Progress Viaggi dicembre 2016

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La rivista dedicata al mondo dei viaggiatori e delle mete più esclusive - Periodico - N° 4 - Anno 2016 - € 5,00 www.progressonline.it

AFRICA

rottA vErSo Sud tunisia: una terra, tante vacanze diverse

AmericA

CON IL VENTO IN POPPA Il meglio della vela nelle Isole Vergini Britanniche

BEL PAESE I luoghI della cultura Pistoia, uno scrigno da scoprire HotELLEriE Sulle orme dI robert langdon un'esperienza unica nel cuore di Firenze

E uropa

I vIaggI dello spIrIto In repubblica Ceca per ritrovare se stessi

Cover Story

Magiche atMosfere Viaggio tra le tante identità locali dei borghi, delle piccole e grandi città che nel periodo delle feste di fine anno danno il meglio di sè, ma anche insoliti itinerari per scoprire nuove e suggestive atmosfere



Editoriale

di Franco Del Panta

È SEMPRE - E COMUNQUE - TEMPO DI VIAGGIARE Il 2016 si avvia al termine ed è ormai tempo di trarre un bilancio generale dell’anno, un momento di riflessione che potrebbe risultare non proprio piacevole. Sia a livello italiano che internazionale, c'è stato un susseguirsi di eventi che sono troppo spesso da bollare come negativi, tra gli attentati terroristici che sembrano aver avuto un aumento, la guerra civile in Siria che pare essere molto lontana dalla fine, il sisma che ha colpito le zone del Centro Italia... Ma non possiamo guardare al futuro senza nutrire un po' di speranza e ottimismo. Quando mancano poche settimane al “debutto” del 2017 , viene comunque da chiedersi quali sono le aspettative per il nuovo anno e quali attività iniziare a programmare, viaggi in primis. Da anni la scienza continua a scoprire nuovi motivi per cui viaggiare giova a corpo, mente e produttività. Un naturale buonumore che può nascere anche solo dal pensare di partire o di pianificare un viaggio, un weekend fuori porta, una fuga dal tran tran quotidiano. Se è vero che viaggiare ci rende più felici, allora lasciamo che l'anno si chiuda con i migliori presupposti per il benessere globale, confermando quell'agognato ritorno al turismo che abbiamo avuto modo di constatare già nell'anno appena trascorso.


IN VIAGGIO Dal Nobel alla pittura, Bob Dylan e The Beaten Path Quest’anno il Natale lo passo a New York C’era una volta un tronco di legno.... Un Natale speciale tra castelli e giardini

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PRIMO PIANO Storie di architettura vegetale Cronache da Miami: la reggia di Versace Tutto il Natale del mondo La svolta gourmet di Napoli

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Sportivamente elegante Alla guida con ASG La nautica rilancia e punta sull’eccellenza

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EUROPA

Progress - Viaggi

Repubblica Ceca I viaggi dello spirito

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AMERICA Isole Vergini Britanniche Con il vento in poppa

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AFRICA Tunisia Rotta verso Sud

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VIAGGIARE Atmosfere magiche Bentornato Natale

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BEL PAESE Pistoia, uno scrigno da scoprire

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Due passi nell’arte

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HOTELLERIE Un’esperienza unica nel cuore di Firenze

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Viareggio... Non solo Carnevale

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La6 group srl www.progressonline.it N°4# -2016 Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Progress Viaggi è una pubblicazione edita da La6 group srl Rivista registrata presso il Tribunale di Roma il 17/04/2007 - n°152/2007 Uffici Commerciali MILANO, Piazza Aspromonte 17 Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Franco Del Panta direzione@edizionisei.com Direzione Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Ufficio Stampa Alessandro Petrone redazione@edizionisei.com Pubbliche Relazioni Fabrizio Falconi f.falconi@edizionisei.com Marketing e editoriale Maria Temperoni m.temperoni@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com A. Calvaruso, G. Baldoni, L. Conceção Do Sacramento, R. Bernardo, E. Pasca, E. Rodi, M. Vaccaro, L. Omiccioli, A. Fusè, l. Leoni, M. Giustini, E. Bonardi, S.Giardinelli, D. Salvati, Y. Leone, M. Morelli, F.Bonetti P. De Donato, R. Bernardi e M. Barba Marketing & ICT Milko Vaccaro Ufficio Abbonamenti info@edizionisei.com Ricerca Iconografica e Servizi Luca Omiccioli - Milko Vaccaro Art Direction Vania Rossi Stampa, Allestimento e Distribuzione SEI srl Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com Fotografie Foto e testi servizio New York City: Iscoa USA corp. Fotolia - LM - Maison de la France M.R. Boserman - L. Omiccioli - M. Vaccaro L. Conceção Do Sacramento - M.L.C. Beduschi S. Von Mallinckrodt - A. Calvaruso M. Fernandez Grotewold - R. Bernardo Tony Baskeyfield - Raymond Sahuquet Gerard Larose - Ente Turismo Indian N.B. Ci scusiamo se, per cause indipendenti dalla nostra volontà, abbiamo omesso o erroneamente citato qualche fonte iconografica. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


Fotoreportage

ORGOGLIO KITSCH

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oraggio e ironia non possono mancare, anche a Natale. Prendete il maglioncino, meglio se fatto a mano, più

brutto, imbarazzante o originale che riusciate a trovare e volate negli States per dare inizio alle festività natalizie in grande stile. Anche l'orrendo pullover con tanto di renna indossato da Mr Darcy nel film "Il Diario di Bridget Jones" rischia di passare inosservato qui. Stiamo parlando dell'evento natalizio più divertente e curioso al mondo, la "Ugly sweater Run", una 5 chilometri in cui la corsa, il gesto atletico, il piazzamento sul podio, contano poco quanto niente, soprattutto se messi a confronto con l'impegno profuso dai maratoneti per rimettere in discussione i canoni del buon gusto. Una full immersion nello spirito natalizio Yankee, tra marshmallows, renne meccaniche, snow globe a misura d'uomo e molto altro. Un evento che offre infinite possibilità di realizzare lo scatto perfetto da utilizzare per i biglietti d'auguri e di fare incetta di premi, naturalmente assegnati non ai più veloci, ma ai più spregiudicati nelle categorie Best Ugly Sweater, Best Kids Sweater, Best Pet Attire, Most Original Sweater, Best Team Outfits, Most Inappropriate Sweater, Best Family Outfits, Largest Group/Family, Best Beard, Best Fake Beard and Best Mustache. Rispolverate il vecchio maglione, indossatelo con fierezza e preparatevi a partire! www.theuglysweaterrun.com Martina Morelli

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Fotoreportage

DUBAI TRA LE NUVOLE

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n evento grandioso. Dal Dubai World Expo 2020, che avrà per tema il motto “Unire le Menti, Creare il Futuro”,

non possiamo che aspettarci magnificenza ed eleganza, soprattutto se guardiamo alle grandi opere già in cantiere. Sono già iniziati i lavori per quello che rappresenta una nuova concezione dʼingegneria e architettura: si chiamerà “The Tower” l'edificio destinato a superare in altezza gli 828 metri del Burj Khalifa e a diventare il grattacielo più alto al mondo, anche se la sua altezza precisa verrà svelata solo una volta ultimato. Un omaggio alla tradizione islamica oltre che alla modernità e all'innovazione che hanno fatto di Dubai la «capitale del futuro». Per la forma, simile a quella di un giglio e di un minareto, la mente va a strutture come lʼAlhambra e la Moschea di Cordoba, meraviglie che, allo stesso modo, combinano lʼeleganza e la bellezza con la matematica e la geometria. Il tutto si realizza in una struttura centrale apparentemente esile, già ribattezzata “lo stelo” con funzione di spina dorsale, connessa al suolo da una complessa rete di cavi che evocano le nervature delle foglie del giglio. The Tower sarà dotata di balconi rotanti, una vertiginosa piattaforma panoramica, 18-20 piani di ristoranti e hotel e giardini sospesi che evocheranno quelli pensili di Babilonia. La struttura integrerà, inoltre, un sistema di raffreddamento sostenibile che fornirà anche lʼacqua necessaria a pulirne le facciate esterne. La nuova torre di Dubai, il cui costo stimato è di 1 miliardo di dollari, diventerà il fulcro del Dubai Creek Harbour. A firmare questo ambizioso e avveniristico progetto, sostenuto dalla società degli Emirati Arabi Emaar Properties, è il noto architetto-ingegnere spagnolo naturalizzato svizzero Santiago Calatrava Valls. S. R.

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da Londra di Maria Baffigi

Dal Nobel alla pittura, Bob Dylan e The Beaten Path E' uno dei personaggi che ha fatto più parlare di sè nell'anno che si appresta a chiudersi. Così Londra porta alla luce un'inedita passione...

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i sono i grandi paesaggi americani, i quartieri di periferia e le lunghe strade che si perdono nell'infinito. Non a caso la mostra si intitola “The Beaten Pathn ”(il sentiero battuto) e vuole essere un omaggio al Bob Dylan meno conosciuto, che oltre alla voce e alla musica, destreggia abilmente anche i pennelli. L'esposizione, allestita all'Halcyon Gallery di Londra, è una fotografia molto personale del paese a stelle e strisce tra grattacieli, ponti, insegne luminose, stand di hot-dog, motel e suggestioni on the road. Il cantautore descrive i suoi quadri come pieni del realismo del momento, arcaico, immobile, all'apparenza tremante, in

contraddizione con il mondo moderno, ma estremamente vicino al suo modo di fare. Un dipinto, il più grande per dimensioni, è una strada senza fine, una vera e propria metafora della vita

nel suo saliscendi di emozioni e avvenimenti, un'immagine tra le più potenti secondo Paul Green, direttore della galleria.

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Gli organizzatori sono fiduciosi che l'artista si possa recare a Londra prima della chiusura della mostra prevista per l'11 dicembre, magari in occasione della premiazione dei Nobel a Stoccolma, dove, rompendo il silenzio di settimane a seguito del conferimento del Nobel per la Letteratura 2016, ha dichiarato in esclusiva al Daily Telegraph di andare se gli sarà possibile, commentando così la notizia: "difficile da credere, emozionante e incredibile. Chi non sognerebbe una cosa del genere?". www.halcyongallery.com



da New York di Maria Baffigi

Quest’anno il Natale lo passo a New York L'ennesimo pretesto per tornare ancora una volta o scoprire del tutto una delle mete più ambite dai viaggiatori di tutto il mondo

Altro must sono le luminarie natalizie, veri spettacoli di luci, così sfarzose da essere oggetto di tour organizzati a bordo di autobus e festival dedicati. Anche per i mercatini di Natale gli indirizzi non mancano: Bryant Park, Union Square, Columbus Circle e Grand Central Terminal sono i più noti. In ultimo, la ricca l'offerta del cartellone teatrale: saranno cento gli attori in scena per il St. George Theatre Christmas Show (9 -11 dicembre) accompagnati da un'orchestra

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l Natale bussa alle porte di New York già dalla fine di novembre per il Thanksgiving Day, che si festeggia il quarto giovedì del mese. Oltre al tradizionale pranzo in famiglia, immancabile è l'appuntamento con la colorata e festosa parata lungo la Fifth Avenue sponsorizzata da Macy's, storica catena di grandi magazzini. Lo spirito natalizio, anche nella sua anima più commerciale, si fa sentire nel giorno seguente al Ringraziamento, il cosiddetto Black Friday, un venerdì di acquisti sfrenati e caccia ai prezzi più stracciati. L'evento più atteso dell'Holiday Season è l'accensione dell'albero di Natale al Rockefeller Center: le 30.000 luci che decorano l'abete

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regalano un aspetto unico alla piazza, sempre affollata da turisti pronti a scattarsi una foto ricordo. E pensare che nel 1931 erano stati proprio gli operai che lavoravano ai cantieri del complesso di palazzi in costruzione ad allestire per la prima volta un

piccolo albero mentre oggi la piazza di Manhattan può vantare l'albero più grande, più luminoso e più famoso di tutti gli Stati Uniti. Ai piedi del Rockefeller Center è allestita “The Rink”, una delle tante piste di pattinaggio sul ghiaccio che d'inverno animano la città.

che suona dal vivo e scenografie natalizie che vanno dal Polo Nord ai quartieri di Staten Island. Mentre il New York City Ballet punterà su un classico per eccellenza, The Nutcracker di George Balanchine (fino al 31 dicembre).



da Parigi di Maria Baffigi

C’era una volta un tronco di legno.... I dolci natalizi non sono prerogativa della sola cucina italiana, anzi, c'è una gustosissima tradizione francese tutta da scoprire

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e c'è un piatto che rappresenta il Natale per la Francia non può che essere il dolce più goloso e famoso, la "bûche de Noël". La forma richiama il classico ceppo di legno, tipico simbolo natalizio dei paesi nordici e ricorda i tempi in cui, per la veglia del 24 dicembre, le famiglie si raccoglievano attorno al camino acceso. Mentre i piccini erano soliti intonare ritornelli natalizi e i nonni raccontare fantastiche storie, il capofamiglia preparava un enorme e

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robusto tronco di legno decorandolo con foglie e nastri e lo benediva con l'olio e l'acquavite o con un ramoscello inumidito

nell'acquasanta. Compito del più giovane e del più anziano era accendere il ceppo affinché bruciasse tutta la notte. Le ceneri poi venivano custodite con cura dato che si riteneva proteggessero la casa dai fulmini e dai mali per tutto l'anno a venire. L'usanza, attestata dal XII secolo, si è tramandata per anni e anni interrompendosi solo alla fine dell'Ottocento con il diffondersi delle stufe in ghisa. Fu allora che un piccolo tronco, ornato da candele e foglie, iniziò a decorare le tavole imbandite per la vigilia, sostituito nei tempi più moderni dal ghiotto tronchetto di Natale. Si tratta di un'autentica delizia per gli

occhi e per il palato: il soffice rotolo di pasta biscotto viene farcito con una ganache al cioccolato o con della crema al burro, il tutto ricoperto di cioccolato o crema al caffè per conferirgli lo stesso colore del legno e guarnito da scagliette di cioccolato fondente che fingono la vera corteccia dell'albero. Ultimo tocco, una spruzzata di zucchero a velo per rendere il gelo e piccoli boscaioli e funghetti di meringa come simpatica decorazione. Secondo la tradizione più accreditata, la ricetta originale è datata al 1898 per opera del gelataio pasticciere del principe Carlo III di Monaco, Pierre Lacam.



da Berlino a cura della Redazione

Un Natale speciale tra castelli e giardini Le festività nella capitale tedesca si tingono di natura e musica, fiore all'occhiello di una città in perenne fermento

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ome vivere al meglio la magia e lo spirito del Natale? Per scoprirlo basta recarsi a Berlino durante il periodo dellʼAvvento quando vengono organizzati incantevoli mercatini, concerti di musica classica e visite guidate a tema natalizio. Lʼatmosfera che si respira nei Castelli e Giardini di BerlinoBrandeburgo è indimenticabile. Situati tra Berlino, Potsdam e nel Land Brandeburgo i castelli e giardini, appartenuti ai re prussiani, sono considerati un eccezionale patrimonio culturale e storico, tanto da entrare nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

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Natale a Corte Tutte le vostre domande sulle tradizioni natalizie berlinesi o su come la famiglia imperiale tedesca era solita festeggiarlo, troveranno finalmente una risposta grazie al tour "Natale a Corte" allʼinterno del palazzo di Charlottenburg. Grazie a questo tour potrete scoprire che i berlinesi di una volta celebravano il Natale con una parata che era festeggiata spesso in modo talmente sfarzoso da obbligare il re ad emanare editti per controllarne l'eccessiva esuberanza, o conoscere quali preziosi oggetti i governanti prussiani preferivano donare ai loro

familiari per le feste, o ancora ascoltare la storia di "Silent Night", la più famosa canzone natalizia che venne introdotta nelle chiese prussiane durante il regno di Federico Guglielmo III. LʼOrangerie, piante esotiche in riposo invernale Centinaia di palme, agave, lauri, e aranci decorano in estate il magnifico Parco Prussiano. Con l'arrivo dell'inverno le piante esotiche devono essere protette dalle rigide temperature e vengono spostate nelle sale della maestosa Orangerie. L'Orangerie del Parco Sanssouci è alta più di 300metri ed è stata ideata e costruita dal re Federico Guglielmo IV nel XIX secolo. Essa fa parte di un castello eretto in perfetto stile rinascimentale ispirato alle maestose ville italiane. Il lungo edificio si estende su ben tre ali e costituisce la dimora invernale delle piante tropicali che sono particolarmente sensibili alle basse temperature. Il tour guidato attraverso la grande sala delle piante e i corridoi riscaldati dell'Orangerie vi farà conoscere le piante esotiche e gli antichi sistemi di riscaldamento, alcuni dei quali sono utilizzati ancora oggi.

Opera invernale di Potsdam 2016 Dopo lo straordinario successo degli scorsi anni, anche quest'anno allʼOpera di Potsdam verrà rappresentato un oratorio del compositore Georg Friedrich Händel. "Israele in Egitto" fu composto nel 1738 e tratta la storia biblica dell'esodo dallʼEgitto della nazione di Israele. La prima teatrale avvenne un anno dopo la composizione, nel 1739 al Kings Theatre di Londra. Il testo viene considerato come un passo indietro dal punto di vista artistico di Händel, soprattutto a causa del coro insolitamente forte. La composizione dell'orchestra è insolita a causa dell'introduzione di trombe, tromboni e timpani accompagnati dai soliti strumenti ad arco: oboi, fagotti, cembalo e organo. L'arrangiamento tonale e illustrativo delle dieci piaghe della Bibbia e specialmente l'effetto che questi avvenimenti provocarono sull'animo umano mostra la bravura creativa di Händel che emoziona la platea ancora oggi. Per maggiori informazioni: www.spsg.de



Arte di Franco Del Panta

Storie di architettura vegetale Chi ha detto che la grande architettura sia solo cemento, vetro e ferro? Nel Parco delle Alpi Orobie un esempio di monumento 100% green

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na struttura interamente costruita in materiale vegetale locale, realizzata su un dosso isolato e circondata da una cortina naturale di alberi: così una radura si è trasformata in un punto dʼincontro, di cultura, di riflessione. Per raccontarla basta il nome: la “Cattedrale Vegetale” sorge all'interno del Parco delle Orobie Bergamasche, nei pressi del paese di Oltre il Colle ed ha

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le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate formate da ottanta colonne alte dodici metri e di un metro di diametro, all'interno di ognuna delle quali è stato messo a dimora un giova ne faggio. Le piante crescono di circa 50 centimetri all'anno e con tagli e potature vengono man mano adattate a formare una vera e propria cattedrale destinata a coprire un'area di 1.230 metri quadrati. Un'opera in continuo

divenire, costruita secondo lʼantica arte dellʼintreccio, che prevede lʼuso di legno flessibile, picchetti, chiodi e corde utilizzati secondo le libere e articolate manipolazioni creative dei

tempi passati, nel rispetto del ciclo naturale e econaturale di nascita, rigoglio e marcescenza. Nell'arco di una ventina d'anni, infatti, i faggi non avranno più bisogno delle ingabbiature che, ormai marce, cadranno al suolo, liberando le piante nella loro forma autentica, lasciando che lʼopera umana si integri nel ciclo naturale di crescita e disfacimento. Un progetto che non ha solo uno straordinario impatto emozionale, ma che si propone di rilanciare e di valorizzare la ricchezza e lʼunicità delle specie vegetali alpine che crescono nel Parco e sui crinali delle Alpi Orobie, nonché di riscoprire la costellazione di borghi e paesini incastonati in una natura idilliaca, tra montagne imponenti e torrenti scintillanti.



Travel di Sveva Riva

Cronache da Miami: la reggia di Versace Simbolo di un'epoca, di uno dei fatti di cronaca più tragici degli anni '90, di una città e dei suoi fasti, Casa Casuarina è oggi raccontata dalla penna di un italiano trapiantato negli States

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utti conosciamo la favolosa tenuta nel centro di Ocean Drive, a Miami Beach, teatro del più tragico omicidio degli anni '90, quello di Gianni Versace. “Casa Casuarina” ha visto susseguirsi, da quel lontano 1997, vari proprietari e destinazioni d'uso, mantenendo, tuttavia, inalterati sfarzo e opulenza che ancora regnano incontrastati sulla villa. Club privato, ristorante, hotel: molti make-up e cambi di gestione che non hanno

scalfito il fascino di quella che sarà sempre ricordata come la casa del compianto stilista. Alla villa di Gianni Versace è dedicato un intero racconto nel libro “La seta e lʼuragano”, scritto da Emanuele Somma autore italiano trapiantato a Miami da oltre 10 anni. Emanuele ha lavorato a tempo pieno nella villa di Versace per quasi un anno intero, nel 2009, tra il

ristorante, il bar e varie altre location, compresa lʼentrata sui cui scalini il grande stilista italiano fu ucciso tragicamente nel 1997. Ma lʼuniverso narrato in "La seta e l'uragano", al di là del cancello dʼentrata, è notevolmente più vasto e oltre le varie avventure e disavventure di uno scrittore italiano a Miami ci presenta anche cronache quotidiane di anti-eroi americani dimenticati,

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sconfitti e rinnegati dal famoso “Sogno Americano”. Il tutto in un viaggio tra il sacro ed il profano accompagnato da personaggi veri di Miami ed i luoghi simbolo di una città dove il sole a picco nel cielo si alterna alla pioggia battente, e gli amori sbocciano al tempo degli uragani. E dove la voglia di vivere, scrivere e raccontare non conosce ostacoli.



Eventi di F. Bonetti

Tutto il Natale del mondo Uno scenario indiscutibilmente urbano per un Natale multietnico e una passeggiata in giro per il mondo senza spostarsi da Roma

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l mese di dicembre, ogni parte del mondo ospita una festività con proprie caratteristiche e rituali. Dalla Cina allʼArabia al Sudamerica per non parlare dellʼEuropa, dove ogni paese ha proprie estetiche e credenze. Per festeggiare un mese speciale, valorizzando lʼartigianato e il cibo, dallʼ8 dicembre 2016 allʼ8 gennaio 2017, le ex caserme Guido Reni di proprietà del Gruppo Cassa depositi e prestiti, (oggi Guido Reni District grazie a un ambizioso lavoro di riuso nato dalla collaborazione tra il Gruppo Cassa depositi e prestiti e Ninetynine) situate in uno dei punti più frequentati e nevralgici di Roma, di fronte al Maxxi, luogo di incontro per famiglie e giovani, ospiterà il primo Villaggio dei Popoli: un

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polo unico dove con truck food, stand espositivi, eventi, aree bambini e presentazioni, sarà possibile fare “il giro del mondo”, grazie a un originale gran bazar internazionale dove acquistare prodotti espressione della cultura dei vari popoli, provare nuove esperienze personali e culturali o trovare nuove idee per regali particolari. Tra lo show immersivo "The Adventures of Alice e Romarket", il mercatino di Natale di Guido Reni District, il Villaggio dei Popoli diventa il luogo dʼincontro situato proprio allʼingresso delle ex Caserme, dove sarà possibile vivere le comunità, le culture e le arti, con stand di artigianato etnico provenienti da ogni parte dʼItalia e del mondo e food truck con particolare attenzione ai prodotti

italiani e tradizionali, locali e a Km zero, con un occhio alle nuove tendenze in materia di cibo, tra produttori Veg e Bio, vini naturali e birra artigianale. Tutto per una festa dei popoli e delle comunità che per lʼoccasione (per la prima volta) vivranno insieme un mese di festa allʼinsegna delle tradizioni culinarie e artigianali, per raccontare ognuno la sua storia e le sue usanze, i suoi riti e le sue celebrazioni attraverso produzioni locali appositamente selezionate. DallʼAfrica, alla Cina, dal Piemonte, alla Sicilia, tutti

insieme per un mercato di Natale inedito: un mix di odori e sapori per trasportare il visitatore in pochi metri dai luoghi più esotici del globo, passando alle affascinanti cucine europee, fino ai sapori tipici delle regioni italiane. Un giro del mondo a portata di bocca, unito a una fitta programmazione di eventi, per adulti, giovani, famiglie e bambini, in cui ogni comunità culturale presenterà esibizioni e artisti provenienti da tutte le parti del mondo, tutto allʼinterno del Guido Reni District. www.villaggiodeipopoli.com


Tra via Montenapoleone e il Teatro alla Scala, un’affascinante casa milanese le cui camere conservano perfettamente il mobilio e i dettagli d’epoca. Punto di riferimento per chi cerca lusso, discrezione e privacy immersi nell’atmosfera intima e piacevolmente retrò di un palazzo nobiliare dell’antica Milano. Via Manzoni 29 - Milano - T. +39 02 723141 - infos@grandhoteletdemilan.it - www.grandhoteletdemilan.it


Food di Sveva Riva

La svolta gourmet di Napoli «Sancta Sanctorum» promette di portare a Napoli una proposta gastronomica stellata e raffinatissima, in uno spazio che è tre locali in uno solo: cocktail bar al piano terra, ristorante al primo e champagneria in terrazza

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na offerta articolata e di respiro internazionale che conduce in città Francesco Sposito, acclamato chef di Taverna Estia di Brusciano (nella provincia napoletana), due stelle Michelin, deciso a portare nel cuore di Napoli un nuovo modo di fare ristorazione con una cucina di livello altissimo con contaminazioni non scontate e una cantina molto ricca. Ad ospitare questa meta gourmet un palazzetto liberty nel centro della città, rivisitato dallʼarchitetto Gian Barbato, che ha creato un ambiente declinato in un blu di grande impatto, con pezzi disegnati e realizzati in esclusiva. Tutto è stato studiato su misura, rispettando lʼimpianto Liberty degli spazi e amplificando la bellezza della scala di inizio Novecento. Qui ogni spazio è dedicato a

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una differente esperienza, che si tratti di alta gastronomia, cocktail o ostriche e champagne, vissute singolarmente oppure in sequenza per costruire serate dal profilo diverso. Il cocktail bar del piano terra per degustare un menu di crudi tra sgabelli e divani, con una sola regola, ossia che funzionerà solo su prenotazione. Al primo piano il ristorante è una camera con vista sul passeggio della rinomata strada su cui affaccia, con soli trentasei coperti e proposte assolutamente fusion che strizzano lʼocchio ad una cucina che gioca con lʼOriente, la Francia, il Mediterraneo e ha una attenzione maniacale per le materie prime. La terrazza è il regno della champagneria: venti coperti, trecento straordinarie etichette e una proposta di crudi e di

ostriche in arrivo dalla Francia, con un valore aggiunto quali una vista suggestiva per finire la serata sotto le stelle.

LO CHEF Classe 1983, Francesco Sposito è il volto nuovo - e giovanissimo della Campania gastronomica.



EUROPA

I VIAGGI DELLO SPIRITO In Repubblica Ceca immersi in luoghi di pace e meditazione per ritrovare se stessi...


NON TROPPO LONTANI DALL’ITALIA, LUOGHI BELLISSIMI, FACILMENTE RAGGIUNGIBILI E METE PERFETTE PER BREVI ESCURSIONI E GITE DURANTE UN SOGGIORNO IN CECHIA


SULLE TRACCE DI UN VIAGGIO NELLA STORIA D’EUROPA, A PARTIRE DAL PERIODO ROMANICO FINO AL XX SECOLO

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onasteri, chiese e antiche biblioteche... Le profonde tradizioni cristiane di Cechia si rintracciano ancora oggi in splendidi luoghi di culto, che sono anche monumenti architettonici e centri di cultura. Pacifici monasteri, solenni cattedrali,conventi dai chiostri silenziosi, grandi sale capitolari e altri luoghi dello spirito.

Emozioni barocche nella regione di Broumov Risplende nel Nord della Cechia quella perla barocca che è il monastero benedettino di Broumov. Il complesso, visibile da lontano nella sua imponenza, è aperto ogni giorno dell'anno. Oltre alla biblioteca del monastero e alla chiesa di Sant’Adalberto, la visita

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svela anche il vecchio refettorio, che custodisce la copia della Sacra Sindone di Torino. Da vedere anche gli estesi sotterranei, dove furono deposte decine di mummie. Emozionante l’esperienza di alloggiare nelle celle che ospitarono i monaci, a disposizione oggi di chi voglia pernottare nel monastero. E dopo una notte di riposo assoluto, la scossa giusta la dà l’ottimo caffè della torrefazione di Trutnov, servito nella caffetteria del monastero Café Dientzenhofer. Altro luogo rasserenante in questa zona è il Gruppo di chiese di Broumov, complesso unico in Europa di chiese barocche di campagna. Furono costruite nella prima metà del XVIII secolo dai Dientzenhofer-padre e figlio, su commessa dei monaci benedettini.

Il fascino rasserenante dei vecchi monasteri Le antiche mura, gli importanti frontoni e le alte torri dei grandi monasteri cechi appaiono come gemme preziose incastonate in veri e propri gioielli architettonici, che rilucono di atmosfere magiche capaci di riflettersi sull’intero paesaggio. Ne sono esempi fulgenti il santuario di Svatý Kopeček (la Collina Santa) a Olomouco il monastero dei Premonstrati di Teplá, presso Mariánské Lázně, rimasto l’ultimo dei grandi vecchi complessi della Boemia occidentale dove ancora resiste l’attività monastica. In Boemia meridionale imperdibile invece il monastero cistercense di Vyšší Brod, unico sito maschile di questo ordine ancora attivo in Cechia. Il complesso si è conservato quasi allo stato originario. Durante la visita si ammirano la chiesa intitolata all’Assuntae impreziosita con arredi gotici e barocchi, le varie cappelle, la sala capitolare in stile gotico antico, la


pinacoteca e la biblioteca. Il monastero cistercense di Plasy, oltre che luogo di pace e meditazione, è un vero e proprio capolavoro di architettura e ingegneria. Avveniristica per la sua epoca, la costruzione –davvero unica nel suo generefu poggiata su migliaia di pali, le cui fondamenta ancora oggi vengono continuamente irrorate. Tappe della visita sono il chiostro, la sala capitolare, la biblioteca, lo studio dell’abate e l’ala dell’ospedale -con la mostra sulle farmaciee naturalmente le insolite fondamenta del monastero. Imperdibile anche lo spettacolare complesso barocco sulla Svatá Hora (Collina Santa) presso Příbram, nota meta di pellegrinaggio mariano, che sfoggia la cattedrale dell’Assunta, magnifici chiostri, diverse cappelle e un museo del pellegrinaggio. Nel monastero cistercense di Osek, oltre all’immancabile chiesa dell’Assunta, si ammirano il chiostro e la sala capitolare in

stile gotico antico, con lo splendido pulpito romanico sorretto da colonne di pietra annodate tra di loro.

A Praga le biblioteche più belle del mondo, templi di cultura Lo splendore del barocco, che caratterizza e rende uniche tutte le tappe di questo viaggio dello spirito, non poteva risparmiare nemmeno la capitale. Anche a Praga si ritrovano, per esempio, tracce magnifiche del talento dei Dientzenhofer, padre e figlio. Portano la loro firma, tra gli altri la cattedrale di San Nicola na Malá Strana, la chiesa di Loreto a Hradčany e la Basilica di Santa Margherita nel monastero benedettino di Břevnov. Non da meno i capolavori del gotico, prima fra tutte la cattedrale di San Vito, al castello di Praga. Ancor magnificamente barocchi, anche i sontuosi interni della biblioteca e della pinacoteca del Monastero di Strahov, fondato nel 1140, sito dell’ordine dei premonstrati più antico di

Boemia e tra i più antichi in assoluto. Giudicata dal popolare sito web americano Bored Panda come la più bella in assoluto al mondo, la biblioteca del Clementinum-l’ex collegio gesuita barocco nella Città Vecchianella votazione ha battuto persino la biblioteca del Trinity College di Dublino, quella del monastero benedettino di Admont in Austria e la biblioteca nazionale francese di Parigi. E non è nemmeno l’unico fiore all’occhiello del Clementinum, su cui svetta una Torre astronomica della metà del XVIII secolo, in cima alla quale i Gesuiti crearono un osservatorio astronomico e meteorologico. Qui, dal 1775, vengono quotidianamente registrati i dati sulle condizioni atmosferiche. La torre è dotata di strumenti di misurazione dell’epoca e dal suo ballatoio si gode una splendida vista sul centro storico di Praga. www.czechtourism.com F. Bonetti

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AMERICA

CON IL VENTO IN POPPA Le migliori scuole vela delle Isole Vergini Britanniche permettono agli iscritti di veleggiare divertendosi tra le incantevoli isole dell’arcipelago tutto l'anno

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l mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni”, scrive Alessandro Baricco. Il mare è espressione di libertà, soprattutto se vissuto in modo alternativo: a bordo di una barca, lontano dalle spiagge affollate e dal brusio dei turisti. Ed è proprio per far vivere queste emozioni uniche che l’incantevole arcipelago delle British Virgin Islands, capitale mondiale della vela e dei charter, propone ai viaggiatori sailing schools d’eccellenza, come la Offshore Sailing School, la Bitter End Sailing School e la Sunsail Sailing School. Così, tutti gli aspiranti skipper potranno capire come la navigazione in barca a vela non sia solo uno sport, ma un vero e

proprio stile di vita. A differenza della maggior parte degli altri atolli caraibici, le Isole Vergini Britanniche si trovano immerse in un mare interno dalle acque protette, il Sir Francis Drake Channel, che separa l’isola maggiore di Tortola dalle isole meridionali. Per questo motivo, le acque turchesi e tranquille dell’arcipelago sono considerate il “paradiso della vela”, permettendo ai visitatori di impararare a navigare anche in un periodo di tempo sorprendentemente breve. Le BVI si propongono quindi come meta ideale per una vacanza rigenerante e sportiva per tutti quelli che vogliono approcciarsi al mondo della vela o affinare le proprie capacità in mare.

La passione fa scuola alla Offshore Sailing School La Offshore Sailing School è stata fondata nel 1964 da Steve Colgate, velista che ha partecipato alla Coppa America e alle Olimpiadi, conquistando l’onore di essere inserito nella National Sailing Hall of Fame nel 2015. Colgate ha sempre condiviso questa sua passione con la moglie Doris, CEO e Presidente della scuola, nonchè fondatrice della National Women’s Sailing Association e della Women’s Sailing Foundation. Due vite dedicate alla navigazione e al mare che, da una iniziale piccola scuola con sole due barche, vantano oggi ben 7 sedi in America (tre

OGNI ISOLA SI CONTRADDISTINGUE PER L’ETEROGENEITÀ DELLE SUE BELLEZZE CULTURALI E NATURALI OLTRE AGLI APPASSIONATI DI YACHTING, LE BVI RICHIAMANO SULLE LORO COSTE GLI AMANTI DI SNORKELING, ESCURSIONISMO E TURISMO SOSTENIBILE NONCHÈ COLORO CHE DESIDERANO VIVERE ESPERIENZE SUBACQUEE DI RARA INTENSITÀ Leggilo su progressonline.it

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in Florida, due alle BVI, una a New York e una nel New Jersey). Oltre 130.000 persone si sono affidate alle Offshore Sailing School per imparare l’antica arte della navigazione. Alle Isole Vergini Britanniche la Offshore Sailing School è presente a Tortola fin dal 1973, come sailing school ufficiale di The Moorings (compagnia di yacht charter con sede a Road Town), e allo Scrub Island Resort, Spa & Marina, esclusiva struttura alberghiera aperta nel 2010 sull’incantevole isoletta omonima. Con una varietà di corsi per tutti i livelli, dai principianti fino ai più esperti, la scuola permette agli aspiranti velisti di imbarcarsi in uno straordinario viaggio, in cui potranno apprendere dal team di istruttori certificati non solo le abilità e le conoscenze necessarie per navigare, ma anche la fiducia in se stessi per potersi divertire in mare e apprezzare appieno questo stile di vita. Inoltre, gli iscritti ai corsi possono solcare le acque cristalline delle Isole Vergini Britanniche a bordo di imbarcazioni all’avanguardia,

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progettate appositamente per l’insegnamento dai progettisti navali (in collaborazione con Steve Colgate stesso) per assicurare una navigazione sicura ed emozionante. Grazie al clima perfetto che caratterizza questo arcipelago caraibico, i corsi e le lezioni di vela alle BVI si tengono senza interruzione tutto l’anno. Il programma più frequentato alle British Virgin Islands è il Fast Track to Cruising®, ideato specificatamente per chi parte da zero o per chi ha navigato solo su piccole imbarcazioni a vela. In una settimana, gli iscritti ai corsi possono imparare a navigare su catamarani o monoscafi, praticamente con qualsiasi tempo e senza dover fare affidamento su un equipaggio esterno. Alle lezioni teoriche in classe si affiancano da subito lezioni pratiche, inizialmente sul Colgate 26, daysailer utilizzata dalla Coast Guard Academy e dalla United States Naval Academy per addestare i cadetti, per poi passare ai catamarani o ai monoscafi. I corsi Fast Track to Cruising® sono perfetti per godersi al massimo la propria

vacanza alle British Virgin Islands, imparando a veleggiare in sicurezza tra le isole di questo incanto caraibico in pochi giorni. Per chi volesse affinare le proprie capacità agonistiche in mare, la Offshore Sailing School propone un imperdibile programma intensivo di vela, il British Virgin Islands Racing Clinic, che si terrà dal 4 al 9 dicembre 2016 allo Scrub Island Resort, Spa & Marina. Durante questi quattro giorni di full immersion, gli iscritti al programma prenderanno parte ad allenamenti e lezioni al mattino e al pomeriggio, a seminari a riva e a una regata finale.

Un dolce inizio alla Bitter End Sailing School All’estremità nord di Virgin Gorda si trova il Bitter End Yacht Club, resort di lusso molto celebre tra gli amanti della navigazione. La spettacolare collocazione, così come la sua atmosfera casual ed elegante allo stesso tempo e le originali sistemazioni su palafitte del resort,


UN PARADISO INCONTAMINATO, CHE EVOCA STORIE DI PIRATI E GLORIOSE EPOCHE PASSATE che offrono un’incredibile vista panoramica su North Sound, godibile anche dal lungomare, ne fanno la destinazione ideale per gli appassionati di sport ma anche per tutti i viaggiatori alla ricerca di una vacanza fuori dal comune. In questo resort, non può mancare una scuola vela d’eccellenza, la Bitter End Sailing School. Fondata nei primi anni ‘80 da Nick Trotter, è riconosciuta dalla US Sailing Association, da cui riprende metodi e tecniche per offrire un programma modulare e flessibile. La posizione del Bitter End è ottimale per la navigazione, in quanto il North Sound, la punta nord di Virgin Gorda, è accarezzato da venti regolari e costanti ed è circondata da acque tranquille e profonde. Istruttori da tutto il mondo insegnano alla Bitter End Sailing School per trasmettere passione e conoscenze agli studenti: dalle lezioni Basic Keelboat Certification per i principianti fino ai corsi avanzati, i programmi sono pensati per marinai di ogni età e livello.

Col sole in fronte alla Sunsail Sailing School In qualsiasi angolo di mondo splenda il sole e soffi il vento sul mare, lì si trovano le barche di Sunsail, compagnia di noleggio di yacht e imbarcazioni che propone vacanze da sogno in oltre 30 destinazioni nel mondo. Da quando la primissima Flotilla ha preso il largo da Egina nel Golfo Saronico nel 1974, la flotta Sunsail ha percorso in lungo e in largo le acque del globo, espandendosi e conquistando i mari delle destinazioni più belle. Tra queste, non potevano certamente mancare le Isole Vergini Britanniche, con il loro magico abbinamento di acque cristalline e lidi di candida sabbia. Sunsail, infatti, ha una sede anche al porto di Road Town, dove trasmette la sua passione per la vela alla Sunsail Sailing School: dai principianti alle prime armi fino agli esperti marinai che desiderano certificazioni professionali, tutti gli iscritti ai corsi possono vivere emozionanti avventure accompagnati da

istruttori con qualifiche della Royal Yachting Association (RYA) e della American Sailing Association (ASA). Inoltre, la flotta di imbarcazioni di prima classe della scuola è stata progettata dai migliori designer navali, comprendendo barche di ogni dimensione, dai monoscafi Jeanneau di 9.7m ai catamarani di 13m Robertson e Caine, nessuno dei quali ha più di 6 anni di età. In particolare, la compagnia sta attualmente investendo un’ingente somma per introdurre nella propria flotta dei catamarani 454, che andranno a sostituire i Sunsail 444: le nuove imbarcazioni sono moderne, spaziose e dal design all’avanguardia. Inoltre, la sede della Sunsail School alle BVI si può fregiare di un istruttore d’eccezione, Matt Holt, uno dei 25 migliori istruttori dell’American Sailing Association su un network di oltre 2000 professionisti. www.bvitourism.it. Sveva Riva

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ATMOSFERE

MAGICHE

BENTORNATO NATALE L’Italia più autentica, quella delle tante identità locali, dei borghi, delle piccole e grandi città e delle valli, nel periodo delle feste di fine anno dà il meglio di sé, facendo sfoggio di un'incredibile varietà di tradizioni e appuntamenti. Ma il Natale è anche il momento ideale per allontanarsi dai soliti itinerari e scoprire nuove e suggestive atmosfere. Vi proponiamo un tour tra mete magiche, lontane e vicine


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A Salerno, col naso all'insù na spettacolare esposizione tra le strade, le piazze e gli angoli di Salerno, dove la fantasia prende corpo tramite la luce lasciando tutti con il fiato sospeso: giardini incantati, le fiabe più amate, le costellazioni planetarie ed i fenomeni celesti, le suggestioni d’Oriente, le evoluzioni circensi, le vele e il mare rivivono nella creatività e nell’immaginazione di tanti artisti della luce, trasportando i visitatori in un universo incantevole. Uno spettacolo di luci, una grande festa, una bella occasione per stare insieme tra familiari ed amici, un segno di speranza ed allegria che rasserena l’anima ed aiuta a guardare con più fiducia al futuro: questa è “Luci d’Artista”, una manifestazione che aiuta, inoltre, a scoprire, o riscoprire, il grande patrimonio storico, ambientale, enogastronomico ed artigianale di Salerno che, negli ultimi mesi dell'anno, diventa una delle mete più attraenti d’Europa. Cerniera tra la Costa d'Amalfi e la Costiera Cilentana, la città offre un clima suggestivo, un'eccellente cucina ma, soprattutto, la possibililtà di una full immersion tra passato, presente e futuro senza soluzione di continuità. Il cuore antico pulsa a due passi dalla città contemporanea che ha il suo fulcro nel pedonalizzato Corso Vittorio Emanuele, via dello shopping per antonomasia, con bar e locali a la page che offrono la possibilità di piacevoli soste ai loro tavolini all'aperto. Una città tutta da scoprire, dalla parte bassa profumata di salsedine, addenntrandosi poi nel gomitolo di stradine che conserva intatto il fascino del passato pur avendo subito, negli ultimi anni, una trasformazione epocale. www.lucidartista.salerno.it


Tradizione ed emozioni: il mercatino di Natale di Bolzano Un appuntamento ogni anno attesissimo da tutti i Christmas addicted e non solo, un viaggio alla riscoperta delle tradizioni che in Alto Adige vivono e rivivono nelle quattro settimane dell’Avvento e nei preparativi per la festa più bella dell’anno, attraverso riti e usanze che si perdono nella notte dei tempi. Il Mercatino di Natale di Bolzano prende il via, come sempre, a novembre, per chiudere il 6 gennaio. Bande musicali cittadine e cori italiani e tedeschi, per l'occasione, festeggiano con suoni e melodie tradizionali la manifestazione più attesa e più importante nella città. Ai piedi del grande albero di Natale torna il presepe in fedele versione rustica alpina: la Sacra Famiglia con bue e asinello all’interno di un’autentica stalla in miniatura, riprodotta con legno antico e tetto a scandole, come i masi o le baite di montagna. Nelle casette, che sono il simbolo del mercatino, vengono esposti come sempre oggetti di produzione strettamente locale, secondo un ferreo regolamento: dalle statuette in legno alle decorazioni, dai dolci tradizionali agli accessori d’abbigliamento (pantofole e cappelli), alla cartoleria, ai piccoli strumenti musicali, alle candele decorate, alle palline di Natale, tutto è rigorosamente fatto a mano. Il lavoro artigianale rappresenta il cuore dell’esposizione in piazza Walther, storica location dell'iniziativa, dove si può respirare a pieni polmoni l' atmosfera della festa più magica dell'anno. www.mercatini-di-natale.bz.it

Rome New Year’s Day Parade Festeggia dieci anni la Rome New Year’s Day Parade e Destination Events, la società londinese ideatrice del progetto in collaborazione con il team americano Youth Music of the world, organizzerà anche per questa edizione una spettacolare sfilata nella città eterna, in programma per il primo dell’anno nel cuore della Capitale. La parata di quest’anno si ripromette di essere ancora più spettacolare con alcune delle più prestigiose marching bands americane che si

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incontrano con bande italiane, majorette, artisti di strada e gruppi di danza per intrattenere, nel corso del primo dell’anno la folla presente nel circuito del Tridente romano, attraversando le principali e più rinomate strade dello shopping: Via del Corso, Via dei Condotti, Via del Babuino, Via di Ripetta e, punto di partenza e chiusura, Piazza del Popolo. Roma, la maestosa città eterna con il suo patrimonio storico e artistico, animata da un’atmosfera metropolitana, dinamica e vivace ci ha fornito lo sfondo ideale per allestire un’entusiasmante manifestazione internazionale

della musica che si svolge il primo dell’anno – cosi spiega Lizzie Bone, direttrice per le operazioni in Europa di Destination Events. L’evento di punta dell’organizzazione, la London’s New Year’s Day Parade ha luogo lo stesso giorno, come anche l’altra iniziativa realizzata dalla società, La Grand Parade de Paris on the Champs Elysées a Parigi. www.romeparade.com


In Egitto sulle orme della Sacra Famiglia Molti di certo conoscono la storia della fuga della Sacra Famiglia in Egitto, ma pochi hanno vissuto l'esperienza di respirarne le tracce rimaste nei luoghi e nella cultura di questo paese. Diversi tour operator egiziani e internazionali offrono un tour chiamato solitamente "il tour della Sacra Famiglia" (Holy Family Tour) che, a seconda della durata scelta, seleziona i luoghi che, secondo la tradizione, sono stati visitati dalla Santa Vergine e dal Bambino durante la loro permanenza in terra d'Egitto. La prima sosta è generalmente nelle rovine dell'antica città egizia di Pelusium, nella penisola del Sinai, 32 km a sud-est di Port Said, dove gli scavi archeologici condotti sul

sito hanno riportato alla luce un'antica chiesa, risalente al I secolo d.C. Si prosegue verso Tel Basta (vicino a Zagazig, 80 km a nord-est del Cairo) che, secondo la tradizione, è il luogo in cui Gesù ha fatto scaturire una sorgente d'acqua, e verso il vicino sito di Belbeis, dove la Vergine e il Bambino avrebbero riposato al riparo di un albero, da allora chiamato

“l'albero della Vergine Maria”. Nella città di Sakha si può ammirare il sito che conserva l'impronta di Gesù impressa in una roccia rimasta nascosta per secoli per timore di furti, riscoperta solamente una quindicina di anni fa. Prima di ripartire, è possibile visitare i monasteri e le chiese di Wadi Natrun, cioè la valle di Natrun, anch'essa luogo di sosta della Sacra Famiglia.

L’EGITTO È UNA TERRA RICCA DI FASCINO CHE NON SMETTE MAI DI SORPRENDERE, NON SOLO PER I PANORAMI DI STRAORDINARIA BELLEZZA, MA ANCHE PER LUOGHI IMPREGNATI DI SPIRITUALITÀ


Ci si può, poi, dedicare a seguire il percorso della Sacra Famiglia che, dopo avere lasciato il deserto, decise di dirigersi a Sud, verso la riva orientale del Nilo, a Matariyah e Ain Shams (l'antica Eliopoli) e scoprire Zeitoun ("ulivo" in arabo) dove la Sacra Famiglia si fermò a riposare durante il viaggio verso il Cairo, e più precisamente nell'area dove ora sorge la città vecchia del Cairo, con i suoi tesori della cultura copta. Si continua in direzione di Minya verso l'Egitto superiore, dove, nei pressi di Gabal el Tair, troneggia un albero di alloro, chiamato "l'adoratore". La tradizione vuole che quest'albero si inchinò al passaggio di Gesù e, ancora oggi, è incredibile osservare come i rami di questa pianta raffigurino proprio il movimento di adorazione, incurvandosi verso il basso fino a terra, e quindi risalendo di nuovo verso l'alto. Da Minya il tour prosegue attraverso il Nilo fino alla riva occidentale, dove sorgono gli idoli in rovina di Al-Ashmounein e le città di Dairout e Qussqam, per ripartire alla volta di Asyut e i vicini monasteri e chiese. Il percorso, della durata di una settimana circa, si chiude con la visita al monastero di Santa Caterina e con una sosta di due giorni sul Monte Sinai, con un'escursione in cui assistere allo spettacolo dell'alba. www.egypt.travel

India, dove tutto è possibile Un Natale tutt'altro che tradizionale, ma non privo di spiritualità, quello che si prospetta per chi desidera visitare il paese in questo periodo dell'anno: un viaggio che è un incontro con una civiltà che risale a quasi 5000 anni fa e che ha saputo preservare tradizioni antiche e radicate. Uno dei luoghi più intricati e più densi di umanità è lo Stato del Rajasthan, culla

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di storie di Maharaja, regni principeschi e custode dei misteri del deserto di Thar, preserva un'antica tradizione di menestrelli e cantori che ancora girano di villaggio in villaggio riportando alla memoria degli abitanti gli antichi splendori. Una terra vibrante ed esotica nella quale tradizione e gloria reale si esprimono in un trionfo di colore che rompe la continuità dell'immenso sfondo di sabbia del deserto. La bellezza è tutta nelle tante differenti realtà che la compongono, ma che convivono in una globale armonia. Gente, tradizioni, costumi, musica, cucina tutto qui è intrigante, perfino i monumenti, forti inespugnabili, maestose "havelis” (magioni), trasudano cultura e tradizione ed esaltano risorse naturali di assoluta bellezza. C'è un'aura romantica che pervade il Rajasthan e si percepisce in ogni angolo dello Stato, il che la rende una delle mete più esotiche per i turisti provenienti da tutto il mondo, perchè ha preservato la propria etnicità e uno stile di vita tradizionale che si tramanda nel tempo. Ne è un esempio Jodhpur, seconda città del Rajasthan e già capitale della regione storica del Marwar, meta turistica irrinunciabile, sia per l'abbondanza di templi e palazzi di interesse storico e artistico, che per l'imponente e maestoso forte di Mehrangarh, capolavoro dell'architettura rajput in pietra calcarea color ocra. Questo edificio fu utilizzato come residenza dai maharaja fino all'inizio del XX sec. e da sei secoli domina la città da un massiccio di 130 metri. Soprannominata anche “Sun city” per la costante presenza del sole e di tempo sereno (che vista la vicinanza all'area del Deserto di Thar era facile immaginare), ma anche “Blue city” per il gran numero di abitazioni dipinte

IL RAJASTHAN È FORSE LO STATO PIÙ CONOSCIUTO DI TUTTA L'INDIA, CON I SUOI PALAZZI DA FIABA E I COLORI SFAVILLANTI CHE COSTELLANO IL MAGICO PANORAMA

con tinta blu, Jodphur ha fatto innamorare visitatori da tutto il mondo, tra cui anche Steve McCurry, che ha dedicato alcuni evocativi scatti alle strade di questa località unica e alla magia che le attraversa. www.incredibleindia.org


Una fuga verso caleidoscopiche profondità Le Isole Seychelles emergono da acque cristalline dalle mille sfumature, quasi come un miraggio nel bel mezzo dell'Oceano e, come si può facilmente immaginare, sono il luogo perfetto per la pratica degli sport acquatici come snorkeling, immersioni, pesca, canoa, vela, windsurf e surf. Attività disponibili praticamente tutto l'anno, quindi anche a Natale, e indipendentemente dall’isola in cui si alloggia: l'estate perenne delle Seychelles, che godono di temperature tra 24º e 30° e si trovano al di fuori della fascia ciclonica, permette di dedicarsi alla scoperta della vivace vita marina che le circonda. Una straordinaria ricchezza che da sempre ammalia gli appassionati del mare. Dal IX secolo, in cui gli intrepidi marinai arabi hanno navigato per la prima volta nelle acque inesplorate della costa orientale dell’Africa, le acque seychellesi sono state ininterrottamente la meta irrinunciabile di marinai dalle bandiere più

diverse. Da mercanti fenici ad avventurieri polinesiani, passando per una flotta cinese, i pirati e i corsari, tutti hanno solcato le acque dell’arcipelago delle Seychelles, lasciando alle proprie spalle solo qualche impronta di passi sulle sabbie argentee e misteriosi racconti di tesori sepolti. Oggi le Seychelles richiamano un’intera nuova generazione di marinai con le loro acque limpide e gli innumerevoli tesori naturali, che sembrano aver fermato il tempo a quando i primi invasori arabi ebbero il privilegio di ammirare la sorprendente bellezza di queste isole prima di chiunque altro. Queste 115 isole, adagiate come gioielli scintillanti sull’oceano azzurro, sono perfette da navigare con l’intermediazione di compagnie di noleggio internazionali e locali, che offrono un'ampia varietà di navi specializzate, con o senza equipaggio, per un’esperienza del tutto inedita. Grazie a un'invidiabile collocazione geografica, con la maggior parte delle isole situate fuori

dalla zona dei cicloni, le Seychelles sembrano concepite appositamente per il marinaio occasionale, che può tranquillamente navigare nelle loro acque calme per tutto l’anno e di scoprire queste isole sfavillanti seguendo i propri ritmi, esplorando a fondo la generosità e la bellezza straordinaria della natura del luogo. Inoltre, con la loro felice combinazione di formazioni granitiche e coralline e gli atolli molto estesi situati in una zona dell’Oceano Indiano di ben 1 400 000 km², possiedono alcuni dei luoghi di pesca più ricchi al mondo. È per questo che pescatori professionisti e amatoriali tornano con entusiasmo tutti gli anni per dedicarsi a questa attività in acque dove sono stati registrati primati mondiali per una inimmaginabile varietà di pesci. L’abbondanza di wahoo, di orate, di tonni e di trofei come il marlin permette un’esperienza di pesca grossa indimenticabile, sia per gli esperti che per i principianti. La pesca di fondo tradizionale promette pescate di cernie, di snapper e di pesci specchio

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atlantico o imperatori, ricompensando con pesci annoverati tra i più saporiti al mondo. E ancora, le Seychelles sono divenute l’epicentro della pesca con la mosca in acqua salata che è protagonista di un successo crescente, poiché offre la possibilità di prendere grandi pesci pelagici con un armamentario relativamente leggero. Una gamma di escursioni può essere adattata a tutti i pescatori (amatoriali e professionisti) di pesca grossa, pesca di fondo, pesca alla palamita, pesca con la mosca. Una straordinaria ricchezza di vita marina che permette, naturalmente, anche una gran varietà di siti di immersione, molti dei quali sono parchi marini. L’immersione è praticabile per tutto l’anno, ma dipende tuttavia dalla posizione delle isole e dai venti dominanti. In generale, le migliori condizioni per le isole interne ed esterne sono nei periodi più calmi,

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ossia aprile/maggio ed ottobre/novembre, quando la temperatura dell’acqua sale a 29°C ed offre un’eccellente visibilità (fino a 30 m). A dicembre/gennaio, gli alisei soffiano da nordovest, ma le condizioni rimangono pressoché le stesse rispetto ai periodi calmi, fatta eccezione per una superficie più movimentata e qualche perturbazione localizzata. Da maggio a settembre, gli alisei soffiano da sud-est e guadagnano in forza. La visibilità diminuisce e la temperatura può calare nel mese di agosto intorno ai 25°C. Una tuta di 4 mm di spessore è, pertanto, necessaria. A differenza delle isole interne, alcune isole esterne, specialmente quelle più a sud, sono situate vicino alla zona dei cicloni e possono essere interessate occasionalmente da condizioni estreme in determinati mesi. Una tuta di immersione di 4 mm di spessore è consigliata per le isole esterne. E’ altrettanto raccomandato, per le immersioni intorno alle isole dove la

profondità marina scende molto rapidamente e dove le temperature spaziano da 19 a 27°C, portare una tuta di immersione integrale che sarà un vantaggio per gran parte dei sommozzatori. Con 43 isole interne, la varietà è all’ordine del giorno. Tutte queste isole situate a nord dell’arcipelago offrono scogliere granitiche impressionanti, dove le rocce scolpite possono, infatti, essere coperte di coralli e di spugne molli, permettendo una vita marina attiva e prolifica per via dell’isolamento, ma ugualmente grazie alle loro rigide norme di conservazione. Le immersioni nei relitti sono possibili in alcuni settori ben definiti, ma solo le isole a sud consentono le immersioni lungo le falesie sottomarine, immersioni in discesa e a deriva a filo d’acqua. www.seychelles.travel Franco Del Panta


MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO

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MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo | via Guido Reni 4 A, Roma | fondazionemaxxi.it soci

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ITINERARI

MEDITERRANEI

ROTTA VERSO SUD La Tunisia offre tante vacanze diverse, grazie ai suoi 1300 km di costa, ben 300 giorni di sole all’anno e tre lunghi millenni di storia, testimoniati da numerosi siti archeologici imperdibili


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n patrimonio sconfinato che testimonia la profondità, la varietà e la ricchezza delle civiltà che si sono succedute o che hanno convissuto per oltre tre millenni in Tunisia: ciascuna di esse ha lasciato le sue impronte e contribuito a creare un’eredità che si distingue per la sua grande diversità. Oggi il paese offre lo spettacolo di un paesaggio attraversato da affascinanti contrasti: dalle testimonianze storiche di El Jem e Cartagine agli orizzonti infiniti del deserto, fino alle morbide spiagge affacciate sul Mediterraneo, la Tunisia offre la possibilità di vivere un'intensa esperienza culturale, di ammirare magnifici paesaggi naturali e di trascorrere incantevoli giornate di relax.

La Moschea di Kairouan Si tratta di una meta non sempre inserita nei pacchetti turistici, ma che è senza dubbio uno dei luoghi da non perdere durante un viaggio in questo paese. La Moschea di Kairouan (Qayrawan), dal 1988 tra i patrimoni dell'umanità, conserva intatto tutto il suo fascino. Malgrado il suo aspetto da fortezza militare, è il cuore di una città particolarmente venerabile per i musulmani che qui si recano in pellegrinaggio essendo questa la terza città santa dell'Islam e la prima per i paesi del Maghreb. Questa fu la prima città fondata ex-novo dagli Arabi, che poi nelle coste di Sousse e Hammamet costruirono dei "Ribat" (cioè delle fortezze) a sua difesa. La moschea è di fatto un catalogo aperto sugli stili artistici più svariati, con le sue oltre 700 colonne di porfido, granito e marmo bianco, di fattura romana, bizantina e araba, perchè tutta la moschea venne realizzata riciclando materiali di recupero dai monumenti antichi principalmente di Cartagine.

Sulla via dei datteri C'è poi Kebili, cittadina che si trova a poca distanza da Chott el-Jerid, il più esteso lago salato del Maghreb, che sorge in un’oasi popolata fin dall’antichità: reperti archeologici testimoniano, infatti, la presenza dell’uomo oltre 200.000 anni fa. Circondata da palmeti, Kebili è il posto giusto per immergersi in una dimensione unica e assaporarne i ritmi autentici, ancora dettati dalla natura e dalle tradizioni locali. In questa

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UN’INESTIMABILE EREDITÀ QUELLA CHE LA TUNISIA MOSTRA OGGI AGLI OCCHI DEL VISITATORE. È IL FRUTTO DI UNA GRANDE DIVERSITÀ CHE TESTIMONIA L’APERTURA DEL PAESE VERSO LE GRANDI CIVILTÀ FIN DAI TEMPI DELLA PREISTORIA zona la coltivazione del dattero costituisce una delle attività commerciali più importanti, omaggiata da uno degli appuntamenti più attesi e “golosi” dell’anno in Tunisia: il Festival Internazionale dei Datteri di Kebili. Ogni anno a novembre sono previsti numerosi eventi e spettacoli per celebrare una grande tradizione del territorio tunisino e uno dei suoi prodotti più caratteristici, con un suggestivo spettacolo pirotecnico che dà il via alle tante iniziative che animano la cittadina per tre giorni: momenti folkloristici, concorsi di cucina e show-cooking, spettacoli di danza e musica, degustazioni e naturalmente la tipica raccolta dei datteri a cavallo.

La Città delle Due Lune Arroccata su una penisola protesa nel Mediterraneo, a sud di Monastir, la città di Mahdia vanta una storia molto antica, a partire dalla sua fondazione ad opera dei Fenici e passando per le varie dominazioni che si sono alternate sul suo territorio, da quella romana a quella araba, spagnola e ottomana.

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Il centro storico, con la sua caratteristica Medina disseminata di animatissimi souk e di botteghe dove orafi, sarti, erboristi, fabbri e altri valenti artigiani mettono in vendita i prodotti del loro lavoro, merita senza dubbio una visita e, salendo fino alla cima del promontorio dove sorgono il faro e la rocca, si può godere una bellissima vista sulla città e sul paesaggio circostante. Inoltre, le sue lunghe spiagge di sabbia bianchissima ne hanno fatto una delle più note località balneari della Tunisia, ricca di alberghi e di strutture sportive, ma senza l'affollamento e il caos tipici del turismo di massa da cui Mahdia sembra essere rimasta miracolosamente indenne. Qui sorge l'Iberostar Royal El Mansour che con la sua piscina all'aperto, un centro per la talassoterapia, camere e suite a 5 stelle e la sala da tè tunisina offre un ottimo e rilassante soggiorno. Da non perdere, poi, la visita del sito archeologico di El Jem, a circa 30 km da Mahdia, dove è possibile ammirare uno spettacolare anfiteatro romano che, con la sua


notevole capienza - poteva ospitare fino a 35.000 spettatori seduti – classificandosi come il terzo del mondo romano per grandezza, dopo il Colosseo e quello di Capua, e sicuramente il più importante in suolo africano. Rimasto

miracolosamente ben conservato il sito ha portato alla luce anche una trentina di ville patrizie del periodo romano e molti raffinati mosaici, alcuni dei quali si possono ammirare al museo della città.

UNA CITTÀ SANTA E MITICA Kairouan ha il fascino ammaliante di una città plasmata dalla storia e dalla devozione, gelosa del suo patrimonio e delle sue tradizioni

Nel cuore della Tunisia berbera Matmata è prima di tutto il nome di una tribù, ma è anche il nome del villaggio più famoso scavato nel tufo, che ospita ancora oggi popolazioni berbere. Situata alle porte del Sahara, Matmata è conosciuta per due motivi: la presenza della popolazione troglodita e la location nel 1977 del film Guerre Stellari. La particolarita dei Trogloditi sta nel fatto che hanno costruito le loro case nel terreno creando una serie di stanze che confluiscono in un unico luogo comune: il cortile. Questo inoltre, essendo a cielo aperto riesce a raccogliere tutta l'acqua piovana che raramente si presenta. Queste abitazioni sono state realizzate in virtù del fatto che essendo alle porte del deserto si raggiungono molto facilmente i 40-45°C è mantengono all'interno una temperatura fresca. L’accoglienza qui è delle più calorose e gli abitanti accompagnano con piacere i visitatori a scoprire le case scavate nella roccia. Ammirare i paesaggi lunari che la circondano è un'esperienza mozzafiato. M. T.

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LUOGHI DELLA CULTURA

PISTOIA, UNO SCRIGNO DA SCOPRIRE Piccolo gioiello conosciuto da pochi estimatori, da sempre crocevia di incontri e scambi, la città è oggi pronta per farsi scoprire dai visitatori di tutto il mondo

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istoia è la Capitale Italiana della Cultura designata per il 2017. Città di origine romana, cinta a nord dalle montagne e incastonata nel verde dei suoi vivai, è stata premiata con l’autorevole riconoscimento non solo per la ricchezza del suo patrimonio artistico e architettonico, ma anche per l’impegno con cui l’amministrazione cittadina promuove e sostiene progetti e iniziative che ne valorizzano l’identità e le tradizioni. Un anno per mettere in luce le caratteristiche e le peculiarità che la rendono preziosa, dall’arte alla musica, dall’antropologia al teatro, dall’animazione degli spazi urbani alle iniziative per i più piccoli e per la riscoperta del verde e del paesaggio, tutte le attività sono state pensate appositamente per condividere percorsi di riflessione con i cittadini e i visitatori e per dare vita a nuovi modelli di produzione culturale.

Un cuore verde Fil rouge del progetto di Pistoia 2017 è la rigenerazione urbana, per favorire un uso più sostenibile del suolo, risorsa fondamentale sia dal punto di vista della biodiversità che della memoria dei luoghi e dell’originalità dei paesaggi, eredità preziosa da trasmettere integra e viva alle nuove generazioni. Pochi centri in Italia possono vantare, come Pistoia, l'esistenza di aree agricole ai margini della città storica: questo è uno dei principali valori da preservare. Solo negli ultimi tre anni sono stati recuperati 40.719 mq di territorio agricolo e 11.330 mq a verde privato, con un totale di oltre cinque ettari (51.509 mq) di terreno sottratti alla cementificazione.

Largo alla storia dell'architettura Come nel Rinascimento, anche in epoca contemporanea Pistoia continua ad attrarre artisti, in un proficuo scambio con il mondo internazionale dell'arte. Ne è esempio la Collezione Gorialla Fattoria di Celle, laboratorio creativo di arte ambientale nel quale hanno lasciato un segno, tra gli altri, Alberto Burri, Daniel Buren, Jean-Michel Folon, Anselm Kiefer, Robert Morris, Claudio Parmiggiani, Sol Lewitt.

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Una delle sedi più importanti della città, Palazzo Fabroni – vero e proprio Museo del Novecento e del Contemporaneo –ospiterà, tra le altre, le mostre: “Prêt-à-porter”del pittore Giovanni Frangi, a cura di Giovanni Agosti (5 febbraio-2 aprile) e “Marino Marini. Passioni visive”, curata da Flavio Fergonzi e Barbara Cinelli (16 settembre 2017-7 gennaio 2018). La particolarità della prima è che gli ambienti espositivi del palazzo hanno implicitamente fornito il ritmo e il senso della mostra; la seconda indagherà l’officina di invenzioni plastiche del Marini, ponendole in relazione diretta con i grandi modelli della scultura del Novecento e con alcuni esempi dei secoli passati. Altre due esposizioni saranno dedicate ad altrettante figure emblematiche di Pistoia: l’architetto di fama mondiale Giovanni Michelucci e il missionario gesuita Ippolito Desideri.“Le Città di Michelucci”, allestita dal 25 marzo al 21 maggio nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale, sarà articolata in quattro sezioni e permetterà di conoscere disegni, progetti, modelli, bozzetti e plastici del poliedrico architetto. Una mostra e un convegno approfondiranno la figura di Ippolito Desideri, in memoria del terzo centenario del suo arrivo a Lhasa. Giunto in Tibet come missionario, si immerse nella cultura locale a tal punto che l’attuale Dalai Lama lo considera un precursore del dialogo interreligioso in un’epoca in cui il concetto neppure esisteva.

I musei e le biblioteche da scoprire La vastità del patrimonio culturale locale è rispecchiata anche dalla ricca offerta del sistema museale cittadino. In particolare, il Museo Civico, che raccoglie le più significative testimonianze dell’arte a Pistoia dal XIII al XX secolo e che ospiterà dal 28 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018 una mostra intorno all’opera «La presentazione di Gesù al Tempio» del pittore settecentesco fiorentino Anton Domenico Gabbiani; Palazzo Fabroni, con la sua collezione permanente, che nel 2017 ingrandirà ulteriormente i propri spazi. Colonne portanti della vita culturale cittadina,

ANTICHE BELLEZZE Dall'alto: Palazzo Fabroni, che oggi ospita il Museo di Arti Visive Contemporanee; Palazzo dei Vescovi, tra i più antichi edifici storici esistenti in città; un'immagine dell'iniziativa "Vestire il Paesaggio" che nel 2017 vedrà un'edizione speciale.


UN ANNO DA VIVERE Eventi da non perdere

PISTOIA, SALOTTO DELL'ARTE E DELL’ARTIGIANATO, È ANCHE L'UNICA CITTÀ ITALIANA NELLA LISTA BEST IN TRAVEL 2017 che nell’anno della nomina saranno ancora più dinamiche nel proporre attività, sono le biblioteche San Giorgio e Forteguerriana. La prima –una costruzione post-industriale vestita da opere d’arte contemporanea tra cui quella site-specific “Il grande carico” di Anselm Kiefer –è anche polo di innovazione. La Forteguerriana è una delle più antiche e prestigiose biblioteche italiane, che custodisce un patrimonio archivistico e librario di grande pregio, costituito da circa 220.000 libri.

Natura da ammirare La provincia di Pistoia è il cuore del vivaismo italiano, nato un secolo e mezzo fa negli orti dentro le mura per produrre le piante da frutto necessarie a soddisfare il crescente bisogno della città. Oggi la provincia di Pistoia è leader in Europa: si tratta di un territorio unico, in cui si possono trovare piante tipiche di tutte le zone del mondo. L'attività vivaistica ornamentale è concentrata nella Valle dell'Ombrone pistoiese e interessa oltre 5.200 ettari, 1.500 aziende e oltre 5.500 addetti diretti. Il titolo di Pistoia Capitale Italiana della Cultura è un'occasione per mostrare l’importanza della

realtà produttiva e creativa del comparto vivaistico pistoiese. Momento chiave per esplorare questo territorio sarà la manifestazione «Vestire il paesaggio» (11-17 giugno), la cui quarta edizione coinvolgerà gli spazi verdi della città come luoghi di confronto e discussione. A due giornate di convegno se ne affiancheranno altrettante da vivere direttamente nei vivai, che apriranno le porte e mostreranno le loro rarità e i loro segreti produttivi. In programma inoltre itinerari nei parchi, giardini e chiostri della città, una “Biciclettata verde” e un omaggio al contrabbassista pistoiese di fama internazionale Franco Petracchi. Il territorio pistoiese ha un’altra caratteristica: è stato disegnato dall’acqua. A questo elemento sarà dedicata la mostra “Disegni d’Acqua. Acque e trasformazioni del territorio”(giugnodicembre): un percorso espositivo che evocherà con strumenti multimediali i tratti salienti delle trasformazioni del territorio nelle diverse epoche storiche. Per tutto il 2017, inoltre, la città sarà animata da fiere e rassegne dedicate all’antiquariato, all’enogastronomia e alla valorizzazione dei sapori e prodotti locali e accoglierà nel suo

✑ Anche i festival legheranno la loro programmazione al tema della Capitale della Cultura. Dal 6 al 9 aprile si terrà la quinta edizione di “Leggere la città”, evento annuale dedicato alla città e alle città, alle piccole e medie città d’Europa, nelle quali si manifestano i processi più significativi della contemporaneità. L’edizione 2017 sarà aperta da una lezione dell’antropologo Marc Augé e sarà dedicata al tema “Cultura è comunità”. La trentottesima edizione di Pistoia Blues, uno dei più longevi festival musicali italiani, attesa a giugno e luglio, amplierà nel corso dell’anno il suo cartellone per la Capitale della Cultura. Un appuntamento eccezionale sarà quello del 23 febbraio al Teatro Manzoni con il concerto in anteprima nazionale di John Mayall, uno dei padri del blues europeo. Seguiranno altri eventi in attesa della manifestazione estiva, il cui programma sarà declinato in cinque filoni: contemporaneità e contaminazione; i legami con la tradizione; le esclusive; le nuove generazioni; la didattica.

calendario anche gli appuntamenti culturali dei comuni della provincia. Al di fuori delle tre cerchie murarie, il territorio offre allo sguardo magnifici scenari: dalle montagne degli Appennini con le stazioni sciistiche, la riserva naturale dell’Acquerino, l’osservatorio astronomico di San Marcello e i percorsi immersi nel verde, alle colline del Montalbano, con i loro pregiati prodotti tipici, fino alla straordinaria riserva naturale del Padule di Fucecchio; dal sistema termale e alberghiero di Montecatini e della Valdinievole, fino alla casa di Pinocchio a Collodi.

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MUSEI

E DINTORNI

DUE PASSI NELL’ARTE C'è bisogno di una pausa anche dalle festività, per mettere per qualche ora da parte le grandi abbuffate, gli scambi di regali e le maratone in famiglia e dedicare del tempo alla cultura e alla contemplazione artistica. Sono infinite le mostre che animano la Penisola in questi giorni, tra fotografia, pittura e intrattenimento


Ai Weiwei: storie di lotta a Palazzo Strozzi

F

ino al 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi a Firenze ospiterà la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, Ai Weiwei: una rassegna a cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. Artista dissidente e icona della lotta per la libertà di espressione, Ai Weiwei è noto a livello globale per l’unione di attivismo politico e ricerca artistica attraverso opere spettacolari e provocatorie. Protagonista di mostre presso i maggiori musei del mondo, Ai Weiwei invade con la sua straordinaria libertà creativa tutti gli spazi di Palazzo Strozzi: la facciata, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina, con iconiche installazioni monumentali, sculture e oggetti simbolo della sua carriera, video e serie fotografiche dal forte impatto. Per la prima volta Palazzo Strozzi viene utilizzato come un luogo espositivo unitario, creando un’esperienza totalmente inedita per i propri visitatori e permettendo all’artista cinese di confrontarsi con un contesto ricco di sollecitazioni storiche e spunti architettonici. Una nuova grande installazione dell’artista, coinvolge due facciate dell’edificio rinascimentale con ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre di Palazzo Strozzi: un progetto che porta l’attenzione ai destini dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa

FONDAZIONE PALAZZO STROZZI All’interno della cornice di uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale fiorentina la mostra “Ai Weiwei. Libero”.

attraversando il Mediterraneo. Il centro del Cortile è invece dominato da Refraction (Rifrazione), una gigantesca ala metallica fatta di pannelli solari resa immobile dalle grandi dimensioni e dal peso di oltre cinque tonnellate, suggestiva metafora della costrizione e della negazione della libertà. All’interno degli spazi del Piano Nobile e della Strozzina la mostra propone un percorso attraverso opere storiche e nuove produzioni, permettendo una totale immersione nel

mondo artistico e nella biografia personale di Ai Weiwei. Le opere esposte spaziano dal periodo newyorkese tra gli anni ottanta e novanta, in cui scopre l’arte dei suoi “maestri” Andy Warhol e Marcel Duchamp, alle grandi opere simboliche degli anni duemila fatte di assemblaggi di materiali e oggetti come biciclette e sgabelli, fino alle opere politiche e controverse che hanno segnato gli ultimi tempi della sua produzione, come i ritratti di dissidenti politici in LEGO o

Leggilo su progressonline.it

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i recenti progetti sulle migrazioni nel Mediterraneo. www.palazzostrozzi.org

50 sfumature di Paperino WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano dedica una mostra a uno dei personaggi più iconici del fumetto internazionale: Paperino, il personaggio preferito dei lettori del settimanale Topolino secondo un sondaggio realizzato in occasione dell’uscita del numero 3000. “Quattro volte Paperino” si propone come un percorso espositivo che per la prima volta, attraverso l’esposizione di albi rari, giornali d’epoca, filmati, tavole originali e gadget rari presenta al pubblico tutte le anime di questo personaggio così amato dal grande pubblico. La mostra, allestita da WOW Spazio Fumetto dal 19 novembre 2016 al 29 gennaio 2017, è realizzata in collaborazione con la redazione del settimanale Topolino e Pixartprinting. La prima sezione, curata da Luigi Bona, direttore di WOW Spazio Fumetto, è dedicata ovviamente al Paperino classico: viene raccontata la sua nascita, la sua evoluzione grafica e caratteriale e ci narra le sue avventure più famose, con particolare attenzione sulla produzione italiana, fiore all’occhiello del fumetto Disney a livello mondiale. La seconda sezione, curata da Luca Bertuzzi, è dedicata a Paperinik: partendo dagli esordi più cupi e noir, quando si faceva chiamare Diabolico Vendicatore e vendicava i torti subiti da Paperino, fino ad arrivare all’impavido supereroe dei nostri giorni, in cui ha spesso dovuto affrontare “minacce” assai concrete e quotidiane, dalle diete dimagranti all’inquinamento selvaggio. La terza sezione, curata da Alberto Brambilla, è dedicata a PK, di cui nel 2016 ricorre il ventennale e presente in pianta stabile dal 2014 a WOW Spazio Fumetto grazie al murale realizzato da Claudio Sciarrone sul muro esterno del museo. Il percorso analizza i motivi del successo di PK a partire sia dagli elementi di innovazione grafica portati nel fumetto disneyano, sia dalle tematiche più mature rispetto al classico fumetto Disney.

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«LA SUONATRICE DI LIUTO» DI JAN VERMEER ARRIVA PER LA PRIMA VOLTA AL MUSEO DI CAPODIMONTE DI NAPOLI. L’OPERA SARÀ ESPOSTA FINO AL 9 FEBBRAIO 2017 L’ultima sezione, curata da Riccardo Mazzoni, è riservata a DoubleDuck, il nome in codice di Paperino quando fa l’agente segreto per l’Agenzia. In mostra vengono raccontate le sue avventure migliori, con particolare attenzione ai tanti riferimenti alla saga spionistica più famosa del mondo, quella dell’agente 007. In mostra saranno presentate in anteprima alcune tavole dalla storia “DoubleDuck Reboot” di Fausto Vitaliano e Andrea Freccero in uscita in primavera sul settimanale Topolino. Durante tutto il periodo della mostra sono previsti eventi, incontri con autori e presentazioni, che permetteranno ai fan di approfondire la loro conoscenza di Paperino. Inoltre, durante i weekend, sono organizzati laboratori di disegno a tema, per imparare a disegnare Paperino, Qui, Quo, Qua, Zio Paperone, ma anche Paperinik, i malvagi Evroniani o DoubleDuck. www.museowow.it

«La suonatrice di liuto» conquista Napoli Il celebre dipinto di Jan Vermeer «La suonatrice di liuto» sarà in mostra fino al 9 febbraio 2017 sarà in mostra al museo di Capodimonte di Napoli. Un eccezionale prestito del Metropolitan Museum di New York, dove in genere è esposto, ha permesso di allestire il percorso in cui il dipinto del maestro olandese viene presentato assieme ad altri quadri del ‘600 già presenti a Capodimonte e raffiguranti donne musiciste, tra cui le tre Santa Cecilia dipinte da Bernardo Cavallino, Carlo Sellitto e Francesco Guarino, in un accostamento che evidenzia i legami tra l’arte napoletana del XVII secolo e quella fiamminga. «La suonatrice di liuto» è uno dei dipinti più famosi di Jan Vermeer, il maestro olandese di Delft, e sembra rappresenti sua moglie. L’opera, famosissima in tutto il mondo, è una delle 40 tele esistenti del pittore olandese, di cui nessuna in Italia. Dipinta nel 1664 rappresenta una giovane donna mentre accorda lo strumento e rivolge lo sguardo alla finestra da cui entra una luce. Sul quadro si nota sul muro una carta geografica


dell’Europa, come si realizzavano ad Amsterdam in quegli anni, ed è talmente perfetta che si può risalire a quella pubblicata da Jodocus Hondius nel 1613 e stampata di nuovo 1659 per inserirla nel Theatrum OrbisTerrarum. Il Metropolitan Museum di New York in cambio di questo prestito eccezionale ha avuto 2 disegni della pinacoteca napoletana attribuiti a Michelangelo. www.museocapodimonte.beniculturali.it

LunEur 2.0: un tuffo nel passato per inguaribili nostalgici I dolci pendii del Bruco Mela. Le acrobazie adrenaliniche del Batman che solo i più temerari osavano affrontare. L’eterno Tagadà. La Barcamatta per soli stomaci forti. Il mitico drago Nessie. Ogni romano dai 20 anni in su, ricorderà con affetto e nostalgia queste attrazioni che animavano i pigri pomeriggi di adolescenti e giovani di tutte le età. Era l'aprile del 2008 quado il LunEur, il luna park più antico d’Italia (inaugurato nel 1953), chiudeva i battenti a tempo indeterminato. Crisi, degrado, microcriminalità e il proliferare di grandi parchi tematici, i principali indiziati di una chiusura che ha sollevato molti tra dubbi e polemiche. Poi, dopo otto lunghi anni di oblio, la notizia che, quasi a sorpresa, ha fatto irruzione sui principali quotidiani e social network: il LunEur riaprirà. C’erano stati degli indizi, a onor del vero, come il recupero della ruota panoramica che dal 2014 era stata rimontata nella sua posizione originale, pur senza le storiche cabine dove le coppiette di giovani innamorati si scambiavano baci e romantiche effusioni. Dopo anni di battaglie legali, interruzioni e lavori a intermittenza, la riapertura ufficiale è avvenuta alle 19 di giovedì 27 ottobre. Il recupero del LunEur è il frutto di un investimento di oltre 21 milioni di euro da parte di Cinecittà Entertaiment, la partecipata romana che ha curato il progetto e la realizzazione di 25 nuove attrazioni adatte soprattutto a un pubblico under 14. Sarà un parco certamente diverso rispetto a quello preservato nei ricordi collettivi (compresi quelli di chi scrive), ma il cambiamento sarà, con ogni probabilità, il segreto del successo che gli investitori si attendono. Almeno è quello che trapela dalle parole di Filippo Chiusano, ad di Luneur Park

PER PURA PASSIONE In mostra al MAXXI 200 fotografie, provini e vintage print inediti, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste di Letizia Battaglia.

Spa che in un’intervista a “Repubblica” afferma di puntare ai 700 mila ingressi annuali. Visitare il parco sarà un’esperienza sensoriale a 360 gradi e sono tante le novità anche in vista del Natale con il “Christmas Village” e la pista di pattinaggio sul ghiaccio. La notizia della riapertura del parco ha suscitato reazioni euforiche dei ragazzi di ieri e quelli di oggi, con la speranza però che non si sentano autorizzati a marinare la scuola com’era solito avvenire nel LunEur 1.0. www.luneurpark.it

La fotografa della mafia al MAXXI Nata a Palermo nel 1935 e conosciuta in tutto il mondo per le sue foto di mafia, Letizia Battaglia è stata ed è tutt’ora uno dei più straordinari e acuti testimoni visivi della vita e della società italiana, in particolare della Sicilia. Riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea per il valore civile ed etico del suo lavoro, Letizia Battaglia non è solo la “fotografa della mafia” ma anche, per il suo lavoro artistico e come fotoreporter nella redazione del quotidiano l’Ora, la prima donna e fotografa europea a ricevere il prestigioso The W. Eugene Smith Award a New York nel

1985, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. A poca distanza dalle celebrazioni per i suoi ottanta anni, il MAXXI organizza LETIZIA BATTAGLIA. Per pura passione, una grande mostra a cura di Paolo Falcone, Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi, che fino al 17 aprile 2017 porterà al MAXXI oltre 300 scatti, provini e vintage print inediti provenienti dall’archivio storico di questa grande autrice, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste. La mostra si apre con una sezione documentaria che racconta questa sua intensa e varia attività, sempre all’insegna dell’impegno civile. Ne fanno parte le fotografie delle occupazioni, degli scontri di piazza, delle manifestazioni politiche di estrema sinistra e estrema destra negli anni Settanta a Milano, quelle della nuova scena creativa milanese che la porta a conoscere e ritrarre Pier Paolo Pasolini e Franca Rame, immagini che oggi escono per la prima volta dai suoi archivi. Un’altra serie inedita che viene esposta al MAXXI per la prima volta è

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IL MAESTRO DEL FUTURISMO DAL “REALISMO SOCIALE” AGLI STUDI SULLA PERCEZIONE DELLA LUCE. UNA MOSTRA ALLA FONDAZIONE FERRERO DEDICATA A GIACOMO BALLA

quella realizzata a partire dal 1978 nell’ospedale psichiatrico di via Pindemonte a Palermo, che rivela quanto per lei la fotografia assuma una forte connotazione politica e rappresenti un potente strumento per sensibilizzare l'opinione pubblica. E poi il racconto della sua lunga esperienza editoriale, con riviste come “Grandevù”, “Edizioni della Battaglia”, “Mezzocielo” e da una rassegna di film e interviste, nell’Auditorium del MAXXI. Si procede con la grande installazione Anthologia: oltre 120 fotografie in bianco e nero di grande formato (66x100 cm) che scendono dall’alto e scandiscono un percorso visivo intenso, offrendo al visitatore la possibilità di immergersi in una foresta di immagini sospese che ripercorrono quarant’anni di lavoro e di vita politica e sociale dell’Italia. Giudici, poliziotti e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra negli scatti realizzati tra gli anni Settanta e gli anni Novanta (Giorgio Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Cesare Terranova, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, Piersanti Mattarella). Della serie Politici e mafia fanno parte gli scatti a Salvo Lima e Vito Ciancimino, la foto emblematica di Giulio Andreotti con il mafioso Nino Salvo (1978), utilizzata come

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prova nel processo contro l'esponente democristiano, Leoluca Bagarella, una delle immagini più potenti della sua produzione, un'icona contemporanea nella lotta contro la criminalità mafiosa. E poi gli splendidi ritratti di donne e bambini realizzati a Palermo negli anni Ottanta che descrivono la miseria di una Sicilia abbandonata, e accanto a queste le fotografie della borghesia e della nobiltà palermitana, con le sue feste opulente e sfarzose, le processioni religiose, la tradizione dei riti funebri e la vita quotidiana. www.fondazionemaxxi.it

Unico e straordinario. Balla La Fondazione Ferrero di Alba rende omaggio a Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958), figura straordinaria di pittore e fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche, con una mostra di risonanza internazionale, a cura di Ester Coen. Il progetto dedicato a Giacomo Balla prevede un’esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo. Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la

realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere documenta questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista sviluppa un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La mostra di Alba evidenzia poi l’adesione alla poetica del Futurismo, in un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri: verticale, diagonale, spirale, il linguaggio di Balla scopre nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico, isolato, sezionato e inquadrato in tutta la sua verità di materia vibratile. Una visione capace di attingere alle massime profondità, ma di sfondare anche i limiti della cornice, in un gioco di rilancio verso la vita. Le opere del percorso appartengono a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere e sarà possibile ammirare capolavori straordinari, difficilmente concessi in prestito: il “Polittico dei viventi”, nella sua completezza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dall’Accademia di San Luca di Roma, “La mano del violinista” dalla Estorick Collection di Londra, la “Bambina che corre sul balcone” dal Museo del Novecento di Milano, il “Dinamismo di un cane al guinzaglio” dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il “Volo di rondini” del Museum of Modern Art di New York, la “Velocità astratta + rumore” in prestito dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, che sarà accostata alla “Velocità astratta”. “L’auto” è passata della Tate Modern di Londra, e ancora un’ “Automobile in corsa” proveniente da The Israel Museum of Gerusalemme. Solo per accennarne alcuni. www.fondazioneferrero.it Davide Zaccaretti


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SULLE

ORME DI

ROBERT L ANGDON

UN’ESPERIENZA UNICA NEL CUORE DI FIRENZE Firenze, che ha dato i natali e ospitalità ad un’interminabile schiera di grandi personalità, è oggi una città più viva che mai con una offerta di prim’ordine pronta a soddisfare tutti i gusti

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isitare per la prima volta Firenze è un’esperienza che lascia un segno indelebile nell’anima; visitarla una seconda volta significa apprezzarne ancor più le innumerevoli sfaccettature; ritornarci permette di cogliere anche i tanti angoli nascosti, da cui prepotentemente si svela tutta la ricchezza storica di una città dove il Medioevo e il Rinascimento hanno lasciato le più sublimi testimonianze del loro passaggio. In una città con una tale vocazione turistica non mancano certo le opportunità di scegliere tra le più disparate strutture ricettive adatte ad ogni tipo di esigenza. Se si è alla ricerca di qualcosa di unico e che possa rendere assolutamente memorabile un soggiorno a Firenze, esiste un luogo appartato, quasi nascosto nelle incantevoli viuzze del centro storico: l’Hotel Brunelleschi. Un Hotel di categoria 4 stelle superior, contraddistinto da una location fantastica – a pochissimi passi dal Duomo – che si unisce al fascino storico di un edificio medievale giunto intatto in tutto il suo splendore fino ad oggi. Una storia, quella dell’edificio che accoglie il Brunelleschi, che ha molto da raccontare e che risale addirittura all’epoca romana. È infatti nelle fondamenta della Torre della Pagliazza – oggi parte integrante dell’Hotel – che troviamo, accanto ad una interessante area museale, i resti di un calidarium. Le strutture medievali sorte sulle fondamenta romane ci narrano della costruzione, probabilmente attorno al VI-VII secolo, della suddetta torre circolare ed unica nel suo genere, tanto da costituire ad oggi il più antico monumento fiorentino giuntoci intatto. Sempre in pieno Medioevo – siamo nell’XI secolo – viene costruita accanto alla torre la chiesa di San Michele che nel 1729 sarà poi abbandonata e convertita in abitazione. Ma le trasformazioni non si arrestano qui…

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Nell’Ottocento l’ex edificio chiesastico viene inglobato in un più vasto abitato comprendente anche i resti di un’altra chiesa medievale: il tutto sarà convertito nel corso degli anni in tre differenti alberghi. È finalmente negli anni ’80 del secolo scorso che si compie la straordinaria opera di recupero dell’edificio e della Torre della Pagliazza che, con i secoli, era stata gradualmente inglobata da altri edifici, e perciò non più visibile. L’architetto Italo Gamberini, artefice di questo restauro e del ripristino dell’antica torre ed annessi, ha portato magnificamente alla luce l’originaria struttura medievale che accoglie oggi l’Hotel Brunelleschi. Se l’indubbio fascino storico rappresenta una delle grandi attrattive del Brunelleschi, l’accoglienza e la

raffinatezza dei servizi proposti fanno da contraltare, in un tripudio di eleganza, confort e attenzione ad ogni singolo dettaglio. Ad iniziare dalla reception, dove le travi a vista e i possenti muri in pietra nuda fanno la loro figura, contornati da un arredamento che spazia tra il moderno e l’antico, risaltato da un’illuminazione soffusamente intrigante. Tra i punti forti del Brunelleschi vi sono sicuramente le varie suites, semplicemente stupefacenti nell’accostare all’arredamento modernissimo la ricchezza di vedute indimenticabili. La Pagliazza Tower Suite, ad

esempio, ricavata in due dei piani dell’antica torre medievale, è davvero superba; al piano superiore, accomodati sul letto rotondo, è possibile gustare dalle tre ampie finestre una vista spettacolare sui tetti di Firenze e sul Duomo. Optando per un trattamento ancor più esclusivo si può scegliere la suite terrazzata (Pool Suite), anch’essa a due piani, dotata di vasca idromassaggio, letto a


NELLA FIRENZE DEI QUARTIERI RINASCIMENTALI, L'HOTEL BRUNELLESCHI SORGE IN UNA STORICA LOCATION ALL’INTERNO DELLA TORRE PIÙ ANTICA DELLA CITTÀ DI FIRENZE E DELLA CHIESA MEDIEVALE qui che si cela il regno dello chef Giuseppe Bonadonna, che vizia i suoi ospiti con succulenti manicaretti che lusingano non solo il palato, ma anche la vista e l’olfatto: da restare – è il caso di dirlo – a bocca aperta! Completano il quadro l’elegante Tower Bar e l’Osteria della Pagliazza, dedicata alla tradizione toscana che, nella stagione calda, accoglie i suoi ospiti anche nella splendida piazzetta del Giglio. Alle varie amenità offerte dall’Hotel Brunelleschi, si aggiungono un attrezzato spazio Gym e la possibilità, grazie alle sue sale – incantevole quella situata all’ultimo piano della Torre della Pagliazza – di organizzare meeting ed eventi; il tutto in una cornice da sogno, molto apprezzata anche da Dan Brown che ha voluto più volte “far soggiornare” il protagonista dei suoi bestsellers, lo storico d’arte Robert Langdon, proprio al Brunelleschi… E quale scelta più azzeccata per il fantomatico professore della Harward. Franco Bruni

baldacchino e un terrazzo con vista mozzafiato sul Duomo. Altre suites offrono panoramiche altrettanto meravigliose sul Duomo e Palazzo Vecchio, senza dimenticare che un soggiorno in queste suites prevede un trattamento speciale, personalmente seguito dal Suite Ambassador. Le camere, molte delle quali con vista sul Duomo, sono anch’esse di grande standing: dall’arredamento raffinato di gusto moderno, con pavimenti in parquet, ed elegantissimi stanze da bagno alcune dei quali dotate di vasca idromassaggio. Non è da meno l’offerta culinaria che viene servita nel Salone Liberty e nella Sala del Pozzo per la colazione e, soprattutto, nel Ristorante Santa Elisabetta, situato in un piano della possente Torre della Pagliazza. È

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Peter, in visita alla Carrara il 3 marzo 2016. #lamiasullacarrara


ALBERGHI

E DINTORNI

VIAREGGIO... NON SOLO CARNEVALE Vivace sì, ma sempre memore del suo patrimonio storico e artistico, spesso testimone di un passato travagliato. La nuova vita di Viareggio è tutta nella sua ospitalità, in una vocazione ricettiva che è diventata una delle maggiori attrattive del territorio

O

Viareggio più bella dell'oriente che nell'immacolato celeste delle tue sere esali l'acuto profumo dell'oleandro… Quale immagine più evocativa di quella che il noto poeta e scrittore Mario Tobino ha voluto dedicare alla sua città. Viareggio, nota in tutto il mondo per l’esuberanza del suo Carnevale, è una città ricchissima di storia ma anche sfortunata – ma chi non lo è durante i tempi di guerra – per aver subito i devastanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Cadono i monumenti antichi, si distruggono le memorie storiche ma Viareggio ha saputo rinascere a nuova vita, trasformandosi in una città che ha fatto dell’ospitalità uno dei suoi fiori all’occhiello. Una vocazione ricettiva che si respira passeggiando nei suoi lunghi viali, dove

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lo sguardo viene inevitabilmente catturato dal rigoglio architettonico dei tantissimi palazzi liberty e déco con cui gli architetti Alfredo Belluomini, Ugo Giusti e Galileo Chini, per citarne qualcuno, hanno voluto abbellire la città e il suo celebre lungomare. A Viareggio il vero lusso è, d’altronde, quello di lasciarsi tentare dalle sue tante attrattive, dai suoi musei, dalle sue spiagge e, last but not least, dalle sue strutture ricettive che vantano una rinomanza internazionale da rendere la città una meta turistica adatta ad ogni stagione. Tra i famosi hotel di Viareggio, un posto d’onore lo merita il Grand Hotel Principe di Piemonte la cui bellezza e l’invidiabile posizione fronte mare lo rende senza dubbio un must per coloro che vogliano regalarsi qualcosa di unico. Ma definire “hotel” questa struttura ricettiva è forse un po’ limitativo. Già ad

IL MARE CHE LUCCICA DA UNA PARTE, LA VETTA BIANCA DI NEVE DELLE ALPI APUANE DALL’ALTRA. ECCO LA PERLA DELLA VERSILIA


iniziare dalla scelta regale del nome - Principe di Piemonte -, quasi un omaggio all’etimologia di Viareggio che taluni fanno risalire alla “via regis” che collegava anticamente la città a Lucca, ci lascia pregustare quella che sarà un’esperienza indimenticabile… Già, perché in questo hotel, dove raffinatezza e cortesia sono gli ingredienti essenziali, l’ospite è al centro dell’attenzione e tutto è volto a rendere il suo soggiorno un evento speciale. In perfetta sintonia con il resto del centro urbano, l’elegante edificio risale ai primi anni ’20, mentre il lungo restauro del 2004 lo ha riportato ad una seconda giovinezza. Se a Viareggio l’eclettismo architettonico è imperante, nell’opera di restyling il Principe di Piemonte ha voluto omaggiare la sua città utilizzando ad ognuno dei cinque piani un suo stile particolare. Ce n’è per tutti i “palati”, iniziando dal primo piano ispirato al Settecento francese, per passare allo stile Déco del secondo, proseguendo con l’intrigante stile coloniale nel terzo, arrivando, con il quarto, allo stile impero, per concludere in bellezza al quinto piano con uno stile moderno dove l’essenzialità dell’arredamento si sposa con la cura dei dettagli che fanno la vera differenza. D’altro canto al Principe di Piemonte la particolare cura prestata anche a quegli elementi che potrebbero sembrare di secondo piano è grande. Basti ammirare, ad esempio, le bellissime rubinetterie e l’arredo dei bagni, l’illuminazione, i tendaggi, la raffinatezza della biancheria, tutto è accuratamente pensato per creare equilibrio e armonia. Delle 106 stanze, 19 sono elegantissime suites terrazzate. In particolare le quattro situate nella

torre d’angolo dell’edificio con le camere da letto ottagonali e le ampie finestre che affacciano sul lungomare sono da sogno. Come d’altronde è da sogno il quinto piano, completamente rimodernato, sempre nel 2004, dove ad attendere l’ospite vi è una splendida piscina riscaldata all’aperto ed utilizzabile anche nel periodo invernale. Oltre ad ammirare il panorama dalle varie ed articolate terrazze che la circondano, è piacevolissimo lasciarsi cullare dall’idromassaggio e dai potenti getti a cascata della piscina: un vero toccasana per liberarsi da ogni stress fisico. Al quinto piano, oltre alla piscina e alla sala gym, si trova uno dei gioielli di cui l’hotel può vantarsi: il ristorante “Piccolo Principe” aperto da maggio ad ottobre. È questo il regno dello chef Giuseppe Mancino che mette a disposizione dei suoi ospiti tutta la sua passione, l’estro creativo, l’altissima qualità dei prodotti in un tripudio plurisensoriale di grande raffinatezza… Non a caso il “Piccolo Principe” detiene da anni le due stelle Michelin, un

prestigioso riconoscimento ad uno chef che con le sue “creazioni” riesce a regalare emozioni uniche. Sebbene il “Piccolo Principe” sia aperto solo nella bella stagione, non ci si deve preoccupare. Giuseppe Mancino e il suo fantastico staff operano anche nel ristorante “Regina”: situato nella deliziosa veranda e nella sala interna del piano terra, vi si possono apprezzare durante tutto l’anno la qualità e la prelibatezza della sua cucina con un menù rivolto alla tradizione toscana, rivisitata con quel tocco di estro e innovazione che contraddistingue l’arte culinaria di questo mago della cucina. Non da ultima è la ricchissima carta dei vini con 800 etichette tali da soddisfare anche i più esigenti connoisseurs, mentre ci si lascia cullare, nella veranda, dalle suadenti melodie di opere pucciniane eseguite al pianoforte. Viziati dalle bellissime viste che si godono dalle stanze, saziati dai prodigi culinari dello chef, rigenerati da un bagno in piscina al tramonto, non può mancare, a coronamento del soggiorno, un’altra delle chicche che il “Principe di Piemonte” offre ai suoi ospiti: il centro benessere Suite 62. Questa SPA, altro fiore all’occhiello di questo Grand Hotel, è gestito magistralmente da Manuela De Simoni che, insieme al suo staff, propone una ricca serie di trattamenti: da quelli estetici per il corpo alle varie tipologie di massaggio (con pietre calde, Lomi aromaterapeutico, anti stress, sportivo, shiatsu, ayurvedico, per arrivare alle raffinatezze del massaggio al cioccolato e al miele). Oltre alle sale dedicate ai massaggi, è disponibile un’area Thermarium con sauna, bagno turco, percorso Kneipp ed eleganti docce cromoterapeutiche. Grazie alla tecnologia più avanzata, l’ospite può fruire anche della possibilità offerta dallo SPA-Jet, un guscio in cui immergersi e beneficiare dell’acqua in tutte le sue manifestazioni: vapore, doccia, effusione, idrogetti, nebulizzazione, il tutto associato all’aromaterapia, alla cromoterapia, alla musicoterapia per arrivare all’Hidrodiffusion in cui il vapore acqueo è associato ai raggi infrarossi lunghi… Insomma un inebriamento per il corpo e per lo spirito. Questo e tanto altro è ciò che il Grand Hotel Principe di Piemonte con il suo giovanissimo staff, capeggiato dal trentaseienne direttore Marco Bendotti, ha da offrire. Un luogo dove rilassarsi e abbandonarsi a mille tentazioni è la regola numero uno. Franco Bruni

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FOCUS STATION WAGON

SPORTIVAMENTE ELEGANTE Tecnica innovativa abbinata a un'eccezionale abitabilità: la nuova Classe E Station Wagon è la più intelligente che MercedesBenz abbia mai costruito e conferma la Station-Wagon quale modello irrinunciabile nel segmento superiore del marchio

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“MAI PRIMA D’ORA LA CLASSE E ERA STATA COSÌ VERSATILE COME LA ALL-TERRAIN. IL NUOVO MODELLO CONIUGA, INFATTI, UN LOOK INCISIVO IN STILE SUV CON L’INTELLIGENTE ABITABILITÀ DI UNA STATION WAGON”

È

il 1966 e la Mercedes-Benz Universal fa il suo ingresso ufficiale nella gamma autovetture Mercedes. Diverse le innovazioni introdotte, dallo schienale del sedile posteriore frazionabile, alla regolazione del livello sull’asse posteriore, fino alla terza fila di sedili a richiesta. Tuttavia, il successo tarda ad arrivare, con solo 2.754 unità costruite fino al 1969 e la sospensione dello sviluppo di un modello successivo. La svolta arriva nell’aprile 1978 con la produzione della Station-Wagon Serie 123 e l'inizio di una lunga storia tappezzata di successi, con ben oltre un milione di vetture prodotte. A distanza di cinquant'anni a debuttare è la sesta generazione, “la Station Wagon più intelligente che Mercedes-Benz abbia mai costruito”. Moderna, raffinata, sportiva, la nuova Classe E Station Wagon riprende l’estetica della berlina, con il profilo slanciato che dal cofano motore allungato segue la linea sportiva del tetto, digradante verso la parte posteriore, fino a confluire in una coda poderosa, tipica di una Station-Wagon, con lunotto fortemente inclinato. Carattere atletico e proporzioni dinamiche arrivano anche dai finestrini bassi e allungati, dalla linea di cintura alta e dai mancorrenti di serie, per la prima volta integrati nella vettura che, in abbinamento alle versioni, sono di color argento alluminio.Una coda sensuale, dalle spalle ampie sopra i passaruota posteriori, conferisce il tocco finale al design della vettura. In un primo momento i clienti interessati alla Station Wagon hanno potuto scegliere tra la E 200 con motore a quattro cilindri a benzina (135 kW/184 CV), la E 220 d (143 kW/194 CV) con l’innovativo quattro cilindri diesel e la E 250 da 155 kW (211 CV)

e 350 Nm di coppia, mentre per questa fine 2016, arrivano anche la E 200 d da 110 kW (150 CV), la E 350 d con sei cilindri diesel e la E 400 4MATIC, equipaggiata con un sei cilindri a benzina da 245 kW (333 CV) che vanta una coppia di 480 Nm. Al lancio tutti i modelli sono equipaggiati con il nuovo cambio automatico a nove rapporti 9G-TRONIC. Dal quarto trimestre è anche disponibile la Mercedes-AMG E 43 4MATIC Station Wagon, equipaggiata con il motore V6 biturbo da 3,0 litri e 295 kW (401 CV), il cambio automatico 9G-TRONIC con tempi di innesto

più brevi, la trazione integrale 4MATIC Performance AMG e l’assetto sportivo indipendente. Emozione e intelligenza in ogni dettaglio Anche negli interni la Station Wagon presenta lo stesso design della berlina, che vanta già numerosi premi. Per la plancia portastrumenti sono disponibili a richiesta due brillanti display ad alta definizione, entrambi di dimensioni generose e con diagonale dello schermo di 12,3 pollici che, fondendosi visivamente sotto uno stesso vetro di copertura, creano un cruscotto widescreen. Il guidatore può configurare il display completamente digitale in base alle informazioni di suo interesse e alla visualizzazione che preferisce, scegliendo fra tre diversi stili: Classic, Sport e Progressive. Con i pulsanti sensibili al tocco Touch Control sul volante, introdotti per la prima volta sulla nuova Classe E, è possibile gestire la strumentazione e il sistema multimediale con semplici movimenti delle dita. Ulteriori

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NUOVA CLASSE E STATION WAGON. DINAMISMO ED ELEGANZA MODERNA SI FONDONO CON L’AUTOREVOLEZZA DI UNO STATUS SYMBOL E SEGUONO IL LINGUAGGIO FORMALE CONTEMPORANEO

comandi disponibili sono il touchpad con Controller nella consolle centrale, in grado di riconoscere persino la calligrafia personale, e il sistema di comando vocale VOICETRONIC. Inoltre, sono disponibili tasti diretti, per esempio per regolare il climatizzatore o per attivare e disattivare comodamente determinati sistemi di assistenza alla guida. Naturalmente anche negli interni domina l'inconfondibile stile Mercedes-Benz sia nella scelta di materiali di alta qualità che determinano lo stile dell’abitacolo - diverse tipologie di legno per le “flowing lines” ispirate agli yacht, l’innovativo tessuto metallico o i rivestimenti in pelle delle porte e della linea di cintura (a richiesta) - che per l’accostamento di materiali e colori che comprende diverse tonalità di marrone, tra cui interessanti abbinamenti come beige caffellatte/marrone caffè o beige caffellatte/marrone cuoio. La nuova classe E Station Wagon offre un'esperienza di guida unica anche nei lunghi viaggi grazie alla conformazione avvolgente ed ergonomica dei sedili, che variano a seconda della versione e che si declinano anche nel pacchetto Comfort calore con braccioli riscaldati nelle porte e nella consolle centrale e i sedili riscaldabili Plus a riscaldamento rapido. Inoltre, ci troviamo di fronte a una delle vetture con l’abitacolo più silenzioso della categoria, grazie a speciali misure di isolamento della carrozzeria ed elementi fonoassorbenti sotto i sedili posteriori e sui passaruota che mantengono lontani i rumori. Le luci soffuse ambient ampliate, poi, mettono a disposizione una gamma di 64 tonalità per la massima personalizzazione e una guida senza stress.

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ANIMA OFF-ROAD La nuova Classe E 4MATIC All-Terrain

Intelligent Drive: le innovazioni a bordo Mercedes-Benz con la nuova Classe E punta sempre più in alto, fissando nuovi parametri con innovazioni che sono oggi per la prima volta disponibili anche su una Station Wagon. La dotazione di serie comprende il Brake Assist attivo, in grado di allertare il guidatore quando incombe il pericolo di una collisione, di fornirgli la massima assistenza nelle frenate d’emergenza e, se necessario, di frenare autonomamente. Oltre ai veicoli più lenti, in fase di arresto o fermi, il sistema riconosce anche, per esempio, i pedoni in attraversamento che si trovano nella zona di pericolo davanti alla vettura. Altra peculiarità è, per esempio, il DRIVE PILOT: con questo sistema, Mercedes Benz compie un ulteriore passo avanti in direzione della guida autonoma. Su ogni tipo di

RISPETTO ALLA CLASSE E STATION WAGON, LA CLASSE E 4MATIC ALL-TERRAIN È PIÙ ALTA DI 29 MILLIMETRI – 14 MM SI DEVONO AL MAGGIOR RAPPORTO ALTEZZA/LARGHEZZA DEGLI PNEUMATICI, MENTRE GLI ALTRI 15 MM DERIVANO DALLE SOSPENSIONI PNEUMATICHE, CHE PRESENTANO UN LIVELLO NORMALE DI MARCIA PIÙ ALTO. L’ALTEZZA LIBERA DAL SUOLO VA DA 121 A 156 MM strada, il Distance Pilot DISTRONIC non è soltanto in grado di mantenere automaticamente la distanza corretta rispetto ai veicoli che precedono, ma anche, per la prima volta, di seguirli nell’intervallo di velocità fino a 210 km/h. Un’altra novità è il sistema di parcheggio autonomo con attivazione a distanza: questo sistema permette per la prima volta di eseguire le manovre in ingresso e in uscita da parcheggi e garage dall’esterno, utilizzando un’app per smartphone, e consente di salire e scendere comodamente dalla vettura persino negli spazi più stretti.

✑ Dinamismo ed eleganza definiscono la nuova Classe E 4MATIC All-Terrain, nuova espressione del linguaggio formale contemporaneo al debutto internazionale la prossima primavera. “Mai prima d’ora la Classe E era stata così versatile come la All-Terrain – ha commentato Ola Källenius, membro del Consiglio Direttivo di Daimler AG e Responsabile della Divisione Vendite di Mercedes-Benz Cars -. Il nuovo modello coniuga, infatti, un look incisivo in stile SUV con l’intelligente abitabilità di una Station Wagon. A questo si aggiungono le tante innovazioni legate alla sicurezza e i rivoluzionari interni della Classe E”. Così, grazie all’altezza libera dal suolo maggiorata ( è più alta di 29 millimetri rispetto alla Classe E Station Wagon), le ruote di grandi dimensioni, la trazione integrale 4MATIC di serie e le sospensioni pneumatiche AIR BODY CONTROL, la nuova Classe E 4MATIC All-Terrain avanza agilmente in qualsiasi condizione di terreno e di clima, anche dove le Station Wagon tradizionali incontrano maggiori difficoltà. Un' anima off-road, sottolineata anche nel design dai poderosi passaruota sporgenti e la mascherina del radiatore in stile SUV che la distinguono ulteriormente dalla classica versione Station Wagon, da cui comunque eredita tutte le soluzioni intelligenti per il vano di carico e tutte le innovazioni per la sicurezza, il comfort e la riduzione della fatica al volante. Il perfetto connubio di sicurezza ed esclusività si completa negli interni con la modanatura nel look alluminio e carbonio, disponibile esclusivamente per la All-Terrain, i pedali sportivi in acciaio legato con inserti in gomma antisdrucciolo e i tappetini con la scritta All-Terrain. Un’altra ambasciatrice di quella limpida sensualità che costituisce la filosofia di design Mercedes-Benz è pronta a scendere in strada. www.mercedes-benz.it

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AUTOMOTIVE SERVICE GROUP

ALLA GUIDA CON ASG

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Automotive Service Group decide d’investire sulla qualità, forte della partnership strategica con ALD Automotive, gruppo leader nel settore del noleggio a lungo termine e del fleet management

S

cegliere il Noleggio a Lungo termine significa potersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. La formula può variare da uno a tre anni, e meno frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. E’ previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. L’azienda che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il canone varia a seconda del tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, strumenti di gestione della car policy, rapporti informativi sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito per l’acquisto del carburante. Le ricerche di mercato concordano: il noleggio a lungo termine resta in cima ai desideri di quadri e dirigenti delle imprese del nostro Paese, un bene tangibile, una soluzione pensata per potersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. Le imprese ritengono il NLT uno strumento di grande importanza per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importante oggi che sulle risorse umane vengono investite ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. Il fleet management consiste nel beneficiare dei servizi di noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, una formula vincente utilizzata da aziende di ogni dimensione che hanno veicoli in proprietà o in noleggio e che scelgono di demandare in outsourcing solo una parte dei servizi.

Automotive Service Group - partner of ALD

Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 – Zona Eur Roma ✑ Tel. 06.87752179 ✑ email: segreteria@automotivesg.com ✑ Showroom SICCA: Via Leone XII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com

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I SERVIZI ✑ Il veicolo è gestito da ASG per l’intera vita contrattuale, e comprende tutte le pratiche relative all’immatricolazione, alla messa su strada, all’assicurazione, alla tassa di proprietà, alla manutenzione, ai sinistri e alle auto in sostituzione. A fine contratto: ASG si occupa della rivendita dell’Usato, assorbendo i relativi rischi; offre la possibilità di acquistare le autovetture, a tutti i clienti e gli utilizzatori, oltre che ai dipendenti delle aziende clienti e loro familiari, a prezzi e condizioni assolutamente uniche e vantaggiose.

I VANTAGGI ✑ Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo; ✑ Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo; ✑ Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate; ✑ Economici: il potere d'acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l'assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento.

Automotive Service Group svolge attività di mediazione e consulenza nel settore del Noleggio di autoveicoli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in oltre 50 anni di attività.

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L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalmente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di Noleggio a Lungo Termine che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership di ALD Automotive. Martina Morelli

NONOSTANTE I CONFINI SEMPRE PIÙ SFUMATI E L’INTERAZIONE SEMPRE PIÙ FREQUENTE TRA I DUE COMPARTI, BREVE E LUNGO TERMINE, IL MONDO DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE MANTIENE SALDAMENTE IL SUO TRADIZIONALE RUOLO TRAINANTE NELL’AMBITO DEL SETTORE


Il Mercatino di Natale di Bolzano 25 novembre 2016 – 6 gennaio 2017

Un sogno che si ripete da 26 anni Per l’appuntamento più atteso dell’anno Bolzano, da sempre punto d’incontro della cultura mediterranea e mitteleuropea, si veste dei suoni e dei colori del Natale: centinaia di luci illuminano le vie del centro storico. Nelle caratteristiche casette in legno in piazza Walther 80 espositori propongono tipici addobbi, specialità gastronomiche e deliziosi dolci natalizi come il famoso “Zelten” di Bolzano. Il mercatino dedicato ai bambini in piazza della Mostra sorprenderà grandi e piccini, quest’anno con il meraviglioso Mondo Loacker. www.mercatinodinatalebz.it

Azienda di Soggiorno e Turismo Bolzano Via Alto Adige 60, 39100 Bolzano Tel. 0471 307000, info@bolzano-bozen.it www.bolzano-bozen.it


CANTIERI

E YACHTS

LA NAUTICA RILANCIA E PUNTA SULL’ECCELLENZA

I

Nuovo Ferretti Yachts 450

l flybridge, con cui Ferretti Yachts torna nella gamma sotto i 50 piedi, si distingue per l'equilibrata combinazione di stile, comfort, classe, prestazioni, luminosità, spazi da salotto sul mare e DNA sportivo. Immaginate questi elementi al massimo dell’eccellenza e avrete il nuovo Ferretti Yachts 450. Lo yacht, presentato lo scorso fine luglio in anteprima assoluta a Portopiccolo Sistiana, esclusiva Marina privata a pochi chilometri da Trieste, nasce con l’ambizione di conquistare appassionati e armatori in ogni parte del mondo, e ha tutte le carte in regola per farlo. Ferretti Yachts 450 è frutto della collaborazione fra Comitato Strategico di Prodotto Ferretti Group, Dipartimento Engineering del Gruppo - per la supervisione del progetto tecnico e navale - e Studio Zuccon International Project, che ha curato il progetto degli esterni e degli interni. Costruito nel nuovo stabilimento VTR di Forlì, è caratterizzato da linee razionali e dinamiche, che trasferiscono sul 45 piedi il DNA sportivo che identifica l’ultima generazione Ferretti Yachts. I tre ponti permettono di godere al meglio ogni momento a bordo, grazie a interni confortevoli e straordinariamente illuminati dalle superfici vetrate sul main deck e sottocoperta. L’arredamento è stato pensato dagli esperti di Interior Design del Dipartimento Engineering per creare un raffinato gioco di contrasti fra la varietà dei materiali e le scelte cromatiche.

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Cannes, Genova, Montecarlo, Dusseldorf, Annapolis, Fort Lauderdale, Parigi, Amsterdam, Londra. La stagione dei saloni nautici sembra non conoscere fine, grazie a una produzione in continua evoluzione che non smette di solleticare la curiosità di appassionati e armatori di tutto il mondo. Ma ormai il più è fatto ed è quindi ora di tirare le somme: tra segnali incoraggianti, moderato ottimismo degli operatori di settore e numeri positivi si fanno largo le novità di fine anno


Ne scaturisce un ricercato dialogo fra essenze, laccati e tessuti che abbina uno stile abitativo contemporaneo al design fedele alla tradizione marina, tipico del brand. Un connubio che, in quasi 50 anni, ha conquistato gli armatori di tutto il mondo, dagli USA fino in Cina, dove Ferretti Yachts è sinonimo di nautica italiana. www.ferretti-yachts.com

Azimut Yachts 66 Fly Azimut Yachts si è presentato al primo appuntamento di Cannes, boat show europeo di riferimento, in grande stile, con la più completa panoramica dell’intera gamma. Sono stati 17 i modelli chiamati a rappresentare nel modo più completo le 5 Collezioni a marchio Azimut Yachts, la più ampia gamma di prodotti disponibile: dal più

piccolo Azimut Atlantis 34 all’Azimut Grande 95RPH, affermatosi per alcune novità di impatto tra cui la plancia rialzata e un flybridge di oltre 60 mq. Grande protagonista, quale ultima nata dell’azienda di Avigliana, è stata la nuova ‘icona’ della Collezione Flybridge: Azimut

66. Il nuovo yacht appartenente alla più classica delle collezioni Azimut, ha già ottenuto ottimi risultati in termini di vendite e apprezzamento da parte degli appassionati del marchio. Le linee armoniose, disegnate da Stefano Righini e l’ampio utilizzo della fibra di carbonio che ha garantito un significativo alleggerimento dell’imbarcazione e un aumento dei volumi interni ed esterni, sono le prime caratteristiche di un marchio sempre all’avanguardia. Tra i modelli che hanno accompagnato l'Azimut 66 Fly anche il Magellano 66, un megayacht in 20 metri che offre la libertà di navigare a lungo raggio avvolti dal comfort e dall’eleganza di casa. Quinto modello della collezione Magellano condivide con i precedenti la caratteristica carena Dual Mode che garantisce una navigazione confortevole in qualsiasi mare e in qualsiasi regime di velocità. Lo stile all’avanguardia e l’elevata qualità delle imbarcazioni sono come sempre possibili grazie alla continua attività di ricerca e sviluppo e al costante miglioramento dei propri processi produttivi oltre che dell’esecuzione: caratteristiche che consentono al cantiere di Avigliana di porsi come indiscutibile punto di riferimento dell’eccellenza italiana sotto ogni punto di vista. www.azimutyachts.com

OCEANEMO nuovo 33 metri Una sfida ai limiti dell’impossibile per il cantiere Ocea e per il designer Fulvio De Simoni: riuscire a sintetizzare tutte le caratteristiche di uno Sport Utility Yacht in soli 100 piedi di lunghezza. Il nuovo Oceanemo 33 è l’unico modello di questa taglia al mondo che può trasportare contemporaneamente al coperto un tender 8 metri armatore, uno di 4,5 mt per l’equipaggio e 2 moto acqua. Coniugare la passione per la navigazione con il comfort di un resort moderno e super tecnologico, unito ad un’offerta per l’intrattenimento senza precedenti. Con questo preciso obiettivo Oceanemo, con il responsabile Aldo Manna e il cantiere francese Ocea, annunciano di essere pronti ad avviare la costruzione del 33 metri disegnato dal noto architetto Fulvio De Simoni. Tutte le caratteristiche dell’ormai famoso Sport Utility Yacht di 44 metri presentato negli scorsi mesi sono state incorporate nel

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dell’ufficio tecnico Baglietto. Wim Koersvelt ha seguito il project management per conto dell’armatore. Gli interni riflettono con forza la personalità dell’armatore che ha contribuito in grande misura alla definizione dello stile di Unicorn insieme al suo personale interior designer, Eric Kusteri, e alla decoratrice francese Sandrine Adeline. L’intera imbarcazione gioca sul contrasto tra i colori scuri dei rivestimenti verticali di pareti e tappezzerie in velluto e i colori chiari di tutti i rivestimenti orizzontali: dal bianco ottico dei cielini al color crema dei pavimenti in rovere sbiancato e della moquette. Il risultato è un ambiente di grande carattere, classico, ma al contempo contemporaneo, ricercato ed elegante. I legni in rovere laccato lucido e il velluto

progetto. Risultato di un percorso progettuale estremamente complesso il nuovo 33 metri, che va ad arricchire la gamma Oceanemo, è decisamente intrigante. L'obiettivo principale della serie Oceanemo è quello di offrire il massimo accesso a tutte le possibili attività di divertimento a bordo. Un obiettivo che si traduce in una barca progettata per ospitare water toys, gadget e veicoli per l’esplorazione via terra, mare e aria. Distribuito su 4 ponti, il nuovo Oceanemo 33 può essere l’unico yacht al mondo progettato per ospitare simultaneamente all’interno di un “hangar” di ben 56 mq, e senza sacrificare spazi interni, un tender di 8 metri ad uso armatoriale, un tender di 4,5 riservato all’equipaggio, 2 wave runner e 4 sea-doo. www.oceanemo.com

Baglietto MY 54m Unicorn Prende il nome dalla celebre creatura mitologica Unicorn, l’ultima imbarcazione dislocante di 54m recentemente consegnata a un armatore europeo. Unicorn ripropone gli stilemi riconoscibili della linea dislocante

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LA NAUTICA, SOPRATTUTTO QUELLA ITALIANA, SEMBRA NON CONOSCERE CRISI, CON UN TREND DI CRESCITA CHE CONFERMA LA GRANDE PASSIONE PER IL MARE DEI VIAGGIATORI DI TUTTO IL MONDO che hanno decretato il successo internazionale di Baglietto negli anni, e anticipa il restyling delle imbarcazioni dislocanti di 43m, 48m e 55m, attualmente in costruzione presso il cantiere, fino ai progetti di 58m e 62m. Le linee esterne portano la firma di Francesco Paszkowski Design, che esalta gli stilemi classici della tradizione Baglietto dando ampio spazio all’innovazione, di cui è un chiaro esempio la finestratura della timoneria “rovesciata”, che amplia la visibilità dal ponte di comando, offrendo contemporaneamente ulteriore spazio al sun deck. Il design degli interni è sempre di FPD in collaborazione con l’architetto Margherita Casprini, mentre il progetto navale è opera

grigio argento di tendaggi e divani sono rischiarati dalla luce naturale che proviene dalle grandi finestrature sul main deck, elemento connotante di tutta l’imbarcazione. Il main saloon si apre su una zona conversazione centrale con divani e coffee table, dove domina il grande tavolo in pietra per 12 ospiti. Alle sue spalle, una grande cantina per vini pregiati, incorniciata da rivestimenti a effetto pietra, occupa l’intera parete divisoria che separa il salone principale dall’ampio foyer, dove trova posto l’ascensore che serve i 3 ponti coperti. Pareti laccate a spazzola in maniera artigianale in argento e nero e pelli anticate caratterizzano il vano scale e l’ascensore in vetro. www.baglietto.com




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