Progress luglio

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MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 126 - ANNO 2018

EURO 5,00

“Tutti quanti voglion fare il jazz...” VITE DA CHEF

WHO RUN THE WORLD?

TOMMASO ALLAN

PASSIONE IN MARE

NUOVA C4 CACTUS

REGGAE, DREAD & SUN

Intervista a Cristina Bowerman Estate col vento a favore

Le sfide 2.0 di Niccolò Presta La berlina Citroën a misura di comfort

Dritto alla meta

La perla dei Caraibi


Il Terzo Pilastro su scala internazionale per un nuovo sviluppo sociale, economico e culturale.

La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è la naturale evoluzione della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, in quanto si fa portatrice e sintesi, su più ampia scala e senza alcun vincolo territoriale, delle due strategiche direzioni di intervento originarie: il Terzo Settore (o Terzo Pilastro, il non profit) e le tematiche urgenti ispirate dall’osservazione di ciò che accade al di fuori del mondo Occidentale, con uno sguardo che va oltre l’area mediterranea per approdare nei Paesi emergenti in Medio ed Estremo Oriente, futuri protagonisti della nostra Storia. Essa, infatti, opera nei campi sanitario, della ricerca scientifica, sociale e del Welfare, educativo e formativo, culturale ed artistico e svolge la funzione di ponte tra le diverse culture fra Oriente ed Occidente, fra Nord e Sud del mondo. www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it


EDITORIALE

IL SOUND GIUSTO DELL’ESTATE Siamo a quota 45 edizioni per l’Umbria Jazz, uno dei più autorevoli festival musicali organizzati sul suolo italiano (ma non solo). Era infatti il 23 agosto 1973 quando andò in scena il primo concerto della kermesse. Allora ci si divideva tra Terni, Gubbio e Perugia, ma ben presto il capoluogo umbro ebbe la meglio e fu scelto come sede unica dell’evento. Quest’anno i concerti si svolgeranno dal 13 al 22 luglio e porteranno sul palco artisti del calibro di Quincy Jones, Pat Metheny, Massive Attack, Stefano Bollani e tanti altri. Un appuntamento che richiama ogni anno migliaia di appassionati desiderosi di passare le sere d’estate al fresco della buona musica. I più fortunati, però, potranno godersi le armonie del jazz anche oltralpe: in Svizzera, infatti, dal 29 giugno al 14 luglio è il momento del 52esimo Montreux Jazz Festival, evento storico del settore. Oppure potranno recarsi in terra francese, nella capitale, con il Paris Jazz Festival, altra iniziativa monumento per un genere musicale che sta conquistando sempre più fan. Per noi di Progress l’estate è più bella quando ti dà modo di vivere appieno le tue passioni, e la musica è fra queste. Jazz, pop o rock non importa: quello che conta è che le vostre giornate abbiano un sound indimenticabile. Franco Del Panta




MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 126 ANNO 2018

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62

SC ENARI C ONTEMPORANEI

VITE DA CHEF

MEDITERRANEO, UN MARE DI PACE

AVVOCATO SÌ, MA CON LA STELLA MICHELIN

28 IL MONDO CHE (NON) CAMBIA

MESSICO. DIREZIONE AMLO?

46 CINEMA

IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO

32 WHO RUN THE WORLD?

LE SFIDE 2.0 DI NICCOLÒ PRESTA

36

EURO 5,00

50 GOOD VIBES

LA MUSICA FOTOGRAFA I COLORI DELLA REALTÀ

68 H OT E L L E R I E

VERDURA RESORT: UNA FINESTRA SUL MEDITERRANEO

54 SULLO SCAFFA LE

LETTINI E LETTURE

IDENTITÀ DIGITALI

L’INARRESTABILE ASCESA DI ONEPLUS

72

38

REGGAE, DREAD & SUN

IL CLASSICO ED IL CONTEMPORANEO

LA PERLA DEI CARAIBI

TUTTI QUANTI VOGLION FARE IL JAZZ

58 SERIE TV

BENVENUTI A CASTLE ROCK


Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

96 M O N D O OV A L E

Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010

DRITTO ALLA META Progress n°126/luglio 2018 Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com

80 FASHION IN PROGRESS

Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com

L’ESTATE URBANA DI BRUNELLO CUCINELLI

102 PASSIONE IN MARE

ESTATE COL VENTO A FAVORE

106 VIVERE IL BUSINESS

UN NEGOZIO DIGITALE PER LE PMI ITALIANE

88 M OT O R I R U G G E N T I

LA BERLINA A MISURA DI COMFORT

92 LA MOBILITÀ DEL DOMANI

ALLA GUIDA CON ASG

Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


A Wimbledon King Roger alla prova del 9 L’evento tennistico dell’anno è finalmente arrivato. A Londra, dal 2 al 15 luglio, i migliori giocatori al mondo si sfideranno sui perfetti campi della Regina. I curatissimi rettangoli verdi della capitale inglese saranno la location di Wimbledon, il torneo più ricco, famoso e desiderato del mondo. Una storia che si è aperta nel 1877 e che non ha avuto praticamente mai battute d’arresto nel corso dei decenni. Si tratta del più antico torneo tennistico, e questo lo rende anche il più ambito dai partecipanti. Il montepremi è di quelli da capogiro e sfiora i 40 milioni di sterline. È però una competizione che va oltre la somma stanziata, che gode di una sorta di alone “divino” e della venerazione da parte degli appassionati che, praticamente per tutto l’anno, attendono l’appuntamento londinese. Roger Federer è il vero padrone di casa del torneo: lo svizzero ha trionfato sul centrale per ben 8 volte (l’ultima proprio l’anno scorso). Particolarità della sfida: tutti i partecipanti devono rispettare un rigido dress code, che prevede un completo “total white”. In fondo, per rendere leggenda un torneo, bisogna osservare anche i più piccoli dettagli… www.wimbledon.com

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PARIGI VAL BENE UNA SFILATA

LA GRANDE BOUCLE COLORA PARIGI

4 luglio 1789, un giorno e un anno che hanno segnato la storia dell’Europa moderna. Quel dì a Parigi ci fu la presa della Bastiglia, evento simbolo della rivoluzione francese che rovesciò la monarchia transalpina

Dopo più di 3300 chilometri, 21 tappe, 6 scalate e 2 crono il Tour De France numero 105 termina la sua corsa a Parigi.

Gli Champs-Élysées sono vestiti a festa per accogliere la passerella finale del giro in giallo che, partito il 7 luglio, by Giorgio Migliore Esattamente un anno dopo venne istituita arriverà nelle strade della capitale il 29 la Fête de la Fédération (giorno dell’unidel mese. Chilometraggio alla mano si tà nazionale), evento festeggiato dal 1880 come Festa tratta del Tour più breve dal 2003, ma è forse uno dei nazionale francese. Tornando all’attualità la tradizionale più affascinanti considerando il percorso che si snoparata del 4 luglio sugli Champs Elysées è diventata un da da Noirmoutier-en-l’Ile fino a Parigi. Una Grande evento imperdibile per tutti i francesi. Boucle che rimarrà incerta sino alla fine, che riserva A Parigi è protagonista la celebre sfilata militare che, il veleno in coda. La penultima tappa, infatti, sarà una davanti al capo di stato e altre autorità straniere, si cronometro individuale di 31 km a Espelette, su un esibisce nell’ormai storico corteo, il più antico a livello percorso particolarmente vallonato e impegnativo: qui europeo. La parata si svolge tradizionalmente dall’Arsi delineerà la classifica definitiva prima della tradizioco di Trionfo, passa sull’Avenue des Champs-Elysées, nale passerella domenicale di Parigi. arrivando fino alla Place de la Concorde. Una volta entrati nella capitale largo ai festeggiamenti Qui i militari salutano il Presidente della Repubbliper il possessore della maglia gialla, in attesa ca, il governo e le principali autorità nadello sprint finale sui Campi Elisi davanti a zionali, il corpo diplomatico e gli ospiti migliaia di appassionati. Lo scorso anno politici stranieri. sulle rive della Senna sfilò il leader Donald Trump, presente lo scorso britannico Chris Froome (ultimo anno per la prima volta all’evenvincitore del Giro d’Italia), protato, rimase talmente colpito dal gonista del tradizionale brincorteo militare che decise di disi con lo champagne con i istituirne uno simile anche necompagni di squadra prima gli Stati Uniti. La data presceldi tagliare il traguardo finale. ta è quella dell’11 novembre, Chi festeggerà quest’angiorno in cui nel Paese si no sotto l’Arco di Trionfo? celebra il Veteran Day. Basterà attendere il 29 luglio per scoprire quale sarà il ciclista protagonista della corsa a tappe più importante, e affascinante, del mondo. www.letour.fr



FELICI E IN FORMA ALLA COLOR RUN 2018

DAL TAMIGI CON AMORE

Londra si prepara ad accogliere l’evento più colorato dell’anno, la Color Run al Wembley Park dove, almeno per una volta, l’importante è partecipare.

Dimenticatevi la tube o i bus a due piani, il nuovo itinerario per vedere Londra è a bordo di un battello. E a farlo d’estate c’è ancora più gusto

La manifestazione nasce nel 2011 Una romantica crociera sulle acque del e già la prima edizione si dimoTamigi è il modo perfetto di visitare by Beatrice Vecchiarelli stra esplosiva. L’obiettivo era ed è la capitale britannica per chi ha poco quello di promuovere lo stile di vita tempo a disposizione o desidera sano, migliorare la salute e il benessere delle persone, scoprire la città da un’altra prospettiva. Partenza dal celebrare la felicità e l’unicità di ogni individuo. E quale Westminster Pier e arrivo a Greenwich, per un totale di modo migliore di esprimere gioia se non scatenando un’ora di viaggio lungo le acque del fiume che taglia una battaglia di colori? Ad ogni runner viene infatti data in due la City. Durante il percorso è possibile osserin dotazione una bustina di colore (100% naturale) da vare la Cattedrale di St. Paul, passando al di sotto del lanciare durante la corsa, una t-shirt, una medaglia una Millennium Bridge, subito seguito dal Globe Theatre di volta tagliato il traguardo e una fascia per capelli che Shakespeare. Giunti al South Bank si fronteggiano, sulle fa subito “back to the 80’s”. Ogni partecipante ha la due sponde, la storica Tower of London e la modernissua storia e sceglie di prendere parte alla corsa per un sima City Hall, e infine, con i suoi grattacieli mozzafiato, motivo diverso. C’è chi corre in solitaria, chi in gruppo il distretto degli affari e dello shopping, Canary Wharf. o chi soltanto per i gadget. Ma soprattutto per il diverQuesto tour offre inoltre l’opportunità, davvero unica, timento che, dopo la corsa, prosegue all’after party del di passare attraverso le barriere del Tamigi prima di Color Run Village. Il prossimo raduno si terrà domenica approdare nel caratteristico sobborgo di Greenwich. 8 luglio e l’iscrizione è aperta a corridori di tutte le età Da non perdere, una volta sbarcati, il Royal Observatory. e livelli di allenamento. Vincono tutti e, nello specifico, Qui, non resta quindi che provare l’emozione di essere vince la beneficenza: partner ufficiale dell’evento londicontemporaneamente nei due emisferi, scattando la nese è infatti la NSPCC, un’organizzazione benefica che tradizionale foto con un piede al di qua e al di là del si occupa di combattere gli abusi sui bambini nel Regno celebre Meridiano Zero. Unito. Per altre info e biglietti basta digitare www.thecolorrun.co.uk

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ESTATE DI MUSICA… SOTTO LE STELLE

BERLINO ARCOBALENO “Il mio corpo, la mia identità, la mia vita”: questo il motto della Christopher Street Day Parade, pronta a sfilare il prossimo 28 luglio nella capitale tedesca.

Una piazza suggestiva, buona musica e un cielo stellato: ecco cosa rende semplicemente unica la Classic Open Air.

La CSD è una parata annuale che, da Dal 5 al 9 luglio, la rassegna musicale quasi quarant’anni, colora le strade della più seducente di Berlino accomcittà con l’obiettivo di sensibilizzare l’opagnerà gli spettatori in un viaggio by Beatrice Vecchiarelli pinione pubblica, il mondo della politica travolgente nel mondo dell’opera e dei media in fatto di diritti LGBTQIA. classica, passando per le sonorità Si tenne per la prima volta nel 1979, a dieci anni dagli Stojazz e pop e il ritmo accattivante della musica soul e funk. newall Riots di New York, quando la polizia intervenne con Cinque serate per cinque generi diversi. la forza in un bar gay in Christopher Street, al Greenwich Ad aprire le danze nella cosiddetta “Prima Notte” tocVillage, da cui prende nome la manifestazione tedesca. ca alle colonne sonore e alle musiche da film eseguite Gli organizzatori dell’evento hanno sottolineato come ogni dalla strepitosa Deutsches Filmorchester Babelsberg, cui essere umano debba combattere per una società più seguirà il celebre spettacolo pirotecnico. A seguire il 6 aperta, libera e senza pregiudizi. E porre fine alle discriluglio una serata dedicata al grande compositore tedesco minazioni per l’uguaglianza di gay, lesbiche, bisessuali, Richard Wagner e poi, il 7 luglio, non può mancare l’aptransessuali resta una questione centrale. I temi anche per puntamento con l’opera italiana. I nostri cugini tedeschi, questa edizione sono tanti: infatti, hanno sempre riservato un posto speciale in dalle richieste per una questo festival ai capolavori del Bel paese, dimomaggiore rappresentastrando di anno in anno di apprezzare non solo zione mediatica a quelle i classici del melodramma ma, ad esempio, per un giornalismo più anche le canzoni napoletane. Concludono giusto, alla modernizle melodie di talentuosi pianisti conosciuti zazione delle istituzioni in tutto il mondo, come Martin Tingvall, e scolastiche fino alla lotta le note psichedeliche, disco-rock e funk contro ogni forma di delle Sister Sledge e degli Earth, Wind & esclusione. Fire. La Gendarmenmarkt, piazza su cui La partenza del corteo si affaccia la Konzerthaus berlinese incada Kurfurstendamm è stonata tra due chiese gemelle, ovvero prevista per le ore 12, il duomo francese e quello tedesco, con arrivo alle ore 14 veste i panni del magico palcoscenico alla Porta di Brandebursu cui si svolgerà la rassegna. A fare go. Ingresso e partecida sipario basterà il cielo stellato di pazione libera. Berlino. www.csd-berlin.de

www.classicopenair.de 5 -9 luglio Inizio ore 19.30 | 12 |



LO ZIO SAM CELEBRA IL 4 LUGLIO

bar di Manhattan o di Brooklyn che si trovano in prossimità della costa. Per ingannare l’attesa basta una birra, Tempo di festeggiamenti negli qualche porzione di potato chips e un Stati Uniti d’America. Come ogni po’ di musica per calarsi appieno nello anno si onora una data simbolo stile newyorkese. della storia del Paese a stelle e Lo spettacolo inizierà alle 21:20 da strisce: quel 4 luglio che, dall’alquattro chiatte posizionate all’alteztra parte dell’oceano, si legge za tra la 23rd e la 37th di Midtown Festa dell’Indipendenza. Manhattan e un’altra nei pressi del ponte di Brooklyn, vicino al South StreLa prima celebrazione di questa data by Alessandro Creta et Seaport. Proseguirà fino a ridosso si tenne nel lontano 1777. La tradiziodelle 22:00 con oltre 52.000 fuochi che ne che ancora resiste risale invece al illumineranno il cielo sopra New York. 1800 quando per la prima volta si festeggiò l’indipenPer trascorrere la giornata in attesa dello spettacolo pidenza con parate, picnic e fuochi d’artificio. rotecnico vi consigliamo una visita alla Fraunces Tavern In questo giorno d’estate gli Stati Uniti festeggiano il loro dove, fra i cimeli della Rivoluzione (fra cui una ciocca di giorno più importante, quello che segnò la nascita di una capelli di George Washington) e dipinti d’epoca, posdelle più grandi nazioni del mondo. Nel 1776, infatti, siamo rifocillarci con una vasta scelta di piatti ci fu la Dichiarazione d’indipendenza di treditipici locali. Per gli amanti della musica invece ci colonie che si proclamarono autonome è imperdibile l’appuntamento con il concerto rispetto al Regno Unito dopo un lungo al South Street Seaport. Nello storico porto di periodo di guerra civile. New York l’atmosfera si anima grazie all’annuale Inutile dire quanto questo giorno sia così concerto gratuito, affiancato dagli stand di street importante per tutto il Paese. New York in food e dai punti di ristoro del Fulton Market. particolare si veste a festa per l’occasioInoltre il South Street Seaport offre anche ne, offrendo ai suoi turisti e cittadini una posizione eccezionale per vedere i spettacoli e eventi eccezionali. Sull’Efuochi d’artificio. Per gli appassionati di ast River si tiene annualmente un storia invece consigliamo la Revolutiolungo spettacolo pirotecnico che, per nary New York Walking Tour. L’associaquasi mezzora, tiene col naso all’insù le zione Big Onion Walking Tours organizza centinaia di migliaia di persone accorse delle uscite nei siti storici più significatiper ammirarlo. L’evento è organizzato vi della Guerra d’Indipendenza dai magazzini Macy’s, ed è oramai Americana: è prevista diventato una tradizione imperla visita alla tomba di dibile essendo arrivato al 42° Alexander Hamilton anniversario. (politico e padre Meglio recarsi nelle zone con fondatore degli migliore visibilità con un largo U.S.) e nei luoghi anticipo, perché sin dalle quatlegati a George tro del pomeriggio c’è già una Washington e gran folla in attesa dei fuochi Thomas Jefferson, artificiali. In alternativa potete come la già citata recarvi in uno dei tanti rooftop Fraunces Tavern. Justin Timberlake | 12 |



ARRIVA DALLA FRANCIA L’OCCHIALE SALVAVITA

re di questo strumento è il francese Philippe Peyard che già nel 2016 aveva preparato il primo prototipo del Un device rivoluzionario, utile dispositivo “smart connected”. Nel e capace ogni anno di salvare febbraio del 2017 viene realizzato il migliaia di vite. Ecco gli occhiali primo modello in 3D e, dall’aprile di “smart” contro i colpi di sonno, quest’anno, è partita la distribuzioideati da un’azienda francese e ne con la catena Optic 2000. Come sul mercato da pochi mesi. funzionano in pratica questi occhiali? Grazie ai numerosi sensori il disposiCirca 17.000 sono ogni anno gli tivo è in grado di percepire il rischio incidenti causati dai colpi di sonno, che il guidatore si possa addormenby Giorgio Migliore pari al 7% dei casi totali: numeri tare monitorando, tra le altre cose, i e cifre che potrebbero abbassarsi battiti delle palpebre, i movimenti degli occhi derivati notevolmente grazie al nuovo dispositivo ideato dalla dalla fatica e le micro oscillazioni della testa. In caso di startup di Nizza Ellcie Healty e commercializzata dalla un pericolo concreto del colpo di sonno la montatura, catena Optic 2000. È uno dei quei casi in cui realmencollegata allo smartphone, avverte tramite cellulare te la tecnologia viene pensata e utilizzata per il bene chi è al volante o l’eventuale accompagnatore con un dell’uomo, per preservare la sua salute: grazie a questi allarme luminoso e sonoro. Una tecnologia innovativa occhiali infatti si potranno evitare numerosi incidenti che è stata riconosciuta e valorizzata dalla casa di stradali causati dai colpi di sonno. assicurazioni Europ Assistance-GeneNon aiuteranno a vederci meglio, rali, che mette a disposizione lo scopo per il quale sono dei suoi clienti un pacchetto stati pensati però li propoche prevede un servizio ne come uno dei devices di assistenza integrato. Un tecnologici più innovativi call center, “avvertito” dagli degli ultimi anni. Compoocchiali, chiama il guidatore sti da fili e sensori, questi informandolo sula stazione di occhiali di “tradizionale” servizio più vicina, sulla prehanno solamente la monsenza di un hotel nei paraggi tatura, il resto è pensato oppure può prenotare un taxi solo ed esclusivamente per che lo riporti a casa. preservare il guidatore da www.ellcie-healthy.com sonni improvvisi. L’ideato-



Donata Pizzi, costituita con lo scopo di promuovere la conoscenza delle più originali interpreti nel panorama fotografico italiano dalla metà degli anni Sessanta a oggi. Le fotografe italiane sono le Gli anni Sessanta nel nostro Paese hangrandi protagoniste della mostra no segnato l’ingresso massiccio delle in scena al Palazzo delle Esposidonne nel mondo della fotografia e zioni di Roma. 60 anni di società del fotoreportage, settori fino ad allora catturati negli scatti delle maestre quasi esclusivamente maschili che si dell’arte fotografica. sono così arricchiti di nuovi sguardi, by Guglielmo Collina di punti di vista e modalità di racconto Una storia per immagini, uno scorcio mai percorsi sino a quel momento. del passato e del presente raccontato Il tracciato espositivo spazia dai lavori pionieristici di Paoattraverso l’obiettivo di grandi interpreti della fotografia la Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, nonché Elisabetta contemporanea. È questa l’anima attorno alla quale si Catalano, Carla Cerati e Paola Mattioli, per arrivare fino sviluppa la mostra “L’altro sguardo. Fotografie italiane alle sperimentazioni più recenti, opera di Marina Ballo 1965-2018”. Messo sotto la lente d’ingrandimento un peCharmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci e molte altre. riodo che percorre 50 anni di storia italiana, 50 anni che Quello in scena a Roma è un viaggio attraverso decenni, hanno mutato la nostra società e, con lei, la nostra cultura. estetica, mutamento sociale e, ovviamente, tematiche Un cambiamento che emerge dagli scatti delle fotografe differenti. Il percorso espositivo è articolato in quatto aree: che vedono esposte le loro opere. Sono oltre duecento le “Dentro le storie”, dedicata alla fotografia di denuncia istantanee e i libri fotografici provenienti dalla Collezione sociale, “Cosa ne pensi tu del femminismo?”, incentrata sul rapporto tra immagine fotografica e pensiero femminista, “Identità e relazione”, sulla rappresentazione delle relazioni affettive, fino alla quarta sezione, “Vedere oltre”, che guarda all’esplorazione delle potenzialità del mezzo e del linguaggio fotografico. www.palazzoesposizioni.it Biglietti da 12,50 euro

IL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI VOLGE “L’ALTRO SGUARDO”

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tautore Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo (28 giugno). Il primo artista di luglio ad esibirsi sarà il siciliano Colapesce (sul palco l’8 del mese), Via alla nuova edizione del “Feril quale si esibirà gratuitamente in rara sotto le stelle”, il prestigioso occasione della Giornata Mondiale festival musicale che da ormai 23 delle Cooperative in uno show finananni incanta la cittadina estense. ziato da Legacoop Estense. ImperdiAlle sue spalle un lavoro di grande bili poi i Cigarettes After Sex, gruppo ricerca per coniugare intrattenimento e qualità dream pop tra i più apprezzati nel panorama musicale attuale, molto by Beatrice Vecchiarelli Sarà per lo scenario magico o per amato dal pubblico italiano (9 luglio). il suo programma sempre convinE come si suol dire, dulcis in fundo: cente, ma la rassegna ferrarese non ne sbaglia una. spetta ai Kasabian chiudere quest’edizione del festival, Nei mesi di giugno e luglio, sotto le stelle in Piazza la band britannica in passato ha già calcato il palco e Castello e nel più intimo cortile della stessa forteztornerà a illuminare la notte ferrarese il 17 luglio, con le za, la musica suona forte e chiaro, spaziando dal voci inconfondibili di Tom Meighan e Sergio Pizzorno. rock all’ambient, dal pop all’indie. Estate, si sa, è Ferrara si conferma così la cornice ideale per eventi sinonimo di divertimento, notti insonni e musica e culturali di tal genere, ponendosi in continuità con la il “Ferrara sotto le stelle” è tutto questo. Sei imsua tradizione letteraria che, partendo da Boiardo, Arioperdibili appuntamenti nella line up di quest’anno, sto, Tasso, si congiunge idealmente con i cantori della che comprende artisti nostrani e non. A rompere il società moderna. La manifestazione, anno dopo anno ghiaccio sono stati il 5 giugno i The Breeders, grupdal 1996, ha raggiunto la piena maturità portando sul po alternative rock statunitense delle gemelle Deal e palcoscenico giovani talenti della scena contemporanea compagni, riproponendo brani tratti dai primi album e star internazionali. Ancora una volta si prevede un fefino all’ultimo lavoro uscito lo scorso marzo. Grande stival da tutto esaurito, l’importante è non farsi cogliere riscontro di pubblico per le performance degli LCD impreparati e acquistare il proprio biglietto dai rivendiSoundsystem, che hanno segnato a Ferrara l’unica tori ufficiali con il giusto anticipo. www.ferrarasottolestelle.it tappa italiana del loro tour (13 giugno), e del can-

FERRARA, TUTTA UN’ALTRA MUSICA

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ALLA RICERCA DELL’HUTONG PERDUTO

asprigne, ma occhio ai semi all’interno!); dove friggono calamari aperti a metà o cuociono al vapore dei gustosi baozi, una ricetta tradizionale e povera che fa Pechino è uno spartito scritto con ravenire lacrime di nostalgia a chiunque pidità vertiginosa, centinaia di pagine abbia vissuto un po’ in Cina. Dove sono voltate al ritmo del progresso. Mentre finiti, allora, gli hutong perduti sostituiti la Cina che solitamente ricerchiamo è quella dei templi antichi, delle lanterne dai limpidissimi Mall? Tranquilli, non rosse lungo stradine fatiscenti, dei cibi sono ancora del tutto persi. Sono relegati di strada... in apposite porzioni di città, “preservati” per il piacere di autoctoni e turisti. Come by Giulia Bottaro 美佳 È la Cina degli hútòng, 胡同, viuzze che quello di Wangfujing, ordinato, incaselEvent and Linguistic Coordinator per EC Target S.r.l. per sineddoche diventano l’intero aslato: all’entrata due belle lanterne rosse sembramento urbano formato da vicoli e una stampa tre metri per quattro di e abitazioni (sìhéyuàn 四合院,). Dal 1949 in poi, il numero un antico hutong, per far calare i turisti nell’atmosfera. Un di hutong nella città di Pechino si è ridotto drasticamente tempo la città era più malsana e caotica, sì, ma dimenticare per lasciare spazio alle grandi strade, ai palazzi-alveare, e i recessi nascosti del passato sarebbe una grave perdita. ancora oggi agli hotel e ai centri commerciali. Visti dall’alCome cicatrici in una città in continuo mutamento, tra ruspe to, gli hutong rimasti sono fazzoletti di poche centinaia di e cantieri in attesa di quello che sarà, serpeggiano pochi, metri quadrati, soffocati da tutti i lati da alti edifici e centri antichi hutong meno turistici. E a me, inguaribile romantica commerciali all’americana, incantatori della società cinese viaggiatrice, non resta che sfruttare il poco tempo rimasto abbiente. per prendere nota delle vecchie stradine fetide e labirintiMall enormi, scintillanti, accecanti, uno dopo l’altro, a esibire che, collegate da fili elettrici attorcigliati, in cui puoi ancora marchi italiani, francesi, inglesi, americani. Mall dove qualtrovare gruppetti di anziani attorno a un tavolo che giocano che anno fa si trovavano baracchini con i tánghúlu, 糖葫蘆, a mahjong e ti guardano con sospetto e curiosità per la stecchi con frutta caramellata (buonissime le melette rosse, capigliatura bionda e i tratti occidentali.

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Come quando torni a casa... Romanì, rom, sinti, caminanti, per molti solamente “zingari”, in verità popoli senza terra, spesso senza casa, ma di certo non senza identità. In pochi conoscono le origini di questo popolo da sempre perseguitato, e in meno sanno come tutto è cominciato. Perché in un tempo molto lontano anche i rom avevano una patria, era nel Nord dell’India. 1500 anni fa l’inizio di un esodo durato secoli. Secoli di spostamenti in cui i popoli romanì hanno fatto incetta di pregiudizi: maledetti da Dio perché nomadi, stregoni per la propensione alla forgiatura dei metalli, mistificatori perché dediti alla divinazione. È praticamente da quasi 600 anni che di loro si dice che “chiedono elemosine come fossero tributi, sono mal vestiti, non sono affatto poveri”. Oggi in Italia sono 26 mila le persone di etnia Rom, Sinti e Caminanti, che vivono in baraccopoli riconosciute o meno dalle istituzioni, praticamente lo 0,04 per cento della popolazione italiana. Vittime di un’emergenza abitativa che non risparmia nessuno e che non è una scelta di vita, ma di sopravvivenza, per molti che ad oggi rischiano anche l’apolidia. Una caccia alle streghe senza fine che passa dalla ghettizzazione, dall’incostituzionalità, dal rastrellamento, dall’inumanità. Un sopruso anche per tutti quelli che, e sono la maggioranza, abitano in case ordinarie, lavorano, pagano le tasse e hanno perfino combattuto nella Resistenza.

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| SCENARI CONTEMPORANEI

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MEDITERRANEO, UN MARE DI PACE A vent’anni dalla prima “Multaqa”, la conferenza internazionale del Mediterraneo è tornata ad Agrigento, grazie alla Fondazione Terzo Pilastro, per riportare al centro del dibattito la pacifica convivenza e fratellanza di genti

Un convegno di tre giorni, promosso e organizzato dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, su impulso del suo Presidente, Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, dal titolo “Multaqa – Mediterraneo di civiltà e di pace” a cui hanno partecipato ricercatori, politici, economisti e storici dei paesi del Mediterraneo per discutere delle diversità culturali e della pace. L’evento ha segnato il 20 ° anniversario della prima “Multaqa” tenutasi ad Agrigento nel settembre 1998. In questi venti anni, il termine scelto per indicare le conferenze internazionali delle culture mediterranee di origine islamica, ebraica e cristiana è stato “Multaqa”, che in arabo significa “incontro aperto e amichevole”. A richiamare questa vocazione il momento più atteso dell’intera conferenza, la tavola rotonda tra i rappresentanti delle tre maggiori religioni monoteistiche dell’area (cristianesimo, ebraismo e islamismo). Per discutere il delicato tema di un possibile e necessario dialogo tra le religioni, tre relatori eccezionali: il cardinale Giovanni Battista Re, esperto di diritto canonico e attuale vice presidente del collegio cardinalizio, il rabbino Ariel Finzi, rabbino capo di Napoli, ed Elton Karaj, Imam della Moschea Ethem Bej in Albania. “Il Dio che ci ha creati non può essere motivo di conflitto tra religioni – ha affermato durante il suo intervento il cardinale Re -. Tutti devono cooperare per il benessere, il progresso, la pace e la cooperazione tra i popoli. Ogni credo ha le sue caratteristiche e, naturalProf. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, alla guida della Fondazione Roma. A destra, nell’altra pagina, Giovanni Battista Re,cardinale e arcivescovo cattolico italiano

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| SCENARI CONTEMPORANEI

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mente, dobbiamo essere tutti fedeli alla nostra religione, ma allo stesso tempo è essenziale avere fiducia e rispetto per gli altri e salvaguardare la libertà degli altri”. Gli ha fatto eco il Rabbino Finzi, il quale ha tratto spunto da alcuni esempi illuminanti della lingua ebraica – in particolare la comune radice di alcune parole – per riaffermare l’importanza del dialogo interreligioso e della convergenza verso un comune orizzonte di pace. L’Imam di Tirana, infine, ha ricordato come dal 1912 convivano pacificamente in Albania i tre credo prevalenti: islamismo, cattolicesimo ed ortodossia e come, nella sua terra, molto si faccia dal punto di vista accademico per incentivare un proficuo dialogo tra le religioni, grazie anche al costante ed assiduo impegno delle rispettive facoltà di teologia. Il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, alla guida della Fondazione Terzo Pilastro, che ha anche aperto il primo Multaqa nel 1998, nel suo discorso conclusivo ha dichiarato: “Questo incontro porta come forza unificante il concetto di pace e dialogo tra culture mediterranee e religioni”. Ha poi aggiunto che “nessuna palestra come quella mediterranea può mantenere viva la speranza nella buona volontà della gente e il concetto di pace”. Una speranza così radicata da diventare un sogno, quello di una federazione di popoli del Mediterraneo, quello di una Sicilia-Bruxelles degli Stati mediterranei. Sveva Riva

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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA

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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA

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MESSICO. DIREZIONE AMLO? Il vento del cambiamento soffia sull’America Latina. Dopo Costa Rica ed El Salvador, Colombia e Venezuela, ora tocca al Messico. L’appuntamento elettorale è fissato per il 1° luglio

Un paradiso latino che con fatica cerca di liberarsi dalle reti della violenza, da una democrazia spesso costosa e fallimentare che per anni lo ha paralizzato. Dopo i 71 anni di monopolio del Pri (Partito rivoluzionario istituzionale) che ha governato il Paese fino al 2000 e la transizione del partito di Azione Nazionale, i sei anni del presidente Henrique Peña Nieto, pur iniziati sotto i migliori auspici di un riformismo necessario al Paese, hanno prodotto risultati ben al di sotto delle aspettative. L’appuntamento elettorale del primo luglio diventa, così, sempre più importante, soprattutto se si valuta che nelle ultime settimane la campagna elettorale si è sporcata del sangue di oltre un centinaio di politici, candidati a livello locale e nazionale. In un primo momento le speranze di molti erano riposte in un volto nuovo, quello di María de Jesús Patricio Martinez, candidata indipendente scelta da un’assemblea di 58 gruppi etnici indigeni del Messico. Presentarla alle elezioni significava proporre un sistema nuovo, semplice e trasparente che finalmente tenesse conto anche delle istanze di folte comunità da sempre ai margini della vita politica e sociale del Paese. Tuttavia il movimento non è riuscito a raccogliere il numero di firme necessarie, pur non mancando di consensi. Questo perché le firme vengono raccolte tramite un’app dell’Istituto Nazionale Elettorale che non tiene conto del fatto che molti abitanti delle comunità indigene non possiedono cellulari, nè altri device in grado di connettersi: stando agli ultimi dati della Banca Mondiale, in Messico gli utenti che hanno accesso a Internet rappresentano solo il 60% della popolazione totale. Seppure “Marichuy” non è riuscita

ad arrivare al voto, le va riconosciuto il merito di essere riuscita a sfruttare al massimo gli spazi elettorali per avere l’attenzione dei media e portare i riflettori su una realtà lontana ed estranea ai meccanismi della politica tradizionale. Tornando alla sfida elettorale, però, il favorito resta ad oggi Andrés Manuel López Obrador (conosciuto con la sigla AMLO), ex sindaco di Città del Messico, esponente del Movimento di rigenerazione nazionale. Secondo i più recenti sondaggi si attesterebbe su un 37% dei voti, con quattordici punti di vantaggio su Ricardo Anaya (23%), a capo di una coalizione di centro-destra e centro-sinistra, mentre José Antonio Meade, rappresentante del partito rivoluzionario istituzionale attualmente al governo, ha raccolto solo il 17% delle preferenze. In fase di campagna elettorale AMLO si è concentrato principalmente sul mercato interno, con la diatriba sull’abolizione dell’emendamento costituzionale approvato nel 2013 che ha aperto ai privati il settore energetico e petrolifero del paese dopo 75 anni di monopolio di Stato. In questo modo il Messico ha potuto raccogliere più di 2 miliardi di dollari negli ultimi 3 anni, assegnando 110 contratti a società di 20 paesi diversi. E probabilmente per questo nelle intenzioni di López Obrador non c’è alcuna modifica all’emendamento, o almeno questo è quanto ha dichiarato, ma la volontà di non avviare nuove aste. Ci sarà da aspettare fino al 1° dicembre, data dell’effettivo insediamento del nuovo presidente, per provare quanto meno a immaginare il futuro messicano. Per ora è tutto in mano a quel solido 20% di indecisi. Sveva Riva | 29 |


MARIANGELA MARSEGLIA NOMINATA COUNTRY MANAGER DI AMAZON.IT E AMAZON.ES

FACEBOOK ITALIA: NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DUE NUOVE NOMINE

Mariangela Marseglia è stata nominata Country Manager di Amazon.it e Amazon.es e ha assunto il nuovo ruolo a partire dal 25 giugno.

Facebook è stata una delle prime aziende al mondo a comprendere l’importanza e le potenzialità dei dispositivi mobile che oggi rappresentano il più importante mezzo di fruizione di internet e social.

by Sveva Riva Ha lavorato in diverse posizioni di leadership da quando è entrata in Amazon nel 2010, più recentemente come direttore di Prime Now, il servizio che offre consegne ultraveloci in 1 ora o in finestre di 2 ore per i clienti Amazon Prime. Mariangela Marseglia guiderà la prossima fase di sviluppo ed espansione di Amazon in Italia e Spagna. Negli ultimi 12 mesi, Amazon ha introdotto nei due Paesi molti nuovi prodotti e servizi per i clienti, tra cui Amazon Prime Video, Prime Free Same-Day delivery, Amazon Music Unlimited, oltre a numerosi marchi esclusivi di moda. Alla rapida espansione si affiancano ingenti investimenti in infrastrutture e nella creazione di posti di lavoro. Mariangela Marseglia, dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, prima di entrare in Amazon ha lavorato per oltre 10 anni in consulenza, marketing e business development presso società multinazionali come Price Waterhouse Coopers, Unilever e Mars Inc. Ha così commentato la nomina: “Sono felice di guidare l’ulteriore sviluppo di Amazon in Italia e in Spagna per continuare a portare innovazioni ai clienti, alle piccole e medie imprese, agli autori e agli altri creatori di contenuti”.

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Il mobile ha cambiato il modo con cui le persone scoprono i contenuti per loro rilevanti e ciò include le modalità con cui scelgono e acquistano i prodotti. Oggi sono i prodotti che devono trovare il consumatore e i brand devono essere in grado di raggiungerli attraverso i mezzi di comunicazione che usano quotidianamente. Crescono il bisogno e l’aspettativa di una comunicazione sempre più espressiva e immersiva, mentre il linguaggio diventa sempre più visuale e i contenuti video si diffondono a grande velocità, basti pensare che secondo Cisco il 78% dei dati da dispositivi mobili entro il 2021 sarà consumato per vedere video. Per cogliere queste sfide e anticipare i trend del mercato, generare valore e rispondere in modo concreto alle esigenze delle aziende, Facebook in Italia affronta la necessità crescente di poter contare su competenze specifiche che aiutino a sfruttare le potenzialità delle nuove modalità di comunicazione, in base alle caratteristiche dei diversi settori. La nuova struttura organizzativa di Facebook Italia, guidata dal Country Director Luca Colombo, si dota quindi di un’organizzazione più verticale rispetto ai diversi settori di business e vede l’ingresso di due nuovi manager, Evita Barra, Sector Lead – Automotive, Tech&Telco (nella foto) e Mariano Di Benedetto, Agency Lead. La nuova organizzazione ha l’obiettivo di avvicinare ancora di più le aziende all’utilizzo delle piattaforme della famiglia Facebook.


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| WHO RUN THE WORLD?

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| WHO RUN THE WORLD?

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LE SFIDE 2.0 DI NICCOLÒ PRESTA Forbes ha inserito il giovane manager, a capo dell’agenzia Arcobaleno Tre, tra gli Under30 più influenti d’Italia nel settore “Media”

Non mi aspettavo questo riconoscimento e per Troppo spesso ritorna alla ribalta della pubme è un grande onore sapere che Forbes mi abbia blica opinione il vecchio cliché secondo cui notato e voluto inserire in una delle loro prestigiol’Italia non è un paese per giovani. La storia se ed ambite classifiche. È certamente uno dei tanti professionale di Niccolò Presta, classe 1992, una traguardi che speravo di raggiungere ma non di lunga e intensa gavetta nei dietro le quinte delle certo a 25 anni. Sono una persona molto pignola e più grandi produzioni televisive e teatrali, sfata da oggi lo sarò ancor di più per ottenere risultati questo frusto ritornello, identificandolo come uno sempre più importanti. dei nuovi manager e producer di spicco dello shobiz italiano. Inserito da Forbes tra gli Under30 più Nonostante la giovane età, influenti d’Italia nel settore ha già una importante “Media” per le sue qualità “Gestire un talento dello spettacolo, gavetta alle spalle e oggi è imprenditoriali e relazionali, piccolo o grande che sia, alla guida di Arcobaleno Niccolò Presta è pronto ad vuol dire gestire comunque Tre come Amministratore affrontare le nuove sfide che Unico, Producer e Agente: l’entartainment e la comuuna persona fatta di emozioni come descriverebbe il suo nicazione 2.0 pongono sul e con un preciso carattere. ” percorso e la sua evoluziopiatto. Lo abbiamo interviNiccolò Presta- Produttore e agente di spettacolo ne professionale? stato, per cogliere il punto di È stato tutto assolutamente vista di una voce giovane che fluido e naturale. Nessuno mi ha obbligato a seguista facendo la differenza nel mondo della tv e dello re il percorso di famiglia ma è stato un evolversi spettacolo. di impegni l’uno dietro l’altro; sin da piccolo ero estremamente affascinato da questo mondo. Ho Recentemente Forbes l’ha inserita tra gli sempre partecipato ad ogni riunione in cui mi si Under30 più influenti d’Italia per il settore consentiva l’ingresso. Facevo amicizia con registi, “Media”: cosa significa per la sua carriera quedirettori della fotografia ma soprattutto rubavo sto riconoscimento? | 33 |


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Niccolò Presta ha già alle spalle un importante background con la gestione di talent e produzioni di successo; tra queste “Ciao Darwin”, “Music”, “Chi ha incastrato Peter Pan”, “Nemicamatissima” ed il più recente “Ossigeno”

tutto ciò che potevo con gli occhi e le orecchie. Compiuti i 18 anni ho deciso che era arrivato il momento di mettermi realmente in gioco. Ho iniziato il mio percorso di gavetta come tutti e non sono mancati servizi d’ufficio come le fotocopie o il servire dei caffè; nei momenti più tranquilli studiavo ed osservavo le curve di ascolto, i dati share e leggevo i blog di spettacolo per informarmi sempre su tutto. Dopo qualche anno arrivò il mio primo incarico da Produttore e mi assegnarono di seguire la trasmissione “Ciao Darwin”. Proprio in quel momento credo sia nata ufficialmente la mia figura professionale. Non dimenticherò mai chi mi ha aiutato a crescere come Roberto Cenci, Stefano Vicario, Massimo Pascucci e chi lo fa tutt’ora come Paolo Bonolis che insegna molto anche solo ad osservarlo da vero purosangue dell’intrattenimento. Certo, “ogni scarrafone è bello a mamma soja”.

“Esiste la parola compromesso; quello che conta è rimanere comunque se stessi nonostante i paletti che si inseriscono tra il privato e la vita professionale. ” Niccolò Presta- Produttore e agente di spettacolo

In che modo i social oggi influenzano e rivoluzionano la gestione del talento? Questa è una domanda complessa. Gestire un talento dello spettacolo, piccolo o grande che sia, vuol dire gestire comunque una persona fatta di emozioni e con un preciso carattere. Spesso ci si scontra su come improntare la propria immagine sui social network essendo quest’ultimo un mezzo estremamente personale. Esiste la parola compromesso; quello che conta è rimanere comunque se stessi nonostante i paletti che si inseriscono tra il privato e la vita professionale. Quali sono le regole auree per una corretta comunicazione di un personaggio pubblico sui social network? Mi spiace deluderla ma non esistono regole per una comunicazione corretta sui social network. Ogni persona è differente dall’altra. Bisogna ricordare, come detto poc’anzi, che c’è una persona dietro ad una foto e/o post con desideri, gusti e pensieri ben precisi. Credo che bisogni seguire più una filosofia: è la dose che fa il veleno. Non bisogna mai strafare in nulla e questo credo sia universale. | 34 |

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| WHO RUN THE WORLD?

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A sinistra e in basso i conduttori televisivi Ezio Greggio e Teo Mammuccari

Che tipo di sfide l’attendono nel prossimo futuro, in qualità di produttore e agente 2.0? Il mio lavoro è in continua evoluzione. Io e la mia squadra stiamo lavorando a molti progetti. Attualmente mi trovo a Los Angeles per impegni di lavoro ed al mio rientro inizierò a produrre un nuovo programma molto interessante per una delle prime reti della tv generalista. Non posso rivelare ancora nulla in quanto stiamo definendo gli ultimi dettagli. Non è l’unico nuovo progetto a cui stiamo lavorando perché siamo in lavorazione con un preserale condotto da Teo Mammucari ed un late show con Ezio Greggio, entrambi al vaglio dell’editore da cui abbiamo già ricevuto ottimi feedback. Non mancheranno, ovviamente, i successi già affermati a cui ogni anno cerchiamo di aggiungere un nuovo tassello per mantenerli attuali e mai scontati. Sul fronte management l’Arcobaleno Tre è attiva h24 sui big da noi gestiti ed io in particolare modo mi sto concentrando su nuove sfide come il cantante Nicola Cavallaro di cui ho co-prodotto l’album che uscirà a settembre, il duo di comici “I Sansoni” per cui c’è tanto lavoro oltre che un tour teatrale e infine Lorella Boccia che dopo l’esperienza da conduttrice a Colorado è pronta al suo ritorno in tv con una nuova sfida. Elisabetta Pasca

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| IDENTITÀ DIGITALI |

L’INARRESTABILE ASCESA DI ONEPLUS Dagli inviti, agli errori, sino alla consacrazione del più chiacchierato produttore di smartphone degli ultimi anni.

Quando OnePlus è arrivata sul mercato è stata accompagnata dalla titubanza, tipicamente europea, secondo cui un prodotto cinese non associato ad un grande marchio non fosse degno della nostra attenzione. Del resto, oggigiorno sono letteralmente dozzine i produttori hardware del mercato della telefonia, con in testa le ormai inossidabili Apple e Samsung, le cui decisioni, generalmente, impongono su tutti gli altri brand le mode del momento, come il più recente notch, o gli ormai amatissimi schermi bordless. OnePlus, tuttavia, si è subito imposta alla nostra attenzione, in primis per il suo particolarissimo modello di vendita, e poi per le diverse controversie che, tuttavia, non ne hanno arrestato affatto l’ascesa verso l’Olimpo dei grandi. A ripensarci quel modello di vendita a “inviti”, così difficili da accaparrarsi ma così soddisfacenti da possedere, è un qualcosa che ha già oggi un fascino quasi ancestrale. Una sorta di “gamification” dell’acquisto, che non ha mancato di frustrare buona parte dell’utenza mondiale, ma che ha anche creato attorno alla società una community solida e appassionata, fondamentale a dir poco per il buon successo commerciale del prodotto. OnePlus One, del resto, era un gran bel device, venduto per altro alla ridicola cifra di 300 dollari, che rispetto al suo hardware erano veramente poca roba. La vendita ad inviti, del resto, altro non era che un modo abbastanza ovvio di mascherare le limitatezze della catena di montaggio cinese, agli esordi probabilmente inadeguata per fronteggiare una domanda che, già solo due anni dopo l’esordio della compagnia sul territorio nazionale, vantava oltre 43 paesi distributori in tutto il mondo, Italia compresa ovviamente. Da quegli inviti, fortunatamente archiviati nel 2016, la compagnia ha cominciato un’ascesa digitale e non basata su campagne marketing quanto mai discutibili, così

“kitsch” da non essere comprese neanche dagli stessi fan del brand a cui erano palesemente rivolte. Giusto per cronaca val la pena ricordare la “Smash the past”, che chiedeva ai partecipanti di distruggere in un video il loro vecchio cellulare per ricevere un OnePlus One al prezzo di 1 dollaro, peccato solo che nessuno avesse capito che occorreva essere selezionati prima di distruggere il telefono; e la tristemente nota “Ladies First”, che chiedeva alle donne del forum OnePlus di postare una propria foto che, a suon di like, avrebbe eletto le vincitrici dell’invito. Da lì ai commenti sessisti degli utenti fu un attimo, e la campagna fu ben presto bloccata. Da quel momento, OnePlus ha presumibilmente compreso che era ora di eliminare la questione dell’esclusività dal proprio marchio, tanto per la gestione difficile del sistema di inviti, tanto per le controversie di campagne sempre ai limiti della più amatoriale forma di marketing digitale, sia – più certamente – per il notevole potenziamento della filiera di montaggio. Il punto focale del successo, al di là del prezzo dei prodotti, è stato quindi il passaggio dal marketing aggressivo della compagnia, al più apprezzabile selling point relativo alla “rispettabilità” del prodotto, un modello simil Apple, che mettendo sotto l’attenzione dell’utente l’affidabilità del dispositivo, ne ha in qualche modo decretato il successo. Una strategia che, ad oggi, si sta rivelando la modalità migliore di marketing per la compagnia, i cui prodotti non sono ancora al livello costruttivo dei suoi competitor, ma che nonostante ciò si rivelano perfetti per una larga fetta del mercato, specie per chi ha un feticismo per le prestazioni degli smartphone, ma non ha la voglia di investire in un top di gamma. Raffaele Giasi www.staynerd.com | 36 |



| IL CLASSICO E IL CONTEMPORANEO |

TUTTI QUANTI VOGLION FARE JAZZ Tre città e tre festival molto diversi, ma legati dalla comune passione per questo genere musicale: Montreux, Parigi, Perugia, un trio vincente che non lascia spazio a improvvisazioni

Nessuno può resistere al ritmo del jazz e il segreto è tutto lì, nel lasciarsi trasportare da un sound senza freni. Un grande jazzista come Wynton Marsalis sostiene come il jazz sia «il potere di cogliere l’attimo». Per quanto riguarda il dove e il quando, quest’estate c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Il 29 giugno ha aperto le danze il Montreux Jazz Festival, in Svizzera, un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati del genere, ormai considerato tra i più prestigiosi d’Europa. Nasce nel 1967 e con la prima edizione siamo già nella leggenda: Nina Simone, Bill Evans, Ella Fitzgerald sono solo alcuni dei nomi che parteciparono a quei tre memorabili giorni di manifestazione. Gli anni ’80 e ’90 hanno segnato poi una fase di crescita continua, registrando un progressivo aumento degli spettatori e diversi cambi di location. Da quella prima, epica, volta sono cambiate tante cose eppure il Festival continua a vantare partecipazioni eccellenti, mantenendo sempre su livelli altissimi le aspettative del pubblico. Oggi, ad esempio, ha una durata di due settimane e il jazz, pur restando il re indiscusso del programma, è affiancato da altri generi musicali come il blues, il soul e il rock. Quest’anno, per la sua 52esima edizione, la line up appare ricca ed eterogenea: Flavien Berger (2 luglio), Selah Sue in acustico il 3 luglio, passando per i Queens of The Stone Age e Gregory Porter, rispettivamente l’8 e il 10 luglio, mentre i Il musicista parigino Flavien Berger, notevole esponente della scena indipendente francese (pubblica con l’etichetta Pan European Recording), possiede stile, gusto e originalità.

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| IL CLASSICO E IL CONTEMPORANEO |

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A sinistra Claude Nobs (1936 – 2013) Fondatore del Montreaux Jazz Festival; a destra Jason “Jay” Kay, fondatore dei Jamiroquai. In basso Jamie Cullum, cantante e pianista britannico di jazz

Jamiroquai saluteranno il pubblico sabato 14 luglio. Insomma, un bel mix di RnB, gospel, musica elettronica e soul, senza trascurare il jazz con il fedelissimo Brad Mehldau Trio, giunto alla sua ottava partecipazione al festival, l’italo-francese Charles Pasi e Jamie Cullum, cantante e pianista britannico. Gli artisti si divideranno tra l’Auditorium Stravinski, sala dall’acustica eccezionale in cui in passato si sono Il programma del Montreux Jazz esibiti i big che hanno Festival è tanto vario quanto ricco: fatto la storia del jazz, dal 29 giugno al 14 luglio saliranno il Montreux Jazz Club, dove lasciarsi trasportare sul palco nomi del calibro di Nine Inch dalla musica nell’intiNails, Jack White, Jamiroquai, Nick mità della penombra, Cave, Van Morrison e Paolo Conte e il Lab. Quest’ultima location ospita gli artisti esordienti e sperimentali, oltre ai generi più disparati, dall’hip hop al grunge degli Alice in Chains, ad esempio, il 7 luglio. Il visionario fondatore del festival, Claude Nobs, scomparso nel 2013, ebbe fin da subito le idee chiare e decise di registrare tutti i concerti, | 40 |


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Fusione tra le influenze moderne e le note blues che affondano le radici nel passato: queste le componenti della musica del sassofonista Èric Sèva.

consapevole dell’enorme valore di questa eredità musicale. Si parla di un repertorio audio e video oltre le 5.000 ore di musica che, dopo esser diventato patrimonio dell’UNESCO, è stato inscritto anche nel registro delle “Memorie del Mondo”, il programma mondiale che promuove il patrimonio documentario internazionale. Pressoché in contemporanea con la kermesse svizzera si svolge il Paris Jazz Festival, il quale costituisce un’alternativa green, in grado di unire musica e natura nel meraviglioso Parc Floral de Vincennes. La manifestazione venne fondata da due appassionati del genere nel 1994 e, fin da subito, fu scelta come palcoscenico lo spazio verde dell’orto botanico della capitale, famoso in tutto il mondo per le sue collezioni floreali. Si è affermato immediatamente a livello europeo come uno dei più importanti eventi dedicati al jazz e come uno dei più seguiti a livello nazionale, con oltre 100 mila presenze ogni anno. Il programma dell’edizione 2018 appare decisamente eclettico: quattro fine settimana a tema, dai nomi molto eloquenti. Il primo è “Suoni incrociati Francia – Israele”, dove | 41 |


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l’energia dei jazz club israeliani si amalgama alle sonorità medio orientali ed europee, seguito da “Note Blues” e “Grandi Formati”, dedicato alle big band del jazz. Le melodie blues del secondo weekend saranno quelle del sassofonista Éric Seva e del cantante Hugh Coltman, mentre calerà il sipario domenica 22 luglio sullo spettacolo pirotecnico offerto al pubblico da Pierrette Devineau, da dieci anni direttore generale del Festival. La terza serata, riservata al “jazz en grand”, vedrà sul palcoscenico la strepitosa Franck Tortiller Collectiv, composta da tredici elementi, tra Il 13 luglio, sul palco dell’arena Santa cui il musicista e compositore Giuliana, si alterneranno la star della Guillaume Perret, e lo show di canzone americana Patti Austin, Omer Avital e Avi Avital, rispeti Take 6, la regina del nu soul Erykah tivamente al contrabbasso e al Badu, Ivan Lins, e, da Cuba, mandolino. Oltre ad essere en plein air si trat- Alfredo Rodriguez e Pedrito Martinez ta di una manifestazione anche estremamente economica e adatta a tutta la famiglia. I concerti sono gratuiti, è necessario pagare solamente l’ingresso al parco: 2,5€ intero, 1,5€ ridotto e gratuito per i minori di sette anni. Per i più piccoli sono previsti una serie di laboratori creativi e attività didattiche che ruotano attorno alla musica e al suo ritmo, alla memoria e soprattutto alla natura. Quincy Delight Jones jr., l’arrangiatore, direttore d’orchestra, produttore discografico, trombettista, compositore e attivista statunitense, tra i più celebrati di sempre, specie nell’ambito della black music.

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Parigi celebra inoltre quest’anno i cento anni dall’arrivo del jazz sulle rive della Senna e non è facile stabilire se la città abbia dato più al jazz di quanto non abbia ricevuto in cambio. In ogni caso si è trattato di un rapporto bilaterale, che ha trasformato il volto, e la cultura, di entrambi. Chiude questo trittico jazzistico estivo uno storico festival made in Italy e conosciuto in tutta Europa: l’Umbria Jazz di Perugia, dal 13 al 22 luglio. La grande apertura della rassegna quest’anno è dedicata alle celebrazioni per gli 85 anni di un’icona di questo genere musicale, Quincy Jones. Il genio “Q” sarà presente a quella che si prospetta come una vera e propria festa di compleanno, più che un semplice spettacolo, circondato da artisti internazionali che hanno avuto l’onore di collaborare con lui, tutti rigorosamente accompagnati dalla Umbria Jazz Orchestra. Impossibile non citare il nome del nostro Paolo Fresu, oltre a Patti Austin, Alfredo Rodriguez e Noa. Lo standard resta comunque elevato anche nelle serate successive con i concerti di Stefano Bollani, un affezionato del festival, e David Byrne, fondatore dei Talking Heads, e ancora di Mario Biondi, molto caro al pubblico dell’UJ, e dei britannici Massive Attack. Tra i nomi noti spunta qualche esordiente, come Margareth Menezes, sabato 14 luglio, attrice e cantante brasiliana afrobeat, conosciuta altresì per le battaglie condotte contro ogni forma di discriminazione. Questi ultimi saranno tutti ospitati I Massive Attack sono un gruppo musicale britannico, considerato fondatore del genere trip hop. Gli attuali componenti del gruppo sono Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall.

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nell’Arena Santa Giuliana. Una chicca nel programma di questa edizione è “Caravaggianti”, un’opera multimediale fatta di musica, parole e immagini che gravitano attorno alla figura di Caravaggio e i suoi capolavori. La voce narrante è di Stefano Benni, mentre le musiche sono della talentuosa pianista romana Rita Marcotulli. Una produzione sperimentale, in anteprima all’Umbria Jazz, che attraversa il mondo della musica liberamente, passando dall’elettronica al jazz, dalla musica classica alla contemporanea. A questi appuntamenti vanno aggiunti i concerti gratuiti in Piazza IV Novembre e nei Giardini Carducci, quelli al Teatro Morlacchi, alla Bottega del Vino e alla Galleria Nazionale dell’Umbria. L’UJ spegne quest’anno la sua 45esima candelina ma, come è noto, non ha avuto vita facile. Fu costretto a chiudere per alcuni anni a causa di problemi organizzativi, per poi tornare in sella

L’AMERICAN UTOPIA DI DAVID BYRNE David Byrne porterà in tour il suo ultimo album, “American Utopia”, fino alla fine di novembre e farà tappa in Canada, Europa, Australia, Nuova Zelanda e negli States. Quest’ultimo lavoro si presenta come un’istantanea del mondo contemporaneo, a tratti violenta e satirica, sincera e smaliziata. È una star camaleontica della storia del rock che continua a far parlare di sé anche da solista, dopo l’esperienza con i Talking Heads terminata nel 1991. Byrne vanta, inoltre, collaborazioni illustri come quelle con Brian Eno, Paul Simon e Fatboy Slim, oltre a una carriera lastricata dei premi musicali più prestigiosi al mondo: un premio Oscar nel 1988, accompagnato da due Golden Globe, un Grammy Award e due David di Donatello.

con una formula di grande successo che continua a essere premiata sul fronte della qualità e del pubblico. Indiscutibilmente si tratta del più grande evento jazzistico italiano, spodestando il ben più antico Bologna Jazz Festival, fondato nel 1958. Dunque, amanti del genere, musicisti e spettatori appassionati, il conto alla rovescia sta finalmente per finire. Per tutti gli altri, non cercate di capirlo o analizzarlo, il modo migliore per apprezzare il jazz è lasciarsi andare e “ascoltarlo con i piedi”. www.montreuxjazzfestival.com 29 giugno - 14 luglio www.parisjazzfestival.fr 30 giugno – 22 luglio www.umbriajazz.com 13 - 22 luglio

Beatrice Vecchiarelli | 44 |



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IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO Dalla Grecia con cinismo: Colin Farrell e Nicole Kidman alle prese con la parabola di Lanthimos

Non è di certo un cinema accomodante quello di Yorgos Lanthimos, regista greco classe 1973, eppure negli ultimi anni è riuscito a conquistare la parte più intellettuale di Hollywood. Dopo il clamore internazionale di Dogtooth (2009, nominato all’Oscar per il film straniero), Lanthimos è approdato alla Mecca del cinema con The Lobster, storia distopica di una società in cui l’essere single non è consentito interpretata da Colin Farrell: premio della giuria a Cannes, nomination ai Golden Globe, nomination all’Oscar. Il mix di cupezza e ironia e la sfida provocatoria allo spettatore affascinano il cinema indie americano e così, in attesa di The Favourite che arriverà il prossimo autunno (con un cast impressionante: Rachel Weisz ed Emma Stone a contendersi i favori della regina Anna d’Inghilterra), nelle sale italiane arriva il suo penultimo film, Il sacrificio del cervo sacro. Un titolo lambiccato e raffinato per un film (premiato per la migliore sceneggiatura a Cannes) che prosegue la dissezione delle istituzioni sociali attraverso un racconto che vira esplicitamente nel fantastico, costeggiando l’horror. Il protagonista è sempre Farrell stavolta nei panni di un chirurgo che ha un rapporto molto stretto e segreto con un ragazzo dall’apparenza misteriosa: quando i familiari del dottore cominceranno ad accusare malesseri e sintomi inquietanti la verità sul ragazzo costringerà il dottore a una serie di scelte morali terribili. Di più della trama meglio non dire perché come sempre nel cinema di Lanthimos le sorprese e gli imprevisti fanno parte del gioco ma stavolta - a differenza di The Lobster - non c’è traccia di humour sottile e beffardo c’è solo un gioco al massacro all’interno della famiglia borghese. | 47 |

La prima cosa che salta all’occhio confrontando i film americani, o perlomeno in lingua inglese, del regista con quelli degli esordi in Grecia - che fecero da stendardo per quel gruppo di registi e film chiamati Weird Wave o Nuova onda del cinema greco (Athina Tsangari, Alexandros Avranas, Panos Koutas, Ektoras Lygizos) - è che lo stile non è cambiato e nemmeno lo sguardo sulla società: freddo, entomologico, come fosse un osservatore che dalla sua posizione privilegiata prima guarda con un microscopio spesso deformante e poi incide con sottilissimi bisturi gli esseri umani colti nei loro paradossi. E Il sacrificio del cervo sacro si basa su un paradosso puramente ipotetico, su un’elucubrazione che diventa meccanismo narrativo, un “what if” come lo chiamano in America portato fino alle estreme conseguenze: cosa accadrebbe se dovessi di fatto scegliere la vita o la morte della tua famiglia, dei tuoi cari? Cosa sceglieresti? Chi sceglieresti? Quesiti a cui è impossibile rispondere razionalmente e che nel film diventano tanto un modo per Lanthimos di disporre il suo dramma crudele quanto di evidenziare le contraddizioni della vita borghese, del benessere, del quieto vivere come conservazione di uno status quo. Temi che attraverso altri paradossi e altri quesiti attraversano l’intero cinema del greco: come nel seminale Dogtooth in cui si ipotizza una famiglia in cui il capo famiglia, per proteggere le figlie dal mondo esterno, le confina in casa inventando una realtà anche linguistica che non esiste; come in Alps, in cui un gruppo di persone si sostituisce ai defunti per aiutarli


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nell’elaborazione del lutto; come nell’esordio Kinetta, in cui un poliziotto ricostruisce con perizia inquietante una serie di delitti avvenuti in un resort che durante la bassa stagione è abitato da migranti. A Lanthimos interessano i tabù del nostro mondo, la morte in primis e il suo rapporto perverso con l’amore e il sesso, e come l’uomo perbene o la famiglia perbene li affrontano: Il sacrificio del cervo sacro è un po’ l’altro lato di Dogtooth, con un capo-famiglia che deve fare i conti con l’impossibilità di proteggere la propria famiglia e deve affrontare il germe che la danneggia con i problematici mezzi messi a disposizione dalla morale borghese. Quello che cambia e non poco rispetto alla prima parte della sua carriera è il lavoro con gli attori e il rapporto con i divi - ma anche, più curiosamente, come e quanto i divi si mettano a disposizione del regista, di un’idea di cinema così “pericolosa”, in cui il corpo e la sgradevolezza sono lontani dal mainstream hollywoodiano -, il gusto di usarli in chiave grottesca e di metterli a disagio facendo emergere lati inquieti del loro talento: qui Farrell e Nicole Kidman sinistramente illuminati dagli occhi impressionanti e dal volto sbilenco di Barry Keoghan. A cercare il pelo nell’uovo, Il sacrificio del cervo sacro sembra un film in cui alla provocazione intellettuale e visiva Lanthimos sacrifica tutto, che cerca di stupire come unico modo di comunicazione, che tratta lo spettatore come una cavia da laboratorio cercandone la reazione istintiva e un po’ vuota; ma in ogni caso non si può negarne la forza visiva e stilistica, il coraggio di un cinema che cerca il sublime mentre scava negli abissi dell’animo umano. Un cinema che colpisce allo stomaco sperando di stimolare il cervello. L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.

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3 - 20 luglio GIUSEPPE VERDI

LA TRAVIATA

14 luglio - 2 agosto GEORGES BIZET

CARMEN

27 luglio - 4 agosto SERGEJ PROKOF’EV

ROMEO E GIULIETTA

EXTRA

23 luglio

Roma Opera aperta

Caracalla MMxviIi

operaroma.it

30 luglio 6 agosto

SOCI FONDATORI

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS

JAMES TAYLOR

Ettore Festa, HaunagDesign - Illustrazioni di Gianluigi Toccafondo

17 e 18 luglio

AND HIS ALL-STAR BAND

BJÖRK JOAN BAEZ

SOCI PRIVATI

MECENATE

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LA MUSICA FOTOGRAFA I COLORI DELLA REALTÀ I rapper Carl Brave e Franco 126, questo mese sul palco di Rock in Roma, hanno conquistato la Penisola con canzoni-polaroid che raccontano il quotidiano

Quando e come si sono incrociate le strade di Carl Brave e Franco 126? Franco 126: La nostra collaborazione dura da molto tempo, non mi ricordo nemmeno quasi più quando abbiamo iniziato di preciso. Posso dire che ci siamo trovati, innanzitutto dal punto di vista umano. Abbiamo scritto una marea di pezzi prima di decidere di far uscire qualcosa di nostro, all’inizio c’era stato il tentativo di mettere insieme una proposta più trap, mai pubblicata, ma che cominciava ad avere quelle caratteristiche presenti in “Polaroid”, il nostro primo album in studio, ovvero una scrittura sviluppata prevalentemente per immagini. Ci siamo trovati, ecco tutto, siamo prima di tutto amici, credo sia davvero questa la cosa più importante. Per noi il rapporto umano è la base di una collaborazione musicale riuscita. Carl Brave: È vero, tutto è partito un po’ per caso, dalle collaborazioni con i ragazzi della Love Gang, come Ketama e Pretty Solero. Franco dice di non ricordare precisamente come è iniziata, ma io sì: stavo lavorando al mio disco “Fase REM” e il primo featuring era proprio con lui. Lì ci siamo resi conto che funzionavamo insieme, il pezzo girava e così abbiamo deciso di restare in duo, di fare un disco firmato da entrambi.

Carl Brave e Franco 126, aka Carlo Luigi Coraggio e Franco Bertollini, sono “due fiori cresciuti in mezzo ai sanpietrini”, espressione viva e vitale di una Roma che rivendica la sua identità e il desiderio di esprimersi e farsi sentire. Oggi, questi due musicisti, prima di tutto amici e compagni nella “Love Gang”, quella 126 Crew che richiama, con vivace orgoglio di appartenenza, il numero dei gradini della scalinata di via Dandolo a Trastevere, si confermano come una delle coppie rap più apprezzate della scena musicale italiana. Con il loro album d’esordio “Polaroid”, partendo dal grande vivaio creativo della capitale, sono “sbocciati” e hanno letteralmente conquistato il pubblico nazionale, ottenendo da Rolling Stone il riconoscimento per il miglior disco del 2017, e poi certificazione oro, concerti sold out, milioni di visualizzazioni sul web. Un’ascesa irresistibile che culmina questa estate con la partecipazione al grande appuntamento di Rock in Roma: il 12 luglio, accompagnati da una “big band” che vestirà i loro brani con un sound ancora più d’impatto e straripante di groove, i due “pischelli” vivranno il loro rito di passaggio per diventare finalmente grandi, regalando ancora una volta al pubblico degli “scatti colorati in musica” che fermano la realtà in attimi purissimi di emozione condivisa. | 50 |


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Un momento, abbiamo capito bene? Prima di trovare la vostra cifra, anche voi vi siete lasciati ammaliare dalla famigerata “onda trap”? Franco 126: Quell’idea trap iniziale era molto più cupa del nostro lavoro attuale, si soffermava su altri aspetti e non sulla vita cittadina e sulla romanità, che rappresentano le tematiche su cui invece abbiamo deciso di focalizzarci. Saranno almeno tre anni che faccio “coppia fissa” con Carl, prima avevamo seguito dei percorsi differenti, ma poi ad un certo punto ci siamo incrociati. Nella nostra crew, i 126, la Love Gang, siamo tutti solisti però ci troviamo spesso a collaborare, abbiamo tutti quanti una nostra cifra stilistica particolare. Riprenderete mai in considerazione quella originaria ispirazione trap? Franco 126: Assolutamente no. Quello era un esperimento che faceva parte del nostro percorso per trovare la nostra voce, la nostra ispirazione personale. Ci capita di esplorare i territori della trap, come è successo per il pezzo “Borotalco” con Noyz Narcos, oppure per alcuni pezzi del disco di Ketama e di Drone, ma il nostro modo di scrivere canzoni, la nostra sensibilità artistica restano altro dalla trap. Nei testi non affrontiamo le tematiche trap per eccellenza, come i soldi e le donne trattate in un certo modo: questo tipo di espressione semplicemente non ci appartiene, anche se non possiamo negare l’influenza di quel percorso sul nostro lavoro. Carl Brave: Confermo, niente trap, assolutamente no. Abbiamo trovato un sound un po’ diverso e abbiamo capito qual era la migliore strada da seguire per noi. Quello trap è un sound che ormai ha troppa gente e non ci rispecchia veramente, è una roba americana, non ce lo dimentichiamo. L’utilizzo del dialetto rappresenta l’essenza dell’autenticità dei vostri testi, non vi ha limitato nella diffusione della vostra musica? Franco 126: Il dialetto è l’espressione più diretta della nostra realtà, senza il vincolo di dover essere assolutamente capiti da tutti. Scriviamo come parliamo, ma ugualmente siamo riusciti a non rimanere confinati nel nostro perimetro di appartenenza. Ormai tutto il mondo è paese, soprattutto grazie ai social network, che creano innumerevoli canali di connessione tra i più giovani: il modo di vivere dei ragazzi è simile da Roma a Milano. La romanità è una cornice, ma noi vogliamo raccontare situazioni di vita in cui può ritrovarsi chiunque. | 52 |


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Carl Brave: Usiamo lo slang per far uscire fuori la parte più vera di noi. Non c’è più una zona comfort e il nostro modo di esprimerci non ci limita, ci siamo resi conto che possiamo davvero essere apprezzati dappertutto. Milano, Napoli, Sicilia: sono tutti terreni fertili perché ognuno può ritrovarsi nelle nostre canzoni. Ad esempio, io parlo del Nasone romano che “scorre sempre e non la smette”, mentre a Milano hanno il dragone, che è praticamente la stessa cosa: la musica quindi può legare il paese molto più di quanto si possa immaginare, mettendo in evidenza le cose in comune, accorciando le distanze, ammorbidendo le differenze. Come nascono le vostre canzoni? Franco 126: Io sono un po’ più cervellotico, Carlo invece è più impulsivo. Io segno le cose che vedo per strada oppure delle parole che mi piacciono e da lì mi lascio guidare per comporre una canzone. Anche Carlo parte dalle immagini per comporre e far quadrare un testo. È un modo di lavorare molto visivo il nostro. Carl Brave: I nostri testi sono legati profondamente anche alle basi, ci piace lasciarci ispirare, seguendo il mood della base strumentale. Da lì si scatenano emozioni che portano a sviluppare un brano compiuto. Roma è fondamentale per trovare la giusta ispirazione: i testi raccontano la città e i suoi abitanti. Roma è ricca di sfaccettature, caotica e paciosa al tempo stesso: ci dà davvero l’opportunità di parlare di tantissime cose diverse. Noi cantiamo il quotidiano, le possibilità sono davvero infinite. Come state vivendo la preparazione del vostro concerto a Rock in Roma, il più grande palcoscenico estivo per la musica in Italia, a cui partecipano star del calibro di Roger Waters? Franco 126: Suonare a Roma è sempre una grande emozione, perché il pubblico è ancora più caldo, si sente ancor più rappresentato dalle nostre canzoni. Io sono romano da parecchie generazioni per parte di padre, precisamente trasteverino: il mio bisnonno aveva casa nel cuore di Trastevere, il legame con il quartiere e con tutta la città è profondissimo. Approdare a Rock in Roma ci fa stare super bene: è un palcoscenico davvero importante e ci teniamo più del solito a fare bella figura. Carl Brave: Siamo sotto con le prove, suoniamo con un gruppo che rappresenta la nostra forza. Abbiamo chitarre, fiati e ci stiamo allenando per essere all’altezza di un obiettivo che ci eravamo prefissati da tempo. Elisabetta Pasca | 53 |


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LETTINI E LETTURE L’estate è ormai entrata nel suo vivo, le spiagge sono affollate, gli uffici più vuoti e la voglia di andare in vacanza è tanta. Importante non abbandonare però la sana abitudine di dedicare qualche minuto della giornata a un buon libro Luglio è sinonimo di ferie, spiaggia, mare e, perché no, qualche lettura sotto l’ombrellone. Per evitare le ore più calde della giornata meglio ripararsi dal sole, procurarsi qualche bibita fresca e un buon libro da sfogliare in attesa del prossimo bagno. Per questo mese consigliamo testi per tutti i gusti, che vi aiuteranno a staccare la spina dal lavoro e dalla vita quotidiana. Ecco i nostri suggerimenti per trascorrere le vacanze ancor più all’insegna del relax.

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Due Sirene in un bicchiere – Federica Brunini la Feltrinelli. 15 € Al b&b delle Sirene Stanche non si arriva per caso. Non è in nessuna guida turistica né lo si prenota online o con un’agenzia di viaggio: bisogna scrivere una lettera e motivare la propria richiesta, e poi attendere che una busta azzurra con il simbolo di una sirena giunga a confermare il soggiorno. Lo sanno bene Eva, Jonas, Olivia, Lisa e Lara, i cinque nuovi ospiti che approdano sull’isola per una vacanza detox che promette di rimettere in forma corpo e anima, e di aiutarle a trovare le risposte che cercano. Ad accoglierle ci sono Dana, trent’anni e la voglia di migliorare la vita di tutti con un po’ di yoga, meditazione e i suoi celeberrimi centrifugati bio, e Tamara, pittrice di mezza età che ama il mare, il silenzio e la solitudine del suo atelier. Insieme gestiscono la locanda offrendo sessioni di yogaterapia, arte, cucina, chiacchiere e tanto relax, lontano da cellulari e tecnologia. Ma cosa succede quando il passato irrompe scardinando il presente? Da cosa e da chi si nasconde Tamara, tanto da non lasciare mai l’isola? E chi sono Eva, Jonas, Olivia, Lisa e Lara? Sono davvero chi dichiarano di essere o mentono, prima di tutto a se stessi? Tra giornate di sole, avventure e una nottata drammatica che tiene tutti con il fiato sospeso. Federica Brunini è una scrittrice, giornalista e fotografa italiana. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sulla Teoria e Storia della Pedagogia Teatrale in Italia, si diploma alla Civica Scuola d’Arte Drammatica a Milano dove conosce e collabora con i registi Gabriele Vacis, Giampiero Solari, Silvio Soldini, Giuseppe Bertolucci. Appassionata di viaggi ed etnologia, pubblica nel 2008 il libro Il manuale della viaggiatrice (Morellini). Nel 2009, esce Il piccolo libro verde del viaggio: 250 consigli per viaggiare eco.

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SULLO SCAFFALE

Tu che di me sei la miglior parte – Enrico Brizzi Mondadori. 17 € Bologna, anni Ottanta: Tommy Bandiera, orfano di padre, cresce con la mamma Alice e la famiglia di lei. I racconti dell’avventuroso zio Ianez, i giochi condivisi con gli amici Athos e Selva fra cortile e parrocchia, e le prime, timide, relazioni con le coetanee scandiscono le tappe della sua crescita sino alla sconvolgente apparizione del vero amore. L’impareggiabile Ester, però, fa battere il cuore anche al nuovo arrivato Raul, che di Tommy diventerà la guida e la nemesi, il modello irraggiungibile e il “peggiore amico” capace di scortarlo attraverso le prove iniziatiche tutt’altro che innocenti dell’adolescenza. L’asimmetrico triangolo che li lega negli anni delle scuole superiori prenderà via via i colori di una tenera educazione sentimentale e di una conturbante lotta per trovare il proprio posto nel mondo; la meraviglia e la fatica del diventare grandi li metteranno di fronte a scelte non scontate e passi senza ritorno, tradimenti che li sprofonderanno nell’abisso della disperazione e inattese prove di lealtà capaci di riaccendere la fiducia, sino alla grande, incancellabile, avventura che vedrà i tre ragazzi protagonisti nell’estate dei diciott’anni. Enrico Brizzi è uno scrittore bolognese. Nel 1994 vince il concorso per nuovi narratori del mensile King e, nello stesso anno, non ancora ventenne, pubblica il suo primo romanzo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, tradotto in ventiquattro paesi e divenuto film nel 1996. Si tratta, tanto dal punto di vista del successo commerciale quanto dell’impatto sul costume giovanile, di uno degli esordi più clamorosi nella narrativa italiana dal dopoguerra.

Asfalto – Andrea Dovizioso Mondadori. 18 € “Ero l’uomo invisibile. Un numero. C’ero ma non c’ero. ‘Te, Dovi, sei del colore dell’asfalto’ mi ha detto una volta Luca Cadalora. Aveva ragione: la gente non mi vedeva proprio. Se sei uno che vive di corse e cerchi disperatamente i risultati ma non vinci, e in più sei un introverso che vuole essere persona e non personaggio, non vieni notato. La massa, di base, è attenta ad altro, non ha voglia né tempo da perdere per imparare a capirti. Io non vincevo, ma non perdevo clamorosamente: ero lì, in una specie di limbo e così mi si confondeva, tipo quelli che a una festa sfumano nella tappezzeria. Adesso dico che è normale e che in un certo senso sta nelle regole del gioco. Ma per tanto tempo io mi sono sentito incompreso. Ci sono voluti anni per capire che per uno come me la via per scendere a patti con un sistema che non ti riconosce è solo una: restare quello che sei, avere una faccia sola, sfuggire alla trasparenza restando trasparente. Come puoi diventare da grigio asfalto a rosso fuoco senza neanche un trucco e un parrucco?” Questo è un libro non comune. Perché Andrea Dovizioso è un pilota, e soprattutto un uomo, non comune. Eccezionale nella sua normalità. Parla di velocità, ma anche di lentezza. Di coraggio, ma anche e soprattutto di paura. Di moto, ma anche e soprattutto di vita. Di ragione, e di sentimenti. Parla della rivincita di tutti gli incompresi. Di un modo nuovo di essere vincenti. Un libro per gli appassionati di motociclismo e per i fan di Andrea Dovizioso. Il centauro di Forlì, vice campione del mondo di Moto Gp, fa il suo esordio nel mondo della letteratura con “Asfalto”. Giorgio Migliore

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FOLLOW ERF FOLLOW THE MUSIC 2018 8 luglio 8 settembre Chinese Dance Theatre Lanzhou Elio &I Fiati associati Egberto Gismonti Richard Galliano Miguel Proença I Virtuosi Italiani Estonian Sinfonietta Martux_m Stefan Milenkovich South Czech Philharmonic & Daniela Pini Filarmonica Arturo Toscanini & Alpesh Chauhan

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Stephen King, il re del brivido, maestro di letteratura horror, è un’icona della cultura popolare e non solo

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BENVENUTI A CASTLE ROCK Su Hulu sbarca l’attesissima serie prodotta da J.J. Abrams e basata sulle storie di Stephen King: nell’immaginaria cittadina del Maine si intrecciano personaggi e temi cari al Re

Se parliamo di intrattenimento, quali sono gli ingredienti fondamentali per realizzare una bomba ad orologeria? Semplice, per cominciare mettiamo insieme il mago demiurgo delle serie televisive J.J. Abrams e il Re del brivido, Stephen King, e, boom, annunciamo che stanno collaborando per un nuovo progetto seriale. La bomba è innescata, una notizia del genere è sufficiente per mandare letteralmente in tilt le sinapsi di milioni di appassionati in tutto il mondo. Così è accaduto nel febbraio 2017, quando la piattaforma streaming Hulu ha presentato il progetto Castle Rock, una serie antologica dedicata all’universo narrativo di King prodotta dalla Bad Robot Productions di Abrams e dalla Warner Bros. Television. Finalmente, dopo una lunga attesa, il 25 luglio verrà rilasciata la prima stagione in 10 episodi: la serie attinge a diverse situazioni, luoghi e personaggi dell’immaginario kinghiano e non semplicemente ad una Prodotta da J.J. Abrams e distribuita singola opera, per cui le aspettative da Hulu, Castle Rock è un horror non possono che essere alle stelle. psicologico basato sulle numerose J.J. Abrams ha sottolineato che al storie e gli altrettanti personaggi momento di accettare il progetto e di scegliere la squadra di sceneggiatori creati dall’acclamato scrittore ha subito avuto la sensazione che il statunitense Stephen King risultato sarebbe stato terrificante e spaventoso, una storia unica da raccontare in televisione. “Il nostro intento è quello di creare una sorta di calendario dell’avvento, celebrando la diversità delle storie che Stephen King racconta. Perciò in futuro troveremo nuovi personaggi e salteremo avanti e indietro nel tempo. Al tempo stesso le varie stagioni saranno intersecate in modi diversi” hanno spiegato i produttori di questo horror psicologico ad altis| 59 |


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simo potenziale. Gli sceneggiatori principali, Sean Shaw e Dustin Thomason, hanno identificato come modello di riferimento fondamentale dal punto di vista audiovisivo la serie Fargo: l’obiettivo di Castle Rock è declinare quel tipo di costruzione narrativa ed estetica in funzione del mondo kinghiano, per cui, dopo la prima stagione, verrà raccontata un’altra vicenda completamente diversa, più o meno legata alla precedente, ma del tutto indipendente da essa. All’interno dei trailer presentati nei mesi scorsi abbiamo già potuto gustare riferimenti a Derry, altra cittadina molto amata da King, ai Barrens di It, all’istituto di sanità mentale di Juniper Hill, all’isola di Little Tall e ovviamente alla prigione di Shawshank, luogo clou per gli eventi della prima stagione. La storia ruota attorno al personaggio di Henry Deaver, un avvocato difensore, interpretato dall’attore André Holland (Moonlight), che lavora nella prigione di Shawshank, invischiato in un caso piuttosto complicato e misterioso che coinvolge anche un carcerato, a cui dà il volto Bill Skarsgard, il recente e terrorizzante Pennywise cinematografico. Oltre a Skarsgard nel cast ritroviamo altre due conoscenze del buon vecchio King: Sissy Spacek, l’iconica Carrie dell’omonimo film di Brian de Palma del 1976, e Melanie Lynskey, che ha preso parte a “Rose Red”, una miniserie televisiva scritta da King in persona e basata sul romanzo “Il diario di Ellen Rimbauer – La mia vita a Rose Red”. Completano il cast il mitico Terry O’Quinn, di nuovo in combutta con Abrams a sette anni dalla conclusione di Lost, nel ruolo di Dale Lacy, pilastro della comunità di Castle Rock, insieme agli altri attori principali Scott Glenn (The Leftovers) e Jane Levy (Suburgatory), a cui, quasi in dirittura d’arrivo, si sono affiancati anche l’ottima Allison Tolman di Fargo, l’ex star di Shameless Noel Fisher, ingaggiato per il ruolo di Zalewski, guardia carceraria di Shawshank, e Chosen Jacobs, già visto nel film “It”, chiamato ad interpretare nella serie il figlio di Deaver. Castle Rock ha davvero tutte le carte in regola per trasformarsi in una serie culto, di quelle che rimangono impresse a lungo nell’immaginario collettivo e fungono da pietra miliare per le produzioni successive. D’altro canto, partire dal magma creativo di Stephen King, esplorando temi e mondi dei suoi racconti più celebri e riusciti, significa avventurarsi nell’ambizioso viaggio che porta a una nuova genesi, in cui le strutture e i linguaggi audiovisivi si mettono al servizio della parola scritta per creare un’opera d’arte originale, una saga epica di luce e tenebra che lascia il segno. Non c’è modo migliore di affrontare il terrore se non abbandonandosi alla sua narrazione: un abisso nel cuore boscoso del Maine ci chiama e ci aggancia, risucchiandoci nei meandri delle nostre paure più ataviche, forza, lasciamoci andare. Elisabetta Pasca | 60 |

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AVVOCATO SÌ, MA CON LA STELLA MICHELIN Da Cerignola a San Francisco, and return. È la storia di Cristina Bowerman, una delle prime donne chef italiane ad aver conquistato la stella Michelin

scopo condiviso. Proprio come persona sono cresciuta Una storia quantomeno strana la sua, che non in un ambito, quello americano, che per sua “natura” vede Cristina armeggiare ai fornelli sin dalla cerca sempre di mettere in relazione persone per uno giovane età come molti altri colleghi. Lei infatti scopo unico. E questa mentalità l’ho fatta mia. studia giurisprudenza, consegue la laurea e sogna un futuro da avvocato. Per realizzare il suo progetto si Lei è originaria della Puglia e si è formata a San trasferisce negli USA ma qui, invece di proseguire un Francisco, come si combinano in cucina questi percorso che sembrava già tracciato, viene folgorasuoi due aspetti apparentemente così distanti e ta dal mondo della cucina. Un colpo di fulmine, che diversi? spinge Cristina ad abbandonare arringhe e un futuro In realtà non si combinano, ma si abbracciano. L’Amein aula per una nuova strada, quella che la porterà rica ti insegna la capacità di comprendere che esistono anni più tardi a ottenere la stella Michelin. E a farlo in molti altri mondi oltre al tuo, Italia, dove a Roma ha aperto altrettanto belli e interessanil Glass Hostaria ed il Romeo “L’America ti insegna la capacità ti, profondi e buoni. L’Italia è – Chef & Baker. In occasione di comprendere che esistono molti un po’ più restìa all’apertura, di un evento promosso da è più legata alla tradizione, Ambasciatori del Gusto, di cui altri mondi oltre al tuo, l’Italia è un po’ abbraccia più una mentalità chef Bowerman è anche Prepiù restìa all’apertura, che sostiene “Noi siamo i sidente, Cristina ci ha aperto è più legata alla tradizione...” migliori…la nostra cucina è le porte della sua cucina e del Cristina Bowerman - Chef la migliore…”. La combinaziosuo mondo. ne di queste due realtà però Cosa vuol dire essere la prima rappresentante di spesso sa creare un bel binomio. un’associazione come Ambasciatori del Gusto? Quindi secondo lei la cucina italiana non è la È maggiore la pressione o la soddisfazione? migliore al mondo. È maggiore la volontà di far parte di un progetto che si Assolutamente no, non esiste “LA” migliore cucina, sviluppa giornalmente e che ha obiettivi comuni con i esiste “UNA” buonissima cucina ma in fondo tutte miei. Io sono il tipo di persona che unisce, crea ponti, le cucine sono buone. È un po’ come per le persone: mette in relazione più persone per raggiungere uno | 63 |


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esistono persone più o meno buone, esistono aspetti e caratteristiche del proprio carattere in cui si eccelle e noi chef e imprenditori dobbiamo capire anche qual è la parte di chi abbiamo davanti che eccelle e riuscire a valorizzarla. Per un giovane che ambisce a diventare uno chef quanto è importante viaggiare? Per me viaggiare è fondamentale, scherzando dico sempre che come una volta c’era il servizio di leva ora ci dovrebbe essere obbligatorio il servizio all’estero. Non come l’Erasmus però, ma vivere proprio la cultura del posto in cui si viaggia. Non capisco i giovani che, appena diplomati magari all’alberghiero, decidono di andare a fare un’esperienza all’estero ma in un ristorante italiano. Non ha senso. Quando si va all’estero, dopo aver approfondito la propria conoscenza della cucina italiana, si dovrebbe andare con l’intenzione di entrare in contatto con un’altra cultura, un’altra tradizione e un’altra cucina. La cucina rischia di essere un po’ inflazionata considerando l’attuale grande presenza di programmi a tema? Secondo me il problema è a monte, c’è poca capacità critica da parte dello spettatore. Questo magari è dovuto al fatto di non far parte del mondo della cucina di qualità. Molte volte non si comprende che quello che si vede in tv è uno show, non la realtà. Io non sarò mai contro i programmi di cucina perché hanno allargato la platea alla quale ci rivolgiamo. Sta però allo spettatore capire che quella che emerge dai programmi non è la realtà, perché se in una cucina vera uno lanciasse la padella addosso ad un altro poi andrebbe in galera. È più semplice oggi per un giovane decidere di iniziare a cucinare considerando i molti modelli che si trova di fronte? 20-30 anni fa era una scelta più difficile e magari meno “influenzata” dall’esterno? Parlare di facilità no, magari un giovane oggi ha più competizione ma anche più mezzi rispetto a qualche decennio fa. Mentre 30 anni fa si sarebbe intrapresa questa carriera con più difficoltà ma con meno competitors, oggi si hanno più competitori ma molti più mezzi. Ci sono scuole, stage, corsi, libri, internet, programmi: direi che siamo pari. Poi è un dato di fatto che, essendo circondati da tutti questi role models, oggi la professione venga maggiormente trainata e un giovane può risultare più influenzato nella sua scelta lavorativa. Però ripeto, sta alla capacità critica di ognuno capire che c’è una bella differenza tra quello che si vede in tv e quello che in realtà è. | 64 |

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L’alta cucina dall’esterno sembra un mondo appartenente più agli uomini. È davvero così? Lo è, i dati parlano chiaro. Nell’alta cucina è preponderante la loro presenza, hanno una popolarità maggiore rispetto alle donne. Questo non vuol dire che in futuro non possa cambiare questa tendenza ma, attualmente, è così. Così come è vero che, in qualsiasi altro lavoro, esiste una disparità sia professionale che di salario tra uomo e donna. Anche a livelli aziendali molto alti, parliamo di CEO, una donna quasi sicuramente guadagna meno di un uomo. Dove finisce la cucina, se finisce, e dove inizia l’arte? È la stessa soluzione di continuità, non c’è una distinzione. La cucina di qualità ha delle vene, delle forme, strettamente connesse a quelle dell’arte. Sono due mondi che, secondo me, non possono essere separati. Tutti i grandi artisti sono stati caratterizzati da un velo di stravaganza. Anche un grande chef, così come un artista, deve essere a suo modo stravagante? Dall’esterno è importante capire che quello che noi realizziamo non è 99 percento stravaganza e 1% lavoro, ma esattamente il contrario. La stravaganza è un’espressione della propria diversità o, meglio, del modo diverso di ognuno di noi di pensare. E’ una forma se vogliamo della personalità, quindi se per stravaganza intendiamo la capacità intuitiva di essere diversi allora ti rispondo di sì. Alessandro Creta AMBASCIATORI DEL GUSTO Ambasciatori Del Gusto è un’associazione di oltre 100 cuochi, pizzaioli, sommelier, manager di ristoranti e professionisti che portano alta la cucina italiana nel mondo e rappresentano il concetto di gusto italiano. Tra gli associati anche Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Davide Oldani e Carlo Cracco. | 66 |

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VERDURA RESORT: UNA FINESTRA SUL MEDITERRANEO In Sicilia, il Gruppo Rocco Forte Hotels si conferma una certezza nell’accoglienza di lusso grazie a una struttura straordinaria per il servizio e per il panorama offerto ai visitatori

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La natura è in Sicilia un lussureggiante inno alla vita fatto di colori accesi e sfumature ammalianti, tra il verde profondo della macchia e il celeste puro delle acque, in cui al tramonto si bagna un sole rosso come le succose arance tipiche di questa terra. Sul versante occidentale dell’isola Trinacria, sorge, come un’oasi di fiaba, la struttura all’avanguardia del Verdura Resort, coprendo una superficie di 230 ettari, con un’estensione di quasi due chilometri di costa privata affacciata sul Mediterraneo. I numeri del Verdura Resort, baluardo dell’eccellenza nell’accoglienza di lusso di un gruppo rinomato come Rocco Forte Hotels, non sono fredda contabilità, risuonano piuttosto di poesia tangibile, di luoghi con un’anima: tre campi da golf da campionato, 60 metri di piscina infinity, sei campi da tennis in terra battuta, per non parlare di una Spa di prestigio, quattro

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ristoranti, cinque bar e mille altre meraviglie tutte da scoprire. Qui la percezione dello spazio si arricchisce di nuove sensazioni mai provate, partendo dal piacere di godere una vista inedita ed esclusiva delle acque mediterranee, che si offrono ancor più luccicanti grazie alla prospettiva privilegiata offerta. Le nuove Ville Agave, Tilia e Iris, fiori all’occhiello del Verdura insieme alle bellissime Acacia, Peonia e Mimosa, tutte in stile siciliano e dal design inimitabile, hanno infatti a disposizione ampie terrazze esterne, una piscina privata, un romantico cortile interno, per godere di assoluta privacy, e contano su un servizio sempre impeccabile. Le ville sono abitazioni sontuose che mettono al centro l’ospite, facendolo sentire davvero coccolato e lusingato. Gli ospiti, infatti, possono tutti usufruire dei preziosi consigli di una figura speciale a loro completa disposizione: “U Canuscituri”, il quale suggerisce spe-

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ciali ed autentiche esperienze per scoprire l’anima più nascosta della Sicilia. Non finisce qui: i campi da golf, disegnati dall’eclettico architetto Kyle Phillips, realizzati tra uliveti e agrumeti della tenuta e protagonisti nel 2012 del Sicilian Open, evento golfistico del prestigioso circuito European Tour, ospitato nuovamente nel 2017 e nel recente maggio 2018, rendono il Verdura la destinazione golfistica per eccellenza nel Mediterraneo. I ristoranti e bar del Resort celebrano la cucina mediterranea utilizzando ingredienti stagionali tipici dell’isola, accompagnati da una carta dei vini studiata nei minimi dettagli. L’approccio olistico alla salute e al benessere è il marchio di fabbrica del Verdura: lo ribadiscono anche i 4.000 mq del Verdura Spa, con quattro piscine talassoterapiche, due saune, un bagno turco e un’ampia proposta di trattamenti e programmi personalizzati. A completare il ventaglio di un’offerta che soddisfa davvero tutte le possibili esigenze della clientela, contribuisce la ricca programmazione di eventi per la stagione estiva 2018, dalle serate gourmet alle Academies sportive, dai concerti ai laboratori interattivi e le attività ludiche per gli amici o per le famiglie. Il programma foodie si articola su diversi appuntamenti, tra essi spicca il De Rerum Natura, idea del Maestro Fulvio Pierangelini, Director of Food di Rocco Forte Hotels: per il terzo anno consecutivo nelle cucine del Verdura Chef stellati Michelin provenienti da tutto il mondo, insieme al Maestro Pierangelini, creano otto imperdibili cene a 6 mani. La Juventus Training Experience è ormai un appuntamento consolidato per i piccoli ospiti del Verdura, che per il secondo anno potranno allenarsi seguendo i consigli dello special coach David Trezeguet. Mentre le tecnologie messe a disposizione dal nuovo Golf Performance Institute giungono in aiuto di chi voglia migliorare o approcciarsi al primo swing. Novità assoluta per la stagione 2018 sono invece le Academies con le Stars per bambini e adulti; dalla scherma al beach volley, dal rugby all’Hip Hop, i grandi campioni insegneranno agli ospiti tutti i segreti della propria disciplina sportiva. L’estate musicale del Verdura è scandita infine da appuntamenti fissi come i suggestivi DJ SunSet, colonna sonora al tramonto sulla terrazza del ristorante Amare, e performance di artisti internazionali, come Samuel Bosmans, Karima Ammar e Ray Gelato. Per concludere con un pizzico di intrigante mistero, sicuramente da non perdere è l’Escape Room creata all’interno della ex stazione ferroviaria Verdura nella tenuta del resort. | 70 |


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LA PERLA DEI CARAIBI Nel bel mezzo del Mar dei Caraibi, poco a sud di Cuba e proprio di fronte ad Haiti. Se esiste un Paradiso questo, assomiglia proprio a lei, la Giamaica, un piccolo lembo di terra che si gode il sole di questa parte unica di globo

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Spiagge bianche, acque cristalline, verde incontaminato e paesaggi difficilmente replicabili in altre zone del mondo. La Giamaica è un vero e proprio paradiso terrestre e, vedendo le foto della piccola isola caraibica, non è difficile capire perché ogni anno decine di migliaia di persone la scelgono come meta turistica. La terra che fu di Bob Marley e che ha visto le prime sgroppate di Usain Bolt racchiude tutto ciò che un viaggiatore può chiedere a una vacanza. Il sole splende per gran parte dell’anno, temperature perfette, distese di sabbia bianca punteggiata dal verde delle palme che popolano i litorali. In Giamaica il freddo non sanno proprio cosa sia, infatti anche durante la stagione delle piogge, da fine aprile ad ottobre, l’isola rimane molto calda. Montego Bay. Il nostro ideale tour della Giamaica inizia da questa fantastica città, la quarta per popolazione dell’intera nazione situata a

La città di Montego Bay si divide tra storia e leggenda: proprio sulle sue colline si erge la casa più famosa di tutta la Giamaica, la Rose Hall House nord del Paese. Una località famosa, oltre che per il suo mare e le sue spiagge, anche perché presta il nome all’omonimo trattato firmato nel 1982. In quell’anno qui è stata siglata la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Il trattato ONU di Montego Bay ha regolamentato, per la prima volta, il diritto del mare su scala mondiale tra cui il diritto della navigazione nelle acque extra-territoriali. Un accordo entrato definitivamente in vigore nel 1994. La città di Montego Bay si divide tra storia e leggenda: proprio sulle sue colline si erge la casa più famosa di tutta la Giamaica, la Rose Hall House. Una costruzione che risale alla fine del 1700 che svetta sulla baia di Montego e domina visivamente tutta la costa sottostante. Secondo la leggenda una “strega bianca”, che uccise i suoi tre mariti e chiamata Annie Palmer, infesterebbe la proprietà. | 74 |

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Ocho Rios. Nata come città di pescatori nel corso dei decenni è diventata una meta di villeggiatura che comprende un porto per crociere e una baia con spiaggia molto frequentata e costellata di hotel. Tra le principali località giamaicane, Ocho Rios è un porto di richiamo per molte navi da crociera, e offre alcuni dei villaggi turistici e dei centri benessere più lussuosi dei Caraibi. Qui lo stress accumulato durante l’anno diverrà solamente un ricordo, con le giornate impreziosite dallo splendido sole dell’isola e le sere che scivoleranno via a ritmo di musica reggae. Risalire a piedi una cascata inoltre non è un’esperienza che si può fare molte volte nella vita, per questo non può mancare un’escursione presso le waterfalls del fiume Dunn. Qui si potrà provare questo tipo di attività, ma occhio a indossare le giuste calzature: sono vivamente consigliate infatti delle buone scarpe da scoglio. Coloro che non vogliono avventurarsi nella risalita del fiume possono trovare momenti di relax presso il parco circostante, oppure raggiungere la spiaggia in fondo alla cascata, resa famosa dalla scena di “James Bond – Licenza di uccidere” con protagonisti Ursula Andress e Sean Connery.

Tra le principali località giamaicane, Ocho Rios è un porto di richiamo per molte navi da crociera, e offre alcuni dei villaggi turistici e dei centri benessere più lussuosi dei Caraibi. Negril è invece conosciuta per le lunghissime spiagge di sabbia che si affacciano su baie dalle acque basse, calme e cristalline. Seven Mile Beach, e in particolare il tratto che comprende Long Bay, è un susseguirsi di locali, ristoranti e resort dove il turista ha solo l’imbarazzo della scelta su dove soggiornare, dormire e mangiare. Il nome di questa località deriva dal nome Negrillo, dato alla zona dai colonizzatori spagnoli arrivati alla fine del 1400. Proprio in epoca coloniale le coste di questo centro furono occupate dai pirati, che vennero successivamente cacciati dalla Marina britannica. La Royal Navy scelse questo luogo come punto di partenza della flotta per l’assalto, poi fallito, a New Orleans durante la guerra del 1812 tra Inghilterra e Stati Uniti d’America. Kingston. “È la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra …” (Bob Marley). Se dici Giamaica dici Bob Marley. Passare | 76 |


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lari dove Bob Marley visse la sua giovinezza e da dove trasse ispirazione per molti dei suoi più famosi brani. Per la visita a Trench Town è quasi d’obbligo l’accompagnamento di una guida esperta e fidata. La capitale è situata ai piedi delle Blue Mountains, sulla costa sudorientale dell’isola, dove tra le altre cose si produce il favoloso “Blue Mountain Cafè”. La città è formata da due zone principali, che si distinguono in una parte più antica, chiamata “downtown” e in una più moderna, detta “uptown“. Nella zona antica si possono vedere alcuni esempi di architettura coloniale del XVIII secolo come la Gordon House, sede dell’Assemblea Legislativa, e la Kingston Parish Church. Nella uptown si trova la rinomata Devon House, palazzo del XVIII secolo circondato da un magnifico giardino con palme esotiche. Interessanti da vedere sono anche la King’s House e la Jamaica House, ex residenza del primo ministro. John Daporto

per questa città senza visitare il museo a lui dedicato è come andare a Roma e non dare un’occhiata al Colosseo. Un luogo che qui è quasi un’istituzione: anni fa Barak Obama, grande fan del cantautore, scelse questo museo come prima tappa del suo viaggio nella capitale giamaicana. La casa di Bob Marley è perfino considerata un monumento nazionale. Dopo tutto sarebbe stato difficile il contrario, conoscendo l’importanza di questo personaggio e tutta l’iconografia che il suo nome si porta dietro. I dread, il rastafarianesimo e il reggae, la libertà per gli oppressi e la marjuana, l’attivismo sociale e l’inconfondibile musica con la quale ha conquistato il mondo, tutti aspetti di un personaggio poliedrico che ancora vive nei dischi, e nei cuori, di milioni di fan. Kingston ha però molto altro da offrire: ben lontana dalle zone turistiche della costa settentrionale, la città rappresenta la Giamaica più autentica. Qui, per esempio, si può fare visita al Trench Town, un quartiere piuttosto umile, con molte case popo-

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Per la stagione estiva Cucinelli scommette su capi dai volumi delicati e confortevoli, sovrapponendo in maniera scanzonata blazer in lino e giubbini in cotone, su pantaloni bermuda che garantiscono una grande libertà di movimento, senza rinunciare al glamour. Le morbide sneakers scamosciate completano il gioco di accostamento tra colori chiari e scuri per regalare agli occhi l’impatto avvolgente di un look minimalista ma impeccabile, adatto tanto a uno spensierato cocktail tra amici, quanto a una passeggiata pomeridiana in dolce compagnia.

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Formale e informale si mescolano in un gioco sfizioso di forme, colori e materiali: un grande classico come la giacca blu doppiopetto, dal taglio quasi severo e geometrico, viene abbinata a jeans in denim grigio ardesia, con cuciture composite e attitudine casual, e a mocassini importanti color caramello con nappe dal sapore quasi nobiliare. La personalità del brand Cucinelli è fortemente legata alle persone che ne indossano i capi: l’individuo e le sue predisposizioni sono sempre al centro della ricerca stilistica del marchio, votato a valorizzare la bellezza nella sua espressione più pura, sincera e immediata, mai artificiosa e ridondante.

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L’uomo Cucinelli è sicuro di sé e sa attirare l’attenzione con semplicità, senza inutili ostentazioni: con ampi pantaloni alla caviglia da portare senza calzini, giubbetto in suede che accarezza lo sguardo con linee comode e avvolgenti, così come i maglioni frutto di una sapienza consolidata e infallibile, in grado di regalare attraverso il semplice intreccio dei filati, il concreto calore di un vero abbraccio. La moda di Brunello Cucinelli è un’esperienza prima di tutto emozionale, che traduce in immagine e look la sensibilità più profonda dell’uomo che vuole contraddistinguersi per la sua classe innata.

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La collezione p/e 2018 esprime una chiara impronta coloniale con tratti da safari, rintracciabile nelle giacche dagli echi sahariani, che vira però con decisione verso una destinazione urbana, moderna, futuribile, pensata apposta per gli attori di una vita dinamica, amanti di un abbigliamento di qualità eccelsa ma fruibile e confortevole. La tavolozza di colori è tendenzialmente neutra, perché l’obiettivo delle creazioni è quello di spiccare per la massima versatilità. Non servono effetti speciali per stupire, è sufficiente affidarsi alla consapevolezza di scegliere il meglio dell’artigianalità tessile italiana, fiore all’occhiello del “Made in Italy” riconosciuto nel mondo.

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Le vibrazioni sporty chic animano con brio questa linea pensata da Cucinelli per rendere l’estate un’avventura da vivere in tutte le sue sfaccettature, senza rinunciare a nulla. Una giacca in lino color sabbia dalle sfumature rosate enfatizza la pelle abbronzata, come il bianco candido del gilè, in contrasto con il blu profondo della camicia in denim e dei jeans smaliziati, dall’aspetto vintage, con strappi sbarazzini che sdrammatizzano il look e promettono allegria, divertimento e spensieratezza, senza tradire mai l’istinto del gusto, della bellezza, del fascino italiano.

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L’ispirazione di Brunello Cucinelli per l’estate propone un’eleganza maschile declinata con disinvoltura nel segno di una manifattura di qualità superiore, rigorosamente artigianale, che utilizza materiali sempre eccellenti ed esclusivi. Il mix tra tessuti più tecnici, come quelli utilizzati per le giacche impermeabilizzate, e filati classici, come lino e cotone, imprime all’outfit la giusta grinta per affrontare l’estate come un’avventura urbana, in cui l’uomo può interpretare un ruolo da protagonista, senza rinunciare a sentirsi a proprio agio nel massimo comfort, con mocassini color testa di moro a segnare un passo sicuro e determinato.

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LA BERLINA A MISURA DI COMFORT CitroĂŤn rivoluziona il segmento delle berline compatte: piacere di guida fuori dal comune, design audace e motorizzazioni performanti ed efficienti per la nuova C4 Cactus

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grado di dare giusto risalto agli Airbump® nella parte Dopo il lancio di C3 nel 2016 e l’offensiva SUV inferiore delle porte anteriori e ai fari fendinebbia nella del 2017 con C3 Aircross e C5 Aircross, Citroën zona inferiore del paraurti. Ultima frontiera della custosegna una nuova tappa della sua storia di succesmizzazione, la possibilità di scegliere tra 4 tipi di cerchi so e affidabilità con la nuova berlina compatta. in lega e 5 armonie di interni per l’abitacolo. La personalità decisa di C4 Cactus incontra la comodiTrendy, elegante, ma soprattutto confortevole. La casa tà e l’abitabilità di C4: nasce un modello unico, pronto transalpina porta il benessere in auto ai massimi livelli a segnare un upgrade di gamma con le sue tante rivisicon il programma Citroën Advanced Comfort® e inautazioni e innovazioni. gura a livello europeo innovazioni Fattore cruciale per il successo Trendy, elegante, ma soprattutto tecnologiche al servizio di guidadella nuova C4 Cactus è un ampio tori e passeggeri, come le Sospenventaglio di scelte per la personacolorata: il successo della nuova sioni con Smorzatori Idraulici Prolizzazione del veicolo, cucito su C4 Cactus è un ampio ventaglio gressivi™ (Progressive Hydraulic misura di guidatore grazie a ben di scelte per la personalizzazione Cushions™ - PHC) che filtrano le 31 combinazioni e 9 tinte per la del veicolo, con ben 31 combinazioni irregolarità della superficie stradacarrozzeria. Alle tradizionali Polar e 9 tinte per la carrozzeria. le, regalando l’agognato effetto White, Obsidian Black, Platinium “tappeto volante”. Grey e Cumulus Grey si aggiun12 funzioni di assistenza alla guida e 3 tecnologie di gono Sport Red, Olive Brown e le raffinate Emerald connettività consentono di viaggiare tranquilli e in sicuBlue, Pearl White, Deep Purple. rezza ogni giorno, con comandi che rispondono prontaE ancora, 4 Pack Color - Glossy Black, Silver Chrome, mente a un calo di attenzione o a un semplice momento Anodised White e Anodised Deep Red - sapientemente dosati per creare un gioco di contrasti con esterni in di disattenzione al volante.

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L’avviso di superamento involontario della linea di carreggiata, l’Active Safety Brake che frena automaticamente al posto del conducente per ridurre i rischi di collisione, il riconoscimento dei limiti di velocità che individua i cartelli stradali per settare la giusta andatura, il Coffee Break Alert che indica al conducente quando è il momento di fare una pausa sono solo alcune delle soluzioni che agevolano La nuova C4 Cactus una distesa quotidianità è dotata di sistemi intuitivi anche in strada. Si aggiungono il Driver ad altissima tecnologia Attention Alert, che avvisa per restare connessi senza il conducente in caso di mai distogliere lo sguardo calo di attenzione rilevandalla strada. do lo stato di vigilanza, e il Sistema di sorveglianza dell’angolo morto che lo allerta della presenza di un veicolo grazie a una spia nei retrovisori esterni. Park Assist, telecamera di retromarcia, funzione Hill Assist per facilitare l’avviamento in pendenza e Cornering Lights con un fascio di luce supplementare nella parte interna della curva si

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accompagnano a Keyless Access&Start e Grip Control. Queste funzioni, visualizzate nell’interfaccia di guida 100% digitale della nuova C4 Cactus, riportano il conducente al centro dell’esperienza di guida, insieme all’accogliente design interno che valorizza lo spazio a bordo e la convivialità e assicura una continuità tra l’universo digitale e l’auto. La compatta di casa Citroën è, infatti, dotata di sistemi intuitivi ad altissima tecnologia per restare sempre connessi senza mai distogliere lo sguardo dalla strada. La funzione Mirror Screen con Android Auto, Apple CarPlay™ e MirrorLink® permette di usare le applicazioni del proprio smartphone direttamente sullo Schermo Touch Pad 7’’, con CITROËN Connect Nav si può usufruire di un sistema di navigazione di ultima generazione connesso 3D con riconoscimento vocale e infine con il CITROËN Connect Box con Pack SOS & Assistance si possono utilizzare i servizi di chiamata d’emergenza e di assistenza geolocalizzata. Un’esperienza inedita di benessere a bordo che attinge al patrimonio tecnologico di Citroën, reinterpretato per diventare accessibile a tutti e che si muove sempre più a grandi passi verso la guida autonoma. www.citroen.it Martina Morelli

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ALLA GUIDA CON ASG Automotive Service Group decide d’investire sulla qualità, forte della partnership strategica con ALD Automotive, gruppo leader nel settore del noleggio a lungo termine e del fleet management

voro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. Scegliere il Noleggio a Lungo termine significa poLe imprese ritengono il NLT uno strumento di grande tersi concentrare sul proprio lavoro, mentre esperti importanza per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle qualificati si prendono cura dell’auto. sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importanLa formula può variare da uno a tre anni, e meno te oggi che sulle risorse umane vengono investite ingenti frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. E’ sforzi finanziari e notevoli aspettative. previsto il pagamento di un canone mensile come coperIl fleet management consiste nel beneficiare dei servizi tura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutendi noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, zione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, una formula vincente utilizzata da assicurazione, cambio pneumatici e aziende di ogni dimensione che gestione delle multe. L’azienda che hanno veicoli in proprietà o in prende a noleggio il veicolo deve Il fleet management consiste noleggio e che scelgono di demanbadare al solo carburante e seguire nel beneficiare dei servizi di noleggio, dare in outsourcing solo una parte le istruzioni per una corretta malasciando alle aziende dei servizi. nutenzione dell’auto, con controlli la proprietà dell’auto Automotive Service Group svolge periodici nelle autofficine convenattività di mediazione e consulenza zionate. nel settore del Noleggio di autoveiIl canone varia a seconda del coli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, struconsolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in menti di gestione della car policy, rapporti informativi oltre 50 anni di attività. sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalper l’acquisto del carburante. mente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei Le ricerche di mercato concordano: il noleggio a lungo vantaggi derivati dai servizi di Noleggio a Lungo Termine termine resta in cima ai desideri di quadri e dirigenti che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership delle imprese del nostro Paese, un bene tangibile, una di ALD Automotive. soluzione pensata per potersi concentrare sul proprio la| 92 |


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I VANTAGGI DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

• Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento.

• Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo;

Automotive Service Group partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 Zona Eur Roma Tel. 06.87752179

• Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo;

email: commerciale@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com

• Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate; | 94 |



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DRITTO ALLA META Passaporto per metà scozzese e per metà italiano, cuore completamente azzurro. Tommaso Allan, numero 10 della nazionale italiana di rugby, nonostante l’età (25) è uno dei nomi più interessanti del panorama rugbistico internazionale.

Sei per metà scozzese e hai giocato con la loro “Il rugby è uno sport per bestie giocato da genU20. A cosa è dovuta la scelta di vestire la maglia tiluomini, il calcio è uno sport da gentiluomini azzurra? giocato da bestie”, così e con poche parole l’ex giocaSono nato in Italia e per 10 anni ho vissuto qua quindi, tore e giornalista americano Henry Blaha definiva due nonostante mio padre sia di origine scozzese, io mi sport apparentemente così diversi ma che condividono sono sentito sempre più italiano che scozzese. Sono un’origine comune. Il rugby infatti nacque proprio da contento della mia scelta e non ho nessun rimpianto. una “costola” del football, disciplina che in Inghilterra nell’800 stava prendendo sempre più piede. C’è qualcosa che dal calcio porteresti nel rugby e Quello rugbistico è un movimento che in Italia (paese viceversa? notoriamente calciofilo) per troppo tempo è rimasto Diciamo che il calcio è ad un livello agonistico più ai margini ma che nell’ultimo decennio ha conosciuto alto rispetto al rugby, quindi si può prendere sempre una progressiva quanto importante crescita. Il seguito qualche spunto dai calciadella Nazionale italiana è tori per quanto riguarda la sempre maggiore, tanto che “All’estero questo sport è molto professionalità e l’alto livello nel 2012 le partite casalinseguito e praticato sin da giovanissimi, di competitività. Anche il ghe del torneo 6 Nazioni si perfino un bambino inizia a giocare nostro sport comunque sta giocano allo stadio Olimpico raggiungendo dei buoni lidi Roma (che registra sempre a rugby perché è una disciplina più velli da questo punto di vista. il sold out), che è andato a inserita nella cultura sportiva.” Forse nel calcio porterei quei sostituire il meno capiente Tommaso Allan - Rugbista concetti di educazione e riFlaminio. Tommaso Allan è arrivato in Nazionale sicuraspetto verso l’arbitro da parte dei giocatori ma anche del pubblico, ideali che invece mente nel momento di maggior popolarità del rugby in sono alla base del rugby. Italia e, nonostante i suoi 25 anni, già parla da veterano di questo sport. In un’estate che ha visto la mancata Quali sono le qualità che il rugbista non può non partecipazione della Nazionale di calcio al Mondiale, avere? parola ad un membro di un’altra truppa azzurra che, Secondo me la determinazione, tanta volontà e un po’ nonostante le poche vittorie, sta crescendo di anno in di “aggressività” interiore o agonismo che ad alti livelli anno tra l’entusiasmo di pubblico e appassionati. | 96 |


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Tommaso Allan viene convocato da Conor O’Shea per il Sei Nazioni 2018, dove parte da titolare in tutte e cinque le partite del torneo. Nel corso dell’ultimo match contro la Scozia mette a segno due mete ed un totale di 22 punti.

nello sport, e specialmente in uno sport di contatto come il nostro, sono sempre richiesti. Soprattutto perché, diciamo, il rugby non è proprio lo sport “del tè”. Debuttante a 20 anni in Nazionale maggiore con meta all’Australia. Miglior giocatore nell’ultimo Italia-Scozia con 22 punti e nel XV ideale dell’ultima gara del torneo 6 Nazioni. Hai solo 25 anni, ti senti un predestinato o comunque una colonna portante della Nazionale presente e futura? Spero di essere importante, ovviamente io voglio

rimanere il più a lungo possibile in questa squadra per aiutarla a ottenere risultati quanto migliori. L’ultimo anno è stato buono, voglio continuare così, andare avanti in questo modo e migliorare ancora. Del mio debutto non ricordo tantissimo, era un po’ tutto offuscato. Mi vengono in mente gli inni, il mio ingresso dalla panchina, la meta all’Australia me la ricordo abbastanza bene. Eravamo a Torino, c’era una bellissima atmosfera anche se abbiamo perso con un bel margine. È stata però una bella esperienza che ricorderò per sempre. Nonostante la Nazionale non raccolga molte vittorie mantiene da quasi 10 anni un seguito di pubblico incredibile. Come spieghi questo fenomeno e come vedi il movimento tra 10 anni?

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Il pubblico è sempre caloroso, ci spinge continuamente e questo è incredibile nonostante i risultati non giochino a nostro favore. L’Olimpico poi ci sostiene sempre. Non posso dirti come sarà l’Italia tra 10 anni ma tra 2 la nazionale sarà sicuramente una buona squadra: stiamo lavorando molto bene e negli ultimi 2/3 anni in particolar modo, da quando è arrivato Conor (il ct O’Shea, ndr). Anche se i risultati ancora non si vedono noi nello spogliatoio sappiamo che il movimento sta crescendo e che quella che abbiamo intrapreso è la strada giusta. È un processo un po’ lento ma costante, una Nazionale progredisce in modo più lento rispetto ad un club ma siamo sicuramente sulla strada giusta, stiamo crescendo e siamo sempre più confidenti sul livello che raggiungeremo.

Quando e quanto duramente si allena un rugbista del tuo livello? Quanti sacrifici hai fatto per arrivare dove sei ora? Tanti sacrifici e tantissimo allenamento. A livello professionistico ci si allena dal lunedì al venerdì con un giorno di riposo, ma alla fine non si tratta proprio di riposo perché ti ritrovi a fare palestra o massaggi prima della partita del weekend. Ricordo che all’inizio del mio percorso sportivo, quando andavo ancora a scuola, ho fatto molte rinunce: magari non andavo alle feste con i miei amici perché avevo allenamento il giorno dopo, facevo cose che non tutti i giovani avrebbero fatto. Ma è un sacrificio che bisogna fare per arrivare a questi livelli. Ne è valsa però assolutamente la pena, non ho nessun tipo di rimpianto: è stata una mia scelta e sono contento di averla seguita e adesso sono sulla strada giusta.

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Hai vissuto e giocato all’estero, che differenze hai notato con l’Italia per quanto riguarda il rugby e la sua cultura? All’estero questo sport è molto seguito e praticato sin da giovanissimi, perfino un bambino inizia a giocare a rugby perché è una disciplina più inserita nella cultura sportiva. Come dicevi prima, in Italia c’è più una tradizione legata al calcio quindi la maggior parte dei bambini gioca a pallone piuttosto che a rugby. In altri paesi un ragazzino, già da quando ha 5 o 6 anni, si ritrova a più stretto contatto con il rugby e ovviamente più si gioca, più si impara, più si diventa forti. Un ragazzo in Italia si ritrova a dover imparare più cose in minor tempo, proprio perché arriva meno formato.

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Nel 2015, in occasione della Coppa del Mondo in Inghilterra, si è piazzato all’8º posto nella classifica dei migliori realizzatori di punti del torneo davanti all’inglese Owen Farrell

come si sta avvicinando l’Italrugby a questo appuntamento? Quando è arrivato il nuovo Ct la prima cosa che ci ha detto è che avremmo dovuto intraprendere un percorso di 4 anni per arrivare al meglio al Mondiale. Ogni cosa la facciamo soprattutto in preparazione del torneo, quindi magari adesso la gente non capisce ma noi lavoriamo non solo per il presente ma anche per l’appuntamento in Giappone, per arrivarci performanti. L’obiettivo è passare i gironi, non sarà facile ma è un obiettivo che possiamo raggiungere.

Parisse è sicuramente il simbolo di questa Italrugby. Com’è il capitano nello spogliatoio? Sergio è sempre stato un buon capitano, ci aiuta sia dentro che fuori lo spogliatoio. È una persona aperta, si aspetta il 100% da ognuno di noi quindi ti spinge continuamente a dare il meglio. Ovviamente se non lo dai non è contento: ti sprona, ti motiva, spinge tutti a dare il massimo. È comunque una pretesa giusta, anche perché se qualcuno non performa o non gioca bene poi in campo tutta la squadra ne risente.

Se dovessi convincere un bambino a iniziare a giocare a rugby, cosa gli diresti? Che è uno sport favoloso, che ha una cultura completamente diversa da tutti gli altri sport. Ti insegna disciplina e rispetto, ti permette di stare sempre a contatto con persone nuove e ti dà la possibilità di farti molti amici. Essere rugbista per Tommaso Allan significa… Significa aver realizzato e vivere il sogno che avevo da bambino. Alessandro Creta

Tra un anno e mezzo ci sarà il Mondiale. Avete intrapreso un determinato percorso col Ct O’Shea, | 100 |



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ESTATE COL VENTO A FAVORE In questi mesi l’Italia conferma la sua forte tradizione nautica con molte location sparse per tutto lo Stivale pronte ad ospitare regate e manifestazioni di settore

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Da Roma a Imperia, da Palermo al Lago di Garda, su acqua dolce o salata, saranno centinaia le imbarcazioni che solcheranno le onde più belle d’Italia. Sia che si tratti di barche a vela o a motore, ecco un piccolo vademecum per non perdere gli eventi principali dell’estate italiana. V NAZIONALE FIREBALL Quella “Fireball” è una classe particolarmente amata nei paesi anglosassoni, tanto che ad arrivare a Trevignano Romano sono più di 30 equipaggi britannici. Il lago di Bracciano, l’ottavo in Italia per estensione, è la sede di questa gara che vede ogni anno una forte presenza di imbarcazioni internazionali. Oltre alla Gran Bretagna, che in ogni edizione porta la sua massiccia presenza, la maggior partecipazione internazionale proviene dalla Repubblica Ceca. Una curiosità: negli scorsi anni partecipò anche un equipaggio della Namibia. La regata è prevista per il 21 e 22 luglio. www.fireball-italia.it

SULLA ROTTA DELLA STORIA Una corsa che solca i mari del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico, attraversando le mitiche Colonne d’Ercole, che da Livorno arriva sino a Madeira e per il giro di boa prima di fare ritorno in Italia toccando anche Ibiza e Sardegna. Dopo il buon esordio dello scorso anno, anche questa stagione torna la Madeira Open Race, 25 giorni (1-25 luglio) per veri appassionati di questo sport, 25 giorni di vero contatto con il mare per i partecipanti di questa regata che, nonostante sia solo alla seconda edizione, promette di affermarsi come uno dei maggiori eventi estivi del settore. Una competizione di oltre 3.000 miglia tra Italia, Spagna e Portogallo, sulla rotta degli antichi navigatori che dal Belpaese salpavano per andare alla scoperta del nuovo mondo. Chi può partecipare? Oltre alla Classe 950, anche i Class 40 e i Sun Fast 3600, tutte barche molto simili come concept. Ovviamente la classifica, per categoria, sarà in tempo reale. Per ulteriori informazioni sulla gara, visitate il sito ufficiale www.madeira950race.eu

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| PASSIONE IN MARE |

CARTHAGO DILECTA EST Una competizione che collega Africa e Italia, sulla rotta Hammamet-Roma. La Carthago Dilecta Est è una delle maggiori regate del Mediterraneo e quest’anno giunge alla 20esima edizione. Il nome della competizione riprende la celebre citazione del generale romano Catone “il Censore” che, in un periodo di conflitto con la città africana, così chiudeva ogni suo discorso pronunciato al Senato. Con un gioco di parole quindi Carthago Delenda Est (Cartagine deve essere distrutta) diventa Carthago Dilecta Est (a Cartagine bisogna divertirsi). Nata nel 1999 la regata si propone come evento sportivo e culturale che affida alla vela l’occasione per far incontrare e abbracciare le due sponde del Mediterraneo. La gara si svolge dal 31 luglio al 3 agosto 2018 sul percorso Roma-Hammamet (toccando anche l’isola di Ventotene) e sarà protagonista dal 31 luglio sino al 3 agosto. Alle diverse Regate della Carthago Dilecta Est– Tunisie Sailng Week 2018 sono collegate serate di gala e premiazioni presso i porti di partenza e di arrivo in Italia e Tunisia. Potranno essere organizzate anche altre regate collegate al programma principale. www.carthagodilectaest.com Giorgio Migliore

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VIVERE IL BUSINESS

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UN NEGOZIO DIGITALE PER LE PMI ITALIANE Con TIM Digital Store si moltiplicano le soluzioni su misura per le imprese che desiderano offrire ai propri clienti un’esperienza di acquisto semplice e personalizzata e modalità d’interazione coinvolgenti e multicanale

Un Paese sempre più connesso è un Paese in cui le abitudini di consumo e le esperienze di acquisto si evolvono in maniera sempre più rapida. Cambia lo stile di vita, dunque, e cambia la customer experience. È la “retail revolution”, la trasformazione del commercio moderno il cui fattore determinante è quell’e-commerce che ormai nel mondo vale oltre 2mila miliardi di dollari*. Anche in Italia la crescita è innegabile e sorprendente: secondo i dati pubblicati lo scorso maggio dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of management del Politecnico di Milano e da Netcomm, quest’anno il valore degli acquisti online toccherà i 27 miliardi di euro con un incremento di oltre 3,6 miliardi (+15%) rispetto al 2017. Per aiutare le aziende a cogliere tutte le opportunità della digitalizzazione TIM Digital Store (digitalstore.tim.it), il marketplace di servizi business, arricchisce il suo catalogo con una nuova famiglia di soluzioni finalizzate a supportare le imprese che vogliono aprire il proprio negozio online. * Fonte: “Worldwide Retail and Ecommerce Sales: eMarketer’s Updated Forecast and New Mcommerce Estimates for 2016—2021”


VIVERE IL BUSINESS Un partner per intraprendere un percorso di trasformazione in uno scenario in cui si aprono sempre nuove sfide. Da un lato, per rimanere al passo con il graduale cambiamento del comportamento di acquisto degli italiani che si spostano sempre più sul canale digitale con un’incidenza attesa del 6,5% sul totale dei consumi retail. Dall’altro lato, per poter soddisfare le nuove tipologie di consumatore, come “l’onlife consumer”, l’utente sempre connesso grazie allo smartphone, che interagisce con i brand in maniera personalizzata, utilizzando tutti i canali che l’azienda mette a sua disposizione. Il device mobile al centro della crescita, dunque, grazie alla possibilità di condividere le proprie esperienze e la virtualità che aumenta l’interazione con il cliente: nel prossimo futuro saranno ben un terzo gli acquisti online effettuati da smartphone. Ciò che è certo è che il retail tradizionale per creare le migliori interazioni con il digitale dovrà cambiare tenendo conto di una molteplicità di fattori, dalle necessità di un consumatore omnicanale a una rinnovata logistica, dal nuovo quadro regolamentare della data protection all’epayment. Per questo le proposte del TIM Digital Store comprendono soluzioni rivolte ai piccoli commercianti e alle imprese individuali ma anche alle grandi aziende e ai freelence, spaziando tra i vari settori. Il tutto per offrire al cliente una shopper experience semplice, personalizzata e coinvolgente.

I dati rivelano una crescita nella domanda e della fiducia dei clienti nel commercio elettronico: quest’anno il valore degli acquisti online toccherà i 27 miliardi di euro con un incremento di oltre 3,6 miliardi (+15%) rispetto al 2017

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TIM E-commerce Easy

È la soluzione che consente di aprire un negozio sul web in modo semplice e rapido. Permette, attraverso un unico pannello di gestione, di caricare i diversi prodotti, inserirli in categorie personalizzate, renderli disponibili, gestire le spedizioni, gli ordini, i coupon promozionali e tutto quello che serve per presentare i prodotti al meglio. Consente inoltre di offrire ai clienti una facile modalità di acquisto favorendo l’incremento delle vendite.

Joykos (powered by Joykos)

Un social market place dove ogni impresa che si registra ha la sua vetrina per mostrare e vendere beni e servizi. I clienti possono accedere ad un “catalogo” di imprese italiane da qualsiasi dispositivo, comunicare con i negozianti tramite chat, acquistare online e seguire i loro negozi preferiti per essere sempre aggiornati su offerte e novità. Il servizio è pensato sia per le vendite all’ingrosso sia al dettaglio.

Sito Magico (powered by Sync)

È la soluzione che permette la creazione di un sito web e-commerce a partire dalla pagina Facebook dell’impresa. Grazie al servizio è possibile infatti importare i contenuti e creare un sito web già popolato e completo. Basterà semplicemente continuare a pubblicare foto, eventi e post sul social network per mantenere il sito automaticamente aggiornato.

Web&You (powered by Wedit)

Racchiude gli strumenti fondamentali per le aziende che si affacciano sul mondo del web con l’obiettivo di far crescere il business grazie al sito e alle campagne pubblicitarie sul web. È una soluzione “chiavi in mano” e modulare, che prevede cioè l’aggiunta di altri piccoli tasselli, complementari o accessori, strategicamente rilevanti per il proprio business, come quello dell’e-commerce.

Vetrina Power

È la soluzione di TIM che permette alle imprese di valorizzare la propria presenza in Rete e di gestire attraverso un unico pannello di controllo i canali Web e social della propria attività e i servizi di comunicazione, marketing ed e-commerce. In particolare, grazie alla soluzione è possibile, per esempio, aggiornare e gestire da smartphone i profili social della propria azienda, inviare SMS ed email alla propria lista di clienti, personalizzando la comunicazione, gestire i coupon attivabili online, inviare e gestire codici promozionali e codici fedeltà e fornire assistenza ai clienti attraverso l’utilizzo di una live chat.

Semplisio (powered by HQUADRO)

Una piattaforma cloud scalabile che offre, a seconda del profilo commerciale acquistato, strumenti di gestione delle attività di marketing e comunicazione online, ottimizzazione dei processi aziendali, report e controllo attività. Consente di avere una visione d’insieme di tutta l’azienda on line e di gestire con un’unica password visite, fan, ordini e segnalazioni. Tramite un pannello di controllo permette di vendere via App e Web utilizzando un e-commerce semplice ed evoluto, integrato con le maggiori piattaforme di commercio online.

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TRACYANNE & DANNY

by “TRACYANNE & DANNY”

by Riccardo Cavrioli

(Merge - 2018)

REST IN PEACE

by “BOYS” (PNKSM - 2018)

Questa collaborazione tra Tracyanne Campbell e Danny Coughlan aveva già avuto un primo inizio anni fa, ma non era ufficialmente partita, anche perché la cantante stessa dei Camera Obscura si era dovuta concentrare sull’album “Desire Lines”, a tutt’oggi l’ultimo della band scozzese. L’aria è pervasa da quell’emozione palpabile e coinvolgente che caratterizza la nascita e lo sviluppo di un nuovo progetto, portato avanti da due musicisti tutt’altro che alle prime armi, ma non manca nemmeno quel senso di amarezza e dolore che ancora aleggia dopo la scomparsa di Carey Lander, tastierista dei Camera Obscura. Non potrebbe essere altrimenti. Ne nasce così un disco che emana calore ed emozione, prendendo tanto da un aspetto riflessivo, vulnerabile e intimo quanto da una volontà più celebrativa e vitale. Cosa aspettarsi in ambito musicale? Beh, momenti che rimandano alla precedente band di Tracyanne non mancano, arrangiamenti preziosi e perfettamente studiati che accentuano uno spirito anni ’60, caramelle indie-pop, Burt Bacharach che benedice il tutto e una perfetta concordia vocale tra i due protagonisti. Uno di quei dischi di cui ti accorgi di avere realmente bisogno nell’attimo stesso in cui hai finito il primo ascolto, perché stai già ripartendo dalla traccia uno senza quasi rendertene conto.

Nora Karlsson ha solo 22 anni, ma è stata al lavoro su questo album per un lungo periodo di tempo, guarda caso proprio quello dell’adolescenza, periodo travagliato per eccellenza, dove tutto sembra andare per i fatti suoi: emozioni a mille, situazioni incasinate con genitori, amici, fidanzato, scuola…è tutto normale certo, ma c’è chi decide di mettere questo “ribollire emotivo” in musica. Ecco Boys. Ecco “Rest In Peace”. No, non aspettatevi un disco punk, con incazzature sbattute in faccia, no, qui il messaggio è veicolato con la carrozza dorata dell’indie-pop, ma in un modo così variegato e suggestivo che non possiamo che ammirare la dovizia di particolari musicali inclusi nel disco. Per inquadrare (a grandi linee) il sound della fanciulla potremmo parlare di un dream-pop che va a collidere, in modo delizioso, con un piglio guitar-pop più classico, dai profumi anni ’60. Ne risulta così uno di quei lavori in cui, in primis, brilla quel gusto prettamente nordico (la fanciulla è svedese) di gestire e strutturare le melodie, che emergono sempre in modo spontaneo, ma sopratutto nel quale la varietà, citata prima, è propedeutica a capire le sensazioni provate durante la lunga scrittura dei brani. Un disco che diventa fotografia vivida e preziosa di un momento di vita. Un disco bellissimo.

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