MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 121 - ANNO 2018
EURO 5,00
Pink Floyd: Their Mortal Remains
L’INTERVISTA
INTERVISTA A MANUELA DI CENTA
BOAT SHOW
ACADEMY AWARDS
INCONTRI D’ARTE
NUOVE METE
Luigi Borgato e l’arte del pianoforte Italia e Oscar: una storia d’amore
Ricordi d’oro, fino in fondo, sempre L’arte contemporanea ad Arte Fiera
Miami e Dubai pronte a salpare Alla scoperta dell’Albania
EDITORIALE
TEMPO D’INCONTRARSI, D’INCONTRARE L’ARTE Il sapore delle giornate uggiose, ormai, lo conosciamo bene e, diciamocelo, non vediamo l’ora di abbandonarlo. Non disperate, ci siamo quasi, quasi al giro di boa, a quella fase dell’anno che è fondamentale e che, per tradizione, definisce l’andamento dei mesi a venire e del protrarsi del triste inverno. Quale modo migliore, allora, che dedicarsi alla grande arte per uscire dalla comfort zone domestica e incontrarsi, dedicarsi alle riflessioni. Tante le occasioni. Una tra tutte, l’incontro con l’arte degli immortali Pink Floyd, in mostra a Roma con “Their mortal remains”, un’esposizione che sta facendo il giro del mondo e che celebra i 50 anni dalla fondazione della storica band britannica. Ma è di più, un’esperienza multisensoriale in un mix di immagini, suoni e spettacoli, un viaggio immersivo e teatrale all’interno del mondo e della storia della band, tra memorabilia, strumenti vintage, filmati, documenti inediti ed elementi scenici dei concerti. Anche Bologna si circonda d’arte e di appassionati per il quarantaduesimo appuntamento di Arte Fiera, la prima fiera d’arte contemporanea in Italia e tra le prime in Europa, guidata per il secondo anno consecutivo da Angela Vettese: l’appuntamento è nella gigantesca piazza di BolognaFiere, in cui ammirare le opere e dibattere di arte moderna e contemporanea. Febbraio è, da sempre, anche mese di cinema. Quest’anno il carrozzone degli Oscar posticiperà di poco la sua tradizionale collocazione, ma non potevamo fare a meno di dedicare spazio al grande cinema: prendetela come una preparazione, un po’ come un detox prefestivo per poter apprezzare al meglio e senza rimorsi le star, i red carpet e le pellicole. Un appuntamento oltreoceano che ci permette di omaggiare il grande cinema nostrano, rispolverando i grandi nomi italiani che hanno fatto la storia della kermesse, perché, del resto, anche “il cinema è mito”.
Franco Del Panta
MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 121 ANNO 2018
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38
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SCENARI CONTEMPORANEI
MARKE TING
P A S S I O N E , C U LT U R A
UNA PROMESSA È UNA PROMESSA
I SEGRET DEL BUON MARKETER
EURO 5,00
DI POESIA C’È SEMPRE BISOGNO
40 BUSINESS, EDITORIA E MUSICA
IL CONTENUTO È PRINCIPE, ANCHE PER LA MUSICA
48 L’ITALIA DEL SAPER FARE
RICONOSCERE IL LIMITE E SUPERARLO
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I N T R AT T E N I M E N T O
LA RADIO GIOVANE È DIVENTATA GRANDE
IL MONDO CHE (NON) CAMBIA
LA COSTA RICA APRE IL 2018 ELETTORALE
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N U OV I C U LT
IL FASCINO DELLO SCULT CHE VINCE IL GOLDEN GLOBE
DONNE IN BUSINESSS
LA MODA GREEN NASCE ORANGE
34 SFIDA MOBILE
A BARCELLONA LE NOVITÀ DAL SETTORE MOBILE
54 DARK SIDE OF THE ART
IL “WALL” DEI PINK FLOYD NELLA CITTÀ ETERNA
60 L E O P E R E , I P R OT A G O N I S T I
INCONTRI D’ARTE
78 ITALIA DA OSCAR
ITALIA E OSCAR: UNA STORIA D’AMORE
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
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SULLO SCAFFA LE
CITTÀ IN MASCHERA
FEBBRAIO LETTERARIO
86 SERIE TV
THE WALKING DEAD: NESSUNO È AL SICURO
AL VIA LA FESTA PIÙ COLORATA DELL’ANNO
Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010 Progress n°121/Febbraio 2018
112 ME TE DA SCOPRIRE
ALLA SCOPERTA DELL’ALBANIA
Uffici Commerciali Roma, Viale Liegi, 14 - 00198 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com
118 AU T O E M OT O
90 TALENTI AI FORNELLI
SFIDARSI IN CUCINA NON È ROBA DA RAGAZZI
94 FASHION IN PROGRESS
UN SALONE RICCO DI EMOZIONI
122 FOCUS MOBILITÀ
IL NOLEGGIO HA UNA MARCIA IN PIÙ
THEORY OF FASHION
98 RICORDI D’ORO
FINO IN FONDO, SEMPRE
102 H OT E L L E R I E
FUGA A 5 STELLE
126 SULL’ONDA
LO YACHT COMPATTO CHE SA MERAVIGLIARE
132 B O AT S H OW
MIAMI E DUBAI PRONTE A SALPARE
Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, S. Riva, M. Bertollini, M. Pituano, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
LABIRINTO MASONE: PERDERSI TRA ARTE E BAMBU’ Inaugurato due anni fa venne subito insignito del primato di più grande labirinto del mondo costituito interamente da bambù. Il Labirinto della Masone, la cui realizzazione ha beneficiato del patrocinio dell’editore Franco Maria Ricci, si trova nell’omonima località in provincia di Parma. Occhio a non addentrarvi incautamente all’interno della struttura: il labirinto infatti è composto da circa 200 mila piante di bambù, alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse con un’estensione di ben 7 ettari.
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BAUDELAIRE TORNA IN VITA TRA MONTMARTRE E LA TORRE EIFFEL A Parigi rivive il poeta de “I Fiori del male”. Per le strade della capitale francese i luoghi simbolo che hanno visto protagonista Baudelaire e le sue opere. by Giorgio Migliore A 150 anni dalla morte di Charles Baudelaire Parigi ricorda il suo poeta maledetto. La capitale francese è protagonista nel celebrare l’artista con un film che lo ripropone per le strade della città. Una produzione che vede un italiano, Massimiliano Finazzer Flory, nei panni del famoso poeta e che proietta fisicamente lo scrittore esponente del simbolismo all’interno della sua Parigi. ‘Parigi Baudelaire, passeggiata poetica’, questo il titolo del docufilm, vede alla regia Luca Bergamaschi che celebra il grande poeta ponendolo di nuovo nella città che lo ha visto protagonista fino a metà ‘800. Baudelaire torna a vivere nella capitale visitando i luoghi simbolo della città. Dal Louvre a Montmartre, dalla Senna a Notre Dame, passando per gli Champs Elysees l’attore recita poesie scelte dai ‘I fiori del male’, brani di prosa come ‘La moneta falsa’ e frammenti polemici da ‘Il mio cuore messo a nudo’. Messi in mostra i luoghi più importanti nei quali lo scrittore ha trascorso lunghi periodi per farci immedesimare nella sua quotidia-
nità. Protagonista della pellicola ‘Parigi Baudelaire, passeggiata poetica’ anche l’Hotel Du Quai Voltaire, in una delle cui stanze il poeta soggiornava durante la realizzazione della sua opera più importante, ‘I fiori del male’. Nel ricordare l’artista maledetto come non intraprendere, poi, un viaggio tra i luoghi che lo scrittore amava frequentare: non solamente i punti più famosi della capitale ma anche le dimore del poeta. In un ideale viaggio attraverso Parigi citiamo l’Hôtel de Lauzun (al numero 17 di Quai d’Anjou), dove Baudelaire soggiornò dal 1843 al 1845. Al 25 di rue des Marais-du-Temple, oggi rue Albert Thomas, nel X arrondissement, il trentenne Charles abitò invece dal 1851 al 1852. In seguito si trasferì poco vicino, al numero 11 di boulevard Bonne-Nouvelle. Per scoprire i ristoranti e le taverne dove il tormentato Charles consumava i suoi pasti bisogna passeggiare per rue de l’Ancienne Comédie, dove c’era il Restaurant Pinson, oppure spostarsi nel XIX arrondissement: qui si trovavano La Brasserie des Martyrs ai numeri 7 e 9 di rue des Martyrs, Le café de Madrid a boulevard Montmartre numero 6.
TUTTI I MOTORI PORTANO A LONDRA
Una delle caratteristiche che rende unico questo evento è la pista al coperto, dove le auto classiche vengono accese e guidate. Tra le Si accendono di nuovo i motori altre interessanti novità del London in vista di uno dei più importanti Classic Car Show di quest’anno c’è incontri internazionali sul monil Getaway Cars: un tributo a quei do dell’automobile. veicoli divenuti celebri nei film d’aTra il 15 e il 18 febbraio il London zione che le hanno viste protagoniClassic Car Show si fa più grande ste. Philip Glenister, noto nei panni di che mai: presso l’ExCeL London Gene Hunt nella serie televisiva “Life by Stefano Valentini aumenta l’area di esposizione che on Mars” e nel suo spin-off “Ashes to copre una superficie superiore a Ashes”, cura e presenta lo spettacolo dieci campi da calcio e vede la presenza di oltre 700 automobilistico Getaway che ha tra le protagoniste anauto d’epoca da ammirare da vicino. che l’Audi Quattro rossa guidata proprio dal personagLa prima auto ad essere annunciata per il London Clasgio Gene Hunt. Nella lista delle auto dei “film classici sic Car Show del 2018 è ‘The Beast of Turin’, ovvero la criminali” troviamo anche il furgone MK1 Transit, la Fiat S76. Una vettura unica che fu costruita nel 1911, Jaguar Mark 2, la Sierra Cosworth e la Mini Cooper S, in soli due esemplari, per affrontare la Blitzen Benz e impiegata da Charlie Croker (Michael Caine) e la sua rubarle la corona di ‘auto più veloce del mondo’. banda per fuggire dai Carabinieri di Torino nel film La Bestia di Torino con il suo motore da 300 cv e The Italian Job. Lo spettacolo si terrà proprio accanto 28.353 cc di cilindrata nell’aprile del 1912, a Long alla Historic Motorsport International, che celebra le Island, riuscì a percorrere il miglio a 290 km/h e portaauto da corsa dei diversi periodi storici e presenta re a casa il nuovo traguardo. alcune delle più grandi vetture di F1, rally e sportive.
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UNA BERLINO DA GUARDARE Cresce l’attesa per la 68esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino Anche se non è il più importante, grande o antico d’Europa, il Festival di Berlino sta acquisendo sempre maggior interesse da parte dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori: ogni anno richiama circa 500 mila visitatori attirando 20 mila professionisti, tra cui 4 mila giornalisti provenienti da 120 nazioni. L’attesa crescente per la 68esima edizione è stata alimentata anche dai titoli dei film che concorrono per l’Orso d’oro. Ad aprire la pista, il 15 febbraio, è Wes Anderson con “Isle of dogs”, film d’animazione girato in stop motion con le voci di attori del calibro di Bryan Cranston, Edward Norton, Tilda Swinton, Scarlett Johansson e Jeff Goldblum. Originale e commovente la trama di questo film che vede come protagonisti dei cani del 2037, costretti all’isolamento dal sindaco della città di Megasaki - nell’arcipelago giapponese - per la loro crescita incontrollata e la diffusione di una misteriosa “influenza canina”. L’isola che li ospita è destinata all’accumulo di rifiuti. Un dodicenne, Atari Kobayashi, riesce a raggiungere l’Isola dei cani per ritrovare il suo Spots. Dopo un brusco atterraggio viene soccorso da
un gruppo di meticci che emozionati dal coraggio e dall’attaccamento del ragazzino nei confronti del suo amico a quattro zampe smarrito decidono di aiutarlo. Un ritorno atteso è anche quello di Gus Van Sant che si presenta “di gran carriera” con il film “Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot”. La storia di questo film è basata sulla memoria di John Callahan un ragazzo di 21 anni che rimasto by Stefano Valentini tetraplegico a seguito di un incidente stradale, cade in depressione e inizia ad abusare di droghe e alcool. Ma il protagonista, interpretato da Joaquin Phoenix, inizia ben presto a lottare utilizzando il disegno come forma di terapia e riuscendo a divenire un fumettista famoso proprio per la sua particolare ironia. Tra gli altri protagonisti del film Rooney Mara, Jack Black e Udo Kier. L’Italia è rappresentata da Laura Bispuri, regista di “Figlia mia”. Il nuovo lungometraggio è stato tra i primissimi titoli svelati dalla Berlinale e, come svelano le parole di Laura Bispuri, consiste in “un viaggio in cui tre figure femminili si alternano, si cercano, si avvicinano e si allontanano, si amano e si odiano e alla fine si accettano nelle loro imperfezioni e per questo crescono”. Le protagoniste Valeria Golino e Alba Rohrwacher sono le due donne che si contendono l’amore di una figlia, interpretata dalla piccola Sara Casu. www.berlinale.de
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DUE POPOLI, DUE TRADIZIONI… UNA CITTÀ
TUTTI PAZZI PER IL SUPER BOWL Sale la febbre per il match in programma per il 4 febbraio.
Il capodanno è ormai passato da tempo per noi, ma chi ancora non l’ha festeggiato è il popolo cinese che trova a New York una folta comunità.
Qual è l’evento televisivo capace di attirare un pubblico che oscilla tra i 90 e i 110 milioni di spettatori? Sì, avete indovinato, è proprio il Super Bowl. L’appuntamento è per il Il Capodanno Cinese nella Granby Stefano Valentini 4 febbraio allo U.S. Bank Stadium di de Mela è considerato una vera e Minneapolis, Minnesota, dove verrà propria attrazione turistica, seconda incoronato il campione della stagione 2017. Il match - per dimensioni - solo al Capodanno di Pechino. Se il 16 verrà trasmesso negli Stati Uniti dal network NBC e se febbraio avete la fortuna di essere in vacanza nella “cavi trovate nella città di New York sappiate che saranno pitale del mondo” potrebbe essere davvero interessante molti, se non tutti, i pub a trasmettere la partita. Tra raggiungere le strade di Chinatown e assistere all’ingresi luoghi più noti troviamo il Professor so nell’anno del Cane. Thom’s consigliato da Time Out Uno dei simboli più caratteristici, perfetto per un foto come il posto “numero Uno” dove ricordo, è l’Empire State Building che per l’occasione si andare a vedere il Super Bowl; colora di giallo e rosso (i colori della Cina) con lo spettaquesto pub è sicuramente uno colo che diviene sempre più impressionante quando alla dei più cool e il prezzo, che si agmezzanotte, come rito benaugurale per cacciare via gli gira sui 100 dollari, include solitaspiriti maligni, vengono sparati i fuochi d’artificio. La festa mente Champagne, birra e open dura ben 15 giorni a partire dalla bar. Side Bar è invece un’alternavigilia del nuovo anno e si carattiva più sobria, un luogo ideale per terizza per essere un gustarsi birra e partita, trasmessa su momento di unione ben 21 televisioni e proiettori presenti tra le famiglie che riall’interno. Altra scelta per questo trovano in strada le forti, giorno di sport potrebbe essere il e per noi tanto curiose, Treadwell Park, un locale ideale per tradizioni culturali. Nei gli amanti della birra: qui vi aspetgiorni successivi al 16 tano oltre 20 varietà di birre alla si può assistere alle spina più altre numerose in bottiglia, colorate sfilate con i estere e locali. L’ambiente gode di draghi cinesi, danze un clima rustico e caldo. Arredato e giochi. Gli eventi con tavoli in legno, un camino e più importanti a cui murales dipinti a mano dall’artista non mancare? Il 25 colombiano Brian Boerner. Altre febbraio la parata di centinaia di scelte sono possibili Chinatown e, a chiunella “città che non dorme mai”, sura del Capodanno, basta solo svegliarsi in tempo. la Festa delle Lanterne. | 12 |
TAMBOUR HORIZON BY LOUIS VUITTON, TECNOLOGIA E LUSSO AL POLSO
che nessun orologio sia uguale all’altro. Realizzato in collaborazione con Google e Qualcomm lo smartwatch è compatibile sia con i dispositivi Andoid che iOS. Gli avvisi non vi faranno perdere nemmeno una notifica: mail, messaggi Anche la famosa maison francese Whatsapp, sms, sveglia e contapassi si getta sul mercato hi-tech. Dal saranno a portata di polso, così come design pensato a Parigi e realizzale mappe all’interno dell’orologio che to in Svizzera, ecco il primo smart saranno delle vere e proprie compagne watch griffato Louis Vuitton. by Giorgio Migliore di viaggio. L’orologio infatti è dotato Sulla scia del grande successo che dell’app City Guide che contiene 29 negli ultimi anni stanno avendo gli smartwatch, anche Louis guide turistiche delle maggiori città del mondo. Il tutto conVuitton ha deciso di buttarsi su questa particolare fetta fezionato all’interno di un dispositivo con 4 gb di memoria di mercato. Lo scorso luglio è stato presentato “Tambour interna, 512 gb di ram e retto dal sistema operativo Android Horizon”, un orologio studiato nei minimi particolari, dalle Wear 2.0. Il display è un AMOLED da 390x390 pixel con finiture dettagliate e ovviamente dedicato ad una ristretta diagonale da 1.2 pollici. Connettività presente con Wi-Fi parte di consumatori. Realizzato sull’iconico design nato 802.11b/g/n per utilizzare il device anche senza doverlo nel 2002 e rappresentativo della produzione Louis Vuitton per forza connettere ad uno smartphone. Non presente Tambour Horizon offre, ancor prima di funzionalità di livello, invece il cardiofrequenzimetro. Il prezzo di questo mix tra un’estetica personalizzabile e mai banale. Sia nelle boutilusso, estetica e funzionalità non è certo accessibile a tutti. que, infatti, che sul sito ufficiale l’acquirente può realizzare il Si parte dai 2300 euro per la versione “base” sino ad arrisuo modello scegliendo tra un’ampia gamma di quadranti vare ai 2800 per quella più sofisticata. e cinturini (30 per uomo e altrettanti per la donna), in modo it.louisvuitton.com
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Un evento imperdibile per gli appassionati che darà modo di vedere in un’unica sede espositiva i capolavori dell’artista, prestati al museo italiano dalle più autorevoli gallerie L’artista, scomparsa nel 1954, internazionali. Quella di Milano sarà è protagonista al Museo delle una mostra innovativa, dove saranno Culture di Milano con una mostra presentate nuove chiavi di lettura e interamente dedicata. L’espodi studio delle opere esposte grazie sizione dal primo febbraio al 3 anche alle ricerche di Diego Sileo, giugno. curatore della mostra. by Marika Tiberi Una proposta interattiva che comTra gli artisti più amati del XXI secoprenderà laboratori di pittura e interlo spicca per lavori e personalità la disciplinari. Verranno, infatti , letti gli scritti e i diari di pittrice messicana Frida Kahlo. L’artista, sull’onda della Frida, raccontando il Messico della pittrice, la cultura, nuova rivoluzione femminista, ha incarnato nella sua le tradizioni, ma anche la moda, il cibo, il territorio figura rinnovati ideali e aspirazioni delle donne e non grazie al Festival della cultura messicana che accomsolo. L’arte della Kahlo trae ispirazione da sé stessa e pagnerà la mostra. dalla sua biografia: il corpo femminile è dipinto Dai primi di gennaio Milano si è trasformata per senza il filtro della percezione dell’uomo o l’occasione e, abbandonato l’allestimento dei canoni imposti, la realtà spesso cruda natalizio, si è decorata nelle vetrine di fiori e drammatica si mischia con elementi colorati, gonne ampie, camicie, cuscini del folklore tipicamente messicano, e borse che riproducono il volto della regalando un tripudio di colori e Kahlo e le sue opere. Dietro la figura quell’etnicismo che caratterizza le autorevole dell’acclamata pittrice vi sue opere. è un business fiorente che non ha di Nel 2018 siamo di fronte a una certo lasciato indifferenti i commerFrida Kahlo riscoperta, ristudiata e cianti milanesi. Un evento, quello della sempre più apprezzata anche al di mostra, strettamente consigliato agli fuori dei salotti artistici e dalla sua amanti dell’artista. Un viaggio alla scoterra natia. Una vera donna-modello perta di Frida e del Messico del ‘900. che per l’importanza e il carattere Frida Kahlo, oltre il mito, al Mudec-Muattuale delle sue opere verrà celebraseo delle Culture di Milano. Biglietti da ta dall’1 Febbraio al 3 Giugno 2018 in 15 euro, previste riduzioni per i bambini. una mostra, “Frida Kahlo, oltre il mito” al Per info .www.mudec.it MUDEC-Museo delle Culture di Milano.
IL MITO DI FRIDA KAHLO RIVIVE A MILANO
NOVITÀ DA NON PERDERE... DI VISTA
in buona salute, come recentemente comunicato dall’Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici (ANFAO) - che detiene la proprietà dell’evenTorna anche quest’anno l’appuntato Mido. Nel 2017, infatti, la crescita mento con Mido, la fiera internazionale leader del settore occhialeria. tendenziale in valore dei primi 8 mesi è stata del 4%, l’export di montature è Mido trova le sue radici nella decisione aumentato del 5,8% e gli occhiali da di un gruppo di imprenditori italiani sole hanno registrato un +3%. Il Presidel settore di creare un evento fieristidente Giovanni Vitaloni ha così dichiaco dedicato all’universo occhiale negli by Stefano Valentini rato che “la forte presenza sui mercati anni ‘70. Oggi questo evento, giunto mondiali è un elemento importante per alla 48esima edizione, rappresenta un momento unico il nostro settore: per questo, l’associazione continuerà in cui si trova tutto ciò che di nuovo viene ideato, reaa sostenere le imprese nel percorso di internazionalizzato e presentato in anteprima agli operatori, il tutto lizzazione, attraverso le iniziative congiunte con ICE in una cornice ricca di avvenimenti, personalità di e il potenziamento di MIDO, per renderlo sempre più spicco del settore, informazioni e servizi. Per quanto attrattivo per i buyer”. Mido costituisce, dunque, un riguarda le aree espositive quest’anno cresce il padiluogo d’incontro per realizzare affari, creare contatglione More! che trova al suo interno due aree interesti, scoprire e lanciare le tendenze del mercato. Un santi: la prima è dedicata all’innovazione ed è il Mido esempio è quello di Canali che - dopo aver siglato un tech, qui le aziende che producono strumenti e macaccordo di licenza pluriennale con L’Amy America per chinari utilizzati nell’industria ottica possono esporre la produzione e la distribuzione in esclusiva della nuoi loro prodotti; la seconda area è il Lab Academy che va collezione di occhiali da sole e montature da vista riunisce i nuovi designer e le start-up al debutto sul - presenterà al Mido 2018 la linea Canali Eyewear palcoscenico internazionale del Collection, in vendita in tutto il monsettore. Settore che dido a partire da marzo. mostra di essere www.mido.com
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A RIMINI PROTAGONISTE LE SPECIALITÀ BIRRARIE
Non solo birra però nei padiglioni di Rimini Expo, accanto al luppolo sarà presente anche il cibo. “Food Attraction” è la sezione speciale dedicata ai prodotti e tecnologie del settore ho.re. ca, evento che rafforza l’aspetto gastronomico della fiera e che propone anche sfide di cucina tra chef professionisti, italiani e internazionali. Beer Attraction, l’appuntamento consolidato per tutti gli appassionati di birra e per gli operatori del settore.
Nella patria della piadina la birra la farà da padrona dal 17 al 20 febbraio. Al via la fiera internazionale “Beer Attraction”. In alto le pinte e si spillino le birre, i boccali tornano a riempirsi a Rimini dove, dal 17 al 20 febbraio, sarà di scena “Beer Attraction”, la fiera internazionale delle specialità birrarie. L’evento, giunto alla quarta edizione, si propone come una delle maggiori esposizioni del suo settore e i numeri confermano il successo a livello europeo. Presso l’Expo Centre di Rimini Fiera sono attesi, infatti, oltre 20.000 visitatori, più di 400 espositori e 90 tra convegni e workshop. Una fiera che mette in mostra le specialità birrarie tra prodotti artigianali e grandi marchi internazionali. A sottolineare l’importanza dell’evento le partecipazioni di brand del calibro di Guinness e Krombacher (che saranno le maggiori new entry di questa edizione), mentre sono confermate Ceres e Peroni. Una fiera, quella riminese, che si è affermata come unico appuntamento B2B in Italia rappresentativo dell’intera filiera, dalla tecnologia al prodotto finito. Beer Attraction si propone come piattaforma internazionale che permette alle aziende nazionali di sviluppare il proprio export e alle aziende estere di approcciare il mercato italiano.
Data: 17-20 febbraio 2018 Organizzazione: Italian Exhibition Group SpA in collaborazione con Unionbirrai, FIC Federazione Italiana Cuochi; con il patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Comune di Rimini e Italgrob; media partners: GBI, Il Mondo della Birra Accesso: dal 17 al 20 febbraio aperto esclusivamente agli operatori professionali, solo nella giornata di sabato 17 febbraio: aperto anche al pubblico (maggiorenne) dei foodies e consumatori gourmet Orari: sabato 17, domenica 18 e lunedì 19 febbraio: 10.00 – 18:30; martedì 20 febbraio: 10.00 – 17.00 Per maggiori info visitate il sito ufficiale: www.beerattraction.it | 20 |
LA MUSICA TORNA PROTAGONISTA NEL SANREMO DI BAGLIONI
definito 0.0 riguarda un concreto richiamo all’identità della musica, tanto che anche gli ospiti internazionali sono stati invitati a interpretare dei brani che possano esprimere al Il cantautore romano imprime la meglio una certa “corrispondenza di sua orma alla 68esima edizione del Festival della Canzone Italiana amorosi sensi” con l’Italia. Sul palco dell’Ariston, tra Giovani e Campioni, Claudio Baglioni, gran cerimoniere si avvicenderanno 28 artisti in gara all’appuntamento irrinunciabile con e durante la serata del venerdì si agby Elisabetta Pasca la sacra liturgia del Festival della giungeranno altri 20 artisti per eseCanzone Italiana, giunto alla sua guire gli attesissimi duetti. Attraverso 68esima edizione, presenta un’edizione segnata proi quattro sistemi di votazione del Televoto (da telefonia fondamente dalla sua sensibilità di artista. Insieme al fissa e da telefonia mobile), della giuria Demoscopicantautore, il quale è chiamato a indossare gli impeca, della giuria della Sala Stampa e della giuria degli gnativi panni di dominus supremo, grazie al doppio Esperti si arriverà, progressivamente nelle 5 serate ruolo di direttore artistico e presentatore, sul palco del Festival, a definire le graduatorie che decreteranno le canzoni e gli artisti vincitori di Sanremo 2018 nelle di Sanremo 2018 ci godremo anche l’inedita coppia sezioni “Campioni” e “Nuove Proposte”. Nella QuarMichelle Hunziker e Pierfrancesco Favino. La protata Serata verrà premiata la canzone/Artista vincitrice gonista assoluta della kermesse, però, sarà, come è nella Sezione Giovani e nella Quinta Serata, quella del sacrosanto, la musica: Baglioni ha lavorato proprio per Gran Finale, verrà premiata la canzone/Artista vincitritornare a garantirne la centralità, dopo una serie di ce nella Sezione Seniores. Le premesse sono davveedizioni forse troppo spettacolarizzate che rischiavano ro delle migliori, se è vero che Sanremo è sempre di mettere in secondo piano lo scopo principale della Sanremo, quest’anno ne sentiremo davvero delle belle. manifestazione, ossia promuovere la musica leggera Musica, maestro! del Belpaese. La piccola rivoluzione di questo Festival
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CONTINUA LA CAMPAGNA SOCIALE DI DLINK
quello di dare un attimo di tregua a tutte la “mamme disperate” che non Continua la campagna sociale di riescono a dialogare con i propri DLink per riscoprire la bellezza figli, se non su WhatsApp, spingere delle “connesioni” umane gli amici a vivere dei momenti privati e ricordare agli innamorati come Per i grandi brand è sempre tempo emozionarsi guardandosi negli occhi, di fare bilanci e porsi nuovi obiettivi: senza l’online. Seppure attraverso una per il 2018 D-Link, azienda leader nel chiave divertente, la campagna ha settore della tecnologia wireless e del by Margherita Pituano l’obiettivo di fare una seria riflessione networking, invita tutti a condividere su un tema molto sensibile. “Avere i post della campagna sociale dell’aaccesso a Internet è ormai un fatto sempre più pervazienda e taggare un parente o amico a cui si vuole sivo e comune, ma proprio per questo è importante dire #ConnettitiResponsabilmente, perché è giusto non abusare di questa opportunità: #ConnettitiReessere connessi, ma con responsabilità. “Rendere sponsabilmente vuole incentivare a riflettere anche sul disponibile a tutti una connessione wireless a inter-
valore della rete” ha dichiarato Alessandro Taramelli, Country Manager D-Link Italia. Ecco perché, per ogni post contenente #ConnettitiResponsabilmente e pubblicato o condiviso sui social media, D-Link ha donato l’equivalente del costo di un’ora di connessione internet alla Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani” di Milano. Testimonial d’eccezione dell’iniziativa è Tessa Gelisio, nota conduttrice televisiva, scrittrice e ambientalista. Una campagna che prosegue durante tutto il 2018, affrontando anche altre tematiche legate alla responsabilità online, per promuovere una maggiore educazione digitale
net è la nostra mission, ma crediamo anche che sia importante non sprecare o abusare di questa grande opportunità. Crediamo che sia fondamentale riconnettersi al mondo reale, alle persone a noi care, soprattutto durante le festività. Ecco a cosa serve la campagna #ConnettitiResponsabilmente” ha dichiarato Stefano Nordio, Vice President D-Link Europe. La campagna #ConnettitiResponsabilmente, diffusa attraverso i canali social media dell’azienda, vuole ricordare ai navigatori incalliti di staccare gli occhi dallo smartphone e tornare a coltivare le proprie relazioni nel mondo reale, con la propria famiglia e gli amici. L’obiettivo è | 24 |
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UNA PROMESSA È UNA PROMESSA Dall’abolizione del canone RAI e dei vaccini obbligatori, al salario minimo legale, passando per reddito di cittadinanza e aumento delle pensioni minime: il punto sulla legislatura che verrà
Sale il termometro politico in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo e non mancano le chiamate alle urne. «Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare» aveva detto il Presidente della Repubblica parlando del rischio astensionismo, ma il gigantesco puzzle delle proposte elettorali, ad oggi, è ben lontano dall’essere completato o, almeno, ricongiunto. Una campagna elettorale che ricorderemo a lungo, noi spettatori più o meno entusiasti dell’affannosa e affannata corsa a chi spara la promessa più grossa. Per ora possiamo immaginarla così questa XVIII legislatura della Repubblica italiana, un paradiso in Terra dove saremo sollevati dal peso del canone RAI, delle tasse universitarie e dove potremo godere di reddito di cittadinanza, salario e pensioni minime. Un mondo possibile? Probabilmente no, se si scosta la cortina del populismo e si fa qualche conto. Prendiamo il caso di quello che Pd, Forza Italia e M5s rispettivamente chiamano reddito di inclusione (Rei), reddito di dignità e reddito di cittadinanza. L’unico già disponibile dall’inizio di gennaio è, appunto, il Rei varato dal governo Renzi e attuato da Gentiloni che andrà a non più di 700mila famiglie per un costo fino a 1,7 miliardi l’anno. Del reddito di dignità godrebbero, invece, 2 milioni di nuclei, ma per la modica cifra di 29 miliardi e, quanto al reddito di cittadinanza, secondo l’Istat di miliardi ne basterebbero 14,8, previsione comunque non delle più rosee se si considera che gli 80 euro renziani costano circa
10 miliardi all’anno e che l’eventuale introduzione di un sussidio universale inciderebbe sul deficit, anno per anno. 1,7 miliardi di euro sarebbero, invece, necessari per abolire totalmente il canone RAI(un’imposta che nel panorama europeo pesa meno che altrove). Anche l’idea tutta renziana di introdurre un salario minimo legale tra i 9 e i 10 euro l’ora è stata messa in discussione da molti osservatori che vedono un rischio altissimo per i dipendenti, con la reazione delle aziende all’innalzamento del costo del lavoro con licenziamenti o con esternalizzazioni verso il sommerso. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, non perde occasione di rilanciare, promettendo di cancellere le norme Lorenzin sui vaccini, additati come un rischio per la salute. “Dire che dieci vaccini sono un rischio enorme infatti è una bugia. Una bugia pericolosa, un’affermazione che va contro il consenso scientifico di tutta la comunità medica mondiale. Una bugia che se creduta può fare diminuire la copertura vaccinale (altro che corretta informazione) e può causare malattie e morti” - ha tuonato su Facebook Roberto Burioni, l’immunologo del San Raffaele da tempo impegnato in una campagna pro-vax, uno che di campagna elettorale di certo ne sa ben poco, ma che ha dato più volte prova di non mancare di buon senso e che ha poi sentenziato - “Ma parli della riapertura dei postriboli, che fa meno danni”. Sì perché c’è anche questo, ma non vogliamo rovinarvi tutte le sorprese. Martina Morelli
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LA COSTA RICA APRE IL 2018 ELETTORALE Questa prima parte di anno sarà un periodo importante per quanto riguarda le sfide elettorali, non solo per quel che concerne l’Italia, ma anche su scala internazionale. Prima della chiamata alle urne, sia nel nostro Paese che in Russia, il 4 febbraio sarà tempo di elezioni in Costa Rica
progressista Luis Guillermo Solís, appartenente alla siniLa Costa Rica si pone come paese americano pecustra del Partido acción ciudadana (Pac). liare e interessante sia sul piano politico-amminiDalle ultime analisi possiamo evincere i volti dello strativo sia su quello sociale. Drastica la sua scelta scontro finale e delineare il profilo del possibile nel 1949, immediatamente dopo la guerra civile, di vincitore. In testa risulta essere Juan Diego Castro, smantellare l’esercito e di non costiturine più uno da del Partido integración nacional (Pin), con il 18% ormai quasi 70 anni. delle preferenze. La sua figura è ,tuttavia, piuttosto La Costa Rica è una democrazia tra le più antiche contestata e poco apprezzata dall’opposizione, in e forti dell’America Latina, naturalmente, di molti infatti lo accostano al Presidente statustampo pacifista. Nel 1986 fu eletto presidennitense Donald Trump. Al secondo posto nei te Óscar Arias Sánchez che varò un piano sondaggi troviamo Antonio di pace per il centroamerica in Álvarez Desanti, appartenente un periodo di forti agitazioni La sfida elettorale in Costa Rica sarà al Partido liberación nacional politiche, aggiudicandosi, per tra il socialdemocratico Antonio Álvarez (Pln), con il 14% delle preferenquesto, il premio Nobel per la Desanti – sopra, del tradizionale ze. Terzo in questa particolare pace nel 1987. classifica troviamo Rodolfo La Costa Rica detiene anche un Partido liberación nacional (Pln) – Piza Rocafort, del Partido primato mondiale per quanto e il conservatore Juan Diego Castro unidad social cristiana (Pusc). riguarda l’uso delle energie rinI temi caldi di queste elezioni novabili. Il piccolo paese abbonsono parsi fin da subito la lotta al narcotraffico, le unioni da di risorse energetiche naturali, e dimostra di saperle civili e l’immigrazione, con un possibile indurimento delle gestire e utilizzare al meglio. Nel 2017, dati del Centro nazionale di Controllo dell’Energia alla mano, il 99.35% politiche migratorie e sulla cittadinanza che, come nella maggioranza degli stati centroamericani, ad oggi si basa della corrente elettrica prodotta è stata di provenienza sul principio dello Ius Soli. Non ci resta che attendere. non fossile. Percentuale altissima, la più importante nel Marika Tiberi paese negli ultimi 30 anni. Il virtuoso stato centroamericano manterrà la sua linea positiva anche con il prossimo governo? Juan Diego Castro, del Partito Integrazione Nazionale, è il favorito e In carica fino all’8 maggio rimarrà l’attuale presidente nell’ultimo periodo, secondo i sondaggi è passato dal 15% al 18% | 28 |
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LA MODA GREEN NASCE DALL’ORANGE Enrica Arena ci ha raccontato la storia di Orange Fiber, una scommessa vincente che si trasforma di giorno in giorno, crescendo all’insegna del superamento di nuove sfide per raggiungere obiettivi sempre più grandi Grazie a #SheMeansBusiness, l’iniziativa nata appositamente per sostenere le donne d’impresa, lanciata da Facebook in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale (FMD), abbiamo potuto esplorare il florido orizzonte dell’imprenditoria femminile nel nostro paese, la quale, grazie all’utilizzo adeguato degli strumenti e delle possibilità di promozione offerte da piattaforme come Facebook e Instagram, può incrementare sensibilmente le sue prospettive di sviluppo. Un esempio virtuoso in questo senso ce lo offre l’esperienza di Orange Fiber, creatura delle catanesi Enrica Arena e Adriana Santanocito, azienda green all’avanguardia che produce tessuti di alta qualità partendo dai sottoprodotti dell’industria agrumicola. Come nasce l’idea di Orange Fiber: qual è la sua storia? Il progetto nasce dall’intuizione di Adriana Santanocito di poter creare un tessuto partendo da un tipo di materiale ecologico e inedito, in questo caso le arance. Adriana ha studiato Fashion Design presso l’AFOL Moda di Milano e, alla fine dell’anno accademico 2011/2012, ha deciso di dedicare la sua tesi proprio all’esplorazione di nuovi possibili tessuti da utilizzare Enrica Arena e Adriana Santanocito, le due giovani siciliane che hanno dato vita ad Orange Fiber, un nuovo tessuto ricavato dalle bucce d’arancia con cui Ferragamo ha realizzato una nuova collezione.
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nel settore fashion, ipotizzando di poterne ricavare una nuova tipologia partendo appunto dagli agrumi. Questa idea è stata fortemente supportata dalla professoressa di Adriana, che l’ha introdotta al Politecnico di Milano dove ha potuto conoscere una serie di professori di Orange Fiber, creatura chimica, uno dei quali le delle catanesi Enrica Arena ha consentito di testare la fattibilità del progetto e Adriana Santanocito, è l’azienda all’interno dei laboratori green che produce tessuti di alta del Politecnico stesqualità partendo dai sottoprodotti so. Da una parte c’era dell’industria agrumicola. dunque il desiderio di portare avanti un’idea innovativa, e, fortunatamente, dall’altra si sono presentate tutte le condizioni più propizie affinché ciò accadesse. In laboratorio finalmente ha preso vita quanto fino a quel momento era semplicemente teorizzato su carta. Sempre grazie alla sua scuola di moda, Adriana è potuta venire a conoscenza anche delle opportunità offerte alle start up in un momento storico in cui esse non erano ancora al centro dell’attenzione come lo sono oggi. In occasione della presentazione di uno di questi bandi, Adriana mi ha chiesto di entrare a far parte del team per integrarne la struttura ed è iniziata così ufficialmente l’avventura di Orange Fiber. Siamo partite in maniera piuttosto ingenua all’inizio, ma poi le cose hanno cominciato a ingranare e allora abbiamo deciso di dedicarci a tempo pieno alla start up, cercando bandi pubblici e investitori esterni per sostenere la nostra attività, fino ad arrivare alla creazione del prototipo del tessuto e alla nascita dell’azienda vera e propria nel 2014. Adriana e io siamo entrambe catanesi, per cui la scelta delle arance come punto di partenza rivela anche un forte legame con il territorio. Col tempo ci siamo rese conto anche di quanto convenisse riutilizzare il sottoprodotto delle arance, ossia il residuo della spremitura industriale, quella parte del frutto non destinabile a uso alimentare: questa consapevolezza ci ha consentito di stringere partnership con gli spremitori, in modo da creare una sinergia virtuosa e una crescita davvero sostenibile. Dal sottoprodotto riusciamo a ottenere attraverso i nostri procedimenti della cellulosa, la quale, dopo ulteriori trattamenti, diventa filabile e, di conseguenza, viene filata e tessuta. | 31 |
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Essere pioniere non è mai una passeggiata: quanto è stato accidentato il vostro cammino? Le difficoltà ci sono state e non sono finite: fa parte dell’esperienza di ogni imprenditore trovarsi davanti a ostacoli da superare per raggiungere l’obiettivo. I problemi poi si evolvono in base al ciclo di vita dell’azienda: nel nostro caso, le problematiche maggiori sono riconducibili alla disponibilità di capitali, anche se noi siamo state fortunate, perché abbiamo potuto partecipare sia a bandi nazionali sia a bandi regionali. Dal punto di vista dei fondi privati, la disponibilità degli investitori a scommettere su qualcosa di industriale ma ancora fortemente innovativo non è ancora tantissima. Inoltre, noi abbiamo a che fare con una filiera produttiva molto complessa. Un progetto che abbraccia una filiera che va dalle arance a un tessuto, con passaggi molto verticalizzati, non può non incontrare dei nodi da sciogliere: noi facciamo parlare tra loro tutti i componenti della filiera e, in qualche misura, copriamo anche delle caselle di produzione. È importante trovare persone competenti per fare insieme questo viaggio: è impegnativo, è una grande sfida. In occasione del 47esimo Earth Day, Ferragamo e Orange Fiber hanno presentato la prima collezione moda realizzata con tessuti ricavati dai sottoprodotti della lavorazione industriale delle arance.
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Come si è sviluppata e cosa ha significato per voi la collaborazione con un big della moda come Salvatore Ferragamo? Il rapporto con un marchio prestigioso come Salvatore Ferragamo si è sviluppato per oltre un anno fino a portare alla realizzazione di un prodotto finito: sono state create anche delle stampe ad hoc ispirate al Mediterraneo per impreziosire il nostro tessuto. I capi sono stati lanciati lo scorso 22 aprile in occasione della Giornata della Terra e il ventaglio comprende circa 15 realizzazioni differenti che vanno dal foulard all’abito al twin set, per dimostrare come il nostro tessuto possa essere declinato nelle applicazioni più diverse. Per noi è stato un sogno che diventa realtà, perché Ferragamo significa Made in Italy, significa qualità e significa attenzione alla sostenibilità, ossia tutti i valori che animano il nostro operato. Condividere un senso etico comune con un brand del genere è stato un punto importantissimo per la nostra crescita e per la nostra personale soddisfazione. L’attenzione alla filiera è stata totale: dall’utilizzo dell’energia fino alle risorse umane coinvolte. Per noi e per loro è stato fondamentale includere tutto nel grande racconto della sostenibilità. Lo scorso 26 settembre, in occasione dei Green Fashion Awards, Ferragamo ha presentato un outfit realizzato interamente in Orange Fiber,
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dalle scarpe alla borsa passando per l’abito: il risultato finale era del tutto diverso da quanto visto prima e dimostra davvero come questo tipo di materiale possa essere versatile. Nel futuro di Orange Fiber c’è…? Ci piacerebbe prevedere il futuro. Al momento, quello che stiamo cercando di fare e che ci tiene impegnate è produrre del nuovo materiale e decidere con quale brand stabilire una nuova collaborazione e lanciare una nuova collezione. Le sfide sono sia di natura produttiva che di natura commerciale. Nei nostri sogni c’è l’obiettivo di crescere e di supportare il progetto in modo da poter aumentare l’impatto dell’acquisto sostenibile di materiali su scala più grande. Infatti stiamo portando avanti anche una serie di attività più istituzionali, come, ad esempio, la presentazione del progetto a Bonn in occasione di un evento collegato alla Cop 23, la conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite. Siamo presenti inoltre nel report presentato dalla Ellen MacArthur Foundation a proposito del futuro delle fibre nel tessile. Accanto alla narrazione della nostra storia non dimentichiamo mai di essere in prima linea per costruire una nuova sensibilità e un’educazione rispetto ai temi della sostenibilità e del futuro della moda. La moda è il secondo settore più inquinante al mondo, per cui bisogna sempre mantenere alta l’attenzione e la volontà di trovare nuove soluzioni di sviluppo. Elisabetta Pasca
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A BARCELLONA LE NOVITÀ DAL SETTORE MOBILE Come ogni anno la fine di febbraio coincide con il maggiore appuntamento per gli appassionati del settore mobile. A Barcellona è tutto pronto per il MWC e c’è grande attesa per i nuovi Samsung, LG e Huawei. Che la sfida tra i maggiori brand telefonici abbia inizio
“Creating a better world”. Questo lo slogan e che ogni anno alzano l’asticella all’interno del dell’edizione 2018 del MWC, il Mobile World settore mobile. Un evento quello di Barcellona Congress che si terrà a Barcellona dal 26 febche “apre” idealmente il nuovo anno per quanto braio al primo marzo. Nella città catalana andrà in riguarda il settore degli smartphone, un ambito in scena il più importante evento fieristico del settocontinuo aggiornamento e definizione che fa di un re della telefonia mobile, appuntamento annuale device uscito solo pochi mesi prima un prodotto imperdibile per chi vuole rimanere sempre aggiorgià “vecchio” rispetto a quelli che si presenteranno nato sulle ultime novità di settore o per i semplici più innovativi e prestanti. appassionati. Si è parlato molto nelle ultime settimane di Barcellona è, ormai dal 2006, la sede fissa del Moquello che sarà il prodotto flagship di casa Sambile World Congress, evento che nacque nel 1987 sung. Il Galaxy S9 rappresenterà, assieme al col nominativo di Pan European Digital Confesuo “fratellone” S9 Plus, un’evoluzione degli S8 rence (fiera itinerante), cambiò denominazione che nell’anno passato rivoluzionarono il modo per la prima volta nel 2005 in GSM World di intendere e usare uno smartphone. Conference sino ad assumere nel 2008 il Borderless, senza tasti fisici nella parte nome attuale. Ogni anno tra le 50.000 e frontale, riconoscimento facciale e design innovativo: quele 60.000 persone accedono ai padiglioni della fiera sti i punti di forza dei “Sono a buon punto i preparativi per il di Barcellona, incuriosite “vecchi” top di gamma dai prodotti che verranno Samsung che si appreMobile World Congress 2018, che mira a messi sul mercato da lì a stano ad essere rinnodiventare l’evento più importante e vati. Una vera e propria poco e desiderosi di toccare ambizioso che abbiamo mai organizzato” con mano in anteprima gli “prova del 9” per la casa Michael O’Hara, direttore marketing della MWC smartphone protagonisti coreana chiamata a ridella stagione. spondere ad Apple che, Ogni anno, infatti, i maggiori brand di telefonia con iPhone 8 ma soprattutto iPhone X, ha riscosso scelgono il MWC per presentare al mondo le ultime un grandissimo successo tra gli utenti. Samsung novità, i dispositivi che si contenderanno il mercato rispetterà le dimensioni già presentate con S8, in S9, infatti, le vere novità riguarderanno il software Il GSMA Mobile World Congress (altrimenti conosciuto dello smartphone e le sue caratteristiche interne. come MWC) è la più importante fiera al mondo sulla teleIl design del Galaxy S9 e S9 Plus sarà simile al fonia mobile, a cui partecipano numerosi amministratori delegati in rappresentanza di operatori telefonici, produttori predecessore S8: Infinity Display con schermo in e fornitori provenienti da tutto il mondo.
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18,5:9, probabilmente con bordi ancora più sottili, e con le dimensioni da 5,8 pollici per l’S9 e 6,2″ per l’S9 Plus. Con il processore Snapdragon 845 (per l’Europa Exynos 9810) con 4 GB di RAM, (6 GB di RAM per la versione Plus) e 64 GB di memoria interna S9 si presenterà come uno degli smartphone più potenti sul mercato, dotato di uno scanner di impronte digitali che a meno di clamorose sorprese sarà posto sotto la fotocamera sul retro e non più a fianco. C’è molta attesa sull’uscita del nuovo smartphone Samsung; top di gamma che dovrebbe essere annunciato tra il 25 e il 26 di febbraio e messo in commercio attorno ai primi di marzo. Il Mobile World Congress di Barcellona rappresenta anche per LG e Huawei l’occasione buona per presentare quelli che saranno i futuri flagship devices. La prima mostrerà al mondo il nuovo LG G7, il telefono che dovrà confermare e migliorare il buon risultato ottenuto lo scorso anno dal G6. Lo schermo avrà lo stesso fattore di forma 18:9, con la possibilità che venga montato un pannello OLED con risoluzione QHD. Per quanto riguarda la memoria è lecito attendersi almeno 6 GB di RAM e 64 o 128 GB di memoria interna, con un comparto fotografico che sarà quasi sicuramente confermato rispetto a quello del top di gamma 2017. Per quanto riguarda, invece, il nuovo top di gamma Huawei è stato reso noto ancora poco ma pare che il dispositivo si chiamerà P20. Sicuramente si partirà dalla buona base già posta lo scorso anno con P10 e P10 Plus, smartphone che potevano contare su una fotocamera vero punto di forza del device. Da due anni, infatti, Huawei monta sui suoi dispositivi flagship una camera Leica grazie ad una partnership tra il brand cinese e la casa tedesca. Anche il P20 godrà di questa feature, implementata e supportata dalle novità che proporrà il dispositivo. Stando ai rumors il Huawei P20 può contare su una doppia fotocamera posteriore con lenti Leica, l’ingresso jack audio da 3,5 mm in basso, una porta USB Type-C, un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali posizionato sul retro, due fotocamere frontali, 6 GB di RAM e 128 GB di memoria integrata. Tutte caratteristiche ufficiose, che verranno effettivamente svelate solo pochi giorni prima la presentazione ufficiale. Non solamente presentazioni di nuovi smartphone, al MWC ci sarà spazio anche per convegni e dibattiti dei più illustri esponenti del settore informatico e tecnologico. Tra coloro che terranno un discorso davanti alle migliaia di visitatori ci saranno Brian Houseman (vice presidente di Amazon Usa), Cristopher Young (Ceo di McAfee) e Oren Jacob (fondatore e Ceo di PullString). www.mobileworldcongress.com Alessandro Creta | 36 |
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I SEGRETI DEL BUON MARKETER Gli eccessi, in tutti gli ambiti, sono spesso dannosi, e il marketing non fa eccezione.
Oggi infatti il marketing è dominato dall’egemonia tecnologica che, forte dei potenti mezzi digitali, oscura un’antica arte come quella di chi si occupa di tecniche di mercato. Il marketing è infatti, contrariamente a quanto si possa pensare, un’arte molto antica, praticata di fatto sin da quando l’uomo ha cominciato a vendere qualcosa. I nostri antenati facevano marketing quando studiavano, realizzavano e vendevano un prodotto in grado di risolvere un problema, e per certi versi “stavano avanti” in quanto già tanti anni fa adottavano il paradigma del “customer-centric”, modalità che solo oggi si sta riscoprendo essere vincente dopo decenni dominati dall’approccio “Product-centric”. Sono poi arrivati gli strumenti del marketing moderno, sempre più evoluti e oggi “digitali”. Da bambini a scuola ci è stato sempre insegnato che dobbiamo saper svolgere le operazioni matematiche su carta e a mente, anche se esiste la calcolatrice. Nel marketing moderno il paradigma è lo stesso: stiamo utilizzando la calcolatrice, senza capire perché 2+2 fa 4. Cosa vuol dire? Per lanciare un messaggio usiamo la pubblicità, spesso focalizzata sul prodotto e non sulle vere necessità del target (che spesso non conosciamo), e non ci poniamo troppe domande perché abbiamo a disposizione mille strumenti che pensano a “calcolare” il lavoro per noi. L’obbiettivo del marketing moderno deve essere in primis la ricerca delle basi all’origine della sua efficacia, spostando il focus dallo strumento ai
pilastri del marketing. CONTENUTI E AUTOREVOLEZZA Fare marketing significa raggiungere dei potenziali clienti, dimostrando che abbiamo una soluzione ai loro problemi. La dimostrazione passa necessariamente per l’attrazione e la trasmissione di autorevolezza attraverso la produzione di contenuti. La vittoria della sostanza sulla forma. STRATEGIA Il successo di un brand e l’imprenditoria in generale devono essere vissuti come dei percorsi, e non c’è percorso che non debba seguire una strada tracciata su una mappa. Nel marketing gli strumenti, digitali o analogici che siano, sono solo degli abilitatori di una Strategia che attribuisce loro un senso. Prima la Strategia, poi la tecnologia. AWARENESS Nella quasi totalità dei casi, una rilevante porzione della Strategia di Marketing deve avere come obbiettivo quello di generare notorietà verso un brand, un prodotto o un professionista. La formalizzazione degli aspetti chiave del messaggio di marca renderà agevole l’utilizzo degli strumenti di marketing per la diffusione del messaggio stesso. HUMANIZATION E’ vero che le basi del marketing sono le stesse di 100 anni fa, ma è anche vero che occorre sempre contestualizzare gli approcci al tessuto nel quale si opera. Oggi il mercato è decisamente più affollato di tanti anni fa, e la | 38 |
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crescente difficoltà di scelta da parte dei consumatori impone una riduzione della distanza tra il brand e il cliente. Il consumatore di oggi è evoluto e vuole parlare con il brand, non esserne un passivo fruitore. La parola chiave diventa quindi “umanizzazione” del brand che si “avvicina” e parla come una persona e non come una azienda senza volto. TRUST L’umanizzazione è uno dei cardini, assieme all’autorevolezza, della conquista della fiducia. La relazione tra brand e consumatore, oggi come 100 anni fa, implica l’esistenza di una base fondante costituita dalla fiducia. Non vi è relazione di successo in mancanza di fiducia TECNOLOGIA Come dare la giusta visibilità, come attribuire l’indiscussa importanza dei pilastri del marketing moderno senza lo strumento? La tecnologia oggi è il principale fornitore degli strumenti per l’esecuzione di un piano di marketing. Basti pensare al Digital, senza il quale tutti i messaggi strategici, di contenuto, di notorietà, umanizzazione e fiducia rimarrebbero alti ideali e mai contribuirebbero al successo di un brand.
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L’AUTORE: EMILIO ZUCCA Elabora strategie di marketing digitale per aziende e professionisti che vogliono aumentare il proprio volume di affari attraverso un uso ragionato del web. Consulente da 20 anni, dopo una lunga esperienza in ambito multinazionale ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze ed esperienze ad aziende e professionisti italiani che vogliono crescere. Il suo motto è “Prima la strategia, poi la tecnologia”. www.emiliozucca.com
| BUSINESS, EDITORIA E MUSICA
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IL CONTENUTO È PRINCIPE, ANCHE PER LA MUSICA Parola di Filippo Madella, nuovo managing director dell’edizione italiana di Billboard, la rivista musicale che ha fatto la storia
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| BUSINESS, EDITORIA E MUSICA
C’è voluto più di mezzo secolo, ma alla fine anche in Italia potremo godere dell’autorevolezza di una realtà editoriale come quella di Billboard: è nata infatti a novembre l’edizione italiana di una delle riviste musicali più famose di sempre, edita da Parcle Group. Una novità che farà certamente felici i tantissimi appassionati di musica ma che non lascerà indifferenti anche i meno avvezzi all’intrattenimento musicale. Con sede a Milano, Billboard Italia uscirà con cadenza mensile e, oltre alle celebri classifiche musicali che coprono tutti i principali generi, ci saranno approfondimenti e contenuti speciali su carta e digital (sito, app e canali social), ma non solo. Una nascita che, alla luce del periodo non proprio felice che sta attraversando l’editoria nel nostro Paese, per molti può sembrare un rischio, ma, per chi ha bene in mente quale direzione intraprendere, può essere invece una scommessa che merita di essere fatta. Così come per Filippo Madella, recentemente nominato Managing Director di Billboard Italia. Abbiamo parlato con lui per capire cosa possiamo aspettarci da questa novità editoriale e quali sono gli elementi su cui puntare per renderla davvero vincente.
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Quali sono oggi le principali sfide che deve affrontare chi intraprende un’attività editoriale, tenendo conto che deve necessariamente muoversi tra panorama online e offline? La grande difficoltà del mercato cartaceo è saper interpretare il mondo che lo circonda in quel momento. Tanti editori che conosco cosa hanno fatto? Semplicemente hanno traslato lo stesso contenuto dal cartaceo all’online, ed è una cosa che non può funzionare, perché parliamo di mezzi completamente diversi e di una fruizione totalmente differente. Quando si parla di cartaceo, bisogna riuscire a far capire il valore di quello che si va a portare in edicola e conquistarsi la fiducia del lettore. L’idea è quella di avere due piattaforme dunque, cartacea e digitale, con contenuti pensati, ragionati e raccontati in maniera diversa. Vogliamo prenderci del tempo, ripagare il lettore che può sedersi con calma e approfondire tutti gli argomenti che fanno parte del panorama musicale che in questo momento è molto trascurato. L’editoria musicale è parecchio scoperta ora.
Nell’ottica di voler fare le cose con calma rientra anche la decisione di Filippo Madella, cosa ha portato ideare un prodotto mensile e non oggi a far nascere in Italia una realsettimanale (come invece negli tà come Billboard? Usa)? Quando ci sono questi grandi Avere un prodotto settimanale brand che si affacciano sul merca- Parcle Group raddoppia e porta in Italia oggi è davvero difficile. Negli to, si verificano tanti incroci di deUsa, Billboard è un giornale Billboard, la rivista musicale americana stini. Billboard pensava da tempo B2B, molto verticale e specidi approdare nel mercato europeo, nata nel 1958 e famosa per la classifica fico per l’industria musicale. dei successi discografici Hot 100 e ha scelto l’Italia per iniziare a Noi non vogliamo una rivista farlo, perché ora stiamo vivendo del genere, e questa è una un momento fortunato. differenza di visione rilevante. Nel nostro Paese sottovalutiamo il nostro patrimonio Ovviamente aspiriamo a diventare un media importante musicale, che invece è molto apprezzato in America. Inoltre per il settore, ma vogliamo portare la musica al consumatoquesto brand era alla ricerca di un partner che fosse capace re finale, che va in edicola o sui siti per informarsi e avere di intercettare i suoi valori e poi di “scaricarli a terra”, con stimoli nuovi. Una persona che non ha conoscenze musicali un’impronta territoriale che fosse anche innovativa. così estese può tranquillamente trovare in Billboard Italia Questi sono stati i motivi principali per cui è scattato il un giornale e un sito che fanno al caso suo, così come chi colpo di fulmine tra Billboard Usa e Parcle Group e per invece è particolarmente ferrato sull’argomento: entrambi cui è nato interesse per il mercato italiano, che comunque possono restare aggiornati sulle novità del panorama itasta vivendo un momento frizzante dopo un periodo non liano e internazionale e ricevere notizie su ciò che si trova proprio felice. dietro all’industria musicale. | 41 |
Quindi sono questi gli elementi su cui puntate per attrarre i lettori italiani? Quello che vogliamo offrire è uno spaccato, non troppo tecnico, del mercato musicale, raccontando con qualità e intrattenendo un pubblico più vasto. C’è una fetta di mercato molto ampia che magari non sa cosa sia Billboard, forse ha visto il marchio o ha sentito parlare delle sue classifiche ma non lo conosce con esattezza: vorremmo far affiorare questa realtà al lettore portando alla sua attenzione dei mondi che magari non sono così noti. Approfondimenti, interviste esclusive, sguardo sui backstage: contenuti originali e un linguaggio tutto nostro, autorevole ma anche scanzonato, sia su cartaceo che online. Nella sua carriera si è mosso altre volte nel settore musicale. Immagino dunque che la musica per lei sia anche una passione oltre che un lavoro. In questa pagina, in senso orario: Maneskin, Lo stato Sociale, Calibro 35, The madicine screwdriver cub
Sono molto appassionato ma non esperto. Credo che la maggior parte delle persone però lo sia: la musica è una forma d’arte incredibile e trasversale, che riguarda tutti, a prescindere da età o ceto sociale. Quindi sì, sono un appassionato, e la mia carriera, per una serie di motivi, è rimasta ancorata a questo mondo, e di ciò sono ovviamente molto felice. Non solo articoli e interviste ma anche eventi e partnership. Cosa possiamo aspettarci dal futuro di Billboard Italia? Oltre alla realtà editoriale avremo infatti molto altro. Ad esempio inaugureremo su YouTube un nostro canale dove caricheremo i nostri video, senza dimenticare ovviamente le nostre piattaforme social con numeri sempre in crescita. Poi avremo una parte dedicata allo sviluppo di progetti territoriali che arricchirà i nostri contenuti. Billboard Italia dovrà essere una piattaforma e un media che brand e aziende possono utilizzare per presidiare il campo
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Esattamente. Anche per i miei trascorsi lavorativi, so quanto esso sia importante. Ho dovuto gestire in passato dei team che creassero contenuti utilizzabili per i brand. Il contenuto in questo momento guida: anche in tv si creano delle strutture che diano vita a diversi contenuti. Ogni singolo editore è divenuto oggi un content publisher. Bisogna assolutamente impegnarsi per creare dei contenuti allettanti e interessanti restando però aderenti alla propria realtà, coerenti con la propria natura senza inseguire a tutti i costi i trend del momento. Se si offre al pubblico un prodotto di qualità senza tradire sé stessi, allora si è davvero rilevanti. L’editoria musicale ultimamente ha perso la propria natura inseguendo troppo altri argomenti, perdendo quindi un po’ di credibilità. Oggi però vince chi fa bene quello che sa fare. Noi vogliamo essere così, verticali e aderenti al mondo musicale, intercettando gli appassionati e contaminando chi ne è meno avvezzo ma allo stesso tempo è fortemente curioso di questo settore.
della musica e l’industria musicale secondo l’interpretazione che ne ha lo stesso Billboard. Stiamo costruendo una serie di format che partiranno il prossimo anno e che non esistono ancora nel nostro Paese, degli eventi che saranno legati alle copertine del giornale, degli showcase, delle aree dedicate all’interno di altri concerti dove inviteremo degli artisti a commentare le esibizioni… Sono modelli di intrattenimento che costituiranno il patrimonio commerciale su cui si baserà tutta la parte di contest di Billboard e che daranno vita ad altri contenuti, soprattutto digitali. Lavoreremo quindi tantissimo sul territorio e sulle esperienze, di cui godranno sia i consumatori che i brand. Sembra quindi che la parola chiave sia “contenuto”. In questa pagina, in senso orario: Depeche mode, Tool, Rovy Music, Selton
Lucia Mancini
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ENDEMOL SHINE ITALIA
VITTORIO GALIMBERTI
Leonardo Pasquinelli nuovo AD al posto di Paolo Bassetti
Whirpool Italia, il colosso di elettrodomestici ed elettronica, ha un nuovo General Manager
Endemol Shine Italia ha comunicato Vittorio Galimberti, che dal 2015 il cambio ai vertici della società con ricopriva la carica di General Mal’uscita di Paolo Bassetti che lascia nager Integrated Business Unit (IBU) dopo quindici anni da capo azienda e di Whirlpool EMEA (Europa Medio l’arrivo di Leonardo Pasquinelli come Oriente e Africa), succederà a Lonuovo amministratore delegato. by Margherita Pituano renzo Paolini che ha deciso di intraPer Pasquinelli la nomina è un ricoprendere nuove sfide professionali. noscimento professionale che segna Paolini, entrato in azienda nel 2002, ha avuto un ruolo anche il suo ritorno in Endemol dove aveva lavorato cruciale nel condurre il Gruppo Whirlpool alla leaderper dieci anni dal 2004, alla conclusione di una lunga ship del mercato Italia. carriera dentro Mediaset, con la responsabilità di Vittorio Galimberti ha matudirettore generale e di rato una consolidata espevicepresidente operarienza di marketing e sales tivo. Poi nel 2014 viene in oltre 20 anni di carriera in chiamato a Magnolia grandi realtà multinazionali. – allora sotto il capHa iniziato a lavorare nel pello di Zodiak Media Gruppo Unilever, dove ha Group – per sostituire ricoperto ruoli di crescenla dimissionaria Ilaria te responsabilità in ambito Dallatana nel ruolo di marketing prima di entrare amministratore delein Barilla e successivamente gato. in The Coca-Cola ComPasquinelli ha lasciapany. Nel 2002 è approdato to Magnolia -Banijay in Reckitt Benckiser, prima da una settimana ma, come Direttore Marketing avendo sottoscritto un in Francia, Global Category patto di non concorDirector a Londra e poi come renza, si insedierà a Direttore Generale Polonia Endemol Shine solo nei e Paesi Baltici. Nel 2012 è entrato a far parte di Indeprossimi mesi. sit Company come Regional General Manager West Paolo Bassetti lascia Endemol Shine per diventare, Europe. Sposato e padre di quattro figli, Vittorio ha anche se non è ancora ufficiale, l’amministratore deconseguito la laurea in Business Administration presso legato di Magnolia e coordinare tutta l’attività italiana l’Università Luigi Bocconi di Milano: “Sono molto felice di Banijay. In Magnolia, intanto, le deleghe gestionali ed onorato per questa nuova sfida. Sono sicuro che sono state affidate a Stefano Torrisi, nominato Executigrazie al team di Whirlpool Italia e al nostro portfolio ve Vice President. di brand e prodotti incrementeremo il valore delle partnership con i nostri clienti a favore dei consumatori italiani”, ha dichiarato Vittorio Galimberti. | 44 |
ARMANDO TESTA “CONQUISTA” IL TONNO CONSORCIO
SUBITO TORNA IN TV E SUL DIGITALE CON UNA NUOVA CAMPAGNA ATL
Il celebre marchio spagnolo di prodotti ittici di qualità sceglie l’agenzia milanese per la sua comunicazione
Subito, piattaforma n. 1 in Italia per comprare e vendere, torna in TV e sul digitale con una campagna ideata da Havas Milan
Armando Testa vince la gara ConLa campagna cross-mediale è cosorcio, che affida alla sede di Milano struita intorno ai concetti di velocità e by Margherita Pituano dell’agenzia l’intera gestione stratesemplicità di utilizzo della piattaforma gica e creativa del rilancio della sua e punta a posizionare il brand come comunicazione. un alleato per gli italiani che su Subito possono fare Consorcio, celebre azienda spagnola di prodotti ittici subito gli affari migliori. Il claim “Fai un affare, fallo sudi alta qualità, ha identificato nella storia dell’agenbito”, chiude due storie differenti, in cui i protagonisti zia Armando Testa e nel tratto fortemente distintivo dello spot trovano ciò che stanno cercando o riescono della creatività, il partner ideale per i suoi obiettivi di a vendere ciò di cui volevano liberarsi nei 30’’ dello comunicazione: consolidare la premiumness e auspot, grazie a tre azioni semplicissime: scegli, chatta, mentare il parco consumatori favorendo l’engagement compra oppure scatta, chatta, vendi. con il brand. Nel primo soggetto TV, dedicato alle categorie marLa nuova campagna, studiata dal team AT con la direket di Subito, il protagonista porta a casa la donna dei zione creativa di Michela Sartorio e Monica Pirocca, propri sogni e trova in Subito un alleato per ricreare sarà pianificata in tv a partire dalla tarda primavera l’atmosfera romantica ed eliminare le distrazioni, vendel 2018, con spot multisoggetto. dendo in tempo reale la sua TV. “La nostra “pesca” del 2018 è iniziata con il tonno Il secondo soggetto TV è invece dedicato al mondo migliore che ci sia! Siamo contenti, molto.” dichiara delle auto: la scena vede un uomo molto agitato che Nicola Belli, Consigliere Armando Testa. scende trafelato le scale di un palazzo e intanto con lo smartphone in mano cerca un’auto sull’app di Subito; arrivato in strada trova già ad aspettarlo la vettura scelta su Subito che gli permetterà di accompagnare la moglie che sta per partorire in ospedale. In questo caso il soggetto si rivolge a chi deve acquistare un’auto, sottolineando varietà di scelta e velocità dell’acquisto. Anche i formati pensati per il digitale sono incentrati sulla velocità e semplicità di utilizzo di Subito.
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27 JAN-- 04 FEB 2018
BRUSSELS
GUEST OF HONOUR: CHRISTO
| L’ITALIA DEL SAPER FARE |
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RICONOSCERE IL LIMITE E SUPERARLO Luigi Borgato è uno dei più importanti costruttori di pianoforti, ma è anche un inventore del nostro tempo. A lui si deve il pianoforte più lungo al mondo, creato nella sua bottega,
Una delle sue caratteristiche è quella di alzare l’asticella, sempre e sempre più in alto. Luigi Borgato non si annoia mai, o comunque cerca di stare lontano da quella che è la ripetizione: probabilmente lo fa anche nella vita, ma di sicuro nella professione. Artigiano-accordatore, nella provincia di Vicenza, a Sossano, ha creato la sua bottega, da cui escono fuori esemplari che rientrano a pieno titolo tra i migliori pianoforti al mondo. Nel suo curriculum vanta due brevetti, il Borgato L 282 e il Doppio Borgato L 282 - P 398, e lo scorso settembre ha presentato il Borgato Grand Prix 333, il pianoforte più lungo al mondo. Insieme a sua moglie Paola ha scelto da giovanissimo di lanciarsi in questa sfida, sostenuto dalla follia e dalla passione, quel binomio apparentemente contrastante ma linfa vitale per un progetto così grande. Quando Luigi Borgato ci racconta del suo lavoro questi due sentimenti sono facilmente rintracciabili nelle sue parole, le stesse che spiegano come fare questo mestiere sia stato difficile, a volte forse anche faticoso da portare avanti, complicato nella costanza, ma alla fine straordinariamente appagante. Nella sua lista dei desideri c’è un sogno nel cassetto, il futuro e un’opera da realizzare. Per chi ce lo ha spiegato in questa intervista.
Luigi Borgato nato nel 1963 , assieme alla moglie Paola Bianchi, progetta e costruisce pianoforti gran coda da concerto di concezione innovativa, apprezzati da noti pianisti di fama internazionale.
Lei è l’unico artigiano al mondo capace di costruire pianoforti gran coda da concerto interamente a mano, in ogni loro pezzo. È follia o amore smisurato? Devo ammetterlo, una cosa che mi ha permesso di lanciarmi in questa avventura forse è stata la non conoscenza di tutti gli ostacoli che avrei trovato. E poi l’età, di sicuro quella ha inciso molto: se un giovane di 23 anni sceglie di costruirsi un pianoforte, evidentemente c’è una buona dose di incoscienza ma anche una grande determinazione. È vero che oggi guardando indietro si possono anche fare una serie di valutazioni, ma quando sono partito c’erano grande passione e grande curiosità: senza quelle non avrei mai iniziato. Qual è stata la sua scuola? Chi le ha insegnato a fare questo mestiere? Come mai scelse di fare questo lavoro che oggi, ad un giovane di 20 anni, non verrebbe forse mai in mente? Probabilmente questa è una verità, e me ne dispiace molto: oggi non ci sono molti giovani che si avvicinano a questo mestiere, ma anche perché molti non lo conoscono e non hanno idea di quello che potrebbe essere. In Italia purtroppo non c’è una scuola che dia la possibilità di imparare l’arte di creare pianoforti, occorre essere autodidatti. Io ho fatto così, sono andato in giro ad imparare: quando mi sono trovato per la prima volta a dover fondere il primo telaio di ghisa, sapevo che c’era una fonderia in Germania a Weissenburg, vicino a Norimberga, e lì andai per | 49 |
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imparare come farlo; poi andai a Stoccarda, in una fabbrica che produce elementi meccanici per il pianoforte, e da lì ho ho assorbito consigli e suggerimenti. La mia è stata una formazione itinerante, che mi sono cercato da solo. L’Italia ha una sua storia ma purtroppo non ha mai poi avuto una vera industria del pianoforte. Agli italiani, con Bartolomeo Cristofori, si deve l’invenzione del pianoforte, ma quanto è ancora forte questa tradizione e cosa fare per continuare a coltivarla? Noi abbiamo dei primati straordinari: oltre a Bartolomeo Cristofori, anche il primo pianoforte verticale è stato inventato da un italiano, Domenico Del Mela, nel 1739, così come le prime sonate per questo nuovo strumento sono state di Lodovico Giustini. E uno dei primi compositori e pianisti che lo hanno
“Io produco due pianoforti l’anno e all’interno della mia “bottega” siamo in tre: io, mia moglie e un artigiano e insieme creiamo il pianoforte in ogni sua piccola parte, a parte verniciatura e laccatura”. Luigi Borgato, costruttore di pianoforti
studiato è stato Muzio Clementi. L’Italia in questo campo vanta grandi inventori, poi è venuta a mancare la costanza per creare un territorio proficuo. Ha mai pensato di fondare una scuola? Mi piacerebbe moltissimo e l’ho anche proposto a più istituzioni, ma c’è una burocrazia che a volte diventa purtroppo un freno. Per il momento resta un sogno che mi piacerebbe un giorno realizzare: sogno una piccola accademia, ma ci stiamo lavorando. L’Italia si distingue per l’artigianalità, per il saper fare: è un talento che dobbiamo promuovere. Quanta richiesta c’è dall’estero per le sue creazioni? Chi sono i più sensibili a questo tipo di artigianalità? | 50 |
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Al momento iniziamo ad avere una grande richiesta da parte della Cina, molto sensibile all’innovazione, anche in ambito musicale. Ma c’è anche un’Europa molto attenta con Germania, Svizzera e Francia in prima linea. Da chi è composta l’azienda Borgato? Io produco due pianoforti l’anno e all’interno della mia “bottega” siamo in tre: io, mia moglie e un artigiano e insieme creiamo il pianoforte in ogni sua piccola parte, a parte verniciatura e laccatura. È un lavoro lungo, che abbiamo quantificato in 1600 ore, ma il tutto resta sempre molto appassionante.
Si chiama Gran Prix 333. È il pianoforte più grande al mondo: cinquanta centimetri in più rispetto ai tradizionali pianoforti gran coda che possono toccare i due metri e settanta o i due metri ed ottanta. Quanto è stata importante sua moglie Paola nell’intraprendere e continuare questo cammino? È stata fondamentale. Tutto è nato dopo che ci siamo conosciuti ed è molto difficile pensarci divisi. Lavorare insieme è stato un buon motivo di vita: amare la musica, condividere la stessa passione, seguire grandi pianisti, vedere i nostri pianoforti calcare grandi palcoscenici: è tutto molto appagante. L’ultimo arrivato in casa Borgato è il maestoso «Grand Prix 333», il gran coda più lungo che finora sia mai stato realizzato. Perché ha deciso di intraprendere questa sfida? Io nasco con questa caratteristica, quella di andare oltre. Quando ho costruito il primo pianoforte, non volevo fare qualcosa di già esistente e infatti avevo aggiunto un’invenzione in più, ovvero una corda a metà tastiera Il laboratorio di Luigi Borgato si trova in provincia di Vicenza e da lì escono le sue opere d’arte, destinate a girare i palcoscenici internazionali ed essere suonate dai più grandi musicisti.
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verso gli acuti che ho brevettato nel 1991. Alcuni anni dopo, nel 2000, brevettai il Doppio Borgato, due pianoforti gran coda da concerto sovrapposti, dei quali uno è azionato da una tradizionale tastiera ed il secondo tramite una pedaliera da 37 pedali, simile a quella dell’organo. Terminate queste due invenzioni ho voluto ulteriormente spostare quei limiti che si erano consolidati, i limiti della lunghezza delle corde, e decisi di aumentarle di 50 cm. Aumentare le corde vuol dire aumentare la tavola armonica, spostare tutti i parametri. Quando il pianoforte si trova a condividere la scena con l’orchestra, in concerti molto ricchi di sonorità, si ha la sensazione che il pianoforte meriti qualcosa di più: e allora alcuni anni fa mi sono chiesto se si potesse andare oltre e soddisfare questa percezione. Ci sono voluti 10 anni di lavoro ed oggi posso dire che sì, abbiamo spostato di gran lunga il confine. Forse è questa la mia indole: non sono fatto per costruire qualcosa che esiste già, ma andare alla ricerca del nuovo o che comunque sia in grado di migliorare l’esistente. Il pianoforte moderno non cambiava una virgola da circa 120 anni, è stato un onore renderlo migliore. Il piano al momento non è in vendita, ma lei gli avrà forse dato un costo... Inizieremo a produrre il Grand Prix 333 da inizio 2018, partendo probabilmente da un costo di 433.000 euro. Lei può vantare di aver conosciuto i più grandi concertisti al mondo contemporanei. Se potesse viaggiare nel tempo, per chi sceglierebbe di creare un pianoforte? Pianisti importanti ne ho conosciuti molti e ancora oggi intrattengo con loro dei buoni rapporti, ma un pianoforte lo vorrei costruire non per il passato, ma per il più giovane e talentuoso pianista che deve ancora nascere. Ve l’ho detto, non sono fatto per ciò che è già stato. Elisa Rodi | 53 |
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IL “WALL” DEI PINK FLOYD NELLA CITTÀ ETERNA Roma scelta come prima tappa di un’esibizione mondiale che celebra i 50 anni dalla fondazione della storica band britannica. Una mostra unica organizzata al MACRO
Appuntamento imperdibile per tutti i fan italiani dei Pink Floyd. Dopo mesi di rumors è stata finalmente inaugurata, lo scorso 19 gennaio, al Macro di Roma l’esposizione sulla band inglese. Fino al 29 aprile la Città Eterna ospiterà una mostra che, nelle intenzioni degli organizzatori, ha l’obiettivo di portare in giro per il mondo l’universo Pink Floyd per i prossimi 10 anni.
“Their mortal remains”, omaggio alla carriera dei Pink Floyd approda al Macro. Cinquant’anni di carriera tra musica, copertine, fotografie, e i memorabilia della band inglese “Their mortal remains”, I loro resti umani, questo il titolo dell’evento che accoglierà e raccoglierà al suo interno centinaia di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e non solo. A Roma una mostra che cavalca e conferma il successo della première inglese: a Londra dallo scorso maggio fino ad ottobre l’anteprima dell’esposizione ha interessato più di 350000 visitatori giunti nella City da ogni parte d’Europa, rendendo
quella londinese la mostra a tema più visitata della storia. Un successo che conferma (qualora ce ne fosse stato bisogno) la celebrità di una band che in carriera ha saputo vendere quasi 300 milioni di dischi in tutto il mondo. Lo scorso 29 novembre il fondatore e batterista della band Nick Mason ha annunciato in una conferenza stampa che Roma sarebbe stata la prima città a ospitare la mostra. Un evento unico nel suo genere che, oltre ad essere un must per i fan del gruppo, concede una rinnovata visibilità alla nostra Capitale. All’inaugurazione è stato presente, oltre al già citato Nick Mason, anche l’ex bassista e cantante Roger Waters. Con la mostra vengono celebrati i 50 anni di una band iconica, influente e capace di segnare un’epoca. Al MACRO è possibile viaggiare all’interno della storia del gruppo britannico che, partendo dalla seconda metà degli anni ’60, ha saputo riscrivere le tendenze musicali di una e più generazioni, fino a diventare uno dei complessi più importanti della storia. Una band che alle origini si è dedicata prevalentemente La prima formazione dei Pink Floyd nel 1967: Roger Waters (basso), Syd Barrett (chitarra), Richard Wright (tastiere) e Nick Mason (batteria). L’anno seguente Syd Barrett verrà sostituito da David Gilmour
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alla musica psichedelica e allo space rock, che ha saputo successivamente evolversi e rinnovarsi andando a creare un proprio genere, un rock progressivo caratterizzato da una coerente ricerca filosofica, esperimenti sonori, grafiche innovative e spettacolari concerti. Tutto ciò sarà presente nella mostra, nella quale i visitatori potranno abbandonarsi a un’esperienza multisensoriale in un mix di immagini, suoni e spettacoli ripercorrendo i 50 anni di carriera della band. Un viaggio immersivo e teatrale all’interno del mondo e della storia della band, tra memorabilia, strumenti vintage, filmati, documenti inediti ed elementi scenici dei concerti. Ideato da Storm Thorgerson e sviluppato da Aubrey ‘Po’ Powell di Hipgnosis, che ha lavorato in stretta collaborazione con Nick Mason (consulente della mostra), The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains è un viaggio audiovisivo nei 50 anni di carriera di uno dei più leggendari gruppi rock di sempre e offre una visione inedita ed esclusiva del mondo della band londinese. Un viaggio ideale che i visitatori potranno intraprendere al MACRO di Via Nizza 138, un percorso espositivo che guida il fan seguendo un ordine cronologico, accom-
In 5 mesi di permanenza al V&A Museum di Londra la mostra ha registrato 400 mila visitatori tra i quali Madonna, gli U2 e i Foo Fighters. pagnato dalla musica e dalle voci dei membri passati e presenti dei Pink Floyd. Un ritorno, anche se non sul palco, dei Pink Floyd in Italia. Dopo gli storici concerti di Pompei (1972) e Venezia (1989), Nick Mason e Roger Waters riportano la band nel Bel paese. Lo stesso batterista, nella conferenza stampa dello scorso novembre, aveva specificato come è nata l’idea della mostra e la scelta di farla debuttare a Roma: “…la mostra in realtà è nata in modo meno premeditato di quanto possa sembrare. Quello che si vedrà a Roma sarà sostanzialmente l’allestimento originale con qualche cambiamento, in particolare ci sarà una maggiore attenzione al legame con l’Italia. Soprattutto i concerti di Venezia e Pompei,
“Il momento migliore della mostra? Senz’altro l’enorme ologramma con il prisma rotante della copertina di The dark side of the moon”. Parola di Nick Mason, il batterista e membro fondatore dei Pink Floyd
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perché della nostra prima volta italiana, al Piper di Roma nel 1968 non credo sia rimasto qualcosa…”. Il momento culminante è però quello della Performance Zone, area in cui i visitatori entrano in totale immersione audiovisiva. La zona comprende la ricostruzione dell’ultimo concerto dei quattro membri della band al Live 8 del 2005 con Comfortably Numb appositamente mixata con l’avanguardistica tecnologia audio AMBEO 3D di Sennheiser, oltre al video, in esclusiva per Roma, di One Of These Days, tratto dall’esibizione del gruppo a Pompei. Non si illudano però i fan della band londinese: una reunion della band ad oggi sembra piuttosto improbabile. Lo stesso Waters, infatti, ammette
che non ci sono i presupposti per riunire quel che resta dei Pink Floyd: “Quanto a me io sono pronto, ma al momento né David né Roger sono disponibili. Siamo sempre in contatto ma diciamo che non come se fossimo una sola unità.” Non ci resta, almeno per ora, che visitare la mostra di Roma per entrare (o rientrare) in contatto diretto con la storia dei Pink Floyd. Al MACRO fino al 1 luglio. www.pinkfloydexhibition.com
Alessandro Creta
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INCONTRI D’ARTE Bologna si circonda d’arte e di appassionati per il quarantaduesimo appuntamento di Arte Fiera, che aprirà al pubblico e agli addetti ai lavori dal 2 al 5 febbraio
Torna l’appuntamento con la prima fiera corposa e conta 106 gallerie di arte moderna e d’arte contemporanea in Italia e tra le prime contemporanea. in Europa, guidata per il secondo anno conseQuest’area ospiterà oltretutto la novità di cutivo da Angela Vettese. Arte Fiera, per l’ediquest’anno: Modernity, ovvero una sottosezione zione 2018, conta 150 importanti gallerie pronte a che ha lo scopo di ospitare, all’interno di alcuni trasformare i padiglioni 25 e 26 di BolognaFiere in stand, diverse mostre personali di artisti meriuna gigantesca piazza in cui ammirare le opere e tevoli, indipendentemente dalla data di realizzadibattere di arte moderna e contemporanea. zione dell’opera o dalla tecnica utilizzata. Motivo Le danze si aprono il 2 e il 3 febbraio con l’imche ha spinto la direzione artistica a non costruportante convegno internazionale intitolato “Tra ire un itinerario storico ma un percorso di artisti mostra e fiera: entre chien et loup”, organizzato che hanno un qualcosa in comune, l’attualità. dall’Università luav di Sabato 3 febbraio è in Venezia con il patrocinio programma l’elettrizLa direttrice Angela Vettese dell’Università di Bologna. zante evento che tiene ha sottolineato come la priorità della L’incontro si svolgerà nella sveglia la città: l’Art fiera fosse quella di fare del suo essere Talk Area dove accademici, City White Night, con italiana il suo punto di forza artisti, critici, curatori ed centinaia di iniziative editor tratteranno il fenopronte a invadere le meno - e le opportunità strade della città. L’ineconomiche - della recente e crescente ibridazione teresse crescente verso il connubio ‘città – arte’ tra esposizioni e fiere che sta portando a farne trova sempre più spazio anche con la sezione Polis che comprenderà diverse installazioni in eventi sempre più sovrapponibili. Riguardo l’esposizione di Arte Fiera 2018 possiaspazi imprevedibili di Bologna grazie al progetmo dire che si articola in diverse sezioni: la Main to Artworks; mentre con il programma Cinema Section è - come suggerisce il nome stesso - la più svariate proiezioni faranno riflettere sull’identità comunista e postcomunista della cultura boloAngela Giovanna Vettese è una storica dell’arte e storica gnese e italiana. Il progetto BBQ nasce invece per della filosofia italiana, docente e curatrice. Dal 2016 è diretinterconnettere il lavoro di artist run space e spatore artistico di Arte Fiera, a BolognaFiere. | 61 |
| LE OPERE, I PROTAGONISTI |
diversa; MLZ Art Dep esplora i percorsi della pittura, della fotografia, del video e della scultura contemporanea, perché è attraverso questi mezzi che gli artisti di oggi esprimono alcune questioni di base della contemporaneità. Lo spazio viene rivolto sia agli artisti giovani che affermati, a Arte Fiera saranno le opere di Calixto Ramirez, Discipula e The Cool Couple a rappresentarne la filosofia di pensiero. Non poteva dunque mancare la sezione Photo con 12 gallerie a cura del fotografo professionista Andrea Pertoldeo - dal momento che, come tiene a sottolineare Angela Vettese, “anche la fotografia quest’anno è stata distribuita all’interno dei padiglioni, non volendo sottolineare alcuna supremazia o differenza tra l’uso delle varie tecniche artistiche. Il presupposto teorico che sottende tale decisione è che l’arte visiva si è guadagnata, nel corso dell’ultimo secolo, una libertà senza
Relic 2 2002 nastro per segnaletica stradale, polistirolo Cildo Meireles, Aquaurum, 2014-15
zi no profit sorti negli ultimi anni nella città. Infine con Performing the Gallery ci saranno interventi estesi sia in fiera che in città per far riflettere sul formato della galleria come dispositivo di attivazione dell’opera-tempo. Altra sezione di rilievo è quella dedicata alle gallerie che desiderano presentare artisti emergenti e meritevoli di sguardi critici: Nueva Vista, che come lo scorso anno è l’unica a fare eccezione non essendo mescolata alle altre nell’area espositiva. In questa sezione spicca la galleria MLZ Art Dep, che ha l’interessante obiettivo di sensibilizzare lo spettatore su temi di grande attualità attraverso la fruizione dell’arte contemporanea, ma con un sistema anticonvenzionale. I profondi cambiamenti hanno mosso gli artisti verso una forma d’espressione | 62 |
| LE OPERE, I PROTAGONISTI |
li di Bologna che apre a tutti gli artisti under 40 la possibilità di vincere con le opere esposte alla Fiera, a prescindere dalla tecnica utilizzata; unica condizione per concorrere è che il concetprecedenti nell’utilizzo del suo modus operandi e dei to dell’opera sia riconducibile all’immagine del diversi linguaggi.” fare e del costruire. L’opera che si aggiudicherà Spazio anche all’editoria che con 22 espositori prende il premio entrerà a far parte della collezione posto nella sezione dedicata: Printville. Un arricchente incontro che accoglie riviste da dei Giovani Imprenditori tutto il mondo e supporta le midi Confindustria Emilia. Anche quest’anno la Main Section gliori realtà italiane specializzaL’ultimo riconoscimento è il accoglierà il maggior numero di gallerie, te in editoria, grafica, fotografia Premio Angamc alla carriera, tutte italiane tranne Voss di Düsseldorf e altre materie artistiche. un merito annuale alle opere e Contini Art UK di Londra Anche quest’anno la Fiera e alla storia di un gallerista affiliato ad Angamc (Assoriconoscerà i migliori “attori” ciazione Nazionale Gallerie con tre diverse tipologie di d’Arte Moderna e Contemporanea), quest’anno premi: il Premio EuroMobil, giunto alla 12esima edizione, assegnato al gallerista milanese Giorgio Marconi. raggruppa gli artisti under trenta italiani e stranieri le cui www.artefiera.it opere sono esposte ad Arte Fiera. Il secondo è il Premio Stefano Valentini #ContemporaryYoung lanciato da un gruppo di industriaPaolo Grassino, Nodi, 2015. Dreamers, 2014
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DI POESIA C’È SEMPRE BISOGNO La poesia dialoga con il tempo nella splendida cornice del Tempio di Adriano a Piazza di Pietra. Torna “Ritratti di Poesia” , il tradizionale appuntamento realizzato dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo
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| PASSIONE, CULTURA
“L’iniziativa è scaturita, nel lontano 2006, dal mio personale convincimento che in Italia la poesia dovesse avere la medesima visibilità e fruibilità delle altre forme artistiche (le arti visive, il cinema, il teatro, la musica, la danza), attraverso un appuntamento a cadenza almeno annuale in grado di colmare una grave lacuna nel panorama culturale della città e del Paese”. Così il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro ha salutato la dodicesima edizione di una fortunata manifestazione, diventata, negli anni, un must culturale della Capitale. Da un lato, una location prestigiosa e suggestiva, in cui respirare a pieni polmoni la storia della Città Eterna, il Tempio di Adriano a Piazza di Pietra, sede della Camera di Commercio di Roma; dall’altro, un incontro di poesia contemporanea italiana e internazionale unico nel suo genere, dieci ore consecutive di incontri, reading, interviste, confronti e idee, il tutto nel segno del dialogo della poesia con la società, l’arte e le culture del nostro tempo. Un dialogo che troverà spazio lungo l’intera giornata di venerdì 9 febbraio, una rassegna “nata come momento d’incontro per una ristretta élite di addetti ai lavori ed ap-
Un appuntamento ricco e variegato, sintomo che la poesia nel nostro Paese è viva più che mai, e non può altro che giovare di iniziative come questa che danno modo alle nuove generazioni di vivere il mondo dell’espressione passionati del genere – come ha sottolineato il Presidente Emanuele - ma che è cresciuta edizione dopo edizione, diventando una manifestazione conosciuta e attesa dal grande pubblico romano e non solo, nonché un evento di richiamo internazionale”. Al centro della manifestazione, anche quest’anno, la produzione dei più affermati poeti provenienti da tutto il mondo.Interverrà lo studioso statunitense Robert Polito, che parlerà della poetica di Bob Dylan – cantautore, poeta e scrittore tra i più affermati sulla scena musicale mondiale – tra musica e letteratura. Spazio anche al connubio tra cinema e poesia, nell’incontro con Ron Padgett, autore delle poesie scelte dal regista Jim Jarmusch per il personaggio dell’autista di pullman Paterson nell’omonimo film culto del 2016. Sopra: Emmanuele F.M. Emanuele Professore e Avvocato alla guida della Fondazione Terzo Pilastro; sotto: lo scrittore Robert Polito
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| LA CULTURA DA SCOPRIRE
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Dall’alto: Ron Padgett, autore delle poesie scelte dal regista Jim Jarmusch per il personaggio dell’autista di pullman Paterson nell’omonimo film culto del 2016. Eliza Griswold, giornalista e poetessa statunitense Sabina Meyer, soprano svizzero
O ancora, un’intervista alla giornalista e poetessa statunitense Eliza Griswold, che racconterà il suo libro-inchiesta (“I am the beggar of the world”) sui landai, le poesie clandestine con cui le donne afghane della tribù Pashtun denunciano la loro condizione. Infine, un omaggio al mondo dei madrigali di Claudio Monteverdi, padre della musica barocca, attraverso la voce del soprano svizzero Sabina Meyer. Un appuntamento ricco e variegato, sintomo che la poesia nel nostro Paese e in questo complesso pianeta è viva più che mai, e non può altro che giovare di iniziative come questa che danno modo anche alle nuove generazioni di vivere il mondo dell’espressione. È il caso del progetto “Caro poeta”, dedicato ai licei romani e di cui sono protagonisti Maria Grazia Calandrone, Rosa Pierno e Terry Olivi che incontrano gli studenti delle scuole Visconti, De Sanctis e Machiavelli. In programma anche la consegna del premio nazionale e del premio euro-
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Da un lato, una location prestigiosa e suggestiva, il Tempio di Adriano; dall’altro, un incontro di poesia contemporanea italiana e internazionale unico nel suo genere
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peo di “Ritratti di Poesia.140”, per riconoscere la capacità di comporre versi anche nel tempo di Twitter. Ultima, ma non ultima, l’assegnazione del Premio Fondazione Terzo Pilastro – Ritratti di Poesia, che quest’anno sarà consegnato dal promotore della manifestazione, Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, alla giornalista, scrittrice e poetessa Donatella Bisutti, unitamente ad un premio speciale alla carriera a Guido Ceronetti, filosofo, poeta e drammaturgo di vasta erudizione e sensibilità umanistica, mentre, per quanto riguarda il contesto internazionale, la Fondazione Terzo Pilastro premierà quest’anno Ana Luísa Amaral, una delle più importanti personalità della poesia portoghese. La poesia ha una voce, basta saperla ascoltare. Martina Morelli
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“Ritratti di Poesia” Roma, 9 febbraio 2018 Tempio di Adriano, piazza di Pietra ingresso libero www.fondazioneterzopilastromediterraneo.it | 66 |
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LA RADIO GIOVANE È DIVENTATA GRANDE In principio fu Cecchetto, che inventò un mondo: oggi con Linus e la sua banda l’emittente si consolida come piattaforma moderna e all’avanguardia
I diciotto anni si attendono con impazienza, come un premio a lungo agognato: avere diciott’anni significa affrancarsi dai legacci della famiglia, raggiungere una soglia che sancisce ufficialmente l’aprirsi delle possibilità del mondo adulto, abbandonando il porto sicuro dell’infanzia per lanciarsi con curiosità verso l’avventura ignota dell’essere grandi. A quell’età non puoi guardare indietro, pensi solo a costruire, viaggi con la marcia più veloce sempre inserita. Radio Deejay nasce il 1 febbraio 1982, per intuizione del demiurgo Claudio Cecchetto, proprio per parlare a questi giovani scalpitanti di vita, attraverso un linguaggio immediato e universale, quello della musica. In un appartamento al numero civico 3 di via Franchetti a Milano, la neo-nata e ambiziosa emittente irradia la sua programmazione dagli fm.99,700, la stessa frequenza dove fino a un minuto prima aveva trasmesso Radio Music. Cecchetto ha l’intelligenza necessaria per comprendere che i ragazzi hanno bisogno di affezionarsi a una radio che sappia intercettare il loro bisogno di imparare ad auto-interpretarsi, aiutandosi attraverso le canzoni, e così manda in onda il loro alfabeto privato, solo musica, e poi un nome, Dee Jay, anche se i deejay ancora non ci sono. Fa tutto parte di una strategia ben precisa: conquistare i giovanissimi e rendere riconoscibile e inimitabile il nome e l’identità della radio. La dinamica che si Pasquale Di Molfetta, noto come Linus è un conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano, nonchè il direttore artistico di Radio Deejay fin dal 1995.
innesca è simile a quella che determina la nascita di una grande amicizia: Radio Dee Jay si presenta ai suoi interlocutori, si fa conoscere, apprezzare, diventa una vera e propria amica, una compagnia irrinunciabile di tutti i giorni. Piacere, Dee Jay, un nome mai visto così su nessun vocabolario del mondo, fa effetto leggerlo all’interno di quell’ovale che ricorda un volto, con le cuffie ai lati della testa. “Sui 99,700 Radio Dee Jay, Radio Dee Jay, Radio Dee Jay” si sente cantare tra una canzone e l’altra, è il jingle di riconoscimento della radio, diventa un tormentone. Dee Jay, dove sei stata fino a questo momento, sembra di conoscerti da sempre, come se ci fossi stata in ogni momento della vita. Il colpo di fulmine tra la radio e i suoi ascoltatori è travolgente, è l’inizio di un viaggio che consente all’emittente di prendere per mano quei ragazzi degli Anni Ottanta così spensierati e allo stesso tempo irrequieti, bisognosi dunque di riconoscersi, di condividere temi e linguaggi e canali di comunicazione ben definiti, che calzino loro addosso come la felpa preferita, quella a cui sono più legati, che porta fortuna, che fa sentire al sicuro. Dopo un paio di mesi dal battesimo, quando il rapporto con gli ascoltatori è ormai decollato, il dj evocato nel simbolo della radio comincia a parlare in onda: “Feci un colpaccio – racconta Cecchetto – intervistai niente meno che Larry Hagman, l’attore che interpretava JR, il ricco e cattivo della serie televisiva Dallas, che allora spopolava”. In pochi mesi, le voci dei dj si moltiplicano, arrivano Ronnie Hanson, che intrattiene in lingua inglese, nell’estate | 69 |
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Gli esorid: Linus, Claudio Cecchetto e Lorenzo Jovanotti in televisione a DeeJay Television. La trasmissione televisiva è andata in onda dal 1983 al 7 settembre 1990.
del 1982 fa il debutto nella nuova emittente Gerry Scotti. Nel 1984, sulla scia del canale musicale televisivo americano Mtv, nato sei mesi prima, va in onda su Italia1 per la prima volta Dee Jay Television, una rassegna di videoclip orchestrata alla perfezione da Maestro Cecchetto, che rilancia anche i protagonisti della radio stessa. Il 1984 è un anno cruciale per lo sviluppo e l’evoluzione di Dee Jay, perché il palinsesto si arricchisce di due campioni che segneranno la sua storia: i fratelli Di Molfetta, Pasquale e Sabino Alberto, meglio conosciuti come Linus e Albertino. “Io facevo dalle 9 a mezzogiorno – ricorda Linus – poi toccava a Gerry, che restava in onda fino alle 14. Chiudeva Albertino, al microfono dalle 14 alle 17, tutto andava rigorosamente in diretta,
vietato registrare!”. Dee Jay cresce in fretta, ha voglia di diventare grande, esattamente come larga parte del pubblico che l’ascolta, così nel biennio 1986/87 comincia a costituirsi la struttura del network e Dee Jay fa il grande salto, diviene radio nazionale. In quel periodo i mattatori sono personaggi del calibro di Amadeus e Jovanotti, agli albori delle loro carriere di grande successo, che li porteranno rispettivamente in televisione e nella musica. Nel 1989, dalla Sicilia, fa il suo ingresso in radio un ragazzo di nome Rosario Fiorello, che poi sarà soltanto Fiorello e, con la sua verve poliedrica, riuscirà a dominare il panorama del mondo dello spettacolo fino a oggi, innovando e divertendo. Radio Deejay, per la sua vocazione avanguardista, A sinistra: Linus con Nicola Savino, sotto Fede e Marisa
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si presta insomma fin da subito, più di altre emittenti, ad essere un trampolino di lancio per il piccolo schermo o per la carriera musicale: come dimenticare l’ascesa di Fabio Volo, Platinette, I Fichi d’India, Dario Bignardi, Nicola Savino? Nel corso degli anni, Radio Deejay è riuscita a creare uno stile originale, lanciando personaggi e collezionando record di ascolti, battendo spesso e volentieri i competitor: dalla partenza senza dj, la voce della musica si è arricchita di tante altre voci divenute subito familiari, da Guido Bagatta a Fabio Prezioso, da Marco Biondi a Marco Baldini e Andrea Pezzi. Per non parlare poi del Trio Medusa, di Molella e Fargetta, Victoria Cabello, Vic, Federica Panicucci e Luciana Litizzetto, Sotto: La pina con Diego
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Paoletta, Alessio Bertallot, Gabry Ponte e Claudio Coccoluto, Ilario e Andrea Pellizzari, La Pina, Ivan Zazzaroni. La lista è molto parziale, perché la famiglia di Deejay è un grande nucleo allargato, che resiste persino alle peggiori traversie, si restringe e si allarga ma rimane sempre compatto, pronto a rimettersi in sesto per affrontare nuove sfide. È per questo che quando, negli ultimi mesi del 1994, il gruppo artistico che ha costruito il successo della radio si sfalda, il progetto della radio non muore. In quell’anno va in onda il divorzio fra Cecchetto e l’Editoriale L’Espresso, azionista di maggioranza: Cecchetto decide di levare le tende portandosi appresso il meglio di Radio Dee Jay, per ricostruire tutto da un’altra parte, in un’emittente già avviata e di sua proprietà, Radio Capital. Tuttavia lo seguono in pochi, lo fanno Amadeus, Luca Laurenti, Nikki e Manuela Doriani. Jovanotti e Fiorello sono con Cecchetto, ma, a causa degli impegni discografici e televisivi, non possono essere presenti abbastanza. Tutti gli altri rimangono al loro posto e le separazione lascia segni profondi, ma la radio riparte dai fratelli Di
Molfetta: Albertino e Linus, oggi direttore artistico e bandiera del marchio. Linus infatti diviene nel corso del tempo il deus ex machina assoluto di un network che copre i principali media, dalla radio alla tv e al web, e lo fa mettendo in luce il suo carattere da maratoneta, che resiste e viene fuori alla distanza. Oggi la radio ha compiuto 36 anni, il doppio di quelli dei giovani che aveva conquistato al principio della sua storia. La sopravvivenza dell’emittente si è giocata tutta qui: farla ringiovanire, oppure farla crescere insieme al suo pubblico? Linus non ha avuto dubbi e ha puntato tutto sulla seconda opzione, che per fortuna sua si è rivelata un successo. Per continuare a parlare in maniera efficace con i giovani di ieri e di oggi occorre accantonare la sindrome di Peter Pan ed essere semplicemente se stessi, col proprio bagaglio da condividere, uniti sotto lo stesso cielo fatto di note e di canzoni. La radio giovane che voleva parlare ai giovani è diventata grande, senza invecchiare. Elisabetta Pasca | 72 32 |
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IL FASCINO DELLO SCULT CHE VINCE IL GOLDEN GLOBE “The Disaster Artist . Ovvero quando il film più brutto di tutti i tempi diventa un film di culto celebrato nel nuovo film di James Franco. In America hanno trovato una formula: So Bad, “The Disaster Artist” (nelle sale dal 25 gennaio) è un It’s Good. Tanto brutto da essere bello, talmente biopic vero e proprio che racconta il rapporto tra estremo nella sua incapacità da aprire abissi Wiseau e quelle che divenne il suo socio e migliore di perverso piacere. Una formula che si applica amico Greg Sestero e la realizzazione di The Room ai film più di altre arti per la capacità di diffusione partendo dai racconti e dalle testimonianze di chi del cinema. Il primo esempio di fenomeno popolare lavorò sul set di quel film. Una lavorazione tanto basato sulla bruttezza (involontaria, altrimenti si fa rocambolesca e assurda da non meritare spoiler così della mera goliardia) fu Ed Wood che dal basso di come la descrizione dell’alone dietro cui Wiseau film come “Plan 9 from Outer Space” e “La sposa del ha nascosta tutta la sua vita prima di The Room è mostro” si aggiudicò il titolo di peggior regista del affascinante. mondo e l’onore di un film dolce come Ed Wood di Franco è riuscito a portare a compimento il cammiTim Burton. no impossibile di Wiseau dai palchi di una scuola di Vari registi cercarono, loro malgrado (?), di recitazione scalcinata al palco dei Golden Globes: il aggiudicarsi il titolo, da Uwe Boll con i “duetto” mentre l’attore/regista ritirava il Globe suoi adattamenti da videogame come miglior attore di commea Fred Olen Ray. Fin quando dia e frena Wiseau dal prendere “Quando ho visto “The Room” il microfono è già diventato un nel 2003 apparve sulla scena l’ho amato subito: è spaventoso The Room. Un film misterioso meme e una gif, continuando a ottenere grandi insuccessi e dover che apparse in una sala e poi perpetuare una mitologia che scomparì, ma che negli anni grazie a Internet è proliferata. trovare la forza di venirne fuori” diventò un appuntamento fisso Oltre alla descrizione di un film James Franco - attore e regista statunitense. e di un personaggio impossibili per le sale di mezzanotte e con la diffusione globale di internet ovunque tranne che a Hollywodivenne un veicolo di tormentoni capace di raccood, “The Disaster Artist” è infatti interessante per gliere milioni di appassionati. Semplicemente perché almeno due motivi: innanzitutto, il suo essere una era “il film più brutto del mondo”. commedia che cela un dramma, una storia “tragiA questo film e all’ancor più misterioso regista Tomca” che grazie alla forza del cinema hollywoodiano my Wiseau dedica il suo nuovo film James Franco: (come medium e più ironicamente come industria) diventa un sogno; inoltre, riflette e svela alcuni dei meccanismi che si celano dietro la creazione dello James Franco e Tommy Wiseau, artefice del film di culto The scult, ovvero il film che diventa culto a causa della Room (2003), considerato uno tra i peggiori mai realizzati, sua bruttezza. tanto da essere definito “il Quarto potere dei film brutti” | 75 |
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Tratto dall’omonimo romanzo di Greg Sestero e Tom Bissell, il film racconta della travagliata amicizia tra Sestero e Tommy Wiseau, interpretati da James e Dave Franco, supportati da un cast corale e dai camei di numerosi attori e registi.
“The Disaster Artist” è una sorta di Effetto notte dedicato alla bruttezza e all’incompetenza in cui il modo di narrare l’America attraverso l’umorismo mostra il lato tragicomico di Hollywood, l’ossessione per le sue forme e mitologie, una sorta di indagine tra l’emotivo e il satirico sulle ragioni di un tracollo e la sua trasformazione in culto in cui covano molti dei temi che appassionano Franco (per esempio, il bromance, l’amicizia virile a un passo dall’attrazione omo-erotica) attraverso la paradossale figura di un Ed Wood che si crede Orson Welles, per tornare al film di Burton in cui la scena chiave era proprio quella dell’incontro tra il più grande e il più piccolo
dei registi. C’è una serietà e una sincerità dietro le pieghe del sorriso e della risata in cui si intravede che Franco, in qualche modo, si specchia in Wiseau, nella sua idea scriteriata di cinema e nella sua paura di essere inadatto a tutto, non solo all’arte (altro paradosso quindi: il suo film migliore e più premiato è quello in cui metta in scena l’ambivalenza del suo cinema tra aspirazione al fallimento e ansia da prestazione). Ma è ancora più interessante, per chi vive il cinema dei nostri giorni, l’analisi e la ricostruzione della “fortuna critica” del film e che è una riflessione sul nuovo rapporto che gli spettatori, specie giovani e millennials, hanno con le forme del brutto: il gran finale del film è durante la prima di The Room, con il pubblico che dalla desolazione per la bruttezza delle scene comincia a riderne, diventando sempre più un’arena. Franco - che nel film mostra la re-
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alizzazione e la creazione dei momenti topici, compreso il celebre “You’re tearing me apart, Lisa” - si concentra sulle reazioni del pubblico, su ciò che li fa sussultare, sugli elementi di disturbo che diventano affascinanti come numeri da circo. Gli stessi elementi, meccanismi e reazioni che su Internet hanno stabilito il successo del film e la sua nomea, accresciuta da video, recensioni, commenti, esaltazioni della sesquipedale incompetenza, il trionfo dell’involontarietà: elementi su cui hanno fondato il loro successo canali youtube, come Nostalgia Critic o Yotobi, su cui film atroci diventano dei must see ricercati più del Santo Graal, come Troll 2 e Dreamland. Non a caso, il film si apre su un gruppo di trentenni più o meno celebri che dichiarano perché amino “The Room”: è grazie a loro se il sogno di Wiseau è diventato realtà. Nel bene o nel male, nonostante tutto.
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L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.
| ITALIA DA OSCAR |
| ITALIA DA OSCAR |
ITALIA E OSCAR: UNA STORIA D’AMORE In novant’anni di storia dell’Academy l’Italia è riuscita più volte ad accaparrarsi la statuetta più ambita, trionfando in diverse categorie e confermandosi tra le realtà cinematografiche più solide e creative al mondo
Allo “zio Oscar” l’Italia piace parecchio, tanto è IL PRIMATO PER IL MIGLIOR FILM STRANIERO vero che nei suoi quasi novant’anni di storia, il Non da poco, in verità, considerando che per questa capremio più ambito dell’industria cinematografica tegoria così prestigiosa l’Italia detiene il primato, seguita mondiale è stato assegnato spesso ai professiodalla Francia con 12 riconoscimenti e dalla Spagna, che ne nisti e alle produzioni di matrice italiana, dando ha raccolti solo quattro. Il padre indiscusso del Neorealuogo a momenti emozionanti e memorabili, rimasti lismo, Vittorio De Sica, ha portato a casa da Hollywood inpressi nella memoria collettiva, come l’iconica camben 4 statuette, con “Sciuscià”, “Ladri di biciclette” (Premi minata di Roberto Benigni sulle teste del pubblico in Onorari nel 1948 e nel 1950) e con “Ieri, oggi e domani” sala dopo la proclamazione del Miglior Film Straniero e “Il giardino dei Finzi-Contini” (Premi Oscar al miglior da parte di un’eccitatissima Sophia Loren. E se il suo Film Straniero nel 1965 e nel 1972). Quattro Oscar sono urlo “Roberto!” ancora riecheggia rimbombando festospettati anche a Federico Fellini, il quale ha conquistato so tra i ricordi più belli della storia dei riconoscimenti l’Academy con una doppia coppia di pellicole che hanno dell’Academy, non possiamo fatto la storia del cinema: “La certo dimenticare le lacrime di Strada” (1957), “Le notti di CabiIl cinema italiano prospera commozione del maestro Ennio ria” (1958), “8 e mezzo” (1964) e sotto una buona stella e riesce Morricone, vincitore per la mi“Amarcord” (1975). Completano a risultare vittorioso e coinvolgente glior colonna sonora di “Hateful la rosa di questa lista vincente, sempre, anche al di là di ogni Eight” di Quentin Tarantino, o la film indimenticabili e suggestivi dolcezza incredibile di Federico come l’avvincente “Indagine su riconoscimento ufficiale Fellini, il quale, ritirando l’Oscar un cittadino al di sopra di ogni alla carriera, dal palco chiede di sospetto” di Elio Petri (1971), il non piangere alla moglie Giulietta Masina in platea. romantico omaggio alla finzione cinematografica offerto Emozioni che si susseguono proprio come in un bel dal nostalgico “Nuovo Cinema Paradiso”, perfettamente film, lungo novant’anni di storia del cinema e di tutti confezionato da Giuseppe Tornatore (1990); “Mediterranoi: tra Italia e Oscar si tratta senza ombra di dubbio neo” di Gabriele Salvadores (1992), il film che racconta di una lunga storia d’amore, sancita da una sequela Grecia e Italia, ma soprattutto racchiude in sé il sole, il blu di successi, di cui le 13 statuette vinte nella categoria e la bellezza abbagliante del Mediterraneo; il poetico “La Miglior Film Straniero rappresentano solo una parte. vita è bella” di Roberto Benigni (1999), divertente, dolce e doloroso al tempo stesso, e il grande affresco della società italiana moderna, ripresa nelle sue debolezze e nei suoi Paolo Sorrentino vinse, nel 2014, sia l’Oscar per il miglior film aspetti più decadenti, tratteggiato impietosamente ne “La straniero, che il Golden Globe per il miglior film straniero con “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino (2014). grande bellezza” | 79 |
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MIGLIORE ATTRICE E MIGLIOR ATTORE: DALLA MAGNANI ALLA LOREN FINO AL FENOMENO BENIGNI Anche le interpreti e gli interpreti italiani hanno lasciato il proprio segno a Hollywood: la prima attrice italiana ad aggiudicarsi un Oscar fu Anna Magnani con “La Rosa Tatuata” nel 1955. Qualche anno dopo, nel 1962, l’onore spettò a Sophia Loren per “La Ciociara”, ma né la Magnani né la Loren erano presenti alla cerimonia di premiazione. Per un’altra statuetta in questa categoria bisogna aspettare poi il 1997: Roberto Benigni, oltre a vincere con il miglior film straniero, è stato anche il primo attore non di lingua inglese nella storia degli Academy Awards a vincere il premio più importante per la sua categoria. Nel cinema però, gli italiani sono particolarmente capaci non solo davanti allo schermo, ma anche dietro le quinte: lo dimostrano i successi mietuti negli anni nelle categorie tecniche, che hanno portato nel Belpaese ben 33 statuette.
Gli italiani sono particolarmente capaci “dietro le quinte”: lo dimostrano i successi mietuti negli anni nelle categorie tecniche, che hanno portato nel Belpaese ben 33 statuette ITALIANI POPOLO DI MONTATORI, SCENOGRAFI E ARTIGIANI DEL CINEMA Ricordiamo, tra i tanti, il montaggio cult di Pietro Scalia per “Black Hawk Down”, i costumi iconici della Roma de “La Dolce Vita”, realizzati da Piero Gherardi, così come le magnifiche creazioni di Danilo Donati per “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli (1968) e “Casanova” di Fellini (1976) o quelle di Milena Canonero, vincitrice di due Oscar nel giro di pochissimi anni, nel 2006 per i costumi sontuosi del “Marie Antoinette” di Sophia Coppola e nel 2013 per “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson. Lasciano tuttora a bocca aperta le scenografie immaginifiche di “Hugo Cabret” disegnate dal maestro Dante Ferretti, il quale, grazie al sodalizio inossidabile con Francesca Lo Schiavo si porta a casa, oltre a una tombola di nomination, tre Oscar come “best art direction”: “The Aviator” di Martin Scorsese (2004), “Sweeney Todd” di Tim Burton (2007) e il già citato “Hugo Cabret” (2011). E cosa dire a proposito della fotografia polverosa di “Apocalypse Now” realizzata da Vittorio Storaro? Si tratta di uno dei nomi più blasonati della cinematografia mondiaIn questa pagina: Marcello Mastroianni con Federico Fellini e Sophia Loren, Ennio Morricone, Sophia Loren
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In questa pagina: Vittorio De Sica, sotto i registi Giuseppe Tornatore (sinistra) e Gabriele Salvatores (destra)
le, anche grazie al suo matrimonio artistico con Bernardo Bertolucci: Storaro ha vinto tre Oscar come miglior direttore della fotografia, oltre ad “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola (1979), ha trionfato con “Reds” di Warren Beatty (1981) e “L’ultimo imperatore” di Bertolucci (1987). Nessun vero appassionato cinefilo, poi, può dimenticare un mitico “fabbricatore di sogni” come il mago degli effetti speciali Carlo Rambaldi, padre sia della dolcissima creatura extraterrestre “E.T.” raccontata da Steven Spielberg, che dei crudeli e famelici mostri alieni della saga “Alien” di Ridley Scott. E dal visual passiamo alla musica, in cui il nome di Ennio Morricone risuona al pari di una melodia celestiale: sue le musiche più belle e affascinanti della storia del cinema, che gli sono valse un Oscar alla carriera nel 2007, prima del secondo recente riconoscimento ricevuto dall’ultima colonna sonora composta per Quentin Tarantino. ITALIA SEMPRE PROTAGONISTA AL DOLBY THEATRE DI HOLLYWOOD Attori, registi, scenografi, tecnici, musicisti, costumisti, montatori e art director: l’Italia è sempre in prima linea al Dolby Theatre di Hollywood e così possiamo continuare a citare con piacere altri nomi celebri e altre soddisfazioni di livello come i due Oscar assegnati a Giorgio Moroder, grazie all’accoppiata canzone tormentone e pop movie di culto, per “What a feeling” (“Flashdance”, 1983) e “Take my breath away” (“Top Gun”, 1986) o il jackpot di Bernardo Bertolucci il quale, dopo la nomination per “Ultimo tango a Parigi”, per cui non vinse un Oscar, ma si guadagnò una condanna per oltraggio al pudore nell’Italia degli anni ’70, con “L’ultimo imperatore”, il kolossal cinese del 1987, sbanca tutto, miglior regia, miglior film, miglior sceneggiatura non originale e ben altre 6 statuette. Tra tanti trionfi, resta da lavare l’affronto ai nostri attori sex symbol, stra-nominati ma mai premiati: tre candidature all’interpretazione da protagonista per Marcello Mastroianni (“Divorzio all’italiana”, “Una giornata particolare” e “Ocie Ciornie”) e una per Giancarlo Giannini (“Pasqualino Settebellezze”), una da non protagonista a Vittorio de Sica (“Addio alle armi”). Tuttavia, zio Oscar non se la prenderà di certo se affermiamo che il cinema italiano prospera comunque sotto una buona stella e riesce a risultare vittorioso e coinvolgente sempre, anche al di là di ogni riconoscimento ufficiale. Elisabetta Pasca | 81 |
| SULLO SCAFFALE |
FEBBRAIO LETTERARIO Finalmente iniziamo a percepire il risveglio della natura, nel mese in cui le giornate cominciano ad allungarsi e che ci conduce verso il periodo finale della stagione più fredda. Quale miglior modo dunque per iniziare a lasciarci alle spalle le temperature più basse se non concedendoci qualche buona lettura?
Moltissimi i libri da scoprire e gustare in questi giorni dell’anno, ideali per accontentare i gusti di tutti e perfetti per lettori incalliti o avventori dell’ultima ora. Una selezione tra thriller e raccolte di racconti, un buon modo di passare gli ultimi momenti di fronte al fuoco del caminetto.
ti dei suoi clienti. Ma quando Whitney Vance, un uomo ricchissimo, solo e vicino allo scadere dei suoi giorni, vuole scoprire se davvero non esistono eredi a cui lasciare la sua fortuna, Bosch accetta di aiutarlo. Anche perché forse questi eredi esistono davvero: da giovane Whitney si era innamorato perdutamente di una ragazza messicana, che poi era stato costretto a lasciare dalla sua famiglia. Ha così inizio una ricerca mozzafiato. In gioco c’è una sterminata fortuna, e Bosch capisce subito che la sua missione può essere rischiosa per lui, ma soprattutto per la persona che sta cercando. Tra i maggiori autori di thriller americani, Connelly ha legato il suo nome a quello del protagonista dei suoi racconti, il detective Harry Bosh. In questo libro, edito nel 2016 negli Stati Uniti e in uscita in Italia solamente ora, Bosh è chiamato per la 19esima volta a risolvere un fitto mistero. Ora però si ritrova ad agire da solo, da investigatore privato, collaborando con la polizia della sua città.
IL LATO OSCURO DELL’ADDIO Editore Piemme, 372 pagine. Di Michael Connelly. Harry Bosch ha sempre avuto un rapporto di odio/ amore con il dipartimento di polizia di Los Angeles, ma ora quel rapporto è finito. Harry è in pensione. Quello che non è finito, invece, è il suo rapporto con le indagini, la scoperta della verità. E quindi decide di collaborare con la polizia di San Fernando, un territorio autonomo all’interno della città di Los Angeles, e di inventarsi nel ruolo di investigatore privato. Harry non ha un ufficio, non si fa pubblicità ed è molto selettivo nei confron-
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IL MORSO DELLA RECLUSA Editore Einaudi, 550 pagine Di Fred Vargas. Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d’accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime. Un altro thriller mozzafiato, frutto della penna della francese Fred Vargas, pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau. L’autrice, già firma di molti altri libri di successo, spiazza il lettore con machiavelliche macchinazioni che lo tengono sempre in tensione, in attesa di un imprevisto perennemente in agguato e pronto a ribaltare la storia.
NEL PAESE DELLA PERSUASIONE Feltrinelli, 208 pagine Di George Saunders. Con questa raccolta di racconti, George Saunders è stato consacrato come uno dei migliori autori di short stories degli Stati Uniti di oggi. Per il suo talento comico e visionario è stato paragonato di volta in volta a Vonnegut, Pynchon, Twain, ma la sua è anche una scrittura profondamente critica rispetto alla società contemporanea. Il mondo di Saunders si configura così come una versione “alterata” del nostro, in cui il consumismo, la potenza dei media e dei messaggi pubblicitari, la cultura dello spettacolo vengono elevati all’ennesima potenza e condotti alle loro più estreme, e tragicomiche, conseguenze. Il risultato è una realtà deformata in cui le normali esperienze umane, dal portare il nipotino a teatro al cuocersi una bistecca (per non parlare dell’innamorarsi, fare un figlio e crescerlo), diventano piccoli incubi nell’universo della burocrazia e del mercato globale, e viceversa personaggi da soap opera, sacchetti di patatine e scimpanzé da laboratorio acquistano una vita autonoma tutta loro. Si tratta della quinta raccolta di storie di George Saunders, autore statunitense che nel corso degli anni grazie ai suoi lavori si è aggiudicato il Folio Prize e due volte il National Magazine Award. Il New Yorker lo ha incluso nella classifica dei “venti scrittori per il ventunesimo secolo” mentre il Times lo ha inserito tra le cento persone più influenti al mondo.
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THE WALKING DEAD: NESSUNO È AL SICURO La serie televisiva tratta dal fortunato fumetto di Robert Kirkman torna con la seconda parte dell’ottava stagione e segna una svolta narrativa destinata a far discutere
Da qualche tempo c’è chi asserisce convinto che padre Rick (Andrew Lincoln) e a Michonne (Dala serie televisiva “The Walking Dead”, tratta dal nai Gurira), all’interno di un rifugio di fortuna celebre fumetto di Robert Kirkman e ormai giunta in cui si sono accampati i protagonisti in seguito alla sua ottava stagione, stia arrancando di puntata a un duro scontro con i Salvatori, guidati dal in puntata sempre più stancamente, più malandata sadico Negan. Il colpo di scena è di quelli che persino dei suoi temibili zombie, i morti viventi tolgono il fiato, soprattutto dal momento che che popolano la terra a seguito di una terrificante attraverso questa scelta narrativa la serie tv della pandemia e minacciano i pochi vivi sopravvissuti. Amc finirà per discostarsi drasticamente dal suo Una valutazione di questo genere, però, sarebbe corrispettivo a fumetti. Ad andare su tutte le parecchio ingenerosa, dal momento che la serie, furie, però, è stato in particolar modo il padre pur avendo in effetti perso per strada negli ultimi del giovane attore interprete del personaganni una discreta fetta di audience, continua gio di Carl, che ha accusato apertamente in ogni caso, almeno in America, a brillalo showrunner Scott M. Gimple ed il re nell’Olimpo degli ascolti per quanto network di mancanza di rispetto. “Veriguarda l’offerta televisiva a dere Gimple licenziare pagamento. E, d’altro canto, il mio figlio due settimane “Non posso dire quale sarà l’impatto prima del suo diciottemid-season finale dell’ottava o come questo nuovo episodio stagione promette di ravvivare simo compleanno, dopo cambierà lo show, quel pathos apparentemente avergli detto di volerlo appannato: abbiamo lasciato nella serie per altri tre perché lo farà in modo enorme” il figlio di Rick, Carl (Chananni, è stato deludente. Scott Gimble - Showrunner di The Walking Dead Non mi sono mai fidato dler Riggs), in uno stato non proprio piacevole: durante uno di Gimple o della Amc, scontro con degli zombie avvenuto in un episodio ma Chandler sì. So quanto gli abbia fatto male. precedente, infatti, il ragazzo è stato morso e dunMa sappiamo assolutamente quanto siamo stati que, non ci sono molte speranze del contrario, sta fortunati ad aver fatto parte dello show ed apdecisamente per morire. È lo stesso Carl, che aveva prezziamo l’affetto dei fan in tutti questi anni!”. cercato di nascondere la ferita, ad annunciarlo al In realtà, l’uscita di scena di Riggs, che vedremo ancora in un episodio, alla ripresa della seconda Dopo l’emozionante episodio che chiudeva la prima parte dell’ottava stagione, non è stata una vera parte, dobbiamo prepararci a scavare ancora di più nelle e propria sorpresa: molti appassionati lo avevite dei protagonisti e nel modo in cui intendono portare vano ipotizzato, sia perché nei mesi scorsi era avanti ogni battaglia. | 87 |
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che si mescolano agli zombie cospargendosi di carne circolata voce che l’attore volesse prendersi una pausa umana. “Lasciare The Walking Dead non è stata una mia dalla recitazione per frequentare il college, sia perché decisione”, ha precisato l’attore ai redattori di The Holfin dal primo episodio di quest’ultima stagione abbiamo lywood Reporter. “L’ho scoperto durante le prove del assistito a una serie di flashforward di Rick in lacrime, sesto episodio, a giugno. È stato scioccante per me, per facilmente associabili proprio alla scomparsa dell’amato Andy e per tutti, perché non ce l’aspettavamo. Non è figlio. “La mia prima reazione è stata stare in silenzio”, sicuramente una cosa brutta, è stato fantastico far parte ha commentato il padre televisivo di Carl, l’attore dello show, ma ora farò un sacco di Andrew Lincoln. “Scott Gimple mi cose che non ho ancora fatto”. ha chiamato e mi ha detto ‘Odierai La guerra fra Rick e Negan è Il mid-season finale dell’ottava staquesta notizia’. È molto bravo ad sia lo scontro di due modi opposti gione della serie The Walking Dead avvertire il cast quando un persosi è concluso dunque mettendo in naggio uscirà di scena. Ho provato d’intendere la sopravvivenza discussione tutte le certezze dei fan ad indovinare per quattro volte, è sia una questione personale. riguardo a uno dei personaggi prinstato lui a dirmelo. Per un minuto cipali e più apprezzati. Il messaggio non ho parlato. Ho sempre pensato è molto chiaro: come insegna l’altro colosso delle serie che Carl sarebbe stato colui che avrebbe preso le redini tv “Game of Thrones”, nessuno è al sicuro. Amc ha già del telefilm, che Rick avrebbe appeso gli stivali e la diffuso il trailer della seconda metà della stagione, la pistola al chiodo e che se ne sarebbe andato al tramonto cui messa in onda riprenderà il 25 febbraio, anticipando durante la 28esima stagione”. Della stessa opinione, a qualche sequenza del violento scontro tra le comunità onor del vero, anche il creatore dell’universo di “The guidate da Rick, alle prese con il drammatico lutto, e Walking Dead”, il fumettista Robert Kirkman, il quale ha Negan, il villain a capo dei Salvatori. Nel primo sneak sempre sostenuto che Carl potrebbe prendere un giorno peek del nono episodio, inoltre, Dwight convince gli alil posto di leader del padre. A questo punto, invece, il tri ad attendere che i Salvatori si allontanino da Alexantelefilm imbocca una direzione del tutto diversa rispetto dria prima di uscire dal loro nascondiglio. Quale altro alla storia originale, soprattutto considerando una delle trauma ci aspetta, prima della fine dell’ottava stagione? storyline già pubblicate, che vede Carl entrare in contatElisabetta Pasca to con il misterioso gruppo dei Sussurratori, personaggi
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SFIDARSI IN CUCINA NON È ROBA DA RAGAZZI Ma sicuramente è roba per Edoardo Fumagalli, il giovane chef italiano scelto per rappresentare il nostro Paese alla finalissima di giugno di S. Pellegrino Young Chef. Dalla Brianza ai ristoranti stellati, ecco come questo talento ha conquistato i palati dei giudici e si appresta a concorrere con i migliori giovani cuochi di tutto il mondo
È partita nel 2015 l’emozionante ricerca dei ria assegnatagli a settembre al Circolo Antonio giovani talenti dell’alta cucina, la S. Pellegrino Marras di Milano, durante la finale italiana della Young Chef. Una vetrina importante, rivolcompetizione. Sarà lui a portare in alto la nostra ta ai migliori “creativi” in materia culinaria, bandiera alla finalissima di giugno, scontrandosi nomi non altisonanti ma già affermati nel con altri colleghi da tutto il mondo. panorama dell’alta cucina internazionale. Ad affidargli tale ruolo è stato il responso della La competizione, infatti, è nata con l’obiettivo di giuria di esperti, un panel d’eccezione comtrovare in ogni edizione il miglior chef under 30 posto da Cristina Bowerman (Glass Hostaria, al mondo. Riuscirci è tutt’altro che semplice vista Roma), Caterina Ceraudo (Dattilo, Strongoli), la qualità dei piatti preparati nel corso di questi Carlo Cracco (Cracco, Milano), Loretta Fanella primi anni di attività. E per (consulente pasticciera la finale del 2018, prevista e Ristorante Borgo San “La mia cucina nasce dal rispetto degli a giugno a Milano, le cose Jacopo, Firenze), Ciccio ingredienti. Si parla tanto di creatività, non sembrano essere di Sultano (Duomo, Ragusa io non mi sento di “creare” nessun certo più facili, anche solo Ibla) e Anthony Genovepiatto, senza prima conoscere a guardare il concorrente se (Il Pagliaccio, Roma). Proprio quest’ultimo sarà italiano: si tratta di Edoardo al meglio la materia prima. Fumagalli, brianzolo, classe il mentore di Edoardo in Edoardo Fumagalli, Chef 1989. Tra i più giovani chef previsione della finalissistellati d’Italia, per intenma, una sorta di personal derci, traguardo raggiunto grazie al suo lavoro trainer con cui il giovane chef si potrà allenare e scambiare pareri per poter dare il meglio nella presso La Locanda del Notaio, ristorante a Pellio Intelvi (Como) di cui è tutt’oggi l’anima culinaria. competizione internazionale. Ma il suo percorso, prima di giungere fin qui, lo ha Ma quale creazione di questo talento di Renate – portato anche all’estero, come nel locale Le Taille4mila abitanti in Brianza – ha convinto il palato vent di Parigi, o al Daniel di New York, con Daniel degli esigenti giudici? Si tratta di un Gambero Boulud, o al Marchesino, con Daniele Canzian. Carabiniere, animelle glassate, croccante alle La scelta su di lui è ricaduta in seguito alla vittoalghe con insalatina aromatica, un piatto che racchiude tanti omaggi al suo territorio (specie nell’impiattamento, con l’utilizzo dei sassi di La Locanda del Notaio, in provincia di Como, 1 Stella MicheMoltrasio, ma pure nella scelta delle materie prilin, è il ristorante guidato dallo chef Edoardo Fumagalli, 28 me, con la spirulina, un’alga di acqua dolce di cui anni, giovane promessa della cucina italiana, | 90 |
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A sinistra: Animelle di vitello yogurt di capra e croccante. Sopra: piccione con unva e cavolini di bruxelles; accanto: tagliolini al pistacchio di Bronte.
si sottolineano le proprietà iposodiche) e un riuscito abbinamento di carne e ingredienti d’acqua. Nella sua seconda volta sul palco della finale italiana di S.Pellegrino Young Chef, Edoardo Fumagalli ha scelto di puntare, come altri suoi colleghi in gara, sul quinto quarto, suscitando per questo l’apprezzamento dei giudici, contenti che si stiano riscoprendo le frattaglie della nostra tradizione. Il piatto di Edoardo è un vero omaggio all’italianità, condito da molti ricordi personali: c’è la padronanza delle cotture basiche, il gambero cotto al vapore, la salsa ottenuta dalla testa spremuta, e in più una parte vegetale che rivendica la sua autonomia, con quell’insalata di erbe aromatiche e gentili
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con germogli servita a parte. Poi le animelle avvolte nell’ostia, una passione ereditata dall’esperienza fatta presso la macelleria di Sergio Motta. Tanti gli elementi che si combinano, dunque, scelti con l’idea di servire “un piatto che rappresenti la forza italiana, ma guardi al futuro e conquisti per la sua internazionalità”, come ha affermato lo stesso Edoardo. Proprio per questo, intuendo la spendibilità del piatto sul palco della finalissima di giugno a Milano, i giudici lo hanno scelto come nostro portabandiera. E chissà cosa avrebbe detto di questa sua creazione uno dei suoi maestri, lo chef per eccellenza Gualtiero Marchesi. Di certo ora però farebbe il tifo per lui, così come, di fatto, lo sta facendo la cucina italiana tutta. Lucia Mancini
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Una collezione che è la quintessenza dello stile Theory e della filosofia di vita che ne deriva. Il brand, nato nel 1997 dalla creatività di Andrew Rosen e famoso per le sue divise urban dai tagli sartoriali e dai tessuti preziosi, riparte dalle sue solide fondamenta. Uno stile che ancora una volta coniuga con morbido rigore le esigenze dell’uomo di oggi, portando in scena una moda versatile, dinamica e aperta.
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Così i capi diventano riflesso ideale dell’uomo moderno e dell’importante momento storico del brand a stelle e strisce. Tra completi leggeri, giubbetti rétro e note contemporanee l’uomo Theory sfoggia orgogliosamente un look cool dalle tante gradevolissime nuance, secondo la migliore tradizione del brand, dall’ensemble grigio fumo alla giacca sportiva in ruggine, dall’abito scuro al pullover arancione.
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“Theory è noto per realizzare con integrità le proprie collezioni difendendo così le persone che le indossano” ha spiegato Andrew Rosen, CEO di Theory. www.theory.com
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FINO IN FONDO, SEMPRE Si aprono a Pyeongchang i Giochi olimpici invernali numero XXIII. Tra questioni politiche e controversie sociali il mondo si ferma (o prova a fermarsi) in occasione delle Olimpiadi
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Giochi dalla valenza doppia che, oltre allo Sono figlia di un maestro di sci, per cui con sport, hanno l’obiettivo di placare le tensioni mio fratello Giorgio, ogni volta che nevicava, ci istituzionali che si sono create negli ultimi infilavamo gli sci che nostro padre aveva fabbrianni. Migliaia gli atleti provenienti da tutto il cato. Giocare era una grande gioia, mi divertivo mondo, chi per giocarsi l’oro, chi per dimostrare il così tanto da credere che con gli sci ai piedi avrei proprio valore e chi, semplicemente, per partecifatto qualcosa di bello, di certo, però, non vincere pare, per incarnare il motto decubertiano alla base le Olimpiadi. di ogni evento sportivo. Abbiamo avuto il piacere di intervistare un’atleta che Recentemente Olympic ha scritto una pagina di storia Channel si è arricchito Giocare era una grande gioia, italiana alle Olimpiadi inverdi una serie di documenmi divertivo così tanto da credere nali. Era il 1994 e nella fredda tari sulle leggende azche con gli sci ai piedi avrei fatto Lillehammer Manuela Di Centa zurre. Una puntata sarà qualcosa di bello, di certo, però, scaldava gli animi di ogni su di lei, come ha preso italiano incollato alla tv. Furono questa notizia e quali vanon vincere le Olimpiadi! 5 le medaglie totali in tutte le lori spera di tramandare Manuela Di Centa è stata campionessa ai XVII Giochi olimpici invernali di Lillehammer 1994 ai giovani? specialità dello sci di fondo: 2 ori, 2 argenti e un bronzo. Mi ha fatto piacere perché Manuela ha ricordato quei monon è una storia solo relamenti insieme a noi, svelandoci cosa c’è dietro ogni tiva all’atleta nel suo momento sportivo ma è un successo e cosa c’è dopo ogni trionfo in pista. documentario che guarda alla persona, ponendo molta attenzione su quello che è stato dopo le Ci parla del suo primo approccio con gli sci? vittorie in pista. Così si capisce come quell’enerC’è stato un momento in cui ha capito che gia proveniente dal passato spinga l’individuo sarebbe diventata una campionessa? a dare il suo contributo alla società contemporanea. La puntata su di me è stata utile perché Manuela Di Centa è una dirigente sportiva, politica ed ha contribuito a farmi fare il punto sul presente, ex fondista italiana, campionessa ai XVII Giochi olimpici sugli obiettivi raggiunti e su quelli futuri. Il valoinvernali di Lillehammer 1994 e dal 2006 al 2013 deputata re che vorrei tramandare è quello legato al vivere italiana.
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quotidiano attraverso un preciso modo di pensare e di comportarsi, un modo di atteggiarsi verso quella che è la fatica e la difficoltà di molte situazioni. Perché dietro una vittoria ci sono momenti duri, ma che ti portano al successo. Ma tra tutti gli sport invernali, perché proprio il più faticoso? Perché le sue radici erano all’interno della nostra famiglia. Mio papà era sciatore e allenatore, quindi ci ha cresciuto con questo sport che mi ha consentito di uscire di casa e “camminare” fin dove volevo. La passione per lo sci di fondo è nata per gioco, con i miei fratelli e cugini: quando ero bambina non sapevo che quello fosse lo sci di fondo, per me era solo giocare con gli sci sulla neve. Non è stata una scelta, ma una crescita attraverso il gioco e il divertimento. Cosa ha pensato negli ultimi metri precedenti la prima vittoria di Lillehammer? Ho pensato che non mi potevo permettere di dire “ho vinto” finché non superavo la linea del traguar-
do. Sapevo di avercela fatta, ma non volevo andare incontro a un ipotetico errore. Mi giocavo tutto in quella Olimpiade perché venivo da 3 Giochi non molto positivi. In quella non volevo succedesse qualcosa per via della mia sciocchezza. Negli ultimi metri sapevo di aver vinto ma mi dicevo “fino in fondo, fino alla linea del traguardo”. La rivalità agonistica con la Belmondo ha contribuito ad alzare sempre di più l’asticella? Come ha vissuto questo dualismo? Assolutamente. Credo che fossimo come due galli in un pollaio, ma galli intelligenti e talentuosi. Era uno stimolo, e credo anche per lei fosse lo stesso. Lei è molto più giovane di me, ha trovato qualche porta aperta perché la squadra nazionale già era formata, mentre io ho dovuto lottare affinché questa nascesse. Dopo ci siamo trovate a condividere momenti di altissimo livello, dove indubbiamente lei era un grande stimolo per me e viceversa. Questo per due persone intelligenti e talentuose penso sia stato anche un esempio sia per il resto della squadra che per gli uomini.
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Manuela Di Centa con suo fratello Giorgio. Non capita spesso, nello sport, di vedere due fratelli raggiungere altissimi livelli aggiudicandosi ori olimpionici
Nota differenze sostanziali tra il movimento sciistico attuale e quello della fine anni 80 – inizio 90? I tempi indubbiamente cambiano, ma quello che non cambia è che per vincere bisogna dedicare un pezzo di vita completamente allo sport. Non basta fare un tweet per dimostrare di essersi allenati, bisogna lavorare duro e mantenere una grande forza mentale. Oggi i giovani non credo sappiano quanto chi li ha preceduti abbia dovuto lottare per avere gli stessi diritti, in particolar modo le donne. Oggi credo che in molti diano per scontati certi aspetti. Ripensa mai ai suoi momenti in gara? Nostalgia, orgoglio…cosa prova maggiormente? A casa tengo nascoste medaglie e coppe perché non voglio pensare al passato, ma a quello che mi aspetta. Quello che ho vinto è dentro di me, quindi mi piace essere attiva in altri progetti piuttosto che pensare a
quella che sono stata. Di base il pensiero e il cuore sono proiettati al domani. Tra gli ori a cui tiene maggiormente c’è sicuramente quello messo al collo di suo fratello a Torino nel 2006. Ci descrive questa emozione? Un’emozione indescrivibile, nessuno dei due riusciva a dire niente. E’ stato qualcosa di magico, condiviso tra due fratelli, per di più in mondovisione. Un momento veramente unico, una sensazione che paralizza le gambe, ma bellissima. Prima credevo che l’emozione più grande fosse vincere una gara, ma quella di premiare Giorgio supera tutte le altre. Vuole augurare qualcosa agli atleti impegnati alle Olimpiadi? Auguro che ognuno riesca a dare il massimo di se stesso. Non pensate a questioni sociali e politiche, la pista è là ed è uguale per tutti. Focalizzatevi su quella. Spero che ognuno riesca a concentrarsi sulla sua parte tecnica e non sul resto, perché l’atleta deve essere totalmente concentrato sul momento in cui è in gara. Alessandro Creta | 101 |
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Un omaggio al passato, un alloggio di livello, un rifugio intimo ed elegante nel cuore di Milano: le camere e suite dell’hotel di lusso a cinque stelle TownHouse Galleria, con la splendida vista sulla Galleria Vittorio Emanuele II, offrono questo e molto altro.
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Mescolando raffinatezza chic e moderna, il TownHouse Galleria riflette l’arte della modernità all’interno di un monumento antico, con tutti i comfort di una casa e il meglio della tecnologia.
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Unico nel suo genere, con le sue lounge e un ristorante di lusso sull’Ottagono della Galleria, l’hotel è il buen retiro per la miglior esperienza di shopping a Milano. A pochi passi dalle principali attrazioni della città, ospita anche il Museo ‘Il mondo di Leonardo Da Vinci’, con un accesso esclusivo, gratuito e diretto dall’albergo.
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TownHouse Galleria Via Silvio Pellico 8 20121 Milano Tel +39 02 36594690 reservations@townhousegalleria.com www.galleria.townhousehotels.com
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AL VIA LA FESTA PIÙ COLORATA DELL’ANNO Un tripudio di colori, musiche e carri allegorici quello che si appresta a popolare le strade di città e borghi italiani. Smaltite le feste natalizie in molti ora sono pronti a truccarsi ed esibirsi nella ricorrenza più colorata e movimentata dell’anno: quel Carnevale che raduna persone, balli e coreografie, il tutto rigorosamente in maschera come vuole la tradizione.
<<Ci avete fatto caso che nell’ultima domenica di Carnevale i cimiteri sono un mortorio?>>, una celebre frase di Antonio De Curtis nel film “Totò cerca pace” semplifica e sintetizza tutta l’anima di questa particolare festività. Allegria, balli e divertimento sono i capisaldi del Carnevale che in ogni parte d’Italia, e non solo, riempie le vie di maschere più o meno ricercate, costumi della tradizione carnevalesca e carri tanto allegorici quanto, in molti casi, satirici. In fondo lo “scherno” è uno dei temi centrali di questo periodo: vietato quindi essere permalosi o prendersela per qualche “sberleffo” di troppo, almeno per una volta. Il termine Carnevale include il periodo che segue l’Epifania e che anticipa la Quaresima ma è solo nei suoi ultimi 20 giorni che la festività assume connotati così folkloristici e festosi. La maschera la fa da protagonista, ma per quale motivo è diventata usanza comune quella di travestirsi da qualcun altro? In origine, sin dall’VIII secolo d.C. , in questo periodo veniva “inscenato” un sovvertimento delle gerarchie e degli ordini sociali che portava allo scambio di ruoli e al camuffamento della propria identità. Da qui l’uso delle maschere. Un momento in cui era lecito rompere gli schemi e lasciarsi andare alla dissolutezza. Una tradizione che ha retto al passare dei secoli, si è evoluta nelle manifestazioni e nella fruizione, senza snaturare però il suo vero spirito. Nel periodo più colorato e movimentato d’Italia andiamo quindi a scoprire le parate più famose e caratteristiche, quelle che attraggono il maggior numero di persone e copertura mediatica. | 109 |
CENTO
Un Carnevale a tinte brasiliane, considerando che quello di Cento è gemellato con quello di Rio De Janeiro. Festività tra le più antiche d’Italia, che possiamo far risalire al 1600 grazie ad alcuni affreschi del pittore centese Gian Francesco Barbieri e che proseguono con immutato entusiasmo anche oggi. I carri di carnevale attraversano più volte il centro storico accompagnati dalla musica e da gruppi di figuranti in maschera impegnati in coreografie. In particolar modo il Carnevale di Cento ha goduto di rinnovata visibilità a partire dal 1990, anno in cui il sindaco della città ferrarese stipulò un gemellaggio con il Carnevale di Rio. Proprio il centro brasiliano per alcuni anni ha visto i carri vincitori a Cento sfilare nelle proprie strade. Il programma: Appuntamento fissato per ogni domenica di Carnevale (28 Gennaio, 4-11-18 e 25 Febbraio) dalle ore 14 alle ore 18.30. Proprio l’ultima giornata sarà la più ricca di appuntamenti, con la proclamazione del carro vincitore della manifestazione, che avverrà direttamente sul Palco centrale di Piazza Guercino, e il consueto Testamento del Tasi. Il rogo della maschera tipica centese e il meraviglioso spettacolo pirotecnico nel Piazzale della Rocca chiuderanno la manifestazione.
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VIAREGGIO
Il Carnevale, assieme a quello di Venezia, più famoso d’Italia. A Viareggio è vero folklore, la città si veste a festa, si colora e si popola di turisti e carri pronti a sorprendere tutti coloro che arrivano da ogni parte d’Italia. Origini insolite per il Carnevale viareggino: in molte parti d’Italia, infatti, questa festività ha radici contadine, qui invece nel 1873 nacque per volere di un gruppo di giovani borghesi. L’evento fu sin da subito apprezzato e nel giro di pochi anni diventò appuntamento fisso dallo sviluppo inarrestabile, grazie anche all’utilizzo dei primi carri allegorici che conquistarono immediatamente il consenso degli utenti. Tradizione che è proseguita quasi ininterrottamente fino ai giorni nostri: tolti gli anni durante i conflitti mondiali in cui le festività non ebbero luogo, le sfilate ripresero con maggior entusiasmo e, in particolar modo nel secondo dopoguerra, Viareggio salì agli onori della cronaca a livello nazionale. Successivamente le dirette Rai e i servizi televisivi offrirono al Carnevale un rinnovato appeal, tanto
I carri di Viareggio sfilano lungo la passeggiata a mare della città. Il tema principale dell’evento è sempre la satira, di tipo politico e sociale che la città toscana divenne un vero e proprio polo attrattivo durante le festività. Appeal che, seppur relativamente giovane, sembra ormai immortale. Quella di quest’anno è l’edizione numero 144 di uno spettacolo di musica, luci, balli e sfilate. Il programma: Sabato 27 gennaio 1° Corso Mascherato, ore 16 Domenica 4 febbraio 2° Corso Mascherato, ore 15 Domenica 11 febbraio 3° Corso Mascherato, ore 15 Martedì 13 febbraio 4° Corso Mascherato, ore 17 Sabato 17 febbraio 5° Corso Mascherato, ore 17 Al termine proclamazione dei vincitori e spettacolo pirotecnico di chiusura. | 110 |
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VENEZIA
Dal 27 gennaio al 13 febbraio protagonista sulla laguna quello che, accanto al viareggino, è il maggiore Carnevale italiano. Il fascino senza tempo di Venezia si arricchisce dei colori e delle maschere della tradizione carnevalesca: da tutto il Paese arrivano turisti in maschera che popolano le strade del capoluogo veneto. Oltre un milione di persone sono attese a Venezia con punte di 150.000 al giorno: le giornate di maggior afflusso saranno i 3 fine-settimana compresi nel periodo di svolgimento, il giovedì grasso (8 febbraio) e il martedì grasso (13 febbraio). A Venezia si vive la vera atmosfera del Carnevale con feste e giochi: 20 giorni dietro la maschera in cui è protagonista la rottura degli obblighi sociali, il capovolgimento delle gerarchie e la sovversione dell’ordine che verrà ristabilito dopo le celebrazioni. Il Carnevale di Venezia affonda le sue radici tra tradizione e storia, sopravvivendo con immutato fascino anche a 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa. Il programma: 27 – 28 gennaio: apertura / Festa Veneziana 3 – 4 febbraio: inizio spettacoli in Piazza San Marco, il Volo dell’Angelo, la Festa delle Marie. 8 febbraio (Giovedì Grasso): La Ballata delle Maschere con il Taglio della Testa del Toro 10 – 11 febbraio: finale del concorso per la maschera più bella, il Volo dell’Aquila e i concerti musicali, il volo dell’Asino a Mestre 13 febbraio (Martedì Grasso): lo «Svolo del Leon» e la proclamazione della Maria del Carnevale 2018
FANO
Quello della cittadina marchigiana è il Carnevale più antico d’Italia, come certificato da un documento risalente al 1347 e conservato nell’Archivio storico comunale. Quello di Fano viene considerato anche il Carnevale più dolce d’Italia, con il “Getto” di cioccolata e dolci dai carri verso le persone che popolano le strade fanesi. In provincia di Pesaro e Urbino, Fano intrattiene ogni anno decine di migliaia di turisti: le festività, tra sfilate e balli, sono partite il 28 gennaio con il primo grande Corso mascherato e movimenteranno le vie della città nelle prime due domeniche di febbraio. Chiusura show programmata per martedì grasso (il 13 febbraio) con giochi pirotecnici e il Rogo del Pupo, il tradizionale pupazzo carnevalesco che verrà incendiato per celebrare la fine delle feste. Giorgio Migliore | 111 |
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ALLA SCOPERTA DELL’ALBANIA Un racconto per immagini, un itinerario tra le emozioni di una destinazione da amare e apprezzare
È dall’imponente piazza Skanderberg di Tirana che ha inizio questo reportage fotografico dedicato all’Albania: un paese tanto vicino a noi ma, al contempo, espressione di una cultura e di una storia piuttosto lontane che affascinano, nonostante la forte ed inevitabile occidentalizzazione cui il paese è andato incontro negli ultimi decenni. La piazza, con la sua imponente statua equestre dedicata all’eroe
nazionale Giorgio Castriota detto Scanderbeg, è un luogo simbolo della nazione; da essa si dipartono i maggiori boulevard della capitale. Una città, Tirana, che molto racconta della sua storia recente legata alla dittatura comunista che ha, drammaticamente, cancellato con una impietosa damnatio memoriae le tracce della città ottomana. Piazza Skanderberg, rappresenta un po’ la sintesi
Panoramica di piazza Skanderberg a Tirana
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Nei dintorni di Tirana, una tappa d’obbligo è la cittadella storia architettonica di questa città, in cui l’unica dina di Kruje; il piccolo centro, oltre al caratteristico sopravvivenza ottomana – la settecentesca moschea Bey mercato ricco di pregiata manifattura locale, conserva riccamente affrescata – fa da contraltare ai numerosi edii resti di un castello medievale adiacente all’interesfici novecenteschi del regime comunista – architetture sante Museo Nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, in stile littorio costruite da architetti italiani negli anni nonché un affascinante museo ’20 e ’30 del secolo scorso – e ad etnografico in cui è possibile altre costruzioni più ardite che Un paese tanto vicino a noi ma, respirare l’atmosfera di una tracostellano, qua e là, il vivacissidizionale abitazione albanese. mo centro cittadino. Sulla piazza al contempo, espressione di una cultura e di una storia piuttosto lontane Lasciata Tirana, si raggiunge in si affacciano anche alcuni degli poche decine di chilometri la edifici più importanti e rappreche affascinano, nonostante la forte sentativi della cultura locale: il occidentalizzazione cui il paese è andato città portuale di Durazzo, l’antica Dyrrachium che, memore palazzo dell’Opera, il Museo di incontro negli ultimi decenni delle sue antiche origini, conStoria con il grandioso mosaico serva un anfiteatro romano, un sulla facciata che rappresenta la interessante Museo archeologistoria albanese e, poco distanti co, vari tratti delle mura bizantine e una torre medievadalla piazza, il Museo archeologico con le sue testimole genovese. Anche a Durazzo, come in tutta l’Albania, nianze illiriche e romane e l’affascinante Galleria delle troviamo un lungomare modernamente occidentale, Arti che ospita una fantastica pinacoteca che, al meglio, costellato di alberghi e di tutte quelle comodità che lo ci racconta della cultura di regime. Visitando Tirana non rendono un luogo ricercato dai villeggianti locali. si può tralasciare la salita in funicolare al monte Dajti, Proseguendo l’itinerario verso sud, una sosta al da cui si gode una vista spettacolare della città, senza monastero ortodosso trecentesco dimenticare le numerose possibilità che questa riserva di Ardenice ci permette di naturale offre agli amanti del trekking, hiking e tanto conoscere le particolarità altro.
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| METE DA VIVERE |
Sopra: lungomare di Valona, sotto: Monastero di S. Maria ad Apollonia e alcuni particolari architettonici del Monastero di S. Maria ad Apollonia
dell’architettura ortodossa… E ancora una volta ritorna l’immancabile figura dell’eroe nazionale: il convento è infatti particolarmente noto per aver ospitato la celebrazione, nel 1451, del matrimonio tra Skanderberg e Andronika Arianiti. Poco distante da Ardenice, un’altra importante tappa, Apollonia, ci fa conoscere un altro tassello del storia albanese: il sito archeologico, infatti, presenta le testimonianze delle antiche dominazioni greca e romana. Oltre ai resti di vari edifici, nel parco archeologico si trova anche un affascinante monastero ortodosso del XIII secolo dedicato a
Maria, edificato sulle rovine del tempio di Apollo: un luogo mistico di grande bellezza che ci ammalia con le sue ricche decorazioni architettoniche. Proseguendo verso sud, la città costiera di Valona – che dista dalla costa pugliese circa 70 chilometri – offre un altro esempio di urbanistica recente dove il boom edilizio ha scatenato una parossistica “corsa al mattone” che ha, lentamente, stravolto la città… Tanto più singolare, quindi, la solitaria presenza della moschea cinquecentesca costruita da Sinan – il celeberrimo architetto che costruì la splendida moschea di Solimano il Magnifico a Istanbul – lì a ricordarci di un passato ormai quasi del tutto dimenticato. A sud di Valona, una sosta fotografica, e non solo, a Porto Palermo ci offre un paesaggio costiero da cartolina, caratterizzato dalla presenza del castello settecentesco di Ali
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di questa terra, eccoci giunti finalmente ad Argirocastro. È qui che si inizia ad assaporare l’aspetto più autentico dell’Albania. Una città che insieme a quella di Berat – entrambi patrimonio dell’umanità – è riuscita a preservare il suo carattere “ottomano”, con le sue caratteristiche case dai tetti di ardesia (da cui l’appellativo di “città d’argento”) e l’imponente castello (XII-XIX sec.) che sovrasta dall’alto il centro abitato. Ad Argirocastro troviamo anche alcune affascinanti dimore storiche, trasformate in musei etnografici, tra cui quella appartenuta all’ex dittatore Enver Hoxha.
Pasià di Tepeleni, costruito su un promontorio circondato da un mare strepitosamente cristallino. Dall’incantevole calma di Porto Palermo, ci dirigiamo alla volta del sito archeologico di Butrinto. Città greco-romana ai confini con la Grecia, oggi sito UNESCO, Butrinto è sicuramente il sito archeologico più famoso dell’Albania dove, accanto ad un castello medievale genovese, sorgono ampie e ricche testimonianze archeologiche, tra cui il bellissimo mosaico policromo del battistero paleocristiano, il tutto immerso in un bellissimo scenario naturalistico. Procedendo con questo reportage fotografico, dove si è avuto modo di apprezzare la natura, le città costiere, e le testimonianze più antiche
Sopra: Moschea di Sinan (XVI sec.) a Valona, Castello di Argirocastro. Sotto: Museo Storico Nazionale di Tirana, scorcio della città di Argirocastro
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| METE DA VIVERE |
Gli ultimi scatti sono dedicati a Berat dove si può apprezzare, ancora una volta, quell’atmosfera autenticamente albanese tanto ricercata. Di questa incantevole cittadina affascinano le piccole moschee e i caratteristici agglomerati urbani separati dal fiume Osum, sovrastati dalle colline; su una di queste sorge una cittadella fortificata, ancora oggi abitata, con i resti del castello, antiche chiese ortodosse e lo splendido museo-chiesa dedicato al pittore cinquecentesco Onufri, autore di straordinarie icone bizantine. Dalla cittadella si gode un bel panorama sulla città e sulle valli circostanti che ci regala anche l’ultima emozione di questo viaggio. Foto e testi di Franco Bruni Accanto: Lungomare di Valona; sopra: Statua equestre dell’eroe nazionale Giorgio Castriota, detto Scanderbeg nell’omonima piazza; sotto: Cittadella fortificata di Berat.
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UN SALONE RICCO DI EMOZIONI A Torino i primi 4 giorni di febbraio si aprono all’insegna dei motori con Automotoretrò, il primo Salone in Italia dedicato al motorismo d’epoca
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Era il 1983 quando si svolse la prima edizione e lo si riunirà al settore ricambi nel Padiglione 3, forscopo, allora come oggi, era quello di mostrare al mando un’unica grande mostra-scambio. Chi ama le pubblico i migliori modelli di auto, moto e barche ormai tradizionali aree di settore, può trovare svago d’epoca così da trasmettere la cultura dei motori ai nei settori di ricambi e accessori, nell’editoria speciavisitatori e incoraggiare il collezionismo privato. lizzata e nel vastissimo settore dell’automobilia, che Un contribuito che ha visto crescere i soci ASI (Autoraggruppa quel mondo di oggetti di ogni genere “in motoclub Storico Italiano) da poche centinaia a quasi orbita” intorno al collezionismo automotoristico. 110.000, con oltre 130.000 auto e 45.000 moto certificaPer i più sportivi, la parte esterna disporrà di alcune te. Automotoretrò dopo il grande successo dell’ediziopiste che ospiteranno delle esibizioni, mentre nel ne 2017 che ha coinvolto oltre grande padiglione dell’O65.000 visitatori, più di 1.200 val sarà possibile trovare Automotoretrò e Automotoracing, espositori, 14 case automobiscuderie di rally e officine tra icone del passato e supercar i motori listiche e 300 piloti, torna – per le personalizzazioni si raccontano a Torino dall’1 al 4 febbraio così da poter incremendall’1 al 4 febbraio – con una 36esima edizione arricchita di tarne le prestazioni o un giorno e con la proposta di migliorare l’estetica. Un Salone che dimostra così di essere in continua anniversari illustri e personaggi famosi. evoluzione ed espansione, come spiega l’ideatore e Ma procediamo con ordine, il luogo in cui le auto organizzatore di Automotoretrò Beppe Gianoglio: potranno essere ammirate conta un’area di 100.000 mq, «Forti del successo degli ultimi anni, l’obiettivo per il che prova la forza dell’evento e la voglia di lasciare il l’edizione 2018 è quello di raggiungere e superagiusto spazio ai nomi storici dell’automobilismo e del motociclismo internazionale. I quattro padiglioni di Dopo il grande successo dell’edizione 2017 che ha coinAutomotoretrò permetteranno, dunque, di vivere un’evolto oltre 65.000 visitatori, più di 1.200 espositori, 14 case sperienza indimenticabile: oltre 1.000 mq del Padiglioautomobilistiche e 300 piloti, torna a Torino Automotoretrò, la fiera dedicata al motorismo storico ne 2 saranno dedicati alle moto, mentre il modellismo
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re quota 70.000 visitatori, proponendo un vero e proprio viaggio nel mondo dei motori a 360 gradi e dando la possibilità ad appassionati provenienti dall’Italia e dall’Europa di trovare il ricambio mancante o il modellino che completa la collezione, ma anche provare dal vivo l’adrenalina delle gare in pista». Tutto questo sarà reso possibile anche grazie alla realtà aumentata “101 Cars”, ovvero un museo virtuale di 101 vetture che hanno segnato la storia dell’industria automobilistica e del mondo delle corse. Le riprese sferiche
La 36a edizione si arricchisce di un giorno in più e sarà accompagnata per il nono anno consecutivo dalla kermesse Automotoracing, la rassegna ospitata all’Oval e dedicata al mondo delle corse e delle alte prestazioni saranno dunque – nel vero senso della parola – a 360° e consentiranno di navigare all’interno di ogni scheda dove si potrà selezionare il percorso e i contenuti desiderati tramite il comando dato dai movimenti della testa e degli occhi. In occasione del lancio di questo progetto, presentato sul palcoscenico di Automotoretrò e Automotoracing, saranno | 120 |
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I due saloni offrono un evento motoristico davvero unico, capace di spaziare dalle auto più esclusive e veloci fino ai mezzi d’epoca più rappresentativi, passando dai ricambi introvabili e dalle motociclette che hanno fatto la storia.
presenti: Marco Lucchinelli, da poco incluso nella Hall of Fame delle MotoGP Legends, e la Suzuki 500 con cui vinse il Mondiale del 1981; Alex Caffi con la monoposto F1 della scuderia Ensign che lo ha visto dominare il Gran Premio Storico di Montecarlo nel 2016 e il pilota di rally Piero Liatti, vincitore a Montecarlo nel 1997 con la Subaru Impreza WRC. Tra le vetture che hanno fatto la storia del design, auto del secolo scorso spiccano Citroen 2CV e Land Rover, che quest’anno spengono entrambe 70 candeline. I due brand, in attesa delle date per i festeggiamenti ufficiali, inizieranno a rendere omaggio ai loro prodotti: Land Rover nei giorni della manifestazione ha deciso di allestire uno spazio espositivo e un’area di test drive. Barriere, dossi, ponti e ostacoli saranno alla mercé del 4x4 più amato di sempre. La 2CV sarà invece protagonista di una rassegna dedicata, qui i visitatori potranno ammirarla nelle numerose versioni prodotte nell’arco dei suoi 42 anni di vita, dal 1948 al 1990. www.automotoretro.it
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IL NOLEGGIO HA UNA MARCIA IN PIÙ Il noleggio in Italia non frena la sua corsa, anzi punta a nuovi rialzi. Una soluzione che è ormai un bene tangibile, in cima ai desideri di quadri e dirigenti
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| FOCUS MOBILITÀ
Secondo Dataforce, nel 2017 il comparto del noleggio a lungo termine ha registrato una crescita dell’11% rispetto al 2016. Sono stati 296.660 i veicoli immatricolati (sia auto sia LCV), 29.395 unità in più. Si tratta di un risultato mai raggiunto in precedenza dal noleggio in Italia e che per il 2018 abbatterà il muro delle 300.000 immatricolazioni. Del resto, le imprese ritengono il NLT uno strumento di grande importanza per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importante oggi che sulle risorse umane vengono investite ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. Il fleet management consiste nel beneficiare dei servizi di noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, una formula vincente utilizzata da aziende di ogni dimensione che hanno veicoli in proprietà o in noleggio e che scelgono di demandare in outsourcing solo una parte dei servizi. La formula può variare da uno a tre anni, e meno frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. E’ previsto il pagamento di un canone mensile come copertura delle spese dalla tassa di proprietà, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria alla gestione dei sinistri, assicurazione, cambio pneumatici e gestione delle multe. L’azienda che prende a noleggio il veicolo deve badare al solo carburante e seguire le istruzioni per una corretta manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle autofficine convenzionate. Il canone varia a seconda del tipo di veicolo noleg-
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I VANTAGGI DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE • Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo; • Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo; • Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate;• Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento. Automotive Service Group partner of ALD Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 Zona Eur Roma Tel. 06.87752179 email: segreteria@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com
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| FOCUS MOBILITÀ
giato, della durata del contratto, del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, strumenti di gestione della car policy, rapporti informativi sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito per l’acquisto del carburante. Automotive Service Group svolge attività di mediazione e consulenza nel settore del Noleggio di autoveicoli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in oltre 50 anni di attività. L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalmente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di Noleggio a Lungo Termine che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership di ALD Automotive.
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LO YACHT COMPATTO CHE SA MERAVIGLIARE Il nuovo F430 di Sealine è il primo yacht da 40 piedi al mondo a poter essere equipaggiato con tre cabine doppie su richiesta
Il noto brand Sealine torna da protagonista in ospiti. Sul flybridge, pensato per ospitare fino a 6 mare con l’ultimo modello presentato in antepersone, è possibile intrattenersi con un barbeprima mondiale il 22 gennaio al Boot di Dusselcue - seduti sul comodo divano a “U” - oppure dorf: il Sealine F430. Tutti i modelli del noto brand godersi semplicemente il sole; in questo spazio inglese (acquistato recentemente dal gruppo tedesco il sedile a babordo può essere regolato nella Hanse) nascono dallo stesso concetto, ovvero quello posizione desiderata tramite lo schienale inclidi disporre di spazi interni illuminati da luce natunabile. Inoltre, l’imbottitura extra permette di rale e di un design eccezionale che sappia sfruttare usarlo come ampio lettino prendisole collocato al meglio il confort e la sicurezza dell’ingegneria al fianco del posto di comando, si può, infine, detedesca. Motivo che ha portato cidere di integrare i posti a i costruttori a utilizzare come sedere con due frigoriferi Il Flybridge F430 rappresenta il fiore “base” del progetto l’ottima per mantenere le bevande all’occhiello di questo yacht di lusso: carena apprezzata sul C430, risempre fresche, anche manendo così fedele agli ultimi nelle lunghe giornate più oltre alla terrazza scoperta e modelli di successo. assolate. allo spazioso divano a forma di U, Scendendo nel particolare, Il flybridge è collegato al è presente anche un wet bar gourmet possiamo dire che il nuovo main deck attraverso delle yacht misura in lunghezza comode scale che arrivano 13,55 metri e 4,20 metri in larghezza ed è davvero direttamente al grande salone centrale. Questo in grado di stupire con i suoi tre ponti, in particolaspazio la fa decisamente da padrone, con le nure, il flybridge (ponte sopraelevato) di quasi 14 m2 merose finestre lungo tutti i lati che consentono rappresenta il fiore all’occhiello di questo yacht di Con i suoi tre ponti, il nuovo Sealine F430 è in grado di lusso che offre molto spazio a tutta la famiglia e agli ospitare fino a sei persone, anche per viaggi più lunghi.
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una vista sul mare a 360 gradi; qui è compreso anche il pozzetto di poppa. Per molti amanti della vita marittima il tramonto è il momento clou della giornata e questo panfilo permette di godere ognuno di questi momenti in quasi tutti i punti. La conferma viene dalla struttura stessa dell’F430, dotato di quattro lounge con vista sul mare: nel salone, nel pozzetto, sul ponte flybridge o a prua. Ognuno di questi può ospitare fino a sei persone e sono progettati per permettere agli ospiti di sedersi gli uni di fronte agli altri; sulla poppa del main deck è pensata la cucina mentre all’esterno (sulla coda) è disposto un altro tavolo e una comoda seduta con divano a “L”. La qualità di produzione dell’F430 concede un’esperienza multisensoriale, apprezzabile soprattutto nei dettagli interni realizzati a mano. I pregiati materiali, il sottile profumo di pellami che si fonde nell’aria e la piacevole sensazione di calore proveniente dai legni eleganti avvolgono Già nella versione standard, il nuovo Sealine F430 è dotato di due motori IPS 400 della Volvo Penta, azienda leader nel settore.
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gli ospiti in un ambiente comodo e lussuoso. Altra particolarità di questo yacht è “nascosta” nel lower deck, ovvero la zona notte: l’F430 vanta il primato come yacht da 40 piedi che permette di configurare questo piano in modo da avere due o tre cabine. Nel primo caso viene adottata la soluzione classica, ovvero con la cabina dell’armatore posizionata a tutto Il nuovo F430 offre baglio a centro barca uno spazio davvero e la cabina degli ospiti - con letti separabili mozzafiato, che altrimenti - situata nella “V” di si può trovare solo sugli prua. L’altra alternayacht da 50 piedi. tiva prevede la cabina dell’armatore a prua e altri due locali notte a poppa. Entrambe le soluzioni sono concepite con la presenza di due bagni. Anche dal punto di vista della tecnologia Sealine non scherza: i livelli e le informazioni sono sempre sotto controllo con il sistema Smart Boat System installato sul nuovo F430 già nella versione standard. Il proprietario dello yacht | 129 |
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Con i suoi tre ponti, il nuovo Sealine F430 è in grado di ospitare fino a sei persone, anche per viaggi più lunghi.
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DECKSLAYOUT | SULL’ONDA |
L’F430 come yacht da 40 piedi vanta il primato di poter configurare il lower deck in modo da avere 2 o 3 cabine
può controllare i propri sistemi dal plotter o da un tablet e visualizzare la temperatura dell’acqua o il contenuto nei serbatoi, come ad esempio il livello del carburante, attraverso dei sensori a ultrasuoni installati nei contenitori. Lo scafo Sealine F430 si tuffa in profondità nell’acqua e taglia in modo eccezionale le onde rimanendo stabile e riuscendo a sfruttare i suoi due motori Volvo Penta IPS. Sealine propone 3 scelte: IPS 400, IPS 500 o IPS 600. I motori più performanti producono 870 cavalli e raggiungono una velocità massima di 31/33 nodi (in buone condizioni meteo) grazie anche ai rinforzi dello scafo che sono laminati e offrono i vantaggi di uno yacht ad alta resistenza con un peso ridotto. www.yachts.group/sealine/it
Stefano Valentini
Lunghezza totale
13,55 m
Larghezza massima
4,20 m
Capacità serbatoio acqua dolce
1,13 m
Pescaggio
4.000 litri
Altezza (senza albero)
4,14 m
Dislocamento
13,65 t
Serbatoio carburante
1100 l
Velocità massima
32 kn
Motore
Volvo Penta IPS 400/ opt. IPS 500, IPS 600
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MAIN DECK
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| BOAT SHOW |
MIAMI E DUBAI PRONTE A SALPARE In arrivo due appuntamenti imperdibili per gli amanti del mare: il primo nella calda Miami e il secondo nella lussuosa Dubai
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| BOAT SHOW |
Sulle sue famosissime spiagge celebra il trentesimo anno il Boat Show di Miami, in programma dal 15 al 19 febbraio lungo Collins Avenue, di fronte ai leggendari hotel Fontainebleau e Eden Roc situati entrambi a Miami Beach. L’esposizione in acqua di imbarcazioni nuove e usate copre oltre 110 mila metri quadrati di spazio, dalla 41a alla 54a strada, con yacht e superyacht straordinari; presenti centinaia di produttori che porteranno oltre 1300 imbarcazioni alcune delle quali in anteprima mondiale. Il Miami Yacht Show ha annunciato una nuova esperienza Vip per il 2018: un nuovo lounge “galleggiante” sul lungomare e situato al centro dello spettacolo, il tutto per offrire un’esperienza di livello superiore sia agli ospiti che agli espositori. La nuova disposizione dello show sarà in grado di mettere maggiormente in risalto la pittoresca posizione sul lungomare di Indian Creek Waterway. Lo spettacolo ha anche arricchito la splendida nuova sede dei Superyacht Miami, all’Island
Il Dubai International Boat Show, con una ricca storia e una comprovata esperienza, è tra gli eventi più attesi nel calendario yachting ed è l’evento leader indiscusso della regione Gardens Deep Harbour sull’isola di Watson, dove sarà possibile vedere oltre 20 superyacht esposti e se interessanti fissare degli appuntamenti con gli espositori, rintracciabili presso lo Show Management. Per le oltre 100 mila presenze ipotizzate, gli organizzatori hanno pensato di disporre gli yacht in nuove sezioni dedicate, così da rendere più facile i movimenti verso le aree e le imbarcazioni specifiche: dalla vela ai catamarani. L’ambiente che si crea diventa un punto ideale da cui osservare e confrontare i prodotti nel mentre che si acquisiscono informazioni in modo interattivo e invitante sia per gli espositori sia per gli acquirenti. Quest’anno i titolari di pass avranno accesso all’open bar dove saranno offerti rinfreschi e, per rendere più confortevole l’esperienza, verranno messe a disposizione delle navette gratuite che porteranno gli ospiti presso i parcheggi consigliati o direttamente alle fermate degli autobus e dei taxi acquatici su Collins Avenue. Altro appuntamento nautico di spessore è il Dubai | 134 |
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Boat Show che si svolgerà dal 27 febbraio al 3 marzo. Il Salone Nautico Internazionale di Dubai si è trasferito in una nuova incantevole sede: The Dubai Canal, Jumeirah. Un luogo progettato per essere la parte centrale della città e divenuto una destinazione da visitare che per l’occasione offre ampi margini di crescita grazie a uno spazio più grande del 15% rispetto alla sede precedente; la sua comoda accessibilità e il suo sfondo ineguagliabile lo rendono un paradiso per visitatori e clienti. Lo show sarà diviso in aree: Marina Display, ad esempio, ospita gli yacht e le barche di lusso dei principali costruttori e marchi del mondo che mostrano il massimo delle novità nel design, nell’artigianato e nello stile di vita della nautica. Vi è poi una parte esclusiva del Marina Display che riunisce i soli costruttori di superyacht d’élite, qui sarà possibile ammirare alcuni dei loro ultimi progetti. Tra questi brand spiccano le italiane Baglietto, Benetti, CRN (Ferretti) e Fincantieri che trascinano l’Italia al secondo posto nella classifica dei maggiori Paesi espositori al Dubai Boat Show. Altra sezione di rilievo è l’Outdoor Display, ovvero la zona più corposa poiché copre l’area terrestre più grande dello spettacolo ed è costituita da grandi stand. Quest’area include numerose esposizioni di rivenditori locali e di compagnie internazionali che esibiscono imbarcazioni di piccole e medie dimensioni di ogni tipo: da quella a motore ad alta velocità ai pescherecci, passando per le imbarcazioni da diporto più piccole. Siete amanti degli sport acquatici? Water Sports è il settore fatto apposta per voi: qui troverete tutti i principali fornitori di attrezzature per il SUP, Kayak, Canoismo, Jet Ski, Sci nautico, Kite Surf, Surf, Wind Surfing, Paddle Boarding. E per i romantici tradizionali? Ecco il Sailing Sector, ovvero l’area per la vela che diventa il luogo d’incontro perfetto per i costruttori specializzati in barche a vela e l’esperto - o neofita - “marinaio”. Il Dmex suscita sempre un certo interesse, giunto alla sua undicesima edizione rimane un evento esclusivo perché ha la caratteristica di essere l’unica esposizione di immersione in Medio Oriente. Qui si potranno scoprire le ultime novità sulle attrezzature subacquee e sarà possibile cimentarsi in eccitanti attività educative rivolte sia ai bambini sia ai principianti. Per concludere non poteva mancare la sezione Future in cui sono esposti progetti e prototipi di droni, stampanti 3D e sistemi ibridi; questo nuovo settore esplora il futuro delle tecnologie dello yachting così da rendere la passione per il mare sempre più piacevole e sicura. Stefano Valentini | 135 |
STELLA MARIS
by “Stella Maris”
by Riccardo Cavrioli
(La Tempesta Dischi - 2017)
QTY
by “QTY”
(Dirty Hit - 2017)
Piazza una doppietta di tutto rispetto il buon Umberto Maria Giardini (già conosciuto come Moltherni) nel 2017 appena passato. Non solo il disco uscito a nome suo, il pregevole “Futuro Proximo” ma anche una sorpresa come il progetto Stella Maris, che lo vede a capo di una “super band” (questa volta la sigla ci sta!) che comprende Ugo Cappadonia, Gianluca Bartolo (Il Pan del Diavolo), Emanuele Alosi (La banda del Pozzo) e Paolo Narduzzo (Universal Sex Arena). Obiettivo dichiarato, e perfettamente riuscito, omaggiare il guitar-pop anni ‘80 degli Smiths. Umberto non ha mai fatto mistero di aver vissuto intensamente quel periodo musicale, ecco perché un simile album non ci sorprende più di tanto ma, anzi, ci esalta, ascolto dopo ascolto. Le metafore e il linguaggio ricercato che il cantante marchigiano spesso sfoggia nelle sue opere soliste qui sono stemperati e resi più accessibili, senza che la sua poetica ne risulti meno incisiva, mentre la band s’impegna a ricreare perfettamente quel guitar-pop reso immortale dalla chitarra di Johnny Marr. Le note stampa parlavano di “musica pop genuina e di alta qualità” e il mandato è stato pienamente rispettato, sublimandosi in ritornelli immediati e cristallini in cui la voce di Umberto spicca solida e coinvolgente. Stop a synth, lunga vita alle chitarre! Trionfo!
New York, dannata New York. Quante canzoni, quanti album, quanti accordi ha generato questa città? Un numero probabilmente incalcolabile. Città che affascina, conquista e ispira, tutt’oggi, una schiera di musicisti che respirano aria purissima e ricca di magiche scintille adatte ad essere trasportate in musica. E’ il caso di Dan Lardner e Alex Niemetz (insieme sotto il nome comune di QTY) che pagano il loro tributo altissimo non solo alla città, ma anche a eroi musicali che da quelle strade provengono, gente come Strokes, Television o Velvet Underground. Curiosamente il duo registra il tutto a Londra, insieme a uno che (ai tempi d’oro dei primi anni ’90) faceva della “contrapposizione al grunge ‘made in USA’” una ragione d’essere, ovvero Bernard Butler (ex Suede), ma qui di spirito britannico c’è n’è ben poco: dal bianco e nero ricorrente (non solo nella copertina e nell’iconografia, ma anche nei testi), al cantato a tratti così blando, alle chitarre, qui è un dipinto newyorkese al 100%. Il suono perfetto e impeccabile, gestito in modo ottimale da Butler, non riesce a distogliere il nostro pensiero dai modelli originali, evocati in modo così lampante e a tratti fin troppo scontato e svogliato. Se vediamo il tutto, però, come un sincero e onesto tributo, beh, potremmo anche divertirci.
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