paese debba assumere un atteggiamento più propositivo ed aperto alle opportunità messe a disposizione. Il caso di E-Bridge è paradigmatico: quando ci è stato chiesto di fare una proposta, dopo la tragedia del ponte Morandi, è stato proposto un progetto coerente e funzionale e i finanziamenti sono arrivati senza nessuna difficoltà. Giovanni Grande


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Unione Industriali e UniCredit per lo sviluppo della logistica U

n settore in crescita ed in fase degli industriali partenopei, “L’accordo rientra di profonda trasformazione che in un’azione a largo raggio che l’Unione vede 15mila imprese italiane industriali sta sviluppando sia per favorire muovere un giro d’affari di oltre 70 miliardi le relazioni delle imprese associate con gli di euro (il 93% è formato da pmi con un istituti creditizi, sia per promuovere fonti di fatturato sotto i 10 mln) con la Campania finanziamento alternative al tradizionale distinguersi con una crescita dell’8% affidamento bancario. Nel caso particolare annuo, superiore alla media nazionale. della Logistica e del Trasporto, la crescita E’ questa in sintesi la view di UniCredit dimensionale delle aziende può consolidare sul settore della Logistica&Trasporto un settore strategico per le prospettive di merci in Italia presentata a Napoli in sviluppo del nostro territorio che, come occasione della firma di un accordo con dimostra l’indagine UniCredit, negli ultimi la locale Unione degli Industriali finalizzato anni ha già fatto registrare risultati superiori alla realizzazione di azioni congiunte alla media nazionale”. per il rafforzamento delle potenzialità Il settore in Italia Vito Grassi del sistema industriale del settore. In Il mercato si caratterizza per l’elevata particolare UniCredit mette a disposizione finanziamenti e frammentazione, con una prevalenza di piccole e micro prodotti specifici, oltre a fornire consulenza strategica per imprese, accanto alle quali opera un ristretto numero di sostenere le pmi del settore nel loro percorso di crescita, per realtà industriali di maggiori dimensioni, appartenenti a la condivisione e la realizzazione di progetti d’investimento e grandi gruppi nazionali ed esteri. Dall’indagine di UniCredit per l’accesso a forme agevolate di sostegno. emerge la fotografia di un sistema produttivo che è riuscito a “Dall’indagine - afferma Ferdinando Natali, responsabile mantenere livelli di redditività pressoché costante negli ultimi Corporate Sud e Sicilia di UniCredit - emerge che il settore cinque anni. La marginalità del settore Logistica&Trasporti è in una fase di profonda trasformazione. E’ necessario si attesta in media attorno al 7%, ma con valori attorno quindi per le imprese del comparto incrementare gli all’11% per le grandi aziende. Emergono, tuttavia, notevoli investimenti e diversificare le fonti di finanziamento come differenze tra i vari segmenti: alcune filiere (es. autotrasporto strada complementare al credito bancario per finanziare e spedizionieri) soffrono una marginalità operativa piuttosto l’innovazione e accelerare la crescita. Oltre alle forme contenuta (Ebitda margin attorno al 3-4%) a causa dell’elevata di finanziamento tradizionali, UniCredit propone prodotti concorrenza sulle tariffe. Nel settore è presente uno zoccolo finanziari innovativi e soluzioni di finanziamento su misura duro di imprese con solidi fondamentali: il 46% delle aziende per sostenerne gli investimenti strategici. L’accordo va ha rating investment grade, dimostrando ampia capacità di proprio in questa direzione. Inoltre, grazie ad un accordo far fronte ai propri impegni finanziari. Ancora poco battuta in esclusiva con il Gruppo Alibaba, leader mondiale dell’ela strada del ricorso al mercato dei capitali e delle emissioni commerce, UniCredit ha lanciato “Easy Export”, un pacchetto obbligazionarie, che invece possono rappresentare una di strumenti che consente alle imprese di aprirsi ai mercati fonte di finanziamento idonea per le piccole e medie imprese esteri in maniera semplice efficace ed innovativa: sono già posizionate in segmenti della logistica ad alto potenziale di più di 100 i contratti sottoscritti da UniCredit con le imprese crescita. del Sud” Per Vito Grassi, numero uno di Confindustria Campania e Eduardo Cagnazzi

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Mobilitá ad impatto zero per Alis il futuro é green D

all’uso esclusivo per i collegamenti verso le isole allo sviluppo delle autostrade del mare. La rivoluzione avvenuta nel settore del cabotaggio marittimo si misura innanzitutto dallo sviluppo dei collegamenti continentali. E dal numero di camion tolti dalle strade, a parità di efficienza nella consegna della merce. Un orientamento verso la sostenibilità complessiva della logistica sposata in pieno da Alis e celebrato all’evento romano “Mobilità ed impatto zero: il futuro è green” dove si è discusso del futuro del settore in relazione al tema ambientale. “Solo nello scorso anno abbiamo tolto dalle strade 1,5 milioni di camion, con un risparmio di 1 milione e 200 mila tonnellate di CO2,” ha sintetizzato il direttore generale dell’associazione, Marcello Di Caterina. “Sta aumentando sempre più la sensibilità al green: le navi tra poco saranno attrezzate con un sistema elettrico che consentirà loro di avere emissioni zero nei porti, ricaricando le batterie con movimenti di navigazione”. Guido Grimaldi (Alis, Presidente). “Alis rappresenta un volume d’affari di 22 miliardi all’anno che si orienta con comunione d’intenti e assoluta determinazione secondo i valori della sicurezza, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione. Proprio un obiettivo importante è stato raggiunto sul fronte del lavoro: abbiamo sottoscritto con le segreterie nazionali generali di CGIL, CISL e UIL l’Accordo Interconfederale sulla Rappresentanza, che conferisce alla nostra associazione la piena rappresentanza sindacale. Insieme abbiamo anche sottoscritto un protocollo d’intesa con l’impegno a sottoscrivere per adesione anche il CCNL Spedizioni Logistica e Trasporto Merci. Collaboreremo per individuare strumenti contrattuali ed organizzativi utili a consentire la massima espansione del mercato della logistica intermodale”. Emanuele Grimaldi (Gruppo Grimaldi, AD. International Chamber of Shipping, vice presidente). In un contesto in cui l’agenda degli armatori è monopolizzata dal tema dei carburanti alternativi, dei nuovi sistemi per ridurre le emissioni, del mettere a sistema il trasporto Alis rappresenta una novità. “Prima si riunivano o associazioni degli armatori o di trasportatori terrestri o ferroviari, ma raramente, e solo a livello qualche volta, di associazione di associazioni si parlava in un consesso molto più ampio, che è quello della logistica e della distribuzione delle merci”. L’interesse per le soluzioni ecocompatibili racchiude anche risvolti economici. “Chi è in ritardo su questi

temi esce dal mercato. Stiamo testando la prima macchina per la movimentazione merci a idrogeno al porto di Valencia, abbiamo le prime navi ibride con cento batterie della Tesla sui cruise da Civitavecchia a Barcellona, stessa cosa anche sulle nuove navi che sono in costruzione. Abbiamo investito 500 milioni negli ultimi 2 anni, ci siamo dotati di cento abbattitori di emissioni. L’obiettivo 2050 di dimezzare le emissioni lo raggiungeremo nel 2020”. Ugo Salerno (RINA, Presidente e AD). Per ridurre le emissioni di CO2 secondo gli obiettivi fissati per il 2050 per il trasporto marittimo è necessario un salto di qualità. “Si dovrà emettere il 30-40% delle attuali emissioni, perché crescerà il numero delle navi. Si devono studiare sistemi combustibili più efficaci: quello che li può portare è l’utilizzo dell’idrogeno, l’unico combustibile che può garantire il risultato. Ma anche se l’idrogeno è l’elemento più comune in natura, bisogna estrarlo. Ci sono due modi: uno più comune, si scaldano degli idrocarburi che consentono di emettere idrogeno; l’altro è l’elettrolisi. Ma ci sono ancora limiti notevoli, l’utilizzo è ancora poco comune”. Domenico Arcuri (Invitalia, AD). “Quello della sostenibilità nei trasporti è un settore ad alta rilevanza strategica, vale una quota rilevante del Pil: secondo stime attendibili i fattori negativi che la mobilità non green produce valgono il 4% del Pil di tutto il mondo, il che significa che inquinare produce un abbassamento di 4 punti di Pil in tutti i paesi del mondo”.

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Seminario GAM a Maddaloni sulla logistica di Mercitalia

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rasporto ferroviario, intermodalità, scenari futuri sullo sviluppo della logistica e un’esperienza pratica sul campo. L’ottava edizione del seminario formativo logistica e trasporti organizzato da Gam Editori ha visto protagonista le strutture del polo Mercitalia di Maddaloni ed, in particolare, l’innovativa esperienza del servizio Fast, primo collegamento cargo ad alta velocità. L’iniziativa, nel solco delle esperienze precedenti, ha confermato il suo obiettivo di appuntamento di divulgazione, rivolta a giornalisti, operatori e studenti, circa l’importanza del settore logistico per l’economia del Paese. “L’idea è di puntare i fari su una maggiore consapevolezza del funzionamento delle supply chain anche presso il grande pubblico,” spiega il responsabile di Gam Editori, Maurizio De Cesare. “In questo caso specifico il focus si è arricchito di una esperienza pratica sul campo di cosa è un processo intermodale, cosa

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comporta operativamente e quali vantaggi presenta rispetto al tutto gomma”. “Sistema logistico e trasporto merci. Orizzonte 2030 prospettive e sviluppo” ha visto nella prima parte l’alternarsi degli interventi di Marco Gosso (Ad e Direttore Generale di Mercitalia Logistics), Dario Aponte (consulente Trasporti e Logistica), Mimmo De Crescenzo (vice Presidente Fedespedi), Francesco Cacciapuoti (Responsabile Unit Fast di Mercitalia), Francesco Esposito Corcione (Direttore IDIR) e Vincenzo Torrieri (Presidente Fondazione Istituto Tecnico per la Mobilità Sostenibile). Situazione attuale del sistema logistico


nazionale, necessità di favorire lo switch intermodale, progetti e piani di sviluppo futuro di Mercitalia, ruolo dell’automatizzazione e della formazione i temi al centro della discussione. Successivamente si è proceduto alla visita diretta ai piazzali del polo di Maddaloni, con l’illustrazione delle fasi di carico scarico della merce, e all’interno dell’ETR 500 opportunamente modificato ed adattato da Mercitalia per il trasporto roll container sulla direttrice Maddaloni – Interporto di Bologna. Un servizio unico al mondo, inaugurato al termine del 2018, inizialmente concepito per i settori time sensitive, parcel & express ed e-commerce ma che si sta facendo largo anche presso il comparto manifatturiero. Con una puntualità del 96% (4% entro 30 minuti) Mercitalia Fast, con un transit time di tre ore e mezza, risponde ad alcune delle esigenze tipiche del sistema produttivo contemporaneo: personalizzazione del servizio e massima flessibilità per concordare le modalità di ritiro della merce. “Le aziende – conferma Francesco Cacciapuoti – possono partire da Caserta alle 20.30 con tempi di accettazione fino a 20.45 per essere distribuite, tramite navetta, da Bologna dopo le 24.00. In questo rispondiamo alle esigenze della clientela con una ramificazione ulteriore tra origine e destino delle spedizioni che ci permette di allargare ulteriormente l’area geografica di riferimento che possiamo servire”. Con un notevole guadagno in termini di sostenibilità. Il ser-

vizio, attivo 48 settimane l’anno, cinque giorni a settimana, toglierà dalla strada 8.600 Tir sulla A1 con una riduzione dell’80% della CO2”. Attenzione alla sostenibilità emersa anche dalla visita ai magazzini della IDIR, azienda leader nel settore dei ricambi automotive, che ha affidato al servizio Fast la parte più sensibile della sua distribuzione in Nord Italia. Un’occasione per osservare da vicino un altro segmento dell’attività logistica, caratterizzato in questo caso da un grado di automazione e digitalizzazione sempre più sviluppati per ottenere il massimo di efficienza e ottimizzazione dai processi operativi. Eugenia De Cesare


Il cargo aereo rappresenta il 22,5% dell’export italiano

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infatti, movimentano solo NAMA e il Cluil 7% delle merci europee, ster Cargo Aereo mentre i primi tre aeroporhanno pubblicato ti - Amsterdam, Parigi e il primo studio del progetto Francoforte ne movimenOsservatorio Cargo Aereo: tano il 55%. “Il trasporto aereo merci in Dove origina questo Italia: efficacia ed efficienza dato? Lo studio dell’Osserrispetto ai principali compevatorio Cargo Aereo cerca titor europei”, realizzato in di dare una risposta a quecollaborazione con Ernst & sta domanda, analizzando Young con l’obiettivo di race approfondendo alcuni cogliere dati sui due princiaspetti che risultano essepali aeroporti cargo italiani re determinanti per la com- Milano Malpensa e Roma petitività di un aeroporto. Fiumicino – per valutarne Infrastrutturazione: la competitività rispetto alle Fiumicino e Malpensa funprincipali realtà aeroporgono da fanalini di coda tuali europee: Amsterdam, Marina Marzani Alessio Quaranta su numerosità dei magazBruxelles, Parigi, Madrid, zionalmente vocato all’export e che fa zini (5 unità a Fiumicino e 6 unità a Francoforte, Monaco, Lipsia, Liegi, della qualità dei propri prodotti (Made Malpensa rispetto alle 50 di Frankfurt Lussemburgo e Zurigo. in Italy) la chiave del proprio successo Main) e dimensione dei magazzini Il dato che emerge dal panel anacommerciale. (25.000 mq a Fiumicino e 70.000 mq lizzato è contrastante: il cargo aeTuttavia, è ancora grande il gap tra a Malpensa rispetto a Paris Charles de reo rappresenta il 22,6% del valore il sistema aeroportuale italiano e quelGaulle con 700.000). Fiumicino e Maldell’export italiano extra UE e, dunque, lo dei principali competitor europei: pensa, inoltre, hanno ampi margini di si conferma un settore fondamentale Milano Malpensa e Roma Fiumicino, miglioramento su accessibilità e servizi per l’economia dell’Italia, Paese tradi-

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Totale destinazioni 2018 per aeroporto, le destinazioni con asterisco includono le destinazioni pax only (fonte: elaborazione EY su dati gestori aeroportuali e desk research). Gli asterischi indicano i totali che includono pax only. I valori per Luxembourg e Zürich risalgono al 2017.

Malpensa si collocano su livelli di saturazione rispettivamente del 66% e 60%: un dato positivo che indica come i due aeroporti abbiano ancora una capacità potenziale rispettivamente del 34% e del 40%. Tuttavia, offrono il servizio di Dogana H23/7 solo per sdoganamenti elettronici. Sopra la media, invece, la copertura garantita per quanto riguarda i servizi per merci speciali. Investimenti: emerge il dato positivo di Milano, al 1° posto per numero di iniziative infrastrutturali tra gli aeroporti del panel. Poche, invece, le iniziative in ambito digitale presso lo scalo di Fiumicino.

per camion e autisti. Un altro dato che merita attenzione è il modello di concessione degli spazi aeroportuali: in 8 dei 12 aeroporti presi in analisi (ad esclusione di quelli italiani, di Bruxelles e di Zurigo) la gestione degli scali è pubblica o a forte partecipazione pubblica. Flussi di traffico: in termini di numero di destinazioni, Malpensa e Fiumicino si collocano in fondo alla classifica, rispettivamente all’ultimo posto (con 51 destinazioni) e al quartultimo posto (con 90 destinazioni), contro Amsterdam Schiphol (431), seguito da Paris Charles de Gaulle (364) e da Frankfurt Main (300); tuttavia, mentre Roma Fiumicino si colloca all’ultimo posto per merci movimentate, Malpensa si colloca al 7° posto del panel sia per merci totali sia per merci in import ed export, evidenziando una crescita nell’ultimo decennio del 6,9%, la terza più alta fatta registrare dagli scali del panel, dopo Leipzig Halle (CAGR +9,8%), Paris Charles de Gaulle (CAGR +8,4%). Operatività e servizi: Fiumicino e

Ma è grande il gap tra aeroporti italiani e competitor europei Il Presidente di ANAMA, Marina Marzani, in rappresentanza del Cluster Cargo Aereo, ha così commentato i risultati del primo studio dell’Osservatorio Cargo Aereo: “Questo primo studio restituisce un quadro in chiaroscuro dei nostri principali aeroporti: alcuni aspetti di qualità e molti altri sui quali lavorare – pubblico e privato insieme - per migliorare: in primis le infrastrutture, indispensabili per dare servizi alla merce e ai camion (piste, magazzini, parcheggi, strade di collegamento, etc.) e un incremento delle rotte servite, per aumentare i flussi di traffico. Inoltre, è necessaria un’accelerazione nella digitalizzazione dei processi, che consentirebbe una maggiore efficienza e affidabilità nella gestione dei flussi fisici e informativi tra gli operatori della filiera. In particolare, è necessario promuovere in Italia l’utilizzo della lettera di vettu-

ra aerea elettronica (e-AWB), che vede Malpensa e Fiumicino agli ultimi posti nel confronto europeo”. Il Presidente Marzani conclude con una riflessione: “Questo studio impone a tutti una riflessione: da una parte sul modello di gestione degli aeroporti italiani e dall’altra sull’esigenza di una politica di sviluppo del trasporto aereo a lungo termine e di una pianificazione strategica e condivisa degli investimenti”. Alessio Quaranta, Direttore Generale ENAC ha ringraziato il Cluster Cargo Aereo per il lavoro svolto: “Questo primo studio ha un merito: traccia una strada per capire come risolvere tutti insieme – operatori pubblici e privati – i numerosi problemi del settore cargo nel nostro Paese. Ritengo che, in termini di politiche pubbliche, un settore come quello del cargo aereo, in crescita e ad alto valore aggiunto, abbia bisogno di un approccio ad hoc (che in altri Paesi europei esiste), che ne consideri la specificità: l’elevata qualità del prodotto trasportato ha bisogno di tempi rapidi di gestione e di consegna, secondo le esigenze del mercato. Questo aspetto va compreso dagli operatori pubblici e privati quando si pianificano gli interventi di sviluppo degli scali (semplificazione dei processi, servizi, infrastrutture). Credo ci sia tanto lavoro da fare ma, come dicevo, la strada è tracciata: questo studio ci fornisce chiara indicazione degli obiettivi e della strada da percorrere. Fare squadra è stato fondamentale in questi anni e lo sarà ancora di più da oggi in avanti. Attendiamo lo studio del prossimo anno per conoscere quali saranno stati i passi avanti fatti dal sistema del cargo aereo in Italia”. Francesco S. Salieri

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Inaugurato collegamento aereo Roma – Cina Orientale Inaugurato ufficialmente all’aeroporto di Fiumicino il nuovo collegamento aereo diretto tra Roma e Hangzhou, capoluogo della provincia orientale cinese dello Zhejiang. Il nuovo servizio, gestito dalla compagnia Air China prevede tre voli a settimana: il mercoledì, il venerdì e la domenica. Sul collegamento sarà impiegato un aeromobile Airbus A330-200, con un transit time di 12 ore. I voli di andata partiranno da Hangzhou alle 00:25 del fuso orario di Pechino e arriveranno a Roma alle 6:55 ora locale. I voli di ritorno lasceranno Roma alle 13:05 ora locale e arriveranno a Hangzhou alle 6:30 del giorno dopo. Ding Hong, direttore generale della filiale di Air China per la provincia di Zhejiang, di cui Hangzhou è capoluogo, ha detto sottolineato come “la Cina e Roma erano connesse dall’antica Via della Seta più di 2.000 anni fa, e la nascita di questo nuovo servizio aereo nell’ambito della Belt and Road Initiative è parte di un’importante celebrazione del 50/o anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche”. In particolare, si tratta del primo collegamento che collega la capitale italiana con la Cina orientale, quarta linea passeggeri che l’aeroporto internazionale di Hangzhou Xiaoshan ha aperto verso l’Europa. Il numero di turisti provenienti dalla provincia di Zhejiang in Italia è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, con passeggeri dalle città di Hangzhou e Wenzhou che hanno fatto registrare un aumento annuale del 14%. Questa nuova rotta porta i collegamenti aerei tra Roma e la Cina a un totale di 12 destinazioni.

Servizio di consolidamento LCL Duisburg - Cina Reachway International ha lanciato un servizio di consolidamento settimanale via ferrovia sulla direttrice Duisburg - Hefie (provincia di Anhui) / Yiwu (provincia di Zhejiang) tramite ferrovia. Il servizio soddisfa le richieste crescenti da parte del mercato per lo spostamento di piccole quantità di merci dall’Europa, e in particolare la Germania, verso la Cina. Con hub ad Hefei e Yiwu l’attività di consolidamento LCL permette un minor tempo di movimentazione da Duisburg al territorio cinese per poi rilanciare la merce, garantendo un abbassamento dei costi, verso le destinazioni finali a Nanjing, Suzhou, Shanghai, Wuxi, Taicang, Chongqing, Chengdu, Changsha, Jinan, Pechino, Tianjin.

Prima importazione di carne europa nello Xinjiang Con la conclusione positiva delle ispezioni e del periodo di quarantena previsto dalla normativa cinese, l’interoporto di Alashankou, nella regione autonoma uigura dello Xinjiang, è la prima infrastruttura cinese ad importare carne di vitello proveniente dall’Europa. Il carico di 8.575 tonnellate proviene dalla Bielorussia ed è stata trasportata attraverso un treno merci che collega Cina ed Europa. I prodotti saranno inviati ad alcuni siti di stoccaggio selezionati prima di raggiungere consumatori in tutto il Paese. Il crescente sviluppo dei collegamenti ferroviari con Pechino ha fatto crescere notevolmente la quota dei produttori di carne europea nell’enorme mercato cinese. L’interporto dello Xinjiang nel 2018 ha gestito 18 milioni di tonnellate di beni, in crescita dell’8,9%. Il valore complessivo degli scambi è stato di 77,9 miliardi di yuan (11,3 miliardi dollari Usa), in aumento del 7,3%.

Xi Jinping rilancia sulla liberalizzazione dei mercati Contro le politiche protezionistiche promosse dall’amministrazione Trump i leader cinese Xi Jinping ha rilanciato l’idea di una maggiore apertura e liberalizzazione dei mercati. L’appello giunge dal vertice di Bishkek dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai dove Xi ha chiesto di utilizzare al meglio le piattaforme di cooperazione e condivisione come la China International Import Expo per promuovere ulteriormente l’apertura, gli scambi e l’integrazione dell’economia regionale. In tema di Belt and Road Initiative il capo di stato cinese si è soffermato sulla necessità di una maggiore cooperazione con i vari Paesi che formano l’Unione Economica Eurasiatica. Tra le proposte: elevare il livello di interconnessione delle reti ferroviarie, delle autostrade, degli oleodotti e dei gasdotti per costituire un quadro di connettività omnicomprensiva. Senza sottovalutare i benefici positivi che potrebbero arrivare da una maggiore integrazione nei settori dell’economia digitale, dell’e-commerce, dell’intelligenza artificiale e dei big data. Xi Jinping ha concluso dicendo che la Cina è disposta ad istituire nella provincia dello Shaanxi una base esemplare per lo scambio e la formazione nel settore della tecnologia agricola dell’OCS per rafforzare la cooperazione con i Paesi della regione in materia di agricoltura.

Sesto sito in Cina per UFI UFI Filters, azienda specializzata nelle tecnologie della filtrazione e del thermal management nei settori automotive, aerospaziale e nautico, ha inaugurato il suo 17esimo stabilimento, il sesto in Cina, nel Parco Industriale Italo-Cinese di Chogqing, nel sud-ovest del paese. La nuova apertura segue l’accordo già siglato nel 2017 con una lettera d’intenti e il Memorandum d’intesa “Belt and Road Initiative” firmato a marzo di quest’anno. Il nuovo sito industriale ha lo scopo di servire la crescente area produttiva nella regione del Liangjiang. Grazie a un investimento di 25 milioni di euro, il nuovo stabilimento si estende per oltre 17.000 metri quadri, di cui 14.000 dedicati alla produzione di sistemi di filtrazione tecnologicamente all’avanguardia per i più importanti costruttori di primo equipaggiamento locale.


Accordo per trasporto gnl sulla Via della Seta Polare

Economia e diplomazia a San Pietroburgo dove nel corso dell’International Economic Forum di inizio giugno Russia e Cina hanno cominciato ad impostare la “via della seta polare”. Nell’ex capitale dell’impero russo gli armatori COSCO e Sovcomflot, Novatek, gigante nella produzione del gas, e Silk Road Fund, fondo con una dotazione di 40 miliardi di dollari, individuato da Pechino come uno degli strumenti finanziari per lo sviluppo della connettività Europa - Asia, hanno siglato un accordo per la costituzione di Maritime Arctic Transport LLC (“MarT”), nuova compagnia marittima per il trasporto di Gnl lungo il passaggio artico a Nord Est reso ormai navigabile per gran parte dell’anno dallo scioglimento dei ghiacci. Parte di una serie di ulteriori intese tra “campioni nazionali” dei due paesi, scopo del partenariato “di lungo termine” è “lo sviluppo, il finanziamento e l’attuazione di accordi logistici comuni per il trasporto di idrocarburi dalla zona artica della Federazione russa alla regione Asia-Pacifico, nonché l’organizzazione del traffico merci in transito lungo la rotta del Mare del Nord tra l’Asia e l’Europa occidentale”. MarT opererà con navi artiche, anche di nuova costruzione, ponendosi come catalizzatore della trasformazione della rotta del Mare del Nord “in un corridoio di trasporto globale e commercialmente efficace tra i bacini del Pacifico e dell’Atlantico”, ha spiegato Leonid Mikhelson, presidente del consiglio di amministrazione di Novatek, “così come nell’attuazione della decisione presa dalla dirigenza della Federazione Russa di aumentare il traffico merci annuale su questa tratta a 80 milioni di tonnellate nel 2024”. Tra gli altri accordi sino-russi stipulati a San Pietroburgo spicca anche la cessione di quote del 10% della partecipazione azionaria del progetto Arctic Lng2 rispettivamente a China National Petroleum Corpora-

tion e China National Offshore Oil Corporation. Il patto, che dovrà passare al vaglio delle autorità cinesi, riguarda il giacimento di Utrenneye le cui risorse sono stimate in 1.138 miliardi di metri cubi di gas naturale e 57 milioni di tonnellate di liquidi. Prevista anche la costruzione di tre treni Gnl per il trasporto di 6,6 milioni di tonnellate all’anno ciascuno. L’attivismo di Mosca lungo la via polare riguarda anche il traffico merci. È in questa direzione che va la partnership firmata sempre a San Pietroburgo tra il Russian Direct Investment Fund (RDIF) e il gruppo terminalista DP World di Dubai. Al centro della partnership il trasporto lineare di container e altre merci alla rinfusa in un progetto complessivo che prevede la costruzione di una flotta supplementare di navi “ice class” e rompighiaccio, infrastrutture portuali nonché lo sviluppo di standard operativi per la protezione ambientale. Le parti hanno convenuto di istituire un gruppo di lavoro congiunto per effettuare un’analisi e preparare uno studio di fattibilità del progetto entro sei mesi. Al termine di questo step verrà presa una decisione sulla fase successiva di ulteriore sviluppo del progetto. Partecipano all’accordo anche Rosatom, agenzia russa per l’energia nucleare recentemente nominata autorità responsabile della gestione e dellosviluppo della Northern Sea Route, e da Norilsk Nickel, leader mondiale nella produzione di palladio nonché primario produttore di nichel, platino e rame. Giovanni Grande


Federagenti: perché senza il mare l’Italia non ha chance

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ar valere, se non addirittura imporre, alla politica l’importanza e la valenza strategica del settore portuale. Cinque giorni di chiusura dei porti e il paese resterebbe senza benzina, dieci e le merci sparirebbero dagli scaffali dei supermercati, quindici e sarebbe il collasso totale del sistema Paese. Così Gian Enzo Duci, al termini di un’assemblea che ha spinto Federagenti anche a oltrepassare i confini del settore marittimo cercando sul tema della spirale negativa, causata da una politica inadeguata e da una burocrazia dominante, anche il confronto con due opinionisti come Luca Telese e Giannantonio Stella, ha concluso l’assemblea pubblica svoltasi oggi ad Ancona. Un’assemblea che è stata l’occasione per lanciare un decalogo “sblocca mare” che facesse emergere le emergenze e le possibili soluzioni in grado di risolverle. Duci ha chiamato a confronto anche alcuni componenti di spicco del cluster marittimo. Il Comandante Generale Capitanerie di porto – Guardia Costiera, Giovanni Pettorino si è espresso favorevolmente all’istituzione di un soggetto (un sottosegretario ad hoc?) presso la Presidenza del Consiglio nel quale polarizzare le competenze sul mare e sullo spazio marittimo. Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, ha rimarcato a livello di organismi di guida dell’Unione europea la situazione sia ancora peggiore rispetto

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a quella italiana, con problematiche del settore mare drasticamente sottovalutate; ha inoltre invitato a valutare un ruolo più importante in questo settore della Cassa Depositi e Prestiti. Per Mario Mattioli, Presidente di Confitarma, il cluster marittimo è debole perché continua a essere diviso e incapace di presentare strategie e proposte unitarie. Infine per Mauro Coletta, Direttore Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il tema delle deleghe e delle responsabilità è un problema da affrontare a fondo. Il Decalogo dello sblocca mare All’apparenza una denuncia consueta: la burocrazia uccide l’economia italiana e mina le prospettive di ripresa del sistema Paese. Nei fatti, perὸ, il segnale scaturito dall’assemblea della Federazione nazionale degli agenti marittimi, ad Ancona, ha caratteristiche del tutto originali; perché nasce da un settore, quello dei traffici marittimi, che agisce sulla linea del fronte dell’interscambio mondiale e che è in grado di cogliere prima di altri potenzialità, ma anche rischi reali, che scaturiranno non fra anni, ma fra mesi, e forse settimane, dalla nuova geografia dei traffici; dall’altro perché il j’accuse lanciato dall’assemblea di Federagenti non si è tradotto nelle consuete lamentele, ma in un documento operativo concreto, denominato il “decalogo dello sblocca-mare” , che assomiglia a un vero e proprio guanto di sfida alla politica.

Con alle spalle una sintetica relazione del Presidente Gian Enzo Duci, che ha evidenziato come il sistema economico italiano debba rispondere a 160.000 leggi (alcune vecchie di oltre un secolo ma sempre vigenti), mentre per la Gran Bretagna il corpus juris è strutturato in 3mila leggi, che sono 5.500 in Germania e 7mila in Francia, Federagenti ha sottolineato come ad esempio la Via della seta, grande opportunità potenziale per riportare a sud, verso il Mediterraneo, l’asse dei traffici marittimi con l’Asia (grande player dell’interscambio mondiale) possa trasformarsi, in assenza di un’azione di emergenza contro il blocco da burocrazia, in un clamoroso e definitivo flop, per i porti, lo shipping, la logistica e l’intero sistema Italia. Come evitarlo? Come uscirne fuori? Federagenti non lancia un proposta. Mette a nudo i fattori di debolezza di un paese nel quale (nella migliore delle ipotesi) un semplice intervento in porto richiede un iter di sette anni, e indica soluzioni precise in un decalogo che sarà inviato ai vertici delle Istituzioni del Paese, alle quali si richiede risposte pratiche e non slogan. Il primo punto del decalogo prevede la nomina di un sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio che accorpi tutte le competenze relative al mare, ovvero a quello Spazio marittimo che potrebbe rappresentare più del 10% del Pil Paese. Eugenia De Cesare


La politica attuale non esprime livelli qualitativi adeguati D

Uno sguardo al futuro. In che modo La opo l’interessante dibattito svoltisi categoria riuscirà ad adattarsi ai cambianella mattinata del 14 giugno scorso, menti organizzativi del trasporto con gli propedeutico all’Assemblea privata armatori che aumentano sempre più le della Federazione degli Agenti Marittimi, abloro attività sulla terra ferma? biamo incontrato il Presidente di Federagenti, Credo che in alcuni settori continua ad esGian Enzo Duci, per porgli alcune domande. serci bisogno di una figura locale in grado Uno dei punti di riflessione della mattidi interfacciare la nave con il territorio anche nata è stato l’evoluzione del rapporto che in presenza di comunicazioni più agevoli tra Imprenditori della Blue Economy devono nave e terra; da un punto di vista proprio dointrattenere con la politica. Qual è la sua cumentale ci sono dei servizi di cui la nave visione? avrà sempre bisogno e penso le navi del setCome già detto, purtroppo non è una visiotore dry o liquid ad esempio. ne positiva. Oggi riesci ad avere presa sulla Nel settore delle linee l’integrazione verpolitica se “per sbaglio” conosci qualcuno che ticale credo che sia ormai una cosa acquisi trova in una posizione chiave proprio in quel sita e per certi versi anche obbligatoria per momento. Potremmo dire che si sono rotti i le compagnie in quanto quel tipo di trasporto meccanismi di comunicazioni tra stakeholGian Enzo Duci ders. Secondo me è preoccupante non riuscire a trovare nel sta diventando una commodity ed i ricavi sono minimi. Quinpanorama politico attuale un livello qualitativo di competenze di bisogna cercare di controllare l’intera catena per fare in e conoscenze tale da poter distinguere chi è rappresentati- modo che i ricavi minimi non diventino zero. Per certi versi lo vo, chi è portatore di interessi e chi invece fa solo discorsi ritengo uno scenario inevitabile. Poi c’è da discutere se dee basta. È chiaro che lá dove, invece, si trovano dei politi- terminate funzioni all’interno della verticalizzazione debbano ci con le opportune competenze tecniche si riesce ad aprire essere svolti da una categoria di professionisti riconosciuti e un dialogo importante per sbloccare delle cose. Questo è un regolamentati della legge, come avviene oggi per gli agenti meccanismo che avevamo messo in moto con il viceministro marittimi. Non ho nessuna preclusione se all’interno di una Rixi che purtroppo ha dato le dimissioni e al momento sia- organizzazione armatoriale ci siano dei manager capaci che mo senza una vera interlocuzione politica di un livello tecnico siano agenti marittimi. Finanza digitale, Block chain, automazione spinta, adeguato: come ho detto ai soci bisogna portare il calendario come impatteranno sulla categoria degli Agenti marittiindietro almeno di un paio d’anni e ricominciare. Quindi si ritorna ad un’azione sui singoli politici alla mi? Sono convinto che bisogna prevedere le necessità che ricerca di qualcuno che capisca almeno un poco le esiavranno domani mattina gli armatori ed essere pronti con le genze della economia del mare? Si, bisogna tendenzialmente fare così. Inoltre trovo giusta soluzioni. Ad esempio la mia azienda sta sviluppando con l’osservazione del presidente di Confitarma Mario Mattioli, l’Università italiana uno studio relativamente ad un softwafatta enfatizzando l’autocritica, bisogna provare a tutti i costi re di Machine Learning per il processo della gestione degli a far fronte comune e collaborare anche tra associazioni del- equipaggi. Quindi un programma con una base di intelligenla stessa categoria per avere una voce unica e più incisiva. za artificiale. Molti stanno studiando soluzioni di questo tipo Certo, conservando le proprie specificità ma vi è necessità di io ritengo che l’applicazione spinta di queste tecnologie nel uscire con una sola voce su temi comuni per evitare confusio- settore del trasporto in realtà necessiterà comunque di un ne e particolarismi che in questo momento non beneficiano soggetto garante verso l’autorità e che quindi determinate nessuno. Ma non basta, questa unica voce poi dovrà trovare operazioni fatte in automatico possano essere identificate una modalità di comunicare con mezzi di relazione diversi da a responsabilità di un soggetto garante e questo potrebbe quelli tradizionali. Nel momento in cui basta un tweet per far essere uno degli ambiti in cui estendere il nostro impegno cambiare le politiche del Governo, allora dobbiamo imparare pubblicistico. Su questo ed altri aspetti simili siamo al lavoro anche noi a fare quel tweet. Forse è arrivato il momento di con il Ministero per la modifica del testo di riforma della legge affiancare a studi, relazioni e interviste tecnicamente perfette che inquadra la nostra categoria. MDC una più moderna ed attuale modalità di interfacciarsi.

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Italia sempre più centrale nel mercato dei maxi yacht

Christian Solinas

U

Giovanni Toti

n’analisi che rivela la centralità mondiale dell’Italia nel mercato dei mega yacht, sia per quanto riguarda la costruzione, sia per quanto concerne la ristrutturazione, ma specialmente l’utilizzo di queste imbarcazioni di dimensioni sempre più rilevanti e con tecnologia sempre più sofisticata. Parallelamente, il lancio della prima formula di certificazione degli yacht in alto mare, e quindi in aree non sottoposte a fiscalità italiana, per fornire all’Agenzia delle Entrate e ai proprietari (società di charter e privati) uno strumento per evitare contenziosi fiscali. La quinta edizione del Forum sul lusso possibile si è aperta “al galoppo” a Porto Cervo con la presentazione per conto di Federagenti di una ricerca dalla quale emergono dati record sul ruolo, presente e potenziale, dell’Italia nel mercato delle grandi imbarcazioni di lusso. Con un valore della produzione cantieristica superiore ai 2,3 miliardi di euro e un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi, il nostro Paese si conferma leader nella produzione dei grandi yacht. A fronte di una flotta mondiale di 5373 grandi imbarcazioni da diporto, sono ben 1660 quelle costruite in Italia. Dei 416 attualmente in costruzione nel mondo, l’Italia vanta una quota pari al 41%. Il 18,9% di questi yacht ha scelto come home port località turistiche italiane e i porti nazionali hanno segnato 8950 toccate. Un mercato in continua crescita che produce (con una media di soste pari a 4 giorni) un fatturato indotto superiore al mezzo miliardo di euro. Impegnata in modo cogente nel rispetto di nuove normative anti inquinamento, l’industria dei mega yacht ha lanciato a Porto Cervo anche una nuova sfida, quella della compliance fiscale. Per la prima volta una società di certificazione, Bureau Veritas Italia, si è candidata a svolgere un ruolo di “garante” sulle giornate che lo yacht svolge in navigazione internazionale e che quindi non sono soggette a tassazione. Un ruolo di garante sui due fronti, a favore degli

Gian Enzo Duci

utenti (proprietari armatori e società di charter) e dell’Agenzia delle Entrate che, nell’analizzare l’incidenza fiscale di ogni singolo yacht, potrà valersi di un rapporto terzo, una vera e propria certificazione fiscale, in grado potenzialmente di abbattere il numero dei contenziosi fiscali. Un’alleanza Liguria-Sardegna e una sfida per aumentare e migliorare la fruizione turistica dei territori anche attraverso un nuovo “patto sociale” fra Istituzioni e Stato. Invitato ad affrontare il tema della destagionalizzazione del turismo, Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, non si è potuto sottrarre a un commento sui risultati elettorali e sul suo progetto di un Movimento che rivitalizzi l’area politica sino a oggi occupata in particolare da Forza Italia. “Sì – ha detto Toti – dobbiamo destagionalizzare il centro-destra per renderlo più competitivo e coerente con un nuovo modello di sviluppo che un paese profondamente cambiato, più di quanto lo sia stato la politica, richiede e rende una scelta obbligata”. Toti, in perfetta sintonia con il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha quindi affrontato al Forum del lusso possibile di Porto Cervo il problema di un nuovo sistema turistico che si basi su Istituzioni che facciano le Istituzioni ma anche su imprese che abbiano il coraggio di investire. Solinas, collocandosi sulla stessa linea, e rispondendo alla provocazione del Presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, ha rimarcato come per la Sardegna il cambio di un modello di sviluppo rivelatosi fallimentare rappresenti un’emergenza e debba essere disegnato per attrarre perso-

Una certificazione Bureau Veritas per abbattere i contenziosi fiscali in Italia

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Achille Onorato


ne e capitali, sfidando il mercato turistico dei “non luoghi”, con una proposta turistica che faccia perno su un territorio, come è quello sardo, che, ad esempio, detiene un quinto del patrimonio turistico archeologico dell’Italia con eccellenze in gran parte sconosciute. Inevitabile che il Forum polarizzasse l’attenzione anche sul tema dei collegamenti, del trasporto e della raggiungibilità della Sardegna. Su questo tema il Ceo del Gruppo Moby, Achille Onorato, nel plaudire allo sforzo di destagionalizzazione, ha sottolineato come in quest’ottica anche nel trasporto sia da penalizzare la logica del “mordi e fuggi” di gruppi che abbandonano la Sardegna nella bassa stagione per spremere l’isola solo nei mesi in cui collegarla è remunerativo. “Chi vuole venire in estate – ha detto Onorato – deve assicurare il servizio anche in inverno” e da questo assunto dovrà muovere la nuova formulazione della convenzione nella cui elaborazione dovrà essere riconosciuto un ruolo prioritario della Regione Sardegna. “Programmazione e guida delle eccellenze, cogliendo la domanda di filiere anche nuove del turismo, considerando che nel mercato non esistono progetti stagionali, ma almeno annuali”. Questa la linea espressa con forza da Pietro Paolo Giampellegrini. Crociata contro le plastiche in mare Da Bertolaso una sfida per la flotta mondiale. Ma se tutti vietassero le plastiche non esisterebbero i prodotti biodegradabili in quantità sufficienti per sostituirle. Facile e per certi aspetti necessario - come sottolineato dalla Vicedirettrice di Legambiente, Serena Carpentieri - tenere alto l’allarme e fare crescere la sensibilità pubblica rispetto al problema della plastica in mare, molto meno facile trovare soluzioni per limitare drasticamente l’uso di oggetti in plastica non smaltibili e ancora più complesso progettare

sistemi davvero funzionanti per liberare oceani, ma anche mari così eco-sensibili come il Mediterraneo. Federagenti, che è stata una delle prime associazioni professionali a lanciare l’emergenza plastiche in mare proprio dal Forum del lusso possibile di Porto Cervo, ha proposto tre esperienze di frontiera per affrontare con concretezza queste problematiche e pragmatismo un problema che ha condivisioni ma non soluzioni comuni. Guido Bertolaso, già responsabile della Protezione Civile, non solo ha presentato una Onlus internazionale “A sea to live”, ma anche una sommatoria di progetti virtuosi per eliminare una quota crescente delle plastiche sia dai fiumi che dai mari. Da meccanismi rotanti da applicare lungo il corso dei fiumi, responsabili delle maggiori quantità di versamenti di plastica in mare, a navi sperimentali (ipotizzato anche un rapporto di collaborazione con il Gruppo Onorato) sino a un sistema da applicare alle carene di una quota percentuale significativa delle navi (oltre 500.000) che operano sulle rotte commerciali del mondo. Ma - come detto - per le plastiche esiste anche un problema di sostituzione e quindi di disponibilità di prodotti biodegradabili ad hoc che sono commercializzati - come sottolineato da Gian Luca Greco di Natur World - da un ristretto gruppo di multinazionali che non sono oggi disponibili per garantire un’effettiva sostituzione della plastica nelle crescenti quantità richieste da una domanda destinata a esplodere. Infine, nel corso della sessione dedicata dal Forum in corso a Porto Cervo, è stato presentato un progetto innovativo di bicchieri dotati di un chip in grado di garantire una massiccia sostituzione dei bicchieri di plastica monouso, nel corso di grandi eventi. Progetto questo lanciato da una startup genovese. Paola Martino

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Porto Cervo ha ospitato il Forum del lusso possibile Q

uest’anno il Forum si è focalizzafune dalla sua parte mettendo in crisi il dialoto su tre tematiche di grande atgo. Dobbiamo avere oggi onestà intellettuale tualità: il mercato dei mega yacht e capire unitariamente dove vogliamo andare e le problematiche fiscali e amministratiin futuro. ve; il tema dell’inquinamento da plastiche Come conciliare lo spirito associativo e (lanciato per la prima volta proprio dal Fol’individualità degli imprenditori? rum del lusso possibile due anni addietro Questo è un problema italiano in quanto e puntato quest’anno sulla concretezza di l’italiano è un individualista il che è una ricidee progetto) e la destagionalizzazione chezza perché ci caratterizza e ci dà il tocco del turismo in particolare in regioni come in più ma allo stesso tempo bisogna rendersi Sardegna e Liguria. Giovanni Gasparini, conto che per certi obiettivi occorre un lavoro presidente sezione Yacht di Federagenti comune è una visione moderna di tutte le proha risposto ad alcune domande di PORblematiche che ci stanno attorno. TO&interporto. Scendendo sul territorio, secondo lei Presidente Gasparini qual’è il rapporla destagionalizzazione della Sardegna è Giovanni Gasparini to con le associazioni? possibile? Noi come Federagenti siamo sempre stati fautori di accordi La destagionalizzazione pesa un po’ su tutto il turismo percon le associazioni di categoria che rappresentano il mondo che è una particolaritá del settore. della nautica. Oggi si fa un gran dire di far sistema e fare siIl problema dell’industria turistica è un problema che noi nergie ma purtroppo rimangono spesso solo buone intenzioni viviamo di più: l’accoglienza turistica è un qualcosa che viene che non portano da nessuna parte. Secondo me le proble- vista e vissuta dalla popolazione in modo molto particolare matiche che oggi andremo a toccare, dalla destagionalizza- perché tutti i cittadini, anche chi non è coinvolto direttamente zione alla continuità territoriale, dalla ricettività alle ricchezze nell’attività turistica, sono di fatto, chiamati a dare il prorpio dei territori fino all’impatto ambientale delle plastiche e dei contributo all’ospitalità. Il turista è un ospite che viene a casa combustibili richiedono un con forza che le associazioni si tua anche se non sei un ristoratore, di conseguenza essere uniscano, ognuna con la propria ricchezza e con la propria ben disposti verso questo industria da possibilità di arricchiparticolarità con un obiettivo comune che è quello di far sen- mento del territorio. tire la voce della Industria nautica che va dalla cantieristica ai Quali secondo lei potrebbero essere le strategie di proservizi per gli yacht in modo da far sentire la nostra voce che mozione di questi territori anche nei confronti del turiè una voce propositiva che non è solo di interessi di categoria smo del lusso e dei mega yacht? ma anche di sviluppo dei territori che accolgono questo tipo Fondamentalmente il turismo fa anche rima con relax e di traffico. svago; una politica comune tra cittadini ed enti dovrebbe esLa Federagenti cosa ha proposto a Nautica Italiana? sere orientata alla serenità degli operatori creando una norNon abbiamo fatto delle proposte specifiche, ma ci siamo mativa semplice e facilmente attuabile resa efficace attraverresi disponibili anche per quanto riguarda i decreti attuativi so una semplificazione così che il comune, la regione, tutti gli che sono in essere per mettere a regime il nuovo codice della enti diventino nostri soci, ma non come spesso negativamennautica da diporto. Chiaramente è il caso che chi si occupa te si definisce il fisco, ma in maniera positiva. Soci costruttivi di questi lavori si sieda a un tavolo comune e faccia delle nel senso che ti aiutano a raggiungere gli obiettivi che poi in proposte in modo da andare al Ministero con delle proposte realtà sono comuni. Significherebbe trovare tutti assieme una credibili e spendibili in modo da mettere anche la controparte logica attuabile per allungare il periodo di apertura dei servizi amministrativa e ministeriale in una situazione di conoscenza di accoglienza. concreta delle problematiche senza che ogni parte tiri la sua Eugenia De Cesare

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Bunkeraggio a Sarroch utilità economica e logistica D

opo le notizie diffuse ad inizio anno circa le manovre della società Saras di Sarroch per diventare fornitore di bunker alle navi in scalo a Cagliari, scende in campo l’Associazione Agenti Marittimi della Sardegna per sostenere un progetto i cui benefici impatteranno positivamente sulla blue economy dell’Isola. Il Gruppo Saras gestisce la raffineria di Sarroch, una delle più grandi raffinerie del Mediterraneo ad elevata complessità che con i suoi 300.000 barili/giorno di capacità di raffinazione copre circa il 15% della capacità totale nazionale ed oltre l’80% della produzione è composta da prodotti a basso impatto ambientale. Ed è proprio sulle norme che andranno in vigore nei prossimi mesi circa ulteriori obblighi di utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo assieme a norme sempre più stringenti circa l’impatto ambientale dello shipping, che la Saras basa il suo progetto di bunkeraggio a Cagliari/Sarroch. Ricordiamo che dopo aver annunciato il progetto a fine 2018, nei primi mesi del 2019 la Saras ha chiesto la concessione per fornire bunker e si è messa sul mercato attraverso brokers specializzati alla ricerca di bettoline idonee al servizio. L’Associazione Sarda degli Agenti Marittimi presieduta da Giancarlo Acciaro, nell’interesse dell’intero cluster marittimo dell’Isola ha deciso dare visibilità a questa iniziativa organizzando un convegno che si svolgerà a settembre a Cagliari. PORTO&interporto, durante Il “Forum del lusso possibile” di Federagenti svoltosi a Porto Cervo ne ha parlato con Marco Argiolas (General manager di Star Sardinia srl, agen-

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Da sinistra Alessio e Marco Argiolas zia marittima di Sarroch) componente dell’Associazione che segue l’organizzazione del convegno. “A settembre organizzeremo un convegno a Cagliari dove porteremo in discussione le nuove possibilità di espansione che porterebbe il bunkeraggio a Sarroch, questa attività potrebbe essere occasione di grande sviluppo.” Sono ben 20.000 le navi che transitano per il Mediterraneo e vista la centralità dell’Isola un numero considerevole di queste navi avrebbero sicuramente interesse ad uno scalo tecnico che non portandole fuori dalla rotta prevista risultasse, già per questo, più economica. “Al fine di trattare l’argomento fornendo una serie di riflessioni sia agli operatori sia agli Enti coinvolti ed anche alla pubblica opinione, abbiamo intenzione di coinvolgere i soggetti più rappresentativi possibile, pensiamo ovviamente al Gruppo Saras, a Confitarma e Assarmatori, l’Adsp Mare di Sardegna, i Broker specializzati e ovviamente la Regione oltre a rappresentanti dell’economia marittima isolana.” Continua Marco Argiolas “L’Associa-

zione Agenti Marittimi della Sardegna la considera un’occasione importante per sviluppare il traffico e l’occupazione. Si tratta di un’attività rivola allo shipping che ritorna dopo circa 25 anni grazie anche alle nuove politiche sull’ambiente e l’obbligo di utilizzo da parte delle navi di carburanti a basso tenore di zolfo.” “La prossima ulteriore restrizione in termini ambientali avvantaggerebbe la creazione del bunker a Cagliari e Sarroch in quanto i combustibili a basso tenore di zolfo sono prodotti in loco dalla raffineria di Sarroch. È una situazione rara che intendiamo sottolineare.” Negli altri porti per offrire il servizio di rifornimento sono utilizzati depositi costieri ai quali bisogna rifornire il combustibile con un trasporto dedicato che incide negativamente non solo in termini economici ma anche generando ulteriore inquinamento. “Come dicevo - conclude Argiolas - nel nostro caso ci sarebbero costi limitatissimi di logistica in quanto la raffineria sorge in prossimità della zona di bunkeraggio. Ricordiamo che Gibilterra o Malta non hanno raffinerie. Creando uno scalo tecnico per le navi a Cagliari o Sarroch è facilmente immaginabile che il porto possa diventare base per altri servizi di assistenza alla nave quali ad esempio servizi di fornitura, gestione dei cambi di equipaggi, ecc. La soluzione di un bunker nel golfo Cagliari, e nel porto di Sarroch, sarebbe ideale per l’armatore in quanto il rifornimento potrebbe essere effettuato sia in rada sia al pontile della raffineria di Sarroch sia in banchina al Terminal Container di Cagliari.” MDC


“Mediterraneo. Opportunità, criticità e prospettive” D

all’analisi del fenomeno migratorio alle interrelazioni tra il Mediterraneo e le vicende dell’Alleanza Atlantica, dalla politica di vicinato dell’Unione Europea al ruolo della portualità per lo sviluppo economico presente e futuro del bacino. Sono solo alcuni dei temi del volume realizzato dal Club Atlantico di Napoli “Mediterraneo. Opportunità, criticità e prospettive”, raccolta di saggi che, come spiegato da Giosue Grimaldi, presidente del Club, “rappresenta solo il primo volume di una serie di iniziative dedicate allo studio delle principali problematiche inerenti il mare nostrum”. “Il saggio – ha affermato il presidente del Comitato scientifico del Club, in sede di presentazione dell’opera – è una considerazione comune, un ‘lavoro di squadra’ rispetto a quello che è uno degli obiettivi fondanti della nostra associazione: favorire la conoscenza delle dinamiche economiche, culturali e politiche del Bacino; tematiche – come ben noto – strettamente collegate con quelle che quotidianamente vengono discusse nelle sedi delle istituzioni europee”. Realizzato da personalità del mondo della diplomazia, dell’Università, della ricerca e dell’impresa l’iniziativa è improntata a restituire il senso della complessità delle problematiche da affrontare. “Un modo di prendere le distanze – ha sottolineato Gabriele Checchia, già presidente del Club di Napoli – da quanti ritengono che a temi complessi possano corrispondere risposte semplici”. Ida Caracciolo (Giudice ad hoc della Corte europea dei diritti umani). “Il quadro giuridico applicabile all’immigrazione in mare è obiettivamente molto articolato poiché è formato da norme i cui oggetti e scopi non coincidono. Inoltre, alcune di queste norme, soprattutto quelle di soccorso in mare, sono de facto divenute strumentali alla tutela dei diritti umani, in particolari, alla protezione dei richiedenti asilo e similari. Si assiste allora nella prassi a due opposte tendenze; da un canto quello di considerare la UNCLOS, o più in generale il diritto del mare, come sistema autonomo e separato che esaurisce la sua funzione nel garantire l’ordine e la sicurezza dei mari e della navigazione senza che altre conseguenze ne possano essere tratte. Dall’altra, vi è la tendenza ad includere negli obbli-

ghi relativi alla ricerca e al salvataggio contenuti attinenti alla tutela dei diritti umani anche nel silenzio della norma di riferimento”. Massimo Galluppi (Professore storia delle relazioni internazionali, Università Orientale). L’idea di un “Piano Marshall” per l’Africa, continente che al 2050 ospiterà 2,5 miliardi di persone si sta facendo strada nelle istituzioni europee. Mancano, tuttavia, al netto della ferma opposizione dei paesi del Fronte di Visegrad, orientamenti e strumenti pratici per rendere possibile questa strada. Nel frattemto “si continueranno ad immaginare nuovi strumenti da adottare e nuovi percorsi da seguire per rimpatriare i migranti economici che sono oltre l’80% di coloro che sbarcano in Europa: uomini, donne e bambini che nessuno vuole e dei quali si parla solo per dire che devono tornare dove sono venuti. Si continuerà a discutere del grande Piano, il quale, anche nel caso in cui fosse finalmente adottato e disponesse delle risorse finanziarie necessarie, manifesterebbe i suoi effetti di qui a qualche decennio”. Massimo Lo Cicero (Economista). L’Italia deve affrontare “tre scogli complicati” per uscire dal contesto di stagnazione della produzione industriale avviato a partire dal biennio 2017-18: “nella politica, nel rapporto Nord – Sud, nella qualità e nei processi sociali che dovrebbero ricomporre il divario

tra la peggiore burocrazia europea”. “Dalla divergenza il Nord e il Sud devono tornare alla convergenza: integrare export e import con le grandi banche e le grand imprese. Nel Sud, invece, bisogna anche trasformare i servizi, dal turismo alle infrastrutture e arginare la mafie ed i mercati neri. Dobbiamo portare verso i mercati finanziari la rete meridionale delle banche locali, e degli hub necessari, per allargare la circolazione della moneta e non rinchiudere quelle singole banche in se stesse”. G.G.

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Genova si conferma Capitale della Blue Economy S

i è conclusa con grande soddisfazione degli addetti ai lavori la II edizione del Blue Economy Summit, la manifestazione dedicata all’economia del mare promossa dal Comune di Genova e dall’Associazione Genova Smart City. Una tre giorni che ha visto le istituzioni affiancare il cluster marittimo nel ribadire il proprio impegno nell’investire in infrastrutture e in nuove tecnologie dedicando una particolare attenzione all’ambiente. “Questa edizione - ha sottolineato Giancarlo Vinacci, assessore allo sviluppo economico - ha ribadito sia la centralità di Genova nell’economia del mare italiana, sia quanto la blue economy sia primaria nelle strategie e nelle linee programmatiche per lo sviluppo della nostra città. E’ un settore fonda-

mentale per il tessuto imprenditoriale locale, che crea numerosi sbocchi professionali e, di conseguenza, una maggiore occupazione. In quest’ottica stiamo lavorando a una strategia di lungo periodo che vede coinvolte tutte le istituzioni del territorio per trovare il giusto equilibrio tra lo sviluppo di tutta la filiera del blu e quello delle professioni legate all’economia del mare affinché giovani di altri territori vengano a specializzarsi da noi per poi trovare un ambiente lavorativo favorevole per restarci tutta la vita. E’ per questo motivo che abbiamo esteso il protocollo Genoa Blue Forum a Regione Liguria, considerato il suo impegno trasversale nella formazione nel settore della Blue Economy e che ci auguriamo sia presto sottoscritto anche dall’Autorità di Sistema Portuale

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del Mar Ligure Occidentale.” Una particolare attenzione è stata dedicata alla formazione per creare consapevolezza nei più giovani di tutte le opportunità che nascono dal mare. Sono stati 700 gli studenti che hanno partecipato alle sette visite tecniche a calendario presso le eccellenze del porto di Genova tra cui i 150 studenti dell’Istituto Nautico San Giorgio cui è stata dedicata la sessione finale con i protagonisti dell’economia marittima. L’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, l’Ammiraglio Nicola Carlone assieme ad Achille Onorato, Gregorio Gavarone, Dario Bocchetti e Alberto Amico e tanti altri protagonisti hanno illustrato alle nuove generazioni, ai futuri operatori della blue economy, 200 anni di storia fatta di successo e

passione per il mare. In questa occasione il protocollo d’intesa Genoa Blue Forum è stato esteso anche a Regione Liguria per il suo impegno trasversale nella formazione, in particolare, per gli investimenti nel settore della Blue Economy che hanno portato al 77% di occupazione media. Una manifestazione che aveva visto i protagonisti del comparto marittimo e le istituzioni assieme per un pranzo inaugurale a bordo della MSC Seaview e che poi si sono nuovamente ritrovati in occasione del tradizionale networking dinner organizzato dal Propeller Club Port of Genoa grazie al contributo del Gruppo Spinelli. Evento conclusivo del summit, si è focalizzato sul binomio “Blue & Green” oggi strategia imprescindibile per gli operatori marittimi che nelle strategie di sviluppo dei traffici trasportistici non possono dimenticare la tutela ambientale. Sempre in occasione del Blue Economy Summit, si è anche tenuto il battesimo della ro-ro Maria Grazia Onorato, la nave con la più grande capacità di carico di tutto il Mediterraneo e totalmente green, che sarà in grado di togliere importante traffico dalle strade per servire l’asse Nord-Sud del Paese. Si è tenuto inoltre il Festival del Mare, organizzato dall’Università di Genova sempre durante il mese di maggio, che passerà poi il testimone alla Genoa Shipping Week promossa da Assagenti che dal 24 al 30 giugno animerà la città con convegni - tra cui il Med Sea Works - ed eventi divulgativi per promuovere la cultura portuale. Stefania Vergani


Capacità di gestione delle risorse finanziarie

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romuovere l’economia del mare anla realizzazione di un campus di eccellenza che grazie al concorso di tutti gli enti nella cui offerta formativa rientrerà senz’ale le istituzioni territoriali. È l’obiettivo tro un master in blue management. del protocollo Genoa Blue Forum cui ha adeÈ fiducioso sul futuro della città? rito anche la Regione Liguria nel corso della L’allineamento istituzionale registrato seconda edizione del Blue Economy Forum dopo la tragedia del ponte Morandi sta prodi Genova. A margine della manifestazione, ducendo buoni frutti. La finalizzazione del PORTO&interporto ne parla con l’assessore progetto di ribaltamento a mare, ad esemallo Sviluppo Economico del comune, Gianpio, va a risolvere uno dei grandi problemi carlo Vinacci. della città: la mancanza di spazi per l’inseQuali sono le finalità di questo accordiamento di attività produttive. Allo stesso do? tempo si è avviata la grande trasformazione L’adesione della Regione chiude il quadro del waterfront che, dall’area della fiera fino di un’iniziativa che mette a sistema le rappreal porto antico e alla Lanterna, trasformerà sentanze territoriali rispetto al tema fondaGenova in una città più giovane, smart e mentale dell’economia marittima. Il traguardo vivibile. Giancarlo Vinacci cui puntiamo è quello di sostenere l’eccellenSecondo quali linee di programmazioza delle attività cittadine a livello internazionale, far capire in ne? quale direzione ci stiamo muovendo, creando le condizioni La blue economy, per vocazione, ma anche settori d’aper la formazione dei giovani e di posti di lavoro. vanguardia come l’industria ad alta tecnologia e la robotica. Le iniziative del suo assessorato su questo tema? In quest’ottica rientra anche il su citato progetto per la reaLo Sviluppo Economico è per sua natura un assessorato lizzazione di un campus al alta specializzazione. Mettere a trasversale che è coinvolto in un ruolo di supervisione nei sistema tutte le risorse sul territorio ci permetterà di giocare principali progetti in atto. Si lavora, sostanzialmente, su due un ruolo primario anche nell’ambito della BRI. È venuto il mobinari differenti: l’immediato, con interventi per favorire l’inse- mento di sfruttare nella pratica i famosi sei giorni in meno di diamento delle aziende, e il lungo termine, con l’obiettivo di navigazione rispetto al Northern Range, purchè si riesca ad creare le condizioni ottimali per la creazione di lavoro. Sotto ospitare i nuovi giganti da 22mila TEU. questo aspetto, per una serie di condizioni favorevoli, Genova Le ZLS potrebbero aiutare a raggiungere il traguardo? sta vivendo un momento di grande effervescenza. La realizSi tratta di uno strumento di semplificazione interessante zazione di grandi progetti infrastrutturali – tra questi senz’al- ma non basta ad attrarre l’attenzione dei mercati internaziotro il ribaltamento a mare delle aree Fincantieri e la grande nali. Avere maggiore capacità di gestione delle risorse finandiga foranea – apre grandi margini di potenzialità alla blue ziarie, come avviene ad esempio a Rotterdam, renderebbe economy. Un’occasione che vogliamo cogliere con un’ulte- tutto più semplice. riore iniziativa: stiamo cercando un partner internazionale per G.G.

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ASSONAVE 2018 “L’anno del Gattopardo” S

i è tenuta a Roma, sotto la presidenza dell’Amb. Vincenzo Petrone, l’Assemblea degli Associati e degli Aggregati di ASSONAVE, l’Associazione che rappresenta l’industria navalmeccanica italiana e che ha approvato il Bilancio 2018 e il Preventivo 2019. Ne è emerso un quadro del settore cantieristico mondiale che, seppur in ripresa, dopo i minimi ventennali segnati nel 2016, registra il ripetersi di gran parte di quelle dinamiche che hanno portato ai passati problemi di overcapacity, con conseguente oversupply, e che hanno generato repentini crolli del mercato da una parte, e l’uscita dei cantieri Italiani ed Europei da interi segmenti di mercato dall’altra. L’Europa, in passato, era infatti leader in tutti i segmenti della navalmeccanica, per poi perdere progressivamente, in parte rilevante a causa dell’utilizzo di pratiche lesive della concorrenza da parte dei cantieri del Est Asiatico, prima il segmento dei tanker e dei bulker, poi dei portacontainer, poi gran parte dell’Offshore, e trovandosi adesso sotto forte attacco sui Ferries, e con un inizio di attacco anche sul segmento Cruise. Il ripetersi delle stesse dinamiche richiede necessariamente un intervento regolamentare incrementale rispetto allo stato dell’arte, e, poiché tutto ciò ancora non è avvenuto, Assonave ha definito il 2018 come l’Anno del Gattopardo: “Tutto cambia perché niente cambi”, con un mercato tornato ad essere roseo, ma senza aver risolto nessuna delle problematiche del passato. In particolare, la relazione del Presidente di Assonave all’Assemblea dei Soci illustra che, secondo i dati IHS Fairplay opportunamente rivisti dall’Ufficio Studi Assonave, nel 2018 gli ordini mondiali di nuove di navi mercantili si sono attestati sui 28,4 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata (tsl.) in crescita del 32% rispetto al 2017. La ripresa inoltre non risulta essere omogenea, con settori quali quello crocieristico che si conferma in ottima salute, i settori militare e nautico che evidenziano prospettive promettenti, quello delle navi standard e soprattutto High Tech in forte ripresa rispetto al 2017, mentre il segmento Offshore è ancora praticamente fermo. In maggior dettaglio, il settore Cruise

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fa registrare un 2018 eccellente, con 23 nuove navi ordinate sopra le 10.000 tsl, a cui si aggiungono memorandum e lettere di intenti per ulteriori 17 navi, il che porta il portafoglio ordini al record di 103 navi, mentre sono stati perfezionati ordini militari per un valore di circa Euro 51,2 mld, pari a 167 unità, contro le 66 unità, dal valore di Euro 16 mld, del 2017. La domanda mondiale di Ferries nel 2018 è più che raddoppiata raggiungendo circa 1,5 milioni di tsl, mentre la Nautica da Diporto ha fatto registrare una crescita del 9,5% (Fonte Ucina), con 26 nuovi ordini di Mega-Yacht (Yacht di lunghezza maggiore di 60 metri), in linea con il 2017. Il mercato Oil & Gas Offshore infine rimane praticamente fermo, con un solo nuovo ordine di Rigs (il primo dal 2015) e soli 16 nuovi ordini di Supply Vessels (in passato erano centinaia). Nel 2018 il mercato mercantile globale ha quindi consolidato la ripresa del 2017, dopo un 2016 di probabile, e auspicabile, punto di minimo generale. Ciò nonostante il 2018 ha visto nuovi ordini per 1.401 navi, e consegne per 2.401 navi, ben 1.000 navi di differenza con conseguente calo del Portafoglio Ordini generale. Ciò è indicativo del perpetrarsi di una situazione di sbilanciamento tra la capacità produttiva mondiale (che aveva addirittura raggiunto le 3.706 consegne nel 2010), e la capacità del mercato di assorbire tale capacità produttiva, con conseguente permanere di una situazione di crisi più o meno conclamata per overcapacity (i dati in tonnellaggio vanno nella stessa direzione). I dati relativi a Cina, Corea del Sud e Giappone confermano questa tendenza, mentre in Europa è in corso il trend opposto, avendo visto per il sesto anno consecutivo un livello di consegne inferiore al livello degli ordini, con conseguente crescita continua del Portafoglio Ordini. L’Europa però viaggia su volumi assoluti molto inferiori rispetto alle altre aree geografiche sopra citate, dal momento che la domanda 2018 si attesta per l’Europa al 10% di quota, contro il 26% della Cina ed il 41% della Corea, tornata prepotentemente leader di mercato nel 2018. Analogamente all’anno passato però, parte rilevante delle nuove acquisizioni coreane sono state generate da società armatoriali

direttamente legate allo Stato, con il chiaro obiettivo di mitigare la crisi cantieristica del Paese, costata negli ultimi 2 anni interventi per oltre 30 miliardi di dollari da parte del Governo di Seoul. La cantieristica italiana, e la relativa supply chain, grazie alla propria capacità strategica, si continuano quindi a trovare complessivamente dalla parte giusta del mercato, ed hanno un sistema produttivo sano ed equilibrato nei rapporti tra ordini e capacità produttiva, ma il fatto che in Italia, oltre che in Europa, la stragrande maggioranza dei nuovi ordini di navi commerciali


appartenga al segmento passeggeri, è indicativo di una situazione di estrema fragilità della propria posizione competitiva: se attaccati con successo su tale segmento, sarebbe ben difficile poter virare altrove la nostra capacità produttiva, e l’Est Asiatico ha dichiarato, espressamente, tale intenzione. Per fronteggiare i suddetti rischi si raccomanda che gli Associati seguano due strategie: la prima è quella di massimizzare l’efficacia e la competitività nel breve e nel medio termine: questo sarà compito di ciascuna azienda, ed Assonave potrà solo supportare tale processo con progetti ad hoc, come già accade. Al contrario della prima, la seconda strategia può essere compiutamente portata avanti solo da un’associazione come Assonave, ma con il supporto fondamentale dei propri soci. La somma di queste due strategie sintetizza la mission di Assonave, e, perseguendo tale mission, L’Associazione nel 2018 ha organizzato le pro-

prie attività in 5 aree chiave, descritte in dettaglio nella relazione del Presidente. La prima area è quella delle attività volte all’incremento di visibilità e al riconoscimento della strategicità del settore marittimo in Europa, area su cui sono stati fatti passi da gigante rispetto al passato, con i maggiori stakeholder europei che hanno finalmente annoverato il nostro settore tra quelli strategici per l’Europa. La seconda area e quella delle attività volte al presidio dei temi di finanza agevolata in vista della programmazione Finanziaria Europea 2021-2028, dove, a differenza del passato, grazie all’attività congiunta con Sea Europe, stiamo ponendole le basi per assicurare che i temi di Ricerca ed Innovazione più cari al nostro settore siano effettivamente presenti, e con budget adeguato, nella prossima programmazione. La terza area chiave è rappresentata dalle attività volte alla salvaguardia dell’industria navalmeccanica europea

dalle pratiche di concorrenza sleale, su cui stiamo ponendo le basi per la costruzione di un mercato con regole nuove, condivise, cogenti e applicabili ovunque indistintamente, per poi strutturare le nostre aziende su tali logiche, o, in alternativa, per la costruzione di azioni unilaterali a difesa dei nostri interessi. La quarta area, che richiede grande impegno, è quella delle attività di presidio del programma di costruzione di un sistema di difesa comune europea, su cui stiamo facendo la nostra parte per massimizzare il ruolo della componente navale. La quinta area è infine quella delle attività di rappresentanza, influenza e stimolo della competitività dei nostri associati svolte in ambito nazionale. Tale area, che prima rappresentava la quasi totalità del raggio di azione dell’Associazione, riveste tuttora importanza fondamentale ed ha visto declinare numerosi progetti tra cui alcuni volti all’aumento della competitività dei nostri associati ed altri volti all’ottimizzazione della nostra capacità di rappresentanza ed influenza, tra cui segnaliamo le attività in essere volte all’aggregazione di tutta la rappresentanza che ruota intorno all’industria marittima nazionale. Paola Martino

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La “nuova” Cruise Roma presentata a Barcellona Il 27 maggio scorso, nel porto di Barcellona, il Gruppo Grimaldi ha presentato la “nuova” Cruise Roma, la prima nave del Mediterraneo con zero emissioni in porto. Il cruise ferry è stato recentemente sottoposto a lavori di allungamento e restyling presso il cantiere Fincantieri di Palermo, a conclusione dei quali è tornato operativo sulla linea Civitavecchia - Porto Torres - Barcellona. La breve cerimonia ha visto la partecipazione delle autorità civili e marittime, clienti e partner del Gruppo Grimaldi. In particolare, presenti erano Mercé Conesa i Pagès, Presidente dell’Autorità Portuale di Barcellona, Leandro Melgar Casillas, Director de Explotación de Puertos del Estado, Francesco Maria di Majo, Presidente AdSP Civitavecchia, Gaia Danese, Console Generale Italiano a Barcellona. Gli onori di casa sono stati fatti da Guido Grimaldi, Corporate Short Sea Shipping Commercial Director del Gruppo partenopeo. Già prima dei lavori di allungamento, la Cruise Roma, ammiraglia del Gruppo Grimaldi, era tra i traghetti più grandi al mondo per il trasporto di merci e passeggeri. Grazie all’inserimento di un troncone di 29 metri, adesso l’unità misura 254 metri e ha una stazza lorda di circa 63.000 tonnellate. A disposizione dei 3.500 passeggeri che la nave è ora in grado di ospitare vi sono 499 cabine (per un totale di 1.994 posti letto) e 600 comode poltrone reclinabili. Inoltre, i tre ristoranti della Cruise Roma sono in grado di accogliere 850 persone, 280 in più rispetto a prima, grazie all’aggiunta di un ristorante “Family self-service”. Infine, per quanto riguarda i veicoli, il ponte auto di 3.000 m2 ha una capacità di 271 automobili, mentre oltre 3.700

Da sinistra verso destra: Leandro Melgar Casillas, Director de Explotaciòn di Puertos del Estado; Mercè Conesa i Pagès, Presidente dell’Autorità Portuale di Barcellona; Gaia Danese, Console Generale d’Italia a Barcellona; Guido Grimaldi, armatore e Corporate Short Sea Shipping Commercial Director del Gruppo Grimaldi; Francesco Maria di Majo, Presidente dell’Adsp del Mar Tirreno Centro Settentrionale. metri lineari sono destinati a circa 210 mezzi pesanti. Sotto il profilo tecnologico, sono state adottate soluzioni d’avanguardia volte alla riduzione dell’impatto am-

impianto di mega batterie a litio della capacità di oltre 5 MWh per alimentare la nave durante le soste nei porti senza la necessità di mettere in funzione i diesel-generatori, raggiungendo così l’obiettivo promosso dal Gruppo Grimaldi delle zero emissioni in porto. “La Cruise Roma rappresenta lo scenario ideale per mostrare in che modo siamo riusciti a realizzare i nostri obiettivi in tema di mobilità e sostenibilità ambientale”, ha dichiarato durante la cerimonia di presentazione Guido Grimaldi. “Siamo convinti che il futuro sia ‘Green’ e assicuriamo che il Gruppo Grimaldi garantirà il massimo sforzo affinché i trasporti e la logistica siano sempre più all’avanguardia nella sostenibilità ambientale, nell’innovazione tecnologica e nella sicurezza”. RedMar

Grazie ai lavori di allungamento e ammodernamento, è la prima nave del Mediterraneo con zero emissioni in porto

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bientale e al risparmio energetico. In particolare, sono stati installati quattro scrubber per la depurazione dei gas di scarico al fine di abbattere le emissioni di zolfo fino allo 0,1% in massa – pari a 5 volte meglio di quanto sarà previsto dalla nuova normativa dell’IMO a partire dal 2020 – e di ridurre il particolato dell’80%. È stato inoltre installato un


Fincantieri: varata a Stabia l’unità multiruolo “Trieste” A

lla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto dal Presidente di Fincantieri Giampiero Massolo e dall’Amministratore delegato Giuseppe Bono, si è svolta, presso il cantiere di Castellammare di Stabia, la cerimonia di varo di Nave “Trieste”, unità anfibia multiruolo e multifunzione, concepita, fin dalla fase preliminare del progetto, per essere uno strumento flessibile, multi-purpose by design, modulare, e a basso impatto ambientale. Si tratta di un’unità di tipo LHD (Landing Helicopter Dock) per le sue capacità d’impiego di aeromobili e mezzi anfibi, grazie alla disponibilità di un ponte di volo e un bacino allagabile interno alla nave. La nuova unità sarà consegnata nel 2022 e rientra nel Programma navale per la tutela della capacità marittima della Difesa, deciso dal Governo e dal Parlamento e avviato nel maggio 2015 (“Legge Navale”). La Madrina della nave è stata Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica. Alla cerimonia sono intervenuti, fra gli altri, il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio, il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli e il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di squadra Valter Girardelli. Nave “Trieste” sarà certificata da RINA Services in accordo con le convenzioni internazionali per la prevenzione dell’inquinamento sia per gli aspetti più tradizionali come quelli trattati dalla Convenzione MARPOL, sia per quelli non ancora cogenti, come quelli trattati nella Convenzione di Hong Kong relativamente alla emissione del “Green Passport”. Caratteristiche dell’unità: LHD - Landing Helicopter Dock. L’unità avrà una lunghezza di circa 214 metri, una velocità massima di 25 nodi, e sarà dotata di un sistema di propulsione del tipo CODLOG (COmbined Diesel eLectric Or Gas) che utilizza la propulsione elettrica per le andature a basse velocità, in linea con la policy ambientale della Marina Militare (“Flotta Verde”). Le caratteristiche costruttive e di ar-

Giuseppe Bono mamento di nave “Trieste” le consentiranno di proiettare e sostenere – in aree di crisi – la forza da sbarco della Marina Militare e la capacità nazionale di proiezione dal mare della Difesa, di assicurare il trasporto strategico di un numero elevato di mezzi, personale e materiali e di concorrere con la Protezione Civile alle attività di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, essendo anche in grado di fornire acqua potabile, alimentazione elettrica e supporto sanitario. L’Unità potrà inoltre assolvere le funzioni di comando e controllo nell’ambito di emergenze in mare, evacuazione di connazionali e assistenza umanitaria. Con oltre 1.000 posti letto disponibili, la nuova LHD sarà dotata di un ponte di volo per elicotteri, di circa 230 metri, per assicurare l’operatività di un battaglione di 600 uomini e di un ponte garage in grado di ospitare 1200 metri lineari di veicoli gommati e cingolati, sia civili che militari. Il bacino allagabile, lungo 50 metri e largo 15, consentirà alla nave di operare con i più moderni mezzi anfibi in dotazione alle Marine NATO e dell’Unione Europea. Le varie aree di stivaggio del carico saranno accessibili tramite gru, rampe poppiere e laterali, e la movimentazione del carico sarà affidata a rampe interne ed elevatori. Sarà presente a bordo un ospedale completamente attrezzato, con sale chirurgiche, radiologia e analisi, gabinetto dentistico e zona degenza per 27 ricoverati gravi (ulteriori ricoveri sono possibili in moduli container opportunamente attrezzati).

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Mediterraneo patrimonio dell’umanità

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on solo nautica in banchina ad Alghero per il primo appuntamento del Nautic Event 315°. Organizzato dalla camera di Commercio di Sassari con Assonautica Nord Sardegna e l’Azienda Speciale Promocamera, con la collaborazione del Comune di Alghero, della Fondazione Alghero, del Consorzio del Porto di Alghero e da un partenariato composto dai comuni costieri, dalle aree marine protette, e dai Parchi di Porto Conte e Asinara, il meeting ha visto la partecipazione delle eccellenze sia del settore nautico che delle produzioni enogastronomiche locali. Binomio imprescindibile, quello fra terra e mare, in un’isola come la Sardegna dove i saperi ed i sapori antichi del mare e del territorio, si confondono in un unicum irripetibile. “Un evento importante per le nostre imprese - commenta il presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini - che hanno dimostrato di credere in questa iniziativa, e che attraverso il Premio lanciano un segnale importante di sviluppo e collaborazione a tutto il Mediterraneo. Dal nostro territorio parte un messaggio di unione che legherà lo sviluppo alla sostenibilità ambientale e sociale.” Il respiro internazionale della manifestazione è stato confermato dal Premio Internazionale “Mediterraneo Patrimonio dell’Umanità” alla sua prima edizione, dedicato a un tema estrema-

mente attuale come quello della difesa ambientale, della biodiversità e della sostenibilità. Un confronto tra culture, popoli e visioni di futuro che ha messo in circolo idee e progetti realizzati o

ha permesso alla comunità locale di ritrovare non solo dignità e possibilità di sopravvivenza, lavorando, ma anche di tenere viva una cultura che è diventata opportunità di futuro. Per la categoria “progetti di recupero e rigenerazione sostenibili”, è stato scelto dalla giuria il progetto greco “Costa Nostrum - Certification Standard for the Sustainable Management & Development of Mediterranean Beaches” di Vasileios Zisimopouluscon. Il progetto si basa su un’esperienza di qualità ambientale fatta a Creta che prevede la possibilità di certificare le spiagge e le zone costiere utilizzando una serie di parametri compreso il giudizio dei turisti e dei fruitori dei servizi. “Il Mediterraneo non deve dividerci - spiega l’ambasciatrice albanese Anila Bitri - anche se per gli albanesi il rapporto con il mare è stato difficile. Ci sentiamo molto vicini all’Italia, questo mare è uno specchio nel quale rivedersi e riconoscersi. Solo con il confronto con il diverso si aprono le menti e dalle differenze nascono i progetti. Iniziative come queste ci permettono di conoscerci e lavorare insieme per costruire un domani di pace e collaborazione.” Sulla stessa lunghezza d’onda l’ambasciatore egiziano Hisham Badr che sta lavorando con altre regioni italiane

Il Premio internazionale dedicato alla ricerca e la diffusione di progetti innovativi nei paesi mediterranei

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in fase di realizzazione provenienti da tutti i Paesi che si affacciano su quella che è stata definita la “Culla delle Civiltà”. Con la fattiva partecipazione degli ambasciatori di Albania, Anila Bitri, della Croazia, Jasen Mesic, e d’Egitto Hisham Badr, il premio è stato consegnato per la “categoria arte e cultura” all’egiziano Hamdy Mahamud Elesetouhy per il progetto “Shazli”, il nome di un villaggio che rischiava di sparire nel deserto. Il progetto riguarda la sua riqualificazione recuperando antiche tecniche di costruzione, da tramandare ai giovani impegnati nel progetto e sfruttando materiali locali. La ricostruzione e la creazione di aree comuni per le attività legate alla pastorizia, alla vita sociale e religiosa, al recupero delle acque ed al loro utilizzo attraverso sistemi che sfruttano l’azione del vento,


per una serie di protocolli su argomenti quali la portualità e gli scambi commerciali. “Da questo Premio – ha dichiarato l’ambasciatore Badr - arriva un segnale importante di speranza e condivisione per tutti i Paesi del Mediterraneo. Per costruire ponti ma soprattutto attraversarli. Per un mare che unisca partendo da progetti comuni, dando spazi, come ha fatto questo premio, alle idee, alla buona volontà e alle buone pratiche. Dobbiamo cambiare il Mediterraneo – ha aggiunto Badr - da qui parte una sfida ma anche un’opportunità.” Elemento che accomuna i diversi Paesi mediterranei sono le isole, e su questo ha puntato l’intervento dell’ambasciatore croato Mesic. “In Croazia abbiamo ben 1242 isole – ha spiegato e le isole che sono territori fragili devono essere tutelate, garantendo servizi essenziali e qualità della vita. La diversità deve essere un valore e non una discriminante. Quello che è un punto di debolezza deve essere trasformato in un elemento di forza: tutto quello che è tipico può diventare volano di sviluppo anche economico, oltre a salvaguardare la cultura e le tradizioni locali. I prodotti locali di eccellenza, quelli artigianali, devono costare per quello che valgono. Il Premio – ha concluso Mesic - può essere occasione per scoprire a valorizzare le best practices da promuovere in tutto il bacino del nostro mare.” Annika Patregnani di Habitat Word, ideatrice del Premio, ha spiegato le finalità dell’evento e il calendario dei lavori e dei contatti con i soggetti pubblici e privati dei Paesi mediterranei invitati a partecipare. “In appena due mesi – ha ricordato l’architetto Patregnani - in molti hanno risposto all’appello e sono pervenuti ben 27 progetti, tutti validissimi che meritano di trovare attuazione e di essere sostenuti. Gli organizzatori intendono mantenere viva la proficua rete che si è creata fra tutti i partecipanti provenienti da tutto il Mediterraneo, allargandola ulteriormente e portando il Premio in tutti i Paesi interessati ad accoglierlo.” Moderata da Massimo Bernardo

giornalista di “Nautica”, è seguita una tavola rotonda con esperti e componenti della giuria, sui due temi del premio. Tutti hanno portato un importante contributo di idee facendosi essi stessi ambasciatori e promotori dell’iniziativa presso le Istituzioni che rappresentano. Federico Massimo Ceschin, manager culturale per il Mibac, la sottoscritta in rappresentanza di Wista Italy, Emanuele Garcia, Vicepresidente ASCAME e Francesco De Melis, musicologo e antropologo, Giovanni Saccà del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, Alfredo Malcarne, Presidente Nazionale di Assonautica, hanno raccontato la loro esperienza e le attività messe in campo per diffondere conoscenza e tradizioni, aprendosi ad esperienze e contaminazioni culturali, in difesa dei valori che sono comuni ai popoli mediterranei. “Recuperare il fascino delle storie di questo mare – ha ammonito Bernardo - vale per una nuova sfida: essere capaci di reinventare questo spazio, sottraendolo a biechi progetti di “occuparlo” o di farne luogo di solo transito. La stessa Europa, sempre più settentrionale, è obbligata a ripensarsi anche come meridionale. Il Premio – ha con-

tinuato Bernardo – si riassume in tre parole “ mission, finalità, visione futura” ed ha l’obiettivo di fare del Mediterraneo un nuovo incubatore di idee. E’ importante parlare di mare, di coste e di spazi aperti da percorrere con progetti per arrivare ad un nuovo “portolano del Mediterraneo” da porre all’attenzione mondiale, di porto in porto, come interattivo, rilucente ponte di congiunzione tra l’est e l’ovest del mondo”. La giornata è stata conclusa dal Presidente di Assonautica Nord Sardegna Italo Senes, responsabile dell’organizzazione dell’evento, curato insieme ad Annika Patregnani. “Il Nautic Event 315° rappresenta per la Sardegna una grande opportunità. Le proposte del settore nautico e delle imprese dell’agroalimentare si sono coniugate alla perfezione. I temi trattati hanno permesso ai giovani di confrontarsi dal vivo con realtà economiche che rappresentano occasioni di formazione professionale e occupazione. Il Nautic Event è riuscito a coinvolgere tutti, centrando pienamente l’obiettivo. Lavoreremo trovando sempre più larghe adesioni per dare seguito a questa prima edizione.” Patrizia Lupi

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Ad Ancona la quarta edizione di Adriatic Sea Forum ignificative ricadute economiche sui territori derivanti dal turismo crocieristico e su traghetti, aliscafi e catamarani. A fine 2019 possibile record storico per il traffico crocieristico, a dimostrazione della vitalità del comparto nell’area. Prospettive positive per la stagione in corso anche per la movimentazione passeggeri su traghetti, aliscafi e catamarani, anche grazie a nuove linee di collegamento. Nautica in chiaroscuro tra ottimismo di marina e società di charter e ricerca di nuovi equilibri nell’offerta di posti Rodolfo Giampieri e Francesco di Cesare barca. Turismo nel 2019 saranno 5,52 milioÈ la fotografia del turismo via mare in ni i passeggeri movimentati (imbarchi, Adriatico scattata dalla nuova edizione sbarchi e transiti) nei porti dell’Adriadi Adriatic Sea Tourism Report, il report tico, in crescita del 7,3% rispetto al di ricerca presentato da Francesco di 2018. Un risultato che, se confermato, Cesare, Presidente Risposte Turismo, a fine anno segnerà il record storico in apertura della quarta edizione di di passeggeri movimentati negli oltre Adriatic Sea Forum - cruise, ferry, sail & trenta porti crocieristici dell’area. yacht, appuntamento ideato e organizAnche per le toccate nave le previzato da Risposte Turismo quest’anno sioni mostrano una crescita attesa del in partnership con l’Autorità di Sistema 7,2%, per un totale di 3.307. Portuale del Mare Adriatico Centrale. Tali previsioni sono il frutto della proDall’analisi effettuata da Risposte iezione sulle stime di 23 porti crocieriTurismo ammontano a oltre 420 mistici dell’Adriatico, scali che, compleslioni di euro le spese turistiche a terra sivamente, nel 2018 hanno rappresensostenute nel 2018 dai crocieristi e da tato il 99,7% del totale passeggeri mochi sceglie di muoversi in traghetto, in vimentati e il 99,3% delle toccate nave. aliscafo o in catamarano per le proprie L’anno in corso dovrebbe chiudersi vacanze in Adriatico. con Venezia saldamente al primo posto Per quanto riguarda il traffico crociecon 1,56 milioni di crocieristi movimenristico, secondo lo studio di Risposte

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tati (stabile rispetto al 2018) e 502 toccate nave (stabile rispetto al 2018), seguito da Corfù con 787 mila crocieristi (+7%) e 416 toccate nave (+0,7%) e Dubrovnik, con 745 mila crocieristi (+1,8%) e 475 toccate nave (+8,4%). “Adriatic Sea Tourism Agenda” Una piattaforma aperta e condivisa di idee, soluzioni e possibili iniziative per favorire lo sviluppo del turismo via mare in Adriatico è l’iniziativa lanciata in occasione della quarta edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht da Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo che ha spiegato: «L’Adriatico può diventare un esempio di eccellenza mondiale nel turismo via mare. Ma servono investimenti, promozione e una strategia comune” Gli obiettivi principali dell’Agenda, che punta ad arricchirsi nel tempo di nuovi contributi e riflessioni di chi opera nell’area, sono la condivisione delle priorità di intervento su cui lavorare per consentire all’Adriatico di esprimere pienamente quelle potenzialità che lo contraddistinguono, l’individuazione di possibili aree d’azione per aumentarne la competitività nel panorama turistico internazionale e la sensibilizzazione di tutti i soggetti interessati sulla necessità di lavorare assieme, nel rispetto delle proprie peculiarità, per traguardare nuovi orizzonti di crescita. «Adriatic Sea Tourism Agenda – dichiara Francesco di Cesare - vuole essere uno strumento di confronto, di condivisione e di creazione per tutti coloro che credono nelle potenzialità del maritime tourism nell’area e vogliono essere parte attiva nella sua crescita futura, sostenibile e rispettosa dei territori e delle comunità che in essi vivono. Il nostro auspicio – prosegue di Cesare – è che questa iniziativa possa portare in futuro alla realizzazione di progetti concreti. Come Risposte Turismo continueremo a studiare il fenomeno, approfondendone caratteristiche ed evoluzioni, per contribuire alla sua conoscenza e, al tempo stesso, essere un supporto per tutte le realtà ad esso interessate.»


Lo sviluppo di droni per visite a bordo delle navi U

no degli obbiettivi principali del progetto ROBINS, un progetto finanziato dalla Unione Europea per lo sviluppo di tecnologie robotiche per l’ispezione a bordo delle navi (H2020 ICT-25-2016-2017 n.779776), è quello di favorire lo sviluppo tecnologico di robot capaci di fornire un supporto concreto agli ispettori in ambienti di bordo difficili o pericolosi, in cui i rischi e i costi di ispezione sono tuttora significativi. Ancora oggi lo sviluppo di robot adatti all’ispezione navale è ostacolato dalla difficoltà di eseguire test sul campo, cioè a bordo delle navi. I tempi ristretti, la necessità di coordinare i test con le altre attività di bordo e le consuete incertezze sui tempi di arrivo e partenza limitano drasticamente la possibilità di verificare al vero le prestazioni delle piattaforme robotiche e di individuare le direzioni più favorevoli per il loro sviluppo. Il progetto ROBINS, grazie ad un consorzio di partners che comprende aziende operanti nel campo della robotica e del software (Flyability, GE Inspection Robotics, Open Cascade), società del settore industriale navale (Ships Surveys and Services di Napoli, il cantiere danese Fayard, la società greca Glafcos Marine), società di classificazione (RINA e Lloyd’s Register) e organismi universitari (Università di Genova e Universitat de les Illes Balears), propone una soluzione innovativa e pragmatica a questo problema. Presso l’Università di Genova, ed in particolare nei laboratori MaSTeL (Marine Structures Testing Lab) e DREAMS (Drives and Experimental Automation for Marine Systems Lab) del DITEN della Scuola Politecnica a Villa Cambiaso, è in via di completamento una Testing Facility in cui sono riprodotte alcune strutture navali, realizzate utilizzando parti di navi reali ricavate durante lavori di riparazione. Alla realizzazione di questi specimen per i test partecipa il cantiere navale San Giorgio del Porto, che fornisce gran parte del materiale risultante dai lavori di riparazione presso le loro officine ed adattato secondo le indicazioni dei ricercatori dell’università, in modo da riprodurre varie zone di una nave portarinfuse, compresi i difetti e i fenomeni di degrado tipici di una costruzione navale: corrosione, frattu-

re, danneggiamenti meccanici, ecc. Il cantiere San Giorgio del Porto è anche membro dell’advisory board del progetto ROBINS. La Testing Facility è divisa in due parti. Una parte (denominata Sezione A) è dedicata ai test in uno scenario complesso che riproduce l’ambiente di bordo, vale a dire una tipica stiva di carico di una nave portarinfuse, un doppio fondo e una cassa di zavorra. La seconda parte (Sezione B) è dedicata a prove specifiche volte a verificare alcune caratteristiche particolari delle piattaforme robotiche. Ad oggi, una struttura di laboratorio dedicata allo sviluppo e alla valutazione di piattaforme robotiche per l’ispezione delle navi costituisce senza dubbio un’innovazione. Vari produttori di droni hanno sviluppato protocolli e strutture di test, ma generalmente questi non sono specificamente progettati per ispezioni a bordo delle navi. Viceversa, nella Testing Facility i test vengono eseguiti secondo protocolli di test specifici e le performance dei robot sono valutate secondo specifiche metriche. Questo allestimento di laboratorio e i relativi protocolli di test consentono quindi di tracciare una strada verso la standardizzazione. La Testing Facility ed i protocolli di prova messi a punto nel corso del progetto potranno essere utilizzati con duplice finalità: da un lato potranno essere certificate le capacità di un robot per l’esecuzione di specifiche tipologie di ispezioni, valutando l’accuratezza e l’affidabilità di quanto rilevato, e dall’altro si potrà utilizzare la stessa Testing Facility per l’addestramento degli operatori e lo sviluppo di robot innovativi che permettano l’esecuzione di ispezioni sempre più complesse e con risultati sempre più estesi e in accordo con quanto ad oggi si può ritenere il miglior strumento per l’ispezione delle navi, ovvero un essere umano con la sua sensibilità, esperienza e abilità. Paola Martino


ANIE rinnovabili: +5% nel primo trimestre del 2019 N

el primo trimestre del 2019 le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico raggiungono complessivamente circa 145 MW (+5% rispetto al 2018). Analizzando i dati congiunturali, il primo trimestre dell’anno segna un rallentamento della nuova capacità in esercizio rispetto al trimestre precedente. Per raggiungere gli obiettivi al 2030 del PNIEC - Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima – occorre un maggior contributo da parte dell’eolico, fotovoltaico ed idroelettrico in termini non solo di nuova capacità, ma anche di revamping/repowering. Quest’ultima tipologia di interventi è al momento difficilmente mappabile, in assenza di dati ufficiali. Nel 2018 il GSE ha evidenziato 314 interventi di potenziamento non incentivato su impianti fotovoltaici, di cui il 72% su impianti di potenza < 20 kW e il 28% su impianti di potenza tra 20 e 1.000 kW; il potenziamento non incentivato non ha interessato gli impianti di potenza > 1.000 kW. Si auspica che la reintroduzione del super-ammortamento, avvenuta con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Crescita, e l’apertura delle procedure competitive del DM FER possano dare nei prossimi mesi nuovo slancio alle installazioni fotovoltaiche ed eoliche nel settore terziario ed industriale. Fotovoltaico - Si conferma il trend mensile delle installazioni fotovoltaiche che con i 39 MW del mese di marzo 2019 raggiunge complessivamente 105 MW (+18% rispetto allo stesso periodo del 2018). In aumento il numero di unità di produzione connesse (+17%) frutto principalmente delle detrazioni fiscali per il cittadino. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di potenza sono Abruzzo, Basilica-

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ta, Calabria, Lazio, Sardegna, Trentino-Alto Adige, mentre quelle con il maggior decremento sono Emilia-Romagna, Molise e Umbria. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di unità di produzione sono Abruzzo, Basilicata, Calabria e Friuli-Venezia Giulia, mentre quelle con il maggior decremento sono Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Gli impianti di tipo residenziale (fino a 20 kW) costituiscono il 59% della nuova potenza installata nel 2019. Da segnalare l’attivazione nel mese di marzo di un impianto di circa 3 MW nel Lazio. Eolico - Nel mese di marzo 2019 l’eolico ha registrato solo 60 kW di nuove installazioni. Complessivamente il comparto nel primo trimestre 2019 raggiunge 31 MW (+24% rispetto allo stesso periodo del 2018). In calo, invece, il numero di unità di produzione connesse (-68% rispetto al 2018). Per quanto riguarda la diffusione territoriale, la maggior parte della potenza connessa (99%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia. In riferimento alla taglia, le richieste di connessione di impianti di potenza inferiore ai 60 kW sono soltanto lo 0,2% del totale installato nel 2019, mentre gli impianti superiori ai 200 kW costituiscono oltre il 99% del totale. Idroelettrico - In calo le installazioni idroelettriche che con i 2 MW del mese di marzo 2019 raggiungono quota 9 MW nel 2019 (-64% ri-

spetto al 2018). Si registra invece un incremento (+13%) per le unità di produzione rispetto al primo trimestre del 2018. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza rispetto all’anno precedente sono Piemonte e Valle d’Aosta. Gli impianti idroelettrici di taglia inferiore a 1 MW connessi nel 2019 costituiscono il 40% del totale installato. Bioenergie - Nel mese di marzo 2019 si è registrata l’attivazione di 4 impianti contestualmente alla riduzione di potenza per 15,9 MW dovuto alla disattivazione di un impianto da 16 MW in Emilia-Romagna. Complessivamente, nel primo trimestre 2019 il contributo delle bioenergie è quindi negativo con una riduzione complessiva di 14 MW di potenza. Mercato elettrico - Nel mese di marzo 2019 si registra una riduzione del PUN e dei prezzi zonali rispetto al 2018. Per quanto riguarda MSD ex-ante (Mercato Servizi Dispacciamento ex-ante), si sono registrati incrementi nei prezzi medi sia a salire che a scendere. È aumentato anche il prezzo medio a salire su MB (Mercato Bilanciamento), mentre si è registrato un decremento del prezzo medio a scendere su MB rispetto a marzo 2018. Cosimo Brudetti


Economia circolare e gestione dei rifiuti

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a una parte un Nord della penisola ampiamente infrastrutturato, con standard di eccellenza a livello europeo nei campi della raccolta differenziata e nella valorizzazione della frazione umida urbana; dall’altra la difficoltà del Meridione a dotarsi di un efficiente ciclo di raccolta e di impianti in grado di trattare in loco la produzione di intere regioni come la Campania e la Sicilia. Il risultato è l’emergere di crescenti contraddizioni. E il rafforzamento di una filiera economica basata sul conferimento dei rifiuti lungo un asse ad una direzione, da Sud a Nord, che alimenta una vistosa distorsione del mercato e del contesto entro cui articolare strategie innovative. È quanto emerso, alla Camera di Commercio di Napoli, dal Seminario divulgativo “Economia circolare e gestione dei rifiuti”, organizzato da Gam Editori e Casartigiani, evento realizzato con l’obiettivo di sottrarre l’argomento rifiuti all’ottica dominante dell’emergenza sanitaria, sociale e di ordine pubblico e di inserirlo nel quadro delle opportunità economiche del riciclo e della valorizzazione già adottate come traguardi strategici dalla normativa europea. “A fronte di un aumento della raccolta differenziata non è stato ancora innescato il ciclo della valorizzazione della risorsa rifiuto,” ha avvertito Vincenzo Peretti, docente del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Univerità Federico II. “L’economia circolare è innanzitutto un modello sviluppo, non un nuovo comparto economico e, su questo punto, manca una strategia nazionale. In Campania, dove andrebbero trattati circa 700mila tonnellate di rifiuti, servirebbero dai 15 ai 20 impianti di media grandezza e il piano regionale del 2015 che andava nella giusta direzione segna purtroppo il passo”. Ma la Campania è anche al centro di altre contraddizioni. In presenza di un impianto come quello di Acerra che è “il più performante e grande d’Italia”, ha sottolineato Daniele Fortini, Presidente di LazioAmbiente Spa, “si insiste su un falso problema. L’uso di inceneritori e politiche per lo sviluppo della raccolta differenziata non si escludono a vicenda. In un panorama in cui non si riesce a trattare la frazione organica va adottata la logica che vede nel rifiuto una risorsa da sfruttare”. E qui entrano in gioco le storture di una catena del valore

incentrata più sul trasferimento dei rifiuti che sulla loro trasformazione. “Gli impianti di Padova, Pordenone e Bergamo, con oltre un milione di capacità complessiva di trattamento, hanno acquisito un vantaggio competitivo che influisce sui prezzi”. E rende più difficile lo sviluppo di un’infrastrutturazione nelle aree meridionali in cui andrebbe adottata una strategia di “distribuzione dei carichi ambientali” con impianti diffusi sul territorio di medie dimensioni (fino a 60mila tonnellate). Come uscire dal circolo vizioso? Intanto, come evidenziato da Francesco Iacotucci, amministratore unico di Asia Napoli, “favorendo, attraverso il ruolo del pubblico, un recupero del rapporto con la cittadinanza. L’aumento della quota di forsu rende ancora più necessaria la presenza di strutture adeguate sul territorio. Su questo punto il progetto per l’impianto di compostaggio previsto a Napoli Est rappresenterebbe un’occasione importante: la riduzione dei costi rispetto ad oggi ammonterebbe a circa 3 milioni di euro”. Ma una soluzione potrebbe arrivare anche da parte privata. Luigi Vartuli con la sua URBEI (società specializzata in progettazione, costruzione e gestione, con soluzioni “chiavi in mano” – dal completamento dell’iter autorizzativo fino alla cantierabilità dell’opera, di impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani) non esclude, anzi, un dialogo con il pubblico. Da parte sua ha già pronto un progetto per la realizzazione sul territorio metropolitano di Napoli del primo centro di smaltimento rifiuti per la produzione di compost ad uso agronomico e biogas per trazione. “La tecnologia applicata – ha spiegato Vartuli – non prevede alcun tipo di combustione e rilascio di sostanze nell’atmosfera. Il biocompost può essere utilizzato come concime per piante o colture intensive sotto terra mentre il metano andrebbe ad alimentare il circuito sempre più in sviluppo dell’autotrazione”. Localizzato in un’area idonea dal punto di vista urbanistico, compresa tra l’aeroporto di Capodichino, la tangenziale e il cimitero cittadino, il sistema, con un costo complessivo di 22 milioni di euro, è caratterizzato da un apparato di contenitori anaerobici e potrebbe rappresentare il primo tassello della strategia regionale di gestione del ciclo dei rifiuti.

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L’eCommerce B2c in Italia supererà i 31,5 mld € nel 2019 N

el 2019 gli acquisti online degli italiani continuano a crescere (+15% rispetto allo scorso anno) e superano i 31,5 miliardi di euro. I prodotti, grazie a una crescita del +21% sono pari a 18,2 miliardi, mentre i servizi raggiungono online i 13,3 miliardi di euro (+7%). Fondamentale il ruolo dello smartphone: quasi il 40% del totale eCommerce viene generato su questo canale. Questi alcuni dei dati aggiornati sul mercato eCommerce in Italia, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C-Consorzio Netcomm/ School of Management del Politecnico di Milano, presentati durante la giornata di apertura della quattordicesima edizione di Netcomm Forum, che si è svolot a MiCo (Milano), dal 29 al 30 maggio. In particolare, il comparto di Informatica ed elettronica si conferma uno dei più performanti, grazie a una crescita del +18% e un valore complessivo di

oltre 5 miliardi di €. Bene anche l’Abbigliamento (+16%, 3,3 miliardi €). Tra i settori emergenti fanno registrare una decisa crescita Arredamento & Home Living (+26%, 1,7 miliardi di €), Food & Grocery (+39%, quasi 1,6 miliardi di €). Nei servizi, il comparto principale rimane Turismo & Trasporti (+8%, 10,8 miliardi di €). La penetrazione dell’online sugli acquisti retail supera nel 2019 il 7% (6% per i prodotti, 11% per i servizi) e si avvicina lentamente ai tassi a doppia cifra fatti registrare dai principali paesi europei (come Regno Unito, Francia e Germania). “Continua in modo lineare la crescita del mercato eCommerce B2c in Italia, ma una riflessione va fatta in una prospettiva internazionale” commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Secondo recenti stime, rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia detiene la quota di popolazione che compra online più bassa in assoluto: solo il 44% degli italiani acquista online, contro il 68% della popolazione europea. Non solo, l’Italia si aggiudica l’ultimo posto anche in termini di competitività nel settore dell’eCommerce. Questo ritardo si può spiegare nella correlazione diretta tra le competenze digitali di un Paese e la competitività delle aziend e . Solo il 10% delle imprese

italiane, infatti, vende online proprio per la scarsa capacità di applicare le tecnologie disponibili per espandere il proprio business. Gli e-shopper, che hanno esigenze sempre più puntuali e personalizzate, comprano all’estero proprio perché in Italia non trovano un’offerta che risponda in modo efficiente alla propria domanda”. “L’eCommerce B2c in Italia è sempre più rilevante: pur rappresentando ancora “solo” il 7% degli acquisti complessivi spiega infatti oltre il 60% della crescita del Retail” afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation - School of Management del Politecnico di Milano. “L’eCommerce è inoltre sempre più percepito come complementare al canale fisico con gli operatori tradizionali che abilitano modelli omni-canale e le cosiddette Dot Com che cercano di stabilire con i clienti un canale di contatto fisico. L’eCommerce gioca poi un ruolo decisivo nel promuovere nuovi modelli di relazione con i consumatori che, pur partendo dall’online, costituiscono un fattore di innovazione che si propaga a tutto il Retail”. Come acquistano oggi gli eShopper italiani? Due trend emergenti tra i consumatori Lo smartphone diventa anche fondamentale della fase di decisione dell’acquisto online. L’analisi di Netcomm in collaborazione con Diennea rivela infatti che E-mail, sms e notifiche via app rappresentano lo strumento più efficace per raggiungere il cliente e fargli fare il primo passo nel processo d’acquisto: il 22% degli acquisti online sono diretta conseguenza di questo strumento di marketing. Il punto vendita fisico mantiene la sua efficacia: la visita in negozio è decisiva per il 18,4% degli acquisti. Dagli insight raccolti dall’indagine netRetail 2019, lo studio Netcomm effettuato in collaborazione con Kantar, emerge inoltre una crescita della fiducia verso i siti di ecommerce.Gli Italiani sono sempre più disponibili a salvare online i propri dati di pagamento per non doverli reinserire in acquisti futuri: il 57% del campione effettua questa scelta se ritiene che il sito di e-commerce sia affidabile. SWtefania Vergani

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Storia di un brand riconosciuto in tutto il mondo

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re secoli di storia d’Italia e del mondo. La riforma del sistema agricolo del Regno di Napoli; la Grande Guerra; il varo del proibizionismo negli Stati Uniti e gli anni violenti del gangsterismo; la salita al potere di Mussolini; lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel mezzo, i dirottamenti dei legionari di Gabriele D’Annunzio, durante l’impresa di Fiume, a danno del piroscafo “Cogne” (la “nave fantasma” che trasportava un carico di vini aziendali verso Buenos Aires); le traversate atlantiche verso l’America del Nord; gli episodi di sabotaggio dei servizi segreti britannici che affondano, nel porto di Massaua, il vapore Cesare Battisti con i pregiati vini di famiglia; il blocco della navigazione a causa della guerra che colpisce i carichi in viaggio sui piroscafi Adua e Praga; le relazioni commerciali alle prese con le censure delle occupazioni naziste in Cecoslovacchia o in Norvegia, o dei britannici a Malta; la realizzazione di un rifugio antiaereo nella grotta oggi destinata all’affinamento dei vini. Sono solo alcuni dei momenti salienti che caratterizzano la storia della famiglia Mastroberardino, una delle dinastie più antiche dell’enologia nazionale, che prende vita all’interno di uno spazio espositivo allestito dentro le antiche cantine di Atripalda. Si chiama MIMA

- Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda, ed è il nuovo progetto culturale voluto da Piero Mastroberardino, attualmente al timone dell’azienda, che quasi come la trama di un romanzo racconta tre secoli di storia d’Italia e del mondo intimamente legate alle vicende personali e alle scelte aziendali dei suoi avi, scavando a ritroso attraverso dieci generazioni. “Mio nonno Michele – spiega Piero Mastroberardino – coniò questa sigla a cavallo degli anni Trenta, durante uno dei momenti decisivi della nostra impresa. E proprio il racconto del suo mito mi ha spinto a ricostruire le vicende generazionali che hanno attraversato tre secoli, segnando in modo indelebile la storia del vino italiano e di quello irpino”. Inizia dal 1700 l’appassionate ricostruzione con la raccolta di oltre 10mila documenti, tra atti ufficiali, documenti originali e lettere di famiglia. La prima sezione, in un arco di tempo che arriva fino al 1914, ripercorre gli albori dell’azienda e i primi passi mossi sul fronte dell’internazionalizzazione, grazie alla lungimiranza di Angelo Mastroberardino, nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia dal Re Vittorio Emanuele III. Spazia dal 1914 al 1932 invece la seconda sezione, incentrata sulla prima fase dell’esperienza profes-

sionale del figlio di Angelo, Michele Mastroberardino, che agli inizi del Novecento, nel ruolo di ambasciatore degli affari internazionali di famiglia, sviluppa relazioni commerciali all’estero. Sullo sfondo, la mobilitazione della Grande Guerra, la prima versione del fascismo al potere, l’entrata in vigore del proibizionismo negli Stati Uniti, l’apertura dei traffici commerciali in America Latina, in Asia, Africa e Oceania, con un’espansione che porta in questo periodo i vini irpini a toccare tutti i continenti. A chiudere l’affascinante percorso dell’impresa familiare è il racconto delle vicende comprese tra il 1933 e il 1945, quando Michele, ormai maturo, coglie l’opportunità della caduta del proibizionismo americano ad opera di Roosevelt, prosegue l’opera di consolidamento della presenza dei propri vini su un vasto numero di mercati esteri. La sua morte e la fine della guerra, segnano il solco di una faticosa e caparbia opera di ricostruzione post bellica portata avanti con grande determinazione da Antonio Mastroberardino (padre di Piero), non a caso nominato Cavaliere al Merito del Lavoro novant’anni dopo suo nonno. A lui va il merito di aver riportato in auge una dinastia e un brand, oggi riconosciuti in tutto il mondo. Eduardo Cagnazzi

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CONTRORDINE

COMPAGNI Marco Bentivogli - Rizzoli

“L’industria del futuro avrà solo due dipendenti: un uomo e un cane. L’uomo sarà lì per nutrire il cane. Il cane sarà lì per evitare che l’uomo tocchi qualcosa”. L’anneddoto dello studioso americano Warren Bennis sintetizza un sentimento diffuso. La quarta rivoluzione industriale suscita timori crescenti. L’innovazione tecnologica e la velocità sempre maggiore con cui si verifica il cambiamento stanno trasformando radicalmente il mondo conosciuto. Robotica avanzata, Intelligenza artificiale, big data, blockchain sono solo alcuni dei fattori che, combinati e integrati tra loro, stanno incidendo sulla sfera del lavoro, sulla società nel suo complesso, sulla vita quotidiana di ognuno di noi. Hanno ragione i catastrofisti tecnologici? Le macchine cancelleranno l’occupazione? Per Marco Bentivogli la risposta è no. Di fronte alla tentazione di “fermare il progresso” serve, al contrario, un cambio di paradigma, di prospettiva e di senso; è necessario “anticipare, pensare e progettare la trasformazione”, fare in modo che il nuovo che nasce compensi e superi ciò che muore. È possibile, e dove si sono prese le giuste misure si è riusciti a portare crescita economica, benessere, e a far aumentare l’occupazione, migliorare la qualità del lavoro e la sostenibilità ambientale dei modelli produttivi. L’industria 4.0, di cui questo libro offre una guida pratica, è un’occasione che un Paese come l’Italia non può e non deve lasciarsi sfuggire. Occorre ripartire, e subito, da un approccio competente e positivo all’innovazione tecnologica, da un rilancio dell’istruzione scolastica e della formazione in ambiente di lavoro; da nuovi corpi intermedi, come il sindacato “smart”, che sappiano guidare e orientare il mutamento in corso. Le forze politiche, in particolare quelle che si dichiarano progressiste, hanno il dovere di abbandonare il velleitarismo di chi vuole “fermare il progresso con le mani”, di guarire dalla miopia e dall’afonia con cui partecipano al discorso pubblico, di parlare di futuro delle persone e non di paure. È l’unica strada percorribile per interrompere il degrado civile del Paese e sconfiggere le ricette populiste. Verso la secessione dei ricchi? Gianfanco Viesti, Laterza. Veneto e Lombardia reclamano l’autonomia regionale differenziata. Ma di cosa si tratta effettivamente? Questo breve saggio analizza l’origine di un percoso di lunga data e le conseguenze che esso potrebbe provocare per il benessere dei cittadini italiani e la stessa unità del paese. “La sua finalità è di chiarire come non si tratti di una questione tecnico-amministrativa, ma di un processo con una grande valenza politica; e di illustrare le concrete modalità con chi può influenzare e modificare tanto i principi di parità dei diritti di cittadinanza degli italiani quanto il funzionamento di alcuni grandi servizi pubblici nazionali, a partir dalla scuola. Problematiche sulle quali la grandissima maggioranza dei cittadini italiani non è affatto informata”. Viaggio in una “grande questione politica” che può portare ad una vera e propria “secessione dei ricchi” secondo un meccanismo semplice ma sempre mantenuto nel vago di una formulazione semantica tranquillizzante: “le regioni a più alto reddito – questa la

vera posta in gioco – trattengono una parte maggiore delle tasse raccolte nel proprio territorio, sottraendola alla fiscalità nazionale. Rapportare il finanziamento dei servizi al gettito fiscale significa stabilire un principio estremamente rilevante: i diritti di cittadinanza, a partire da istruzione e salute, possono essere diversi fra i cittadini italiani; maggiori dove il reddito pro capite è più alto”. Un’autonomia mascherata che potrebbe “modificare profondamente le modalità di funzionamento del paese”. Tra i punti di “grandissima rilevanza” denunciati dall’autore: le modalità di finanziamento delle materie da trasferire alle regioni (“dai criteri per i fabbisogni dovrebbe essere escluso ogni riferimento al gettito fiscale”); l’estensione delle materie coinvolte (“per le grandi reti di trasporto e di navigazione, la produzione, trasporto e distribuzione dell’energia e la tutela della salute il passaggio ad una competenza regionale esclusiva non pare certamente opportuno”); il processo decisionale. Recensioni: giovanni.grande@portoeinterporto.it


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