La rivista dedicata al mondo dei viaggiatori e delle mete più esclusive - Periodico - N° 1 - Anno 2016 - € 5,00 www.progressonline.it
IndIa
ObIettIvO benessere Grazie all’ayurveda e alle sue pratiche – tramandate da secoli in India – si possono ottenere salute e longevità
AMERICA New York City Tour per le vie di Prospect Heights
AU S T R A L I A
EUROPA
Paesaggi sorprendenti tra i colori della Tasmania
gErMaNIa Scoprite Francoforte sulle tracce di grandi artisti POLONIA Ritrovare la spiritualità nella Malopolska
Cover Story
tUttO Un “aLtrO MOndO”: Le IsOLe seYCHeLLes viaggio alla scoperta della natura primordiale, di specie endemiche rare in un vero paradiso terrestre. Un arcipelago unico al mondo che regala primitive bellezze incontaminate in ognuna delle sue 115 isole.
Foto di Ennio Maffei
Portogallo Sfide sul “green” Lisbona , patria europea del Golf
Editoriale
di Franco Del Panta
2016: DOVE CI PORTERAI? Da anni la scienza continua a scoprire nuovi motivi per cui viaggiare giova a corpo, mente e produttività. Un naturale buonumore che può nascere anche solo dal pensare di partire o di pianificare un viaggio, un weekend fuori porta, una fuga dal tran tran quotidiano. Se è vero che viaggiare ci rende più felici, allora il 2016 parte con i migliori presupposti per il benessere globale, confermando quell'agognato ritorno al turismo che abbiamo avuto modo di constatare già nell'anno appena trascorso. Il trend positivo continua e, a conferma, arrivano le stime dei Travel Trends 2016 secondo TripBarometer: i viaggiatori sono pronti a spendere di più di quanto hanno fatto nel 2015, a dedicarsi con maggiore entusiasmo a nuove esperienze di viaggio, a valutare con attenzione l'offerta culturale, con l'occhio vigile su pacchetti e last minute. A decretare le tendenze dell'anno ci pensa anche il New York Times che ha pubblicato, come da tradizione, la lista delle mete imperdibili: vince Città del Messico, ma non manca una presenza italiana, quella Torino sempre più apprezzata in quanto a proposta culturale grazie anche all'attento restauro del Museo Egizio. Nel nostro vademecum di destinazioni irrinunciabili, invece, le Seychelles - a cui è dedicata la copertina di questo numero - la fanno da padrone: un paradiso immerso nell'Oceano Indiano, ideale per sicurezza, servizi e natura incontaminata. Tutto questo e molto altro ancora alla luce dell'imminente apertura della più importante manifestazione di settore, la BIT -Borsa Internazionale del Turismo- che anche quest'anno racconterà da Milano le evoluzioni e le previsioni del comparto. Un appuntamento ormai irrinunciabile per capire se questo 2016 ci regalerà sempre più viaggi, sempre più felicità.
PRIMO PIANO Si anima il dibattito sulla statua di Sekhemka MSC lancia la “mini” crociera A rischio un terzo dei siti naturali Unesco L’Italia della nautica La Muscle car arriva in Europa
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IN VIAGGIO Tante idee per una tappa negli States Trendy, originale, unica: Londra Parigi, l'agenda di febbraio Tarantino in Italia con The Hateful Eight
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BEL PAESE Oltre i confini dell’arte Sentieri d’acqua e di terra Sulla strada dell’arte sacra BIT 2016: Tutte le sfumature del turismo
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AFRICA
Progress - Viaggi
Seychelles Tutto “un altro mondo”
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Kenya I grandi laghi
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ASIA India Obiettivo benessere
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OCEANIA Tasmania Paesaggi sorprendenti
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AMERICA British Virgin Islands La terra che il tempo ha dimenticato
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New York City Tour per le vie di Prospect Heights
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EUROPA Francoforte Sulle tracce dei grandi artisti
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Estonia Un bianco inverno
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Lisbona
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La patria europea del golf
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Polonia Ritrovare la spiritualità nella Malopolska
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VIAGGIARE Eventi Sale la febbre del Carnevale
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Fotogallery Un pianeta a colori
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HOTELLERIE All you need is... San Valentino
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La6 group srl www.progressonline.it N°1# -2016 Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Progress Viaggi è una pubblicazione edita da La6 group srl Rivista registrata presso il Tribunale di Roma il 17/04/2007 - n°152/2007 Uffici Commerciali MILANO, Piazza Aspromonte 17 Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Franco Del Panta direzione@edizionisei.com Direzione Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Ufficio Stampa Alessandro Petrone redazione@edizionisei.com Pubbliche Relazioni Fabrizio Falconi f.falconi@edizionisei.com Marketing e editoriale Maria Temperoni m.temperoni@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com A. Calvaruso, G. Baldoni, L. Conceção Do Sacramento, R. Bernardo, E. Pasca, E. Rodi, M. Vaccaro, L. Omiccioli, A. Fusè, l. Leoni, M. Giustini, E. Bonardi, S.Giardinelli, D. Salvati, Y. Leone, M. Morelli, F.Bonetti P. De Donato, R. Bernardi e M. Barba Marketing & ICT Milko Vaccaro Ufficio Abbonamenti info@edizionisei.com Ricerca Iconografica e Servizi Luca Omiccioli - Milko Vaccaro Art Direction Vania Rossi Stampa e Allestimento SEI srl Distribuzione Spediservice Srl Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com Fotografie Foto e testi servizio New York City: Iscoa USA corp. Shutterstock - LM - Maison de la France M.R. Boserman - L. Omiccioli - M. Vaccaro L. Conceção Do Sacramento - M.L.C. Beduschi S. Von Mallinckrodt - A. Calvaruso M. Fernandez Grotewold - R. Bernardo Tony Baskeyfield - Raymond Sahuquet Gerard Larose - Ente Turismo Indian N.B. Ci scusiamo se, per cause indipendenti dalla nostra volontà, abbiamo omesso o erroneamente citato qualche fonte iconografica. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
Fotoreportage
SETTECENTO ANNI DI STORIA E TESORI D'ARTE
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opo i lavori di restauro e ampliamento degli spazi, il Museo dellʼOpera del Duomo ha riaperto offrendo ai
visitatori la possibilità di ammirare gran parte delle opere che hanno reso famosa Firenze, il Rinascimento e i suoi Artisti, anche quelle fino ad oggi lasciate nei depositi. Fondato nel 1881, il Museo dellʼOpera del Duomo consiste oggi in 6000 metri quadri per 25 sale su tre piani e conserva la maggiore collezione al mondo di scultura del Medioevo e del Rinascimento fiorentino. 750 opere tra statue e rilievi in marmo, bronzo e argento, tra cui capolavori dei maggiori artisti del tempo: Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia Andrea del Verrocchio e molti altri ancora. Oltre 200 opere visibili per la prima volta al pubblico dopo il restauro, tra queste la Maddalena di Donatello, la Porta Nord di Lorenzo Ghiberti per il Battistero di Firenze e i ventisette pannelli ricamati in oro e sete policrome su disegno di Antonio del Pollaiolo. Nel nuovo Museo troveranno posto anche molte opere mai viste prima o conservate nei depositi per decenni, come le quindici statue trecentesche e quasi settanta frammenti della facciata medievale del Duomo. LʼOpera di Santa Maria del Fiore ha investito 45 milioni di euro di risorse proprie nella realizzazione del nuovo Museo. Direttore e autore del progetto museologico è Timothy Verdon, mentre il progetto architettonico è di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti. La realizzazione del nuovo Museo dellʼOpera del Duomo è parte di un programma di interventi, tra cui il restauro delle facciate esterne del Battistero, messi in campo dallʼOpera in vista del V Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa Italiana che si è tenuto a Firenze ed è culminato nella visita di Papa Francesco. www.ilgrandemuseodelduomo.it Paola De Donato
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Fotoreportage
A VENTIMIGLIA È PRIMAVERA TUTTO L'ANNO
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n giardino botanico per l'acclimatazione di piante provenienti dalle più diverse zone del mondo che sfrutta la felice
posizione della suggestiva costa ligure e la particolare dolcezza del clima: i Giardini Botanici Hanbury. Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti internazionali, venne alla luce un grandioso insieme che, ancora oggi, non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati. Posti a pochi chilometri dal confine francese, i Giardini Hanbury sono indissolubilmente legati alla storia del suo fondatore, Thomas Hanbury, che trasformò 18 ettari di un promontorio coltivato a olivi e vigneti o lasciati alla macchia mediterranea, in uno dei giardini botanici più importanti e famosi al mondo. La storia è quella di un vero e proprio colpo di fulmine: nel 1866 Hanbury lascia la Cina e nel marzo del 1867, durante una vacanza sulla Costa Azzurra, scopre il promontorio di La Mortola, all'estremo confine occidentale della Liguria, e la proprietà di Palazzo Orengo, rimanendone talmente affascinato da firmare subito un contratto di acquisto. All'interno, tra le collezioni più importanti, si segnalano quelle dei generi Eucaliptus e Acacia, oltre a bambù, succulente, agrumi di antiche varietà, rose, peonie, numerose rampicanti sulle pergole. Da non perdere la visita al Giardino dei profumi, ai Giardinetti all'italiana, e al Frutteto esotico. I Giardini sono, inoltre, attraversati da un tratto dell'antica via Julia Augusta e da una rete di 5km di sentieri, vialetti e scale che, insieme a un tratto marino prospiciente la zona, costituiscono un'area protetta regionale e due siti d'importanza comunitaria. Vi si trovano una piccola biblioteca, un erbario con circa 15000 campioni, un laboratorio per la conservazione della diversità vegetale ligure con annessa banca del germoplasma, un laboratorio didattico, un'esposizione di legni, attrezzi e oggetti d'interesse storico e artigianale. Martina Morelli
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Arte di Paola De Donato
Si anima il dibattito sulla statua di Sekhemka L'opinione pubblica e gli esperti del settore si divivono circa la leggittimità della vendita di un pezzo di storia che appartiene all'umanità intera
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i tratta di una statua in calcare dipinto, unica nel suo genere, con più di 4.000 anni di età, risalente al tempo della quinta dinastia egizia; “Sekhemka” raffigura uno scriba seduto, che tiene disteso sulle ginocchia un rotolo di papiro e, la moglie Sitmerit, accanto a lui e di minore dimensione. Da qualche tempo questo prezioso
capolavoro è al centro di spiacevoli avventure; nel 2014, infatti, la statua era stata messa allʼasta da Christieʼs, a Londra, e venduta a un anonimo privato, per più 15 milioni di sterline. La vendita suscitò il mal contento di molti, spingendo il dipartimento inglese per la Cultura, i Media e lo Sport (DCMS) a
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intervenire. Fu stabilito che unʼopera di tale importanza non poteva finire nelle mani di un privato, anziché protetta in un museo. Fu quindi interdetta la vendita e lʼesportazione della statua, e congelata lʼasta, con la speranza che un ente pubblico facesse unʼofferta equivalente a quella fatta dallʼanonimo privato, assicurando così che lʼopera rimanesse in ambito museale. Lʼinterdizione, però, è scaduta lo scorso 28 agosto senza che nessun ente abbia fatto unʼofferta e, anche se si
sta valutando lʼipotesi di presentare un progetto per attivare una raccolta fondi e prolungare lʼinterdizione alla vendita della statua fino al marzo del 2016, la sicurezza di questa meraviglia artistica potrebbe ancora essere compromessa. Questa vicenda potrebbe rivelarsi pericolosa, non solo perché la statua potrebbe non essere più esposta pubblicamente, anche per tutte le altre opere custodite nei musei britannici, perché si potrebbe pensare di venderle a dei privati, togliendo il diritto di ammirare in luoghi pubblici i capolavori dellʼarte; in questo modo le opere stesse perderebbero il loro valore artistico e culturale, divenendo mero oggetto da collezione di un singolo. Di questa opinione è anche il “Save Sekhemka Action Group”, un gruppo dʼazione, che, dalla sua istituzione, si batte per impedire la vendita della statua.
Travel di Martina Morelli
MSC lancia la “mini” crociera L’esperienza unica di una crociera anche per chi ha pochi giorni da dedicare a se stesso, a una fuga romantica o a una vacanza in famiglia
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a MSC Crociere, compagnia leader in Europa e nel Mediterraneo, adatta la sua programmazione alle esigenze del proprio pubblico, proponendo una serie di mini itinerari pensati per chi lavora, ma ha la necessità di un break. Viaggi da 1 a 4 giorni fra le perle del Mediterraneo, un lasso di tempo comunque sufficiente per vivere e lasciarsi trascinare dalle atmosfere da sogno tipiche dei momenti vissuti in crociera, per ritemprarsi dalle fatiche quotidiane e visitare alcune delle più belle località del “Vecchio Continente”, o rimanere a bordo e ricaricare le pile grazie alla moltitudine di servizi offerti dai leader dellʼaccoglienza, specializzati nelle più alte forme di ospitalità. Tra una tappa e lʼaltra in
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nave la scelta è ampia e ogni istante rende lʼesperienza memorabile. Cʼè chi sceglie di rilassarsi godendosi il lento scorrere delle onde del mare, altri prediligono la MSC Aurea Spa, paradiso del relax offerto da un personale altamente qualificato e specializzato in massaggi e trattamenti balinesi. Alcuni invece si danno allo sport e alla remise en form nelle palestre e strutture sportive della nave. Ma le attrazioni coinvolgono proprio tutti, grandi e piccoli, cui è riservato un dettagliato e variegato programma di divertimento presso i Mini e Junior Club delle navi. Le minicrociere hanno preso vita anche a bordo delle navi appartenenti alla classe ammiraglia, le più grandi della flotta,
in grado di ospitare oltre 4mila passeggeri: MSC Divina, MSC Fantasia, MSC Splendida e MSC Preziosa. Itinerari anche a bordo di MSC Sinfonia, una delle quattro unità della flotta appena “allungate” di circa 30 metri nellʼambito del Programma Rinascimento in
corso presso Fincantieri, nei cui spazi aggiuntivi della nave, tagliata in due per far spazio a un nuovo troncone centrale, figurano anche aree pensate per i più piccoli in sinergia con il personale Chicco e Lego. www.mscrociere.it
Attualità di Maria Baffigi
Rapporto WWF
a rischio un terzo dei siti naturali Unesco Tutti insieme ricoprono quasi l'1% della superficie terreste, una percentuale che sembrerebbe irrisoria, ma che rappresenta un tesoro inestimabile dal quale tutto il nostro pianeta trae beneficio
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tiamo parlando dei 229 siti naturali Patrimonio dell'Umanità, che secondo un recente rapporto del WWF (Safeguarding Outstanding Natural Value), sono sempre più messi in pericolo dalle inarrestabili esplorazioni per la ricerca di petrolio, gas e minerali. L'allarme è scattato per circa 70 siti (il 31% del totale), un dato fortemente negativo se si pensa che l'anno precedente le stime erano ferme al 24%. A essere coinvolti in attività o concessioni per estrazioni sono, per esempio, i parchi nazionali del Virunga in Congo e del Lago Malawi fino alla riserva Selous in
Tanzania, tra i più grandi parchi faunistici al mondo. In generale, sono i Paesi in via di sviluppo a essere più minacciati: dall'Asia con 24 siti su 70 (34%), all'America latina e caraibica con 13 siti su 41 (31%). Tra Europa e Nord America, invece, solo 7 siti su 71 (10%). Cifre allo stesso modo importanti, giacché nella lista compare anche il Parco PATRIMONIO DA SALVARE A destra: i Parchi Nazionali del Virunga in Congo, del Lago Malawi, della riserva Selous in Tanzania. In basso: il Fiume Guadalquivir dove si estende il Parco Nazionale del Coto Donana in Spagna. Nazionale del Coto Donana, esteso lungo l'estuario del fiume Guadalquivir, nel sud della Spagna, noto per l'eccezionale biodiversità che preserva. Flora e fauna subiscono la medesima sorte. L'emergenza è stata lanciata per alcune specie in via di estinzione, quali i gorilla di montagna, gli elefanti africani, i leopardi delle nevi, le tartarughe marine e i cetacei. Un danno che si ripercuote
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sulle popolazioni locali che traggono sostentamento dalle materie prime della loro terra, mentre il WWF stima che salvaguardare questo patrimonio porterebbe dei benefici in fatto di turismo, lavoro, sviluppo e promozione della cultura e dell'istruzione.
da New York di Maria Baffigi
Tante idee per una tappa negli States Cucina dal mondo, moda, sport e lifestyle nella città che non dorme mai
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i rinnova il fortunato appuntamento con la buona tavola a prezzi contenuti. La “NYC Restaurant Week” ha preso il via il 18 gennaio per terminare il 5 febbraio coinvolgendo ben 300 ristoranti aderenti all'iniziativa: il menù a prezzo fisso prevede tre portate a 25 dollari a pranzo e a 38 la sera. Il Super Bowl è l'evento sportivo più atteso dell'anno, capace di inchiodare davanti alla tv tutti gli Stati Uniti. Per gli amanti del football americano il 7 febbraio è la giornata ideale per recarsi in qualche tipico pub e guardare in compagnia il match.
Tutta Chinatown celebra, nella giornata dell'otto febbraio, la Festa della Primavera (o Capodanno Lunare), noto in Occidente con il nome di Capodanno Cinese. Le festività, che si prolungano per una quindicina di giorni, sono molto sentite dalla comunità cinese residente a New York e movimentano per la parata finale e per i fuochi d'artificio migliaia di persone, confermandosi una delle attrazioni turistiche più gradite.
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Tendenze e stili sono i protagonisti assoluti della Couture Fashion Week, ospitata dal 12 al 14 febbraio nella splendida cornice del Crowne Plaza Times Square
Manhattan. Partecipare all'evento significa avere la possibilità di ammirare in anteprima le collezioni proposte dai più celebri stilisti e dai più promettenti talenti del momento
NEW YORK SCOMMESSA D’AMORE Per San Valentino esiste regalo più romantico di un soggiorno nella città dalle mille luci? e non ultimo poter incontrare da vicino personaggi famosi. Vi sembra poco? Se avete intenzione di stupire il vostro partner regalatevi un weekend a New York in occasione della festa degli innamorati. Dall'atmosfera romantica che avvolge il Central Park all'affollata e colorata Times Square, passare il 14 febbraio nella Grande Mela sarà un sogno a occhi aperti!
da Londra di Maria Baffigi
Trendy, originale, unica: semplicemente Londra Tra le città più visitate e amate, Londra è la meta ideale per un San Valentino indimenticabile
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vete voglia di provare l'emozione di sentirvi un po' come Julia Roberts e Hugh Grant nel film “Notting Hill”? Concedetevi una romantica passeggiata tra le vie del quartiere omonimo, set del film. Coincide con la festa degli innamorati il Capodanno Cinese, che di solito si celebra a Londra nella settimana successiva alla data effettiva, che quest'anno cade l'otto febbraio. I festeggiamenti hanno luogo tra Trafalgar Square, Leicester Square, Chinatown e Shaftesbury
Avenue in un susseguirsi di esibizioni musicali e acrobatiche di artisti cinesi e internazionali, danze, gustose specialità gastronomiche, draghi e spettacolari fuochi d'artificio. L'evento si conferma un'occasione per avvicinarsi alla cultura cinese e conoscerne meglio usi e costumi, essendo quello londinese il Capodanno Cinese più importante d'Europa. Attenzione, ricordatevi di indossare, come da tradizione, qualcosa di rosso, il colore del buon auspicio. Vincitore di un terzo Golden Globe conquistato lo scorso
DAL BIG BEN ALLA GRANDE MURAGLIA A Londra si festeggia il Capodanno Cinese più importante d’Europa, con suggestive esibizioni e sfilate.
mese per la musica del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, il maestro Ennio Morricone farà tappa il 16 febbraio al The O2 Arena di Londra, in vista del tour mondiale, per celebrare il sessantesimo anniversario della sua carriera di compositore e direttore d'orchestra. A Lee Miller, importante
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fotografa e reporter di guerra del ventesimo secolo, è dedicata la mostra monografica “Lee Miller: A Woman's War” allestita all'Imperial War Museum (fino al 24 aprile 2016). Più di 150 scatti e documenti inediti raccontano l'orrore della seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo sensibile di una donna.
da Parigi di Maria Baffigi
Parigi, l'agenda di febbraio Non solo romanticismo. L'inverno parigino è all'insegna della cultura e del divertimento
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l fantastico mondo acquatico è il tema scelto per l'edizione 2016 del Carnevale parigino che si festeggia il 7 febbraio con la tradizionale sfilata domenicale in un clima di allegra convivialità. Soldes, dégriffé, stock... in un parola saldi! C'è tempo fino al 16 febbraio per concedersi il lusso di qualche acquisto senza fare troppi danni al portafoglio: dalle Galeries Lafayette a les ChampsElysées o lungo Rue du Faubourg Saint Honoré, Avenue Marceau e Avenue Montaigne non sarà difficile trovare occasioni per dedicarsi allo shopping. Al Grand Palais è aperta fino al 21 febbraio “Volez, Voguez, Voyagez – Louis Vuitton”. La mostra ripercorre la storia di Louis Vuitton dal 1854 ai nostri giorni, attraverso i
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ritratti dei fondatori della Maison e di coloro che oggi ne disegnano il futuro. Il percorso si snoda in nove capitoli e si apre con un'antica malle, simbolo per eccellenza del celebre marchio, che racchiude in sé i tratti distintivi della Maison, incarnandone lo spirito audace. L'esposizione presenta oggetti e documenti del Patrimonio Louis Vuitton, insieme a una selezione di pezzi esclusivi, provenienti dal Palais Galliera, Musée de la Mode de la Ville de Paris. La Cité des Sciences et de
GALERIES LA FAYETTE La capitale francese vi aspetta per un frenetico shopping all'insegna dei saldi invernali, tra le lussuosissime vetrine del centro e le storiche Galeries La Fayette che ospitano il meglio della moda internazionale
l'Industrie ospita la mostra “Darwin, l'original” (fino al 31 luglio 2016), realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale di Storia Naturale. Chi era Darwin e quale pensiero era alla base della sua teoria evoluzionistica? A queste e molte altre domande i curatori cercano di dare risposta giocando sull'interazione e sulla
partecipazione dei visitatori. Fa tappa a Parigi “L'ora del Rosario”, il nuovo show di Rosario Fiorello, che ha già registrato il tutto esaurito durante il tour italiano e che per la prima volta sbarca in Europa alla conquista di Zurigo, Bruxelles e Londra. L'appuntamento nella capitale francese è per il 17 febbraio a La Cigale. Lo spettacolo alternerà monologhi, canzoni, gag, duetti per una serata ad alta comicità e ironia. Il 25 febbraio a esibirsi a L'Alimentation Générale saranno i Marlene Kuntz che con questa serata daranno il via al Lunga attesa Tour 2016, dal nome dell'omonimo album uscito a gennaio. Si accendono i riflettori sul concerto evento dei Muse al Bercy Arena, per tutte le date dal 26 febbraio al 4 marzo è previsto il sold out.
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Ăˆ un dispositivo me medico edico CE. Leggere le avvertenze.. Autorizzazione Ministeriale del 16/12/2013.
Cinema di Roberto Leggio
“Volevo girare un giallo western e mi sono ritrovato con un horror” Al suo ottavo film Quentin Tarantino supera se stesso girando un western da camera pieno di dialoghi e sangue. “Volevo girare un giallo western e mi sono ritrovato con un horror” spiega il regista italo-americano venuto a Roma a presentare il suo nuovo film. Un film epocale, girato in 70mm “Perché essendo una piece teatrale gli spettatori potevano tenere tutto sotto controllo”
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arrivo di Quentin Tarantino a Roma è sempre un evento. Soprattutto questa volta che è venuto con due dei suoi “odiosi otto” (Kurt Russel, il boia e Micheal Madsen, il mandriano) ed il maestro Ennio Morricone a presentare The Hateful Eight, western da camera con le atmosfere di un giallo di Agatha Christie. In ogni suo film c'è sempre qualcuno che mente sulla propria identità. Perché? Si è un espediente narrativo che da più spessore ad uno o più personaggi. Penso che sia un elemento importante, drammatico, almeno nei miei film. Il travestimento, o la mistificazione di farsi credere qualcun altro è lo snodo narrativo che potrebbe salvargli la vita o meno. In
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questo film nessuno è quello che dice di essere e le conseguenze alla fine saranno devastanti. Un film in 70mm come non si faceva da decenni. Pensa che lo scontro tra pellicola e digitale sia come una battaglia tra cowboy e indiani? Mi auguro che la pellicola duri di più, anche se i nativi hanno resistito parecchio e gliene hanno fatte vedere di tutti i colori. Il suo ultimo film è un western atipico, da camera, con tutti gli ingredienti di un thriller di Agatha Christie, con una struttura dove la tensione sale pian piano... The Hateful Eight è un vero dramma teatrale. Quindi non è il tipico film in cui puoi ricorrere a tutti quei trucchetti che vengono utilizzati per
bilanciare i tempi. Ed essendo un western teatrale, tutti i personaggi se ne stanno in quella stanza a farsi vedere e raccontare di loro. Attraverso i loro dialoghi capiamo chi siano e chi non siano veramente. Chi siano veramente lo scopriamo con l'andamento della vicenda. La cosa geniale è che non c'è uno veramente buono... In quella stanza non c'è nessun personaggio positivo, tutti sono cattivi. E tra cattivi sappiamo bene cosa può succedere... Lo si può considerare una versione western delle Iene? Si è vero. Quel film comunque era influenzato da La Cosa di John Carpenter, in quanto i due film hanno in comune il senso del sospetto e della paranoia, il paesaggio immerso nella neve e l'ambientazione racchiusa in una sola stanza in cui un gruppo di personaggi non può fidarsi di nessuno. In questo film più che negli altri che ha diretto si mischiano generi e situazioni, era così anche quando ha iniziato a scrivere la sceneggiatura? Sono consapevole di non riuscire a girare tutti i film che mi vengono in mente. Così, sebbene tendo ad essere
trascinato da un genere specifico, mi ritrovo a condensare cinque film in uno. Quando ho iniziato a scrivere The Hateful Eight avevo ben chiaro di una carrozza che si fa strada in un paesaggio innevato e che da un western si sarebbe trasformato in un giallo da camera, ma poi con il montaggio è diventato un horror. Come amante del cinema, mi piace mischiare le carte e quindi mi reputo un giocoliere che riesce a barcamenarsi con i vari toni del film. Uno dei toni è la storia di sangue che ha “inventato” gli Stati Uniti. Lo può considerare il suo film più politico? No, penso che Bastardi Senza Gloria e Django siano molto più politici di questo. Posso affermare che il film sia diventato politico quando i personaggi hanno cominciato a parlare tra loro e che che in qualche modo siano venuti fuori accenni alla situazione politica attuale tra democratici e repubblicani, anche perché alcuni eventi accaduti durante la lavorazione del film hanno reso il lavoro molto più attuale di quanto non fosse all'inizio. Diciamo che sono stato fortunato ad aver trovato il mio Zeitgeist.
LE
ISOLE
SEYCHELLES
TUTTO “UN ALTRO MONDO” Viaggio alla scoperta della natura primordiale, di specie endemiche uniche, come la rana più piccola del pianeta, il pigliamosche del paradiso, il rarissimo albero medusa…e molto altro ancora
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a quando questo arcipelago di isole splendenti occupò per la prima volta il suo angolo remoto nell’Oceano Indiano occidentale, 75 milioni di anni fa, non ha mai smesso di presentarsi come un vero e proprio santuario naturale e incontaminato. Ad attendere il visitatore, oggi, ben 115 isole con spiagge mozzafiato famose in tutto il mondo, sabbia soffice come borotalco e un clima perfetto: un sogno che diventa realtà per il viaggiatore moderno, stanco di vacanze ordinarie e banali, ma desideroso di evadere e sperimentare l’eccellenza, lontano da esperienze preconfezionate, frenetiche e mondane. Due tipologie di isole, quelle granitiche ‘Interne’ situate intorno alle isole principali di Mahé, Praslin e La Digue, le cui verdeggianti cime si innalzano da foreste vergini e spiagge immacolate, e quelle ‘Esterne’, una scintillante varietà di isole coralline piatte e poco frequentate dall’uomo che si estendono ad occidente verso la costa dell’Africa.
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Grande Soeur Raymond Sahuquet
Un’Arca di Noè in miniatura che ospita alcune delle più rare e sorprendenti specie di flora e fauna del pianeta: ogni isola ha la sua particolare topografia, il suo carattere ed il suo ecosistema, ogni isola è un universo unico. Abitate da circa 250 anni, le Seychelles possiedono una bellezza naturale leggendaria, protetta da severe leggi sulla conservazione che hanno fatto sì che quasi la metà delle terre emerse che costituiscono l’arcipelago fossero preservate dalla denominazione di parco marino o riserva naturale. L’arcipelago ospita, inoltre, due siti del patrimonio mondiale UNESCO: la leggendaria Vallée de Mai dove, su antiche palme in una valle nascosta, cresce il misterioso frutto del Coco de Mer, dalla sensuale forma di bacino femminile, e Aldabra, l’atollo corallino emerso più grande al mondo. Contrasti emozionanti tra rocce granitiche oceaniche incredibilmente levigate che emergono dall’oceano color cobalto, barriere coralline ricche di vita marina, lussureggianti foreste primordiali, spettacolari colonie di uccelli marini e romantiche spiagge deserte: diversità, autenticità e purezza sono le parole chiave di un mondo rimasto incredibilmente invariato nel corso dei millenni e le cui caratteristiche sono gli ingredienti per una vacanza unica e per un'esperienza senza eguali immersi nella natura più pura.
Coral & Fish Tony Baskeyfield
Fairy Tern Raymond Sahuquet
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Waterfall Vallee de Mai Gerard Larose
Una vera mecca per naturalisti, ornitologi ed eco-turisti, celebre per le sue spiagge ritenute tra le piÚ belle al mondo, ma anche per le molte attrazioni naturali e culturali degne di nota, da vedere ed esplorare sia attraverso escursioni guidate, in particolar modo per apprezzare alcune delle specie piÚ rare della flora e della fauna locale, sia semplicemente noleggiando un’automobile o in bus. Durante queste visite, è possibile apprezzare i diversi monumenti nazionali, le graziose case creole, gli atelier e le gallerie d'arte, dilettarsi nel cuore delle riserve naturali e dei parchi marini, avventurarsi lungo vari
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Mountains on Anse Major Trail Gerard Larose
INFORMAZIONI UTILI Governo: Repubblica Superficie (Km2) 455 Km2 Popolazione (al 30/06/2015) 93.419 ab Gruppi etnici multietnico Lingue inglese, francese, creolo seicellese Religioni cristiana (cattolica e anglicana), indù, islam Capitale Victoria Moneta Rupia delle Seychelles Fuso orario +3h rispetto all'Italia; +2h quando in Italia è in vigore l'ora legale. Documenti Passaporto con validità 6 mesi Visto Il visto si ottiene all'arrivo Particolari divieti Nessun divieto Carte di credito Le carte di credito più utilizzate sono accettate ovunque Clima Il clima caldo e tropicale delle Seychelles rende il soggiorno piacevole in qualsiasi momento dell'anno. Esistono, tuttavia, periodi particolari che meglio si adattano a specifici interessi. Il periodo migliore per gli amanti della vela e del windsurf è l'inizio o la fine della stagione degli alisei, cioè a maggio e a ottobre, mentre per le immersioni i mesi più indicati sono da marzo a maggio e da settembre a novembre Telecomunicazioni I sistemi telefonici alle Seychelles sono piuttosto efficienti ed affidabili in tutta l'area. La copertura per i cellulari è garantita per le principali compagnie telefoniche, ma è bene consultare il proprio gestore prima della partenza. Il prefisso dalle Seychelles all'Italia 0039, mentre dall'Italia alle Seychelles 00 248 Elettricità Il voltaggio è di 240 volt. E' necessario, comunque, avere con sé un adattatore per le prese di tipo inglese. Salute Vaccinazioni obbligatorie: nessuna. La vaccinazione per la febbre gialla è obbligatoria se si proviene da zone infette. Consigliate le vaccinazioni contro l'epatite A e B e quella antitifica. Da mettere in valigia La temperatura scende raramente al di sotto dei 27° per cui, per il giorno, abiti leggeri e tenute sportive quali pantaloncini corti , maglietta e scarpe ginniche (ideali per visitare l'entroterra), sono più che consigliati. Per la sera, in particolare per la cena, è bene dotarsi di capi più formali, soprattutto per l'uomo che deve necessariamente indossare pantaloni lunghi. Farmacia da viaggio Trasporti Al momento non ci sono voli diretti dall’Italia. Alitalia opera in collaborazione con Etihad e Air Seychelles con scalo ad Abu Dhabi. Ci sono anche ottimi voli con le migliori compagnie mediorientali, come Emirates e Ethiad o Ethiopian Airlines con scalo ad Addis Abeba. I collegamenti con le isole interne sono assicurati sempre da Air Seychelles per permettere un costante flusso di passeggeri. Le due isole principali sono collegate anche da un efficiente servizio di catamarani veloci (45min circa il tempo di traversata), mentre traghetti e imbarcazioni consentono il collegamento tra i porti delle isole più vicine.
sentieri per una passeggiata nella natura lussureggiante. Alcune aree a tema sono molto apprezzate dalle famiglie, che possono, ad esempio, divertirsi a scoprire il mondo dei pirati del XVII secolo. La vita notturna non è da meno, grazie alla vasta scelta di casinò, cinema, club, bar e ristoranti di ottima qualità, in cui è possibile sperimentare la cucina locale, i piatti della tradizione creola, la raffinata cucina di chef stellati, sorseggiare un drink esotico con scenari d'incanto oppure lasciarsi coinvolgere dai numerosi eventi e festival organizzati in ogni stagione.
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NATURA PRIMITIVA E BELLEZZA INCONTAMINATA IN OGNI ISOLA, TRA FORESTE LUSSUREGGIANTI, MARE COLOR ZAFFIRO E MAESTOSE ROCCE GRANITICHE: LE SEYCHELLES SONO UN AUTENTICO SANTUARIO, UNA META CORROBORANTE PER SPIRITO E CORPO
Anse Lazio Gerard Larose
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Durante tutto l’anno, la destinazione è molto propizia alla navigazione intorno alle isole, il miglior mezzo per scoprire la straordinaria diversità del litorale: con la maggior parte delle mete situate fuori dalla zona interessata dai cicloni, le Seychelles permettono di solcare le loro acque calme quotidianamente, gli ammaraggi sono sicuri, le distanze di navigazione tutt'altro che impervie, insomma, una vacanza in barca a vela, catamarano o yacht è più che consigliata per chiunque voglia scoprire gli angoli più nascosti e le baie più incontaminate dell’arcipelago. Per delle vacanze dinamiche, inoltre, non c’è niente di meglio dello sport. Le immersioni per scoprire una brulicante vita marina, la pesca nelle acque tra le più ricche al mondo, gli sport nautici come il surf o il kayak sono
certamente attività da non perdere alle Seychelles, ma si possono anche praticare il trekking nelle foreste vergini, il golf, la bicicletta e persino l’equitazione. Per gli appassionati di cultura locale ci sono, poi, numerose gallerie d’arte dove scoprire la varietà e l'unicità dei mezzi di espressione artistica delle Seychelles, attraverso pitture, sculture, vetri colorati, oggetti artigianali, incisioni e pitture su tessuti. In queste remote isole si può vivere un’esperienza unica, grazie anche alla rassicurante armonia e alla calorosa accoglienza della società multietnica seychellese, che ancora vive a stretto contatto con le proprie radici. La cultura delle Seychelles, riflessa nella musica e nelle danze, nell’architettura e nella gastronomia, è
lo specchio fedele delle armoniose radici multietniche della tranquilla, ma al tempo stesso vibrante, società composta da persone provenienti da tutto il mondo: Europa, Africa e Asia si sono qui unite dolcemente e pacificamente, dando vita alla variopinta storia di un popolo che ha fatto della quiete e dell'armonia un vero e proprio stile di vita. Un viaggio alle Seychelles è senza dubbio un viaggio indimenticabile, una straordinaria possibilità di visitare diverse isole, alla scoperta di una natura unica al mondo, di un’offerta turistica di primo livello e di una vasta scelta di attività, saltando da un’isola all’altra, il luogo perfetto per fare tutto o assolutamente niente: a voi la scelta! Martina Morelli
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AFRICA
IL KENYA DEI GRANDI LAGHI Paradiso per gli appassionati di birdwatching, paesaggio ideale per fotografi professionisti e amatoriali, sogno che diventa realtĂ per qualsiasi turista, ecco il Kenya dei geyser, delle isole meravigliose e della natura a tinte forti
“L’AFRICA È UN PENSIERO, QUASI UNA PREGHIERA” CLAUDIA CARDINALE
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e enormi distese d'acqua sono ciò che, senza alcun dubbio, accomuna i quasi 600.000 chilometri quadrati di superficie di questa sorprendente porzione di Africa, oltre a un'indefinibile varietà di specie animali, che ne decretano la bellezza superba, e alla possibilità di dedicarsi a moltissime attività interessanti e divertenti. Il lago Vittoria è il più conosciuto, se non altro che per le sue dimensioni. Sul confine occidentale del paese, noto qui con il nome di Nyanza, è grande quanto due volte il Galles e costituisce un confine naturale tra Kenya, Tanzania ed Uganda. Vero cuore dell’Africa e sorgente del fiume più importante del continente, il Nilo, è ricco di specie di pesci, con banchi scintillanti di ciclidi colorati, cosa che lo rende la meta ideale di molti appassionati di pesca, che si recano qui per cercare il persico del Nilo, una specie particolarmente pregiata. Da questo gigantesco specchio d'acqua emergono più di tremila isole, molte delle quali disabitate, tra cui fanno eccezione le isole SSese, un arcipelago di 84 isole
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IL RITO DEI FENICOTTERI ROSA CHE SI RADUNANO SULLE SPONDE DEL LAGO NAKURU IN CERCA DI CIBO RACCHIUDE TUTTE LE SFUMATURE DEL CONTINENTE AFRICANO appartenenti al territorio dell'Uganda, nel nord-ovest del lago, che sono diventate una popolare destinazione per turisti, e la piccola isola di Mfangano, al largo del porto di Mbita, situato a circa un'ora da Homa Bay. Quest'ultima, tutt'altro che turistica, si può raggiungere con dei barconi a motore che fanno tappa a Sena, il villaggio più grande di Mfangano ed è una meta particolarmente interessante soprattutto dal punto di vista naturale, con l'immancabile salita alla collina che domina l'isola e che offre una vista unica sul Lago Vittoria. Migliaia di fenicotteri, radunati in enormi stormi, colorano l'acqua di un rosa vivace: ecco una delle scene che hanno reso famoso il Kenya in tutto il mondo. Siamo sulle sponde del lago Nakuru che deve la sua fama internazionale proprio a questi uccelli e alle alghe che crescono sul suo letto, di cui questi animali vanno ghiotti, spostandosi attorno al lago e lanciandosi in volo per tingere anche il cielo sovrastante. A Nakuru si può anche visitare un importante parco nazionale, che ospita un rifugio per i rinoceronti bianchi e neri che vivono in questa zona e che spesso riposano sotto le acacie nei pressi del lago. Il parco ospita numerose specie animali, antilopi d’acqua, zebre, bufali, giraffe di Rothschild a rischio di estinzione, e molte altre, come leopardi e leoni. Le esplorazioni attorno al lago sono un viaggio di scoperta, tra foreste, rocce e cascate. “Nai’posha”, che significa “acque agitate”, è il nome con cui i Maasai locali hanno battezzato il lago Naivasha, uno splendido lago d’acqua dolce, costeggiato da fitte piante di papiro di frequente agitato da un forte vento pomeridiano. All’inizio del XX secolo, Naivasha venne completamente prosciugato e scomparve del tutto per lasciare, così, spazio alle coltivazioni finché, qualche anno dopo, il lago si formò nuovamente in seguito alle forti
piogge e sommerse le nuove tenute. L'intera area è caratterizzata da una florida natura e il terreno fertile e l’abbondanza d’acqua rendono la regione una delle zone agricole più importanti del Paese. Il paesaggio è segnato dalla presenza dell' Acacia Xanthophlea, una specie dalla corteccia gialla, nota anche come “l’albero della febbre gialla” e per essere una grande attrazione per le giraffe, i bufali che sguazzano nelle paludi e i colobi che urlano dalle sommità degli alberi, mentre i grandi branchi di ippopotami si muovono lenti nelle acque poco profonde. Le foreste sono popolate da molte specie di uccelli, facendone una meta eccellente per gli
appassionati di birdwatching. Meritano di essere esplorati anche due laghi più piccoli poco distanti, Oloidien e Sonachi, un lago vulcanico dal colore verde brillante. Nascosto nella distesa orientale della Great Rift Valley, c'è, infine, il piccolo lago Elementaita, un luogo pacifico e tranquillo, situato all’ombra di una maestosa collina che i locali chiamano “il Maasai che dorme”. Il lago attrae molti fenicotteri, e sulle sue sponde brucano zebre, gazzelle, antilopi alcine e gruppi di facoceri, facendone uno scenario perfetto per lunghe passeggiate e per il birdwatching. Sara Carrassi
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ASIA
INDIA, OBIETTIVO BENESSERE Una civiltĂ che risale a quasi 5000 anni fa, ma che ha saputo preservare tradizioni antiche e radicate e pratiche sempre piĂš apprezzate e diffuse per rivitalizzare il fisico e l'anima
GRAZIE ALL’AYURVEDA E ALLE SUE PRATICHE, TRAMANDATE DA SECOLI IN INDIA, SI POSSONO OTTENERE SALUTE E LONGEVITÀ, ALLONTANANDO STANCHEZZA FISICA, MENTALE E SPIRITUALE ATTRAVERSO TRATTAMENTI TERAPEUTICI SPECIFICI
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e amate scandagliare intricate cosmologie, respirare un’atmosfera sovraccarica di spiritualità e siete capaci di percepire e comprendere la vita e anche l'assurdo, allora l'India è uno dei luoghi più intricati e più densi di umanità in tutto il nostro pianeta. La leggenda racconta che una dea guerriera, Bhadrakali, generata dal terzo occhio del dio Shiva, dopo aver sconfitto il temibile demone Darikan, ricevette dal dio onnipotente il compito di scegliere un luogo sulla terra dove stabilirsi e vegliare sul genere umano. Bhadrakali, scelse senza esitazioni il Kerala, nella parte meridionale dell'India.
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Kerala, culla dell'Ayurveda Questa bellissima regione, che é un vero paradiso tropicale, è anche un Paese di forti tradizioni culturali: qui si può scoprire il senso di una vacanza ayurvedica, forse l’unico luogo al mondo dove l’Ayurveda è praticata con assoluta autenticità e dedizione. Un antico sistema olistico, affidabile e validato dal tempo, un metodo naturale per ottenere salute e longevità con trattamenti terapeutici ringiovanenti e specifici per alcuni disturbi, particolarmente conosciuto come ottimo antidoto alla stanchezza fìsica, mentale e spirituale, conseguenza dello stress della società moderna e del suo stile di vita,
SETTE DECLINAZIONI AYURVEDICHE Abhyanga
✑ Terapia del massaggio per il ringiovanimento con oli a base di erbe per tonificare la pelle e rinforzare i tessuti; è anche un rimedio contro i reumatismi. Un massaggio Ayurveda è spesso seguito da un sonno profondo. Elakizhi o Patraswedam
✑ Massaggio con cataplasmi alle erbe e polvere medicamentosa, imbevuti di oli caldi per favorire la circolazione ed aumentare la traspirazione, allo scopo di eliminare le cellule morte e rivitalizzare la cute con conseguente miglioramento dell'incarnato. Njavarakishi
✑ Applicazione di oli curativi, atti ad aumentare la sudorazione tramite impacchi di riso Njavara contenuto in un tipo di bustine da té in mussolina. Questa terapia rivitalizza la pelle e cura i dolori articolari, reumatici, rafforzando la muscolatura.
l'Ayurveda è senza alcun dubbio un metodo particolarmente efficace nel ringiovanimento, nonchè un sistema di medicina alternativa basato sulla naturopatia per trattamenti sintomatici e preventivi. L'obiettivo è il raggiungimento di una totale armonia fisica e psichica, intervenendo sull'analisi degli umori corporei al fine di ritrovare il giusto equilibrio. Infatti, non cura soltanto le parti carenti dell'organismo, ma agisce sull'intero sistema. Antichi testi rivelano che i trattamenti Ayurvedici hanno la massima efficacia durante i monsoni che arrivano in Kerala ogni giugno.
Pizhichil
✑ Trattamento che prevede l'applicazione di lino impregnato di olio curativo strofinato sul corpo con massaggi delicati e lenti, per dare sollievo da spondilosi, artrite, emiplegia e disturbi nervosi. Udhwardhanam
✑ Massaggio con polveri a base di erbe per curare l'obesità e i dolori reumatici. E d'obbligo associarlo ad una dieta rigorosa. Dhara
✑ Oli a base di erbe, latte curativo, latticello, decotti che vengono delicatamente versati sulla fronte o altrove, mentre il paziente giace supino su un'asse di legno. Terapia ideale contro stress, tensioni psichiche, insonnia, cefalee acute periodiche, ecc. Nasyam
✑ Inalazione di preparati a base di erbe, decotti, oli per eliminare dolori da testa e collo. Comprende anche il massaggio delicato del corpo dalle spalle in su e costituisce una cura eccellente contro sinusite, emicrania e raffreddore cronico.
Relax e spiritualità a Rishikesh Oltre a essere un complesso sistema filosofico, lo yoga è, soprattutto, una scienza, le cui nozioni sono fondate su esperienze, esperimenti e tecniche tramandate da mistici, santi, e dai saggi scritti sulla disciplina. Secondo la leggenda, il primo ad acquisire i segreti dello yoga fu un pesce, che, trovandosi a nuotare vicino a una caverna, nell’Oceano Indiano, rimase incantato dalla voce del dio Shiva, l’inventore dello yoga, che illustrava alla sua sposa Parvati le posizioni da lui create e destinate ad essere praticate dagli dei. Parvati si era innamorata di lui proprio osservandolo
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mentre meditava e praticava lo yoga ed era desiderosa di apprendere tutti i segreti della disciplina. Ascoltando questi insegnamenti il pesce si tramutò in un uomo e, da quel momento, divenuto Matsyendra (che in sanscrito significa “pesce fatto uomo” o “signore dei pesci”) tramandò agli uomini le tecniche ascoltate dal dio Shiva, divenendo il primo maestro di yoga (yogin): la narrazione evidenzia le trasformazioni fondamentali che l’uomo può produrre su di sé beneficiando della pratica yoga, grazie alla quale può esaltare a pieno le proprie qualità umane (trasformandosi in un vero uomo). Infatti il termine yoga deriva dal sanscrito “yuj”, che sta a significare “congiungere”, “unire”; secondo la filosofia tradizionale, grazie allo yoga, l’anima individuale (o jîvâtman) si ricongiunge con l’anima universale e divina (o paramâtman), l’uomo è perciò destinato a sentirsi parte di una più vasta e completa entità.
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Questo racconto testimonia che le origini dello yoga sono molto antiche e che è molto complicato stabilire una data precisa in cui esso ha iniziato a prender piede. Comunque sia, quella dello yoga è tra le discipline maggiormente conosciute e stimate, conta tra i 3.000 e i 6.000 anni di vita ed è stata spesso (erroneamente) associata alle tradizioni religiose. Riguardo a questo dibattito è interessante citare le parole di Suneel Singh, guru del sud di Delhi, contrario all’affermazione che lo yoga abbia legami con le pratiche religiose: “Is t’ai chi just Chinese? Is soccer just English? Same is with yoga. It is a complete package for everybody’s body and the cheap way for keeping you hale and hearty.” (La pratica t’ai chi è solo cinese? Il calcio è solo inglese? Lo stesso vale per lo yoga. È un pacchetto completo per il corpo di ognuno di noi e un modo poco costoso per mantenersi sano come un pesce”).
Attualmente, in India, vengono organizzate lezioni di yoga gratuite per i dipendenti pubblici, quasi tutti gli spazi verdi sono giornalmente invasi da chi pratica la disciplina, considerata, dai più, il modo migliore per iniziare la giornata. Tra le importanti iniziative legate allo yoga c’è il Festival Internazionale dello Yoga, che si tiene dall' 1 al 7 marzo sulle rive del fiume Gange, dove si trova la celebre località spirituale di Rishikesh, detta il “luogo dei saggi”, meta ideale per chi vuole praticare lo yoga, immergendosi nella meditazione; non a caso è chiamata la “capitale mondiale dello Yoga”. Rishikesh è il luogo ideale per tutti coloro che siano alla ricerca della pace della mente e di una naturale connessione con la propria sfera spirituale. Circondata dalle cime innevate dell'Himalaya, è la tappa iniziale del pellegrinaggio indù di Yatra Char Dham,
“LA PRATICA T’AI CHI È SOLO CINESE? IL CALCIO È SOLO INGLESE? LO STESSO VALE PER LO YOGA. È UN PACCHETTO COMPLETO PER IL CORPO DI OGNUNO DI NOI E UN MODO POCO COSTOSO PER MANTENERSI SANO COME UN PESCE” SUNEEL SINGH, GURU DEL SUD DI DELHI considerato come il più sacro di tutti ed ospita il Ghat Triveni, il punto di confluenza di più fiumi sacri: il Gange, lo Yamuna e il Sarawati.
Il 21 Giugno la giornata internazionale dello Yoga Dallo scorso anno, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 21 giugno, la Giornata Internazionale dello Yoga. 175 Nazioni, comprese Stati Uniti, Canada e Cina, hanno sostenuto l'iniziativa indiana, facendo registrare il più alto numero di supporters per una simile candidatura e per l’occasione, tutto il mondo si è unito alle celebrazioni con “sessioni collettive” e giganteschi raduni. È già iniziata la trepidante attesa per l'edizione del 2016. M.M.
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AUSTRALIA
PAESAGGI SORPRENDENTI TRA I COLORI DELLA TASMANIA La natura incontaminata regna sovrana e si mostra in tutto il suo splendore tra parchi nazionali, gioielli di architettura vittoriana ed edoardiana, vette e acque immobili
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i parte da Hobart, la seconda capitale più antica dell’Australia dopo Sidney, e si conclude a Freycinet, penisola dalle spiagge bianchissime e dalle acque cristalline. Un itinerario da percorrere in auto in cinque giorni per una full immersion nell'essenza più vera dell'Australia. Immerso nella bellezza della costa orientale della Tasmania questo tragitto in auto è caratterizzato da tante attrazioni, dal kayak sul mare alle tappe nella storia di Maria Island, dai frutti di bosco freschissimi e i vini prelibati vicino a Swansea ai profili perfetti di Wineglass Bay nel Freycinet National Park. È d'obbligo una sosta a Bicheno, dove dedicarsi a una delle tante attività all'aperto, scegliendo tra una partita a golf oppure l'avvistamento dei pinguini minori che tornano alle loro tane al crepuscolo. Passeggiare nel bush della foresta pluviale del Douglas-Apsley National Park, pescare o fare immersioni dal pittoresco porto di St Helens, nuotare nelle placide acque cristalline di Binnalong Bay e seguire la Bay of Fires camminando oltre cumuli aborigeni, boschi e spiagge dalle incontaminate sabbie
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“LA TASMANIA È ASSOLUTAMENTE PIENA DI COSE BUONE: IL CIBO È FANTASTICO, IL VINO MERAVIGLIOSO, GLI SCENARI SUPERBI” DAVID DAVIS, THE GUARDIAN bianche e, per concludere, pernottare in un remoto ecolodge con una stupenda vista sull'oceano...
Da Hobart a Orford attraversando il Maria Island National Park Lasciate Hobart e viaggiate attraverso Sorrell, dove potrete fare scorta di provviste o fermarvi per gustare pesce e patatine. Da qui, dirigetevi nell’entroterra fino alla piccola cittadina di Orford, alla foce del fiume Prosser, e a Triabunna, dove potrete prendere un traghetto fino a Maria Island. Senza negozi o automobili, l’isola è un tranquillo paradiso dove passeggiare nel bush e tra la natura incontaminata. Scalate fino alle cime delle scogliere seguendo i difficili sentieri Bishop e Clark o passeggiate fino alle Painted Cliffs (scogliere dipinte) e alle Fossil
Cliffs (scogliere fossili), formate da sedimenti di creature marine risalenti a oltre 300 milioni di anni fa. Ammirate specie in via d’estinzione come le oche di Cape Barren, i canguri grigi e i wombat di Flinders Island o fate immersioni nella riserva marina all’estremità settentrionale dell’isola. Visitate Bloodstone Point, dove la tribù aborigena di Oyster Bay raccoglieva pietre per realizzare tinture per capelli. Passeggiate quindi tra i resti della colonia penale di Darlington e imparate la storia dell'ex imprenditore italiano che trasformò gli edifici in mattoni e pietre della colonia in un hotel. Le vigne e le piante da baco da seta da lui piantante esistono tuttora. Pernottate nel vecchio penitenziario, presso uno dei tanti campeggi sull’isola o ritornate a Triabunna od Orford per la notte.
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MILLE E PIÙ GIOCHI DI ONDE E COLORI RENDONO LA TASMANIA UNA META IMPERDIBILE PER GLI AMANTI DELLE SUGGESTIONI MARINE
Da Orford a Swansea Godetevi i panorami dalla riserva di Three Thumbs nella foresta di Wielangta o passeggiate tra le spiagge di Shelley e Spring. Seguite quindi una delle più suggestive lingue di costa verso le spiagge bianche e le scogliere di granito rosa e grigio dellapenisola di Freycinet (Freycinet Peninsula). Nella zona attorno a Swansea, potrete visitare una fattoria dove si coltivano frutti di bosco, piccole vigne e il Wine and Wool Centre. Optate quindi per un itinerario storico-culturale o visitate lo straordinario edificio costruito dai condannati di Spiky Bridge appena fuori città. Nuotate, andate in surf, fate immersioni e pescate dalla Mayfield Bay Coastal Reserve e raggiungete i punti panoramici lungo la suggestiva costa. Ammirate le colonie di berte e visitate le paludi della Moulting Lagoon, dove potrete assistere al risveglio di cigni neri, pellicani e beccacce di mare all’alba. Da Swansea al Freycinet National Park Di certo la prima idea che vi verrà in mente, una volta arrivati, sarà di catturare con la macchina fotografica i perfetti profili di Wineglass Bay. Ma qui si può anche nuotare, andare in barca, pescare, fare snorkeling e immergersi nelle
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bianche spiagge da sogno. Guidate in fuoristrada fino al faro di Cape Tourville: il paesaggio che si aprirà davanti ai vostri occhi vi farà vi mozzerà il fiato, così come cavalcare le onde in surf a Friendly Beaches e in kayak, affiancati dai delfini a Honeymoon Bay. Passeggiando nel bush, potrete, inoltre, scoprire la storia degli esploratori francesi che si imbatterono per primi in questo paradiso. A fine giornata, rilassatevi in un cottage con vista sulla Great Oyster Bay davanti a un piatto di pesce fresco e a un bicchiere di vino locale.
Dal Freycinet National Park a St Helens Guidate verso nord fino al paradiso delle vacanze di Bicheno, dove potrete andare in kayak lungo la costa e ammirare le forme di vita marina e gli uccelli di mare su una barca dal fondo trasparente. Per osservare le bellezze delle profondità, fate immersioni tra le ripide
pareti di roccia, i profondi crepacci, le caverne, le spugne e i coralli morbidi della riserva marina di Governor Island (Governor Island Marine Reserve). Tornati a terra, raggiungete a piedi Rocking Rock e il Bicheno Blowhole o passeggiate lungo la striscia di sabbia fino alla riserva naturale di Diamond Island (Diamond Island Nature Reserve). Per emozioni più intense, esplorate la zona su una tricicletta motorizzata o tramite un tour enologico. Osservate i pinguini minori al tramonto e i diavoli della Tasmania, i canguri e i pellicani presso il locale parco naturale. Tornando sulla strada, fate una deviazione fino alla piscina naturale del fiume Apsley dove potrete nuotare o passeggiare tra ruscelli, cascate, zone forestali e slanciati eucalipti e pini del Douglas-Apsley National Park. Seguite la suggestiva strada fino alle scintillanti Chain of Lagoons e fermatevi a Elephant Pass per un piatto della specialità cittadina, i famosi pancake in stile europeo. A St Marys, scalate fino alla cima di St Patrick’s Head o fino al più accessibile South Sister Peak, dal quale potrete ammirare l’incantevole panorama formato dalla foresta
e dalla costa. Concludete il vostro viaggio di scoperta nel pittoresco villaggio di St Helens.
Da St Helens alla Bay of Fires L'itinerario si conclude con una giornata alla scoperta della storia della tribù aborigena di Georges Bay, dei balenieri, dei marinai e dei minatori cinesi di stagno che hanno fatto la storia della regione nella St Helens History Room. Qui potrete visitare la dimora storica di Fair Lee, pescare le orate nel fiume Scamander e tuffarvi dalle spiagge attorno a Georges Bay. Quindi fermatevi nella suggestiva cittadina di Binalong Bay, per camminare fino alle morbide spiagge bianche e immergervi nelle acque cristalline dal colore smeraldo. Nella vicina Bay of Fires potrete fare una passeggiata di due giorni attraversando spiagge deserte, cumuli aborigeni e massi coperti di licheni. Accampatevi per la notte tra le dune sabbiose e visitate il faro di Eddystone prima di arrivare a un remoto ecolodge con vista sull’oceano. Concludete la vostra gita rilassandovi sull’ampia veranda o andando in kayak sul fiume Ansons. www.australia.com R.A.
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BRITISH VIRGIN ISLANDS
LA TERRA CHE IL TEMPO HA DIMENTICATO Una vacanza da sogno nel cuore del Mar dei Caraibi
Leggilo su progressonline.it
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NON SOLO SUGGESTIVE GROTTE E ANGOLI PARADISIACI: LE BRITISH VIRGIN ISLANDS OSPITANO RESORT TRA I PIÙ BELLI AL MONDO
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n paradiso incontaminato ricco di tesori naturali. Isole dalla bellezza pura e indefinibile, che rappresenta la principale attrazione dell’arcipelago grazie a colline verdeggianti coperte di antichi alberi di mogano e cactus, spiagge incontaminate baciate da maree multicolori, acquari a cielo aperto popolati da una vita marina tra le più variegate del mondo, estese barriere coralline con antichi e famosi relitti e vasti territori nell'entroterra, sicuro rifugio per specie a rischio di estinzione Oltre 60 isole, isolotti e scogli a sfioro d’acqua circondano il Sir Frances Drake Channel, tra i quali l'isola principale di Tortola e l’isola di Virgin Gorda, che si estende a formare il confine orientale dell'arcipelago. La selvaggia Jost Van Dyke si scorge a ovest mentre Anegada si trova nel remoto nord. Una serie di isole minori punteggiano il sud svelando piccoli segreti della natura in ogni insenatura...
Tortola L’isola “delle tortore” è la più grande delle Isole Vergini Britanniche. Con i suoi 55 kmq di superficie, rappresenta un terzo dell’area terrestre dell’arcipelago e ospita la maggior parte della popolazione: 15 mila abitanti su 19 mila complessivi. Punto d’accesso per chi arriva in volo è l’adiacente Beef Island, collegata a Tortola dal Queen Elizabeth II Bridge, uno stretto ponte one way. Via mare, l’approdo principale è Soper’s Hole, all’estremità ovest; da qui partono, ogni giorno, i traghetti per St. Thomas e St. John. Il centro urbano principale è Road Town, capitale amministrativa delle Isole Vergini Britanniche. La cittadina, sviluppatasi attorno al porto, ospita cantieri navali e un buon numero di ristoranti e negozi; ne sono caratteristici gli edifici di legno e pietra color pastello, nel tipico stile gingerbread delle Indie. Da visitare, nelle vicinanze, gli O’Neal Botanic Gardens, un lussureggiante parco di circa 160
ettari. Tra cascate e stagni contornati di ninfee e giacinti d’acqua, i giardini ospitano una preziosa esposizione della flora nativa, forte di 62 diverse specie d’eliconie, alberi del pane, flamboyant, piante di zenzero, anthurium… Altro tesoro di Tortola è il Sage Mountain National Park. Situato sulla vetta più alta (523 mt) delle Isole Vergini Britanniche, il parco è stato creato per preservare quanto è rimasto della foresta pluviale. Ricca di rarità floreali e faunistiche, offre una splendida vista sulle isole vicine. Discorso a parte meritano le spiagge, racchiuse dalle colline a nord di Tortola. Long Bay, una distesa di sabbia candida; Smuggler’s Cove, ideale per lo snorkelling; Apple Bay, ritrovo noto ad ogni surfista - dove si trova il Bomba’s Shack Bar, sede degli spregiudicati Full Moon Parties - e Josiah’s Bay. Impossibile poi dimenticare Trellis Bay, meta di surfisti e amanti della buona cucina: se i primi ne ricordano la caratteristica spiaggia a mezzaluna, i gourmet avranno certo memoria del Conch Shell Point Restaurant, del Moongoose Beach Bar e del The Last Resort. Più a nord, cinto dalla barriera corallina, si trova Marina Cay: quest’isolotto, ricco di buoni
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approdi, offre un’intima spiaggia e un grazioso ristorante. Ancora altri ancoraggi sono a Brandywine Bay e Maya Cove nelle vicinanze di Road Harbour.
Virgin Gorda Colombo la battezzò “vergine grassa” a causa della sua curiosa forma, sottile alle estremità e tondeggiante al centro. Lunga 16 km e larga appena 3, è la terza delle Isole Vergini Britanniche per grandezza e la seconda (con poco meno di tremila abitanti) per densità di popolazione. Principale insediamento è Spanish Town - nella parte sud - che ospita il porto turistico. Nelle vicinanze si trova The Baths, con gli imponenti massi morenici disseminati lungo la spiaggia a racchiudere grotte e piscine naturali e il Little Fort National Park, una riserva naturale di 15 ettari che conserva i resti delle mura di un antico fortino spagnolo. L’approdo migliore è a North Sound, oasi per gli sport acquatici sulla punta est dell’isola; gli isolotti (Mosquito Island, Prickly Pear Island, Necker Island, Eustatia) che lo contornano rendono la baia particolarmente protetta: Calquhoun Reef e Anguilla Point offrono ancoraggi tranquilli e
caratteristici ristoranti. Sempre a sud, la baia di Copper Mine prende il nome da una vecchia miniera di rame sfruttata anticamente dagli indigeni e poi nel ‘600 dagli spagnoli. Riaperta a metà degli anni ’30 fu abbandonata definitivamente nel 1867 a seguito del crollo dei prezzi del rame. L’area centrale, particolarmente montuosa, arriva ai 414 mt. del Gorda Peak, ben conosciuto dagli amanti del trekking; il parco nazionale Gorda Peak National Park che vi sorge è stato di recente rimboschito con giovani alberi di mogano. La zona meridionale, più pianeggiante, ospita le spiagge più rinomate: Spring Bay, Savannah Bay, Little Dix, Mahoe Bay, Trunk Bay. Un invito al relax più totale. La
bellezza dell’isola di Virgin Gorda ha attirato magnati e vip che qui hanno costruito ville residenziali ma anche strutture alberghiere e resort fra i piu’ belli dei Caraibi: Necker Island, ad esempio, è di proprietà di Richard Branson, patron della Virgin; Morgan Freeman ha qui il suo buen retiro; a Katitche Point e Baraka Point sorgono due delle piu’ belle ville dell’isola, senza dimenticare resort come il Bitter End Yacht Club e il Biras Creek a North Sound, e il rinomato Little Dix Bay, nato per volere del magnate Laurence Rockfeller nell’omonima baia. Nel 2011 è stato inaugurato sull’isola il nuovo YCCS Virgin Gorda, esclusiva sede invernale dello Yacht Club Costa
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Smeralda. Il club, che si trova nella grande insenatura North Sound, ospita la Caribbean Superyacht Regatta & Rendezvous.La Clubhouse dello YCCS di Virgin Gorda si affaccia sul marina ed è circondata da un giardino con prato all'inglese che ospiterà eventi e cerimonie in uno scenario unico per l’isola. Il Club e la Marina, sviluppate in collaborazione con Victor International Corporation, sono legate al resort Oil Nut Bay, al suo Beach Club e al rinomato resort Biras Creek, unico Relais & Chateaux delle BVI.
Anegada Situato a circa 30 km a nord di Virgin Gorda, Anegada è l’unico atollo corallino dell’arcipelago. A dispetto della sua posizione appartata, è facilmente raggiungibile con un volo di pochi minuti da Beef Island o con i collegamenti diretti da Puerto Rico. Arrivando dal mare la si scorge appena: il suo punto più alto arriva a soli 8 metri ed è per questo che gli spagnoli la denominarono la “sommersa”. Data la difficoltà d’avvistamento, il suo reef ha provocato nel corso dei secoli il naufragio di 300 navi: i relitti rimasti integri sono oggi rifugio di una variegata popolazione ittica. Considerato uno dei luoghi “fatali” dei Caraibi, è oggi meta prediletta di sub alla ricerca dei galeoni spagnoli e dei loro tesori. L’intera isola è una riserva naturale caratterizzata da un’atmosfera selvaggia e incontaminata. La terraferma è abitata da iguane e capre selvatiche, mentre cieli e lagune ospitano esemplari
d’aironi, falchi pescatori e fenicotteri. A completare il tutto, un’accoglienza ad hoc per le esigenze più diverse: dall’hotel dotato d’ogni comfort a quelli più piccoli e d’atmosfera, fino al campeggio in riva al mare. Meritevoli di sosta anche i ristoranti, dove si possono assaporare aragoste sempre fresche di nassa.
Jost Van Dyke Isolotto di appena 10 kmq, deve il suo nome al famigerato pirata olandese che lo scelse come base d’attacco per le sue scorrerie. Oggi, Jost Van Dyke ha conservato intatta l’atmosfera del passato: lontano dal trillo dei cellulari e dalle luci della città è un’oasi remota e tranquilla per viaggiatori in fuga dalla civiltà. I principali approdi sono a Great Harbour, Little Harbour e White Bay; i primi due hanno lagune tranquille, buoni fondi d’ancoraggio e invitanti ristorantini esperti nella cucina delle Indie Occidentali (impossibile non ricordare, tra questi, almeno il Foxy’s Tamarind Bar, punto di incontro di velisti e poeti). White Bay, bordata da una magnifica distesa di sabbia bianca, è raggiungibile attraverso uno stretto canale che taglia la barriera corallina; l’approdo perciò è maggiormente esposto agli umori di Poseidone. Sandy Cay, l’incantevole spiaggia dell’adiacente Little Jost Van Dyke, è la destinazione ideale per chi è alla ricerca d’atmosfere alla Robinson Crusoe. È raggiungibile a piedi attraverso una stretta bocca di mare. Lo scalo è piuttosto difficoltoso a causa delle frequenti mareggiate. Se poi si desidera un vero idromassaggio all’aperto, circondato dal
verde, non può mancare una tappa alla Bubbling Pool. Di questa piscina naturale e delle sue acque termali salate sono ormai leggendari i benefici effetti estetici e terapeutici.
Peter Island Un vero gioiello naturale situato a sud di Tortola e raggiungibile solo via mare, a circa 20 minuti di ferry da Road Harbour. Nei tardi anni '60, il milionario norvegese Peter Smedwig si innamorò di Peter Island e acquistò gran parte del terreno, dando vita al Peter Island Resort, uno tra i più annoverati e più belli del mondo. Peter Island può essere considerato un romantico rifugio grazie alla sua bellezza incontaminata. E’ definita come uno dei “Migliori posti in cui stare al mondo” e non a caso è inserita nelle “Top 20 Islands” del mondo da Conde Nast Traveler. Luogo ideale per tennis, vela ed immersioni, vanta 8 Km di litorale sabbioso. I sentieri che conducono alle cinque bellissime spiagge ospitano vere e proprie rarità della botanica e zoologia tropicale. L’approdo classico di Peter Island è il Deadman’s Bay sulla punta S/E dell’isola, dove ha sede il locale Yacht Club. Le sue acque sono l’ideale per chi vuole praticare sport come il windsurf, lo snorkeling ed altri sport acquatici.
Norman Island Altro esempio di “toponomastica corsara”, è identificata con l’isola dove Stevenson idealmente seppellì il suo tesoro. Come sospesa tra le pagine del romanzo e l’immagine attuale di “Buen retiro tropicale”, ha come punto d’approdo principale The Bight. Qui è ancorato il “William Thornton”, un vecchio mercantile del Baltico trasformato in bar-ristorante galleggiante. Pelican Island e The Indians, nelle vicinanze di The Bight, hanno splendidi scenari per le immersioni o lo snorkelling. Le celebri grotte di Treasure Point sono raggiungibili via mare con i dinghy. Per maggiori informazioni sulle BVI, visitare il sito www.bvitourism.it. Eugenio Bonardi
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NEW YORK CITY
TOUR PER LE VIE DI PROSPECT HEIGHTS Numerose attrazioni culturali, ottimi ristoranti, splendidi negozi, tranquille ed eleganti vie alberate su cui si affacciano le caratteristiche brownstone: Prospect Heights, nel cuore di Brooklyn, è una meta immancabile per scoprire una New York autentica
“PROSPECT HEIGHTS È L’ESEMPIO PERFETTO DI COME SI SVOLGE LA VITA A BROOKLYN, CON LA SUA ATMOSFERA TRENDY E ACCOGLIENTE” MARTY MARKOWITZ, NYC & COMPANY
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rooklyn è ormai una destinazione irrinunciabile per chiunque visiti la Grande Mela e gli orizzonti turistici si sono spinti ben oltre i soli quartieri situati nei pressi dell'iconico ponte. Nascosto tra Park Slope e Fort Green, Prospect Heights si estende su un'area piuttosto limitata rispetto ad altri maxiquartieri della città, ma è caratterizzato da una notevole diversità sia culturale che architettonica e da un'atmosfera serena e rilassata che ne fanno un luogo tutto da scoprire. Per anni dimenticato e spesso da molti scartato in favore del più noto Park Slope, oggi è nel pieno di una vera e propria rinascita, con moltissimi negozi, bar, e ristoranti stanno che spuntano qua e là in quel gomitolo di strade che si estende tra Flatbush Ave e Franklin Ave, da una parte, e Atlantic Ave e Eastern Parkway, dall’altra Sono sempre di più gli abitanti di ogni età, cultura, origine e sesso che si stanno spostando tra queste quattro strade, dando vita a uno straordinario melting pot e a un'infinita serie di possibili sviluppi. Eric Adams, presidente del distretto di Brooklyn, ha più volte tessuto le lodi di questa zona ancora poco battuta dalle folle di turisti."Sono orgoglioso di vivere a Prospect Heights e ancor più di poter condividere questo splendido quartiere con il mondo"- continua - "le case in stile brownstone, le strade alberate e i negozietti tipici rendono Prospect Heights una destinazione perfetta per qualsiasi visita a New York City".
A HOME AWAY FROM HOME In un unico quartiere si concentrano il Brooklyn Museum, la sede centrale della Brooklyn Public Library e i Botanic Garden.
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DA NON PERDERE La Brooklyn da gustare
✑ Da Chuko Ramen si sperimentano i sapori dell’Oriente: oltre a servire ramen, questo ristorante gioca con la cucina giapponese creando piatti particolari con ingredienti e combinazioni inusuali. The Islands offre un assaggio dei Caraibi con piatti saporiti come jerk chicken e gamberi con salsa calypso. Aperto dal 1936, Tom’s Restaurant è un diner a gestione familiare famoso per i suoi pancake, crema all’uovo e rickey con lime. The Vanderbilt, un tipico gastropub americano, serve un po’ di tutto, dalle lasagne alla melanzana alle costolette di maiale alla griglia, mentre El Atoradero propone cucina tipica messicana. Per gli amanti del gelato artigianale, Ample Hills vanta di gusti particolari, tipo Snap, Mallow, Pop (gelato al marshmallow e Rice Krispies) e «The Raw Deal» (gelato alla vaniglia con scaglie di cioccolato e impasto per biscotti brownie).
Un'immersione nella cultura newyorkese...
...con un occhio al divertimento e allo shopping
Il Brooklyn Museum, la principale istituzione dedicata all’arte del quartiere e dell’intero distretto, ospita una grande collezione permanente che copre diversi periodi storici e culturali, dall’Antico Egitto, all’arte africana, fino ai capolavori dei maestri europei e alle sperimentazioni contemporanee, oltre a diverse mostre a rotazione. Il museo confina con il Brooklyn Botanic Garden dove è possibile ammirare oltre 40,000 specie di piante e fiori provenienti da tutto il mondo. Assolutamente da non perdere è, poi, una visita alla Brooklyn Public Library, che con i suoi 1,5 milioni di libri, giornali e riviste è un punto d’incontro per intellettuali di tutte le età. I tifosi di basketball e hockey più accaniti, invece, potranno assistere alle partite dei Brooklyn Nets dell’ NBA e dei New York Islanders della NHL al Barclays Center, il centro per sport e intrattenimento che conta18,000 posti a sedere e che è stato inaugurato nel 2012.
Prospect Heights ospita numerosi pub e locali intimi tra cui scegliere per tuffarsi nella vita notturna della città che non dorme mai: Tooker Alley, uno speakeasy che prende il nome dalla sede del Dil Pickle Club di Chicago, è un luogo particolare dove gustare un drink in compagnia godendosi l'atmosfera evocativa del proibizionismo, quando questi locali vendevano illegalmente bevande alcoliche . Weather Up è invece un cocktail bar vecchio stile molto gettonato tra la gente del posto. Se, invece, volete comprare souvenir unici del quartiere e avere un assaggio dell’artigianato di Brooklyn, l'Empire Mayonnaise propone una vasta gamma di maionese saporita e aromatizzata con diversi ingredienti, dalla pancetta al tartufo bianco. Per gli amanti della letteratura, Unnameable Books vende libri nuovi e usati e ospita incontri con gli autori, seminari e inaugurazioni. Per info: www.nycgo.com Sveva Riva
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GERMANIA
DA VIVERE
FRANCOFORTE SULLE TRACCE DEI GRANDI ARTISTI Si conferma, anche nel 2016, tra le capitali più vivaci e interessanti d’Europa, soprattutto da un punto di vista culturale, con un ricco calendario espositivo e con la riapertura del museo ebraico Museum Judengasse
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ronicamente chiamata "Bankfurt” per la sua centralità nel panorama della finanza europea, per il fatto che è sede della borsa più importante della Germania, della Banca Centrale Europea e di molte aziende multinazionali, non è solo la città degli imponenti grattacieli, come potrebbe sembrare ad un primo sguardo. Francoforte ha il secondo aeroporto d'Europa e una prestigiosa Università, è una metropoli cosmopolita - conta abitanti di 180 nazionalità diverse e gli stranieri residenti rappresentano il 25% della popolazione - e vanta un importante passato di città imperiale. Ne sono testimonianza gli edifici accuratamente restaurati del Römerberg, cuore storico della città con oltre 10.000 mq di antichi palazzi e sede del municipio, datato 1405, e la zona di Sachsenhausen, a sud del centro storico, con alcune delle migliori distillerie e delle più antiche taverne in cui gustare le bevande “Apfelwein”, o “Ebbelwoi”, un sidro di mele alcolico prodotto nelle zone limitrofe. Francoforte è, inoltre, la città natale del grande scrittore Johann Wolfgang Goethe (la casa in cui ha vissuto è oggi un interessante museo) e il forte impegno culturale della città si manifesta nei numerosi musei che si affacciano sulle rive del Meno, con un calendario espositivo che si apre a febbraio alla Schirn Kunsthalle con “Joan Miró. Tele di grande formato, quadri del mondo”. Dal 26 febbraio al 12 giugno 2016 la mostra presenta una ricca collezione di opere e alcuni aspetti finora poco discussi del grande maestro
MUSEUM JUDENGASSE Prima del nazismo, Francoforte ospitava la seconda comunità giudea della Germania, che oggi rivive nel Museum Judengasse.
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DA SAPERE Per pianificare il vostro viaggio...
del XX secolo, uno dei più importanti esponenti del surrealismo, che ha saputo sviluppare un immaginario a se stante, fatto di linee, colori, segni e simboli (www.schirn.de). Quasi contemporaneamente lo Städel Museum ospita le opere dei maestri del Manierismo fiorentino, Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino, Bronzino e Vasari. La mostra “Maniera” (24/02 – 05/06/2016) presenta un capitolo affascinante della storia dell’arte italiana con oltre 120 opere, tra cui prestiti dalla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dal Getty Museum
FRANCOFORTE CAPITALE DELLA CULTURA In basso a sinistra: il Museo Schirn Kunsthalle che, dal 26 febbraio al 12 giugno, dedica una mostra al genio artistico di Joan Mirò e, in particolare, alla sua propensione per opere di grande formato e murales. In basso a destra: lo Städel Museum. Per la prima volta in Germania, il museo ospita fino a maggio un'esposizione dedicata al Manierismo fiorentino con opere di Pontormo, Bronzino, Andrea del Sarto, Rosso, Vasari.
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di Los Angeles, dal Louvre di Parigi, dal Prado di Madrid nonché dagli Uffizi e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze (www.staedel.de). Anche il Museum für Moderne Kunst MMK2 collabora con i musei più importanti d’Europa per “Il museo immaginario” (24/03 – 11/09/2016), una mostra che raccoglie oltre 60 capolavori provenienti dal Centre Pompidou di Parigi, dalla Tate Liverpool e dall’MMK Museum für Moderne Kunst di Francoforte. Punto di partenza dell’esposizione è uno scenario catastrofico: l’arte sta per scomparire e solo poche opere possono essere salvate. Come? Grazie a una capsula del tempo, dove conservarle per il futuro (www.mmkfrankfurt.de). Un altro importante evento per la città sarà la riapertura del Museo Judengasse dopo anni di lavori di ristrutturazione: da marzo offrirà un nuovo percorso alla scoperta della storia e cultura degli ebrei a Francoforte nel Medioevo e agli inizi dell’età moderna. Per la prima volta verranno esposti dipinti, oggetti religiosi e della vita quotidiana, libri e documenti del tempo della Judengasse, il ghetto ebraico di Francoforte dal 1462 al 1796. Con lo spostamento
✑ Lo strumento più semplice e conveniente per scoprire il ricco il panorama culturale di Francoforte si chiama Frankfurt Card, la carta turistica che offre l’uso gratuito dei mezzi di trasporto pubblici e agevolazioni per l’offerta culturale in città. Inoltre, il pacchetto soggiorno per il fine settimana a tema “Riva dei Musei di Francoforte – Il miglio della cultura lungo il Meno” permette di scoprire la variegata offerta museale della città con, oltre a un pernottamento con colazione a buffet, una Frankfurt Card valida due giorni e il MuseumsuferTicket di due giorni per l’ingresso gratuito in 34 musei e materiale informativo. Tourismus+Congress GmbH Frankfurt am Main, l’ente del turismo locale, propone numerosi altri pacchetti soggiorno ad hoc per emozionanti fine settimana nella città sul Meno. www.frankfurt-tourismus.de dell’ingresso principale in direzione della piazza Neuer Börneplatz e del cimitero ebraico il contesto storico del Museo Judengasse incontra il memoriale degli ebrei di Francoforte deportati e uccisi. Anche il cimitero, con una storia risalente almeno al XIII secolo e negli ultimi 20 anni luogo di ricerca storico-scientifica, diventa uno dei monumenti più significativi che la città presenta al pubblico di cittadini e visitatori (www.juedischesmuseum.de) Silvia Giardinelli
EUROPA
DEL
NORD
UN BIANCO INVERNO IN ESTONIA Sci, pattinaggio, ma anche iniziative culturali: l'inverno è una stagione dalle infinite possibilità di svago in questo paese
L’
inverno in Estonia è spesso sinonimo di mercatini di Natale ma, terminata la magia delle feste e lo shopping sfrenato, il paese rinnova tutto il suo potenziale in quanto ad attività sportive, all’aria aperta o indoor, e iniziative culturali. Sebbene l’inverno estone possa apparire troppo rigido agli occhi dei viaggiatori italiani, le possibilità di godersi il fascino della natura, splendidamente imbiancata, incoraggiano grandi e bambini a scoprire il paese, recentemente eletto “Best Value Destination” da Lonely Planet, anche durante questa stagione. Mercatini e feste di paese hanno cominciato, già da qualche mese, a colorare l'inverno e a diffondere atmosfere da fiaba. Dal mercatino di Tallinn, che ha luogo ogni anno nella medievale piazza del Municipio, a quello della capitale culturale del paese, Tärtu, centinaia di bancarelle di artigianato locale, delizie gastronomiche e concerti folk riscaldano le vie delle città nelle fredde giornate invernali. Per chi ama seguire le tradizioni locali, nelle vicinanze della piazza del Municipio di Tallinn, proprio nel cuore della capitale, è possibile sfrecciare sulla pista di pattinaggio più frequentata dalla gente del luogo fino a tarda sera. Intorno agli eventi tradizionali, inoltre, si sviluppano svariate iniziative che vedono l’inverno protagonista in tutto il suo splendore.
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Dallo sci di fondo alle corse sulle slitte trainate dai cani, dal pattinaggio su laghi e mari ghiacciati alle divertenti passeggiate sulle ciaspole, dallo snowboard alle arrampicate sul ghiaccio: ogni attività all’aria aperta offre un’opportunità unica di osservare i paesaggi estoni dipinti da una coltre di candido biancore. È proprio così che si scoprono cascate ghiacciate, parchi e foreste ricoperti di neve e immersi nel silenzio, dove imbattersi in animali selvatici come cerbiatti, scoiattoli e volpi che
RELAX, DIVERTIMENTO, SPORT E CULTURA: UN’ESTONIA SORPRENDENTE A OGNI VIAGGIO, UN PARADISO TUTTO DA SCOPRIRE
DA SAPERE Informazioni utili
MUSEO ALL'ARIA APERTA DI PÄRNU In questi 79 ettari di parco sul mare si può fare un viaggio a ritroso nel tempo e scoprire la vita autentica di un villaggio estone, le tradizioni nazionali e il modo in cui si viveva secoli fa, tra fabbricati agricoli, i mulini a vento e ad acqua, cappelle in legno e scuole.
✑
L'Estonia è un Paese nordeuropeo di piccole dimensioni, circondato da oltre 2200 isole. La Città Vecchia medievale di Tallinn, capitale del Paese, è conosciuta nel mondo per la sua autentica architettura anseatica ed è Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. La popolazione estone vive in perfetto equilibrio tra natura e tecnologia. Il 55% del territorio è occupato da foreste, ma l'accesso a internet copre il 99% del Paese. Infatti, si dice che l'unica fonte di inquinamento dell'aria sia proprio la connessione internet wireless. L'Estonia offre le più innovative soluzioni al mondo nel campo dell'information technology: pagamento del parcheggio tramite telefono cellulare, firma digitale, voto, dichiarazione dei redditi, prescrizioni mediche e istruzione sono attività quotidiane che sono svolte digitalmente ormai da anni. Con l'utilizzo di tecnologie intelligenti, gli estoni risparmiano tempo, energia e hanno un minor impatto sull'ambiente. Infatti, il ricorso alla firma digitale fa risparmiare ogni mese in Estonia una montagna di carta alta quanto la Torre Eiffel, nonché una settimana di lavoro all'anno ad ogni abitante.
diventano indiscussi protagonisti di spettacolari fotografie, nonchè di ricordi indelebili. Durante questa stagione, prendono vita anche manifestazioni di richiamo internazionale come la celebre Tartu Maraton (21 febbraio), che vede la partecipazione di circa 10.000 sportivi sugli sci che si sfidano su un percorso di 63 chilometri. Gli eventi sportivi proseguono con la Pärnu Ice Cup (27-28 febbraio), il torneo di basket più ‘rinfrescante’ del paese. Durante il lungo inverno estone, dalle chiese della città si sprigionano le note di ispirati concerti di musica classica e le voci dei tradizionali gruppi corali. I musei ospitano eventi speciali e anche i luoghi che possono apparentemente sembrare difficili da visitare durante la stagione fredda si popolano di famiglie e iniziative speciali, come lo Zoo di Tallinn e il Museo all'Aria Aperta di Pärnu. Anche il Mar Baltico partecipa a questo spettacolo naturale solidificandosi e trasformandosi in un'autostrada di ghiaccio che collega il continente alle isole estoni. La strada di ghiaccio più lunga d’Europa si trova proprio qui, in Estonia: è lunga 26,5 chilometri e collega il porto continentale di
Rohuküla con quello di Heltermaa, sull’isola di Hiiumaa. Invece di attendere il traghetto, in inverno è sufficiente salire sulla propria auto, mettere in moto e seguire le indicazioni. Dopo una giornata all’aria aperta è semplice decidere di seguire l’esempio degli estoni e rifugiarsi in una delle innumerevoli saune presenti sul territorio, immergendosi in una nuvola di caldo vapore per poi tuffarsi nell'acqua fredda, se non nella neve fresca. La tipica "sauna di fumo" estone è di recente entrata a far parte, per volere dell'Unesco, del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità, in quanto rappresentazione di un elemento fondamentale della vita quotidiana della comunità, a cui si affianca una ricca serie di conoscenze, tra cui la capacità di confezionare fruste in betulla, la costruzione e la riparazione delle saune, e la cottura della carne affumicata. L'obiettivo dell'Unesco è quello di preservare questa importante tradizione, che si tramanda di generazione in generazione. www.visitestonia.com A cura della redazione
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SFIDE
SUL GREEN
LISBONA È LA PATRIA EUROPEA DEL GOLF Il clima mite e la bellezza del paesaggio fanno di Lisbona una zona ideale per la pratica del golf, tra percorsi impegnativi e campi che si distinguono per qualità e diversità
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onsiderata la Migliore Destinazione Golfistica d’Europa dalla IAGTO (International Association of Golf Tour Operators) nel 2007 e nel 2003, l'area di Lisbona vanta il primo campo da golf in Europa con il Certified Signature Sanctuary/ Gold della Audubon International. I 2400 membri della IAGTO - circa 600 tour operator, oltre ai rappresentanti di golf resort, hotel, campi da golf, linee aeree e associazioni turistiche- le hanno conferito anche quest'anno il riconoscimento meta migliore per chi pratica questo sport. Attualmente qui si trovano circa due dozzine di campi da golf è esiste un piano strategico per lo sviluppo del turismo locale che prevede l’organizzazione di eventi congiunti e la creazione di un unico “pass” per l’accesso a diversi campi da golf. Lo sport è inoltre perfettamente in linea con le numerose proposte turistiche della zona che costeggia aree di natura protetta e monumenti e paesaggi classificati Patrimonio dell’Umanità che sono un ottimo complemento per delle vacanze o delle giornate dedicate al golf, da vivere intensamente. “É la terza volta che Lisbona riceve questo premio e noi siamo davvero orgogliosi che ancora una volta l’eccellenza, la qualità e la peculiarità dei campi da golf di questo territorio abbiano ricevuto tale riconoscimento. Ogni nostro campo è stato progettato da un architetto di fama e offre al golfista un’esperienza unica”, afferma Vitor Costa, Direttore Generale dell’Ente del Turismo di Lisbona.
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IL GOLF IN ALGARVE NON TEME PARAGONI, GRAZIE ALLA SPLENDIDA COSTA CHE FA DA SFONDO A OGNI PARTITA E A UN PERFETTO MIX DI SOLE, MARE E SPORT
I campi da golf dell’area di Lisbona sono stati realizzati in armonia con il vasto ambiente naturale circostante e sono inoltre caratterizzati da un clima mite che permette ai golfisti di giocare confortevolmente tutto l’anno. A meno di 50 km da Lisbona, il Riba Golf, nella Herdade da Vargem Fresca, offre due campi da golf di 18 buche, immersi nel paesaggio del Ribatejo, dove predominano le querce da sughero. In questo ambiente rurale, i percorsi sono stati progettati da Peter Townsend e Michael King in associazione con l’European Golf-Design. Sempre in un paesaggio rurale, vicino alla località di Benavente, Donald Steel ha progettato il Santo Estevão Golf. Le querce da sughero e l’ondulazione naturale del terreno formano un paesaggio singolare e il campo offre un piacevole percorso adatto a giocatori di ogni livello. La vista sul lago della diga di Vila Nova de Santo Estevão, che si gode dalla buca 11, è spettacolare. Attraversando il fiume Tago, gli appassionati di golf incontrano campi in grado di metterne alla prova la preparazione tecnica, progettati dagli architetti Rocky Roquemore, Frank Pennink e Robert Trent Jones, in mezzo a magnifici paesaggi. All’interno di un insediamento turistico, l’Aroeira II è il primo campo di golf in Portogallo con erba del tipo Penn A2, che rende i vasti greens molto rapidi e impegnativi, con bunkers nei fairways e cinque grandi laghi che obbligano a colpi precisi per sorvolarli. Vicino alla spiaggia della Costa da Caparica, circondato da molti alberi, si trova l’Aroeira I. Entrambi sono
stati progettati da Frank Pennink, ed hanno accolto grandi eventi internazionali di golf. Nei pressi di Palmela, il Campo de Golfe do Montado è contraddistinto da un paesaggio vinicolo, caratteristico di questa regione, che conferisce al campo un’atmosfera peculiare. Da segnalare la buca 18, con il green posto in una piccola isola. Con la Serra da Arrábida sullo sfondo, l’impegnativo Quinta do Peru Golf Course, di Rocky Roquemore, è stato considerato uno dei migliori 10 campi da golf dalla rivista European Golf e ha accolto prove dell’ European Challenge Tour, fatto che comprova la sua notevole qualità. In un’area di paesaggio naturale fra l’estuario del fiume Sado e il mare, il magnifico campo Links a Troia ha un famoso par 4 (buca 3) che l’architetto che lo ha progettato, Robert Trent Jones, include fra le 18 buche ideali di un campo da golf.
CLUBE DE GOLF DI QUINTA DA MARINHA
AROEIRA I
AROEIRA II
ESTORIL GOLF COURSE
SANTO ESTEVÃO GOLF
GOLFE DO MONTADO
RIBA GOLF
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Uscendo da Lisbona e percorrendo la costa sul lungomare, si raggiunge l’emblematico e storico Estoril Golf Course, ridisegnato da Mackenzie Ross nel 1936. In questo campo Severiano Ballesteros, all’età di 17 anni, ha partecipato alla prima competizione professionistica fuori dalla Spagna. I dislivelli del terreno e la vegetazione di pini e eucalipti presentano una sfida stimolante per ogni tipo di giocatore. Proseguendo lungo la costa e superata la località di Cascais, si trova il Clube de Golf di Quinta da Marinha. È un campo pianeggiante, progettato dal leggendario Robert Trent Jones, con spettacolare vista panoramica sull’oceano e sulla Serra de Sintra. In mezzo ai pini, la buca 13 è la più impressionante: un par 4 di 339 metri che scende verso il mare e si conclude con un green con l’oceano sullo sfondo. Nel litorale del Parco Naturale della Serra de Sintra, l’Oitavos Dunes Natural Links Golf è stato progettato dall’architetto americano Arthur Hills, nel pieno rispetto dell’ecosistema di dune in cui s’inserisce. È il primo campo d’Europa e il secondo al mondo a vantare il "Certified Signature Sanctuary/Gold" della Audubon International. Con splendide vedute sul Castelo da Pena e sul Cabo da Roca,
QUINTA DO PERU GOLF COURSE
questo campo dai fairways estesi e larghi presenta come maggiore sfida dei greens ondulanti che esigono dei puts calibrati. Verso Sintra, ai piedi del monte, il Pestana Beloura Golf offre uno scenario peculiare. Più di 40.000 alberi di numerose specie, sparsi lungo il campo, circondano i vari laghetti e ruscelli serpeggianti che delimitano i fairways, tanto apprezzati sia dai giocatori professionisti sia da chi vuole semplicemente migliorare la propria tecnica. È stato progettato da William Rocky Roquemore, autore anche dell’eccezionale Belas Clube de
Campo, sempre vicino a Sintra. Molto completo e vario, il campo è adatto a vari livelli di handicap e ha due buche che meritano un’attenzione particolare: la buca 2 e la buca 18, un memorabile par 4 chiamato Big Hole, nella quale il secondo colpo deve far percorrere alla pallina 180 metri per raggiungere il green, protetto da un laghetto difficile da superare. www.portugalgolfbooking.com www.visitportugal.com Sveva Riva
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POLONIA
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RITROVARE LA SPIRITUALITÀ NELLA MALOPOLSKA
Un pellegrinaggio nella regione della Malopolska non deve necessariamente limitarsi alla rinomata Cracovia e alle numerose chiese del centro storico che sono certamente mete irrinunciabili. L'intera area è una perla naturalistica e culturale che permette un perfetto connubio tra turismo e spiritualità Leggilo su progressonline.it
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UNA NATURA PARTICOLARMENTE VARIA QUELLA DELLA MALOPOLSKA, TRA I MONTI TATRA, LE FITTE FORESTE, I FIUMI IMPETUOSI E LE GROTTE DI ORIGINE GIURASSICA DELL’ALTOPIANO KRAKOWSKO-CZESTOCHOWSKIE
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l panorama del sud della Polonia, nella regione chiamata Malopolska (letteralmente Piccola Polonia), unisce in perfetta armonia natura e intervento umano. Le alture dei Carpazi e i boschi inebriati dal profumo di pini, abeti, querce, faggi e larici fornivano un eccellente materiale da costruzione soprattutto per le chiese realizzate attraverso un laborioso e ingegnoso intreccio di travi che in molti casi rendeva inutile l’uso dei chiodi. Una tradizione che ha dato vita a un paesaggio unico su cui è sorto quello che oggi si chiama l’Itineriario dell’Architettura in legno (Szlak Architektury Drewnianej), costiutito da ben 253 edifici e lungo oltre 1500 km, in cui si può ammirare uno degli esempi più importanti del patrimonio materiale della cultura popolare del paese, fra le 125 chiese cattoliche e le 49 chiese ortodosse, ognuna delle quali meriterebbe una sosta, 8 sono state dichiarate patrimonio dell’umanità UNESCO. La più antica è la chiesa di Haczów, costruita nel XV secolo con travi di abete, interamente ricoperta da assi di legno e internamente decorata con suggestivi frammenti policromi, così come la chiesa nella campagna di Blizne, costruita tra il XV ed il XVI secolo, che custodisce al suo interno antichissimi policromi gotici e rinascimentali. A Sękowa, la Chiesa di S. Filippo e S. Giacobbe si differenzia per l’originale tetto slanciato e per essere tra le più pittoresche della regione. Costruita nel 1520, è un edificio tardo-gotico a una navata, di cui sono particolarmente interessanti i pianterreni aperti del campanile che offrono un panorama sulla struttura e i portici che circondano la chiesa. Nella chiesa di
PERLA DELLA POLONIA In alto: la Chiesa di Haczów. A destra: la Chiesa di Binarowa, dedicata a S.Michele Arcangelo.
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UN SALTO A CRACOVIA La città dei re
✑ Questo angolo sud-orientale della Polonia pullula di storia e cultura, innegabilmente racchiuse nelle strade della città di Cracovia, un tempo residenza reale e vivace centro di diffusione culturale. Partendo dalla Città Vecchia che ha conservato intatto l’impianto urbanistico medievale, dove sulle antiche mura oggi sorge un parco dalla forma originale, chiamato Planty, si possono raggiungere il Wawel - il castello in stile rinascimentale dove risiedevano i regnanti che ospita ricche collezioni d’Arte, come i 138 arazzi rinascimentali realizzati nei laboratori tessili di Bruxelles - e la Cattedrale. C'è poi l'antico quartiere ebraico di Kazimierz e la moderna zona di Nowa Huta, risalente al periodo comunista e ricca di luoghi di orwelliana memoria. Il vero salotto di Cracovia è la Piazza del Mercato, della superficie di 4 ettari, ornata dalle Sukiennice (Mercato dei Panni), dalla Chiesa di Santa Maria (Kosciol Mariacki), dalla piccola chiesa di San Wojciech, dalla Torre del Municipio, e circondata da antichi palazzi, ognuno con una distinta genealogia. Lungo le vie che circondano questa zona e che si trovano intorno al Rynek, si può respirare la più autentica atmosfera polacca, nei tanti santuari, abbazie, palazzi, edifici universitari e nei diversi musei che conservano reperti di grande valore artistico: qui si contano circa 2 milioni di oggetti, praticamente un quarto di tutto il patrimonio museale del Paese. Ogni anno sono milioni i turisti che si recano a Cracovia per ammirare la città e i suoi monumenti e per prendere parte alle numerose manifestazioni culturali, tuttavia è molto apprezzato anche l’alto standard degli hotel, dei ristoranti, dei caffè e dei pub disseminati praticamente ovunque in città.
MUSEO DELLE SALINE DI CRACOVIA Quasi 3 chilometri di corridoi, 800 scalini e 135 metri di profondità attirano ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo.
Binarowa, dedicata a S. Michele Arcangelo, meritano ben più di un'occhiata le decorazioni tardogotiche dei soffitti, i cicli biblici sulle pareti della navata e la policromia ornamentale della cappella degli Angeli Custodi, insieme alla campana gotica e alla scultura della Madonna col Bambino presente sull'altare tardo-rinascimentale. La chiesa di Dębno risale al XV secolo: all’interno sono conservate opere d’arte uniche, sculture e lavori d’artigianato artistico, mentre nella chiesa di Lipnica Murowana il soffitto e le pareti sono ricoperte da policromie di valore e anche qui non mancano quadri barocchi e sculture. Una delle più conosciute e visitate attrazioni della regione è, poi, la Miniera di Sale di Wieliczka, tra i più antichi giacimenti minerari d’Europa, databile al XIII secolo, fu una straordinaria fonte di ricchezza per l’intero Paese per oltre 700 anni. Un lunghissimo lasso di tempo durante il quale sono stati scavati circa 300 km di cunicoli e duemila vani che raggiungono la profondità di 327 metri, oggi
visitabili in un percorso turistico di 3,5 km. Più di 20 “stanze”, cappelle splendidamente ornate e laghi sotterranei, in cui i minatori di Wieliczka hanno dato prova di un inaspettato talento artistico con meravigliose statue scolpite nel salgemma che oggi fanno sì che qui vengano organizzate conferenze, banchetti, matrimoni, balli di Capodanno, manifestazioni sportive, esibizioni dell’Orchestra dei Minatori e mostre. Da provare anche il Centro Benessere sotterraneo, unico nel suo genere. Nell'ambito degli itinerari del sottosuolo, il Museo delle Saline di Cracovia presenta un’esposizione permanente, sotto terra e nel castello di sale, di oggetti a dir poco peculiari, come un gruppo di macchinari e di dispositivi minerari per il trasporto verticale e sotterraneo, sconosciuti nel resto d’Europa e numerosi prodotti d’artigianato, legati al passato della Miniera. La Malopolska è, inoltre, la regione natale di Papa Giovanni Paolo II. La sua Wadowice, una cittadina che conta meno di 20000 abitanti, viene visitata annualmente da migliaia di turisti che non si lasciano sfuggire la pasticceria dove vengono prodotte le celebri “kremowki”, i dolci da sempre prediletti dal Pontefice. Maria Baffigi
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ITALIA
DA SCOPRIRE
OLTRE I CONFINI DELL’ARTE 5.600 metri quadrati di gallerie espositive, una collezione permanente che conta più di 20.000 opere, uno sguardo unico sull'arte internazionale del XX secolo: un museo di successo tutto italiano, parliamo del Mart di Rovereto
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sistono realtà italiane, in un campo complesso e ancora tutto da esplorare come quello dell'arte contemporanea, in grado di farci credere che è possibile puntare su uno sviluppo culturale che possa fungere da volano per l'economia e da stimolo per una nuova visione nazionale. È il caso del Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, un centro di riferimento per la ricerca e lo studio artistico, un «cantiere dell’arte contemporanea» alle porte della città di Rovereto, immerso nel magnifico scenario naturale delle montagne trentine. A guidare questa esperienza artistica a 360 gradi, Gianfranco Maraniello, giovane direttore nominato a febbraio dello scorso anno. Il Mart non si qualifica come museo tradizionale, ma come polo culturale in dialogo simultaneo sia con il territorio circostante che con le maggiori realtà di arte contemporanea a livello internazionale. Come convivono queste due anime? In primo luogo bisogna identificare il Mart con il suo patrimonio, un patrimonio importantissimo, ma soprattutto capace di raccontare alcune vicende fondamentali della storia dell'arte italiana che già di per sé si colloca
al centro di una dimensione internazionale. Forse questa affermazione non è del tutto vera per quanto riguarda le ultimissime generazioni, anche se ci sono molti artisti italiani – Cattelan, per dirne uno - che si sono affermati soprattutto stando all'estero, ma riceve notevoli riscontri per il resto dell'arte italiana. Tutto quello che riguarda il Novecento, ad esempio, continua ad attirare grande attenzione, si pensi al successo che ha riscosso la mostra dedicata ad Alberto Burri al Guggenheim di New York. Raccontare alcune vicende del Novecento italiano è, quindi, un presupposto cardine per un museo attento al territorio e capace di offire una propria visione che non si omologhi ad altre realtà nazionali.
GIANFRANCO MARANIELLO Da febbraio dello scorso anno è Direttore del Mart, dopo una positiva esperienza al Mambo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Un grande museo è, poi, quello che sa valorizzare le proprie radici, proponendole in una dialettica capace di godere di un valore simbolico universale, pronto a dialogare con le tante modernità che si stanno affermando in un pianeta allargato com'è quello dell'arte contemporanea. Non a caso il Mart cerca di enfatizzare soprattutto quella dimensione che io definisco “trascendentale” dell'arte, cioè un'arte che
IL MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO È UN CENTRO DI RIFERIMENTO PER LA RICERCA E LO STUDIO ARTISTICO, UN «CANTIERE DELL’ARTE CONTEMPORANEA» Leggilo su progressonline.it
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"IL MART È MOTIVO D'ORGOGLIO NON SOLO PER IL TRENTINO, NON SOLO PER L'ITALIA, MA PER TUTTA L'EUROPA" DARIO FRANCESCHINI s'interroga continuamente sulle sue possibilità, che non può accontentarsi del pur rilevante e fondamentale discorso storiografico. Bisogna saper interpretare questi modelli linguistici per poter rientrare in un dibattito più ampio di quello regionale, sempre puntando sul proprio patrimonio. Compito dei musei non è di occuparsi di arte fine a se stessa, ma di garantirne la fruibilità anche ai cittadini comuni. A che punto siamo in Italia? Il movimento, in tal senso, è duplice, da una parte abbiamo bisogno di dare degli elementi di stabilità con le strutture permanenti che fungono da solida base su cui innestare buone pratiche, da quelle educative fino a quelle turistiche. Dobbiamo pensare che questa sia la premessa, da una parte, per lo studio del museo, dall'altra, per costruire dei progetti che siano strutturali e non realizzare mostre che siano mere importazioni di quello che si può vedere a pochi chilometri di distanza, o meglio, a poche ore, visto che in Europa dobbiamo ragionare in termini di tempo. Ovviamente è un bene costruire una rete di rapporti con i musei internazionali, soprattutto in un'ottica di prestiti, bisogna, però, essere produttori, non importatori di cultura altra.
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Per un direttore museale quanto conta il poter disporre di solide competenze manageriali? Direi che è fondamentale. Oggi il ruolo del direttore, come quello del critico - che a sua volta si è trasformato in quello del curatore - è di stampo fortemente manageriale. Diamo per presupposta la nostra competenza nell'ambito dell'arte, ma il vero lavoro consiste nel rendere sostenibili i progetti dell'arte e metterli a disposizione di tutti. I musei pubblici non si occupano solo di arte, ma di narrazione, educazione, tutela, conservazione, promozione e, sostanzialmente, il lavoro interpretativo in termini di lettura e di scrittura ha un ruolo di organizzazione che oggi è sinonimo di “possibilità”. Rendere possibili le cose, questo è quello che fa oggi un direttore. Tra l'altro in un quadro complesso come quello italiano, soprattutto da un punto di vista amministrativo, mi rendo conto che è davvero difficile mettere in campo le competenze scientifiche senza una forte predisposizione alla comprensione, alla trattativa (penso ad esempio alle dinamiche sindacali). Il nostro compito oggi si può riassumere nel mantenere un equilibrio che consenta di far vivere la progettualità di un museo. Si fa un gran parlare del rapporto tra pubblico e privato nella gestione degli spazi culturali... In merito a questo argomento, il vero problema in Italia è la continuità dei progetti. Oggi sono pochissimi i musei che possono essere inquadrati come garanti di una continuità nei loro obiettivi e progetti e, così, molti privati
IN GIRO PER IL NORD ITALIA Il mercante di nuvole. Studio65: 50 anni di futuro Galleria d'Arte Moderna- Torino Fino al 28 febbraio 2016
✑ Prima tappa in Italia della mostra che celebra i 50 anni di attività di Studio65, uno dei protagonisti del Pop Design italiano, fondato a Torino nel 1965 da un collettivo di futuri architetti riuniti attorno alla figura di Franco Audrito, che intendevano combattere, proprio in quegli anni di rivoluzione, il conformismo imperante dello stile “moderno” con le armi di nuove idee creative, nel nome di un cosiddetto “design radicale”. La mostra, a cura di Maria Cristina Didero, nasce dal desiderio di raccogliere il vasto repertorio progettuale di Studio65 e riorganizzarlo in modo da narrare non solo il percorso del gruppo di artisti e architetti che vi hanno fatto parte, ma le vicende di una generazione in grado di incidere sui mutamenti storici. Dopo la tappa torinese la mostra sarà presentata in altre istituzioni internazionali a partire dal Medio Oriente (Ryad, ottobre 2016 e Jeddah, febbraio 2017), per sottolineare il segno lasciato da un protagonista del design italiano ben oltre i confini nazionali, continuando a far parte di una memoria condivisa. www.gamtorino.it Il nuovo vocabolario della moda italiana Triennale di Milano Fino al 6 marzo 2016
✑ Il Made in Italy è ospite alla Triennale di Milano e fino al 6 Marzo 2016 sarà il protagonista della mostra dedicata al cultore della moda Elio Fiorucci. Il nuovo vocabolario della moda italiana è una mostra a cura di Paola Bertola e Vittorio Linfate, che coniuga la creatività di giovani designer alla sperimentazione dell’artigianalità di decoratori e creatori. Nove sono le stanze allestite per l’occasione, che sintetizzano per argomenti la manifattura italiana dal 1998, anno di apertura al mondo del web. Ogni stanza è caratterizzata da installazioni che illustrano il prodotto e il relativo processo creativo: dal cartamodello agli accessori, dalle prove di lavorazione alle componenti. Tre sono invece le macro sezioni su cui si sviluppa l’evento: vocabolario, dove i prodotti sono organizzati intorno a concetti chiave, rappresentando così i vari approcci progettuali che ricontestualizzano gli elementi caratterizzanti del prodotto italiano; narrazioni, dove viene tracciata la mappa del sistema di produzione culturale e comunicativo circa la moda; biografie, è la sezione che concentra la narrazione sulle storie dei singoli stilisti e marchi ai quali è legato il nuovo linguaggio della moda made in Italy. www.triennale.org Seurat, Van Gogh, Mondrian. Il post-impressionismo in Europa Palazzo della Gran Guardia – Verona Fino al 13 marzo 2016
✑ Un’occasione imperdibile per conoscere l’importanza storico-artistica della “rivoluzione” realizzata dal Puntinismo, dal Divisionismo e dai suoi celebri protagonisti. Questo stile, basandosi sugli studi scientifici realizzati sulla luce e il colore, riuscì ad ottenere la massima luminosità accostando colori puri sulla tela, piccole pennellate che spesso si trasformano in puntini (da cui il nome francese puntinismo) secondo la regola dei colori complementari. Tale tecnica nasce dal concetto che accostando due colori distinti, l’occhio da distante percepisca un terzo colore risultante dai due precedenti mentre da vicino i due siano chiaramente distinguibili. Questa corrente rientra nel post-impressionismo, termine che indica tutti quei movimenti artistici sviluppatisi tra il 1886, anno dell’ultima mostra impressionista e il 1905, nascita delle Avanguardie storiche, che pur conservando alcuni tratti del precedente stile come l’attenzione per la luminosità, percorrono nuove strade verso il superamento dello stesso impressionismo. In mostra saranno esposti 80 capolavori tra cui il celebre “Autoritratto” di Van Gogh, “Port en Bessin” di Seurat, “Salle à manager” di Signac e “Composition hit red, yellow and bleu” di Mondrian, tutte provenienti dalla collezione del Kroller-Muller Museum (Olanda). www.ilpostimpressionismoineuropa.it
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LA COSCIENZA DEL VERO Capolavori dell’Ottocento. Da Courbet a Segantini. 5 dicembre 2015 – 3 aprile 2016 La pittura è un’arte essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione di cose reali ed esistenti Gustave Courbet ✑ Con la mostra La coscienza del vero il Mart intende indagare alcuni momenti della cultura figurativa ottocentesca, nella stagione compresa tra il Romanticismo e l’Impressionismo, ovvero fra il 1840 e il 1895, anno della prima Biennale di Venezia. In mostra circa cento opere provenienti da prestigiose raccolte pubbliche e private o appartenenti alle Collezioni del Mart. Spiccano i lavori di maestri indiscussi Giovanni Segantini, Funghi, 1886, St.Moritz, come Gustave Courbet, Giovanni Segantini, Segnantini Museum - © Foto Flury, Pontresina Francesco Hayez, Giovanni Boldini e Franz von Lenbach, ma anche Carlo Bellosio, Mosè Bianchi, Giustiniano degli Avancini, Alessandro Guardassoni, Pompeo Marino Molmenti, Eugenio Prati, Giuseppe Tominz. I quadri, le sculture e i disegni dialogano con numerose fotografie d’epoca e con alcune suggestive sequenze del film “Senso” di Luchino Visconti, ambientato nella Venezia del 1866 (Terza guerra di indipendenza italiana). Come una sorta di filo rosso, il film contribuisce alla riflessione che l’intero percorso di mostra propone. Il tema principale è, infatti, il rapporto tra realtà e rappresentazione nel dualismo verità-artificio. Ovvero, come scrive la curatrice Alessandra Tiddia in catalogo: “la distinzione più o meno consapevole e cosciente fra percezione del vero e illusorietà della visione, fra apparenza ingannevole delle immagini e immedesimazione dello spettatore, fra un linguaggio mimetico e impersonale e lo stile individuale e Gustave Courbet, Le rive della soggettivizzante, questioni peraltro ancora attuali Loue, 1862, Pescara, Collezione nella contemporaneità”. Venceslao Di Persio www.mart.tn.it
preferiscono fare da sé, perchè non trovano un'interlocuzione affidabile nel pubblico, tra l'ingerenza, a volte, politica, e l'incapacità di adempiere ai compiti istituzionali. Dobbiamo tener conto del fatto che l'idea del museo pubblico è abbastanza recente, tutti i musei del mondo partono da collezioni private e acquistano solo in seguito una dimensione pubblica. Il problema è che l'interesse pubblico crea, spesso, una serie di tensioni. Abbiamo delle straordinarie collezioni private italiane, ma
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manca l'attenzione alla valorizzazione, la sicurezza che un museo ne sappia garantire la rilevanza, la completezza, l'organicità, dal momento che le collezioni non sono soltanto delle raccolte di lavori, ma dei veri e propri progetti. Bisogna superare le velleità personali in nome di una maggiore cultura istituzionale. Cosa proporrà la programmazione del Mart nei prossimi mesi? Stiamo preparando due importanti momenti nelle collezioni, sottolineando anche lo
“DIAMO PER PRESUPPOSTA LA NOSTRA COMPETENZA NELL’AMBITO DELL’ARTE, MA IL VERO LAVORO CONSISTE NEL RENDERE SOSTENIBILI I PROGETTI DELL’ARTE E METTERLI A DISPOSIZIONE DI TUTTI” strappo linguistico degli allestimenti. Da una parte, negli spazi del primo piano del Mart, raccontiamo le vicende dalla fine dell'Ottocento fino agli anni '50, quindi una dimensione in cui, con il Futurismo, cominciamo a intravedere l'uscita dal perimetro del quadro, ma siamo nell'ambito di un'arte che ancora si presenta nella convenzionalità della struttura. Al secondo piano, invece, con l'arrivo delle combustioni di Burri e dei tagli di Fontana, assistiamo allo sfondamento del quadro e anche l'allestimento passa dall'inquadramento della pinacoteca a un territorio dai confini indefiniti: non è più lo spazio circoscritto del lavoro compiuto formalmente, ma è un'opera che non sta più nello spazio, bensì lo traccia, lo disegna. I volti dell'arte moderna, dunque, raccontati attraverso due impatti diversi nella grammatica espositiva. A ciò si aggiunge anche l'inizio di un percorso che produciamo in sintonia e simmetria con l'esposizione delle collezioni. Inaugura un'importantissima mostra su alcuni aspetti della pittura dell'Ottocento complementare agli spazi del Mart. Il secolo è quello in cui nasce la fotografia, in cui si comincia a sviluppare una conoscenza dei saperi che non possono che riflettere sulle proprie pratiche, artisti presi dalla coscienza del vero che superano i limiti della rappresentazione e s'interrogano sulle possibilità espressive. Questa mostra è l'avvio di una serie di progetti che si protrarranno nel corso del 2016, per giungere alle soglie dell'importante Novecento e, soprattutto, del Futurismo che per il Mart è fondamentale, grazie alla disponibilità della Casa d'Arte Futurista Deplero. Martina Morelli
VAL VENOSTA
DA SCOPRIRE
SENTIERI D’ACQUA E DI TERRA Le rogge non sono solo canali artificiali destinati all’irrigazione di campi e coltivazioni, ma rappresentano anche un patrimonio culturale da tutelare e conservare Foto e testi di Raffaele Bernardo
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L
a regione della Val Venosta in Alto Adige, la più settentrionale delle province d'Italia, è caratterizzata da una cultura varia e antiche testimonianze degli ultimi mille anni. Il paesaggio culturale vanta, infatti, numerosi sentieri lungo le antiche rogge - canali artificiali risalenti a centinaia di anni fa -, sentieri escursionistici con panorami mozzafiato e una rete di percorsi per mountain bike varia e capillare. Paradiso per gli sciatori, la vacanza in Val Venosta è all’insegna del contatto con la natura e con la cultura secolare di queste terre.
I canali irrigui Intorno prati, campi coltivati, filari di frutta, vigneti… E poi, sullo sfondo di vette maestose, boschi a perdita d’occhio. Dinanzi a questo mare di verde nessuno potrebbe mai immaginare che la Val Venosta sia il luogo più arido dell’intero arco alpino. 450/500 mm. l’anno rappresentano infatti uno degli indici di piovosità più bassi della Regione. Il vento ed il terreno
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TRADIZIONI DA VIVERE Una cultura varia e antiche testimonianze di secoli di storia da scoprire attraverso itinerari e sentieri insoliti.
GLORENZA Ritorno al Medioevo
✑ Mura di cinta alte 10 metri, sette torri di guardia e tre possenti porte turrite che si aprono in direzione dell’Italia, dell’Austria e della Svizzera. Questo il baluardo che ha protetto e conservato intatto per cinque secoli un patrimonio unico di storia, arte, architettura. Secoli di avvenimenti, calamità e traversie quelli vissuti da Glorenza, “la più piccola città delle Alpi” -addirittura d’Europa, sostengono in molti- destinazione immancabile per tutti coloro che attraversano la Val Venosta. Fondata nel XIII secolo dal Conte Mainardo II del Tirolo e distrutta nel 1499 dagli Svizzeri durante la Guerra di Engadina, fu ricostruita dall’Imperatore d’Austria Massimiliano I d’Asburgo che ne colse il valore strategico per la sua posizione di frontiera lungo il corso dell’Adige. Posizione privilegiata grazie alla quale Glorenza ha vissuto anche una lunga e prospera stagione di commerci. In particolare quelli legati al sale, che arrivava qui dalle saline di Hall nel Tirolo, al vino importato dalla Valtellina in Lombardia, ai metalli estratti dalle vicine miniere e ai cereali provenienti dalle aree circostanti. A testimonianza di questo opulento passato resta la preziosa eredità di chiese d’epoca, palazzi nobiliari, edifici pubblici sontuosi, oltre ai portici della Laubengasse l’antico mercato e autentica icona di Glorenza. È qui che un tempo le merci venivano stipate, per essere vendute al riparo dal sole e dalla pioggia. Ancora oggi, sotto queste arcate bianche di calce, si tengono, nel corso dell’anno, caratteristici mercati a tema, capaci di rievocare usanze e costumi del “tempo che fu”. Ma è l’insieme del borgo che respira e trasmette una sua suggestiva atmosfera medioevale fatta di stretti vicoli, cortili nascosti, case pendenti, aggetti decorati, tetti a cuspide, angoli pittoreschi, piccoli giardini profumati, gioiose meridiane. Partendo dalla Piazza -centro di tutte le attività sociali e tradizionale punto di sosta e d’incontro- sono tanti i tesori da scoprire nel volgere di brevi percorsi. Tra essi: la Parrocchiale romanica di S. Pancrazio del 1227 con il campanile originale, la sua cupola barocca a cipolla e, sul lato, l’affresco all’aperto del 1496 raffigurante il Giudizio Universale; la Porta di Tubre del XVI sec., che oggi ospita su 4 piani la Mostra dedicata alla storia della città; la Casa del Balivo, dal frontone merlato, ad interrompere bruscamente la sequenza dei Portici; il Palazzo Municipale, costruito tra il 1573 e il 1591, già Residenza Hendlspurg del Principe del Tirolo; la Casa Fröhlich –dimora signorile del 1481, feudo dei Conti Matsch-Kirchberg e successivamente dei Trapp, riconoscibile per l’erker d’angolo poligonale e la ricca meridiana in facciata… Ma sono ancora innumerevoli le storie, le curiosità e i motivi di interesse sorprendentemente raccolti in uno spazio urbano così esiguo.
prevalentemente sabbioso completano il quadro di questa carenza naturale. Ad un clima mite ed asciutto, che per la sua qualità ha sempre attirato i più diversi colonizzatori delle Alpi, si è costantemente contrapposta la necessità di superare l’insufficienza idrica allo scopo di rendere possibile l’attività agricola. Questa primaria esigenza ha spinto i contadini, fin dal Medioevo, ed ancora prima (le notizie più lontane risalgono al 1169), ad escogitare un sistema d’irrigazione che tuttora sfrutta le ampie risorse dei fiumi e dei torrenti di montagna alimentati dai grandi ghiacciai. È una rete di stretti canali -rogge in italiano, waal in tedesco- scavati nella terra, nella roccia o supportati da ardite impalcature di legno, che scorrono come vene capillari seguendo il ritmo delle pendici e distribuendo
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MERANO La città della Belle Époque
✑ Quando si dice il “passaparola”…
acqua nei tanti poderi della valle. La struttura, apparentemente molto semplice, è in effetti un’opera di autentica ingegneria idraulica dal funzionamento delicato. Ogni anno il 23 aprile, alla festa di S. Giorgio, l’acqua viene fata scorrere e fino all’inizio di ottobre alimenta i campi e le culture.
Il waaler La gestione e la manutenzione degli impianti, che a volte hanno una lunghezza di alcuni chilometri, è affidata ad un esperto chiamato waaler, responsabile del loro stato di efficienza. La sua nomina, così come la regolamentazione dei tempi e dei modi del flusso idrico, è competenza della Comunità. Le norme, molto articolate e precise, tengono conto dei turni di distribuzione sia del giorno che della notte, nonché delle esigenze delle differenti culture. Ad esempio i prati destinati al pascolo hanno bisogno di una quantità d’acqua maggiore rispetto ai campi di cereali. Per facilitare l’assiduo lavoro d’ispezione lungo l’intero corso dei canali esistono da sempre paralleli sentieri di servizio. I waalweg -questo il loro nome- tagliano a mezza costa orti e frutteti, aprendo lo sguardo sugli ampi paesaggi del fondovalle.
I cammini Mentre con il tempo molte rogge hanno lasciato spazio all’irrigazione automatica “a pioggia” (meno laboriosa e più adatta di
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Nel 1836 il famoso medico austriaco Johann Nepomuk Huber capitò a Merano durante un viaggio nella regione Alpina. Ne rimase colpito profondamente per la qualità dell’ambiente, così verde di vigne e frutteti; il clima mite ed asciutto anche in quella stagione meno clemente; le sue acque termali sorprendentemente benefiche; la serenità del luogo e dei suoi dintorni. E poi per lo stesso contesto urbano, il dedalo di viuzze che si diramano intorno al centro storico svelando cortili ombrosi, piazzette acciottolate, botteghe artigiane, chiese, osterie… Decise quindi di tornarvi in compagnia di alcuni suoi pazienti di riguardo. Questi, a loro volta, riportarono al ritorno commenti entusiastici sul loro soggiorno a Merano. Così, poco a poco, nacque intorno alla cittadina del Tirolo una fama, che tuttora conserva, di destinazione da non mancare. Questa risonanza si diffuse in particolare presso l’alta società. Molti nobili e ricchi borghesi, costantemente alla ricerca di luoghi piacevoli e salutari, s’innamorarono di Merano al punto di frequentarla assiduamente. Come la stessa Imperatrice Elisabetta “Sissi” d’Austria che qui soggiornò nel 1870, 71, 89 e 97 e che molto contribuì ad accrescerne l’ottima reputazione. Si costruirono residenze di pregio, sorsero alberghi ed edifici prestigiosi contornati da parchi e giardini, suggestive passeggiate tra gli alberi lungo il Passirio. All’inizio del ‘900 poi, con l’avvento della Belle Époque e la sua incontenibile voglia di vivere e divertirsi, Merano divenne luogo di grande animazione e mondanità. Ed anche centro importante delle nuove tendenze artistiche, come l’art nouveau, ribattezzata in Italia “stile Liberty” di cui restano tuttora ricche testimonianze di architettura e decorazione. Oggi il segreto di Merano è di aver conservato questo patrimonio arricchendolo ulteriormente. A cominciare dalle terme, vera icona della città, trasformate di recente dall’arch. Matteo Thun in un’opera stupefacente per pregio e funzionalità. Un cubo trasparente di vetro ed acciaio, circondato dal verde ed aperto allo spettacolo delle Alpi.
UTILE A SAPERSI Ufficio Informazioni turistiche
GLORENZA
www.venosta.net info@venosta.net tel. 0473.620480 www.maps.vinschgau.net/.it
www.glurns.eu Ufficio Turistico 0473.831097-835224 Hotel Ristorante Posta www.hotelpostglorenza.com tel. 0473.831208 Hotel & Ristorante Albero Verde www.gasthofgruenerbaum.it tel. 0473.835927
Meteo www.venosta.net/meteo www.provincia.bz.it/meteo
Sentieri d’acqua lungo le rogge http://www.venosta.net/it/movimentonatura/attivi-in-estate/sentieri-dellerogge.html
LASA Trattoria Sonneck Località Allitz - Tel. 0473.626589
Museo della Val Venosta a Sluderno
SOLDA
con ampia Mostra permanente sulle rogge www.vintschgermuseum.com/ tel. 0473.615590
Parc Hotel & Ristorante Tel. 0473.613133 - www.parc-hotel.it
Libri
Hotel & Ristorante Croce Bianca Tel. 0473.831307
Le vene d’acqua in Alto Adige Gianni Bodini Tappeiner Editore
Come arrivare www.valvenosta.net/comearrivare In treno + auto La soluzione più comoda è arrivare a Bolzano (www.trenitalia.it) e qui noleggiare un’auto: Autoeurope (www.autoeurope.it) In treno + autobus www.sii.bz.it tel. 840000471
BURGUSIO
TRAFOI Hotel & Ristorante Bellavista Famiglia Gustav Thoeni Tel. 0473.611716
MERANO Ufficio Azienda del Turismo www.meran.eu tel. 0473.272017 Hotel & Ristorante Bavaria www.bavaria.it - tel. 0473.236375
quella “a terra” nel caso dei frutteti) i cammini hanno finito per conoscere una “seconda vita”, svolgendo un’importante funzione legata al turismo. Molti, ed in costante aumento, sono infatti i visitatori della Val Venosta, come quelli delle vicine valli di Merano, che scoprono il fascino delle passeggiate lungo i sentieri degli antichi canali irrigui tra vecchi masi, reali scrigni di storie e tradizione, e muri di pietra a secco. I tracciati sono comodi, sicuri e spesso rivelano anche delle vere oasi ecologiche dove incontrare fiori insoliti, farfalle variopinte, piccoli anfibi e le piante tipiche delle zone umide, con la tranquillità dei luoghi lontani dalle vie di traffico, il fresco dei boschi e la compagnia del sommesso scorrere dell’acqua. Il rapporto ravvicinato con l’ambiente naturale delle rogge svela soprattutto l’intima cultura del territorio ed il valore antico del lavoro dell’uomo.
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GIUBILEO
STRAORDINARIO
SULLA STRADA In occasione del Giubileo della Misericordia, Roma propone il suo giro delle sette chiese: un percorso che unisce l'intimitĂ religiosa alla contemplazione dell'arte
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DELL’ARTE SACRA
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essuno si aspettava l'annuncio, ma ora tutti hanno condiviso l'attesa, a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II e a 15 anni dal Grande Giubileo del 2000, la Porta Santa della Basilica di San Pietro si è spalancata per accogliere un Giubileo straordinario. Sarà così – straordinario - l'Anno Santo voluto da Papa Francesco: lo sarà perché arriva con dieci anni di anticipo rispetto alla ricorrenza canonica, e perché sarà particolarmente sentito dai fedeli che da tutto il mondo raggiungeranno Roma e il Vaticano per prendere parte alla celebrazione che nell'anno corrente sarà dedicata alla Misericordia. Roma si prepara quindi a vivere uno tra i suoi più importanti eventi religiosi, che porterà i pellegrini a visitare la città e i suoi luoghi, unendo la contemplazione delle sue opere religiose all'ammirazione per quelle artistiche. E se c'è un percorso che raccoglie al suo interno l'unione tra il sacro e il bello, riuscendo ad associare il culto dei santi martiri con il fascino delle bellezze artistiche e archeologiche dell'Urbe, è senza dubbio quello conosciuto come il percorso delle “sette chiese”. L'itinerario fu ideato da San Filippo Neri e si era caratterizzato nella mente del Santo come una proposta rivolta ai cristiani di
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UN 65° ANNO GIUBILARE “STRAORDINARIO” Non solo non cade nei 25 anni canonici di distanza dal precedente, ma è anche il primo giubileo tematico e “decentrato” della storia della cristianità.
Roma per maturare nella ricchezza della propria fede. Quattro Basiliche patriarcali e tre chiese che conservano insigni reliquie in un percorso lungo venticinque chilometri e che attraversa una città che, in termini di bellezza, ha sempre qualcosa da regalare.
Basilica di San Pietro Cuore del Vaticano, centro di Roma, la Basilica di San Pietro è nota come una delle chiese più grandi del mondo, nonché la più vasta delle quattro basiliche papali. Dedicata all'apostolo Pietro, è la chiesa simbolo dello Stato Vaticano e sede delle più importanti manifestazioni del culto cattolico. Situata sull'omonima piazza, venne edificata tra l'aprile del 1506, con Papa Giulio II, e il 1626, durante il pontificato di Papa Urbano VIII. Diversi artisti collaborarono al progetto e contribuirono alla sua magniloquenza: Bramante, Bernini e Michelangelo spesero la loro arte e investirono il loro talento su una delle costruzioni simbolo della bellezza. A
Michelangelo Buonarroti, in particolare, si deve l’ideazione della cupola: anch’essa simbolo della Basilica e della città di Roma, sorprende per armonia e per i suoi 136 metri d’altezza, accompagnati da 537 scalini. Varcare la porta di San Pietro è imbattersi in una celebrazione dell’arte: dietro il monumentale Baldacchino di San Pietro, si incontra l'abside con la maestosa composizione barocca del Bernini, che conserva, come se fosse una reliquia, l'imponente Cattedra di San Pietro, ovvero il trono ligneo che, secondo la leggenda medioevale, sarebbe appartenuto a San Pietro apostolo in quanto primo vescovo di Roma e papa. Sublime, nella navata destra, la celebre Pietà di Michelangelo, gruppo marmoreo di grande espressività che l’artista completò all’età di 23 anni. Ma la contemplazione dell’arte e del sacro prosegue anche al di sotto del pavimento della basilica, dove le Grotte Vaticane custodiscono la tomba di Pietro e le sepolture di altri pontefici, in ultima quella di Giovanni Paolo II.
Basilica di Santa Maria Maggiore Sulla sommità del quartiere Esquilino, si affaccia elegantemente la Basilica di Santa Maria Maggiore, tra le Basiliche patriarcali di Roma e la sola che abbia conservato le strutture paleocristiane, oltre che tutti gli affreschi e mosaici interni originali. La sua edificazione si attribuisce alla volontà di Papa Sisto III, che fece erigere la basilica su di una chiesa precedente, finanziata da un ricco patrizio romano al quale è legata una leggenda che ancora oggi si racconta e celebra. Pare che il patrizio, di nome Giovanni, avesse dedicato una chiesa alla Vergine Maria che gli era apparsa in sogno comunicandogli che avrebbe trovato l'area sul quale costruire il luogo di culto a lei intitolato. Il luogo prescelto, nonostante fosse agosto, era ricoperto da uno strato di neve. Oggi, ogni 5 agosto, si rievoca il miracolo con una celebrazione durante la quale vengono liberati nella Basilica dei petali bianchi che riproducono il suggestivo effetto della neve. In virtù di questa leggenda, la Basilica di Santa Maria Maggiore è anche conosciuta come Santa Maria della Neve. La pianta a croce greca della basilica è dominata da una maestosa cupola decorata da
un gruppo di pittori manieristi guidati da Giovanni Nebbia, il quale cercò, nel progetto pittoreo della cupola, di mantenere una continuità con i mosaici paleocristiani e medievali già presenti sugli architrave e sull'abside. Molte le cappelle che hanno reso ancora più celebre questo luogo: la Cappella Sforza, ideata da Michelangelo, la Cappella Sistina, così chiamata perché commissionata da Sisto V, la Cappella del Presepe, che deve il suo nome alla collocazione al posto dell'antico Oratorio del Presepe e la grandiosa Cappella Paolina, decorata secondo gli stilemi dell'arte barocca. A completare la maestosità i 75 metri del campanile: costruito nel 1375-76 in stile romanico, è il più alto di Roma.
Basilica di San Lorenzo al Verano La Basilica di San Lorenzo al Verano, una delle sette chiese situate al di fuori delle mura della città, sorge sull’omonima piazza. La prima Basilica venne edificata dall’imperatore Costantino in onore di San Lorenzo, morto martire a causa dell'editto dell’imperatore Valeriano, che prevedeva l’uccisione di tutti i vescovi, i diaconi e i presbiteri. Il corpo del Santo fu sepolto al Verano, ma solo successivamente venne eretta la Basilica in suo nome. Una serie di affreschi a rappresentazione della vita del santo ornavano le pareti, decorazioni che però andarono perdute irrimediabilmente nel luglio del 1943: erano gli anni del secondo
È CENTRALE IL RICHIAMO FATTO DA PAPA FRANCESCO ALL’EBRAISMO E ALL’ISLAM, PER RITROVARE PROPRIO SUL TEMA DELLA MISERICORDIA LA VIA DEL DIALOGO E DEL SUPERAMENTO DELLE DIFFICOLTÀ CHE SONO DI DOMINIO PUBBLICO
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PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DEI GIUBILEI VIENE OFFERTA LA POSSIBILITÀ DI APRIRE LA PORTA SANTA ANCHE NELLE SINGOLE DIOCESI
conflitto mondiale e i bombardamenti colpirono il cuore di San Lorenzo, distruggendone vite e opere. Ci volle tempo per la rinascita, ma pian piano la facciata del quartiere fu ricostruita, così come quella dell'omonima basilica. Nei primi anni del 1700 la chiesa fu affidata ad Alessandro Gaulli e al centro della piazza su cui affaccia la Basilica, venne eretta una colonna, sormontata dalla statua in bronzo raffigurante il Santo che la chiesa omaggia.
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme La basilica di Santa Croce in Gerusalemme venne costruita sulle rovine di una villa imperiale: situata lungo le Mura Aureliane, fu ricavata dal Palazzo Sessoriano, riadattandone la struttura e costituendone inizialmente una cappella per volontà di Elena, madre di Costantino I. Sebbene la basilica fosse situata ai margini di Roma, diventò meta di pellegrinaggio grazie all'enorme importanza storica delle reliquie: parti della Croce stessa (tre frammenti di legno ed un chiodo), due spine della corona, parte dell'epigrafe di Ponzio Pilato in latino, greco ed ebraico, frammenti della colonna della fustigazione, la spugna imbevuta d'aceto usata per dissetare Gesù e uno dei 30 denari di Giuda. Entrando nell'atrio della basilica, si resta affascinati dalla sua forma ovale ellittica, originale costruzione dell'architettura barocca. All'interno si può ammirare il pavimento cosmatesco, in perfetto stato di conservazione. Le colonne di marmo scuro, alcune ingabbiate dai restauri settecenteschi, sono colonne originali d'epoca
romana. Scendendo nella parte retrostante l'abside si accede a due capelle. A destra quella di Sant'Elena, la cui volta è decorata da un mosaico, che rappresenta il Cristo benedicente, gli Evangelisti e quattro Storie della Croce. Secondo la tradizione, sotto il pavimento della cappella era conservata la terra di Gerusalemme, da cui il nome della basilica.
Basilica di San Giovanni in Laterano Il suo nome originale è Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, ma è per tutti la Basilica di San Giovanni in Laterano, tra le più importanti e antiche basiliche di tutto il mondo. Fondata sulla base di un'antica proprietà della famiglia dei Plauzi Laterani e precedentemente
A CONFERMA DELLO SPIRITO “MONDIALE” DATO DALL’ANNO GIUBILARE, FRANCESCO HA DECISO DI APRIRE LA PRIMA PORTA SANTA NON A ROMA, MA A BARGUI, CAPITALE DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA
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utilizzata come complesso militare, nacque ad opera di Papa Melchiade tra il 311 e il 315, ma bisognò attendere il 324 circa affinché venisse consacrata. La Basilica soffrì e si rialzo più volte: nel 455 venne depredata ad opera dei vandali di Genserico e, ancor prima, fu colpita dal Sacco di Roma, ma ben presto venne ricostruita ancor più ricca ed imponente di prima grazie all’intervento di Papa Ilarico. La struttura fu comunque modificata ed integrata negli anni: vennero aggiunti tre oratori e riadattate le Cappelle di Santa Rufina e Seconda, San Cipriano e Giustina. Il primo Giubileo della storia ebbe casa qui: la basilica accolse nel 1300 i suoi pellegrini e, per l'occasione, Giotto e Cimabue presero i loro attrezzi per realizzare affreschi di inestimabile bellezza, ma che oggi, purtroppo, sono andati perduti. Il più grande ed importante rifacimento della Basilica risale però al 1650, su richiesta di Papa Innocenzo. Grazie all’intervento di Francesco Borromini, la Basilica assunse un nuovo aspetto: l'artista, con un gioco architettonico, le concesse di risplendere di una luce naturale unica e l’uso dello stucco bianco permise un’illuminazione diffusa degli spazi. Borromini le diede la bellezza che meritava e intervenne successivamente sul soffitto, collocando delle nicchie a forma di tabernacolo sui pilastri, che vennero poi riempite, dopo decenni, con le statue dei dodici Apostoli su richiesta di Papa Clemente XI. La basilica divenne e continua ad essere un vero e proprio capolavoro dell'arte.
Basilica di San Paolo Fuori le Mura Altra tappa è San Paolo Fuori le Mura, una della quattro chiese patriarcali della città. Collocata a
soli due chilometri al di fuori delle Mura Aureliane, la Basilica sorge nei pressi di Porta San Paolo, luogo in cui - secondo la tradizione fu sepolto l'apostolo. Inizialmente vi era solo una Cella Memorie e bisognò attendere il 64 d.C. affinché la Chiesa, opera di Costantino, venisse edificata, per poi ricevere la consacrazione nel 324. Meta di pellegrinaggi ininterrotti, la Chiesa non riuscì a contenere il flusso di fedeli, essendo molto più piccola della Basilica di San Pietro. Da qui l'idea di ampliarla: venne così ricostruita completamente nel 391 sotto il regno congiunto degli imperatori Teodosio I, Graziano e Valentiniano II. Fu però un incendio accidentale a distruggere la basilica: danni di natura irreversibile costrinsero Leone XII ad emanare l'enciclica Ad plurimas, per invitare i vescovi a raccogliere le offerte dei fedeli al fine di far fronte alle spese della ristrutturazione. Solo nel 1856 la Basilica rivide il suo splendore: un vero e proprio tripudio di marmi e pietre andò ad abbellire le cinque navate che elegantemente si affiancano oggi l’una all'altra. Al suo interno fanno mostra di sé il bellissimo Arco Trionfale, detto Galla Placida in onore del proprio committente, le porte bronzee del 1070 fuse a Costantinopoli, il Ciborio sull'altare ad opera di Arnolfo di Cambio, così come il maestoso mosaico absidale e il solenne Crocifisso attribuito a Cavallini.
Basilica di San Sebastiano fuori le Mura La Basilica di San Sebastiano fuori le Mura sorge nel IV secolo al di fuori delle Mura Ardeatine (da qui il suo nome). Inizialmente fu eretta con il nome di Basilica Apostularum, perché costruita sul luogo dove, secondo la tradizione, erano state trasferite nel 258 le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo per salvarle dalle persecuzioni. Ritornate in seguito nelle loro sedi originarie (in Vaticano e sulla via Ostiense), nelle sottostanti catacombe fu sepolto il martire Sebastiano e sopra le catacombe l’imperatore Costantino fece così costruire la grande basilica. L'attuale chiesa sorge quindi al di sopra di un sito archeologico denominato “ad caracumbas”, una serie di cimiteri sotterranei cristiani noti come catacombe ed attualmente visitabili, accessibili mediante una scala e un passaggio apposito ristrutturato recentemente. La Basilica racchiude al suo interno numerosi resti sacri: è possibile ammirare la pietra proveniente dalla Chiesa del "Domine quo vadis?", nota per le impronte impresse da Cristo sulla stessa, la colonna a cui fu legato e martirizzato San Sebastiano e una delle frecce che lo colpirono. La Basilica come oggi ci appare, con la sua unica navata e il soffitto ligneo intagliato ed adornato con le rappresentazioni del santo, è stata riedificata e ristrutturata da Papa Nicola I, grazie alla collaborazione di diversi artisti del calibro di Carlo Maratta, Specchi, Barigioni e Carlo Fontana. Elisa Rodi
EVENTI
SALE LA FEBBRE DEL CARNEVALE Massima espressione di diversità e umanità, il Carnevale torna a riunire il mondo con balli, eccessi, vivacità, sensualità, ma soprattutto tradizione, in ogni paese a modo suo
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ronti per un viaggio all’estero in occasione del Carnevale? Prima di partire, però, vale la pena, per quanti non ne abbiano ancora avuto l'occasione, una tappa in quella che è, di certo, la più rappresentativa delle manifestazioni, dai colori tutti italiani. Il Carnevale di Venezia, se non il più grandioso, è sicuramente il più conosciuto per il fascino che esercita da più di 900 anni (a quel periodo risale il primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa). Il tema scelto per quest'anno è CREATUM, un viaggio alla scoperta delle antiche origini di Venezia, delle arti e delle tradizioni, che ha preso il via il 23 gennaio con la Festa
sull'Acqua del Canale di Cannaregio, un evento che, come ogni anno, ha incantato le migliaia di persone accorse in Laguna. Piazza San Marco, il luogo fulcro dei festeggiamenti, ospita gli artigiani che tramite le eccellenze frutto del loro lavoro, raccontano la storia unica di Venezia: maschereri, liutai, vetrai e sarti espongono la loro merce nelle caratteristiche botteghe e mostrano la bellezza della loro arte. Un vero e proprio tuffo nella Venezia del '700 con attori e maschere che
enfatizzano i momenti e i passaggi più importanti di tutte le attività artigianali, perfino i mestieri più minuti saranno presentati attraverso un grande schermo. Fino al 9 febbraio Venezia sarà, come sempre, un grande palcoscenico allestito in tutti i campi, campielli e fondamenta. www.carnevale.venezia.it
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Carnaval do Rio de Janeiro Veniamo alla madre di tutte le celebrazioni carnevalesche, che non teme paragoni in quanto a sfarzo, entusiasmo e baldoria; non a caso sono circa due milioni le persone che si riuniscono a Rio de Janeiro ogni anno per festeggiare a suon di ritmi frenetici prima di abbandonare tutti i piaceri mondani il Mercoledì delle Ceneri. Un turbine inarrestabile che va ben oltre la settimana di festeggiamenti e che in Brasile scandisce il corso dell'intero anno, con i lunghi preparativi delle prove per la Parata di Samba, dei blocos - gruppi di persone legati ad un particolare quartiere della città che sfilano con tamburi e ballerine e vestiti a tema- , degli allestimenti per le strade, insomma, dell'evento carioca per eccellenza. Una corsa senza sosta, che per quest'anno inizia il 5 febbraio, verso l'evento conclusivo, considerato il più grande spettacolo del mondo, tra sfilate sensazionali, musica per scatenarsi, seducenti ballerine, costumi sopra le righe e feste a bizzeffe. Sembra che la grandiosa Parata di Samba, in cui dodici delle migliori scuole di samba della città entrano in lizza per il titolo di campione, con un tema e uno spettacolo di ottanta minuti, avrà una grande protagonista quest'anno: Newton Ishii, poliziotto di mezza età, di origini giapponesi, eroe della cronaca degli ultimi tempi per aver arrestato diversi politici in quella che è la Mani Pulite brasiliana. www.riocarnaval.org
Mardi Gras, New Orleans Importato in Louisiana dai primi coloni francesi, il Carnevale di New Orleans è, da sempre, ricco di peculiarità, se non altro che per la sua atmosfera “decadente e wodoo”. Le decine di compagnie, qui chiamate Krewe, lavorano per mesi sotto la guida di un Re con l’obiettivo di preparare carri e costumi per la propria esibizione che raggiungerà l’apoteosi nel Mardi Gras (Martedì Grasso), il 9 di febbraio. La prima parata, la Krewe du Vieux , attraversa le strade del noto Quartiere Francese ed è sconsigliata ai minori per i contenuti satirici e i costumi provocanti (per le donne è un classico l'usanza di esporre i seni al vento per ricevere in dono collane di perline). Dissolutezza a parte, per gli adulti è un appuntamento da non perdere, una delle più amate e scatenate sfilate di New Orleans, a cui la città non ha rinunciato neanche nel 2006, quando si facevano ancora i conti con le devastanti conseguenze dell' uragano Kathrina. La manifestazione resta la più grande espressione dell’inventiva dei singoli
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BANDO ALLE INIBIZIONI E LARGO AI FESTEGGIAMENTI: IN TUTTO IL MONDO È IL MOMENTO DEL CARNEVALE partecipanti, non soltanto dei grandi gruppi, per cui non è raro vedere piccoli carri trainati a mano o con l’aiuto di muli e cavalli, dal momento che non sono ammessi motori o congegni meccanici. Se volete fare un salto a New Orleans in questi giorni, lasciando a casa ogni pudore, dovrete tener conto anche dei colori tradizionali del Mardi Gras, il porpora,il verde e l'oro che rappresentano rispettivamente giustizia, potere e fede e che si dice siano stati scelti dal Grand Duca Alexis Alexandrovitch Romanoff di Russia durante una visita del 1872. www.mardigrasneworleans.com
Carnaval Santa Cruz de Tenerife Coloratissimi personaggi in maschera invadono l'isola per tutto il periodo carnevalesco, insieme a carri musicali, alla sfilata della regina del carnevale e a gruppi di danze folcloristiche locali e sudamericane –
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anche qui come si tiene un prestigioso concorso di scuole di samba – . Durante il venerdí che precede il martedí grasso si dà inizio alla tradizionale Fiesta con una spettacolare sfilata che si protrae fino all’alba. I festeggiamenti continuano instancabilmente giorno e notte fino al mercoledì delle ceneri, per giungere alla curiosa cerimonia del “entierro de la sardina” (sepoltura della sardina), in cui un allegro corteo funebre accompagna una enorme sagoma del pesce in cartapesta a cui viene dato fuoco segnando la fine del Carnevale. Questo rito, rappresentato anche in un famoso quadro di Goya, contravviene, tuttavia, all'indole festaiola degli spagnoli, che non si negano un bis il fine settimana successivo, chiamato tradizionalmente “della pignatta”, che posticipa la fine della festa dando inizio ai festeggiamenti per l'inizio della primavera. www.carnavaldetenerife.com
Carnaval de Québec Definito il "Carnevale più famoso del mondo", quello canadese affonda le sue origini nel lontano 1894, quando i quebechesi, duramente provati dal rigido inverno, iniziarono a celebrare l'arrivo della Quaresima e della primavera. Il Carnaval de Québec è sicuramente il più adatto a una vacanza in famiglia, con un programma ricco di eventi in cui tutta la città si colora di musica e spettacoli folkloristici, balli in maschera e competizioni sportive. In uno scenario fiabesco, avvolto dal candido manto di neve, Bonhomme Carnaval, la famosa mascotte, una scultura di neve che indossa un cappello rosso e la tipica sciarpa colorata, dà il benvenuto ai visitatori nel suo bellissimo e magico palazzo di ghiaccio. Protagoniste assolute della festa sono, infatti, le eleganti sculture di ghiaccio e neve. Artisti e appassionati, provenienti da tutto il Mondo,
ogni anno esprimono la propria creatività realizzando fantasie e mondi meravigliosi con il ghiaccio e la neve. Scenografica e immancabile è sicuramente la sfilata dei carri allegorici notturna, così come la corsa in canoa sul fiume ghiacciato San Lorenzo, i tornei di hockey, il bagno di neve e la Grande Virée, cioè la corsa su slitta trainata dai cani. Se il carnevale di Québec rimane il più conosciuto, su tutto il territorio canadese si susseguono manifestazioni sui generis. Infatti a Montréal si festeggia il carnevale con il "Montréal en Lumière", una kermesse dedicata alla spettacolarità e versatilità delle luci. Per i più giovani, invece, c'è l'Igloofest che inonda il porto antico con musica elettronica. www.carnavalqc.ca Eugenio Bonardi
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FOTOGALLERY
UN PIANETA A COLORI
Tre località che, secondo il New York Times, sono tra i 52 posti da vedere nel 2016. Tra mete turistiche e meno conosciute spunta, a sorpresa, un'italiana...
Città del Messico
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ra le attrazioni più conosciute c'è sicuramente la Casa Azul, nel quartiere di Cayocan, l'abitazione dove nacque e visse Frida Kahlo, trasformata, nel 1958, nel “Museo Frida Kahlo”. Qui si possono vedere anche le opere di Diego Rivera, compagno di vita dell'artista, di altri illustri amici, gli oggetti della vita quotidiana della coppia e i quaderni di Frida. Per gli amanti dell'arte non c'è che l'imbarazzo della scelta con ben 109 musei e i caratteristici quartieri del centro storico, come San Angel, barrio di artisti e pittori e di antiche case dal fascino belle epoque. Nel centro storico, inoltre, sono assolutamente da visitare il Palacio de Bellas Artes, il Museo Nacional de Arte (MUNAL), il Palacio Nacional, la Oficina Postal e la monumentale Cattedrale Metropolitana. Non può mancare una visita all'Alameda Central, l'enorme parco cittadino nel cuore del centro storico della città, nonché la passeggiata più antica della capitale e una delle più antiche dell'intera America Latina. Imperdibile, infine, il giro sulle Trajineras, le tradizionali imbarcazioni colorate costruite per navigare acque poco profonde: si parte da Xochimilco dove si possono affittare barca e barcaiolo, ma anche comida e musicisti compresi.
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Torino
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nica destinazione italiana inserita nella lista, Torino raccoglie così i frutti della grande attenzione dedicata alla costruzione di itinerari culturali illimitati, e mai prevedibili: dal Palazzo Reale al Santuario della Consolata, dal Teatro Regio al Museo Nazionale del Cinema fino al Museo Egizio, di cui il New York Times tesse le lodi. Propriamente Museo delle Antichità Egizie, ha riaperto da meno di un anno ed è costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, come i ritrovamenti effettuati a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. Nelle sale del Museo delle Antichità Egizie sono oggi esposti circa 3.300 oggetti e più di 26.000 reperti sono depositati nei magazzini, in alcuni casi per necessità conservative, in altri perché rivestono un interesse unicamente scientifico. Ma ad attirare i turisti sono anche le tante attrazioni disseminate nei dintorni del capoluogo: le sale barocche del Museo di Arte Contemporanea nel castello di Rivoli; i castelli di Agliè e Masino gioielli di architettura del Canavese circondati da splendidi giardini; le secolari fortezze di Fenestrelle e Exilles in Val Susa e Val Chisone. In ultimo, itinerario tutto particolare è quello che congiunge abbazie, monasteri e sacri monti, come la Basilica di Superga, sulla collina torinese, e la Sacra di San Michele, all'imbocco della Val Susa, fra i simboli più conosciuti del Piemonte.
Bordeaux
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ittà sorprendente e ricca di luoghi unici – non a caso si è piazzata sul secondo gradino del podio – offre infinite possibilità di divertimento ai viaggiatori che decidano di lanciarsi alla sua scoperta. Un giro in barca sulla Garonna, il Mirroir d’Eau, un' opera spettacolare che alterna momenti in cui fa da specchio alla piazza intera ad altri in cui l’acqua esce sottoforma di getti vaporizzati per la gioia di piccoli e grandi, il Giardino pubblico, la maestosa torre Pey Berland e la piacevole atmosfera della città vecchia. Dal 2007, Bordeaux figura nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO per l’unità della sua espressione urbanistica e architettonica con più di 350 edifici classificati come monumenti storici, fra cui 3 edifici religiosi che figurano nella lista del Patrimonio dell’Umanità dal 1998, poiché parte del Cammino di Santiago di Compostela. Inoltre, fiore all'occhiello della città francese è una gastronomia in fermento, grazie alla presenza dei più rinomati chef del pianeta: è il caso di Joël Robuchon, lo chef più stellato del mondo che ha aperto il suo ristorante all'interno dell'hotel La Grande Maison, di Gordon Ramsey, che da settembre dirige il “Le Pressoir d'Argent”, e di Philippe Etchebest a capo della cucina della brasserie del Grand Théatre. Silvia Giardinelli
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BIT 2016
TUTTE LE SFUMATURE DEL TURISMO Una manifestazione internazionale in continua evoluzione, in grado di garantire opportunità esclusive, coinvolgere sempre più espositori, buyer e visitatori anche dall’estero
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econdo i dati dell’UNWTO, World Tourism Barometer, solo nella prima metà dell'anno da poco conclusosi, il numero di turisti internazionali è cresciuto del 4%. In tutto il mondo, le destinazioni hanno accolto 538 milioni di turisti internazionali tra gennaio e giugno 2015, con un aumento di 21 milioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Una fotografia che mostra un mercato in ripresa, nel quale Bit emerge da protagonista, rappresentando il turismo in ogni sua espressione e favorendo l’incontro tra domanda e offerta a livello internazionale. La nuova edizione di Bit, che si svolgerà dall’11 al 13 febbraio 2016 nel cuore del quartiere di Fiera Milano a Rho, ha tutti i numeri per confermarsi come luogo d’elezione per il turismo in tutte le sue declinazioni. Divisa in quattro aree, Leisure World, Luxury World, MICE World e Destination Sport, Bit2016 è pronta a trasmettere innovazione e mettere a disposizione la sua straordinaria offerta su misura per ogni tipologia di business insieme a servizi e contenuti formativi ad hoc. Inoltre, l’area Food&Wine, destinata al turismo enogastronomico, la cui presenza risponde al sempre crescente interesse da parte dei turisti italiani e stranieri per la scoperta di prodotti locali come parte essenziale delle scelte di viaggio.
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Luxury World sarà il fiore all’occhiello di Bit2016, l’unica manifestazione in Italia a proporre questo segmento, che in Italia nel 2015 ha avuto una crescita tra il 10% e il 20%. Caratterizzato da un nuovo layout e una posizione più strategica e centrale all’interno della manifestazione, Luxury World offrirà servizi di eccellenza e occasioni di business matching con tour operator, agenzie di viaggi e wedding planner di tutto il mondo. Gli espositori luxury avranno a disposizione una sala eventi ad uso esclusivo, potranno incontrare buyer altamente profilati all’interno dei circuiti internazionali più qualificati e avvalersi di servizi di ristorazione riservati. I visitatori interessati a questo segmento saranno accuratamente selezionati attraverso un procedimento di pre-accredito, in modo da garantire l’esclusività dello spazio. Il comparto MICE, per il quale nel 2016 è attesa una crescita intorno al 5% a livello globale, è rappresentato nell’area MICE World, che accoglierà circa 500 buyer profilati, selezionati con il supporto di partner esperti del settore come HTMS e MCI Group. Il giorno conclusivo di Bit2016, sabato 13, coinciderà con la giornata di apertura al pubblico dello spazio dedicato al turismo attivo-sportivo.
È TEMPO DI BIT, È TEMPO DI VIAGGIATORI Il comparto turistico è in notevole ripresa. A confermarlo il sempre maggiore interesse registrato dalla Borsa Internazionale del Turismo.
L’area Destination Sport si presenterà con una ricchezza di zone esperienziali nelle quali sperimentare le attività sportive più avvincenti e dove gli operatori specializzati in turismo sportivo potranno incontrare gli appassionati di sport. Inoltre, da quest’anno Destination Sport è una mostra mercato e gli espositori potranno vendere servizi e prodotti sul posto. La novità di questa edizione sono i Water Sports e il Diving, per una full immersion negli sport acquatici più eccitanti: canyoning, rafting, canoa, vela, surf, sci nautico, kitesurf, windsurf e diving si contenderanno l’interesse degli sportivi in cerca di emozioni. Destination Sport includerà le discipline outdoor come arrampicata, boulder, trekking, running,
mountain bike, cicloturismo e ciclismo su strada, equitazione e golf. Bit2016 ha incrementato le occasioni di networking e business matching per il B2B: dal Programma Buy World, che coinvolgerà 1500 buyer di cui 17% italiani e 83% esteri, al Free Matching, incontri tra espositori e operatori pre-registrati, fino ad arrivare alla vera novità di Bit2106, i Saturday Morning Speedy Meetings, organizzati per categoria merceologia e macro aree geografiche, che si svolgeranno il sabato mattina in una zona dedicata e il Vip Travel Agencies Program, che coinvolge 1000 agenzie di viaggio in incontri B2B con gli operatori di The World. Particolare attenzione è stata inoltre riservata alla formazione, con diversi laboratori tematici e operativi, oltre all’introduzione del filone delle contaminazioni come spunto di Business Integration. Paola De Donato
DA SAPERE Un mondo di viaggi
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La Borsa Internazionale del Turismo, nota con l'acronimo Bit, è una manifestazione di respiro internazionale che raccoglie intorno a sé gli operatori turistici di tutto il mondo, un numeroso pubblico di visitatori, appassionati di viaggi, televisioni e sta mpa. Promossa da Fiera Milano, il più importante operatore fieristico e congressuale italiano e uno dei maggiori al Mondo, Bit si tiene ogni anno a Milano dal 198O e in questi trent’anni di vita ha favorito l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer selezionati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici.
BIT 2016 11-13 febbraio Rho Fiera Milano www.bit.fieramilano.it
HOTEL
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ALL YOU NEED IS... SAN VALENTINO Trascorrere una serata speciale all’insegna del benessere in una cornice romantica o stupire con un momento che rimarrà unico per sempre?
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uale scenario migliore per un fine settimana all'insegna delle coccole se non quello definito dalle magnifiche vette trentine. Qui sono molte le strutture che offrono trattamenti e suite su misura delle esigenze degli innamorati. Lo Sport & Kurhotel Bad Moos di Sesto, con i suoi ambienti esclusivi, apre le porte di una nuova area con la «Panoramic Sauna St. Valentin “Cembra”». In legno di cirmolo e con gettate di vapore agli aromi del bosco, questa sauna offre una vista incantevole sulle montagne e sulla chiesetta St. Valentin e l'accesso alle docce a cascata sulfurea per un comfort anche salutare. Dopo la sauna, sosta nella Sala relax Old Stube, una location esclusiva e preziosa, in legno di cirmolo e di design, ricavata in un’antica Stube gotica del 13esimo secolo. L’amore si respira nell’atmosfera romantica e suggestiva che riporta la mente alla serenità e al saper vivere dei tempi passati: nella SPASuite Rustically Balneo ad esempio, c'è un ambiente speciale arredato con due tinozze di
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AMORE E BENESSERE Lo Sport & Kurhotel Bad Moos di Sesto con la sua «Panoramic Sauna St. Valentin “Cembra”» dona agli innamorati una vista incantevole sulle vette alpine e un’atmosfera romantica e suggestiva.
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legno, un letto matrimoniale ad acqua con rossi cuscini per il relax e il caminetto con il pentolone in rame. Qui, avvolta dal calore del fuoco, la coppia si gode un fantastico bagno profumato, accompagnato da un buon bicchiere di prosecco e da qualche stuzzichino. Top del romanticismo è anche la gita in slitta trainata da cavalli, un rito d’altri tempi che accompagna la coppia, avvolta in una calda coperta, tra i boschi e le vallate della incontaminata Val Fiscalina. www.badmoos.it La Toscana è un'altra destinazione ideale per una fuga romantica all'insegna del caldo abbraccio delle acque termali, con tre rinomate strutture del benessere del gruppo Italian Hospitality Collection. Bagni di Pisa Palace, in un’antica residenza dei Lorena a San Giuliano Terme, è noto per le sue acque termali di sorgente altamente curative, ma anche per l'ottima offerta culinaria dello chef Umberto Toscano, che solleticherà il palato degli ospiti con una raffinata cena a lume di candela. Il giorno dopo, invece, ci si potrà dedicare al relax nella Spa termale con il percorso “Salus per Aquam” e abbandonarsi al benessere di un massaggio rilassante, con la consulenza di un medico tutor. A San Casciano dei Bagni, in provincia di
IL CALDO ABBRACCIO DELLA TOSCANA L'incanto di residenze antiche incontra il comfort del resort. Il risultato? Una notte indimenticabile.
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PER LA GIUSTA ATMOSFERA, QUELLA CHE RENDE UN MOMENTO UNICO E MEMORABILE, NON C’È BISOGNO DI ANDARE TROPPO LONTANO. LA TOSCANA, AD ESEMPIO, È UN OTTIMO RIFUGIO PER GLI INNAMORATI
mondo e il suo esclusivo programma Longevity, si consiglia una cena al Ristorante La Veranda e il giorno dopo un percorso depurativo e rilassante nella Grotta Termale tra le zone Inferno, Purgatorio e Paradiso, un percorso nella piscina Bioaquam e un massaggio rilassante e distensivo “Passione all’olio di vinaccioli e gelsomino”. Anche Grotta Giusti propone un pacchetto per la sola giornata di San Valentino, con lo speciale San Valentino in piscina, con bagno sotto le stelle nella grande piscina termale con idromassaggi subacquei, nella Grotta naturale e con cena a buffet con le delizie dello chef e musica dal vivo. www.ihchotels.it Perché non regalarsi un’indimenticabile esperienza di relax condivisa con il proprio bambino durante la dolce attesa? Un regalo
ideale per le future mamme è un soggiorno presso l’Hotel Terme Merano, dove concedersi il trattamento Lomi Hapai, un rituale per il corpo e massaggio rilassante nato appositamente per la maternità. Ereditato dall’antica tradizione hawaiana, il massaggio agli oli essenziali è una novità nella SPA 5 Elements dell’hotel ed è proposto in un particolare momento dell’anno in cui il corpo affronta il freddo invernale. 50 minuti di carezze mirate a sciogliere i vari SCENARI IDILLIACI A Sinistra: Hotel Terme Merano In basso: “St. Regis Bora Bora Resort” “Four Seasons Resort Maldives” di Landaa Giraavaru, dove si può pronunciare il fatidico sì sospesi sulle acque color smeraldo dell'Oceano Indiano.
Siena, sorge il Fonteverde Tuscan Resort & Spa, una villa medicea nel verde della Val d’Orcia ricca di sale rinascimentali, giardini e numerose piscine termali. Per San Valentino, la struttura offre una cena nell’elegante Ristorante Ferdinando I e, per concludere il weekend, un percorso Bioaquam, Etrusco, Kneipp, una consulenza cosmetologica e un “Aromatic massage”. Per festeggiare in modo alternativo, inoltre, il 13 febbraio, dalle 20.00 a mezzanotte, sarà all'insegna della “Sparty Night San Valentino” per trascorrere una serata speciale sotto la cascata della piscina termale a 38°, lasciarsi cullare dagli idromassaggi e dalla degustazione di delizie toscane e bollicine. Infine, al Grotta Giusti Resort Golf & Spa, con la Grotta termale naturale più antica al
blocchi che possono svilupparsi a causa dello stress e dell’affaticamento provocati dal peso corporeo e dal cambiamento ormonale. Il massaggio si può fare dal quarto mese di gravidanza e viene effettuato in posa supina e laterale a differenza delle altre tecniche di massaggio classico; la posizione è ideale per far ritrovare ad entrambi mamma e bambino relax e benessere. www.hoteltermemerano.it
Il "sì" più romantico Il “Four Seasons Resort Maldives” di Landaa Giraavaru ha inaugurato una location unica per celebrare le nozze: il nuovo padiglione "galleggiante" in mezzo al mare, dove gli sposi potranno dire "SÌ" sospesi sulle acque
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COSA C’È DI PIÙ ROMANTICO DI UN MATRIMONIO A SAN VALENTINO? DIRSI DI SÌ IN UNO SCENARIO DA SOGNO... dell'Oceano, nel cuore della biosfera marina patrimonio dell'UNESCO. Situato nella punta nord-occidentale dell'atollo di Baa e raggiungibile solo in barca, il nuovo Padiglione Wedding è una piattaforma di 45 m², con un alto soffitto e un corridoio centrale realizzato in vetro che termina su un romantico spazio in teak con vista sull'infinito orizzonte. Anche se la natura stessa è già l'unica decorazione necessaria, gli sposi possono scegliere di personalizzare la location con fiori, candele e drappeggi e selezionare i colori preferiti prendendo spunto dalla natura circostante, dai limpidi azzurri cielo alle tonalità scarlatte del tramonto. www.fourseasons.com Bouquet in tinta, decorazioni floreali a regola d’arte, altare, celebrante e scambio di anelli, anche al “St. Regis Bora Bora Resort”. Quello che cambia sono la location e gli abiti che non hanno nulla di convenzionale. Qui ci si può sposare (anche) quattro metri
RIFUGIO D’AMORE Dar Darma, l’iconico riad di Marrakech offre ai neo sposi un pacchetto speciale per un indimenticabile soggiorno di coppia.
sotto il livello dell’acqua. Nessun abito fluttuante per lei, nessuno smoking per lui, outfit sostituiti da mute da sub degne dei migliori esploratori di fondali, con tanto di respiratori e auricolari. La funzione dura circa 25 minuti e per pronunciare il fatidico sì basta alzare i pollici. Gli sposi potranno scegliere tra due pacchetti: cerimonia sott’acqua, bottiglia di Champagne e video della cerimonia oppure, in aggiunta, anche il pranzo e un reportage fotografico su isola privata. www.stregisborabora.com Se, poi, quello che cercate è una luna di miele nell’affascinante
città rossa, Dar Darma, riad di lusso nel cuore di Marrakech, è di certo il luogo ideale, con le sue atmosfere preziose e accoglienti, per vivere piacevoli avventure ed esperienze uniche e indimenticabili. Non solo a San Valentino, questa dimora dalle mille e una notte è un vero e proprio nido d’amore, con sei romantiche suite finemente arredate, la tradizionale cena marocchina a lume di candela e le colorate babouches in perfetto stile locale. Inoltre, la coppia potrà trascorrere momenti di puro relax nel tradizionale hammam interno per rigenerare corpo e mente, o trascorrere del tempo nelle terrazze del riad a bordo piscina. www.dardarma.com Paola De Donato
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CANTIERI
EMERGENTI
L’ITALIA DELLA NAUTICA RILANCIA E PUNTA SULL’ECCELLENZA L’industria nautica made in Italy, rappresentata fondamentalmente dai luxury yachts, nonostante le difficoltà economiche degli ultimi anni continua a far parlare di sé sia per la crescita del comparto che per una notevole tendenza all'export
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280 GT Così Invictus Yacht segnò il proprio ingresso nel mondo della nautica nel 2014.
I
brand italiani continuano a mantenere la loro leadership di mercato, grazie a una cura del design, dello styling e delle finiture degli interni inconfondibile e alla crescita di progetti e unità in corso di costruzione. In questo panorama nasce, a fine 2014, Invictus Yacht, nuovo cantiere italiano che ha l’obiettivo di posizionarsi sul mercato internazionale dello yachting come riferimento per il diporto di piccola e media dimensione. Grazie alla collaborazione con il famoso studio Christian Grande DesignWorks, Invictus Yacht ha dato alla luce barche contraddistinte da un design all'avanguardia, che esprimono passione per il mare, per il design e per la tecnologia, e che dominano la scena grazie a forme eleganti e al contempo muscolose, frutto di un’altissima definizione stilistica e di una raffinata ricerca funzionale. La ricchezza di dettagli curati e di innovative soluzioni materiche e ergonomiche, conferiscono a ogni imbarcazione un’atmosfera di lussuoso benessere a bordo. Questo insieme di qualità configura, di fatto, una nuova e identitaria concezione di yacht: elegante, e confortevole, con equipaggiamento di livello superiore e rifinito fin nei minimi particolari, affidabile e sicuro anche in
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condizioni di mare “difficile”. La gamma 2015-2016 è composta da quattro serie d’imbarcazioni - GT, FX, TT ed SX concepite e costruite ricercando pregio estetico, comfort e flessibilità, affidabilità e durata nel tempo, tutte qualità̀ in linea con i plus della cantieristica da diporto italiana di alto livello.
280GT Il modello con cui Invictus Yacht si è presentato al mondo nautico, nell'ottobre 2014, è la 280GT. Con una prua “semi-rovescia”, che appare tagliente e massiccia allo stesso tempo, la 280GT si sviluppa in fiancate senza fronzoli, con transizioni tra i pieni e i vuoti molto omogenee, a eccezione delle finestrature in zona cabina e le prese d’aria motore, realizzate in foggia di semplici fenditure, che ulteriormente sottolineano i caratteri monolitici voluti da Christian Grande. La scelta di questa particolare conformazione prodiera conferisce un aumento della lunghezza al galleggiamento, che si traduce in maggiore stabilità longitudinale e, in termini di spazio interno, di notevole guadagno della vivibilità sotto coperta.
270 FX Sicurezza, manovrabilità e velocità in ogni condizione, per scoprire il mare in tutta la sua bellezza.
“OGNI BARCA È UNA MISURATA COMPOSIZIONE DI MATERIALI, FORME E COLORI CHE CONFLUISCONO IN UN ASSIEME DALL’IDENTITÀ FORTISSIMA, E TRACCIANO IL NUOVO DESIGN DI RIFERIMENTO. IL DESIGN DI INVICTUS YACHT” CHRISTIAN GRANDE 280TT La sua è una vocazione di tender evoluto, espressa da bilanciate composizioni di rivestimenti pregiati e forme accoglienti, che trasformano la barca in un mezzo di appoggio polivalente, da utilizzare quale complemento di lusso di un mega yacht o di una villa sul lago. La prua semi-rovescia che caratterizza i modelli più “leisure” di Invictus, dona grande spazio di coperta da allestire secondo i propri gusti e esigenze, e consente di usufruire, sottocoperta, di una capienza maggiore di quanto ci si potrebbe aspettare, tanto da contenere un bagno con doccia e spogliatoio in un unico e confortevole locale. Gli innovativi parabordi fissi sono sagomati per fornire la massima protezione e libertà di manovra, e sono uno dei tanti dettagli che, insieme, fanno della 280TT la scelta ideale per chi non si
accontenta di un tender ma ricerca stile, eleganza e identità in ogni dettaglio.
Completano la gamma FX 2015/2016 i modelli 190FX e 200FX
270FX
280SX
È il primo modello della serie FX dedicato agli armatori amanti dello sport a cui, grazie ai motori fuoribordo e alla carena specificamente progettata, regala sicurezza, manovrabilità e velocità anche in condizioni di mare difficili. La 270FX include un ponte di coperta disegnato per essere ampio e flessibile, con un grande divano a U a prua (opzionale) e un largo posto guida integrato con plancia e corpo principale del parabrezza. Un altro divano lineare, trasformabile in prendisole, è posizionato a poppa. Sotto coperta, un comodo locale spogliatoio con wc completano la dotazione di questa nuova barca, dedicata a chi cerca il più sportivo e performante compagno d’avventure.
Concepita all’insegna della comodità, e per questo offre la spiaggetta più ampia della categoria. L’intelligente layout è studiato nei minimi dettagli, per fondere lusso e fruibilità in un concentrato d' innovazione stilistica e eleganza, dedicate agli armatori che cercano una barca distintiva, su cui divertirsi e rilassarsi con famiglia e amici. La 280SX, grazie al pozzetto di generose dimensioni, esalta la convivialità e il contatto con il mare perché è un piccolo salotto sull’acqua in grado di ospitare molte persone in totale sicurezza, e si distingue per l’altissimo livello di equipaggiamento e finiture. M. M.
280 TT Tra i modelli “leisure” è il complemento ideale di un mega yacht o di una villa sul lago.
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NUOVA FORD MUSTANG
LA MUSCLE CAR ARRIVA IN EUROPA Prestazioni eccezionali, design mozzafiato e tecnologie innovative: la Nuova Ford Mustang è un’auto inimitabile, in vendita per la prima volta dopo oltre 50 anni dal lancio
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alla griglia anteriore che richiama il profilo di uno squalo agli esclusivi fari a tre segmenti, dal logo Mustang ai doppi terminali di scarico sulla parte posteriore, tutto in quest'auto la rende "muscolosa" e attraente e, al contempo, le offre un design aerodinamico che contribuisce a ottimizzare le prestazioni e l'efficienza della vettura. Così gli elementi essenziali del design delle Ford Mustang classiche si combinando con lo stile più moderno: il risultato è la Nuova Ford Mustang Fastback un'auto sportiva esclusiva, potente e grintosa. con il lungo cofano scolpito inclinato verso il basso, per ridurre l’attrito e consentire alla vettura di fendere l’aria in modo ancora più efficace, gli spoiler anteriori che favoriscono una maggiore aerodinamica, consentendo di vivere al meglio le alte prestazioni della Nuova Ford Mustang.
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Un'identità inconfondibile, grazie al caratteristico design dei fanali e dei gruppi ottici posteriori, insieme ad altri elementi esclusivi, come la sua gamma di tecnologie innovative, tutte progettate per garantire una qualità di guida sorprendente. La Nuova Ford Mustang Convertible esprime, invece, la libertà di guida allo stato puro, al punto che Joel Piaskowski, direttore del design di Ford, l’ha descritta come "un meraviglioso proiettile orizzontale". Da qualunque angolo si guardi, appare perfetta nelle sue proporzioni, con una sinuosa linea di cintura che avvolge l'ingresso dell'abitacolo, evidenziandone il profilo. Un nuovo meccanismo di apertura, consente di
abbassare la capote in pochi secondi e ripiegarla all'interno della carrozzeria, così da preservare l’aspetto armonioso della vettura. Una lieve sporgenza sul vano portabagagli favorisce, inoltre, una maggiore aerodinamica, generando una potenza e una coppia ottimali grazie al sistema a trazione posteriore dell'auto. Le vendite della nuova Mustang negli Stati Uniti e in Asia sono iniziate all’inizio dell’anno, mentre i primi esemplari destinati all’Europa hanno raggiunto il Vecchio Continente solo all’inizio dell’estate. Il nuovo modello aveva già riscontrato un’elevata crescita nel mercato domestico americano, in particolare in California, uno dei principali
mercati di auto sportive negli Stati Uniti, dove le vendite sono più che raddoppiate rispetto al 2014. In Cina, dove è in vendita per la prima volta, è la sportiva più venduta in assoluto, con vendite particolarmente elevate nelle città di Pechino, Guangdong e Shanghai. Nei primi sei mesi del 2015, la nuova Ford Mustang si è attestata come l’auto sportiva più venduta al mondo, con 76.124 modelli venduti nella prima metà del 2015, esprimendo una crescita del 56% rispetto al 2014. Di queste, oltre 8.000 hanno raggiunto l’Europa, dove l’iconica ‘muscle car’ è in vendita per la prima volta dopo oltre 50 anni dal lancio.
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Per la prima volta, inoltre, la Ford Mustang è disponibile anche con guida a destra. “I clienti europei hanno atteso per oltre mezzo secolo la possibilità di acquistare ufficialmente una Mustang nel proprio paese, per cui non ci sorprende che la domanda nel Vecchio Continente sia così elevata”, ha dichiarato Stephen Odell, Vice Presidente Marketing, Vendite e Assistenza di Ford Motor Company. “In tutti gli angoli del globo, gli appassionati hanno risposto con entusiasmo al lancio della Mustang, rendendola la sportiva più venduta al mondo”. In Europa, i colori più apprezzati sono il San Francisco Red e il Washington Grey entrambi scelti in totale dal 21% dei clienti, con una preferenza per il primo da parte dei clienti che hanno scelto la fastback (24%) e per il secondo da chi ha preferito la convertible (32%). Sempre in Europa 3 Mustang su 4 (72%) sono state preferite in versione fastback, mentre 2 su 3 (64%) sono state scelte in versione GT, dotata di motore V8 5.0 da 421 cavalli. La trasmissione manuale (51% delle vendite) supera di misura quella automatica (49%). Quest’ultima è stata preferita dai clienti GT (57%), mentre i clienti EcoBoost hanno preferito la trasmissione manuale (65%).
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Inoltre Ford Italia ha lanciato InstaTestDrive, una piattaforma che permette di effettuare un test drive virtuale della nuova Mustang: i follower di Ford Italia su Instagram potranno scoprire la Mustang scegliendo fra i 2 itinerari proposti, attraverso le più affascinanti strade di Roma, da percorrere virtualmente a bordo della 'pony car'. Sarà possibile soffermarsi sui particolari e sui dettagli della sportiva Ford attraverso foto, video, time-lapse e scenari da esplorare a 360° con una modalità inedita per il settore automotive.
L’InstaTestDrive è la prima implementazione al mondo di un test-drive virtuale su Instagram e si avvale dei nuovi formati per contenuti dinamici lanciati questo mese dal celebre social network visuale. L’esperienza dell’InstaTestDrive può essere vissuta sul profilo Instagram di Ford Italia, all’indirizzo https://instagram.com/forditalia. www.ford.it Franco Del Panta