MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALIT
YLE
NUMERO 144 - ANNO 2020
EURO 5,00
Femminile plurale VITE DA CHEF
A 3-star is born LUOGHI INCANTATI
Qualcuno salvi il Castello di Sammezzano
FUGA D’AUTORE
PRIMO PIANO
PASSIONE MARE
LUISA CASATI
La scommessa (vinta) della sostenibilità Un marzo col vento a favore
Si chiamava Piersanti Un capolavoro di varietà infinita
FELIS, VERI SPECIALISTI
DEL MADE IN ITALY
Via Mezzomonte, 23 33077 Sacile (PN) Tel. +39 0434 737052 E-mail: info@felis.it Web: www.felis.it
EDITORIALE
MARZO MON AMOUR La Svizzera è la grande protagonista di questo numero di marzo. Sfogliando le pagine vi accompagneremo attraverso un ideale tour tra Ginevra e Basilea, le città elvetiche che questo mese aprono le porte al mondo per due appuntamenti di settore tra i più importanti a livello internazionale. Il Geneva Motor Show toglie il velo dalle anteprime automobilistiche del 2020, oltre a premiare i migliori modelli dell’anno passato. Numerose le assenze nei padiglioni del Palaexpo ma sono comunque tanti (e importanti) i brand che prenderanno il loro posto sulla “griglia di partenza” del Salone Internazionale dell’Automobile. Ci spostiamo di appena 250 chilometri e, lasciatoci alle spalle il ruggito dei motori delle migliori macchine del mondo, ci facciamo cullare dal ticchettio degli orologi esposti a Baselword, la fiera dell’orologeria e della gioielleria che si tiene ogni anno nella città al confine con Germania e Francia. Torniamo poi nel nostro Paese per un piacevole incontro con il nuovo tre Stelle Michelin Enrico Bartolini, dell’omonimo ristorante all’interno del Mudec a Milano. Ci ha spiegato come è diventato lo chef italiano più titolato al mondo (i suoi locali hanno raccolto un totale di 8 Stelle della prestigiosa guida) e di come poter migliorare ancora nonostante tutti i risultati, e riconoscimenti, raggiunti. Marzo è però anche, se non soprattutto, il mese dedicato alle donne. Le abbiamo volute celebrare in un ampio focus sulla mostra fotografica bolognese “Women. Un mondo in cambiamento”. Attraverso gli scatti di 7 grandi fotografi del National Geographic Society ripercorriamo gli ultimi 100 anni di storia (al) femminile. Franco Del Panta
MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 144 ANNO 2020
24
48
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SCENARI CONTEMPORANEI
TECNOLOGIA E D IRI TTI
LE FORME, L’ARTE
FEMMINILE PLURALE
CONTRO L’ODIO ONLINE “CHI ODIA PAGA”
EURO 5,00
U.MANO
68 IN SALA
CATTIVE ACQUE
34 PRIMO PIANO
SI CHIAMAVA PIERSANTI
38 SCENARI CONTEMPORANEI
FELICITÀ, FRA STATISTICHE E REALTÀ
44 IDENTITÀ DIGITALI
GIOCARE AL CELLULARE PER BENEFICENZA
54 FARE IMPRESA
ETICA E BUSINESS: LA RIVOLUZIONE POSSIBILE
56 RISORSE (DIS)UMANE
FERIE ILLIMITATE: REALTÀ O FANTASCIENZA?
72 OPERA LIRICA
SUL PALCO CON RICCARDO FASSI
60 STORIE ITALIANE
UN CAPOLAVORO DI MERAVIGLIA E VARIETÀ INFINITA
76 SERIE TV
THE MANDALORIAN: OLTRE A BABY YODA C’È DI PIÙ
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
96 LU O G H I I N C A N T AT I
QUALCUNO SALVI L’ARCOBALENO DI SAMMEZZANO
102 F U G A D ’ AU T O R E
80
LA SCOMMESSA (VINTA) DELLA SOSTENIBILITÀ
BASELWORLD, L’ALBA DI UNA NUOVA ERA
FASHION IN PROGRESS
CORNELIANI: NOTE VINTAGE PER UNA SINFONIA DI BELLEZZA
A 3-STAR IS BORN
Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis
Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com
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VITE DA CHEF
Progress n°144 / marzo 2020
Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com
L ’ O R A D E L LU S S O
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Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010
108 FOCUS MOBILITÀ
NOLEGGIO A LUNGO TERMINE DA RECORD
112 P A S S I O N E AU T O
GINEVRA APRE IL DECENNIO DELLE QUATTRO RUOTE
118 PASSIONE IN MARE
UN MARZO COL VENTO A FAVORE In copertina: da “Women. Un mondo in cambiamento”. Una coordinatrice di 24 anni si prende una pausa per fumare una sigaretta fuori dall’African Artists’ Foundation di Lagos, in Nigeria (Robin Hammond/National Geographic, 2014).
Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina, R. Giasi, Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
I portici di Bologna candidati Patrimonio dell’Umanità
I caratteristici portici rendono Bologna unica al mondo. Per le vie della città profonde prospettive architettoniche, luci e ombre, nonché diversi tipi di colonne e capitelli creano straordinarie scenografie urbane. Sono uno dei simboli di Bologna, da non perdere quando si visita il capoluogo emiliano, e ora sono anche inclusi nella lista provvisoria dei siti patrimonio mondiale dell’UNESCO. Sì, perché l’Italia ha avanzato ufficialmente la candidatura dei portici per il prezioso riconoscimento. E l’UNESCO ha accettato formalmente la candidatura. Il presidente della commissione nazionale italiana dell’UNESCO, Franco Bernabè, ha commentato: “La presentazione della candidatura dei portici di Bologna all’elenco del patrimonio mondiale rappresenta la conclusione di un lavoro corale tra la società civile e gli amministratori locali. La candidatura evidenzia il valore universale dei portici come elemento architettonico, culturale e identitario”. Nel 2021 l’organizzazione annuncerà se i colonnati della città riceveranno lo status tanto desiderato. Margherita Pituano
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ANDREA BOCELLI, LA VOIX
NUOVA VITA IN HD PER POMPEI
Una sola data francese, il 19 marzo, nel tour mondiale del tenore toscano. Parigi lo aspetta a braccia aperte e si prepara al tutto esaurito.
I fasti di Pompei, la città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., rivivono a Parigi grazie a una mostra iper tecnologica.
Quello di Andrea Bocelli sul palco dell’AccorHotels Arena non sarà un semplice concerto, ma il concerto. Un ritorno attesissimo, reso unico per di più dal duetto con Hélène Ségara, artista con cui aveva fatto coppia per il brano “Vivo per lei” nel lontano 1997. Il pezzo gli valse in Francia il disco di platino e nella sua versione in lingua francese, “Je vis pour elle”, ottenne la prima posizione in classifica mantenendola per ben 5 settimane. La tournée segue l’album “Sì”, uscito nel 2018 a ben 14 anni di distanza dal precedente. È stato registrato in Italia e prodotto da Bob Ezrin, un nome molto noto nell’ambiente discografico, ha lavorato infatti – tanto per citare solo qualche nome - con i Pink Floyd, i Kiss, i Deep Purple e Lou Reed. In quest’ultima fatica di Bocelli sono contenuti duetti con star internazionali quali Ed Sheeran, Josh Groban e Dua Lipa, insieme a quello col figlio Matteo nella canzone “Fall on me”. Nella tappa parigina il tenore sarà accompagnato dal coro e dall’orchestra sinfonica. Per acquistare i biglietti basta consultare il sito ufficiale. 19 marzo www.accorhotelsarena.com
by Beatrice Vecchiarelli
La capitale francese ospiterà nel Salon d’honneur del prestigioso Grand Palais l’esposizione “Pompei. Promenade immersive. Trésors archéologiques. Nouvelles découvertes”, allestita in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei. Si tratta di un percorso volto a descrivere la storia e il dramma della distruzione della cittadina, utilizzando proiezioni a 360° in alta definizione, ricostruzioni in 3D delle case e delle strade insieme ai più recenti ritrovamenti archeologici. La mostra è costituita da quattro sezioni: nella prima è illustrata la vivace vita di Pompei anche attraverso riprese aeree realizzate con l’impiego di droni, nella seconda si entra nel cuore della tragica eruzione, nella terza il focus è spostato sulla riscoperta della città dopo secoli di abbandono. Nella parte conclusiva sono invece esposti al pubblico, molti per la prima volta, amuleti, utensili, gioielli, mobili e affreschi. Questa esposizione dimostra che la vicenda pompeiana continua ad affascinare tutto il mondo e oggi, grazie alla tecnologia, può finalmente risplendere come un tempo. 25 marzo – 8 giugno 2020 www.grandpalais.fr
Andrea Bocelli
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Be part of the unmissable show where novelties are revealed and trends are set
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OXFORD CONTRO CAMBRIDGE, LA REGATA TRA TITANI
nella direzione di marcia. La regata ha luogo nel tratto fluviale tra Putney e Mortlake, a sud della capitale, e sfiora una lunghezza di 7 chilometri. Ad avere la meglio nella storia della In certe occasioni, quando in competizione, con un totale di 44 trofei palio c’è la gloria e la memoria conquistati dal team femminile e 84 dal nei secoli, come nella molto british Boat Race, l’importante team maschile, è Cambridge, contro i non è mai partecipare ma 30 e gli 80 di Oxford. vincere. I club sportivi dei due atenei si by Beatrice Vecchiarelli fronteggiano anche in altre discipline, Come Davide e Golia, Atene e Sparta, come il rugby, il tennis, il polo e come Batman e Joker, tra le coppie di antagonisti il pugilato ma la Boat Race è senz’altro il torneo più più famose al mondo non può mancare il duo delle combattuto e ricco di significato. La prima sfida si tenne università britanniche Oxford e Cambridge. La loro tra due vecchi amici nel 1829 mentre la prima femminile rivalità, nota ben oltre i confini del Regno Unito, trova soltanto nel 1927. I colori prestabiliti per le quattro espressione sotto varie forme quali quella, implicita, per squadre sono il blu scuro per Oxford e il blu chiaro per la vittoria del premio Nobel da parte degli ex studenti, Cambridge. L’evento è seguito con grande trepidazione e quella, esplicita, della Boat Race. Stiamo parlando della e partigianeria anche dagli studenti delle altre università sentitissima gara di canottaggio che si tiene sul Tamigi del paese, dai tanti spettatori (se ne stimano in media con cadenza annuale tra le squadre, sia maschili che 250 mila) che si accalcano sul rive del fiume, oltre che femminili, dei due atenei. E, lungi dall’essere un mero da quelli che preferiscono guardarla in tv nei ristoranti campionato studentesco, coinvolge sportivi di livello e nei pub sorseggiando una pinta di birra. I turisti che olimpionico e tira in ballo il buon nome delle università. dovessero essere in città possono trovare sul sito ufficiale La data fissata per questa edizione è domenica 29 marzo, della manifestazione un breve manuale sulle migliori con partenza per le donne alle ore 15.44 e per gli uomini location per gustarsi la gara. alle 16.44. Gli equipaggi contano rispettivamente nove 29 marzo www.theboatrace.org componenti, 8 vogatori e un timoniere, l’unico a guardare
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Il Terzo Pilastro su scala internazionale per un nuovo sviluppo sociale, economico e culturale.
La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è la naturale evoluzione della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, in quanto si fa portatrice e sintesi, su più ampia scala e senza alcun vincolo territoriale, delle due strategiche direzioni di intervento originarie: il Terzo Settore (o Terzo Pilastro, il non profit) e le tematiche urgenti ispirate dall’osservazione di ciò che accade al di fuori del mondo Occidentale, con uno sguardo che va oltre l’area mediterranea per approdare nei Paesi emergenti in Medio ed Estremo Oriente, futuri protagonisti della nostra Storia. Essa, infatti, opera nei campi sanitario, della ricerca scientifica, sociale e del Welfare, educativo e formativo, culturale ed artistico e svolge la funzione di ponte tra le diverse culture fra Oriente ed Occidente, fra Nord e Sud del mondo. www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
ANCHE LA GERMANIA FESTEGGIA L’ARTE DI RAFFAELLO
VISITARE BERLINO, MA IN MINIATURA Con Little BIG City, i visitatori della capitale tedesca potranno scoprire sette epoche storiche della città osservando dall’alto la fedele rappresentazione in miniatura degli eventi più importanti.
Con l’esposizione delle sue Madonne giovanili, l’artista di Urbino è protagonista di una delle iniziative che Berlino ha in programma per omaggiarlo.
Neanche la Germania è rimasta by Lucia Mancini Un modo alternativo per visitare la città immune dalla bellezza dei dipinti di Berlino attraverso le sue strade e… le di un artista come Raffaello, e, in occasione dei 500 anni sue epoche. È questo quello che un’attrazione come Little dalla sua morte, si prepara a omaggiarlo attraverso una BIG City consente di fare ai visitatori della capitale tedesca. serie di appuntamenti organizzati a Berlino per tutto Si tratta di una città in miniatura, posizionata alla base della l’anno. Tra questi, vi è la mostra delle sue Madonne torre della televisione ad Alexanderplatz, che permette giovanili, esposte fino al prossimo 26 aprile all’interno di partecipare in modo interattivo a sette periodi storici della Gemäldegalerie: si tratta di “Raphael in Berlin: The di Berlino. Dagli albori della città nel XII secolo, attraverso Madonnas of the Gemäldegalerie”, tra le tappe tedesche la rivoluzione industriale, si passa alla Berlino della tutte dedicate all’artista simbolo del Rinascimento italiano. Repubblica di Weimar. Qui è possibile rivivere il periodo Curata da Alexandra Enzensberger, inebriante dei ruggenti anni Venti e la mostra è un’occasione unica per poi volare con uno Zeppelin sopra ammirare cinque ritratti della Vergine la Berlino del 1930, dove essere Maria di Raffaello riuniti per la prima testimone di quando il Reichstag fu volta in un’unica sala. Tre sono i dato alle fiamme. Da qui si arriva alla dipinti già parte della collezione fine della guerra nel 1945, quando le della Gemäldegalerie: la “Madonna Trümmerfrauen, un termine tedesco Colonna” (1507 ca.), la “Madonna che significa “donne delle macerie”, Solly” (1500-04) e la “Madonna rimuovono i detriti degli edifici col Bambino tra i santi Girolamo e distrutti. Viene riprodotto anche il Francesco” (1500-04). A questi si famoso discorso di John F. Kennedy aggiunge il dipinto circolare della nel 1963, davanti al municipio, “Madonna Terranuova” (1505 ca.), che arrivando poi al crollo del Muro verrà esposto insieme allo schizzo nel 1989 fino alla Berlino dei giorni iniziale della testa grazie al prestito nostri. In totale ci sono 70 siti storici del Kupferstichkabinett. Il pezzo forte e più di 6000 figure tridimensionali della mostra è però la “Madonna con dipinte a mano. Ologrammi, effetti i garofani” (1506-08), che lascia per speciali, proiezioni e movimenti la prima volta l’Inghilterra dal tempo meccanici permettono allo spettatore della sua acquisizione da parte della di immergersi completamente in National Gallery. questa Berlino in miniatura. www.smb.museum www.officiallittlebigcity.com Raffaello: “Madonna Solly” (1500-04) | 12 |
È ESTATE QUANDO LO VUOI TU SHARM EL SHEIKH RIVIERA DEL MAR ROSSO
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FLOWER POWER Un ottimo modo per sfuggire al clima ancora incerto della Grande Mela è fare un salto al The Orchid Show, la mostra dedicata alle forme, ai colori e alle fragranze seducenti di uno dei fiori più amati al mondo.
Pronti per scoprire l’Empire City con la bella stagione o in cerca dell’ennesima buona scusa per tornarci? La parola magica è, ancora una volta, Harry Potter.
Ogni anno il New York Botanical Garden viene letteralmente travolto da migliaia di orchidee che alterano i connotati del Conservatorio Enid A. Haupt. Designer ospite per l’edizione 2020 è Jeff Leatham, direttore artistico del Four Seasons Hotel George V di Parigi, con un percorso espositivo dal nome evocativo “Caleidoscopio di Jeff Leatham”, «Il colore è il primo e più importante aspetto del mio lavoro, sempre. Voglio che ogni galleria sia un’esperienza cromatica diversa, come guardare in un caleidoscopio». E così la dialettica audace e colorata di Leatham si sviluppa attraverso installazioni e disegni che modificano la consuetudine degli spazi espositivi per regalare ad ogni visitatore un’emozione unica, che si sviluppa grazie a effetti visivi sempre diversi e a un itinerario nella sollecitazione dei sensi. Fino al 16 aprile 2020 www.nybg.org
by Margherita Pituano
Sorgerà infatti accanto all’iconico Flatiron, al 935 di Broadway il più grande negozio di Harry Potter al mondo. Ben 3 piani (circa 6100 metri quadrati di superficie) dedicati al già florido merchandise della saga di J.K. Rowling per quella che sarà la più grande collezione di prodotti Harry Potter e Fantastic Beasts esistente. L’inaugurazione è prevista per l’estate 2020 e già si preannuncia come “una destinazione imperdibile dove gli appassionati della saga potranno interagire con esperienze interattive e darsi a fotografie mentre si immergono nella magia”, almeno secondo le dichiarazioni di Sarah Roots, SVP worldwide tours and retail di Warner Bros, che ha aggiunto “siamo molto entusiasti di aprire a New York. È la città ideale in cui inaugurare il progetto, con così tanti fan del mondo dei maghi, un ambiente commerciale all’avanguardia e una comunità che abbraccia esperienze innovative”. Nello store sarà possibile acquistare abbigliamento (anche personalizzato), giocattoli, tutte le stranezze culinarie del mondo magico e le immancabili bacchette, con un design esclusivo pensato proprio per il negozio newyorchese. Alohomora!
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SAMSUNG (RI)LANCIA LA SFIDA DELLO SMARTPHONE PIEGHEVOLE
Questo nuovo dispositivo monta un chip Snapdragon 855+ ed è dotato di 8 gb di Ram e 256 gb di memoria interna. Il prezzo, di certo non per le tasche di tutti, non è però nemmeno troppo elevato se consideriamo il Il Galaxy Fold, uscito nella mercato dei pieghevoli. Con poco seconda parte dello scorso più di 1500 Euro infatti il cliente può anno, dopo un iniziale clamore portarsi a casa il device capace di dato dalla novità (il primo dividere in due parti lo schermo smartphone pieghevole di (da 6,7 pollici) quando si esercita la Samsung) non è riuscito a by Giorgio Migliore massima piegatura. conquistare il mercato. Ora la La risoluzione è di 2636 x 1080, 425 casa coreana ci riprova con Z Flip. ppi, e la superficie è protetta da quello che secondo Samsung è il primo vetro flessibile. Questo Ultra Thin Il nuovo nato in casa Samsung ha “toppato” l’esordio Glass (UTG) sviluppato dal brand coreano lo rende più europeo a causa del Coronavirus. La presentazione sottile e fa sì che la piega sia quasi invisibile. Novità dello Z Flip, infatti, era prevista per il WMC di anche per quanto riguarda la posizione della fotocamera Barcellona, annullato lo scorso febbraio a seguito delle frontale. Samsung porta sul Galaxy Z Flip anche preoccupazioni legate alla diffusione del COVID-19. l’Infinity-O display, ovvero il foro centrale dietro al quale L’innovativo smartphone Samsung però è stato svelato si nasconde la camera frontale. Info essenziali come a San Francisco l’11 febbraio e, come prevedibile, ha ora, stato della batteria ed eventuali notifiche saranno subito fatto parlare di sé. La caratteristica che salta subito invece segnalati sul piccolo schermo monocromatico da all’occhio è la capacità di questo device di piegarsi ad 1,1 pollici situato nella parte frontale dello smartphone angolo retto: lo Z Flip rappresenta una vera scommessa quando piegato. nel campo degli smartphone, in particolar modo dopo Tra le colorazioni disponibili il “mirror purple”, il “mirror i deludenti risultati che il Fold ha fatto registrare dal black” e il “mirror gold”. In vendita dal 14 febbraio e momento della sua uscita. La prima sostanziale differenza disponibile anche in un’edizione limitata (Thom Browne) rispetto al predecessore è che lo Z Flip può piegarsi a 2580 euro. sull’asse orizzontale (come i cellulari di un tempo), www.samsung.com mentre il Fold si chiude su quello verticale.
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5-15 MARCH 2020
LA FRIDA SEGRETA IN MOSTRA A TORINO Arrivano in Italia le 60 foto scattate da Nickolas Muray a Frida Kahlo: uno sguardo intimo e inedito sulla vita della pittrice messicana. Una mostra che punta a mettere in luce l’artista piuttosto che la sua arte: è quella che è possibile visitare a Torino fino al 3 maggio su Frida Kahlo, una delle pittrici dello scorso secolo che continua, ancora oggi, ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo. L’esposizione “Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray”, organizzata da Next Exhibition e ONO Arte Contemporanea, offre uno sguardo intimo e privato sull’artista più conosciuta del Messico attraverso la collezione completa delle foto scattatele da Nickolas Muray, suo amico di lunga data e amante. Sono 60 le immagini in mostra, tutte riguardanti i momenti più segreti della vita di Frida. I visitatori avranno così la possibilità di conoscere ancora meglio l’artista messicana, approfondendo i suoi sentimenti e le sue emozioni, a partire dall’incidente che le ha segnato la vita e che ha caratterizzato gran parte della sua carriera artistica. Proprio per questo, una delle parti più suggestive e toccanti del percorso espositivo è l’area introduttiva multimediale che simula i rumori e i colori di quel tragico evento. Oltre a ciò, l’esposizione vuole portare il visitatore a scoprire anche gli
by Lucia Mancini
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ambienti più cari a Frida, quelli dove è cresciuta e dove ha passato i mesi successivi al terribile incidente, con la riproduzione ad esempio del suo famoso letto d’arte e di sofferenza, degli abiti messicani e dei suoi gioielli. Tra le foto in mostra c’è anche quella, iconica, chiamata “Frida Kahlo on White Bench” (forse la più famosa sull’artista messicana, rivisitata svariate volte), insieme a tante altre istantanee che permetteranno al pubblico di entrare in confidenza con i colori, le espressioni, gli occhi e il sorriso di Frida Kahlo. Le fotografie che Muray realizzò nel corso di questa relazione, che coprono un periodo che va dal 1937 al 1946, ci offrono dunque una prospettiva unica: Muray era infatti amico, amante e confidente della donna. Chi meglio di lui, e della sua lente, poteva ritrarre la figura di questa artista andando oltre l’apparenza? Per questo la mostra di Torino – che porta per la prima volta in Europa queste immagini – è molto di più di una semplice esposizione fotografica sulla pittrice messicana, ma è un vero e proprio sguardo sulla Frida più segreta. In esposizione ci saranno anche le lettere tra Frida e Nickolas, un carteggio prezioso che illustra al visitatore i momenti del loro amore che più sono stati significativi. La mostra, allestita a Torino presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, sarà aperta fino al 3 maggio 2020. Info: biglietteria@ fridatorino.it
BUON COMPLEANNO, LUDOVICO VAN
Gianandrea Noseda dirigerà il Concerto per violino con Leonidas Kavakos. Il violinista greco sarà protagonista anche nella Stagione da Il 2020 è l’anno in cui tutto il Camera con due appuntamenti per mondo celebra Ludwig van eseguire, con Enrico Pace, l’integrale Beethoven a 250 anni dalla delle Sonate per violino e pianoforte sua nascita. L’Accademia composte da Beethoven. Sempre nel Nazionale di Santa Cecilia rende omaggio al genio di cartellone cameristico, il ritorno di Bonn con appuntamenti che Nikolai Lugansky e Maurizio Pollini si intensificheranno nel corso che eseguiranno alcune Sonate per by Sveva Riva della stagione e un Festival pianoforte. monografico durante il mese Beethoven sarà protagonista di giugno. anche della tournée che l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Daniele Gatti Per l’occasione al Santa Cecilia torneranno in e con Leonidas Kavakos, intraprenderà ad aprile ad cartellone due rarissime Ouverture: Re Stefano, Atene con l’esecuzione della Sinfonia n.7 e il Concerto diretta da Antonio Pappano (Direttore Musicale per violino. A giugno Alexander Lonquich, in veste dell’Accademia stessa), e La Consacrazione della di pianista e direttore, sarà interprete con l’Orchestra Casa diretta da Tomáš Netopil, scritta da Beethoven dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di un negli anni della composizione della Nona sinfonia. importante omaggio a Beethoven, del quale verranno Sempre sotto il segno di Beethoven l’Accademia eseguiti i 5 Concerti per pianoforte e orchestra. ospiterà un prestigioso debutto sul podio, quello del Lonquich, protagonista dal 1984 dei cartelloni ceciliani giovanissimo direttore israeliano Lahav Shani, fresco dove ha scritto pagine indelebili di grande musica, di nomina come Direttore Principale della Israel eseguirà il ciclo integrale dei concerti per la prima Philharmonic e Direttore Ospite Principale dei Wiener volta davanti al pubblico dell’Accademia. Symphoniker che condurrà Emanuel Ax nel Concerto Per info, concerti e date visitate il sito santacecilia.it n. 5 “Imperatore”.
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A CUBA SULLE ORME DI HEMINGWAY
dore che mi piace. […] Il vento di terra quando si avvicina a Cuba nell’oscurità: l’odore dei fiori di cactus, di mimosa e delle viti marine”. Questa spiaggia così La storia dell’isola si perde nei prediletta da Hemingway, che prende il nomi di Colombo, Batista, Castro, nome proprio dalla sua barca da pesca, Hemingway ed ogni luogo porta si trova nel lato ovest di Cayo Guillermo, le tracce della loro testimonianza, un’isola corallina nell’arcipelago Jardines in particolare dell’autore de “Il vecchio e il mare”. del Rey collegato alla terraferma da una strada lunga 17 chilometri. Scarsamente Non è una coincidenza che Cuba sia popolata, ancora oggi mantiene intatta by Greta Vanzulli, diventata sinonimo di relax e sole. Con la quella bellezza autentica che l’autore in collaborazione con Rolling Pandas sua forma allungata l’arcipelago cubano americano tanto amava. Il legame tra vanta ben 300 spiagge bianchissime che ricoprono oltre l’isola caraibica e lo scrittore è così forte che a L’Avana 600 km di superficie e contornano l’isola da nord a sud, in ovunque guardi ci sono statue in bronzo che ne portano il tutta la sua lunghezza: da quelle più famose e prettamennome. I cubani lo chiamano semplicemente “Papa”, tanto te turistiche con tutti i comfort e le comodità a quelle più sono affezionati alla sua figura. Proprio sull’isola comprò nascoste e sconosciute, senza alcun tipo di infrastruttura. una villa, Finca Vigía, dove visse con la sua terza moglie E certamente è una meta imperdibile Playa Pilar, uno dei e dove scrisse alcuni dei suoi migliori romanzi. Per circa panorami più suggestivi dell’isola capace di affascinare trent’anni l’esistenza di Hemingway e di Cuba corsero anche il grande Ernest Hemingway che lo descriveva con mano nella mano e ancora oggi ne rimangono ben eviparole dolci e straordinariamente evocative:“Questo è l’odenti le tracce per chiunque sia disposto a ripercorrerle.
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FEMMINILE PLURALE 100 anni di storia delle donne visti dall’obiettivo dei – e delle grandi reporter della National Geographic Society
“Fra cento anni, d’altronde, pensavo giunta sulla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. (…) Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta, pensavo, aprendo la porta” scriveva Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sé”. D’istinto viene da chiedersi se varcando quella soglia oggi non rimarrebbe delusa. Se nel ritrovarsi ancora di fronte una nebbia di incertezze non cederebbe all’angoscia. Forse però avanzando a tentoni scoprirebbe di non essere più confinata in quella stanza tutta per sé e toccherebbe finalmente quell’agognato mondo della realtà. Un mondo ancora privo di risposte ma con un orizzonte allargato, finalmente lontano dal piccolo universo degli uomini e delle donne. Perché un secolo può significare tutto e avere al tempo stesso la potenza di un soffio, di una brezza utile solo a spettinare i capelli, a far vibrare quella porta socchiusa su sfide enormi o esili come un filo d’erba. Potrebbe guardare al pluralismo delle latitudini, a una società cambiata ma non ovunque e allo stesso modo. Sperimenterebbe le tante prospettive e noi capiremmo, ancora una volta, che non c’è definizione o risposta in grado di addomesticare una moltitudine di voci. Donna, femminismo, femminilità sono parole che evolvono nel tempo e nello spazio e possono prendere le sembianze sinuose delle ballerine di samba di Salvador da Bahia o di una protesta silenziosa contro un potere sordo o del volto fiero di chi da una vita intera lotta contro ricordi atroci in nome di un bene maggiore. Di questo abbiamo bisogno per riflettere, di uno sguardo libero in grado di attraversare ogni latitudine. Martina Morelli Women. Un mondo in cambiamento A cura di Marco Cattaneo Fino al 17 maggio 2020 Chiesa S. Maria della Vita, Bologna www.genusbononiae.it | 24 |
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Le strade si riempiono di ballerine di samba durante la sfilata di carnevale a Salvador da Bahia, in Brasile. (David Alan Harvey/National Geographic, 2009)
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i coore e de ia. dell’am d In ta s in , fe oli, la pinath monia H l Tempio di Go ri e c a ll ano a ove, a artecip alle ved ) donne p era preclusa 16 0 2 , ic h Alcune passato onal Geograp in e h c lori Nati ensing/ (Amy To
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Una donn a si fa rasa re doglio de lla Virginia la testa sulla scalin ata del Ca Oc mountain mpitop remova cidentale per prote st l, la pratic ne media a di estrazi are contro la nte la rim ozione de one del c la violazio lle cime d a ne elle monta rbodiritti uma del diritto alla salu gne, e te, e di co ni, delle c n o se munitĂ di (Ami Vitale guenza d minatori. ei /Nationa l Geograp hic, 2012)
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Studentesse ghanesi por tano le sedie per la cerimo nia di inaugurazione della Marana tha Maternity Clinic. (Randy Olson/National Geo graphic, 2007)
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di acqua he piene . ic n ta o n porta l Kenya abra tras rtiche de i etnia G ure dese , 2009) n ia p Donne d le ttraverso ographic torbida a on/National Ge s n h o J (Lynn
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stume tema il suo co Miss Trinidad sis 1998. o rs ive r Miss Un al concorso pe phic, 1998) ra og Ge l na io (Jodi Cobb/Nat
La senatrice a vita Liliana Segre, fotografata da Nicola Mar fisi a Milano, il 10 ottobre 201 9. (Nicola Marfisi/AGF, 2019)
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SI CHIAMAVA PIERSANTI Padre di una nuova Sicilia e protagonista di una delle pagine più amare della storia repubblicana: Piersanti Mattarella, quarant’anni dopo. Era presidente della Regione Sicilia da poco meno Falcone era fermamente convinto che a sparare, per conto di due anni quando fu freddato nella sua auto della mafia in collaborazione con altri poteri occulti, sotto gli occhi della moglie, dei due figli e della fossero stati due terroristi di estrema destra, che furono suocera. Era l’Epifania del 1980 e a Palermo si chiuper questo incriminati. Dopo la morte di Falcone le deva nel sangue un’era di speranza e innovazione indagini cambiarono decisamente direzione. Perché sigillata dall’impegno politico e morale di Piersanti pentiti di mafia, come Buscetta e Mannoia, esclusero Mattarella. E cambiavano i destini di molti, anche la partecipazione di killer esterni alla mafia nell’ucciquello di un giovane Sergio Mattarella. Una morte sione del presidente della Regione Sicilia. senza nome per una vita che non può che continuaMa non seppero fornire alcuna indicazione su re ad essere raccontata. Lo chi, allora, avesse sparato. sa bene Giovanni Grasso, Ritengo che la credibilità consigliere per la stampa e di un pentito andrebbe “Stava di fatto tagliando l’erba sotto i piedi la comunicazione del Premisurata anche dalla della mafia, che – come sosteneva Mattarella sidente della Repubblica e sua capacità di rivelare prospera proprio nelle inefficienze, nei ritardi, direttore dell’ufficio stamelementi concreti, utili nelle procedure farraginose, nella discrezionalità alla ricerca della verità, pa della Presidenza della Repubblica, autore della bionelle aule dei tribunali. delle scelte, nella mancanza di controlli.” grafia “Piersanti Mattarella. Senza contare che nelle Giovanni Grasso, autore di “Piersanti Mattarella: da solo contro la mafia”. Da solo contro la mafia”. fasi iniziali delle indagini ci furono in atto numerosi Quello di Piersanti Mattentativi di depistaggio, tarella resta quarant’anni dopo un omicidio senza anche da persone che operavano negli organi dello Stato. colpevole. Da un punto di vista giudiziario oggi a che Troppi misteri, che a quarant’anni dall’omicidio lasciano punto siamo? l’amaro in bocca. C’è stato un processo, che è arrivato fino in Cassazione. In quel processo sono stati condannati gli esponenti della Ci sono aspetti che più di altri possono averne detercosiddetta cupola mafiosa come mandanti dell’omicidio, minato la condanna? ma nulla ancora sappiamo sull’identità del killer che sparò È chiaro che il modo di operare di Piersanti Mattarella al presidente della Regione Sicilia e del suo complice. Il confliggeva con gli interessi mafiosi. La sua dinamica delitto Mattarella è ancora avvolto nella nebbia. Ed è straazione riformatrice della Regione Siciliana stava incidendo no che i tanti pentiti di mafia che hanno raccontato molti profondamente nella macchina amministrativa, con l’introparticolari sulla struttura di Cosa Nostra, sui suoi riti e le duzione di regole, controlli e criteri di massima trasparensue affiliazioni, sul modus operandi e su altri delitti, non za nei settori degli appalti, degli indici di edificabilità, nella abbiano mai speso una parola utile a fare luce sul delitto programmazione, nel governo del personale, nel coordiMattarella. O hanno taciuto o hanno depistato. Giovanni namento politico degli assessorati. Stava di fatto tagliando | 34 |
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consapevole, fedele ai principi ispiratori del suo partil’erba sotto i piedi della mafia, che – come sosteneva to. I suoi riferimenti ideali e politici erano don Sturzo, Mattarella - prospera proprio nelle inefficienze, nei De Gasperi e Moro, che erano laicamente cristiani, ma ritardi, nelle procedure farraginose, nella discrezionalità anche popolari, democratici, antifascisti, interclassisti, delle scelte, nella mancanza di controlli. solidaristi. E che avevano una alta concezione della Ma credo che dietro il suo omicidio ci sia anche qualcopolitica, disinteressata e mai separata dalla morale. Una sa di più. Che non sia una storia unicamente siciliana. concezione respirata in famiglia, a scuola e nell’Azione Piersanti Mattarella era un leader di portata nazionale e Cattolica di cui era stato la sua determinazione nel in gioventù un fervente dar vita, in Sicilia, a un gomilitante. verno sostenuto dal Partito “A quarant’anni di distanza viene da chiedersi Comunista, in tempi ancosa sarebbe accaduto se Piersanti Mattarella, Un’opera di modernizzacora dominati dalla guerra con la sua carica ideale e la sua capacità zione che guardava anche fredda, gli creò molti ad altri modelli europei nemici. In Sicilia e altrove. propositiva, avesse potuto spingere fino e puntava ad attrarne gli Sono persuaso che un filo in fondo la sua battaglia di rinnovamento delle investimenti. Cosa ne ricomune leghi la morte di istituzioni e dei comportamenti politici in Sicilia.” mane nella Sicilia di oggi Piersanti a quella del suo e nell’Italia di oggi? maestro Aldo Moro. A quarant’anni di distanza viene da chiedersi cosa sarebbe accaduto se Piersanti Un cattolico impegnato in politica, così lo ha defiMattarella, con la sua carica ideale e la sua capacità nito. Come s’inseriva la priorità dell’insegnamento propositiva, avesse potuto spingere fino in fondo la sua cattolico nel ruolo istituzionale e nella Sicilia di battaglia di rinnovamento delle istituzioni e dei comporcui Piersanti Mattarella fu presidente? tamenti politici in Sicilia. L’impressione che ne ricavo Mattarella era un democratico cristiano convinto e
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è che la sua lezione fu frettolosamente archiviata. Le traversie della Regione Siciliana e gli endemici e non risolti problemi dell’Isola sono lì a dimostrarlo. Uno scatto di Letizia Battaglia ha inscritto in maniera permanente nella memoria collettiva il delitto di via Libertà e i volti di chi quel giorno si trovò ad essere tragicamente protagonista, tra cui un allora trentottenne Sergio Mattarella. “Dopo tanti anni, è come se le cose tornassero, forse per mettersi a posto” aveva detto proprio la Battaglia. Piersanti Mattarella sarebbe oggi ancora “solo contro la mafia”? La Sicilia è molto cambiata, in questi ultimi decenni, specialmente dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino. È emersa, soprattutto tra i giovani, una nuova consapevolezza: la mafia non offre garanzie, ma distrugge il futuro. Certo, la mafia non è ancora stata sconfitta: si dedica infatti a loschi e redditizi affari a dimensione globale: droga, armi, rifiuti tossici, traffico di uomini e così via. Ma in Sicilia ha perso il controllo del territorio e soprattutto il controllo delle coscienze, ottenuto con le lusinghe e con la paura. Oggi la società siciliana non ha paura e per questo mi sento di affermare che oggi Piersanti Mattarella non sarebbe più solo. Martina Morelli
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“Piersanti Mattarella: da solo contro la mafia” Di Giovanni Grasso Editore San Paolo, 2014
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FELICITÀ, FRA STATISTICHE E REALTÀ C’è una ricetta per essere felici? Si può conquistare la felicità? Sembra che, nel mondo, ognuno sia felice in modo diverso.
posto. La Finlandia è il Paese più felice del mondo, seguita Tutti la cercano, la desiderano, anche se molti non da Danimarca, Norvegia, Islanda, Paesi Bassi, Svizzera, credono di poterla mai raggiungere, la felicità. E anche Svezia, Nuova Zelanda, Canada e Austria. quando si è felici, il timore è subito quello di perderla. PerIl Rapporto Censis 2019 che interpreta i più significativi ché è un bene fragile, la felicità, una conquista quotidiana. fenomeni socio-economici dell’Italia, alla sua 53ª edizione, Sin dall’antichità, i filosofi si sono interrogati per trovarne descrive, tra i vari temi analizzati, l’Italia vecchia, con pochi l’essenza. E, oggi, la felicità è considerata un parametro giovani e pochissime nascite. E una società ansiosa. fondamentale anche per scelte di politica economica. Nel 2018 - rilevano dal Tanto da far pensare di poter Censis - i nati sono stati sostituire, nel futuro, il PIL Oggi la felicità è considerata un parametro 439.747, cioè 18.404 in (prodotto interno lordo) con fondamentale anche per scelte di politica meno rispetto al 2017. Nel il FIL (felicità interna lorda). economica. Tanto da far pensare di poter 2018 anche i figli nati da Un’efficace provocazione. genitori stranieri sono stati Per il ‘Rapporto mondiale sostituire, nel futuro, il PIL (prodotto interno 12.261 in meno rispetto a sulla felicità’ stilato ogni lordo) con il FIL (felicità interna lorda). cinque anni fa. ‘La caduta anno dall’ONU, sono questi i Un’efficace provocazione. delle nascite si coniuga con parametri chiave per costrul’invecchiamento demograire una società felice: aspetfico’: nel 1959 gli under 35 tativa di vita in buona salute, erano 27,9 milioni (il 56,3% della popolazione complessiva) assenza di corruzione, reddito, supporto sociale, libertà di e gli over 64 erano 4,5 milioni (il 9,1%). Tra vent’anni, su scelte di vita, generosità, capacità di ridere e di divertirsi. una popolazione ridotta a 59,7 milioni di abitanti, gli under Ma, soprattutto, la qualità dei rapporti interpersonali è 35 saranno 18,6 milioni (il 31,2%) e gli over 64 saranno 18,8 in grado di determinare non solo il livello di felicità di un milioni (il 31,6%). Sulla diminuzione della popolazione gioPaese, ma persino la stabilità di un governo. Più del livello vanile hanno un effetto anche le migrazioni verso l’estero: di disoccupazione, di inflazione e di crescita economica. in un decennio più di 400.000 cittadini italiani tra i 18 e i 39 Negli ultimi anni, secondo quanto risulta dal ‘Rapporto’, è anni hanno abbandonato l’Italia, ai quali si sommano oltre diminuito il livello di felicità nel mondo. 138.000 giovani con meno di 18 anni. L’Italia, secondo il Rapporto del 2019, si colloca solo al 36° | 38 |
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Come ha affermato Carla Collicelli, sociologa, ‘tutte le ricerche economiche e sociologiche, anche quelle d’impronta tradizionale, concordano nel dire che l’equazione ‘più reddito = più felicità’ non è vera’. Per le rilevazioni Eurostat, il 13% degli italiani non ha nessuno a cui rivolgersi in un momento di difficoltà e il 12% non ha nessuno con cui confidarsi. La solitudine non ha genere né età. La solitudine è un problema diffuso ma non è un dramma solo italiano. In Gran Bretagna è stata nominata una donna quale primo ‘Ministro per la solitudine’, a fronte di oltre 9 milioni di persone, soprattutto anziane, che dichiarano di sentirsi sole, secondo il Rapporto 2017 della Commissione Jo Cox. Un problema sociale insidioso, dunque, la solitudine. Mina il benessere fisico e psichico e riduce l’aspettativa di vita. Fermiamoci, così, a riflettere sulla nostra vita e sulle relazioni affettive. In un mondo in cui siamo iperconnessi (oltre 6 ore al giorno di cui circa un terzo sui social, secondo i dati Digital 2019 di We Are Social) e in cui è possibile avere migliaia di follower, la grande ‘povertà’, oggi, è anche quella dell’autenticità e della profondità delle relazioni interpersonali. Quelle vere. Elvira Frojo
L’ansia da incertezza contraddistingue gli italiani. Soprattutto per quanto riguarda il lavoro. È ‘lo stato d’animo dominante nel 69% dei casi, mentre il 17% è pessimista e solo il 14% si dice ottimista’. L’incertezza si riflette su uno stato d’ansia fisica e di stress. Il consumo di ansiolitici e sedativi si è incrementato del 23% e gli utilizzatori sono ormai 4,4 milioni, mentre aumentano le ‘pulsioni antidemocratiche’. ‘Una società ansiosa macerata dalla sfiducia. Nella società ansiosa di massa si ricorre a stratagemmi individuali per difendersi dalla scomparsa del futuro’. Sono sette milioni i lavoratori italiani che hanno paura di perdere il proprio posto di lavoro a causa dell’arrivo delle nuove tecnologie, dai robot all’intelligenza artificiale. Quanto alla sensazione di ‘benessere’, per il 41,3% degli italiani ‘stare bene’ significa trovarsi in uno stato di benessere fisico e psicologico, di soddisfazione e di serenità. Un ruolo significativo per la sessualità, che innalza il benessere soggettivo dal 52,5% al 71,4% degli italiani tra i 18 e i 40 anni. In Italia, oggi, le persone non autosufficienti sono 3.510.000 (+25% dal 2008), il 20,8% anziani. In una situazione di grande difficoltà economica e sociale e per il mondo del lavoro, quale l’antidoto per l’infelicità?
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La vacanza inizia dove finiscono i pensieri DIVERTITI IN SICILIA AL VERDURA RESORT
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LA PRIMAVERA SI APRE CON LA BMT
napoletana proporrà come ogni anno quattro workshop di prodotto dove l’offerta italiana incontrerà la domanda internazionale. Numerose le deleCon l’inizio dell’anno riparte gazioni estere che hanno già prenotaanche il valzer delle fiere del turismo che, oltre a presentare to la presenza ai tavoli dei workshop mete e destinazioni, cercano di in rappresentanza di tutti i mercati più anticipare quelle che saranno le interessati al nostro Paese e all’ampia tendenze del 2020. offerta che potranno valutare anche negli stand delle numerose Regioni Napoli apre le porte del quartiere fieristiitaliane presenti nell’area espositiva, by Giorgio Migliore co Mostra d’Oltremare per accogliere, su Campania in testa. Dopo il successo oltre 20.000 metri quadrati di area esposidelle passate edizioni, la BMT 2020 tiva, operatori del settore, tour operator, enti, compagnie riserverà più attenzione anche all’area Contract&Hotelaeree e non solo per approfondire le novità del 2020. Stialerie con un padiglione dedicato dove troveranno spazio mo parlando, in ambito turistico, del principale evento del nuove aziende che presenteranno le proprie proposte a sud Italia e di uno dei più importanti sul territorio nazionatour operator, albergatori, gestori di strutture extralberle. La BMT (giunta all’edizione numero 24) rappresenta un ghiere e di quanti operano nel settore dell’ospitalità non grande marketplace dove le agenzie di viaggio hanno la solo italiana. Tra le new entry uno spazio dedicato ai Capossibilità di confrontarsi sia con i tour operator presenravan e ai Bus Operator. Sono queste le prime indicazioni ti che con i buyers esteri partecipanti per incontrare il che emergono sulla prossima edizione della manifestaziomercato dell’offerta Italia. BMT 2020 concederà, infatti, ne che aprirà la primavera napoletana. Il primo appuntamaggior spazio al settore dell’Incoming per rispondere al mento turistico della bella stagione, dunque, è fissato per trend del mercato turistico globale che vede l’Italia in preil 20, 21 e 22 marzo alla Mostra d’Oltremare. potente crescita e di nuovo fra le destinazioni top. La borsa www.bmtnapoli.com
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Matteo Santin e Davide Albrizio
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GAMINDO: GIOCARE AL CELLULARE PER BENEFICENZA Un’app gratuita per giocare e fare beneficenza che sfida le credenze di un paese per vecchi.
può fare beneficenza con poco più che una buona idea e L’Italia è un Paese difficile per il mondo del videogache, soprattutto, il videogame riesce ad essere qualcosa di me. Lo è perché la cultura del videogioco, radicata in immensamente serio. un pubblico che praticamente non ha età, nonostante il passare del tempo non riesce ancora a trovare posto tra Nicolò, come nasce l’idea di Gamindo e come i grandi temi dell’attualità, se non per i motivi sbagliati. riesce ad essere sostenibile dal punto di vista del Ancora si pensa che il videogame sia un trastullo per i più business? piccoli, una versione digitalizzata di un qualunque giocatL’origine dell’idea è un po’ bizzarra. È tutto nato con tolo. Errato: il videogame è più che un mezzo per un fine, Gangnam Style. Ricordo di aver è uno strumento di comunicazione letto un articolo in cui si diceva fatto e finito. Un’arte che, come che l’artista PSY aveva guadagnato ogni mezzo artistico, dispone di una Il videogame è più che un mezzo diversi milioni di dollari grazie proprietà di linguaggio e, volendo, per un fine, è uno strumento agli introiti pubblicitari presenti su anche di uno scopo che trascenda YouTube dopo il primo miliardo di il mero intrattenimento. Lo sa bene di comunicazione fatto e finito. visualizzazioni della canzone. Ho Nicolò Santin, e lo sa bene il team di Un’arte che dispone di una Gamindo. proprietà di linguaggio e, volendo, così pensato: creo un video, convinco la gente a guardarlo dicendo Sviluppata da un team italiano di anche di uno scopo che trascenda “guardalo non ti costa nulla, ma under 30, Gamindo è una applicail mero intrattenimento. i soldi degli introiti andranno in zione che nasce in realtà dalla tesi beneficenza” e dono tutto ad uno di laurea del suo fondatore Nicolò o più enti. Far guardare un video Santin, il cui scopo è quello di intrattenere il suo pubblico, certo, però non è semplice. Farli divertire, con un videogioco, lo è molto di più. Sono da sempre apattraverso una serie di videogame (già contenuti nella passionato di videogiochi e quando all’esame di marketing app) e di far sì che il tempo speso a divertirsi possa essere ho scoperto gli advergame (videogiochi brandizzati creati convertito in denaro. Denaro che viene poi donato ad dalle aziende per promuoversi) ho pensato che fossero il enti benefici riconosciuti e rintracciabili come Dynamo mezzo ideale per far donare le persone senza spendere. Camp o AIRC. Ottenuto il Premio Nazionale Innovazione del Senato Italiano, oggi Gamindo si fa le ossa su APP Da lì, ho scritto la mia tesi di laurea proprio su questo store con uno scopo, e uno soltanto: dimostrare che si argomento. | 45 |
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Questa è un po’ la nostra scommessa. Crediamo che Ti va di spiegarci come funziona e come può uno la gente voglia dare sempre più valore al tempo che dei nostri lettori cominciare a “donare” attraverso trascorre con lo smartphone tra le mani, e per questo la piattaforma? vogliamo convertire il tempo speso giocando ai mobile Gamindo è un aggregatore di advergame, ossia videogames in donazioni al non profit. Le persone, e sopratgiochi brandizzati che nascono per promuovere un’atutto le nuove generazioni, vogliono sempre più avere zienda ed è un’applicazione scaricabile gratuitamente un impatto sul mondo. Con Gaminda Google Play e Apple Store. Come do ognuno può avere un impatto, funziona? Le aziende ci commisGamindo è un aggregatore di donando anche solo poche gemme sionano un videogioco e fissano un advergame, ossia videogiochi dal valore di pochi centesimi. budget da donare in beneficenza. Il brandizzati che nascono per budget stanziato per la donazione da I videogame hanno un target parte dell’azienda viene poi diviso in promuovere un’azienda ed è molto vasto anche se, generalgemme, che gli utenti che giocano ai un’applicazione scaricabile mente, si tende ad identificare giochi di Gamindo ricevono al termigratuitamente i principali fruitori nella fascia ne di ogni loro partita in base al punda Google Play e Apple Store. under 18. Voi, nello specifico, a teggio fatto. Gli stessi utenti scelgono chi state puntando? poi gli enti a cui donare le gemme Potrà sembrare strano, ma il nostro che hanno raccolto giocando. Gli enti target sono proprio gli over 18. I “minorenni” sono più vengono selezionati assieme alle aziende sponsor. hard gamers, da console o pc, e preferiscono trascorrere le giornate su titoli come Fortnite, FIFA o WoW. Credete che il sistema di gemme che avete integrato nella piattaforma riesca davvero a incentiI casual gamers, invece, che giocano dal cellulare nei tempi morti durante la giornata, hanno un’età media vare gli utenti a donare attraverso il videogame?
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Quali saranno i prossimi passi di Gamindo e cosa vi aspettate di realizzare con questa piattaforma nell’arco del prossimo anno? Nel breve termine puntiamo ad un round di investimento e alla promozione della piattaforma sul terriTornando alla sostenibilità: quali sono i risultati torio italiano e non solo. Nel medio-lungo termine, che avete raggiunto fino ad oggi e, soprattutto, invece, il nostro obiettivo primario come state collaborando con gli enti resta quello di permettere a più che beneficeranno degli introiti? In pochi mesi abbiamo già donato persone possibili di donare senza In pochi mesi abbiamo già donato a a diverse organizzazioni senza mettere mano al portafoglio e diverse organizzazioni senza scopo di scopo di lucro come Dynamo Camp, divertendosi. lucro come Dynamo Camp, The Ocean The Ocean Cleanup, AIRC, Project La storia ci ha dimostrato che Cleanup, AIRC, Project Homeless e mol Homeless. Stiamo cercando quando tante persone si unite altre. Stiamo cercando di non limitarci scono con un obiettivo comune ad un solo genere di causa sociale, ma di di non limitarci ad un solo genere di possono raggiungere dei risultati raggiungerne di vario tipo. Se le prime causa sociale, ma di raggiungerne che ogni singolo individuo non donazioni erano da un centinaio di euro, di vario tipo. sarebbe riuscito a raggiungere da ora con Discovery Channel stiamo per solo. Pensiamo solo a Wikipedia. fare la prima donazione da 1.000 euro Sarebbe stato impossibile per una persona realizzare all’Associazione legata all’Ospedale dei Bambini Buzzi di un’enciclopedia di questa grandezza. Tante persone si Milano. Per quanto riguarda la collaborazione con questi sono unite, con lo stesso obiettivo, ed è diventata l’enenti, stiamo iniziando ora a dialogare con loro per cercare di avere un aiuto nella diffusione della piattaforma all’inciclopedia più grande mai scritta. terno delle loro community. Raffaele Giasi di 34 anni in Italia. I nostri giochi sono usati soprattutto nella fascia 25-35 anni, ma riscontriamo anche un grande interesse da parte di giocatori più “grandicelli”.
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CONTRO L’ODIO ONLINE “CHI ODIA PAGA” L’intervista al fondatore del progetto Francesco Inguscio
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Un ulteriore argine si innalza contro l’ondata monQuale leva è stata cruciale per lo sviluppo e il lancio tante di aggressività in Rete: una nuova iniziativa, del progetto “Chi Odia Paga”? “Chi Odia Paga”, fornisce supporto e risposte concreTutto ha avuto inizio a seguito di una vicenda personale: te contro il fenomeno degli hater e dell’odio online, sono stato vittima di alcuni commenti molto aggressivi da attraverso il binomio vincente tra tecnologia e diritto. parte di un hater e ho deciso di fare qualcosa per affronChi Odia Paga è infatti una piattaforma legaltech in grado tare un problema che è sotto gli occhi di tutti: il web è, ad di combattere l’odio online avviando la migliore procedura oggi, una giungla, una “zona franca”, il Far West… anzi, il di tutela legale per ciascun caso. Il primo servizio rilasciaFar Web. Non è ancora percepito come un luogo “reale” to permette all’utente, attraverso la compilazione di un né dagli hater che spesso non hanno consapevolezza delle questionario interattivo, di conseguenze dei propri ricevere immediatamente un comportamenti online sulle primo feedback legale basato vite delle persone, né dalle Il progetto, fondato da Francesco Inguscio, su un algoritmo di intelligenvittime, che nella maggioha trovato interesse anche da parte za artificiale: grazie ad esso ranza dei casi si sentono del Governo italiano che ha deciso di sostenerlo l’utente scopre se è stato impotenti e credono che vittima di un reato, di quale l’unico modo per difendersi facendolo aderire a Repubblica Digitale, reato eventualmente si tratti sia cancellarsi dai social l’iniziativa del Governo per l’inclusione sociale e, se del caso, suggerisce di network. Ho capito che contattare un avvocato. per rendere la percezione Il progetto, fondato del web più concreta e da Francesco Inguscio, ha trovato interesse riportare l’ordine, era necessario creare uno strumento anche da parte del Governo italiano che ha semplice, immediato ed economico che avvicinasse le deciso di sostenerlo facendolo aderire a Repersone alle tutele esistenti, aiutando le vittime a riconopubblica Digitale, l’iniziativa del Governo scere i diversi reati, accompagnandole a difendersi dalla per l’inclusione sociale. Paola Pisano, Miprepotenza e dall’ignoranza. Ed ecco che è nata l’idea di nistro per l’Innovazione e la DigitalizzaChi Odia Paga. zione, ha sposato appieno la causa poiché in linea con i principi per un digitale etico Come funziona la piattaforma e in che modo si avvae sicuro: “è importante dare il giusto sostele dell’apporto dell’innovazione? gno a iniziative come quelle portate avanti La prima versione della piattaforma è stata lanciata in da ‘Chi Odia Paga‘, che hanno il grande merito collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione di usare la tecnologia per dare risposte etiche e conDigitale del Ministero per l’Innovazione e la Digitalizzacrete a problemi che la stessa tecnologia pone” ha dichiarato zione e permette di ricevere gratuitamente un feedback il Ministro. Abbiamo intervistato Francesco Inguscio per automatizzato per capire se le condotte che si sono subite esplorare tutte le potenzialità e gli siano legalmente sanzionabili o meno, perché aspetti di una piattaforma votata “non è sempre tutto odio ciò che urtica” e a una missione sociale ormai innanzitutto è bene che si possa perimesempre più indispensabile. trare con chiarezza la situazione.
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possibile grazie all’automazione di quasi ogni processo e ad Nella prossima versione invece, sarà possibile accedere ad un’interfaccia user friendly e intuitiva. Ed è proprio qui che ulteriori servizi stragiudiziali quali la legalizzazione della sta l’innovazione più grande: grazie alla tecnologia, vogliaprova, che permetterà l’acquisizione forense delle interaziomo riavvicinare le persone alle tutele esistenti e, ci auguriani in un formato che assicuri alla vittima, qualora lo desidemo, fargli riacquisire fiducia nelle stesse. rasse, di poter procedere con l’iter legale; Il take-down, ovvero la rimozione e la deindicizzazione del contenuto lesivo Che tipo di supporto, competenze e attività mette in dal web; l’identificazione, ovvero l’accertamento dell’idencampo il progetto e a quali tità dell’hater al fine di proesigenze specifiche intende muovere eventuali azioni legali fornire una risposta? nei suoi confronti; e infine la Chi Odia Paga è una piattaforma Si tratta di un supporto “stragiudiffida, ovvero il formale invito legaltech in grado di combattere diziale”, poiché la fase giudiziale all’hater ad astenersi dal prosel’odio online avviando la migliore è ovviamente riservata ai profesguire nella condotta offensiva, sionisti del diritto. Quest’ultiavvertendolo delle conseguenze procedura di tutela legale per ciascun caso ma ha però bisogno dei suoi che possono derivare dalla sua tempi tecnici per essere attivata. inadempienza. L’accesso a tutti Spesso invece, il primo interesse della vittima è quello di questi servizi è oggi complesso, richiede molto tempo e non eliminare le conseguenze della condotta nell’immediato è per nulla economico. Tutti fattori che portano le vittime, (pensiamo alla rimozione del contenuto intimo nei casi in molti casi, a desistere dal mettere in atto quelle azioni che di revenge porn o di un commento diffamatorio), o ancopossono circoscrivere le conseguenze della condotta lesiva ra assicurarsi le prove del reato prima che vengano fatte e preparare il terreno per un’eventuale difesa in giudizio, sparire e identificare l’hater, lasciando la scelta se procedere lasciando così impuniti gli haters e contribuendo a rendeo meno contro di lui ad un secondo momento. Ed è qui che re l’odio una cosa abituale. Per colmare questo “spread di entriamo in gioco noi. Per fare tutto questo, Chi Odia Paga giustizia” tra l’offesa e la difesa, abbiamo quindi pensato ad ha alle sue spalle l’advisory di grandi professionisti di cyber un servizio semplice, veloce ed economico, e questo è stato Francesco Inguscio, fondatore di “Chi Odia Paga”
Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione
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crimini come la squadra di LT42. Dunque le competenze sono estremamente tecniche, elemento imprescindibile per poter assicurare l’alta qualità e affidabilità del servizio. Le esigenze a cui vogliamo far fronte sono diverse: dal mero supporto per comprendere la propria situazione, alla necessità di assicurarsi le prove del reato o la rimozione dei contenuti lesivi; dall’identificazione dell’hater alla volontà di intimare a quest’ultimo di cessare la condotta.
nuove “collaborazioni” per fare fronte comune. Siamo dell’idea poi che anche i privati debbano fare la loro parte: per questo in futuro prevediamo la possibilità di permettere a tutti di effettuare segnalazioni qualora siano testimoni di un reato. Infine, ma non meno importante, il ruolo che pensiamo abbiano molte grandi Corporate in questo senso: la loro responsabilità sociale le porta ad essere in prima linea nel combattere l’odio che dilaga sul web.
L’odio online assomiglia sempre di più a una colata lavica inarrestabile: in che modo i singoli individui e le istituzioni possono intervenire per ridurre il fenomeno a monte? Chi Odia Paga si inserisce nelle fasi che vanno dal momento in cui si verifica la condotta lesiva, a quello in cui il vero e proprio procedimento giudiziario ha inizio. Infatti, è proprio in questa fase che il rischio che la vittima demorda dal procedere nella propria difesa è più elevato. Siamo però assolutamente consci che altrettanto importante è il lavoro di educazione e prevenzione fatto a monte. Molti sono gli attori che operano in questo senso: per noi sono partner fondamentali con cui già lavoriamo a quattro mani e con cui vogliamo continuare a collaborare. Le istituzioni, ad esempio, ci stanno supportando fin dal primo momento. Oltre a loro, gioca un ruolo fondamentale l‘operato delle Associazioni attive sul fronte educazione e sensibilizzazione su queste tematiche. Molte hanno già sposato il progetto e siamo sempre aperti a
In che modo si possono promuovere e favorire comportamenti virtuosi che contrastino finalmente la crescente aggressività sociale espressa sul web? Su questo argomento ci teniamo a lanciare un appello: se vi piace quello che facciamo e sposate il nostro obiettivo, entriamo in contatto! Insieme possiamo fare la differenza, perché l’odio riguarda tutti e crediamo fortemente che, per favorire comportamenti virtuosi che contrastino in modo efficace la crescente aggressività sociale espressa sul web, sia necessario fare squadra. E nessuno può restare indifferente a questa richiesta perché, usando le parole dell’on. Segre, “l’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori”. A voi la scelta! Elisabetta Pasca
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SANPELLEGRINO: STEFANO MARINI NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO
HELENA HELMERSSON NUOVO CEO DI H&M
Nuove nomine in H&M: il gruppo svedese ha reso noto che Stefan Persson, figlio del fondatore Erling, lascia il ruolo da Novità al vertice di Sanpellegrino, azienda presidente del board di H&M. Al suo posto di riferimento nel settore delle acque subentrerà il figlio Karl-Johan Persson che, minerali e delle bibite non alcoliche: a sua volta, dopo oltre 10 anni nel ruolo di Stefano Marini, milanese, 47 anni, è stato CEO, lascia il posto a Helena Helmersson, by Margherita Pituano nominato Amministratore Delegato. COO del gruppo. Il manager, profondo conoscitore del Il colosso dell’abbigliamento ha inoltre settore beverage con una carriera ventennale in azienda reso noti i dati di chiusura relativi all’anno fiscale 2019: maturata lavorando in Italia e all’estero, è stato scelto l’ultimo trimestre dell’anno ha segnato ricavi netti in per rafforzare la posizione di leadership del Gruppo nel crescita del 9% a quota 61,7 miliardi di corone svedesi mercato delle acque minerali e delle bevande analcoliche. (circa 5,8 miliardi di euro) e profitti per 5,4 miliardi di Marini succede alla guida di Sanpellegrino a un altro corone. manager italiano, Federico Sarzi Braga, che è stato nominato Senior Vice President - Nestlé Waters Strategic Business Unit presso l’Head Quarter di Parigi. Stefano Marini è entrato nel Gruppo Sanpellegrino nel 1999 come Product Manager e Brand Manager, occupandosi, tra gli altri, di Levissima e delle Bibite Sanpellegrino. Negli anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in area marketing e commerciale fino a diventare nel 2012 Direttore del Generating Demand di Nestlé Waters. In questa posizione, Stefano ha contribuito a definire le strategie della region composta da UK, Spagna, Germania, Svizzera, Polonia, Grecia e Ungheria, coordinando i team marketing e vendite di diversi paesi europei e gestendo lo sviluppo di un portafoglio prodotti internazionale che comprendeva S.Pellegrino, Perrier, Vittel, Buxton, Henniez e Nestlè Pure Life. Nel 2014 è tornato nel nostro Paese per gestire il business del Gruppo nel mercato domestico in qualità di Direttore della Business Unit Italia, ruolo che ha ricoperto fino al 2018, quando il Gruppo Sanpellegrino lo ha nominato Business Executive Officer della Business Unit Internazionale con il compito di contribuire ulteriormente alla crescita di S.Pellegrino e Acqua Panna, brand ambasciatori del Made in Italy, negli oltre 150 Paesi in cui l’azienda è presente. Helena Helmersson | 52 |
Reggia di Venaria 13 marzo 14 giugno 2020
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ETICA E BUSINESS: LA RIVOLUZIONE POSSIBILE Parlare della relazione tra business ed etica è di estrema attualità e il mondo delle professioni e degli esperti di economia non può tralasciare questo affascinante binomio La crisi di fiducia innescata dagli ultimi scandali finanziari di grandi imprese ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’economia globale al punto da porre seri interrogativi sul futuro dell’economia capitalistica basata sul libero mercato. Ed il progressivo disinteresse per gli investimenti azionari ha avuto anche la motivazione della paura di un sistema che ha mostrato gravi carenze funzionali. Il rispetto delle leggi vigenti dovrebbe essere un ovvio postulato per ciascuna impresa. Tuttavia il rispetto della legge è una condizione necessaria ma non sufficiente per una impresa etica. Nella prospettiva etica entra in gioco il ruolo dell’impresa. Vi sono due possibili visioni a confronto: la prima affida all’impresa l’obiettivo di pura massimizzazione dei profitti con specifico riguardo alla remunerazione degli azionisti; la seconda affida all’impresa la remunerazione del capitale investito ed anche la massima valorizzazione degli interessi dei clienti, dei dipendenti, dei fornitori e del territorio. L’impresa sostenibile si presenta come il superamento del vecchio modello imprenditoriale e pone le basi per una moderna strategia competitiva di mercato per generare valore nel tempo. Ecco perché si sente parlare in maniera crescente di etica e di responsabilità sociale dell’impresa. La soddisfazione dei clienti, la motivazione dei dipendenti, l’impatto ambientale sono alcuni dei centri di attenzione della nuova impresa etica. Le società benefit introdotte in Italia con la Legge 28 dicembre 2015 n. 208 sono definite (comma 376) società “che nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e ope-
rano in modo responsabile, sostenibile e trasparente”. È importante notare che il perseguimento di questi obiettivi deve essere misurabile e le attività per realizzarli riportate in una relazione annuale d’impatto secondo il principio di trasparenza dichiarato. Oggi esistono oltre 2500 Benefit Corporation nel mondo e l’Italia è la prima in Europa per il numero di aziende certificate. Reputation è una delle nuove parole di questi ultimi anni: è la reputazione che una certa azienda ha acquisito riguardo ai valori di responsabilità ambientale, etica e sociale. Avvocati, commercialisti, esperti di business e mercato sono chiamati ad esaminare il fenomeno in crescente evidenza che sta attuando una vera rivoluzione del mercato delle imprese. Valutazioni di coordinamento fra norme giuridiche e strategie di mercato potranno essere condivise fra i vari attori presenti nel sistema. Concludendo, l’impegno etico dell’impresa non è affatto in contrasto con gli obiettivi di business ma a ben vedere rappresenta un fattore di equilibrio e di sviluppo delle capacità immateriali dell’impresa stessa, sempre più indispensabili per competere e produrre risultati. In ultima analisi, esso rappresenta il ritorno alla centralità dell’essere umano, nelle sue molteplici mozioni, nelle più generali strategie aziendali. E non ci può essere azienda vincente che non abbia al centro l’uomo. “Etica e business: la rivoluzione possibile Professioni ed esperti a confronto sui temi giuridici, economici, deontologici ed etici” ETICA DELLE PROFESSIONI - XVII edizione
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FERIE ILLIMITATE: REALTÀ O FANTASCIENZA? Le ferie illimitate sono uno fra i benefit più offerti da startup ed altre aziende della new economy per attirare talenti. Netflix è stata tra i primi a offrirle sin dal 2015. Da allora, il numero di offerte di lavoro che offrono ferie illimitate è quasi triplicato, da 450 ogni milione fino a 1.300 per ogni milione.
sede lavorativa. Se le generazioni precedenti desideravano il Per i dipendenti, le ferie illimitate offrono un equiliwork-life balance, i giovani talenti invece se lo aspettano. brio più gratificante tra lavoro e vita privata, mentre i All’inizio del 2019, un sondaggio sulla CBNC, una tv amedatori di lavoro possono trarre vantaggio risparmianricana, ha riferito che il 25% delle aziende intervistate sul do sui costi e grazie alla maggiore produttività dei territorio americano avrebbe aggiornato il proprio pacchetto dipendenti. Sebbene questa pratica offra numerosi vantagdi benefit aziendali, per rispondere in maniera adeguata a gi sia al dipendente che al datore di lavoro, presenta anche ciò che i migliori talenti sul mercato del lavoro desideradegli svantaggi. no da un datore di lavoro: uno dei Come funzionano le ferie all you can principali vantaggi che prevedevano take? In una tipica gestione delle di offrire erano proprio le modalità ferie, il dipendente matura del tempo Oltre ad attirare e trattenere di lavoro flessibile. libero in base al numero di giorni i migliori talenti, una politica Oltre ad attirare e trattenere i di lavoro durante l’anno solare. Un migliori talenti, una politica ferie dipendente può utilizzare questo ferie illimitate può essere utile illimitate può essere utile per tenere tempo libero in base alle proprie per tenere alto il morale dell’azienda, aumenesigenze e tutte le ore o giorni non alto il morale dell’azienda tando la lealtà e la produttività dei utilizzati continuano ad accumularsi aumentando la lealtà dipendenti. Sempre un sondaggio nel proprio saldo ferie, fino alla fine e la produttività dei dipendenti. della CBNC ha rilevato che il 68% del rapporto di lavoro. Le politiche di dei dipendenti che dichiarano che la ferie illimitate invece non accumupropria azienda incoraggia e favorilano il tempo libero ed i dipendenti sce il tempo libero si sente più felice possono trascorrere dei periodi di ferie senza limitazione alcuna, purché non trascurino il con il proprio lavoro, rispetto a coloro che lavorano in un ambiente in cui le vacanze sono scoraggiate. Non dimentiproprio lavoro. chiamo oltretutto i vantaggi finanziari! In un tradizionale Nel 2017, KPMG, una delle Big Four, le quattro grandi sosistema di ferie retribuite, si accumulano ore e giorni di ferie cietà di revisione dei conti, ha pubblicato un report dal titolo e permessi nel tempo. Tutto quello che non viene utilizzato Meet the Millennials. Il rapporto rivela che gli impiegati rimane nel saldo personale del dipendente, per essere liquiMillennials ed anche gli appartenenti alla Generazione Z dato o alla fine del rapporto o dopo un preciso periodo di desiderano avere più controllo sulle loro ore di lavoro e sulla | 56 |
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tempo, e se il dipendente ha ricevuto un aumento o una promozione, il valore di quelle ferie aumenta di conseguenza. Perciò andando avanti nel tempo, le ferie non usufruite potrebbero diventare molto più costose per il datore di lavoro. Al contrario, in un sistema di ferie illimitate, il lavoratore può prendersi una pausa di riposo quando lo desidera, purché continui a soddisfare i propri doveri e obblighi relativi alla propria mansione lavorativa. Ma queste ferie non vengono conteggiate o accumulate, per cui il datore di lavoro non ha nulla da liquidare al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Eliminare gli accrual di ferie inutilizzate dei dipendenti potrebbe essere uno dei motivi principali per cui un’azienda potrebbe prendere in considerazione una politica di ferie senza limiti, soprattutto se il turnover dei dipendenti è elevato. Esistono naturalmente pro e contro di una scelta così radicale, di seguito ecco i pro: • Sono uno strumento di recruiting per attirare e trattenere i migliori talenti, in particolare Millennials e Gen Z; • I dipendenti hanno maggiori probabilità di sentirsi più soddisfatti e più apprezzati dall’azienda; • I dipendenti risultano meno stressati e più produttivi sul lavoro se sono liberi di prendersi del tempo libero per motivi personali; • Il datore di lavoro può beneficiare finanziariamente di minore assenteismo ingiustificato; • Le aziende possono risparmiare sulle somme da accantonare e pagare al momento della cessazione del rapporto di lavoro derivanti da congedi non utilizzati; • Le ferie possono diventare parte integrante della cultura aziendale se un luogo di lavoro flessibile si allinea ai valori dell’azienda stessa; • Sono un ottimo esempio di employer branding.
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Può causare scontento sul luogo di lavoro se solo il management, e non i dipendenti, ne possono usufruire.
Alcuni dei principali pro e contro mostrano lati opposti della stessa medaglia: le vacanze senza limiti possono migliorare la produttività di un’azienda o influire negativamente su di essa. Le stesse possono incoraggiare un ambiente più aperto e fiducioso o creare sfiducia tra la forza lavoro. La chiave del successo sta nell’implementare regole chiare e precise di utilizzo. Vacanze illimitate non significa che i dipendenti possano andare in ferie ogni volta che lo desiderano: perché un piano di ferie illimitato abbia successo, è necessario applicare un approccio ponderato e organizzato. Per esempio è una buona idea continuare a tenere separati gli eventi protetti (come malattia, maternità, permessi disabili) dalle ferie in senso stretto. Inoltre bisogna subito che venga messo in chiaro che l’azienda si aspetta che i dipendenti sappiano bilanciare il tempo libero con le loro responsabilità lavorative. Non bisogna sottovalutare il sistema di rilevazione della presenza: i dati da esso derivanti potrebbero fornire preziose informazioni sul benessere dei dipendenti oltre ad evitare eventi spiacevoli, come ad esempio più dipendenti chiave assenti lo stesso giorno – evento che potrebbe rallentare la produttività. Potrebbe inoltre essere necessaria una formazione al senior management per saper meglio gestire eventuali frustrazioni derivanti da un ambiente di lavoro molto flessibile. Anche l’introduzione di forme di lavoro agile può coadiuvare le aziende nell’introduzione di un programma di ferie illimitate.
L’AUTORE: ALESSIA CASONATO Group HR Operations Director presso SKS365 Malta Ltd, ha lavorato negli uffici del personale di Q8 Petroleum, Procter & Gamble, BNL, BNP Paribas, Philip Morris, Bristol-Myers Squibb, Ministero dei Beni Culturali e Scuderie del Quirinale, potendo avere esperienza diretta del meglio e del peggio delle risorse umane. È una dei pochissimi italiani a poter dire di essersi dimessa da un posto pubblico per ritornare nel settore privato e crede che la più letale arma di distruzione di massa siano i dipendenti scontenti.
Ed ecco i contro: • Si può creare sfiducia tra datore di lavoro e dipendenti se l’azienda mette in dubbio il motivo per cui un dipendente si sta prendendo del tempo libero; • Esiste il rischio che i dipendenti possano abusare di questo benefit, anche se i dati dichiarati dalle aziende che già ne fanno uso dimostrano l’esatto contrario; • La mancanza di una struttura consolidata può mettere a dura prova un’azienda o influire sulla propria produttività se i dipendenti chiave desiderano prendersi delle ferie prolungate; | 58 |
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UN CAPOLAVORO DI MERAVIGLIA E VARIETÀ INFINITA La marchesa Luisa Casati ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte e della cultura italiana, divenendo opera d’arte vivente e immortale La vita della Marchesa Luisa Casati, icona dell’arte e della cultura italiana del ventesimo secolo, senza dubbio assomiglia a un’iperbole che sfida audacemente i moti discendenti della storia, è un sorprendente ghirigoro, ingarbugliato e ammaliante al tempo stesso, è espressione viva e potente di un mistero unico e particolare che pure racchiude in sé aspirazioni e desideri universali. La bella Marchesa dagli occhi bistrati, amata da Gabriele D’Annunzio e ritratta da alcuni fra i più grandi pittori e artisti della sua epoca, ha infiammato con la sua personalità gli anni d’oro del primo Novecento, scegliendo di imprimere alla propria vita una marcia decisa e implacabile, al fine di renderla a tutti gli effetti un’opera d’arte destinata a sfidare l’oblio e la crudeltà del tempo. La Divina Marchesa, per Jean Cocteau “il più bel serpente del paradiso terrestre”, ha reso sé stessa figura unica, così tanto da restare impressa per sempre, libera e indistruttibile come nelle tele che l’hanno straordinariamente rappresentata. Nata a Milano il 23 gennaio del 1881, figlia di Alberto Amman, rampollo di una ricca famiglia austriaca di origine ebraica e promettente imprenditore del ramo tessile, e della cosmopolita di origine viennese Lucia Bressi, sorella minore dell’amata Francesca, per tutti Fanny, Luisa cresce in un ambiente ricco di stimoli e di interessi, è bella, intel| 60 |
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assaporare a Parigi, in viaggio di nozze, in occasione della ligente, ricca, eccentrica, dotata di un fascino e una pasgrande Esposizione Internazionale, è più adatta per i suoi sionalità fuori dal comune. Fin dall’infanzia, una febbre incredibili occhi verdi, resi ancora più affascinanti da un le brucia dentro, inarrestabile, è il desiderio di affrancarsi lieve strabismo di Venere e dal furbo artifizio delle gocce da ogni tipo di dipendenza a muovere ogni suo passo, di belladonna che ne dilatano le pupille, avidi e curiosi, di ogni sua ricerca: nelle vite di donne emancipate e libere arte, di creatività, di volontà sfrontata di stupire sempre e dal dominio maschile, come Sarah Bernhardt, Cristina di comunque, a ogni costo. Luisa Belgioioso, Elisabetta d’Austria decide di testare fino in fondo o la Contessa di Castiglione, la il complesso abisso della sua giovane Luisa cerca di decifrare Ogni reazione è buona pur di lasciare personalità: il suo corpo è la le coordinate del suo destino, tutti senza fiato. Come quando, lei, personale tela su cui dipindi cui vuole essere completa grande amante degli animali, gira di notte gere il suo capolavoro, dai padrona e signora, al di là per le calli di Venezia con un ghepardo capelli di un rosso fiammante, di ogni controllo. La morte acconciati con un modernisprematura dei genitori, però, al guinzaglio o ancora indossa un pitone simo e imitatissimo taglio appiccica addosso a lei e alla vivo come foulard intorno al collo. corto, agli “occhi lenti, di sorella l’etichetta di “più ricche giaguaro che digerisce il sole”, ereditiere d’Italia” e infine nel come li definisce il futurista 1900 Luisa sposa il marchese Marinetti, dall’abbigliamento ricercato e stravagante alla Camillo Casati Stampa di Soncino, da cui l’anno dopo passione per l’esotico, che permea il suo gusto nell’arreavrà la figlia Cristina: ma il demone di Luisa non può dare in maniera mai scontata le sue case e anche la sua quietarsi così facilmente, lei sente con ogni fibra del suo ispirazione nel camuffamento. Indimenticabili le sue feste corpo di non essere fatta per essere semplicemente una in maschera con i costumi confezionati di concerto con moglie e una madre. La vita familiare è un orizzonte troppersonaggi del calibro di Mariano Fortuny e Paul Poiret, po piccolo per il suo sguardo profondo orientato al futuro, o con il celebre costumista del Ballet Russes, Leon Bakst: l’imponente varietà del mondo che ha cominciato ad
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invidia, ossessione, scandalo, ni e Giacomo Balla sono solo ogni reazione è buona pur di alcuni dei pittori che affronteLuisa Casati diviene icona assoluta lasciare tutti senza fiato. Come ranno la sfida di fissare su tela della Belle Époque, scopritrice di talenti, quando, lei, grande amante il mistero del suo volto e del mentre si conferma giorno dopo giorno degli animali, gira di notte suo corpo, l’incantesimo oscuro per le calli di Venezia con della sua bellezza al di là del regina dei salotti e delle feste, un ghepardo al guinzaglio o tempo: in particolare, nei ditrasformando l’effimero in sublime. ancora indossa un pitone vivo pinti di Giovanni Boldini, con il come foulard intorno al collo, quale la marchesa allaccerà una lei, donna eccezionale, senza corrispondenza intellettuale paura, capace di essere sé stessa fuori da ogni misura, da fuori dal comune, riverbera la potenza maestosa dell’androogni senso comune. ginia moderna e straziante della marchesa, come possiamo Nella sua corsa a ostacoli contro l’ordinarietà, è decisivo ammirare nel leggendario quadro “La jeune femme au l’incontro e l’affinità elettiva con un’altra anima incontelevrier” e così come accade nel ritratto del fotografo Man nibile, quella del Vate D’Annunzio: fatale una caccia alla Ray del 1922. volpe, che li scopre e li svela, incrociandoli in un connubio Una esistenza votata consapevolmente all’eccezionalità e eccelso fatto di corrispondenza erotica e spirituale. Lei è alla scoperta dello straordinario dentro sé e fuori di sé si per lui Korè, la regina degli Inferi, l’unica donna al mondo spegne in Inghilterra, a Londra, dove Luisa Casati passa capace di sbalordirlo, tanto da diventare Isabella Inghirain stato di miseria gli ultimi anni della sua vita, dopo aver mi, la protagonista femminile del romanzo “Forse che sì sperperato tutto il patrimonio e alimentato una somma di forse che no”, pubblicato nel 1910. La loro relazione non debiti pari a 25 milioni di dollari. Il 1 giugno del 1957, in è un rapporto inoppugnabile ed esclusivo, ma è un fertile seguito a una seduta spiritica, la marchesa è stroncata da terreno d’incontro per accrescere verve creativa e libertà un’emorragia cerebrale che la condurrà alla morte. Sembra interiore: un coraggioso salto nel vuoto, tenuti insieme solo la descrizione di una parabola discendente, dagli altari alla dalla stretta leggera dei loro cuori. D’Annunzio suggerisce a polvere, ma non lo è: si tratta invece del capitolo concluLuisa di prendere dimora a Venezia, sua città specchio, arcasivo di un’esistenza libera in ogni senso possibile, persino na e decadente. Lei sceglie Palazzo Venier dei Leoni, attuale dal vincolo del successo. Luisa Casati ha beffato la morte, sede della fondazione Peggy Guggenheim, e questa nuova facendo di sé un capolavoro per sempre vivo, sacrificando sistemazione è la base per nuove forme di espressione: Luisa ogni cosa nel nome dell’ideale dell’arte per l’arte, riuscendo Casati diviene icona assoluta della Belle Époque, scopritrice a scalfire con la sua personalità impetuosa il freddo spazio di talenti, mentre si conferma giorno dopo giorno regina dell’eterno. Non a caso, per la sua tomba la nipote Moorea dei salotti e delle feste, trasformando l’effimero in sublime, sceglie un epitaffio, tratto dall’opera shakespeariana “Antoconquistando frotte di artisti che fanno a gara per ritrarla, nio e Cleopatra”, che incide nella pietra il grande e inimitalei Musa e Demone, inafferrabile e perciò sfida irresistibile bile talento di Luisa Amman Casati: “L’età non può appasquanto urgente. Augustus John, Kees Van Dongen, Romaine sirla, né l’abitudine rendere stantia la sua varietà infinita”. Brooks, Ignacio Zuloaga, Alberto Martini, Umberto BoccioElisabetta Pasca
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U.MANO U.MANO – Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà è la nuova mostra di Fondazione Golinelli aperta fino al 9 aprile 2020 che esplora l’interiorità dell’uomo e il suo aprirsi alla comprensione dell’universo che gli sta intorno
La mano è l’elemento di raccordo tra la dimensione Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo (Pinacoteca “F. del fare e quella del pensare ed è quindi fortemente Podesti”). Il Medioevo che lascia definitivamente spazio a rappresentativa della prospettiva di azione di Fondanuove e inedite imprese umane coincide con uno spostazione Golinelli di recuperare il segno di un legame mento dell’asse antropologico, con l’uomo che diviene oggi perduto: quello tra arte e scienza, che proprio nella progressivamente padrone del proprio destino. cultura italiana ha raggiunto il suo culmine. La mostra Il percorso conduce quindi il visitatore a un indice puntato U.MANO è allestita nel Centro Arti e Scienze Golinelli, verso il Cielo, a ricordare il destino di grandezza cui l’uouno spazio progettato da Mario Cucinella Architects, che mo è chiamato e che è tutto iscritto nel Giudizio Universale per l’occasione è stato trasformato in un tempio classidella Cappella Sistina. Quel dito, reinterpretato da Mico. Si parte da due grandi chelangelo Pistoletto nel installazioni centrali: le mani “quadro specchiante” che chiuse, emblema della riflesripropone la Creazione di «Le cose che creiamo non possono essere sione sulla propria origine e Adamo di Michelangelo solo utili ma devono anche riflettere quella interiorità, e quelle aperte, nella contemporaneità, bellezza senza la quale il genere umano rischia che rappresentano invece indica un’idea della Crel’esplorazione e la conoscenazione diversa da quella di perdere la sua parte immateriale, la più za del mondo circostante. La della tradizione antica, preziosa: lo spirito» terza installazione, prodotta in cui il tocco della mano Andrea Zanotti, - Presidente di Fondazione Golinelli da Fondazione Golinelli in rappresenta l’elemento occasione di ArteFiera 2019, di raccordo tra Creatore è quella mano-cervello, una e creato, tra la pura cascultura “aumentata” che invita ad osservare come osserpacità creativa e il mondo delle cose, avviando l’uomo alla viamo, giocando prima con gli inganni della percezione e conoscenza, invitandolo a sviluppare le proprie potenziapoi con la manipolazione dei dati di osservazione. lità. Un nuovo, possibile destino che, ancora una volta, è Riannodare i fili della memoria passata permette all’uomo nelle nostre mani. di restare legato alla sua origine e, quindi, di procedere verso il futuro con più certezza. Pertanto, nel percorso U.MANO - Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà della mostra sono collocati dipinti realizzati tra CinqueA cura di: Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fioricento e Seicento, particolare momento storico nel quale si ni e Stefano Zuffi è registrato un cambio di passo per alcuni versi simile a Centro Arti e Scienze Golinelli | Opificio Golinelli, via Paolo quello che stiamo vivendo ora: la Madonna col Bambino Nanni Costa, 14 - Bologna attribuita a Caravaggio; Giuditta e Oloferne di Giovan Fino al 9 aprile 2020 Battista Crespi; Il Cristo della moneta di Mattia Preti; la Informazioni su: www.mostraumano.it | www.fondazionegolinelli.it Madonna col Bambino di Ludovico Carracci e San GiovanSveva Riva ni Battista di Guercino (Pinacoteca Capitolina); Ritratto di | 66 |
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CATTIVE ACQUE Uno scandalo mondiale raccontato con efficacia nel film con Mark Ruffalo
Ecco un tipo di film che un critico, o almeno ia di persone e capi di bestiame. Uno scandalo che ha chi scrive, trova particolarmente interessante, risonanze ancora oggi, un processo durato anni e una ovvero i film che non hanno alcuna (apparente) giustizia ancora non proprio chiara: Cattive acque attinenza con la carriera di un regista, con i suoi racconta questa vicenda inquietante come un dramma temi, con il suo modo di girare. Film su commiscivile e legale, giocando però soprattutto - e sta qui sione a volte, marchette nella peggiore delle ipotesi, l’interesse per il regista - sulle sfumature. ma che costringono a chiedersi cosa ci sia in quel film Tutto nasce dall’interesse di Mark Ruffalo, il protagodi ciò che conosciamo - o pensiamo di conoscere - di nista del film e attivista per cause civili e ambientali, quell’autore. Cattive acque, nelle sale dal 20 febbraper l’articolo “The Lawyer Who Became DuPont’s io, è il nuovo film di Todd Haynes, regista di film a Worst Nightmare” di Nathaniel Rich pubblicato sfondo musicale come Velvet Goldmine e Io non sono dal New York Times Magazine: da qui la messa in qui oppure di melodrammi retrò come Lontano dal piedi della produzione partendo dalla sceneggiatura paradiso e il capolavoro Carol. Cattive acque è invece di Mario Correa e Matthew Michael Carnahan e il un film di denuncia vecchio stampo, sulla scia di coinvolgimento di Haynes alla regia. Haynes quindi, classici come Sindrome autore tra i più personali cinese e Silkwood o del e originali del cinema recente e sottovalutato statunitense recente, si Cattive acque è un film di denuncia vecchio Promised Land di Gus mette al servizio di un Van Sant, uno di quei progetto, lo realizza con stampo, sulla scia di classici come film solidi, quadrati e professionalità cercando Sindrome cinese e Silkwood o classicissimi che non di coinvolgere lo spettatodel recente e sottovalutato c’entrano nulla con il re, di indignarlo, di farlo Promised Land di Gus Van Sant percorso di Haynes. La appassionare a una vicencuriosità così si accende: da che probabilmente ci cosa c’è in questo film portiamo ancora dentro da convincere il suo casa, nelle nostre pentole regista a realizzarlo? antiaderenti, se è vero come recitano le didascalie Il film racconta una storia vera, quella dell’avvocato finali che è probabile che il 99% di esseri umani abbia Bilott, esperto nella difesa delle aziende chimiche che del PFOA nel sangue. Qui però sta l’interesse di chi sul finire degli anni ’90 diventa il paladino nella causa guarda il film non solo per godersi una storia interescontro una di queste aziende, la DuPont, colpevole sante: Haynes mentre fa il massimo per narrare nel di aver inquinato impunemente i corsi d’acqua e i migliore dei modi si prende i suoi spazi e i suoi tempi terreni sversando i rifiuti della produzione di acido per approfondire ciò che da autore gli è sempre inteperfluoroottanoico, ossia il teflon di cui Bilott proverà ressato, ovvero la consistenza potremmo dire “pittorila tossicità, portando alla malattia e alla morte migliaca” delle atmosfere e ovviamente le sfumature umane | 69 |
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dei personaggi. Si pensi per esempio alla prima sequenza, quella che accompagna i titoli di testa, che pare l’inizio di un film horror con dei ragazzi spensierati che vanno a fare il bagno notturno al lago: la cadenza dei tempi, la suspense sottile, i fumi che salgono da quel lago. E di fatto, a pensarci bene, Cattive acque è un horror e Haynes ci gioca parecchio con questo doppio senso filmico, soprattutto quando descrive la realtà rurale devastata da quelle acque, con la popolazione ridotta come dei sopravvissuti a un’epidemia zombie, tra tumori, deformazioni e denti neri. Dall’altro lato, Haynes si preoccupa parecchio di non farsi prendere dalla frenesia del dramma giudiziario (e infatti il finale è la parte meno riuscita del film) e si concentra sulla descrizione dei personaggi, costruendo un mondo rurale che sembra uscire dal cinema recente di Clint Eastwood, fatto di “cittadini bianchi” conservatori, gente comune che finisce in situazioni eccezionali suo malgrado, legata a vecchie tradizioni e valori morali e che si trova schiacciata dal potere delle istituzioni. Sta qui probabilmente il cuore del film, nell’illuminare in modo agghiacciato il ricatto morale del capitalismo deregolato, che chiede ai governi di scegliere tra salute e lavoro, un ricatto che viviamo anche sulla nostra pelle italiana, basti pensare all’Ilva. Anche il confronto tra la borghesia conformista e una classe media lontana dai privilegi è un tema che non è estraneo a Haynes e che in Cattive acque viene raccontato con lo stesso tono pudicamente commosso di film come Lontano dal paradiso; il resto è un film cosiddetto medio, solido e aperto a un pubblico più ampio rispetto a quello che ama i film del regista, realizzato per tre quarti con una cura del racconto precisa. Però, siamo sinceri, alla fine resterà nella memoria per la prova di Ruffalo, che costruisce il personaggio di Bilott su un’espressività timida, remissiva ma sorniona, appassionata ma quasi messa in disparte. La sua personale cifra d’attore fuori dai fuochi d’artificio di Hulk.
L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.
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Riccardo Fassi è uno dei giovani della lirica italiana ma, nonostante, l’età, vanta un curriculum di tutto rispetto. Dopo aver studiato canto al Conservatorio di Milano (la città nella quale è nato 27 anni fa) ha vestito i panni dei grandi personaggi dell’opera internazionale, dal Masetto al ruolo del protagonista nel Don Giovanni, passando per Figaro nelle omonime Nozze: Riccardo Fassi è, insomma, uno dei profili più interessanti del canto lirico italiano e internazionale e, in avvio di questo 2020, abbiamo parlato con lui della sua breve ma comunque ricca esperienza sui vari palcoscenici del mondo. Un’esperienza che lo ha anche portato a recitare al Teatro alla Scala di Milano. Riccardo ci ha metaforicamente aperto il sipario sulla sua carriera. Ecco quello che ci ha raccontato.
SUL PALCO CON RICCARDO FASSI Ascoltando la sua voce ogni dubbio viene a cadere. Il registro è quello del “basso”, basso baritono (o cantabile) per essere esatti, e con una dote del genere sarebbe stato quasi un crimine non dedicarsi al canto lirico
Riccardo, iniziamo dal principio. C’è un motivo particolare che ti ha indirizzato verso il canto? Sicuramente una passione per la musica nella sua totalità: sin da piccolo è sempre stata un elemento centrale nella mia sfera emotiva. In famiglia nessuno è musicista e, passando per la chitarra suonata in modo amatoriale, sono approdato per casualità al canto che da leggero, grazie al mio Maestro Gianluca Valenti, è divenuto lirico dopo pochissimo. Come ricordi la tua gavetta e i tuoi primi insegnanti? La gavetta è stata inclusa in un disegno che con il mio Maestro abbiamo tracciato con umiltà e visione a lungo termine. Dopo le prime esperienze, prevalentemente come aggiunto in qualche coro dove ho potuto saggiare il palcoscenico e cosa significasse cantare a teatro, sono arrivate le prime vere esibizioni come solista. | 73 |
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Nel 2014 il tuo primo ruolo, Masetto, nel Don Giovanni. Cosa ricordi della tua preparazione e dell’avvicinamento a questa performance? Il debutto fu sicuramente una grande esperienza e la ricordo con piacere: il ruolo era perfetto per lo scopo e il risultato fu accolto positivamente. Il capolavoro Don Giovanni mi sta accompagnando, adesso sto continuando a interpretare Don Giovanni o Leporello, di cui sono fresco di debutto, e lo farà per tanti anni. Nel corso degli anni poi hai ricoperto molti ruoli. Come è cambiato, se è cambiato, il tuo approccio a questi? Sin dal principio l’approccio ai ruoli è stato lo stesso: rigoroso studio e massimo impegno, con il passare degli anni ho aggiunto maggiori “sfumature” e ho approfondito allo stesso tempo interpretazione ed esigenze esecutive. Fondamentale lo studio con il mio paziente Maestro e accompagnatore Stefano Giannini. L’emozione per la prima, invece, rimane sempre la stessa? L’emozione è il motore di tutto: preparazione ed esecuzione poi arrivano di conseguenza. A volte “la prima” come esperienza emotiva la si ha durante le prove, è come se scattasse una molla che spazza via preoccupazioni e sovrastrutture di pensiero lasciando solo emozione e musica. Che sensazione si prova a recitare al Teatro alla Scala? Recitare alla Scala risulta un’emozione incredibile sin dalle prime prove sul palcoscenico, appena vi si mette piede dalle quinte si entra in questa “dimensione parallela” emotiva indescrivibile... ad esempio essere nel teatro vuoto prima di una recita e pensare che dopo poco lo spazio si riempia di volti, suoni e magia è un’emozione che non si può descrivere. Per chiudere, che progetti hai per il 2020? Nel 2020 mi aspettano meno debutti rispetto al 2019 e molte piazze italiane: inizierò con il Trovatore in Scala tornando con il ruolo di Ferrando, interpreterò Colline nella Bohème al Teatro Regio di Torino e a Las Palmas, debutterò sia come Enrico VIII nell’Anna Bolena di Donizetti a Genova sia nello Stabat Mater di Rossini al Rossini Opera Festival in forma semi-scenica. In cantiere comunque c’è molto altro, tra cui l’ambizioso progetto della Trilogia Mozartiana (Don Giovanni, Nozze di Figaro e Così fan tutte) del Teatro Massimo di Palermo. Alessandro Creta | 74 |
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THE MANDALORIAN: OLTRE A BABY YODA C’È DI PIÙ Il 24 marzo sbarca in Italia la piattaforma Disney+, che tra i titoli di punta presenta “The Mandalorian”, nuovo avvincente capitolo seriale della Saga di Star Wars
La novità ghiotta di questa serie è che, a differenza di altri Che la Forza sia con noi o quanto meno ci aiuti: le prodotti del brand Star Wars lanciati sotto la gestione Disney, coronarie degli italiani famelici di serie tv sono messe a in questo caso lo spettatore ha di fronte una storia piuttosto dura prova dall’incipiente irruzione nella penisola della slegata dalle avventure note delle trilogie, con un personaggio piattaforma streaming targata “Fabbrica dei Sogni”, in del tutto inedito come protagonista. Bingo! Il risultato è la altre parole Disney+. L’avvento in Italia del nuovo servizio, possibilità di lasciarsi conquistare da un contesto certamente agguerrito e potentissimo competitor del pioniere Netflix, è familiare, ma allo stesso tempo del tutto nuovo, e di innafissato per il 24 marzo e già la fibrillazione degli addicted è morarsi e sorprendersi in maniera alle stelle, anche perché l’acquisizione inaspettata grazie a questo originale di LucasFilms ha portato nel roster filone di storie, che regala l’espeDisney il patrimonio straordinario del The Mandalorian è la prima rienza di una prima volta non solo ai franchise di Star Wars. Archiviata la serie live-action ambientata neofiti, ma anche all’ampia audience trilogia dei sequel, tutta l’hype degli dei fedelissimi. Non a caso, infatti, il adepti al culto di Guerre Stellari si è nell’universo di Star Wars, protagonista appartiene alla celebre concentrata sulla serie tv “The Manle cui vicende sono collocate stirpe dei Mandaloriani, guerrieri per dalorian”, che ha riscosso in America cinque anni dopo la caduta vocazione provenienti dal pianeta un successo travolgente e attende di dell’Impero mostrata alla fine di Mandalore e famosi nell’universo di essere divorata e amata con la stessa “Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi” Star Wars grazie a illustri rappresenmaniacale devozione anche nel Beltanti come Jango Fett e il suo figlio/ paese. Dave Filoni e Jon Favreu sono clone Boba Fett. Il nostro Mandalole menti che nel 2019 hanno ideato il riano, altrimenti conosciuto come progetto, distribuito in esclusiva su Mando, interpretato da Pedro Pascal, l’indimenticato Oberyn Disney+: la loro è la prima serie live-action ambientata nell’uMartell di Game of Thrones, ricalca poi l’archetipo del caniverso di Star Wars, le cui vicende sono collocate cinque valiere solitario, declinato in salsa Far West futuristica: è un anni dopo la caduta dell’Impero mostrata alla fine di “Episopistolero mercenario senza nome che si sposta da un pianeta dio VI – Il Ritorno dello Jedi”, più precisamente 9 anni dopo all’altro per acciuffare i criminali e riscuotere le taglie che la Battaglia di Yavin che conclude “Episodio IV – Una Nuova pendono sopra le loro teste. Una routine piuttosto consolidata Speranza”; The Mandalorian è ambientata quindi venticinque e rodata la sua, almeno fino a quando non gli viene richiesto anni prima rispetto a “Episodio VII – Il Risveglio della Forza”. | 76 |
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di ghermire una creatura molto particolare, “il bambino”, che spariglia del tutto le carte al suo tavolo. “Il bambino” altri non è se non una versione fanciullesca dell’amatissimo Maestro Yoda: questo “baby Yoda” e i suoi occhioni da cerbiatto hanno mandato letteralmente in visibilio fan vecchi e nuovi, scatenando una lotta senza quartiere per accaparrarsi gadget e pupazzetti del tenero pargolo verde. Le action figure Funko! Pop e tutto il ricchissimo ventaglio di merchandise a tema, infatti, sono praticamente andati a ruba, divenendo oggetto di culto e desiderio: il personaggio è stato creato come pupazzo fisico e animato solo in parte con la CGI e questo ha contribuito senz’altro a rendere Baby Yoda ancora più tenero ed espressivo. Tanto adorabile da scalfire persino l’impenetrabile corazza del Mandaloriano, al punto che Mando alla fine sceglierà di non consegnare il frugoletto ai committenti ma di tenerlo con sé per proteggerlo da una pletora di cattivoni che intendono rapirlo. In America sono già tutti pazzi del misterioso guerriero, tiratore sopraffino, perennemente celato dal suo peculiare elmo eppure ugualmente affascinante. The Mandalorian, insomma, possiede
The Mandalorian, insomma, possiede tutti gli ingredienti giusti per ingolosire lo spettatore, giocando sul doppio binario di una tradizione consolidata che però ha ancora tanto da raccontare tutti gli ingredienti giusti per ingolosire lo spettatore, giocando sul doppio binario di una tradizione consolidata che però ha ancora tanto da raccontare: tutti i personaggi della serie non sono figurine bidimensionali che si muovono sullo schermo meccanicamente come in un videogioco vecchio stile, ma ognuno di loro è dotato di profondità e sfumature interessanti. Oltre a Pedro Pascal, nel cast troviamo anche attori del calibro di Carl Weathers, Werner Herzog, Nick Nolte, Taika Waititi, Gina Carano, Ming-Na Wen e Giancarlo Esposito, che garantiscono carne e sostanza a un progetto di intrattenimento che appassiona, diverte e fa vibrare i cuori. La corazzata di Disney+ ha dalla sua una potenza di fuoco non indifferente e The Mandalorian, la cui seconda stagione è già prevista per il prossimo ottobre, si candida ad essere uno dei prodotti di punta, gioiellino sincretico capace di mixare atmosfere vintage e futuristiche e di regalare azione e intrecci sempre più avvincenti. Oltre a Baby Yoda c’è di più: nella galassia lontana lontana, resta ancora moltissimo spazio per incredibili e inaspettate avventure. Elisabetta Pasca | 78 |
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orari di ingresso: sabato e domenica 10.00-20.00 biglietto di ingresso â‚Ź 10 feriali 15.00-20.00 ingresso gratuito BABY PARK GRATUITO
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BASELWORLD, L’ALBA DI UNA NUOVA ERA Ultimi ritocchi prima del taglio del nastro per l’annuale rassegna di Basilea dedicata agli orologi, ai gioielli e alle gemme. A impreziosire la primavera d’oltralpe tanti brand ormai di casa e una new entry d’eccezione che porta alta la bandiera del made in Italy.
designer, influencer e blogger, con la stampa, i Il mondo sta cambiando e Baselworld, la più distributori e i collezionisti. Si sperimenteranno importante fiera internazionale di orologeria esperienze olografiche, app rivoluzionarie e nuove e gioielleria al mondo, lo segue a ruota libera. piattaforme business, verranno usati simulatori in Ad ospitare l’evento da oltre un secolo è la Svizzearee della fiera appositamente dedicate e si svolra, terra rinomata per la precisione e la puntualità geranno esperienze live incredibili. Il dialogo è dei suoi abitanti, che non poteva di certo restacostante tra community e imprese, tra domanda e re indietro. Al cuore di questa edizione 2020 vi offerta, e ogni appuntamento saranno infatti l’innovazione sarà trasmesso in streaming e la trasformazione digitale, la su varie piattaforme social, tecnologia e le nuove frontieGli smart watch saranno i veri ultimando la metamorfosi re dell’elettronica. Perché il protagonisti di quest’anno. avviata nel 2019. modo in cui la società guarda Se ne discuterà in una serie Ma non finisce qui. Altretal tempo e al suo scorrere, non di incontri e dibattiti in programma tanto spazio sarà riservato è più quello di una volta e così ai gioielli, alle gemme e alle anche i nostri fedeli compacon i CEO di aziende leader perle, settori che registrano gni da polso. Quegli accessori del settore, designer, influencer un incremento del 50% in abituati a ticchettare al solo e blogger, con la stampa, termini di espositori. Da scopo di battere le ore, adesso i distributori e i collezionisti. sommare poi ai vari rami stanno vivendo una rinnovata connessi, dal marketing gioventù: perdono alcune delle alla vendita, con particolare loro caratteristiche più tipiche, attenzione all’e-commerce. Tanti i pop up store come le lancette, e acquistano in cambio schermi e previsti e accresciuta la presenza di marchi emerfunzioni inedite. genti e indipendenti accanto ai più rinomati ChoA Baselworld lo sanno bene tanto che si parla degli pard, Gellner con le sue perle, William Goldberg, smart watch come i veri protagonisti di quest’anno. Ponte Vecchio Gioielli, ambasciatore dell’arte orafa Se ne discuterà in una serie di incontri e dibattiti in fiorentina, Yoko London e Ariha. programma con i CEO di aziende leader del settore,
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La grande novità di questa edizione numero 103 è l’ingresso di Dolce&Gabbana nel parterre dei brand aderenti a Baselworld, che colma l’abbandono di Gucci. Per i due designer italiani, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, imbarcarsi nello show è una sfida difficile ma che - hanno dichiarato - vale la pena di affrontare. La missione della fiera rispecchia i loro ideali comuni. Il mondo dei gioielli e dell’orologeria permette infatti di coniugare l’amore per i dettagli, la ricerca scrupolosa dei materiali e la passione per l’artigianato. Senza contare il fatto che la vetrina di Basilea costituisce un acceleratore di notevole portata per il loro business, per citare le parole dell’Ad di D&G, Alfonso Dolce. Baselworld sta abbracciando il cambiamento e conferma di avere fiuto per le nuove tendenze pur celebrando la tradizione con i nomi storici di Rolex, Tudor, Chanel, Zenith, Bulgari, e il lusso con un’ospitalità di livello e servizi ad alto tasso tecnologico a disposizione dei visitatori. A Basilea, insomma, si guarda al futuro, un futuro da portare anche al polso. 30 aprile – 5 maggio 2020 www.baselworld.com Beatrice Vecchiarelli
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Time Æon Foundation debutta a Basilea Baselworld sta sempre più evolvendo in una piattaforma di esperienze. Ospitando la Time Æon Foundation, il cui obiettivo è mantenere viva la tradizione orologiera, Baselworld offrirà ai suoi 80.000 visitatori l’opportunità di scoprire un autentico laboratorio dedicato all’arte dell’orologio e al mondo della decorazione artigianale con il maestro orologiaio Michel Boulanger.
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La collezione Primavera/Estate 2020 di Corneliani mette in campo suggestioni vintage per reinterpretare il concetto di eleganza in una chiave più smaliziata e casual, per dimostrare che lo stile può essere preservato ed esaltato anche nelle situazioni più informali. La scelta di materiali di primissima qualità e lavorazioni all’avanguardia, con un’attenzione particolare all’attuazione di una moda sostenibile, conferiscono un’aura di fascino e charme anche al più classico degli outfit, come l’intramontabile tris composto da giacca a vento, camicia e bermuda, declinato in scala di colore dal bianco al beige.
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I colori caldi della natura vestono l’Uomo Corneliani, conferendo un tocco di morbidezza anche alle linee più decise e austere. Il completo grigio corda di ispirazione 70s, dalla vestibilità slim fit, richiama le note della tepida frescura del sottobosco, suggerendo un senso di comfort senza rinunciare nemmeno per un secondo ad una raffinatezza sofisticata e ricercata. La semplicità viene elevata fino al sublime, sfruttando l’innata nobiltà di tessuti come cotone, lino e seta. La sensibilità aristocratica di Corneliani e la sua attitudine green riescono ad accordarsi perfettamente a un afflato di modernità e innovazione, componendo il ritmo di una melodia di bellezza eterogenea e intrigante. Così la nuova collezione è un trionfo di leggerezza, in cui spiccano capi di gran carattere come i techno-blazer dalla texture ultra-moderna e i maglioni a righe che creano una punteggiatura di colore e linee utile a movimentare l’architettura complessiva dell’outfit. | 86 |
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Il potente richiamo della natura riverbera anche nelle declinazioni di colore più fredde, come il grigio pietra del total look composto da paletot monopetto, polo e pantalone palazzo con piega centrale. La scelta di colorazioni e materiali naturali è manifesto concettuale di una volontà ben precisa: preservare l’ambiente e la bellezza allo stesso tempo, in un connubio che riesce ad esprimere in ogni sua sfaccettatura i valori di “Style & Freedom”, tanto cari al brand e trait d’union della collezione.
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La sartorialità d’eccellenza di cui Corneliani è bandiera trova nella collezione Primavera/Estate 2020 nuove vette di professionalità e saper fare. L’impegno del marchio si rinnova in una ricerca casual che non rinuncia alle ambizioni più elevate e, nell’ottica di uno sviluppo del settore moda sempre più virtuoso, offre ai clienti un guardaroba techno-sartoriale dalle prestazioni elevatissime, ma confortevole e performante, per trasformare il tempo libero in uno spazio prezioso da vivere pienamente.
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Chef Bartolini scandisce bene ogni parola, quasi selezionando attentamente i suoi pensieri per sottolineare al meglio quella che è la sua filosofia non solo in cucina. Parla lentamente e attentamente colui che, riconoscimenti alla mano, è lo chef più premiato d’Italia. Una selezione accurata di ogni espressione che compone le sue frasi, così come scrupolosa è la scelta degli ingredienti protagonisti dei suoi piatti. Nel corso della sua carriera lo chef ha fatto incetta di “trofei” e riconoscimenti , ma la vera notizia è che lo chef toscano è riuscito a conquistarsi tutto questo successo ad appena 41 anni. Nato nel 1979 a Pescia, provincia di Pistoia, in passato si è definito il “Pirlo dei fornelli”. Ciò che l’accomuna al famoso ex centrocampista è la capacità di organizzare e organizzarsi in mezzo ai fornelli della cucina, il suo campo da gioco, uscendone sempre con piatti dalla grandissima qualità e ricercatezza. Fil rouge del suo percorso proEnrico Bartolini è, numeri e riconoscimenti fessionale la costante ricerca dei principi di “qualità” del alla mano, il miglior chef d’Italia. Grazie cibo e “fiducia” nelle persone al ristorante presso il MUDEC di Milano, con cui lavora, un team che e al Glam di Venezia, il 2019 è stato l’anno condivide i suoi stessi valori della definitiva consacrazione del cuoco toscano umani. Enrico Bartolini nella sua cucina ama pescare dal passato prima di sottoporre i piatti ad una rivisitazione moderna. “Contemporary Classic” è, infatti, la sua filosofia, una chiave di lettura che esalta il “classico contemporaneo”, titolo anche del suo libro uscito nel 2017. “Voglio esprimere contemporaneità” dice - “il piacere di stare a tavola, l’essenzialità nei piatti con la concentrazione dei sapori ricavati da pochi ingredienti”. Abbiamo intervistato lo chef che, con la calma tipica dei forti, ci ha aperto le porte della sua cucina e del suo pensiero. Ecco cosa ci ha rivelato.
A 3-STAR IS BORN
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Il 2019 possiamo considerarlo il tuo anno di grazia. Come l’hai vissuto? Me ne devo ancora rendere conto. In particolar modo dall’annuncio della terza stella, cui va aggiunta la conferma delle Tre Forchette, c’è stata una valanga di richieste di ogni genere, soprattutto di prenotazioni. Questo a conferma che qualcosa di buono durante questi anni è stato fatto e che il nuovo obiettivo da porsi non può essere che confermare e consolidare questo riconoscimento anche in futuro. Dai tempi di Marchesi non si vedeva la terza stella a Milano. Che effetto ti fa essere accostato al nome di un grande maestro come lui? Non me ne capacito ancora perché è una cosa troppo grande da pensare. Marchesi è stata una persona speciale che ha aperto una strada in un momento in cui in Italia non c’era l’attenzione che c’è oggi nei confronti della gastronomia. A Milano da più di 25 anni non c’era un tristellato e questo era un peccato, ma già da giovane sentivo questa “missione”, che Milano dovesse avere un tre stelle ed esserci come protagonista è un onore pazzesco. Come ho detto alla presentazione della Guida è come vincere un oro alle Olimpiadi, poi averlo ricevuto nella città di Milano ci mette al centro di un’attenzione ancor più straordinaria. È un momento particolare per Milano. Dall’Expo in avanti c’è stato grande fermento e l’assegnazione delle Olimpiadi invernali non ha fatto altro che accentuare questa attenzione … Devo dire che il post Expo è stato il meglio che la città si sarebbe potuta augurare. Prima di quell’evento ricordo molta diffidenza, ma questo perché non si dà mai fiducia alle iniziative importanti. L’Expo ha acceso una luce straordinaria sulla città e ne stiamo ancora riscuotendo il successo. Milano dunque è viva e l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 ne è la conferma indiscussa: siamo di nuovo sotto i riflettori internazionali e questo è fonte di benessere per tutti. Sono contento di poter far parte di un simile momento storico.
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Sopra: Alici, ostriche e caviale 2019 Sotto: Spaghettone trafilato bronzo all’anguilla affumicata e calamaretti spillo all’alloro
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Qual è secondo te il plus che ti ha garantito in parIl fatto che ci siano culture diverse che ospitiamo, e ticolar modo i riconoscimenti ottenuti nel 2019? viceversa, lo trovo un piacevole scambio umano prima Sottolineo che più noi cuochi lavoriamo e più siamo conche gastronomico. centrati e a disposizione degli ospiti, più le cose riescono Che l’identità dei luoghi debba essere rispettata è e vengono percepite al meglio. Ai miei occhi è apparso indubbio, ma questo non significa che un italiano non evidente un miglioramento a livello di sala, con il consopossa cucinare a New York o che un cinese non possa lidamento di alcuni passaggi che danno maggior confort cucinare a Firenze. agli ospiti e l’approfondimento culturale dell’idea che c’è È bello che ci siano le opportunità, basta che alla base nel menù. Ho sempre detto che un ristorante per piacere ci sia la buona qualità, una storia da raccontare che deve offrire una grande location possa far funzionare il sistema e un grande servizio, perché la gastronomia (dal piccolo produtcucina deve essere straordinaria tore al piatto finito) nel miglior “Ho sempre detto che un ristorante sempre, ma a volte soprattutto modo possibile, seguendo per piacere deve offrire un le famiglie prediligono queun’impronta etica che non può grande luogo e un grande servizio.” sti due aspetti. Ultimamente mai mancare. Se invece si vuol ci siamo concentrati molto e consumare il cibo solo per sfizio questo si fa se ci sono le figure diventa uno spreco. umane adatte a questo tipo di lavoro, perché è importante che il personale di cucina e Come descriveresti la tua proposta gastronomica di sala diventino complici e coesi. Il ristorante non deve all’estero? distinguere questi due ambienti, ma riunire tutto sotto Hong Kong, Dubai e Abu Dhabi: presenti i piatti un obiettivo comune. della tradizione italiana o ti fai un po’ contaminare da quella del luogo? Voi chef siete ormai diventati dei personaggi con Noi italiani quando siamo fuori abbiamo un forte senso una forte eco mediatica e un forte seguito anche di comunità, riconoscibile in quei tratti che ci hanno al di fuori del mondo della cucina. Quali sono i reso famosi nel mondo a partire dagli anni 80. messaggi più importanti che Enrico Bartolini vuole Guardando dalla prospettiva dell’ospite se si fa una trasmettere alla gente? cucina popolare e ben riconoscibile si ha più successo. Quando ho iniziato a fare questo mestiere puntavo a Quando sono all’estero non faccio esattamente il fine far bene il cuoco in una cucina dove, tra tante persone, dining che propongo in Italia: si tratta di locali con un non sarei stato io lo chef. Con la scoperta del fine dining numero di coperti maggiore e le ricette sono prima di sono diventato sempre più ambizioso e questo mi ha tutto quelle che danno un senso di piacevolezza agli stimolato sempre di più. Ora il nostro ruolo in effetti è ospiti. sotto i riflettori più che mai e il messaggio che credo sia importante trasmettere è quello legato all’importanza Per chiudere, raggiunta la vetta in cosa si può della formazione, soprattutto nel periodo post scolastico. ancora migliorare? Spero che i giovani che entrano nel mondo del lavoro Non uso mai il termine “vetta”, ma ammetto che espossano studiare le esperienze di chi è considerato più sendo dei cuochi ci è stato riconosciuto di appartenere bravo per assumere consapevolezza e costruirsi il pera una categoria di eccellenza. È bello potersi sentire corso migliore possibile. È così che cresce il livello cultuun riferimento per qualcun altro o aver dato vita a un rale, ma bisogna avere pazienza e la giusta ambizione. ambiente in cui si generano aspettative per chi viene a vivere le nostre esperienze. Si parla molto e in maniera piuttosto gelosa di Dunque sento un po’ il senso di responsabilità e un identità di cucina italiana, ma sappiamo che questa po’ l’emozione di dover fare al meglio quello che ho si è formata nei secoli attraverso molte contamisempre sognato di fare. Quindi è bello, assieme a tutto nazioni. Oggi sembra esserci una forte influenza, il team, potersi esprimere ai massimi livelli. specie sui clienti, di proposte orientali: secondo te dobbiamo salvaguardare la nostra identità oppure c’è spazio per altre contaminazioni? Alessandro Creta | 95 |
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QUALCUNO SALVI L’ARCOBALENO DI SAMMEZZANO Il Castello di Sammezzano è il più spettacolare esempio di architettura orientalista in Italia: un incredibile caleidoscopio di colori, forme e simmetrie che trasportano lo spettatore in luoghi lontani. Ma serve una rapida iniziativa per restituirlo alla collettività
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Quando un’opera d’arte è trascurata, nascosta allo sguardo dei visitatori e non può essere ammirata, quell’opera d’arte, in un certo senso, non sta svolgendo lo scopo per cui è stata concepita, ossia trasmettere, comunicare al prossimo, aggiungere nella mente delle persone un ulteriore tassello al variegato e differente mosaico della concezione della bellezza nel mondo. Da questo punto di vista, lo stato di abbandono di una meraviglia come il Castello di Sammezzano appare proprio come una mancanza, una colpa nei confronti della collettività, che, per motivi di mala gestione e di farraginosa burocrazia, si vede privata di un’opera architettonica che non ha eguali. Il Castello di Sammezzano sorge nei pressi di Leccio, frazione del comune di Reggello nella provincia di Firenze, in Toscana. Si tratta di una costruzione dallo spiccato stile orientalista, con decori e architetture che richiamano apertamente l’arte moresca. Il perché è presto detto: anche se l’edificio originario, alla base dell’attuale castello, risale circa al 1605, nell’Ottocento passa in eredità al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che lo ristrut-
Passeggiare per le sale del Castello di Sammezzano significa fare un tuffo in un caleidoscopio di colori, forme e simmetrie che ci trasportano immediatamente in luoghi lontani. tura e lo riprogetta tra il 1853 e il 1889. Nel far ciò, il marchese di origini spagnole decide di seguire i canoni estetici dettati dall’Orientalismo, corrente culturale che si diffonde in tutta Europa dall’inizio del XIX secolo e che vede in Firenze uno dei principali centri propulsori. Ferdinando inizia così a modificare la struttura esistente, una grande fattoria, e a realizzare nuove sale, come la Sala d’ingresso nel 1853, il Corridoio delle Stalattiti nel 1862, la Sala da Ballo nel 1867 e la Torre centrale che riporta scolpita la data del 1889. Ci sono voluti circa quarant’anni per completare la ristrutturazione del castello, ma il risultato ne è valso la pena: il Castello di Sammezzano è infatti il più importante e sorprendente esempio di architettura orientalista in Italia. Ognuno dei suoi mattoni, dei suoi stucchi e delle sue piastrelle sono stati realizzati in loco da mano d’opera locale adeguatamente istruita. | 98 |
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Come se non bastasse, all’edificio è annesso un meraviglioso parco, con il più numeroso gruppo di sequoie giganti in Italia: ben 57 esemplari adulti, tutti oltre i 35 metri. Fra queste la cosiddetta “sequoia gemella”, alta più di 50 metri e con una circonferenza di 8,4 metri, che fa parte della ristretta cerchia dei 150 alberi di “eccezionale valore ambientale o monumentale”. Passeggiare per le sale del Castello di Sammezzano significa fare un tuffo in un caleidoscopio di colori, forme e simmetrie che ci trasportano immediatamente in luoghi lontani. Nel suo insieme, l’effetto è quasi psichedelico, con una commistione di cromatismi che sembra quasi voler soffocare lo sguardo, in una proposta eccentrica dell’arte moresca.
Già nelle prime stanze, il visitatore può intuire cosa lo attende. Su tutti, è proprio il salone d’ingresso, anche detto “Sala del Non Plus Ultra”, a dare meglio un’anticipazione. Appena entrati, l’occhio si perde tra i mille colori, le forme e gli specchi che decorano l’intera stanza. Due emblemi araldici incoronati ricordano le casate dei Panciatichi e degli Ximenes, alle quali appartiene il marchese. In questo ambiente infatti ricorrono spesso le iniziali P.X., Panciatichi Ximenes, non sempre facili da identificare perché in perfetta sintonia con le decorazioni. Attorno alla porta centrale che conduce alla successiva Sala dei Gigli si cela una grande scritta a caratteri gotici, dalla quale emerge la personalità forte del marchese: “Sempre l’uom non volgare e non infame o scavalcato o inutile si spense”. Nella zona | 100 |
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superiore della sala è ubicato un magnifico ballatoio, il particolarissimo soffitto a cassettoni e le vetrate policrome che nelle giornate di sole illuminano l’ambiente circostante creando straordinari effetti di luce, in perfetta armonia con i colori e le forme delle decorazioni. Due porte poste una di fronte all’altra presentano sull’architrave la scritta “Non plus ultra”, la quale sta a significare che non si può andare oltre, non esiste un luogo al mondo più bello di questo. Nell’intradosso delle porte si legge l’anno di realizzazione della sala: “Questa Sala inventò ed eseguì il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona l’anno di nostra salute 1853”. In questa stanza l’architettura orientale, resa con vivace cromatismo, si mescola con elementi occidentali come i soffitti a cassettoni, i gigli fiorentini e le incisioni in caratteri gotici. Solo un “anti-
pasto”, questo, al luculliano banchetto visivo che il Castello di Sammezzano offre ai visitatori. O meglio, offrirebbe. Perché, per l’appunto, il castello per ora non è visitabile. Dopo essere stato utilizzato come hotel di lusso fino al 1990, l’edificio viene acquistato da una compagnia inglese, che lo abbandona in seguito a una crisi finanziaria. Da allora si sono susseguite varie controversie giudiziarie e la messa all’asta del castello, che ha portato anche alla nascita di comitati volti a tutelare questo prezioso bene e a favorirne la riapertura al pubblico. Una lotta necessaria e portata avanti nell’interesse di tutti, affinché la bellezza di questa opera d’arte non resti sepolta nell’oblio. Lucia Mancini
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La scommessa (vinta) della sostenibilità | 102 |
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A Gargnano, nella Lombardia più selvaggia e incontaminata, sorge una delle eccellenze italiane nel settore dell’ospitalità, del lusso e del benessere che tiene alto il nome dell’imprenditoria italiana. Il Lefay Resort & Spa nasce da un’idea “semplice”, quella di Alcide e Liliana Leali: creare una struttura innovativa, in una location esclusiva, nel pieno rispetto dell’ambiente.
È il primo resort 5 stelle lusso del Lago di Garda e si estende su un parco naturale di 11 ettari, tra dolci colline e terrazze naturali impreziosite da ulivi e boschi dalle quali si gode di una vista panoramica su tutto il lago. Una struttura d’eccezione in una location d’eccezione, pronta ad offrire al cliente un servizio degno di questo lembo di terra che il mondo ci invidia. | 103 |
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Dalla sua apertura, risalente al 2006, il resort ha ottenuto importanti riconoscimenti, come ad esempio quello di Miglior Spa d’Europa e del Mondo. Lefay si è ampliato nell’offerta e nel numero di centri, avviando nel 2017 la costruzione del secondo resort nelle Dolomiti che ha aperto le porte ai primi visitatori nel 2019. Uno dei punti di forza del Lefay è la sinergia col territorio. Il resort bresciano si fonde col paesaggio circostante grazie a un’architettura a basso impatto ambientale e all’uso di materiali come il vetro che abbassano la percezione della presenza di un corpo estraneo nel contesto naturale. Ma non si limita a questo, perché l’integrazione passa anche dalla promozione degli enti e dei prodotti locali. | 104 |
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La missione è quella di offrire agli ospiti un’esperienza personalizzata per rigenerare il corpo e la mente, con trattamenti, programmi salute e percorsi benessere. Nelle suite la luce gioca poi un ruolo centrale e così anche la cucina. Mens sana in corpore sano dunque, un equilibrio banale in apparenza ma difficile da raggiungere che sembra aver trovato posto proprio nelle stanze del Lefay Resort & Spa.
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Un tuffo, nel vero senso della parola, nel mondo orientale all’interno della Spa del Lefay. Qui infatti l’ospite può beneficiare di trattamenti che nascono dall’unione della medicina classica cinese con la ricerca scientifica occidentale. Questo, all’interno di un’ampia offerta benessere, disponibile negli oltre 3.800 metri quadrati di un vero tempio del wellness. Grande importanza dedicata alla cosmetica, con l’utilizzo di prodotti senza coloranti, conservanti, né parabeni, certificati “Vegan OK” e “Cruelty Free”, con formulazioni capaci di donare rinnovata luminosità alla pelle. Sveva Riva
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LEFAY RESORT & SPA LAGO DI GARDA Via Angelo Feltrinelli, 136 Gargnano (Brescia) lagodigarda.lefayresorts.com
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NOLEGGIO A LUNGO TERMINE DA RECORD ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, ha annunciato il raggiungimento e superamento della soglia di 1 milione di veicoli in noleggio a lungo termine. Una quota che attesta il crescente gradimento per questa formula da parte delle aziende di qualsiasi dimensione, dei liberi professionisti e anche dei privati
Anno dopo anno, continuano ad aumentare le immatricolazioni uso noleggio, che con 462.000 immatricolazioni hanno raggiunto nel 2019 un nuovo record storico, +6,1% sul 2018. Grazie alla tipologia dei servizi, ai risparmi economici e ai vantaggi gestionali, il NLT ha sostituito nelle policy aziendali più evolute l’acquisto e il leasing finanziario, prospettandosi come la formula in grado di adattarsi maggiormente ai sempre nuovi bisogni di mobilità. Aziende ma non solo: in tempi più recenti anche una quota crescente di privati sta cominciando a rinunciare all’acquisto dell’auto avvicinandosi a questa nuova formula. Negli ultimi 20 anni il noleggio a lungo termine è riuscito ad affermarsi come la più efficace soluzione alle esigenze di mobilità per un numero sempre più alto di aziende e privati. Ma che cosa spinge questo fenomeno che da qualche anno continua a conquistare una fetta sempre più ampia di mercato, sia tra imprese che privati? Sfatiamo un tabù, il NLT non è prerogativa delle medie e grandi aziende. Questo servizio di mobilità si va sempre più affermando anche tra i privati, attratti da una soluzione che fa della comodità, praticità e convenienza i propri punti di forza. Nel tempo si è passati dall’interesse prevalente per utilitarie e city car ad auto di segmenti più alti, specialmente vetture medie. La percorrenza è sempre incentrata sui 10-15 mila km/anno. Importante la parte relativa ad una sempre più chiara definizione contrattuale, con termini, servizi, costi in chiaro e personalizzabili a seconda delle diverse necessità. La formula è semplice: un solo canone fisso che dà la possibilità di avere un’auto nuova con assicurazione, tasse automobilistiche, manutenzione ordinaria e straordinaria, più il soccorso | 109 |
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stradale h24 tutto incluso nel prezzo del noleggio. La formula del noleggio può variare da uno a tre anni, ma si può estendere anche fino a 48-60 mesi. È previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese, dalla tassa di proprietà, al bollo, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. È possibile noleggiare un’auto nuova o un veicolo commerciale per un periodo di tempo e un chilometraggio prestabiliti, il canone varia a seconda di questi fattori. L’azienda, o il privato, che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il successo di questa formula di cui ASG - Automotive Service Group si fa promotore grazie anche alla partnership con ALD Autmotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine, è ben comprensibile dai suoi vantaggi. • Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo. • Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo. • Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate. • Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento. Margherita Pituano
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Automotive Service Group partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 – Roma Tel. 06 69312502 email: commerciale@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com AL VOLANTE CON ASG Partner of ALD Si rinnova la collaborazione tra Automotive Service Group – Partner of ALD e gli eventi territoriali legati al mondo dei commercialisti. Anche nell’incontro in programma il 6 marzo 2020 a Roma dal titolo “Il tax planning. La programmazione nell’ottica del legittimo risparmio”, ASG - Partner of ALD sarà presente per informare i partecipanti dei vantaggi e delle novità sul noleggio a lungo termine, riservando ai professionisti un’offerta speciale.
Il Paradiso delle Spose
nel cuore di Roma
La Vie En Blanc Atelier Viale Delle Milizie 34 00192 Roma (Rm) T. 371 120 1000 www.lavieenblanc.it | info@lavieenblanc.it
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GINEVRA APRE IL DECENNIO DELLE QUATTRO RUOTE
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Torna l’appuntamento con il Salone Internazionale di Ginevra, evento imperdibile per tutti gli amanti delle quattro ruote che ogni anno svela le anteprime della nuova stagione e premia i migliori modelli protagonisti sul mercato. Quest’anno, però, a far discutere sono soprattutto gli assenti
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I giorni da cerchiare in rosso sul calendario 2020 sono quelli che vanno dal 5 al 15 marzo, quando il Geneva Palaexpo aprirà i battenti per la novantesima edizione di uno dei principali saloni automobilistici al mondo. Fanno discutere le molte assenze per l’appuntamento di quest’anno: tra i grandi marchi che non saranno presenti nei padiglioni svizzeri ci sono, tra gli altri, Lamborghini, Jaguar, Tesla, oltre a Opel, Citroën, Ford e Peugeot. E come spesso avviene sono proprio questi ultimi, ancor più dei partecipanti, a creare il maggior clamore. Peugeot e Ford saranno ugualmente protagoniste, a loro modo, a Ginevra: il modello 208 della casa francese e la Puma statunitense sono in lizza per vincere il prestigioso premio “Car of the Year 2020”, riconoscimento al quale ambiscono altre cinque vetture.
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ottici anteriori. All’interno ci sarà il sistema multimediale MBUX di ultima generazione. Classe E avrà in dotazione nuovi propulsori Plug-in Hybrid diesel, motorizzazioni che garantiscono consumi estremamente contenuti, con una media di 1,5 l/100 km. Prevista anche una motorizzazione turbodiesel quattro cilindri 2.0 da 272 Cv. Già svelato a dicembre, ma presente comunque a Ginevra, il nuovo SUV GLA. In attesa della versione ibrida plug-in, ci saranno motori a benzina e a gasolio, con la potente versione AMG da 306 Cv. Rinnovato anche il volante, che per la prima volta su questo modello può integrare comandi touch per il controllo del quadro strumenti digitale e dell’infotainment MBux, gestibile anche con comandi vocali. Rispetto alla prima serie (uscita nel 2017), il nuovo GLA è più alto di ben 10 centimetri, per un totale di 1,61 metri. Oltre ad affermare l’animo da SUV, questa scelta garantisce un miglioramento dell’abitabilità, con più spazio a bordo per i passeggeri. A Ginevra garantito infine ampio spazio al coinvolgimento dei visitatori, con aree a tema dove il pubblico potrà provare numerosi veicoli elettrici. In particolar modo nella Hall 7 del Palaexpo, altrimenti vuoto per le assenze di molti brand, verrà sistemata una pista di oltre 400 metri sulla quale poter testare una cinquantina di vetture di 15 diversi produttori presenti alla kermesse.
Tra queste Toyota Corolla, Porche Taycan, Renault Clio, Tesla Model 3 e Bmw Serie 1. L’auto vincitrice sarà eletta tre giorni prima dell’apertura ufficiale del Salone, il 2 marzo. La proclamazione del modello “Car of the Year 2020” sarà riservata a una giuria internazionale, composta da 60 giornalisti specializzati (di cui 6 italiani), che dovranno selezionare il miglior modello introdotto sul mercato nei 12 mesi precedenti all’attribuzione del titolo. Ne è passata di storia, e ne sono stati accesi di motori, da quel lontano 1905, anno dell’edizione numero uno del Salone di Ginevra. La prima automobile presentata fu una Clément-Bayard da 8/9 Hp carburata a petrolio e alcool. A 90 anni di distanza l’ibrido e l’elettrico la fanno da protagonisti, affermandosi sul mercato come soluzioni adottate da una fetta sempre maggiore di clienti. C’è grande attesa per la presentazione della nuova Mercedes EQA, modello che andrà ad arricchire la famiglia di auto elettriche della casa tedesca. Si tratta di un SUV di cui non abbiamo ancora notizie ufficiali, ma che con ogni probabilità sarà dotato di due propulsori elettrici che gli garantiranno una trazione integrale. Notizie più certe, sempre in casa Mercedes, per quanto riguarda gli altri due modelli che saranno svelati a Ginevra. La nuova Classe E è la grande berlina della Stella, auto che monterà una nuova griglia frontale e nuovi gruppi
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CAR OF THE YEAR – I MAGNIFICI 7 Ideato nel 1964, il premio Auto dell’Anno è il riconoscimento più ambito nel mondo delle quattro ruote. Queste le vetture che si contenderanno il prestigioso premio il prossimo 2 marzo.
Nuova Peugeot 208
PEUGEOT La casa francese insegue il sesto titolo di COTY e proverà a conquistarlo con la nuova 208. Peugeot 208 cattura per il suo design dalle linee dinamiche e moderne e la sua tecnologia, offrendo ai clienti la possibilità di scegliere fra motorizzazione elettrica o termica. Innovative le tecnologie a disposizione di questo modello, come il PEUGEOT i-Cockpit® 3D (head-up digital display, volante compatto e touch-screen a centro plancia) che esalta l’esperienza di guida, eleva la sicurezza ed il comfort generale. FORD Ford Puma è dotata di una serie di tecnologie innovative progettate per migliorare l’esperienza di guida. Tra queste le modalità di guida selezionabili, per adattare l’assetto della vettura ad ogni fondo stradale, e il Co-Pilot, un insieme di tecnologie di assistenza alla guida che mantiene l’auto al centro della corsia anche in curva, regola la velocità in base alla segnaletica stradale e modula la frenata e la ripartenza in base al traffico.
Ford Puma
TOYOTA Con la nuova Corolla Toyota offre ai clienti la scelta tra due motori Full Hybrid Electric: 1.8L da 122 CV e nuovo 2.0L Hybrid Dynamic Force® da 184 CV. Interni eleganti, grande maneggevolezza e stabilità per il modello di auto più venduto al mondo. Design, dalle linee smussate ed eleganti, che vince e convince. Molto sportiva la parte anteriore, con i fari appuntiti e incastonati in una sottile fascia che attraversa il frontale e la grande presa d’aria nel paraurti. Il modello di auto più venduto di tutti i tempi, insomma, punta a battere nuovi record. Nuova Toyota Corolla
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Tesla Model 3
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PORSCHE Taycan è la prima auto completamente elettrica del gruppo di Stoccarda. Un modello dal successo precoce, che nello scorso dicembre, a pochi mesi dalla sua uscita, si è aggiudicato il premio “Design of the year” della rivista Automobile Magazine. Taycan è fornita di due motori a magneti permanenti che sprigionano 600 Cv di potenza, che garantiscono uno scatto in accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.5 secondi, per arrivare poi in 12 secondi ad una velocità di 200 km/h. RENAULT La Clio è la diretta concorrente della 208 nel mondo delle auto cittadine. Questo modello riprende lo stile dinamico dell’esemplare precedente, riesce ad evolverlo pur conservando le caratteristiche che hanno reso Clio vincente nelle precedenti generazioni. Fari Full LED, firma luminosa C-Shape, cofano con nervature e dettagli più dinamici e maturi e nuove tinte (tra le quali l’esclusiva Orange Valencia) sono tra le novità di questo modello. Con il valore aggiunto di sistemi di guida assistita e della motorizzazione ibrida.
Porsche Taycan
A 90 anni dalla prima edizione, l’ibrido e l’elettrico la fanno da protagonisti, affermandosi sul mercato come soluzioni adottate da una fetta sempre maggiore di clienti.
TESLA Model 3 è la scommessa di Elon Musk per conquistare il mercato europeo. Cerchi da 20” e sistema di frenata Performance, assetto ribassato per il massimo controllo in strada, in qualsiasi condizione climatica. Inoltre, lo spoiler in fibra di carbonio aumenta la stabilità alle alte velocità, consentendo a Model 3 di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3,4 secondi
Nuova Renault Clio
BMW Serie 1 è un modello dalle proporzioni compatte, con una linea del tetto fluida e un design dinamico che garantiscono agilità e piacere di guida. L’abitacolo si distingue per dettagli moderni, è ben strutturato e offre ai passeggeri abbondante spazio. Il moderno cockpit si distingue per un allestimento ergonomico e ottimizzato, ampi i display digitali con orientamento al guidatore. Giorgio Migliore BMW Serie 1
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UN MARZO COL VENTO A FAVORE Importanti gli appuntamenti con i saloni nautici in giro per l’Europa. A Viareggio in particolare YARE (Yachting Aftersales & Refit Experience) spegne dieci candeline. Le novità dall’evento toscano e dagli altri nel Vecchio Continente. Benché ancora lontani dalla bella stagione, marzo è il mese in cui il sole inizia ad uscire meno timido dalle nubi e le temperature cominciano, con molta calma, ad alzarsi. Il mare torna ad essere una meta domenicale per chiunque sia in vena di una gita fuori porta, ricordandoci come anche nei giorni più freddi resta il posto giusto per qualche ora di svago. Marzo è anche il mese in cui molti porti d’Europa riaprono i battenti per svelare anteprime, imbarcazioni e novità del settore nautico. Sono tanti infatti questo mese i boat show sparsi per il vecchio continente, da Amsterdam a Stoccolma, passando per Mosca e Riga, il Nord Europa è grande protagonista della nautica mondiale. Ma anche in Italia sappiamo dire la nostra. Nel Bel paese infatti Viareggio è protagonista, dal 18 al 20 marzo, con YARE (Yachting Aftersales & Refit Experience), l’appuntamento business internazionale dedicato al post vendita che favorisce gli incontri tra armatori e imprese. Viareggio si conferma un centro di riferimento a livello internazionale per quanto riguarda la nautica. La città è il cuore di uno dei più importanti distretti nautici al mondo e, con 13 brand costruttori, è la punta di diamante di una regione dove la filiera nautica è quasi esclusivamente orientata al settore superyacht con oltre 2 miliardi di fatturato. | 119 |
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YARE si distingue per l’importante presenza di comandanti, dei cantieri leader nel campo del refit e delle nuove costruzioni che operano in area mediterranea e nord europea e per il livello di eccellenza rappresentato dalle aziende partecipanti. L’evento ospita e organizza anche workshop di informazione e discussione su novità e trend del mercato. Innovazione, tecnologia, futuro e andamento del settore saranno i temi proposti nel corso dei workshop de “The Superyacht Captains Forum”, meeting annuale che approfondisce stato del settore, dinamiche e prospettive future analizzando e confrontando numeri e dati del comparto. Un format più compatto per favorire gli incontri tra
Come consuetudine, saranno ospitati 100 comandanti al timone di yacht nelle principali categorie tra i 30 e 60 metri e over 60 metri. imprese e comandanti, il contest Passarelle Pitch in cui aziende leader internazionali si sfideranno con progetti innovativi e l’introduzione del Captains Award dedicato ai comandanti presenti. Sono queste alcune delle novità di un’edizione speciale che festeggerà i dieci anni della manifestazione organizzata con il supporto del Distretto della Nautica e della Portualità Toscana. Come consuetudine, saranno ospitati 100 comandanti al timone di yacht nelle principali categorie tra i 30 e 60 metri e over 60 metri. Imbarcazioni che rappresentano la fascia principale della flotta mondiale di yacht e che distinguono maggiormente il mercato di produzione e del refit. Gran parte dei comandanti che parteciperanno a Yare rappresenta armatori privati ed è di nazionalità estera, con una prevalenza di yacht a motore rispetto a imbarcazioni a vela. www.yarenetworking.com
Il porto di Viareggio
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GLI ALTRI APPUNTAMENTI LIGNANO BOAT SHOW Giunge alla quinta edizione il Lignano Boat Show. Anche nel 2020 il pubblico potrà vedere nell’area circostante il porto turistico una grande esposizione di stand con piccole e grandi barche a motore con tutte le strumentazioni di bordo (ecoscandagli, gps, centraline meteo, ecc.) tantissimi accessori per la nautica, e molto altro. La missione della manifestazione è quella di promuovere la piccola nautica da diporto, un settore sempre più in crescita, che vede nel natante l’imbarcazione adatta sia alla navigazione dell’intero litorale dell’Alto Adriatico, sia delle acque lagunari che circondano la rinomata località turistica. 28 - 29 marzo, sabato 4 e domenica 5 aprile 2020 presso il porto vecchio di Lignano Sabbiadoro. www.lignanoboatshow.it MOSCOW BOAT SHOW Dal 13 al 9 marzo si terrà la 13a edizione del Moscow Boat Show, tra le mostre internazionali di barche e yacht più interessanti d’Europa, nonché piattaforma per la presentazione di nuovi sviluppi delle filiali e luogo di incontro per la comunicazione commerciale e professionale. Molte aziende del settore dello yachting prenderanno parte al Salone Nautico, occasione giusta per lanciare una nuova stagione di vendite e ottenere informazioni di mercato, definire canali di distribuzione prospettici e trovare nuovi clienti. Grazie all’implementazione di una strategia di marketing ben bilanciata e all’ideazione sistematica del progetto, la mostra offre ai partecipanti l’opportunità di promuovere l’immagine dei propri marchi migliorando la posizione sul mercato. www.mosboatshow.ru STOCKHOLM INTERNATIONAL BOAT SHOW Un Salone storico, che non manca un appuntamento dal 1922. Nella capitale svedese si apprestano a radunarsi proprietari di motoscafi, marinai, appassionati di sport acquatici e amanti della vita sul mare. Oltre a una grande quantità di barche verranno mostrati i prodotti e le innovazioni più recenti e gli acquirenti potranno avere un contatto diretto con i produttori. Il primo giorno della fiera è riservato esclusivamente ai visitatori professionali. A Stoccolma l’occasione per incontrare quasi 400 espositori e 70.000 visitatori per quasi dieci giorni di salone nautico. Dal 5 al 17 marzo. www.alltforsjon.se | 121 |
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DUBAI INTERNATIONAL BOAT SHOW L’edizione di quest’anno non solo darà accesso esclusivo ai superyacht più elitari, alle lussuose barche a vela, alle moto d’acqua sovralimentate, alle slitte subacquee, agli ultimi equipaggiamenti per immersioni e ai sommergibili da immersione, ma anche ad alcune delle più recenti tecnologie e attrezzature marine del mondo. La nuova sede del salone sarà l’esclusivo e moderno porto di Dubai che, una volta completato, sarà un quartiere marittimo di classe mondiale come pochi altri al mondo. Iniziato a costruire solamente due anni fa, il porto sarà la sede ideale del Dubai International Boat Show. Presenti i grandi marchi della nautica italiana, tra i quali Azimut – Benetti Spa, Armaere Srl, Fabiano Yacht Srl, Ferretti. www.boatshowdubai.com Guglielmo Collina
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SORRY FOR THE LATE REPLY
by Riccardo Cavrioli
EMPTY PARKS
by “PIA FRAUS”
(Seksound / Vinyl Junkie - 2020)
by “SLØTFACE”
(Propeller Recordings - 2020)
Dichiarazione importante quella dei Pia Fraus. I veterani di Tallin (ormai sulle scene dal 1998) hanno infatti affermato che questo nuovo “Empty Parks” sarebbe stato il loro album più pop. Quello che possiamo affermare è che dal punto di vista dei suoni e della proposta, nella sua interezza, si dimostra forse l’album più coeso e delicato della loro carriera: i colori si fanno più tenui e c’è meno voglia di alzare i toni. La “prepotenza” shoegaze di alcuni dischi di gruppi della “nuova generazione” qui non è presente ma, attenzione, non pensiate di trovarvi di fronte a una band rassegnata o scarica, tutt’altro. Dopo tanti anni sulle scene i Pia Fraus sono sempre più attenti al piccolo particolare, alla suggestione deliziosa di una foglia autunnale che si sposta con un soffio di vento piuttosto che alla tempesta che ci fa esplodere i sensi. John McEntire alla produzione sviluppa alla perfezione questo tracciato e la band lo segue con passione e accortezza, delineando suggestive parabole musicali dai toni dream-pop, tanto gentili e melodiche quanto unite da un comune filo denominatore di dolce sensibilità, che rende la coesione tra le canzoni solidissima. Perfetta colonna sonora per descrivere un tramonto autunnale in musica, l’album piazza una qualità generale piuttosto sopra la media. Bravi.
Era stato un bel pugno in faccia il grintoso album “Try Not To Freak Out” dei norvegesi Sløtface che piazzavano cariche bordate pop-punk ricche di ritornelli a presa rapida. Testi non tanto sciocchini o banalotti, ma incentrati su tematiche tutt’altro che povere come il sessismo, tanto per dire o aspetti delicati come la malattia mentale: 30 minuti circa, taglienti e da gustarsi tutto d’un fiato, senza però spegnere il cervello. I ragazzi di Stavanger tornano ora con la stessa grinta e buona capacità melodica, ma forse anche qualche freccia in più all’arco: una maggior capacità di prendere fiato, senza andare fuori giri e l’attenzione di Haley Shea a temi più personali, che la riguardano direttamente. Diciamocelo a scanso di equivoci: nessuna voglia di sovvertire i dettami del pop-punk e andamento rodato che non è stato cambiato, ma è impossibile non notare che i pezzi pimpanti restano spesso travolgenti, anche se qua e là qualche momento non particolarmente brillante può far capolino. Parlavamo dei momenti più tranquilli (tra virgolette), beh, sono assolutamente graditi l’andamento pop di “Stuff” e “Luminous”, mentre anche “Sink Or Swim”, pur puntando al buon climax finale, ci fa arrivare a tanto così dalla voglia di skippare prima. In definitiva, una buona conferma per la band norvegese.
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ASSAFRICA & MEDITERRANEO