Progress gennaio 2018

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MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 120 - ANNO 2018

EURO 5,00

BRAFA 2018

A Bruxelles il meglio dell’arte antica e contemporanea

LE ANTICIPAZIONI IN SALA

FUGA A 5 STELLE

ALLA SCOPERTA DI TONGA

LE NOVITÀ DEL CES 2018

LAMBORGHINI

INTERVISTA A FRANK CHAMIZO

2018: the year after e il cinema che verrà A Las Vegas l’arena della tecnologia

Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa Quando l’eccellenza è un marchio

La terra dove inizia il tempo

L’importanza di essere Frank




EDITORIALE

BENVENUTO 2018: SPERIAMO QUEST’ANNO SI CAMBI DAVVERO! Se c’è una cosa per cui il 2017 verrà ricordato sarà sicuramente perché è stato

l’anno delle rivelazioni che di rivelato avevano ben poco: l’aver squarciato il velo di omertà che copriva la serie di abusi e molestie fin dentro Hollywood sa infatti di presa in giro perché, dopotutto, si tratta di una situazione da “segreto di Pulcinella”. In tantissimi sapevano, tutti gli altri se lo immaginavano. Che quello appena passato possa essere un anno da spartiacque nel mondo della settima arte? In molti se lo augurano. Nel frattempo, nella Mecca del cinema, le più famose cerimonie di premiazione (a partire dai Golden Globe del 7 gennaio) hanno già iniziato a dare timidi segni di cambiamento, frecciatine ipocrite più che altro (come la nomination a Christopher Plummer, sostituto dell’ultima ora dell’accusato Kevin Spacey). La speranza, però, è che questo 2018 possa proseguire con un sincero desiderio di rinnovamento, di aria pulita e trasparente: il cinema se lo merita, tutti noi ce lo meritiamo, soprattutto in un periodo storico in cui, purtroppo, di bellezza abbiamo bisogno come il pane. Ma non sono solo i film a regalarcela (per fortuna): non mancheranno in questo nuovo anno appena cominciato gli appuntamenti in cui l’arte è protagonista e, con essa, la bellezza che è solita elargire. Come il BRAFA – Bruxelles Art Fair, la più antica fiera artistica d’Europa. Dal 27 gennaio al 4 febbraio, spazio a un concentrato di storia dell’arte: dall’archeologia greca e romana alle creazioni contemporanee passando per l’arte medievale e moderna non solo europea. Non mancheranno opere d’epoca precolombiana e specialità come le tavole originali di fumetti, gli arazzi e i tappeti pregiati o la gioielleria antica. Ospite d’onore di quest’anno: Christo, presente con un’installazione site specific per l’occasione.

Franco Del Panta



MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 120 ANNO 2018

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SCENARI CONTEMPORANEI

WEB & SOCIAL

CINEMA DI IERI E DI OGGI

BIOTESTAMENTO: UNA LEGGE DI CIVILTÀ

BUSINESS 4.0: L’ERA DEI BIG DATA

EURO 5,00

“NYSFERATU”:IL DIVERSO FA SEMPRE PAURA

48 CARPE DIEM BRAND

32 IL MONDO CHE (NON) CAMBIA

DIMENTICARE L’AFRICA

LA REPUTAZIONE ONLINE È QUESTIONE DI ATTIMI

50 FUTURO DIGITALE

34 PROFILI ITALIANI

MINIMO COMUNE MULTIPLO: L’ITALIA

36 ICONIC

LAMBORGHINI: QUANDO L’ECCELLENZA È UN MARCHIO

40 P A R O L A D ’ O R D I N E N OV I T À

L’ARENA DELLA TECNOLOGIA

A TUTTO TARGET!

52 D OV E L ’ A R T E È D I C A S A

A BRUXELLES IL MEGLIO DELL’ARTE ANTICA E CONTEMPORANEA

62 IL CINEMA CHE VERRÀ

2018: THE YEAR AFTER

66 SULLO SCAFFA LE

LE PAGINE DEL 2018

70 ECC ELLE NZE I TA LIANE

AL BAMBINO GESÙ UN’OPERAZIONE UNICA

74 SERIE TV

X FILES: LA VERITÀ MAI COSÌ VICINA


Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

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QUANTO BASTA

SÌ, VIAGGIARE

FLAMBÉ ITALIANO

82 U N C A M P I O N E A R R I V AT O D A L O N T A N O

L’IMPORTANZA DI ESSERE FRANK

LA TERRA DOVE INIZIA IL TEMPO

Progress n°120/Gennaio 2018

110 R O A D T O 2 02 0

RITORNO AL FUTURO

Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com

MODA

CANALI: STILE VINCENTE ANCHE D'INVERNO

Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com

92 FASHION IN PROGRESS

ELEGANTEMENTE URBAN

FUGA A 5 STELLE

CRISTALLO, A LUXURY COLLECTION RESORT & SPA

Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti 28 - 00167 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis

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Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010

114 ON THE ROAD

AL MOTORSHOW PROTAGONISTE LE AUTO DEL 2018

118 FOCUS SULLA MOBILITÀ

Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, S. Riva, M. Bertollini, M. Pituano, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it

ALLA GUIDA CON ASG

Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l.

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Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it

SULL’ONDA

STILE + FUNZIONALITÀ = NAVETTA 73

N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


Surreale, come la natura Il ghiacciaio Mendenhall, in Alaska, fa parte di quel “patrimonio freddo” che il riscaldamento globale mette sempre più a rischio. Nascosto sotto il ghiaccio, in questo angolo di mondo c’è un paesaggio da sogno, un percorso nel blu che si estende per chilometri e chilometri, nonché uno dei pochi posti in cui si può ammirare l’intero ciclo dell’acqua, dal suo scorrere vigoroso nel vicino fiume alle forme ibernate che crea nella meravigliosa grotta azzurra. Un viaggio indimenticabile, ma che richiede allenamento e una buona dose di coraggio.

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POLLICE IN SU PER CÉSAR

O’NATUREL: A PARIGI IL CIBO TI METTE A NUDO

Parigi dedica una mostra allo scultore marsigliese per il ventennale della sua scomparsa

Apre in rue de Gravelle il primo ristorante naturista francese

Nasce a Parigi uno spazio che soddiCome cinefili appassionati e non sfa in maniera originale l’esigenza di solo sanno bene, il celebre premio appagare il palato e allo stesso tempo César è il massimo riconosciil desiderio di vivere un’esperienza di mento cinematografico in Francia, libertà completa, mettendo da parte, by Elisabetta Pasca assegnato ogni anno, fin dal 1976, anche solo per una cena, il “giogo” dei dall’Académie des arts et techvestiti. Al 16 di rue de Gravelle, infatti, niques du cinéma ai migliori film e alle principali è stato inaugurato recentemente il ristorante O’Naturel, figure professionali del cinema nazionale. A ispirare il primo nel suo genere in Francia, a cui ha spianato la il nome del prestigioso trofeo, lo scultore marsigliese strada il primo bistrò naturista d’Europa, aperto solo di origine toscana César Baldaccini, convinto asserl’anno scorso a Londra. Si accede al locale su prenotatore della piena libertà creativa e caposcuola delle zione, dopo essersi fatti riconoscere all’ingresso si viene tendenze “materiche”, caratterizzate da compressioni condotti in uno spogliatoio adibito appositamente per ed espansioni radicali di oggetti, metalli e rappresenconsentire agli ospiti di mettersi comodi e poi, infine, tazioni fantastiche di animali. Per celebrare l’artista in ecco una sala accogliente e riscaldata ad hoc, allestita occasione della ricorrenza del ventennale della sua con una quarantina di “coperti”. Gli amanti del costume morte, avvenuta il 6 dicembre 1998, Parigi ha deciso adamitico in questo modo possono gustare in totale di dedicargli una importante retrospettiva presso il comfort un menù di nouvelle cousine dal costo accessiBeaubourg, anticipata dall’inaugurazione di una statua monumentale di grande effetto. Si tratta di un pollice in bronzo alto sei metri, posizionato nella piazza di fronte all’ingresso del Centre Pompidou, polo artistico fondamentale della capitale francese.

bile, 39 euro per antipasto e un piatto, con la possibilità di aggiungere il dessert con appena 10 euro in più. La sala è sempre perfettamente pulita e ordinata, con tavoli apparecchiati in stile smart elegant e sedie con fodere usa e getta, che vengono cambiate, come la tovaglia, dopo ogni servizio. Una grande notizia per i 2 milioni di naturisti francesi, ma anche una sfiziosa novità per coloro i quali vogliono regalarsi una serata sicuramente del tutto fuori dagli schemi. www.restaurant-onaturel.fr | 8 |



UN MODERNO SOGGIORNO NELLA STORIA

innovazione e tradizione, il bar della struttura alterna cocktail e bevande innovative a grandi classici particolarmente in voga negli anni ‘20 e ’30 dello scorso secolo. Il Bloomsbury Hotel racchiude La Dalloway Terrace prende il nome tutti i comfort moderni in una proprio da quello che forse è il più struttura in pieno stile british, celebre personaggio di Virginia Woolf, che trae ispirazione dai racconti che fu una dei primi membri del Blodi Virginia Woolf omsbury Club. La terrazza è uno dei pochi spazi privati all’aperto nel centro Un hotel adatto anche ai visitatori by Alessandro Creta di Londra. Fruibile dagli ospiti dell’hoche non conoscono la città, situato tel per tutta la mattinata la Terrace offre in una posizione strategica vicino ai ai clienti sia piacevoli colazioni con vista sulla capitale inquartieri di Soho e Covent Garden e alla fermata della glese che leggeri brunch a base di piccoli assaggi ed un metro Tottenham Court Road. A pochi minuti da Piccadilbicchiere di vino. Uno spazio esclusivo ed elegante per ly Circus e da Bond Street, il Bloomsbury può essere la chi alloggia nella struttura, fornito di un tetto a scomparsa struttura ideale per chi vuol fare un weekend di shopping ed una terrazza inferiore nella quale passare piacevoli o passare delle giornate tra le strade più caratteristiche momenti di relax e convivialità. della capitale. Nel cuore dell’omonimo quartiere della Design, comodità e innovazione in un giusto mix in pieno città, la struttura si presenta in pieno stile british: atmosferispetto dello stile british. Le 153 camere del Bloomsbury ra signorile e ambienti caldi che sembrano richiamare hotel offrono il meglio della tecnologia moderna senza la Londra di tanti decenni fa, quella vissuta da Virginia disdegnare il tradizionale lusso londinese. Tutte le camere Woolf e da altri autori a lei contemporanei. dispongono di bagni in marmo italiano, letti superiori Il bar dell’hotel infatti, il Bloomsbury Club, trae ispirazioconfortevoli e connessione Wi-Fi gratuita. ne dall’omonimo gruppo di artisti che frequentavano il www.doylecollection.com quartiere londinese nei primi decenni del Novecento. Tra

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THE ONE GRAND SHOW: LO SPETTACOLO GRIFFATO

ANCHE L’HOMO LUDENS HA IL SUO MUSEO Un museo per tutti i nerd, videogiocatori o semplici appassionati di pc e di elettronica.

Porta la prestigiosa firma di Jean Paul Gautier lo spettacolo “THE ONE Grand Show”, protagonista al Friedrichstadt-Palast di Berlino.

Il Computerspielemuseum si propone come La Mecca per i videogamers: un vero e proprio tuffo nella storia del videogame, dalle origini THE ONE Gran Show è uno spettaby Alessandro Creta sino alla massiccia diffusione comcolo che vive di acrobazie, coreogramerciale di un mezzo che ha saputo fie, canti, giochi di acqua, fuoco e luce. Uno show che, intrattenere, nelle sue svariate sfaccettature seppur in scena da quasi un anno, ha molte date nelle e proposte, milioni di appassionati. Aperto prossime settimane che sono già andate sold out. Una nel 1997, il Computerspielemuseum accorappresentazione grandiosa e costosa, che per la sua sta generazioni di videogame e protagoniorganizzazione ha richiesto lo sti degli stessi: si va da Lara Croft a Crash stanziamento di 11 milioni di Bandicoot, passando per Pacman, Pong euro. Gli artisti vanno in scena o i vari Fifa che ogni anno raccolgocon i vestiti firmati Jean Paul no milioni di vendite. Un luogo Gautier, costumi che ricalcano disegnato per e destinato a in pieno lo stile sognatore ed l’Homo Ludens con una moeccentrico dello show. Curati stra permanente inaugurata in ogni minimo dettaglio gli nel 2011 e chiamata “Comabiti si rivelano ora eleganti puterspiele. Evolution eines Mediums” ora provocatori, prima strava(Videogame. L’evoluzione di un mezzo ganti poi visionari, capaci di di comunicazione) che raccoglie oltre 300 armonizzarsi e fondersi con pezzi da esposizione, tra cui rari e originali come il le scenografie. In THE ONE primo gioco Computerspace prodotto in serie, giochi c’è un personaggio, il cantante classici come Snake e opere d’arte nel settore Gamesolista Roman Lob, che assiste Art e Interaction Performance. All’interno del museo alle varie esibizioni come se berlinese sono esposte anche le console che hanno stesse vivendo una serie di vifatto la storia del settore videoludico: il primo compusioni oniriche che spaziano da ter elettronico apparso sul suolo tedesco “Nimrod”, uno stile estroso fino ad arrivare a mondi esotici o spail “Wall of Hardware” che mostra cinquanta consoles, ventosi. Sul palco si alternano centinaia di artisti, ballerini dalla “Brown Box” (1968) fino alle attuali Xbox One e ed acrobati che intrattengono i quasi 1900 spettatori con Playstation 4, passando per la Nintendo Wii e la prima numeri di rara maestria e precisione. Gli spettacoli vanXbox (datata 2001). no in scena il martedì, il giovedì ed il venerdì alle 19:30, QUANDO? Mar - Lun 10.00 - 20.00. orario al quale il sabato si aggiunge lo show delle 15:30. Biglietti da 9 euro. Biglietti a partire da 19,90 euro. Lo spettacolo è fruibile Karl-Marx-Allee 93a, 10243 Berlin anche per chi non conosce la lingua tedesca. www.computerspielemuseum.de www.palast.berlin | 12 |



LA COLAZIONE DA TIFFANY DIVENTA REALTÀ

A NEW YORK L’EATALY SPAGNOLO I maggiori chef iberici coloreranno la West Side con le tradizioni e il gusto spagnolo. Un progetto che vedrà la luce a fine 2018.

Apre il ristorante all’interno del negozio sulla Fifth Avenue. Il sogno di Holly Golightly finalmente si realizza.

Un’imponente operazione immobiliare trasformerà entro pochi mesi il volto 56 anni dopo il celebre film con protadella West Side di New York. Un deciso gonista Audrey Hepburn la colazione by Giorgio Migliore restyling della zona della Grande Mela da Tiffany diventa realtà. A New York, che arricchirà la città di numerose infatti, presso il flagship store della piazze, esercizi commerciali ed un grande mall destinato casa di gioielli ha aperto un ristorante in cui i clienti o gli in gran parte alla ristorazione. Al suo interno è prevista l’aospiti del negozio potranno consumare colazione o pranzo pertura di un locale del capocuoco Josè Andrés che, col (rigorosamente light). Vicino alla Trump Tower, e sulla sostegno dei celebri chef Albert e Ferran Adrià, creerà Fifth Avenue, il ristorante di Tiffany ha di fatto dato vita alla una sorta di Eataly a stampo, ovviamente, pellicola girata nel 1961 da Blake Edwards e che vedeva spagnolo. Un vero e proprio mercato con protagonista il personaggio di Holly Golightly. food hall interamente destinato al cibo Un significativo passaggio dalla fantasia alla realtà quello iberico: questo il progetto che vedrà la attuato nella Quinta Strada newyorkese, che porterà misua realizzazione a fine 2018 ma che ha gliaia di persone a passare all’interno del nuovo ristorante già il suo motto: “Eat, drink, laugh, love”. Un di Tiffany. Un’esperienza fruibile per chiunque purché pezzo di Spagna sbarcherà nella West Side sia disposto a mettere mano al portafogli. Una colazione di New York: prevista l’apertura di con cappuccino e croissant serviti con una scelta di toast un polo alimentare sul modello di avocado, uova tartufate o il classico salmone affumidella Boqueria di Barcellocato costa 29 dollari. Prezzo fisso anche per il na, il più grande mercato pranzo: con 39 dollari i clienti del ristorante della Catalogna e tra i più a marchio Tiffany possono consumare un famosi in Spagna. Attesa la antipasto e un sandwich o un’insalata. Per partecipazione di artigiani l’ora del tè, invece, la spesa sale a 49 dollari, del gusto e produttori vicon una selezione di snack salati e dolci, nicoli in rappresentanza e piccoli sandwich. All’interno del quarto dell’eccellenza spagnola, piano, recentemente rinnovato, si potranno e un’ampia scelta di tapas anche acquistare articoli per la casa, profumi e wine bar per portare un e oggetti per i bambini. “Il caffè e il po’ di cultura e cibo iberico restauro del quarto piano rifletdi qualità all’interno della Grande tono il desiderio di offrire Mela. A pochi passi da questo “cenuna esperienza di tro spagnolo” un altro polo alimentalusso moderno”, re, questa volta a stampo asiatico, è ha detto Reed in progetto di apertura entro i primi Krakoff, il diretmesi del 2019. tore artistico del | 14 |



PER SAMSUNG È GIUNTA LA PROVA DEL 9

sentazione prevista al MWC di fine febbraio), e dovranno essere i nuovi cavalli di battaglia di Samsung per Da un lato poter proseguire nella contrastare un prodotto - quello di tradizione già avviata lo scorso anno con S8 e S8 Plus, dall’altro Apple - che non incassava così tanti rispondere alla stoccata di Apple apprezzamenti (e dollari) da molti che con i nuovi iPhone si è mananni. I due nuovi telefoni monteranno giata un’altra grande fetta del uno schermo super Amoled Infinity mercato degli smartphone. Display da 5,8 e 6,2 pollici con risoluby Alessandro Creta zione Quad HD+ e rapporto 18.5:9. A Samsung inizia il nuovo anno ed è già cambiare sarà l’interno dei devices, messa alle strette dalla concorrenza. con una dotazione hardware che comprenderà procesLa casa sud coreana nell’aprile scorso era riuscita a sori Exynos 9810 e Snapdragon 845, 64 GB di memoria riconquistarsi una buona percentuale della clientela con interna espandibile. Il Galaxy S9+ integrerà 6 GB di l’avvento dei suoi innovativi top di gamma: con S8 e S8 RAM mentre per il Galaxy S9 se ne prevedono 4. IntroPlus Samsung aveva contribuito a reinventare la concedotti anche la doppia fotocamera (per la versione Plus, zione di smartphone, eliminando il tasto fisico home e la normale monterà ancora introducendo il riconoscimento la singola) e un sistema di sia facciale che dell’iride tramisblocco facciale aggiorte appositi sensori e infrarossi. nato per offrire prestazioni Design esclusivo, senza bordi e simili a quelle del Face ID allungato rispetto alla concordi Apple. Nonostante tutto, renza: concetti ripresi in parte non dovrebbe sparire il dall’attuale top di gamma Apple, lettore di impronte digitali iPhone X. che, al contrario dei due La casa di Cupertino ha fatto un S8, sarà posto in posizione grande lavoro con il suo ultimo orizzontale rispetto alla modello che è risultato particofotocamera del device. larmente apprezzato da critica Una vera e propria prova e mercato. Un successo che ha del nove per Samsung che “costretto” Samsung a rivedere i forse mai come quest’anno suoi piani di vendita e anticipare è chiamata a rispondere (forse) l’uscita dei nuovi top di con decisione alla congamma. S9 ed S9 Plus saranno correnza. Il duello tra i con tutta probabilità svelati al primi due produttori di prossimo Ces di Las Vegas (in smartphone si prevede più modo ufficioso, la vera preinfiammato che mai…

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VIAGGIO ALLE ORIGINI DELLA STREET-ART Pablo Echaurren protagonista al palazzo Platamone di Catania con la sua arte esplosiva Certe modalità espressive da graffitismo metropolitano, l’utilizzo vivace dei colori, l’arte come mezzo diretto di (contro) informazione sono elementi che anticipano la diffusione dell’odierna street-art. Elementi che consentono di considerare Pablo Echaurren un precursore del genere e di valutarlo alla luce dell’attuale evoluzione dell’arte in senso “urbano”. «La beauté est dans la rue», slogan del maggio francese, può essere considerato il concept della mostra realizzata grazie alla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo che, pur attraversando un percorso cronologico di tre decenni, è una rassegna incentrata sul costante dialogo che Pablo Echaurren intrattiene con le espressioni della comunicazione, in una ricerca tesa ad abbattere le separazioni culturali e ad allargarsi oltre i confini istituzionali. Un ciclo di lavori realizzati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, in cui irrompe la storia contemporanea con la fine della Guerra Fredda: in queste opere, che ricordano la comunicazione iconografica del muro di Berlino, emerge uno scenario di graffiti metropolitani, cancellazioni di scritte, reperti fumettistici, emblemi e figurazioni allegoriche d’ascendenza medioevale, linguaggi e segni del sistema moderno. Una sezione è dedicata ai collage prodotti negli

by Marco Bertollini

anni Novanta che raffigurano lo shock percettivo procurato dalla grande città in sintesi visive del paesaggio urbano basate sul montaggio di manifesti strappati, annunci, insegne, titoli, segnaletica allarmante, che rendono il senso della percezione simultanea. «Echaurren è intimamente uomo contemporaneo e metropolitano: non si eleva al di sopra delle masse come un vate portatore della Verità, ma partecipa attivamente e con passione – senza indossare colori politici né abbracciare alcuna ideologia – alla dialettica che nasce, si alimenta e si propaga spontaneamente per le strade, tra la gente, sui muri». Così il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, che promuove e realizza l’evento, che ha, inoltre, aggiunto: «è proprio il muro – da qui il titolo di questa mostra, “Soft Wall” – il mezzo privilegiato attraverso il quale l’artista comunica il proprio messaggio: quello stesso muro su cui la società urbana scrive attraverso gli anni la propria storia diventa infatti protagonista della sua ricerca artistica, sia esso un muro “soffice”, fatto di tela, oppure un brandello reale di muro cittadino.» PABLO ECHAURREN - SOFT WALL Palazzo Platamone Palazzo della Cultura Via Vittorio Emanuele II , 95131 Catania Tel. 091 7657621 www.fondazioneterzopilastromediterraneo.it Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00

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LA MODA È UN GRAN BEL FILM

poltrone e sale dove poter vedere 11 film prodotti da Pitti, come se si fosse su un set vero”, aggiunge Poletto. Da un padiglio“Pitti Live Movie” è il tema di questa ne all’altro delle 14 sezioni del salone ci edizione della rassegna dedicata ai sarà spazio per thriller e film d’avventrend dello stile maschile tura, action e sport movie, con layout e direzione creativa di Sergio Colantuoni. Torna dal 9 al 12 gennaio 2018 la rasseBrook Brothers, celebrerà i suoi 200 anni gna Pitti Uomo, per presentare in pompa partendo proprio da Firenze con una sfilamagna al mondo le collezioni maschili ta Special Event, la prima nella sua lunga dell’inverno 2019, con un prestigioso by Elisabetta Pasca storia, la sera del 10 gennaio nel Salone red carpet dello stile contemporaneo dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, con offerto dai 1.230 marchi partecipanti. 541 tanto di esposizione retrospettiva con i materiali ricavabrand provengono dall’estero e l’esposizione occuperà ti dai suoi favolosi archivi. Ospiti speciali dell’edizione una superficie totale di più di 60.000 mq distribuiti tra la numero 93 saranno due stilisti giapponesi, amici e creativi Fortezza da Basso e il resto della città. “Pitti Live Movie” originali e di livello appartenenti a due diverse generazioè il tema di questa edizione, anche stavolta supportata da ni, Jun Takahashi di Undercover e Takahiromiyashita The MISE e Agenzia ICE, nell’ambito dei piani per il sostegno Soloist: le loro collezioni sfileranno alla Stazione Leopolal Made in Italy e alle sue fiere da parte del Ministero delda con due show consecutivi la sera dell’11 gennaio. lo Sviluppo Economico, e dalla Camera Nazionale della Grande è l’attesa per lo svelamento del Gucci Garden Moda Italiana. “Ogni edizione di Pitti Uomo è sempre un di Piazza della Signoria, il 9 gennaio, nell’antico Palazzo grande film sulla moda che ha per protagonisti marchi, della Mercanzia, spazio ideato dal direttore creativo della aziende, buyers, giornalisti, influencer e visitatori da tutto maison Alessandro Michele. Gucci Garden sarà uno luogo il mondo”, spiega Agostino Poletto, direttore generale di esclusivo e lussuoso con un negozio di pezzi unici, un riPitti Immagine, il quale presenta il tema cinema e annunstorante sotto la responsabilità dello Chef 3 stelle Michelin cia la nascita di un vero Movie theatres district in Fortezza, Massimo Bottura e aree espositive curate dal critico e cutra manifesti, blockbuster, film cult e inediti e la rappreratore Maria Luisa Frisa. Questa apertura sarà festeggiata sentazione sul Piazzale di un Palazzo del con un cocktail privato, in attesa del restyling completo Cinema di Pitti Uomo. “Ci saranno del Museo Gucci, previsto per l’edizione estiva. www.pittimmagine.com

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IL REGISTA DEI FORNELLI Enrico Bartolini è, numeri alla mano, il miglior chef d’Italia. 5 stelle Michelin per 4 locali ad un’età da primato. Lui stesso propone l’accostamento ad Andrea Pirlo. “Il Pirlo dei fornelli” ha un nome e un cognome: Enrico Bartolini che, dall’alto delle sue 5 stelle Michelin, è lo chef italiano più premiato al mondo. 4 dei suoi ristoranti, ultimo dei quali il Glam di Venezia, sono stati insigniti del prezioso riconoscimento internazionale. Lo “Starman” della cucina del Belpaese, inoltre, può vantare anche 3 Forchette del Gambero Rosso e 3 Cappelli della Guida l’Espresso, premi che lo pongono al di sopra di tutti gli altri chef italiani. Ha fatto incetta di “trofei” Enrico Bartolini, ma la vera notizia è che lo chef toscano è riuscito a conquistarsi tutto questo successo ad appena 39 anni. Nato nel 1979 a Pescia, provincia di Pistoia, ama lui stesso definirsi il “Pirlo dei fornelli”. Ciò che l’accomuna al famoso ex centrocampista azzurro è la capacità di organizzare e organizzarsi in mezzo ai

by John Daporto

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fornelli della cucina, il suo campo da gioco, uscendone sempre con piatti ricercati e di gran qualità. Un vero uomo dei record chef Bartolini, che ha ottenuto la prima stella Michelin a soli 29 anni e la seconda a 33. Negli ultimi 5 anni sono state altre 3 le stelle ricevute dalla famosa Guida, il tutto ottenuto perseguendo i principi di “qualità” del cibo e “fiducia” nelle persone con cui lavora, basandosi su un mix tra tradizione e innovazione. Enrico Bartolini nella sua cucina ama pescare dal passato prima di sottoporre i piatti ad una rivisitazione più moderna. “Contemporary Classic” è, infatti, la sua filosofia, una chiave di lettura che esalta il “classico contemporaneo”, titolo anche del suo libro uscito nel 2017. “Voglio esprimere contemporaneità” -dice lo chef- “piacere di stare a tavola, essenzialità nei piatti con la concentrazione dei sapori ricavati da pochi ingredienti”. A dicembre Bartolini è stato maestro d’eccezione a Sanremo per un evento riservato alla formazione professionale alberghiera promosso da Mansueto Group, società ligure leader a livello europeo nel mercato di forniture alimentari per yacht di lusso.



le fotografie scattate ai Nirvana in studio in quattro diversi momenti, dai mesi della loro prima formazione, con Chad Channing alla batteria Era il 1967 quando nasceva il re al posto di Dave Grohl (attualmente dell’ultimo grande movimento cantante dei Foo Fighters), fino agli musicale, Kurt Cobain. anni del successo mondiale, quelli di Nevermind e quando accanto al leaAl cinquantesimo anniversario della der della band si affianca la moglie, nascita del cantante, la galleria Ono Courtney Love. arte contemporanea ha deciso di ceLa mostra, che si terrà fino al 31 lebrare l’artista attraverso la mostra by Stefano Valentini gennaio 2018, è composta da 50 “Kurt Cobain 50: Il grunge nelle foto fotografie sia dei Nirvana sia degli di Michael Lavine”: un’ esposizione altri artisti e gruppi simbolo degli anni ’90, come composta da una personale di Michael Lavine, illuKim Gordon, Nick Cave, Beastie Boys, Hole e stre fotografo che nell’ultimo quarto di secolo ha Cramps. Inoltre, per l’occasione, Gas Jeans ha realizzato alcune delle fotografie più iconiche prestato la sua collaborazione realizzando del mondo dello spettacolo. Lo sfondo della una collezione in edizione limitata di mostra è la Seattle dei Nirvana, quella 2 mila t-shirt e felpe con una rieladegli anni ’90 stroncata dalla crisi econoborazione grafica delle immagini più mica e devastata dall’abuso di sostanze iconiche realizzate da Lavine. stupefacenti e dal diffondersi dell’Aids. Kurt Cobain in quegli anni trova voce Kurt Cobain 50: Il grunge nelle foto riuscendo a divenire, anche grazie di Michael Lavine al suo stile, l’icona dell’anti-fashion e, come scriveva in quei tempi il giornaDOVE Ono arte contemporanea via lista Everett True, regalando “la scena Santa Margherita, 10 40123 Bologna più eccitante prodotta da una singola INFO Tel/fax +39 051.262465 www. città, come non accadeva dai tempi onoarte.com della Londra punk”. Da quel deQUANDO fino al 31 gennaio grado nasce lo stile grunge che martedì - venerdì 15 – 20 Michael Lavine riporta attraverso sabato 10 - 13 e 15.30 – 20

CINQUANTA SFUMATURE DI GRUNGE

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VENCHI PRENDE IL LARGO CON MSC CROCIERE

in cui gli ospiti possono assistere alla produzione quotidiana del gelato Venchi. Non solo gelati ma anche crepes e coni fatti al momento. Ma anche qui il cioccolato non poteva mancare: Momenti di piacere unici da viuna fontana di cioccolato è sempre vere anche in mezzo al mare. La attiva per aggiungere al gelato un rinomata azienda dolciaria italiatocco di piacere unico. na annuncia la nuova partnership Nel frattempo, il gruppo MSC Crociecon MSC Crociere, che ha portato re aggiorna anche l’organizzazione alla creazione di due aree espedel reparto Commerciale, assegnanrienziali uniche sulla nuovissima by Sveva Riva do a Fabio Candiani il nuovo ruolo nave MSC Seaside di Direttore Vendite Italia. “Il nuovo Su MSC Seaside le boutiques Venchi sono un trionfo incarico di Fabio risponde all’esigenza di MSC Crociedi cioccolato e gelato di alta qualità in cui il prodotto è re di rafforzare ulteriormente il reparto commerciale in valorizzato al massimo. Vere e proprie aree esperienItalia. Il serrato piano industriale prevede, infatti, l’arziali in cui degustare opere d’arte del gusto, educare rivo di 12 nuove navi tra il 2017 e il 2026 e ci impone i propri sensi al piacere e vivere momenti unici di di consolidare il team con l’inserimento di una nuova condivisione: ce ne sono due a bordo. Il Chocolate Bar, figura che fungerà da ulteriore guida per il raggiungiun’area in cui il cioccolato è assoluto protagonista con mento di obiettivi sempre più ambiziosi. ” ha affermato ben quattro cascate di pura golosità. Gli ospiti possoLeonardo Massa, Country Manager di MSC Crociere. no degustare il cioccolato in tutte le sue declinazioni Con una lunga esperienza nel settore del turismo, attraverso piccole coccole che rendono la vita dolce, Candiani è approdato in MSC Crociere a settembre del ma non solo: un laboratorio a vista permette agli ospiti 2015. In precedenza ha rivestito ruoli sempre crescenti di immergersi in prima persona nella produzione del in alcuni dei principali network e tour operator italiani, cioccolato e di ammirare vere e proprie sculture realiztra cui I Grandi Viaggi, Valtur, ITN Travel Network e Uvet zate sul momento. Il Gelato & Crêperie: Venchi porta a Network SpA. bordo anche l’arte del gelato e lo fa con un laboratorio www.msccrociere.it

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| SCENARI CONTEMPORANEI |

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| SCENARI CONTEMPORANEI |

BIOTESTAMENTO: UNA LEGGE DI CIVILTÀ L’Italia non più fanalino di coda in Europa per il trattamento del fine vita: lo ha detto il Senato con un sì epocale, ma le polemiche non si arrestano

Il flemmatico e tortuoso iter legislativo del biotestamento è finalmente giunto a conclusione, risultato di un lavoro di sintesi tra una decina di proposte di legge depositate alla Camera e di un magistrale innesto tra i diversi equilibri politici del Belpaese. Ci sono voluti anni, anni di sofferenze salite alla ribalta mediatica spesso proprio per volere di chi, alla lotta, non ha mai rinunciato: da Eluana Englaro, morta il 9 febbraio 2009 dopo aver passato 17 anni in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale, a Piergiorgio Welby; da Terri Schiavo, scomparsa il 31 marzo 2005 dopo 13 anni passati in stato vegetativo con alimentazione e idratazione forzata, al caso recente di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, morto in una clinica svizzera il 27 febbraio dopo una lunga lotta per «poter scegliere di morire senza soffrire». Anni in cui la civiltà ha fallito, come per Irene, nuovo volto dell’Associazione Coscioni insieme al marito Andrea, morta il 24 agosto scorso tra grandi sofferenze, due giorni dopo aver concluso le procedure per ottenere l’aiuto medico alla morte volontaria in Svizzera ma senza riuscire a raggiungerla. Proprio Marco Cappato, esponente dei Radicali e dell’Associazione Coscioni, ora sotto processo per

la morte di Dj Fabo, ha espresso tutto il suo entusiasmo per l’approvazione della legge: «È un passo in avanti enorme nel rispetto della libertà di scelta delle persone che soffrono, dei malati terminali». «L’approvazione definitiva della legge sul biotestamento è un importante e positivo atto di responsabilità del Parlamento», ha scritto su Twitter la presidente della Camera Laura Boldrini. «D’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche». Non mancano, tuttavia, giudizi fortemente negativi sul biotestamento all’italiana, a partire da quello della Conferenza episcopale italiana da cui già è partita la chiamata all’obiezione di coscienza nelle strutture ospedaliere cattoliche, com’era facile e plausibile aspettarsi. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, non ha mai smesso di mostrare la sua strenua opposizione anche durante la discussione in aula, costringendo più volte Roberto Calderoli, presidente vicario dell’aula, a intervenire. Per lui la legge: «Introduce l’eutanasia, cancella l’obiezione di coscienza dei medici, obbliga qualsiasi struttura pubblica o privata a obbedire a un editto statalista e a tratti stalinista, che prevede la possibilità che bambini come Charlie Gard vengano uccisi». | 29 |


capace di intendere e di volere, in previsione di DIRITTO DI MORIRE: IL PROVVEDIMENTO una futura incapacità di autodeterminarsi, può Le norme, approvate alla Camera mesi fa, nonoattraverso disposizioni anticipare convinzioni o stante la contrarietà di Forza Italia, Lega Nord, preferenze rispetto a scelte terapeutiche e trattaFratelli d’Italia e centristi al governo di Ap, si menti sanitari, compresi nutrizione e idratazione dividono in due parti. La prima riguarda il consenartificiali. È possibile la nomina di un fiduciario. so informato del paziente cosciente, quindi capace Il medico è tenuto al pieno rispetto delle volontà di esprimere direttamente le proprie volontà sulle del paziente che possono essere disattese, in accure. L’articolo 1 prevede che nessun trattamento e cordo col fiduciario, qualora sussistano motivate diagnosi possano essere iniziate o proseguite senza e documentabili possibilità di miglioramento il consenso libero e informato espresso in forma non prevedibili al momento della sottoscriscritta o con dispositivi informatici, o dai genitozione. Le disposizioni ri in caso di minorenni. vanno espresse in forma L’eventuale diniego a non rice«È un passo in avanti enorme nel rispetto scritta, datate e sottoscritvere informazioni deve essere te davanti a un pubblico registrato sulla cartella clinica. della libertà di scelta delle persone ufficiale, un medico o dei In ogni momento il malato può che soffrono, dei malati terminali». testimoni. Valgono gli rivedere le sue decisioni anche Marco Cappato strumenti informatici. se la revoca riguarda l’interruRevoca e rinnovo sono zione della cura inclusa idrataammessi in ogni momento. zione e nutrizione artificiali. La seconda parte della legge affronta le Dat, direttive anticipate di volontà. L’articolo 3 prevede che ogni persona maggiorenne Martina Morelli

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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |

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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |

DIMENTICARE L’AFRICA Attacchi sanguinosi e uccisioni di massa sono all’ordine del giorno nella Repubblica Democratica del Congo, soprattutto nelle province orientali dove persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali guidati solo dalla più inaudita violenza

La peggiore tragedia della storia dalla fine della Seconda guerra mondiale, un conflitto che dura da vent’anni e che conta, ad oggi, più di sei milioni di morti tra genocidi, massacri etnici, saccheggi, il proliferare dell’Aids e dei bambini soldato. «Il conflitto nell’est del Congo è stato esacerbato dalla crisi politica generale del Paese», ha scritto Human Right Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, raccontando le violenze che vengono perpetrate nell’Est del Paese, nelle regioni del Nord e del Sud Kivu, lungo i bordi del lago omonimo. Nel solo periodo che va da giugno a novembre dell’anno appena trascorso, il gruppo no profit ha contato 526 morti civili ascrivibili a «molti fattori», tra cui gli interventi delle forze di sicurezza congolesi «responsabili di oltre 100 morti violente». Un territorio che fatica sempre di più a mantenere anche solo una parvenza di stabilità politica e di democrazia, soprattutto dopo che la Commissione elettorale ha annunciato che non sarà possibile andare alle urne prima dell’aprile 2019. Il presidente Joseph Kabila, 45 anni, salito al potere dopo l’uccisione del padre nel 2001, ha già completato due mandati presidenziali, il massimo previsto dalla Costituzione del Paese e, seppur al momento non sembri intenzionato a cambiare la CostituzioJoseph Kabila è divenuto presidente della Repubblica Democratica del Congo in seguito all’assassinio di suo padre Laurent-Désiré Kabila, il 16 gennaio 2001.

ne, continua a ritardare le elezioni per allungare la durata del suo secondo mandato. Una dittatura che si nasconde dietro motivazioni di carattere economico e logistico, quali le difficoltà nel gestire spogli elettorali in un territorio così ampio, ma che di fatto proibisce manifestazioni dell’opposizione dopo che, l’anno scorso, le forze di sicurezza hanno ucciso decine di manifestanti che chiedevano le dimissioni del Presidente. La storia di questa parte di mondo, abituata a ricevere attenzioni solo sporadiche e di breve durata, è risalita agli onori delle cronache dopo che quindici caschi blu dell’Onu, per la maggior parte originari della Tanzania, sono stati uccisi e altri 53 sono rimasti feriti in un attacco sferrato nella provincia del North Kivu. Il peggiore attacco della storia recente contro le forze di pace, come ha precisato il segretario generale Antonio Guterrez, nella missione più vasta al mondo che tenta di porre un argine ai conflitti tra i numerosi gruppi armati interessati a un territorio ricco di risorse minerarie. La Repubblica Democratica del Congo rappresenta l’apice di tutte le tragedie di un intero continente e la complessità dei conflitti che nascono in questa porzione di mondo: solo qui si attesta l’esistenza di 120 gruppi armati in solo due delle 26 province del paese, con singoli casi agghiaccianti, come il massacro di almeno 39 profughi del Burundi uccisi a Kamanyola, nel Kivu Sud. Martina Morelli | 33 |


| PROFILI ITALIANI |

MINIMO COMUNE MULTIPLO: L’ITALIA Iniziamo un tour tra le eccellenze italiane che hanno saputo distinguersi nel mondo, riuscendo a fare la differenza in ogni settore. Dalla medicina alla nautica, l’ultimo who’s who degli uomini e le donne più importanti della Penisola

Laura Iris Ferro, è lei la testimone di quella che definisce “l’altra eccellenza” del Made in Italy, quella lontana dai rinomati fashion e design ma, l’ambito biotech. Laura Ferro, classe 1951, è una nota imprenditrice e manager che si è saputa distinguere: nel 1978 ha iniziato la sua carriera come psichiatra, dopo aver conseguito la Specializzazione in Psichiatria, lavorando nella sanità pubblica fino a quando il padre non ha deciso di lasciarle il timone dell’azienda di famiglia, la Crinos Spa. Nel 2001 fonda l’azienda biotech Gentium, (spin-off della Crinos) nella quale ha ricoperto i ruoli di Presidente e Amministratore Delegato, portandola nel 2005 a essere quotata in borsa, a Wall Street. In questi anni dimostra il suo valore tanto da riuscire a richiamare l’attenzione del Wall Street Journal Europe che l’ha definita, nel 2006, tra le 10 “Women to Watch”. Aspettative tutt’altro che disattese: solo 5 anni dopo il Financial Times la inserisce nell’elenco dei primi 100 consiglieri d’amministrazione ideali in aziende globali. Oggi Laura Ferro è advisor di Angels for Growth, la principale associazione italiana di business angels, e investe su start-up che si distinguono in ambito medico.

Per alcuni la passione diventa lavoro e tra questi fortunati c’è Nadia Pinardi. La sua è una vera storia d’amore che sconfina nella scienza e nel mare. La Pinardi nel 1980 si laurea, con il massimo dei voti, in fisica e inizia a lavorare a Colonia con un gruppo di meteorologi e oceanografi; sin dalla metà degli anni Novanta, Nadia Pinardi ha coordinato lo sviluppo dell’oceanografia operativa nel Mediterraneo. Oggi insegna Fisica dell’atmosfera e Oceanografia all’Università di Bologna e collabora con le più prestigiose istituzioni al mondo, tra queste c’è il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), che analizza i movimenti marini attraverso dei dati visionati in tempo reale e ottenuti da diversi sistemi di monitoraggio: satellitare, per quanto concerne la superficie, e robotiche per quanto riguarda le profondità marine. Prevedere le onde e le correnti può apportare notevoli vantaggi da un punto di vista energetico, ambientale e di sicurezza delle coste. Gli enormi passi in avanti hanno portato alla ricercatrice dei riconoscimenti notevoli, tra i quali la recente laurea honoris causa assegnata dall’Università di Liegi (Belgio) che ha esaltato le capacità di Nadia Pinardi attribuendole il merito di essere la persona che più di tutti ha “contribuito a dare forma al panorama europeo delle previsioni oceaniche”. | 34 |


| PROFILI ITALIANI |

I numeri 1 in Italia non sono sicuramente finiti qui, in molti settori – sconosciuti ai più – l’Italia riesce a difendersi bene, facendo talvolta la differenza. Un altro profilo che conferma la maestria dell’Italia nel mondo è quello di Sanzio Bassini, direttore del dipartimento di SuperComputing Applications and Innovation (Scai) del consorzio informatico Cineca. Realtà, quest’ultima, che si sviluppa sul territorio di Casalecchio di Reno – a pochi chilometri da Bologna – e che riunisce 70 università italiane e 6 istituzioni di ricerca. Fiore all’occhiello del consorzio è Marconi, un computer potentissimo che ha portato l’Italia ai primi posti della classifica mondiale dei calcolatori. Marconi è in assoluto il calcolatore più potente d’Europa e si aggiudica il 14esimo posto nella classifica mondiale, aspetto importantissimo, come si desume dalle parole di Bassini, perché “la nostra posizione di leader in Europa, nel settore della potenza di calcolo e dell’innovazione legata alla ricerca scientifica, offre all’Italia un ruolo chiave nel panorama della ricerca europea, che può essere paragonato a quello di superpotenze quali gli Stati Uniti e la Cina”. Vanto non da poco. Stefano Valentini

Rimanendo immersi nelle acque salate del Mar Mediterraneo incontriamo anche la figura di Paolo Vitelli, un veterano del settore nautico che all’età di soli 21 anni, nel 1969, fonda la Azimut Srl, dando inizio a un’attività di noleggio di barche a vela. In pochissimo tempo Azimut riesce, tramite scelte indovinate, a crescere divenendo costruttore di yacht nel 1985, dopo aver rilevato lo storico cantiere Benetti. Paolo Vitelli oggi è dunque presidente del Gruppo Azimut-Benetti, realtà che costruisce yacht a motore, dai 10 ai 100 metri, in 6 differenti cantieri sparsi tra l’Italia e il Brasile e conta oltre 2.000 dipendenti. Nella sua gloriosa carriera Vitelli è stato presidente di Ucina, l’associazione italiana delle industrie nautiche da diporto, riuscendo anche lì a dare un’importante svolta promuovendo il settore del leasing nautico. Nel suo caso la laurea ad honorem arriva dalla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino e nel corso del suo mandato da Presidente dell’Ucina ha ricevuto anche il premio per crescita, innovazione e internazionalizzazione - nel quinquennio 2001/2006 - assegnato da Confindustria alla migliore azienda italiana. A oggi Azimut-Benetti opera in 68 Paesi al mondo e il suo mercato è globale. | 35 |


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LAMBORGHINI: QUANDO L’ECCELLENZA È UN MARCHIO Christian Mastro, Head of EMEA Region di Automobili Lamborghini, racconta il grande universo racchiuso in un marchio iconico e di qualità

Lamborghini non è semplicemente una parola, un insieme di lettere che convenzionalmente richiamano uno specifico significato: Lamborghini è un’essenza, un afflato di personalità e bellezza che si concretizza in un oggetto: l’automobile. Quando diciamo Lamborghini sappiamo senza ombra di dubbio a cosa facciamo riferimento, dunque Lamborghini non significa qualcosa, Lamborghini “è”. Il brand continua a comunicare con la sua esistenza e la sua continua aspirazione all’eccellenza un’idea di italianità e di qualità che non conosce rivali e che vuole dominare sempre le scene, scatenando emozioni, continuando a macinare chilometri di storie ed esperienze uniche. Christian Mastro, Head of EMEA Region di Automobili Lamborghini, definisce i punti cardinali della storia di un marchio unico nel suo genere e disegna le coordinate di un futuro sempre più ricco di traguardi ambiziosi e di sfide da vincere. Lamborghini è oggi un nome iconico che sintetizza in sé un universo di storie e significati sfaccettati: in che modo è possibile raccontare l’evoluzione di un marchio così significativo per il settore di riferimento e non solo? Lo facciamo grazie ai nostri prodotti molto esclusivi e del tutto Made in Italy: Lamborghini è un brand totalmente italiano, la sede centrale si trova a Sant’Agata Bolognese, nel cuore più autentico dell’Emilia Romagna. Negli anni abbiamo puntato al raggiungimento di un’eccellenza qualitativa senza paragoni e, considerando il riconoscimento unanime ricevuto nel tempo, sostenuto dall’ottimo riscontro da parte dei clienti, direi che l’obiettivo può dir-

si pienamente raggiunto. È chiaro che quando si parla di eccellenze ci riferiamo a innovazioni tecnologiche e alla superiorità nella qualità nel prodotto: in questo stiamo investendo tutte le nostre risorse, per essere sempre al top rispetto al mercato competitivo di oggi. Design, dinamismo, innovazione tecnologica, finiture pregiate e massima qualità: queste le parole chiave per Lamborghini. Cosa definisce maggiormente oggi l’identità del brand e segna la direzione da seguire per le iniziative del futuro? Di sicuro il design svolge un ruolo fondamentale: quando oggi qualcuno vede una Lamborghini la riconosce immediatamente. Rispetto alle altre vetture, l’imprinting design delle nostre macchine è inconfondibile, non passa mai inosservato. Il design però non è fine a se stesso, ogni elemento che viene inserito nella vettura ha una sua funzione, così il design risulta essere importante anche dal punto di vista funzionale e non solo estetico. L’innovazione tecnologica per noi è l’eccellenza ed è grazie a questa che siamo riusciti a raggiungere i traguardi che abbiamo conseguito. La massima cura riposta nella realizzazione delle finiture ci ha consentito di sviluppare un business chiamato “ad personam”. Infatti, oggi molti clienti vogliono possedere una vettura personalizzata e sono disposti ad aspettare più tempo pur di avere un’automobile esclusiva e inimitabile. Dunque ogni Lamborghini è davvero una Lamborghini unica. | 36 |


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A cinque anni dalla presentazione del prototipo, il primo SUV del marchio Lamborghini, Urus, ha finalmente avuto il suo debutto ufficiale: come si è articolato il lancio di un prodotto tanto importante e ambizioso? Il lancio della vettura si è svolto il 4 dicembre a Sant’Agata Bolognese, si è trattato di una presentazione in anteprima mondiale nel cuore della casa Lamborghini. La vettura si inserisce in un segmento di mercato nuovo per noi, in quanto fino ad ora eravamo rimasti nel settore sportivo. Il successo della vettura è fuori discussione: sia nel design che nelle prestazioni il Suv è un prodotto Lamborghini in tutto e per tutto. Ci aspettiamo un successo incredibile nel tempo, c’è una domanda pazzesca da parte dei clienti e c’è molto entusiasmo attorno alla vettura che verrà commercializzata verso la seconda metà del 2018. Nei primi mesi dell’anno ci dedicheremo a farla conoscere e a farla provare ai potenziali clienti. Urus è un prodotto che, come tutte le altre nostre macchine super sportive, farà provare grandi emozioni a chi la guida.

Lamborghini ha inaugurato un nuovo showroom a Milano realizzato con la nuova Corporate Identity sviluppata per la rete dei concessionari mondiali: che tipo di dinamica di espansione commerciale si vuole esprimere attraverso questo progetto? È chiaro che l’identità del marchio è un po’ cambiata negli ultimi anni: ci siamo espansi sia dal punto di vista commerciale che nella conoscenza del brand. Oggi il marchio Lamborghini è sempre più conosciuto ed è sempre più sulla bocca di tutti per l’eccellenza dei suoi prodotti. In futuro l’identità del brand cambierà ulteriormente perché saremo in contatto con una tipologia di cliente nuova, grazie all’introduzione di prodotti come Urus. Anche per questo abbiamo aggiornato la nostra corporate identity e a Milano si può già vedere il cambiamento attuato rispetto al passato. Dal punto di vista della rete commerciale oggi in Italia abbiamo 3 concessionari a Milano, Bergamo e Bologna. Il successo che abbiamo avuto all’apertura di Milano ci fa ben sperare che anche in Italia avremo una forte presenza sul territorio: è nostra intenzione espandere la rete commerciale nel nostro Paese e di farlo nonostante la recenRispetto alle altre vetture, l’imprinting design delle nostre macchine è inconfondibile, non passa mai inosservato.

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rappresenta, prima di tutto, cioè lo stile Italiano. Siamo presenti nel settore delle corse con il GT3 e stiamo riscuotendo un successo importante. Organizziamo eventi in tutto il mondo per esportare il lifestyle italiano e portiamo anche nel nostro Paese i clienti per far vedere La storia ha dimostrato che nulla è imposloro non solo la nostra fabbrica ma anche gli sibile per Lamborghini. Qual è la vostra aspetti più caratterizzanti dell’italianità. Tutte prossima sfida? queste attività sono fondamentali, perché fanIl nostro obiettivo è che la Urus sia una vettura di no capire davvero al cliente cos’è Lamborghini grande successo. Oggi il massimo che possiamo e cos’è lo stile italiano, non solo dal punto di fare dopo il lancio è fare in modo che abbia un vista del design, ma anche da buon riscontro anche sul mercato. quello delle eccellenze di cui Ad oggi sicuramente siamo concenOggi molti clienti vogliono possedere andiamo orgogliosi e che vogliatrati su questa sfida che per la sua mo condividere col cliente. La mole è già abbastanza grande, ma una vettura personalizzata. possibilità che diamo di guidare siamo sicuri ci darà soddisfazioni. Ogni Lamborghini è davvero una il nostro prodotto all’interno di Lamborghini unica questo contesto è finalizzata a Quali sono le tecniche e iniziatiChristian Mastro, Head of EMEA Region valorizzare il Made in Italy nella ve dell’azienda per fidelizzare la di Automobili Lamborghini sua totalità ed è un’esperienza clientela e per farsi conoscere da molto significativa che serve al nuovi potenziali clienti? cliente per apprezzare sempre di Il nostro è un marchio riconosciuto più il nostro marchio. in tutto il mondo e ha un’importanza di un certo Paolo Del Panta livello. È chiaro che una delle cose che vogliamo trasmettere ai clienti è ciò che Lamborghini già te crisi economica. D’altro canto, oggi molta più gente ha voglia di concedersi il piacere di guidare una macchina super sportiva e godersi il viaggio che questa sa regalare.

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L’ARENA DELLA TECNOLOGIA Start-up e grandi brand presentano le loro ultime novità a Las Vegas, anche quest’anno teatro dell’attesissimo Consumer Electronic Show, in cartellone dal 9 al 12 gennaio. L’apertura del nuovo anno segna un importante appuntamento con la tecnologia: torna a Las Vegas - dal 9 al 12 gennaio - il Consumer Electronic Show, il luogo di ritrovo per tutti coloro che operano nel business delle tecnologie e il place to be per tutti i maniaci dell’innovazione. In oltre 50 anni il CES è servito come ‘terreno di prova’ per i maggiori produttori di tecnologia, divenendo l’appuntamento globale di presentazione dei nuovi prodotti e risultando come la prima occasione per ‘toccare con mano’ le avveniristiche creazioni della tecnologia, estesa in ogni aspetto immaginabile. I dati raccontano chiaramente il successo. Questo evento coinvolge ogni anno oltre 3.900 aziende espositrici e durante i 4 giorni si superano le 300 ses-

sioni di conferenze con più di 170.000 partecipanti provenienti da 150 paesi. Le novità della Fiera coinvolgono settori specifici che variano dall’advertising alla robotica, passando per la casa, tutti coinvolti in un rapido processo di crescita che sicuramente nei prossimi anni rivoluzionerà (ancora) la nostra vita quotidiana. Come rivela Steve Koenig, Senior Director Market Researcher della Consumer Technology Association (Cta), associazione che organizza l’evento: “Di solito differenziamo B2B e B2C, business to business e business to consumer, imprese e consumatori. Dal Gli avanzati Concept 3E esprimono la visione di Honda relativa ad una società in cui la robotica e l’intelligenza artificiale possono assistere le persone nelle classiche attività di tutti i giorni

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| PAROLA D’ORDINE: NOVITÀ

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La casa nipponica Honda esibisce anche un “Cooperative Robot”, un compagno in grado di mostrare compassione attraverso una serie di espressioni del viso.

lato imprese scopriremo molto sul 5G, su cosa sta succedendo nel mondo con questa tecnologia. L’intelligenza artificiale sarà un altro trend, e qui parleremo di applicazioni del machine learning e su come si evolva sempre più velocemente per automatizzare funzioni diverse nei vari servizi, con un ruolo sempre più importante. Parlando di questo, l’assistenza digitale ha grande visibilità, penso diventerà onnipresente nelle nostre vite, nei nostri smartphone con servizi come Alexa e Siri, nelle nostre case e nelle nostre auto”. Nel quadro della robotica, ad esempio, si fa spazio il marchio nipponico Honda che presenta il nuovo Concept 3E (Empower, Experience, Empathy – autonomia, esperienza, empatia). Tra le creazioni nate da questo concept emergono due robot:

3E-D18 (Workhorse) un veicolo autonomo off-road dotato di intelligenza artificiale e progettato per offrire supporto in una serie di attività lavorative, e 3E-A18 (Cooperative Robot), un “compagno robot” in grado di mostrare compassione attraverso una serie di espressioni del viso. Un lavoro simile è il prodotto della Blue Frog Robotics, che con Buddy si classifica tra i vincitori del ‘CES 2018 Best of Innovation Awards’. Buddy è un simpatico robot che ha l’obiettivo di tenere compagnia a tutta la famiglia riuscendo a riconoscere e interagire con ogni persona che vive nella stessa casa. Alcune delle anteprime trapelate nelle ultime setti-

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| PAROLA D’ORDINE: NOVITÀ

mane rivelano anche la partecipazione di grandi brand del settore delle smart TV. Troviamo tra questi Sharp, Samsung e Sony che decidono di rompere gli indugi sfornando TV dotati di risoluzione 8k, anche se al momento il costo di queste smart TV sarebbe ingiustificato, visto che non esistono trasmissioni o fonti video capaci di supportarlo al meglio, il salto in avanti interessa per la rapida evoluzione in questo settore. Samsung osa ancora di più con gli interessanti schermi a tecnologia Qled, simili agli Oled ma con caratteristiche fisiche migliori. Questa innovazione consentirebbe non solo di arrivare a produrre smart TV di grandi dimensioni, superiori ai 100 pollici, ma di avere anche dispositivi capaci di non consumarsi, come nel caso degli Oled. Passando all’area automotive, chi si aggiudica il premio ‘CES 2018 Best of Innovation Awards’ è la Nissan che sulla Leaf, modello totalmente elettrico già in commercio, aggiunge 3 tecnologie con cui stregare i clienti: la prima è il sistema avanzato di guida assistita ProPILOT che assicura un’esperienza di guida più facile, sicura e meno impegnativa; poi c’è il ProPILOT Park, ovvero

Si aggiudica il premio ‘CES 2018 Best of Innovation Awards’ la Nissan che sulla Leaf aggiunge 3 innovative tecnologie: ProPILOT, ProPILOT Park e l’e-Pedal un dispositivo di parcheggio automatico che controlla sterzo, acceleratore e freno e porta a termine la manovra in maniera completamente autonoma. Ultimo, ma non per importanza, l’e-Pedal che permette al guidatore di partire, accelerare, decelerare e fermarsi regolando la pressione esercitata sul pedale dell’acceleratore. Infine, per gli amanti delle foto l’ultima novità si chiama Light L16, una fotocamera compatta capace di catturare, quando viene attivata, la luce da 10 o più aperture e attraverso un sistema di rimbalzo (avvicinandosi di molto alla tecnologia Reflex) di ‘concepire’ foto da 52MP create da 10 o più prospettive leggermente diverse. L16 è, inoltre, capace di scegliere una combinazione dei moduli da 28 mm, 70 mm e 150 mm da utilizzare in ogni scatto, a seconda del livello di zoom. Inutile dire che anche questo prodotto è tra i premiati, apprezzato anche da National Geographic che ha inserito la L16 nella Top 10 Compact Cameras for Travelers. Stefano Valentini | 42 |

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BUSINESS 4.0: L’ERA DEI BIG DATA Grazie all’innovazione tecnologica TIM mette i dati digitali al centro delle strategie d’impresa per offrire esperienze personalizzate ai propri clienti e alle aziende italiane

La trasformazione digitale, con il suo impatto su Proprio per cogliere le opportunità offerte dalle nuotutti i processi che riguardano la relazione tra ve tecnologie e dai Big Data, TIM ha creato al proprio brand e pubblico, è un tema vitale per le aziende interno la TIM Data Room, un team dedicato all’ascolto di oggi, soprattutto se si considera che non esiste e all’analisi dei dati provenienti dal web e dai social più uno spazio che non sia digitale e che è, dunque, network, fatto da data scientist, analisti, digital strategist necessario far coincidere la strategia applicata in ed esperti in data visualization. tale ambito con la strategia di crescita della propria Il ruolo di questa unit è di raccogliere gli insight proimpresa. Non è un caso che gli analisti definiscano il venienti dall’ascolto della rete per poterli utilizzare al contesto socio-economico che stiamo vivendo come fine di migliorare la customer experience degli utenti “l’era del cliente”, una fase e interpretare e approfoncaratterizzata da consumatori dire informazioni e notizie. Sensori wireless, applicazioni di realtà che non si limitano all’acquisto, L’idea è quella di fornire alle virtuale, telefoni cellulari sono ma chiedono di vivere esperienaziende un partner in grado solo alcune delle numerose fonti ze profonde d’interazione con di analizzare le conversazioni i brand. Il “customer journey” online, monitorare i risultati in grado di generare dati che possono come obiettivo primario, dunque, di un evento sui social, conessere estratti e analizzati per orientare ma restano da stabilire le modafrontarsi con i concorrenti le scelte strategiche del business lità per cucire un’esperienza a per creare, utilizzando i dati misura di cliente. in modo integrato ed accessiIn questo senso, un nuovo filone emergente e di grande bile, un business customer-centric. importanza riguarda l’utilizzo dei Big Data. Con l’avvenGli ambiti di sperimentazione della TIM Data Room vanno dagli eventi allo sport, dall’attualità agli show, to del digitale e delle piattaforme social la produzione di dati esterni al mondo dell’azienda è aumentata rapidacon gli input dei clienti che permettono di misurare la mente: sensori wireless, applicazioni di realtà virtuale, reputazione aziendale, prevedere e gestire eventuali crititelefoni cellulari sono solo alcune delle numerose fonti cità, rispondere alle necessità puntuali dei diversi target, in grado di generare dati che possono essere estratti e migliorare la customer experience, ottimizzare le strateanalizzati per orientare le scelte strategiche del business. gie di marketing, gli investimenti media e raggiungere | 45 |


| WEB & SOCIAL |

così gli obiettivi d’impresa. TIM ha offerto un’ampia panoramica sull’utilizzo dei Big Data per il decision making in occasione di SMAU Milano e SMAU Napoli 2017, dove sono state illustrate anche le soluzioni Data Driven di Olivetti, polo digitale del Gruppo TIM. Si tratta di soluzioni cloud disponibili grazie ad una

TIM ha creato al proprio interno la TIM Data Room, un team dedicato all’ascolto e all’analisi dei dati provenienti dal web e dai social network, fatto da data scientist, analisti, digital strategist ed esperti in data visualization piattaforma che trasforma le informazioni raccolte dalla rete TIM in valore utile alle imprese (TIM Data Retail Analysis) e alle Amministrazioni Pubbliche (Tim City Forecast), aggregandole con altre fonti dati (sensori, open data, social) nel pieno rispetto del contesto normativo, della sicurezza dei dati e della privacy. Tra i servizi presentati, ha suscitato particolare interesse la soluzione che consente l’analisi dei fenomeni che avvengono sul territorio: dal monitoraggio degli eventi e dei flussi per la definizione di azioni di marketing mirate, alla pianificazione di interventi di lungo respiro, fino alla rilevazione e gestione di situazioni di emergenza.

IL CASO: Quando la tradizione incontra l’innovazione Per il secondo anno consecutivo TIM accompagnerà i telespettatori durante il sessantottesimo Festival della Canzone Italiana che si svolgerà al Teatro Ariston dal 6 al 10 febbraio 2018, con la direzione artistica di Claudio Baglioni. Nell’ambito della partnership, grazie alla TIM Data Room sarà possibile conoscere l’analisi dei dati digital insieme ai trend delle serate del Festival sul web. Già lo scorso anno la TIM Data Room ha fatto scoprire agli italiani come anche gli appuntamenti più tradizionali riescano ad innovarsi e migliorarsi con la tecnologia, fornendo i dati per programmi televisivi d’intrattenimento pre e post evento: l’analisi dei trend social più significativi espressi dalla Rete e gli insight sulle puntate del Festival hanno animato le conversazioni degli ospiti in studio. Inoltre la TIM Data Room ha trasmesso tutte le sere live sul canale ufficiale Facebook del brand un approfondimento sui dati social emersi durante la giornata. La rivoluzione digitale continua.

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| CARPE DIEM BRAND |

LA REPUTAZIONE ONLINE È QUESTIONE DI ATTIMI Se è vero che una buona reputazione è difficile da confutare, una pessima reputazione è ancor più difficile da convertire. L’argomento a questo punto non è la reputazione in senso stretto, ma il fulcro dal quale parte la costruzione della reputazione di una azienda: il branding.

Il branding è la faccia della tua azienda in mezzo a tante altre. In un mercato sempre in espansione, con la concorrenza sempre più fitta, i tuoi clienti si trovano quotidianamente davanti a tante “facce” di aziende in concorrenza con la tua e, ovviamente, la scelta per il cliente si fa sempre più difficile. Il cliente segue sempre una di 2 strade possibili: 1. affidarsi al brand che si presenta meglio 2. svolgere un’analisi approfondita per poi compiere una scelta. Quale strada viene scelta più spesso? La prima. Il cliente spesso non ha abbastanza tempo per svolgere analisi approfondite, nella maggior parte dei casi restringe il campo basandosi sulla prima impressione che ha di un brand. È una questione di pochi secondi. Non si tratta tuttavia di sola apparenza, ma di una solida realtà aziendale che deve trasudare dall’immagine pubblica di un marchio. Tutto ciò come si traduce sul web? Cosa intendiamo quando parliamo di Online Branding? Sito Internet, Logo, Grafica, Call to action. Ma anche Social Network, Recensioni, Descrizioni. Creare un marchio per un’azienda non vuol dire solo trovare il nome giusto o disegnare un logo accattivante ma significa fare in modo che ognuno di questi strumenti citati sia in sintonia con l’altro. Come nasce, o meglio, come deve nascere un brand? Il punto di partenza è senza dubbio nel messaggio che si vuole veicolare. Inoltre, a chi si rivolge questo messaggio? Con che toni e con che linguaggio? La nascita

di un brand deve rispondere quindi a tante domande come queste, e solo successivamente potrà cominciare ad associare elementi visivi, primo tra tutti un logo ben rappresentativo. Branding diventa quindi sinonimo di “armonia”, dove gli elementi fondanti si combinano diventando una entità unica in grado di andare incontro al potenziale cliente e alle sue necessità, attraverso una sinergia di elementi testuali e visivi che esprimono la mission aziendale e creano una relazione empatica con l’utente.

Per un brand è vitale presidiare i meccanismi che ne determinano la reputazione. Come? Attraverso la gestione delle prime impressioni. Branding e reputazione “Questione di feeling” cantava Riccardo Cocciante assieme alla grande Mina qualche anno fa. Oggi è sempre più frequente che la reputazione cresca positivamente o negativamente grazie al “feeling” degli utenti che interagiscono con un marchio. Come già detto in precedenza, complici la costante necessità di trovare soluzioni in poco tempo e le possibilità di scelta in perenne espansione, sempre più di rado la reputazione di un brand si basa su attente analisi da parte dei clienti o prospect. | 48 |


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Ecco che allora diventa vitale per un brand presidiare i meccanismi che determinano la reputazione di un brand. Come? Attraverso la gestione delle prime impressioni. Le prime impressioni che generiamo nei potenziali clienti sono spesso più critiche di quanto si possa immaginare perché, oltre ad avere un effetto immediato, hanno anche ripercussioni successive, in quanto vanno a scolpire nella memoria del cliente un’immagine della nostra azienda che potrebbe non essere rappresentativa di chi effettivamente siamo. Scolpire bene una immagine dall’inizio richiede un sapiente lavoro, ma i risultati dureranno nel tempo se si mette in atto una buona manutenzione. Mettere mano a un’immagine scolpita male può essere molto difficile se non impossibile. Il suggerimento, quindi, è di partire dall’inizio con una corretta traduzione dei tuoi valori, della tua mission e di quello che sei in testi, immagini, grafica e soprattutto comunicazione, per veicolare in maniera controllata le prime impressioni. E ricorda che occorre tanto lavoro per controllare quello che succederà in pochi istanti.

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L’AUTORE: EMILIO ZUCCA Elabora strategie di marketing digitale per aziende e professionisti che vogliono aumentare il proprio volume di affari attraverso un uso ragionato del web. Consulente da 20 anni, dopo una lunga esperienza in ambito multinazionale ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze ed esperienze ad aziende e professionisti italiani che vogliono crescere. Il suo motto è “Prima la strategia, poi la tecnologia”. www.emiliozucca.com


| FUTURO DIGITALE |

A TUTTO TARGET! Se i clienti rappresentano per l’azienda la fonte del benessere, quelli potenziali ne delineano lo sviluppo: un futuro che parla la lingua dei Big Data, miniera d’oro per l’industria 4.0 Ogni giorno continua a crescere il flusso di informazioni che circolano dentro e fuori alle aziende: si tratta dei dati provenienti dai sensori integrati dei migliaia di oggetti che usiamo quotidianamente e che sono collegati alla rete. Ogni volta che usiamo un computer, accendiamo lo smartphone o apriamo una app sul tablet, lasciamo una nostra impronta digitale: sono i cosiddetti Big Data, prodotti dai sistemi informatici e dalle infrastrutture a supporto della produzione, della distribuzione e dell’erogazione dei servizi, veri protagonisti della trasformazione digitale del business. Ad

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oggi, questi costituiscono uno tra i metodi più mirati, profilati, personali ed efficaci per comunicare in modo immediato con il proprio pubblico di riferimento e per valutare la ricettività di un territorio rispetto alla propria offerta. Il target come chiave del successo, insomma, che in ambito B2B non può prescindere da una capillare profilazione a livello merceologico e geografico, atta a favorire le attività di marketing. La qualità del prodotto e dei contenuti con cui viene trasmesso è importante, ma non può aver


| FUTURO DIGITALE |

Il momento è favorevole: le erogazioni mutuo nel nostro Paese sono in aumento da tre anni consecutivi e il mercato sembra aver trovato la sua dimensione. Uno scenario con buone opportunità per le famiglie che vogliono affacciarsi all’acquisto dell’abitazione. Lo dicono anche i dati: il 73% degli italiani abita in una casa di proprietà e il 40% delle richieste per un mutuo prima casa arriva dal Nord Italia. Tra tutte queste richieste almeno una su sei è per surroga e nel 2017 la percentuale di mutui surrogati è del 18% sul totale dei finanziamenti richiesti. Queste sono solo alcune delle informazioni grazie alle quali Mutuiperlacasa.com è diventato anche data provider: direttamente dalle piattaforme digitali specializzate, come Adform e Doubleclick, sarà possibile selezionare i segmenti di pubblico più in target per pianificare campagne data driven e, in questo modo, ottimizzare gli investimenti pubblicitari. L’obiettivo è quello di essere tra le prime realtà a proporre uno strumento di comunicazione digitale che permetta ai propri clienti di mettere in atto, subito e senza sforzi, la migliore strategia digitale, accompagnandoli per mano a livello tecnologico e operativo, passando per la visibilità assicurata da un sito attendibile e autorevole, un’offerta calibrata sui KPI del cliente e performance di qualità che garantiscono ottimi risultati. www.mutuiperlacasa.com Marco Bertollini

seguito se non con i giusti riceventi. E, d’altronde, oggi tutti i consumatori si aspettano di trovare contenuti rivolti ai loro bisogni e interessi. Rispetto alle forme di pubblicità classica il direct marketing, come suggerisce il nome stesso, consente di stabilire una relazione diretta e duratura con il target, personalizzando i messaggi in funzione delle specifiche esigenze e caratteristiche del singolo cliente. Un patrimonio fondamentale di informazioni che possono essere utilizzate per conoscere e soddisfare le aspettative del prospect e, nel tempo, fidelizzarlo. Lo sa bene il Gruppo DigiTouch, uno dei principali player indipendenti in Italia attivo nel digital marketing e specializzato nelle tecnologie di marketing e comunicazione a supporto delle vendite. Nato nel 2007 e quotato sul mercato AIM Italia dal 2015, è oggi a capo di quattro agenzie (DigiTouch Agency, Performedia, E3 e Optimized Group), della unit DigiTouch Consulting, specializzata nella consulenza strategica in ambito digital transformation, dell’agency trading desk DAPcenter, della Customer Data Platform Audiens, della unit Digital Automotive Solutions e del sito comparatore MutuiPerLaCasa. com. Quest’ultimo è un portale che aiuta gli utenti a trovare il mutuo più adatto alle proprie esigenze attraverso l’uso di un comparatore oppure chiedendo una consulenza personalizzata e che, al contempo, permette ai brand finance di mostrare e presentare la loro offerta ad un target di utenti che mostra la necessità di aprire un mutuo.

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A BRUXELLES IL MEGLIO DELL’ARTE ANTICA E CONTEMPORANEA Al Brafa Art Fair sarà protagonista il maestro della “land art” Christo con l’opera più grande mai esposta all’interno della mostra. Ampio spazio anche a gioielli, fumetti d’autore e arte tribale

Dal 27 gennaio al 4 febbraio Bruxelles sarà la capitale europea dell’arte e dell’antiquariato. Brafa Art Fair, la più antica fiera d’arte d’Europa, si ripropone per la 63esima edizione affermandosi come il place to be per tutti gli appassionati del genere. La città belga tornerà ad essere il principale centro d’arte, antiquariato e collezionismo: presenti opere (destinate alla vendita) da ogni parte del

In programma da sabato 27 gennaio a domenica 4 febbraio 2018, BRAFA è museo effimero, la cui visita permette, in un solo giorno, di apprezzare un condensato della storia dell’arte mondo e da ogni epoca che rispondono a due fondamentali requisiti: qualità e autenticità. Una mostra che resiste rinnovandosi di anno in anno, ma continuando a registrare un numero sempre maggiore di visitatori. Un evento unico nel suo genere, che affianca fumetti d’autore e oggetti Maschera Yaka; Fine XIX secolo inizio XX

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antichi, manoscritti e sculture, gioielli e ceramiche: il fascino dell’arte antica e contemporanea, declinata in tutte le sue sfaccettature e forme, sopravvive anche all’epoca dei social. Brafa Art Fair vive di questo: degli oggetti d’arte più disparati, contemporanei o antichi, di carta o marmo, purché rispettino i rigidi canoni di qualità e originalità che sono alla base dell’evento di Bruxelles. 134 le gallerie internazionali presenti provenienti da 16 nazioni, con il nostro Paese rappresentato da 4 maison di lusso come Italia Chiale Fine Art, Il Quadrifoglio-Brun Fine Art, Robertaebasta e Theatrum Mundi. Pittura, fotografie, libri: al Brafa la varietà dei pezzi che si possono trovare è praticamente incalcolabile. Grande l’entusiasmo del Presidente del Brafa, Harold t’Kint de Roodenbeke: “Siamo particolarmente contenti delle gallerie selezionate per l’edizione 2018” ha detto. “Penso che il livello qualitativo proposto quest’anno sia il più alto di sempre specie a livello internazionale. Tra l’altro, per la prima volta, abbiamo chiuso le adesioni a giugno! Non siamo un ente fieristico e vogliamo mantenere il numero degli espositori in questa dimensione, privilegiando la qualità”.


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Protagonista l’arte a tutto tondo, opere di ogni periodo storico che comprendono anche lavori tribali, gioielleria, numismatica e oggetti che ripercorrono la storia artistica internazionale dal Medioevo sino al contemporaneo. Importante esponente proprio del contemporaneo è Christo che, dopo aver installato sul Lago d’Iseo la famosa passerella, esporrà a Bruxelles l’opera “Three Store Fronts”, storica scultura da lui realizzata tra il 1965 ed il 1966. Costruita con elementi recuperati nelle discariche e tra i resti di edifici demoliti, con i suoi 14 metri di lunghezza e 2,5 metri di altezza è l’opera più grande mai esposta all’evento. L’imponente realizzazione è stata presentata per la prima volta in Olanda al Van Abbemuseum di Eindhoven, nel 2001, invece, è stata esposta al Martin-Gropius-Bau di Berlino. L’opera intende riprodurre le facciate dei negozi che popolano le nostre città, con una serie di vetrine contenenti drappi: si tratta di una creazione dotata di forte senso architettonico, che Christo e la moglie Jeanne-Claude hanno concepito durante la loro permanenza a New York, ispirati dai grattacieli della Grande Mela. Gioca invece in casa il personaggio belga di Tintin, protagonista dell’omonimo fumetto, le cui ta-

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vole sono esposte negli spazi del Tour&Taxis di Bruxelles. È la Belgian Fine Comic Strip Gallery a dedicare ampia visibilità non solo alle tavole di Tintin firmate Hergé, ma anche alle opere di Peyo e Hugo Pratt. Espongono al Brafa, inoltre, quattro maison specializzate in gioielli antichi: Bernard Bouisset (Francia), Galerie Montaigne (Monaco), Chamarande ed Epoque Fine Jewels (Belgio). Quest’ultima esporrà un pendente Art Nouveau di René Lalique realizzato in oro, diamanti e ciondolo in quarzo citrino decorato con smalti e pannelli in vetro incisi con le immagini di due ninfe. Ogni giorno alle 15 è possibile partecipare alle visite guidate. Alle 16, invece, viene proposta una conferenza di approfondimento con curatori ed esperti. Alessandro Creta BRAFA 2018 – Edizione 63 Da sabato 27 gennaio a domenica 4 febbraio al Tour & Taxis, Avenue du Port 88, Bruxelles Orari: 11-19 Ingressi: intero 25 €, under 16 gratuito, under 26 e gruppi (minimo 10 persone) 10 € Info e biglietti: brafa.art

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Il territorio si fa arte Christo Vladimirov Javacheff, noto semplicemente come Christo, è un artista bulgaro che ha strettamente legato la sua attività a quella della sua compagna di vita e di lavoro Jeanne Claude Denat de Guillebon. Esponente del Noveau Realisme, Christo ha iniziato ad operare alla fine degli anni ‘50 letteralmente “impacchettando” oggetti prima piccoli, poi via via più grandi arrivando a lavorare su grandi edifici e vastissime porzioni di terreno dando inizio, di fatto, alla Land Art. L’arte dei due ha percorso sempre una doppia strada: da un lato mettere in risalto il territorio in cui andavano ad agire e contemporaneamente nascondere edifici e monumenti, altrimenti sempre in vista, impacchettandoli con chilometri di tessuti. In Italia anche i meno avvezzi all’arte ricorderanno il nome di Christo. Fu lui infatti, nel 2016, a far letteralmente camminare le persone sull’acqua. La sua passerella sul Lago d’Iseo, la Floating Piers, in quella stagione, fu l’opera d’arte più vista (e “fruita”) al mondo. Floating piers: la più famosa opera di Christo era costituita da una serie di passerelle installate sulla sponda bresciana del lago d’Iseo, che permettevano ai visitatori di camminare sopra la superficie del lago da Sulzano sino alle isole di Monte Isola e San Paolo

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“NYSFERATU”: IL DIVERSO FA SEMPRE PAURA Il videoartista Andrea Mastrovito parte dal capolavoro tedesco degli Anni ‘20 per raccontare come in fondo non siamo mai cambiati davvero. Un lungometraggio d’animazione che ricalca la storia del vampiro Nosferatu traslandola nella New York di oggi. Il regista bergamasco ci racconta genesi e significato della sua opera d’esordio al cinema

Era il 1922 quando venne alla luce il capolavoro dell’Espressionismo Tedesco “Nosferatu – Eine Symphonie des Grauens” di Fredrich Wilhelm Murnau. Allora si trattò di un titolo che terrorizzò le platee della Repubblica di Weimar grazie al sinistro potere evocativo della pellicola, capace di raccogliere su di sé tutte le paure della società dell’epoca. Oggi è uno dei capisaldi della storia del

Andrea Mastrovito rifà il capolavoro di Murnau in un film d’animazione meticoloso e complesso che celebra la forza e l’incanto del suo disegno cinema, un mostro sacro ancora osannato dalla critica e oggetto di discussione tra cinefili di ogni generazione. Per Andrea Mastrovito, però, si è trattato di molto di più. Di fonte d’ispirazione, tanto per cominciare. Ma anche di base (concretamente parlando) su cui costruire un proprio, personale discorso filmico. Nasce così, dopo 3 anni di gestazione, “NYsferatu – Symphony of a Century”, il lungometraggio animato e muto presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, di cui il videoartista Mastrovito è stato ideatore e regista. Dal MAXXI di Roma al MAD di New York, dopo aver esposto in tutto il mondo (con personali e installazioni permanenti), Mastrovito esor-

disce al cinema dunque con una precisa scelta stilistica: quella che lo porta a calcare fedelmente le frequenze di Murnau, a riprendere ogni frame per portare a nuova vita, tramite la tecnica del rotoscoping, la storia del vampiro Nosferatu. I personaggi sono dunque gli stessi, così come la trama, ma l’ambientazione è cambiata: con un balzo temporale notevole, i protagonisti, i loro abiti e gli oggetti da loro usati sono ora traslati nella New York contemporanea. Non solo: il Conte Orlok, l’inquietante non morto, non vive più in Transilvania, ma nella Siria dilaniata dalla guerra, ed è da lì che sbarca in America portando con sé esclusivamente la propria bara. Un viaggio simbolo che raccoglie su di sé l’odissea che oggi in tanti sono costretti a vivere, in fuga da conflitti, carestie e violenze. Ma anche di chi decide di stabilirsi altrove per cercare fortuna e per portare avanti una carriera, così come successo allo stesso Mastrovito, da anni trasferitosi nella Grande Mela. Ed è lui stesso che ci racconta di più su questa sua interessante creatura. Oggi i film sono fatti con le più avanzate tecnologie, mentre tu con “NYsferatu” torni al disegno. Come mai questa scelta? A immaginarsi un remake di Nosferatu, a novant’anni di distanza, è Andrea Mastrovito, 38enne di Bergamo, tra gli artisti italiani delle ultime generazioni più apprezzati a livello internazionale.

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Il disegno è alla base di ogni processo artistico, perché è passaggio dall’idea alla realtà. Viviamo in un’epoca in cui c’è bisogno di reinventare i significati del mondo, e il disegno può aiutare in questo. Grazie a esso ho riscoperto i significati nascosti del film “Nosferatu”, i tanti significati nascosti. Ho capito come ricostruire tutto dalle basi e cosa c’era da mettere in evidenza. Dunque, per me, il disegno è un fondamentale strumento per indagare e ricostruire. Nel film di Murnau, il vampiro Nosferatu dalla Transilvania arriva in Germania, mentre nella tua rivisitazione proviene dalla Siria. Perché questa collocazione geografica? All’epoca in cui Bram Stoker scrisse il romanzo “Dracula”, la Romania faceva parte di quei posti percepiti come fuori dal mondo civilizzato. Oggi per gli Usa, e non solo, lo è la Siria. L’Isis è, purtroppo, un argomento sempre molto presente in ogni conversazione. Costituisce una sorta di mostro nero, così come la Siria adesso. E come mai la scelta di far vivere i protagonisti, Hutter ed Ellen, a New York? Io sono di Bergamo, ma credo che non sarebbe stato poi così interessante ambientare lì il film, almeno non interessante come a New York. Ho scelto poi un luogo specifico della Grande Mela: Ellis Island, nella baia della città, dove sono transitati tutti i milioni di immigrati che sbarcavano negli Usa. Non è un caso che l’agenzia immobiliare per cui lavora Hutter voglia dare al Conte Orlok, uno straniero che viene dalla Siria, l’edificio di Ellis Island come abitazione. Nel film, oltre alle didascalie che narrano la vicenda e fungono da dialogo, sono visibili anche diversi slogan e scritte. Qual è il significato di questi elementi? Vivendo a New York, vi assicuro che quotidianamente sono bombardato da tantissime scritte, pubblicitarie o meno. Guardando “NYsferatu”, si nota comunque come gli slogan siano del tutto slegati dalla trama: a volte sono a tema politico, a volte citano frasi di altri artisti... Raccontano una storia diversa, parallela, rispetto a quella contenuta nel film. NYsferatu – Symphony of a Century, è realizzato insieme a More Art, associazione non profit newyorchese che ha all’attivo progetti con artisti del calibro di Andres Serrano, Ernesto Pujol, Tony Oursler, Joan Jonas.

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Nella tua opera l’aspetto cronologico è sicuramente molto interessante, dato che i personaggi, i loro abiti e i loro oggetti sono gli stessi del film del 1922, ma tutto è ambientato al giorno d’oggi. Come mai questa precisa scelta discordante? Sinceramente, il fatto che tutto dovesse essere cronologicamente esatto non mi interessava. La stessa New York di oggi è una città piena di contraddizioni, sia a livello temporale che sociale. Le stesse contraddizioni che si ritrovano nel personaggio di Nosferatu: lui rappresenta il “diverso” che arriva da un altro luogo, un qualcosa di difficile da adattare. Arriva in città con una bara, muovendosi a piedi: ricorda molto gli immigrati che siamo soliti vedere al telegiornale, che scappano sulle proprie gambe portando con loro tutti i propri averi. E proprio come loro, anche Nosferatu viene percepito come minaccia. Oggi, New York è una città che ha spesso paura. Nel film, ciò che fa paura è l’ombra di Nosferatu: dunque, a incutere terrore è chi o cosa proietta quell’ombra e come lo fa. Oggi non c’è una situazione molto diversa.

“Il disegno è alla base di ogni processo artistico, perché è passaggio dall’idea alla realtà. Viviamo in un’epoca in cui c’è bisogno di reinventare i significati del mondo, e il disegno può aiutare in questo”.

Parliamo della colonna sonora che, trattandosi di un film muto, riveste un ruolo particolarmente importante. Com’è stato lavorare con il compositore Simone Giuliani? Simone è stato molto bravo a centrare dei punti focali di “NYsferatu” e a enfatizzarli con la musica, come ad esempio con il personaggio di Ellen, che rappresenta la libertà: quando viene inquadrata si sente come una sorta di grido, di gemito. Fonte di ispirazione per lui sono stati i Queen e i Metallica, ma non solo. Si è basato molto anche sul contrasto musicale tra gli Usa e la Siria, chiamando a collaborare con sé alcuni musicisti siriani con gli strumenti tipici del loro Paese. Ne è uscito fuori un bellissimo lavoro. Lucia Mancini | 61 |


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2018: THE YEAR AFTER Dopo la rivolta di attori e registi neri e la nuova presa di coscienza femminista, il cinema di Hollywood e non solo si prepara (forse) a una nuova era. Partendo dalla stagione dei premi, ecco cosa ci aspetta dal nuovo anno cinematografico.

Un anno di crisi politica e ideologica profondissima è stato il 2017 per il cinema e il mondo dello spettacolo in generale e non solo a Hollywood. Quello appena finito sarà ricordato soprattutto per essere stato l’anno dello svelamento della cappa di molestie che gravavano sulla Mecca del Cinema - ma anche in Inghilterra, Italia e altrove, da Weinstein a Fausto Brizzi - con tutte le conseguenze del caso. Fatti che paiono anche conseguenza della nuova battaglia per la consapevolezza femminile che parte da registe e attrici, che ha trovato in Wonder Woman il

Il 2017 è stato per il Hollywood un anno di crisi politica e ideologica profondissima, ma il 2018 promette il ritorno di forti emozioni e grande cinema suo film cardine, e che segue le manifestazioni afroamericane (da Oscar So White a Black Lives Matter) che hanno portato al trionfo politico di un film come Moonlight. Il cinema è quindi un mezzo privilegiato per guardare al mondo, alle scelte, alle conseguenze: che anno sarà quindi il prossimo, quello che segue due tempeste consecutive? | 62 XX | |


| IL CINEMA CHE VERRÀ |

Un buon punto di partenza per rispondere è guardare alla Awards Season, la stagione dei premi cinematografici che dall’America suggeriscono quelli che saranno i film in uscita a breve dando un’indicazione del futuro prossimo: le prime indicazioni possiamo trarle dalle nomination ai Golden Globes che lanciano tre film davvero molto attesi nelle sale italiane. In ordine di uscita, il primo è “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” (11 gennaio), film diretto da Martin McDonagh che racconta la storia di una madre che cerca giustizia per la morte della figlia ingaggiando una lotta contro la polizia che la porterà troppo lontano: film di scrittura sopraffina, con un’umanità densissima che esplode in una serie di interpretazioni straordinarie e una capacità di narrazione da applausi; il secondo è “Chiamami col tuo nome” (25 gennaio), diretto da Luca Guadagnino e già tra i film più premiato dell’intera annata che si pone come outsider tra i grandi film delle major americane e i grandi autori: una storia di amore omosessuale di straordinaria misura e delicatezza - da un bestseller omonimo - che permette al regista di abbattere le diffidenze soprattutto italiane e di realizzare il suo film migliore; il terzo è “La forma dell’acqua” (15 febbraio), il film della definitiva consacrazione per Guillermo Del Toro che con questa personalissima, avvincente e commovente storia d’amore, avventura e libertà tra una donna delle pulizie muta e un mostro marino ha vinto il Leone d’oro a Venezia. Tra gli autori maggiori, le grandi attese non sono poche: Steven Spielberg porta addirittura 2 film in poche settimane, “The Post” (1 febbraio), che racconta la spinosa vicenda giornalistica dei Pentagon Papers che segue il filo dei suoi film recenti da “Lincoln” a “Il ponte delle spie”, e” Ready Player One” (29 marzo) tratto dal romanzo di culto di Ernest Cline in cui tra realtà aumentata e lotta per la sopravvivenza torna lo Spielberg futuribile di “Minority Report”; Wes Anderson aprirà il festival di Berlino a febbraio con “L’isola dei cani”, film d’animazione ambientato in Giappone in un futuro in cui i cani vengono isolati Dall’alto: Martin McDonagh sul red carpet di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”; Sally Hawkins e Guillermo del Toro sul red carpet di “La Forma dell’acqua”; Steven Spielgberg sul set di “Ready player one”

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| IL CINEMA CHE VERRÀ |

Sopra: Toni Servillo (a destra nei panni di Berlusconi) e Paolo Sorrentino; sotto: Carlo Verdone e Matteo Garrone

in “Red Sparrow”, film d’azione con Jennifer Lawrence che cerca di ripetere le gesta di Charlize Theron in “Atomica bionda”; e gli scandali sessuali si ripercuotono su “Tutti i soldi del mondo” (4 gennaio) di Ridley dalla popolazione; ma soprattutto sarà il quasi omoScott, che ha rigirato tutte le scene di Kevin Spacey nimo Paul Thomas Anderson ad alimentare le attese con Christopher Plummer (beffardamente nominato dei cinefili con “Il filo nascosto”, dramma ambientato al Globe), e su Quentin nella moda londinese degli Tarantino che ha dovuto anni ’50 e che sarà, così dice, Grandi attese per il cinema nostrano: spostare la produzione l’ultima interpretazione di Paolo Sorrentino racconta Berlusconi in “Loro“, del suo film su “Charles Daniel Day Lewis. Matteo Garrone torna con “Dogman”, Manson” da Weinstein Gli echi di scandali e battaalla Sony. glie appaiono un po’ vaghi: e Paolo Virzì con ben due film: Del cinema europeo è il ribollire della questione “Ella & John”, suo esordio americano, difficile dire, dato che la razziale si può leggere nel e “Notti magiche”, una commedia noir, programmazione delle lancio di “Black Panther” uscite e della lavorazione (14 febbraio), primo cine-codei film è molto meno rigorosa e previdente del cinema mic quasi all black (tranne il cattivo, bianco) diretto USA e qualcosa in più si potrà sapere aspettando i dal Ryan Cogler di Creed (a proposito, sarà lo stesso primi rumors da Cannes, mentre più delineata la situaStallone a dare vita al seguito di quel film con Rocky zione del cinema italiano: se a Gennaio arriva subito e il figlio di Apollo); il potere femminile sta quasi solo

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| IL CINEMA CHE VERRÀ |

Sopra e sotto: Donald Sutherland, Paolo Virzì e Helen Mirren Sotto: gli attori in una scena del film “Ella & John”

L’AUTORE: EMANUELE RAUCO

“Benedetta follia”, il nuovo film di Carlo Verdone, si attendono i cavalli di razza. Paolo Sorrentino che racconta Berlusconi in “Loro” andrà quasi sicuramente proprio al festival di Cannes; Matteo Garrone, dopo aver abbandonato il progetto su Pinocchio, tornerà con una storia a cui pensava da tempo, “Dogman” ispirato alla terrificante vicenda del Canaro, ma non è dato sapere quando; Nanni Moretti avrebbe finito un documentario sulla dittatura cilena; mentre Paolo Virzì ha una doppietta in serbo: “Ella & John”, il suo esordio americano con Donald Sutherland e Helen Mirren, in uscita il 18 gennaio, e “Notti magiche”, una commedia noir che probabilmente uscirà in autunno. Dopo un 2017 di transizione, in cui le questioni politiche globali sembrano aver influenzato la produzione, il 2018 promette forti emozioni e grande cinema. Anche se poi, come sempre, le rivoluzioni si fanno in altri modi, ma almeno le immagini in movimento le rendono trasparenti.

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Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.


| SULLO SCAFFALE |

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| SULLO SCAFFALE |

LE PAGINE DEL 2018 Quale migliore modo per iniziare il nuovo anno se non concedendoci qualche piacevole lettura? Viaggio negli scaffali delle librerie alla ricerca dei titoli più promettenti del nuovo anno.

Per cominciare il 2018 col passo giusto, concederci un po’ di relax solitario dopo le abbuffate festive, ecco i libri in uscita, quelli che secondo noi proprio non potete non portare sempre con voi. Thriller o romanzo storico, italiano o straniero, l’importante è riuscire a ritagliarsi minuti di distrazione e, magari, di ripresa dopo il ritorno al lavoro. In bus o sul treno, nel letto o davanti al camino, magari accompagnato da un calice di vino: libera scelta di fruizione del libro che andrete a scegliere. E chissà che la vostra prossima lettura non possa essere una di queste che vi andiamo a proporre. Con la temperatura esterna sotto zero, meglio sfogliare un bel libro al caldo di casa…

La detective Lottie Parker cerca un collegamento tra la morte di una donna assassinata in una cattedrale e quella di un uomo impiccato a un albero del suo giardino. Le vittime hanno infatti un passato oscuro in comune. Ma nel corso delle indagini Lottie vede man mano riaffiorare antichi dolori che ben conosce, e quello strano caso sembra iniziare a riguardarla personalmente. Solo muovendosi in fretta potrà fermare l’allungarsi della scia di sangue, ma andare fino in fondo potrebbe farle correre un pericolo terribile che la riguarda molto da vicino…”. Esce questo mese anche in Italia il best seller di Patricia Gibney, “L’ospite inatteso” che in Inghilterra, Stati Uniti, Australia e Canada ha già fatto registrare oltre 550.000 copie vendute, rendendolo uno dei maggiori fenomeni editoriali del 2017. Un thriller che tiene incollato il lettore alle 480 pagine per tutta la durata della storia, con una trama che si sviluppa con un complesso intreccio fatto di flashback e ritorni al presente senza che il tutto appaia forzato o poco lineare.

L’OSPITE INATTESO di Patricia Gibney. Newton Compton Editori, 4 gennaio 2018, 480 pagine.

“La buca non era profonda. Un sacchetto di farina avvolgeva il piccolo corpo. Tre faccine guardavano dalla finestra, gli occhi neri di terrore. Uno dei bambini disse: «Chi sarà il prossimo?». | 67 |


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LA GRANDE TRUFFA di John Grisham, Editore: Mondadori. Omnibus stranieri, 16 gennaio 2018, 312 pagine

“Gli studenti Mark, Todd e Zola si sono iscritti alla scuola di legge di Washington con le migliori intenzioni e il sogno di cambiare il mondo una volta ottenuta la sospirata laurea. Dopo essersi coperti di debiti per poter pagare le rette salatissime di una mediocre scuola privata, i tre amici si rendono conto di essere oggetto di una grande truffa. Il loro istituto, infatti, insieme a molti altri, è nelle mani di un potente e losco investitore newyorchese, che è anche socio di una banca specializzata nella concessione di prestiti agli studenti. Dopo anni di sacrifici e false promesse di un lavoro sicuro, Mark, Todd e Zola capiscono che con ogni probabilità non riusciranno mai a passare l’esame di avvocato. Ma forse c’è una via d’uscita: l’obiettivo è farla franca con i grossi debiti accumulati e vendicarsi del torto subito. E per fare tutto ciò i tre devono lasciare subito gli studi, fingere di avere i titoli per praticare la professione di avvocato. È un’idea completamente folle, o no?”. Con questo legal-thriller John Grisham vuole porre l’attenzione su un problema, non solamente statunitense, legato ai profitti e agli interessi che vengono maturati all’interno delle scuole private. La “grande truffa” è quella che viene attuata all’interno di un istituto di legge e nella quale vengono intrappolati i tre studenti protagonisti. Il libro è in uscita il 16 gennaio e arriva in Italia sull’onda del grande successo che ha riscontrato negli Stati Uniti (primo nelle classifiche) e nel Regno Unito (secondo). Un’affermazione tra il pubblico che segue quello di altri best sellers dello stesso autore che hanno conosciuto anche una versione cinematografica (Il socio, Il rapporto Pelican, Il cliente, L’uomo della pioggia, La giuria).

LE ASSAGGIATRICI Di Rosella Postorino, Editore: Feltrinelli. Collana: I Narratori, gennaio 2018,288 pagine.

“Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo Io avevo di nuovo fame”. Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando? Con una rara capacità di dare conto dell’ambiguità dell’animo umano, Rosella Postorino, racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Proprio come lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male, della colpa accidentale, protratta per l’istinto antieroico di sopravvivenza. Di sentirsi, nonostante tutto, vivi. Un romanzo che viaggia tra realtà e fantasia, incastrando una storia verosimile all’interno di un effettivo contesto storico. La protagonista deve combattere contro la sua situazione personale ed inserirla in quella “lavorativa”, nella quale ogni boccone potrebbe essere l’ultimo. Essere l’assaggiatrice di Hitler è come giocare alla roulette russa e la storia dell’autrice italiana si ispira a quella di Margot Wolk, una delle 15 ragazze addette a “testare” il cibo del Fuhrer. Giorgio Migliore | 68 |

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AL BAMBINO GESÙ UN’OPERAZIONE UNICA Un’operazione unica in Italia, effettuatasi per la prima volta nel nostro Paese lo scorso 30 novembre. La separazione di due gemelline siamesi del Burundi, unite per la zona sacro-coccigea, è stato un intervento che ha richiesto 12 ore di tempo e decine di medici distribuiti in più equipe.

Il Prof. Pietro Bagolan, Direttore Dipartimento di Neonatologia del Bambin Gesù, ha contribuito a scrivere una pagina della medicina moderna italiana coordinando la sua equipe medica ed effettuando la separazione delle gemelle. Abbiamo intervistato il chirurgo romano e ci ha spiegato quali fossero i rischi dell’intervento, le difficoltà e lo svolgimento di un’operazione che è stata anche un grande spot per la medicina italiana.

Quante possibilità c’erano che l’intervento non andasse a buon fine? L’incognita maggiore era quella riguardante la futura qualità della vita. C’erano dubbi per la delicatezza delle zone interessate perché si andava a toccare la parte spinale, cioè innervazione di strutture fragili come retto e vescica e zone anatomiche la cui funzione è essenziale per una buona qualità della vita, come l’ano e il retto.

Come ci si prepara ad un intervento di questo tipo? In sala operatoria c’è La preparazione deve essere spazio per la paura di “Il fatto che nasca un gemello siamese è meticolosa: bisogna prepararsi sbagliare qualcosa? non solo a quello che si dovrà Secondo me, a meno attribuibile ad una tardiva separazione del fare ma anche a tutte le possiche uno non sia suil disco embrionario. E’ una possibilità abbili sorprese sempre possibili. perficiale, il timore bastanza rara anche se i numeri variano da Si traccia il percorso ritenuto di poter commettere paese a paese”. più plausibile ma simuliamo un errore o di essere Pietro Bagolan anche delle ipotesi relative a impreciso è sempre Direttore Dipartimento di Neonatologia scenari diversi da quelli prinpresente altrimenti il dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù livello di attenzione cipali, così da essere pronti a priori.Quello che occupa più la calerebbe. testa è tutto ciò che si è detto a vari livelli di preparazioDal mio punto di vista la preoccupazione ne sia effettivamente pronto, anche perché alcuni comc’è sempre così come la tranquillità di aver piti si delegano. Ci deve essere poi l’affiatamento giusto percorso tutti gli scenari possibili a mente affinché in sala ci sia sintonia e piena integrazione tra le serena. componenti mediche specialistiche e infermieristiche. Ciò ti prepara a affrontare ogni aspetto. | 70 |


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Il Professor Pietro Bagolan (quinto da destra) assieme ad alcuni membri delle diverse équipe che si sono alternate in sala operatoria. La separazione ha richiesto un intervento chirurgico di 12 ore durante le quali hanno agito fino a 25 persone.

da paese a paese. In quelli meno sviluppati, con minor strumentazione di monitoraggio della gravidanza, questi casi risultano maggiori rispetto a nazioni più avanzate in cui i genitori hanno l’opzione di interrompere la gravidanza.

Nello specifico, in cosa consisteva il suo ruolo? Io ho supervisionato un po’ tutte le fasi dell’intervento. Nello specifico la mia parte è stata quella di separare tutta la parte digestiva terminale.

Dopo una simile operazione, quali sono le prospettive di vita per le gemelle? Le prospettive di vita oscillano tra il buono e l’ottimo, per confermare questa ipotesi dobbiamo però aspettare un pochino perché, mentre la funzionalità degli arti inferiori si vede subito, questo discorso non vale per quanto riguarda l’efficienza dell’apparato digerente. Per valutare la capacità di essere continenti in maniera normale dobbiamo aspettare che abbiano almeno 3 anni.

Come ci si sente ad aver effettuato un qualcosa di unico nel nostro Paese? Inutile negarlo, sicuramente è una grande soddisfazione e contemporaneamente penso che il successo sia dovuto alla capacità di aver fatto svolgere il tutto in modo armonico. Altro motivo di soddisfazione è quello di lavorare in una struttura con le tecnologie necessarie per un intervento simile.

Cosa le hanno detto i genitori delle gemelle a operazione conclusa? La mamma è una signora molto giovane del Burundi, ha espresso molto chiaramente la sua gioia facendo un sorriso a 360 gradi ed un “grazie” in italiano che la diceva tutta sul suo stato d’animo. Alessandro Creta

Quanto è raro un simile caso e a cosa è dovuto? Il fatto che nasca un gemello siamese è attribuibile ad una tardiva separazione del disco embrionario. E’ una possibilità abbastanza rara anche se i numeri variano | 72 |


CONGRESSI EVENTI•FIERE COMUNICAZIONE

Organizzazione - tel. 031.748814 ExpoSanaFieraDelBenessere

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X FILES: LA VERITÀ MAI COSÌ VICINA A gennaio torna l’undicesima stagione della serie cult degli anni Novanta e Amazon lancia anche la produzione Audible “X-Files: Cold Cases”

L’appuntamento con la serie cult anni Novanta dedicatando uno dei drammi televisivi di maggior successo ta al mistero della vita aliena tornata a furor di popolo di tutti i tempi. Lo show, che ha ottenuto 16 Emmy nel 2016 dopo una pausa di venti anni, è fissata per il 3 Awards, cinque Golden Globe e un Peabody Award, gennaio 2018. “The truth is closer than ever – La verità segue gli agenti speciali dell’FBI Scully e Mulder, è più vicina che mai”: con questo slogan la Fox ha mentre indagano su casi inspiegabili – detti X-Fivoluto annunciare l’undicesima stagione di X-Files che les – per i quali le sole risposte implicano fenomeni riporta in tv gli agenti Mulder e Scully, rispettivamente paranormali. Prodotto da 20th Century Fox Television David Duchovny e Gillian Ane Ten Thirteen Productions, derson, iconici e amatissimi dal X-Files è stato creato e Gli agenti Mulder e Scully stanno pubblico. I due sono alle prese prodotto da Chris Carter. La con la scomparsa del figlio Wil- per tornare: FOX ha ordinato la produzione nuova stagione si sviluppa liam, anche se la prima missioper 10 episodi, 2 dei quali di nuovi 10 episodi di X-Files che andranno ne da affrontare è la salvezza di sono strettamente legati agli in onda durante il corso dell’anno Mulder, che abbiamo lasciato in avvenimenti portanti della fin di vita alla conclusione dei serie, mentre gli altri 8 sono 6 episodi del revival andato in onda nel 2016. William, i tipici casi destinati a essere catalogati come X-Files. il figlio della coppia, era nato inaspettatamente alla Oltre al rapporto padre e figlio, che diventa il focus di fine dell’ottava stagione dopo il rapimento di Scully e stagione, ci sarà spazio anche per Walter Skinner, il pare abbia dei poteri.
 Ma ci saranno nuovi misteri da vice direttore dell’FBI, interpretato ancora una volta da svelare oltre a quelli che li riguardano. E anche vecchi Mitch Pileggi. Le guest star dei nuovi episodi saranno quesiti che si ripropongono, come quelli circa il legame molteplici, a partire da Annabeth Gish, Robbie Amell, Lauren Ambrose, Karin Konoval, Barbara Hershey, tra gli extra-terrestri e il governo degli Stati Uniti. Haley Joel Osment e William B. Davis – il quale X-Files è stato presentato per la prima volta nel settembre del 1993. Nel corso della sua corsa di nove stagioni Personaggi iconici, racconti ricchi, creatori audaci, questi prima del revival, la serie ha accresciuto sensibilmente sono i segni distintivi dei più grandi show televisivi. E sono la sua popolarità ed è passata da apprezzato prodotto alcuni dei motivi per cui X-Files ha avuto un impatto profondi fantascienza ad enorme successo mondiale, divendo su milioni di fan in tutto il mondo. | 75 |


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accompagnati dal collega Dale per investigare, racriprenderà il consueto ruolo de ‘l’uomo che fuma’ cogliendo indizi nascosti, prove, risolvendo enigmi (conosciuto in seguito con il nome di C.G.B. Spene interrogando testimoni e sospetti su casi al limite der). Lo show creato da Chris Carter sarà affiancato del paranormale. Per i più addicted e affezionati fan nella programmazione di Fox da 9-1-1, una nuova di Mulder e Scully, inoltre, la divisone di Amazon serie ideata e realizzata da Ryan Murphy e Brad specializzata nell’audio entertainment ha messo Falchuk e ambientata nel mondo dei paramedici, a disposizione anche l’audio serie “X-Files: Cold dei poliziotti e dei vigili del fuoco alle prese con gli Cases”, una produzione Audible Original grazie alla interventi di emergenza. Purtroppo, al momento, quale sarà possibile ascoltare le avventure degli risulta confermata una nota amara, ossia la cattiva agenti FBI Fox Mulder e Dana notizia che Gillian Anderson Scully con le voci dei doppiaavrebbe intenzione di lasciare tori italiani Gianni Bersanetti e la serie tv dopo quest’ultima Chris Carter, storico ideatore della serie, Claudia Catani. Gli episodi distagione. Di Mulder per un po’ ha reclutato come sceneggiatori sponibili sono in tutto 5 per un abbiamo fatto a meno ma già in gli ex-colleghi Glen Morgan, Darin Morgan totale di 4 ore e 5 minuti dedimoltissimi si chiedono se potrà e James Wong: ognuno di loro ha infatti cate interamente agli amanti mai esistere un futuro di X-Files del fenomeno, ed è disponibile senza di lei. scritto e diretto uno dei 6 episodi anche in formato cofanetto, e FoxNext ha annunciato invece della precedente stagione. che raccontano una storia ineun nuovo gioco basato sulla dita tratta dalle graphic novel serie TV, “X-Files: Deep State”: di Joe Harris con la direzione di Chris Carter. verrà pubblicato su iOS, Android e Facebook in Gigliola Assisi occasione dell’uscita della nuova stagione. Come riportato da Eurogamer.net, “X-Files: Deep State” sarà free-to-play, a metà strada tra un romanzo interattivo e un gioco investigativo. Sarà ambienFox Mulder e Dana Scully. Per nove anni gli agenti dell’FBI sono stati gli alter ego degli attori tato nel 2010 e i giocatori vestiranno i panni di un David Duchovny e Gillian Anderson agente dell’FBI non meglio identificato e saranno

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FLAMBÉ ITALIANO Martino Ruggieri e Michelino Gioia, due esempi della grande attenzione che la Francia sta riservando all’alta cucina italiana

Che gli chef italiani siano tra i più bravi al mondo è risaputo; d’altronde la cucina nostrana , seppur ricca di tradizioni legate profondamente alla storia del nostro Paese, incontra sempre più i gusti del pubblico internazionale. Lo sanno anche in Francia dove i ‘rivali’ cugini d’oltralpe hanno iniziato ad apprezzare cucina e cuochi made in Italy. Un fuoriclasse arriva proprio da uno dei ristoranti più famosi della Francia e del mondo, il Ledoyen Pavillon che oltre alle sue tre stelle Michelin vanta il 31esimo posto nella The World’s 50 Best Restaurants. Qui chi dirige la brigata è lo chef pugliese Martino Ruggieri, numero due di Yannick Alléno. Ruggieri è nato a Martina Franca e a soli 30 anni vanta una brillante carriera onorata dai piatti che ogni sera fanno letteralmente impazzire gli ospiti immersi in un luogo magico: il Pavillon Ledoyen costeggia un lato della Senna e si trova a pochi metri dagli Champs-Élysées. Ulteriore successo di Ruggieri è la recente vittoria ottenuta ad Alba nella finale nazionale del Bocuse d’Or Italia, ovvero il gran premio della cucina mondiale dedicato a chi ormai è sulla strada del trionfo gastronomico aggiudicato grazie alla preparazione di un piatto esteticamente perfetto e ricco di evocazioni della migliore tradizione pugliese. Ruggieri rappre-

senterà dunque l’Italia in quella che è considerata “l’Olimpiade degli chef”, la più importante sfida tra cuochi che vedrà la prossima tappa a Torino all’inizio dell’estate 2018. Lo chef italiano è riuscito, dopo due anni di “adattamento”, a cogliere gli aspetti più disincantati della lodata cucina francese e intuirne le reali potenzialità. Insieme al maestro Alléno ha

In questo momento la cucina parigina, anche quella pluristellata , parla italiano ed è quasi un atto dovuto visto i successi ottenuti in patria da alcuni protagonisti di questa primavera francese ricreato alcuni dei piatti tipici rivisitandoli in chiave moderna, cercando un’armonia nel gusto internazionale: tarte fiandre de langoustine, pain de brochet brioche’ croustillant, fuseau au caramel et a’ la truffe blanche d’Alba e boeuf wagyu gunma (grade 4) sono solo alcuni dei piatti forti dello chef. Martino Ruggieri, giovane chef pugliese di Martina Franca, è l’attuale braccio destro di Yannick Alléno a Parigi, Pavillon Ledoyen.

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Altro portento italiano in terra francese si trova ”tra le mani” di Roberto Naldi - proprietario a Roma del Mirabelle, del Parco dei Principi e dell’hotel de la Ville - che da pochi mesi ha inaugurato un bellissimo albergo: lo Splendide Royal, con affaccio sulla residenza del presidente francese. In questo importante edificio non poteva certamente mancare un locale di lusso con un nome che evocasse la piena italianità: nasce così Tosca, un ristorante italiano contemporaneo, elegante e

Alcuni esempi della bravura di Martino sono tarte fiandre de langoustine, pain de brochet brioche’ croustillant, fuseau au caramel et a’ la truffe blanche d’Alba, boeuf wagyu gunma. casual nel cuore del Faubourg Saint-Honoré che si estende al piano terra offrendo la possibilità di cenare in una elegantissima veranda color pastello. La cucina è diretta dallo chef Michelino Gioia, classe 1974, giovane sì, ma con un passato ricco di esperienze importanti come la guida al The Cesar, ristorante dell’Hotel La Posta Vecchia che nel 2007 gli permette di coronare la sua cucina contemporanea con la prima Stella Michelin. Michelino Gioia vuole portare alta la bandiera italiana puntando sulla bellezza e sulla genuinità

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Dalla provincia di Benevento a Ladispoli, passando per le cucine più importanti italiane e straniere. Michelino Gioia, classe 1974, è lo chef del Tosca a Parigi

della cucina italiana. Il messaggio sembra essere stato recepito anche dai raffinati e intransigenti clienti francesi che ogni sera affollano il locale apprezzando le materie prime, ottenute dai migliori produttori italiani, selezionate e lavorate dallo chef Gioia. La cucina gourmet, fresca, semplice e contemporanea permette di riproporre il meglio dei prodotti italiani, dal nord al sud; le specialità di Michelino spaziano dai piatti di pesce come il suo “Capesante, galletta croccante, crema di mele e patata affumicata” a preparazioni di terra come la prelibata “Sella di Manzo locale su tavolozza di indivia, agretti e salsa di pistacchi”. Le paste fresche, così come il pane, i gelati e i dolci sono - nemmeno a dirlo - fatti in casa. Parigi accoglie tanti altri chef in quello che è il momento di massima risonanza per l’alta cucina italiana in Francia. Lo sa bene anche Lello De Meo un famoso gallerista di origine italiana, ma ormai francese d’adozione, che ha voluto tentare la strada della gastronomia aprendo le Cherche Midi, a pochi passi da Boulevard Saint Germain. Secondo molti è considerato il migliore ristorante italiano della capitale francese e proprio qui si trova la vera mozzarella campana e i migliori affettati. Infine, per sentirsi ancora più a casa, alle pareti sono esposte delle bellissime carte realizzate dal grande artista italiano Piero Pizzi Cannella. Stefano Valentini

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L’IMPORTANZA DI ESSERE FRANK Frank Chamizo Marquez, bronzo olimpico a Rio, è l’attuale Campione Mondiale di Lotta. Non lasciatevi ingannare dal nome: Frank, di origini cubane, è un atleta italiano e continua a portare alto l’onore del nostro Paese sui vari “tappeti” del mondo

Gli “occhi della tigre” Frank ce li ha. Li ha sempre avuti, sin da bambino, anche se ancora lui nemmeno lo sapeva. In fondo se hai l’animo da combattente questo prima o poi esce fuori, si manifesta e ti conquista, portandoti verso strade totalmente inimmaginate o inimmaginabili. Frank ha lottato innanzi tutto con la propria vita, col proprio destino, prima ancora che con un avversario reale. E ha vinto. Perché per sfidare qualsiasi rivale devi essere consapevole che se cadi puoi risollevarti, rialzandoti più forte per affrontare senza paura

Che bambino era Frank Chamizo? Le ha mai prese o date prima di iniziare a fare lotta? Ho iniziato a fare lotta quando avevo sette anni, ero un bambino piuttosto vivace e per questo spesso le prendevo da mia nonna quando rientravo a casa. Oggi lei è la mia prima tifosa, è rimasta a Cuba, quando torno da quelle parti, lo faccio principalmente per riabbracciare lei.

Frank Chamizo scrive una nuova pagina di storia per la lotta libera italiana laureandosi campione del mondo nella categoria dei -70 kg ogni lottatore. E l’avversario più difficile, un destino che si stava rivelando pericolosamente ostile, l’hai già sconfitto. Frank già l’ha sconfitto. E partendo da molto lontano. L’italo-cubano Frank Chamizo ha vinto a Bercy (Parigi) la medaglia d’oro ai Mondiali di lotta libera per la categoria 70 chili battendo in finale l’americano James Green con un netto 8-0

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Come e perché ha iniziato a fare lotta? E’ stata una scelta istintiva. Un giorno, camminando per le strade di Matanzas ho visto una palestra dove c’erano atleti che facevano i salti mortali. Questa cosa mi ha incantato, sono tornato a casa e ho chiesto a mia madre di farmi fare la Lotta. Disse di no, ma avevo già deciso…. Conosceva questo sport? Aveva degli idoli? Non conoscevo questo sport, non avevo nessun idolo. Mia madre mi negò il permesso di andare in palestra, ma io presi ugualmente il mio documento e andai a iscrivermi. Quando il Maestro di Lotta vide il mio documento, mi guardò e disse: ma tu sai di chi sei figlio? Tuo padre è stato un grande campione di Lotta”. Io non lo sapevo, perché mio padre se n’era andato negli Stati Uniti quando avevo appena tre anni.


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Il fatto di aver vissuto l’infanzia in povertà A Cuba venne squalificato perché pesava 100 crede che le abbia dato una spinta, specialgrammi di troppo. Che conseguenze ha avuto mente nei momenti difficili? nella sua vita e nella sua testa? La spinta me la sono data da solo. Quando vivi È un provvedimento che ha avuto delle consein situazioni disagiate, o nuoti, o affoghi. Io mi guenze devastanti, almeno all’inizio. Da un giorno sono impegnato per trovare un futuro diverso da all’altro mi sono trovato senza niente, in mezzo a quello che la vita mi stava proponendo. Se non una strada, senza un lavoro, senza una prospetmi fossi impegnato a farlo, sarei finito in mezzo tiva, senza la possibilità di combattere: ero alla strada, e non sarebbe finita bene. Io questa smarrito perché combattere era l’unica cosa cosa l’ho capita quando la Nazionale Cubana mi che sapessi fare in quel momento. E’ stata squalificò togliendomi tutto: lavoro, stipendura, ho vissuto giorni difficidio, prospettive. Quello è stato lissimi, poi fortunatamente ho il punto di non ritorno: o facevo avuto la possibilità di venire qualcosa per cambiare, o sarei Qui ho trovato una famiglia e a combattere in Italia, e tutto andato incontro al mio destino. una federazione (la Fijlkam) che ciò mi ha cambiato la vita. mi hanno accolto nel migliore dei modi, Ha mai pensato “non ce la mi hanno subito fatto sentire a casa. Come è stato l’impatto con faccio, mollo tutto”? Amo l’Italia, mi sento italiano al 100%, l’Italia? Porterebbe qua No, non l’ho mai pensato. Eppure qualcosa da Cuba? le condizioni di vita mi spingevami sono inserito benissimo. L’impatto con l’Italia è stato no in quella direzione. Alla fine, Frank Chamizo Marquez (Matanzas, 10 luglio 1992), difficile, ma al tempo stesso non devi mai mollare perché se lottatore cubano naturalizzato italiano. molto bello. Ero giovanisveramente lo vuoi un’occasiosimo, lasciavo casa mia, i ne per rialzarti in piedi riesci a miei amici, il mio mondo per rimettermi in gioco trovarla. La Lotta assomiglia un po’alla vita, puoi dall’altra parte del mondo. Qui ho trovato una faanche finire per terra, ma l’importante è rimettermiglia e una federazione (la Fijlkam) che mi hanno si in piedi, sempre.

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accolto nel migliore dei modi, mi hanno subito fatto sentire a casa. Amo l’Italia, mi sento italiano al 100%, mi sono inserito benissimo. Questo Paese mi piace, mi piace il modo in cui si mangia, mi piace la moda. Da Cuba mi sono portato dietro il calore delle persone: lì i rapporti sono più caldi, c’è maggiore familiarità, le frequentazioni e le amicizia vengono vissute in maniera differente. Che ricordi ha di Rio? Rio è un ricordo doloroso, sportivamente e fisicamente parlando. Quasi nessuno sa che durante la semifinale ho avuto una lussazione al gomito sinistro. Quando ho finito il combattimento avevo un dolore insopportabile, sono andato dal medico e gli ho chiesto di fare qualcosa… non avrei potuto affrontare la finale per il terzo posto in quelle condizioni. Alla fine sono riuscito a combattere e a vincere cambiando impostazione e tattica. Avevo una grande adrenalina addosso, ma appena ho concluso il combattimento il dolore è tornato più forte di prima. Quanto è stato difficile vincere il titolo mondiale nella categoria 70kg? Questa medaglia ha cancellato la “delusione” del bronzo olimpico?

L’azzurro, campione europeo in carica nella categoria 70 kg e già campione del mondo dei 65 kg nel 2015, aggiunge un altro titolo al proprio palmarès superando in finale per 8-0 lo statunitense James Malcolm Green, bronzo mondiale 2015 e campione panamericano

Sembra quasi uno scherzo parlare di una delusione olimpica. Ci sono atleti che lavorano per tutta la carriera per arrivare a vincere un bronzo olimpico, e io guardo quella medaglia come una delusione. Ma è così. Avevo vinto l’Europeo e il Mondiale, e la medaglia d’oro a Rio mi sembrava la logica conseguenza del mio percorso. La delusione è stata tanta, questo pensiero mi accompagnerà fino a Tokyo 2020. Perché l’oro olimpico – in questo momento - è l’obiettivo della mia vita. La vittoria del Mondiale non mi ha ripagato perché un Mondiale è diverso da un’Olimpiade anche se paradossalmente è più difficile. Vincere non è mai facile, in quest’ultima occasione lo è stato ancor meno. Dopo le Olimpiadi ho deciso di cambiare categoria di peso, e quindi mi sono dovuto confrontare con atleti più prestanti, avversari che avevo avuto modo di conoscere solo attraverso le immagini dei loro combattimenti.


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In Italia nello sport, soprattutto nel calcio, si verificano ancora episodi di razzismo. Cosa ne pensa di questo problema? Il razzismo è dovuto all’ignoranza delle persone. Ma è mai possibile che nel 2017 ci sia ancora gente del genere, gente razzista che fa differenze tra persona e persona semplicemente per il diverso colore della pelle? Ripeto, è un fenomeno dovuto solo all’ignoranza delle persone. Personalmente non sono mai stato vittima di episodi di razzismo, ma se dovessero capitare, li ignorerei. Non mi fa paura il razzismo, mi fa paura l’ignoranza delle persone razziste. Hanno un cervello che non si è sviluppato, che non funziona.

davanti a quelli non so resistere. Nel tempo libero vado spesso al cinema, mi piace moltissimo vedere i film: è un mondo che mi affascina, alla fine della mia carriera sportiva vorrei intraprendere quella di attore, lavorare nel cinema. Ma per quello c’è ancora tempo…. Cosa direbbe ad un giovane che aspira a diventare lottatore? I giovani, soprattutto in età adolescenziale, spesso hanno dei conflitti interiori che talvolta sfociano in comportamenti non idonei. Io direi loro di lasciar perdere la strada che può portare solo guai, entrare in una palestra, sfogare i propri istinti e, al tempo stesso, trovare delle regole. Mettetevi in gioco, per trovare voi stessi. Chi entra in una palestra cura il proprio corpo, il proprio spirito, e magari scopre anche il proprio talento….

Quanto allenamento e sacrifici ci sono “dietro le quinte”? Nel tempo libero cosa le piace fare? Si concede qualche sgarro a tavola? -La Lotta è uno sport duro, e i sacrifici sono tanti, ma fanno parte del gioco. Io amo la Lotta, e questo mi consente di affrontare la fatica quotidiana degli allenamenti con minor peso. Nella Lotta devi rientrare in una determinata categoria, quindi devi stare attento alla dieta, devi limitare alcuni piatti. Quando decido di fare uno “sgarro” alla mia dieta, mi concedo un piatto di tagliolini al tartufo,

Dove la vedremo in azione prossimamente? Ad Aprile 2018 ci sono i Campionati Europei in Russia. Mi presento da campione in carica, e come logico che sia, tutti quelli che parteciperanno alla gara della mia categoria vorranno mettermi per terra. Io lavoro per restare in piedi, vediamo come finisce…. Alessandro Creta | 86 |


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CANALI: STILE VINCENTE

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Volumi fluidi e linee pulite mettono in luce la preziosità dei tessuti, filati speciali definiscono inedite trame che reinterpretano i motivi classici dell’eleganza maschile: l’inverno firmato Canali gioca con dettagli, colori, fantasie e proporzioni per vestire tutte le sfaccettature dello stile.

Il look per la stagione fredda passa da equilibri e geometrie ricercate, che percorrono la tradizione della sartorialità maschile fino ad oggi. L’abito doppiopetto in pura lana, istituzione del guardaroba maschile, reca in sé il fascino dei galantuomini di una volta.

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La stagione fredda ispira nuove declinazioni dell’eleganza maschile: l’abito in pura lana predilige l’abbinamento con un dolcevita in lana.

L’abito Venezia rappresenta l’essenza della sartorialità, rigorosa e raffinata, nelle cromie decise del grigio e del bordeaux. Per affrontare un’agenda fitta di impegni occorre un look versatile ed elegante, immancabile la briefcase in pelle di capra e vitello con inserto scamosciato Principe di Galles.

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La soluzione alle rigide temperature è nel cappotto Kei, decostruito e confortevole, in finissima lana e cashmere, con interno imbottito staccabile. Un capospalla classico che sposa la dinamicità contemporanea.

L’inverno si tinge di calde nuances borgogna e beige, intrecciate nella raffinata texture chicco di riso. Il cappotto in lana e alpaca, abbinato ad un dolcevita, avvolge e slancia la silhouette, definita in vita da un’elegante cintura.

www.canali.com | 91 |


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ELEGANTEMENTE URBAN

La quarta collezione disegnata dallo stilista unisce la sofisticata sartorialità dei capispalla e la dinamicità delle citazioni rock’n’roll. La moda è, innanzitutto, divertimento e ispirazione, la possibilità di giocare con le tendenze del passato con spirito nuovo, con quella nota contemporanea che fa la differenza. | 92 |


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| FASHION IN PROGRESS |

Per l’inverno 2018 Rüdes immagina “un bohémien californiano, in bilico tra sontuosa eleganza hollywoodiana e grunge anni Novanta”. Linee asciutte, nitide, che fondono i confini dei decenni in uno stile moderno e accattivante. Torna la camicia in seta, must per l’uomo firmato Rüdes, questa volta come protagonista assoluta declinata in stampe artistiche dal gusto orgogliosamente rétro. Non mancano lo stile parisien dei trench classici e i cappotti dalle costruzioni ardite.

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Il dandy contemporaneo non teme di abbandonarsi a suggestioni pop, a tocchi sportivi e a un’eleganza sempre più casual, “quasi formale” come l’ha definita lo stilista, che disegna fianco a fianco con il direttore creativo Lorenzo Marchese. Insieme parlano ad un uomo consapevole del proprio stile e delle contaminazioni che compongono il guardaroba moderno. Il passato ritorna più nuovo che mai.

www.jewffreyrudes.com | 97 |


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CRISTALLO A LUXURY COLLECTION RESORT & SPA

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Il Cristallo, Luxury Collection Resort & Spa, si affaccia sulla leggendaria località montana di Cortina d’Ampezzo. Costeggiato dai paesaggi mozzafiato della Valle d’Ampezzo e circondato dalle Dolomiti, patrimonio UNESCO, il resort fa bella mostra di un’affascinante tradizione culturale essendo, da più di un secolo, un rinomato ritrovo dell’alta società italiana.

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Camere e suites diverse nelle dimensioni e nello stile, ma perfette per una fuga d’amore, per chi cerca comodità e non vuole rinunciare alla privacy. Menzione particolare per la Suite Presidenziale che ha saputo incantare celebrità come Tina Turner, Frank Sinatra e Peter Sellers.

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Il tocco che completa l’opera è la Cristallo Ultimate Spa, un ambiente dove prendersi cura del proprio benessere e del proprio corpo. Qui è possibile scegliere i trattamenti della Sauna e Bagno Turco e godere degli effetti rilassanti dell’Emotional Shower o semplicemente ammirare l’incantevole vista dall’elegante piscina dell’hotel.

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CRISTALLO a Luxury Collection Resort & Spa Via Rinaldo Menardi, 42 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) Tel: 0436 881111 www.cristallo.it

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LA TERRA DOVE INIZIA IL TEMPO É la prima nazione al mondo a salutare l’alba di ogni nuovo giorno, tutti i giorni e tutte le settimane dell’anno. Siamo nel Regno di Tonga, l’arcipelago del Pacifico che si trova esattamente nell’International Dataline, la linea di demarcazione in cui le nazioni immediatamente ad ovest si trovano un giorno avanti rispetto a quelle ad est

Non è questo l’unico motivo per venire fin qui, anche perché per raggiungere il paese più lontano al mondo dall’Italia occorre un viaggio tutt’altro che breve. Tonga, infatti, oltre ad offrire le classiche, struggenti bellezze delle isole tropicali, ha saputo mantenere una dimensione a misura d’uomo. Grazie all’accoglienza davvero unica (tanto che l’esploratore James Cook le battezzò “isole dell’amicizia”), un discreto livello di servizi a prezzi incredibilmente bassi per la Polinesia, i più antichi reperti archeologici del Sud Pacifico, con l’inquietante “Trilithon” ed un ambiente ancora intatto, ricco di tradizioni culturali. Tonga, poi, è l’ultima monarchia del Pacifico ed è l’unica al mondo ad offrire, in soli 300 chilometri di distanza, quattro arcipelaghi completamente differenti fra loro, con 173 isole completamente diverse una dall’altra (persino le 43 spiagge che costellano l’isola principale di Tongatapu non sono neanche simili tra loro).

ed è stata anche sede del più noto ammutinamento, quello mitico e favoleggiato del Bounty. Delle sue circa 170 piccole isole - divise da sud a nord negli arcipelaghi di Tongatapu, Ha’apai, Vava’u e Niuas meno di 40 sono abitate e la popolazione totale sfiora i 100.000 abitanti su una superficie totale terrestre di 699 chilometri quadrati e marina di 700.000 chilometri quadrati. L’isola più popolata è Tongatapu con 63.800 residenti, dove si trova la capitale e città più grande, Nuku’alofa, sede dell’aeroporto internazionale. Come in tutta la Polinesia, esistono molte leggende sull’origine di Tonga. Una di queste fa riferimento al potente dio polinesiano Tangaloa, il quale mentre pescava agganciò un’isola sommersa; mentre questa era ormai uscita dall’acqua il filo si ruppe e l’isola ricadendo in mare si spezzò in tante parti che divennero l’arcipelago di Tonga. Un’altra leggenda molto simile attribuisce l’origine delle isole a Maui, un personaggio mitologico comune a tutte le culture polinesiane. Un giorno Maui stava pescando a sud delle Samoa e con l’amo tirò su le isole di Tonga, ad una ad una, dal fondo del mare. Maui schiacciò alcune isole, rendendole piatte, mentre altre - come Vava’u ed ‘Eua

A OGNUNO IL SUO MITO Tonga ha anche un’innata personalità votata all’indipendenza. E’ l’unico tra tutti i paesi del Pacifico a non essere mai stato dominato da una nazione straniera | 105 |


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- sono ancora oggi collinose. In alcune lingue e dialetti del Sud Pacifico, Tonga significa “Sud” e Tongatapu, l’isola principale, significa “il Sacro Sud”. In realtà i primi abitanti furono i Lapita, una popolazione che sembra provenisse dal sudest asiatico, attraverso l’Indonesia e la Nuova Guinea, circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. I ritrovamenti di manufatti in terracotta sembrano avvalorare quest’ipotesi in quanto le tecniche di lavorazione e le decorazioni sono molto simili a quelle di queste popolazioni. Solo intorno al 500 d.C. ha però inizio “l’era tongana” vera e propria con Aho’eitu, il primo re di Tonga iniziatore di una dinastia che ha lasciato parecchi reperti: la prima capitale, Toloa, più tardi trasferita a Heketa, ed il Trilithon chiamato anche lo Stonehenge del Pacifico, che pare servisse come strumento per l’astronomia,

La flora e la fauna di Tonga rappresentano un ambiente unico nel Sud Pacifico per la sua bellezza. Ibisco, frangipani ed altri fiori creano oasi colorate sotto le palme, i pandani e i banani. scienza in cui i Tongani erano molto esperti e che permise loro di navigare per quasi tutto il Pacifico. I contatti degli europei con Tonga hanno inizio nel 1616 con l’arrivo dei navigatori olandesi Schouten e Lemaire, seguiti da Abel Tasman nel 1643, dal capitano Wallis nel 1767 e dal Capitano James Cook nel 1773, 1774 e 1777. Ma l’avvenimento che maggiormente modificò il corso della storia tongana fu l’arrivo dei missionari nel 1787 che posero fine alle guerre civili che avevano dilaniato il paese per 50 anni e convinsero Re Tupou I a convertirsi al Cristianesimo prendendo il nome di George Tupou I. Ancora oggi il regno di Tonga è una delle poche monarchie costituzionali rimaste nel mondo. Retto da Sua Maesta’ Re Tupou VI, Tonga conserva le sue antiche tradizioni a fianco di politiche destinate a stimolare lo sviluppo economico e a migliorare il benessere della popolazione. | 106 |


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IL FASCINO DEL SELVAGGIO La flora e la fauna del Regno di Tonga rappresentano un ambiente unico nel Sud Pacifico per la sua bellezza. Ibisco, frangipani ed altri fiori creano oasi colorate sotto le palme, i pandani e i banani. Tonga, tra l’altro, è stata la prima nazione del Sud Pacifico ad istituire dei parchi nazionali protetti. Ci sono chilometri di bianca spiaggia corallina di fronte a spettacolari lagune e alcuni tra i più affascinanti e multicolori fondali marini del mondo. La rocciosa costiera terrazzata di Houma presenta uno di più impressionanti spettacoli di tutto il Sud Pacifico: per chilometri di estensione altissime onde si infrangono sulla roccia corallina, formando centinaia di spettacolari fontane che schizzano altissimi spruzzi di acqua. Gli esperti ritengono che Tonga sia una delle zone del Pacifico dove trovare le più belle conchiglie, soprattutto nell’arcipelago di Ha’apai. Il più grande e popolato arcipelago è quello di Tongatapu, che ha una superficie di 275 chilometri quadrati ed una forma pressappoco triangolare. La capitale, Nuku’alofa, si trova sulla costa nord dell’omonima isola maggiore, nei pressi di una suggestiva laguna blu. Percorrendo la sua strada litoranea in senso orario, si possono trovare numerosi punti panoramici e di interesse storico e molte belle spiagge. Dell’arcipelago di Tongatapu fa parte anche la splendida isola di ‘Eua (87 Kmq), molto diversa dalle altre isole di Tonga. A differenza di Tongatapu è collinosa e la costa orientale si eleva a 383 metri. ‘Eua offre ambienti assai vari: scogliere, savana, formazioni calcaree, foreste. Proprio le foreste costituiscono la principale ricchezza dell’isola, fornendo abbondante legname pregiato. Una strada segue la costa occidentale, mentre una rete di sentieri e strade sterrate attraversa l’intera isola: l’unico modo per poterla adeguatamente percorrere è a piedi, a meno di non trovare un auto fuoristrada o un cavallo: non esistono attrezzature pub| 108 |


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bliche di trasporto sull’isola. Il ritmo di vita è, se possibile, ancora più lento che a Tongatapu e l’atmosfera rurale costituisce un’esperienza indimenticabile. Un centinaio di chilometri a nord di Tongatapu ci sono le 50 isole dell’arcipelago di Ha’apai, il centro geologico e geografico di Tonga. La maggior parte sono piatti atolli corallini, con l’eccezione dei vulcani Tofoa (attivo e nelle cui vicinanze avvenne lo storico ammutinamento del Bounty) e Kao (estinto) ad ovest. Per i viaggiatori che amano un tuffo nel passato e la quieta attività vacanziera di spiaggia, l’immersione nella natura più incontaminata, la possibilità di incontrare ancora una popolazione cordiale e genuina, questo arcipelago offre loro tutto ciò che hanno sempre sognato. Ha’apai è il Sud Pacifico dei poster di viaggio e molto di più: abitanti ospitali, isole idilliache, meravigliose lagune, reef colorati e chilometri di sabbia bianca sulle spiagge circondate da palme rigogliose.

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RITORNO AL FUTURO A 9 anni dal debutto Tesla lancia il secondo modello della Roadster. Le presentazioni non sono affatto timide: la supercar arriverà a superare i 400 km/h e a sfiorare i 1.000 km di autonomia

Innovazione, sicurezza, tecnologia, comfort, lusso e velocità sono solo alcuni degli aspetti che definiscono il marchio Tesla, l’incredibile brand che negli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé grazie alle novità portate sul mercato. In attesa delle prime consegne della berlina Model 3, Tesla lancia una nuova sfida che porta un nome già collaudato e amato: Roadster. La seconda versione della Roadster vuole rivoluzionare, dal 2020, il mercato delle auto super-

La seconda generazione della Tesla Roadster arriverà nel 2020 con 1.000 km di autonomia e prestazioni da hypercar sportive presentandosi con delle prestazioni mai viste prima (secondo la casa madre la velocità massima supererà i 400 km/h per un’autonomia totale di 1.000 km). Dati che sanno elettrizzare chiunque e che potrebbero a breve far realizzare il sogno che il fondatore Elon Musk e altri come La nuova Roadster sarà l’auto più veloce al mondo capace di superare i 400 km/h

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lui covano da tempo: rendere possibile il puro piacere di guida a zero emissioni. Elon Musk, d’altronde, l’aveva promesso e ora tale impegno inizia a prendere forma dal progetto: sotto la scocca si nasconde un powertrain elettrico straordinario che vanta 10.000 Nm di coppia e una batteria da 200 kWh, sufficiente a garantire i già annunciati 1.000 km di autonomia in autostrada. Per quanto riguarda le prestazioni, andando nel dettaglio, ma rimanendo pur sempre sulla carta, la nuova Tesla Roadster promette di essere l’auto più veloce del mondo con uno sprint da 0 a 60 miglia (96,5 km/h) in appena 1,9 secondi e da o a 100 miglia (161 km/h) in 4,2 secondi; la velocità massima supererà molto probabilmente di appena 2 km/h il muro dei 400 (+250 miglia all’ora). Dati alla mano la nuova Roadster sembra essere una vera rivoluzione soprattutto se si confronta con la prima versione, nonché primo veicolo prodotto da Tesla Motors dal 2008 al 2012. Nonostante siano passati solo 7 anni (2011) dall’ultimo aggiornamento del primo modello Roadster, la differenza tecnologica è davvero tanta: tralasciando infatti le migliorie di guida e i supporti tecnologici enormemente potenziati, si


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può notare la differenza abissale già dall’autonomia che per la prima versione Roadster raggiunge ‘solo’ i 340 km, così come per la velocità massima di poco superiore ai 200 km/h. Il design della nuova vettura riprende parzialmente le linee della primogenita, rispettando tutte le specifiche di una supercar e mantenendo i caratteri ‘futuristici’ Tesla. Un piacere ulteriore è dato dalla possibilità di guidare quest’auto anche in versione decappottabile, grazie al tetto in vetro leggero e rimovibile che si nasconde automaticamente nel bagagliaio. Cosa dire degli interni? Ancora poco, la Tesla ha tenuto però a precisare che l’auto più veloce al mondo ospiterà 4 persone. Fattore inconcepibile per molti ‘puristi’ delle supercar, secondo

Elon Musk porta ad un altro livello la nuova Tesla Roadster, definendola durante la presentazione al pubblico “L’auto più veloce del mondo“

i quali le vetture più spinte devono necessariamente essere monoposto o, al più, biposto. Come noto però Tesla non si cura degli standard esistenti, forse proprio per questo motivo ha avuto un successo sorprendente in questi ultimi anni. Infine, i costi. La politica sulla prenotazione dei prodotti Tesla è sempre la stessa. Facile da immaginare, il prezzo base è elevato ma non così eccessivo per un auto da record e ipertecnologica: 200.000 dollari, dei quali 50.000 da anticipare alla prenotazione. Stefano Valentini | 112 |



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AL MOTORSHOW PROTAGONISTE LE AUTO DEL 2018 Negli stand di Bologna Fiere tanti modelli che infiammeranno questo 2018. Si va dal lusso della Maserati Quattroporte alla sportività della Spider di Alfa, passando per il mini Suv di Citroën e il primo pick up di Fiat

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Chiuso il sipario sulla la 41esima edizione del Motor Show nei padiglioni di Bologna Fiere, con auto e moto di ogni epoca accanto a eventi ed esibizioni che hanno intrattenuto i 280.000 visitatori accorsi, continuano a essere protagoniste le novità dei maggiori marchi a 4 e 2 ruote. Dopo i 200.000 visitatori dell’edizione 2016 ci si attendeva un altro successo di pubblico all’interno della mostra che mette una di fianco all’altra le auto delle più importanti case del mondo. Successo che, numeri alla mano, è stato a dir poco bissato. C’era grande fermento attorno alle novità che ci

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aspettano in questo anno appena iniziato: Alfa, Jeep, Fiat, Maserati, Kia, Citroën e molti altri marchi hanno svelato alcuni dei modelli che infiammeranno il mercato nella stagione appena iniziata. Auto nuove e per tutte le tasche o quasi, considerando che modelli come la Quattroporte Gran Lusso di Maserati supereranno le 130.000 euro di listino (auto prenotabile con attesa di consegna di 90 giorni). Questo nuovo modello della casa emiliana porterà la firma di Ermenegildo Zegna, lo stilista che ha realizzato gli interni extra lusso e extra comfort dell’automobile. Saranno messi in vendita solamente 100 esemplari griffati dal famoso produttore di abbigliamento e accessori maschili. Due icone del lusso e dello stile che stringono una collaborazione volta ad esaltare il Made in Italy; il tutto in una collezione

La Quattroporte Gran Lusso della Casa del Tritone riscrive i canoni del lusso automobilistico, con idee decise e di grande sostanza. Il suo DNA è un perfetto equilibrio fra indole da pista e fascino da gran turismo, come da tradizione Maserati

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tanto limitata quanto esclusiva, destinata ai veri cultori del design automobilistico. Un perfetto connubio di forme, eleganza e prestazioni, con performance in pieno stile Maserati. Alfa Romeo protagonista, tra le altre auto esposte, con l’attesissima Spider 4c; la super sportiva con monoscocca in fibra di carbonio in grado di passare da 0 a 100 in 4,5 secondi e dalla velocità massima di 257 km/h. Carrozzeria in materiale composito SMC, abitacolo biposto dotato di cruscotto digitale con grafica che si adatta alla modalità di guida impostata. Una supercar in grado di sintetizzare l’essenza sportiva di Alfa Romeo, un modello che combina ottime prestazioni ed eccellenza tecnica finalizzata al massimo del piacere di guida. A partire da 75.000 euro. Presente anche il primo Suv del brand, chiamato Stelvio Executive, dal motore 2.2 TD, cambio automatico ed 8 marce. Oltre alle performance degni di nota gli interni della vettura, con sedili in pelle nera riscaldati e dotati di regolazione elettrica a sei vie. Disponibile da 47.300 euro.

Non potevano mancare le supercar presenti con Bentley, McLaren e Ferrari che, oltre alla SF70H (la monoposto da Formula 1) ha esposto anche la Portofino Suv, sebbene mini, anche per Citroën che espone il suo C3 Aircross, modello da circa 26000 euro (nella versione con più dotazioni) che al suo interno fonde prestazioni, design e tecnologia. Alle forme audaci e sportive questa macchina abbina anche spazio per passeggeri ed eventuali carichi. Il bagagliaio infatti è regolabile pur senza compromettere la comodità dei viaggiatori seduti sui sedili posteriori. C3 Aircross è già disponibile nelle concessionarie in tre allestimenti – Live, Feel e Shine – destinati sia alle famiglie che ai più giovani. Dall’alto: Alfa Romeo Spider C4, il Suv Stelvio Executive e la C3 Aircross di Citroën

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Adatta per ogni tipo di strada la Fiat Fullback Cross, pick up della casa torinese disponibile da 27.700 euro. Una dotazione di serie molto curata grazie ai fari Bi-Xeno, alle luci di marcia diurne a LED, al climatizzatore automatico dual-zone, al cruise control ed ai sedili (anteriori riscaldati) ed al volante in pelle. Disponibile il cambio automatico a 6 marce o manuale a 5 marce con paletta al volante, sotto il cofano Fullback Cross monta un motore turbodiesel in alluminio da 2,4 litri con 180 CV di potenza. Non potevano mancare le supercar presenti con Bentley, McLaren e Ferrari che, oltre alla SF70H (la monoposto da Formula 1) ha esposto anche la Portofino. Un “assaggio” poi di quello che si vedrà a Roma all’interno dei Padiglioni di Bologna Fiere: in mostre infatti la macchina di Formula E della DS, casa automobilistica che sarà in gara il prossimo 14 aprile per le vie di Roma nel primo Gran Premio della Capitale. Alessandro Creta

Maggiori informazioni su: www.alfaromeo.ti, www.jeep-official.it, www.fiat.it, www.maserati.com, www.kia.come. www.citroen.it

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| FOCUS SULLA MOBILITÀ |

ALLA GUIDA CON ASG Automotive Service Group decide d’investire sulla qualità, forte della partnership con ALD Automotive, gruppo leader nel settore del noleggio a lungo termine e del fleet management

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| FOCUS SULLA MOBILITÀ |

Le ricerche di mercato concordano: il noleggio a lungo termine resta in cima ai desideri di quadri e dirigenti delle imprese del nostro Paese, un bene tangibile, una soluzione pensata per potersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. Scegliere il Noleggio a Lungo termine significa potersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. La formula può variare da uno a tre anni, e meno frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. E’ previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. L’azienda che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il canone varia a seconda del tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, strumenti di gestione della car policy, rapporti informativi sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito per l’acquisto del carburante.

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Le imprese ritengono il NLT uno strumento di grande importanza per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importante oggi che sulle risorse umane vengono investite ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. Il fleet management consiste nel beneficiare dei servizi di noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, una formula vincente utilizzata da aziende di ogni dimensione che hanno veicoli in proprietà o in noleggio e che scelgono di demandare in outsourcing solo una parte dei servizi. Automotive Service Group svolge attività di mediazione e consulenza nel settore del Noleggio di autoveicoli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in oltre 50 anni di attività. L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalmente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di Noleggio a Lungo Termine che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership di ALD Automotive. Margherita Pituano


| FOCUS SULLA MOBILITÀ |

I VANTAGGI DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE • Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo; • Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo; • Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate;

• Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento. Automotive Service Group partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 Zona Eur Roma Tel. 06.87752179 email: segreteria@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com

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ITINERANDO 2018 UN MONDO DI PROPOSTE PER VIAGGIARE SENZA CONFINI

Per tre giorni la Fiera di Padova si trasforma nel punto di riferimento per tutti gli appassionati di camper, nautica, turismo, cicloturismo e tanto altro, riunendo in un unico grande evento un pubblico vasto e trasversale, che condivide l’amore per l’avventura e la vita all’aria aperta.


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STILE + FUNZIONALITÀ = NAVETTA 73 Dopo il debutto ufficiale al Cannes Yachting Festival attracca nei porti internazionali la nuovissima ammiraglia di Absolute Yachts: la Navetta 73, sorella maggiore delle altre due della gamma Navetta

Non contenti del successo mondiale della famiglia “Navetta” i progettisti Absolute hanno voluto fare un salto in avanti con questo modello, partendo, innanzitutto, dalle dimensioni che delineano il nuovo Yacht in spazi decisamente comodi: la lunghezza è di 22,19 metri e la larghezza raggiunge i 5,6 metri. Le linee della gamma “Navetta” sono inconfondibili poiché ripropongono, in chiave moderna, un tipo di motoryacht che in passato era simbolo di lusso e di eleganza. Ogni dettaglio della nuova Navetta 73 rivela l’inconfondibile design italiano che ricerca il connubio tra estetica e funzionalità. Le murate alte abbinate alle importanti sovrastrutture, tali da sembrare quelle di un superyacht, sono modellate dagli spigoli vivi della carena a prua che trasmettono una sensazione apprezzabile di aerodinamicità e compattezza. Sempre nella parte anteriore emergono le finestrature scure laterali che sembrano scavate nella parte di scafo dedicata, mentre i piccoli oblò circolari e le finestre rettangolari nella zona di poppa spezzano la verticalità di Navetta 73 affiorando appena sopra il livello del mare. Riguardo gli interni la precedenza è indubbiamente data allo spazio e al comfort,

l’imbarcazione è dotata nel piano inferiore di 4 cabine ospiti, tutte con bagno privato, dove le rifiniture estetiche non dimenticano nemmeno le paratie laterali. L’armatore avrà l’imbarazzo della scelta, in particolare tra due cabine: la prima è quella “naturalmente” ideata che si sviluppa nella zona iniziale della poppa, in questo spazio il letto è in posizione centrale e il bagno si estende su tutto il lato di sinistra ed è diviso

Il successo mondiale della famiglia “Navetta” non appaga l’indole creativa dei progettisti Absolute, che hanno già ultimato lo sviluppo di una nuova ammiraglia. in tre aree distinte: zona sanitari, box doccia e lavabo. L’altra cabina è quella Vip che con la sala da bagno si trova al vertice della prua estendendosi in spazi davvero abbondanti e particolari per l’ambientazione, motivi che potrebbero portare l’armatore a preferirla. Sul piano inferiore si sviluppa poi a poppa anche il locale equipaggio con due cabine di cui una con accesso diretto alla sala macchine. Salendo le scale, disposte in vari punti, | 122 |


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si giunge al ponte principale. Qui il salone ruba la scena e trasmette un clima di raffinatezza definito dall’uso delle diverse tonalità di marrone e beige. Il comfort è assicurato dal bel living, localizzato nella parte posteriore del panfilo, che dispone di poltrone ampie e una sala da pranzo con tavolo e sedie per otto persone. La postazione di comando garantisce una panoramica completa di navigazione resa sicura dagli strumenti di governo e dai dispositivi tecnologici di ultima generazione. Il pannello di controllo prevede quattro monitor touch-screen che digitalizzano automaticamente le funzioni di comando, supportate sempre da una pulsantiera analogica - posta sul lato destro della plancia - per avere un’ulteriore sicurezza di ogni funzionalità. Absolute ha deciso di separare lo spazio di comando dal resto del ponte principale grazie al locale dedicato alla cucina che è raggiungibile dall’equipaggio anche dai camminamenti esterni, così da non disturbare gli ospiti. Portandoci sulla parte più alta dello Yacht giungiamo all’importante Flying Bridge che ricorda lo stile dei superyacht. || 125 13 ||

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Lunghezza totale

22,19 metri

Larghezza massima

5,6 metri

Capacità serbatoio acqua dolce

1.110 litri

Capacità serbatoio carburante

4.000 litri

Motore:

Volvo Penta 2xD13-IPS 1350 (2x735 Kw-2x1.000 HP)

Velocità di crociera:

22 nodi

Consumi di carburante a velocità di crociera:

224 l/h (aprox)

Portata persone

18

Omologazione CE

B

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Su questo piano Absolute ha cercato di riproporre, con le adeguate modifiche, la stessa ambientazione del salone sul main deck: un living composto da divani e poltrone a poppa e la zona pranzo a prua. Questa volta però l’area di pilotaggio è aperta e sono incluse anche qui comode sedute, con un divano da relax che si trova di fronte a un esteso mobile cucina utile anche come banco bar quasi professionale. Su questo ponte non poteva poi mancare la zona utilizzata per godersi il sole, durante il giorno, o il relax serale. Infine i due motori Volvo Penta D3 accoppiati ai pod IPS1350 sono capaci di offrire una tecnologia in grado di esprimere performance elevate. Navetta 73 ottimizza al massimo, e meglio di chiunque altro panfilo, l’efficienza dei motori Volvo Penta IPS che garantiscono massime prestazioni, minimi consumi, precisione ineguagliabile in manovra, assenza di fastidiosi rumori e vibrazioni. Questi aspetti tecnici, estetici e pratici hanno portato i giudici del famoso concorso “World Yachts Trophies”, tenutosi allo Yachting Festival di  Cannes a metà settembre del 2017, a premiare Navetta 73 nella categoria per l’imbarcazione più innovativa fino a 24 metri. Stefano Valentini


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LE CŒUR & L’OREILLE by AA VV

by Franco Bruni

JOHN WILLIAMS. THEMES AND TRANSCRIPTIONS FOR PIANO

by John Williams

Dedicata alla letteratura clavicembalistica della metà del ‘600, l’antologia “Le Cœur & l’Oreille. Manuscrit Bauyn” (A434, 1 CD, www.outhere-music.com) ci propone un raffinato itinerario attraverso le musiche per clavicembalo che in Francia ebbero un grande sviluppo e diffusione grazie a due illustri compositori, Louis Couperin e Jacques Champion de Chambonières, ampiamente rappresentati in questa raccolta, accanto a Jacques Hardel, Jean-Henry d’Anglebert, Germain Pinel e René Mesangeau. Si tratta essenzialmente di suites di danze, genere molto diffuso nella Francia del Re Sole, tutte provenienti da un pregiato manoscritto, il Ms. Bauyn conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, che raccoglie il meglio della produzione per clavicembalo della metà del XVII secolo. Straordinario protagonista di questa incisione, oltre alla bravissima Giulia Nuti, è un clavicembalo storico: uno strumento a doppia tastiera costruito nel 1658 da Louis Denis. Un clavicembalo di straordinaria fattura e dal suono corposo che ha permesso all’esecutrice di mettere in risalto tutte le qualità armoniche dello strumento. I brani riflettono il tipico gusto di corte per la musica di danza e sono eseguiti egregiamente da Giulia Nuti che si cimenta in questo elegante repertorio con oculato uso degli abbellimenti e con un approccio esecutivo che rivela una grande conoscenza e padronanza di queste musiche.

Pluripremiato compositore di musiche da film, l’americano John Williams ha firmato alcune delle colonne sonore più interessanti degli ultimi decenni del cinema statunitense. Basti pensare alla saga di “Guerre Stellari” e “Harry Potter”, senza dimenticare la struggente musica di “Schindler’s List” che nel 1994 gli ha valso l’Oscar per la migliore colonna sonora, il primo di una cinquina vinti dal compositore, oltre alle tantissime nominations. Nel disco “John Williams. Themes and Transcriptions for Piano” (Varèse Sarabande, 302 067 478 8, 1 CD, www. ducalemusic.it) è il pianista Simone Pedroni ad offrirci una versione pianistica di alcuni dei temi tratti dai summenzionati film, cui si aggiungono “Sabrina”, “Presunto innocente”, “Storia di una ladra di libri” e “Lincoln”. Magico il tocco di Pedroni che ricrea sulla tastiera del pianoforte la tavolozza di colori delle esuberanti musiche orchestrali… E lo fa con un tocco sensibilissimo, a tratti trasognato, calandosi pienamente nel discorso musicale e dando la giusta carica emotiva. Oltre che interprete, Pedroni si presenta in questa antologia anche in veste di arrangiatore di alcune delle musiche di John Williams: arrangiamenti che non tradiscono mai la fonte originale e che rivelano, anzi, un prolungamento e un arricchimento della geniale vena compositiva di John Williams.

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