Progress Aprile

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Cina, gli obiettivi della nuova leadership - Intervista con Maria Bianca Farina - Land Rover, il nuovo Freelander 2 - Intervista con Pedro Almodovar - Baselworld 2013 - Welcome to Jordan!

PROGRESS

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Mensile di Politica, Economia, Attualità e Cultura. Numero 65 (Nuova Serie) € 3,50 www.progressonline.it

ESTERI

CINA, GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA LEADERSHIP Al debutto la quinta generazione di leader cinesi. Nel programma lotta alla corruzione, alle diseguaglianze e tutela dell'ambiente

PEOPLE STORIA DI UN SUCCESSO AL FEMMINILE Intervista con Maria Bianca Farina A. D. di Poste Vita S.P.A. e Poste Assicura S.P.A

CINEMA INTERVISTA CON PEDRO ALMODOVAR “Il segreto del mio successo? La spontaneità”

ARTE BASELWORLD 2013 Torna la fiera del lusso di Basilea

VIAGGI

WELCOME TO JORDAN! Sulla strada dei Re

AUTO

LAND ROVER Il nuovo Freelander 2

COVER STORY

NUMERO 65

SALONE DEL MOBILE 2013 TORNA L’APPUNTAMENTO PIÙ ATTESO PER GLI AMANTI DEL DESIGN. Il Salone promette di stupire anche quest'anno con un programma fitto di appuntamenti in fiera e fuorisalone


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EDITORIALE Aprile__mastro Progress 08/04/13 11.32 Pagina 1

editoriale

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IL DESIGN CHE SFIDA LA CRISI

n

Nel settore dell'arredamento, parlare del 2013 come l'anno per l'uscita dalla crisi è davvero azzardato, ma proprio per questo il Salone del mobile di Milano è, ancora più che in passato, una tappa obbligata per tutte le aziende del settore. Con i tradizionali mercati europei in affanno, agli imprenditori italiani non resta che concentrarsi sull'export verso Russia, Brasile, Cina, India. L'ottimismo, ha ammesso senza mezzi termini Claudio Luti, il nuovo amministratore delegato

di Cosmit, la società che organizza la fiera, viene tutto dal riconoscimento dei mercati esteri: “C'è un grandissimo rispetto nel mondo per il made in Italy e per il settore dell'arredamento italiano, non solo per la qualità e l'innovazione che esprime, ma anche per il fatto che gli imprenditori italiani, a differenza di quelli degli altri Paesi, sono i più portati a dialogare con i creativi e a prendersi dei rischi sull'innovazione”. Ma se non si ha una quota superiore al 50% di export, sarà

molto difficile, dopo cinque anni di crisi, che si riesca ad andare avanti. È quindi necessario educare questi Paesi a arredare le proprie case con prodotti che arrivano dall'Italia, molto apprezzati, ma ancora relativamente poco conosciuti. In fondo, gli italiani sono ancora gli unici, insieme a danesi e svedesi, a sviluppare veramente il design in maniera seria. Magari a volte ci rimette, ma se un architetto ha un'idea particolare, l'unico posto dove gliela possono sviluppare è l’Italia.


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SOMMARIO__mastro Progress 08/04/13 11.29 Pagina 1

sommario

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6/8

FOTOREPORTAGE

10

DA NEW YORK

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DA PARIGI

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DA LONDRA

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PERSONAGGIO

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SCUSTUME&SOCIETÀ

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TRASHION VICTIMS

■ 28 DOPO LA “PRIMAVERA”

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HAPPENING

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SHOWBIZ

■ 32 CINA, GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA LEADERSHIP

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INTERNET

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ECONOMY

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CULTURA

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CINEMA

80

ART

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FOOD

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RIVOLUZIONE 2.0: 100% COMPLETATA. E ORA? CINA 5.0, ECCO IL PIANO

40

■ ■

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48

34 IL NUOVO PAPA È GIÀ UNA STAR IL PAPA COMUNICATORE

40 LA CRISI ECONOMICA

88

TRAVEL

PIL IN CALO, MA UN CAMBIO DI ROTTA È POSSIBILE

94

FASHION

104

MODA

42 IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI

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TUNES

44 INTERVISTA A MARIA BIANCA FARINA

48 MARIELLA ENOC

50 MARIANNE BERTRAND

52 MADE IN ITALY

54 SALONE DEL MOBILE 2013

QUANDO L’ECCELLENZA È DONNA

STORIA DI UN SUCCESSO AL FEMMINILE

ETICA E INNOVAZIONE... AL FEMMINILE

DONNE & BUSINESS

IDENTITÁ ITALIANA: FUNZIONALE ED ATTRAENTE

MILANO DA ARREDARE

52


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54

60 FUORISALONE 2013

64 IL GRANDE MUSEO A LENS

■ 60

64

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IL LOUVRE VA... IN PROVINCIA

70 MANN, BRECHT E HITLER

DUE SCRITTORI E LA CRISI DEL NOVECENTO 82

72 VA DI MODA IL... “PASSAPAROLA!”

QUANDO LA REPUTAZIONE RIVOLUZIONA IL MONDO DEL MARKETING

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LA NUOVA COMUNICAZIONE DI PIAZZA ITALIA

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INTERVISTA A PEDRO ALMODOVAR

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MILANO, CAPITALE DEL DESIGN

Progress è una pubblicazione curata da Società Eventi Internazionali s.r.l. Via Romeo Rodriguez Pereira, 41/A 00135 - Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010 Progress n°63 / Gennaio 2013

VESTITI... DI RIVOLUZIONE

“IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO? LA SPONTANEITÀ”

Uffici Commerciali Roma, Via Pereira, 41 - 00136 Milano, Via Petrella, 21 - 20124

82 UNA MOSTRA CELEBRA LA DIVINA DI HOLLYWOOD LA DONNA PERDUTA

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VERONA, CITTÀ DEL VINO

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LA GIORDANIA CHE NON T'ASPETTI

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BASELWORLD 2013

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MY SPECIAL CAR 2013

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PEUGEOT 2008

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4 GIORNI A VINITALY

SULLA STRADA DEI RE

UNA NUOVA ERA PER LA FIERA DEL LUSSO AL POLSO

Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Alessandro Petrone direzione@edizionisei.com Direttore Editoriale Franco Del Panta Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com I. Basile, D. Battaglia, M.L.C. Beduschi, R. Leggio, M.G. Morini, P. Romeo, D. Marianacci, E. Rodi, F. Aliberti, A. Tomassi, F. Vagnozzi, P. Vaccaro, E. Pasca, L. Saggio, R. Leggio, S. De Martin, L. Martano, E. Bonardi, A. Paccosi, D. Zaccaretti, L. Paolicelli

UN’AUTO... SPECIALE

IL NUOVO CROSSOVER URBANO ALLA CONQUISTA DEL MONDO

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IL NUOVO FREELANDER 2

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LA NUOVA XF SPORTBRAKE DI JAGUAR

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NLT E FLOTTE AZIENDALI ALLA PROVA DELLA CRISI

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SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DI VENEZIA

Marketing & ICT Milko Vaccaro Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Editing e traduzioni Tris Bruce Art Direction Romina Plini Stampa e Allestimento S.E.I. Distribuzione Giuseppe Ventura Emilian Press Srl - Spediservice Srl - CDL Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com www.progressonline.it

LAND ROVER, VOCAZIONE SPORTIVA

ELEGANZA E POTENZA. IN UNA PAROLA: JAGUAR

IL MERCATO COMBATTE LA CRISI

UN VERO FESTIVAL DEL MARE 114

118

Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

Fotografie Shutterstock, Sascha Von Mallinckrodt M.G. Morini, L. M. C. Beduschi, Luca Omiccioli, Milko Vaccaro N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


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LE FERRARI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA F1


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Inaugurerà il prossimo 3 maggio al Museo

titolo mondiale da Juan Manuel Fangio, la

massime prestazioni meccaniche e

casa Enzo Ferrari di Modena “Grand Prix:

Porsche 804 di Dan Gurney, la Ligier di

aerodinamiche con la conseguente

le Monoposto del Campionato di Formula

Jacques Lafitte, le due vetture della famosa

evoluzione delle forme.

1” l’inedita rassegna automobilistica

sfida al GP di Francia del ‘79 Renault R11 di

La rassegna espositiva sarà caratterizzata

dedicata alle vetture protagoniste del

René Arnoux e la Ferrari 312 T di Gilles

da un’assoluta novità, un “effetto

Campionato Mondiale di Formula 1 dal

Villeneuve, oltre alla Williams di Ayrton

sorpresa”: la presenza di nuove vetture che

1950 al 1994.

Senna, solo per citare alcune delle

si avvicenderanno per tutto il corso della

17 macchine da corsa che hanno fatto la

protagoniste che faranno riecheggiare il

mostra secondo una rotazione a tema, per

storia dell’automobilismo moderno,

rombo dei motori delle gare di Formula 1.

integrare in modo dinamico i contenuti

saranno in mostra fino a fine ottobre 2013.

Ogni vettura da competizione è stata

dell’esibizione, dando modo ai cultori di

Vere e proprie leggende che hanno

selezionata fra quelle che, nell’arco di quasi

questo sport, di apprezzare le fasi di

entusiasmato migliaia di appassionati,

cinquant’anni, hanno sperimentato

sviluppo delle monoposto protagoniste del

come l’Alfa Romeo 159, la Mercedes W

innovazioni e accorgimenti tecnici che

massimo campionato automobilistico.

196 e la Ferrari Lancia D50 condotte al

hanno influenzato il raggiungimento delle

www.museocasaenzoferrari.it


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FOTOREPORTAGE

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L’ARTE QUOTIDIANA DI LOUISE NEVELSON


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Louise Berliawsky Nevelson viene

“grande donna della scultura

Promossa dalla Fondazione Roma e

probabilmente considerata tra gli artisti

contemporanea”.

organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-

americani più illustri del secondo

Sicuramente è tra i primi artisti americani

Musei con Arthemisia Group, la mostra

dopoguerra. Kiev, allora appartenente alla

che trasformò l’arte dell’assemblaggio in

Louise Nevelson è composta da un

Russia zarista, è la città che le diede i

un proprio punto di forza, rendendo

nucleo di oltre 70 opere che raccontano

natali, il 23 Settembre 1899.

indistinti i confini esistenti tra scultura,

l’attività dell'artista, a partire dai disegni e

Scomparsa nel 1988, Louise Nevelson,

collage e lavorazione del legno.

dalle terrecotte degli anni Trenta,

arrivata bambina negli Stati Uniti, ha

Incastonando casse impilate, con pezzi di

attraverso gli assemblage in legno dipinto

assistito, durante la sua vita, ad

legno di ogni genere e con materiali di

degli anni '50 e i capolavori degli anni '60

eccezionali eventi storici, ma a sua volta è

scarto raccolti in ogni angolo delle strade

e '70, fino alle significative opere della

stata anche protagonista e promotrice di

di Manhattan, nascevano architetture

maturità degli anni '80, tutte provenienti

importanti cambiamenti artistici, tramite la

astratte, barocche e monumentali, che

da importanti collezioni nazionali ed

creazione di un unico linguaggio visivo,

suggeriscono un mondo poetico ed

internazionali.

che probabilmente le vale il titolo di

immaginario.

www.fondazioneromamuseo.it


DA_NY__mastro Progress 03/04/13 12.31 Pagina 1

dada new new york da new york da new york york da new york

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da new york

da new york

di AMBRA DI CHIO

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LA MODA DEGLI IMPRESSIONISTI È DI CASA AL MET DI NY

Fino al 27 maggio, il newyorkese MET (Metropolitan Museum of Art) farà da scenario alla mostra Impressionism, Fashion, and Modernity. Come suggerisce il titolo stesso, il suo intento è quello di mettere in evidenza l’influenza che ha avuto il mondo patinato della moda sulla produzione pittorica di Monet, Degas, Renoir e di altri esponenti di questa corrente artistica. Come non dimenticare, la celebre affermazione di Manet secondo cui: “La moda più recente è assolutamente necessaria per dipingere. É ciò che conta di più.” Non a caso, le opere in esposizione appartengono ad una fase storica ben precisa (il ventennio che va dalla metà degli anni ’60 fino alla metà degli anni ’80 dell’Ottocento) ossia il periodo in cui Parigi, culla degli impressionisti,

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si stava affermando come Capitale internazionale della moda. Per rimarcare lo stretto rapporto esistente tra moda ed arte, il percorso espositivo è stato arricchito con costumi ed accessori originali dell’epoca. www.metmuseum.org

IL GUGGENHEIM MUSEUM APRE LE SUE PORTE ALL’ASIA aree geografiche: Asia meridionale e sudorientale, America latina, Medio oriente e Nord Africa. Fino al 22 maggio, saranno in mostra al Guggenheim le opere (dipinti, sculture, fotografie, video ed installazioni) di 22 artisti contemporanei del panorama asiatico. www.guggenheim.org

Il Guggenheim Museum di New York ospita la mostra “No Country: Contemporary Art for South and Southeast Asia” (Questo non è un paese: arte contemporanea in Asia meridionale e sud-orientale). L’espressione “Questo non è un Paese”, ispirata alla nota poesia di W.B. Yeats “Verso Bisanzio”, vuole sottolineare il concetto di una cultura senza confini. L’esposizione, infatti, aprirà la strada al progetto UBS Art Guggenheim MAP con cui il museo newyorkese (in collaborazione con la società finanziaria svizzera UBS) intende scommettere sull’arte emergente delle seguenti

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APRILE 2013

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L’URLO DI MUNCH AL MOMA

Fino al 29 aprile, sarà possibile ammirare al Museo d’Arte moderna di New York una delle quattro versioni dell’Urlo di Munch. Quello esposto al MoMA, realizzato dall’artista norvegese nel 1885, è l’unico pastello della serie ed è stato ottenuto in prestito da un collezionista privato che l’ha acquistato da Sotheby's per la cifra esorbitante di 120 milioni di dollari (assegnando così a questo capolavoro il record mondiale di opera d’arte più costosa mai battuta ad un’asta). Non è solo l’uso dei colori vivaci a rendere unica questa versione dell’urlo di Munch, ma anche la presenza sullo sfondo di un secondo uomo che si affaccia sul ponte. Gli altri esemplari, dipinti ad olio su tela tra il 1883 e il 1910, sono invece custoditi nel Paese d’origine del pittore: due nel museo nazionale di Oslo ed uno al Munch Museum. www.moma.org


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DA PARIGI__mastro Progress 03/04/13 12.32 Pagina 1

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di AMBRA DI CHIO

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PARIGI RENDE OMAGGIO A BOUDIN, IL “RE DEI CIELI”

Avrete tempo fino al 22 luglio, per visitare la mostra Eugène Boudin au fil de ses voyages al Museo Jacquemart-André di Parigi. Per la prima volta, dal 1889, viene allestita nella Capitale francese una retrospettiva con tutte le più importanti opere del pittore, grazie alla collaborazione offerta da altri celebri musei, tra cui la National Gallery of Art di Washington, il Museum of Fine Arts di Boston, il Museo de arte Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Musée national des beaux-arts du Québec in Canada ed il Musée Eugène Boudin di Honfleur. L’artista francese è stato definito come il precursore della corrente artistica

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dell’impressionismo e lo stesso Monet dichiarò che doveva la sua fama a lui: "Se sono diventato pittore lo devo a Eugène Boudin. È a lui che devo l'educazione definitiva del mio occhio". Tra le sessanta opere in esposizione che includono dipinti, acquerelli e disegni vi segnaliamo "Scène de plage, soleil couchant" e "Venise, le quai des esclavons le soir, la Douane et la Salute". Rimarrete sicuramente affascinati dalla sua straordinaria abilità nel dipingere i paesaggi che gli fece guadagnare il soprannome di “Re dei cieli”. www.musee-jacquemart-andre.com

LA COLLEZIONE MARLENE ET SPENCER HAYS AL MUSEO D’ORSAY

Al Museo d’Orsay, fino al 23 giugno, saranno esposte le opere di proprietà dei due famosi collezionisti d’arte americani, Spencer e Marlene Hays. Questo straordinario patrimonio artistico, nato dalla loro passione per la cultura francese, comprende capolavori del XIX secolo e degli inizi del Novecento. I visitatori potranno ammirare, oltre ai pannelli decorativi di Maurice Denis, le tele di altri famosi pittori francesi come Pierre

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APRILE 2013

Bonnard, Paul Ranson, Ker-Xavier Roussel ed Odilon Redon. Inoltre, ampio spazio è stato riservato al periodo impressionista, rappresentato dai seguenti artisti: Henri Jean Théodore Fantin-Latou, James Tissot, Gustave Caillebotte, Berthe Marie Pauline Morisot ed Eva Gonzalès. Per la prima volta, molti di questi quadri faranno così di nuovo ritorno in Francia, il Paese in cui sono stati dati alla luce. www.musee-orsay.fr

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LA MUSICA JAZZ CONQUISTA PARIGI Dal 5 al 26 aprile, le notti di Saint- Denis e di altri sobborghi della Capitale parigina saranno animate dal Banlieue Bleues Paris Jazz Festival. La nota rassegna jazz, aperta anche ad altre contaminazioni musicali, quest’anno si prepara a tagliare un traguardo importante, essendo giunta ormai alla sua trentesima edizione. Tra i numerosi ospiti che hanno aderito all’iniziativa: il polistrumentista brasiliano Egberto Gismonti, le cantanti americane Meshel N’Degeocello e Lizz Wright, i jazzisti Michel Portal e Vincent Peirani ed il rapper francese Rocé. Il nostro Paese sarà rappresentato, invece, dall’inconfondibile voce di Vinicio Capossela. È possibile consultare il calendario completo del Festival, con tutte le date dei concerti, sul sito ufficiale dell’evento. www.banlieuesbleues.org


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DA LONDRA__mastro Progress 03/04/13 12.33 Pagina 1

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di AMBRA DI CHIO

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UNO SPECIALE TRIBUTO AL “DUCA BIANCO”

“Bowie is” è il nome della mostra con cui il Victoria & Albert museum rende omaggio all’artista britannico, in occasione dell’uscita della sua ultima fatica discografica. L’album “The next day”, disponibile nei negozi già a partire dall’11 marzo scorso, è il ventiquattresimo della sua carriera e segna il ritorno di Bowie sulle scene musicali, dopo un silenzio di ben 10 anni. La storia del “Duca bianco” viene ricostruita attraverso un’ampia

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collezione di suoi oggetti personali che include fotografie, manoscritti, copertine di album, vestiti, accessori e molto altro ancora. Tra i pezzi esposti, non potevano mancare gli stravaganti costumi di scena che l’hanno accompagnato nel corso della sua lunga carriera. Si tratta della prima esposizione, in assoluto, dedicata a David Bowie e sarà ospitata dal noto Museo di design e costume fino al 28 luglio prossimo. www.vam.ac.uk

LA FINE DI POMPEI ED ERCOLANO AL BRITISH MUSEUM

L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse le città di Pompei ed Ercolano torna a rivivere nelle sale del British Museum, grazie alla mostra “Life and death in Pompeii and Herculaneum” in programma dal 28 marzo fino al 29 settembre. L’esposizione, che ha già ha avuto grande risonanza sulla stampa inglese, può contare su oltre duecentocinquanta reperti; gran parte dei quali sono stati ottenuti in prestito dalla Soprintendenza archeologica di Napoli. L’intento dei suoi promotori è quello di illustrare usi e costumi della società romana, ponendo particolare attenzione alla vita quotidiana della gente comune; come ci suggeriscono le parole del curatore Paul Roberts: “Il fulcro della mostra sono la casa e

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gli abitanti, la vita di tutti i giorni e l'uomo della strada: niente stereotipi cinematografici con enfasi su imperatori, gladiatori e legionari, ma commercianti, imprenditori, nuovi ricchi, politicanti, liberti, matrone e bambini”. www.britishmuseum.org

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IL 23 APRILE È FESTA DUE VOLTE Come ogni anno, ad aprile Londra si prepara ad accogliere i festeggiamenti in onore del suo Patrono. Secondo la leggenda, legata a questa mitica figura, San Giorgio uccise un drago che stava gettando nel terrore la città di Selem in Libia ed evitò così che la figlia del re fosse offerta in sacrificio all’animale. La tradizionale parata di San Giorgio si svolge il 23 aprile, con partenza da Armourers Hall in Coleman Street (stazione metropolitana di Moorgate) ed attraversa Paternoster Square, Cannon Street e Coleman Street. Se avete in programma di fare una visita a Londra in questo periodo, non dimenticate che il 23 aprile cade un’altra importante ricorrenza: il compleanno di William Shakespeare. Il “Globe Theatre” promuove una serie di iniziative speciali per celebrare l’anniversario della nascita del grande scrittore e drammaturgo. www.stgeorgesday.com www.shakespearesglobe.com


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Concessione AAMS del 5 agosto 2010 per le lotterie ad estrazione istantanea

Puoi Pu Puo uo oi vincer oi vvincere vin inc in nce ce erre re ďŹ no ďŹ n no a

e uro ro a me ese per e ve ent t ’anni. ni. eu all mese ese pe err vvent ent nt’a ’an ’a nni. euro p vent’anni. anni anni. 15 115.000 5 5.000 .000 0 0 00 00 5.00 0 eur Gioca consapevolmente. Scopri tutti i premi delle lotterie Gratta e Vinci e i dettagli dei regolamenti di gioco su www.grattaevinci.com

IL GIOCO Ăˆ VIETTATO T AI MINORI DI ANNI 18


PERSONAGGIO __mastro Progress 03/04/13 12.33 Pagina 1

il personaggio

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il personaggio

di CLAUDIA CATALLI

DANTE FERRETTI, “IL POTERE DEL CINEMA È IL SOGNO” Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e Martin Scorsese. Basta questa triade di nomi a inquadrare la grandezza di un personaggio che con maestri di simile calibro ha lavorato fianco al fianco e, nel caso di Scorsese, continua a collaborare (per il nuovo Silence). Incontriamo lo scenografo premio Oscar (tre volte: per The Aviator, Sweeney Todd e Hugo Cabret) Dante Ferretti, classe ’43, al festival di Bari, in un’affollata lezione di cinema con ragazzi che lo riempiono letteralmente di domande. Alla più curiosa, la questione sul consiglio che darebbe lui ai giovani di oggi, Ferretti risponde con una battuta: “Pensate a fare soldi!”. Che detta da lui, maestro della creatività e inventore di mondi al di là del reale, suona doppiamente ironica. Qual è stato il segreto del suo successo?

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APRILE 2013

Aver lavorato con Fellini, che in un certo senso mi ha insegnato a mentire: il mio mestiere si gioca tra bugia e sogni. La mia fortuna è essermi sempre adattato al volere del regista, poi c’è di base una grande ricerca, uno studio profondo, un volersi avvicinare ai luoghi che costruirò quasi abitandoli prima, nel pensiero, nella progettazione, mettendoci sempre qualcosa di imperfetto. Perché il reale è imperfezione, e così una scenografia per essere credibile deve essere anche, in parte, reale. Perché solo in parte? Perché il cinema è qualcosa in cui ci si deve immedesimare, quindi è importante ricreare l’illusione. Lei sogna? Sogno solo da sveglio, in realtà, quando dormo mai. E a Fellini, che mi chiedeva sempre cosa avessi sognato, mi piaceva rispondere inventando qualche sogno qua e là. Gli raccontavano

quelli che facevano piacere a lui, soprattutto. A volte anche pezzi de “I Vitelloni”, essendo io nato nella provincia dalle parti dell’Adriatico era qualcosa che mi apparteneva. Lei ormai è stimatissimo a Hollywood; quali differenze percepisce tra cinema italiano e americano? Ci tengo intanto a dire che sono un emigrante: è grazie al cinema italiano che mi hanno chiamato in America, non sono andato io, mi hanno cercato perché ho realizzato tanti bei film italiani. Detto questo, il cinema americano è un’industria, se giri trovi gli studios, le major, pensi che la prima volta che sono andato in taxi mi hanno chiesto cosa facessi e io, con il mio inglese stentato, ho risposto: “Sono un production designer”. Di colpo, sono diventato agli occhi dell’autista un personaggio di prima categoria: a Los Angeles il cinema è un’industria decisiva, l’intrattenimento è la seconda voce di esportazione americana. Lì tutti i tassisti sono scrittori, al ristorante i camerieri sognano di diventare attori, il cinema è il grande sogno di tutti. Da noi lo era una volta, oggi un

po’ meno. Se sanno cosa fai al limite ti dicono: “Ah, fai il cinematografaro”. Cosa manca al cinema italiano di oggi che quello di una volta aveva? L’entusiasmo, le case di produzioni che davvero investivano su progetti validi, e i soldi. Oggi c’è il neoneorealismo: non si usano neanche più Cinecittà e gli stabilimenti, forse è più facile affittare case già pronte con arredamento prestabilito, dove tutt’al più prendi un mazzo di fiori e ce lo aggiungi. Solo pochi registi sono ancora sono potenti e ricostruiscono negli studi, poi magari neanche lo fanno in Italia, ma in Est Europa perché costa meno. Ci racconta del suo rapporto con Martin Scorsese, con cui collabora da dieci anni, sin da L’età dell’innocenza? In genere parliamo molto per un paio di ore del progetto, poi mi fa vedere tanti film, che spesso non c’entrano nulla con quello che dobbiamo fare, ma magari adora un’inquadratura e ci tiene a mostrarmela. Allora io inizio a disegnare, gli porto i modellini e finora mi dice sempre “Great, meraviglioso”. Poi costruisco le scene e lì scoppia il dramma: è davvero difficile portarlo a vedere le scene prima di girare, mi ripete di continuo “Eh Dantino, ho così tanto da fare con gli attori”. Alla fine quando riesco a insistere arriva, entra, guarda, dice: “Grandissimo, proprio questo volevo”. E se ne va. Uno si immagina chissà cosa, ma è tutto qui. E alla fine, vinciamo anche Oscar in questo modo.


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Scostume e società Scostume e società

Scostume e società

Scostume e società Scostume e società Scostume e società Scostume e societàScostume e società

Scostume e società

Scostume e società

di PSEUDONIMO

NON DOVREBBE ESSERCI SERATA DELLA CULTURA, SENZA MATTINATA DELLA PRESUNZIONE Le grandi città io non le sopporto perché ti offrono un mondo di alternative. Non è che per forza devi andare con Marianna in quell'enoteca dove leggono le poesie di Pasolini, stasera. Le alternative. Che tragedia le alternative. Le alternative in qualunque settore, intendo. Una tragedia sì, per chi come me, ha sempre la sensazione che scegliere qualcosa sia semplicemente perdersi qualcos'altro. Per dire: quando ordino una norma al tavolo cinque, dal mio punto di vista sto semplicemente informando il cameriere che mi perderò per sempre una fantastica “Masaniello”; un pizza che, per la cronaca, tra i suoi ingredienti annovera pure gorgonzola e noci. Viceversa, se ordino una Masaniello, la faccenda mica cambia. La norma che avevo pensato di ordinare prima torna a suggestionarmi. Come le sensuali, eteree e sublimi sirene incantatrici di Ulisse, con il suo canto soave, rompe il cacchio. Ragazzi, mica è roba da poco esprimere una preferenza. Perché prima di esprimerla, devi elaborarla. E per elaborarla devi computare in un attimo tutta la tua biografia, tutta la tua storia personale. Scegli e, volente o nolente, sei costretto a trascinarti dietro tutte le cose

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con cui sei venuto a contatto in tutta la tua vita. Le cose che hanno formato il tuo gusto, cose che hanno influenzato il tuo modo di vedere le cose. Le cose insomma: cose, case, chiese, nomi, cose, città, dire, fare, baciare, lettera, testamento. Una vita, insomma. E ditemi voi se non è una faticaccia portarsi dietro una tonnellata di passato pure dal kebbabbaro. Kebab o Falafel? Salsa allo yogurt o salsa piccante? Bah, forse sono io ad essere malato, forse vivo troppo drammaticamente il libero arbitrio. Forse non riesco a vedere i suoi lati positivi. Tipo quello di poter evitare deliberatamente di andare con Marianna in quell'enoteca dove stasera leggono le poesie di Pasolini. Ma il fatto è che, specie nel settore dell'intrattenimento, quando hai delle alternative in una grande città, le alternative sono che stasera c'è la serata della cultura e i musei della grande città sono aperti tutta la notte. Noi andiamo con Leonardo, tu vieni? In pratica, opzioni ulteriori che giustificano la paralisi del tuo giudizio. Allora sì che tenti di sfuggire alla realtà con l'evasione ironica. La prima cosa che fai è dire: ah, la serata della cultura? Mmm...se è per questo ho saputo che in centro c'è un congresso sulle dermatiti, mica ce lo perdiamo!

La noiosità non ha frontiere e questo è un dato di fatto. Come pure è un dato di fatto che poi, alla fine, per puro fabbisogno sociale, cedi. Sovraccarichi di responsabilità il tuo ego, indossi tutto il peso dei tuoi 33 anni e finalmente pigli la metro. L'appuntamento è alle nove e mezza e questo non ti facilita a capire come si fa a dedicare una serata ad un concetto astratto. Che cavolo vuol dire serata della cultura? Piuttosto ambigua come definizione, non vi pare? Per dire, in un certo senso pure Al Bano e Romina sono cultura. È ovvio poi che una proposta del genere ti disorienti: se devi fare i conti con il lato tecnico della vita, se devi interagire con i suoi aspetti pratici, di solito ti è necessaria una certa concretezza. Non puoi basarti su una cosa che non ha di per sé un correlativo oggettivo specifico. La verità: partecipare alla serata della cultura, equivale più o meno a prendere parte alla mattinata della presunzione. Per buttare lì giusto un altro concetto astratto a caso. È già più semplice fare i conti col proprio gusto personale se ti propongono una sagra della porchetta, per esempio. Riesci a valutare con più immediatezza, perché sai quello che trovi. Porchetta. Al

massimo del pane con cui accompagnarla, ma non è un grosso shock culturale se qualche volta hai pranzato con i tuoi. E giusto per chiosare poi, io non sono già un tipo da musei ed esposizioni d'arte nella vita reale, figuriamoci nella finzione sociale. Io sono quello che, per dire, se mi piace un artista visivo, metti un pittore per esempio, i suoi dipinti li cerco su google immagini e mi soddisfo così. Perlomeno il formato 640 pixel per 420 mi tutela da eventuali sindromi di Stendhal. Anche perché sono abbastanza patologizzato di mio e non me ne faccio nulla di un nuovo disagio psicomotorio. La mia collezione di paranoie basta e avanza per invitare a salire su la tipa con cui uscirò un ipotetico domani sera. Cara, vuoi salire su? Volevo mostrarti la mia collezione di paranoie.


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di PIETRO ROMEO

CI VENITE CON ME DOMENICA A RACCOGLIERE CASTAGNE NEL 2013? OVVIO CHE NO Ditemi la verità. Da quanto tempo è che non andate a raccogliere castagne? O meglio, da quanto tempo è che nel pianeta non si verifica una e una sola raccolta delle castagne? Minimo trent'anni. Perché io ne avevo tre di anni, l'ultima volta che sono andato. E penso che dopo quella domenica nessuno sia più andato a raccogliere castagne in questo mappamondo. Non ne ho più sentito parlare e tant'è, faccio i miei calcoli e tiro le mie somme. È passato tanto tempo perciò, ma ricordo ancora romanticamente le asettiche leggi scientifiche che trassi dall'esperienza. Legge n. 1: quando vai a raccogliere le castagne, non torni a casa sfatto come Kate Moss. Legge n. 2: quando vai a raccogliere castagne, prima di tornare a casa non passi dal kebbabbaro a prendere un

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Doner Tumore Kebab come il me stesso di trent'anni dopo. Risultato: se metti a confronto le analisi al sangue di uno che è appena tornato a casa nel 1983 dopo aver raccolto castagne con quelle di uno che è appena tornato a casa da un qualunque impegno mondano occorso dopo il 1983, c'è una bella differenza. Metti un medico a controllare queste ultime e vedi se non ti fa l'unica diagnosi possibile: “Signore, lei è affetto da cattiva gestione del tempo libero”. Il tumore al colon? È l'effetto collaterale di questa malattia primaria: la necessità di fare una vita di schifosa. L'esigenza che abbiamo oggi di utilizzare i momenti di relax in modo da vanificare il potenziale semantico di questo sostantivo: sottoponendo a vere e proprie torture il nostro corpo. Come se il lavoro non fosse già di per sé

più che sufficiente a definire il concetto di sofferenza. No. Noi finiamo il turno alle 18.30 e alle 19.00 siamo già seduti a rilassarci bevendo sette Campari Spritz consecutivi. E mica ci fermiamo al primo baretto che c'è per strada: perché alle 22 inizia la serata al “Panorama Bar”, dove potremo proseguire il nostro percorso benessere con lsd tagliato male o ketamina estratta da un treno di copertoni Pirelli Q10, ottime sul bagnato. Bah, chissà perché ce l'abbiamo così tanto con il nostro corpo: manco se la cistifellea avesse acquistato su ebay gadget di Hello Kitty con la nostra carta di credito la settimana scorsa. Il fatto è, concedetemelo, che non riesco davvero a comprendere l'unità di misura del piacere contemporaneo. Il divertimento ormai si misura in sfattume. Una parola che per definirla intanto devi distinguerla dalla stanchezza: perché pure un tennista torna a casa stanco, ma il suo corpo beneficia della fatica e gode della sintesi metabolica. No, lo sfattume è diverso: è quel tipo particolare di stress particolarmente cool che si orgina dall'unione della fatica fisica e psichica con il locale giusto per stasera e, ovviamente, con tutto quello che ne consegue. Più torni a casa sfatto oggi, più hai l'impressione di aver vissuto davvero. È una questione di “produttività sociale”: quell'istinto irrefrenabile ad

essere performanti, ora pure nei settori dell'entertainment condiviso. Abbiamo ormai introiettato in tal misura gli ingranaggi e i meccanismi del lavoro, che applichiamo la necessità della produzione pure al tempo libero. E addio ozio. E addio relax. Ma perlomeno il kebabbaro dove vado alle sei di mattina prima di ritornare a casa sfatto, si fa un pacco di soldi. Ok, mi fa piacere far girare in tal modo l'economia: il problema è che, di conseguenza, mi viene però difficile trovare qualcuno che la domenica mattina viene con me a fare una passeggiata in bici con lentezza. E per lentezza intendo: velocità di crociera regolare del nostro organismo. Per dirvi, non sono io che passeggio tranquillamente con la mia Graziella ad andare lento e rilassato: sei tu che ti becchi con Andrea a Miriam in quel locale, ma Marco non c'è, ma dov'è, mandagli un sms, il tel non prende, dove procuriamo l'erba ad andare troppo veloce e schizofrenico per il nostro organismo. Ok, visto che siamo giovani evitiamo la passeggiata in bici. Io quando voglio so essere il re della dissoluzione: facciamo pure che ci vediamo a casa mia per giocare a Monopoli. Ma senza ammazzarci la vita. Così magari a mezzanotte abbiamo finito e domani mi posso svegliare e andare di nuovo a raccogliere le castagne con qualcuno su questo pianeta.


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A cura della Redazione

IL POLO CHE VA DI MODA Fremono i preparativi per la prima tappa di X Polo Fashion Day, un circuito internazionale di eventi che celebra il lifestyle, la moda, il gioco del polo e l’enogastronomia di qualità. L'evento si terrà il 6 luglio nella splendida cornice romana del Centro Ippico Militare dei Lancieri di Montebello. La giornata romana, promossa dall’Ambasciata del Brasile in Italia, vedrà un incontro di polo tra un team italiano e un team brasiliano. L’evento è ideato da Patrizia Skaf, Direttrice di X.Luxury.Excellence.Excess, rivista dedicata agli amanti del lusso e dell’eccellenza che, dopo aver trascorso molti anni tra Brasile e Argentina, ha voluto contribuire alla diffusione in Italia di questo sport

PERSONAGGI Da sinistra: Kristie Hanbury, ex modella brasiliana e oggi giocatrice di polo, Salvatore Ferragamo, giocatore di polo e proprietario del ‘Borro’ relais et chateaux, Patrizia Skaf, Direttrice di X.Luxury.Excellence.Excess e Ideatrice di X Polo Fashion Day, Simone Loi, giovane talento dell’alta gastronomia, realizzerà il brunch e il pic-nic dell’evento

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spettacolare ed esclusivo ma, allo stesso tempo, capace di riunire persone di tutte le età in piacevoli giornate all’insegna della convivialità. Due capitani d’eccezione si sfideranno nell’amichevole competizione, alla presenza di un pubblico esclusivo, composto da rappresentanti delle Ambasciate, partner prestigiosi e numerosi giornalisti. Tra i partner Salvatore Ferragamo, uno dei più grandi rappresentanti del made in Italy al mondo e anche appassionato produttore di vini, vincitori di prestigiosi riconoscimenti internazionali, e proprietario del Borro, meraviglioso borgo trasformato in un esclusivo Relais et Chateaux nel cuore della Toscana, dove assaporare l’italian lifestyle attraverso la qualità dell’enogastronomia coltivata e prodotta all’interno della tenuta, la pratica di sport equestri, della caccia nelle stagioni dedicate e nel relax della Spa. Kristie Hanbury, ex modella brasiliana, icona di bellezza ma soprattutto di grande forza interiore, perché sopravvissuta a un incidente che le ha tolto completamente

la mobilità: dopo dieci anni di lotte, tra l’incredulità di medici e scienziati, il suo spirito combattivo le ha permesso non solo di tornare a camminare, ma di avvicinarsi e appassionarsi al gioco del polo, sport che oggi pratica confrontandosi in campo con personaggi di livello internazionale. La giornata vedrà vari

momenti dedicati alla moda, con un ‘trunk show’ di talenti italiani e internazionali e un concorso per premiare il cappello più originale, il tutto accompagnato dall’alta enogastronomia, tra brunch e piacevoli pic-nic. Un importante momento di scambio culturale tra i due Paesi, da sempre legati da feeling reciproco. www.xmadeinitaly.it


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di ELENA PINNEN

I LED ZEPPELIN TORNANO INSIEME? Milioni di fan sono in trepidazione. Intervistato da Tara Brown del Tv “60 minutes”, Robert Plant si è mostrato possibilista sull'ipotesi di ricomporre la mitica band dei Led Zeppelin. “Non ho niente da fare nel 2014”, ha infatti dichiarato il cantante, che, a causa dei suoi mille impegni, ha da sempre rappresentato uno dei maggiori ostacoli alla reunion del gruppo. Definite dalla rivista Rolling Stone “the heaviest band of all time”, i Led Zeppelin si sono sciolti nel 1980 a seguito della morte del batterista John Bonham, trovato senza vita durante una festa a casa del chitarrista Jimmy Page prima di un tour negli States. Da allora, il vero unico ritorno della band sulla scena musicale è stato nel 2007, quando Plant, Page e John Paul Jones hanno tenuto un concerto alla O2 Arena di Londra – The Celebration Day – in memoria di Ahmet Ertegün, fondatore della Atlantic Records. Un'occasione imperdibile per milioni di fan di tutto il mondo, se è vero che, con quella esibizione, la band è

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entrata nel Guinness dei primati per la “maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo” (oltre 20 milioni in poco più di 24 ore). Il miracolo, però, sembra proprio essere destinato a ripetersi con il prossimo anno. Robert Plant, al quale si deve l'innovativo carattere “ambient” proprio sopratutto dei primi dischi dei Led, ha detto, infatti, di non essere quel “cattivo ragazzo”. Come dire, non è colpa sua se avete dovuto aspettare quasi trent'anni per vedere di nuovo assieme la vostra band preferita. Anzi, stando alle parole del cantante, la colpa sarebbe stata degli altri due componenti del gruppo. Chiedete a loro (“sono del Capricorno, non parlano molto e sono abbastanza chiusi nel loro mondo”), perché Plant pare non avere proprio “alcun impegno per il prossimo anno”. Staremo a vedere, dunque, se questo formidabile dirigibile (zeppelin) d'acciaio è pronto a spiccare il volo di nuovo con tutto l'equipaggio al completo. www.ledzeppelin.com


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di ELENA PINNEN

BENVENUTI NELL'ERA DEI COUPON DIGITALI Chi non ha mai acquistato online tramite un e-coupon? Quello dei buoni sconto online sembra, infatti, essere un fenomeno dilagante a cui difficilmente si riesce a rimanere immuni. Cene romantiche, corsi di lingue, percorsi benessere, prodotti di ogni tipo. Quello dell'e-couponing, non ci sono dubbi, è un fenomeno rivoluzionario, che negli ultimi anni ha introdotto un paradigma di business al quale non eravamo assolutamente abituati. Non più offerte speciali cartacee da ritagliare sui giornali o staccare dalle confezioni, ma deal completamente immateriali e a durata temporanea, grazie ai quali comprare tutto ciò che si vuole, e al prezzo che si vuole. Un enorme vantaggio, dunque, ma non solo per i consumatori. Grazie a questo nuovo sistema, infatti, oggi le aziende si sono ritrovate a risparmiare notevolmente sia in pubblicità sia in costi e tempi di distribuzione, ma soprattutto, sono state agevolate nelle loro strategie di promozione targhettizzata, riuscendo meglio a gestire il processo di fidelizzazione dei propri clienti e ad attrarre sempre nuove fasce di possibili acquirenti. Tutto è iniziato nel 2008, quando un intraprendente ragazzo di Pittsburgh ha avuto l'idea di fondare un gruppo d'acquisto online ove le aziende arrivassero a scontare beni e servizi a partire dal 50%, tramite promozioni che potessero essere considerate valide solo al raggiungimento di un certo numero minimo di

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acquisti. Un innovativo sistema di social shopping, grazie al quale le aziende riuscivano a garantirsi l'acquisto di enormi quantità di prodotto, e i consumatori potevano regalarsi ciò che desideravano a prezzi scontatissimi. Si trattava della nascita di Groupon, il noto sito di coupon digitali; una società, sbarcata in Italia nel 2010, che è riuscita a toccare il valore di circa un miliardo di dollari solo nei primi sedici mesi di vita. Sebbene molti non vedono l'ora di gridare già al fallimento – nel secondo trimestre del 2012 Groupon ha registrato una caduta del 7% - il neonato fenomeno del e-couponing sta velocemente ridisegnando le leggi del marketing tradizionale. Secondo una recente indagine di Knowledge Network effettuata su più di 2 milioni di consumatori americani nel corso di tre anni, ad esempio, i coupon digitali, rispetto a quelli cartacei, attrarrebbero il 35% di acquirenti in più, sarebbero in grado di offrire una redemption con maggiori volumi incrementali, e soprattutto, verrebbero utilizzati da nuovi tipi di acquirenti (i giovani ricchi adulti e i single della “Generazione X”). Una rivoluzione del nostro modo di fare shopping a cui dovrebbe far attenzione sopratutto il nostro Paese, se è vero che l'Italia, secondo i dati forniti dalla ComScore, società specializzata nell'analisi delle tendenze dell'e-commerce, mostrerebbe il tasso di crescita più alto in Europa per utilizzo di siti di coupon. Nel 2010, infatti, l'incremento dell'e-commerce in Italia è stato del 14,2%,

maggiore di quello osservato nel Regno Unito: “una crescita importante”, si legge nello studio del 2011, “attribuita per la gran parte a Groupon, che è riuscito a stabilire la propria presenza in più di 100 città europee nell’ultimo anno e raggiungere ora un terzo del mercato totale dei coupon”. Chiaramente i social media, e in particolare Facebook – dove 14 milioni di italiani transitano ogni giorno – rappresentano un vero e proprio asso nella manica in questo nuovo mondo del social shopping. Kiwari, azienda specializzata in soluzioni e consulenza di digital direct marketing, ha analizzato, ad esempio, le campagne di social couponing realizzate su Facebook da alcuni dei suoi maggiori clienti della piattaforma Buonmercato.com, come Plasmon, Nostromo, Galbani, Lindt, Upim, Carrefour e Ipermercati Iper. Secondo i risultati di tale ricerca, Facebook sarebbe uno straordinario generatore virale di contatti di tipo ‘pull’ nonché riserva di Fan pronti ad essere

trasformati in contatti. Con una campagna di eCoupon, infatti, si raggiungerebbe mediamente un incremento del 250% del tasso di recruiting di nuovi fan sulla pagina durante la promozione, e più del 70% dei nuovi Fan sulla fan page si convertirebbero in registrazioni, permettendo di allargare la propria base di utenti contattabili in futuro e interessati ai coupon. Così,“l'’aumento del numero di fan della pagina, la capacità di conversione dei contatti in potenziali acquirenti tramite una registrazione dei dati socioanagrafici necessari all’ottenimento dell’eCoupon, la diffusione virale della proposta tramite il coinvolgimento dei propri contatti, la percentuale di stampa e infine i dati di redemption sul Punto Vendita, sia in termini di sell out che di velocità del completamento del processo (dalla fan page all’acquisto), divengono i parametri su cui valutare le proprie azioni di marketing.” O meglio, i nuovi parametri di cui tenere conto nella prossima era del social couponing.


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ESTERI PRIMAVERA ARABA, QUO VADIS?

DOPO LA “PRIMAVERA”

di Ivano Basile

RIVOLUZIONE 2.0: 100% COMPLETATA. E ORA? Sempre più nel caos i Paesi protagonisti della Primavera araba. Dopo la rivoluzione l’obiettivo adesso è di evitare il tracollo ma manca una linea politica e economica da seguire

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ESTERI PRIMAVERA ARABA, QUO VADIS?

CLIMA PESANTE... ✑ AL CAIRO

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Non è passato molto tempo da quando tutti si soffermavano sugli effetti positivi della cosiddetta “Primavera araba”. D’altronde come si poteva non condividerne gli ideali di democrazia, libertà e prosperità? Ma in pochi si focalizzavano su cosa sarebbe accaduto dopo la rivoluzione. Fino a quando i nodi non sono venuti al pettine. Egitto, Tunisia e Marocco, ma anche Yemen e Libia, si trovano oggi in una situazione a dir poco complicata. È la prova che governare in una situazione di crisi è un affare molto più complicato che combattere le autarchie del passato. Dalla Primavera, colma di sogni, aspettative e speranze, i Paesi arabi si sono risvegliati bruscamente in un gelido inverno pieno di seri problemi da affrontare e decisioni difficili da prendere. E cresce sempre di più il clima di forte insoddisfazione popolare per i governi che hanno preso il potere, in Tunisia come in Egitto. Dopo aver cavalcato la rivoluzione, i governi islamisti si trovano oggi a gestire la fase ancor più critica dell’emergenza economica e sociale. Ridurre il deficit di bilancio per evitare la bancarotta ma allo stesso tempo intraprendere la strada delle riforme per una chiara risposta alle istanze rivoluzionarie e per non correre il rischio che instabilità e tensione diventino permanenti. È l’ardua impresa cui sono chiamati i governi di Tunisia, Egitto, Marocco, in compagnia di quelli di Yemen, Libia. Non c’è altro tempo da perdere. Mentre nelle piazze del Cairo, di Alessandria e di Porto Said, così come a Tunisi, folle di giovani e di diseredati

manifestano la loro delusione nei confronti dei regimi post-rivoluzionari, i governanti chiamati in causa si tormentano impotenti col dilemma cruciale se seguire le prescrizioni del Fmi tagliando le spese (quindi i sussidi da cui dipende la sopravvivenza delle masse), con il rischio di innescare una rivolta sempre più sanguinosa ma finalmente accedendo agli aiuti, oppure guadagnare tempo, sperando nel miracolo. Disoccupazione giovanile, diseguaglianze sociali e la tutela dei più deboli. Nel mondo arabo i problemi da cui è scaturita la rivoluzione finora non sembrano trovare risposte convincenti e la strada delle riforme è ben lontana dall’essere intrapresa. Anzi, con la fuga del turismo di massa dovuta all’instabilità dei paesi in questione, la crisi sembra essersi acuita.

S’è tentata la carta della svalutazione: in un mese il pound ha perso l’8% contro il dollaro. Le riserve della Banca centrale, che prima della rivoluzione ammontavano a 35 miliardi di dollari, si sono ridotte a meno di 20 (vicino alla soglia critica dei tre mesi di importazioni). Il trono di Morsi ha traballato. In 24 ore, le misure di risparmio introdotte per ridurre il deficit pubblico (12% del Pil) sono state revocate. A correre in aiuto dell’Egitto sono anche Qatar e Arabia Saudita, due Paesi che, malgrado professino rigore religioso, si sono da tempo adeguati al sistema finanziario globale.

I DIKTAT Frenare l’aggravarsi della crisi. Favorire la ripresa economica e il ritorno in massa dei turisti (tenuti lontano dall’instabilità permanente); ristrutturare la spesa e attrarre investimenti stranieri. Sono questi gli imperativi urgenti a cui dare risposte concrete, senza le quali l’economia egiziana, quella tunisina, etc, rischiano di affondare. Ma le nuove classe dirigenti che guidano i Paesi arabi in cui è avvenuta la rivoluzione, almeno fino a questo momento, non sembrano all’altezza degli ardui compiti. La mancanza di esperienza su come definire, guidare o realizzare riforme macro economiche si associa pericolosa- u

NON SI PLACA LA RABBIA Nelle piazze del Cairo, di Alessandria e di Porto Said, così come a Tunisi, folle di giovani e di diseredati manifestano la loro delusione nei confronti dei regimi post-rivoluzionari

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ESTERI PRIMAVERA ARABA, QUO VADIS?

NO ALLE ELEZIONI La giustizia amministrativa ha annullato il decreto con cui Morsi ha indetto elezioni a partire dal 22 aprile: la Corte ha motivato la sua decisione con la mancata trasmissione alla Corte costituzionale della legge elettorale emendata dalla Camera alta egiziana, il Consiglio della Shura

L’UE NON STA A GUARDARE Nella foto: Catherine Ashton, Rappresentante Ue per la politica estera. Per ora è sospeso il prestito del Fondo monetario internazionale, che consentirà all’Ue di mobilitare un’assistenza macro-finanziaria di 500 milioni di euro

UN’INTERFERENZA ESTERNA Dopo l’invito americano a El Baradei e agli altri leader a partecipare alle elezioni. I principali leader anti-Morsi si sono rifiutati di incontrare il neo segretario di Stato Usa, John Kerry (nella foto), in visita al Cairo

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mente a una visione strettamente religiosa dell’economia, in cui vige la presunzione di far funzionare in modo competitivo sul piano internazionale, un sistema bancario dove la nozione di interesse equivale a quella di usura ed è dunque proibita. In questo l’Egitto può essere considerato una valida cartina di tornasole. Dopo due anni di instabilità politica e sociale, il Paese è obbligato a tentare in tutti i modi di ridurre il suo deficit di bilancio. Ma delle riforme economiche richieste dal Fmi, poi, ancora non c’è traccia. Per non parlare del quadro istituzionale, che si trova nelle sabbie mobili delle nuove elezioni parlamentari. Convocate a fine aprile, sono state rimandate dopo lo scontro istituzionale tra magistratura e il presidente Mohamed Morsi. Da qui la decisione del Fondo monetario internazionale di rinviare a data da destinarsi, per ragioni legate all’instabilità politica del Paese nordafricano, l’incontro per l’approvazione in via definitiva dell’annunciato prestito di 4,8 miliardi di dollari. Le conseguenze di un collasso economico in Egitto “sarebbero devastanti’’ e l’Europa “non può permettere che questo avvenga’’. Queste le

erano esplosi dopo che i giudici avevano condannato a morte 21 persone per gli scontri nello stadio di calcio che a febbraio 2012 costarono la vita a 74 persone). Situazione analoga in Tunisia, dove una nuova ondata di proteste popolari è esplosa dopo l’uccisione del leader dell’opposizione Chokri Belaid, il 5 febbraio. Anche la Tunisia versa in condizioni economiche disastrose e s’è detta pronta a chiedere un prestito di 4 miliardi di dollari al Fmi. Dunque nel momento del bisogno persino i governi islamici si aggrappano ai salvagenti gettati da Fmi e Banca Mondiale, che non sono più visti come strumenti finanziari del demone imperialista. Al di là del confine occidentale, in Libia, la Primavera araba è tragicamente piombata in un vero e proprio inverno. Nella serata del 5 marzo centinaia di giovani, la gran parte armata, hanno assediato la seduta del Parlamento, chiedendo l’approvazione della legge di esclusione, una normativa tesa a limitare la partecipazione politica degli ex esponenti del regime di Muammar Gheddafi. La tensione è arrivata alle stelle, con i deputati che sono stati di fatto sequestrati dalla folla, che ha impedito loro per diverse ore di

VECCHI REGIMI SONO CADUTI, ALTRI STANNO PER CROLLARE MA I POPOLI LIBERATI SONO SEMPRE PIÙ POVERI. DA HORMUZ AL MEDITERRANEO, IL 2013 SARÀ UN ANNO BOLLENTE

parole dell’alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton. Ecco perché l’Europa, insieme ai partner internazionali, continuerà “a fare pressione per la conclusione positiva del pacchetto del Fondo monetario internazionale, che consentirà all’Ue di mobilitare un’assistenza macro-finanziaria di 500 milioni di euro” ha detto Ashton. Accettare il prestito è l’unica strada che ha davanti a sé il ministro delle Finanze, Mumtaz al Said, per salvare lo stato e non vanificare gli sforzi fatti dalla rivoluzione, anche se ciò significa prendere l’amara medicina a base di tagli che esso impone. Ad esso si aggiungerebbe anche l’aiuto americano: 250 milioni di dollari che il nuovo segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che gli Stati Uniti presteranno all’Egitto. Intanto proseguono le proteste di piazza, in particolare a Port Said, dove, secondo i dati ufficiali, oltre 40 persone sono state uccise da gennaio negli scontri tra manifestanti e polizia (gli scontri

uscire dall’edificio che ospitava l’incontro. Poi, finalmente, il presidente Magarief è riuscito ad andar via mentre la sua auto era bersaglio di diversi proiettili. Scongiurare il perpetuarsi di nuove ondate rivoluzionarie che mettano al tappeto, in maniera ancora più grave, l’economia dei Paesi in questione. È questa la vera grande sfida post-rivoluzionaria che attende i Paesi arabi. In attesa di tempi migliori, la gente è consapevole del fatto che non esistono governi che riescono al 100% nel loro andamento subito dopo le rivoluzioni, e che le grandi richieste sociali non possono essere esaudite in un tempo così ristretto. Lo stesso destino accomuna il mondo arabo con quello occidentale: trovare la formula magica per conciliare la riduzione del deficit (attraverso i tagli) con la crescita economica e riuscire così a garantire una vita dignitosa a tutti. Il popolo arabo guarda avanti, augurandosi che sia solo questione di tempo. ■


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ESTERI CINA, GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA LEADERSHIP

di Ivano Basile

CORRUZIONE, DISEGUAGLIANZE E AMBIENTE

CINA 5.0, ECCO IL PIANO

Al debutto la quinta generazione di leader cinesi: il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang si sono presentati al mondo, promettendo un forte segnale di discontinuità sul fronte dell'ambiente, della corruzione e delle diseguaglianze

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Altro che Mao Tse tung. Quella del passaggio dei poteri dalla quarta alla quinta generazione di leader della Cina comunista è stata una lunghissima marcia, che ha conosciuto il suo epilogo a marzo, con la presentazione della nuova classe dirigente cinese. Gli obiettivi della nuova leadership sono a dir poco ambiziosi: il grande rinascimento della nazione e il sogno cinese. Per raggiungerlo il neo il presidente Xi Jinping auspica una rivoluzione per ridurre la presenza del governo (la Cina spende per la macchina burocratica circa 140 miliardi di euro l'anno)

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attraverso il ripudio del formalismo, del burocratismo e delle stravaganze. E in un discorso dal contenuto molto nazionalista ai tremila delegati del Congresso del popolo ha promesso: “Io parlo con la gente e so quello che vuole: meno burocrazia. Prometto che la ridimensioneremo drasticamente, cancelleremo un terzo delle autorizzazioni amministrative necessarie all'attività economica privata”. E poi la lotta alla spesa pubblica: “taglieremo le nostre spese, da quelle per le auto pubbliche ai viaggi, e non costruiremo nuovi palazzi governativi”. L'altra priorità sarà la crescita: “Pun-

IL CONGRESSO Il problema dell’inquinamento ha colonizzato l’agenda dei lavori: nei giorni del Congresso Nazionale del Popolo il fotoreporter dell'agenzia Reuters, Wei Yao, ha catturato (ogni giorno e per una settimana) i colori dell'aria irrespirabile della città cinese per poi creare una combinazione di immagini. Il risultato è una incredibile documentazione visiva dei drammatici livelli di inquinamento

tiamo a mantenerla stabile al 7,5% nei prossimi dieci anni”. Lotta alla burocrazia, taglio alla spesa e la crescita, saranno solo alcuni dei temi fon-


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ESTERI CINA, GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA LEADERSHIP

LI KEQIANG, Li Keqiang, economista di 57 anni, ha inaugurato il suo governo con una conferenza stampa “di regime” molto coreografica, in cui era vietata qualsiasi domanda a sorpresa non concordata preventivamente. Sotto: Il segretario generale del Consiglio, Ma Kai, ha riconosciuto che il comportamento di alcuni funzionari è stato caratterizzato da “violazioni della legge, promozione degli interessi personali e corruzione”

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damentali con cui si misurerà la nuova amministrazione. La vera discontinuità rispetto al suo predecessore si misurerà soprattutto in merito a tre temi principali: lotta alla corruzione, rispetto dell'ambiente e battaglia contro le diseguaglianze. Saranno un valido metro con cui il mondo (e il popolo cinese) giudicherà l'operato del nuovo Governo.

LOTTA ALLA CORRUZIONE Corruzione e inefficienza rappresentano le piaghe endemiche della società cinese contro le quali Xi Jinping ha promesso di scagliarsi per far sì che “la Cina non faccia la stessa fine dell’Unione Sovietica”. A quanto pare non si tratta di semplici annunci: nei giorni immediatamente successivi alla sua elezione, 27 funzionari di alto livello del Partito sono stati arrestati come primo segno tangibile della lotta al malaffare. Inoltre il nuovo gruppo dirigente ha dato il via ad un significativo processo di ristrutturazione di cui il ministero delle Ferrovie e la commissione nazionale per la Pianificazione familiare sono tra le prime vittime. Mastodontici, potenti e corrotti, questi organismi verranno sciolti e le loro funzioni assunte rispettivamente dal ministero dei Trasporti e da quello della Sanità. Altri tagli e accorpamenti riguardano il settore della sicurezza alimentare e quello della marina civile e militare. Con questi, i ministeri saranno ridotti a 25 in tutto. Si tratta della più grossa riorganizzazione del governo dal 1998, quando un’operazione analoga fu lanciata dall'allora premier Zhu Rongji, che rimodellò il Consiglio di Stato.

Secondo i dati Onu, il 13% dei cinesi vive ancora con meno di un euro al giorno. segno che in Cina la diseguaglianza sociale è in aumento. Per ridurre il divario tra popolazione cittadina e contadini la ricetta del nuovo Governo è l'urbanizzazione. I pianificatori del regime si sono posti l'obiettivo di portare altri 400 milioni di cinesi in città nei prossimi dieci anni. Per raggiungere tale scopo il governo si è impegnato ad investire 40 trilioni di yuan per costruire città medie (500 mila-1 milione di abitanti) e piccole (meno di mezzo milione). Questa spesa in infrastrutture permetterà, secondo i calcoli dei consiglieri di Li, di sostenere la domanda interna.

DEGRADO AMBIENTALE “Ha visto la nebbia sporca che avvolge Pechino stamattina?”, chiede un giornalista. “Ho visto oggi e ho visto in tutti questi giorni e so che

LA POLITICA ,,, ✑ DELLE NASCITE Non è chiaro se lo scioglimento della commissione per la Pianificazione familiare preluda all’abolizione della legge che impone alle coppie cinesi urbane di non avere più di un figlio. La legge rimane per il momento in vigore, ma è largamente impopolare e superata dalla realtà, dato che oltre la metà degli 1,3 miliardi di cinesi vive nelle città e che un numero sempre maggiore di donne ritarda il momento della procreazione per dedicarsi al lavoro. La commissione aveva, tra le altre, la responsabilità di assegnare ad ogni provincia le “quote” annuali di nascite consentite. La necessità di rispettare quelle quote ha dato luogo ad abusi tra cui gli aborti forzati, imposti a volte al settimo mese di gravidanza.

Le autorità cinesi si propongono, attraverso una serie di misure, di riuscire a ridurre significativamente i livelli di PM 2.5 entro il 2020. La (vecchia) Cina della crescita a doppia cifra, lascerà il posto ad una nuova politica più sensibile all'ambiente e all'ecosostenibilità?

DOPO ANNI DI CRESCITA E SREGOLATEZZA, LA CINA È PRONTA A COMBATTERE, SENZA SE E SENZA MA, LA CORRUZIONE, E A PRENDERE MISURE SERIE SUL VERSANTE AMBIENTALE

è così in tutta la Cina orientale. Non dobbiamo più inseguire la crescita a spese dell'ambiente” ha risposto in tono grave il nuovo premier Li Keqiang. Alla fine respiriamo tutti la stessa aria, poveri, ricchi e governanti”. In Cina è sempre allarme, specie nella capitale, Pechino, dove il livello di inquinamento ha raggiunto livelli estremamente preoccupanti. Basti pensare che la concentrazione delle temibili polveri sottili, i Pm2.5 ha toccato, sia a gennaio che a marzo, quota 469 microgrammi per metro cubo, superando di gran lunga il limite di 25 microgrammi indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, mettendo in allerta l'intera popolazione.

L’amministrazione uscente del presidente Hu Jintao e del premier Wen Jiabao è stata negli ultimi mesi accusata, seppure sottovoce, di “immobilismo”, tanto da far parlare qualcuno di “decennio sprecato”. Adesso Stati Uniti ed Europa osservano con curiosità, per capire se davvero ci troviamo al cospetto di una svolta storica, concreta e non di facciata. Il nuovo governo riuscirà a trovare il miglior compromesso sui temi della discordia? Xi Jinping e Li Keqiang dovranno uscire dall’ombra e conquistare una nazione flagellata dalla corruzione, dalla diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza e dal degrado ambientale. ■

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ATTUALITÀ IL NUOVO PAPA È GIÀ UNA STAR

PAPA FRANCESCO E LA SUA EFFICACIA COMUNICATIVA di Laura Barbuscia

IL PAPA COMUNICATORE Semplice, umano, con la battuta pronta. Umile e sobrio. Ecco come è apparso agli occhi dei fedeli e dei media, Papa Francesco, sin dal primo incontro con la gente che lo acclamava subito dopo la sua elezione al Pontificato

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ATTUALITÀ IL NUOVO PAPA È GIÀ UNA STAR

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Jorge Mario Bergoglio è il primo Papa sudamericano nella storia della chiesa. Ma anche il primo Papa gesuita che cerca di creare un contatto diretto con chi lo ascolta, coinvolgendolo quanto più è possibile nell’evento della comunicazione, “quella vera, capace di creare ponti”. È stato definito, infatti, il Papa “comunicatore”, dalle frasi brevi, ritmate, decise, ma pronunciate con la dolcezza naturale dell’accento argentino, e accompagnate da uno stile comunicativo semplice, asciutto ma estremamente efficace. È un Papa “diverso”, dove il termine diverso sta ad indicare “nuovo”. Indossa una croce di metallo semplice e non d'oro, come invece previsto per i Papi. Niente abito corale, stola indossata per pochi secondi durante la benedizione e poi subito tolta. Microfono toccato, quando non si dovrebbe. Questi, sono tutti segnali che testimoniano la volontà di Sua Santità di voler ignorare protocolli, cerimoniali e tradizioni. Parla in italiano, saluta in

italiano. Dopo il “Buongiorno”, con il quale si è presentato ai fedeli, spiazzandoli tutti, arriva il “Buon pranzo” prima di congedarsi, divertendoli enormemente. Sono, pertanto, scomparsi i saluti nelle varie lingue. Niente preghiere auliche in latino, ma le due più comuni, Padre Nostro e Ave Maria, recitate in italiano, come a sottolineare l'evidente ed enorme differenza comunicativa, visiva e lessicale, da Benedetto XVI. Anche questo è sicuramente qualcosa di nuovo. Mentre discorre si aiuta con la gestualità, tracciando ampi cerchi con la mano. Dice di avere letto un libro sulla misericordia illuminante. Lo ha scritto «il cardinale Kasper, un teologo in gamba». Poi si concede una battuta: «Ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali, eh?». La folla si diverte. Poi di nuovo il silenzio. «La misericordia cambia il mondo, lo rende più giusto». In modo diretto e semplice, ecco come viene affrontato il concetto teologico della

UNA PICCOLA RIVOLUZIONE Bergoglio ha rifiutato la croce d'oro, la mozzetta e le scarpe rosse, la macchina ufficiale targata SCV1. Ha chiesto agli uomini della sicurezza di non impedire al popolo di abbracciarlo, vuole paramenti semplici e ha ridotto la durata delle celebrazioni. Infine no all'appartamento pontificio. E questo provoca non poche e taglienti critiche all’interno dei sacri palazzi

misericordia, per renderlo accessibile a chiunque. “Adesso incominciamo questo cammino, vescovo e popolo [...] Vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la benedizione per il suo vescovo”. Non era mai accaduto che un pontefice chiedesse una preghiera per sé stesso, il primo giorno di lavoro. “Adesso darò una benedizione a voi e a tutto il mondo, u

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ATTUALITÀ IL NUOVO PAPA È GIÀ UNA STAR

MITE E TIMIDO RATZINGER, ENERGICO E CARISMATICO BERGOGLIO. GLI ABITI DA MUSEO RIPRESI DA BENEDETTO XVI IN CONTRASTO CON LA SEMPLICITÀ DELLE VESTI DI FRANCESCO CHE RIFIUTA CONTINUAMENTE GLI ORPELLI ANACRONISTICI DEL VESTIARIO PAPALE CHE FU E PERSINO LA CROCE D’ORO “D’ORDINANZA”

a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”. “Cerchiamo il contatto con le famiglie che non frequentano la parrocchia” - ha affermato Papa Francesco in un'intervista molto recente. “Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve, cerchiamo di essere una Chiesa che esce da se stessa e va verso gli uomini e le donne che non la frequentano, che non la conoscono, che se ne sono andate, che sono indifferenti - ha continuato. Dunque, a Sua Santità, sembra interessare sostanzialmente l’apertura della Chiesa, l’uscita da una possibile condizione di autore-

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ferenzialità. “Se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima”, ha infatti dichiarato Papa Francesco. Infine, “Cerchiamo anche di raggiungere le persone lontane attraverso i mezzi digitali, la rete web e dei brevi messaggi”, ha concluso. Arriva, infatti, il suo primo tweet, dall'account @Pontifex: “Cari amici vi ringrazio, continuate a pregare per me”. Questo stile è stato interpretato, dal cardinale Kasper, come il segnale di un ritorno 'alla semplicità apostolica che c'era agli inizi del cristianesi-

mo'. Effettivamente, Papa Bergoglio non ha paura di comunicare le sue emozioni. L'altro giorno, in modo sic et simpliciter, rivolgendosi ai giornalisti, ha detto: “vi voglio bene”. Da queste espressioni possiamo forse intuire la visione che ispirerà Papa Francesco nel prendere decisioni sulla comunicazione. Come spesso accade, il web e i social network possono essere la risposta giusta. Non è un caso che tra molti cardinali la presenza “social” non sia affatto una novità. E una figura di riferimento come il Papa, che incoraggia la tecnologia, i nuovi media e l’informazione digitale è una risorsa preziosissima per il nostro paese e per tutto il mondo in generale. ■


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di MATTEO TONTINI

MIGLIORAMENTO DEL COMMERCIO ESTERO, IL DEFICIT SI RIDUCE Nonostante siano ancora in rosso i risultati della bilancia commerciale italiana, a gennaio abbiamo avuto modo di assistere ad un netto miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti: naturalmente ancora in negativo (-1,6 miliardi), ma niente a che vedere con il deficit dello scorso anno (-4,6 miliardi). La crisi economica si fa sentire, eccome, andando a incidere maggiormente sulle esportazioni verso l'UE, un po' di meno su quelle oltre i confini europei. Ad ogni modo, come abbiamo accennato, si è assottigliato il gap negativo della bilancia commerciale e questo è un

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dato più che positivo, secondo quanto rivela l'Istat in merito allo scorso gennaio. Un miglioramento di 3 miliardi, precisamente parlando +0,7 miliardi per quanto riguarda l'esportazione con i paesi europei e +2,3 miliardi con quelli extraeuropei. Nemmeno a dirlo, pesa il comparto energetico, tanto che negli

scambi di prodotti non energetici, il saldo è positivo (+3,8 miliardi). I flussi commerciali con l'estero sono in aumento, soprattutto per quanto riguarda l'export (+1,4%) rispetto all'import (+0,4%). Viene registrata una difficoltà nell'esportazione con i vicini europei, meglio per quanto riguarda il commercio con i paesi oltre i confini dell'Europa. Nel primo caso, infatti, c'è stata una leggera flessione dello 0,7%, mentre nel secondo una buona crescita del 3,9%: il motivo sembra essere la difficoltà economica causata dalla moneta unica. Per quanto riguarda l'espansione complessiva si può dedurre che è

determinata dalla crescita di beni di consumo durevoli (+5,2%), di prodotti intermedi (+3,8%) e di beni strumentali (+3,2%). Se si desse un'occhiata al raffronto annuo, inoltre, si noterebbe una notevole amplificazione dei dati: rispetto all'anno precedente, a gennaio di quest'anno c'è stato un incremento tendenziale delle esportazioni pari al +8,7%. Non solo, nello stesso mese la crescita tendenziale dell'export si è accentuata maggiormente verso i paesi Asean (+32,2%), il Belgio (+27,0%) e i paesi OPEC (+26,1%). Una forte espansione delle vendite si è registrata sui prodotti alimentari, bevande e tabacco (+21,5%), articoli farmaceutici, chimicomedicinali e botanici (+17,2%) e apparecchi elettrici (+16,2%). Per quanto concerne le importazioni, invece, che sono in leggera flessione nonostante un grande aumento degli acquisti da Belgio (+36,1%), Turchia (+25,9%) e Russia (+23,6%), la causa è da ricercarsi nella diminuzione degli acquisti di petrolio greggio (-27,0%) e di autoveicoli (-21,7%). Inoltre, Eurostat ha fatto chiarezza sui dati relativi all'Eurozona, affermando che a gennaio si è registrato un deficit della bilancia commerciale pari a 3,9 miliardi, molto meno quindi rispetto ai 9,1 miliardi dell'anno precedente. A dicembre si era invece registrato un surplus di 108 rispetto agli 8 miliardi del dicembre 2011. C'è stato un aumento del 2%, rispetto al dicembre 2012 per quanto riguarda le esportazioni, le importazioni sono invece aumentate del 3,1%.


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ECONOMIA LA CRISI ECONOMICA

LA RIPRESA È UN MIRAGGIO

di Laura Barbuscia

PIL IN CALO, MA UN CAMBIO DI ROTTA È POSSIBILE Istat: il Pil è sceso del 2,4% nel 2012. Situazione peggiorata per il 55% delle famiglie. Stiamo vivendo una situazione economica e sociale di particolare disagio, senza precedenti, ove anche andare a teatro o ad una mostra d'arte costa di più

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ECONOMIA LA CRISI ECONOMICA

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Secondo i dati emersi dal primo Rapporto sul benessere equo e sostenibile, (Bes 2013) - nato da un’iniziativa del Cnel e dell’Istat sono 6,7 milioni le persone in Italia in grave difficoltà economica, cioè coloro che non sono in grado di affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Non possono riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Non si possano permettere neanche una settimana di ferie all'anno lontani da casa. Sono in arretrato con i pagamenti dell'abitazione o non riescono a fare un pasto a base di proteine ogni due giorni. (Il progetto per misurare il Bes si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità). La crisi ha fortemente intaccato il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Il reddito disponibile in termini reali si è ridotto in 4 anni, dal 2007 al 2011, del 5%. Di conseguenza, molti risparmiano meno o addirittura si indebitano: la quota di persone in famiglie che hanno ricevuto aiuti in denaro o in natura da parenti non coabitanti, amici, istituzioni o altri è passata dal 15,3% del 2010 al 18,8% del 2011 e, nei primi nove mesi del 2012 la quota delle famiglie indebitate

è passata dal 2,3% al 6,5%. Anche da Bankitalia è arrivato l'allarme sul credito delle famiglie, che continua a ridursi: i prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,6 per cento sui dodici mesi (-0,5 per cento a dicembre); quelli alle società non finanziarie del 2,8 per cento (-2,2 per cento a dicembre). Dall'inizio della “grave deprivazione materiale”, il numero di famiglie che hanno percepito un peggioramento è cresciuto di quasi 15 punti. Dunque, almeno il 55,8% dei nuclei è finito per trovarsi in una situazione più critica rispetto al 2011, con un incremento di

IMPENNATA DEL DEBITO PUBBLICO Il debito pubblico italiano, a gennaio, ha raggiunto un nuovo massimo storico volando a quota 2.022,7 miliardi di euro

e al nord al 41,1%. Alcuni segmenti di popolazione e certe zone del paese sono stati particolarmente colpiti oltrechè dalla diminuzione del potere d'acquisto, anche dalla riduzione dei posti di lavoro, dove ad essere fortemente in difficoltà, purtroppo, sono sempre loro: i giovani che, secondo le statistiche, uno su quattro non hanno lavoro. Infatti, i Neet,

LE ENTRATE TRIBUTARIE SONO STATE PARI A 27 MILIARDI, IN AUMENTO DEL 2,3% (0,6 MILIARDI) RISPETTO A QUELLE DELLO STESSO MESE DEL 2012

12,1 punti in un solo anno. Mai successo prima. Secondo i dati Istat, il Prodotto interno lordo nel 2012 è calato del 2,4%. Nel quarto trimestre il calo è stato dello 0,9, con un 2,8% annuo. Ma a preoccupare è la variazione acquisita per il 2013: ancora un segno meno (-1%). Crescono intanto le entrate fiscali: +2,8% nel 2012 (11,7 miliardi extra, 424 totali). Ma senza la stretta sulle tasse, (Imu, Iva, accise, addizionali, le “misure Monti” valgono 21 miliardi), il 2012 sarebbe andato peggio del 2011. Prendendo come anno di riferimento il 2007, quando le risorse economiche venivano ritenute inadeguate dal 41,9%, si registra invece un aumento nazionale di 5,2 punti, con un deterioramento percepito soprattutto al nord, dove l'incremento è stato di 7,3 punti, seguito dal centro (+6,6 punti) e dal sud (+5,7 punti). L'analisi sul territorio, poi, dimostra che le sofferenze maggiori sono avvertite nel mezzogiorno, dove la situazione è giudicata insoddisfacente dal 56,2% degli abitanti, mentre al centro la percentuale scende al 47%

(acronimo inglese della definizione “not in education, employment or training”), ovvero i giovani che non sono occupati, non frequentano una scuola o università, non sono impegnati in attività di formazione di altro tipo, nel 2011 sono il 22,7%, dal 19,5% del 2004. Senza considerare, poi, che l'Italia è quartultima per quota di diplomati e ultima per laureati rispetto all'Europa (56% e 20%). Tutto questo, ovviamente, ha comportato un'ulteriore riduzione della già scarsa mobilità sociale. Per il Ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, i dati non sono una sorpresa: “Mi sembra che tutti convergano sul fatto che la seconda metà del 2013 sarà in positivo. È chiaro che bisogna attendere per vedere con che forza si riuscirà ad invertire la tendenza”, ha commentato al margine della presentazione del nuovo rapporto Bes. Alla resa dei conti, dunque, la realtà ha superato ogni aspettativa, anche la più pessimista, smentendo in pieno chi intravedeva, già a fine 2012, l'uscita dalla crisi. ■

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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI

di Alessandro Paccosi

OLTRE LE (IM)PARI OPPORTUNITÀ

QUANDO L’ECCELLENZA È DONNA Le donne che lavorano sono determinanti per quel “giacimento di Pil potenziale” rimasto in buona parte ancora inespresso. Più occupazione femminile vorrebbe dire più ricchezza interna, ma anche abbattimento di ostacoli culturali (apparentemente) inspiegabili in avanzate democrazie occidentali come l’Italia

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La storia delle donne è anche la storia della democrazia, del suo percorso accidentato e non privo di ambiguità. L’affermazione intellettuale femminile è stata a lungo vista come inopportuna, quando non pericolosa, a seconda del milieu di riferimento, e quello che ancora lascia perplessi - o meglio sconcertati - è la consapevolezza che tutto questo non sia stato completamente soffocato da anni di lotte e rivendicazioni. Femminismo, speranze, riforme: dalla donna ridotta a stereotipo sociale, potentemente cristallizzato nei suoi doveri di sposa e madre, alla moderna emancipata, finalmente uscita dalla subalternità cui si era trovata costretta da secoli di androcentrismo. Ora, leggere nella Costituzione che, in Italia, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] senza distinzione di sesso” ci fa pensare che si tratti di un diritto condivisibile e condiviso da tutti, senza remore; eppure, l’oligarchia maschile al potere è ancora difficile da frantumare, e non si

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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI

tratta semplicemente di storie “all’italiana”. Ha suscitato clamore, infatti, proprio qualche mese fa, la lettera che 170 parlamentari di tutta Europa hanno indirizzato al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy,

nere: eccessivo? E perché mai? In fondo, Bonino ha semplicemente dato un nome ad una disparità sociale inaccettabile, anche se ancora non si capisce perché, se tutti la ripudiano, poi ci ritroviamo

NELLE DIFFICOLTÀ CONGIUNTURALI CHE IL PAESE STA ATTRAVERSANDO, UN DATO POSITIVO ARRIVA DAL MONDO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE: NEL 2012 LE IMPRESE “IN ROSA” SONO AUMENTATE DI 7.298 UNITÀ

per chiedere che fosse una donna a sedere nel board, squisitamente maschile, della Bce. “L’apartheid delle donne”, così lo ha definito Emma Bonino, una delle firmatarie nonché da sempre in prima fila per le politiche di ge-

con dati Istat alla mano che ci raccontano ad esempio di un modesto 9% riferibile alle top manager, quindi sottorappresentate ai vertici. E questo mentre, come ha ribadito la Commissione europea, maggiore presenza

femminile sarebbe fondativa di un nuovo corso economico e sociale, perché vorrebbe sicuramente dire più crescita e stabilità. Insomma, ottengono mediamente risultati scolastici e titolo di studio migliori degli uomini, eppure le donne da noi hanno un tasso di occupazione del 47,2%, contro una media europea del 58,6%, segno che le politiche e la cultura di genere vengono scarsamente comprese tanto nei luoghi di lavoro, quanto ad un più ampio livello istituzionale. Scopo del dossier è quello di offrire significativi ritratti di donne còlte nel fulcro di attività importanti, che hanno saputo liberare i rispettivi campi da ataviche culture patriarcali, e a cui abbiamo chiesto una riflessione sulla mancata valorizzazione femminile nei posti che contano. Lo abbiamo fatto ben consapevoli che, mentre è facile focalizzarsi sugli effetti, non è semplice individuarne le cause senza scivolare nell’inevitabile tópos del machismo, rafforzato da visioni pubbliche in continuo aggiornamento grazie alle immagini prodotte dai media. ■

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DOSSIER DONNE IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI POSTE VITA E POSTE ASSICURA

INTERVISTA A MARIA BIANCA FARINA

di Kate Carlisle

STORIA DI UN SUCCESSO AL FEMMINILE Abbiamo intervistato Maria Bianca Farina, la “signora delle assicurazioni”, alla guida del Gruppo assicurativo Poste Vita. Un Gruppo dinamico, nato appena pochi anni fa, una realtà in grande espansione ed in costante crescita

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DOSSIER DONNE IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI POSTE VITA E POSTE ASSICURA

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“Ha visto il nostro Picasso?” Chiede scherzando affabilmente Maria Bianca Farina, Amministratore Delegato di Poste Vita S.p.A. e Poste Assicura S.p.A, indicando sulla parete un dipinto alto e lungo almeno due metri. Mi spiega subito che è parte di un quadro più grande realizzato da un collettivo di dipendenti artisti. “Il lavoro di squadra - aggiunge - è molto importante per ottenere risultati durevoli nel tempo e stare al passo con la grande crescita del nostro gruppo”. Come darle torto? Questa brillante signora è riuscita in pochi anni a portare Poste Vita al vertice delle Imprese di Assicurazione sulla Vita, guadagnando velocemente quote di mercato e diventando leader assoluto nel settore previdenziale. Tutto questo grazie alla grande, esperienza maturata negli anni nel settore assicurativo e finanziario, dimostrando che questo ambiente non è più esclusivamente appannaggio

assicurazioni e della finanza), oltre che consigliere di amministrazione della onlus Save the Children. Con noi ha parlato approfonditamente di temi quali la crisi economica, il welfare, il mercato italiano e dell’essere una donna all'interno di un mondo ancora molto maschile come quello, appunto, delle assicurazioni e della finanza. A causa della crisi economica nazionale, anche il mercato assicurativo ha subìto una contrazione significativa nel 2012. In particolare, il settore dell'assicurazione vita è stato molto colpito. Poste Vita ha visto invece, ancora una volta, il proprio fatturato raggiungere livelli record e ha chiuso l'anno con un bilancio nettamente positivo. Quali sono stati i Suoi punti di forza per raggiungere un simile risultato? Nonostante le difficili dinamiche del mercato assicurativo, in particolare nel segmento Vi-

CREDO CHE LA SERIETÀ E LA VOLONTÀ DI UNIRE AL PROPRIO LAVORO INTENTI ETICO-SOCIALI SIANO IL SENSO DELL'IMPEGNO QUOTIDIANO CHE OGNI PROFESSIONISTA DOVREBBE AVERE E CREDO CHE LE DONNE, CON LA LORO SPICCATA SENSIBILITÀ, POSSANO PERSEGUIRE QUESTO OBIETTIVO CON MAGGIOR SUCCESSO

degli uomini: anche una donna è in grado di portare una compagnia assicurativa ai vertici del settore. Ma il suo impegno non si è fermato a questo, poiché Maria Bianca Farina ha ricoperto, e tuttora ricopre, svariati incarichi in diversi C.d.A. e Collegi Sindacali in qualità di Presidente o di membro. Attualmente è Vice Presidente ANIA (l’Associazione Nazionale fra le imprese Assicurative) e membro del Consiglio Direttivo della FEBAF (Federazioni delle banche, delle

MOLTI IMPEGNI Maria Bianca Farina ha rivestito svariati incarichi in diversi C.d.A. e Collegi Sindacali in qualità di Presidente o di membro. Attualmente è Vice Presidente ANIA e membro del Consiglio Direttivo FEBAF (Federazioni delle banche, delle assicurazioni e della finanza), oltre che Consigliere di amministrazione della onlus Save the Children

ta, il 2012 è stato per il Gruppo Poste Vita un anno senza dubbio positivo: siamo ai vertici del mercato Vita, il 1° per numero di iscritti nella Previdenza e infine, nel Danni, siamo l’operatore più dinamico in un mercato sostanzialmente fermo. Una performance che rimarca la connotazione “anticiclica” del nostro Gruppo in grado di crescere e rafforzarsi, anno dopo anno, in decisa controtendenza rispetto ai trend economici e settoriali.

A cosa deve una crescita così controcorrente, in un tale momento di crisi e quali le aspettative per il 2013? Tale successo è, a mio avviso, imputabile ad alcuni fattori distintivi che oggi è impossibile non riconoscere al Gruppo Poste Vita. Abbiamo puntato molto su prodotti semplici, e per semplici non intendo basici, perché tecnicamente parlando si tratta di prodotti alquanto sofisticati: sono però prodotti - assicurativi e previdenziali- in grado di soddisfare i “veri bisogni” di risparmio e di protezione delle famiglie e delle imprese italiane; a ciò si deve aggiungere la trasparenza e la chiarezza della nostra offerta ed il consolidato rapporto di fiducia con il cliente, supportato da un brand come Poste, da sempre sinonimo di concretezza ed affidabilità per i cittadini italiani. A questo proposito voglio ricordare il grande “sforzo sul campo” dei colleghi della Rete di Poste italiane quotidianamente impegnati in un ascolto attivo del territorio, con un entusiasmo davvero encomiabile, associato a professionalità e correttezza. Facendo leva su tutti questi elementi distintivi, che ci hanno permesso di navigare nelle acque tumultuose degli ultimi anni, sono certa che continueremo a costruire anche i nostri successi futuri. Per il 2013 desideriamo conso- u


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DOSSIER DONNE IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI POSTE VITA E POSTE ASSICURA

PREMI IN ROSA Maria Bianca Farina è stata recentemente insignita anche del Premio Canova Club Rosa. Il termine, in questo caso, ha una doppia valenza: rosa, come il colore associato al genere femminile, ma anche acronimo di Risultati Ottenuti Senza Aiuti

lidare e rafforzare il nostro posizionamento ai vertici del mercato Vita e Previdenza, attraverso un’ulteriore accelerazione della crescita del comparto previdenza complementare e indirizzando i nuovi bisogni emergenti (welfare e longevità in primis). Inoltre, stiamo gestendo molti progetti complessi e delicati per crescere in maniera decisa nel business Danni con l’obiettivo di posizionare Poste Assicura in un ruolo di rilievo del mercato di riferimento. Come giudica il mercato italiano rispetto al contesto europeo? Paragonato a quello di altri Paesi europei, l’investimento in campo assicurativo in Italia è economicamente minore? Abbiamo modelli che prendiamo come riferimento da tutta l’Europa e dal resto del mondo. Ma l’Italia è un caso unico, sotto molti aspetti, per cui, dobbiamo davvero guardare bene al nostro territorio e alle esigenze dei nostri cittadini. Gli altri modelli di riferimento, più che altro, possono suggerire un certo modo di pensare, piuttosto che offrire una soluzione concreta. Concordo poi sul fatto che l’investimento in campo assicurativo è minore in Italia. Questo perché l’italiano medio pensa sempre di avere a portata di mano l’ombrello pubblico e crede che lo Stato risolverà tutti i suoi problemi di Welfare. Si tratta di un modello culturale molto duro a morire. Ma la demografia sta cambiando - abbiamo sempre più anziani e sempre meno giovani - non è più possibile, specialmente per lo Stato, spendere al di sopra delle proprie possibilità. Gli italiani devono cambiare e diventare realmente responsabili e più indipendenti dal sostegno pubblico. Un cambio di mentalità non facile da stimolare.

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Parliamo di Welfare. In un periodo cosi turbolento, come quello che stiamo vivendo, si fa un gran parlare dei tagli della spesa pubblica; che ruolo hanno le assicurazioni e come possono contribuire alla piena attuazione dello Stato sociale? Il “Welfare”, inteso come insieme di interventi relativi a Previdenza, Assistenza Sanitaria e Assistenza Sociale, rappresenta uno degli snodi critici attorno cui sviluppare il Sistema Italia. Un esempio su tutti: ad oggi, gli italiani sono ancora restii a investire nell’assicurazione sulla salute. E tutti, dai medici che non si sentono protetti, ai pazienti che si aspettano che sia lo Stato a pensarci, nonostante sia in grave sofferenza economica, allo Stato che, semplicemente, non può coprire tutti i costi, tutte le parti in causa sono scontente. Ma in questo scenario non possono essere solo le Compagnie Assicurative a doversi sedere attorno ad un tavolo per fare le opportune modifiche. Sono convinta che i cambiamenti in Italia debbano essere di “sistema” e debbano essere coinvolti tutti gli attori : Ministeri e Pubbliche Amministrazioni, enti privati, famiglie e cittadini. Se lo Stato viene meno, saranno le soluzioni integrative di Aziende ed Assicurazioni a dover farsene carico. Ad oggi però, l’offerta di tali soluzioni non può ancora dirsi adeguata basti pensare alla limitata adesione alla previdenza complementare. Ma Poste Vita rappresenta, in questo contesto, una felice eccezione. Infatti… il Vostro prodotto pensionistico Postaprevidenza Valore è diventato il primo fondo individuale pensionistico per numero di aderenti in Italia: quali sono le ragioni di questo successo? Postaprevidenza Valore è forse il prodotto di

cui siamo più orgogliosi, un prodotto trasparente, in grado di rispondere ai bisogni previdenziali dei nostri Clienti e garantire loro la sicurezza che richiedono. Offre la salvaguardia del capitale, la certezza di un rendimento minimo, la garanzia di non perdere quello che si è investito e la possibilità di riscattare il capitale in ogni momento e senza penalità. Il nostro vantaggio è stato nel far percepire ai nostri clienti i vantaggi del prodotto, valorizzando e ripagando la fiducia che i Clienti ripongono verso il nostro gruppo e le capacità professionali, comunicative e relazionali della nostra rete. Ma non intendiamo fermarci, anzi… vogliamo consolidare la nostra posizione nella gestione del “nuovo” Welfare, rafforzando il posizionamento della previdenza complementare, facendo leva, ad esempio, su prodotti dedicati alle aziende come il nuovo Fondo Pensione Aperto che verrà lanciato a breve, e attivando un polo di servizi e di offerta legati alla “Salute”: la nuova polizza “long term care” Postapersona Sempre Presente ed il prodotto Postaprotezione Casa Special (con la copertura delle spese legate all’abitazione in caso di disoccupazione, invalidità oppure malattia grave) rappresentano i più recenti esempi. Come riesce una compagnia come la Vostra a distinguersi dagli altri competitors? Che cosa rende unica la Vostra offerta? Credo fermamente che Poste sia un brand che, grazie alla propria immagine cosi forte e conosciuta, sappia dare ai propri clienti un profondo senso di sicurezza. Ma, oltre alla notorietà del marchio “Poste”, conta anche la passione dei nostri dipendenti, e in particolare della nostra forza vendita. Credono in quello che fanno e sono davvero entusiasti. È la compagnia più orientata al contatto con il cliente in cui abbia mai lavorato. Lei riveste anche svariati incarichi in diversi C.d.A. e Collegi Sindacali in qualità di Presidente o di membro, ed è anche Vice Presidente ANIA. Proprio in ANIA è stata appena eletta Presidente della Commissione Permanente Economia e Finanza. In questo nuovo ruolo, che contributo intende apportare all'industria assicurativa? Sono convinta che, mai come in questo momento, le aziende debbano confrontarsi, parlare, fare fronte comune. Soprattutto sui temi vitali e di interesse pubblico per il Paese quali salute, previdenza, gestione dei rischi catastrofali etc. Così quando andranno ad interfacciarsi con Istituzioni, Sindacati, autorità di vigilanza, potranno far valere la loro forza e le loro ragioni. Mi auguro


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DOSSIER DONNE IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI POSTE VITA E POSTE ASSICURA

che la mia presenza all’interno di queste istituzioni possa contribuire a fungere da stimolo assicurando un confronto positivo. Lei è anche Consigliere di Amministrazione della onlus “Save the Children”: come si approccia una manager alle esigenze di una Ong e come pensa di poter contribuire ai progetti di “Save the Children”? Credo che il no profit, oltre alle assicurazioni sia, di fatto, l’altra leva per rispondere ai biso-

UN RUOLO DI RESPONSABILITÀ Dal gennaio 2007 Maria Bianca Farina assume il ruolo di Amministratore Delegato di Poste Vita S.p.A. con deleghe sulla gestione complessiva della società

gni di protezione dei cittadini. Inoltre oggi, più che mai, il no profit gioca un ruolo vitale all’interno del contesto sociale, rappresentando l’interlocutore di riferimento delle categorie più deboli o emarginate. La vocazione mutualistica del sistema assicurativo e la cultura del Gruppo Poste Italiane, particolarmente attenta al ruolo sociale che riveste sul territorio, sono fattori che mi rendono personalmente affine ai valori di “Save the Children” Per quanto mi riguarda trovo che in una società equa, le persone più fortunate abbiano il dovere morale di “restituire” parte di ciò che hanno ricevuto. Inoltre gestire una onlus significa guidare un’azienda a tutti gli effetti. Ritengo quindi che una figura manageriale che nasce nel mondo “profit”, come la mia, possa essere di fattivo aiuto.

Lei è stata recentemente insignita del premio Minerva, prestigioso riconoscimento che viene attribuito a donne che operano nei campi del "sapere" e che, simbolicamente, rappresentano esemplari modelli femminili per le loro capacità professionali e per i valori positivi di cui sono portatrici. In qualche modo possiamo dire che viene considerata un modello da tante donne... La ringrazio ed è per me un motivo di orgoglio. Credo, anzi spero, di essere d’incoraggiamento e d’esempio per convincere altre donne che il successo è anche alla loro portata. Un altro premio di cui sono molto orgogliosa è il Canova Club Rosa. Il termine, in questo caso, ha una doppia valenza: rosa, come il colore associato al genere femminile, ma anche acronimo di “Risultati Ottenuti Senza Aiuti”. Un bellissimo premio che celebra l’impegno e la forza di volontà. Perché vede, per una donna può essere più difficile affermarsi professionalmente ma lavorando sodo i risultati, prima o poi arrivano. Proprio a questo proposito, ancora oggi, in Italia, soprattutto nelle istituzioni finanziarie, non è frequente vedere una donna ricoprire ruoli di potere, almeno non quanto accade per gli uomini: ci potranno essere - a Suo avviso - margini di miglioramento nel superare questa disparità? Il mondo delle Assicurazioni e della finanza, è ancora prettamente maschile. Ma, anche qui, per fortuna, le cose stanno cambiando. Con il tempo, sempre più donne si sono avvicinate a questi settori ed hanno iniziato a farne parte, portando con sé prerogative tipicamente femminili come la cautela, la bassa propensione al rischio e la maggiore attenzione nell’agire. Certo una donna deve ancora lavorare il doppio per raggiungere gli stessi risultati di un uomo. Ma le sue qualità uniche e insostituibili sono la carta vincente da giocare. Inoltre, credo che una donna non abbia bisogno di diventare “maschile” per farsi apprezzare, in un mondo aziendale fatto di uomini. Io sono sempre rimasta me stessa, difendendo le mie posizioni e le mie idee. Questo ha funzionato. Anzi è stato un plus che mi ha fatto sentire apprezzata dai colleghi. Considerando che il settore assicurativo è da sempre un contesto lavorativo principalmente maschile, quante donne manager ci sono all’interno delle aziende che Lei dirige? Poste Vita e Poste Assicura hanno al proprio interno professionalità di rilievo, tra cui molti giovani talenti. L’età media dell’intera squadra non arriva a 35 anni; le donne rappresentano circa il 50% del totale dipendenti e molte di esse sono stimati dirigenti. ■

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DOSSIER DONNE IL RUOLO NELLA SOCIETÀ

A cura della Redazione

MARIELLA ENOC

ETICA E INNOVAZIONE... AL FEMMINILE Ha la voce e l'aspetto di una tranquilla e gentile signora d'altri tempi, ma mai come nel caso di Mariella Enoc l'apparenza inganna. Per rendersene conto basta scorrere il suo blasonato curriculum

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Novarese, classe 1944, imprenditrice, si è sempre occupata dell'amministrazione e della gestione di strutture sanitarie. Oltre ad essere vicepresidente della Fondazione Cariplo, ricopre anche la carica di Presidente di Confindustria Piemonte e dell'Associazione Industriali di Novara. È inoltre presidente della casa di cura “I Cedri” di Fara Novarese e procuratore speciale dell’ospedale “Cottolengo” di Torino, consigliere di amministrazione della Fondazione “Housing Sociale” e della Fondazione “Filarete” di Milano, oltre che componente del Comitato di indirizzo del Ceip, della Fondazione Edison e della Fondazione Cini.

nello staff.. Quello di cui sono sempre stata convinta, piuttosto, è che occorre rifarsi al senso di responsabilità che le donne possono contribuire a restituire al nostro Paese”. Un valore da tornare a condividere, con padri, madri, insegnanti, lavoratori? “Il nostro Paese è lo specchio di quel che ciascuno di noi fa nel piccolo”. Mariella Enoc, si presenta dunque come una donna sobria, elegante, dignitosamente fiera della sua identità, preparata, semplice e modesta. Una piemontese tutta d'un pezzo, cattolica di formazione, con una vocazione alla solidarietà “A 67 anni potrei starmene a casa e

PER CREARE VALORE PER IL PAESE ED USCIRE DA QUESTO PERIODO DI CONGIUNTURA ECONOMICA CHE CI ATTANAGLIA OCCORRE INVESTIRE SU DUE FATTORI CHIAVE: SULLE GIOVANI GENERAZIONI E SULLE IMPRESE INNOVATIVE, AD ELEVATA INTENSITÀ DI RICERCA, IN GRADO DI SVILUPPARE NUOVI PARADIGMI TECNOLOGICI

Il fatto di essere una donna può essere considerato un valore aggiunto, quando si arriva così in alto? “Indubbiamente, la sensibilità femminile è importante” - sostiene Mariella Enoc - “in Fondazione Cariplo possiamo contare su una nutrita rappresentanza rosa anche

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dedicarmi alla cura dei miei pensieri, ma invece devo dare ancora, devo rimettere in circolo quanto mi è stato dato dalla vita”, ripete spesso a chi quasi le chiede ragione di tanti impegni e interessi. “Per creare valore per il Paese ed uscire da

MARIELLA ENOC Novarese, classe 1944, imprenditrice, si è sempre occupata dell'amministrazione e della gestione di strutture sanitarie

questo periodo di congiuntura economica che ci attanaglia occorre investire su due fattori chiave: sulle giovani generazioni - che rappresentano il nostro futuro - e sulle imprese innovative, ad elevata intensità di ricerca, in grado di sviluppare nuovi paradigmi tecnologici”. Ha spiegato recentemente, a margine di un’iniziativa in favore delle nuove generazioni, condivisa e cofinanziata dalla Fondazione Cariplo insieme ad un partner come Microsoft. Solidarietà e impresa, dunque, il curriculum di una delle donne con la carriera più brillante e longeva nel nostro paese. Un binomio che sembra davvero scritto nel DNA del potere al femminile. ■


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Agenzia delle Dogane Monopol i e dei Monopoli


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DOSSIER DONNE IL RUOLO NELLA SOCIETÀ

A cura della redazione

DONNE & BUSINESS

MARIANNE BERTRAND La possibilità di guadagnare di più fa sentire in colpa le donne. Questo in sintesi risultato di uno studio condotto dall’economista Marianne Bertrand delle Chicago Booth School of Business. Con conseguenze anche in famiglia...

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Una ricerca condotta dall'economista Marianne Bertrand, docente di Economia alla University of Chicago Booth School of Business, indica che le percentuali dei matrimoni scendono quando una donna ha le potenzialità per guadagnare più del marito. Tra gli adulti di età compresa tra 25 e 39 anni, le percentuali dei matrimoni sono diminuite da circa l'81% nel 1970 al 51% nel 2010. La Professoressa Bertrand ritiene che quasi il 29% di questa diminuzione sia collegata all'avversione al fatto che una donna guadagni più del marito.

Secondo recenti statistiche, però, sembra che la situazione stia lentamente migliorando; pare, ad esempio, che la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne sia aumentata, così come il loro stipendio... Certo, questo è senz'altro vero. Le donne oggi sono più istruite, più competitive con l'altro sesso in termini di guadagni e occupazione, però è anche vero che dalla metà degli anni Novanta tutti questi miglioramenti hanno subito un arresto, e c'è ancora un 25% di differenza in fatto di stipendio tra i due sessi.

Oggi spesso di parla di discriminazione della donna da più fronti, rimanendo però spesso troppo generici e non spiegando le cause e le conseguenze di questo fenomeno. Lo studio dell'economia e del mercato occupazionale l'ha aiutata a gettare luce sui problemi del mondo femminile? Sì, devo dire che la mia formazione economica, con un occhio da sempre molto attento al mercato del lavoro, mi ha aiutato a svelare, con dati alla mano, meccanismi nascosti del cosiddetto “gender gap”, a dimostrare che il divario tra uomini e donne in fatto di leadership sia qualcosa che trascende i luoghi comuni, e soprattutto di numericamente dimostrabile. Qualcosa che ha decisamente a che fare con l'identità di genere.

Secondo lei, perché? C'è un ramo interessantissimo della psicologia sociale che può essere applicata all'economia. Studiosi come Akerolf o Kraton hanno definito l'identità come senso di appartenenza ad una categoria sociale, categoria in grado di dettare specifiche prescrizioni di comportamento anche in campo socio-economico. La categoria “uomo”, ad esempio, è da sempre stata associata a quella del lavoro – gli uomini devono portare il pane a casa, devono guadagnare di più –, mentre la categoria “donna è tradizionalmente legata alla sfera della casa e a una situazione d'inferiorità economica. Per una donna, contraddire tali prescrizioni, cioè, in questo caso, guadagnare più di un uomo, può avere conseguenza importanti Professoressa Betrand, ci parli di queste conseguenze: ci sta dicendo che è non solo il fatto che le mogli lavorino, ma sopratutto il fatto che queste, lavorando, guadagnino più dei mariti, a costituire un problema? Sì. Studiando come il gap di genere influenzi la fisionomia del mercato del lavoro, ho scoperto che la contravvenzione della prescrizione comportamentale secondo la quale “un uomo dovrebbe guadagnare più di sua moglie” ha effetti sconvolgenti non solo sul mondo del lavoro,

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ma anche sulle modalità di formazione della coppia, sul tasso dei divorzi,e addirittura sulla stessa divisione dei lavori domestici. Esistono delle prove statisticamente incontrovertibili del fatto che l'aumento del salario femminile sia da mettere in relazione con il declino del numero dei matrimoni in America, e questo mi sembra un dato molto allarmante. Allo stesso tempo, pare che quando la moglie guadagna più del marito, ha il 24 % di probabilità in più di divorziare. Il fatto che la donna guadagni di più, dunque, non solo abbassa le sue probabilità di sposarsi, ma anche la qualità del suo matrimonio? Esattamente. E non solo: secondo i miei studi, il guadagnare di più da parte delle donne, non solo aumenta le loro probabilità di essere infelici in un rapporto, ma provoca anche una significativa distorsione del mercato del lavoro. Mi spiego meglio: quando una donna è, o ha possibilità di essere, superiore all'uomo in termini occupazionali, si trova per forza di cose a minacciarlo, perché esercita un “gender-role reversal”, ovvero va contro un obbligo comportamentale tradizionalmente condiviso. Per ovviare a ciò, allora spesso questa rinuncia volontariamente ad esprimere al massimo le proprie potenzialità, scegliendo un lavoro che la occupi meno ore, e che, di conseguenza, sia anche molto meno remunerativo. La possibilità di guadagnare di più fa, quindi, sentire in colpa le donne? In un certo senso. Ciò è emerso anche dall'analisi della divisione del lavoro domestico. È stato dimostrato che quando la donna lavora e guadagna più del marito, per alleviare il suo senso di “gender-role” reversal - l'essere venuta meno ai doveri tradizionali propri della propria categoria sociale - tende ad aumentare la propria mole di lavoro domestico, e non il contrario, come ci si potrebbe aspettare. ■


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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK MADE IN ITALY. IL MERCATO

di Alessandro Paccosi

DESIGN ITALIANO

IDENTITÁ ITALIANA FUN

Design e arredamento Made in Italy sono da sempre motivi di vanto nel mondo. Nonostante la crisi, il nostro estro continua ad essere celebrato e ricercato

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Passione, originalità intelligenza. Il percorso creativo dell’arredamento e del design italiano ne ha decretato il successo, tanto in Italia quanto all’estero, grazie a nomi di prestigio quali quelli di Munari, Sottsass, Ponti, e oggi rischia costantemente di veder svanire il proprio enorme potenziale di diffusione, a causa di una crisi economica globale che costringe a rivalutare obbiettivi e prodotti. Meno oggetti? Sì, probabilmente, ma anche più pensati e, anzi, la crisi stessa può in questo

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senso essere d’aiuto, favorendo con maggior forza il binomio di disegno industriale e funzionalità. I talenti non mancano: vale la pena di citare Alessandro Vaturi, ex analista finanziario, che è stato capace di ottimizzare la fruibilità del prodotto, senza sacrificarne l’estetica, con il suo Ghost Wire ideato per nascondere i fili della tv. Risultato? Sta facendo furore negli Stati Uniti, con prenotazioni e richieste andate contro ogni previsione ipotizzabile per una start up, nata dal-

la semplice intuizione di sbarazzarsi dei troppi cavi che alimentano gli schermi domestici. La valorizzazione deve sfociare inevitabilmente nell’esportazione, verso mercati che oggi sono considerati più appetibili. Ci riferiamo alla Russia, ai Paesi arabi, alla Cina e, anzi, quest’ultima è la mèta di un progetto Ice (l’agenzia che promuove l’internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero), denominato “La Cina arreda italia-


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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA 51ESIMA EDIZIONE

NZIONALE ED ATTRAENTE

no”: lo scopo è quello di incrementare il numero di aziende italiane nei settori dell’arredo dal classico al contemporaneo, attraverso il coinvolgimento di media, decision makers, personalità e distributori cinesi. Ma sono tante le realtà estere che mostrano apprezzamento per la nostra tradizione: da ultimo anche il Brasile, che fino al prossimo 31 marzo ospiterà, presso il Museo Da Casa Brasileira a San Paolo, un’esposizione degli oggetti più significativi prodotti dalla fecondità creativa di

Giorgetto e Fabrizio Giugiaro. Sono tutte opportunità da sfruttare, ed è importante anche il confronto con culture totalmente diverse dalle nostre, per studiarle, capirle ed offrire alle nostre imprese di arredo e design quello sviluppo che è quanto mai necessario oggi. A tal proposito, secondo recenti dati emessi dal Centro studi di Confindustria, l’Italia ha la possibilità di crescere economicamente in questi settori anche di 1,3 miliardi entro il 2017, e non è utopistico. Il nostro

paese è uno dei principali produttori mondiali di arredamento, grazie alla rete diffusa su tutto il territorio di piccole e medie aziende (con un’elevata concentrazione nel Nord e particolarmente fra Brianza e Milanese); può inoltre vantare ottime scuole ed università di disegno industriale, elementi utili per entrare non solo sui nuovi mercati, ma per continuare ad intervenire in quelli dei tradizionali grandi importatori: Germania, Francia, Regno Unito su tutti. ■

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

SALONE DEL MOBILE 2013 di Alessandro Paccosi

MILANO DA ARREDARE Un appuntamento imperdibile per rimanere aggiornati sullo stato creativo dei nostri interior designer e per constatare quanto e in quali forme si sia evoluto il mercato del mobile. Con un occhio anche all’estero

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

è

È l’appuntamento per eccellenza e dell’eccellenza, in materia di arredo e design. La 52ma edizione del Salone Internazionale del Mobile, in programma dal 9 al 14 aprile presso il Polo fieristico di Rho, si propone quale potente mezzo per promuovere, ormai da oltre mezzo secolo, esportazioni su scala mondiale. Organizzato dal Cosmit, uno dei più antichi comitati promotori milanesi, l’evento del 2013 è ancora più ricco, grazie alla ospitalità

concessa alle biennali Euroluce, manifestazione di riferimento per il settore luce ripartita in 40.000 mq tra Porta Ovest e Porta Sud, e Salone Ufficio, 20.000 mq di arredamento per luoghi di lavoro all’interno del Padiglione monoplanare 22-24. Soprattutto quest’ultima esposizione è di grande interesse, non fosse altro per il prestigioso nome dell’architettura internazionale chiamato a intervenire con un allestimento: si tratta di Jean Nouvel, arrivato

nel Capoluogo lombardo a svelare la propria idea di spazi dedicati al lavoro. Teorico del “Lavorare è abitare”, Nouvel dimostra quanto la creatività applicata agli interni possa demolire assunti, diffusi e apparentemente incrollabili, come quello secondo cui il luogo deputato alle attività lavorative sia l’algido antagonista degli spazi domestici. Perché non realizzare una sintesi fra i due, nata propria constatando quanto tempo si pas- u

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

si in ufficio, in proporzione molto più che a casa? Ecco quindi un aspetto della rivoluzione silenziosa di cui sono capaci il mercato del mobile e del disegno industriale, cioè la mutazione delle nostre abitudini e la rottura rispetto alla prevedibilità degli spazi. Idee per un interno a misura d’uomo, lontano da ogni stanco ripiegamento su sé stesso e, anzi, che serva da miglior stimolo per tutto ciò a cui serve, è il pensiero veicolato, mai come quest’anno (considerate appunto le due Biennali sopra citate), ad un’affluenza massiccia del pubblico, che nell’edizione 2012 della Fiera non smentì le attese di grande interessamento da parte dei visitatori: 292. 370 di cui 188.579 esteri. Ampia è la lista di prodotti ammessi all’esposizione: camere da letto, sale da

pranzo tinelli e soggiorni, mobili per bambini, mobili in giunco, midollino e rattan, mobili singoli, mobili da ingresso, tavoli e sedie, imbottiti, mobili outdoor. Che si tratti di mobilio dal taglio classico, moderno o contemporaneo (rigorosamente inserito in spazi raggruppati secondo la tipologia del prodotto), tutto questo viene ad interessare circa 2.500 espositori, accorsi ad alimentare il fervore della “sei giorni”, senza dimenticare la 16ma edizione del Salone Satellite, destinata a rappresentare i progetti degli under 35 con il tema: “Design e artigianato: insieme per l’industria”. Insomma, anche un talent scout di alto livello - considerando che i primi quattro giorni della Fiera sono sempre dedicati esclusivamente agli addetti di settore, mentre il pubblico ordinario affluisce solo il sa-

bato e la domenica - nel solco di una evidente rottura rispetto agli schemi consueti, grazie all’opportunità offerta a giovani talenti di avvicinare due mondi apparentemente inconciliabili. L’artigianato, storicamente inserito in tradizionali contesti di laboriosa manualità, viene riproposto anche in chiave digitale, tramite modelli sempre più sofisticati di fabbricazione e stampa 3D, che rendono quanto più appropriate le parole di Chris Anderson, storico ex direttore di “Wired”: “La vera rivoluzione non è la creazione della tecnologia, ma la sua democratizzazione: renderla accessibile a un enorme gruppo di persone che la possano sperimentare e perfezionare, scoprire nuove applicazioni, contribuire con creatività ed energia individuale all’idea collettiva”. ■

UNO SGUARDO RAVVICINATO AD ALCUNI DEGLI OGGETTI ESPOSTI

NEMO Specializzata in oggetti di illuminazione, la fiorentina Nemo, che proprio quest’anno festeggia i vent’anni di attività, arriva all’Esposizione milanese con tre nuove lampade dalla forma semplice e lineare. La prima è Giò Terra, disegnata da Angeletti Ruzza, piantana della sospensione Giò a sua volta già selezionata per l’ADI Design Index 2011; c’è poi Projecteur 165, versione mini del Projecteur 365 vincitore del Wallpaper Design Award - Best Reissues, nell’àmbito di un progetto che parte dalla riscoperta e valorizzazione degli archivi di Le Corbusier, Perriand, Albini; infine, è da segnalare Alya, design Gabriele Rosa, dotata di sospensione a led.

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

BLUMARINE HOME Proteiforme azienda che spazia dall’arredo alla boutique ai profumi, anche Blumarine è presente in Fiera con la propria Blumarine Home Collection: letti, divani, sedie e complementi d’arredo dalle linee classiche e motivi floreali, dove a distinguersi sono tinte color cipria, ecru, azzurro e non solo. Debutta infatti proprio a Milano Dark Lady, il nuovo divano della Maison in velluto viola accostato al lino su imbottitura capitonné.

DONATELLA VERSACE Sempre eccentrica e sull’orlo del visionario, Donatella Versace sceglie la Fiera per il lancio di Donatella Chair, disegnata dagli americani Haas Brothers (gli autori della scorsa collezione di moda Versace Punk, per la quale reinterpretarono stampe animalier). Forma grezza in ottone e fantasia a nido d’ape che la percorre quasi interamente, la poltrona presenta un rivestimento in pelle nera sulla parte interna dello schienale e sulla zona di seduta.

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

PORRO Porro è un’azienda italiana di arredamento e design contemporaneo, per la casa e l’ufficio, specializzata in sistemi per il giorno, armadi, letti, che al Salone del mobile presenta la propria idea di abitazione. Progettata da Piero Lissoni, comprende due sale da pranzo, una camera da letto, un’area living, una zona home office e una dressing room. Sobrietà e rigore spaziale in un’alternanza di pieni e vuoti sono il filo conduttore di tutta la casa Porro, dove l’art director Lissoni ha inserito armadi storage a porte scorrevoli, in grado di trasformare una cabina armadio in nuova stanza. Con lui hanno lavorato le tre designer svedesi Front, autrici di Mikado: si tratta di una madia contenitore su esile supporto in legno, racchiuso da ante in doppia fila di listelli anch’essi lignei, inclinati e sfalsati.

POLTRONA FRAU Si chiama Array ed è una seduta da auditorium, firmata Zaha Hadid per Poltrona Frau. A guardarla si avvicina di più ad una blocco scultoreo di rette e spigoli, tutt’altro che pronto ad abituarci alle usuali poltroncine da teatro . Ci si trova infatti di fronte ad un un’unità spaziale molto compatta, dove schienale, braccioli e sedile generano continui ed ipnotici effetti geometrici una volta calati in platea.

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK IL SALONE

TOM DIXON Si concentra sulle texture, sulle finiture e sulla materialità la nuova collezione che Tom Dixon presenterà a Milano in occasione dei Saloni 2013, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Si chiama Rough and Smooth, ruvido e liscio, e comprende una “grande famiglia” di complementi d’arredo e illuminazione. Ad esempio, Gem è la linea di luci angolari, tavoli e specchi che si ispirano alle sfaccettature delle pietre preziose. Della collezione Rough and Smooth fa parte anche Bell: una lampada, proposta in versione da terra e da tavolo, con finitura ultra-lucida “a specchio” che le fa assumere i colori e le caratteristiche dell’ambiente circostante.

WALTER KNOLL Anche Walter Knoll è presente con una propria esposizione di prodotti, quali il Circle Sofa e le Seating Stones. Il primo è un divano imbottito composto da tre parti componibili, in grado di generare nuove forme; le seconde sono sedute di ispirazione naturale, come connotato dall’accentuata presenza del verde, in dicromie variabili che le rendono adatte ad abitazioni private o uffici. Sono altresì modellate in differenti forme geometriche, a seconda delle angolazioni in cui vengono sistemate.

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK GLI EVENTI DELLA SETTIMANA DEL DESIGN

FUORISALONE 2013

di Alessandro Paccosi

MILANO, CAPITALE DEL DESIGN Tanti sono gli appuntamenti previsti per tutta Milano, ad integrare quelli della “sei giorni” in programma dal 9 al 14 aprile 2013

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK GLI EVENTI DELLA SETTIMANA DEL DESIGN

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Impossibile elencarli tutti. Come ogni anno, una moltitudine di eventi collaterali viene ad arricchire il Salone del mobile di Milano, ed è doveroso citare in proposito il cospicuo carnet di appuntamenti Fuorisalone, che riesce ogni anno a trasformare il capoluogo lombardo in una serie di snodi nevralgici per le più varie occasioni di intelligenza creativa. Non solo grandi nomi, che da sempre hanno contribuito storicamente alla riuscita dell’esposizione, ma anche tanti nuovi designers ed imprenditori animano la città, all’interno di quella che ormai è un’istituzione concretizzatasi agli inizi degli anni 90. La centrale Via Brera, da sempre determinante per la diffusione di cultura, ospita anche per il 2013 Brera Design District, con l’obiettivo di farsi punto di riferimento per il design milanese, sfruttando non solo l’alta densità di spazi espositivi, ma anche una affluenza di pubblico che, nella scorsa edizione, fece registrare numeri notevoli. Oltre 90 esposizioni, 100.000 persone transitate in 6 giorni e 40.000 visite al sito (breradesigndistrict.it) rendono alte le aspettative per questa quarta edizione, il cui tema è: I valori della qualità in una riflessione tra il fare artigianale e il pensare industriale, il tutto sotto il patrocinio del Comune di Milano. L’evento costituisce il lancio di nuove finiture come quelle prodotte da Oykos che approfitta di Fuorisalone 2013 per esporre, nella Galleria Consadori di Via Brera e nell’Ordine degli architetti di Via Solferino, Venezia Materia. Strutturate su sei linee in un gioco di materiali e colori, le porte blindate dell’Azienda richiamano i materiali su cui si fonda la suggestiva tradizione del capoluogo veneto, quali il rovere, l’ottone, i vetri e gli smalti. Altra occasione di rilievo è la presentazione in zona di Noname: ideata da Lazzaro e Giuseppe Raboni e Marco Zanuso, questa lampada evoca suggestioni artistiche di Giò Ponti, Lucio Fontana e Piet Mondrian, grazie all’armonioso incontro di linee verticali e orizzontali in giochi dicromici con variazioni di materiali e forme. Tra nazionale ed internazionale, etica ed estetica, nomi famosi e brand indipendente, il quartiere post-industriale dietro Porta Genova, attraversato da Via Tortona, si segnala per una cospicua serie di appuntamenti all’insegna della ricercatezza formale e non solo. Il tema scelto è il rapporto fra presente e futuro, con uno sguardo alle antiche maestranze artigianali rielaborate in chiave ultramoderna, secondo una suddivisione in sei aree tematiche: Mostre collettive per il paese, Giovani designer, Celebrities, Hi tech, Design at large e Green design . Quest’ultimo tema, in particolare, riprende ed amplia il discorso della sostenibilità ambientale: grazie anche ad un nucleo di ricercatori, guidati da Carlo Vezzoli del Politecnico di Milano, lo scopo è

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SPECIALE MILANO DESIGN WEEK GLI EVENTI DELLA SETTIMANA DEL DESIGN

quello di attivare una mappatura dell’impronta ambientale della manifestazione e studiare strategie in grado di ottimizzarla, riducendola progressivamente negli anni. L’analisi e la ricerca di soluzioni che sappiano trascendere la mera idea del bello e del ricercato è il fil rouge che connota potentemente tutta la Settimana espositiva. E quando il rigore formale si fonde con il tema della libertà, il tradizionale appuntamento di Superstudio ci illustra come sia possibile declinare il “FreeDom” design in un discorso che lascia ampio margine alla sviluppo creativo, oltre i vincoli della produzione industriale. Nella quinta edizione del Temporary Museum fon New Design, quindi, il più grande evento fuori Salone dà spazio a grandi installazioni di architetti e artisti da tutto il mondo, ma nella sezione Discovering si riserva una spazio dedicato agli emergenti, il tutto sviluppato in un itinerario espositivo secondo piccole zone, con la possibilità di esporre una sola proposta per area. Ancora, sempre all’inseguimento del contenuto oltre che della forma , è da

segnalare Anatomia del Design, che nasce dall’idea “dell’analisi scientifica come sorgente per una presa di coscienza di un concetto etico, che sfocia nell’anatomia del design, dove la sinergia tra ‘mente’ (dei designer) e il ‘corpo’ (degli artigiani) trova naturale habitat nella Milano del Fuorisalone”. Un interessante incontro fra disegno industriale e scienza, data la propensione dell’iniziativa a penetrare, per analizzarlo, nel cuore degli oggetti, è calato in un’atmosfera che esula dalla produzione seriale, privilegiando la rarità degli articoli presentati. Provenienti da piccole officine, studi e laboratori, attraverso la rielaborazione ipercontemporanea delle vecchie maestranze essi dimostrano di saper utilizzare minimalismo formale, giochi cromatici, materiali innovativi e tradizione attraversata dalla trasgressione, proprio come anticipato dallo stesso palcoscenico di tutto il macroevento tortonese: grandi edifici industriali accanto ad ex laboratori artigianali, studi fotografici e location per un totale di 30.000 mq espositivi. ■

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ARTE E CULTURA LA NUOVA SEDE DEL LOUVRE

IL GRANDE MUSEO A LENS

A cura della Redazione

IL LOUVRE VA Cinque edifici in vetro e alluminio, 20 ettari di terreno, dieci anni di lavoro, 150 milioni di euro investiti, un progetto congiunto degli architetti giapponesi di Sanaa e dello studio newyorkese Imrey Culbert

s

Se il Louvre si allarga, non può che farlo in grande. Ma non pensate a una nuova ala del museo parigino, e neppure a una bella dépendance nel secondo arrondissement. La zona prescelta è segnata dall’industrializzazione forzata, dalle malattie e da un altissimo tasso di disoccupazione, è rinata grazie all’arte. Una “folle scommessa”, come l’ha definita il presidente Hollande.

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Il Louvre -Lens sorge nel cuore di una regione depressa del Nord-Pas de Calais, a un’ora di Tgv da Parigi, non distante dai confini del Belgio e del Lussemburgo, una zona dove fino a pochi anni fa sorgevano miniere e che adesso si trasforma in un centro culturale di altissimo livello grazie a un museo, una specie di sede distaccata del Louvre di Parigi, nel quale lo Stato e soprattutto la regione del Nord Pas de Calais hanno inve-

stito milioni di euro. A tagliare il nastro del nuovo polo museale francese è stato proprio il presidente che ha scelto il giorno di Santa Barbara protettrice dei minatori, per andare a Lens con il Ministro della cultura Aurélie Filippetti ad inaugurare il complesso, che si estende su 28.000 mq. Tra i due musei ci sarà sempre una comunicazione e una sinergia ma il Louvre Lens lavorerà in piena autonomia.


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ARTE E CULTURA LA NUOVA SEDE DEL LOUVRE

IN PROVINCIA

Il museo, che presto sarà circondato da un enorme polmone verde ricco di alberi, fiori e vegetazione, è stato progettato da architetti giapponesi che, dove prima sorgevano miniere e fabbriche, hanno collocato un padiglione quasi interamente in vetro che ospita le collezioni permanenti e le mostre temporanee, oltre che un auditorium da 300 posti per la musica, il teatro, il cinema e i convegni. Accanto alla collezione permanente, che ospita

tra l’altro “La libertà che guida il popolo” di Eugene Delacroix, saranno allestite mostre temporanee che ospiteranno opere provenienti dal Louvre Parigi. Quella inaugurale è dedicata al Rinascimento e può vantare opere come Sant’Anna, la Vergine e il bambino con agnellino di Leonardo da Vinci e il Ritratto d’Uomo di Giovanni Bellini. Il museo è stato pensato come uno spazio in cui i capolavori dell’arte, che ruoteranno

ogni cinque anni, sono collocati in maniera cronologica dall’antichità ai tempi moderni. L’investimento sostenuto dalla Francia per questa operazione si aggira intorno ai 150 milioni di euro, cifra che secondo i calcoli dovrebbe rientrare nel giro di 4 anni grazie all’impennata del turismo e al rilancio economico-sociale della zona. Inizialmente la diffidenza verso il progetto è stata tanta, soprattutto da parte u

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ARTE E CULTURA LA NUOVA SEDE DEL LOUVRE

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ARTE E CULTURA LA NUOVA SEDE DEL LOUVRE

UN LOUVRE DI VETRO Un edificio dall’architettura contemporanea, vicino al territorio e rispettoso della sua bellezza e fragilità, costruito in vetro e aperto sulla natura circostante: è questo il contesto nel quale saranno ospitati numerosi capolavori provenienti da tutti gli 8 dipartimenti del Louvre parigino, che metterà a disposizione, a seconda dei viversi periodi di tempo, una parte delle sue opere a rotazione

UNA GRANDE OCCASIONE PER LENS PER CREARSI UNA NUOVA IDENTITÀ. BASTI PENSARE CHE IL TERRITORIO ERA STATO TAGLIATO IN DUE DALLA LINEA DEL FRONTE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

delle istituzioni locali, ma la bellezza delle opere arrivate dal Parigi e la richiesta di nuove licenze per aprire bar, trattorie, bed&breakfast avrebbe fatto cambiare idea anche ai più scettici.

I progettisti hanno voluto evitare di creare una fortezza che dominasse il territorio, scegliendo invece di dar vita a una struttura bassa e facilmente accessibile, in grado di integrarsi con il territorio circostante. Ecco allora le cin-

que costruzioni di acciaio e vetro, le facciate in alluminio lucido nelle quali si specchiano il parco e le nuvole, le grandi vetrate che ricoprono anche il tetto e fanno entrare la luce naturale all’interno, dove, accanto alle opere, si scorgono pezzi di cielo. Varcato l’ingresso, oltre il centro di documentazione, si entra in un grande spazio punteggiato qua e là da opere d’arte che sono un viaggio nella storia stessa dell’uomo. È la Galerie du Temps, il cuore del museo: 250 opere esposte in tremila metri quadrati che vanno dal V secolo a.C. al XVIII secolo, con nomi di punta come Delacroix, Botticelli, Perugino e ancora Raffaello, Mantegna, Van Eyck e Dürer, tutte prestate dalla casa madre parigina per cinque anni. Naturale proseguimento della Galerie è il Pavillon de Verre, pensato come un approfondimento del percorso museale, che invita alla riflessione e alla sosta. Infine, la Galleria delle mostre temporanee, dove fino all’11 marzo si potrà vedere la mostra “Renaissance. Révolution dans le arts en Europe 14001530″, a cui faranno seguito “Rubens e l’Europa” e “Gli Etruschi”. louvrelens.claudinecolin.com ■

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di LAURA SAGGIO

"IO VI MALEDICO"

Profetico. Sensibile. In ascolto. Sì, in ascolto, un ascolto teso, acuto, della realtà. Concita De Gregorio, con un linguaggio diretto, schietto, vero, ancora una volta ci racconta l'Italia. "Io vi maledico" (Einaudi Editore), è il grido figlio di una rabbia autentica che unisce quella fetta di italiani che fanno l'Italia. "Io vi maledico" c'è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell'Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. Lo stesso "Io vi maledico" dice la figlia dell'imprenditore che si è ucciso strozzato dall'usura bancaria. Queste sono due delle storie che compongono il ritratto di un Paese sfiancato, indignato, completamente inascoltato. Le parole si imprimono nelle pagine, smuovono un vento forte che vuole essere di cambiamento. Cambiamento è una parola, o meglio, un'azione che questo Paese proprio non sa mettere in moto. Queste

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elezioni, con rispettive campagne elettorali, lo hanno confermato ancora una volta. Eppure non era difficile capire. Osservare la geografia di un disamore, di un senso di frustrazione profondo. Non era difficile comprendere che la conseguenza di queste preghiere, diventate maledizioni, sarebbero sfociate in una protesta a qualunque costo. La disperazione, porta a due soluzioni: sfogare nella rabbia o credere alle favole (anche se hanno sempre lo stesso sceneggiatore e la stessa fine). "Io vi maledico" è un libro sul lavoro, sulla dignità. Una dignità non tutelata, determinata, flessibile, a progetto. Una dignità perduta; e allora vale tutto. Vale puntare il dito in tutte le direzioni, pensare che non c'è differenza, che il sistema fa comodo a tutti, e allora che se ne vadano a casa! Quest'onda di malcontento sociale, non poteva essere una sorpresa. Non doveva, per alcuni. Eppure lo è stata. In questo si vede tutta la debolezza di un meccanismo che non funziona più. La rabbia ha mille facce, e radici. Esiste la rabbia fragile, quella che ci circonda, che non porta da nessuna parte, consuma solo, e fiacca alla fine. Si fomenta in fretta, distrugge quello che non le piace e poi si ferma, inevitabilmente. Questa rabbia è facile preda di abili populismi. E c'è, poi, un'indignazione giusta, che ha parole nuove,

forti come pietre, che diventa energia costruttiva. Che sa unire passione e ragione. Questa rabbia, solo questa, potrà diventare respiro per un futuro migliore. Nel libro, Concita De Gregorio, mette in primo piano tutti i colori della rabbia, dando a ciascun individuo la propria voce. Messe insieme, queste voci, sembrano diventare la voce unica di una collettività disillusa e stanca di chi sa solo chiedere senza mai dare. Così vediamo la rabbia quotidiana figlia di gesti di inciviltà sociale, che non merita più nemmeno una virgola nella cronaca; la rabbia crudele (nel senso di vera) dei bambini, che manifestano i propri disagi con l'unico linguaggio che gli è concesso, come Michele, 4 anni, che ha fatto il test per misurare la rabbia e doveva prendere delle

medicine, ma sua madre ha deciso di no. C'è la rabbia dei giovani ingannati, che se ne sono andati via dall'Italia a cercare lavoro e sono tornati perché gliene hanno promesso uno nel loro Paese, solo promesso. C'è l'indignazione di cinque donne sindaco del Sud, dove le teste di maiale, non si indossano come nelle feste in maschera dei consiglieri della regione Lazio, ma le lasciano, vere, sullo zerbino. C'è chi, da sola, ha trovato la forza per salvare i suoi figli da una strage mafiosa. E c'è la frustrazione avvilente delle donne lavoratrici di un call center che rispondono la notte ai maniaci per non perdere 80 centesimi lordi. Questi sono solo alcuni dei tanti ritratti di vita raccolti in questo fondamentale libro, duro e crudo, come la realtà. Impossibile da non capire.


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CULTURA MANN, BRECHT E HITLER

UN INSOLITO E AVVINCENTE ROMANZO

di F. Del Panta

DUE SCRITTORI E LA CRISI DEL NOVECENTO È arrivata nelle librerie un’opera decisamente insolita. Insolita rispetto all’offerta comune, perché non è un giallo,

s

né un manuale di cucina, e nemmeno un’esplorazione dei gusti sessuali dei nostri giorni

Si chiama “Bert e il Mago”, un titolo che fa riferimento ai due protagonisti di questo romanzo composto da una doppia storia, da due vite parallele che secondo una particolare geometria a volte s’incrociano, si sovrappongono, si scontrano, avendo come sfondo il medesimo momento storico, legato alla tragedia del nazismo e della Seconda guerra mondiale. I protagonisti del romanzo sono Bertolt Brecht, Bert per i familiari e gli amici, e Thomas Mann, il “Mago”, ma soltanto per i familiari. Ne parliamo con il suo autore, Fabrizio Pasanisi, che pubblica la prima opera di narrativa dopo aver lavorato come giornalista e autore sulla carta stampata e in televisione. Perché Brecht e Mann, e perché su di loro un romanzo e non un saggio? Sarebbe facile dire perché la loro storia è straordinaria, avvincente, ricca di aneddoti e di colpi di scena. E perché questi due scrittori hanno influenzato come pochi altri la vita culturale, e non solo, del Novecento. Li ho accostati perché nessuno lo aveva ancora fatto in un’opera organica, nemmeno in un saggio. E ho preferito affidarmi alla narrativa per dare una maggiore possibilità alla mia scrittura, per non pormi quei limiti che invece mi sarei dovuto porre con l’approccio saggistico. Ne è uscita fuori un’opera complessa… Complessa sì, d’altra parte mi sono rifatto alla grande letteratura e ai grandi temi del Novecento, temi, stili, possibilità che la nostra epoca piuttosto distratta e conformista

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tende sempre più spesso a dimenticare. Ma non difficile: proprio trattando argomenti che possono spaventare il lettore, spesso abituato a un’offerta omologata, ho cercato di essere il più chiaro possibile, tanto nell’esposizione quanto nei riferimenti, con date, titoli, anche immagini, che lo accompagniano lungo l’intero percorso. Il libro ha ricevuto la segnalazione della giuria nell’ultimo Premio Calvino, mettendo subito in luce per la sua qualità. Se lo aspettava? Naturalmente lo speravo. Quanto ad aspettarmelo... Diciamo che sapevo di avere scritto un’opera diversa, ed ero alla ricerca di lettori attenti, così come si sono dimostrati quelli del Premio Calvino. Conosco bene il mercato editoriale, avendovi lavorato ed essendo un lettore vorace, e sapevo che, per pubblicare, avrei avuto bisogno di un canale particolare, per mettermi in luce. Come è strutturato il libro? Parte dal 1933, che è l’anno chiave nell’affermazione definitiva di Hitler e il momento in cui Mann e Brecht sono costretti a lasciare la Germania, come scrittori non graditi al regime. Il romanzo procede con capitoli alternati dedicati ai due scrittori, dei quali ricostruisce i momenti salienti della vita, i loro amori, le famiglie, naturalmente le loro opere. È diviso in cinque parti, oltre quella introduttiva, ognuna delle quali termina con una serie di immagini, che mi sono servite, sorrette da un testo esplicativo, a mostrare il contesto storico in cui si sono svolti i fatti. L’uso delle immagini è piuttosto particolare… È vero. Ho usato un procedimento piuttosto elaborato per parlare di quel periodo storico

cercando di arrivare direttamente al lettore, per farlo emozionare, senza perdermi in eccessive descrizioni più adatte a un libro di storia. In effetti, su Hitler e sul nazismo si è già scritto tantissimo, e non era mio compito soffermarmi troppo su quegli avvenimenti. Ma non volevo che il lettore trascurasse in qualche modo il peso che gli eventi hanno avuto sulle vite dei due protagonisti, e su quell’epoca al tempo stesso tragica e ricca, ricchissima, di storia appunto, e di cultura. Quindi Mann, Brecht e Hitler... Esatto. Mann e Brecht non avevano molto in comune. In un passo del libro mi diverto a trovare alcune analogie tra i due autori, a partire dalle loro mogli entrambi ebree, e in un periodo simile... Ma di certo sono maggiori le loro differenze, come la distanza tra le loro produzioni. Mann si rifaceva a un ideale classico, che aveva Goethe come riferimento nazionale, gli interessava l’arte, sopra ogni cosa. Brecht fu segnato sempre di più, nel corso degli anni, dalla matrice comunista, dal volere essere sempre politico, dal rivolgersi, lui borghese non meno di Mann, al popolo. E il loro destino fu opposto, poiché finirono i loro giorni uno a Ovest e l’altro a Est, il primo nella pur neutrale Svizzera, il secondo nella Ddr, a Berlino. Ma una cosa li accomunò, e fu appunto la storia, il fatto che il nemico fosse quello, Hitler, il nazismo, un nemico comune che combatterono con tutte le proprie forze, anche se nei rispettivi limiti. ■


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ADVERTISING L’IMPORTANZA DELLA “REPUTAZIONE”

VA DI MODA IL... “PASSAPAROLA!”

di Elena Pinnen

QUANDO LA REPUTAZIONE RIVOLUZIONA IL MONDO DEL MARKETING In un mondo 2.0 fatto di sondaggi continui, di forum straripanti di commenti, o, ancora, dei più disparati social media che spingono insistentemente a farci mettere “like” o “dislike” su tutto, il termine “passaparola” non sembra

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affatto essere passato di moda

Cosa il consumatore dice o scrive di un prodotto - la cosiddetta consumer's review oggi è diventata una vera e propria arma letale per l'immagine di qualsiasi azienda. Una questione di reputazione, ma anche e soprattutto di fatturato, se si sta agli ultimi dati pubblicati dall'agenzia Weber Shandwick nello studio: “The Company behind the Brand: in reputation we trust”. Condotta su un campione di 1,375 consumatori e 575 manager aziendali, la ricerca della Weber Shandwick ha, infatti, chiaramente dimostrato come la reputazione di cui gode una compagnia sia assolutamente essenziale nel determinare il suo effettivo posizionamento sul mercato. Fattori come il “crescente attivismo social” o il sempre più “largo accesso che gli utenti hanno al profilo web delle aziende”, stanno creando una “nuova dinamica” rivoluzionaria in grado di trasformare irrimediabilmente il volto del marketing, così come lo conoscevamo. Il 65% dei manager intervistati - e in particolar modo quelli di nazionalità cinese e brasiliana - è convinto che il successo della propria azienda dipenda in primo luogo dalla reputazione che questa è in grado di crearsi, prima ancora che dalla qualità dei prodotti e servizi che essa è in grado di offrire. E probabilmente non sbagliano affatto, se solo si con-

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sidera che il 40 % dei consumatori - una percentuale che sale addirittura al 61% negli Stati Uniti - di solito smette di comprare un prodotto quando scopre che esso è offerto da un'azienda di cui ha una cattiva opinione. Come ha affermato Micho Spring, Presidente Global Corporate della Weber Shandwick - “in un mondo interconnesso, multi-platform, e incerto”, la reputazione che un corporate brand è in grado di costruirsi “ha più importanza che mai, costituendo un'ancora di fiducia e credibilità in un mare di continui e dinamici cambiamenti”.

Non è un caso dunque se, sempre stando ai risultati della ricerca in questione, le aziende abbiano incrementato i propri sforzi in fatto di strategie di comunicazione immagine di quasi il 90%. Ma la reputazione non è più qualcosa che possa essere indirizzata dall'alto. Per la maggior parte dei manager e dei consumatori, infatti, sarebbero proprio il passaparola (88%), le news e i commenti online (83%) e le ricerche sul web (81%) condotte dagli stessi consumatori, i fattori maggiormente in grado di influenzare la reputazione di un marchio. Non è difficile immaginare come un trend del genere possa avere conseguenze sconvolgenti su interi settori di mercato, primo fra tutti quello turistico e alberghiero. Leggere i commenti lasciati dagli utenti sul web, sembra infatti essere diventata un'operazione di routine - e d'obbligo - prima di prenotare un qualsiasi hotel o, semplice-


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ADVERTISING L’IMPORTANZA DELLA “REPUTAZIONE”

mente, andare a mangiare in un nuovo ristorante. “Le review sono una bussola per l'agente di viaggi” - ha dichiarato Vittorio Deotto, responsabile Business Development di TripAdvisor, il famoso sito web di recensioni di servizi ed attività legate a vacanze, viaggi e ristora-

dubbio, ormai sembra davvero essere questa. Rimane forse, però, solo una domanda: siamo sicuri che tutta questa libertà che il consumatore ha nel lasciare commenti e voti non rischi, talvolta, di scadere nella diffamazione? Non sempre, infatti, è facile orientarsi nell'o-

PREMERE UN CLICK OGGI PUÒ ESSERE TANTO FACILE QUANTO LA POSSIBILITÀ DI CANCELLARE PER SEMPRE LA PRESENZA DI UN'AZIENDA NEL MERCATO

zione, con più di 50 milioni di visite uniche mensili e 20 milioni di utenti iscritti. “Se vuole vendere un prodotto sicuro, non può limitarsi a visitare il sito dell’hotel, TripAdvisor è di gran lunga più attendibile”. La realtà, non c'è

ceano delle recensioni che si trovano sul web, e sopratutto, è sempre più difficile riconoscere i cosiddetti “giudizi fraudolenti”. Lo stesso TripAdvisor, assieme ad altri portali come Expedia e Hotels.com, è stato recentemente

CONSUMATORI IN “LIBERTÀ” Non sempre è facile orientarsi nell'oceano delle recensioni che si trovano sul web, e sopratutto, è sempre più difficile riconoscere i cosiddetti “giudizi fraudolenti”

condannato dal Tribunale di Parigi a pagare una multa da 430mila euro per aver messo in atto pratiche sleali e ingannevoli attraverso recensioni false; e anche l'Italia, nonostante la nota lentezza e inefficienza della propria legislazione, sta muovendo i primi passi in questa direzione. Premere un click oggi può essere tanto facile quanto la possibilità di cancellare per sempre la presenza di un'azienda nel mercato. Un effetto collaterale di quell'unica regola tanto democratica quanto pericolosa - che sembra valere nell'era attuale del marketing 2.0: la fatale legge della consumer review. Passaparola. ■

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desilvo__mastro Progress 03/04/13 14.31 Pagina 1

ADVERTISING LA NUOVA COMUNICAZIONE DI PIAZZA ITALIA

PROTESTARE CON LA PUBBLICITÀ

di Alessandro Paccosi

VESTITI... DI RIVOLUZIONE Creatività è far riflettere. Intervista a Stefano De Silvo, Responsabile Divisione Marketing Communication Piazza Italia

“p

“Parlare alla gente, raccontare storie, comunicare che i veri miracoli li fanno gli italiani ogni giorno”. Da questo proposito è partita l'ultima campagna del marchio di abbigliamento Piazza Italia. Una campagna dal forte impatto che mette in primo piano la protesta, e lo fa attraverso volti comuni di cittadini insoddisdatti e delusi. Una provocazione - seguita da qualche polemica -, ma soprattutto un modo originale per far riflettere. Progress ne ha parlato con Stefano De Silvo, Responsabile Divisione Marketing Communication del brand Piazza Italia.

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Piazza Italia è un’Azienda di abbigliamento, ma la vostra ultima campagna pubblicitaria è declinata, pur ironicamente, in termini di rabbia e sfiducia verso l’Italia di oggi. Può spiegarci il perché di questa scelta, nonché la sua genesi? Piazza Italia ha sempre cercato di distinguersi nella propria comunicazione, anche osando. Il percorso è iniziato ormai da anni con il nostro “Be Intelligent”. Partiti dallo scimmiottare quello che altri brand dicevano, abbiamo giocato poi con l’”evoluzione” della specie, avuto un testimone d’eccellenza come Einstein e esaltato chi veste i nostri capi come differente dalla massa. Da un anno a questa

parte poi ci siamo voluti schierare da parte dei consumatori, della Gente Comune. Nel nostro percorso di comunicazione di un anno abbiamo voluto far riflettere con le nostre creatività. Dal “I veri miracoli li facciamo noi” il senso è sempre stato quello di esaltare la Gente ponendo fiducia nelle persone, non sfiducia verso l’Italia. C'è chi ritiene che cavalchiate “il diffuso sentimento anticasta a fini commerciali”. Cosa si sente di rispondere? Mi sento di dire che è il pensiero della gente e siamo disponibili ad ascoltare tutti. La nostra campagna non voleva essere af-


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ADVERTISING LA NUOVA COMUNICAZIONE DI PIAZZA ITALIA

LA CRISI È DIVENTATA UNO DEI TRENDING TOPIC OVUNQUE E LA MODA DÀ VOCE A QUESTO MALESSERE. COME FARLO? MA CON UN'ELEGANTE IRONIA CHE USA IL LINGUAGGIO COMUNE DEI CITTADINI CHE, NONOSTANTE TUTTO, RIESCONO ANCORA A SORRIDERE

fatto anti-casta o denigrante nei confronti dell’immagine della donna, così come ci accusano. Siamo scesi in piazza con una campagna nella quale abbiamo raccolto la protesta della gente comune, rappresentata da 14 volti non noti, per esprimere il pensiero di un “esercito” di persone. Abbiamo voluto rappresentare il disagio attingendo dalla cronaca più recente e di sicuro la politica rappresenta uno degli argomenti ricorrenti. C’è chi ha fatto riferimento anche al nostro fatturato, dando una previsione di aumento portato dalla campagna. Le dico che la notizia era del tutto sbagliata. Le previsioni di fatturato della nostra Azienda di poter arrivare dagli attuali 420 mln ai 500 mln di fine 2013 sono dati dallo sviluppo della nostra rete di negozi. Abbiamo la previsione di 40 nuove aperture, con relative nuove assunzioni. Una campagna come questa può far tanto per il brand awarness ma non di certo così tanto per il fatturato. Ritiene che sia necessario un nuovo percorso etico da intraprendere anche in pubblicità, oramai troppo aridamente focalizzata sulla mera promozione di prodotti? Assolutamente si. La pubblicità, come la moda, ha rappresentato per anni l’oppio dei popoli focalizzandosi sul prodotto e mai sulle problematiche reali. Non concordo con il pensare che si possa continuare a tenere le cose separate e continuare a vedere dei falsi stereotipi. Sin dal lancio di questa campagna ho sempre creduto che il pensiero di contestazione nato fosse dato proprio dall’accostare queste tematiche ad un brand di abbigliamento. Se si cambiassero i canoni della comunicazione stessa, facendo in modo di poter liberarci da cliché che ne derivano, si avrebbe la reale libertà di poter esprimere il proprio pensiero senza per questo essere contestati.

PROTESTA PUBBLICITARIA Con una campagna pubblicitaria senza precedenti, Piazza Italia raccoglie la protesta, affidandola ad un drappello di volti comuni che esprimono il pensiero di un esercito, sempre più ingente, di cittadini insoddisfatti, offesi, vessati e frustrati nelle più semplici aspettative, come quella di trovare un lavoro retribuito o di vedersi riconosciuto il diritto di andare in pensione nei tempi sperati e, a suo tempo pattuiti

Come sta reagendo la Politica alla vostra campagna? Siete delusi, sorpresi o sostanzialmente indifferenti? Non ha reagito. Abbiamo ricevuto solo in via indiretta tramite un blog la contestazione della Consigliere Regione Piemonte in relazione all’immagine della donna in abiti succinti “Sono pronta a entrare in politica.”. La nostra risposta è stata quella di precisare che lo scopo della campagna era di rappresentare il (mal)costume italiano in modo senz’altro irriverente e provocatorio ma non certo offensivo. La ragazza rappresenta un’amara constatazione di una prassi politica che anziché premiare il talento e la preparazione che tante donne hanno, e non solo in politica, ha ridotto l’immagine femminile a oggetto del ridicolo. La nostra è un’operazione di denuncia e non certo di promozione. Chi conosce Piazza Italia sa che ci siamo più volte esposti contro i cliché deleteri spesso veicolati dai media. Una pubblicità rappresentata da volti comuni avrebbe avuto lo stesso impatto anche 5, 10, 20 anni fa, o si tratta di una scelta realizzabile solo in condizioni storiche come quelle che stiamo vivendo? La comunicazione ha sempre cercato di attingere dalla realtà. In passato campagne realizzate con volti comuni hanno comunque avuto un forte impatto. Di sicuro le condizioni storiche e la recessione economica danno maggior visibilità ad una campagna “dissacrante” come questa che tocca un nervo scoperto. Il maggiore utilizzo dei social network e di internet poi facilitano la divulgazione e l’interattività che tutti possono avere con l’Azienda stessa.

Oltre alla rete di negozi presente su tutto il territorio nazionale, vi state espandendo anche all’estero. Rispetto a realtà commerciali e stili di vita differenti dai nostri, pensate che altrove le vostre scelte di marketing sarebbero state accolte con la stessa scia di polemiche, o è la nostra “forma mentis” ad essere troppo rigida? Ci tengo a sottolineare che quella che è stata chiamata polemica per noi è stato un giusto confronto con chi era “spettatore” della nostra campagna. I social network e i blog, ci hanno dato modo di poter dialogare ma di sicuro andremo avanti per la nostra strada. Fare supposizioni su come sarebbe stata accolta la nostra campagna in altri Paesi è inutile. Le posso solo dire che negli altri paesi con cui siamo presenti diamo una giusta e corretta visione del Italian Style. Non ritengo sia un problema di forma mentis, bensì di voglia di voler parlare solo di ciò che ci infastidisce. Avremmo apprezzato poter ricevere lo stesso clamore e poter far parlare di noi già da “I veri miracoli li facciamo noi.”. Il perseguire nel percorso di Sponsor della “Gente comune” le può far capire quanto invece crediamo in questo progetto. ■


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di SAMANTHA DE MARTIN

LA MONTAGNA VA AL CINEMA

Cominciano ad essere svelati i contenuti della 61^ edizione del Trento Film Festival, in programma dal 25 aprile all’8 maggio a Trento e Bolzano È stato il presidente del Trento Film Festival, Roberto De Martin, a presentare la prima vera novità, il nuovo logo della manifestazione: una genziana che richiama ancor più direttamente la kermesse proprio come la palma richiama Cannes e il leone il Festival del Cinema di Venezia. Un festival che si rinnova nell’immagine ma che conferma ricchezza di contenuti. come ha illustrato il direttore Luana Bisesti: «Sulla scia del successo della scorsa edizione, abbiamo scelto di riproporre un calendario che incontra il gradimento di un pubblico sempre più diversificato. Quest’anno punto di forza

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della manifestazione il legame con l’arte, aprendosi anche a contenuti e collaborazioni che coinvolgono sempre più le nuove generazioni». Il programma cinematografico della sessantunesima edizione, vede come paese ospite la Turchia. Più di 350 le pellicole arrivate quest’anno per partecipare alle varie sezioni del concorso. Attesa anche per la programmazione dedicata al progetto “Destinazione…” che, dopo Finlandia e Russia, raggiunge la Turchia. Saranno 12 le pellicole proiettate, alcune in prima visione. Il successo del progetto “Destinazione…” nasce soprattutto dal suo modo di avvicinare anche i meno appassionati alla montagna, passando per l’esplorazione di culture a volte molto distanti dalla nostra. Anche quest’anno di rilievo

il calendario di appuntamenti della parte del festival in programma a Bolzano dal 2 all’8 maggio. In particolare, la seconda edizione di Quo Climbis?, l’incontro tra alpinisti di tutto il mondo promosso dal Trento Film Festival, International Mountain Summit di Bressanone e Messner

Mountain Museum. Quest’anno il tema è di rilevanza sociale, proprio come ha spiegato il direttore del Festival, Luana Bisesti: «Si parlerà del futuro degli alpinisti professionisti, di questi grandi atleti che poi devono reinventarsi dopo una vita passata sulle montagne». www.trentofestival.it


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Fondazione Bano Fondazione Antonveneta Regione del Veneto Provincia di Padova Comune di Padova

Padova Palazzo Zabarella 19 gennaio 26 maggio 2013

De Nittis info e prenotazioni tel. (+39) 049 8753100 www.palazzozabarella.it info@palazzozabarella.it


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CINEMA IL RITORNO DI ALMODOVAR

PEDRO ALMODOVAR

di Claudia Catalli

“IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO? LA SPONTANEITÀ” Faccia a faccia con il cineasta spagnolo: i tabù infranti, il sesso, l’amore, i consigli per il nuovo Papa e l’ombra della fine che lo perseguita...

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Prende appunti quando gli fai una domanda, si prende tempo per riflettere prima di rispondere, ti guarda dritto negli occhi come per catturarne la verità e nulla di quello che dice è mai banale. Parliamo del regista spagnolo Pedro Almodovar, 63 anni e 33 film realizzati ad oggi. Con l’ultimo, “Gli amanti passeggeri”, ha compiuto addirittura un’inversione di marcia e dai toni cupi delle sue ultime pellicole “Gli abbracci spezzati” e “La pelle che abito”, è passato a una colorata commedia irriverente e politicamente scorretta a bordo di un aereo in avaria. In Spagna questo suo cambio di tono è stato accolto con un clamoroso successo, registrando 250mila spettatori al primo weekend. E lui ne è contento, perché, ci racconta gesticolando in un salotto di un lussuoso albergo romano, “avevo proprio bisogno di distrarmi e tornare a girare qualcosa di leggero”. Come mai questo desiderio? Me lo chiedeva la gente che incontravo per strada: “Pedro, Pedro, quand’è che ci fai una bella commedia?”. Ma soprattutto me lo chiedeva qualcosa dentro di me: le sembrerà strano sentirlo dire, ma sono le storie che vengono a me, e non sempre sono quelle che io vorrei al momento. Quindi il film non è stato un modo di compiacere il pubblico, ma la risposta al mio bisogno di tornare a un tono più leggero. Ovviamente mi ha richiesto del tempo, non è stato un processo immediato: è facile per me scrivere 10 minuti divertenti di film, ma poi c’è un’ora e mezzo da creare; scrivere una commedia divertente è una bella sfida. Posso chiederle come si diventa Pedro Almodovar? Nella vita devi prendere decisioni di continuo, è una lotta costante, poi con il tempo arrivi sempre più ad essere te stesso. Io lo sono diventato non perché me lo sia proposto, è stato un processo inevitabile: un’urgenza impellente mi ha imposto di fare le cose che ho fatto. E oggi mi rendo conto che non avrei potuto fare altro: mettiamola così, non ho potuto evitare di essere ciò che sono. E ha pagato questo tipo di coerenza? Ogni volta che sono stato più autentico con me stesso, maggiore è stato il risultato nella vita e nella professione. Con i suoi film si è dimostrato sempre un artista libero: ha infranto tabù, portato sullo schermo stupri, orge, perversioni. Quanto è stato difficile costruirsi una carriera del genere? Mi dispiace deluderla, ma non racconterò niente di epico: per me tutto questo non ha significato nessuno sforzo. Mi spiego, sono coscien-

CINEMA IL RITORNO DI ALMODOVAR

te del fatto che la società spagnola sia conservatrice oggi più di ieri, e che il mio cinema e la mia persona hanno suscitato sempre reazioni ora avverse, ora piene di entusiasmo. E con questo ho sempre convissuto: con gli anni sono diventato meno compiacente e più vendicativo, perché più invecchi meno hai da perdere. E ho capito che esiste solo un modo per non tradire mai chi si è davvero: essere spontanei. Anche quando sembra scomodo. Lei è cresciuto in istituti religiosi, ma oggi non è credente: posso chiederle, tuttavia, cosa pensa del nuovo Papa? La prima cosa che mi sento di dire è: lasciamogli fare qualcosa prima di eventualmente criticarlo. L’unico elemento su cui esprimermi da regista sarebbe la sua comparsa dal balcone, ma purtroppo non l’ho visto, non so se è stato convincente o comico, non posso valutare la sua recitazione, se ha espresso tenerezza o lascivia, per esempio. Io credo che la grande sfida oggi per la Chiesa è saper rispecchiare il mondo contemporaneo: prima di questo Papa mi risulta, invece, che si fosse allontanata parecchio dal reale.

Per me il sesso è una festa, un modo per celebrare qualcosa che ci è stato dato dalla natura e che nessuno ci può togliere. Nel mio film ho pensato a una catarsi erotica finale: mi sembrava un bel modo di ipotizzare una fuga da questo mondo. E l’amore? Un sentimento unico, meraviglioso. Amare l’altro vuol dire risolvergli problemi, mettersi nei suoi panni e anche compiacerlo in qualche modo. “Eros e Thanatos” è un binomio inscindibile nella sua filmografia: anche nella vita è ossessionato dal pensiero della morte? Come detto, non sono credente né praticante. Sono sincero: mi piacerebbe molto avere la fede, però è un dono che io non ho mai ricevuto, e quindi in effetti temo la morte. Ho preso coscienza del tempo dal ’99 quando è morta mia madre: da allora non c’è giorno in cui non pensi alla morte, è qualcosa che non riesco né a comprendere, né ad accettare.

IL REGISTA SPAGNOLO TORNA ALLA COMMEDIA PURA. IN UN VOLO AEREO IN STALLO SBOCCIANO GLI ECCESSI E LE VOGLIE DI BIZZARRI PERSONAGGI

Ho l’audacia di dare due consigli al nuovo Papa: primo, che per favore elevi le donne alle stessa categoria degli uomini. Se uno decide di intraprendere una carriera di sacrificio e devozione come quella religiosa, non deve essere “discriminato”. Quindi largo alle suore, alle sacerdotesse. La chiesa è una delle istituzioni che ancora non si allinea con i ruoli che occupano oggi le donne nella società, ed è un peccato. Secondo consiglio: scacco matto al celibato. Se lo togliessero, secondo me forse scomparirebbe una delle infamie della Chiesa, la piaga degli abusi sessuali. Inoltre, se i sacerdoti e le suore venissero a contatto con il sesso e la convivenza con un’altra persona potrebbero accostarsi ai credenti con più esperienza, riuscendo a capire quello che finora intuiscono solo ad un livello teorico. Mi allargo: conferirei anche a loro l’accesso al matrimonio. Io credo profondamente nel matrimonio, e per questo meglio tre combinazioni che una: uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna. Parliamo di sesso, chiave fondamentale di molti suoi film, tra cui l’ultimo: come lo concepisce?

È un problema che fa parte della mia vita, ci convivo. Poi come soggetto per la narrazione è un tema eterno, un elemento ricorrente sin dagli inizi della storia dell’uomo. Ha già qualche idea sul suo prossimo film? No, ho diversi progetti sul mio tavolo ma non ho ancora scelto. Una cosa posso dirla di sicuro: non c’è un’altra commedia, per quanto in tutti i miei film ci sia sempre un forte aspetto umoristico e di vitalità. E per caso sarà di nuovo con i suoi amati Penelope Cruz e Antonio Banderas, presenti con un piccolo ruolo anche nel suo ultimo film? Chissà, chi può dirlo. Mi affeziono molto ai miei attori, e li ho voluti chiamare per “Gli amanti passeggeri” per renderli anfitrioni del film: volevo che salutassero il pubblico nella prima scena, come a dire “Benvenuti nel nuovo film di Pedro, speriamo vi piaccia, accomodatevi”. ■

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di ELENA PINNEN

ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE, TIZIANO COME NON LO AVEVAMO MAI VISTO

È dal 1935 che non si faceva una mostra così su Tiziano, il pittore per eccellenza della Venezia del Cinquecento, la cui attività artistica, durata quasi ottant’anni, è stata in grado di influenzare l’arte europea fino alle soglie della nostra contemporaneità. Questa è la sfida che le Scuderie del Quirinale di Roma hanno voluto lanciare nel 2013, riuscendo a radunare ben 40 capolavori massimi dell’artista in una esposizione antologica davvero unica nel suo genere. Le Scuderie del Quirinale – che all’arte veneziana avevano già voluto modo di rendere omaggio le retrospettive dedicate ad Antonello da Messina, Giovanni Bellini,

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Lorenzo Lotto e Tintoretto – “hanno sempre avuto come scopo non solo quello di fare delle mostre che durassero 100 giorni E che portassero il pubblico a riscoprire i grandi capolavori, ma soprattutto di dare un segnale profondo dell’Italia di oggi, un segnale di sensibilità verso il nostro straordinario patrimonio artistico”, ha dichiarato il curatore della mostra, Giovanni C.F. Villa. L’eccezionalità di questa esposizone – illuminata da tecnologiche luci LED e promotrice di imponenti attività di restauro, – è quella di aver voluto raccontare Tiziano dall’inizio alla fine: da quello degli esordi dei primi anni del Cinquecento, il cui classicismo

cromatico guarda ancora a Giovanni Bellini e a Giorgione, a quello degli anni Cinquanta e Sessanta, che medita sul senso tragico dell’esistenza attraverso una pittura fatta di disfacimento e dissoluzione assoluta della materia. Una storia lunga decenni, dunque, fatta di continue innovazioni, dettate soltanto dalla volontà di misurarsi con tutta la complessità fisica del reale. Alla ricerca continua – e talvolta drammatica – dell’irraggiungibile verità degli oggetti. Non rinunciando a misurarsi sia con la rivoluzionaria tecnica pittorica basata sull’autonomia del colore appresa da Giorgione, sia con le problematiche formali del plasticismo anatomico romano e del manierismo di Vasari e Salviati, Tiziano è stato, infatti, un artista che ha saputo straordinariamente evolversi nel corso della propria carriera, riuscendo a trasformare per sempre tecniche e generi tradizionali, come quello della pala d’altare, del ritratto e del quadro mitologico. Un’originalità a cui la retrospettiva promossa dalle Scuderie ha voluto rendere pienamente merito, attraverso, ad esempio, preziosi confronti iconografici. Primo tra tutti quello tra il Cristo crocifisso il buon ladrone della Pinacoteca nazionale di Bologna, la Crocifissione della Chiesa di San Domenico di Ancona, e il Cristo Crocifisso dell’Escorial, “un’opera che – ha precisato Villa – “a Madrid si poteva ammirare solo una volta

l’anno” e in cui “c’è tutto il senso dell’opera di Tiziano, cioè la sua capacità sia di lavorare al risparmio, usando uno straccio e mischiando il colore direttamente sulla tela, sia soprattutto di sottolineare, attraverso l’atmosfera, con un cielo infuocato dai fulmini e dalla mezzaluna, tutto quello che è il profondo significato di un Cristo in croce”. Se il primo piano dell’esposizione ha voluto rivelare tutto il Tiziano della prima fase, con le sue larghe e decise campiture cromatiche in contrasto con paesaggi luminosissimi, quello superiore è stato tutto incentrato sull’ultima fase della vita dell’artista. Quando cioè Tiziano, a partire dagli anni Venti del Cinquecento, diventa il pittore prescelto dalle corti italiane e dagli imperatori: Carlo V prima e Filippo II. Ma soprattutto quando egli, a cominciare dagli anni Cinquanta, dà vita alla sua ultima grande rivoluzione formale. Rappresentazioni inquietanti e completamente sgranate, come la struggente “Punizione di Marsia”, fatte – come ha spiegato ancora Villa – di quel ‘fiato dei colori’ di cui ci raccontava Giorgio Vasari al suo tempo, che diventerà scuola per gli impressionisti e che solo l’arte cubista saprà evolvere dopo di lui”. Queste le ultime opere estreme di un’artista che, come forse si poteva già intuire dai toni cupi del suo stesso “Autoritratto” (1565-1566), si era alla fine imbattuto nel dramma oscuro della realtà.


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CINEMA UNA MOSTRA CELEBRA LA DIVINA DI HOLLYWOOD

GRETA GARBO

di Claudio Salvati

LA DONNA PERDUTA Si ritirò all’apice di una carriera senza precedenti. La sua bellezza sconvolse uomini e donne. Roland Barthes nel

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1974 scrisse un saggio sul volto della Garbo. Ora una mostra a Roma, ne celebra il mito

Qualcuno di poco lungimirante deve aver creduto che il mito di Greta Garbo potesse scomparire con la sua morte, silenziosa e improvvisa, nel 1990. Ma quell’alone di mistero che ha sempre accompagnato l’attrice più emblematica di Hollywood non si è estinto sotto il cappello dalla falda ampia e vorace, o dietro agli occhiali grandi e scuri, avvolto nella sicurezza di quel cappotto largo e lungo con cui la Divina per anni nascose la sua pudicizia dallo sguardo terreno. In fondo, di oscuro nel suo culto nulla è rimasto, e tutto in lei si spiega e si ravviva ad ogni bagliore di celluloide, quando la sala buia torna a brillare di quella liturgia chiamata cinema. Solo il volto di Greta Garbo può spiegare l’ipnotica incisività di un innamoramento collettivo e secolare, al punto che i parchi dettagli sulla sua vita privata sono sempre stati un mero pretesto per stracciare rotocalchi patinati in virtù di un culto profondamente pagano. Perché non erano certo icone mariane di solida affabilità tutte quelle donne perdute, incarnate al cinema da Greta Garbo. Erano piuttosto Mata Hari (1931) e Anna Karenina (due volte: nel 1927 e nel 1935), La tentatrice (1926) e Cortigiana (1931), La carne e il diavolo

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(1928) e Orchidea selvaggia (1929): film esotici e titoli evocativi che trasformarono la Donna Divina (1928) nello specchio di un pubblico che solo lei adorava (Come tu mi vuoi - 1932). Percorsa tutta d’un fiato “La via senza gioia” (1925) come comandava Georg Wilhelm Pabst, lasciò la natia Stoccolma per trasformare in oro le arate colline di Hollywood, “sconvolgendo la mente e i sensi degli uomini e delle donne” come forse era accaduto solo a Rodolfo Valentino. “Un mito senza tempo”, dunque, come il titolo della mostra su Greta Garbo allestita dalla Casa del Cinema di Roma fino al 14 aprile, tra foto di scena e locandine d’antan, manifesti e libri, saggi, come quello che Roland Barthes nel 1974 dedicò all’imperturbabile bellezza racchiusa nell’ovale perfetto e nell’esagerato equilibrio del suo volto. “Evento” che segnò la frattura tra “cinematografo” e “star system”, tra intrattenimento e profitto, perché la Garbo per prima fece la fortuna della Metro Goldwyn Mayer con una trentina di pellicole di grande perturbazione, molto spesso capolavori e mai meno di ottimi film. Come Anna Christie (1930), l’atteso esordio nel sonoro (“Garbo talks!”) in un periodo in cui la voce aveva rovinato

tanti eleganti artisti del muto, divenuto celebre per quella sua prima battuta al bancone di un bar malfamato: “Un whisky con ginger ale a parte. E non fare lo spilorcio!”; o Margherita Gauthier (1936), l’interpretazione che più amava, e che George Cukor trasse da “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas; o ancora Ninotchka, ostico titolo per una commedia (“Garbo Laughs!”) che fu anche il suo penultimo film. Quel senso di rapimento percepito dal pubblico, che Barthes descrisse come “uno stato assoluto della carne che non si può raggiungere né abbandonare”, le divenne sgradito ed insopportabile. Forse rimpianse la spensierata diciannovenne che non era mai stata, oppure l’anonima commessa di un grande magazzino svedese, rapita dal luccichio degli albori del cinema, di sicuro fu encomiabile per la coriacea ostinazione con cui si sottrasse allo sguardo del mondo. Nel 1954 le fu assegnato un Oscar alla Carriera che non ritirò, dopo quattro candidature frustrate, e Federico Fellini mai si capacitò di non aver potuto conoscere né toccare quella “fata severa”. In cuor suo era lei “la fondatrice di quell’ordine religioso chiamato cinema”. ■


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CINEMA UNA MOSTRA CELEBRA LA DIVINA DI HOLLYWOOD

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di LAURA SAGGIO

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BIO BATTE LA CRISI La crisi dei consumi non investe i prodotti alimentari biologici. Anzi. Secondo le indagini del Panel famiglie Ismea/GFK-Eurisko, dal 2012 la crescita della spesa bio è salita al 7,3%,

confermando la tendenza di ascesa del 2011 (+ 9%). Tra esportazioni e consumi, il fatturato del bio italiano ammonta, secondo gli ultimi dati FIBL-IFOAM, a circa 3 miliardi di euro. Una cifra importante che consolida il nostro Paese al quarto posto a livello europeo, dietro Germania, Francia, e Regno Unito, e al sesto posto nella classifica

internazionale. Questi dati si riferiscono ad acquisti di prodotti biologici confezionati e distribuiti dalla grande distribuzione organizzata. La crescita costante di questo tipo di mercato si deve prevalentemente alla forza che alcuni prodotti hanno rispetto ad altri. Nello specifico: biscotti, dolciumi e snack registrano un +22,9% (rispetto al 2011), e le bevande analcoliche +16,5%. Bene anche il settore della pasta, riso e sostituti del pane con +8,9%, tengono la frutta e gli ortaggi, nonostante l'elevato prezzo sul mercato, (+7,8%), e il settore lattierocaseario (+4,5%). Da un'analisi più ristretta, territoriale, vediamo che le regioni che hanno una maggiore propensione al consumo di prodotti bio sono quelle del Nord d'Italia, che rappresentano oltre il 70% del mercato

complessivo. Mentre il centro e il Sud di spartiscono, rispettivamente: il 23% e il 7% . Osservando attentamente i canali

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distributivi scelti dal consumatore vediamo che c'è un forte incremento dei discount, preferiti ai classici supermercati. Ismea, a riguardo, segnala un + 25,5% dei discount, contro il 5,5% dei supermarket. Queste analisi sugli usi e i costumi dei consumatori riguardo le scelte alimentari, fa riflettere, e non poco, sul perché nonostante la crisi e i prezzi decisamente più alti dei prodotti biologici, questi ultimi stanno conquistando una fetta di mercato sostanziale. Certamente è in atto un'inversione di tendenza che riguarda un sovvertimento delle conoscenze precedentemente acquisite. L'informazione, in questo mutamento di 'consapevolezza', è certamente la principale responsabile, avendo il ruolo di sensibilizzare e indirizzare le opinioni e dunque le scelte. Per avere un quadro completo riguardo questo tema, bisognerebbe unire a queste analisi quelle relative alle motivazioni che spingono i consumatori a preferire questo tipo di mercato (sottolineo, nonostante la differenza di prezzo). Che sia per moda o per reale conoscenza ponderata, questi dati relativi al consumo di cibi biologici sono fondamentali perché registrano una società che sta cambiando le proprie tradizionali abitudini e convinzioni alimentari.


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FOOD&WINE LA FIERA DEL VINO PIÙ FAMOSA D’ITALIA

VERONA, CITTÀ DEL VINO di Eugenio Bonardi

4 GIORNI A VINITALY La città di Verona si prepara ad ospitare il grande evento dedicato agli amanti del settore vinicolo: Vinitaly, a partire dal 7 Aprile. Su un’area espositiva di circa 95 mila metri quadri, sono attesi quattro giorni di incontri, rassegne, degustazioni e workshop

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FOOD&WINE LA FIERA DEL VINO PIÙ FAMOSA D’ITALIA

Un ricco programma di convegni, che affronta temi legati all’offerta del buon vino nazionale, europeo ed intercontinentale, e poi il Concorso Enologico Internazionale, uno tra i più prestigiosi nel mondo, che ogni anno vede crescere il numero dei suoi partecipanti; ci sarà l’assegnazione di numerosi premi: Gran Vinitaly, Vinitaly Nazione e 4 ambiziose medaglie; una di bronzo, una d’argento, una d’oro e la Gran Medaglia d’oro. Anche questo sarà Vinitaly. Un’altra interessante competizione, è l’International Packaging Competitions, per individuare i miglior distillati provenienti da prodotti vitivinicoli e liquori a base di altri tipi di frutta, diversi dall’uva. In questa gara si premiano anche le aziende che investono in creatività per migliorare l’immagine del prodotto. Sono consegnate le etichette di bronzo,

APPUNTAMENTO COL GRANDE VINO Come ogni anno Vinitaly raccoglie il meglio della grande tradizione italiana in termini di produzione di rossi e di bianchi

d’argento e d’oro e la speciale dell’anno. Sono previste quattro aree espositive speciali: Vi Vi T, Trendy Oggi, Big Domani, Taste Italy e Grappa & C. Tasting. Vi Vi Ti significa Vigne Vignaioli Terrior ed è sinonimo di vino artigianale, nato per creare un rapporto tra il prodotto e la terra da cui proviene, che si rivolge anche a cultori ed appassionati del settore. E’ questo il punto di ritrovo dei produttori di tutto il mondo che vogliono esprimere se stessi e il proprio marchio. Trendy Oggi, Big Domani: Da un’iniziativa di Luca Maroni, nasce finalmente un grande spazio per consentire alle nuove produzioni di mettersi in mostra. Un’area dedicata alle più importanti cantine esordienti, da cui si prevedono grandi risultati per il futuro, ai primi posti per pregio rapportato a convenienza.

Taste Italy È la stanza dove la nostra produzione vinicola sarà messa alla prova di fronte ai giornalisti provenienti da ogni parte del mondo. Ci saranno vini rossi, bianchi e spumanti provenienti da ogni località d’Italia, selezionate da Daniele Cernilli, detto anche Doctor wine. Lo stesso Cernilli rivolgerà interviste ai produttori delle più importanti e rappresentative aziende, trasmesse su un maxischermo posizionato nella Galleria dei Signori e fruibili attraverso il sito www.vinitaly.com

Grappa & C. Tasting L’area d’assaggio dedicata agli amanti degli spirits in ogni loro accezione: grappe, amari e liquori. Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, in quest’edizione si aggiunge

un’interessante novità: l’associazione narratori del gusto propone infatti una selezione di vini da dessert. Il cartellone del Vinitaly riempie un’agenda di soli 4 giorni, ma senz’altro densa di appuntamenti in ogni ora del giorno. Riunioni, inaugurazioni, premiazioni, corsi e seminari per approfondire e conoscere ancora meglio il mondo della vite. Quali sono le caratteristiche del rapporto tra alimentazione e salute? il mercato del vino ha successo nel mondo digitalizzato? C’è differenza di strategia per inserire un prodotto nel mercato italiano o estero? Quali sono le più prestigiose case di produzione che meritano di essere menzionate? Tante domande a cui gli esperti dovranno rispondere nel corso delle varie riunioni programmate all’interno della manifestazione. Per informazioni più precise vi invitiamo a digitare il sito ufficiale, sopra citato, cliccare alla pagina Convegni e scegliere gli argomenti che più vi interessano. Troverete data, ora e luogo in cui si svolgeranno. Vinitaly è la prima fiera al mondo nel settore vinicolo. L’evento fa parte dell’iniziativa Verona fiere, oggi il primo organizzatore diretto di questo tipo di manifestazioni in Italia, operativo anche all’estero dal 1998. Dopo lo straordinario successo del 2012, con 4.255 espositori, 140.655 visitatori e 2.496 giornalisti, ci si prepara alla nuova edizione. L’appuntamento è dal 7 al 10 di Aprile, e Verona, con le sue bellezze ed il buon vino, vi aspetta. www.vinitaly.com ■

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di ELENA PINNEN

SCOZIA: UN 2013 ALL’INSEGNA DELLA NATURA PIU’ SELVAGGIA Il 2013 è un anno davvero speciale per visitare un paese ribelle e affascinante come la Scozia. Proprio quest’anno, infatti, il Governo scozzese ha dato il via al “The Year of Natural Scotland”, anche noto come “Anno della Natura”. Una campagna green da 5,4 milioni di sterline volta a incoraggiare il turismo eco-sostenibile all’interno di un territorio quanto mai selvaggio e ricco di bellezze naturalistiche. Orgogliosa e da sempre indomita, la Scozia offre un’incredibile varietà di paesaggi, ricchi di contrasti scenografici e senza tempo a chi decide di visitarla; dalle dolci colline piene di abbazie delle Southern Uplands, alla parte più popolosa e urbanizzata delle Lowlands, sede della capitale, alle

spettacolari cime impervie delle Highlands. Il Paese del mostro di Lochness, è, infatti, un vero e proprio gioiello quanto a diversità naturale, dove non è raro avvistarvi, tra foreste fiabesche e acque profondissime, le specie più rare di fauna selvatica. Eppure, scegliere la Scozia come destinazione turistica, fino a qualche tempo fa, non sembrava una prospettiva così allettante per le grandi masse. Immergersi in una natura aspra e incontaminata, come quella scozzese, in effetti, non è qualcosa che si possa consigliare a tutti; soprattutto se ormai si è abituati alla comoda routine dei villaggi turistici, si è dimenticata la bellezza sublime di paesaggi scoscesi e impervi, come quella dei massicci dei Munros, a

quasi 1000 metri d’altezza. Un modo di pensare che comunque, fortunatamente, sembra essersi invertito negli ultimi anni, se si considera che oggi il turismo eco-friendly rappresenta il 40% degli introiti complessivi del settore, fruttando all’economia del Paese circa un miliardo ogni anno. “Nel nostro mondo urbanizzato, frenetico e altamente tecnologico, il riconoscimento del valore di luoghi incontaminati è più risonante che mai”, ha affermato Stuart Brooks, amministratore delegato del John Miur Trust, sottolineando come un’iniziativa come quella dell’”Anno della Natura” rappresenta un tentativo forte di sensibilizzazione verso un turismo più consapevole,

nonché “un monito a proteggere la natura per le future generazioni.” Sono decine e decine gli eventi in programma per tutto l’anno a venire: nel mese di Aprile, ad esempio, ci sarà il “Big April Adventure”, con circa 15,000 persone che avranno la possibilità di muoversi per tutto il territorio a costo (e impatto) zero, grazie alla generosità del servizio dei trasporti scozzese, che ha deciso di prendere parte attiva alla campagna. A Maggio, invece, avrà luogo l’Arran Mountain Festival, un’iniziativa che svelerà alcuni tra i più spettacolari paesaggi della Scozia ad escursionisti e arrampicatori di ogni età e livello; a Settembre, poi, ci sarà il Windfest, ad Ottobre il Walking Festival, e tanto altro ancora.


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VIAGGIO DEL MESE WELCOME TO JORDAN!

LA GIORDANIA CHE NON T'ASPETTI

di Ivano Basile

SULLA STRADA DEI RE Un percorso attraverso l'antica via che segna passato, presente e futuro di una delle più antiche e affascinanti nazioni del Medio Oriente. Un itinerario di una settimana per chiunque decida di avventurarsi nel Paese di Mosè, di Petra e del Mar Morto

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Dal Monte Nebo ad Aqaba. Un viaggio on the road, con auto a noleggio, per scoprire la Giordania, rinunciando volutamente ai pacchetti preconfezionati dei tour operator. E' il modo migliore per vivere il luogo in profondità e cercare di comprendere come vive la gente. Per apprezzare, nel bene e nel male, ma fino in fondo, quello che il posto è in grado di offrire. Il seguente itinerario di sette giorni è utile per chiunque volesse avventurarsi, faida-te, nel Paese di Mosè, di Petra e del Mar Morto. 1° giorno: Monte Nebo e Sito del Battesimo Dopo un breve spostamento (per comodità, visto il volo notturno, abbiamo saggiamente optato per un alloggio a pochi km dall'aeroporto), arriviamo sulla cima del Monte Nebo, dove possiamo ammirare il panorama della Terra Santa. Anche Mosè potè solo con-

VIAGGIO DEL MESE WELCOME TO JORDAN!

templarla, visto che non riuscì mai ad attraversarla con il popolo ebraico (compito che spettò al suo successore Giosuè). Dalla vetta si vedono anche la città cisgiordanica di Gerico e Gerusalemme (quest'ultima solo nelle giornate nitide). Dal Monte Nebo ci spostiamo ad un altro sito biblico, dove Gesù fu battezzato da Giovanni Battista, nelle acque del Giordano. Il luogo è suggestivo e restituisce con sufficiente fedeltà l'atmosfera dell'epoca (non quanto le acque del Giordano, ridotto oggi a poco più di un paludoso acquitrino). È venerdì, il giorno di riposo dal lavoro per i giordani. E infatti, lungo la strada, notiamo numerose famigliole con figli a carico, intente ad accendere i fuochi per il barbecue. L'odore di agnello e pollo arrosto si diffondono nell'aria, al punto che anche noi siamo colti da un improvviso languorino... Si riparte, desinazione mar Morto, non molto distante da dove siamo.

LA STRADA DEI RE ✑ La Strada dei Re - la via meno rapida, ma l'alternativa decisamente più scenografica, all'Autostrada del Deserto - può essere considerata come un vero e proprio "monumento", che da sud a nord attraversa le più belle valli e città del Medio Oriente. Da Gerash, l'antica città romana, giungerete alla moderna e caotica Amman; attraversando Madaba, la cittadina dei mosaici bizantini, giungerete nelle "città fortezza" crociate di Karak e Shobak; attraverserete vallate fiorite e mozzafiato, i Wadi, e visiterete Petra. Infine la strada attraverserà il più spettacolare paesaggio desertico, il Wadi Rum per poi arrivare alle bianche spiagge del Mar Rosso, per ammirare la bellissima barriera corallina.

SITO DEL BATTESIMO Dove Gesù fu battezzato da Giovanni Battista nelle acque del Giordano. Il luogo è suggestivo e restituisce con sufficiente fedeltà l'atmosfera dell'epoca (non quanto le acque del Giordano, ridotto oggi a poco più di un paludoso acquitrino)

2° giorno: Mar Morto e Madaba L'esperienza di fare il bagno nel mar Morto è davvero insolita: ti immergi nell'acqua ma non affondi, neanche a volerlo! In un primo momento, sei curioso di sperimentare i movimenti del tuo corpo nell'acqua. Dopodiché ti si rilassi e ti godi lo scenario. Quello della spiaggia del nostro resort (tra le più belle dell’intero tratto) è davvero splendido: montagne da una parte e dall'altra, in mezzo il mare. Abbiamo prenotato una sola notte ma la tentazione di rimanerci almeno un giorno in più (si sta troppo bene) si impadronisce di noi. Ma c'è un itinerario da rispettare! E infatti, riprendiamo il cammino per raggiungere le terme di Hammamet Ma'In, dove un tempo si immergeva re Erode. Si può fare il bagno in piscine riscaldate a 40 gradi sotto cascate fumanti. Prima di lasciare la zona, non possiamo “bucare” il “Dead sea Panorama”, dove il tramonto sul mar Morto ci toglie il fiato. La sera decidiamo di passarla a Madaba. In realtà, a parte il grande mosaico bizantino nella pavimentazione della chiesa di San Giorgio - che riproduce, con incredibile realismo, la Terra Santa, così come appariva ben tredici secoli fa – la cittadina non ci ha stupito. u

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VIAGGIO DEL MESE WELCOME TO JORDAN!

3° giorno: Strada dei Re, Al-Karak, Shobak Ci svegliamo per riprendere il viaggio e andare ancora più a sud, consapevoli del fatto che ci aspetta la giornata più impegnativa della settimana (al pari di quella di Petra) con parecchi kilometri da metterci alle spalle. Invece della veloce, ma meno panoramica, desert highways, optiamo per la leggendaria “Strada dei Re” (V. Box) che, dopo un primo tratto abbastanza anonimo, ci regala alcuni dei panorami più belli della Giordania. La tentazione di fare una sosta ogni dieci minuti per apprezzare ogni scorcio è tanta. Lo facciamo soltanto nei punti in cui ci accorgiamo di rimanere a bocca aperta per godere della splendida vista dei Wadi (valli) che attraversiamo. A poca strada da Petra si trova la città di Karak, sede del più famoso castello della Giordania. Tale fama è più che meritata: il castello di Karak - abbastanza ben conservato, fatto costruire dai crociati in cammino verso Gerusalemme - è molto grande ed è situato su una zona strategica che permetteva un tempo di dominare le valli circostanti, che oggi consente di godere di un magnifico panorama. Il labirinto di archi di pietra e cunicoli è quasi interamente esplorabile. Passeggiate per le gallerie sotterranee illuminate dalla luce solare che filtra dai vari lucernari creando atmosfere magiche e godetevi tutte le viste a strapiombo dalla cima della collina che lasciano con il fiato sospeso. L'itinerario di questa giornata è davvero ambizioso ma non ci spaventa. Ci rimettiamo

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in macchina, direzione Shobak, città che vanta una lunga storia risalente al periodo delle Crociate. Considerato uno dei luoghi più interessanti della Giordania dal punto di vista storico, il Castello è un imponente edificio fortificato del XII secolo, arroccato su una collina in posizione dominante. La sera arriviamo in hotel a Wadi Musa. Siamo talmente stanchi che decidiamo di cenare in albergo e di riposare a sufficienza per affrontare con pieno vigore il tour de force che ci aspetta il giorno dopo: c'è Petra ad attenderci. 4°-5° giorno: Petra Puoi averne sentito parlare, puoi aver letto qualche descrizione nella guida, ma nulla è

in grado di restituire quell'atmosfera che si respira nel sito archeologico di Petra. La città dai toni rosati ti sorprende passo dopo passo: in ogni sentiero, sopra ogni altura, davanti alle imponenti costruzioni scavate nella pietra. Le numerose facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri, ne fanno un monumento unico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (1985), nonché una delle cosiddette sette meraviglie del mondo moderno (nel 2007). L'ingresso più caratteristico è quello orientale, attraverso una stretta gola chiamata Siq, profonda anche 200m che vi lascerà a bocca aperta per le varie colorazioni che assume l'arenaria con la luce del giorno. Alla fine del primo tratto di questo lungo corridoio, dapprima si intravede dalla stretta gola e poi si apprezza in pieno per la presenza di un ampio spiazzo, il più suggestivo dei monumenti di Petra, il “Khazneh al Faroun” o il “Tesoro del Faraone”, la cui facciata è profondamente incisa nella roccia. Da lì in poi, scoprirete che esistono vari percorsi più o meno lunghi per visitare Petra, e tutti comprendono i monumenti più famosi. In effetti la cosa più bella e entusiasmante è decidere di abbandonare il sentiero principale e perdersi nei meandri del sito, per poterne apprezzare a pieno tutte le bellezze. L'entusiasmo e l'adrenalina di essere in uno dei posti più belli del mondo ci spingono a esplorare il più possibile e ci consentono di rimandare, ma soltanto temporaneamente, il problema della fatica (arriverà di colpo alla sera ma con essa la consapevolezza di avere visto un luogo davvero

CASTELLO SHOBAK Sotto: La fortezza venne costruita nel 1115 da Baldovino I come stazione lungo la grande catena di forti che attraversavano la Giordania, lungo quella che era la via di collegamento commerciale tra Damasco e il Cairo. In alto: A sinistra: una veduta della Strada dei Re che regala alcuni dei più belli panorami della Giordania


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VIAGGIO DEL MESE WELCOME TO JORDAN!

IL MAR MORTO Lungo 90 km e largo 16, è in realtà un lago, le cui acque fanno registrare una concentrazione di sale del 33%, fatto che lo priva di qualsiasi tipo di vita, e che permette ai bagnanti di galleggiare in una maniera unica al mondo

WELCOME TO JORDAN! VE LO SENTIRETE RIPETERE UNA MIRIADE DI VOLTE. NON È SOLTANTO UN AUGURIO BANALE, OVVIO O FORMALE. IL BENVENUTO, IN GIORDANIA, CI TENGONO A DARTELO VERAMENTE CON L'UNICO, BENEVOLO, INTENTO DI TRASMETTERTI CHE SONO FELICI DI POTERTI OSPITARE NELLA LORO TERRA

unico al mondo. ...). Mentre percorriamo i sentieri nascosti - roccia e pietre sono ovunque - ci lasciamo sopraffare dalla bellezza delle tombe scavate nei canaloni e sui fronti rocciosi delle montagne, degli altari e dei templi... Quando ci rendiamo conto di essere ad un passo dal collasso (a proposito, se potete evitate di vistare il sito nei mesi estivi), rimandiamo al giorno dopo la prova più dura: i quasi 1.000 gradini per giungere in cima alla montagna, dove si trova la piana in cui i Nabatei realizzarono il bellissimo Monastero di Ad-deir. L'indomani affrontiamo la salita con non-chalance ma ben presto ci accorgiamo di aver un bel po' di stanchezza accumulata. Cosicché sulla strada del ritorno accettiamo il passaggio nel “taxi con aria condizionata” (come dicono loro) e andiamo in dromedario fino al Siq... 6° giorno: Aqaba e Mar Rosso, il Wadi Rum Dopo la seconda giornata a Petra ci rimettiamo in viaggio verso Aqaba, unico sbocco sul mare dell'intero paese. La città portuale, quella a vocazione maggiormente occidentale delle città giordane, evoca immediatamente una sensazione di libertà. La città si sta trasformando in un centro turistico internazionale, con alberghi confortevoli e ristoranti chic. Dopo tanta carne, una cena a base di pesce era quello che ci voleva. Il giorno dopo ne approfittiamo per fare snorkeling nel Mar Rosso, uno dei mari più

belli del mondo, ideale per immersioni, grazie ai fantastici fondali ed alla ricca fauna marina. Nel pomeriggio, procediamo a sud per la Strada dei Re e prendiamo la deviazione per Rum. Dietro le montagne che incorniciano il litorale di Aqaba c'è Wadi Rum, uno degli ambienti desertici più belli del mondo. La caratteristica di questa valle è la presenza di numerosissimi graffiti di varie epoche, raffiguranti animali e uomini. La zona di Wadi Rum è tuttora dimora di alcune tribù semi-nomadi di Beduini, che orgogliosamente conservano la loro cultura e il loro stile di vita. Dopo il tour in jeep prendiamo un tè con loro in una tenda. Ormai è l'ora del tramonto, davvero spettacolare. Per assaporare fino in fondo l'esperienza nel deserto, passiamo la notte in un campo in mezzo al deserto, così riusciamo a goderci anche l'alba e apprezzare in toto la forte attrazione che esercita questo magnifico "monumento" naturale. 7° giorno: Amman Passare dalla calma piatta del deserto alla caotica Amman non è affatto cosa agevole, per il traffico e il suono dei clacson, ma la capitale non si può saltare. Vi impressionerà, più che per i monumenti, per l'atmosfera che si respira nei suq brulicanti di gente e nelle vie dello shopping, e nei vecchi caffè pieni di giordani che giocano a carte e a back-gammon, sorseggiando tè e fumando i narghilè, mentre il tempo è scandi-

to dall'eterna cantilena della chiamata alla preghiera, ma soprattutto per l'ospitalità tipica del mondo arabo. Welcome to Jordan! Ve lo sentirete ripetere una miriade di volte. Non è soltanto un augurio banale, ovvio o formale. Il benvenuto, in Giordania, ci tengono a dartelo veramente. Col sorriso sulle labbra, con una certa insistenza di sguardi, con una prossimità fisica che probabilmente non rispetta i nostri confini occidentali, ma con l'unico, benevolo, intento di trasmetterti che sono veramente felici di poterti ospitare nella loro terra. Il viaggio si è quasi concluso e parecchia strada è ormai dietro di noi. Anche se a volte veniamo fissati con insistenza e avvicinati dalla gente, ormai ci sentiamo completamente a nostro agio per le vie della capitale. Eravamo partiti con gli occhi sospettosi di chi preferisce rimanere rigido e guardingo, pensando che la Giordania, in quanto paese alieno all'occidente, potesse nascondere qualche insidia e non fosse proprio la meta ideale per la tipologia di una vacanza “fai-da-te”. Ci sbagliavamo: abbiamo viaggiato in tutta sicu-

rezza e il “dirottamento” più pericoloso che abbiamo subito è stato quello di essere invitati a bere una tazza di tè in un locale o da un beduino. Ora guardiamo le persone con occhi nuovi. Riprendiamo il volo per l'Italia con la sensazione di essere rimasti piacevolmente sorpresi dall'accoglienza ospitale del popolo giordano. Ecco perché oltre alla storia, alla bellezza dei luoghi, alla cultura diversa, viva e affascinante, al ritorno dalla Giordania, vi porterete qualcosa dentro di molto più importante di un semplice ricordo di una vacanza. ■

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di EUGENIO BONARDI

GUCCI IN ZONA BRERA Il Quadrilatero della moda di Via Montenapoleone a Milano, vedrà presto l’apertura di nuove boutique in zona Brera.Il primo tra i brand riuscito ad assicurarsi uno spazio davvero unico è Gucci. A partire dalla prossima estate il brand fiorentino occuperà un’area di circa 800 metri quadri, che dovrebbe mettere a disposizione della

clientela interessata alle collezioni uomo. Si tratta di un prestigiosissimo immobile, precedentemente appartenuto alla Calyon e situato di fronte all’entrata principale della Pinacoteca, in angolo con Via Fiori Chiari. L’arrivo della nuova boutique si aggiunge al già esistente spazio di Via Montenapoleone. www.gucci.com

I PROGETTI DI NAVARRA Uno dei maggiori esponenti del Pret-àporter di lusso è lo stilista bolognese Gaetano Navarra. I suoi progetti spaziano dall’Italia al mercato internazionale. Per consolidare l’immagine e la crescita del suo marchio, Navarra ha realizzato l’accordo di partnership con l’azienda vicentina Avitex, che si occuperà della main line e della sua distribuzione. La collaborazione punta ad ampliare il mercato statunitense e cinese. L’Italia rimane comunque al centro degli interessi di Navarra con la distribuzione delle collezioni in store di prestigio a Firenze e l’Inde le Palais a Bologna. Tutta la produzione sarà esclusivamente Made in Italy.

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Nei progetti dello stilista c’è una collezione di 80 pezzi, volta al maschile e al femminile, caratterizzata da lavorazioni ultratecnologiche e rivolta soprattutto al mercato internazionale. La stagione 2013-2014 vedrà poi il debutto di una seconda linea ispirata al mondo sovietico chic anni ’80: un centinaio di modelli lavorati con tessuto stampato e con lavorazione laser, rivolto ai più giovani e distribuito da Kriservice di Bologna. Per finire siglata una collaborazione con l’azienda Simod di Padova per la realizzazione di borse, che saranno presentate al prossimo Mipel di Milano. www.gaetanonavarra.com


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OROLOGERIA TORNA LA FIERA DEL LUSSO DI BASILEA

BASELWORLD 2013

A cura della Redazione

UNA NUOVA ERA PER LA FIERA DEL LUSSO AL POLSO Appuntamento a Baselworld 2013, la manifestazione di spicco nel settore dell’orologeria di lusso e nell’alta gioielleria. Il Salone internazionale torna ed è aperto agli operatori del settore dal 25 aprile al 2 maggio 2013

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La Fiera di Basilea si popola ogni anno, e per otto giorni diventa una realtà a se stante. All’interno dello stabile Baselworld 2013, che sfida la crisi si spinge sul mercato orafo esponendo le nuove collezioni delle maison più rinomate nel mondo della gioielleria e dell’orologeria. La fiera Baselworld ha contribuito, anno dopo anno a creare una solida unione tra il settore della gioielleria e quello dell’orologeria di lusso. Il Salone Mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria decreta dunque le tendenze dell’industria dei beni di lusso. È una prova da non fallire che, con le sue 1.815 aziende espositrici da 41 Paesi e gli oltre 104mila operatori (+1%) da oltre 100 Paesi, rappresenta l’evento dell’anno per le aziende del settore. Il 2012 è stato un anno ottimo per l’industria orologiera svizzera, che ha incrementato i volumi dell’export a 19,3 miliardi di franchi (+19,2%), con circa 30 milioni di pezzi esportati e un+55% fatto segnare verso l’Asia. Gli espositori elvetici presenti in fiera rappresentano oltre il 90% di questo mercato. “Gli orologiai hanno investito in mezzi e uomini in molti Paesi - ha affermato Jacques J. Duchêne, presidente del Comitato Espositori – per creare la domanda, sviluppare reti di vendita, ma anche centri di formazione e assistenza. Il nostro settore sta subendo un profondo cambiamento, la concentrazione delle forze di produzione così come di vendita è senza

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dubbio la chiave per mantenere il successo anche in futuro”. Visti i record dello scorso anno, l’interrogativo ricorrente al salone è se questo trend sia destinato a durare. Le previsioni degli analisti di Bloomberg sulla crescita dell’industria orologiera elvetica nel 2013 sono passate dal 5% al 7%. Il mood generale è positivo, nonostante un rallentamento della domanda di orologi di fascia alta in Cina, che oggi vale però meno del 10% del mercato. La domanda appare infatti robusta a Hong Kong (quasi un quarto del mercato) e sia il mercato statunitense (10%) che quello giapponese (5%) si sono dimostrati più forti delle aspettative, mentre quello europeo si conferma solido. Queste stime sono perlopiù confermate dai player del settore. “Il 2012 è andato molto bene - afferma Elena Rusinenti, direttore marketing di Rolex Italia – in particolare il mercato italiano ha raggiunto livelli fantastici nonostante il Natale abbia un po’ deluso. Il 2013 per ora non sembra decollare quindi la fiera è un momento fondamentale. Puntiamo moltissimo sullo Sky Dweller, con cui siamo finalmente tornati a una grande complicazione. Si tratta di un calendario annuale con doppio fuso orario, ma estremamente facile nell’utilizzo”. “Per Tag Heuer - spiega Jean-Christophe Babin, CEO del brand del Gruppo LVMH- il 2012 è andato ancora meglio delle esportazioni complessive del settore e i primi mesi del 2013 suggeriscono che sarà un altro anno record. Grazie alle innovazioni nelle linee

Monaco, Carrera e Formula 1, siamo cresciuti a due cifre anche in Italia, in controtendenza con il mercato. Ad aprile abbiamo aperto a Venezia il primo monomarca italiano, parte di un piano di 40 opening che si aggiungeranno alle nostre 130 boutique nel mondo”. In questo contesto di ottimismo le uniche perplessità sembrano sorgere sul versante della fornitura, dopo la decisione della Comco (l’autorità svizzera garante della concorrenza) di liberalizzare parzialmente il mercato dei movimenti meccanici permettendo al Gruppo Swatch, che finora deteneva il quasi monopolio, di tagliare progressivamente le forniture delle componenti ai concorrenti privilegiando i propri marchi. Un problema che pare però interessare solo le aziende medio-piccole, mentre i big si sono già attrezzati o stanno provvedendo. Lo sviluppo del retail e l’espansione in nuovi mercati è uno degli input emersi in fiera, soprattutto per i player della gioielleria italiana. Secondo i dati di Club degli Orafi e Intesa Sanpaolo, il settore del gioiello italiano ha registrato una crescita del 7,5% dei ricavi nella prima metà del 2012, con un +17,5% dell’export.


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OROLOGERIA TORNA LA FIERA DEL LUSSO DI BASILEA

Un risultato però legato soprattutto al rincaro dei prezzi dei prodotti, causato dall’aumento di quelli delle materie prime, visto che il volume della produzione è calato nel periodo e nella seconda metà dell’anno. Lo scenario appare complesso. Da un lato frena l’export negli Usa e in Medio Oriente, dall’altro mercati come la Cina, che nel 2011 ha sorpassato l’India e oggi vale quasi il 30% della domanda mondiale di gioielli, sono in forte crescita. Inoltre è recente la notizia, riportata da “China Daily”, della possibile riduzione della tassa sull’import dei beni di lusso da parte del governo cinese. È in questi mercati che si concentrano gli sforzi delle aziende, impegnate anche nel far percepire il Dna di alta qualità e design che contraddistingue il gioiello italiano e ne giustifica il prezzo maggiore.

BASELWORLD 2013 È PRONTO PER LA PARTENZA Il nuovo complesso di padiglioni è stato ultimato. Sotto lo slogan Brillance Meets idee e innovazioni, marchi ed attori, prodotti e novità convergeranno al Salone Baselworld, in un punto di incontro per le industrie dell’orologeria e gioielleria. Negli anni passati i marchi appartenenti ai settori dell’orologeria e della gioielleria si sono progressivamente avvicinati. La divisione sinora esistente fra i due non riflette più la realtà presente sul mercato, pertanto la ripartizione fra i due comparti è stata rivista per il Salone Baselworld 2013: nel Padiglione 1 troveremo i marchi di orologeria e gioielleria di importanza mondiale. Nel Padiglione 2 verranno invece collocati i marchi le cui industrie dell’orologeria e gioielleria sono attive in ambito internazionale. Gli espositori di diamanti, gemme e perle presenteranno i loro prodotti nel settore “Stones and Pearls” del Padiglione 3. Anche il layout di questo padiglione è stato rielaborato e adattato alle esigenze degli espositori. Nel Padiglione 4.U si trovano i rappresentanti delle industrie meccaniche e della subfornitura. In quest’ultimo padiglione si troverà anche la sezione “National Pavilions” con i rappresentanti nazionali.

BRILLIANCE MEETS Con lo slogan Brillance Meets, Baselworld definisce il suo ruolo come Salone Mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria offrendo a queste industrie la cornice ideale per riunire tutti i marchi del settore in un punto d’incontro unico al mondo. Solo a Basilea viene infatti presentata tutti gli anni sia la varietà che la qualità dell’offerta. Novità e tendenze si affacciano al mondo attraverso i media e gli operatori di settore. ■

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le novità DAMIANI - Belle Epoque Ceramic Come lo si deduce dal nome, l'ultima creazione firmata Damiani rende omaggio alla Belle Epoque, gli anni in cui regnavano le arti decorative e la gioia di vivere. Belle Epoque Ceramic è sinonimo di eleganza e di estetica pura e raffinata. Questo orologio, seppur prezioso e con diamanti incastonati, rimane un pezzo molto facile da indossare. I suoi riferimenti sono la Haute Couture, la pittura, l'architettura e il cinema che hanno segnato quell'era. Il segnatempo è presentato con bracciale in ceramica, la cui fila centrale è un richiamo ai vecchi rulli di film. Una creazione Damiani nello stile più puro della Belle Epoque, un bel modo di rievocare quel periodo storico. www.damiani.com

CORUM Admiral’s Cup Legend 42 Chrono Per la prima volta, la linea Legend di Corum accoglie un movimento cronografo certificato COSC, il calibro CO984. Una nuova icona che riprende molti dei codici originali dell’Admiral’s Cup in un’inedita armonia tra spirito sportivo ed eleganza. Fedele alla sua lunetta dodecaedrica, topos della collezione, questa nuova leggenda mostra un aspetto per certi versi addolcito. Il cronografo si declina in varie referenze: acciaio, oro rosso o bicolore. Il carattere classico e molto “orologiero” è rivelato dai quadranti guilloché a motivo verticale o con lavorazione a “grain d’orge”, a seconda delle versioni. I colori sobri del quadrante, in particolare il blu ispirato all’Admiral’s Cup originale, fanno eco alle linee fluide della cassa. www.corum.ch


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Vi riportiamo alcune delle novità più interessanti presentate nel mondo dell’alta orologeria, in occasione di Baselworld 2013!

TISSOT - T-10 Tissot Basilea presenta il Tissot T-10, un orologio che ammicca alla T-Collection 1999 e alla quale si ispira nella sua denominazione numerica. La raffinatezza di questa nuova creazione risiede nel livello dei dettagli. La cassa è a forma di T e le sue linee levigate ed essenziali sposano perfettamente il polso. Il quadrante è decorato con motivi a "Clou de Paris" e idealmente completato da numeri arabi circondati da moderni indici puntiformi, che conferiscono all'insieme un irresistibile "non so che". L'orologio è proposto anche nella versione con quadrante in madreperla e diamanti incastonati e diventa, in questo caso, l'accessorio ideale per le donne che ricercano un pizzico di sofisticatezza in più. www.tissot.ch

BREGUET Breguet Type XXII 3880 10 Hz Or Rose L’emblematico Breguet Type XXII è completato quest’anno da un inedito modello in oro rosa dove la frequenza del movimento è stata aumentata a 10 Hz (72.000 alternanze/ora) grazie allo scappamento a spirale piatto in silicio. Il cronografo vanta una precisione e un potere di regolazione straordinari e la lancetta dei secondi effettua una rotazione completa in 30 secondi. La scala graduata dei minuti sul rehaut, sotto forma di trattini rossi e bianchi, indica se il contatore sta eseguendo la prima o la seconda rivoluzione. Lo strumento è dotato anche della funzione flyback e indica un secondo fuso orario con visualizzazione sulle 24 ore e la data. I piccoli secondi che effettuano una rotazione completa in mezzo minuto completano questo straordinario esemplare. www.breguet.com


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GIRARD-PERREGAUX Tourbillon Bi-Axial Titane DLC Girard-Perregaux

propone

un’edizione

limitata

esclusiva del suo Tourbillon Bi-Axial. L’architettura moderna dell’iconico movimento è valorizzata da una cassa in titanio DLC nero e da un magnifico contrasto di colori e materiali. Il segnatempo, un autentico capolavoro, è dotato di due gabbie concentriche che permettono all’organo regolatore di effettuare rotazioni pluridimensionali. La gabbia interna che porta il bilanciere, la spirale e lo scappamento, compie un giro completo attorno al proprio asse in quarantacinque secondi. La gabbia esterna effettua una rivoluzione in un minuto e quindici secondi e ciò permette una rotazione su un secondo asse. La seconda firma del marchio è rappresentata dall’architettura dei ponti perfettamente allineati, a immagine delle realizzazioni di Constant Girard e delle sue costanti ricerche che hanno portato alla nascita del Tourbillon con Tre Ponti d’Oro. Edizione limitata a 8 esemplari. www.girard-perregaux.com

PER INFORMAZIONI ✑

BASELWORLD 2013 25 aprile - 2 maggio 2013 Fiera di Basilea, Svizzera MCH Fiera Svizzera (Basilea) SA CH-4005 Basilea Tel. +41 58 206 25 25 Fax +41 58 206 21 90 visitor@baselworld.com www.baselworld.com


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MAURICE LACROIX Masterpiece Seconde Mystérieuse Con il Masterpiece Seconde Mystérieuse, Maurice Lacroix regala alla misurazione del tempo un volto nuovo, seducente, atipico, per usare gli aggettivi che meglio definiscono questa creazione. Anche se il più calzante sarebbe “misterioso”. Azionato dal nuovo movimento di manifattura ML215, il dodicesimo che il Marchio ha interamente sviluppato in-house, il segnatempo propone la lettura lineare dei secondi, di volta in volta verticale e orizzontale, per tranche di 15 secondi. L’illusione ottica è il risultato della rotazione della lancetta azzurrata attorno al proprio asse, come se lievitasse. L’ora è visualizzata al 2 mentre il resto del quadrante prevede un traforo che si apre sui ponti, in uno stile estremamente geometrico, decisamente contemporaneo, trattato rodio o rutenio. Sono disponibili due serie limitate a 125 esemplari ognuna. www.mauricelacroix.com

GUCCI - Interlocking La collezione Interlocking è declinata in diverse versioni ma tutte esibiscono una delle icone di Gucci: il simbolo delle due “G” intrecciate, ispirate alle iniziali del fondatore della Maison, Guccio Gucci. Con il suo ampio ventaglio di materiali, questa collezione si rivolge sia agli uomini sia alle donne ed è disponibile con bracciale in metallo o cinturino in pelle di vitello nera o marrone, senza dimenticare le varianti in coccodrillo nero, marrone o bianco. Le casse, impreziosite dal motivo GG, sono lavorate nell’acciaio inossidabile o presentano un trattamento PVD nero o marrone e sono impreziosite da quadranti spazzolati a raggi di sole. Nelle versioni preziose, il motivo GG è parzialmente o interamente rivestito di diamanti, oppure lavorato nell’oro rosa 18 carati. Con la collezione Interlocking, Gucci Montres rimane fedele alla propria tradizione: creare linee di orologi eleganti e contemporanei. www.gucci.com


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Zenith Pilot Montre d'Aéronef Type 20 Grande come il cielo, intriso di heritage, affascinante. Lo indossi e un’emozione ti avvolge: il prestigio di un grande marchio di orologeria, un illustre passato, l’aeronautica. Il Montre d’Aeronef Type 20 si ispira al suo illustre predecessore: rievoca un lontano passato e lo coniuga al presente. Lo storico Type 20, costruito nel 1939, fu modello apprezzatissimo dall’aeronautica francese. Apprezzato da produttori e professionisti del settore per la sua affidabilità, robustezza e precisione, fu strumento d’ordinanza di molti aerei, in particolare a bordo dei Caudron Simoun C.635, utilizzati dall’esercito francese per addestramento e dalla compagnia postale Air Bleu per i collegamenti internazionali e transatlantici. Lo Zenith Pilot Montre d’Aeronef Type 20 esibisce una gigantesca cassa in titanio da 57,5 mm di diametro. Monta il Calibro 5011K (discendente diretto del calibro 5011 prodotto da Zenith fin dagli Anni 60), meccanico a carica manuale, 18.000 alternanze l’ora, certificazione COSC, 48 ore di riserva di marcia. È equipaggiato con un sistema di arresto dei secondi per la sincronizzazione precisa dell’ora. Inoltre possiede un dispositivo antiurto sull’asse del bilanciere e dello scappamento, regolazione di precisione, spirale Breguet autocompensante e antimagnetica, portapitone mobile, racchetta di regolazione a due frecce e sistema di fissaggio dell’albero di carica tipo Zenith. Offre le funzioni di ore e minuti al centro, piccoli secondi a ore 9 e indicazione della riserva di carica a ore 3. È corredato da vetro in cristallo di zaffiro lato quadrante e lato fondello e da cinturino in pelle di vitello cucita a mano con fibbia ad ardiglione in titanio. www.zenith-watches.com


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DINAMICA Intraprendente e dinamica, la donna Blugirl va in giro con borse e cappelli dai colori chiari e un po' safari all'insegna della leggerezza. www.blugirl.it


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Gli accessori Sono romantici, sprintosi e decisamente pieni di stile gli accessori firmati Blugirl della nuova collezione. Un'ampia selezione di oggetti, scarpe, borse, per il giorno e per la notte, finemente ricamati e sempre coloratissimi. Uno stile indistinguibile per essere trendy ma con un po' di ironia www.blugirl.it


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EVENTI LA FIERA DEGLI ACCESSORI PER AUTO

MY SPECIAL CAR 2013 A cura della Redazione

UN’AUTO... SPECIALE My Special Car Show, grande evento dedicato alle auto speciali e sportive organizzato da GL events e Rimini Fiera torna per la sua undicesima edizione a Rimini Fiera dal 5 al 7 aprile 2013. L’edizione 2012, la numero 10 di My Special Car Show, ha avuto oltre 80.000 visitatori, candidandosi ad essere la manifestazione di riferimento per il

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settore della personalizzazione dell’automobile

Per l’edizione 2013, i veri protagonisti saranno come sempre le Case automobilistiche e le aziende di settore con in prima fila il comparto del car audio e degli accessori e gli appassionati che arriveranno da tutta Italia e dall’estero per respirare appieno l’energia del mondo del tuning. Festeggia il decimo compleanno il raduno indoor più grande e prestigioso d’Europa: “My Special Club”, un evento unico che riunisce tutta la community di appassio-

nati di personalizzazione dell’auto. My Special Club esprime un’idea tanto semplice quanto potente: l’auto come espressione di ‘lifestyle’, il club come strumento di aggregazione, il tuning come passione condivisa. Molte le iniziative in programma per festeggiare questo compleanno, affiancate come di consueto da raduni monomarca e dedicati al car audio, momenti di intrattenimento sul palco e attività dinamiche sulle aree esterne per i nostri appassionati visitatori. Sono proprio loro l’anima pulsante di My Special Car Show: la scorsa edizione si è chiusa infatti

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con oltre 80.000 visitatori, quasi 2.000 auto esposte, 200 club presenti e 247 premiazioni su un palco che ha ospitato le bellezze di Miss Italia ed esibizioni musicali molto coinvolgenti. Il pubblico di My Special Car Show è sempre in crescita, a partire dalla prima edizione del Salone - ha un’identità ben precisa che si è consolidata negli anni: secondo un’indagine condotta su di un campione rappresentativo, i visitatori sono per il 86%

2012, mentre i repeaters sono stati il 57% con una media di 3 edizioni visitate - ed un tempo medio trascorso all’interno del Salone di circa 6 ore. Le percentuali relative alle zone di provenienza del pubblico vedono il 37% arrivare dal nord Italia, il 30% dal centro ed il 33% dal sud e dalle isole. L’edizione 2013 si annuncia dunque come un grande happening, ricco di sfide e nuovi progetti che sapranno ancora una vol-

MY SPECIAL CARS”, UN EVENTO UNICO CHE RIUNISCE TUTTA LA COMMUNITY DI APPASSIONATI DI PERSONALIZZAZIONE DELL’AUTO

maschio e per il restante 14% femmina - nel 45% dei casi ha tra i 16 ed i 24 anni, nel 38% tra 25 e 34 anni. Il 43% dei visitatori si è recato al Salone per la prima volta nel

ta confermare My Special Car Show come la manifestazione di riferimento per tutto il settore della personalizzazione automobilistica. www.myspecialcar.it ■


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COMITATO DI SAN FLORIANO


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AUTO DEL MESE IL CROSSOVER TARGATO PEUGEOT

PEUGEOT 2008

A cura della Redazione

IL NUOVO CROSSOVER URBANO ALLA CONQUISTA DEL MONDO Peugeot 2008 reinventa gli standard dei veicoli di ampio volume nel segmento delle compatte. Innovativo sin dal prim sguardo, riesce ad armonizzare universi differenti. Le scelte stilistiche forti affermano la sua identità al servizio della praticità, del volume e dell’esperienza di guida

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AUTO DEL MESE IL CROSSOVER TARGATO PEUGEOT

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Il nuovo Crossover urbano presenta anche parafanghi e fiancate scolpiti in modo elegante e sofisticato, che evocano evidenti qualità atletiche. Le generose superfici vetrate, tra cui il tetto ciel panoramico, promettono uno spazio interno ampio e aperto sul suo ambiente. Con il suo assetto rialzato, 2008 poggia su pneumatici “Mud&Snow” e su cerchi da 17’’ diamantati con finiture opache. La forma particolare dei contorni delle ruote, a forma di arcata, permette di ancorare al suolo la 2008 e al contempo di sostenerla con leggerezza. I paraurti e le parti inferiori della carrozzeria di colore nero la proteggono e sono completati da inserti di protezione anteriori e posteriori in acciaio inossidabile e

NUOVI MERCATI “Con Peugeot 2008, il Marchio ha il veicolo adatto per consolidare la sua leadership nel segmento in Europa e per conquistare nuovi clienti in Asia e in America Latina.” Maxime Picat, direttore generale di Peugeot

da modanature laterali cromate.Il frontale si appropria dei codici stilistici del Marchio. Gli elementi sono perfettamente adattati, alleggeriti da ogni eccesso di materiale. Finemente cesellato, il cofano esprime i concetti di protezione, robustezza e leggerezza di 2008. La calandra finemente scolpita nel frontale si raddrizza in un’espressione raffinata e piena di potenza. I nuovi ed inediti proiettori mostrano un design ricercato in perfetta simbiosi con le funzioni tecniche. Hanno linee affilate e giocano con i tratti della carrozzeria per disegnare la pupilla penetrante di un felino. Cesellati, formano un tutt’uno con il frontale, conferendogli un aspetto ancora più espressivo, tecnologico e specifico. Questo sguardo è sottolineato dalle luci diurne a LED. Il cofano e i parafanghi completano quest’impressione rassicurante di precisione, protezione e robustezza, abbinata a una grande leggerezza. Il posteriore associa in modo elegante robustezza e dinamismo. Il volume del bagagliaio, dotato di una soglia di carico bassa, è sovrastato da un padiglione dalla curvatura dinamica, ispirato a quello della RCZ. Il grande portellone è delimitato dai fari saldamente

fissati sulla carrozzeria. I tre artigli luminosi, rischiarati alla base da LED, fluttuano all’interno del loro alloggiamento e sembrano sospesi. Il movimento dinamico ed elegante del padiglione caratterizza anche le linee laterali. Un’onda emerge dal tetto al di sopra dei posti posteriori e crea una decorazione esclusiva intagliata nel metallo. Come se fosse incastonata nella carrozzeria, dà origine allo spoiler che si prolunga da uno stesso pezzo, a fior di pelle. Le barre al tetto, dal disegno preciso, completano i riferimenti al dinamismo e al tempo libero di 2008.

LA SICUREZZA AI MASSIMI LIVELLI: PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA Alla guida reattiva e alla facilità di utilizzo, 2008 aggiunge un elevato livello di sicurezza. Infatti il guidatore può contare sul regolatore-limitatore di velocità di serie su tutte le versioni, nella struttura del telaio e su numerosi altri equipaggiamenti. Tutte le versioni di 2008 sono dotate di serie del sistema ESP, disinseribile fino a 50 km/h, che raggruppa varie funzioni: antipattinamento ASR, controllo di stabilità CDS, assistenza alla frenata di emergenza AFU e u

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auto del mese__mastro Progress 03/04/13 15.23 Pagina 3

AUTO DEL MESE IL CROSSOVER TARGATO PEUGEOT

ripartitore elettronico di frenata REF. L’insieme agisce su quattro dischi dei freni, adattati alle diverse motorizzazioni ai fini delle migliori prestazioni (performance e durata). I dischi anteriori ventilati hanno dimensioni diverse: 266 x 22 mm e 283 x 26 mm per le versioni più potenti. La gamma presenta dischi posteriori pieni di 249 x 9 mm. In caso d’urto, gli occupanti sono protetti da una serie di sei airbag - due frontali, due laterali, due a tendina. Contenuti negli schienali dei sedili anteriori, gli airbag laterali assicurano una protezione ottimale, con qualunque regolazione dei sedili. Per la sicurezza dei bambini, l’airbag frontale lato passeggero può essere disinserito e i posti posteriori laterali sono dotati di fissaggi Isofix a tre punti di aggancio.

ECLETTICA “2008 propone un concetto davvero nuovo, il suo design audace associa l’eleganza e il dinamismo delle nuove berline Peugeot, l’impertinenza e la robustezza di un SUV moderno ma anche la polivalenza di un veicolo compatto con un ampio volume.” Pierre Authier, responsabile Stile della gamma 208/2008

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APRILE 2013

UNA GAMMA MOTORI EFFICIENTE La vasta gamma di motorizzazioni, che sfrutta la massa contenuta e la silhouette sagomata, permette tutti gli utilizzi ed offre consumi ed emissioni nettamente contenuti, a parti-

re da soli 3,8 l/100km e 98g CO2/km. (vedi descrizione dettagliata). Il know-how e l’innovazione tecnologica del Gruppo – 3 cilindri benzina di nuova generazione, introduzione dello Stop&Start sulle motorizzazioni benzina,


auto del mese__mastro Progress 03/04/13 15.23 Pagina 4

AUTO DEL MESE IL CROSSOVER TARGATO PEUGEOT

motori Diesel e-HDi - posizionano 2008 come leader del suo segmento perché riesce ad abbinare rispetto dell’ambiente e piacere di guida. Interamente progettati dal Gruppo, i motori 3 cilindri benzina di nuova generazione hanno già dato prova della loro efficienza in termini di consumi e di emissioni di CO2. Sono anche compatti e leggeri e il 1.2 VTi comporta una diminuzione del peso di 21 kg rispetto a un 4 cilindri di potenza equivalente. Questa nuova generazione di motori offre prestazioni migliorate, grazie all’introduzione dello Stop&Start da un lato e della sovralimen-

tazione abbinata all’iniezione diretta dall’altro. Questa tecnologia è già stata introdotta con successo sulle motorizzazioni diesel e-HDi che equipaggiano le 508, e 308 prima di essere proposta diffusamente sulla 208. Le motorizzazioni e-VTi e e-THP permettono ai clienti che scelgono i propulsori benzina di usufruire degli stessi vantaggi: consumi ridotti, messa in stand-by automatica del motore, ripartenza quasi istantanea senza rumori né vibrazioni, piacere di utilizzo. Nei mesi successivi al lancio, la gamma motori si estenderà alle versioni sovralimentate del 3 cilindri benzina.

I due livelli di potenza proposti, il 1.2 eTHP 110 e 1.2 e-THP 130, permetteranno una guida dinamica, soprattutto grazie a una coppia elevata, rispettivamente di 205 e 230 Nm. Con un alto grado di tecnicità, il 1.2 eTHP presenta un peso inferiore di 12 kg rispetto a un 4 cilindri aspirato di potenza equivalente, ma comprende un turbo, un sistema di raffreddamento più potente, e offre prestazioni dinamiche abbinate a una coppia superiore del 45%. Il risparmio di consumi è compreso tra il 15 e il 20%, secondo le versioni. www.peugeot.it ■

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land rover freelander__mastro Progress 05/04/13 10.52 Pagina 1

AUTO LAND ROVER FREELANDER 2

IL NUOVO FREELANDER 2

di Luca Martano

LAND ROVER, VOCAZIONE SPORTIVA Land Rover presenta con il M.Y. 2013 un prestigioso aggiornamento della Freelander 2, che ora vanta maggiore

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comfort, praticità e piacere di guida

Nuovi colori, nuove caratteristiche del design esterno, equipaggiamenti di livello superiore e un nuovo motore leggero a benzina rendono questa Freelander 2 un SUV sempre più accattivante. I livelli dell’equipaggiamento interno della Freelander 2 raggiungono nuovi standard, con una serie d’importanti novità, che comprendono tre nuove combinazioni di colori, una nuovissima consolle centrale, un touch screen da 7” a colori, un sistema audio Meridian potenziato, un climatizzatore programmabile settimanalmente e il navigatore satellitare (a richiesta). Il sistema d’avviamento Passive Start elimina la necessità di inserire il tele-

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APRILE 2013

comando nell’apposito supporto, mentre il freno di stazionamento elettrico “intelligente” modula la forza frenante in ragione della pendenza del terreno sul quale si parcheggia. Fra le altre novità della Freelander 2, i comandi vocali “Say What You See”, facilitati da suggerimenti visivi, e la telecamera posteriore. I dettagli del design esterno sono stati rinnovati e donano al veicolo un aspetto coordinato e perfettamente integrato; fra questi i gruppi ottici anteriori e posteriori più attuali a tecnologia LED e una nuova caratteristica grafica delle luci diurne. Sono inoltre disponibili i nuovi cerchi in lega da 17” anche sugli allestimenti entry level, e un

Design Pack per i modelli SE. Le novità motoristiche della Freelander 2 comprendono l’impiego del quattro cilindri benzina Si4 turbocompresso, che sostituisce lo SI6 a sei cilindri. Si tratta essenzialmente del medesimo motore Si4 GTDi che equipaggia la Range Rover Evoque, caratterizzato dal peso contenuto e che eroga una potenza superiore a quella dello Si6, pur con consumi ridotti ed emissioni di CO2 inferiori del 14%, con un valore di 224 g/km. La prima cosa che si nota entrando nel moderno abitacolo della Freelander 2 è la nuovissima consolle centrale. Il selettore originale del Terrain Response® è stato sostituito


land rover freelander__mastro Progress 05/04/13 10.52 Pagina 2

AUTO LAND ROVER FREELANDER 2

da interruttori, e sotto la saracinesca scorrevole si cela un utile spazio portaoggetti aggiuntivo. Oggi tutta la gamma Freelander vanta un nuovo pannello strumenti, con un nitido schermo TFT da 5”, inserito fra i quadranti principali, che riporta le informazioni più importanti relative al veicolo, quali la temperatura, il livello del carburante, i rapporti del cambio e la modalità del Terrain Response; a fare da complemento, gli interruttori sul volante comandano la comparsa di menù a tendina e i dettagli sulle regolazioni del veicolo. Un’altra nuova caratteristica per la Freelander 2 è il climatizzatore a programmazione settimanale selezionabile dal touch screen, che permette di scaldare il motore prima di entrare nel veicolo. Su questo modello è montata anche una telecamera posteriore, le cui immagini sono inviate allo schermo d’infotainment con sovraimpressa una grafica dinamica che indica l’ingombro del veicolo e la traiettoria prevista in retromarcia. Il sistema comprende anche l’assistenza all’aggancio del rimorchio Hitch Assist, la cui grafica mostra la posizione del gancio di traino.

Il sistema di navigazione vanta un disco rigido più veloce con tutte le funzioni che il cliente Land Rover si attende, come pianificazione della rotta, zoom dinamico, visualizzazione delle corsie, punti d’interesse e TMC. E’ inoltre possibile memorizzare e gestire per nome waypoint, posizioni e punti d’interesse.

MOTORE A BENZINA SI4 2.0 GTDI Il nuovo quattro cilindri a benzina da 2.0 litri, che arricchisce il line-up della Freelander, presenta emissioni del 14% inferiori a quelle del precedente Si6. Il nuovo propulsore Si4 turbocompresso a iniezione diretta della Freelander 2 GTDi eroga 240 CV, e una coppia di 340 Nm, superiore del 7% a quella dello Si6, con una migliore distribuzione della coppia stessa per una guida rilassata e una potente risposta ai bassi regimi. Interamente in alluminio, è 40 kg più leggero del suo predecessore a sei cilindri, presenta emissioni pari a 224 g/km di CO2 ed è a norma Euro 5. Al GTDi è accoppiata la trasmissione automatica a sei rapporti Aisin AWF21, rapida, raffinata ed efficiente, e la trazione inte-

grale permanente con differenziale Haldex all’assale posteriore. La trasmissione è stata ridisegnata nel 2011, con un controllo avanzato della posizione Neutral, per ridurre il carico sul motore a veicolo fermo. L’efficienza è stata ulteriormente migliorata ridisegnando le frizioni e con l’impiego di olio a bassa viscosità; la trasmissione è adattiva sia in modalità normale sia in quella Sport. L’impareggiabile Command Shift della Land Rover permette la rapida selezione manuale dei rapporti, mentre il Terrain Response garantisce trazione e maneggevolezza in qualsiasi condizione di marcia. Con il motore da 150 CV, il Sistema Stop/Start, e il minor peso, anche i consumi appaiono notevolmente ridotti (6.0 l/100 km) nel ciclo combinato, così come i valori di CO² di soli 158 g/km, pari a una diminuzione dell'11.7% rispetto al precedente TD4_e. Le prestazioni rimangono invece invariate rispetto al modello precedente. La coppia massima raggiunge ora i 420 Nm e la velocità massima tocca i 180 km/h, mentre il dato di accelerazione da 0 a 10 km/h è di 11,7 secondi. www.landrover.com ■

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XF Sportbrake di Jaguar__mastro Progress 05/04/13 10.53 Pagina 1

AUTO LA NUOVA XF SPORTBRAKE DI JAGUAR

XF SPORTBRAKE

di Luca Martano

ELEGANZA E POTENZA. IN UNA PAROLA: JAGUAR La XF Sportbrake affianca la tanto acclamata berlina sportiva Jaguar e aumenta la sua versatilità e praticità mantenendo al tempo stesso i valori fondamentali del modello, come l’entusiasmante e prestante eleganza, il lusso contemporaneo e un’esperienza di guida dinamica

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XF Sportbrake di Jaguar__mastro Progress 05/04/13 10.53 Pagina 2

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Numerosi sono aggiornamenti apportati al modello 2012 della XF berlina, che presenta un aspetto più incisivo in linea con l’ammiraglia XJ – compresa la nuova e affascinante tecnologia delle lame luminose nei fari anteriori. La XF Sportbrake è completamente nuova a partire dal montante B fino alla coda, che le dona un’estetica molto diversa, esemplificata attraverso la filante eleganza della linea dei finestrini laterali ed evidenziata dalla sua finitura lucida. L’unione tra il fluente disegno del lunotto posteriore, la linea di cintura alta e la linea del tetto da station wagon conferisce alla XF Sportbrake una postura dinamica e possente. L’approccio stilistico che ha portato alla definizione dell’esterno della XF Sportbrake è stato ottenuto con l’obiettivo di massimizzare la praticità. La linea del tetto estesa dona ai passeggeri posteriori un’aggiuntiva altezza per la testa di 48 mm e i sedili offrono la funzione d'abbattimento 60:40 con vano portasci integrato. Le leve per il ribaltamento elettrico all’interno dell’apertura del vano di carico consentono di stivare rapidamente e facilmente i sedili in modo piatto, creando un volume di carico di 1.675 litri. Ridisegnata dunque nella sostanza sia all’interno e sia all’esterno in occasione del lancio del modello 2012, la berlina è ora affiancata dalla XF Sportbrake che si basa sulle indubbie qualità prestazionali del modello e offre un ulteriore livello di praticità. La filosofia stilistica Jaguar è basata sul continuo e omogeneo flusso delle linee che portano lo sguardo lungo e intorno al veicolo.

AUTO LA NUOVA XF SPORTBRAKE DI JAGUAR

Come per l’esterno, l’abitacolo della XF è stato migliorato assicurando il mantenimento dell’appeal Jaguar, creando una sensazione di lusso sportivo attraverso l’utilizzo delle migliori combinazioni d'eccellente qualità e di materiali artigianali, integrati dall’uso di tecnologie intuitive. Lo schermo centrale touch-screen permette la gestione del sistema di navigazione e di tutta una serie di altre funzioni, mentre il cambio è caratterizzato da una colorazione soft-touch nera opaca e da una tenue illuminazione blu, fosforo in tema con il resto. La finitura metallizzata Aurora nella maggior parte dei complementi in metallo è integrata da nuovi inserti impiallacciati e in alluminio. Più scolpiti, i sedili anteriori sono stati ampiamente rinforzati per il modello 2012 alludendo al potenziale dinamico della vettura e disponendo di un dispositivo racetrack che crea un sedile sportivo avvolgente. La XF Sportbrake evidenzia poi, in modo deciso, sia il lato funzionale e sia quello sportivo del suo carattere attraverso la sua gamma di motorizzazioni. Disponibile esclusivamente con i motori diesel Jaguar quattro cilindri 2.2 litri e 3.0 litri

V6, la XF Sportbrake offre un’esemplare combinazione di raffinatezza, consumi ridotti, basse emissioni e notevole potenza. Il motore 2.2 litri, 4 cilindri, è disponibile con un cambio automatico a otto rapporti abbinato al sistema Jaguar Intelligent Stop-Start, che consente alla XF Sportbrake di offrire le prestazioni e il piacere di guida che ci si attende da una Jaguar, ma con ridotte emissioni e un maggior risparmio di carburante. Il sistema utilizza lo TSS (Twin Solenoid Starter) per arrestare il motore quando la vettura si ferma completamente e lo riavvia in minor tempo di quello necessario al piede del guidatore di passare dal pedale del freno all’acceleratore. Il sistema offre anche la funzione “change of mind”, che consente al motore di riavviarsi rapidamente durante la fase di rallentamento permettendo al guidatore, ad esempio, di sfruttare un varco nel traffico a un incrocio. Il motore Jaguar 3.0 litri V6 con doppia turbina sulla XF Sportbrake è disponibile in due diverse varianti, entrambe abbinate alla trasmissione automatica a otto rapporti che in tutti modelli offre anche i comandi del cambio al volante. Il modello top di gamma “S” eroga 275 CV (202 kW) e 600 Nm di coppia, ed è in grado di soddisfare anche il guidatore più esigente. www.jaguar.com ■

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intro1__mastro Progress 08/04/13 11.23 Pagina 1

FLOTTE AZIENDALI SCELTE PER TE

NLT E FLOTTE AZIENDALI ALLA PROVA DELLA CRISI di Luca Martano

IL MERCATO COMBATTE LA CRISI Finora erano gli unici, nel mondo delle quattro ruote, a non essere stati toccati dalla crisi. Anche per la diversa ciclicità del loro business, rispetto al mercato complessivo dell'auto. Adesso però anche il noleggio dei veicoli

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riflette sulla crisi e una certa preoccupazione per il futuro si nota tra gli addetti ai lavori

Non è solo per la congiuntura macroeconomica. Oggi a far paura è soprattutto il fisco, intenzionato a mettere le mani anche sulle quattro ruote delle imprese. Dall’analisi del mercato del 2012, infatti, emerge un forte calo degli acquisti da parte sia dei privati (-22,9%), sia delle aziende (17,4%). In questo scenario fortemente negativo, il noleggio riesce a registrare un calo contenuto al 9,9%, dovuto essenzialmente alla riduzione di flotta del breve termine e alla proroga dei contratti per il Nlt. Il segmento dei privati rispecchia più di tutti la crisi dei consumi in atto, complice l’altalenante andamento degli indici di fiducia e il ridotto potere d’acquisto prodotto anche dall’aumento della tassazione immobiliare. Da un incidenza del 71,7% nel 2010 si è infatti via scesi al

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APRILE 2013

66,5% nel 2011 e al 64% l’anno scorso; sempre più, quindi, i privati preferiscono rinviare la sostituzione dell’auto a momenti di maggior certezza e disponibilità economica. Nello stesso periodo di osservazione triennale, le immatricolazioni a società ed enti sono passate dal 5,8% al 6,6%. Anche qui la valutazione risente dalla crisi e del calo delle vendite generali, che hanno prodotto un cambiamento del mix del mercato della domanda per canale di vendita, con una lievitazione delle quote relative alle società e al noleggio. È interessante vedere le prime analisi elaborate da Unrae sul settore del noleggio, in relazione ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti. Si tratta delle immatricolazioni in percentuale suddivise tra breve e lungo termi-

ne, e anche tra gli operatori di maggior rilevanza e altri con attività prevalentemente in ambito locale. Dalle rilevazioni, il totale complessivo passa dall’11,9% del 2010 al 14,9% del 2011 per arrivare al 16,8% del 2012. Pur con il calo delle immatricolazioni rispetto al 2011 e concentratosi nel secondo semestre, stante anche l’incertezza sulla normativa dell’Ipt, il noleggio vede aumentare la propria rilevanza nel panorama automobilistico italiano. Progress dedica, da questo mese, una vetrina delle offerte più interessanti nel mercato del noleggio a lungo termine e del fleet management, per affrontare la crisi, attraverso la qualità e la completezza dei servizi offerti dalle case automobilistiche più prestigiose, operanti in Italia. ■


pubbli LAND ROVER__mastro Progress 08/04/13 09.58 Pagina 1

FL O TTE AZIENDALI: SCELT A PER TE

Durata: 48 mesi e 40.000 km Anticipo: 8.500 € Servizi: Bollo con penale risarcitoria - Manutenzione con penale risarcitoria- RCA con penale risarcitoria - Incendio e furto con penale risarcitoria - Servizio di riparazione danni con penale risarcitoria Canone mensile: 279 € L’offerta include: 48 mesi e 75.000 chilometri. Servizi: assicurazione RCA con penale risarcitoria, assicurazione Furto e Incendio con penale risarcitoria, servizio di Riparazione Danni con penale risarcitoria, copertura Infortuni Conducente con penale risarcitoria, manutenzione ordinaria e straordinaria, assolvimento tassa di proprietà, assistenza stradale. Tutti gli importi si intendono Iva esclusa. Offerta soggetta a disponibilità dei veicoli, all’approvazione di LEASYS ed a variazione listini. Offerta valida fino al 31/05/2013. C o n t a t t o d i r e t t o t e l e f o n i c o : 0 6 / 8 3131118 • E m a i l : t e l e s a l e s @ l e a s y s . c o m • We b : w w w. l e a s y s . c o m ( a r e a O f f e r t e )


pubbli CITROEN__mastro Progress 08/04/13 11.21 Pagina 1

FL O TTE AZIENDALI: SCELT A PER TE

OPT: vernice metallizzata Durata: 36 Mesi - 60.000 km Anticipo: 3.000 € Servizi: Tassa di proprietà - Garanzia assicurativa RCA - Copertura per incendio e furto - Copertura danni ulteriori al veicolo - Soccorso e assistenza stradale - Manutenzione ordinaria - Manutenzione straordinaria - Gestione sinistri - Assistenza Telefonica 24h/7gg - Sostituzione pneumatici L’offerta include: 36 mesi e 60.000 chilometri. Servizi: garanzia assicurativa RCA, copertura per incendio e furto, copertura danni ulteriori al veicolo, soccorso e assistenza stradale, manutenzione ordinaria e straordinaria, gestione sinistri, assistenza Telefonica 24h/7gg, sostituzione pneumatici. Tutti gli importi si intendono Iva esclusa. Offerta soggetta a disponibilità dei veicoli, all’approvazione di Citroën ed a variazione listini. We b : w w w. c i t r o e n . i t / c i t r o e n - b u s i n e s s


pubbli JAGUAR__mastro Progress 08/04/13 09.59 Pagina 1

FL O TTE AZIENDALI: SCELT A PER TE

OPT: vernice metallizzata Durata: 48 mesi e 75.000 km Anticipo: 9.000 € Servizi: Bollo con penale risarcitoria - Manutenzione con penale risarcitoria - RCA con penale risarcitoria - Incendio e furto con penale risarcitoria - Copertura infortuni conducente con penale risarcitoria - Servizio di riparazione danni con penale risarcitoria Canone mensile: 690 € L’offerta include: 48 mesi e 75.000 chilometri. Servizi: assicurazione RCA con penale risarcitoria, assicurazione Furto e Incendio con penale risarcitoria, servizio di Riparazione Danni con penale risarcitoria, copertura Infortuni Conducente con penale risarcitoria, manutenzione ordinaria e straordinaria, assolvimento tassa di proprietà, assistenza stradale. Tutti gli importi si intendono Iva esclusa. Offerta soggetta a disponibilità dei veicoli, all’approvazione di LEASYS ed a variazione listini. Offerta valida fino al 31/05/2013. C o n t a t t o d i r e t t o t e l e f o n i c o : 0 6 / 8 3131118 • E m a i l : t e l e s a l e s @ l e a s y s . c o m • We b : w w w. l e a s y s . c o m ( a r e a O f f e r t e )


pubbli PEUGEOT__mastro Progress 08/04/13 10.01 Pagina 1

FL O TTE AZIENDALI: SCELT A PER TE

OPT: vernice metallizzata Durata: 48 mesi e 80.000 km Anticipo: 3.458,06 € Servizi: Manutenzione ordinaria e straordinaria - Antifurto con polizza assicurazione incendio e furto (Unique) e responsabilità civile Assistenza stradale 24h - Costo Tassa di proprietà - Gestione sinistri Canone mensile: 369 € al mese per 4 anni Offerta valida fino al 31/03/2013. Salvo approvazione PSA Renting Italia S.p.A. I canoni e l’anticipo sono a intendersi IVA esclusa e sono calcolati su 5008 Access 1.6 8V HDi 115 CV FAP® a 369,02 euro al mese per 4 anni. C o n t a t t o : w w w. p e u g e o t p r o f e s s i o n a l . i t



salone venezia__mastro Progress 03/04/13 15.25 Pagina 1

NAUTICA SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DI VENEZIA

XII EDIZIONE

di Matteo Tontini

UN VERO FESTIVAL DEL MARE In quel di Mestre, torna puntuale come ogni anno, l’esposizione nata dalla collaborazione tra Expo Venice e Veneto Exhibition. L’edizione 2013 si appresta ad essere ancora più pomposa di quella degli anni precedenti

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Da quando, nel 2011, è stato per la prima volta scelto il Parco S. Giuliano di Venezia come luogo di allestimento della fiera, gli organizzatori hanno deciso di non cambiare, almeno per i due anni successivi. Sì, anche quest’anno il Salone nautico internazionale di Venezia, detto anche Festival del Mare, si terrà a Mestre. Ma di cosa tratta in pratica questa fiera? Altro non è che un’esposizione annuale della nautica da diporto che si tiene a Venezia, sempre intorno alla metà del mese di aprile. La prima edizione dell’evento si è tenuta nel 2002, dapprima incentrata ad una dimensione locale di mercato, si è pian piano ampliata costantemente fino a raggiungere in pochi edizioni un rango nazionale ed internazionale. Quest’anno è stato deciso che si terrà dal 5 al 7 e dal 12 al 14 aprile, dando sfoggio a due fine settimana consecutivi all’insegna del mondo nautico. Grazie all’accordo stretto tra la società organizzatrice Expo Venice e Veneto Exhibition, si potrà dunque assistere ad una vetrina a 360° su barche di tutti i tipi: non mancherà l’occasione di fare affari grazie all’usato di qualità e ai visitatori che prenderanno parte alla fiera verrà data la possibilità di raggiungere in automobile, oltre che

APPUNTAMENTO A VENEZIA In cartellone nella città lagunare dal 5 aprile

NAUTICA SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DI VENEZIA

per mare, l’area di esposizione di Parco S. Giuliano, vicina al casello autostradale e dotata di ampi parcheggi. Naturalmente, il tutto sarà condito da un’organizzazione impeccabile, capace di intrattenere ed allietare il pubblico presente grazie ad un ricco calendario di convegni su temi d’attualità, regate, proposte per gli sportivi di tutte le età e una serie di eventi piacevoli quali party e spettacoli imperdibili. Quella di quest’anno è la 12ª edizione della fiera ed andrà ad incentrarsi, come al solito, sulla nautica a misura d’uomo, sul primo acquisto e sulla barca fino ai 10 metri, senza però tralasciare le imbarcazioni più grandi che verranno ospitate nell’area mare. Inoltre, è previsto uno spazio dedicato all’accessoristica after-market e agli sport del remo e della vela, senza dimenticare che durante i giorni del Salone verranno messi a disposizione del pubblico, da parte del Polo Nautico, i propri istruttori e le proprie attrezzature per dimostrazioni di canoa, kayak, deriva. Una sorpresa molto piacevole è quella che ci riserverà il Consorzio Hydrogen Park, che presenterà in occasione della fiera il suo prototipo di imbarcazione ad idrogeno “Accadue”. Abbiamo parlato poco fa di convegni su temi d’attualità, ecco dunque quali saranno le tematiche maggiormente trattate: il turismo e la crocierista, le questioni di carattere fiscale e normativo, la mobilità e l’ambiente, e conte-

PER SAPERNE DI PIU’ SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DI VENEZIA ✑ Dove: Parco S. Giuliano di Venezia Mestre ✑ Quando: dal 5 al 7 e dal 12 al 14 aprile ✑ Orari: h.10:00 - 19:00 ✑ Prezzi: intero: 7,50 €; Ridotti: 5 € (Venerdì 05 aprile ingresso gratuito per residenti nel Comune di Venezia) ✑ E-mail: eventi@expovenice.it Telefono +39 041 5334850 Fax +39 041 5334760 www.festivaldelmare.com

stualmente al Salone, si terrà il II° Trofeo Hilton Garden Inn per imbarcazioni dinghy e una gara realizzata da AWIV, Associazione Windsurf Irombeach Venezia. Curata da Lorenzo Pollicardo, italiano rinomato nel mondo della nautica nonché esperto internazionale, il salone chiude una lunga e infruttuosa concorrenza tra fiere limitrofe e rilancia Venezia come sede della fiera nautica leader dell’area Adriatica e tra i saloni di primavera. Lo scorso anno, giusto per andare a leggere un po’ di numeri, sono stati presenti oltre 170 espositori e più di 220 imbarcazioni, segnando una buona crescita u

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salone venezia__mastro Progress 03/04/13 15.25 Pagina 3

NAUTICA SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DI VENEZIA

IL SALONE MANTIENE IL FOCUS SULLA PICCOLA MEDIA NAUTICA, COMPARTO CHE RIGUARDA IL 90% DEL MERCATO DELLA BARCA, E MIRA A CONFERMARE IL TREND DI CRESCITA DELL'EDIZIONE 2012, SEGNATA DA UN +30% DI ESPOSITORI E BARCHE IN MOSTRA RISPETTO AL 2011

anche rispetto all’anno precedente. La superficie espositiva, che comprende anche l’area mare di circa 13.000 m², ammonta totalmente a 120.000 m² ed è ormai diventata un appuntamento importante per molte aziende, tanto che lo stesso Lorenzo Pollicardo ha commentato con queste parole: “I dati relativi alle adesioni di espositori sono risultati in controtendenza rispetto alle

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APRILE 2013

altre manifestazioni nazionali, e il fatto che i numeri siano superiori al Nautico dell’anno precedente è rappresentativo delle aspettative che questa manifestazione ha ingenerato nel mercato. Molte aziende hanno davvero fatto di tutto per esserci, anche con piccoli spazi.” I marchi presenti alla fiera hanno tutti quanti un certo spessore, non soltanto riguardo

alle piccole imbarcazioni, tra cui emerge Rio Yacht, presente grazie a Nautica Bibione. Lo scorso anno sono stati presenti anche Azimut e Cranchi, senza dimenticare dello storico cantiere veneziano Dalla Pietà Yacht, recentemente rilevato dalla società cinese Millenium Marine ma con la sede produttiva ancora a MalcontentaVenezia. Di particolare rilevanza sarà inoltre la presenza dei modellini, vere e proprie chicche per gli appassionati: tra quelli presenti, ci sarà la nuova imbarcazione Dalla Pietà 70, attualmente in costruzione, per non parlare dei modelli più recenti di Absolute, Boston Whaler, Manò Marine, Quicksilver e Salpa. Come detto precedentemente, inoltre, non potevano mancare le prove in acqua gratuite, sia di remo che di vela, allo scopo di promuovere la cultura del mare e gli sport nautici. Sarà inoltre presente l’area dedicata al tempo libero, in cui saranno esposti Camper e Caravan, all’esterno del Salone. A tutti voi appassionati di questo mondo, dunque, vi aspettano dal venerdì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00, ad un prezzo intero di 7.50 €; i più piccoli (fino ai 12 anni) e i più anziani (oltre i 75 anni) potranno accedere gratis all’evento, mentre i ragazzi dai 13 ai 16 anni pagheranno un ridotto di 5 €. Infine, un piccolo regalo a tutti i residenti di Venezia, che potranno accedere gratuitamente nella giornata di venerdì 13 aprile, semplicemente presentando un documento d’identità alla biglietteria. Un vero festival del mare dedicato a tutti gli appassionati di nautica, occasione unica per tutti coloro che vivono il mare sia per passione che per lavoro: se veramente le barche fanno parte della nostra vita, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire una tappa del genere, diventata ormai da qualche anno un punto di ritrovo sia per i visitatori che per gli espositori di fama internazionale. ■


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HENRY PURCELL

Definito dai suoi contemporanei l’Orpheus britannicus per le sue doti musicali, Henry Purcell (1659-1695) è stato uno dei maggiori compositori di musica vocale con una prolifica produzione che vede musiche di scena, celeberrime opere come Dido and Aeneas and The Fairy Queen, odi celebrative e molta musica per voce sola e continuo; una vasta produzione di straordinaria originalità creativa che l'antologia Henry Purcell. Close thine eyes (STR33931, 1 CD, distr. www.stradivarius.it) celebra proponendoci un

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Sweeter than a rose, l'antologia propone anche brani strumentali di Purcell, alternati ad altri di compositori coevi come John Banister, Antony Poole e Godfrey Finger, ampliando dunque il panorama alla musica strumentale da camera per viola da gamba e organo. Lontano dai fulgori dei grandi anthems scritti per i reali inglesi, queste musiche di Purcell ci rivelano il suo lato più intimistico, meno appariscente ma altrettanto dotato di quel fascino che gli ottimi interpreti – alle due summenzionate voci, si aggiungono il liuto barocco, l'organo, il clavicembalo e la viola da gamba – fanno risaltare con una lettura emotivamente appassionata e di grande fascino.

cappella musicale di S. Petronio a Bologna e, successivamente, presso la corte estense di Francesco II a Modena. Il Seicento è stato, come si sa, un periodo di grandi sperimentazioni musicali, sia in campo strumentale che vocale e la "cantata" rappresenta uno dei generi attraverso cui le nuove tendenze musicali vanno emergendo. Variegate le combinazioni utilizzate da Gabrielli, nell'alternarsi di arie, recitative e ariosi, in brevi e incisivi momenti musicali, caratterizzati ognuno da un suo preciso carattere "affettivo" dove la varietà dei singoli momenti

musicali riflettono altrettanti situazioni di un mondo bucolico graziosamente messo in risalto dalle sfumature della voce sopranile di Emanuela Galli. Quest'ultima è accompagnata dall'ensemble Sistite Sidera, composto dal violoncello, tiorba e organo/clavicembalo. Completano l'antologia alcune sonate per violoncello solo di Gabrielli, antesignane delle famose suites per violoncello solo di Bach, nonché due sonate per organo e due cantate di Bartolomeo Monari, contemporaneo e collega di Gabrielli.

linguaggio sacro di Bach. E lo fa con quella passione profonda e quella grande sensibilità musicale che caratterizza tutte le sue interpretazioni, nate sotto la convinzione che la "musica" possa, attraverso il suo linguaggio universale, superare ogni barriera culturale e geografica. In questa memorabile interpretazione, tanti gli strumentisti e i solisti di canto di diversa provenienza geografica, uniti sotto la sensibile direzione di un Savall che riesce ad animare portentosamente la grande architettura sonora di Bach. Sia nei grandi momenti corali di giubilo che nelle intimistiche arie solistiche, Savall esalta la poeticità della musica ma anche il rigore compositivo di un'opera che riassume in sé la

tradizione armonico-contrappuntistica di tutta la musica occidentale. Nei due dvd che arricchiscono il cofanetto, si ha modo di ammirare l'esecuzione live della messa nell'affascinante contesto dell'abbazia francese di Fontfroide che da anni ospita un festival di musica antica diretto da Savall; il secondo dvd si snoda tra ascolti e una lunga intervista al maestro Savall e agli interpreti vocali e strumentali che, da diverse angolazioni, raccontano questa esperienza bachiana. Ottimi la Capella Reial de Catalunya e Le Concert des Nations, ensembles fondati da Savall, che mostrano tutto il loro talento dando voce ad una esecuzione di grande impatto emotivo.

JOHANN SEBASTIAN BACH

Capolavoro assoluto della musica sacra, la Messa in Si minore di J. S. Bach nonostante il considerevole numero di incisioni esistenti, non finisce mai di stupire e di offrire, al contempo, letture originali e capaci di cogliere nuovi aspetti di questo straordinario lavoro. E' quanto ci offre la superba lettura di Jordi Savall nel cofanetto J. S. Bach. Messe en si mineur (AVDVD 9896 A/D, 2 CD + 2 DVD, distr. www.taleamusica.com), un veterano del repertorio rinascimentale e barocco, qui nella sua prima esperienza discografica dedicata al

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assaggio di splendide arie solistiche. La scelta contempla celeberrimi brani – sia a carattere devozionale che profano - dove emerge, non di rado, quella vena melanconica che ritroviamo in molte sue composizioni e in cui il trattamento della melodia, contraddistinto da continui salti ed intervalli, sta a rimarcare quasi quel senso di instabilità della natura umana. Emergono momenti di pura genialità musicale come nel Close thine eyes per soprano e basso, un affascinante duetto dagli effetti quasi ipnotici, risaltati dalle bellissime voci del soprano Joanna Klisowska e dal basso Peter Kooij. Accanto ad altre celebri arie come Music for a while costruita sul tipico basso ostinato e

DOMENICO GABRIELLI

Dedicata al genere barocco per eccellenza, la cantata per voce e basso continuo, l'antologia Domenico Gabrielli. Cantate (STR 33878, 1 CD, distr. www.stradivarius.it) si sofferma su una delle figure meno note del secondo Seicento bolognese: Domenico Gabrielli, noto violoncellista, nonché autore di musica vocale sacra e profana, attivo nella

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di FRANCO BRUNI

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