Inserto Confetra Maggio 2019

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Elaborare policies più incisive nella promozione del settore L

Quali? a fase di rallentamento del ciclo dell’ecoIl primo è contenuto dall’Art.9 del Trattato nomia mondiale rende necessaria, ora laddove si afferma che “sviluppo economico più che mai, riconsiderare e rivalutare il e progresso sociale devono andare di pari ruolo propulsivo della logistica. Ne è convinto il passo”. È arrivato il momento di fare i conti presidente di Confetra, Nereo Marcucci, seconcon la globalizzazione. Si è ritenuto che l’audo cui quella che lui definisce “l’industria delle mento dei traffici avrebbe ridotto la povertà industrie” contribuirà nei prossimi anni a disedi molti, cosa realmente avvenuta, e che le gnare pezzi della mappa geopolitica e geoecodinamiche di un mercato con meno vincoli nomica del pianeta. “Non come semplice derivaavrebbero confermato il benessere di molti ta degli scambi nell’economia globale ma come altri se non di tutti, risultato del tutto mancato. attore pro-attivo che dovrà stimolare i decisori a Non sto qui a criticare gli effetti positivi deltutti i livelli”. Nasce anche da queste premesse la caduta dei muri fisici e politico-economici. il “cambio di pelle” imposto alla ConfederazioNereo Marcucci Piuttosto va puntata maggiore attenzione ne, chiamata a una profonda riorganizzazione sulla sostenibilità sociale di certe scelte, anche per quanto territoriale per poter contribuire meglio alla elaborazione di concerne la riarticolazione delle filiere logistiche. policies più incisive nella promozione e sviluppo del settore. È il caso della posizione assunta contro la proroga del “Le rappresentanze di Confetra Puglia, Campania ed Emilia Block Exemption Regulation? Romagna sono già al lavoro. Programmando e traducendo Esattamente. Condividiamo la posizione dell’OECD e di in iniziative concrete i contenuti delle analisi realizzate fin qui tutte le rappresentanze europee delle imprese impegnate sulle conseguenze che avrebbe sui comparti produttivi regionella supply chain globale: senza regole adeguate rischiamo nali esistenti o da attrarre il miglioramento delle infrastrutture di reiterare un’ulteriore fase di concentrazione della ricchezza logistiche e la loro integrazione funzionale”. e sbilanciamento di potere contrattuale che potrebbe dare un Una rivoluzione organizzativa sul territorio parados- colpo definitivo alle sovranità nazionali. salmente imposta dalle trasformazioni strutturali della Quale ruolo giocherà Confetra in questa partita? globalizzazione… Siamo già nel pieno di un lavoro quotidiano a livello euÈ in atto una riconfigurazione degli equilibri consolidati che ropeo, nazionale e, con la costituzione delle organizzazioni non si tradurrà solo nella modifica delle reti produttive e distri- regionali, territoriale. Ciò che mi preme sottolineare è che la butive. BRI, guerra dei dazi, nuove tecnologie, reshoring sono quarta rivoluzione industriale, anche per quanto concerne il fenomeni che non permettono previsioni nè sul breve nè sul suo aspetto logistico, non può essere banalizzata affermanmedio-lungo termine. Di certo cresce il coinvolgimento, an- do che la scomparsa di realtà produttive e posti di lavoro che dell’Italia, in un numero maggiore di relazioni e secondo saranno rimpiazzati da nuove, indefinite, opportunità creaalcuni studiosi lo spostamento dei baricentri è indispensabile te dalla tecnologia. Né che oligopoli e monopoli siano una per evitare al mondo occidentale una stagnazione secolare. conseguenza natuale delle logiche del mercato. Il mercato è Di certo sarà importante esercitare capacità di regolazione e pluralismo in un contesto regolato. E’ inaccettabile che con le di contrattazione, sia a livello europeo, sia nazionale senza tasse dei cittadini si creino infrastrutture materiali ed immateriali destinate ad impoverirli. derogare da alcuni principi cardine.


Inizative di ampia portata per connettere l’Italia U

n nuovo modello di rappresentanza restema interportuale del territorio; la Calabria ticolare articolato attraverso rappresenha finanziato il progetto per la realizzazione tanze regionali e coordinamenti macrodel nuovo bacino di carenaggio a Gioia Tauro regionali. Confetra ha imboccato la strada della mentre l’Emilia Romagna è impegnata nell’inpresenza capillare sul territorio. Per vocazione tervento Hub nel Porto di Ravenna. Tutti dosma anche per la necessità di conforntarsi in modo sier su cui stiamo dando il nostro contributo diretto con un assetto amministrativo in cui, con il anche attraverso le organizzazioni territoriali. regime del Titolo V, le Regioni hanno consolidato Un contributo che vede protagonista significativi poteri di indirizzo e programmazione anche il Centro Studi della Confederaziosu temi come le infrastrutture e le politiche dei ne… trasporti. “E’ una dimensione dove le cose avLa logistica sta travolgendo gli angusti vengono concretamente e quotidianamente, in recinti degli “addetti ai lavori”. L’imporsi del cui le imprese della supply chain logistica vivono, paradigma della connettività preconizzato da operano, crescono o arretrano,” spiega il DirettoIvano Russo Parag Khanna è testimoniato dai temi dibatre Generale della Confederazione, Ivano Russo. “Trascurare tuti a livello pubblico: BRI, integrazioni verticali e orizzontali, questo livello in termini di rappresentanza e assistenza alle Brexit, guerra dei dazi, GIG economy, piattaforme digitali e nostra associate significherebbe operare in modo monco e Big Data, sostenibilità ambientale. Per una realtà come la un po’ astratto”. nostra avere un luogo autorevole di analisi e riflessione critiQuali vantaggi può portare alla promozione degli inte- ca diventa vitale. Anche per queste ragioni, attorno al nostro ressi del settore questo approccio? Centro Studi, abbiamo costruito un network di eccellenze A livello di amministrazione “centrale” stiamo discutendo coinvolgendo cinque Atenei, SRM, il Freight Leader Council e delle strategie macro di Connettere l’Italia, del Codice Doga- tanti altri preziosi enti di ricerca. Attualmente stiamo lavorannale Unionale, di politiche di sostegno allo shift modale o di do ad un Progetto sperimentale CEF finanziato dalla Ue sul semplificazioni normative e regolamentari utili per il trasporto trasporto ferroviario merci. E siamo coinvolti in tante iniziative merci e la logistica. Ma all’interno di questa cornice si svoldell’ITF dell’OCSE. Insomma, serve una produzione di idee gono altri processi decisionali determinanti. Le Regioni deche sia di livello adeguato rispetto alle sfide che abbiamo di tengono la governance dei Fondi Strutturali Europei. Anche fronte. le AdSP agiscono localmente: idem gli Interporti, all’interno Il ruolo del Service Point Confetra? delle Aree Logistiche Integrate istituite con il Ciclo di ProRealizzato in partnership con EY ha l’obiettivo di seminare grammazione 2020 - 2027. Nel Nordovest e nel Nordest sono all’interno della nostra base associativa la cultura dell’innovain vigore due Accordi Istituzionali tra Governo e le rispettive zione attraverso iniziative informative e di accompagnamento Regioni per pianificare le infrastrutture a livello di quadrante logistico macroregionale. Senza contare l’incidenza dei vari operativo. Sulla digitalizzazione si gioca il futuro dell’industria logistica. Il nostro tessuto produttivo, composto per oltre Piani Operativi Regionali e dei Piani Regionali dei Trasporti. Come si traduce in termini concreti questo assetto di il 90% da PMI con meno di 15 dipendenti, non ha tuttavia la massa critica per affrontare individualmente questa sfida legislazione concorrente? Volendo fare qualche esempio: la Regione Toscana è coin- epocale. Se il traguardo è davvero la disintermediazione dei volta nel progetto di Darsena Europa a Livorno; la Campania processi tradizionali attraverso l’uso di un ecosistema digitale sta finanziando i dragaggi nel Porto di Napoli e il Progetto unico per uomini e macchine bisognerà allora puntare su proPorta Ovest a Salerno; Liguria, Piemonte e Lombardia stan- getti condivisi di upgrade tecnologico e ricerca di nuovi ambiti no implementano il ferrobonus sulle tratte locali di competen- di businesses, trasformandosi sempre più in consulenti gloza; il Friuli Venezia Giulia è protagonista in Adriaferr e nel si- bali / fornitori intermodali della grande committenza.

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Strategia di presenza capillare sul territorio

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resce il network di rappresentanza territoriale voluto da Confetra per assicurare sostegno agli associati nei tanti dossier a legislazione concorrente. La competenza condivisa tra Stato e Regioni, e anche in sede comunitaria il ruolo del Comitato delle Regioni e della DG Regioni hanno acquisito un peso crescente e l’obiettivo della Confederazione, come sottolineato dal suo Direttore Generale, Ivano Russo, è la partecipazione “a questo confronto non solo quando esso avviene a livello nazionale, ma anche quando i tavoli di confronto con gli stakeholders sono istituiti e alimentati a livello regionale e locale”. Dopo le costituzioni di Confetra Campania, Confetra Puglia e del coordinamento Confetra Mezzogiorno è stato il

turno di Toscana, Emilia Romagna e Sicilia. Toscana Costituita dalle associazioni territoriali Assotosca e Spedimar, unitamente ai delegati di Assologistica, Assiterminal, Anasped, Assocad e Ifa, in rappresentanza di spedizionieri, autotrasportatori, corrieri, imprese di logistica, magazzini generali, terminalisti, doganalisti, fumigatori e centri di assistenza doganale, Confetra Toscana sarà guidata nei prossimi due anni da Alberto Bartolozzi. I dossier relativi all’area territoriale di competenze riguardano logistica, infrastrutture, trasporto e movimentazione merci: avvio realizzazione Darsena Europa; rilancio dell’area di crisi di Piombino; progetto per lo “scavalco” ferroviario Calambrone; destinazione dei fondi strutturali europei del POR Toscana per il 2014-2020; misure di incentivo e agevolazioni per le imprese logistiche; funzione strategica degli interporti e dei terminal inland di Prato e Collesalvetti; rafforzamento della funzione cargo degli aeroporti di Firenze e Pisa. Emilia Romagna Il neo presidente Danilo Bennetti si confronterà con il ri-

lancio infrastrutturale di una delle aree più dinamiche della penisola. Il porto di Ravenna, i progetti di RFI per le connessioni ferroviarie di questi con la rete nazionale, l’interporto di Bologna, il sistema aeroportuale regionale, le grandi opere pubbliche come Hub Ravenna, i magazzini e le aree logistiche di Piacenza. Sono i nodi di una piattaforma multimodale al centro del Piano Regionale per le Infrastrutture e i Trasporti con cui la Regione Piano regionale dei trasporti stabilisce indirizzi e direttive per la realizzazione delle politiche sulla mobilità. Hanno aderito le Associazioni territoriali Arsi, Assotrasporti, Asamar Emilia Romagna, Ader Emilia Romagna, Trasportounito Piacenza oltre ai delegati di Assologistica, Assoferr, Assocad e Ifa. Sicilia Il rilancio logistico dell’isola più grande del Mediterraneo passerà da numerosi temi il cui obiettivo centrale è inserire la logistica isolana nell’ecosistema della supply chain globale. Scali come Catania, Augusta, Messina e Palermo movimentano già volumi significativi di passeggeri, crocieristi, rotabili e rinfuse liquide ma vanno integrati. Tra le priorità indicate dal neopresidente Mauro Nicosia il rilancio degli interporti siciliani, “a partire dal Polo Intermodale di Catania”, lo sviluppo del cargo aereo – sempre a Catania – e quello ferroviario sulla tratta Messina - Palermo. “Il grande tema, poi, del completamento del Corridoio Europeo Scan Med con il collegamento Napoli – Palermo rappresenta una sfida da vincere puntando su soluzioni trasportistiche innovative e multimodali,” spiega Nicosia. “Confetra chiederà al Governo anche di battersi in sede UE per l’estensione del Programma Autostrade del Mare_MOS ai Paesi della Sponda Sud del Bacino Mediterraneo. Area dove transita il 20% del traffico marittimo globale, con volumi complessivi cresciuti del 125% negli ultimi 15 anni”. La territoriale è stata costituita dai rappresenti di Fedespedi, Assologistica, Assiterminal, Anasped, Aiti, Ifa e Trasportounito.

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Le proposte Confetra ai tavoli ministeriali

atura giuridica degli enti portuali, riforma del codice degli appalti, Brexit. Ma anche la proposta di una “Bassanini delle merci” e il Position Paper sulla BRI, oltre alle principali tematiche inerenti lo sviluppo della logistica industriale nel Paese. L’interlocuzione tra Confetra e istituzioni non è mancata in questo primo scorcio di 2019 ed ha portato la Confederazione a presentare presso i principali tavoli ministeriali e in seno alle Commissioni in sede di audizione analisi e proposte sulle principali tematiche da affrontare a livello amministrativo e strategico.

MIT – Ministro Toninelli L’incontro con il ministro Danilo Toninelli ha visto il pieno accordo di Confetra circa l’orientamento del dicastero sulla natura giuridica delle AdSP. “Va salvaguardato il ruolo e la funzione di pubbliche amministrazioni regolatrici centrali dello Stato,” ha affermato il presidente Nereo Marcucci. Presentati anche gli effetti negativi dell’ultimo rapporto OCSE sul fenomeno delle integrazioni verticali tra Shipping Line oltre l’analisi delle conseguenze su una Brexit no-deal. Spazio anche per la proposta di semplificazione su tutta la materia dei controlli sulla merce partorita in ambito CNEL. “Le attività dei terminal portuali, del cargo merci ferroviario e di quello aereo, l’autotrasporto, l’attività logistica dei magazzini e dei corrieri, gli interporti, i servizi postali, le imprese di spedizioni internazionali e tutte le altre attività economiche funzioni immateriali legate al nostro settore: di qui passa il 10% del PIL nazionale. Confetra rappresenta istituzionalmente, con oltre 60 mila imprese e mezzo milione di addetti, l’intera filiera logistica in tutti i suoi segmenti, e non farà mancare il proprio contributo di idee e proposte rispetto al lavoro del Parlamento e dell’Esecutivo”. CNEL – Audizione per la semplificazione normativa Attuazione dello Sportello Unico, istituito per legge nel 2007, e un provvediemnto quadro in materia di semplificazioni. Per Confetra c’è bisogno di “un testo unitario in materia di controlli e procedimenti amministrativi che incidono sulla merce e sulle attività di trasporto collegate”. Esistono 133 procedimenti standard in capo a 13 diverse Pubbliche Amministrazioni, poi ci sono le normative specifiche che riguardano il cargo ferroviario, quello aereo, l’autotrasporto e i trasporti eccezionali. E’ fondamentale semplificare, esternalizzare, coinvolgere maggiormente laboratori, soggetti e competenze private attraverso meccanismi convenzionali, estendere gli ambiti di autocertificazione, cassare operazioni di verifica ridondanti e superate grazie alla tecnologia” MIT – Viceministro Rixi Rilancio del coordinamento nazionale in capo al Ministero dell’intero settore della portualità, ridando incisività ed effica-

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Da sinistra Nereo Marcucci e Danilo Toninelli

Da sinistra Nereo Marcucci e Edoardo Rixi cia alla Conferenza Nazionale delle AdSP. Al centro del colloquio con Edoardo Rixi “il proseguimento della strategia di razionalizzazione centrale degli investimenti e delle azioni di semplificazione normativa e regolamentare che rappresentano, ad oggi, forse l’elemento di maggior gap competitivo per


Un momento dell’incontro con il Vicepremier Luigi Di Maio la portualità nazionale”. Il presidente Marcucci ha espresso il sostegno a Governo e Assoporti in ambito di negoziato con la UE per la non assoggettabilità degli scali al regime fiscale privatistico. Focus sulle misure contenute sul DL Genova a sostegno del traffico ferrovairio dello scalo, e le connessioni tra questi ed i principali inland terminal del nord ovest, e richiesta dell’estensione temporale del “pacchetto” di misure a supporto dello shift modale – ferrobonus, sconto pedaggio, marebonus. Audizione Commissione Camera IX Trasporti su codice della strada L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di una proposta di legge delega per la riforma del Codice della Strada riprende le posizioni espresse dalla Confederazione. Con 16 proposte di riforma giacenti in parlamento e una struttura normativa estremamente stratificata che si riflette, ad esempio, in un regime sanzionatorio “esremamente vasto e cavilloso” si è trattato di una scelta obbligata. A partire dal 1992 il codice è stato modificato innumerevoli volte senza giungere mai ad una risistemazione organica. Per Confetra sarà necessario tenere conto delle trasformazioni che hanno riguardato la mobilità. In particolare, “nel momento in cui si mette mano al Codice occorrerebbe anche avere l’occhio al futuro occupandosi di guida autonoma col platoonig, smart road, smart city”. La visione complessiva chiesta da Confetra riguarda anche le modifiche alla disciplina dei trasporti eccezionali e dei tempi di guida e di riposo. DPCM Investitalia e Strategia Italia La scelta di avocare a Palazzo Chigi le principali funzioni di coordinamento, monitoraggio e stimolo su l’intero dossier degli investimenti pubblici attraverso l’adozione dei due DPCM

Investitalia e Strategia Italia, coglie il plauso della Confederazione. In una nota diretta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte si evidenzia come molti degli interventi “riguardano le infrastrututre materiali e immateriali che sono – per i settori che noi rappresentiamo – tra i principali fattori di competitività e potenziale sviluppo”. Confetra si rende fin da subito diponibile a una interlocuzione “per rappresentare su tali temi le attese e il punto di vista dell’industria logistica italiana”. Tavolo MISE – Audizione Commissione Senato Trasporti e Lavori Pubblici Confetra ha segnalato il rischio di conseguenze negative circa alcune misure in procinto di essere adottate dal Governo nei decreti per la competitività e la crescita. Tra queste alcune ipotesi di intervento sul Codice degli Appalti, in grado di danneggiare le imprese dei servizi postali privati che operano in questo mercato, e il DDL sul riordino del Cargo Aereo. “Non si tiene in giusta considerazione che il Piano Nazionale Aeroporti del MIT ha già un Addendum, il ‘Piano per lo Sviluppo del Cargo Aereo’, che andrebbe semplicemente implementato, così come richiesto da tutti gli operatori di mercato da oltre un anno”. Ribadita la centralità delle semplificazioni per la riduzione del gap competitivo a livello internazionale attraverso adozione di Sportello Unico Doganale e dei Controlli e “limitazione dei poteri di regolazione di ART alle sole infrastrutture gestite in regime di monopolio naturale”. Ugualmente sul credito di imposta per investimenti al Sud e nelle ZES che tuttora vede escluso il settore della logistica. Chiesta maggiore chiarezza sulla realizzazione dei Corridoi Ten T, “a partire dalla Torino Lione e dalla Napoli Bari”. “Questo clima di confusa incertezza – che include anche la gestione del delicato dossier BRI – non aiuta le nostre imprese a pianificare investimenti e politiche industriali di sviluppo”.

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La logistica tema centrale della politica italiana ed europea

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temi legati alla logistica stanno diventando sempre più centrali nell’Agenda politica ed istituzionale, italiana ed europea. La connettività e l’accessibilità sono oramai divenuti i veri asset della competitività di Stati e Continenti”. È la premessa da cui parte il manifesto pubblicato da Confetra in attesa delle prossime elezioni europee. Un vademecum, organizzato per punti, che indica le maggiori sfide del settore in un contesto (dalla BRI alla Brexit, dall’impatto delle nuove tecnologie alla dotazione di infrastrutture materiali o immateriali) in cui “vanno delineandosi i nuovi rapporti di forza tra i player dello scacchiere globale”. BER: tutelare l’industria logistica nazionale significa anche evitare che le concentrazioni oligopolistiche tra Shipping Line finiscano per occupare l’intero spettro delle attività di trasporto e movimentazione merci da origine a destino. Una nuova proroga del regime di esenzione Block Exemption Consortia Regulation post 2020, dalla DG COMP a favore delle grandi compagnie armatoriali del trasporto contenitori, è sostenibile solo in un rinnovato quadro regolatorio che salvaguardi il pluralismo e la concorrenza nel mercato della logistica inland. Supportiamo l’armamento nazionale e la bandiera, supportiamo ogni agevolazione volta a razionalizzare l’offerta di stiva delle Compagnie, supportiamo eventuali agevolazioni per gli investimenti pro green switch che esse dovranno a breve sostenere o che stanno già sostenendo, ma è indispensabile tutelare la terzietà sostanziale dell’industria della supply chain logistica rispetto ai grandi vettori del trasporto marittimo. BRI: serve più Europa per un dialogo con la Cina più equilibrato. È contraddittorio arenare i negoziati in ambito EU – China Connectivity Platform, e poi procedere parallelamente con intese bilaterali tra Singoli Stati Membri e Pechino. Se le richieste avanzate dalla CE (reciprocità nell’apertura dei mercati e nelle politiche doganali, trasparenza negli affidamenti, sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti) sono condivisi, devono valere per tutti i Paesi europei e sempre. La quasi totalità di essi ha invece già sottoscritto in diverse modalità accordi bilaterali, a vario titolo rientranti nel mega progetto BRI. Talvolta di carattere sub-regionale (Gruppo 16 + 1). Il dividi et impera non fa il gioco degli interessi economici, industriali e logistici europei. Golden Power: in relazione a tutti gli investimenti extra comunitari in UE, occorre un Regolamento più stringente, nel merito, e uguale per tutti gli Stati Membri, nel metodo. Infrastrutture e imprese strategiche o sensibili per l’interesse nazionale, così come per quello Comunitario, devono essere sottratte all’arbitrio puramente lucrativo delle (non) regole di mercato. Una vera politica europea di governance in questi decisivi ambiti per lo sviluppo e la crescita, appare molto più utile ed efficace di qualsivoglia scelta regressiva protezionista ispirata a dazi e barriere al libero mercato. Codice Doganale Unionale: attuazione piena ma omogenea tra gli Stati Membri. Il livello di intensità e le modalità dei controlli, documentali o fisici, deve essere armonizzato trai diversi Stati Membri e meglio presidiato dalla DG TAXUD. In quest’ottica occorre tendere alla creazione di un’amministrazione doganale unica europea competente nell’intero

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territorio Unionale. BREXIT: Qualsiasi sarà la scelta che le Istituzioni Britanniche e Comunitarie vorranno assumere, sarà decisivo evitare eccessive ripercussioni negative sui traffici e sulle relazioni commerciali tra Londra e l’Unione. Il Regno Unito – per storia, tradizione, economia, persino lingua – non potrà mai essere considerato per l’Italia e per l’Europa al pari di un qualsiasi Stato Terzo. TEN T Network e CEF: dopo aver sostenuto una prima stagione di interventi volti a favorire le connessioni interne tra gli Stati Membri, sopratutto per le aree in ritardo di sviluppo, e dopo aver varato ed ormai quasi completato il processo di collegamento intraeuropeo attraverso la politica dei Corridoi, è ora venuto il momento di porsi strutturalmente il tema delle connessioni tra l’UE e i mercati globali. A cominciare dai fronti Orientale (Eurasia e Cina) e Mediterraneo (Paesi della Sponda Sud e Africa). L’aggiornamento delle Reti Ten T previsto nel 2023, dovrà essere l’occasione per ridiscutere di Rete Globale, Rete Centrale, nodi core e comphrensive, finalizzazione dei fondi CEF, valorizzazione di esperienze innovative ed immateriali fondate sulle evoluzioni tecnologiche (Fast Corridor). Con la DG MOVE va aperto un confronto organico sul ruolo strategico dell’Italia quale principale “confine europeo” del versante mediterraneo. Sostenibilità Ambientale e Trasporto: Sosteniamo con forza tutte le scelte comunitarie volte a favorire un trasporto merci e passeggeri più sostenibile dal punto di vista ambientale. Abbattere le emissioni di Co2 e delle altre sostanze maggiormente inquinanti non può che rappresenta-


re l’orizzonte verso cui tendere. L’Italia è uno dei Paesi più deboli, dal punto di vista dello shift modale gomma / ferro e gomma / mare. Buoni risultati abbiamo conseguito negli ultimi due anni grazie agli incentivi Ferrobonus e Marebonus: essi vanno rinegoziati con la CE affinché siano resi permanenti e destinabili prevalentemente alla merce che sceglie il treno o la nave al posto del “tutto strada”. Regole uguali per tutti. Il Pacchetto Mobilità e Autotrasporto, la Direttiva sulla Sicurezza Ferroviaria: nella legislatura che volge al termine abbiamo assistito a un impegnativo e tortuoso cammino di riforma dei temi legati all’autotrasporto che due anni fa la Commissione europea aveva promosso per la modernizzazione, la competitività e l’interconnessione della mobilità, conseguenza di una evidente spaccatura tra due blocchi di Paesi con interessi divergenti. In una delle ultimissime sessioni plenarie del Parlamento è stato votato un compromesso che porta con sé luci e ombre. Gli aspetti negativi possono essere rimessi in discussione dal momento che i prossimi negoziati del trilogo tra le Istituzioni (quindi con una rappresentanza parlamentare e un nuovo governo espressione della futura Commissione) dovranno esprimersi sui temi in oggetto. Mentre da un lato si prende atto del compromesso raggiunto sulla nuova regolamentazione del cabotaggio che ha la finalità di evitare la concorrenza sleale nell’accesso al mercato internazionale e il relativo contributo che uno strumento quale il tachigrafo intelligente apporta, dall’altro non appare favorevole ai fini di una richiesta di efficienza e flessibilità l’applicazione delle regole del distacco dei lavoratori anche al trasporto internazionale. Lo sviluppo dei temi della sicurezza ferroviaria e dell’interoperabilità del sistema a livello europeo, accolti favorevolmente con l’adozione del IV pacchetto ferroviario che consentirà di

uniformare i regimi normativi e tecnici e di unire i reticoli europei, possono essere da esempio per le future riforme del settore dal punto di vista del cammino condiviso intrapreso. La logistica ferroviaria può svolgere un ruolo chiave per la competitività e per la crescita economica e industriale del Paese: oltre alle regolamentazioni tecniche, nuovi strumenti di incentivazione nonché politiche industriali e innovative efficaci possono aprire nuove prospettive di sviluppo. Governare l’Innovazione: il futuro della Logistica sarà sempre più condizionato dall’evoluzione tecnologica, digitale, telematica che governerà i flussi informativi relativi alle merci ed ai transiti. Su blockchain, big data, internet of things, Cybersecurity si gioca il futuro della connettività globale. L’Europa, al pari della Cina e degli Usa, deve maturare una propria policy al riguardo, deve pensarsi come player globale determinato a far valere i propri asset strategici sulle nuove Reti immateriali, deve tornare ad investire sulle tecnologie delle informazioni e sulle piattaforme. Servizi postali: apprezzabile lo sforzo da parte della Commissione europea di aggiornare la Direttiva sui servizi postali (Direttiva n. 97/67/CE) alla luce dell’evolversi di questo settore. In questo ambito è indispensabile pervenire ad una definizione chiara e inequivocabile di “servizio postale” e di “pacco postale”, aspetti sui quali l’attuale Direttiva è oggi lacunosa. Trasporto aereo: occorre accelerare l’attuazione del progetto del Cielo Unico Europeo (Single European Sky) avviato ormai 20 anni fa dalla Commissione europea al fine di migliorare l’efficienza della gestione del traffico aereo e dei servizi di navigazione aerea. In particolare, determinanti sono il sostegno della crescita del traffico aereo in Europa e nel mondo – in particolare quello delle merci – mantenendo allo stesso tempo elevati standard di sicurezza aerea e riducendo l’impatto ambientale.

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Le alleanze tra shipping lines e supply chain logistica

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eminario sulla Brexit Lo stop and go circa le modalità di uscita del Regno Unito dall’Ue (un lungo processo che ha portato al rinvio dell’uscita al 31 ottobre 2019, ndr) al centro di un seminario organizzato in collaborazione con lo Studio Armella&Associati. “Molte imprese non sanno se, con la Brexit, si troveranno di fronte a nuove normative, tariffe o controlli doganali. Non hanno chiaro se avranno la possibilità di trasferire personale tra l’Unione europea e il Regno Unito, né se saranno costrette a pagare nuove tasse,” ha sottolineato l’avvocato Sara Armella. In caso di “hard Brexit” ci saranno ad ogni modo conseguenze pesanti: “Tutte le merci da e verso l’Inghilterra sarebbero soggette a procedure doganali e a dazi. Questo significa nuove tasse per le imprese e per i consumatori e tempi più lunghi per le forniture, oltre a restrizioni per le persone e per gli spostamenti o i permessi di soggiorno”. Seminario sul Block Exemption Regulation for liner Shipping Gigantismo navale, concentrazione del mercato, differenziazione limitata dell’offerta, integrazione verticale, monopoli e/o monopsoni sono i fenomeni analizzati insieme a Olaf Merk, estensore di uno studio ITF OCSE 2018 sugli impatti delle alleanze tra Shipping Lines e supply chain logistica, e Lamia Kerdjoudj Belkaid, segretaria generale di Feport, l’Associazione Europea dei terminalisti portuali. Per il vice presidente di Confetra, Marco Condorti è arrivato il momento “per far decollare – anche in Italia – il confronto su come tenere in

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equilibrio le esigenze di razionalizzazione del trasporto marittimo con quelle di tutela – soprattutto nelle attività logistiche inland – della competizione e del libero mercato tra imprese diverse e protagoniste dei tanti segmenti specialistici della supply chain logistica”. “Nella consultazione svolta dalla DG Competition, Confetra si è espressa per il no alla proroga delle esenzioni dalla normativa Antitrust europea per le Shipping Line, in scadenza tra un anno, se non accompagnata da una serie di ‘condizioni’ che evitino poi il riprodursi di oligopoli e cartelli anche nelle attività logistiche che vanno dalla nave alla consegna al destinatario finale della merce,” ha sottolineato il presidente Nereo Marcucci. “Sulla rotta Far East – West, il 95% dei volumi viene trasportato da vettori aderenti a tre “Alleanze” armatoriali. Ed è chiaro che se tale dinamica dovesse poi riprodursi ‘a terra’, sarebbe la fine del pluralismo industriale nel mercato della contract logistic”. Via libera europeo a I RAIL Via libera e co-finanziamento europeo da parte della DG MOVE nella call Connecting Europe Facilities del progetto europeo I RAIL (Italia, Spagna e Portogallo). Obiettivo di I RAIL è l’attuazione e lo sviluppo si procedure a livello europeo tra gli operatori ferroviari al fine di contribuire a un sistema di scambio di informazioni interoperabile ed efficiente in termini di costi per l’Europa, che soddisfi i requisiti delle direttive sull’interoperabilità e sulla sicurezza. Il progetto rappresenta per la compagine italiana formata, oltre che da alcune aziende del cargo ferroviario merci, da Agenzia delle Dogane, Confetra, Circle, e AdSP del Mar Ligure Orientale,


una eccellente opportunità di innovazione e digitalizzazione dei processi ferroviari, logistici e doganali in coerenza con un quadro europeo che vede l’integrazione e l’interoperabilità dei sistemi come paradigma fondamentale per lo sviluppo di un trasporto efficiente ed efficace. I RAIL prevede nel periodo 1 gennaio 2019 – 31 dicembre 2022 un valore complessivo di 11.957.067 Euro. Protocollo Confetra – Arpal per ricerca figure professionali nella logistica Confetra ha sottoscritto un Protocollo di Intesa con ANPAL, l’Agenzia per le Politiche Attive per il Lavoro del Ministero del Welfare. “Occorre incardinare un sistema di cooperazione permanente sui temi della formazione professionale in entrata, del recruiting e della stessa narrazione del lavoro logistico” ha dichiarato il direttore generale della Confederazione, Ivano Russo, aprendo i lavori del Tavolo tecnico con i rappresentanti dell’Agenzia. “La mancanza di conducenti sta diventando una vera e propria emergenza nazionale per l’autotrasporto. Idem la carenza di macchinisti per le imprese ferroviarie private. In alcuni ambiti scarseggia perfino il personale impiegatizio, ed è molto complicato far arrivare oggi a un giovane informazioni corrette su che tipo di lavoro sia, ad esempio, quello dello spedizioniere internazionale. Nonostante il nostro settore cresca, le nostre imprese non riescono a saturare gli organici in decine e decine di posizioni e di profili. Oggi avviamo un percorso concreto e organico di collaborazione con ANPAL e con gli Istituti di Formazione connessi alla rete del Ministero del Lavoro, coinvolgendo tutte le nostre Organizzazioni nazionali e territoriali. Noi mapperemo i numeri e gli skills di cui le nostre imprese hanno bisogno, l’Agenzia ci darà una mano nel costruire il percorso di ricerca e formazione. Chiediamo al Ministro Di Maio di attenzionare questa sperimentazione operativa, che vuole anche essere una risposta etica e di sostenibilità sociale in tema di politiche industriali e di sviluppo della logistica italiana”. Conevgno “Puglia, la piattaforma logistica diventa si-

stema” Una visione comune per far ripartire il ciclo di crescita economica rinnovando la “cassetta degli attrezzi” con un impegno che coinvolga tutti gli attori, privati e pubblici. È il messaggio che arriva dall’iniziativa “Puglia, la piattaforma logistica”, organizzata al Terminal Crociere del Porto di Bari dalla territoriale di Confetra, con a capo Felice Panaro e Vito Leo Totorizzo, in qualità di vice-presidente. “La Puglia, ha molte infrastrutture, molti porti, alcuni buoni per dimensione e specializzazione, anche quelli minori,” ha spiegato il presidente Nereo Marcucci. “Metterli a sistema significa darsi un programma che sia competitivo, per qualità e merito perché il mercato lo chiede, ma che cooperi con le istituzioni per costruire un’offerta di dimensione internazionale. La Puglia potrebbe essere lo snodo di una delle 75 piattaforme che inevitabilmente nasceranno nel mondo in conseguenza della Belt and Road Initiative, per esempio”. Potenzialità che però vanno liberate attraverso lo snellimento burocratico. È la convinzione espressa da Davide De Gennaro, presidente dell’Interporto Regionale della Puglia secondo cui “mettere a sistema i tre porti pugliesi significa elaborare una proposta semplice che possa essere presentata ai grandi operatori a cui interessano primariamente la quantificazione di costi e tempi. Dobbiamo dimostrare che la Puglia può essere un interlocutore efficace”. E mentre si pensa che il colosso cinese possa dirigere il suo sguardo al Pireo, “il porto di Taranto”, spiega a margine Alessandro Panaro, Responsabile SRM Dipartimento Economia Marittima, “potrebbe essere il naturale approdo del Mediterraneo dopo Suez. Quello di Bari invece dovrebbe continuare ad alimentare la propria vocazione turistica non tralasciando tuttavia il traffico marittimo RO-RO, ovvero quello progettato ad hoc per i veicoli gommati. L’Europa guarda e sostiene con favore le politiche rivolte ad alleggerire il traffico su gomma migliorando l’impatto ambientale e riducendo le possibilità di gravi incidenti”.

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Nuove tecnologie per il futuro del cluster

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pprofondire gli aspetti legati all’emergere delle nuove tecnologie e alle modificazioni economico-sociali ad esse legate. È nell’ambito di questa tematica, individuata come strategica per il futuro del cluster, che Confetra ha organizzato due iniziative, in collaborazione con Ernst & Young, dedicati all’Intelligenza Artificiale e all’Industry 4.0. Innovation – Artificial Intelligence e Robotics Definita in modo generico come la scienza che studia come rendere le cose “intelligenti” l’obiettivo principale dell’AI è quello di svolgere task umani e migliorare autonomamente con il passare del tempo. Resa possibile dalla concomitanza di una serie di elementi (dall’incremento delle capacità di calcolo, alla disponibilità sempre maggiore di dati e di algoritmi sempre più sofisticati, passando per un incremento esponenziale delle interazioni tra l’uomo e il mondo virtuale) rappresenta uno degli ambiti di ricerca e investimento più innovativi e potenzialmente rivoluzionari dal punto di vista delle applicazioni operative. “Le aziende italiane – secondo i dati raccolti da EY – stanno attivamente esplorando le opportunità offerte dall’AI, tuttavia emerge un ritardo in termini di grado di maturità: solo il 15% delle imprese nostrane ha dichiarato di esser andata oltre lo sviluppo di progetti pilota, rispetto alla media europea del 32%. Tra i principali usi dell’AI la creazione di modelli predittivi e l’automatizzazione. Il 70% del campione si attende benefici in termini di ottimizzazione delle operations, per esempio semplificando processi integrati e applicando modelli predittivi. Il 50% si aspetta l’AI possa supportare i dipendenti, aiutandoli a prendere decisioni ragionate o a esplorare nuove possibilità. Il 50% si aspetta un beneficio in termini di custode engagement, per esempio personalizzando contenuti o

migliorando il customer care”. Tra i punti critici individuati dall’indagine la percezione della perdita di controllo sui processi, l’impatto sul personale (change management), il sovraccarico di informazioni. “Emergono 8 aree chiave di competenze necessarie per avere successo, alcune centrate su aspetti umani, altre su aspetti tecnologici: leadership, cultura aperta, sviluppo secondo modelli agile, intelligenza emotiva, capacità di creare alleanze esterne e abilità legate all’analisi, alla gestione dei dati, alle tecnologie emergenti. L’Italia deve fare un passo avanti su alcuni di questi fronti ove è leggermente indietro rispetto alla media europea: capacità relative allo sviluppo agile, alla creazione di alleanze esterne, alla cultura aperta, alle tecnologie emergenti”. Soluzioni innovative per l’Industry 4.0 Con oltre 2 miliardi di dispositivi IoT installati e 850mila robot industriali integrati l’ultimo triennio ha registrato un elevato tasso di penetrazione del nuovo modello produttivo basato sulla digitalizzazione. Nato in Germania come strategia di rilancio industriale il paradigma 4.0 è diventato un brand globale che fissa gli standard di un nuovo sviluppo del comparto manifatturiero basato sull’enorme disponibilità di dati provenienti dai processi interni ed esterni all’azienda e sulla capacità di trasformare questi ultimi in informazioni utili, significative, storicizzate e disponibili al momento opportuno per creare valore. L’obiettivo è l’efficienza dei processi, l’aumento dei margini di ricavo attraverso molteplici linee strategiche: sincronizzazione della catena del valore; tracciabilità dei flussi produttivi, delle certificazioni e delle informazioni; gestione della complessità; previsione dei problemi attraverso la realizzazione di modelli predittivi; creazione di nuovi modelli di business. “Le tecnologie 4.0 permettono inoltre di generare vantaggio competitivo anche attraverso l’introduzione di nuovi prodotti “intelligenti” in grado di avvicinarsi al cliente e creare con lui un’interazione avanzata e generare informazioni che vengono integrate nella catena del valore delle aziende”.


WeBridgeWorld aggiornare la visione “Paese” I

l riflesso dei cambiamenti strutturali dell’economia globale sulla logistica, lo stato dell’arte in Italia, le criticità da affrontare e le proposte di rilancio al centro di una intensa “tre giorni” di eventi organizzata dalle territoriali della Confederazione. Si è partiti con una riunione dei presidenti delle Confetra regionali incentrata su ZES, Fondi Strutturali Europei, completamenti delle opere infrastrutturali finanziate con il Fondo Sviluppo Coesione e la relazione del Coordinatore Confetra Mezzogiorno, Domenico De Crescenzo, sul primo incontro partenariale sulla nuova Programmazione, convocato dal Ministero della Coesione Territoriale. Si è proseguito a Pietrarsa (Napoli) con il convegno “Evoluzioni e scenari della logistica tra dinamiche globali e vocazioni territoriali” e a Genova con l’assemblea pubblica di Spediporto. Pietrarsa Fenomeni esterni (guerra dei dazi, Brexit, BRI, solo per fare alcuni esempi) ed interni (riorganizzazione dei processi operativi) stanno trasformando a fondo il cluster logistico rendendo necessario, oltre alla capacità di analizzare le dinamiche in atto, sviluppare un nuovo tipo di interlocuzione con i decisori istituzionali. La “quarta generazione delle alleanze”, così come definita in un recente studio dell’OCSE, sta producendo conseguenze in termini di barriere all’entrata nel mercato, la congestione delle aree portuali (chiamate a confrontarsi con abnormi volumi di merci che viaggiano su poche navi), l’integrazione dei servizi da parte dei grandi player che sbarcano a terra, alla ricerca di margini di profitto sempre più esigui in mare. Non cresce solo il livello delle acquisizioni di terminal (dal 17% al 38% dal 2001 ad oggi): il fenomeno si espande lungo tutta la filiera del trasporto. “La ricerca dell’interlocutore unico produce così la percezione che tutti i servizi di logistica siano uguali, schiacciando sul prezzo gli operatori tradizionali,” sottolinea Ermanno Giamberini, presidente Confetra Campania. Un processo di “commoditizzazione” che nega alla radice il rapporto con l’attività manifatturiera e

la natura “operativa” di chi lavora nel settore. Come reagire? Migliorare il dialogo con le istituzioni, diventando parte attiva dei processi decisionali diventa essenziale, così come “garantire servizi di qualità alla committenza”. Genova Il messaggio programmatico WeBridgeWorld invita, nella relazione del presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, ad “aggiornare la nostra visione di paese dei prossimi trent’anni, ma allo stesso tempo non ritardare di un solo minuto quanto si era deciso di fare, anche con impegni formali”. Da qui la proposta di un “bold plan”, pensato per il rilancio di Genova dopo la tragedia del Morandi ma valido per tutto il sistema nazionale, basato su tre indirizzi: maritime connectivity, intesa non solo come fortunata collocazione geografica ma come corredo di efficienza e qualità dei servizi “tale da favorire la scelta di uno scalo su di un altro”; port efficiency, la capacità di offrire alla merce una serie sempre più ampia di servizi, compresa la dotazione di “zone franche dove garantire all’industria di poter lavorare la merce per poi ri-esportarla o di immetterla in consumo” o di ampie aree retroportuali per “lavorazione, magazzinaggio, personalizzazione ed etichettatura alle merci”; hinterland connectivity, “la possibilità di uno scalo di poter rilanciare ad ampio raggio le proprie merci su tutta una serie di mercati nazionali e internazionali”. “Tutti gli indicatori non lasciano dubbi sul fatto che il XXI secolo sarà quello, non solo della Digital Economy, ma anche della Logistic and Blue Economy,” ha spiegato Pitto. Il che comporta una sfida di tipi culturale: “Si tratta di collegare il mondo delle infrastrutture materiali a quello delle nuove tecnologie, ed attraverso questa operazione creare un ponte ideale tra porto e città, per uno sviluppo responsabile in grado di coinvolgere tutto il territorio”. WeBridgeWorld, dunque, come “concept moderno di portualità che pone al centro la merce valorizzando la filiera complessiva dei servizi”.

maggio 2019 - 11


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