MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 141 - ANNO 2019
EURO 5,00
EICMA 2019 La rivoluzione su due ruote
SÌ, VIAGGIARE
Un nuovo Egitto IL MONDO CHE (NON) CAMBIA
Amazzonia. La retorica dell’emergenza
AMADEO GIANNINI
SUL PALCO
EUGENIO BOER
FASHION IN PROGRESS
La banca che apriva le porte ai più poveri La rockstar dell’alta cucina
Da zero a Rockin’ 1000 La lezione (di classe) di Tod’s
EDITORIALE
L’AMORE PER LA VELOCITÀ TORNA A CONQUISTARE MILANO Si tratta di uno degli appuntamenti storici di Milano, forse al pari del Salone del Mobile, un evento che non è solo imperdibile per gli amanti del settore, ma che riconferma, anno dopo anno, la vocazione internazionale del capoluogo lombardo: dal 7 al 10 novembre Rho Fiera ospiterà di nuovo EICMA, l’esposizione internazionale del ciclo e del motociclo. Dopo un’edizione rivolta verso Marte, quest’anno EICMA fa ritorno sulla Terra, ma le proposte che offre ai numerosi visitatori sono come sempre rivoluzionarie. E lo farà in uno spazio espositivo più grande: saranno infatti otto e non sei i padiglioni che l’evento occuperà, dando risalto non solo ai tradizionali grandi nomi (come Ducati, Harley Davidson e BMW), ma anche a un comparto diverso come quello dell’e-bike, con un tracciato di oltre 200 metri per i test ride. Anche per la 77esima edizione è confermata l’area racing di MotoLive, uno dei momenti più adrenalinici dell’intera esposizione, con le finali degli Internazionali d’Italia di Supercross e le gare internazionali di QuadMx, Flat Track e WMX. Insomma, EICMA continua a essere l’evento di riferimento per veri appassionati del settore o semplici curiosi, per professionisti o amatoriali, ma tutti accomunati da un unico, grande amore: quello per la velocità. Franco Del Panta
La vacanza inizia dove finiscono i pensieri DIVERTITI IN SICILIA AL VERDURA RESORT
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MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 141 ANNO 2019
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SCENARI CONTEMPORANEI
LE FORME, L’ARTE
LE POESIE DEL PROFESSORE INCANTANO IL TEATRO QUIRINO
L’ERA LAMORGESE
46 I V O LT I D E L B U S I N E S S
REGENESI, LUSSO 100% RICICLATO
28
68 IN SALA
HUSTLERS - LE RAGAZZE DI WALL STREET
52 N U OV E T E C N O L O G I E
IL MONDO CHE (NON) CAMBIA
STAMPA 3D: PRESENTE E FUTURO
34
LE FORME, L’ARTE
LA RETORICA DELL’EMERGENZA VINCE ANCORA
EURO 5,00
56 P E R S O N A G G I D A R AC C O N T A R E
QUANDO LA BANCA APRIVA LE PORTE AI PIÙ POVERI
GIUSEPPE FIORE: L’ARTE DI VELARE PER MOSTRARE
72 SERIE TV
42
“THE CROWN”: LA REGINA COLPISCE ANCORA
RISORSE (DIS)UMANE
COME SCRIVERE L’ANNUNCIO DI LAVORO PERFETTO
76 VITE DA CHEF
LA ROCKSTAR DELL’ALTA CUCINA
62 SUL PALCO
DA ZERO A (ROCKIN’) 1000
82 SÌ, VIAGGIARE
IL PERÙ TOGLIE IL FIATO
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
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Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010
PASSIONE IN MARE
LO SGUARDO AMERICANO
Progress n°141/ novembre 2019 Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com
88 SÌ, VIAGGIARE
UN NUOVO EGITTO
92 F U G A D ’ AU T O R E
GRAND HOTEL FASANO UN SOGGIORNO NELLA STORIA
110 ALLA GUIDA
L’IBRIDO CHE NON TI ASPETTI
112 D U E R U OT E
RIVOLUZIONE EICMA
Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina, R. Giasi, Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it
118 ALLA GUIDA CON ASG
NLT: LARGO AI PRIVATI
98 FASHION IN PROGRESS
LA LEZIONE (DI CLASSE) DI TOD’S
122 V I V E R E L ’ I N N OV A Z I O N E
IL FUTURO? SEMPRE PIÙ SMART
Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
Non si vive di solo packaging Tra i termini più abusati degli ultimi vent’anni c’è senza ombra di dubbio la parola vintage, tre sillabe in grado di elevare subito al rango di icona oggetti a lungo confinati nel cassetto dei ricordi dei nonni. Sempre più spesso reliquie di un’epoca, confezioni d’autore da esibire in casa, tesori da mercatino il cui ultimo utilizzo è lontano nel tempo. Eppure una fetta di quella produzione industriale figlia dell’ingegno e del saper fare italiano esiste ancora, anzi è più viva che mai. Anna Lagorio, giornalista, e Alex Carnevali, fotografo, le hanno dato nuova linfa digitale riunendo sotto l’evocativa insegna di “Fattobene” tante incredibili storie industriali a cavallo tra futuro e ritorno al passato. Dall’intramontabile gioco dei Chiodini Quercetti, compagno d’infanzia di tanti e recentemente riconosciuto da un gruppo di neuroscienziati dell’Università di Stoccolma per le sue benefiche ripercussioni sul cervello e sulle abilità linguistiche, al sapone da barba Cella, prodotto artigianalmente e ininterrottamente da più di cento anni, passando per la Coccoina, la colla con l’inconfondibile aroma di mandorla prodotta a Voghera e altri articoli artigianali come le scope di saggina e il matterello per tagliatelle in faggio . Fattobene non solo spolvera questi oggetti da qualsiasi nostalgia, ma li vende in quella che ha tutto il fascino di una bottega, seppure online, tanto interessante da meritarsi un popup store all’interno del MoMA design store di New York. Che dire, fattobenissimo. www.shop.fatto-bene.com Martina Morelli
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LAUTREC SENZA CONFINI
PARIGI IN FIERA “Fotografare è assaporare intensamente la vita, ogni centesimo di secondo”.
Parigi espone l’arte di Toulouse-Lautrec, artista sperimentatore volto della modernità. “Toulouse-Lautrec – Résolument moderne” è il titolo dato alla grande mostra dedicata all’artista francese, anticipatore di alcuni importanti movimenti d’avanguardia del XX secolo, come il futurismo. Ospita l’esposizione il Grand Palais, il maestoso padiglione in vetro e muratura edificato in onore dell’Esposizione universale parigina del 1900, non lontano dai Giardini degli Champs Élysées. La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Biblioteca nazionale di Francia, detentrice dell’insieme delle opere litografiche dell’artista, e mira a illustrare l’opera di Lautrec a 360°. Lautrec è conosciuto soprattutto per le stampe, ma la sua arte è molto di più. Sono stati raccolti oltre 200 pezzi, provenienti dal Museo d’Orsay e il Museo de l’Orangerie e ordinati in un percorso illustrativo della sua particolare visione del mondo, della condizione umana e della società. Aristocratico per nascita, Henri de Toulouse-Lautrec scelse una strada diversa, quella precaria e bohemien degli artisti, fondò un suo atelier e riassunse in sé le contraddizioni del suo tempo.
by Beatrice Vecchiarelli
Diceva così il fotografo francese Marc Riboud e l’intento della nuova edizione del Salone dell’Arte Fotografica di Parigi sembra essere proprio questo. È un appuntamento da non perdere che, con oltre 200 espositori da tutto il mondo, regala ai visitatori un’esperienza completa nel mondo della fotografia. La Paris Photo si tiene ogni anno dal 1997 presso il Grand Palais ed è considerata la più importante fiera internazionale di fotografia al mondo. Se, da un lato, propone infatti l’incontro di editori, galleristi e fotografi – di arte e denaro – dall’altro, offre ai collezionisti e agli appassionati una panoramica sulle pratiche emergenti e le visioni degli artisti. Alla tradizionale serie di incontri, conferenze e mostre, sempre di altissimo livello come quella del Premio Pulitzer Josh Haner (New York Times) “Carbon’s Casualities”, si aggiungono le premiazioni dei vincitori del “Photobook Award”, del “Prix de la Maison Reinart” e del “Pink Ribbon Photo Award”. Una sezione della manifestazione è inoltre dedicata ai film e un’altra alle foto scattate con lo smartphone grazie a una partnership con Huawei. Tutte le info su: www.parisphoto.com. www.parisphoto.com 7 - 10 novembre
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È ESTATE QUANDO LO VUOI TU SHARM EL SHEIKH RIVIERA DEL MAR ROSSO
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L'INIZIO DI TUTTE LE STORIE. ANCHE LA TUA.
IL GIORNO DEI PAPAVERI
LUCI PER NATALE
Sono in molti in Gran Bretagna, tra fine ottobre e inizio novembre, a comprare e regalare distintivi a forma di papavero da indossare sulle giacche.
E se vi dicessero che uno degli spettacoli più caratteristici di tutta Londra è gratuito? Proprio così, si tratta delle decorazioni natalizie che ogni anno conquistano tutta la capitale inglese.
Il fiore è, infatti, il simbolo del Remembrance Day, il giorno nel quale si celebra la fine della Prima Guerra by Stefano Valentini Mondiale e si ricordano i suoi caduti. In origine si teneva nella stessa giornata dell’Armistizio: l’11 novembre 1918 infatti le ostilità sul Fronte Occidentale della Grande Guerra cessarono alle ore 11:00, così, nel 1919, quando si tenne la prima commemorazione ufficiale a Londra, si osservarono due minuti di silenzio. Per l’occasione Re Giorgio V raccomandò che da allora all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese dell’anno si sarebbero dovute sospendere tutte le normali attività e ognuno avrebbe dovuto stare in silenzioso raccoglimento per due minuti. Solo in seguito la commemorazione ufficiale è stata fissata per la seconda domenica dello stesso mese con il nome di Remembrance Sunday. Ma perché proprio il papavero? Durante la Prima Guerra Mondiale gli sconvolgimenti del suolo causati dallo scoppio delle bombe fecero sì che i semi di questo fiore finissero sottoterra e germogliassero. La crescita sui campi di battaglia europei fu massiccia, ben oltre la norma, tanto che Moina Belle Michael, una professoressa americana impegnata in attività umanitarie, colpita dalla poesia “In Flanders Fields” di John McCrae, decise di abbellire i luoghi dove si tenevano manifestazioni e ricorrenze proprio con i papaveri. L’iniziativa ebbe tanto successo che i fiori cominciarono ad essere venduti per potere usare il ricavato a favore dei reduci e delle loro famiglie. Così la tradizione ebbe inizio.
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L’accensione delle luci di Natale è un vero e proprio evento con tanto di celebrazione, spettacolo musicale e migliaia di persone che attendono il momento. Le prime strade ad essere addobbate sono le vie più famose dello shopping. Tra queste Oxford Street, la lunghissima via dello shopping londinese che comprende 4 fermate di metro da Tottenham Court Road a Marble Arch. Al limite della percorribilità nel weekend, questa strada vanta delle bellissime luci di Natale: circa 750 mila lampadine led per oltre 1800 decorazioni. Poi i tanti locali di Carnaby Street che durante il periodo di Natale si ingegnano con temi che caratterizzano e ornano la strada. Impossibile non citare per i più romantici The Enchanted Woodland, un giardino vecchio 600 anni che viene trasformato nel periodo natalizio in uno spettacolare villaggio luminoso: installazioni e luci interattive rendono questo luogo che si trova nel distretto Brentford imperdibile.
Il Terzo Pilastro su scala internazionale per un nuovo sviluppo sociale, economico e culturale.
La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è la naturale evoluzione della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, in quanto si fa portatrice e sintesi, su più ampia scala e senza alcun vincolo territoriale, delle due strategiche direzioni di intervento originarie: il Terzo Settore (o Terzo Pilastro, il non profit) e le tematiche urgenti ispirate dall’osservazione di ciò che accade al di fuori del mondo Occidentale, con uno sguardo che va oltre l’area mediterranea per approdare nei Paesi emergenti in Medio ed Estremo Oriente, futuri protagonisti della nostra Storia. Essa, infatti, opera nei campi sanitario, della ricerca scientifica, sociale e del Welfare, educativo e formativo, culturale ed artistico e svolge la funzione di ponte tra le diverse culture fra Oriente ed Occidente, fra Nord e Sud del mondo. www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
TORNA IL CINEMA A BERLINO
A TUTTO JAZZ A Berlino torna un altro evento culturale di fama mondiale, la manifestazione che celebra la molteplicità e la diversità nella musica.
Un appuntamento ormai consolidato nel panorama culturale della capitale tedesca quello con l’Italian Film Festival (IFF), in programma dal 13 al 17 novembre.
Il Jazzfest Berlin, in programma fino al 3 novembre, riunisce musicisti jazz provenienti da tutto il mondo in uno dei Anche in occasione della sesta by Stefano Valentini festival più antichi e prestigiosi del suo edizione sarà assegnato il Premio genere in Europa. del Pubblico Agenzia Nazionale del Estremamente attento alla comunità, alla collettività, Turismo Enit, che nasce dal desiderio di sottoporre agli incontri internazionali e anche all’improvvisazione al giudizio del pubblico tedesco alcuni dei titoli più come peculiarità di questa stessa comunità, il Jazzfest significativi della recente produzione cinematografica Berlin attinge a partnership consolidate e allo stesso italiana con l’obiettivo di proporre al mercato locale la tempo estende gli inviti a molte nuove voci che vengono possibile distribuzione di opere non ancora diffuse. In presentate in Germania per la prima volta. Tra questi il questo contesto festoso è anche la curiosa location a compositore americano, polistrumentista, insegnante e meritare un’annotazione. La Kulturbrauerei nasce infatti visionario Anthony Braxton (in foto), il cui lavoro è uno come una piccola azienda di fabbricazione della birra dei momenti salienti del Jazzfest Berlin di del XIX secolo e diviene uno dei più belli e poliedrici quest’anno. Un’esplosione di suoni sta per luoghi per manifestazioni di Berlino. L’Italian Film travolgere Berlino in una quattro giorni Festival Berlin proseguirà fino alla vigilia di Natale con in cui circa 200 musicisti provenienti la consueta rassegna dedicata all’ospite d’onore della da 15 paesi diversi si riuniranno per manifestazione. Già le prime anticipazioni sulla sesta festeggiare e celebrare il jazz. edizione dell’IIF Berlin hanno svelato che sarà Calcutta www.berlinerfestspiele.de il protagonista dell’evento speciale dedicato al concerto di un artista italiano, ruolo che nelle scorse edizioni hanno ricoperto Carmen Consoli e gli Almamegretta. Il cantautore di Latina si esibirà dunque per la prima volta a Berlino lunedì 2 dicembre alla Festsaal di Kreuzberg nell’ambito del suo tour europeo. www.italianfilmfestivalberlin.com
Anthony Braxton | 12 |
CORRI, NEW YORK, CORRI!
METTI UNA CROCIERA A NEW YORK...
Per la 49esima volta la Grande Mela si prepara ad ospitare la super maratona e anche quest’anno si attendono numeri da record.
Magica e senza tempo: la Grande Mela vista dall’Hudson River ha tutto un altro fascino.
Che l’autunno fosse la stagione perfetta per visitare New York ce La New York City Marathon è una lo hanno fatto capire dozzine di delle più importanti corse degli commedie romantiche ambientate by Beatrice Vecchiarelli Usa e, tra le maratone, è senza nella City proprio nell’“orange dubbio la più partecipata al mondo. season”. Una fra tutte, la memorabile Si tiene dal 1970, anno in cui fu istituita da Vincent “Autumn in New York” con Richard Gere. Ma Chiappetta e Fred Lebow, alla guida della New per evitare di cadere nei soliti cliché da film, il York Road Runners (NYRR) che oggi, come allora, modo migliore per ammirare il foliage autunnale organizza l’evento. L’appuntamento è fissato per la newyorkese è rilassarsi lungo il fiume Hudson a prima domenica di novembre e, fatta eccezione per bordo di un battello, di una barca ultra veloce o di l’edizione del 2012, quando venne sospesa a causa uno yacht stile anni ‘20. Le crociere sul fiume danno dell’uragano Sandy, non ha mai mancato uno “start”. È infatti la possibilità di ammirare il fogliame e le falesie un evento con numeri da capogiro, non solo in termini del Palisades Park, l’imponente George Washington di partecipanti, ma anche di spettatori a bordo strada Bridge e la silhouette dell’Upper West Side di (un milione), di telespettatori che seguono da casa la Manhattan. I pacchetti offerti dalle diverse compagnie diretta televisiva della gara e di volontari a supporto sono in grado di soddisfare le esigenze più disparate. dei runner (oltre 10 mila). A queste cifre si affiancano La durata varia da un’ora a un giorno, con pasti i record battuti più e più volte dai maratoneti e il inclusi o meno, con accompagnamento musicale numero dei Paesi di provenienza di questi ultimi: o fotografo di bordo a disposizione dei passeggeri ben 125! Quindi, dati a parte, la maratona di NY è per immortalare la romantica avventura. Insomma, un vero spettacolo, sia per chi ne apprezza l’aspetto per vivere in modo unico New York nella stagione agonistico, sia per i profani che seguendo il percorso più poetica dell’anno basta poco. Basta lasciare agli degli atleti possono ammirare la City in tutto il suo altri il gettonato Central Park e abbandonarsi al dolce splendore. navigare sull’Hudson. 3 novembre 2019 www.nyrr.org
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UNA VESTE TECH PER TORINO Nel 160° anniversario della sua fondazione, dal 7 al 10 novembre 2019, il Politecnico di Torino organizza un Festival dedicato a tecnologia e società: sarà un’importante occasione per informarsi e riflettere sulle grandi sfide di una società sempre più tecnologica. Dall’invenzione del fuoco al digitale, la tecnologia continua a rivoluzionare le società umane: in occasione del 160° anniversario della sua fondazione, il Politecnico di Torino organizza il Festival della Tecnologia con l’obiettivo di proporre una riflessione ampia sul rapporto tra tecnologia e società, avvicinare i cittadini al metodo scientifico e rafforzare il dialogo tra università e società civile. Raccontare la tecnologia attraverso le persone e raccontare le persone attraverso la tecnologia: sarà questo l’obiettivo del Festival, che proporrà dal 7 al 10 novembre 2019 un programma che utilizzerà strumenti diversi per offrire al grande pubblico di ogni età laboratori didattici e workshop, allestimenti interattivi e incontri con scienziati, artisti, sociologi, scrittori di fama internazionale. Il Festival si inserisce nel panorama nazionale e internazionale come
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uno dei primissimi momenti di questa portata specificamente dedicati a una riflessione sulla tecnologia, sul ruolo che ha avuto nella nostra storia e che avrà nell’affrontare le sfide future (dalle modifiche del clima alla rivoluzione digitale, dalla genetica alle energie rinnovabili, ecc.), promuovendo un diAlessandro Creta battito partecipato e accessibile a tutti che si occupa di temi vicini alla vita delle persone e che utilizza anche linguaggi inediti per il mondo della tecnologia, come l’arte, il teatro, la letteratura e la musica. Inoltre, il Politecnico propone un Festival che è espressione non solo dell’Ateneo ma anche di una rete ampia e diffusa di partner che coinvolge centri di ricerca nazionali e internazionali, istituzioni pubbliche e imprese private, esperti, personalità e testimoni. I contributi di questa rete costruiranno un programma molto ricco di iniziative che a partire dalle sedi del Politecnico si estenderanno alla città quasi a realizzare un “Festival diffuso” su un territorio, come quello torinese e piemontese, che da secoli è fortemente connotato dalla tecnologia e dall’innovazione. Un momento di riflessione importante per tutto il territorio, che ha una forte vocazione tecnologica e che può candidarsi, grazie anche a questo festival, a diventare un punto di riferimento nella discussione tra nuove tecnologie, cultura e società. www.festivaltecnologia.it
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FRIDA KAHLO A ROMA: ARRIVA LA MOSTRA “IL CAOS DENTRO” Fino al 29 marzo 2020 la Capitale ospiterà l’esposizione dedicata a Frida Kahlo all’interno del Set-Spazio Eventi Tirso, che per l’occasione si trasformerà in uno spazio interamente multisensoriale. Tra foto, installazioni multimediali, ricostruzioni ed opere, il visitatore sarà completamente immerso all’interno di un’esperienza a 360° che lo catapulterà nel mondo in cui viveva l’iconica artista messicana. Nata nel 1907 a Coyoacán, in Messico fin dalla tenera età, anche grazie all’influenza del padre, un fotografo tedesco, Frida è stata una personalità unica. La mostra si focalizza sulla sua vita e le sue opere, accompagnandoci all’interno della sua creatività e mostrandoci un assaggio di quella realtà, attraverso cui lei esprimeva un incontenibile talento artistico. Si può ripercorrere la vita dell’artista non solo tramite i suoi lavori, ma anche entrando in contatto con gli abiti e i gioielli, le foto dei grandi fotografi del tempo, sbirciando poi nei luoghi in cui
by Antea Ruggero
è vissuta attraverso le numerose ricostruzioni: lo studio, la casa a Città del Messico, Casa Azul, la camera da letto. In questo modo lo spettatore potrà toccare con mano qualche istante della vita di Frida Kahlo, e sarà in grado di approfondire diversi aspetti di una storia straordinaria. Questo anche grazie alla possibilità di accedere a percorsi tematici che approfondiranno i lati più disparati della sua personalità, con il prezioso aiuto di focus specifici sulle varie opere in esposizione. A completare il tutto ci saranno stralci del suo pensiero e della sua visione, riportati al pubblico per mezzo di pagine di diario, foto personali e ritratti d’autore. Insomma, un’esperienza totalmente immersiva, che porterà lo spettatore a scoprire sfumature di Frida Kahlo inedite e sconosciute, invitandolo a tuffarsi senza alcun ripensamento all’interno di un’arte stupefacente. Appuntamento quindi allo Spazio Eventi Tirso per rendere omaggio a quella iconica personalità che ancora oggi rimane uno dei cardini inamovibili dell’arte contemporanea. Per info e costi www.spazioeventitirso.it
NOTRE DAME MON AMOUR
- Dal 27 al 29 dicembre 2019 dal 2 al 6 gennaio 2020 Roma, Palazzo dello Sport - Dal 29 gennaio al 2 febbraio 2020 Trieste, Teatro Politeama Rossetti
Dopo aver appassionato più di 4 milioni di spettatori solo in Italia torna uno degli spettacoli teatrali più apprezzati al mondo. Tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris” è pronto a far sognare – di nuovo – il pubblico italiano.
NUOVE DATE
Dal 20 al 23 febbraio 2020 – Genova, Teatro Carlo Felice 7, 8 marzo 2020 – Eboli (SA), PalaSele by Margherita Pituano 11, 12, 13 marzo 2020 – Reggio La tournée dello spettacolo più Calabria, PalaCalafiore imponente mai realizzato in Europa, che vede la Dal 19 al 22 marzo 2020 – Catania, PalaCatania produzione di David e Clemente Zard e la regia di Dal 17 al 19 aprile 2020 – Ancona, PalaRossini Riccardo Cocciante, partirà a settembre e toccherà, tra le altre, le città di Parma, Verona, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Torino e Roma. Solo in Italia, in 17 anni sono state visitate 47 città per un totale di 145 appuntamenti e 1.246 repliche complessive. Il musical, inoltre, è stato tradotto e adattato in 9 lingue diverse (francese, inglese, italiano, spagnolo, russo, coreano, fiammingo, polacco e kazako) e ha attraversato 23 Paesi in tutto il mondo con più di 5000 spettacoli, capaci di stupire e far sognare 13 milioni di spettatori internazionali. “Notre Dame De Paris” racchiude un’alchimia unica e irripetibile. La firma inconfondibile di Riccardo Cocciante rende le musiche sublimi, regalando allo spettacolo un carattere europeo. I costumi sono di Fred Sathal e le scene di Christian Ratz. Un team di artisti di primo livello che ha reso quest’opera un assoluto capolavoro. Le tappe italiane dello show: - Dal 22 al 24 novembre 2019 Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena - Dal 28 novembre all’1 dicembre 2019 Firenze, Mandela Forum - Dal 4 all’8 dicembre 2019 Napoli, Teatro PalaPartenope - Dall’11 al 15 dicembre 2019 Bari, PalaFlorio - Dal 20 al 22 dicembre 2019 Torino, Pala Alpitour
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AL GIARDINO DEI TAROCCHI LA TOSCANA CHE NON TI ASPETTI “Se la vita è un gioco di carte noi siamo nati senza conoscere le regole. Dobbiamo giocare la nostra mano attraverso gli anni: poeti, filosofi, alchimisti hanno studiato il loro significato” (Niki de Saint Phalle). Dimenticatevi dei borghi dalle architetture medievali, delle città turrite e dei capolavori rinascimentali. Al Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, in quel lembo di terra che è la Maremma, appena prima di varcare il confine con il Lazio, si trova una Toscana inedita, una Toscana che nessuno si aspetta. Nell’iscrizione posta all’ingresso, oltre quel muro da lei voluto per separare il mondo della realtà dal mondo onirico, racconta infatti di come le sia venuta
by
l’ispirazione durante un viaggio a Barcellona. Fin dal primissimo impatto, è impossibile non notare il tributo ad Antoni Gaudì e al suo Parc Guell. Le 22 carte dei tarocchi, tema del giardino, sono rappresentate in altrettante statue immerse tra gli ulivi su una collinetta non lontana dal mare. I tarocchi hanno una tradizione antichissima alle spalle e, a partire da un significato generico, la loro Beatrice Vecchiarelli lettura può assumere a seconda delle combinazioni sfumature diverse, mai del tutto positive o negative. Le carte sono collegate da sentieri e scalette in cemento: attenzione quindi a dove mettete piedi, come Alice nel Paese delle Meraviglie, i messaggi che l’artista voleva lasciarci in eredità sono anche qui, scritti in più lingue, insieme a numeri, disegni e pensieri sparsi. Questo è uno di quei casi in cui le parole non sono sufficienti a descrivere la bellezza, la ricchezza e la straordinarietà del luogo.
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LA DOCG MORELLINO DI SCANSANO DIVENTA EV FRIENDLY Il Consorzio Morellino di Scansano promotore di ‘Morellino Green’, un progetto di mobilità elettrica per valorizzare il patrimonio naturalistico della Maremma. Nove cantine del territorio ospitano nelle loro proprietà stazioni di ricarica per mezzi elettrici, sviluppando un percorso 100% sostenibile.
by Guglielmo Collina
Esplorare il territorio incontaminato della Maremma e degustare calici di grandi vini tutelando l’ambiente è ora possibile grazie a ‘Morellino Green’, il progetto ideato e realizzato dal Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano che rende così quest’area della Toscana tra le prime DOCG “EV friendly” in Italia. In un momento storico, sociale e ambientale in cui la sostenibilità si pone come una delle emergenze primarie, il Consorzio ha deciso di intraprendere un programma di sostenibilità concreto, con l’ambizione di crescere e ampliarsi
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ulteriormente. Il progetto ha coinvolto sinora, oltre alla sede del Consorzio, nove aziende vitivinicole del territorio che si sono dotate di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, sviluppando in questo modo una rete di spostamenti che riduce l’impatto ambientale dei mezzi e rende fruibile la DOCG del Morellino ad un turismo ecologico ed attento alla sostenibilità. Ma quello del ‘Morellino Green’ non è soltanto un percorso sostenibile, bensì riguarda anche una grande valorizzazione paesaggistica ed enogastronomica, in quanto consente di attraversare il territorio del Morellino e di sostare presso i suoi poli enogastronomici più interessanti. Il tempo di attesa richiesto per la ricarica dei mezzi potrà essere infatti trascorso tra il verde delle colline maremmane degustando un ottimo calice di vino prodotto dalle aziende aderenti, presso le quali sono ubicate le stazioni di ricarica. Una valorizzazione eseguita nella calma e nella tranquillità delle colline toscane, che per natura invitano a sostare e a fermarsi, respirando l’aria leggera e sorseggiando vini d’eccellenza. Per tutti i possessori di veicoli elettrici che hanno voglia di trascorrere un periodo di relax immersi in questo incontaminato territorio, circondati da verdi colline non troppo distanti dal mare cristallino dell’Argentario, non ci sono dunque più limiti.
| SCENARI CONTEMPORANEI
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L’ERA LAMORGESE La nuova titolare del Viminale piace all’Europa. I vertici di Malta e Lussemburgo in un “rinnovato clima di solidarietà” ne sarebbero la riprova
gresso. “Quella sottoscritta a La Valletta - ha ricordato Mar Mediterraneo. Acqua che separa. Acqua che il ministro Lamorgese - è una dichiarazione di intenti, unisce quegli uomini e quelle donne in fuga verso importante anche perché niente affatto scontata: il una via di salvezza. Profughi, rifugiati politici, primo passo di un percorso lungo, un progetto pilota migranti economici, adulti e bambini, esseri umache potrà essere corretto se e dove necessario. Ma avere ni che affidano al mare nostrum vita e speranze, messo per scritto che la ripartizione è obbligatoria enverso quella terra promessa chiamata Europa. Da tro quattro settimane è estremamente importante”. questa parte del mare, con i piedi ben saldi e sicuri sulla Il progetto messo a punto a terra ferma, quegli esseri umaMalta è stato poi ufficialmenni diventano numeri e oggetto “Quella sottoscritta a La Valletta è te presentato a Lussemburgo di lunghe trattative tra chi è dove ha riscosso un genemaggiormente esposto ai flussi una dichiarazione di intenti, importante rale consenso, seppure più migratori provenienti sopratanche perché niente affatto scontata: atiepido rispetto alle aspettutto dai litorali libici, Italia e il primo passo di un percorso lungo, tative, ma la responsabile Malta in testa. un progetto pilota che potrà essere del Viminale resta fiduciosa, Proprio a La Valletta si era corretto se e dove necessario”. con la discussione che ora va tenuto il vertice sul tema del avanti a livello tecnico. Resta ricollocamento dei migranMin Luciana Lamorgese invece un vuoto regolamenti dal quale è scaturito un tare per quanto riguarda il accordo che coinvolge princifenomeno degli “sbarchi fantasma” che è fuori dagli palmente quattro Paesi (avevano preso parte i ministri accordi, ma che da solo ha fatto registrare ben 15.095 dell’Interno di Italia, Malta, Francia e Germania insieme alla Finlandia, che detiene la presidenza di turno del arrivi dal giugno 2018 all’agosto 2019 a fronte dei 1.346 ufficiali e demonizzati dall’ex ministro Salvini. Senza Consiglio dell’Unione Europea, e diversi funzionari tralasciare anche il tasso di rimpatri di chi non ha titolo della Commissione Europea, che ha appoggiato formala restare in Europa che resta basso in tutta l’Unione. mente il piano) e prevede un meccanismo di rotazione Per ora accontentiamoci di piccoli passi in avanti verso volontaria dei porti di sbarco e una redistribuzione dei un’Europa più solidale e più solida. migranti che arrivano in Italia e a Malta entro quattro settimane dall’approdo, superando il principio del Beatrice Vecchiarelli Regolamento di Dublino relativo al Paese di primo in| 26 |
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LA RETORICA DELL’EMERGENZA VINCE ANCORA L’Amazzonia brucia ogni giorno, da decenni. Ma non sempre ce ne preoccupiamo. Perchè?
L’emergenza Amazzonia della scorsa estate ne è cerIl Brasile è ancora, sempre e solo, patria di tamente la testimonianza più eloquente. Iniziamo. samba, calcio e carnevale. Un paradiso tropiSecondo i dati dell’INPE, l’Istituto nazionale di cale, incontaminato, povero ma felice. La terra ricerche spaziali del Brasile, nel mese di agosto 2019, della possibilità, almeno per noi occidentali, di quando in tutto il mondo si è parlato, o per lo più poabbandonare tutto per cambiare vita e campare stato e instagrammato, dell’emergenza Amazzonia, in al ritmo lento della bossa nova. questo bioma si registravano 30.901 focolai attivi. Un L’interrogativo è spinoso ma le risposte semplicistidato allarmante, ma comunque inferiore ai numeri che non mancano. attestati nello stesso mese Eppure lì, dall’altra parte dal 2002 al 2007, ancora dell’oceano, c’è un Paese nel 2010 o nel settembre che è il settimo al mondo Un ambientalismo svuotato di contenuto 2017 e comunque in parte per numero di abitanti rischia di distogliere l’attenzione proprio atteso, visto che ogni anno (quasi il 3% della popolazioda quelle grandi questioni, soprattutto è nella stagione secca, ne mondiale), possiede una umane, che dovrebbero preoccuparci. quella che va da luglio a preponderante porziosettembre, che si rileva il ne delle terre coltivabili maggior numero di incenpresenti sulla faccia del di. Questo non ha impedito, e a ragione potremmo pianeta, è straordinariamente ricco di risorse naturali dire visto che comunque parliamo della più grande e vive di infinite sfumature socioculturali e di tutte le foresta pluviale al mondo, il tam-tam socialmediatico contraddizioni che un simile scenario porta in sé. e il grande interesse da parte di celebs e gente comuPossiamo dire, senza timor di smentita, che il Brasile ne. Non l’ha frenato dal condividere appelli, preghieè una delle grandi vittime di quella faciloneria con re accorate e immagini. cui crediamo di affrontare grandi temi della geopoLo ha fatto Madonna, condividendo un’immagine che litica mondiale, pur limitandoci alla rapida condivirisale in realtà al 1989, seguita da Cristiano Ronaldo sione di un link che neanche ci prendiamo la briga di che ha raccolto 8,6 milioni di like con uno scatto aprire e approfondire. | 28 |
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che ritrae l’area del Rio Grande do Sul nel 2013 e un’inesattezza scientifica non da poco. Il tweet di CR7 infatti recitava: “La foresta pluviale amazzonica produce oltre il 20% dell’ossigeno del mondo e brucia da 3 settimane”. In realtà è impossibile misurare con precisione la quantità di ossigeno prodotta da una superficie verde, e se proprio dovessimo attenerci alle stime fatte fino ad oggi dagli esperti del settore non si sfiorerebbe il 10%. Quella del polmone verde è sicuramente una bella immagine, evocativa, carica di ricordi da sussidiario, ma va considerata per quel che è, l’emblema di un pressapochismo che non ci impedisce di votarci a grandi cause, ma ci limita nell’approfondire la ricerca e le informazioni. Se n’è fatta anche una questione politica, eppure il numero degli incendi è stato molto più alto durante il governo Lula, senza che si parlasse di emergenza. Non che Jair Bolsonaro sia un filantropo, tutt’altro, ma un ambientalismo svuotato di contenuto rischia di distogliere l’attenzione proprio da quelle grandi questioni, soprattutto umane, che dovrebbero preoccuparci. Secondo un recente rapporto del Consiglio missionario indigeno del Brasile, infatti, da gennaio sono stati invasi 153 territori indigeni, il doppio rispetto allo scorso anno. Questo mentre Bruno Pereira, capo del dipartimento governativo che si occupa di proteggere le terre delle tribù mai censite, veniva sollevato dall’incarico senza alcuna motivazione e pur avendo guidato con successo la più grande spedizione degli ultimi decenni per contattare tribù indigene isolate, e Bento Albuquerque, ministro delle miniere di Bolsonaro, annunciava che il progetto di legge per consentire l’estrazione e l’agricoltura nelle terre indigene era quasi pronto. Ma la campagna di Bolsonaro per rimuovere le protezioni per gli indigeni è un’altra emergenza. Un’emergenza che non preoccupa. Martina Morelli
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Difendere il diritto alla terra Joenia Wapichana oggi combatte in Brasile contro le politiche messe in atto dal presidente Jair Bolsonaro che minacciano ogni giorno i diritti delle tribù indigene, mettendo in pericolo l’intero sistema ambientale amazzonico, e lo fa perché lei tra quelle foreste ci è nata. Joenia infatti proviene dalla regione di Raraima, nel nord del Brasile e all’interno della Foresta Amazzonica, dove risiede la sua tribù, i Wapichana, che ora omaggia con il suo cognome. In quelle terre è cresciuta e ha ultimato i primi studi, in una piccola scuola della riserva, ma per poter fare grandi cose è dovuta andar via. Pagandosi gli studi da sola, a 23 anni è riuscita a laurearsi in legge, diventando il primo avvocato indigeno donna del Paese, e da quel momento ha iniziato una florida carriera a livello internazionale, con lo scopo di proteggere la sua gente. Grazie alle sue battaglie in difesa dei diritti umani e al suo impegno nella tutela delle tribù indigene, ha ottenuto riconoscimenti a livello mondiale: dopo le denunce da lei sollevate riguardo l’uccisione di 118 indigeni nella lotta per la terra che da sempre attanaglia il Brasile, nel 2018 la sua attività è stata riconosciuta a livello internazionale con il Premio per i diritti umani delle Nazioni Unite, per celebrare l’impegno profuso per porre fine alle violenze subite dalle tribù del nord. Queste infatti, a causa delle politiche pubbliche portate
avanti dal presidente Bolsonaro, sono perseguitate e costrette ad abbandonare la propria terra per lasciare spazio alle coltivazioni massive. Alla fine, sempre nel 2018, proprio in concomitanza con l’elezione del presidente che oggi contrasta, Joenia Wapichana è stata eletta deputata, la prima indigena donna, e ora cerca di porre un freno a quella politica che minaccia di devastare le tribù e le terre che ha sempre cercato di proteggere. In un tweet recente, accompagnato dalle immagini della Foresta Amazzonica divorata dalle fiamme, Joenia scriveva: “Quando l’ultimo albero sarà caduto, quando l’ultimo fiume si sarà seccato, quando verrà pescato l’ultimo pesce, solo allora capirete che il denaro non si mangia”. Un monito e una profezia che rimarcano il suo costante impegno nel preservare l’immensa ricchezza naturale che la sua terra possiede. Le manovre di deforestazione del governo Bolsonaro continuano purtroppo senza sosta, portando via ufficialmente la gestione diretta delle riserve agli indigeni in favore delle lobby dei proprietari terrieri, ma la deputata rimane salda nella sua battaglia. Circa 900 mila indigeni abitano le 462 riserve presenti sul territorio, e rischiano di vedersi strappare via la casa sotto gli occhi, ma Joenia Wapichana continua la sua lotta, portando all’attenzione del mondo la parola di chi una voce al momento non ce l’ha. Antea Ruggero
Il nuovo corso della politica brasiliana inizia da São Paulo Il Financial Times le ha dedicato un approfondimento con questo incipit: «Per molti brasiliani frustrati dalle continue controversie che circondano il presidente Jair Bolsonaro, Tabata Amaral è una boccata di aria fresca». Lei, 25 anni, è una deputata brasiliana eletta con il Partido Democrático Trabalhista e il sesto candidato più votato nello stato di São Paulo (quasi 46 milioni di abitanti distribuiti su una superficie pari a quella del Regno Unito) alle elezioni del 2018. Cresciuta in una favela, ha rappresentato il Brasile in cinque edizioni delle Olimpiadi Internazionali di Scienza, si è laureata in Scienze politiche e Astrofisica ad Harvard grazie a una delle numerose borse di studio offerte dalle più prestigiose università americane ed è l’astro nascente della «nuova politica brasiliana». Va da sé che con un simile bagaglio personale la sua carriera politica non poteva che prendere avvio che dalla lotta per il miglioramento del sistema scolastico del Paese. Anche se i dati sulla frequenza sono in netto rialzo, la qualità del servizio scolastico brasiliano è infatti ancora molto bassa e va ciclicamente a rinnovare quella piaga della disuguaglianza sociale sempre aperta nel paese e di cui Tabata Amaral è emblema. “Ho realizzato che se voglio veramente cambiare la scuola in Brasile, devo cambiare anche la politica”. Tabata Amaral, deputata brasiliana anti Bolsonaro
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QUANDO LA BANCA APRIVA LE PORTE AI PIÙ POVERI Si chiamava Amadeo Giannini e, anche se a molti il nome non dirà nulla, è stato uno dei banchieri più importanti del mondo, fondatore della Bank of America. Tra filantropia, passione per il cinema e amore per la propria terra d’origine, la storia di un uomo che ha dato credito agli ultimi della società venendo ripagato con fiducia e ammirazione.
prio e, nel 1904, a 34 anni, apre una nuova banca, Dare una mano ai più umili immigrati con dei che chiama Bank of Italy. La sua prima sede è in un finanziamenti permette loro di migliorare il semplice bar, un modesto saloon di North Beach, la proprio stato lavorativo, contribuendo all’inzona povera di San Francisco. È qui infatti che risietegrazione nella società ospitante e a maggiori de la comunità italiana, la quale, ora, può mandare benefici per la società stessa. Affermazioni del soldi in Italia con un tasso di solo il 2%. genere sembrerebbero eresia, soprattutto oggi, ma Il sogno di Amadeo Giannini è semplice, sebbene c’è chi vi ha creduto fortemente, scommettendo su rivoluzionario: la banca dev’essere aperta a coloro di esse e vincendo. Come Amadeo Peter Giannini, che non vi sono mai entrati, emigranti compresi. Seun pioniere del modo moderno di “fare banca”, tra i condo lui, come riportano (poco noti) fondatori della le biografie, un banchiere Bank of America. degno di questo nome Nato in California nel Il sogno di Amadeo Giannini è semplice, non deve negare il credito 1870 da genitori italiani, sebbene rivoluzionario: la banca a nessuno, purché onesto. immigrati dalla Liguria, dev’essere aperta a coloro che non Date le sue origini, Giantrascorre una giovinezvi sono mai entrati, emigranti compresi. nini è particolarmente za di intensa e proficua attento alle esigenze di attività imprenditoriale, chi, come i suoi genitori, fino a diventare nel 1902 è giunto in America da altri Paesi senza troppi soldi direttore in una cassa di risparmio di San Francisco. in tasca, aggiungendosi ai diseredati che, tra stenti Inizia qui a emergere l’etica solidale che Amadeo e umiliazioni, costituiscono comunque l’ossatura Giannini avrebbe poi mostrato con forza in seguito: degli Stati Uniti. Giannini intuisce questo, infatti: di fronte ai suoi connazionali che, per spedire in gran parte degli immigrati italiani sarebbe presto patria i propri risparmi, pagavano un tasso del 5-6% diventata la colonna portante dello sviluppo della con un cambio svantaggioso, Amadeo alza la voce, California. Deve solo riuscire a ottenere la giusta lottando per due anni contro la politica della banca che dedica attenzioni solo ai clienti abbienti. I suoi sforzi restano vani. Decide allora di mettersi in proAmadeo Giannini, fondatore della Bank of America | 34 |
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fiducia fiscale. Nei primi del Novecento non è facile ricevere credito dalla banche, costringendo gli immigrati, in caso di bisogno, a rivolgersi agli usurai. Alla guida della Bank of Italy, Giannini, dopo alcune domande, inizia a concedere prestiti a partire da 25 dollari. La sua garanzia? Guardare negli occhi il cliente e stringergli la mano: i calli sui palmi e il volto dicono molto di più di documenti e certificati. Ben presto la Bank of Italy si conquista la fiducia non solo degli immigrati italiani, ma anche di tutta la popolazione attiva: nell’aprile del 1906, i depositi arrivano a superare il milione di dollari. Non male per un banchiere che opera fuori della logica del profitto e che ha aperto il suo primo sportello in un bar. Nel 1906 avviene però un evento che cambia per sempre le sorti di Giannini e quelle degli americani: il 18 aprile, un tremendo terremoto distrugge San Francisco, trasformando la città in un ammasso di rovine. Giannini, assieme ai soci, utilizza i carretti della frutta del patrigno per trasportare al sicuro, sotto le verdure, il denaro e l’oro della Bank of Italy, che nasconde nel camino della sua abitazione. Dopo soli sei giorni dal disastro, decide di riaprire la banca, creando una sede di fortuna
La sua garanzia? Guardare negli occhi il cliente e stringergli la mano: i calli sui palmi e il volto dicono molto di più di documenti e certificati.
nella casa semidistrutta del fratello medico, su cui espone un’insegna bruciacchiata recuperata dalle macerie. Accanto, bene in vista, è collocata anche la scritta: “Prestiti come prima, anzi più di prima”. Il risultato? Una folla di persone disperate e bisognose prende d’assalto la nuova Bank of Italy, ritirando depositi o chiedendo prestiti. Giannini, soltanto annotando nomi e cifre, distribuisce soldi a chiunque ne abbia bisogno. Non contento, si avventura con il padre negli altri quartieri della città, portando i suoi servizi presso le case distrutte e le tende di fortuna, aiutando gli immigrati di ogni nazionalità prestando loro del denaro. La ricostruzione di San Francisco si deve anche alle incessanti attenzioni che Giannini ha per gli ultimi, alla sicurezza e all’ottimismo da lui trasmessi anche in situazioni orribili come quelle create dal sisma. La sua fama, da allora, aumenta a dismisura, richiamando presso la sua banca nuovi clienti da ogni dove; tra questi vi è una massa di piccoli e grandi investitori che fanno affluire una grande quantità di denaro nelle casse della Bank of Italy, che, nel 1909, apre le sue | 36 |
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prime filiali. Da San Francisco, dunque, la sua attività si allarga a poco a poco a tutta la California, fino a ottenere la fiducia dei grandi uomini di affari arrivando a espandersi anche nel resto degli Stati Uniti. L’espansione lo porta ad aprire, nel 1919, la Banca d’America e d’Italia, succursale italiana della Bank of Italy. Nel 1927, il nome della Bank of Italy viene cambiato in Bank of America: il banchiere degli umili è ora diventato il banchiere di tutti. L’anno successivo, Giannini si avvicina a Orra E. Monnette, presidente della Bank of America di Los Angeles, per convincerlo a unire i due istituti finanziari: nasce così il primo grosso gruppo bancario della California. Tra i fondatori della Bank of America, Giannini si distingue per le sue idee innovative e, come sempre, di grande apertura verso il prossimo: è il primo a usare pubblicità per promuovere i propri servizi e a finanziare la vendita a rate delle automobili, anche alle persone meno abbienti. La Bank of America riesce così a sopravvivere egregiamente al periodo della Grande Crisi, al contrario dei grandi banchieri che accettano solo clienti danarosi e che si trovano a subire perdite considerevoli. Nel 1932, il “sognatore” Joseph Strass, progettista del famoso ponte Golden Gate, si rivolge a Giannini per ottenere dei finanziamenti. Riesce a convincerlo con la promessa che il ponte avrebbe aiutato la popolazione di San Francisco a uscire dal clima di depressione economica che aleggiava sulla città. Giannini finanzia il progetto con sei milioni di dollari, imponendo alla Bank of America di non percepire alcun interesse. Superata la grande crisi degli Anni Trenta, nel 1945 Amadeo crea la Giannini Family Foundation con lo scopo di sostenere e promuovere la ricerca medica,
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First National Distributors per la realizzazione del film ma in lui rimane sempre vivo il pensiero della sua terra “Il monello”. Questo artista era Charlie Chaplin, di cui d’origine. Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, Giannini diviene molto amico. Molti anni dopo, Amadeo Amadeo Giannini incarica il figlio Mario di occuparsi fa lo stesso con Walt Disney, finanziando il suo primo personalmente degli italiani confinati nei campi di interlungometraggio, e Frank Capra, sostenendo i suoi film. namento e di adoperarsi per cercare di evitare la stessa Intuizioni, queste, che portano abbondanti introiti nelle sorte ad altri italoamericani. Subito dopo la fine della casse della Bank of America, che diviene, nel 1945, la guerra, partecipa in prima persona alla ricostruzione prima banca del mondo, superando per entità di depositi dell’Italia: si accorda con Arthur Schlesinger, responla First National City Bank e la Chase Manhattan Bank. sabile della gestione del Piano Marshall, per accelerare Nell’ottobre dello stesso l’invio degli aiuti, e, tramite anno, all’età di 75 anni, la Bank of America, anticipa L’intelligenza di Amadeo Giannini, Amadeo Peter Giannini senza interessi gli importi di sempre molto viva e rivolta verso lascia definitivamente tutte le spedizioni dirette in la presidenza della sua Italia. L’intelligenza di Amail prossimo, lo porta a partecipare creatura. Leggenda vuole deo Giannini, sempre molto alla diffusione di uno dei più grandi sogni che sia uscito per l’ultiviva e rivolta verso il prosdi sempre: il cinema. ma volta dalla sua stanza simo, lo porta a partecipare senza chiudere i cassetti anche alla diffusione di uno della scrivania: “Non ho dei più grandi sogni di semnulla da nascondere, così come non ha nulla da nasconpre: il cinema. Già nel 1920, infatti, Giannini intuisce le dere la banca”. Alla sua morte, avvenuta nel 1949, i suoi possibilità di sviluppo dell’industria cinematografica, beni ammontano a 489.278 dollari. Troppo poco? No, se guardando anche all’importanza socio-culturale che si pensa che, per questo banchiere filantropo originaavrebbero assunto i modelli proposti dalla cinematorio dell’Italia, “un uomo che desideri possedere più di grafia nello sviluppo della coscienza collettiva. Così, 500.000 dollari dovrebbe correre dallo psichiatra”. quando viene a sapere che un giovane artista di talento non riusciva a trovare un finanziatore per un soggetto di Lucia Mancini alto valore morale, decide di prestare 50.000 dollari alla | 38 |
LE IDEE VINCENTI DELLA COMUNICAZIONE Nell’iconica cornice di Villa Necchi Campiglio a Milano, si è tenuta la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio Effie Italia. Un evento importante, organizzato in collaborazione con Google, Nielsen e Accenture che ha visto la partecipazione dei principali attori del mondo della comunicazione: dalle agenzie alle aziende fino alle istituzioni e al mondo accademico.
I Premi Effie Italia assegnati nella categoria ORO: Campagna: “Accord Parfait: Perchè TUTTE noi valiamo” Categoria: Beauty & Personal Care Brand: Accord Parfait L’Oréal Paris Italia Azienda: L’Oréal Paris Italia Agenzia: McCann Worldgroup by John Daporto
Campagna: “No more empty desks” Categoria: Piccoli budget Brand: Fare x bene Onlus Azienda: Fare x bene Onlus Agenzia: DLVBBDO
Il premio, portato in Italia dall’azione congiunta di UNA – Aziende della Comunicazione Unite e UPA – l’Associazione che rappresenta le Aziende investitrici, è già attivo in 49 Paesi e ha l’obiettivo di premiare le idee che funzionano, l’efficacia delle campagne di marketing e le performance della comunicazione, oltre a valorizzarne i risultati. A conferire valore aggiunto al premio una giuria di 40 esperti del settore, in rappresentanza per metà del mondo aziendale e delle agenzie in tutte le sue declinazioni – dalle agenzie media, creative e dedicate alla promozione e agli eventi – e presieduta da Alberto Coperchini, Global Media Vice President Gruppo Barilla. Le campagne sono state valutate secondo quattro differenti aspetti, ognuno con un peso specifico, a partire dalla definizione degli obiettivi, alla strategia, all’esecuzione sia creativa che applicativa fino ad arrivare al criterio più importante dei risultati ottenuti. A guidare l’assegnazione degli award i severi principi internazionali del premio e un processo di valutazione particolarmente selettivo che garantiranno ai vincitori di poter prendere parte all’Effie Index mondiale.
Campagna: “Buondì – L’Asteroide” Categoria: Renaissance Brand: Buondì Motta Azienda: Bauli Agenzia: PHD Italy Campagna: “Io POD e tu?” Categoria: Renaissance Brand: DASH Azienda: Procter & Gamble Agenzia: Enfants terribles Tra tutte le campagne vincitrici dell’Effie Gold è stato eletto anche il Grand Effie Award. Per giudicare il “miglior caso dell’anno” la giuria si è riunita e ha assegnato il premio alla campagna “Buondì – L’Asteroide”.
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COME SCRIVERE L’ANNUNCIO DI LAVORO PERFETTO Scrivere un annuncio di lavoro davvero efficace non vuol dire solo far sapere alla gente che in azienda si sta assumendo, piuttosto è un’occasione per presentare l’azienda al pubblico, stabilire le giuste aspettative per candidato ed azienda e soprattutto attirare i giusti candidati.
Comunica un job title chiaro e attraente Cosa preferireste ricevere ogni volta che pubblicate Per attrarre i candidati giusti bisogna ricercare il giusto un annuncio di lavoro: un centinaio di curricula, titolo professionale. Ecco perché è importante attenersi ma solo una decina di candidati adatti, oppure una a job title che siano familiari, riconoscibili e facilmente ventina di cv, ma con una quindicina di candidati ricercabili. Sebbene un titolo come “Executive total care di valore? assistant” possa sembrare più Scrivere un annuncio di laeccitante di “Assistente personale voro per una posizione nella del direttore”, se non vengono vostra azienda non dovrebbe Scrivere un annuncio di lavoro utilizzati i termini che i candiessere un lavoro difficile – se per una posizione non dovrebbe dati stanno cercando, le persogià sapete le mansioni che il ne potrebbero non vedere mai candidato ideale dovrà ricoprire, essere un lavoro difficile, l’eccitante titolo professionale ma bisogna farlo nella maniera ma bisogna comunque farlo che l’azienda si è inventata. Se corretta. Bisogna andare oltre il nella maniera corretta. invece la tua organizzazione sta vago concetto della ricerca del assumendo una posizione nuova candidato “perfetto” ed immaed unica nel suo genere, che ginare esattamente quali siano non corrisponde quindi a un titolo di lavoro tradiziole abilità desiderate per il lavoro che state offrendo. nale, scegli un titolo professionale che sia il più chiaro Chiedetevi quale sia l’esperienza che desiderate, quali possibile. Cerca di includere parole chiave o hashtag compiti dovranno essere gestiti, come è l’ufficio al quale che identificano le principali mansioni e specialità del verranno assegnati ed i colleghi con cui dovrà lavorare a lavoro, in modo che i candidati possano trovare il tuo stretto contatto ogni giorno. Andando per punti, possiamo ragionare sulle seguenti annuncio di lavoro e comprendere la posizione a colpo d’occhio. azioni da intraprendere. | 42 |
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Presenta la tua azienda come si deve L’introduzione del tuo annuncio di lavoro è la perfetta occasione per fare un po’ di employer branding ed attirare l’attenzione non solo dei candidati, ma anche dei tuoi potenziali clienti. Le principali funzioni di un’introduzione ben fatta sono le seguenti: 1) presentare al mondo la tua compagnia e far sapere al mondo che esiste e 2) convincere i candidati che davvero vogliono lavorare per te e non per un’altra azienda che opera nel tuo stesso business. In poche parole, cerca di “rubare” clienti e talento dai tuoi principali competitor. Quindi racconta al mondo chi siete e cosa fate, se poi riuscite ad aggiungere anche un paio di informazioni utili al candidato come benefit offerti o progetti per la posizione, la presentazione verrà ancora meglio. Quindi è l’occasione giusta per presentare mission, vision e valori aziendali, o magari per sfoggiare progetti e clienti famosi, o ancora per presentare al mondo alcuni dei tuoi migliori dipendenti. Per farla breve, cercate di eccitare il più possibile i sogni e le aspettative dei potenziali candidati.
ad e-mail dei clienti e solo raramente riescono a lavorare sulla gestione delle pratiche clienti, elencare in annuncio entrambe le attività come fossero le principali responsabilità lavorative, può generare aspettative imprecise per i tuoi candidati-target. Magari elencare tutte e due le attività e descriverle come giornaliere può aiutarti ad attirare candidati entusiasti per la posizione, ma in breve tempo i nuovi assunti saranno confusi e frustrati in quanto il lavoro non soddisfa le loro aspettative e vedrai conseguenze a lungo termine, come ad esempio una raffica di dimissioni.
Descrivi cosa vuol dire avere successo per tale posizione Cerca di definire subito dall’inizio come misurare il successo nella posizione. È una questione di qualità o quantità? È un lavoro per un lupo solitario o per un giocatore di squadra? Quello che conta è il fatturato, il risparmio, le recensioni dei clienti o cos’altro? Se sai quello che ti serve, potrai anche facilmente individuare le qualità nei candidati che ti servono per raggiungere tale scopo. Allo Anche se al giorno d’oggi si continua stesso tempo i candidati che non ad evitare di indicare il salario ritengono di avere le giuste qualità relativo alla posizione ricercata, per raggiungere l’obiettivo finale bisogna fare uno sforzo per entrare eviteranno di mandarti il curricua gamba tesa nel XXI secolo. lum, in modo da risparmiare tempo e sforzi per tutte e due le parti.
Descrivi brevemente le mansioni della posizione Prima ancora di metterti a scrivere l’annuncio, dovresti fare una bella chiacchierata col manager del futuro nuovo acquisto e buttare giù la lista delle attività lavorative che dovranno essere ricoperte dal candidato. Insomma devi sapere esattamente i motivi per cui stai assumendo un nuovo dipendente ed anche il perché quello stesso lavoro non può essere ridistribuito fra gli altri colleghi. Curiosità: si sa che il cervello umano può contenere solo da cinque a nove informazioni nella memoria a breve termine. Una vasta lista di compiti manderà solo in confusione i candidati e farà dimenticare le informazioni più importanti, quindi il consiglio è di indicare le cinque attività predominanti e discutere le successive in fase di colloquio col candidato.
Metti in conto che esiste anche il training Cerca di capire sin dall’inizio se ci sarà da pianificare del training per la nuova risorsa – e se questo già esiste in azienda e sia relativo a tale posizione. Se non hai possibilità di fare ciò, già sai che dovrai assumere un candidato con esperienza e che conosca già il lavoro. Se invece hai già a disposizione tutto il training necessario, potrai anche decidere di assumere un novellino nella posizione e vederlo crescere sotto la guida dell’azienda, per cui perché non scrivere direttamente nell’annuncio che lavorando per te ci saranno un sacco di belle e nuove cose da imparare?
Descrivi la giornata lavorativa tipica Un altro ottimo modo per avvicinarsi all’annuncio di lavoro perfetto è quello di esaminare ciò che il nuovo assunto dovrà fare di giorno in giorno in azienda. Cerca di collaborare col line manager per capire quanto tempo questa persona trascorrerà nelle principali attività quotidiane e quanto impiegherà invece in ulteriori attività sporadiche. Questo ti aiuterà ad evidenziare i punti chiave della posizione mentre scrivi l’annuncio di lavoro. Ad esempio, se i tuoi dipendenti trascorrono il 75% del loro tempo a scrivere e rispondere
Indicate la retribuzione Anche se al giorno d’oggi si continua ad evitare di indicare il salario relativo alla posizione ricercata, bisogna fare uno sforzo per entrare a gamba tesa nel XXI secolo. Scrivere nell’annuncio la retribuzione, o almeno un range della stessa, vi eviterà di sprecare un mucchio di tempo con candidati non interessati all’offerta economica. | 44 |
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Dopo la lista delle cose da fare per scrivere l’annuncio perfetto, ricordiamo anche quelle da non fare, anzi assolutamente da evitare in un annuncio. Per prima cosa bisogna evitare qualsiasi tipo di discriminazione basata su sesso, età, etnia, religione e condizioni mediche. Ove possibile bisognerà cercare di utilizzare un linguaggio neutro. In seconda battuta, evitate di scrivere un romanzo – tutto quello che ho indicato qui sopra può essere benissimo espresso in massimo 8 righe a paragrafo. L’ideale è rimanere nei confini di una pagina di Word. Per ultima cosa ricordate sempre che non state scrivendo una lista della spesa. Cercate di essere discorsivi ed esprimetevi in maniera chiara sui punti davvero importanti per voi: più sono le competenze che ricercate, più difficile sarà trovare un candidato che si possa riconoscere in tutte. In questo caso “less is more”.
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L’AUTORE: ALESSIA CASONATO Group HR Operations Director presso SKS365 Malta Ltd, ha lavorato negli uffici del personale di Q8 Petroleum, Procter & Gamble, BNL, BNP Paribas, Philip Morris, Bristol-Myers Squibb, Ministero dei Beni Culturali e Scuderie del Quirinale, potendo avere esperienza diretta del meglio e del peggio delle risorse umane. È una dei pochissimi italiani a poter dire di essersi dimessa da un posto pubblico per ritornare nel settore privato e crede che la più letale arma di distruzione di massa siano i dipendenti scontenti.
| I VOLTI DEL BUSINESS |
Maria Silvia Pazzi, CEO di Regenesi.
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| I VOLTI DEL BUSINESS |
REGENESI, LUSSO 100% RICICLATO Regenesi è il primo brand di lifestyle che investe tutto sulla sostenibilità. Un’eccellenza imprenditoriale e made in Italy che ci siamo fatti raccontare dal CEO Maria Silvia Pazzi
Come nasce l’avventura di Regenesi e quali sono i Da undici anni Regenesi, azienda bolognese spevalori che guidano la crescita dell’azienda? cializzata nell’ideazione e creazione di accessori Regenesi nasce nel 2008, in occasione di un viaggio a moda e design 100% riciclati, porta avanti una Napoli, quando la città si trovava nel pieno di una trafilosofia ben precisa, secondo la quale bellezza e gica emergenza rifiuti. E il conlusso possono rinascere dal trasto tra la bellezza dei monupost consumo, al pari di una menti e dell’ambiente circostante mitologica e fiera fenice. strideva con i cumuli di spazzaDalle “ceneri” del riciclo e degli Regenesi: partendo dalla moda, tura. Di lì la domanda: “quanto scarti industriali, Regenesi è tutti i settori devono ripensare sarebbe bello (e soprattutto utile) riuscita infatti a ricavare proi modelli produttivi per rispondere riuscire a trasformare i rifiuti dotti pregiati e di alta gamma, all’emergenza ambientale in bellezza, dando ai materiali accattivanti nelle forme e nei post consumo una nuova veste e colori, donando così nuova soprattutto ricollocazione nelle vita e dignità a materiali come nostre case (cucine e armadi) o pelle, tessuti, plastica, allumiuffici?”. E di lì è storia. nio, gomma e cartone. I rifiuti trasformati in piccoli gioielli di meravigliosa fattura, attraverso un processo Quali e quante storie ha raccontato il brand negli sostenibile: ecco la proposta di Regenesi per il futuro ultimi undici anni e come intende proiettarsi nel del business di moda e design. Abbiamo approfondito la prossimo futuro? storia e i propositi di Regenesi, nell’ottica di una piena Ogni oggetto prodotto da Regenesi ha una sua storia, realizzazione dell’economia circolare, con la fondatrice e CEO dell’azienda, Maria Silvia Pazzi. come dire un antenato e, grazie a un ciclo di produzio| 47 |
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ne circolare, avrà anche dei discendenti, per cui le storie sono potenzialmente infinite. Posso però sicuramente ricordare i progetti che abbiamo realizzato in partnership con grandi aziende come Dainese e in collaborazione con grandi designer del panorama nazionale e internazionale come Denis Santachiara, Matali Crasset, Giulio Iacchetti e Setsu & Shinobu Ito per citarne alcuni. Cosa prevediamo per il futuro? Sicuramente di proseguire con le collaborazioni con i grandi designer ma anche di creare, grazie alla nostra straordinaria flessibilità, nuove partnership con le grandi e piccole e medie imprese.
Oggi tutti i settori, e in modo particolare la moda, sono chiamati a ripensare il proprio modello produttivo, siamo in piena emergenza ambientale. La buona notizia è che, grazie a ciò, tutti potranno trarne progressivamente beneficio economico e reputazionale. Quali possono essere le linee guida comuni per aiutare le aziende a rendere i processi produttivi circolari, in ottica green, mantenendo alta la competitività? Diciamo che non esiste una ricetta che vada bene per tutti. Se consideriamo soltanto il segmento moda questo può essere scisso in tanti segmenti più piccoli, basti pensare all’industria tessile e alla pelletteria solo per citare alcuni esempi. Sono necessari studi di fattibilità e progettazioni specifiche, sicuramente si tratta di fare il primo passo per
Lo scorso maggio si è aggiudicata il premio PMI best performer per l’economia circolare 2019: cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
Si tratta di un riconoscimento importante, che premia il nostro impegno, con oltre 11 anni di assennata dedizione, e la tenacia pionieristica che ci ha caratterizzato. Oggi parlare di sostenibilità è praticamente all’ordine del giorno, undici anni fa era avanguardia pura. Infatti nella motivazione ci è stato riconosciuto il costante impegno nell’attuare campagne di comunicazione per sensibilizzare sul tema. Questa è stata un’importante attestazione di merito.
poi abbracciare l’approccio green e declinarlo a 360° rispetto alla propria identità e stile. Il Made in Italy può trovare nella post consumer economy una nuova linfa per espandersi sempre di più a livello internazionale? Made in Italy è un’indicazione di provenienza che “certifica” i prodotti artigianali e industriali italiani distribuiti nel mondo, oggi, oserei dire riconoscendo alle nostre produzioni identità e bellezza. Ciò premesso nella realtà dei fatti ogni materiale ha la possibilità di essere progettato e plasmato in qualcosa di bello. Per cui le ribalto la domanda: perché no?
Quanto il settore della moda può davvero crescere sulla strada dell’economia circolare, seguendo il vostro esempio? | 48 |
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Quanto è importante oggi il concetto di sostenibilità per i consumatori rispetto alla scelta di un brand? La sostenibilità per molti non è semplicemente un concetto astratto, bensì una filosofia di vita a cui aderiscono fedelmente, per cui la scelta di acquistare capi di abbigliamento e gli oggetti di design sono solo una declinazione di questo principio. Più in generale, il livello di attenzione delle persone su questo tema è maggiore, e proprio per questo i consumatori sono sempre più attenti nelle proprie scelte, privilegiando quei marchi che davvero si impegnano nel creare filiere produttive sostenibili a beneficio tanto dell’ambiente quanto dell’intera collettività.
Regenesi: partendo dalla moda, tutti i settori devono ripensare i modelli produttivi per rispondere all’emergenza ambientale
Come si lavora e si comunica per promuovere sensibilità green ed economia circolare? Per noi di Regenesi si è trattato di raccontare la nostra verità, le nostre esperienze e i nostri successi. Tutti guadagnati sul campo, certo senza sconti, ma le vittorie poi hanno avuto un sapore più dolce. Quali saranno le prossime sfide di Regenesi? La nostra è una sfida continua con noi stessi (i nostri obiettivi) e il mercato più in generale. Sicuramente stiamo lavorando alle nuove collezioni e al lancio di nuove partnership nei contesti moda e design. Inoltre stiamo sviluppando delle straordinarie capsule collection co-branded per i regali che molti clienti e dipendenti troveranno sotto un albero di Natale sempre più green e sempre più riciclato. Elisabetta Pasca | 49 |
FRANCESCO MUGLIA NUOVO VICE PRESIDENT GLOBAL MARKETING DI COSTA CROCIERE
CITROËN: LAURENCE HANSEN DIRETTRICE DEL PRODOTTO E DELLA STRATEGIA
Francesco Muglia è stato nominato Vice President Global Marketing di Costa Crociere a diretto riporto del Direttore Generale Neil Palomba.
Laurence Hansen, 41 anni, a partire dal 1° ottobre 2019 è Direttrice del Prodotto e della Strategia Citroën.
La manager è laureata alla ESSEC Muglia (in foto) assume il ruolo dopo Business School. Dopo varie esperienze by Margherita Pituano un’esperienza di oltre 3 anni all’interno nell’ambito del commercio e del dell’azienda prima in qualità di Customer & Marketing marketing nell’agroalimentare (Mondelez) e nel tessile Intelligence Director e successivamente di General (Petit Bateau), è entrata in Groupe PSA nel 2011, dove ha Manager Spain & Portugal. Nel nuovo ruolo avrà la continuato la sua esperienza nei settori del commercio e responsabilità di definire le strategie di posizionamento del marketing, in Francia e a livello internazionale. e di marketing del brand di Costa Crociere, leader In particolare, ha occupato le posizioni di Direttrice europeo nel settore. Muglia, nato a Padova nel 1980, Regionale Peugeot Francia (2014-2016) e Direttrice dopo un’esperienza in società di consulenza nell’ambito Marketing Citroën Francia (2017-2019), contribuendo del fashion retail, inizia la sua carriera in Danone, fortemente ai risultati commerciali dei Brand. società leader nei prodotti alimentari di largo consumo, Laurence Hansen prende il posto di Xavier Peugeot, che dove ricopre posizioni di crescente responsabilità occupava questa posizione da ottobre 2014 e assume nelle aree Sales, Trade e Marketing, gestendo brand la direzione della Business Unit Veicoli Commerciali importanti come Vitasnella, Danacol e Activia. Nel 2016 Leggeri del Gruppo. approda in Costa «Desidero ringraziare Xavier Crociere dove Peugeot per il suo contributo ricopre dapprima al rinnovamento dei prodotti la posizione di Citroën. In qualità di Direttore Global Customer del Prodotto e della Strategia & Marketing del gruppo, ha dato impulso Intelligence alla costruzione di una gamma Director, per prodotto coerente e globale. crescere poi in Le sue azioni hanno anche ruoli di più ampia permesso di sviluppare uno e trasversale dei punti forti storici della responsabilità fino Marca, mettendo il programma a ricoprire quello di Citroën Advanced Comfort al General Manager centro della progettazione dei Iberia (Spain & nostri prodotti», ha dichiarato Portugal). Linda Jackson, Direttrice Generale di Citroën. Francesco Muglia | 50 |
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STAMPA 3D: PRESENTE E FUTURO Sembra una tecnologia nata da pochissimo tempo, ma non molti sanno che la stampa 3D risale al lontano 1986, quando Chuck Hull fondò la 3D Systems, azienda leader mondiale del settore
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È strano pensare alla stampa 3D come a una tecnologia che risale allo scorso millennio. Eppure alcuni di noi nemmeno erano nati, altri erano molto piccoli, quando questo nuovo metodo di produzione è stato brevettato e utilizzato per la prima volta nella storia negli Stati Uniti (e dove sennò?). Era il 1986, alzando lo sguardo al cielo si poteva ammirare la cometa di Halley, Berlusconi acquistava il Milan e a Chernobyl esplodeva il reattore numero 4 della centrale nucleare. Sembra passato un secolo e in questi 34 anni la stampa 3D ha fatto passi da gigante. Sino ad arrivare, stavolta a passi piuttosto incerti, anche nel nostro Paese. Nonostante tutto, anche per una cattiva informazione, si tratta di una tecnologia ancora sconosciuta, o poco conosciuta, sia dalla massa che da aziende più o meno grandi. Negli ultimi tempi però il Politecnico di Milano, una delle università tecniche di riferimento nel panorama internazionale, è stato il primo a dotarsi di un innovativo sistema di stampa, fornitogli dal distributore
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Dedem-Selltek, dal nome 3D Studio System+. Dedem, azienda leader in Italia nella produzione e installazione delle cabine per fototessere, ha deciso di investire nel settore della stampa in 3D, per favorire la sua presa anche nel nostro Paese. Abbiamo intervistato Fabio Amati, Direttore vendite Italia - Divisione 3D del Gruppo Dedem, che ci ha spiegato come l’azienda vuole muoversi in questo mondo e quali sono i vantaggi di un sistema di stampa che in Italia solo da poco tempo sta iniziando ad affermarsi. Direttore, quali sono i motivi che hanno spinto Dedem a investire nel settore della stampa 3D? Stiamo parlando di una tecnologia vincente, che ha un potenziale rivoluzionario per i processi industriali e l’industria manifatturiera, e cresce a ritmi di crescita a doppia cifra. Il Gruppo Dedem ha quindi deciso negli anni di espandersi in settori diversi rispetto al suo business tradizionale, quello delle macchine automatiche per fototessere, per scommettere sull’additive manufacturing.
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Il Politecnico di Milano ha subito adottato questa tecnologia. Qual è il primo bilancio? Con Studio System+ il Politecnico potrà portare avanti l’attività di ricerca in diversi ambiti: dallo studio e modellazione di processo al monitoraggio e controllo attraverso big-data. Questo anche grazie ai costi molto più contenuti rispetto alle stampanti 3D tradizionali e a un funzionamento più semplice e sicuro. Saranno importanti gli esiti delle valutazioni, derivanti dal confronto tra tecnologie, rispetto alle altre soluzioni attualmente disponibili sul mercato per la stampa 3D di materiali metallici. Quali crede siano le prospettive future della stampa 3D? La produzione con la tecnologia di stampa 3D ha enormi margini di sviluppo in prospettiva. Le previsioni di incremento sono molto interessanti: il tasso di crescita annuo è del 27% e l’industria di settore raggiungerà i 26,7 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Trainano il trend i mercati di Europa Occidentale, La produzione con la tecnologia Asia e Stati Uniti. Secondo le stime di stampa 3D ha enormi margini della società di ricerche IDC, il solo di sviluppo in prospettiva, mercato dell’Europa occidentale con un tasso di crescita entro la fine dell’anno varrà 7,2 miannuo del 27%. liardi di dollari, con un tasso medio annuo di crescita superiore a quello mondiale: 29,6%. Che ruolo vuole ritagliarsi Dedem in questo mondo? A fine settembre 2019 il Gruppo Dedem ha acquisito Selltek srl, piccola eccellenza italiana del comparto con un know how importante e qualificato nel settore dell’additive manufacturing, che si è consolidato negli anni e che faciliterà lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi di crescita del Gruppo. Parallelamente, attraverso la Trust Technology Services Srl, controllata al 100% da Dedem Spa, il Gruppo ha acquisito il ramo d’azienda di Prototek Srl relativo alle attività di prototipazione nell’ambito delle stampanti 3D. In questo modo affianca alla commercializzazione delle stampanti 3D anche l’attività di service. Realizza produzione in 3D conto terzi, prodotti finiti per grandi marchi di eccellenza della moda e dell’industria. L’obiettivo a breve termine è essere il primo distributore in Italia per additive manufacturing. Alessandro Creta | 54 |
Fabio Amati, Direttore Vendite Italia Divisione 3D Gruppo Dedem.
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GIUSEPPE FIORE: L’ARTE DI VELARE PER MOSTRARE Il giovane talento italiano della pittura ha trovato in Germania un’opportunità di crescita per esprimere al meglio la sua ispirazione
bellezza dell’arte per l’arte, sono finestre aperte su Il talento è paragonabile a una pianta rigogliosa suggestioni che giocano sulla potenza dell’impatto di cui è necessario prendersi cura costantemenvisivo. Attraverso il principio del velo, Fiore costrute: non può che beneficiare di un terreno fertile isce immagini che all’apparenza si celano all’occhio, su cui proliferare, consolidarsi e crescere. ma, nella sostanza, chiedono con forza allo spettatore Un artista ha bisogno di affondare le radici della sua di diventare parte del processo creativo e dare nuova ricerca creativa in un humus nutriente fatto di storia, vita, attraverso la propria interpretazione e immagisuggestioni, formule espressive e fervente ispirazionazione, alle forme e ai signine: per Giuseppe Fiore, nuova ficati racchiusi nella tela. stella dell’arte contemporanea, Per Giuseppe Fiore, nuova stella l’Italia è stata madre e tutrice, dell’arte contemporanea, In che modo il trasferimennonché il trampolino di lancio l’Italia è stata madre e tutrice, to in Germania ha influenper spiccare il volo verso orizzato la tua arte e quali zonti ancora più ampi. Perché nonché il trampolino di lancio opportunità ti ha concesso se è vero che il suolo italiano per spiccare il volo verso orizzonti dal punto di vista profesgli ha dato i natali e la formaancora più ampi. sionale? zione, è anche vero che Fiore Non credo che il mio trasfeha dovuto però trasferirsi in rimento in Germania abbia influenzato in particolar Germania per trovare la sua definitiva consacrazione modo la mia arte. Il processo creativo, che parte quale pittore riconosciuto e affermato a livello interdall’ispirazione, per me è sempre stato indipendente nazionale. Il genio non può cristallizzarsi, ha bisogno dai confini geografici. Ho sempre cercato di guardare di spinta e movimento e infatti Giuseppe Fiore è oltre quello che mi capitava nelle vicinanze e per approdato in Germania facendo tesoro del patrimofortuna oggi con le nuove tecnologie e i social siamo nio delle sue origini, per espandere ed evolvere la sua molto agevolati in questo. Le opportunità professioespressività, sfruttando anche le opportunità offerte nali che mi sono state date sono legate al fatto che in dalla tecnologia: i suoi dipinti, votati al principio di | 57 |
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Germania sono riuscito a mantenermi economicamente quasi da subito facendo lavori che mi permettessero di crescere artisticamente. Credo però che le opportunità di crescita che si hanno vivendo all’estero siano più a livello personale e umano che artistico e professionale. Si apprende una nuova lingua, una nuova cultura e contemporaneamente il modo di lavorare e di vivere del posto. Forse una delle cose più importanti che ho appreso dai tedeschi è la puntualità, che si può applicare in tutto, sia in ambito professionale che privato. In questo cammino artistico ormai internazionale, cosa serbi delle tue radici italiane? Le mie radici italiane sono fondamentali nel mio cammino artistico. Il Rinascimento italiano è sempre stato un punto di riferimento per me. Anche se cerco di sperimentare nuove forme di espressione attraverso la pittura, attingo sempre all’arte italiana del passato. L’Italia ha un patrimonio artistico e culturale che ci invidia tutto il mondo e io mi ritengo fortunato a essere cresciuto circondato da questa bellezza.
L’Italia ha un patrimonio artistico e culturale che ci invidia tutto il mondo
Come nasce la tua ispirazione e che storia intendi raccontare attraverso i tuoi dipinti? La mia ispirazione nasce come un percorso che si evolve. Prima di arrivare a questo linguaggio artistico ho sperimentato tante cose che mi hanno portato a selezionare quello che mi stimolava di più a livello visivo. Alla fine mi sono reso conto che il realismo era quello che mi ha sempre affascinato e che dovevo trovare un modo di riproporlo che mi rendesse riconoscibile. Per fare questo mi sono servito di due strumenti che hanno supportato la mia pittura: la fotografia e il computer. Le storie dei miei dipinti sono comunque subordinate all’impatto visivo che esse provocano. Il loro contenuto è nella maggior parte dei casi semplice, elementare. Non ho nessuna pretesa di voler insegnare o dire qualcosa di nuovo ma dipingo per il fine ultimo di dipingere. Potrei dire quindi che la mia visione dell’arte è come quella di Oscar Wilde, cioè inutile e fine a se stessa. | 58 |
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Quali artisti hanno avuto maggiore impatto nella tua formazione artistica? Credo di avere una serie di artisti di riferimento variegata, il che rende il mio lavoro molto eclettico. Si parte da Michelangelo Buonarroti, uno degli artisti più completi in assoluto, passando per un altro Michelangelo, cioè Merisi da Caravaggio, ma anche artisti francesi come William Adolphe Bouguereau, spesso disprezzato dalla critica contemporanea ma che secondo me ha raggiunto una qualità pittorica mai ottenuta prima. Inoltre, essendo cresciuto negli anni ’90, credo che anche l’arte fumettistica giapponese abbia avuto una forte influenza nel mio lavoro. Nei tuoi quadri emerge in maniera prepotente un’idea di arte che predilige il “coprire” in luogo dello “scoprire” le figure rappresentate: cosa rappresenta questo aspetto all’interno della tua ricerca? Sicuramente i miei quadri “velati” sono una parte importante e probabilmente la più significativa della mia produzione degli ultimi anni, tuttavia non costituiscono il 100% della mia ricerca. Al contrario di come si potrebbe pensare, non
Credo di avere una serie di artisti di riferimento variegata, il che rende il mio lavoro molto eclettico sono arrivato a questa soluzione mettendo un velo sulle mie figure, ma facendo esattamente l’opposto. Ho cominciato a inserire delle immagini dietro a delle superfici stropicciate che per un periodo avevo dipinto a sé stanti. Quando si crea l’ illusione tridimensionale di una carta stropicciata su un quadro, questa viene decontestualizzata e assume un altro significato, diventa un paesaggio astratto o anche un bassorilievo. Quando invece la superficie è riflettente, diventa come una sorta di specchio che rimanda “simbolicamente” le mille sfaccettature dell’anima dell’osservatore. Posponendo dietro questa superficie un’immagine – che può essere un volto ma anche un oggetto o una natura morta, un “Fiore” - la superficie assume un altro valore e diventa un velo. La tematica del velo è stata già affrontata da diversi artisti e non vorrei scomodare filosofi come Schopenhauer, ma in ogni caso il mio tentativo è quello di far interagire lo spettatore, per indurlo a ricomporre e liberare nella propria mente l’ immagine intrappolata nel quadro. Elisa Rodi | 61 |
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DA ZERO A (ROCKIN’) 1000 Marcato accento romagnolo, capello lungo da rocker e una passione, quella per la musica, che lo ha portato a creare qualcosa di unico, inimmaginabile. Qualcosa in cui solamente un sognatore avrebbe potuto credere. A tu per tu con Fabio Zaffagnini, ideatore di Rockin’1000
Fabio, parliamo del recente evento di Linate: come è nata questa idea e come vi siete preparati? Siamo stati contattati dal gruppo che gestisce le iniziative per la riapertura dell’aeroporto per sapere se fossimo interessati a fare un evento sul posto. La possibilità di esibirci a Milano, una città così centrale e importante, ci ha subito attratti, anche perché già da tempo pensavamo a Milano come location per un nuovo evento. È stata una fortunata combinazione di coincidenze.
Fabio Zaffagnini sognatore lo è stato, lo è, perché ha dato vita ad un progetto che in breve tempo è diventato famoso, e seguito, in tutto il mondo. Un progetto, per dimensioni e visione, che ci aspetteremmo uscito da qualche garage, azienda o startup statunitense, ma che invece è nato nella nostra Cesena. Per scoprire la storia di Rockin’1000 dobbiamo partire dal nemmeno troppo lontano 2015, quando a Fabio Zaffagnini venne un’idea folle. Radunare via web 1000 musicisti per dar vita a un mega concerto, il tutto per convincere i Foo Fighters a esibirsi a Cesena. Un piano che nella sua consapevole follia si è rivelato follemente geniale, e che ha cavalcato l’onda della viralità data dal web per arrivare alla band statunitense. Invito impacchettato, spedito, raccolto e aperto dai Foo Fighters che, di fronte a un appello simile, non hanno potuto dire di no. Doveva essere un’iniziativa one-shot, si è rivelato l’inizio della storia di una mega band che, in 4 anni, si è già esibita a livello globale. Dopo aver conquistato in estate Parigi e Francoforte, facendo registrare oltre 70.000 spettatori negli stadi delle due città, Rockin’1000 si è recentemente esibita a Linate e, nel 2020, sarà protagonista di un film-documentario sulla storia della band. La storia di questo folle progetto, però, facciamocela raccontare direttamente dal suo creatore, Fabio Zaffagnini.
Tecnicamente come funziona la selezione per entrare a far parte della band? Le candidature sono aperte tutto l’anno e chi vuole partecipare deve iscriversi al sito e inviare un video dal quale ci è possibile capire se ci sono le capacità minime per partecipare. Le selezioni non sono rigide e una volta superate le audizioni online il musicista ha la possibilità di partecipare agli eventi. Tramite una piattaforma diamo tutte le info necessarie, calendari, mappe, tutorial, spartiti che servono per prepararsi al meglio. Quando lanciamo il concerto poi i musicisti danno adesione tramite la nostra app, i primi mille entrano a far parte di coloro che suoneranno all’evento, gli altri finiscono in attesa. Sin dal primo momento in cui l’evento è ufficializzato i Fabio Zaffagnini, fondatore di Rockin’1000. Ph.: Andrea Bardi
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progetto sano che riesce a includere centinaia di persone di tanti paesi diversi. Tramite la musica rock abbiamo trovato un linguaggio comune che ha saputo mettere d’accordo tutti, permettendo alla gente di divertirsi e dar vita a risultati incredibili che individualmente nessuno di noi riuscirebbe a ottenere. Ognuno mette a disposizione il suo contributo senza dar spazio ai protagonismi.
partecipanti hanno materiale col quale esercitarsi da casa. A ridosso del concerto poi facciamo due giorni di prove tutti insieme, dalla mattina alla sera per coordinarci al meglio.
Ci sono delle caratteristiche che rendono un brano più o meno adatto per essere suonato da 1000 persone? La scelta è tutt’altro che semplice, ci sono alcune caratteristiche che devono essere rispettate. Non devono esserci grandi virtuosismi, dove presenti li andiamo a semplificare quanto possibile, il tempo dei brani deve essere possibil“Man mano che continuavamo mente dritto, niente assoli particolari, nel percorso ci siamo resi conto nulla di troppo complicato.
Ora siete abbastanza rodati e conosciuti in tutto il mondo, ma come ricordi i primi momenti di questo progetto? Ci sono state tante difficoltà, che nasceva tra i musicisti di ogni tipo. Gli inconvenienti un’amicizia vera.” tecnici paradossalmente sono Avete musicisti da ogni parte del stati i più semplici da affrontare mondo. Non solo divertite e vi diFabio Zaffagnini perché tutto è dipeso dalla nostra vertite ma siete anche un esempio capacità di risolverli. Le difficoltà di integrazione e multiculturalipiù grandi sono state senza dubbio legate al finanziamento smo. Forse anche qui si nasconde il vostro successo … del progetto e al reperimento delle risorse economiche per Questa è una cosa alla quale teniamo molto, e un aspetto di metterlo in piedi. Quando siamo partiti poi non avevacui ci siamo accorti strada facendo. Man mano che continuavamo nel percorso ci siamo resi conto che nasceva tra mo una grande credibilità, eravamo in una condizione in cui nessuno ci conosceva e nessuno credeva nelle nostre i musicisti un’amicizia vera, un rapporto solido dato da un
Ph.: Luca Parisse
Ph.: Andrea Bardi
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Siete nati grazie al web e attraverso i social fate tornare le persone al mondo reale, alla partecipazione, alla condivisione vera, non virtuale. È forse questo uno dei vostri pilastri? Voglio promuovere un utilizzo più sano dei social e del web. Un utilizzo delle tecnologie che abbiamo a disposizioCome è cambiata la tua vita dopo Rockin’1000? ne inteso come mezzo attraverso cui riuscire a raggiungere È cambiata tantissimo: ho avuto molti riconoscimenti, per un breve periodo anche una discreta popolarità che è una un obiettivo, più o meno ambizioso che sia. Il web, e con esso i social, non deve essere il cosa, per uno che non è abituato, fine ultimo di un’attività, ma uno che ti scombussola la vita. È stato strumento da sfruttare per arrivare strano passare dal totale anonimato “Quando siamo partiti non a realizzare quella stessa attività. al camminare per strada circondaavevamo una grande credibilità, La vera condivisione, per me, è to da persone che ti chiedono una eravamo in una condizione incontrarsi nel mondo reale e fare foto, è stato importante riuscire a in cui nessuno ci conosceva.” qualcosa di tangibile e pratico. In non montarsi la testa. Per fortuna questo senso sì che i social sono sono circondato da persone che mi Fabio Zaffagnini uno strumento utile e tutto da valopermettono di tenere i piedi per terra rizzare. Cerchiamo di evitare l’isoe la testa sulle spalle, questo mi serve lamento in cui siamo tutti collegati, ma solo virtualmente, tantissimo. Dall’altra parte è cambiato molto l’aver trovato per avere un mondo in cui siamo collegati effettivamente una missione: un motivo per cui portare avanti un progetto per fare delle belle cose. simile, non lavorativo, che mi permette di riunire così tante www.rockin1000.com persone comunicando valori in cui credo profondamente. Ho trovato una vera ragione di vita. Alessandro Creta capacità. Eravamo dei signor nessuno che andavano in giro a proporre un’idea apparentemente folle, per fortuna però abbiamo trovato persone e sponsor che hanno creduto in noi.
Ph.: Camilla Messini
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LE POESIE DEL PROFESSORE INCANTANO IL TEATRO QUIRINO La produzione poetica del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele conquista la scena teatrale romana Grande successo, sotto l’egida premurosa della musa Euterpe, per il reading di poesie del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e Presidente Onorario della Fondazione Roma, che ha animato la programmazione autunnale del Teatro Quirino di Roma. Business man di comprovata esperienza, economista, avvocato, manager di grandi aziende, docente universitario, mecenate, filantropo, protagonista della vita politica e culturale del nostro Paese, il Professor Emanuele non esaurisce la sua poliedrica personalità nelle molteplici attività economiche e civili che lo hanno sempre coinvolto. In lui, infatti, arde anche il fuoco sacro dell’ispirazione poetica, alimentato da una sensibilità profonda e complessa, che gli ha consentito di creare un universo lirico per nulla scontato, ma coinvolgente, delicato e toccante. Tre attori d’eccezione, Geppy Gleijeses, Marisa Laurito e Andrea Giordana, hanno prestato le loro voci per rendere vive e presenti sul palcoscenico le parole intessute dal Professore: di fronte a una sala straripante di pubblico, i tre artisti hanno interpretato dandosi il cambio quindici tra le più affascinanti composizioni di Emanuele, tratte dalle raccolte “Pietre e vento” e “La goccia e lo stelo”. Scrosci di applausi hanno scandito l’esibizione degli attori, facendo da colonna sonora a una serata densa di emozioni e commozione. Il momento clou si è raggiunto in particolare verso la conclusio| 66 |
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ne della serata, quando il Prof. Emanuele, dopo i ringraziamenti di rito, ha chiesto all’amico Gleijeses di leggere altri due inediti, tratti dall’ultima sua raccolta non ancora data alle stampe. La scena teatrale romana ha vissuto così una serata di celebrazione del grande potere catartico e coinvolgente della poesia, grazie a uno dei suoi interpreti più originali e inaspettati, anche se il Professore nel corso degli anni ha raccolto numerosi riconoscimenti letterari che hanno costellato la sua multiforme carriera e, ultimo, ma non ultimo, quest’anno è stato insignito del “Premio Montale fuori di Casa 2019 – sezione Mediterraneo per la poesia”. Nella cornice del Teatro Quirino, le incantevoli immagini scenografiche del video-artist Gianluca Rame, sul tappeto musicale confezionato da Ludovico Einaudi, hanno contribuito a vestire al meglio le poesie con pennellate di colori e suoni pensati ad hoc. Al centro dell’universo ricchissimo che emerge dall’epico percorso umano del Prof. Emmanuele F. M. Emanuele si erge un pianeta fatto di abissi profondissimi e struggenti, di sentimenti profondi e delicati: un cosmo a cui la poesia dà corpo, voce, linguaggio e densità. La personalità di Emanuele è la roccia solida su cui costruire la solida e ambiziosa cattedrale della sua produzione poetica, opera totale enorme e variegata, mai vittima di mode passeggere o di arzigogolate soluzioni di maniera. L’autore è perfettamente in grado di tenere con decisione e dolcezza le redini della sua visione e trascinare in essa il lettore senza riserve, con perfetta consapevolezza e intenzionalità. Il poeta Emanuele vuole far dialogare virtuosamente la propria interiorità con quella dei lettori e degli ascoltatori: la catarsi più completa e l’abbandono più totale sono le conseguenze naturali del contatto con una penna che sa mettersi a nudo, portando a disposizione di tutti il suo vissuto, le gioie e i dolori, le suggestioni, i ricordi e le esperienze, come se si trattasse di un banchetto speciale di condivisione ecumenica. La vita dell’autore è filtrata attraverso il gesto artigiano della parole, che vengono scelte e molate con cura per incastonarsi quasi magicamente le une con le altre e restituire così il senso di una vita e di un’esperienza. Visioni di territori, memorie di viaggi, amore per la sconfinata bellezza della natura: questi i temi toccati dal Professore per poi approdare a sfere sempre più elevate, muovendo quelle leve che lambiscono temi cruciali per l’umanità, dall’amore alla morte, alla gioia di vivere e agli orizzonti da scoprire, con il proprio bagaglio di speranze e delusioni. Poesie toccanti e coinvolgenti, portate sul palco per ricordare che la poesia non può mai essere accantonata, non può finire esiliata dal nostro quotidiano e scendere dal palcoscenico delle nostre vite. Il Professor Emanuele ne è ben consapevole e, per lo spirito etico che lo contraddistingue, decide di farsene alfiere, adempiendo con innata grazia a questo cruciale compito. Foto: Marta Carlini Elisabetta Pasca | 67 |
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HUSTLERS - LE RAGAZZE DI WALL STREET Jennifer Lopez leader di una gang di spogliarelliste in una storia vera che potrebbe darle l’Oscar
fatori in cui lo strip club è l’esplicita metafora degli Stati Pensando al mondo delle spogliarelliste su grande Uniti, ma che è anche uno sguardo femminile dentro un schermo una delle prime idee che vengono in mente mondo in cui lo sguardo degli uomini e della società che è Showgirls, lo scult di Paul Verhoeven col tempo hanno creato è spesso una prigione. Non a caso, la scelta rivalutato da parte della critica in cui il regista olanstilistica che ricorre in Hustlers - titolo che ha un doppio dese metteva in scena una sorta di Eva contro Eva senso tra ‘truffatore’ e ‘prostituta’, ma anche un’allusione dai pochissimi veli. Il gioco al massacro, gli inganni, le a una rivista erotica - è la steadycam che segue Destiny invidie e le rivalse, il gusto per il cat fighting tipicamente (Constance Wu) tra gli sguardi altrui: nella prima sequenmaschile si ribaltano in Hustlers, o per il pubblico italiano za del film, sono i maschi del club a guardarla mentre esce Le ragazze di Wall Street - Business Is Business, il film dal camerino e arriva in sala per offrire le sue movenze a di Lorene Scafaria che ha conquistato gli USA (si parla chi è disposto a pagarla, più avanti invece sono le madri addirittura di un possibile Oscar per la sua protagonista delle compagne di scuola Jennifer Lopez) e che arriva in Italia il della figlia a osservarla con 7 novembre. disprezzo quando accompaDel film di Verhoeven, Scafaria ribalta Scafaria parte da un’inchiesta gna la bimba dopo una nottai temi e l’approccio: la nuova arrivata giornalistica di Jessica Pressler ta piuttosto difficile. Un tocco all’interno del club di spogliarello e stilistico che chiama in causa pole dance non è la miccia che innee costruisce una storia di truffe il documentario e la matrice sca le invidie altrui, ma il collante di e truffatori in cui lo strip club è giornalistica (nel film, Julia una strana specie di sorellanza capegl’esplicita metafora degli Stati Uniti. Stiles interpreta la giornaligiata da Ramona (Lopez, appunto), la sta che scrisse l’articolo di veterana del locale, che prende sotto la sua ala la giovane Dorothy/Destiny, partenza) ma che è anche un modo per costruire uno dei temi del film, ovvero quanla fa diventare una stripper di altissimo livello capace di to lo sguardo e la sua potenza, quanto l’ostentazione di gestire i clienti di Wall Street e poi, quando la crisi del fascino, sensualità o ricchezza sia più un bisogno di com2008 distrugge l’economia americana, reinventarsi in una piacere gli occhi degli altri che una necessità personale. gang di “ladre” assieme ad altre colleghe. Scafaria sembra voler fare di questo elemento il cardine Scafaria parte da un’inchiesta giornalistica di Jessica su cui costruire una riflessione sull’America contemPressler (disponibile on line su The Cut, dal titolo The poranea (il film si svolge tra il 2007 e il 2015) ed è quasi Hustlers at Scores) e costruisce una storia di truffe e truf| 68 |
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naturale scegliere il film di truffa con annessa componente finanziaria: cosa meglio di The Wolf of Wall Street di Scorsese o La grande scommessa di Adam McKay (che co-produce) possono raccontare gli Usa degli anni ’00 e ’10? Però alla regista, più che il lato politico e criminale della questione interessa il fondamento psicologico di quella società e di quella politica: se Ramona si fa un vanto di truffare i truffatori, equiparandosi ai lupi di Wall Street ma credendosi nel giusto moralmente, le dinamiche che gestisce all’interno del gruppo che ha creato replicano quelle tossiche della società che accusa. Così, Hustlers diventa anche un film sulla leadership all’interno del modo di vita americano - o dovremmo dire newyorkese -, su quella mescolanza di carisma e manipolazione che crea un leader e sul miscuglio tra stima e sottomissione che segna i seguaci. Sulla differenza tra chi lancia i soldi e chi balla per dirla con Ramona. Nonostante la piega criminale che prende il racconto della gang di ballerine sexy, Scafaria realizza questo anti-Showgirls tenendo bene in evidenza il filtro femminile (e in un certo senso femminista, come da rinnovata consapevolezza hollywoodiana) e l’ampiezza di rappresentazione sociale, la messinscena dei rapporti di classe e affettivi come misura degli sguardi, usando toni e accortezze di sceneggiatura in grado di scavare nei cliché, di mostrarne lo squallore dietro l’allure o viceversa la determinazione personale dietro l’apparente patetismo. E proprio andando contro un certo modo maschile di vedere il femminile, quello acre del film di Verhoeven ed Eva contro Eva, usando toni leggeri, ritmo da commedia, interpretazioni brillanti e una verve di regia ammirevoli. Eva più Eva più altre due donne, potremmo dire, nonostante tutto (l’ultima inquadratura che non riveliamo è in questo senso esemplare del modo con cui Scafaria racconta questa banda di ragazze in déshabillé), unite per far fronte a un mondo di maschi che crede di poter usare il corpo femminile a proprio piacimento, ma poi tace spaventato per non far sapere che una donna li ha raggirati. Anche questa è l’America, bellezze.
L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.
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“THE CROWN”: LA REGINA COLPISCE ANCORA Nella terza stagione della serie tv, Elisabetta II avrà il volto di Olivia Colman
con i suoi primi ministri, all’inizio voleva realizzare un Cambio della guardia, è proprio il caso di dirlo, film concentrandosi sul rapporto tra la Regina e Winston nel cast della fortunata e ambiziosa serie Netflix Churchill, ma la miniera d’oro del materiale disponibile “The Crown”, che racconta la storia di Elisabetta per il racconto lo ha, fortunatamente, persuaso a creare II, iconica e inossidabile sovrana del Regno Unito, una serie televisiva. Fin dalla genesi, “The Crown” è condetentrice del record di longevità regale, ben 67 cepita come un’opera in sei parti anni sul trono, strappato da 10 episodi ciascuna, dove il cast all’altrettanto leggendaria viene rinnovato ogni due stagioni Regina Vittoria. Il progetto di La terza stagione, disponibile in per rendere più credibile e verosi“The Crown”, firmato da Peter streaming dal 17 novembre, mile lo scarto temporale. Morgan, prevede di narrare le gesta della Regina e della casa vedrà nel cast il Premio Oscar Olivia Così, per la terza stagione, disponibile in streaming dal 17 novembre, reale inglese partendo dall’aColman e l’attore Tobias Menzies in cui vedremo le vicende che vanscesa al trono di Elisabetta per (Edmure Tully in “Game of Thrones”). no dalla fine degli anni Sessanta arrivare fino ai giorni nostri: agli anni Settanta, dovremo dire la prima stagione, infatti, ha addio alla Elisabetta di Claire Foy e coperto il periodo dal 1947, al Filippo di Matt Smith, per far posto nel nostro cuore di anno del matrimonio tra Elisabetta e Filippo di Edimburserial addicted al Premio Oscar Olivia Colman e al comgo, fino allo scoppio della crisi di Suez nel 1956, mentre pagno di scena Tobias Menzies, per tre stagioni Edmure la seconda stagione si è sviluppata intorno a un arco Tully in “Game of Thrones”. Il turn over nel cast è stato temporale di nove anni, concludendosi nel 1964, con la davvero sostanziale, ma dalle prime immagini trapelate nascita dell’ultimogenito della coppia, Edoardo. Morgan, autore dello spettacolo teatrale “The Audience”, costruito il risultato sembrerebbe superbo, sia per la qualità degli interpreti, che per la somiglianza con i personaggi reali e intorno agli incontri settimanali della Regina Elisabetta | 72 |
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quando interpreto un personaggio realmente esistito è avere in un certo senso la sua benedizione perché si ha una responsabilità”. Certo, lo scetticismo intorno alla veridicità di questa “benedizione celeste” è tanta, ma l’attrice, interprete anche della perfida strega oscura Bellatrix Lestrange nella saga di Harry Potter, ha fornito dei dettagli senz’altro intriganti: “Poi ha detto: ‘Ma devi sistemarti e devi essere maggiormente curata e ordinata’. Ha aggiunto: ‘Sistema il modo in cui fumi. Fumavo in un modo davvero particolare. Ricordatene – questo è un appunto importante – il bocchino era un’arma di espressione, non solo era utile per fumare’ ”. Non c’è dubbio, c’è di che restare incollati allo schermo. Chissà cosa ci riserverà Olivia Colman, la nuova protagonista, vincitrice di un Bafta, un Golden Globe e un Oscar per la sua magistrale e tragicomica regina Anna nel film “La favorita” di Yorgos Lanthimos e reduce dal successo della serie Amazon Prime “Fleabag” di Phoebe Waller-Bridge, trionfatrice agli Emmy Awards, in cui ha interpretato un’odiosa ma efficacissima Matrigna: non potrà che regalarci un’indimenticabile Elisabetta II. Nonostante l’incoerenza narrativa relativa al colore degli occhi della Regina, blu quelli della Foy, proprio come quelli di Elisabetta, e marroni quelli della Colman, intollerante a qualsiasi tipo di lente a contatto, l’importante ruolo potrebbe valere all’attrice britannica nuovi prestigiosi riconoscimenti e di sicuro regalerà a noi nuove incredibili emozioni. Dio salvi la Regina, of course. Elisabetta Pasca
per l’accuratezza nella ricostruzione dei dettagli di costumi e ambienti. Sappiamo poi che, tra la terza e la quarta stagione, verranno finalmente introdotti anche nuovi personaggi, particolarmente significativi per la storia della Royal House, come Diana Spencer, Camilla Shand, meglio conosciuta come Camilla Parker Bowles, e la “Lady di Ferro” Margaret Thatcher, interpretate rispettivamente da Emma Corrin, Emerald Fennel e dalla mitica “agente Scully” Gillian Anderson. Il re-casting prevede poi l’esordio di un Principe Carlo nuovo di zecca, interpretato dal ventinovenne Josh O’Connor, attore inglese che vanta già collaborazioni prestigiose con registi del calibro di Kenneth Branagh e Stephen Frears. Non finisce qui: questa attesissima terza stagione mostrerà Helena Bonham Carter, ex compagna del regista Tim Burton, vestire i panni della sorella di Elisabetta, la Principessa Margaret. Dalle colonne del The Guardian, l’attrice inglese ha fatto sapere che la sua preparazione per il ruolo assegnatole è stata molto dura e complessa, nonostante la sua esperienza e la candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista ricevuta nel 2010 proprio per l’interpretazione di un altro membro della Famiglia Reale, la Regina Madre, moglie di Giorgio VI, nel magnifico lungometraggio “Il Discorso del Re”, diretto da Tom Hooper. La Carter ha rivelato di aver addirittura fatto ricorso a una medium per potersi mettere in contatto con lo spirito della Principessa e chiederle così dei consigli. “Ha detto di essere felice che avessi ottenuto la parte – ha confessato Helena – La cosa più importante, per me,
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LA ROCKSTAR DELL’ALTA CUCINA Anelli, barba da hipster consumato, tatuaggi. Se non indossasse la giacca da chef Eugenio Boer potrebbe essere scambiato per il frontman di una rock band. Niente chitarra, però, per lui che esegue i migliori assoli tra i fornelli.
zati su un foglio di carta, poi finalmente realizzati Se è vero che i cuochi, per ambire a diventare anni dopo. Un sorriso spunta anche quando ricorda grandi chef, devono viaggiare e girare il mondo, sua nonna, prima vera maestra di un Eugenio ancora allora di Eugenio Boer non possiamo mettere in bambino e che l’ha aiutato in quel percorso che lo ha dubbio le qualità in cucina. Boer, infatti, è forse il portato direttamente nel gotha della cucina italiana. prototipo perfetto dello chef “pellegrino”. ImposChi meglio dello chef, però, per farci raccontare la sua sibile il contrario dopotutto se hai un padre olandese e storia? Lo ha fatto durante l’ultima edizione di Identità una madre per metà siciliana e per l’altra metà ligure, Golose a Milano … hai vissuto per 8 anni in Olanda prima di tornare in Italia Eugenio, padre olandese e tra Liguria e Sicilia, tappe “ob“Ho avuto la fortuna di avere una nonna madre ligur/siciliana: sei bligate” che hanno preceduto che faceva la cuoca di mestiere. cresciuto in Olanda prima il periodo a Berlino e, nuovaIn lei ho visto il cercare di trasmettere di trasferirti in Italia. mente, quello nel Belpaese. amore attraverso un gesto: il cucinare” Come hai sviluppato la La strada che porta alla cucina tua idea di cucina? Eugenio l’ha trovata prestisLa cosa che aiuta molto simo, a 3 anni, e a 12 già si a offrire un buon prodotto, una buona esperienza destreggiava a livello professionale tra fornelli e pengastronomica, è il fatto di aver assorbito tante contole. Una strada che si è rivelata sì in salita, tra grandi taminazioni. Vivere ancorati al passato e a una sola e severi maestri della cucina italiana e internazionale, cultura sarebbe un grande errore, ma allo stesso tempo ma che alla fine ha portato lo chef ad ottenere, tra i è sbagliato prendere il passato e buttarlo via. Diciamo vari riconoscimenti, la stella Michelin. che su questo ho fondato molto della mia idea e, come La gavetta, dura come ammette direttamente lo chef, dice un maestro come Massimo Bottura, bisogna saper la ricorda col sorriso, ripensando alle ore passate ad ascoltare i consigli dei grandi, alle prime idee elaborate, i primi piatti prima solamente disegnati, abbozSgombro, indivia belga, salsa tartara e senape. | 76 |
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Risotto alla cenere, salmerino di montagna e le sue uova.
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Eugenio Boer, chef del ristorante BU:R di Milano.
guardare le cose da un altro, nuovo, punto di vista. Ogni volta che mi avvicino a un ingrediente lo studio, lo analizzo, e mi chiedo in quale modo poterlo preparare, come se fosse sempre la prima volta. Mi faccio queste domande tutte finalizzate alla definizione del gusto complessivo. Puoi anche mettere in discussione un tuo stesso piatto, riproporlo e rivisitarlo così come rivisiti te stesso. Hai iniziato giovanissimo ad armeggiare dietro ai fornelli. Sembra che tu non abbia mai avuto dubbi su quale percorso fare. Sono stato molto fortunato, ho iniziato a cucinare a 3 anni e a livello professionale a 12. Sono 29 anni che faccio il cuoco e non ho mai avuto dubbi sul mio percorso professionale. Come è stata la tua gavetta? La gavetta ora la ricordo in modo piacevole, con una grande felicità. Dico e dirò sempre che va fatta, ma è importante non bruciare le tappe, perché la fretta non serve a nulla special-
“La gavetta ora la ricordo in modo piacevole, con una grande felicità. Dico e dirò sempre che va fatta, ma è importante non bruciare le tappe”
mente in un lavoro che è fatto di storicità, di grandi tradizioni e di una cultura non solo nostra ma anche di altri paesi. Bisogna essere in grado di riconoscere bene questi aspetti, perseguendo la perfezione, non raggiungendola magari ma avvicinandosi il più possibile. Questo è estremamente stimolante, il motore di tutto. Durante la gavetta bisogna fare quello che viene chiesto, farlo bene ma allo stesso tempo è importante iniziare a pensare autonomamente: prendere appunti, segnarsi le idee e non lasciarsele scappare perché potrebbero servire in un secondo momento, anche per vedere come la propria mentalità è cambiata e si è evoluta. Da Alberto Rizzo in Sicilia a Norbert Niederkofler in Alta Badia, hai avuto grandi maestri e in terre diversissime. Quanto hanno contribuito ad affermare la tua idea di cucina? A destra: terrina di fagiano e anguilla affumicata.
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A lato: risotto all’ortica, polline e lavanda. Sotto: il ristorante BU:R
Tutti ci sono riusciti a loro modo. È stato un percorso cercato, voluto, il carattere forte delle persone che sono state miei maestri mi ha messo alla prova come essere umano e come professionista. Non parlo solamente dei grandi chef dai quali ho imparato, ma dico prima di tutto da mia nonna, la mia prima vera maestra che mi ha avvicinato a questo mondo. Io ho avuto la fortuna di avere una nonna che faceva la cuoca di mestiere. In lei ho visto il cercare di trasmettere amore attraverso un gesto: il cucinare, e da lì è partito tutto. Per chiudere, è insolito vedere uno chef con così tanti tatuaggi. Che significato hanno? Sono legati alla mia vita. Mi sono tatuato la prima volta a 15 anni, non l’ho fatto per moda e ho ricominciato a tatuarmi dopo esser diventato uno chef autonomo. Questo per rispetto dei miei maestri: non avrei mai fatto una cosa che avrebbe dato loro fastidio e a me, eventualmente, arrecato danno. Ho messo da parte negli anni tutte le ispirazioni, le idee, e le ho “marchiate” sulla mia pelle una volta diventato indipendente. Bu:r di Eugenio Boer Via Mercalli ang, Via S. Francesco D’Assisi, Milano www.restaurantboer.com Alessandro Creta Ph.: Marco Varoli
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IL PERÙ TOGLIE IL FIATO Una vita non basterebbe per vedere tutto il mondo, e allora iniziate da un posto, magari dal Perú: perché ha un nome carino, perché si parla spagnolo e quindi le cose son più facili per gli italiani. E poi ci sono gli alpaca. Insomma, scegliete voi il motivo, ma andate. Ciò che vi resterà negli occhi e nel cuore varrà il viaggio, i chilometri e la fatica.
3.00, 4.30, 5.00, 5.50. Ecco la collezione di sveglie da portare in Perú, un viaggio che vi farà dimenticare i comfort ma in cambio vi ricorderà tutto ciò che nella vita di città vi siete dimenticati.
NAZCA Le distanze in Perú sono enormi. Il consiglio è quello di viaggiare in bus e di notte per riposare e non “sprecare tempo”. Arrivati a Nazca, se superate la paura di salire su un aeroplanino, potrete sorvolare per mezz’ora sulle Lineas de Nazca. Le figure sono 11 e per ognuna faranno due virate per farvele vedere da più prospettive. Mettete in conto un po’ di nausea, ma l’emozione che proverete è di quelle forti.
LIMA, PARACAS E ISLAS BALLESTAS A Lima, passateci solo in time-lapse con sosta a Barranco per dare un saluto all’Oceano Pacifico e mangiare il ceviche, tra i piatti più diffusi del Paese. Partite appena possibile per la AREQUIPA Riserva di Paracas, un luogo dove la Dopo un bagno termale a Chivay, Sorvegliata da vulcani con natura è padrona e in cui vi ritroall’alba partite per Yanque dove la punta innevata, Arequipa verete a strapiombo sull’Oceano, non vi deluderà. Soprattutto davanti a scogliere rosse altissime e alle 7.00 della mattina troverete il tempo che passerete nel alle nuvole in un cielo con dieci strati già gente che balla con abiti Monasterio de Santa Catalina di profondità. tradizionali bellissimi. de Siena: pareti blu, rosse e Animali? gialle, scale che non hanno Andate alle Islas Ballestas con una una direzione precisa e piante delle prime barche. Vedere le otarie, i grasse curate e perfette per aggiornare il vostro feed di pellicani e i pinguini di Humboldt nel loro habitat natuInstagram. Girando in città potrete vedere tantissime sirale vi farà capire il vero significato della parola libertà. gnore con gli abiti tipici e la loro fantastica e immancabile Portatevi un cappello e un impermeabile, indispensabili. bombetta. Andate al Museo Santuarios Andinos a conosceIl guano degli uccelli dell’isola non perdona, colpisce re di persona Juanita, la ragazzina sacrificata agli dei Incas, liberamente chi capita a tiro. la sua storia e di come il suo corpo è stato ritrovato vi verrà Ma ne vale la pena per degli stormi così belli, precisi, raccontata tante, tante volte. infiniti. | 82 |
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COLCA CANYON In questo viaggio occhi aperti: dai finestrini del bus imparerete a distinguere e riconoscere i vicuñas dai lama e dagli alpaca. A questo punto del tragitto preparatevi a provare il primo pacchetto di foglie di coca contro il “soroche” o mal d’altura: 8 foglie da mettere in fondo al palato e da masticare molto lentamente. Arrivati a 4.900 m s.l.m., al Mirador de los Volcanos, vi troverete al cospetto dei vulcani El Misti, il Chachani, l’Ampato, il Sabancaya e lo Huaka Huaka. Dopo un bagno termale a Chivay, all’alba partite per Yanque dove alle 7.00 della mattina troverete già gente che balla con abiti e vestiti bellissimi. Ah, entrate nelle chiese, sono un mix di cultura country, barocca e sud americana. Ultima tappa: la Cruz del Condor, dove i Condor planano nel Canyon passandovi a pochi metri dalla testa. Uno spettacolo unico. Altre soste: Maca, Patahuasi, Laguna Lagunillas (4.400 m s.l.m.). PUNO E LAGO TITICACA – ISOLA DEGLI UROS, ISOLA AMANTANÌ E ISOLA TAQUILE A Puno percorrete le strade in zona porto, più vere e a volte crude, e lasciatevi coinvolgere dall’atmosfera del caratteristico mercato sopra i binari in disuso. La mattina presto partite per le isole del Lago Titicaca. La prima è quella degli Uros: un’isola artificiale in movimento costruita pazientemente dai suoi abitanti giorno dopo giorno nel corso degli anni. Un po’ turistico, ma interessante. Salutati gli Uros, dopo due ore e mezza di battello arriverete sull’altissima Amantanì dove potrete dormire a casa di una famiglia locale. Una salita fino a 4.000 m s.l.m. che non scorderete mai: cuore a mille e costole che sembrano schiacciare i polmoni. Quando arriverete ai templi del Pachamama e Pachatata tutto tornerà regolare, tranne il tramonto. Quello è eccezionale. Rispetto alle altre due, nell’isola di Taquile c’è solo una differenza, tutti indossano un cappello che cambia a seconda dello stato civile. Altro che Tinder… CUZCO Tappe tra Puno e Cuzco che meritano: La Raya, da cui ammirare il ghiacciaio dove nasce il Rio delle Amazzoni e il tempio Wirawocha. Cuzco è un po’ come Roma: ad ogni angolo c’è una chiesa, qua però sono costruite sui templi Incas distrutti. Sali e scendi, mercatini, negozi, un sacco di alpaca addomesticati e altrettanti Soles (la moneta locale) spesi per fare foto con loro. Da visitare i siti archeologici nei dintorni: Sacsaywamàn, Q’enqo, Pukapukara e Tambomachay. | 85 |
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VALLE SAGRADO Le salineras de Maras e Moray sono belle, Pisac anche, ma Ollantaytambo di più. Dopo aver visitato il sito, da qui prenderete l’Incarail che segue il fiume Urubamba fino ad Aguas Calientes, ultima tappa prima di Machu Picchu. MACHU PICCHU Davanti a questo spettacolo, riuscirete a pensare solo a una cosa, la pagina del libro di storia delle elementari dove per la prima volta avete visto Macchu Picchu. In un secondo vi ritroverete di nuovo in quella classe, sul vostro vecchio banco. Credo vi verrà da sorridere, perché davanti a qualcosa che credevate di conoscere da una vita, vi ritroverete a non sapere nulla. E sarà bellissimo. Fino a quando non vi diranno che Macchu Picchu si pronuncia Maciu Pikciu. MONTAÑAS DE 7 COLORES Se potete, fate passare almeno un giorno tra Machu Picchu e le Rainbow Mountains. Si parte alle 4 di mattina. La camminata è fattibile, ma non è una passeggiata. Resistete: ne vale la pena. In cima a questa montagna, troverete sconosciuti da tutto il mondo che ridono e che si danno il cinque, che esultano con voi. Lì, su quel cocuzzolo, un posto piccolo e difficile da raggiungere, c’è spazio per tutti. C’è aria per tutti, anche a 5.000 metri s.l.m. Niente di più, niente di meno. Non lo scorderete mai. Anna Lasagni
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UN NUOVO EGITTO Durante l’ultima edizione del TTG Travel Experience di Rimini con il Presidente dell’Ente del Turismo Egiziano, Sig. Ahmed Youssef, abbiamo parlato del rilancio turistico di un Paese che negli ultimi tempi si è riscoperto meta particolarmente amata dagli italiani.
rispetto all’anno precedente e secondo le previsioni Sarà la punta di diamante della nuova e rinavremo una crescita ancora maggiore per il 2020: novata offerta turistica del 2020: l’apertura credo di poter dire che supereremo il mezzo milione del Grande Museo Egizio nella piana di Giza. di italiani che si recheranno in visita nel nostro Un evento “internazionale”, come lo ha definito Paese. Per quanto riguarda le mete, finora abbiamo il Presidente dell’Ente del Turismo Egiziano, che visto che gli italiani prediligono maggiormente il catalizzerà le attenzioni di tutto il mondo, e che sarà Mar Rosso. In particolar modo, però, negli ultimi volano della rinascita turistica di questo territorio. I mesi c’è stato un grande incremento per quanto numeri dei recenti flussi turistici sono promettenti riguarda le crociere verso e, in particolar modo per Luxor. quanto riguarda il mercato italiano, il trend è in proGli italiani stanno progressivamente Cosa può dirci riguardo gressiva crescita. tornando in Egitto, parliamo l’offerta turistica che Valorizzazione di nuove di un incremento di quasi il 40% l’Egitto propone? destinazioni, misure di rispetto all’anno precedente. L’Egitto è un territorio sicurezza intensificate, molto ricco di destinazioattività promozionali paralni e prodotti destinati al lele sono le fondamenta turismo. Dico sempre che abbiamo tutto da offrire su cui l’Egitto ha saputo ricostruire la sua nuova ai visitatori, tranne la neve e la possibilità di sciare primavera. Una nuova primavera di cui il Presidente (ride, ndr). dell’Ente Turistico ha parlato così ... Abbiamo per esempio la miglior cucina del middle est africano, e per questo invito a provare la nostra Presidente, quale è stato il trend che ha guidagastronomia, stiamo inoltre promuovendo l’hiking to il turismo italiano in Egitto nel 2019 e quali montano e i safari nel deserto. Diamo impulso in sono le previsioni per il 2020? pari misura alle numerose destinazioni e ai prodotti Gli italiani stanno progressivamente tornando in che l’Egitto riesce a offrire. Egitto, parliamo di un incremento di quasi il 40% | 88 |
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Non mancano anche gli eventi di interesse culturale e dal grande richiamo internazionale, come è stato il caso della spettacolare esecuzione nello scenario delle grandi Piramidi e della Sfinge de l’Aida di Giuseppe Verdi. Avete iniziative simili in programma anche per il prossimo anno? L’evento maggiore, previsto per la seconda parte del 2020, sarà l’apertura del Grande Museo Egizio a Giza. Penso che, ancora una volta, sarà un evento globale, che non interesserà solamente l’Egitto. Si tratta del più grande museo a livello mondiale dedicato a una singola cultura e a renderlo unico saranno nuovamente le Piramidi che gli fanno da sfondo. Considerando anche il grande successo riscosso dalla mostra organizzata a Parigi per celebrare il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon abbiamo in programma di discutere presto con Zahi Hawass, Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie, per organizzare questa esposizione o questo tipo di eventi anche in Italia. Crede nel ruolo che possono avere social media come Facebook o Instagram nella promozione turistica? Collaboriamo come Ente Turistico con una compagnia internazionale specializzata in social media e stiamo discutendo di un’importante opera di promozione attraverso questi canali. Nello specifico per ogni mercato pianifichiamo delle campagne basate sulle fasce d’età, la stagione, le destinazioni ecc. Inoltre, negli anni passati abbiamo invitato numerosi influencer a visitare l’Egitto. Non solo quindi organizziamo viaggi destinati a giornalisti e stampa ma anche a personaggi con grande seguito sui social. Stiamo lavorando molto sotto questo punto di vista. State intensificando anche le misure di controllo e di sicurezza nel vostro Paese, ce ne vuole parlare? Negli ultimi anni il governo egiziano ha investito milioni di dollari in sicurezza, con personale debitamente addestrato e molte videocamere per le strade, negozi e luoghi pubblici. La polizia è formata con tecniche all’avanguardia e ha in dotazione un nuovo equipaggiamento. Negli aeroporti, inoltre, ci sono misure di sicurezza molto alte e posso dire che l’averle incrementate ha favorito la crescita turistica. In molti stanno tornando in Egitto perché si sentono più sicuri rispetto a qualche anno fa. Per chiudere, ha posti “inediti” da suggerirci per il 2020? Sicuramente il porto mediterraneo di El Alamein è uno dei nostri tesori meno conosciuti. Stiamo cercando di incrementare il flusso turistico anche con grandi investimenti per quanto riguarda le infrastrutture nel territorio e nella costruzione di nuovi hotel e appartamenti. Il futuro sarà nell’area mediterranea dell’Egitto, che stiamo progressivamente sviluppando e valorizzando. Franco Del Panta | 90 |
www.mercatomediterraneo.it info@mercatomediterraneo.it
NALE FIERA INTERONDAOZTIO I T R DEI P RI AGROALIMENRTA EO N A DEL MEDITER
a Fiera di Ro1m 9-10-11- 2019 Novembre 2 NIZZATA DA:
IDEATA E ORGA
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GRAND HOTEL FASANO
UN SOGGIORNO NELLA STORIA
Tra le gemme più brillanti che offre Gardone Riviera, sul lago di Garda, c’è sicuramente il Grand Hotel Fasano. Un 5 stelle per rilassarsi nel lusso di una storica dimora. Era il 1888: l’Italia era una nazione da meno di 30 anni, i fratelli Lumiére stavano mettendo a punto il loro cinema, nasceva il grammofono e in Inghilterra si inaugurava il primo campionato di calcio nazionale al mondo. Era il 1888 e il Grand Hotel Fasano si affacciava per la prima volta sul Lago di Garda, specchiandosi in un tratto di acqua che da un secolo e mezzo ne riflette momenti, stagioni e ospiti.
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Quello di cui il Grand Hotel Fasano è stato protagonista è un vero e proprio viaggio nel tempo, attraverso tre secoli che hanno mutato, modellato e inciso la storia dell’umanità. Sulle rive del Lago di Garda questa dimora ne ha vista di acqua, e di tempo, scorrere, rimanendo sempre fedele ai concetti di lusso, esclusività ed eleganza che fungono da ideali colonne portanti di una struttura che, con uno slancio di 150 anni, si proietta nel futuro. Non stiamo semplicemente parlando di una dimora 5 stelle che si affaccia sul Lago di Garda. Il Grand Hotel Fasano tra eleganti suites, ristoranti gourmet e la splendida vista su una delle location italiane più invidiate, esprime la sua massima potenza nei dettagli che rendono la struttura una vera perla che si incastona nel territorio di Gardone Riviera. La cura dei particolari è probabilmente il vero segreto di questa dimora: un’attenzione specifica che convince, cattura e stupisce l’ospite.
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La piscina interna è collegata, con un tunnel che può essere percorso a nuoto, alla pool situata esternamente. Qui la filosofia del naturale è il credo laico alla base della concezione del centro wellness del Grand Hotel Fasano. Assieme al legno è il marmo, proveniente dalle vicine cave di Brescia, il materiale più utilizzato per realizzare questo centro benessere. Sono due le versioni di suite disponibili al Grand Hotel Fasano. Entrambe si distinguono per dimensione e sontuosità, nonché per una vista panoramica sul lago che vi farà compagnia per tutto il vostro soggiorno. Deluxe, Superior, Comfort e Villa Principe sono le altre proposte messe a disposizione dallo staff della struttura, stanze in cui abbandonarsi tra mura che hanno visto lo scorrere dei secoli senza mai risultare fuori luogo e… fuori tempo.
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Il Grand Hotel Fasano punta sulla diversificazione dell’offerta enogastronomica, con il Magnolia come ristorante principale per gli ospiti e il Fagiano allestito a locale gourmet all’esterno. Il fil rouge che accompagna e lega i piatti del menù del ristorante è la volontà di far capire all’ospite straniero quella che è la tradizione gastronomica italiana, facendo scoprire sapori tipici del territorio. Al Magnolia dunque l’ospite si lascia guidare dai piatti caratteristici della cucina del Paese, al ristorante gourmet Il Fagiano invece è protagonista una cucina più creativa, che racchiude nei piatti protagonisti le esperienze e le idee dello chef Matteo Felter. John Daporto
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Grand Hotel Fasano Corso Zanardelli, 190, 25083 Gardone Riviera BS www.ghf.it
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La lezione (di classe) di Tod’s
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Lo stile di Tod’s conferisce personalità a ogni outfit: il colore blu è declinato con grazia nel completo casual con pullover dagli intrecci grigio-piombo e blu polvere, su pantalone slim fit in velluto dalla tonalità oltremare. Gli accessori abbinati, la cintura in pelle, lo zaino sportivo e le sneakers bi-color, completano la palette di sfumature per un effetto classico e moderno al tempo stesso. Un tocco british non guasta per garantire un aspetto scanzonato ma elegante: il capospalla è un paltò con doppiopetto ampio dalla fantasia scozzese in tonalità tabacco per un look contemporaneo ma dal sapore retrò. La fantasia scozzese viene ripresa, con un pattern più largo, nei trousers dalle tonalità più sature, mentre il marsupio blu a tracolla sdrammatizza e spezza gli abbinamenti ton sur ton.
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Un gioco di sovrapposizioni che intriga: Tod’s propone un cappotto doppiopetto grigio con doppia fila di bottoni, su una giacca in velluto a coste color tabacco e pullover verde bottiglia che riprende il colore dei pantaloni dal taglio dritto. A completare questo gioco di volumi, forme e colori, le meravigliose scarpe stringate in vernice color cognac. Praticamente perfetto, sotto ogni punto di vista. Il dolcevita bianco panna con il logo del brand è il pezzo forte di un outfit da gentiluomo ideale: il coat color cammello a doppiopetto sui pantaloni in lana grigio fumo con piega centrale è il contrappunto ottimale per gli iconici mocassini in pelle testa di moro. A completare il look, la pennellata di modernità del secchiello in pelle scamosciata con fondo in cuoio arricchito da piccole borchie.
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Occhiali da sole a goccia per affrontare le frenetiche mattine in città. Coat in velluto color champagne chiaro a coste per smaliziare l’abbinamento apparentemente tradizionale del dolcevita nero con i jeans dal taglio ampio. Le polacchine color nocciola con punta in gomma sono lo strumento perfetto per attraversare con sicurezza i sentieri della giungla urbana. Anche le condizioni climatiche più sfavorevoli non sono un problema per l’uomo Tod’s: la giacca a vento imbottita con cappuccio e multitasche è la corazza del moderno guerriero di città. Le linee cromatiche del tartan passano dal capospalla ai pantaloni, in un incrocio efficace di nuances calde e fredde. Anche le scarpe, con suola in gomma rinforzata e tomaia in pelle, sono a prova di pioggia, neve e terreno accidentato.
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LO SGUARDO AMERICANO Ritorna un appuntamento chiave per il mondo della nautica. In Florida arriva la 60esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Fort Lauderdale, in programma fino al 3 novembre
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Ogni anno nello showroom di Fort Lauderdale vengono esibiti i più recenti yacht prodotti dai migliori brand. Numerose le novità svelate nei debutti mondiali delle imbarcazioni e nelle presentazioni di prodotti e accessori marini creati per migliorare lo stile di vita nautico. Nella cinque giorni, si potrà passeggiare tra le imbarcazioni ammirando i migliori prodotti dei costruttori di yacht e gli affascinanti e sempre più accattivanti lavori svolti dai designer. Per l’occasione del 60° anniversario del Salone Nautico Internazionale di Fort Lauderdale, il Superyacht Village debutta come il gioiello della corona con navi che superano i 90 metri. Il porto turistico esclusivo ha un’area di destinazione a terra dedicata e mostrerà gli yacht più spettacolari del Salone. In questa esclusiva
cornice vengono esibiti anche interessanti “yacht toy”, tra questi: i mini elicotteri, i sottomarini personali, nonché automobili da collezione. Nello stesso spazio poi, per i più fortunati, sarà possibile fare una degustazione gastronomica e godere degli eventi esclusivi. Tra questi super appuntamenti, indichiamo il 2° concorso annuale Sunset Soiree & Yacht Chef che si terrà nel centro del villaggio dei Superyacht. La serata offrirà agli ospiti l’opportunità di assaggiare la deliziosa cucina creata da quattro chef di fama mondiale insieme a cocktail artigianali di alta qualità e degustazioni curate da produttori di alimenti di lusso. Gli ospiti si rallegreranno sotto le stelle anche con l’esibizione dal vivo dei The Wheeland Brothers. A fine serata, una | 106 |
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Anche l’Italia è come sempre ben rappresentata al giuria di stimati giudici assaporerà le delizie preparate Salone. In primis segnaliamo la presenza di Fincantieri e nominerà il vincitore del premio Best Yacht Chef del Yachts, realtà unica che si distingue per l’ingegneria e Fort Lauderdale International Boat Show 2019. la produzione di yacht di lusso premium di altissima Non mancano gli intrattenimenti nei vari padiglioni tecnologia e per le dimensioni dei propri yacht che e le interessanti piattaforme da dove godersi la vista partono da 70 metri. degli yacht attraccati e ascoltare le storie di esperti Tra le recenti consegne Serene, che raggiunge i 134 naviganti che sanno rapire l’attenzione di adulti e metri, e Ocean Victory di ben bambini. Tra questi eventi il 140 metri. Fincantieri Yachts “The Blue Wild Watersports è attore di riferimento nel and Marine Art Expo”, prediAnche l’Italia è come sempre ben mercato delle imbarcazioni di sposto nella hall centrale, dove rappresentata al Fort Lauderdale lusso di alta gamma, le cui cosi raccontano vicende sugli arInternational Boat Show. In primis struzioni vengono effettuate gomenti più diversi: dall’apnea, segnaliamo la presenza di Fincantieri presso il cantiere navale ad alla fotografia subacquea, dalla alta tecnologia di Muggiano pesca subacquea alle specie più Yachts con i nuovi Serene e Ocean Victory. (La Spezia), specializzato in particolari dei fondali marini, navi complesse come metutto questo insieme alle pregayacht, navi di superficie navale e sottomarini. Un sentazioni della celebrità televisiva e cinematografica Made in Italy che conta oltre 230 anni di storia marittiManny Puig – l’intrattenitore americano noto per il ma e la realizzazione di più di 7.000 navi. suo approccio diretto con la fauna selvatica e animaTricolore rappresentato anche dagli altri marchi ben li potenzialmente pericolosi come squali, orsi neri e noti: il Gruppo Ferretti America serve le Americhe dal alligatori. Canada all’Argentina con nove diversi centri di venPer gli amanti dell’arte c’è spazio nella Marine Art Didita collocati in posizioni importanti e la presenza di splay, dove viene esposta una vasta collezione di opere concessionari in diversi paesi. Allo showroom esposti d’arte e fotografia di svariati artisti.
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Lexus LY 650
numerosi modelli del brand, come Riva Aquariva, Riva 66’ Ribelle e Riva ’90 Argo. Stesso discorso per Azimut presente in 70 paesi con una rete di 138 uffici vendite e assistenza. Tra i gioielli attraccati il 72 Fly, il 77 S e il 27 Grande Metri. Absolute mette in mostra il meglio per far innamorare gli interessati agli yacht di lusso di dimensioni che variano dai 12 ai 23 metri. Tra i prodotti in esposizione: 62 Vola, Navetta 68, 47 Fly. In conclusione, segnaliamo l’anteprima mondiale del nuovo yacht realizzato da Lexus e battezzato LY 650. Simbolo della reincarnazione navale della filosofia Lexus, la cui attenzione al dettaglio e il principio dell’Omotenashi sono percepibili in qualsiasi aspetto, complice la collaborazione con lo studio italiano Nuvolari Lenard che ha assicurato un design moderno e interni confortevoli che rispecchiano la minuziosa cura di ogni dettaglio. La tecnologia adottata è all’avanguardia e per l’armatore, tramite l’applicazione LY-Link, sarà possibile non solo verificare lo stato delle condizioni, ma controllare le principali funzionalità in modo tempestivo. www.flibs.com
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L’IBRIDO CHE NON TI ASPETTI Meglio il diesel o l’ibrido? Perché scegliere quando si può avere un’auto dotata di entrambe le tecnologie? Mercedes anticipa il futuro e piazza il doppio colpo: Classe C 300 de e Classe E 300 de.
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La combinazione diesel/hybrid è il massimo per quanto riguarda l’efficienza. L’autonomia di 50 km in solo elettrico permette, in particolari casi, di poter viaggiare anche tutti i giorni senza coinvolgere il motore a combustione. Il silenzio a bordo quando si guida in modalità elettrica, poi, permette di godersi ancor di più il proprio viaggio. Modello precursore di questo nuovo corso targato Mercedes è stato la Classe E 300 de, massima espressione di una teoria fino a qualche anno fa ritenuta di difficile realizzazione ma che la casa tedesca ha saputo mettere in atto con ben due automobili. Anche questa vettura, così come la Classe C ibrida, è dotata di un motore endotermico efficiente seppur dai bassi consumi. Il tutto abbinato al piacere di guida che si ha con 306 CV complessivi erogati dalla combinazione del motore endotermico ed elettrico. In ogni caso i vantaggi di possedere un’auto con questa tecnologia sono molti: si parte dai costi sensibilmente ridotti per l’alimentazione alla possibilità di transitare in zone a traffico limitato, senza considerare il minor prezzo dell’assicurazione e gli incentivi locali e nazionali sull’acquisto e/o sulla rottamazione (per la Classe C 300 de). Perché dover scegliere quindi tra diesel e ibrido? Nessun dubbio, Mercedes ha già risposto per voi a questo quesito. www.mercedes-benz.it
In un mondo in cui molti brand faticano a lanciare, e valorizzare, modelli che al motore a benzina abbinano quello elettrico, Mercedes sceglie di anticipare il futuro sedendosi al tavolo da gioco e sbaragliando la concorrenza. La casa tedesca, infatti, propone ai suoi clienti (di una fascia d’età sempre più giovane) automobili dalla motorizzazione ibrida che, all’elettrico, affiancano il diesel. È il caso dei modelli Classe C e Classe E, auto che alle versioni “tradizionali” hanno aggiunto quelle più green. Non è un caso che le prime versioni diesel plug-in hybrid di Mercedes siano state implementate su queste due vetture, che rappresentano il cuore dell’offerta business del marchio. Attualmente, poi, Mercedes è l’unico brand automobilistico a proporre sul mercato questa combinazione. I veicoli plug-in offrono il duplice vantaggio di poter viaggiare in modalità puramente elettrica e, al contempo, di poter fare affidamento sul motore a combustione per tragitti più lunghi. È il caso della Classe C 300 de, modello che rispecchia al meglio l’investimento che Mercedes ha fatto nel mondo dell’elettrificazione. “Figlia” della Classe C classica, la 300 de si conferma parsimoniosa in termini di consumi ma non per questo meno performante su strada. Al volante la vettura risulta ben bilanciata, con una dinamica di guida piacevole grazie anche alle sospensioni a controllo elettronico, che permette all’auto di essere comoda e al contempo molto sportiva, con una tenuta di strada granitica.
Giorgio Migliore
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RIVOLUZIONE EICMA L’edizione numero 77 di EICMA fa, nuovamente, il pieno di adesioni e conferma la presenza di tutti i grandi brand delle due ruote. Appuntamento a Fiera Milano dal 5 al 10 novembre.
A modo vostro celebrate Leonardo, nel 500esimo Tra passato, presente e futuro, la settantasettesianno dalla sua morte. Ci spiega il significato e la ma edizione di EICMA celebra il genio di Leonarscelta dell’headline “Moto Rivoluzionario”? do Da Vinci e, al contempo, presenta le ultime Dice bene, è anche un tributo al suo genio, a quello novità del settore delle 2 ruote. Nell’anno del cinche ha dato per soddisfare il desiderio di movimento quecentesimo anniversario della morte del vinciano, dell’uomo e, più in generale, al sapere e al progresinfatti, l’appuntamento milanese non poteva sottrarsi so dell’umanità. Ma è un tributo all’ispirazione e al dal ricordare, a suo modo, il contributo che Leonardo dinamismo dell’industria delle due ruote e, soprattutto, ha portato in ambito scientifico e tecnologico. “Moto alla sua capacità di spostare Rivoluzionario” è l’headline scelta sempre più avanti i confini per l’edizione 2019 di EICMA. Ci ha dello sviluppo tecnologico spiegato il perché di questo nome, e e di suscitare emozioni. Da molto altro, il Presidente di EICMA Il futuro e il presente della mobilità oltre cent’anni EICMA è Andrea Dell’Orto. sono qui, Milano sarà ancora teatro di questo moto rivouna volta la capitale mondiale luzionario, un palcoscenico Presidente, cosa ci attende ad delle due ruote. sempre in movimento dove EICMA 2019? l’applicazione delle conoVi attende il più grande evento scenze tecniche, la ricerca e espositivo al mondo delle due ruote, l’innovazione trovano uno quest’anno con due padiglioni in spazio unico al mondo. più rispetto all’anno scorso e quindi con un’esperienza di visita ancora più ampia e coinvolgente. E poi In cosa riuscite a innovarvi ogni anno, mantenentante anteprime e novità, tutti i brand più importanti, do sempre alto il livello qualitativo e l’attenzione come anche le piccole e più preziose realtà del settore, della gente? spettacolo, intrattenimento e passione. Il futuro e il Quello che cresce è il valore di questo appuntamento. presente della mobilità sono qui, Milano sarà ancora Lavoriamo incessantemente per migliorare la comuniuna volta la capitale mondiale delle due ruote. | 113 |
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cazione e qualificare i contenuti della settimana espositiva, ma anche per far vivere EICMA lungo tutto l’anno e oltre il quartiere espositivo. Dietro ci sono professionalità, investimenti e tanta passione. Il resto lo fa un’industria che non ha mai tradito gli appassionati: quando l’industria cresce e innova, noi cresciamo e innoviamo insieme a essa. L’Italia è un Paese dalla forte tradizione, e cultura, legata ai motori e alle 2 ruote. Sentite una sorta di “responsabilità” nel veicolare al meglio questa passione che ci contraddistingue? Certamente, sentiamo la responsabilità di sostenere e promuovere “il movimento” delle due ruote. Parimenti è per noi molto interessante raccontare anche le grandi storie d’impresa del Made in Italy che talvolta si celano dietro alle numerose anteprime, al pubblico e al grande interesse mediatico e professionale che accende il nostro evento.
Andrea Dell’Orto, Presidente EICMA
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Cosa rende EICMA il principale evento di settore a livello nazionale e tra i principali sul territorio internazionale? Devo ammettere che dopo ogni edizione dell’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo il mondo delle due ruote cambia, non è più lo stesso. Ed è proprio questa forza e la sua unicità che lo rendono un appuntamento così importante per il settore. Qual è la situazione delle aziende italiane all’interno della filiera industriale delle 2 ruote? L’industria delle due ruote italiana occupa saldamente il primo posto a livello europeo, impiega circa 20.000 dipendenti diretti e fattura oltre 5 miliardi di euro. La produzione italiana di motocicli (350mila unità) e di biciclette (2,4 milioni unità) fa del nostro Paese un punto di riferimento non solo in termini economici, ma anche per la riconoscibilità, il design e il know how. Caratteristiche uniche e
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distintive anche per quanto riguarda il mondo dell’abbigliamento tecnico, dei componenti e degli accessori. Sembra che le E-bike stiano riscuotendo un grande, forse inaspettato, successo di vendite … I dati di mercato sono veramente significativi ed è molto interessante il fenomeno E-Bike. Rappresentano una soluzione vincente di mobilità e divertimento. In EICMA troveranno uno spazio dedicato molto ampio e in più, per i visitatori che vogliono fare anche un’esperienza più diretta delle E-Bike, al Padiglione 18 sarà allestita un’area di test ride coperta molto particolare e divertente, che permetterà loro di provare tutte le prerogative della pedalata assistita. Per chiudere, il green sembra essere il futuro del settore dei motori. Quanto siamo lontani da una sua affermazione in ambito motociclistico?
“L’elettrico è già realtà e credo sia una soluzione interessante sulla parte bassa di gamma e per la mobilità urbana che si affianca al motore tradizionale.” EICMA è da sempre incubatore di tendenze e finestra sul futuro. L’elettrico è già realtà e personalmente credo sia una soluzione interessante sulla parte bassa di gamma e per la mobilità urbana che si affianca al motore tradizionale. Basti vedere i numeri degli scooter e quelli dello sharing. Diversamente, sull’alto di gamma e per tutti gli altri segmenti è ancora una nicchia lontana dai grandi numeri, ma allo stesso tempo è un ambito animato da realtà aziendali, molte italiane, all’avanguardia e competitive. EICMA, Fiera Milano Dal 5 al 10 novembre www.eicma.it
Alessandro Creta | 117 |
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NLT: LARGO AI PRIVATI Il Noleggio a Lungo Termine è una soluzione pensata per il lavoro dei professionisti, ma sta riscontrando un progressivo successo anche tra i privati. Scegliere il noleggio a lungo termine significa potersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto.
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| ALLA GUIDA CON ASG
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anno continua a conquistare una fetta sempre più amNegli ultimi 20 anni il noleggio a lungo termine è pia di mercato, sia tra imprese che privati? riuscito ad affermarsi come la più efficace soluSfatiamo un tabù, il NLT non è prerogativa delle zione alle esigenze di mobilità per un numero medie/grandi aziende. sempre più alto di azienUltimamente infatti questo de. Grazie alla tipologia dei servizio di mobilità si servizi, ai risparmi econoL’attività di ASG-Automotive Service Group è affermato anche tra i mici e ai vantaggi gestionali, è rivolta a professionisti, PMI, ma anche privati, sempre più attratti il NLT ha sostituito nelle da una soluzione che fa policy aziendali più evoa privati che intendono avvalersi dei vantaggi lute l’acquisto e il leasing derivanti dai servizi di noleggio a lungo termine della comodità, pratica e convenienza i propri punti finanziario, prospettandosi di forza. come la formula in grado di Grazie ai cosiddetti confiadattarsi maggiormente ai guratori, poi, le aziende riescono ad offrire la migliore sempre nuovi bisogni di mobilità. soluzione in relazione alle esigenze del cliente, coAziende ma non solo: in tempi più recenti anche una struendo così un servizio su misura e a canone variaquota crescente di privati sta cominciando a rinunciare bile. Nel tempo si è passati dall’interesse prevalente all’acquisto dell’auto avvicinandosi gradualmente a per utilitarie e city car ad auto di segmenti più alti, questa nuova formula. specialmente vetture medie. Ma che cosa spinge questo fenomeno che da qualche
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| ALLA GUIDA CON ASG
La percorrenza è sempre incentrata sui 10-15 mila km / anno. Importante la parte relativa ad una sempre più chiara definizione contrattuale, con termini, servizi, costi in chiaro e personalizzabili a seconda delle diverse necessità. La formula del noleggio può variare da uno a tre anni, ma si può estendere anche fino a 48-60 mesi. È previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. È possibile noleggiare un’auto nuova o un veicolo commerciale per un periodo di tempo e un chilometraggio prestabiliti, il canone varia a seconda di questi fattori. L’azienda, o il privato, che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il successo di questa formula di cui ASG - Automotive Service Group si fa promotore grazie anche alla partnership con ALD Autmotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine, è ben comprensibile dai suoi vantaggi.
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• Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo. • Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo. • Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate. • Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento. Automotive Service Group- partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 – Roma Tel. 06.87752179 – email: commerciale@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma www.automotivesg.com Margherita Pituano
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L’
FRANTOIO TALENTE
azienda agricola Talente si trova sulle colline di Firenze, nel cuore del Chianti , nel comune di San Casciano in Val di Pesa. Produce olio extra vergine di oliva 100% italiano, Igp Toscano Colline di Firenze, Dop Chianti Classico per un totale di 19000 piante. La raccolta delle olive ha inizio a metà ottobre per terminare i primi di dicembre dopo un’attenta valutazione del loro giusto grado di maturazione. L’olio viene prodotto nel proprio frantoio di Talente dove le olive vengono frante entro le 12 ore dalla raccolta, con impiego di macchinari di moderna tecnologia che permetto un costante monitoraggio della lavorazione. L’olio viene subito filtrato per preservarlo nel tempo da eventuali residui, viene poi stoccato in appositi contenitori in acciaio inox sotto argon in locali a temperatura controllata al fine di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche nel tempo. L’olio viene imbottigliato al momento dell’ordinazione il tutto per soddisfare al meglio il cliente finale. La passione e l’impegno con cui l’azienda lavora ha permesso negli ultimi anni di conseguire risultati soddisfacenti tali da aggiudicarsi premi e inserimento in guide; proprio quest’anno ha ottenuto la Corona Maestrodolio e il primo premio come migliore Igp Toscano Colline di Firenze nel Concorso il Magnifico e la selezione nei migliori Dop Chianti Classico e Igp Toscano della Regione. Ogni bottiglia racconta la storia dell’azienda e l’amore per la propria terra e per il suo frutto.
FRANTOIO TALENTE
Via Empolese, n.95/c • 50026 • San Casciano in Val di Pesa (FI) www.oliocassiano.com • info@oliocassiano.it Tel. 0558290179 • Cell. 3389709944 • 3335929951
VIVERE L’INNOVAZIONE
IL FUTURO? SEMPRE PIÙ SMART A Smart Building Expo, la fiera che si terrà presso il polo di Milano Rho dal 13 al 15 novembre, arrivano i servizi 5G e le piattaforme IoT di TIM
progetti specifici per le grandi imprese, con velociEvento dedicato alle tecnologie digitali per l’edificio tà fino a 2 Gigabit al secondo. Se poi allunghiamo in rete e la smart city, Smart Building Expo torna a Milo sguardo fino al prossimo biennio, scopriamo che lano per l’edizione numero due con un focus strategientro il 2021 saranno 120 le città coperte, 200 le co sulla connettività 5G cui prenderà parte il Gruppo destinazioni turistiche, 245 i distretti industriali e TIM proprio per illustrare alcuni esempi di applicazio200 i progetti specifici per le grandi imprese, con ni digitali e servizi innovativi che contribuiranno allo una velocità che aumenterà sviluppo tecnologico del Paprogressivamente fino a 10 ese negli anni a venire. Gbps. Nel corso della manifestaNel corso di Smart Building Expo, Le prestazioni sono 10 volte zione, TIM e Olivetti, polo digitale del Gruppo, saranno TIM e Olivetti, polo digitale del Gruppo, superiori a quelle attualmente registrate (con il 4G) e presenti con un’area dedisaranno presenti con un’area dedicata aprono la strada a una nuocata alla nuova tecnologia, dove i visitatori potranno dove i visitatori potranno conoscere va generazione di servizi in grado di migliorare la qualità conoscere alcune tra le più alcune tra le più significative della vita quotidiana di cliensignificative applicazioni 5G ti, cittadini e imprese in digià disponibili. applicazioni 5G già disponibili. versi settori. In termini opeUna rivoluzione che TIM ha rativi con il 5G diminuisce la già portato in quattro città – latenza e aumentano, fino a 10 volte appunto, la veRoma, Torino, Napoli e Firenze - con l’obiettivo di arlocità di download e la densità di dispositivi gestiti, rivare entro la fine di quest’anno anche a Milano, Boinsieme alle possibilità di adozione dell’Internet of logna, Verona, Matera e Bari. A queste si aggiungono Things per connettere simultaneamente fino a 1 mi30 destinazioni turistiche, 50 distretti industriali e 30
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lione di device e sensori per Km2 garantendo sempre altissima qualità e affidabilità. Non solo un’evoluzione relativa agli standard tecnologici, dunque, ma una vera trasformazione che preparerà il terreno per una nuova generazione di servizi necessari allo sviluppo digitale. A Smart Building Expo, per esempio, TIM presenterà la Smart City Control Room, il “cervello” della futura smart city in cui sarà possibile visualizzare su schermo i dati raccolti tramite sensori connessi alla rete mobile di TIM, utili per una gestione intelligente del traffico, dei parcheggi, dell’illuminazione stradale, della raccolta dei rifiuti o del monitoraggio ambientale. In fiera anche la soluzione Olivetti di Building Management System che permette il monitoraggio real time di stabilità, consumi elettrici e climatizzazione di infrastrutture, con storicizzazione dei dati e sistema di alerting, sfruttando la connettività NB-IoT/5G, la rilevazione e l’invio dei dati alle piattaforme IoT di Data Analytics e Data Visualization Olivetti. Punta di diamante della tre giorni milanese sarà la Milano Smart City Conference 2019 che racconterà attraverso le voci dei principali player del settore, TIM incluso, tutte le possibilità di sviluppo delle Smart City in ogni area tecnologica.
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HYPERSONIC MISSILES
by Riccardo Cavrioli
by “SAM FENDER”
DECEIVER
by “DIIV”
(Polydor - 2019)
(Captured Tracks - 2019)
Ma ti pare che un ragazzo dal cognome simile non sappia ritagliarsi il suo spazio nel mondo del rock? Il giovane Sam (classe 1994) ha capito subito che per entrare nel cuore dei ragazzi inglesi bisognava suonare, calcare i palchi e portare la sua musica ovunque. E così ha fatto. Sono ormai due anni che il suo nome sta girando, mentre i sold out si susseguono, ma la fretta non gli appartiene e così il disco d’esordio arriva solo ora e, come nelle storie musicali più belle, si dimostra valido biglietto da visita e assoluta conferma di quanto avevamo intravisto precedentemente, tra singoli ed EP. I suoi riferimenti sono chiari e lampanti: gli anni ‘80 sferraglianti a stelle e strisce, lo Springsteen più epico, un tocco di Tom Petty ma anche la varietà di un gruppo moderno come War On Drugs. Paragoni importanti, certo, ma Sam ha le spalle larghe e un songwriting capace di sostenere il tutto, sia che si lanci in cavalcate trascinanti come la title track o “Will We Talk?” sia che si faccia più notturno e crepuscolare come in “Two People” o “Leave Fast” (in cui il fantasma di Jeff Buckley viene magnificamente evocato, senza temere tracolli). Anche i testi, spesso arrabbiati e filtrati dall’ottica della protesta, testimoniano la maturità di un ragazzo che ha uno splendido futuro davanti.
Combattere con i propri demoni può essere terribile, difficile ma anche catartico, terapeutico e coadiuvante nel produrre arte. Ne sa qualcosa Zachary Cole Smith, mente portante nel progetto DIIV, che ha dovuto conoscere la riabilitazione per liberarsi dall’incubo delle droghe. Proprio questo percorso è stato determinante nello sviluppo del sound di “Deceiver” che, come mai accaduto nel passato del gruppo, si dimostra disco cupo, compatto e sonicamente pesante. Il percorso di rinascita umana coincide con la necessità di alzare il volume e spingere maggiormente su evoluzioni shoegaze, mentre un feedback di scuola My Bloody Valentine (“For The Guilty” è l’apoteosi) sembra necessario a lavare tutti i peccati commessi. Le cose migliori si hanno nell’alternanza forte/piano, quando i DIIV sanno essere avvolgenti e poi graffiano, lasciando segni indelebili, ma impossibile non citare il lato nervoso, aggressivo, pulsante e instabile di “Blankenship”, così come aperture melodiche più morbide e (quasi) rassicuranti di “The Spark” e “Skin Game”. Zachary cerca la compattezza sonora e accentua il peso delle chitarre per risorgere dalle sue ceneri come una Fenice. Noi siamo testimoni di una prova importante e di una chiarezza d’intenti che non possiamo non premiare. Uno dei dischi più belli dell’anno.
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