MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 136 - ANNO 2019
EURO 5,00
Lorenzo Tugnoli. Oltre l’obiettivo.
SCENARI CONTEMPORANEI
LE FORME, L’ARTE
PASSIONE IN MARE
ANDREA RIBALDONE
PARCO VALENTINO
SÌ, VIAGGIARE
50 anni di (mancati) diritti civili Il globetrotter della cucina
Design: Milano prossima fermata L’estate ruggente di Torino
Mediterraneo da vivere Là fuori c’è la foresta…
ancient olive groves A VIEW OF THE MASSERIA TORRE MAIZZA, PUGLIA
RO C C O FORTE HOTELS HOTEL SAVOY FLORENCE MASSERIA TORRE MAIZZA PUGLIA HOTEL DE LA VILLE ROME HOTEL DE RUSSIE ROME VERDURA RESORT SICILY BROWN’S HOTEL LONDON THE BALMORAL EDINBURGH THE CHARLES HOTEL MUNICH HOTEL DE ROME BERLIN VILLA KENNEDY FRANKFURT HOTEL AMIGO BRUSSELS HOTEL ASTORIA ST PETERSBURG FUTURE OPENINGS: THE WESTBUND HOTEL SHANGHAI ROCCOFORTEHOTELS.COM
EDITORIALE
UN ARCOBALENO VI SEPPELLIRÀ Sono passati 50 anni da quando, nel Greenwich Village a New York, scoppiarono quelli che sono passati alla storia come i moti di Stonewall. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, infatti, per la prima volta la comunità gay si ribellò alle continue retate della polizia, scatenando una vera e propria guerriglia urbana. Una notte che viene ricordata e celebrata ogni anno proprio nel mese di giugno dalla comunità LGBT grazie ai numerosi Gay Pride in tutto il mondo. Roma, Milano, Napoli, Bergamo, Verona e Siracusa sono solo alcune delle città italiane che vedranno sfilare l’arcobaleno della lotta alla discriminazione e all’omofobia. Un arcobaleno che ancora oggi fa storcere il naso a molti, accusato di essere eccessivo e fuori luogo, immorale e scabroso. In questo numero di Progress abbiamo voluto raccontarvi il significato di questa ondata multicolor andando oltre la faccia più colorata dell’“orgoglio gay”, nel cuore di un’anima ancora ferita e desiderosa di vedersi riconoscere diritti fondamentali. Franco Del Panta
MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 136 ANNO 2019
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64
IL MONDO CHE (NON) CAMBIA
SULLO SCAFFA LE
EURO 5,00
“UNA FIABA PER TEMPI DIFFICILI”
GUATEMALA SENZA IDENTITÀ
44 IN SIDE AGE NCY
LA CREATIVITÀ TORNA A RUGGIRE
28 SCENARI CONTEMPORANEI
50 ANNI DI (MANCATI) DIRITTI CIVILI
48 OPPOR T UNI TÀ E D IA LOGO
LA GIOVANE EUROPA
34 L’INCLUSIONE È VALORE PER IL BUSINESS
MURDER MYSTERY: ATTENTI A QUEI DUE
STORIE DA PULITZER
OLTRE L’OBIETTIVO
MANAGER TERRIBILI E DOVE TROVARLI
“THE ELEVATOR”: UNA VERITÀ IMPOSSIBILE DA CONOSCERE
STREAMING
50
RISORSE (DIS)UMANE
APPUNTAMENTO IN SALA
72
L AV O R O E D I V E R S I T Y
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56 LE FORME, L’ARTE
DESIGN: MILANO PROSSIMA FERMATA
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010
76 ELEGANZA MASCHILE
IL FASCINO DISCRETO DEL BLAZER
Progress n°136 / giugno 2019 Ph. Cover: Lorenzo Tugnoli, per il “The Washington Post”
82 F U G A D ’ AU T O R E
L’OSPITALITÀ DI LUSSO IN ITALIA CRESCE CON ROCCO FORTE HOTELS
Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma
94 VITE DA CHEF
IL GLOBETROTTER DELLA CUCINA
100 Q U AT T R O R U OT E
L’ESTATE RUGGENTE DI TORINO
86 SÌ, VIAGGIARE
LÀ FUORI C’È LA FORESTA…
106 PASSIONE IN MARE
MEDITERRANEO DA VIVERE
92
Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina, R. Giasi, Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione
TRIP TIPS
UNA STORIA DI OSPITALITÀ
Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l.
112 LA MOBILITÀ DEL DOMANI
LA GUIDA SI FA SEMPRE PIÙ SEMPLICE
Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
Il blu che ci appartiene In un 2019 caratterizzato dalle manifestazioni in difesa dell’ambiente, molte della quali “capitanate” dalla nuova paladina green Greta Thunberg, la giornata dell’8 giugno assume ancor di più una valenza simbolica. Come da tradizione, infatti, si celebra il World Oceans Day, un appuntamento che vuole ricordare a tutti la rilevanza che mari e oceani hanno sulla nostra vita quotidiana. L’impatto che il “grande blu” ha sull’ecosistema del nostro pianeta è di vitale importanza per la salute della Terra e la Giornata degli Oceani vuole sensibilizzare l’opinione comune sulla questione. Le grandi distese marine regolano il clima, producono la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo, forniscono sostentamento a milioni di persone e ospitano un’incredibile biodiversità. Ogni anno, in tutto il mondo, si celebra una giornata interamente dedicata non solo a conoscere e apprezzare l’oceano, ma anche a ricordarci che i nostri mari, tra innalzamenti delle temperature e inquinamento, sono in crisi. E che solamente chi ha causato questa crisi può dare una sterzata a questo pericoloso trend. Noi. Tutti.
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MUSEO YSL: LA MEMORIA DI UNA LEGGENDA Aperto da meno di due anni, il Musée Yves Saint Laurent Paris è situato nel meraviglioso Hôtel Particulier al 5 Avenue Marceau, dove il genio ha trascorso quasi trent’anni a disegnare le sue collezioni, dal 1974 al 2002.
4 SETTIMANE DI “GREEN” JAZZ Cosa fare se si è a Parigi tra il 30 giugno e il 22 luglio? Una buona idea potrebbe essere quella di andare a gustarsi della buona musica all’aria aperta.
Fondato nel 1994 da due fan del jazz, il Paris Jazz Festival è stato sin da subito by Sveva Riva sostenuto dal Parc Floral di Parigi, il giardino botanico esteso su 28 ettari e Il museo parigino è stato il primo al situato a due passi dal castello di Vincennes. Ottimo mondo a risiedere in una maison de couture, esempio di per camminare, ma anche per divertirsi e socializzare. come le collezioni “non possono” abbandonare i luoghi in Natura e musica si incontrano annualmente da 25 anni cui hanno vissuto i loro stessi creatori. e il Parc Floral offre il suo sfondo verdeggiante e in fiore Entrando nel meraviglioso Hotel si è accolti dal volto di Saint agli amanti del jazz e non solo: nella quattro settimane Laurent rivisitato da Andy Warhol. Un quadro che rivela la infatti anche molto soul, funk, latino e danza. fragile e creativa personalità di uno dei più grandi couturier L’idea del Jazz Festival parigino è quella di coinvolgere del XX secolo e che apre le danze per il viaggio nella storia tutte le generazioni, anche i bambini con laboratori e nella mente creatrice dello stilista. musicali interessanti che sappiano introdurli al mondo La visita al museo è un cammino attraverso luoghi ed epodella musica. L’evento riscuote un enorme successo, che, gli abiti si ispirano all’Africa, alla Spagna, all’Asia e a tanto da essere considerato uno dei grandi eventi del molti altri Paesi. Le esplorazioni virtuali di Saint Laurent erano genere a Parigi e nella regione della Ile-de-France: incessanti: “I miei viaggi più belli li ho fatti con i libri, nella scorsa edizione hanno partecipato anche sul mio divano, nel mio salone” amava ripetegrandi musicisti e cantanti jazz internazionali re. Tuttavia tra le sue mete preferite c’era ed è arrivato ad accogliere oltre 120.000 Marrakech, dove Saint Laurent si ritirava spettatori. Tra gli ospiti attesi per il per quindici giorni due volte l’anno, a 2019, tra gli altri, Yazz Ahmed, Judi disegnare le nuove collezioni. Tra le Jakson, Ann O’Haro. sue migliori creazioni, non a caso, www.parisjazzfestival.fr una mantella arancio che copre un abito rosso, dove sono ricamate le bouganville del giardino della casa di Marrakech. Grazie anche all’incessante opera di Bergé - compagno dell’artista dal 1958 alla morte, avvenuta nel 2008 – il palazzo ospita più di cinquemila modelli e trentamila accessori firmati Saint Laurent. www.museeyslparis.com Yves Saint Laurent
APRONO UNA VOLTA L’ANNO I GIARDINI SEGRETI DI LONDRA
periodo Georgiano, che sono una delle caratteristiche principali del centro di Londra e contribuiscono alla sua armonia ed eleganza. Furono progettati infatti da importanti architetti come John Il prossimo 8 e 9 giugno si Nash e paesaggisti come Capability celebrerà l’edizione 2019 della Brown, creatore del “giardino manifestazione Open Garden all’inglese”, dove la natura non era Squares, occasione eccezionale strutturata su schemi fissi ma veniva per visitare i giardini privati organizzata in modo apparentemente della capitale britannica spontaneo. Così, eccezionalmente per by Stefano Valentini questo speciale week end di giugno, Le più eleganti piazze di Londra il pubblico, acquistando un biglietto, sono abbellite da ombrosi giardini può scoprire gli storici giardini privati, che concorrono delimitati da cancellate. Non tutti sanno che il loro accesso a rendere Londra tanto verde e per questo sono protetti è riservato ai residenti della magnifiche residenze da una legge speciale del 1931. Molti offrono visite circostanti in stile georgiano o vittoriano, che ne hanno le guidate, condotte talvolta dagli stessi giardinieri che se chiavi. Questa tradizione è nata nel Settecento allo scopo ne prendono cura, come pure performance di gruppi di rendere i giardini più sicuri, curati e privati e perdura musicali o poeti. Ci sono attività per i bambini, eventi e tuttora. Dal 1998 è stata istituita l’apertura straordinaria al rinfreschi di ogni genere. Alla prima edizione dell’Open pubblico una volta l’anno, quest’anno il week end dell’8 e Garden Square Day parteciparono 43 giardini, oggi sono 9 giugno. Il cuore della manifestazione è Cadogan Place, più di 200. La mappa di tutti i giardini aperti è consultabile nel quartiere di Chelsea, che contiene uno dei giardini sul sito della manifestazione più antichi e famosi. I quartieri di Kensington, Brompton e Chelsea contengono gli esempi più belli di questo www.opensquares.coM tipo di giardini esclusivi, nati dalla struttura sociale del
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CULTURE IN FESTA
MUSICA LIBERA TUTTI
Viareggio, Rio de Janeiro, Venezia e… Berlino! Alla lista dei carnevali più cool al mondo si accoda anche la capitale tedesca.
Un nome, una garanzia: dal 1997 il Festival della Fusione abbatte i muri della diversità a suon di mescolanze e contaminazioni.
La location è una delle più improbaDal 7 al 10 giugno si terrà il Carnevale bili, un ex aeroporto militare russo nel delle Culture, divenuto negli anni uno Meclemburgo, regione a nord della degli eventi più sentiti in città. Ogni Germania, eppure si qualifica come il by Beatrice Vecchiarelli anno infatti circa mezzo milione di posto perfetto per rappresentare lo spipersone si radunano nelle piazze e rito del Fusion Festival. La manifestazionelle strade di Berlino, dando il via a una coloratissima ne tedesca nasce infatti dalla volontà di dare vita a una e supermetropolitana sfilata carnascialesca, in grado realtà parallela in cui uomini e donne, anche solo per di unire le diverse comunità presenti nella capitale. Un pochi giorni, possano sentirsi liberi, svagarsi, “staccare tripudio di costumi, di carri e maschere, ma anche di la spina” – come si suol dire – e condividere un’espebancarelle e street food, esibizioni improvvisate e musirienza musicale e artistica a tutto tondo. Un evento di ca dal vivo. La prima manifestazione si tenne nel 1996 e rigenerazione per le persone e, simbolicamente, per il da allora ha sempre più assunto i caratteri di una festa luogo. Nella line up, che di solito viene svelata all’ultimo della multiculturalità, una celebrazione della società minuto, sono presenti tutti i generi musicali: hip hop, berlinese che se per troppo tempo è stata divisa dalle reggae, folk, dance, techno e così via. Ma il festival non ideologie, ora omaggia le disuguaglianze e le diverse si esaurisce qui! Sono previste installazioni scultoree e etnie di cui si compone. Il carnevale si presta quindi pittoriche, mostre fotografiche e di auto d’arte, perforcome vetrina per tutti i gruppi che vogliono dare risalto mance teatrali e una vera e propria rassegna cinemaalla propria cultura e far conoscere sapori, usanze e tografica. La parola d’ordine è “sperimentare” nuove bellezze della propria terra d’origine. La grande parata forme di condivisione della cultura, di vita e di sociapartirà il 9 giugno da Yorckstrasse alle ore 12.30 con lizzazione: chi lo desidera, per dirla tutta, può anche destinazione Hermannplatz. Acrobati, giocolieri e artisti presentarsi senza vestiti. Avanguardismo? Anarchia? di ogni genere animeranno invece il quartiere KreuzUn mix di tutto questo, all’insegna della libertà senza berg per quattro giorni di puro divertimento. paura delle etichette. Berlino 7-10 giugno Müritz Airpark - Lärz 26-30 giugno www.fusion-festival.de
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MUSIC EN PLEIN AIR
CIAK, AZIONE!
Non è la psichedelica Woodstock, né il super glamour Coachella Festival, ma lo spirito dei concerti nel parco di New York City non ha di certo nulla da invidiargli.
Tornano ad accendersi i riflettori del Soho International Film Festival, la rassegna cinematografica nel quartiere più trendy di NY.
In uno degli ultimi teatri Yiddish Ascoltare della buona musica sotto della Grande Mela - il Village East le stelle, eseguita peraltro dalla Cinema - si terrà la decima ediziopiù antica orchestra sinfonica degli ne del Festival del Cinema di Soho by Beatrice Vecchiarelli Stati Uniti, nei maggiori spazi verdi che, sebbene abbia una vocazione della città, deve essere un’esperienza magnifica. Una internazionale, mira di fatto ad accrescere l’orgoglio di quelle che, come direbbe una nota pubblicità, non (e l’economia) della comunità locale e della città in ha prezzo e tutti dovrebbero provare almeno una genere. Una manifestazione giovane in cui a farla da volta nella vita. Forse proprio da questa idea, nascono protagonisti sono proprio i registi e gli attori emergeni concerti gratuiti che da anni deliziano il pubblico ti, i volti freschi del grande schermo con le loro proponewyorkese di tutti e cinque i distretti. Il primo spettaste innovative. Ecco spiegata allora la vasta attenzione colo open air della NY Philarmonic Orchestra, diretta per le nuove tecnologie digitali, accompagnata però da Jaap van Zweden, quest’anno sarà l’11 giugno al dalla giusta dose di omaggi alle pellicole e ai nomi Van Cortlandt Park (Bronx), il 12 e 13 farà tappa invece che hanno fatto la storia del cinema. nel cuore di Manhattan, a Central Park, e del Queens, Sono ammessi al concorso lungometraggi, cortomeal Cunningham Park, e a seguire al Prospect Park, traggi e documentari di qualsiasi genere, prodotti da Brooklyn, il 14 giugno. In programma Rossini, Rachmaprofessionisti e dilettanti provenienti da ogni paese. La ninoff, Copland e musiche di giovanissimi compositori. selezione termina di solito alla fine del mese di magA questi appuntamenti all’aperto si somma poi quello gio e, durante il festival, vengono assegnati vari premi indoor al St. George Theatre a Staten Island domenica divisi nelle principali categorie, cui si aggiunge il NYC 16. L’inizio dei concerti è fissato per le ore 20 ma, se Audience Award. In programma anche tante proiezioni volete accaparrarvi i posti migliori, valgono le solite ed eventi sociali, mentre sono già aperte le scomregole: arrivare in anticipo, armarsi di crema solare messe su quali volti dello star system calcheranno il per l’attesa pomeridiana e di coperte per la sera, cetappeto rosso di questa attesa edizione del SIFF. 20-27 giugno stini da picnic carichi di cibo e il gioco è fatto. www.sohofilmfest.com nyphil.org
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SMAU: L’INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
del loro ecosistema. Un obiettivo che passa, ovviamente, per il digitale, e che è stato reso possibile dal progressivo aggregamento di circa 1.000 aziende e top player del settore ICT, al netto SMAU prosegue sulle tappe della di un’arretratezza che ancora risulta digitalizzazione europea. Prossima fermata: Bologna. difficile da superare per molte aziende italiane. Ma non è finita qui, ogni tappa Consueto appuntamento con dell’edizione 2019 prevede infatti l’innovazione e, soprattutto, con le iniziative organizzate per rendere opportunità di migliorare e ampliare possibile agli imprenditori partecipanti il proprio business, il suo “Roadshow” l’incontro con nuove realtà e lo by Raffaele Giasi di SMAU continua tra Italia ed Europa, sviluppo di partnership professionali, con cinque tappe programmate fino alla fine del 2019. Il fulcro per altro dei cosiddetti “Startup Safari”, vere e 6 e 7 giugno sarà il turno di Bologna, per poi spostarsi proprie visite guidate per manager e non solo, attraverso a fine mese a Berlino, con la conclusione che, come lo le aziende in cerca di collaborazione. SMAU, insomma, scorso anno, si terrà poi a Napoli agli inizi di dicembre. In è ormai sinonimo di innovazione e connessione, e prima linea nello sviluppo del networking tra imprese, ma anche qualora non possiate partecipare ad uno dei soprattutto in quella formazione atta ad affrontare le sfide numerosi workshop gratuiti, sappiate che già da un po’ che, giorno per giorno, nascono sul mercato, SMAU resta la piattaforma ufficiale dell’evento (www.smauacademy. una delle migliori opportunità per gli attori della moderna it), mette a disposizione per tutto l’anno i workshop più imprenditoria nazionale, per conoscersi, formarsi, ma seguiti, disponibili per tutti, gratuitamente, al pari dei soprattutto per rimanere competitivi sul campo. Il merito numerosi podcast che è invece possibile reperire su è di un format ormai consolidato, che punta, da sempre, a iTunes e su Spotify nel canale SMAU Academy. www.smau.it mettere al centro dell’attenzione le imprese e lo sviluppo
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L’ARTE È DI CASA IN UMBRIA Fino al 3 novembre, a Perugia, l’Umbria diventa “indimenticabile”. In mostra una selezione di opere di artisti di fama mondiale che hanno scelto questo territorio come loro seconda casa. by Alessandro Creta
Un excursus, tra storia ed arte, del XX secolo in Umbria attraverso le opere di grandi artisti che hanno scelto di vivere e lavorare nella regione del centro Italia, chi per una stagione chi per tutta la vita. Questa, in estrema sintesi, Unforgettable Umbria, una mostra d’arte tra vocazione e mecenatismo a cura di Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, aperta fino al 3 novembre a Palazzo Baldeschi a Perugia. Nel corso del XX secolo molti artisti italiani e stranieri sono stati affascinati dai suggestivi paesaggi umbri: Piero Dorazio, Alighiero Boetti, ma anche William Congdon che visse ad Assisi per 19 anni. Giuseppe Capogrossi realizzò grandi murales nell’ex convento dei Cappuccini a Gubbio, mentre Sol LeWitt elegge la sua casa a Monteluco di Spoleto come centro di gravità alternativo alla sua dimora americana. Anche Yves Klein ha lasciato una straordinaria offerta votiva nel Monastero di Santa Rita a Cascia. L’itinerario espositivo offre una selezione di dipinti e sculture di oltre 50 artisti di fama internazionale: Alighiero Boetti, Alberto Burri, Alessandro Calder, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Yves Klein, Leoncillo, Brian O’Doherty, Sol LeWitt, Beverly Pepper, Ivan Theimer e Giuseppe Uncini sono solamente alcune delle personalità che hanno arricchito l’Umbria delle loro creazioni. Ne emerge un mosaico molto interessante e una storia ricca di opportunità espositive e interventi sul territorio, spesso favoriti da mecenati lungimiranti. Un prezioso catalogo, curato dai già citati Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo e pubblicato da Fabrizio Fabbri Editore, contiene storie, esperienze, note e suggerimenti oltre a una documentazione dettagliata delle opere esposte. Orari di apertura:dal martedì al giovedì: 15.00 – 19.30 Biglietti: intero euro 7; ridotto euro 4 www.fondazionecrpg.com | 16 |
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18/7/11 下午2:05
IL RAGAZZO DEI RECORD Atteso ritorno di Ed Sheeran che, con il tour 2019, calcherà nuovamente anche i palchi italiani. Il cantautore britannico, impegnato nella prosecuzione della serie di concerti iniziata ben due anni fa, by Stefano Valentini toccherà a breve il Bel Paese in tre tappe: sarà al Firenze Rocks il 14 giugno, a Roma presso lo Stadio Olimpico il 16 giugno e a Milano nello Stadio San Siro il 19 giugno. Comparso sulla scena musicale inglese per la prima volta nel 2010, l’artista di Suffolk è riuscito ad affascinare milioni di fan con un talento senza pari e ad entrare in relazione con ognuno di loro. I numeri di Ed Sheeran sono sbalorditivi, con 3 album all’attivo - “+” nel 2011, “x” nel 2014 e ‘÷’ nel 2017 - e oltre 45 milioni di copie vendute. Dal 2017 è MBE, Member of the Order of the British Empire, l’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico, tra le onorificenze più importanti del Regno Unito, e nello stesso anno è stato certificato dall’IFPI come l’artista che ha venduto di più al mondo. Mentre nel 2018 ha conquistato il primato per il tour più redditizio dell’anno e con l’ultimo album ha infranto tutti i record: fin dalla pubblicazione ‘÷’ diventa la raccolta di un artista maschile che ha venduto il maggior numero di copie nel minor tempo di sempre in Inghilterra. Il suo singolo “Shape of you” è stato il primo brano in assoluto a raggiungere 2 miliardi di ascolti su Spotify e ha vinto anche il premio di singolo più redditizio del 2018 con “Perfect”. Uscito nel 2017 nell’album ‘÷’, il brano è quello di maggiore successo negli ultimi dodici mesi grazie anche ai featuring con Beyoncé e Andrea Bocelli, superando di gran lunga le hit “Girls Like You” di Maroon 5 e Cardi B e “God’s Plan” di Drake. Un successo mondiale e travolgente per Ed Sheeran, che da fine maggio è in Europa in 28 date attese da tempo e che andranno a concludersi nel mese di agosto. L’artista ventottenne non sembra averne abbastanza e dimostra di essere instancabile, infatti, oltre all’incessante tour, ha recentemente annunciato l’uscita in tutto il mondo del nuovo singolo per il quale ha chiamato l’amico Justin Bieber: «Io e Justin Bieber abbiamo pubblicato una nuova canzone. Si intitola “I don’t care” e spero che vi piaccia». | 18 |
GREEN IS BETTER, PAROLA DI CIEMMONA
zi di trasporto eco-friendly. Un semplice gesto quello di lasciare l’automobile in garage, con un impatto tuttavia notevole sulla qualità dell’aria che respiriamo e La “ci” sta per Critical, la sul nostro umore, evitandoci lo stress di “emme” sta per Mass. Si tratta trovare parcheggio in città sempre più della pedalata annuale che porta intasate da mostri di metallo a quattro in strada importanti battaglie ruote. In ogni caso, dare una definizione ambientali e sociali e, dopo l’edizione fiorentina del 2018, precisa della manifestazione è praticaè pronta a fare ritorno nella mente impossibile perché, fin dal suo Capitale. esordio, si è rivelata essere molto più by Beatrice Vecchiarelli di una passeggiata in bicicletta in nome Correva l’anno 2004, quando si tenne della sostenibilità ambientale. Infatti, pur a Roma la prima gigantesca (ecco perché “ona”) Critical restando la mobilità alternativa la missione principale, la Mass, alla quale presero parte, in modo piuttosto inaspetCiemmona ha fatto propri temi come l’antifascismo, l’antato, centinaia e centinaia di cicloattivisti intenzionati a tisessismo e l’antirazzismo. Pedalare è simbolo di libertà, riprendersi quegli spazi urbani, quotidianamente devastati di circolazione delle persone, delle idee, delle culture. Per dal traffico di auto e mezzi pubblici, che hanno fatto semquesto è aperta a tutti, non ci sono limiti o divieti, chiunque pre più della Città Eterna la Città Invivibile. Il testimone è può partecipare, dai bambini che sgambettano ancora con passato poi ad altri capoluoghi - da Bari a Firenze, a Milano le bici a rotelle agli anziani un po’ arrugginiti, italiani e non, e Bologna – afflitti a modo loro dagli stessi problemi, ognupurché siano dotati di un mezzo proprio o noleggiato, del no dei quali ha scelto di declinare l’evento in forme diverse loro migliore sorriso e di tanta voglia di darsi da fare! senza perdere però di vista lo scopo originario. Questa multiforme massa critica, per la sua XVI edizione, Davanti agli innegabili cambiamenti climatici e all’accresarà di nuovo ufficialmente ospitata nella metropoli che l’ha sciuta attenzione verso il futuro del pianeta, la Ciemmona vista nascere il 1° giugno al Parco Schuster e il 2 giugno a ha assunto perciò un significato rinnovato: ogni individuo, Piramide per una gita al mare. con delle scelte in apparenza trascurabili, può dare il suo 1-2 giugno contributo e sensibilizzare chi gli sta attorno all’uso di mezwww.ciemmona.noblogs.org
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SHH, IT’S A SPEAKEASY! Quello dei cosiddetti speakeasy è un mondo tanto misterioso quanto apprezzato dagli amanti dei cocktail. Da Milano a Roma, abbiamo selezionato i migliori, segretissimi, bar a tema. Locali e club “nascosti” che richiamano le atmosfere degli anni ‘30 sono molto popolari in tutto il mondo, anche se in realtà non è così facile stanarli. In Italia, però, possiamo trovarli in (quasi) ogni grande città.
by Sveva Riva
Malkovich (Genova) - Per entrare è necessario conoscere la password, che è diversa ogni sera ma sempre legata al titolo di un film. Stratagemma originale, ideato da proprietari amanti del mondo del cinema. Il bar si trova nel seminterrato di un sandwich bar, dove i grandi classici sono il Margarita da “Kill Bill”, il Manhattan di “A qualcuno piace caldo” e un’intera sezione di drink dedicata a Hemingway. www.malkovich.it
1930 (Milano) – In questo club milanese puntano molto sul mistero: l’indirizzo ufficiale del locale infatti è sconosciuto, del sito internet nemmeno l’ombra. Lo stabilimento è nascosto nella stanza sul retro di un bar cinese vicino a Piazza Cinque Giornate. L’unico modo per gustare i suoi cocktail è andare al Mag o al Barba e entrare nelle grazie dei proprietari, che possiedono anche il 1930.
The Mad Dog Social Club (Torino) - In questo speakeasy, nella capitale del Vermuth, gli ingredienti delle bevande - amari e spiriti della tradizione italiana con particolare attenzione al territorio piemontese vengono estratti direttamente da barili e barattoli di vetro. L’indirizzo e una password da inserire vengono inviati a coloro che mandano una mail ai contatti indicati sul sito. www.themaddog.it
The Barber Shop (Roma): pettini, forbici, rasoi e sedie girevoli di giorno. Shaker, alcolici e musica dal vivo di notte. Questa struttura, situata tra San Giovanni, Piazza Vittorio e l’Anfiteatro Flavio, vive una doppia vita e dopo il tramonto offre cocktail come il The Zappa con Mezcal: succo di lime, arancia curaçao, sciroppo di mango e papaya candita al sesamo. www.tbspeakeasy.com
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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |
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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |
GUATEMALA SENZA IDENTITÀ Il 16 giugno il popolo del Guatemala sarà chiamato a votare per eleggere il Congresso e un nuovo presidente. Chi otterrà la maggioranza dei voti succederà a Jimmy Morales, ex comico, conservatore e antiabortista alla presidenza dal 2015
Dietro ai colori vividi delle facciate coloniali e a quella natura monumentale toccata in minima parte dalle rotte turistiche, il Guatemala nasconde una contemporaneità complessa e amara. 36 anni di sanguinosa guerra civile, con più di duecentomila tra morti e dispersi, hanno messo a dura prova lo stato del Centroamerica, tormentato anche da una lunga storia di instabilità politica terminata solo nel 1996 con la mediazione dell’ONU e la firma degli accordi di pace. Nonostante il sostegno della comunità internazionale oggi quasi il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il peso del traffico dei narcos e della corruzione dilagante continua a schiacciare queste terre già martoriate. Lo confermano i più recenti rapporti delle Nazioni Unite, secondo cui circa il 50% dei finanziamenti all’establishment locale proviene da riciclaggio ed evasione fiscale. Sempre le Nazioni Unite nel 2006 avevano siglato un accordo con il governo guatemalteco per creare la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (CICIG) con il compito di indagare sui crimini commessi dai membri delle forze di sicurezza illegali, degli apparati clandestini dello Stato spesso collegati a ex ufficiali militari e anche del governo. Un organo indipendente diventato per l’ONU un modello da esportare, ma che il presidente uscente Jimmy Morales e i suoi eredi puntano a demolire, considerandolo come un’ingerenza (statunitense) nelle vicende del Paese. Il Guatemala è, del resto, la prima fonte di migrazione irregolare negli Stati Uniti, con più di 165.000 guatemaltechi fermati al confine sud-ovest nell’ultimo anno, nonché un importante punto di passaggio per la cocaina che dalla Colombia risale fino agli States. Eppure nell’autunno del 2015 proprio il lavoro della CICIG aveva portato alla candidatura e alla vittoria con il 67% dei consensi di Morales. L’allora presidente Otto Pérez Molina era stato indagato per corruzione e finanziamenti illeciti, causando settimane di proteste di piazza che portarono alle elezioni anticipate in cui Morales, comico di professione | 25 |
| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |
Sopra, Thelma Aldana, Presidente della Corte Suprema del Guatemala fino al 2018. Sotto, Jimmy Morales, alla presidenza del Guatemala dal 2015.
senza alcuna esperienza politica alle spalle, intercettò il voto popolare. Cosa è cambiato in questi quattro anni? Che nell’agosto del 2017 Thelma Aldana, allora presidente della Corte suprema di giustizia (Csj), massimo organo della Magistratura in Guatemala, e Iván Velásquez, il procuratore colombiano che presiede la CICIG, avevano annunciato che avrebbero cercato di togliere a Morales l’immunità per non aver dichiarato alcune donazioni anonime ottenute durante la sua campagna elettorale. Thelma Aldana aveva avuto un ruolo fondamentale anche nell’incriminazione del presidente Molina e, dopo aver concluso il suo mandato nel 2018, è diventata leader del movimento Semilla che punta a ristabilire in Guatemala lo stato di diritto. «Sarebbe la prima presidente che gli oligarchi del Guatemala non potrebbero controllare», riportava l’Economist. Questo prima che lo scorso marzo fosse emesso contro di lei un ordine di cattura per presunta frode fiscale e malversazione di fondi pubblici, incriminazione che i suoi sostenitori sostengono sia politicamente motivata e che l’ha costretta alla fuga a El Salvador in attesa della sentenza della Corte costituzionale. Un quarto dei 24 candidati alla presidenza del Paese hanno dovuto difendersi da accuse di illecito e quattro erano stati già esclusi dalla corsa elettorale. Tra questi Mario Estrada accusato dalle autorità statunitensi di aver cercato di ottenere fondi per la campagna elettorale dal cartello della droga di Sinaloa, pianificando anche l’assassinio dei rivali politici. Uno scenario caotico fuori persino dai già selvaggi standard dell’America centrale e che plausibilmente assisterà, ancora una volta, a un crollo di affluenza alle urne. Viene da chiedersi quanto ancora i guatemaltechi potranno sopportare. Sveva Riva
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| SCENARI CONTEMPORANEI |
LGBT
E D I PR | 28 |
| SCENARI CONTEMPORANEI |
50 ANNI DI (MANCATI) DIRITTI CIVILI La prima parte dell’estate italiana si colora delle tonalità dell’arcobaleno. Sabato 8 giugno si terrà il Gay Pride per le strade della capitale, un mese dopo sarà l’ora degli Eurogames, le “Olimpiadi” LGBT. E il 2019 è un anno particolare…
L’Italia ha e avrà sempre bisogno dell’onda Pride. Per ridestarsi da quel torpore che ciclicamente sembra paralizzarla e per lavarsi via di dosso ogni residuo d’ignoranza, qualunquismo e violenza. Al bando la “sobrietà” e largo alla natura gioiosa di una manifestazione che ha da sempre fatto di quei colori, quelle piume, quei boa di struzzo e quelle paillettes un creativo segno di riconoscimento e di espressione, in un mondo in cui la nudità e la provocazione sembrano essere concesse solo per fini di marketing. In Italia, ma anche nel resto del mondo, l’onda Pride sta per partire e, come tutti gli anni, un’invasione pacifica di gruppi LGBT è pronta a colorare le città da nord a sud dello Stivale. Le celebrazioni che partiranno quest’anno sono particolarmente sentite. Il 2019 incarna, infatti, un valore simbolico importante per la comunità gay: ricorre il cinquantesimo anniversario delle rivolte di Stonewall Inn, di quello che è considerato il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno. Nel gay bar di Christopher Street (Greenwich Village, New York) il 28 giugno 1969 per la prima volta la comunità omosessuale si ribellò alle continue retate e schedature delle forze dell’ordine, in quella che divenne una guerriglia urbana contro l’insensata repressione messa in atto dalla polizia. Un anno dopo quella rabbia si era trasformata in presa di coscienza, nel primo Gay Pride, una parata in cui ogni singolo partecipante si vestì di libertà, di colori sgargianti, di
costumi e slogan per ribellarsi ancora una volta al modo in cui la polizia, e la comunità, avevano trattato i gay nei decenni precedenti. Da quel momento la manifestazione è dilagata negli altri paesi e negli ultimi anni le parate sono aumentate a dismisura, coinvolgendo anche l’Italia. Per ricordare i fatti di Stonewall Inn quasi tutti i gay pride si celebrano nel mese di giugno, in ricordo di quella simbolica notte di 50 anni fa che contribuì a fissare la comunità gay nella geografia sociale di tutto il mondo. L’onda arcobaleno è già partita nel finale del mese scorso ma è a giugno che il movimento pride culminerà nelle manifestazioni più grandi e partecipate. Il Gay Pride di Roma è tra i più attesi di tutta Italia e quest’anno gli organizzatori dedicheranno la manifestazione alla celebrazione dei 25 anni del primo Pride Nazionale. L’8 giugno la parata partirà, come da tradizione, da Piazza Repubblica e attraverserà le vie principali di Roma fino ad arrivare a Piazza Madonna di Loreto. Il programma prevede anche numerosi eventi collaterali, attività culturali e sociali a cui si potrà partecipare in occasione del Roma Pride come aperitivi, mostre, dibattiti su argomenti legati al mondo gay. Il Pride come voce e corpo di un’affermazione di civiltà, dunque, dignità e partecipazione attiva ai processi politici che possono decidere il futuro di chi per troppo tempo è stato costretto al silenzio, a quella marginalità che può essere vinta grazie a solidarietà e reciprocità. | 29 |
| SCENARI CONTEMPORANEI |
EUROGAMES: A ROMA LE “OLIMPIADI ARCOBALENO” Dall’11 al 13 luglio l’Italia ospiterà la diciassettesima edizione degli Eurogames: cinquemila atleti da tutto il mondo gareggeranno in 13 impianti della Capitale per sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione. Si terrà allo stadio Tre Fontane, il prossimo 11 luglio, la cerimonia d’apertura della diciassettesima edizione degli Eurogames, il più grande evento multi-sportivo continentale nato per promuovere i diritti LGBT nello sport e sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione. Dall’11 al 13 luglio oltre
Si terrà allo stadio Tre Fontane, il prossimo 11 luglio, la cerimonia d’apertura della diciassettesima edizione degli Eurogames.
cinquemila atleti in arrivo da tutto il mondo gareggeranno sui campi di 13 impianti della Capitale per confrontarsi in 17 diverse discipline. Un appuntamento questo mai approdato prima in Italia e che darà vita a una tre giorni di sport all’insegna del rispetto, dell’inclusione e dell’uguaglianza. Dal 1992, anno della prima edizione realizzata in Olanda, i “Giochi dei diritti” hanno toccato 11 nazioni del Vecchio Continente e nel 2019 faranno tappa per la prima volta in Italia. Tutte le competizioni degli EuroGames 2019 di Roma si terranno presso 13 impianti sportivi della Capitale e si articoleranno per tre giorni su 17 discipline: calcio, calcio a 5, basket, pallavolo, beach volley, rugby, tennis, badminton, bocce, bowling, nuoto, pallanuoto, danza sportiva, golf, atletica leggera, ciclismo e podismo. L’evento è aperto a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o età.
Adriano Bartolucci Proietti, Presidente Gaycs
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Per l’occasione abbiamo intervistato il Presidente di Roma Eurogames 2019 (nonché coordinatore nazionale di Gaycs Italia), Adriano Bartolucci Proietti, che ci ha spiegato l’importanza (sportiva e sociale) che questo appuntamento incarna per il nostro Paese.
coming out. La mia aspettativa è che i giochi possano cambiare le carte in tavola, dimostrando come la comunità LGBT può dare il proprio contributo al mondo sportivo, perché lo sport unisce la gente e abbatte le barriere.
Lei era in Scozia 3 anni fa il giorno dell’assegnaPresidente, come siete arrivati a organizzare zione dei giochi a Roma. Cosa c’è stato dietro la questo evento? realizzazione del progetto vincente? La storia di AICS (Associazione Italiana CulParliamo di una grande sfida, che ci ha coinvolto da tura e Sport) è cinquantenaria ed è una realtà subito e che abbiamo colto al volo. Abbiamo costruito sportiva tra le principali in Italia, con oltre un progetto di massima che ci ha entusiasmato molto, 1 milione di iscritti. Al suo interno esiste un anche grazie all’idea di dare una grande possibilità a dipartimento LGBT denominato GAYCS che io Roma e all’Italia per quanto riguarda lo sport LGBT. coordino da quasi 6 anni e che da quando è nato, Nel solco di questo auspicio abbiamo presentato nel 2011, si è fatto carico di una serie di iniziative un progetto che potesse poggiare su questo finalizzate alla promozione principio, sul fatto che l’Itadella pratica sportiva come lia possa uscire dal suo cono strumento per l’abbattimento d’ombra. Roma Capitale ci ha “La mia aspettativa è che i giochi possano di pregiudizi. Da tutto ciò è messo in grado di poter usufrucambiare le carte in tavola, dimostrando nato il piano che porta agli ire di molti impianti e strutture come la comunità LGBT può dare il proprio Eurogames: 3 anni fa siae sta a noi il compito di poterle contributo al mondo sportivo, perché lo mo stati coinvolti in questo anche rivalorizzare. Roma, che sport unisce la gente e abbatte le barriere.” progetto e porteremo per la per me era già nelle condizioni prima volta, in 17 edizioni, i di ospitare un’Olimpiade, ora Adriano Bartolucci Proietti - Presidente Gaycs giochi in Italia, in una città sarà la casa di un evento che per che nonostante tutto all’eorganizzazione e svolgimento è stero gode di una grande credibilità. È un evento che può molto simile. aiutare a comprendere un contesto particolare, diverso; un mondo che fa parte della vita che ci circonda. Lo sport, Anche Giovanni Malagò, numero uno del CONI, poi, fa il resto. non vi ha fatto mancare il suo supporto... Il presidente è stato un sostenitore della prima ora di Che aspettative ha? Eurogames, non ha mai fatto mancare il suo contribuPersonalmente, come militante del movimento LGBT, to e ha dato il patrocinio del CONI a questo evento. spero di poter contribuire nel cambiare la situazione che Sappiamo che non potrà sostenerci economicamente ma caratterizza il nostro Paese, anche in ambito sportivo. sappiamo che attraverso Malagò il comitato olimpico ci Spero che gli Eurogames siano un momento di svolta supporta e sarà un piacere averlo alla cerimonia inauguche possano spronare sportivi omosessuali a poter fare rale dei giochi.
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Pensa che una manifestazione come questa possa servire ancor di più a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti civili? Assolutamente sì! Lo sport è uno dei veicoli più importanti e potenti che abbiamo a disposizione per veicolare il nostro messaggio di uguaglianza, anzi, attraverso lo sport possiamo fare un vero e proprio lavoro educativo soprattutto sulle nuove generazioni. Sport significa confronto, prestazione, fisicità in un contesto dove le regole sono uguali per tutti. La battaglia per i diritti civili ha bisogno di essere sostenuta nel quotidiano, nelle piccole cose, deve aiutare le persone a superare ciò che sembra diverso ma non lo è. A che punto crede sia l’Italia sul tema dei diritti civili? Molto è stato fatto ma non abbastanza. La legge Cirinnà è un traguardo incredibile –visto come vanno le cose nel nostro Paesema non è certo un punto di arrivo. Il tema centrale resta quello legato ai figli, alle adozioni e soprattutto all’approvazione di una legge che punisca l’omotransfobia. Siamo fermi nessun passo concreto è stato fatto oggi siamo in una condizione di fermo totale. Il nostro impegno è quello di contribuire alla discussione promuovendo iniziative ed attività volte alla rivendicazione di questi diritti mancati. Si tratta della 17esima edizione dei Giochi, ma è la prima volta che si svolgeranno in Italia. Pensa che per il nostro Paese sia una sorta di prova di maturità? È una grande prova di maturità, spero possa fare da apripista ad un grande cambiamento nella percezione che si ha della comunità LGBT anche nello sport. Come detto, deve anche essere uno sprone per gli sportivi omosessuali che ancora vivono nell’ombra e non hanno ancora fatto coming out. Qualcosa si sta muovendo ma è ancora molto poco, il pregiudizio di molti purtroppo è alto condiziona l’opinione pubblica. Gli Eurogames hanno l’obiettivo di sensibilizzare su questo aspetto. www.romaeurogames2019.org
A cura della redazione
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I GAY PRIDE DI GIUGNO Modena: 1 giugno 2019 Salerno: 1 giugno 2019 Perugia: 1 giugno 2019 Roma: 8 giugno 2019 Messina: 8 giugno 2019 Pavia: 8 giugno 2019 Trieste: 8 giugno 2019 Monza Pride(Brianza): 8 giugno 2019 Ancona (Marche Pride): 8 giugno 2019 Brescia: 15 giugno 2019 Vicenza: 15 giugno 2019 Varese: 15 giugno 2019 Torino: 15 giugno 2019 Avellino: 15 giugno 2019 Genova (Liguria): 15 giugno 2019 Siracusa: 22 giugno 2019 Bologna: 22 giugno 2019 Frosinone (Lazio Pride): 22 giugno 2019 Napoli (Mediterranean Pride): 22 giugno 2019 Palermo: 28 giugno 2019 Milano: 29 giugno 2019 Catania: 29 giugno 2019
• ORGANIZZATORI •
• PATROCINI • ORGANIZZAZIONI con il patrocinio di
Rappresentanza in Italia
FEDERAZIONI
con il patrocinio della Federazione Italiana Danza
AMBASCIATE
CALCIO
BEACH VOLLEY
BOWLING
PALLANUOTO
DANZA
NUOTO
GOLF
PALLAVOLO
S P O R T • R I G H T S • C U LT U R E
Rights Play in
www.romaeurogames2019.org • SPONSOR •
TENNIS
ATLETICA
HOCKEY
arsmediagroup.it - 2019
BADMINTON
| LAVORO E DIVERSITY |
L’INCLUSIONE È VALORE PER IL BUSINESS
Roberto D’Incau è il fondatore di Lang&Partners, una delle più prestigiose società di consulenza HR italiane, che trova fra le sue pietre miliari proprio la Diversity & Inclusion, intesa come modo di essere e di intendere il business.
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| LAVORO E DIVERSITY |
Diversity e Inclusion rappresentano uno dei mezzi cruciali per aiutare le aziende a rafforzare il proprio business ed avere un tasso maggiore di innovazione per affrontare i mercati globali: abbiamo approfondito il tema insieme a Roberto D’Incau, headhunter & coach dal background culturale e professionale internazionale.
te”, bisogna lavorare sul cambiamento culturale sul tema in azienda. Un cambiamento effettivo, non solo cosmetico. Formazione e cultura giocano un ruolo fondamentale: può indicarci un percorso educativo che possa favorire l’inclusione sul posto di lavoro? Lang&Partners, la società di consulenza di cui sono CEO, offre ad esempio un vasto ventaglio formativo sul tema D&I: seminari sul tema delle diversity, group coaching per lavorare sui bias (pre-giudizi) individuali e di gruppo, formazione dei D&I council, coaching individuali sul management per lavorare sul superamento dei bias inconsci. Tutto questo, sia in aziende grandi che in aziende di dimensioni più contenute, laddove il top management ha capito che la diversity fa bene al business: favorire l’inclusione fa sì che le risorse lavorino meglio, e favorisce il fatturato legato all’innovazione, che è direttamente proporzionale al livello di diversity del leadership team (vedi il recente studio di BCG sul tema).
In relazione al tema Diversity & Inclusion, che clima riscontriamo nelle aziende italiane? Il clima è molto vario: se dieci anni fa di D&I non si parlava proprio, oggi se ne parla molto, soprattutto nelle aziende di derivazione internazionale e in quelle italiane più grandi, o dove c’è un management più sensibile al tema: esempio nelle sessanta aziende, tra cui Lang&Partners, che fanno parte di www.parksdiversity.eu. La stragrande maggioranza delle PMI italiane però ancora non si occupa, purtroppo, di D&I.
Come si può gestire il coming out in ambiente lavorativo? Per fare coming out in modo spontaneo e rilassato bisogna in In che modo è possibile costruiprimis avere fatto i conti col proprio re un gruppo di lavoro compat“La diversity fa bene al business: orientamento sessuale; soprattutto, to, in un contesto variegato e però, bisogna poter contare su un ricco di differenze? favorire l’inclusione, ambiente lavorativo open minded, Farò un esempio: recentemente fa sì che le risorse lavorino meglio, dove ad esempio le battutine da abbiamo erogato un seminario sul e favorisce il fatturato caserma sui gay (molto più frequenti tema D&I in un’azienda cosmetica, legato all’innovazione” di quanto non si pensi) non trovino dove apparentemente tutti erano Roberto D’Incau - Imprenditore spazio e vengano stigmatizzate. Io fortemente “uguali”; in realtà, è dico sempre che il linguaggio fa la emerso che tutti erano “diversi”, e realtà, un conto è dire “Il dr. XY è si erano nella loro vita, per motivi ricchione”, un conto è dire “Il dr. YZ è gay ed è sposato col diversi, almeno una volta, sentiti esclusi: chi per il peso, chi suo compagno”. per il look, chi perché ciliaco, chi perché gay, chi perché di La grande, triste verità è che la maggior parte del lavoratoun background scolastico o culturale differente. ri LGBT Italiani (il 5-10% della forza lavoro) non lavorano La presa di coscienza, e l’affermazione chiara e sincera ancora in aziende davvero inclusive. della propria specificità individuale, la propria diversity, ha creato in quel gruppo un legame fortissimo. Perché valoIn che modo occorre agire in azienda per far sì che rizzare le proprie differenze, e sapere che siamo tutti nella la diversità possa essere vissuta appieno come valore stessa barca, ci fa sentire molto più vicini, e ci aggiunge aggiunto? vero piacere al fatto di lavorare insieme. Finalmente, senza Bisogna lavorare sul cambiamento culturale: non basta maschere inutili, tutti uniti per lo stesso obiettivi, uniti dire “Per noi che un lavoratore sia etero o gay è indifferennella differenza. Elisabetta Pasca Roberto D’Incau, fondatore di Lang & Partners
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È DI NUOVO TEMPO DI CANNES LIONS
TANTI AUGURI DELOS! 30 ANNI DI CULTURA TUTTA DA COMUNICARE
Il mondo dell’advertising di nuovo sotto i riflettori sul palcoscenico più importante della pubblicità
L’ufficio stampa dedicato ai temi culturali spegne le candeline e si prepara per le sfide future
È l’evento imperdibile per tutti gli amanti dell’advertising e per gli appassionati della creatività nella sua forma più contemporanea: dal 17 al 21 giugno tornano i by Sveva Riva Era il 22 giugno 1989 quando AnCannes Lions, il Festival Internazionale delnalisa Fattori e Paola Nobile hanno la Creatività. I leoni tornano a ruggire nella deciso di unire le loro forze e la loro esperienza nel mondo città francese per la 66esima edizione, richiamando da tutto della comunicazione per dare vita a Delos, l’ufficio stamil mondo agenzie, brand e ideatori delle pubblicità e delle pa specializzato nel settore della cultura. Sono passati 30 campagne di advertising più d’impatto dell’anno. Si tratta anni da allora, e questa realtà, con base a Milano, è riuscita sicuramente dell’evento di maggior rilievo del settore, e la a crescere nel tempo e a dare un contributo sempre più vittoria di un Lion Award è un traguardo a cui ogni creativo fondamentale per il successo di istituzioni, enti ed eventi spera di arrivare nella sua vita. Ogni anno vengono iscritte operanti nei diversi campi del sapere. Non c’è tematica che, al Festival migliaia di campagne di pubblicità: nel 2011 si è in questi anni di carriera, non sia stata affrontata e comuraggiunto il record di 28.282 soggetti iscritti. Le categorie nicata con grande professionalità da tutto il team di Delos: dei premi cambiano frequentemente: con l’aggiunta dei scienza e arte, design e architettura, letteratura e spettanuovi “Entertainment Lion for Sport” e “Creative Stratecolo, ambiente, innovazione e formazione, salute e cultura gy Lions” e la cancellazione dei “Product Design Lion”, enogastronomica. Eventi come il Festival della Comuniquest’anno saranno 27 le giurie che decreteranno i cazione di Camogli, BergamoScienza, il Festival diversi vincitori. I professionisti che partecipano della Mente di Sarzana, Pistoia – Dialoghi arrivano da circa 90 paesi nel mondo, con sull’uomo, e realtà come Fondazione l’intento non solo di concorrere alla gara, Golinelli e Fondazione Carla Fendi, ma anche di stringere relazioni di lavoro, sono riusciti ad attirare l’attenzione discutere dell’andamento del mercato e l’interesse di stampa e pubblico e seguire seminari, workshop e corsi proprio grazie all’incessante attività master. di Delos, parola che significa “rendersi visibile agli occhi”. Un nome decisamente appropriato, così come dimostrano questi primi 30 anni di successi.
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5
g m
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grandi mostre
50
produzioni originali
365 giorni di festa
1500
appuntamenti
#matera2019 CON IL SOSTEGNO DI
SILVER PARTNER
SCHOOL PARTNER
ESSENTIAL PARTNER
BRONZE PARTNER
CON IL PATROCINIO DI
COMFORT SUPPLIER
COFFEE SUPPLIER
OFFICIAL CARRIER
MAIN PARTNER
MEDIA PARTNER
GOLD PARTNER
| RISORSE (DIS)UMANE |
MANAGER TERRIBILI E DOVE TROVARLI Molte aziende ritengono che promuovere a manager il miglior impiegato del team sia una conseguenza naturale per la carriera del dipendente ed un ottimo modo per riconoscere e premiare il valore: purtroppo non c’è garanzia che i più bravi siano anche i migliori.
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| RISORSE (DIS)UMANE |
Nel momento in cui in azienda si avverte la proprio team; non hanno tempo per migliorarsi necessità di creare o ricoprire una posizione perché sono troppo impegnati a mantenere il busimanageriale, in molte organizzazioni esiste la ness sulle proprie spalle; non delegano mai e non si tendenza a promuovere nel ruolo il top perforfidano dei propri collaboratori; fanno micro-manamer del team o del dipartimento in questione. gement. Chi meglio di lui è in grado di guidare la squadra verso l’obiettivo? La risposta non è così scontata. Il manager è un animale selvatico. Purtroppo accade che alcuni capacissimi professioTradotto vuol dire che non ha ricevuto nessun tipo nisti si rivelino in realtà dei pessimi capi, riducendo di training per poter ricoprire la posizione assegnala produttività ed abbattendo il morale del team. tagli. Peggio ancora, sono stati in passato dipenMa perché succede questo? Innanzitutto bisogna denti di un cattivo capo, per cui l’unico esempio pensare che per certi versi, si sta allontanando il di leadership che hanno è quello di una cattiva top performer dal suo habitat naturale, ovvero il leadership - il che potenzialmente potrebbe creare business in senso stretto, per posizionarlo in un un ciclo infinito di bad bosses. ambiente nuovo: il management. È doveroso che le aziende insegnino ai propri E non è garantito che la novità gli faccia piacere. dipendenti lo stile di leadership che desiderano, e In seconda battuta si sta privando la squadra del che questi lo tramandino alle future generazioni di proprio migliore giocatore: chi lo rimpiazzerà nel manager. futuro? Spesso si dà per scontato che Il manager è i migliori dipendenti vogliano un cane randagio. una carriera che li porti al top Non ha un padrone che gli Essere manager dovrebbe essere dell’organizzazione: il probledica che bravo cane che è ma è che le aziende dovrebbequando si comporta da braconsiderata una parte importante ro iniziare a chiedere ai propri della propria professione, ma al giorno vo manager. Molte aziende dipendenti cosa vogliono chiedono conto al manad’oggi ancora alcuni top performer veramente, e non dare per gement solo per quanto la percepiscono come un peso e come scontato che tutti mirino agli riguarda obiettivi e risultati, un ostacolo al raggiungimento della stessi obiettivi. poche puntano il focus Probabilmente si scoprirebanche sui comportamenti da soddisfazione nel proprio nuovo ruolo be che quello che vuole la mettere in atto con la prostragrande maggioranza dei pria squadra per raggiungetop performer è lavorare su re quei determinati risultati progetti che ritengono sfidanti e soddisfacenti, ed avere oltretutto dei dipendenti soddisfatti del senza per forza doversi far carico di quelli che sono proprio lavoro. i doveri di un manager: ovvero la gestione altri dipendenti, di un team, di un dipartimento. Il manager è un cucciolo smarrito. Quali sono quindi i motivi per cui un ottimo diNon gli viene dato alcun tipo di supporto dall’apendente può trasformarsi in un manager orribile? zienda e si sente perso di fronte alle richieste dei Vediamo insieme un bestiario dei casi più comuni. membri del team. Non sa affrontare lo scontento e dirimere le questioni, non ha un mentore nel Il manager è un lupo solitario. suo proprio capo ed è lasciato da solo con i suoi Accade molto spesso alle persone che vengono prograttacapi. mosse a posizioni manageriali per la prima volta: si sentono più contributori individuali che team Il manager è un asino player. Di conseguenza assumono atteggiamenti che ha conosciuto solo carota e bastone. con i quali non valorizzano il lavoro dei propri Il metodo “premio o punizione” è ormai ampiamensottoposti (nei casi più estremi arrivano anche a te superato nelle aziende moderne, soprattutto per boicottarli); sono in perenne competizione con il il fatto di creare delle conseguenze negative a causa | 39 |
Caraca
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dei comportamenti messi in atto dai dipendenti che hanno dovuto subire questa metodologia (fra le quali ricordiamo: comportamenti non etici come nascondere i propri errori, evitare di accettare il rischio, creare obiettivi prevedibili e sempre a stretto giro). Come fare quindi per promuovere a manager le persone giuste? Ci sono altri indicatori oltre alla performance che possono essere utili per capire chi può nel futuro diventare un ottimo manager per la propria azienda. Fra questi ci sono il problem solving, le soft skills, l’impegno ed il miglioramento continuo, il saper
Le aziende dovrebbero iniziare a chiedere ai propri dipendenti cosa vogliono veramente, e non dare per scontato che tutti mirino agli stessi obiettivi trattare le questioni del team in un modo diverso da come si tratta il business, il saper dire di no nelle situazioni appropriate, il non essere un ostacolo all’azione del team, il sapere come far crescere i propri collaboratori e non solo saperli dirigere, il saper ascoltare e farsi ascoltare, non evitare le discussioni con i dipendenti, ed alla fine capire che il ruolo del manager è costruire successo per la propria squadra e non per sé stessi. Essere manager dovrebbe essere considerata una parte importante della propria professione, ma al giorno d’oggi ancora alcuni top performer la percepiscono come un peso e come un ostacolo al raggiungimento della soddisfazione nel proprio nuovo ruolo e le aziende devono agire in anticipo rispetto a queste potenziali situazioni, cercando di interpretare in maniera più accurata – e differenziare di conseguenza - le aspirazioni di carriera dei propri dipendenti.
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L’AUTORE: ALESSIA CASONATO Group HR Operations Director presso SKS365 Malta Ltd, ha lavorato negli uffici del personale di Q8 Petroleum, Procter & Gamble, BNL, BNP Paribas, Philip Morris, Bristol-Myers Squibb, Ministero dei Beni Culturali e Scuderie del Quirinale, potendo avere esperienza diretta del meglio e del peggio delle risorse umane. È una dei pochissimi italiani a poter dire di essersi dimessa da un posto pubblico per ritornare nel settore privato e crede che la più letale arma di distruzione di massa siano i dipendenti scontenti.
Caracalla 2019 - Annunci.qxp_Progress 09/04/19 14:29 Pagina 1
4, 5, 6, 7, 12, 13, 18, 24, 31 JULY 3 AUGUST
GIUSEPPE VERDI
19, 23, 27 JULY 2, 8 AUGUST
GIUSEPPE VERDI
AIDA
LA TRAVIATA
30 JULY 1, 4 AUGUST
SERGEJ PROKOF’EV
11, 12 JUNE
DE GREGORI & ORCHESTRA
ROMEO E GIULIETTA
GREATEST HITS LIVE 15, 16, 18, 19, 21, 22, 23 JUNE
ENNIO MORRICONE
60 YEARS OF MUSIC WORLD TOUR 26 JUNE 9, 10, 11 JULY
THE TOKYO BALLET ROBERTO BOLLE AND FRIENDS
20, 21 JULY
Caracalla MMxIX
22 JULY
STEFANO BOLLANI AND CHUCHO VALDÉS
29 JULY
LUDOVICO EINAUDI
Ettore Festa, HaunagDesign - Illustration by Gianluigi Toccafondo
AND HIS BAND
Roma Opera aperta
operaroma.it
MARK KNOPFLER
SEVEN DAYS WALKING 7 AUGUST
PLÁCIDO DOMINGO NOCHE ESPAÑOLA
FOUNDERS
PRIVATE SHAREHOLDERS
PATRONS
DELIVEROO NOMINA SUSANA VOCES NUOVO VICEPRESIDENTE PER I RISTORANTI Deliveroo si espande e programma strategicamente i piani futuri. Alla Voces il compito di guidare la crescita dell’azienda.
SPOTX NOMINA JEANNE LEASURE VICE PRESIDENT OF PEOPLE SpotX, piattaforma globale leader nella monetizzazione e gestione del video advertising, annuncia la nomina di Jeanne Leasure in qualità di Vice President of People.
Dopo essere stata a capo del Deliveroo ha nominato Susana Voces alla by Margherita Pituano dipartimento di Human Resources di carica di Vicepresidente Global per i RistoBoa Technology negli ultimi quattro ranti. La nomina giunge a seguito della anni, Jeanne guiderà e supervisionerà tutte le rapida espansione mondiale di Deliveroo, attualmente attività legate alle risorse umane a livello globale presente in 14 mercati e con all’attivo una rete di colladi SpotX, tra cui la formazione, lo sviluppo della borazioni che coinvolge 80.000 ristoranti nel mondo. carriera, le assunzioni e le funzioni di employee Susana Voces lavora nel quartier generale di Deliveroo experience. “Le fasi di recruiting e lo sviluppo a Londra, ricoprendo un ruolo essenziale per l’aziendi una cultura aziendale rappresentano fattori da, rafforzato dalla sua grande esperienza. Durante il importanti per il successo di un’azienda. Grazie suo incarico ha contribuito a rafforzare la sua posizioalla crescita costante di SpotX, l’azienda mira allo ne nell’ambito dei due mercati, conseguendo per la sviluppo strategico del proprio team con obiettivi piattaforma commerciale un elevato livello di notorietà e a lungo termine”, afferma Steve Swoboda, coconsolidando il giro d’affari originato fouder, CFO e COO di SpotX. dagli oltre 7.5 milioni di utenti attivi e “In questo contesto, abbiamo dai 40mila venditori. In precedenza, trovato in Jeanne la figura Susana è stata country manager per perfetta per nominare la prima lo sviluppo commerciale di Ebay in Vice President of People Spagna e Capo dei Servizi Commerdell’azienda, grazie alla sua ciali per PayPal in Spagna e Portogalcomprovata esperienza nel lo. Questo bagaglio di esperienze, reclutamento dei talenti e nella arricchito da sette anni trascorsi in creazione di luoghi di lavoro Ericsson e il conseguimento di un flessibili e collaborativi, capaci master in Business all’Università di di consentire il raggiungimento Harvard, le consentirà di supportare dei propri obiettivi”. efficacemente Deliveroo nello svilupJeanne Leasure lavorerà nella po dell’offerta destinata ai ristoranti. sede di Denver, Colorado, di La collaborazione con Deliveroo, SpotX, dove supervisionerà lo impegnata, nel 2019, a diventare sviluppo e l’implementazione partner di riferimento per i ristoranti di tutte le strategie legate alle in tutti i mercati, permette ai ristoranti risorse umane a fianco dei di raggiungere nuovi clienti, altrimenti dipartimenti Recruiting ed Eduinaccessibili, e di aumentare il proprio cation. fatturato fino al 30%.
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LA CREATIVITÀ TORNA A RUGGIRE Il mondo dell’advertising di nuovo sotto i riflettori sul palcoscenico più importante della pubblicità: dal 17 al 21 giugno via infatti ai Cannes Lions, il Festival Internazionale della Creatività che ha luogo ogni anno nella città francese.
Rivoluzionati e modificati, ma sempre insostituibili per il comparto pubblicitario: i Cannes Lions saranno anche quest’anno un importante momento di celebrazione e di riflessione sulla creatività a livello mondiale. Due professionisti del settore ci raccontano il significato, oggi, di un evento dove la creatività la fa da padrona. Vicky Gitto Presidente Art Directors Club Italiano (ADCI)
nicazione dopo anni in cui un lento ed inesorabile declino ci avevano portato nelle ultime posizioni. Lo scorso anno dopo aver centrato una crescita costante nei risultati al Festival di Cannes siamo entrati tra i primi quindici paesi più performanti al mondo. Questo significa avere grandi professionisti, creativi capaci di spingere per progetti outstanding globalmente in un mercato che spesso si distingue per essere estremamente restio all’innova“Lo scorso anno siamo zione.
entrati tra i primi quindici paesi
In che modo ADCI intende Per l’edizione di quest’anno più performanti al mondo” continuare ad operare per del Festival Internazionale Vicky Gitto, Presidente ADCI rendere i creativi italiani della Creatività di Cannes, sempre più rilevanti a livello l’Italia passa da due a sette internazionale e per valorizgiurati: che cosa rappresenta zare i giovani talenti? questo dato per il ruolo del nostro paese nel Continueremo a lavorare per crescere ancora nel settore? numero di giurati coinvolti al Festival di Cannes; Rappresenta moltissimo, soprattutto in un momenstiamo investendo tempo e risorse nella selezione to in cui i grandi cambiamenti globali negli assetti dei Giovani Leoni che quest’anno abbiamo portadi network e agenzie hanno senz’altro destabilizzato a 5 categorie (Design, Film, Print, Digital, PR) to la continuità e la consistenza di molti equilibri. registrando una partecipazione record con circa Per l’Italia significa riconquistare una posizione di rilievo tra i principali paesi del mondo della comuVicky Gitto, Presidente ADCI
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Karim Bartoletti Indiana Production e Consigliere ADCI
300 progetti; avremo a fine giugno la nuova edizione del Grande Venerdì di Enzo che si terrà in contemporanea nelle diverse regioni in cui abbiamo istituito i Local Ambassador, in quell’occasione già alla scorsa edizione hanno partecipato 75 direttori creativi scrutinando i portafogli di circa 330 giovani creativi; ufficializzeremo a breve una nuova partnership con una delle più importanti associazioni americane nel mondo della creatività; siamo già al lavoro sui contenuti e l’organizzazione della prossima edizione di IF dove ogni hanno si registra la crescita di partecipazione, eventi e speech internazionali e non; abbiamo aperto un dialogo con la Triennale di Milano per riavvicinare il mondo del design e della comunicazione; abbiamo istituito la figura dell’art ambassador per amplificare le infinite connessioni esistenti e da sviluppare tra il mondo dell’arte e della comunicazione; siamo al lavoro su un programma di eventi ADCI Strategy in collaborazione con un professionista basato negli Stati Uniti che dovrebbe partire a luglio per poi riprendere di nuovo a settembre.
Come affronta quest’anno il suo ruolo di giurato del Cannes Lions nella categoria Film Craft? Non posso che essere lusingato dal fatto che i Cannes Lions mi abbiano scelto per far parte della giuria Film Craft. I Cannes Lions sono gli Oscar dell’Advertising, il premio più importante e riconosciuto del nostro business. Quindi essere chiamato a portare il proprio talento e la propria professionalità in una giuria scelta, composta da alcuni dei più importanti colleghi di business, mi rende molto fiero ed emozionato. Mi sento il peso di dover rappresentare il nostro paese e l’intelligenza creativa che ci contraddistingue, ma non ho la soggezione che molti si aspettano che si abbia in queste circostanze in cui giochiamo a livelli globali. In quella stanza nella quale passeremo molte ore a vedere numerosi lavori, siamo tutti allo stesso livello e di conseguenza spariscono le gerarchie emotive.
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Quali sono i principali trend che segnano la rotta siamo nella mappa cartesiana del business e molte volte ci dell’advertising per il 2019? sorprendiamo che sotto il lamento continuo che è tipico Credo che nel crafting dei nostri progetti si stia tornando del nostro business, non facciamo solo cose brutte, non alla ricerca del “bello”, la ricerca delle belle immagini, siamo sempre all’ultimo posto, e che in certe cose possiagiuste per le creatività che si raccontano e giuste per mo competere a livelli internazionali. gli schermi nei quali si fruiscono. Il crafting sta “tornando di moda” grazie In tutto questo, fare una giuria ti da “Non c’è settimana migliore alle tecnologie sempre in continuo un punto di osservazione sul busimiglioramento, grazie alla demoltiness che è molto più intensa e piena: nell’arco del nostro anno plicazione dei posti dove le persone che la settimana del Cannes Lions nell’arco di pochi giorni si vedono possono vedere cose, ma soprattutto migliaia di progetti e di contenuti fatti per capire dove si è posizionati grazie al cambiamento nella modalità in modi diversi e con pensieri diversi nel mondo” in cui le persone fruiscono i contenuti. e di queste migliaia, giudichiamo le Il concetto di “see what you want, diverse “parti” esecutive del progetto, Karim Bartoletti, Consigliere ADCI when you want, where you want” è le giudichiamo per la giustezza delle ormai ciò che fa sì che la creatività scelte fatte. E’ molto interessante, nel crafting, strettamente legato alla creatività della storia intenso e rinvigorente. Si esce dopo 10 giorni, stanchi debbano creare innanzitutto contenuti interessanti per il ma chiaramente pronti a portarci a casa la volontà’ di pubblico. Abbastanza “interessanti” da rimanere a vederlo fare tante “cose belle”. e non cambiare canale, “swipe-are”, o scrollare. Prevedo Elisabetta Pasca di vedere tanti lavori che ritornano alla bellezza delle immagini, tanti lavori di clienti più piccoli che entrano con forza nel panorama dei grandi players dell’advertising, e tanti lavori che provano attraverso il crafting di differenziare la comunicazione di un cliente per farlo galleggiare e non affondare nel mare di cose che vediamo tutti i giorni. Inoltre credo che ci saranno progetti fatti con maggiore disintermediazione fra le parti del nostro business e progetti fatti con un concetto di bontà che molti brand stanno cavalcando in questo momento nel loro storytelling. Essere designato come giurato la pone in un punto di osservazione speciale sulla industry: che tipo di considerazioni può trarne? Credo che, in generale, indipendentemente dall’essere in giuria o no, non c’è settimana migliore nell’arco del nostro anno che la settimana del Cannes Lions per capire “dove si è posizionati nel mondo”. Andare a Cannes senza vedere i lavori, incontrare le persone, essere curiosi dei trend e delle nuove modalità di fare comunicazione, senza riportarsi a casa una manciata di cose belle che si sono viste, vuol dire che non si sta approfittando dell’opportunità che la settimana del Festival ci dà. Si va a Cannes Lions non per andare alle feste ma per sapere se ciò che stiamo facendo nelle altre 51 settimane per i nostri clienti, per noi stessi, per le nostre aziende, può e deve essere censito e messo in discussione. Si deve andare per vedere se possiamo fare meglio o per capire che quello che facciamo non è poi tanto male. Cannes ci permette di capire dove Karim Bartoletti, Consigliere ADCI
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LA GIOVANE EUROPA Durante l’ultima edizione del Forum PA abbiamo intervistato Domenico De Maio, eletto da pochi mesi a capo dell’agenzia governativa che mette al centro del suo impegno i giovani e le loro realtà. Dallo scorso settembre Domenico De Maio è il nuoNel solco di questo successo avete recentemente vo Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Giovani. avviato anche un programma rivolto al volontaL’impegno con i ragazzi, coinvolti in realtà complesriato. Ce ne vuole parlare? se, è sempre stato il carburante della sua attività È un nuovo progetto legato alla solidarietà. sociale. Basti pensare che De Maio ha iniziato, fin Una misura rivolta ai giovani dai 18 ai 30 anni da giovanissimo, a svolgere lavori di che possono partecipare anche animazione socio-culturale attravergrazie a un gruppo informale, so la musica, coinvolgendo centinaia dunque tramite un’associazione, “Grazie al programma di adolescenti dei quartieri ad alto riimmaginando un’idea di solidaErasmus Plus oggi abbiamo schio di devianza minorile di Napoli. rietà sul proprio territorio. una generazione che possiamo Sulla scia di questo suo impegno ora Idea di solidarietà che può andaconsiderare a tutti si ritrova a pianificare e gestire le re dalla semplice riqualificazione attività dell’Agenzia e, incontrandolo di uno spazio verde a un piano di gli effetti europea” durante l’ultima edizione del Forum assistenza alle persone fragili, o Domenico De Maio PA, parlando di progetti presenti e anche un progetto che racconti la futuri ecco cosa ci ha svelato . realtà della propria comunità. Direttore, come Agenzia Nazionale per i Giovani siete presenti al Forum PA. Di cosa vi occupate? Siamo molto felici di aver fatto parte di Forum PA per raccontare come, grazie all’Europa, riusciamo a portare sul territorio nazionale varie iniziative rivolte ai ragazzi. Parliamo di mobilità giovanile, di solidarietà, di volontariato e dialogo tra giovani e istituzioni. Il progetto Erasmus Plus è stato una grande intuizione dell’Europa che è riuscita a mettere a disposizione dei giovani un metodo che si è perfezionato nella mobilità e quindi nell’incontro e nello scambio. Grazie a questo straordinario programma oggi abbiamo una generazione che possiamo considerare a tutti gli effetti europea. Un modello da seguire.
Qual è la visione di questo programma? L’obiettivo è formare un corpo europeo di solidarietà, composto da giovani di vari paesi, che si interroghi sulle esigenze delle piccole comunità. Poniamo l’attenzione sulla necessità di rimettersi nelle mani dei giovani per trovare nuove soluzioni, pensate e create grazie al dialogo tra gli stessi ragazzi e le istituzioni. Attraverso questa misura l’Europa prende atto del bisogno di risolvere alcune problematiche delle comunità e non dice come farlo, ma lo chiede direttamente ai ragazzi. Credo che questo sia un approccio metodologicamente molto importante. Guglielmo Collina | 48 |
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OLTRE L’OBIETTIVO Lorenzo Tugnoli, dell’Agenzia Contrasto, ha recentemente vinto il Premio Pulitzer per la Fotografia (Feature Photography) con il suo reportage “La crisi in Yemen” realizzato per il “The Washington Post”.
mento dei costi di trasporto dovuti alla carenza di Dall’Emilia Romagna allo Yemen, passando carburante, del crollo della valuta e di altre proper gli Stati Uniti. È lo strano percorso di blematiche relative ai rifornimenti che hanno Lorenzo Tugnoli, giornalista fotografico reso il cibo troppo costoso, fuori dalla portata di che ha fatto parlare di sé in questa prima quasi due terzi della popolazione. parte di 2019 per essersi aggiudicato il PuÈ la più grande (e trascurata) crisi umanitaria litzer e il podio della categoria Stories del del mondo che Lorenzo Tugnoli ha raccontaWorld Press Photo. Lorenzo ha documentato, to nel suo reportage “La crisi in Yemen”, per conto del The Washington Post, i campi dei primo premio nella sezione “General News, rifugiati e gli ospedali, nonché la linea armata del fronte yemenita. Questi scatti gli sono valStories” del World Press Photo 2019. si il Pulitzer “… per un superbo A margine dei suoi successi racconto fotografico della lo abbiamo intervistato e ci tragica carestia nello Yemen, ha svelato cosa c’è dietro realizzato attraverso immagini uno scatto da premio Pulitzer È la più grande (e trascurata) in cui la bellezza e la compoe cosa si cela dietro il suo crisi umanitaria del mondo sizione si intrecciano con la obiettivo. che Lorenzo Tugnoli ha raccontato devastazione”, come recita la nel suo reportage motivazione della giuria che lo Lorenzo, con le tue foto ha premiato lo scorso aprile. descrivi l’attuale situa“La crisi in Yemen” Il fotografo romagnolo ha zione yemenita. Ma che seguito la crisi yemenita a diparole useresti per parlarstanza di quattro anni dall’inici di ciò che sta accadendo zio del conflitto. Nel paese asiatico oggi sono circa nel paese? 20 milioni le persone che hanno estremo bisogno Il mio lavoro è stato focalizzato sulla crisi umanidi assistenza umanitaria e che rischiano la fame a taria, sulle condizioni di povertà e malnutrizione causa delle restrizioni sulle importazioni, dell’auche mi hanno portato a passare molto tempo negli ospedali e nei campi profughi. Ovviamente sono stato colpito dalla condizione del Paese, lo Yemen è Lorenzo Tugnoli, vincitore del Premio Pulitzer per la Fotografia (Feature Photography)
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ovvie ragioni non avevo l’opportunità di passare molto tempo nello stesso luogo, quindi ho dovuto studiare bene quando e dove essere in un preciso momento.
Azzan, Yemen, 22 maggio 2018
ufficialmente in guerra da 4 anni e questo ha causato la più grande crisi umanitaria al mondo. Questo non soltanto a causa della guerra ma anche per l’embargo che c’è stato soprattutto nella parte controllata dai ribelli, che ha portato un paese già di per sé molto povero allo stremo attuale.
Quando e come capisci che una determinata scena può essere il soggetto ideale di uno scatto? Credo sia una cosa che si riconosce con il tempo. Ci sono situazioni, visi, persone che da fotografo individui come soggetti ideali di uno scatto. È una cosa molto soggettiva, che cambia da fotografo a fotografo. Ha una parte importante anche la narrazione: molto spesso in quello che si fa si raccontano delle vicende specifiche ma le foto premiate al Pulitzer sono prese da varie storie. Solitamente però si lavora su una narrazione unica e si cercano le dinamiche e gli elementi ideali di quella precisa vicenda.
Per foto del genere si segue più l’istinto oppure occorre una preparazione meticolosa dello scatto? Direi entrambi: la preparazione è importante soprattutto in un paese come lo Yemen perché è fondamentale capire le dinamiche fra i vari gruppi armati. Serve tempo per avere accesso ad una certa città o a un certo luogo, bisogna negoziare con i vari “attori” del conflitto. Penso però che la fotografia abbia bisogno di istintività e che debba raccontare un attimo, quindi c’è anche questo elemento. Sicuramente in un posto come lo Yemen serve tanto tempo per pianificare ogni scatto, perciò questa è una parte importante del lavoro. Per
Oltre al Pulitzer sei anche stato protagonista al World Press Photo. Ti aspettavi tutto questo successo? Aslam, Yemen, 6 dicembre 2018 Taiz, Yemen, 25 dicembre 2018
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Per te esiste lo scatto perfetto? E quando una foto si avvicina alla perfezione? Non penso che esista lo scatto perfetto. La fotografia credo sia una cosa che cambia e che evolve nell’accuratezza tecnica. Ma spesso quando facciamo una buona foto non ce ne accorgiamo subito perché le foto spesso si riconoscono e apprezzano realmente in un secondo momento. Bisogna dare fiducia alle immagini sulle quali lavoriamo.
Assolutamente no. In realtà in genere cerco di non pensare a queste cose perché non è l’essenza del mio lavoro puntare a premi o riconoscimenti. Cerco di fare bene il mio mestiere per raccontare le storie nel miglior modo possibile e poi il resto, se deve arrivare, arriva di conseguenza. Quello che è successo di particolare è che il The Washington Post mi ha chiesto di fare questo lavoro molto importante in Yemen e la copertura che abbiamo fatto è stata unica, profonda e capillare.
Per concludere, per Lorenzo Tugnoli cos’è la fotografia? È un mezzo di comunicazione: l’immagine è un tramite che mette in relazione oggetti, luoghi e persone. Quello che deve creare un’immagine è sviluppare una simbiosi e un rapporto tra vari elementi, quando ciò avviene si sviluppa un legame che si denota anche solo osservando l’immagine, ed è quello che deve succedere. Alessandro Creta Foto: Lorenzo Tugnoli, agenzia Contrasto, per il “The Washington Post”
Ci si affeziona ai luoghi protagonisti delle proprie foto? Lo Yemen ti è entrato nel cuore? Certo che ci si affeziona, io ho lavorato con un ragazzo yemenita che è stato il mio traduttore e guida nel Paese. Vedendo e comprendendo quanto io fossi innamorato della fotografia mi ha portato nella città vecchia di Sana’a, un posto meraviglioso in cui sono rimasto a fotografare fino a quando si è fatto notte. Aden, Yemen, 27 maggio 2018
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La FUtura GENerazione degli investimenti è arrivata.
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DESIGN: MILANO PROSSIMA FERMATA Il Museo del Design Italiano, al piano terra della Triennale nello spazio della Curva, consolida il ruolo di Milano come capitale globale dell’industrial design.
del Duomo, abbracciata dalla Galleria Vittorio Era grigia, fredda e industriale la Milano di un Emanuele II, dal Palazzo Reale e dal Museo del cinquantennio fa. Grigia per i palazzi, fredda Novecento, il suo proseguo è lungo le sue diramanell’approccio, industriale nella mentalità. zioni, su cui si incontra l’eleganza del Teatro alla Coperta da quella coltre di nebbia, era la meScala, la storia del Castello Sforzesco, la vivacità tropoli della rigidità in abiti formali. creativa di Brera e la sua Pinacoteca, e la romanità Non che la nebbia sia sparita, non che nell’animo delle colonne di San Lorenzo. C’è bellezza, cultunon abbia mantenuto i suoi segni distintivi, ma ra e movimento nella nuova quel che è certo è che all’interno architettura di Milano, in cui di Milano qualcosa è accaduto: alla città nulla è stato tolto ma C’è bellezza, cultura e movimento confluiscono arte antica e semmai aggiunto, a volte anche nella nuova architettura di Milano, moderna, fumetto e fotografia, cinema e sport. Ma il bello di sconvolgendo le sue forme e in cui confluiscono arte antica Milano è che nella sua nuova facendo diventare i contrasti e moderna, fumetto e fotografia, espressione non ha più un cenmotivo di vanto e di maggiore cinema e sport. tro, o comunque, non uno solo. fascino. Se da un lato i futuristici Ogni quartiere è diventato un grattacieli hanno continuato ad cuore della città, intorno a cui innalzarsi verso il cielo, dall’altro si dipanano strade ed edifici dalla personalità indisi è andati alla riscoperta dei quartieri, ripopolando pendente. A tracciare la geometria del glamour è il le strade e riqualificando gli spazi dismessi. “quadrilatero della moda”, con boutique e showroÈ una Milano che corre verso il futuro e rallenta om di design che tratteggiano via Montenapoleone, per recuperare il passato, creando l’armonia di una via Manzoni, via della Spiga e corso Venezia: i lati città che oggi si riscopre essere tra le più amate di un’area in cui il turismo dello shopping trova la d’Europa, per la vivacità e la positività che ne hansua naturale espressione. no contraddistinto la sua ultima evoluzione. Se la partenza di un viaggio al suo interno è Piazza A destra: Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano.
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Più discreta, lontana dalla tendenza modaiola, c’è una Milano più riservata che merita maggiore attenzione per il suo non volersi svelare al primo istante. È la città degli scorci, dei dettagli accurati e dei cortili nascosti all’interno di palazzi che Milano l’hanno vista crescere. Alla maturità hanno contribuito le idee, l’innovazione continua e, ovviamente, gli investimenti. Sulla città si è scelto di credere, di scommettere ancor di più, di investire, appunto, cambiando il suo abito serioso e vestendola di quella leggerezza non superficiale ma ammaliante. A disegnare la “nuova collezione” architettonica di Milano, non a caso, sono stati gli architetti più importanti - le archistar, li chiamano - che con i loro progetti hanno contribuito a fare del capoluogo lombardo non una semplice metropoli, ma un’anima poliedrica mai scontata perché troppo abituata a stupire. Lo sa bene Stefano Boeri che ha consegnato alla città il Bosco Verticale, quello è stato eletto, senza troppa
difficoltà, il grattacielo più bello del mondo. Un bosco di quasi mille alberi in centro a Milano, che si sviluppa in altezza e non in superficie, e che trova forma in due grattacieli di 111 metri e 78 metri. In quello slancio verso l’alto c’è una nuova idea di grattacielo ed è la risposta alla necessità di rendere le città più verdi, pur sostenendo una popolazione urbana sempre più densa. Il Bosco Verticale è il primo esempio al mondo di una torre che arricchisce di biodiversità vegetale e faunistica la città che lo accoglie. Un modo per ribadire che Milano non è più una semplice colata di cemento. Una missione, un’affermazione d’identità anzi, che trova oggi la sua naturale prosecuzione nel Museo del Design Italiano di Triennale Milano, con la Direzione Artistica di Joseph Grima e nato proprio dalla volontà di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e dei Consigli di Amministrazione delle Fondazioni di Triennale. Frutto degli stimoli di un comitato scientifico che riunisce alcune delle figure di rilievo del mondo del design e dell’architettura italiani, tra i quali Paola Antonelli, Mario Bellini e Piero Lissoni, il museo si presenta per la prima
La poltrona “Mies” (progetto di Archizoom Associati) nasce nel 1969 dall’idea di impiegare una striscia di para o caucciù, materiali resistenti e elastici, come seduta.
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In questa pagina: Olivetti Valentine è una macchina per scrivere della Olivetti nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass e Perry A. King; I Moon Boot di Giancarlo Zanatta, il doposci per eccellenza, creati ispirandosi agli stivali indossati dagli astronauti dell’Apollo 11; la lampada Eclisse è una lampada progettata dal designer italiano Vico Magistretti nel 1965 per l’azienda italiana d’arredamento ed illuminazione Artemide
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La Divisumma 18 è una calcolatrice elettronica portatile realizzata per la Olivetti da Mario Bellini: con questo modello l’azienda entrò nel mercato delle elettroniche portatili
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volta in un allestimento permanente: una selezione dei pezzi più iconici e rappresentativi del design italiano, già parte dei 1.600 oggetti della Collezione di Triennale. Nella sua prima fase, il Museo del Design Italiano occupa lo spazio della Curva al piano terra del Palazzo dell’Arte, su una superficie di circa 1.300 mq. Sono esposti circa 200 oggetti che raccontano la storia di trent’anni di sperimentazione radicale in cui nuovi materiali, nuove tecniche e nuovi codici estetici hanno rivoluzionato l’ordine prestabilito nella sfera domestica e nella società. Organizzata cronologicamente dal 1946 al 1981, la selezione presenta uno dei periodi di più grande influenza del design e dei designer italiani nel mondo: quello intercorso tra gli anni dell’immediato dopoguerra e del miracolo economico successivo fino ai primi anni Ottanta, quando l’arrivo sulla scena di nuove esuberanti correnti come Memphis diede avvio, in Italia e nel mondo, a una nuova
era nella produzione del design. “Un carattere essenziale del design – afferma Stefano Boeri – soprattutto in Italia e, in modo ancora più evidente, a Milano, è la profonda alchimia tra le forze in gioco: il design non è mai un processo univoco e unidirezionale, ma sempre un’incessante conversazione tra la dimensione economico-produttiva delle aziende, la dimensione visionaria – di architetti, designer e progettisti – e la dimensione del desiderio e delle necessità da parte della comunità, che definisce e plasma i bisogni che il design è chiamato, in qualche modo, ad anticipare. Questa incessante conversazione diventa simbolo di un sistema intero, oltre che di una città intera, e trova finalmente spazio nel Museo del Design Italiano in Triennale”. Gli allestimenti puntano a dare il massimo risalto alle opere e forniscono approfondimenti sulla storia e il contesto in cui ogni oggetto è stato progettato, attraverso l’esposizione di materiali in gran parte inediti provenienti dagli Archivi della Triennale, tra i quali fotografie, campagne pubblicitarie, packaging originali. Questa prima fase del Museo del Design Italiano rappresenta un importante punto di partenza per
Da sinistra: Achille Castiglioni, Pier Giacomo Castiglioni RR 126 (1965) Brionvega; Gaetano Pesce:UPC_6 (1969) B&B Italia Alessandro Mendini:Poltrona di Proust (1978) Atelier Mendini
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A destra Jonathan De Pas, Donato d’Urbino, Paolo Lomazzi: Joe (1970) Poltronova
realizzare, anche attraverso l’Associazione Sistema Museale del Design-Milano che nasce dal dialogo istituzionale promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, un progetto che intende rafforzare e consolidare il ruolo di Milano come capitale globale dell’industrial design. Del resto, come ha chiarito Joseph Grima “prima ancora di essere un luogo di custodia e salvaguardia della memoria storica del design italiano, l’ambizione del Museo del Design Italiano è quella di essere un luogo di ispirazione, secondo il senso più antico della parola museo. Molto spesso il veicolo delle ispirazioni più intense e formative non sono gli oggetti inanimati, ma le voci delle persone che li hanno creati e la narrazione di dettagli apparentemente banali, che hanno determinato scelte di importanza fondamentale per la storia del design. Abbiamo quindi deciso di includere nel percorso alcune voci degli autori che hanno creato gli oggetti esposti, cui è stato chiesto di raccontare in maniera semplice e diretta la genesi delle loro creazioni e le condizioni culturali alle quali ogni oggetto rispondeva”. Orari di apertura Martedì- domenica, ore 10.30-20.30 Biglietto Museo del Design Italiano + XXII Triennale di Milano Broken Nature: 18 euro (intero) / 14 euro (ridotto) www.triennale.org Giorgio Migliore
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“UNA FIABA PER TEMPI DIFFICILI” Il cinema visionario di Guillermo Del Toro raccontato dal critico Emanuele Rauco. Tra mostri e creature di fantasia per riscoprire il fantastico del quotidiano
Cuarón ha vinto l’Oscar nel 2014 per Gravity. Nel 2015 e nel 2016 è toccato a Iñárritu rispettivamente per Birdman e The Revenant. Nel 2018 a Del Toro per La forma dell’acqua. Si può effettivamente parlare di una riscossa del cinema messicano?
È uscito il 7 maggio Beautiful Freak, il nuovo libro di Emanuele Rauco che racconta il lato più privato del regista messicano premio Oscar per La forma dell’acqua e le vicissitudini su cui ha costruito il suo universo narrativo e il suo cinema unico. Critico e giornalista cinematografico multimediale, Emanuele è attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e ai video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate, tra cui Progress.
Anche prima della consacrazione agli Oscar, a cui aggiungo il ritorno di Cuaròn con Roma, il cinema messicano era esploso nel mondo prima con Robert Rodriguez e poi con “los tres amigos”, come i registi in questione amano chiamarsi, essendo amici e spesso collaboratori. Grazie alla loro spinta, il cinema, l’induIniziamo dal principio. Perchè Beautiful stria e le scuole di cinema del paese hanno Freak? avuto un incremento notevole, Perché la collana di cinema di Bahanno formato allievi e spettakemono Lab ha delle canzoni come “Lo spirito fanciullesco di Del Toro tori sempre più raffinati. Loro titoli. Dapprincipio pensavo a Once tre in particolare sono riusciti Upon a Time di Bob Dylan, perché si riverbera nei suoi film e nei modi di a esportare negli USA un modo il c’era una volta delle fiabe raccontare, riesce ad arrivare anche di costruire immagini, produrre è il filo conduttore di agli adulti che non hanno paura di film e raccontare storie del tutto molto cinema di Del dare conto al proprio animo infantile” personale e innovativo, riuscendo Toro. Ma poi con in qualche modo a “colonizzare” la casa editrice Emanuele Rauco - Critico cinematografico il mercato dei loro primi colonizabbiamo pensazatori. to a Beautiful Freak, una canzone degli Eels conteQuanto è importante raccontare la biografia di Del nuta in Hellboy e che rappresentaToro per immedesimarsi nel suo sguardo e comprenva bene i personaggi dei suoi film dere i suoi universi narrativi? e anche, un pochino, lui stesso. | 65 |
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Direi è fondamentale: intanto perché come per ogni autore è pieno delle cose con cui è cresciuto e che lo hanno formato, dal cinema che vedeva da bambino, ai fumetti per cui ha cominciato a imparare l’inglese, ma soprattutto perché il suo background diventa fondamentale come punto di partenza della sua evoluzione culturale e direi politica, dall’educazione cattolica della nonna all’amore per l’occulto della mamma, fino alla sua condizione di esiliato involontario dovuta al rapimento del padre nel 1997, mentre era in America a girare Mimic e che gli rende difficile tornare in Messico con la sua famiglia per timore di ripercussioni facendo di lui un apolide più o meno involontario. I suoi film compongono così il mosaico colorato che parte dai tasselli della sua vita.
paura della politica e della Storia perché plagerebbero i giovani, il modo di raccontarle di Del Toro potrebbe essere d’aiuto a capire la realtà, ad avere un modo per affrontarla. L’esempio è il modo in cui il suo cinema affronta il fascismo in senso proprio o lato: basterebbero i due film sul franchismo, La spina del diavolo e Il labirinto del fauno. Fra poco arriverà anche il suo Pinocchio, un musical animato in stop-motion ambientato proprio durante l’Italia fascista che sta entrando in guerra: mi pare chiaro, anche se la mia sembra una posizione faziosa, che di uno sguardo del genere, così giocoso e serio, avvincente e leggero, abbiamo bisogno. Beautiful Freak Emanuele Rauco Bakemono Lab maggio 2019 Pag 228
Come Guillermo Del Toro è riuscito a mantenere intatto lo spirito fanciullesco degli inizi pur evolvendosi di film in film? Lo ha mantenuto intatto coltivandolo senza freno, attraverso le proprie passioni artistiche e attraverso il suo amore per la fiaba e i miti che lo ricollegano direttamente alla propria infanzia. Lo spirito così facendo si riverbera nei film e nei modi di raccontare, riesce ad arrivare anche agli adulti che non hanno paura di dare conto al proprio animo infantile; inoltre, le fonti da cui attinge il suo cinema sono spesso quelle dell’infanzia e adolescenza, come gli anime e i manga di Pacific Rim oppure Il mostro della laguna nera di La forma dell’acqua, oppure il fauno e il folklore che lo hanno consacrato in Il labirinto del fauno. Parlando del suo film più recente ha dichiarato di aver voluto trattare finalmente temi adulti come il sesso e il razzismo (in realtà si trovano ben presenti anche nelle opere precedenti), ma di fatto, La forma dell’acqua è la più “pura” e ingenua delle sue fiabe.
Sveva Riva
Lo spettatore disilluso e razionale del 2019 ha ancora bisogno della cinematografia “fiabesca” di Del Toro? Ne ha bisogno oggi più che mai, a patto che abbia voglia di accettarlo e di lasciarsi andare a questo mondo in cui attraverso il racconto e le sue radici arcaiche si cerca di ricostruire la realtà dando allo spettatore spunti per capirla e migliorarla. Lo slogan con cui lanciò La forma dell’acqua era proprio “una fiaba per tempi difficili”. In questi tempi difficili, in cui la realtà sta andando verso un ritorno a modi oscuri di pensare e accettare l’altro, anche fosse un solo pensiero divergente, in cui si ha | 66 |
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“THE ELEVATOR”: UNA VERITÀ IMPOSSIBILE DA CONOSCERE Arriva al cinema il 20 giugno l’opera prima di Massimo Coglitore, un thriller psicologico che affronta con “claustrofobica” precisione l’eterno binomio tra vittima e carnefice
tor” arriva al cinema dopo essere stato presentato con Capita che a volte si punti il dito contro un presuccesso nei principali festival internazionali. Con il sunto colpevole con troppa facilità, come se fosse regista Massimo Coglitore abbiamo parlato della genesi sempre facile capire da che parte stia la verità e la del suo lavoro e di cosa possiamo aspettarci da questa nostra capacità di giudizio fosse perfetta. Il binosua pellicola. mio (spesso interscambiabile) colpa-innocenza è uno degli elementi alla base di un film come “The Elevator”, “The Elevator” è la tua opera prima per il cinema. nelle nostre sale dal 20 giugno. La pellicola, diretta da Qual è il percorso che ti ha Massimo Coglitore, è ambientata portato fin qui? nella città di New York, dove vive e Ho iniziato fin da piccolo a lavora Jack Tramell, famoso show“Volevo assolutamente entrare girare corti amatoriali e ho avuto man che fa impazzire gli americani dentro la psicologia dei personaggi sempre una grande passione per con il suo quiz in tv. La vicenda si il cinema. In realtà sono un’ausvolge quasi totalmente all’interno e lavorare sulle loro paure, todidatta che ha studiato molto dell’ascensore del palazzo dove angosce e ansie.” e visto tantissimi film. Diversi vive Jack: è qui che l’uomo viene Massimo Coglitore, regista anni fa girai due corti in pellicola bloccato e tenuto “in ostaggio” da 35mm, uno di questi è “Deadline”, Kathrine, donna affascinante, autoin concorso in 150 festival nazioritaria e cinica, che con Jack ha un nali e internazionali e vincitore di 70 premi, che mi ha conto in sospeso e sembra decisa a chiuderlo a tutti i aperto diverse strade. Infatti, in seguito, ho girato “Noi costi. Un thriller psicologico, inquietante e avvincente, due”, un film tv per Rai Fiction, e diversi spot pubbliciche spiazza di continuo lo spettatore soprattutto quantari, fino ad arrivare a “The Elevator”. Fu il produttore do sembra ormai convinto di aver trovato un colpevole. Riccardo Neri, della Lupin Film, a propormi la regia del Ma davvero si può sempre definire chi sia la vittima e film che, a tutti gli effetti, diventa la mia opera prima chi il carnefice? per il cinema. Prodotto da Riccardo Neri della Lupin Film, “The Eleva| 69 |
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Un thriller psicologico che gioca sul concetto di vendetta e colpa, lasciando alla fine anche un’amarezza di fondo. Quale messaggio volevi comunicare con questa pellicola? Fin dall’inizio, dopo aver letto la sceneggiatura, scritta da Riccardo Irrera e Mauro Graiani, avevo un unico obbiettivo: non fare né un horror né un thriller con sangue e scene crude. Volevo assolutamente entrare dentro la psicologia dei personaggi e lavorare sulle loro paure, angosce e ansie. Il thriller è solo la forma con cui ho confezionato il film che racconta un grande dramma. Credo che nessuno oggigiorno possa sentirsi davvero al sicuro, anche il più ricco e potente, e penso che la verità assoluta non emerga mai: tante persone hanno scheletri nell’armadio e paura del loro passato. Questo film analizza proprio questi aspetti e il registro cinematografico cambia spesso direzione portando lo spettatore a dubitare prima di lei e poi di lui, tifare prima per lei, poi per lui, come un grande gioco, fino all’epilogo finale.
Massimo Coglitore, regista
Nel film, particolarmente “claustrofobico”, risulta fondamentale l’interpretazione dei due protagonisti, Caroline Goodall e James Parks. Perché hai scelto di puntare su questi due attori? Era fondamentale per me avere due attori molto bravi in grado di reggere un film così claustrofobico e, per questo, abbiamo fatto molti provini. Alla fine mi sono convinto che Caroline Goodall fosse l’attrice giusta, molto brava, con quell’energia e quel briciolo di “follia” che cercavo. Di James Parks vidi tutti i suoi film e notai dettagli e fisicità, oltre che bravura, che reputai adatti al personaggio. Per me sono stati entrambi straordinari, oltre che due grandi professionisti sul set. Nel film c’è anche Burt Young, famoso per la saga di Rocky, dove interpretava Paulie. Sono sempre molto attento alla scelta degli attori e lavoro molto con loro: sono il motore portante per la riuscita di un film. | 70 |
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Il film ha iniziato a girare nei festival nel 2013 e ora lo vedremo nelle sale. Vista la tua esperienza, quali sono le difficoltà principali che un’opera di produzione indipendente incontra per poter arrivare al grande pubblico? Il film, girato in lingua inglese, è stato in diversi festival ed è stato venduto in Germania, Russia, Spagna, Brasile, Canada, Asia, ecc.., con un’ottima accoglienza di pubblico e critica. “The Elevator” è stato visionato da molti distributori italiani, che, pur trovandolo bello e molto interessante, non lo reputavano adatto alla loro linea editoriale. Sentirsi dire che hai fatto un bel film ma che non può uscire in sala è davvero molto demotivante. Ora, finalmente, grazie a Europictures, il film vedrà la luce anche nelle sale italiane. Per i film indipendenti, non avendo spesso una distribuzione ancora prima di girare, è sempre difficile trovare uno spazio in un mercato stracolmo di pellicole.
“Credo che nessuno oggigiorno possa sentirsi davvero al sicuro, anche il più ricco e potente, e penso che la verità assoluta non emerga mai.” Massimo Coglitore, regista
C’è qualche regista o qualche pellicola a cui ti sei ispirato per questo lavoro? Ci sono tanti registi che mi hanno aiutato a formarmi artisticamente con le loro opere, ma per questo film non mi sono ispirato a nessuno. Una cosa l’ho fatta, però: ho visto e studiato tutti i film ambientati dentro un ascensore. Quello che ho notato è che c’era una certa staticità, dovuta al fatto di trovarsi in un ambiente stretto che ne limitava azioni e riprese. Per questo, ho voluto un ascensore che si potesse smontare - costruito dentro Cinecittà dallo scenografo Tonino Zera - in maniera tale da potermi muovere con la macchina da presa quasi in piena libertà e mettere Enzo Carpineta, il direttore della fotografia, in condizioni di illuminare al meglio. Per me era fondamentale avere un certo ritmo narrativo e poter fare movimenti di macchina. Volevo far dimenticare al pubblico il posto dove ci troviamo e lasciarlo, invece, travolgere dalla trama e dai due protagonisti. A quali progetti stai lavorando? Con la Lupin Film abbiamo in sviluppo un nuovo film, “The Straight Path”. Il film dovrebbe essere girato in lingua inglese ed è ambientato in una città nordica. È la storia drammatica di una coppia, con risvolti misteriosi. Nel frattempo sto scrivendo altri progetti cinematografici e seriali, a cui tengo molto. Lucia Mancini | 71 |
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MURDER MYSTERY: ATTENTI A QUEI DUE Adam Sandler e Jennifer Aniston sono i protagonisti della nuova imperdibile commedia gialla di Netflix
giallo deduttivo, focalizzato sulla ricerca del colpeUna bomba di ironia e mistero esploderà sulla vole di un delitto, con Murder Mystery entriamo piattaforma Netflix: si chiama Murder Mystery il in un territorio in cui il mestiere del buon intratnuovo gioiellino del colosso di streaming e sarà tenimento raggiunge vertici assoluti, in grado di disponibile dal 14 giugno per una visione foriesoddisfare lo spettatore a più livelli. ra di risate e divertimento, condita da enigmi da Il film, diretto in tandem dai registi Kyle Newarisolvere e rischi da correre. Al timone della nuova check e Anne Fletcher, racconta la storia di una commedia gialla di Netflix, che promette una coppia, apparentemente tranpartenza scoppiettante per i quilla: lei è un’appassionata palinsesti estivi di intrattenidivoratrice di libri gialli della mento, ritroviamo con piacere Con Murder Mystery entriamo scuola di Agatha Christie, una coppia comica trascinante, in un territorio in cui il mestiere lui invece è un poliziotto quella formata dallo straludel buon intrattenimento raggiunge un po’ goffo, un detective, nato Adam Sandler e dalla vertici assoluti, in grado di soddisfare sì, ma dalla mira pessima. smaliziata Jennifer Aniston. I I due coniugi decidono di due attori hanno già recitato lo spettatore a più livelli concedersi un bel viaggio in insieme nel 2011, nel film “Mia Europa, ma non sanno cosa moglie per finta”, e in questa li attende appena al di là nuova avventura cinematogradella loro paciosa routine: sull’aereo che li porta fica confermano la loro chimica, in grado di dare dall’altra parte del mondo, la mogliettina conosce brio a ogni situazione, catapultando lo spettatore un riccastro di bell’aspetto, interpretato dall’attore a bordo dello show senza riserve, coinvolgendolo Luke Evans, che abbiamo apprezzato in film come nelle vicende più strampalate in un crescendo di Lo Hobbit e The Alienist, il quale invita entrambi a piacere giocoso, curiosità e intuizione. Il connubio bordo di uno yacht, di proprietà del vecchio miliartra ilarità e mistero è una miscela davvero speciale, dario Malcom Quince. Ovviamente il vegliardo tira che offre spunti e guizzi senza pari: nel solco della le cuoia in maniera fraudolenta e sono proprio i fortunata tradizione del whodunit, l’intrigante due poveri sposini a diventare i principali sospettati dell’omicidio. L’azione è innescata e procede Adam Sandler e Jennifer Aniston, protagonisti del film Murder Mystery
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li. Già dalle anticipazioni della pellicola, pregustiamo una ottima ricaduta d’immagine per Como e dintorni, ulteriore conferma per una destinazione prestigiosa e ammirata fin dai tempi in cui George Clooney l’aveva designata quale sua patria d’elezione. Scritto da James Vanderbilt, Murder Mystery vanta nel cast, tra gli altri, anche Luis Gerardo Mendez, Gemma Arterton, Shioli Kutsuna, David Walliams, John Kani, Terence Stamp e Adeel Akhtar. Il film nasce dalla fruttuosa collaborazione tra Happy Madison, Engame Entertainment, Vinson Films, Denver e Delilah Productions e tra i produttori figura anche il Premio Oscar Charlize Theron. Dopo gli ottimi risultati riscontrati da The Ridiculous 6 nel 2015, Netflix ha confermato con questo nuovo lungometraggio la sua ormai solida collaborazione con Adam Sandler, campione della piattaforma, che ritrova l’intesa inossidabile con Jennifer Aniston, ormai veterana dei film comici, dopo il successo intergenerazionale di una serie cult come “Friends”. Dunque, non resta che allacciare le cinture e spremersi le meningi: il mistero, con risata, è servito. Elisabetta Pasca
con un ritmo inarrestabile: Jennifer e Adam ne dovranno affrontare di tutti i colori per poter dimostrare la propria innocenza e smascherare il vero colpevole. La fuga rocambolesca dei due protagonisti ha un risvolto tutto italiano: le due star hollywoodiane sono approdate infatti nel nostro paese per girare alcune scene della pellicola, precisamente a Santa Margherita Ligure e nei paraggi di Como e del celebre lago. Le sequenze comasche, in particolare, sono un concentrato succoso di azione che manda in visibilio lo sguardo: il pathos è garantito da una rapida successione di momenti spericolati, dalla sparatoria con Aniston e Sandler in via Balestra, all’inseguimento sul lago fino ai frame, girati grazie all’intervento di esperti stuntman, con una Ferrari nella zona Stadio-Tempio Voltiano. Murder Mystery è insomma anche una bella occasione per evidenziare, tramite il formidabile trampolino Netflix, ancora più efficacemente la bellezza dei luoghi italiani, da sempre amati e invidiati all’estero e degnamente enfatizzati dalle produzioni cinematografiche internazionaMurder Mystery: il regista Kyle Newacheck con Adam Sandler e Jennifer Aniston
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La storica realtà sartoriale italiana, tramandata attraverso il prestigioso marchio Boglioli, costituisce un punto di riferimento imprescindibile per definire, con classe e buon gusto, le coordinate dell’eleganza maschile, quella capace di attingere alla tradizione per lasciare un segno deciso nel futuro. Il saper fare italiano è ben saldo e non teme l’innovazione: Boglioli ama osare con i suoi blazer dal taglio sartoriale, resi frizzanti dalle variazioni di colore, come con l’intrigante soluzione duochrome che vira dal bluette al Terra di Siena in un gioco visivo dal forte impatto espressivo.
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Le giacche pregiate rappresentano la punta di diamante e l’elemento distintivo della produzione sartoriale di Boglioli: azienda milanese, nata a Gambara nei primi anni del ‘900, il brand ha saputo evolversi senza perdere la sua identità più profonda, che parla il linguaggio esclusivo della manifattura Made in Italy più nobile, inconfondibile e ammaliante in ogni occasione. Anche la classica giacca monopetto diviene un capo autorevole e conferisce a chi lo indossa un’allure impressionante. La semplicità delle linee, sposata alla qualità ecelsa dei tessuti e delle rifiniture, è l’ingrediente segreto per stupire senza strafare.
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Boglioli è senza dubbio da inscrivere a pieno titolo nell’Olimpo dei brand che segnano le tendenze del menswear contemporaneo: l’azienda è pronta ad affrontare nuove sfide e a farsi bandiera del Made in Italy all’estero. Il “soft tailoring” di cui Boglioli è sponsor ha fatto breccia in America e in Germania, riscuotendo successo presso un pubblico maschile attento ai cambiamenti ma non intenzionato a rinunciare all’eleganza. Le giacche sportive dalle pennellate cangianti comunicano la capacità di adeguarsi ai ritmi frenetici della modernità, senza concedere deroghe alla raffinatezza più ricercata.
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L’uomo Boglioli vuole fare la differenza: il canone ben riconoscibile del marchio si definisce attraverso combinazioni creative di colori e pattern peculiari, grammatura specifica dei tessuti, linee e tagli che costruiscono geometrie essenziali ma d’impatto. Le giacche e gli abiti di alta sartoria di Boglioli sono prodotti di eccellenza Made in Italy: si tratta di capi che non si limitano alla loro mera funzione d’uso, design e ottima fattura sono elementi di una grammatica ben precisa, che racconta una storia avvincente e originale. Il caratteristico tartan, ad esempio, viene ricomposto nei toni del rosa, del mattone e del verde turchese: un’interpretazione moderna di un look senza tempo.
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La sartoria Boglioli continua a fare storia attraverso la declinazione delle forme e dei colori nell’abbigliamento maschile: la sua lezione di bellezza, classe e raffinatezza travalica i confini nazionali e fa scuola anche sui mercati internazionali. Il blazer in lino rosa antico, dalla trama in evidenza, abbinato a un paio di jeans in denim effetto vintage, conferisce all’uomo Boglioli un glamour innato, anche nei momenti di maggiore relax. Il casual è dunque rivisitato sempre sotto la lente dell’eleganza impeccabile, rimarcando quello “stile italiano” così irresistibile e ammirato nel mondo. Elisabetta Pasca
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L’OSPITALITÀ DI LUSSO IN ITALIA CRESCE CON ROCCO FORTE HOTELS Per il 2019 Rocco Forte Hotels arriva a quota 5 proprietà sul territorio italiano con l’apertura dell’Hotel de la Ville e della Masseria Torre Maizza
no le più panoramiche della città. Combinazioni di Da ben quattro generazioni la famiglia Forte colori forti con toni morbidi e luminosi si alternano dedica la propria esperienza e professionalità armonicamente ad oggetti di artigianato locale conall’arte dell’accoglienza, arricchendola di dettatemporaneo, grandi rappresentazioni di arte antica gli autentici e di atmosfere irripetibili. e ricchi arazzi. La Canova Suite, che prende il nome Una filosofia basata su uno stile riconoscibile, ma dal famoso scultore neoclassico, non può che unire mai vittima dell’ostentazione, sulla volontà di offrire grande arte e uno stile sontuoso ad un effetto eleun’esperienza totalizzante ai propri ospiti, per fare gante. Ampie zone giorno, dotate di un salotto e una loro dono di momenti da ricordare in ambienti unici, camera da letto, combinano tonalità di colore tenui creati con estrema cura. E il gruppo Rocco Forte con arredi di lusso e oggetti d’arte. All’ottavo piano Hotels è pronto ad offrire ai propri clienti il massimo della struttura e raggiungibile dell’esperienza in hotel. La bella con un ascensore privato, la stagione è ormai in procinto di Una filosofia basata Suite De La Ville è la gemma “distrarci” da impegni lavorativi su uno stile riconoscibile, più preziosa dell’hotel. Qui e quotidiani, quindi quale mima mai vittima dell’ostentazione, l’ospite può beneficiare di uno gliore occasione per approfittare sulla volontà di offrire spazio straordinario, oggetti della proposta di Rocco Forte d’arte e mobili antichi in un Hotels per vivere giorni all’inseun’esperienza totalizzante mix contemporaneo. La sala da gna di relax, salute e sport. ai propri ospiti pranzo privata e le due ampie terrazze con vista panoramica Da Roma... su Roma rendono la Suite De La Ville la cornice ideale Si parte dalla Capitale: a Roma la Rocco Forte Hotels per serate indimenticabili. presenta le Signature Suite del nuovo Hotel de la Ville. L’edificio storico offre ai suoi ospiti suite con ampie terrazze da cui godere una vista senza pari HOTEL DE LA VILLE sulla Città Eterna, offrendo il più grandioso panorama Via Sistina 69, Roma su Roma. Sono senza dubbio le suites il piatto forte reservations.delaville@roccofortehotels.com dell’Hotel de la Ville. Le sue signature suite saranTel: +39 06 32 888 880 | 82 |
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Alla Puglia… Rocco Forte Hotels ha aperto le porte della Masseria Torre Maizza. Dopo un significativo restyling l’elegante masseria ora combina lo stile classico di Rocco Forte con un design moderno e contemporaneo, il tutto caratterizzato dal calore e dall’ospitalità tipici della Puglia. Situato nell’incantevole area di Savelleteri di Fasano (in provincia di Brindisi), con la costa adriatica da una parte e gli antichi uliveti dall’altra, il resort valorizza una residenza originale risalente al XVI secolo. Un’importante opera di rinnovamento ha contribuito a rilanciare l’immagine della struttura. Il resort ora dispone di 40 lussuose stanze, tutte con una vista suggestiva sulla campagna pugliese e il verde che caratterizza questo territorio. Tra tutte le camere spicca (è davvero il caso di dirlo) la Torre Suite situata sulla magnifica torre della masseria. Olga Polizzi, direttrice del design per Rocco Forte Hotels, ha collaborato con artigiani locali per dare nuova vita alla masseria combinando il patrimonio locale con un design contemporaneo per creare un senso di moderna eleganza italiana. L’offerta della Masseria Torre Maizza è arricchita da una proposta gastronomica unica, che incarna la vera anima pugliese. Utilizzando ingredienti locali il celebre chef Fulvio Pierangelini ha creato un menù di autentici piatti della tradizione regionale e nazionale. La romantica campagna pugliese e i giardini del resort, poi, offrono lo sfondo perfetto per matrimoni ed eventi privati. MASSERIA TORRE MAIZZA C.da Coccaro s.n, Savelletri di Fasano reception.torremaizza@roccofortehotels.com Tel: +39 080 4827838 || 126 84 ||
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Infine, in Sicilia per un paio di swing. Situato tra Agrigento e l’incantevole borgo peschereccio di Sciacca, a 80 minuti di auto dagli aeroporti di Trapani e Palermo, il Verdura Resort - membro dell’esclusiva rete European Tour Destinations - dispone di 197 camere, suite, tutte con vista sul mare, e sei ville che offrono una soluzione perfetta per le vacanze in famiglia, ognuna con la propria piscina privata. Il Verdura non solo conferma, ma anzi rilancia il suo stretto legame con il golf. Il Resort è diventato il primo campo in Italia (e il terzo al mondo) ad aprire un European Tour Performance Institute. I golfisti, siano essi semplici amatori che esperti, hanno ora l’opportunità unica di praticare, imparare e migliorare il proprio swing sotto il cielo siciliano. Sfruttando la tecnologia all’avanguardia del Verdura Resort - tra cui gli strumenti Trackman, 4D Motion e SAM PuttLab sia professionisti che dilettanti possono usufruire delle stesse piattaforme utilizzate dai grandi giocatori per ottenere una comprensione più completa dei loro colpi. Situato in 230 ettari di splendido paesaggio mediterraneo sulla costa meridionale della Sicilia, il campo da golf del Verdura Resort comprende due campi a 18 buche e un par 3 a nove buche executive, entrambi progettati dall’architetto di fama mondiale Kyle Phillips. VERDURA RESORT S.S. 115 Km 131, Sciacca reservations.verdura@roccofortehotels.com Tel: +39 0925 9980 01
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LÀ FUORI C’È LA FORESTA… Queste isole non sono soltanto mare e spiagge ma angoli di mondo da scoprire con la nostra curiosità di viaggiatori. Luoghi, realtà e storie che nessuna guida racconta. Testo di Raffaele Bernardo Foto di Raffaele Bernardo e Manuela Stefan Li chiamavano “planters”. Erano uomini, donne e soprattutto famiglie, che spinti dalla voglia di altrove e affascinati dai racconti intorno alle “isole del sole”, decidevano di lasciare i freddi Paesi del Nord Europa e dell’America per approdare ai Caraibi. Fu così anche per la famiglia Lawaetz che, alla fine dell’Ottocento, si trasferì dalla Danimarca sull’isola di St. Croix, una delle Piccole Antille Danesi, divenute poi Isole Vergini Americane, quando nel 1917 passarono agli Stati Uniti. Nel 1964 Erik Lawaetz – nonno delle attuali discendenti della famiglia – acquistò e valorizzò nella vicina isola di St. Lucia, Balenbouche Estate (www.balenbouche.com), una vasta proprietà tra la foresta e il mare. I Lawaetz crearono qui una vera comunità agricola nella quale furono direttamente coinvolti numerosi agricoltori locali. Ciò contribuì a stabilire un clima amichevole e operoso con la popolazione, inizialmente molto diffidente. Oggi alla testa di questo progetto c’è Uta Lawaetz, la nuora di Erik, di origine tedesca, che con l’aiuto delle due figlie – Verena e Anitanjia – e seguendo l’evoluzione dei tempi, ha dato un nuovo impulso a Balenbouche. Accanto all’attività agricola e di allevamento è stata infatti avviata con successo quella dell’ospitalità. Uta, mettendo a profitto la sua creatività e la vasta esperienza acquisita nel campo del design e dell’architettura, ha rinnovato nel pieno rispetto della tradizione coloniale, la Casa Patronale - vero fiore all’occhiello della proprietà. Invece i cinque edifici più piccoli, sparsi nel verde e un tempo alloggi del personale, sono stati trasformati in altrettanti cottages destinati agli ospiti. | 87 |
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La stessa piantagione biologica è stata ingrandita e migliorata. Oggi, tra le differenti colture, nascono qui noci di cocco, banane, frutti del pane, papaie, manghi… La frutta e i legumi coltivati nella tenuta sono preparati e serviti nel ristorante della guest house. Balenbouche, immersa nella quiete assoluta e circondata dalla tipica vegetazione tropicale, regala una piacevole sensazione di pace e benessere. Passeggiando si scoprono reperti e testimonianze che raccontano il passato di questo luogo. Lungo il fiume che l’attraversa, c’è un sentiero che porta alla spiaggia. Qui, nascosto tra gli alberi appare un antico mulino ad acqua utilizzato un tempo nella lavorazione della canna da zucchero, tradizionale attività di St. Lucia. Negli ultimi anni, con la crescita del turismo, il nord di St. Lucia ha conosciuto, come altre Antille, uno sviluppo spesso incontrollato. Nuove costruzioni sono sorte soprattutto lungo la costa occidentale, nei dintorni della capitale Castries e dell’aeroporto George FL Charles. Il sud dell’isola, dove si trova Balenbouche, è rimasto invece immune da questo fenomeno espansivo ed ha conservato i caratteri del mondo contadino e della pesca. La strada costiera scorre lentamente tra caseggiati rurali e villaggi di pescatori, aprendosi con ampi orizzonti sul mare.
Il sud dell’isola ha conservato i caratteri del mondo contadino e della pesca. St. Lucia, l’isola delle due lingue Arrivando si nota subito una curiosità: mentre la lingua parlata è l’inglese, tante parole in uso, i nomi dei luoghi e degli abitanti sono chiaramente di origine francese. Si tratta di un retaggio dell’alternarsi tra inglesi e francesi nel dominio dell’isola attraverso gli annosi conflitti tra i due Paesi. Il clima di belligeranza durò fino al 1814 quando il “Trattato di Parigi” sancì definitivamente la sovranità inglese sull’isola. Ma i tratti culturali francesi, con le tradizioni più radicate, sopravvivono ai tempi. L’importanza strategica di St. Lucia è stata sempre legata al profondo porto naturale di Castries, capace un tempo di assicurare un ottimo ancoraggio alle flotte navali, così come oggi alle grandi navi da crociera. | 88 |
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Dal 1979 St. Lucia è Stato indipendente nell’ambito del Commonwealth. Per questo la Regina d’Inghilterra è Capo dello Stato, rappresentata qui da un Governatore Generale. L’isola è stata popolata fin dai tempi antichi. I primi abitanti di cui si hanno notizia furono gli Arawak, intorno al III secolo d.C., seguiti successivamente dai Caribi. Il primo europeo ad approdare a St. Lucia fu invece, nel 1500, il navigatore spagnolo Juan de La Cosa, già pilota e cartografo di Cristoforo Colombo, oltre che autore del primo Mappamondo che mostra le terre del Nuovo Mondo. Sull’isola vive attualmente una popolazione di circa 180.000 abitanti costituita da una miscela di etnie diverse per provenienza, costumi, lingue e religione. La cultura creola, di chiara origine africana, è quella che meglio caratterizza i molti aspetti della vita quotidiana e che si manifesta in particolare nelle feste tradizionali. L’appuntamento più atteso è l’ultimo sabato di ottobre, quando si celebra il “Creole Day”. Questa è l’occasione per scoprire le tipicità del mondo creolo, dall’artigianato alla musica, dal cibo ai costumi. Ancora oggi il centro dell’isola, prevalentemente montagnoso e difficile da penetrare, è ricoperto da una vasta foresta pluviale, un manto verde che si estende a perdita
Il centro dell’isola è ricoperto da una vasta foresta pluviale.
d’occhio oltre il filo dei monti. Molte aree sono state elette a “Riserva Naturale” per la salvaguardia del suo habitat originale. Sorprendente è la varietà protetta delle piante e della fauna tropicale, spesso endemiche. Tra i luoghi più interessanti: la “Frigate Island Natural Reserve” che occupa una vasta zona lunga la costa atlantica; la “Maria Island Natural Reserve” che si trova nel sud dell’isola nei pressi Vieux Fort; le “Diamond Falls” che sono invece a Soufriere, la città più caratteristica di St. Lucia. Ed inoltre la riserva della “Forest Edmund” accessibile dal Fond St. Jaques. L’attività vulcanica ha lasciato nel tempo una forte impronta nel territorio. Dalle formazioni di “Gros e Petit Pitons”, Patrimonio dell’Umanità e icone del Paese, ai gayser delle “Sulphur Springs” che producono un’acqua calda dalle rinomate proprietà terapeutiche. | 90 |
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UNA STORIA DI OSPITALITÀ Sulla punta estrema dell’Argentario, a picco sul mare di fronte alle Isole del Giglio e di Giannutri, si trova Torre di Cala Piccola, hotel di lusso da poco inserito nel prestigioso circuito Condé Nast Johansens
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La struttura sorge lungo uno dei tratti costieri più affascinanti della zona a 150 metri sul livello del mare, con una vista panoramica a 360 gradi sulla scogliera della Cala, il mare e le Isole del Giglio e di Giannutri. Al centro, l’antica Torre Saracena da cui ha preso il nome, un tempo punto di avvistamento dei pirati che infestavano il Mediterraneo. Uno dei servizi più esclusivi dell’hotel è la piscina a sfioro d’acqua dolce con affaccio panoramico, per nuotare all’aria aperta, sotto il cielo terso dell’Argentario, senza riuscire a distinguere dove finisca la vasca e dove cominci il mare. Per chi invece preferisce l’acqua salata, a pochi passi dalla Torre si trova la caletta, esclusiva per gli ospiti, in una delle più belle insenature della costa, la Cala Piatti famosa per il tunnel di corallo rosso a trenta metri sceglie solo materie di primissima qualità, come il pesce fresco locale e le verdure di stagione a km zero. Ogni prodotto, dalla pasta fresca al gelato, viene preparato appositamente a mano, per dare anche alle ricette più innovative un tocco artigianale. L’Hotel Torre di Cala Piccola è aperto sino ai primissimi giorni di novembre e propone ai suoi clienti una rosa di offerte speciali ed esperienziali per rendere interessante anche il viaggiare nei periodi di bassa stagione. Hotel Torre di Cala Piccola Via della Cala - 58019 Porto Santo Stefano (GR) T: 0039.0564.825111 info@torredicalapiccola.com www.torredicalapiccola.com di profondità che attraversa tutta la secca, diventata meta ambita di tutti gli appassionati di immersioni subacquee. Le camere e suite del Torre di Cala Piccola si distinguono per gli arredi eleganti, per l’atmosfera riservata e per l’attenzione ai dettagli, con un’offerta ricca che va dalle camere standard alle Luxury Terrace Suite per gli ospiti più esigenti, con pavimenti in gres porcellanato e una calda palette di colori che variano dal tortora al crema. Quello che unisce tutte le soluzioni, però, è la vista che leva il fiato. La Torre D’Argento è il famoso ristorante dell’Hotel dove si può cenare “sotto le stelle”, un luogo in cui i piatti preparati dallo chef mantengono i sapori toscani e mediterranei inalterati ma con una piccola nota di rivisitazione. Per la preparazione dei suoi piatti lo Chef Francesco Carrieri || 125 93 ||
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IL GLOBETROTTER DELLA CUCINA Lo Chef Andrea Ribaldone ha il Piemonte nelle vene e, nonostante sia nato e cresciuto a Milano, in poco tempo ha capito che è nella terra dei suoi genitori che avrebbe potuto esaltare la propria idea di cucina. I fornelli sono sempre stati nel suo destino, ma tutto ebbe inizio da una birra...
na i suoi locali? Ovviamente, la stella Michelin. Instancabile, inarrestabile, incontentabile. In Nell’ultima edizione di Identità Golose a Milano queste poche parole potremmo racchiudere la chef Ribaldone ci ha spiegato la sua storia e la sua personalità, e la persona, dello chef Andrea Ricucina. Una storia, ed una cucina, nate molti anni fa baldone, un vero e proprio “nomade” (come si è dall’apertura di… una birreria. definito) della cucina italiana. Chef Ribaldone, ora a capo della sua brigata in pieno PieChef, inizierei proprio da questa monte, nella terra dei tartufi, di strada ne curiosità. Ci spiega il suo percorso ha letteralmente fatta prima di tornare professionale e perché dalla birra nella sua regione d’origine. è arrivato ai fornelli? Il suo percorso è stato come orientato Di base mi è sempre piaciuto da un ideale elastico che, tirato e altecucinare, vengo da una famiglia di rato, è tornato sempre al punto di parpersone alle quali piace mantenza: tanti viaggi, tante cucine, giare bene. La birreria è stata ma sempre il Piemonte come “La birreria è stata un’idea un’idea da ragazzo poco più punto di riferimento e di ritrovo. che maggiorenne che, assieme Lo chef si forma ad Alessandria da ragazzo poco più ai suoi amici, voleva “fare un prima dell’esperienza parigina, che maggiorenne che, po’ di casino”. Nasce quindi torna nel capoluogo piemontese assieme ai suoi amici, voleva il progetto di aprire questo per poi andare a dirigere le cu“fare un po’ di casino” locale e di poterci anche cucicine di Expo a Milano nel 2015. nare, dopo 3 anni poi decido di Apre il ristorante “I Due Buoi” Andrea Ribaldone - Chef venderlo perché era un’attività ancora ad Alessandria prima di piuttosto stancante ma mi iniziare, nel 2016, il suo lavoro metto a fare qualcosa di ancor più impegnativo: il di consulenza nei sei ristoranti di Borgo Egnazia, in cuoco. Ora poi l’idea della birreria, con un tocco po’ Puglia. L’anno seguente il ritorno sotto le Alpi nel gourmet, è tornata di moda, questo tipo di locali sta cuore delle Langhe (Annunziata della Morra, Cuneo) avendo successo in molte parti d’Italia. dove apre Osteria Arborina. Il filo rosso che accomu| 95 |
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Proprio la birra è un ingrediente che ultimamente sta conoscendo un ruolo importante nelle ricette. Cosa ne pensa del suo utilizzo in cucina? Si tratta sicuramente di un ingrediente particolare. A me piace fare marinature con la birra, sia di carne che di pesce, con birre più o meno chiare come le Ipa, che hanno caratteristiche che le rendono particolarmente adatte non solo per marinare, ma anche per fare salse, riduzioni e gel. La birra è senza dubbio un ingrediente interessante da usare in cucina e, anche da sola, in un menù gastronomico può fare la sua bella figura. Lei, anche grazie all’associazione Ambasciatori del Gusto di cui è membro, si è sempre impegnato nella valorizzazione del cibo italiano all’estero. Come viene considerata la nostra cucina oltre i confini nazionali? La cucina italiana è molto rispettata e invidiata, ma soprattutto è amata. La nostra cucina è di sostanza, di qualità, è buona e arriva al cuore della gente. Le persone non sono più clienti bensì individui che vogliono provare un’emozione e la cucina italiana, grazie sia alle sue materie prime che ai cuochi, riesce a far vivere queste emozioni a tutti ovunque nel mondo.
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Che valore ha per uno chef la prima stella Michelin? Si inizia a pensare a come non perderla, o a come ottenere le altre due? La prima l’ho presa nel 2003 con La Fermata, nel 2015 l’ho ottenuta ad Alessandria con “I Due Buoi” e nel 2018, con Domingo Schingaro, a Borgo Egnazia in Puglia. L’ultima, in ordine cronologico, è quella che ho ottenuto con Osteria Arborina. Sono un po’ “anziano” ma mi emoziona ancora questo tipo di riconoscimento perché si tratta pur sempre della stella Michelin. Mi piace pensare che sia un punto di arrivo, di riconoscimento del buon lavoro svolto. Poi per arrivare alla seconda o alla terza chiaramente devi impegnarti tantissimo, devi dedicarci la vita. Non è che non mi piaccia l’idea ma forse è una sfida ancor superiore. Quali sono i criteri che un grande chef segue per costruire il suo menù? L’attinenza al territorio per me è importante, assieme al rispetto delle tradizioni di una terra abbinate alle tecniche moderne. La materia prima, fondamentale per ogni grande piatto, non deve essere necessariamente a chilometro zero, bensì a “chilometro buono”. Da sinistra: Ravioli di carne ai due servizi, Primavera vegetale, Plin ghiaccio, Spaghetto milano
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Per chiudere, in tre parole per Andrea Ribaldone “cucina” è… È, a mio parere “ripetitività”. So che sembra brutto da dire perché associamo sempre questo concetto alla noia. Il cuoco non è un artista che ha il colpo di genio e crea il piatto, dietro a tutto c’è un lavoro fatto di tentativi e ripetizioni. Bisogna avere una grande capacità di sopportazione della “sofferenza del ripetere” e in quella ripetitività c’è la missione di arrivare poi alla perfezione. Il piatto non si pensa di notte e non ci crea dal nulla, ma è frutto di un lavoro ripetitivo che porta quasi allo stremo. Costanza e sacrificio poi fanno il resto. C’è ovviamente chi ha l’illuminazione, ma sono pochi in questo caso i veri geni. Alessandro Creta Ph: Davide Dutto
AMBASCIATORI DEL GUSTO è un’associazione di cuochi, pizzaioli, sommelier, manager di ristoranti e professionisti che portano la cucina italiana di qualità nel mondo e rappresentano il concetto di gusto italiano. Tra gli associati anche Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Davide Oldani e Carlo Cracco. www.ambasciatoridelgusto.it
Agnolotti ai due passaggi
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L’ESTATE RUGGENTE DI TORINO L’estate 2019 a Torino inizierà con un forte rombo di motori. Dal 15 al 23 giugno si terrà a Parco Valentino il Salone dell’Automobile, manifestazione giunta alla sua 5° edizione.
nologia al servizio del guidatore. Un’area dell’esposiI criteri rivelatisi vincenti gli scorsi anni sono zione sarà infatti dedicata ai sistemi di guida assistita. stati confermati. Ingresso gratuito dalle 10 alle Qui i visitatori potranno vedere all’opera auto di 24, un’esposizione open air di tutte le novità e diversi brand messe alla prova all’interno di un circule anteprime delle maggiori case automobilistiito sperimentale. In particolare, si testeranno le auto che. Il tutto lungo i viali di quello che fu il circuito a guida remota con tecnologia 5G. Questo sistema ha del Gran Premio del Valentino. Mission dell’evento: fatto per la prima volta la sua mantenere forte la passione per comparsa in Italia lo scorso le 4 ruote. anno, quando è stata presenGrandi protagoniste di quetata, sempre a Torino, un’austa edizione saranno le nuove “Mission dell’evento: tomobile guidata a distanza tecnologie, presenti non solo mantenere forte la passione da un operatore posizionato all’interno degli stand delle case all’interno di Palazzo Madama. automobilistiche ma anche nel per le 4 ruote” Il sistema, sviluppato da Tim nuovo Focus Auto Elettriche. Le ed Ericsson, ha come principaauto elettriche e le ibride plugle vantaggio l’affidabilità della in di attuale produzione delle connessione, che permette case automobilistiche non verun costante contatto tra operatore e veicolo. Ma le ranno semplicemente esposte ma saranno a completa novità di quest’anno non finiscono qui. Un circuito disposizione del pubblico per un test drive. I visitatori cittadino lungo 8 chilometri verrà realizzato dentro il potranno quindi non solo approfondire e conoscere centro storico della città, coinvolgendo le strade più queste nuove tecnologie e confrontarsi con gli esperti eleganti di Torino. Questo percorso è creato apposidel settore, ma avranno la possibilità di provarle su tamente per fare da sfondo alla parte dinamica della strada, in percorsi di viabilità ordinaria. Durante manifestazione, che includerà diverse sfilate. l’evento si terrà anche un approfondimento sulla tec| 101 |
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Gran Premio Parco Valentino Il Gran Premio Parco Valentino è l’evento di punta dei 5 giorni dedicati all’automotive. L’evento inizierà la mattina di domenica 23 giugno. La sfilata partirà da piazza Vittorio Veneto e si protrarrà per 40 chilometri, attraversando le vie del centro di Torino e delle colline vicino Superga, per poi terminare alla Reggia di Venaria. L’appuntamento è alle ore 8.30 ma la partenza delle prime vetture non è prevista prima delle 10.30. Protagoniste della sfilata saranno non soltanto supercar e preziose auto classiche appartenenti a club e collezionisti, ma anche i prototipi e le on-off dei centri stile e le vetture più importanti della storia del motorsport. Per l’occasione le vie del centro cittadino verranno interamente chiuse al traffico, per permettere ad appassionati e curiosi di ammirare da vicino la sfilata di motori. Tra gli eventi che inaugureranno il circuito dinamico cittadino ci sarà, alle ore 19 di mercoledì 19 giugno, una grande parata di automobili che inizierà con la President Parade. Si tratta di un evento unico al mondo: presidenti e amministratori delegati
“ Il calendario dei cinque giorni è molto fitto e variegato, pensato per il coinvolgimento di un pubblico ampio ”
delle più importanti case automobilistiche guideranno in parata una delle auto rappresentative del loro marchio, accompagnati dai più grandi designer di sempre. A seguire ci sarà la Journalist Parade. Qui, a sfilare con le proprie vetture o con quelle affidategli dai brand, saranno i più noti influencer automotive, direttori delle più autorevoli riviste e quotidiani di settore e i responsabili delle pagine motori. Ed infine la Supercar Night Parade dove sfileranno sulle proprie auto storiche e di prestigio oltre 200 collezionisti e appassionati provenienti da tutta Italia. Lamborghini, Bugatti, Maserati, Porsche, Ferrari, Jaguar, Rolls Royce e altre vetture dei più famosi brand si incontreranno infine a Parco Valentino, entreranno nel salone e saranno lasciate in un’area riservata. Al termine della parata sarà possibile godere di una visita esclusiva del Salone dell’Auto di Torino in notturna. Da non perdere anche gli altri eventi della manifestazione. Il calendario dei cinque giorni è molto fitto e variegato, pensato per il coinvolgimento di un pubblico ampio, che spazia dagli appassionati, ai collezionisti, dai turisti a tutti i cittadini. Roberta Imbesi | 102 |
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CITROËN 100 Tempo di festeggiamenti al Salone di Torino. Citroën valica le Alpi e, sotto il sempre vigile sguardo della Mole Antonelliana, festeggia i suoi primi 100 anni. Il brand francese di strada ne ha fatta, e molta, in quest’ultimo secolo e da qui vuole ripartire per le sfide che verranno. Il percorso sembra tracciato: il futuro appartiene all’ibrido plug in e all’elettrico ma a Torino è tempo di celebrare il presente, ed il passato, di un marchio storico delle quattro ruote. Parco Valentino, nella giornata di sabato 22 giugno, nelle suggestive vie sabaude riserva uno spazio tutto dedicato a Citroën. Nella mattinata, alle ore 10:00, prenderanno il via i festeggiamenti per i 100 anni del brand, poi la Citroën100 Years Parade sarà la grande protagonista che aprirà il pomeriggio della penultima giornata dell’evento piemontese. www.parcovalentino.com
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PH ANTONIO CARNEROLI
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MEDITERRANEO DA VIVERE La Rolex Giraglia, che celebra nel 2019 la sua 67ª edizione, comprende una delle regate d’altura più celebri del Mediterraneo. Appuntamento dal 7 al 15 giugno.
prova sia gli equipaggi che gli organizzatori, ma la Un evento definito dalla sua stessa joie de vivre. Rolex Giraglia è molto più che una caccia ai record. La Rolex Giraglia è destinata ad avere sempre Fu pensata come un modo per favorire i rapporti fra più motivi per festeggiare la sua 67a edizione. l’Italia e la Francia all’indomani del conflitto monTre eventi in uno, praticamente intrecciati, che sollediale e anche se oggi ha un riticano l’immaginario dei marinai chiamo globale, questa fraterna con sfide ed esperienze diverse. essenza rimane fondamentale e Dopo una regata notturna con continua ad essere preservata partenza da Sanremo, la flotta si La Rolex Giraglia fu pensata radunerà al porto dell’elegante dagli organizzatori, dallo Yacht come un modo per favorire Club Italiano e dalla Société località di SaintTropez per tre i rapporti fra l’Italia e la Francia Nautique de Saint-Tropez. Per giorni di prove costiere, prima la maggior parte degli equipagdi partire per una regata d’altura all’indomani del conflitto mondiale gi, questa è la gara dell’anno, di 241 miglia nautiche (446 km), quella su cui hanno costruito i con tappa alla Giraglia, un isoloro calendari e impegni. lotto roccioso situato all’estremiAlla partenza della prima edità settentrionale della Corsica, zione del 1953 si contavano ventidue imbarcazioni. per poi raggiungere il porto di Monaco, che ospita il Una di queste era la leggendaria Jalina, lo sloop di traguardo di quest’edizione. 44’ disegnato da Eugene Cornu e costruito da Jouet La minaccia del maestrale in questo periodo dell’annel 1946 che, insieme alla pilotina Duca degli Abruzno può creare condizioni in grado di mettere a dura | 106 |
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zi su cui si trovava il Comitato di Regata dello Yacht Club Italiano, resta l’emblema di questo evento. In questi 67 anni la manifestazione è arrivata ad accogliere 200 iscritti, italiani e francesi, principianti ed esperti, con il record del 2010 per un totale di 220 partecipanti. La maggior parte degli ultimi vincitori sono di provenienza amatoriale, a dimostrazione di come anche i non professionisti possano vincere con imbarcazioni comprese tra i 30 e i 52 piedi e surclassare quelle di ultimissima generazione. Una regata che accomuna tutte le generazioni e che, nonostante sia la minor lunghezza rispetto a quelle di 600 miglia, permette di assistere ad una forte competizione. Le imbarcazioni intendono concludere la gara in circa 24-48 ore dalla partenza e questo fa “saltare” i sistemi di turni organizzati per quelle di lunga percorrenza. Ciò fa sì che la gara diventi massacrante sia fisicamente, infatti i partecipanti si trovano a rimanere svegli per tutta la durata della competizione, sia per le condizioni meteorologiche, che potrebbero essere avverse o variare nell’arco di poche ore. Ad esempio, nel 1998 solo cinque imbarcazioni su settantotto riuscirono ad arrivare al traguardo a causa della mancanza di vento. La minor distanza dal traguardo fa rimanere la flotta compatta, lasciando fino all’ultimo l’incertezza su chi sarà il vincitore, proprio come accadde nel 2005: in quell’occasione, Black Dragon superò Magic Carpet a soli 300 metri dal traguardo e arrivò con un solo minuto di vantaggio. Durante i più di 20 anni di coinvolgimento di Rolex come partner dell’evento, una schiera di yacht ha assaporato questo momento di realizzazione. I partecipanti che rappresentano otto paesi e vanno da 33 piedi (10 metri) a 100 piedi (30,5 metri) hanno inciso i loro nomi in modo
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indelebile nella storia dell’evento. Riuscire a prevalere Championship e gli spettacolari raduni della Maxi in una flotta così numerosa è una sfida significativa, Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup. che richiede le qualità che hanno unito Rolex alla Al vincitore spetterà, anche quest’anno, un Rolex e il nautica negli ultimi 60 anni: determinazione, prepaTrofeo Challenge Rolex, mentre altri trofei di ricorazione, abilità eccezionali e una passione incessante noscimento verranno assegnati secondo categorie per lo sport. particolari, tra i quali il Trofeo Il brand gravita naturalmente Réné Levainville, riservato al intorno al mondo d’élite dello primo classificato in tempo Oggi Rolex è Title Sponsor yachting, formando un’alleanza reale nella prova d’altura della di 15 importanti eventi internazionali: che risale alla fine degli anni ‘50. Giraglia Rolex Cup, e il Trofeo dalle principali regate offshore, Oggi Rolex è Title Sponsor di 15 Beppe Croce per la prima come la Rolex Sydney Hobart Yacht barca che doppia lo scoglio importanti eventi internazionali: della Giraglia. L’antica regata dalle principali regate offshore, Race, la Rolex Middle Sea Race mantiene dall’inizio della sua come la Rolex Sydney Hobart e la biennale Rolex Fastnet Race esistenza un’atmosfera amiYacht Race, la Rolex Middle Sea chevole e cordiale tra i parteRace e la biennale Rolex Fastcipanti ed è proprio questo il net Race, fino alla competizione cuore dell’evento e il suo valore aggiunto. di alto livello del Grand Prix del Rolex TP52 World www.giragliarolexcup.com
Giraglia, un isolotto roccioso all’estremità settentrionale della Corsica, da cui la regata prende il nome
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Sveva Riva
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LA GUIDA SI FA SEMPRE PIÙ SEMPLICE Riscoprire la quotidianità grazie al noleggio a lungo termine significa potersi concentrare sul proprio lavoro mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. Così Automotive Service Group decide d’investire sulla qualità, forte della partnership strategica con ALD Automotive, gruppo leader nel settore Continua a crescere il numero di automobilisti che sceglie di rinunciare all’acquisto dell’auto avvicinandosi alle nuove forme di condivisione, come il noleggio a breve, medio e lungo termine. Oggi sono già circa 40.000 gli italiani che all’acquisto hanno preferito il noleggio a lungo termine, con un costo fisso e predeterminato e a fine anno si prevede raggiungeranno quota 50.000. “Costo fisso e pacchetti ‘all inclusive’ stanno determinando il successo della formula”, ha evidenziato Massimiliano Archiapatti – Presidente ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, “A parità di modello e di percorrenza, stimiamo una convenienza media del 15% rispetto alla proprietà, senza contare altri vantaggi, come non immobilizzare l’intero capitale per l’acquisto o il tempo risparmiato per la “burocrazia dell’auto” (bollo, assicurazione, manutenzione, eventuali multe o incidenti). E si evitano le complicazioni e illusioni collegate alla vendita dell’usato”. Il noleggio a lungo termine mostra a pieno la propria efficacia ed economicità con automobilisti (anche senza partita IVA) che percorrono tra 10 e i 25.000 km annui. Il noleggio a lungo termine rimane anche uno strumento di grande importanza per le aziende, per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importante in un periodo in cui sulle risorse umane vengono investiti ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. Il fleet management consiste nel beneficiare dei servizi di noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, una formula vincente utilizzata da imprese di ogni
dimensione che hanno veicoli in proprietà o in noleggio e che scelgono di demandare in outsourcing solo una parte dei servizi. In questo quadro si inserisce Automotive Service Group che svolge attività di mediazione e consulenza nel settore del noleggio di autoveicoli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in oltre 50 anni di attività. L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalmente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di noleggio a lungo termine che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership di ALD Automotive. La formula può variare da uno a tre anni, e meno frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. È previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. L’azienda che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il canone varia a seconda del tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, strumenti di gestione della car policy, rapporti informativi sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito per l’acquisto del carburante. | 113 |
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I VANTAGGI • Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo;
Automotive Service Group- partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 - Roma Tel. 06.87752179 - commerciale@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com
• Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo;
AL VOLANTE CON ASG – Partner of ALD Si rinnova la collaborazione tra Automotive Service Group – Partner of ALD e gli eventi territoriali legati al mondo dei commercialisti. Anche negli incontri in programma il 20 maggio a Milano, il 30 maggio a Pescara e il 5 giugno a Roma, ASG - Partner of ALD sarà presente per informare i partecipanti dei vantaggi e delle novità sul noleggio a lungo termine, riservando ai professionisti un’offerta speciale.
• Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate; • Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento.
www.ancnazionale.it
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Margherita Pituano
SURVIVAL
by Riccardo Cavrioli
by “SAMBASSADEUR”
SPINN
by “SPINN”
(European Records - 2019)
(Modern Sky - 2019)
L’idea di pop che hanno i Sambassadeur è la nostra. Una canzone semplice, in apparenza, che ti rinfranca dopo una giornata pesante, che sappia scaldare mani fredde e aiutare la persona a riconnettersi con i sentimenti. La musica sa scavare dentro una corazza e sa aiutarci a tirar fuori quello che c’è dentro e, attenzione, non devono per forza essere sorrisi, ma anche lacrime. “Survival” arriva a sette anni di distanza da quell’altra perla di equilibrio e pop che era “European”. Non ci sono scossoni, non c’è la ricerca della luna, anzi forse c’è anche meno magniloquenza in certi arrangiamenti rispetto al lavoro precedente, resta immutata la magnifica bravura, tutta nordica, di gestire alla perfezione e suoni, melodie e cantato, per creare qualcosa che non scorre via, ma fin dal primo ascolto trova posto dentro di noi, un posto speciale. Da splendide carezze acustiche, che ci sfiorano come onde, a quella perla sublime che è il singolo “Foot Of Afrikka”, che ci conquista con la semplicità che si sposa con la voce incantevole di Anna Persson, passando per il suono rigoglioso e scintillante di “Stuck” e il gusto classico di “Orustfjord”. Qui tutto è bellissimo, perché chi sa fare davvero pop non guarda solo alla forma, ma coglie la vera sostanza, quella capace di dare la pelle d’oca.
“Il materiale che abbiamo scritto è solo una buona musica pop, e questo è tutto ciò che stiamo cercando di fare. Sto solo scrivendo canzoni pop decenti”. A parlare è Jonny Quinn, il leader di questo delizioso quartetto di Liverpool, che, nonostante un seguito sempre più crescente, sembra non aver perso affatto l’umiltà, mentre i piedi sono ancora saldamente per terra. Questo che abbiamo fra le mani è, né più né meno, un piacevolissimo disco di guitar-pop. I giovanissimi Spinn ascoltano un po’ di tutto (“Ovviamente gli Smiths ci hanno influenzato come band nel complesso, ma individualmente abbiamo una vasta gamma di influenze, come Andy che è uno shoegaze ed è sempre entusiasta dei Ride. Sean ha un sacco di influenze disco. Louis ama gli U2 e le mie influenze liriche provengono da Cure e The Drums” - è sempre Johnny che ce lo dice -), ma alla fine Smiths e Cure sembrano davvero essere i santini maggiormente presenti nel loro portafoglio. Non ci dispiace. Il verbo jangle-guitar-pop è declinato in modo pulito, scolastico a tratti ma, sempre, dannatamente melodico. Johnny, ha questa vocina disincantata, come se fosse capitato li per caso al microfono e la produzione non accentua affatto la grinta, ma anzi, leviga gli spigoli per rendere tutto ovattato e dolce. Molto piacevoli!
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