Un New Deal per Confindustria - L’America’s Cup sbarca a Napoli - Il successo tra i fornelli, i cuochi nuove “star” - La corsa all’Eliseo - Caraibi, sulla rotta dei pirati - Paris Art Fair - Torna il Festival di Pasqua
PROGRESS
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Mensile di Politica, Economia, Attualità e Cultura. Numero 55 (Nuova Serie) € 3,50 www.progressonline.it
ATTUALITÀ Un New Deal per Confindustria Viale dell’Astronomia volta pagina e per il “dopo - Marcegaglia” sceglie Giorgio Squinzi
ESTERI La corsa all’Eliseo Riuscirà Sarkozy a recuperare terreno sullo sfidante François Hollande?
SPORT Torna la Grande Vela L’America’s Cup sbarca a Napoli
FOOD Il successo tra i fornelli I cuochi nuove “star”, tra sperimentazioni e nuovi sapori
MUSICA Torna il Festival di Pasqua Un appuntamento con la grande musica sacra per la 15a edizione del Festival
TRAVEL Sulla rotta dei Pirati Un itinerario tra le isole Grenadine
COVER STORY
NUMERO 55
SALONE DEL MOBILE 2012 Il Made in Italy torna protagonista al Cosmit Il Salone del Mobile di Milano si conferma come l’appuntamento fieristico di punta della città. Milano apre le porte a Designers & artisti, con una serie di eventi collaterali al Salone come la Tortona Design week - trasformandosi ancora una volta in un contenitore trasversale di creatività.
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CONTRO LA CRISI… C’È IL DESIGN!
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Milano è in fermento per l’appuntamento cardine dell’anno: il Salone del Mobile, in programma per la settimana tra il 17 e il 22 aprile 2012. E sarà proprio la “green” philosophy il leitmotiv della kermesse, specialmente per il Fuorisalone, che come ogni anno si svilupperà a zone lungo tutto il territorio urbano. Se il 2012 viene indicato dagli economisti come uno degli anni più delicati e difficili della storia contemporanea da Milano arriva una scommessa d’ottimismo per la prossima design week 17-22 aprile 2012. La kermesse milanese nasce innanzitutto
dalla considerazione (o speranza?) che i momenti critici siano di frequente quelli più propizi per progetti impensabili in altri contesti, altresì dalla consapevolezza che, crisi economica nonostante, su tutto il territorio nazionale proseguono numerosissime le esperienze di singoli architetti, designer e creativi di ogni genere che ogni giorno sfidano tali incertezze facendosi imprenditori di microeconomie innovative e positive. Il design quindi come spinta propulsiva dell’economia, in una parabola che dà forma al vuoto, realizzando senso, forma, colore ad ogni cosa che facciamo.
Dunque, se l’economia è in crisi, la creatività pare non perdere colpi. Anzi, sviluppate nuove consapevolezze in un contesto di grave emergenza, eccola cimentarsi con nuove soluzioni, praticando strade prima impensabili. Per questo, quest’anno si punterà sempre di più su esempi concreti di buon design, home design, mobility design e food design. Un modo per coniugare ideazione e progettazione ai criteri di innovazione, conversione ecologica, sviluppo economico, benessere individuale e collettivo. In una sintesi tra incremento del lavoro e difesa della bellezza come bene comune.
Palazzo di Mysore di noĆŠe, Karnataka
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■ 40 VERSO L’ELISEO
SARKO: IL FRANCESE MANCATO
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■ 42 LA SPESA MILITARE CINESE
METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI
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44 VIALE DELL'ASTRONOMIA VOLTA PAGINA
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46 LA RIFORMA DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
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46 I METODI ANTI-EVASIONE
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IL BUSINESS DELLE TRUFFE AGROALIMENTARI
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TRENITALIA E LA SFIDA ALLA MODERNIZZAZIONE
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54 FESTIVAL DEL CINEMA A TRENTO
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56 MOSTRA D’ARTE MONDIALE A PARIGI
UN NEW DEAL PER CONFINDUSTRIA
QUALE RIFORMA PER IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
CONTRASTO D’INTERESSI: BUFALA O PANACEA?
AGROMAFIE S.P.A.
UN TRENO A DUE VELOCITÀ
UNA SETTIMANA IN ALTA QUOTA
FERVE L’ARTE A PARIGI
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FOTOREPORTAGE DA NEW YORK DA PARIGI DA LONDRA CONTROCORRENTE PERSONAGGIO ONOMATOMANIE SHOWBIZ SE FOSSI ZEMAN SCOSTUME E SOCIETÀ TRASHION ART CINEMA MEETING ITC LIFESTYLE TRAVEL FOOD FASHION MODA CARS BOAT TUNES
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58 FESTIVAL DI PASQUA 2012
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64 QUANDO IL GIOCO SI FA DIGITALE
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LA MUSICA SACRA IN TOUR A ROMA
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MONOPOLI & CO, LA NUOVA SFIDA È DIGITALE
66 MACCHINARI LOW COST PER LEGGERE IL DNA
LEGGERE IL DNA? POCO TEMPO E POCHISSIMI DOLLARI
70-102 SPECIALE SALONE DEL MOBILE
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Aprile è il mese del “Design”. Milano è invasa da persone di tutte le nazionalità curiose di toccare le novità esposte al Salone del Mobile e desiderose di partecipare a quella miriade di eventi che chiamano “Fuori Salone”. Una maratona per stand, happening, mostre, gallerie e showroom. Il design si è trasformato in un fenomeno di costume. I produttori usano il loro marchio per fare moda, assicurandosi visibilità e successo commerciale.
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104 LE CREAZIONI DI STUART HUGHES ORO HI-TECH
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108 IN CATAMARANO ALLE GRENADINE
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116 CHEF TRA FORNELLI E POPOLARITÀ
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120 VOLTI DELLA MODA
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124 INTERVISTA A ELIAD COHEN
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132 BERTONE ANTICIPA IL FUTURO... PER IL CENTENARIO
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LA GRANDE VELA IN ITALIA
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GLI STADI SONO PIÙ SICURI
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SULLA ROTTA DEI PIRATI
IL SUCCESSO VIEN CUCINANDO
MICHELLE BUSWELL, COCO ROCHA, LEA T., CAROLINE TRENTINI
DA MODELLO A IMPRENDITORE
NUCCIO SPORTIVA “ESTREMA”
L’AMERICA’S CUP SBARCA A NAPOLI
IL CALCIO RITROVA LA CALMA (LICENZIANDO LA POLIZIA)
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Progress è una pubblicazione curata da Gruppo Editoriale S.E.I. Via R. Pereira 00135 - Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010 Uffici Commerciali Roma, Via Pereira, 41 - 00136 Milano, Via Petrella, 21 - 20124 Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Alessandro Petrone direzione@edizionisei.com Direttore Editoriale Franco Del Panta Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com I. Basile, D. Battaglia, M.L.C. Beduschi, R. Delmonte, C. Catalli, R. Leggio, M.G. Morini, P. Romeo, D. Marianacci, E. Rodi, F. Aliberti, D. Sallustio, A. Tomassi, R. Cesari, F. Vagnozzi, P. Vaccaro, D. Leggio, E. Pasca, L. Saggio, R. Leggio Marketing & ICT Milko Vaccaro Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Editing e traduzioni Adrian James, Tris Bruce Art Direction Romina Plini, Vania Rossi Stampa e Allestimento Tecnostampa Distribuzione Giuseppe Ventura Emilian Press Srl - Spediservice Srl - CDL Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com www.progressonline.it Fotografie Shutterstock, Sascha Von Mallinckrodt M.G. Morini, L. M. C. Beduschi, Luca Omiccioli, Milko Vaccaro N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
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MODELLE DI TUTTO IL MONDO …UNITEVI!
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Negli Stati Uniti è nata The Model Alliance, l’organizzazione fondata dalla modella Sara Ziff (nella foto in basso a destra) con l’appoggio del Council of Fashion Designers of America, per proteggere le modelle dagli “abusi” che potrebbero subire nel loro lavoro. Una stranezza? Forse. Ma nonostante si possano sollevare ragionevoli dubbi sulla necessità di parlare di “rivendicazioni sindacali” per una categoria che, solitamente, immaginiamo carica di privilegi e circondata da lustrini, non è tutto oro quello che luccica e il mondo della moda sembra confermarlo.
Come dichiara Sara Ziff: “Fondamentalmente si tratta di una forza lavoro fatta di bambini che opera in un business enorme e in continua crescita”. Le pesanti pressioni psicologiche, i numerosi casi di suicidio di modelle esasperate dai ritmi di lavoro estenuanti e dalle impossibili richieste di soddisfare canoni estetici “perfetti”, le denunce di istigazione all’anoressia, gli abusi sessuali e, talvolta, i mancati pagamenti, sono solo alcune delle problematiche che si celano dietro il mondo apparentemente dorato della moda e che, difficilmente, riescono ad emergere tra le accecanti luci delle passerelle
o dalle pagine patinate delle riviste. Tra le proposte di The Model Alliance figurano il compimento di sedici anni per accedere alla passerella, il divieto di alcool e di fumo nei backstages e la presenza di educatori dell’alimentazione per i soggetti “a rischio”. Certo, a volte i buoni propositi sono destinati a rimanere tali, ma anche se sembra restio al cambiamento, il mondo del fashion dovrà fare i conti con questa nuova “ventata” di consapevolezza. modelalliance.org Denise Marianacci
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WORLD PRESS PHOTO DELL’ANNO 2011 Samuel Aranda, Spagna, per The New York Times. Una donna tiene tra le braccia un parente ferito durante le proteste contro il presidente Saleh. Sanaa, Yemen, 15 ottobre
LA FOTO DELL’ANNO Il prossimo 27 aprile 2012 inaugura a Roma, al Museo di Roma in Trastevere, la mostra dedicata all’ultimo World Press Photo, uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del Fotogiornalismo. Ogni anno, da 55 anni, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, è chiamata a esprimersi su migliaia di domande di partecipazione provenienti da tutto il mondo, inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste. Si tratta di un'occasione per vedere le immagini più belle e rappresentative che, per un anno intero, hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo. Anche quest’anno la giura ha diviso i lavori in 9 diverse categorie: Vita Quotidiana, Protagonisti dell’attualità, Spot News, Notizie generali, Natura, Storie d’attualità, Arte e spettacolo, Ritratti, Sport. La Foto dell’anno 2011 è dello spagnolo Samuel Aranda. L’immagine mostra una donna che tiene tra le sue braccia un parente ferito. È stata scattata in una moschea di Sanaa, capitale yemenita, allestita come ospedale da campo dai dimostranti contro il regime del Presidente Ali Abdullah Saleh, durante gli scontri del 15 ottobre 2011. La mostra World Press Photo non è soltanto una galleria di immagini sensazionali, ma è un documento storico che permette di rivivere gli eventi cruciali del nostro tempo. Il suo carattere internazionale, le centinaia di migliaia di persone che ogni anno nel mondo visitano la mostra, sono la dimostrazione della capacità che le immagini hanno di trascendere differenze culturali e linguistiche per raggiungere livelli altissimi e immediati di comunicazione. www.contrasto.it
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1ST PREMIO RITRATTI - FOTO SINGOLE Laerke Posselt, Danimarca - Copenaghen, 4 Maggio. L’attrice Mellica Mehraban, nata in Iran ma cresciuta in Danimarca, è una dei protagonisti del thriller di spionaggio iraniano “Fox Hunting”.
LEGGILO SU PROGRESSONLINE.IT
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1ST PREMIO NOTIZIE GENERALI - FOTO SINGOLE Alex Majoli, Italia, Magnum Photos per Newsweek Dimostranti in piazza Tahrir, Cairo, contestano il discorso televisivo del presidente egiziano Hosni Mubarak che, contrariamente alle previsioni, ha dichiarato di non voler lasciare il potere. 10 febbraio, Cairo, Egitto.
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di ROMINA DELMONTE
UN LIBRO DA PORTAR VIA E UNA CABINA TELEFONICA PER LIBRERIA
John Locke non ha dubbi: “i libri sono la cosa più bella del mondo”. E così i libri li ha portati sui marciapiedi: tra mensole e colori, le cabine telefoniche si trasformano in librerie “fast-food”. Abbandonate e maltrattate, le storiche cabine telefoniche sembrano aver fatto non solo la storia di una generazione ma anche il loro corso. Vittime di congiura da parte di “cabine da taschino” i cellulari - arrugginite e invecchiate, di loro resta solo il ricordo nei collezionisti di schede telefoniche.
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APRILE 2012
Ma se in Italia gli operatori pubblici continuano a prelevarle dai marciapiedi destinazione discarica - a New York non si butta via nulla. Un uomo chiamato John Locke, per di più architetto, camminando per Manhattan e cercando un posto per i suoi libri, ha avuto infatti la geniale idea di costruire “biblioteche on the road” all'interno delle obsolete cabine, dove su mensole colorate e su misura campeggiano volumi da portare in sostituzione al libro prelevato, tutto eccezionalmente gratis e semplice. Passanti, turisti, lavoratori, tra un semaforo e l'altro si immergono nella lettura. Idea favolosa, anche se non tardano ad arrivare le prevedibili controindicazioni. Forse perché isolata e in un quartiere malfamato, o forse per un odio profondo verso la carta stampata, il book-
sharing stradale, inserito nel programma “Department of urban betterment”, è stato “malmenato” e distrutto. Il giorno dopo ben poco è rimasto della cabina: zero libri, zero mensole. Ma niente ha fermato l'astuto architetto: così, riprodotta nuovamente la cabina/libro, si è piazzato nei pressi una stazione, dove 24 ore su 24 appassionati o semplici curiosi effettuano il “cambio/libro” con delicatezza e senza calci. La cabina è tutt'oggi ancora in vita. L'iniziativa ha interessato anche il nostro Belpaese, che di libri ne legge davvero pochi. Così si aspetta di portare l'idea anche tra le nostre strade, tra il traffico e i tram, tra una pizza e un mandolino, tra un cellulare e un cabina... e chissà che gli italiani non tornino a leggere. www.gracefulspoon.com
DA PARIGI__mastro Progress 29/03/12 12.29 Pagina 1
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di ELISABETTA PASCA
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CABARET, PARIGI E CHAMPAGNE
Cabaret e designer. Christian Louboutin, Guest Creator per gli amici del Crazy Horse, si dà al tradizionale show parigino, firmando la regia di Feu. Hip-hop, musica classica e un cabaret in quattro tempi, che diviene arte nella splendida location d'eccezione: il Crazy Horse di Parigi fino al 31 maggio e replicato al Design Museum di Londra dal 28 marzo ai primi di Luglio. Gli autorevoli luoghi non incorniciano lo show in nessuna formalità per uno spettacolo che lascia tutto e nulla all'immaginazione. Ad allietare lo spettacolare evento, champagne incluso nel biglietto da sorseggiare e degustare ammirando davanti agli occhi una Parigi che attraverso il design e le forme si fa arte e immaginazione. www.lecrazyhorseparis.com
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MATISSE SI LASCIA CONOSCERE
"Matisse. Copie e serie" è una mostra che non esibisce solo bei quadri, insegna qualcosa sul processo creativo di chi li ha eseguiti e quando si parla di Matisse tutto diviene ancora più interessante. Dal 12/04/2012 al 20/04/2012 è possibile ammirare al Centre Pompidou, le opere dell'artista e il suo percorso stilistico. Matisse ha lavorato molto sulla percezione, sul suo essere altamente "selettiva" e sulla sua maniera maniera di comunicare le informazioni alla mente, e questa idea dell'arte si palesa davanti agli occhi dei visitatori facendosi ammirare e scoprire in tutto il suo splendore. Alcuni dei quadri presentati in questa mostra sono assolutamente straordinari perché non sono solo forme, volumi e colori, ma anche la maniera in cui un soggetto li ricompone in immagine. Una mostra da non perdere per gli amanti dell'arte e dei colori. Veloce ed esaustiva, la galleria espone opere e e forme che saltano all'occhio del turista appassionato o semplicemente curioso www.centrepompidou.fr
PANE E GIOSTRE: UN PASSATO DA ZUCCHERO FILATO
Una Fiera antica e buona come il pane. La Foire du Trône è una festa parigina conosciuta come "fête du pain d'épice" (festa del pane alle spezie) prima che venisse spostata nel "bois de Vincennes".La festa si tiene ogni anno, a partire dal 1965, nel periodo di primavera, precisamente ad aprile e maggio, presso la Pelouse de Reuilly, il Prato di Reully, sito presso il Bois de Vincennes, rinomato parco di Parigi. L'antica festa tra il religioso e il pagano, risale addirittura al 957, quando l'abate Sant'Antonio ottenne il permesso di vendere una specie di pane alle spezie durante la Settimana Santa, nella place
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du Trône e lungo il corso di Vincennes. La Foire du Trône é una manifestazione imponente che comprende più di 350 attrazioni su più di 10 ettari di terreno e che mobilita, ogni anno un numero incredibile di turisti che girano tra venditori di mele zuccherate, zucchero filato e molte altre delizie, banditori di lotterie e giocolieri. Nulla che non si trovi in qualsiasi festa popolare, ma tutto diviene speciale quando ad ospitarla vi è Parigi. La Fiera attira ogni anno più di 5 milioni di visitatori piccoli e grandi. Si tratta di una vera e propria città nella città, viva di giorno e di notte, con le sue montagne russe, treni, fantasmi e tante altre attrazioni per gli amanti delle sensazioni forti e di un passato molto lontano che ritorna in piazza. www.foiredutrone.com
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20 ANNI DI DISNEYLAND PARIS È festa grande a Disneyland Paris: il parco di divertimenti compie vent'anni il 12 aprile, e per l'occasione ci saranno spettacoli unici, eventi e parate. . La nuova stagione apre i battenti il primo aprile, con un nuovo orario di apertura al pubblico prolungato, per permettere ai visitatori di seguire i vari eventi. Tra questi, il più atteso è Disney Dreams, lo show serale che vede il Castello della Bella Addormentata al centro di un complesso mix di luci, giochi d’acqua e fuochi d’artificio: lo spettacolo di fine parco in una veste ancora più magnifica. Questo è davvero l’anno migliore per recarsi nel parco divertimenti più visitato del nostro continente. www.disneylandparis.it
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DA LONDRA__mastro Progress 29/03/12 12.30 Pagina 1
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di ELISABETTA PASCA
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IL PALAZZO INCANTATO
Kensington Palace si trasforma per una speciale mostra multi sensoriale che combina fashion, performance live, musica, film e abbaglianti spettacoli per scoprire il palazzo sotto una nuova magica luce. Personaggi intriganti e misteriosi accompagneranno i visitatori in un viaggio attraverso il palazzo incantato per scoprire le sue storie di amore e odio, sorprese e tristezza, segreti e gelosie di sette principesse. I visitatori incontreranno una serie di installazioni sbalorditive e di fashion contemporaneo di importanti design come Vivienne Westwood e William Tempes, ispirati dalla collezione di abiti reali del palazzo. www.hrp.org.uk
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FIORI D'ARANCIO VINTAGE
È tempo di fiori di arancio e confetti. L'11 aprile partirà infatti la prima fiera del Matrimonio Vintage londinese. La creme de la creme dei rivenditori si riunisce per mostrare eccezionali abiti da matrimonio ed accessori. Protagonista la storia della moda che verrà raccontata dall'età Vittoriana alla provocazione degli anni '60. Il vintage e lo stile accompagneranno il visitatore per la mostra, tra mode e colori passati. L'intento della mostra diviene quindi non solo quello di raccontare ma di espirmere quanto delle volte, merletti ed occhiali possano arrivare a divenire arte. Ad insegnare i trucchi del mestiere, non mancheranno un esperto make-up artist, un parrucchiere e un fashion stylist per aiutare a tuffarvi nel passato degli anni '60. londonvintageweddingfair.co.uk
SOGNARE DI ESSERE GRACE KELLY
Grace Kelly non solo una leggenda di bellezza ma anche di stile. A ricordare l'intramontabile fascino della principessa, Grace Kelly: Style Icon, al museo di arte e design più importante del mondo il Victoria & Albert Museum. Il suo guardaroba sarà esposto al pubblico dove saranno visibili gli abiti di scena dei film Alta società e “La finestra sul cortile”, interpretati da Grace, l'abito della premiazione degli
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Oscar, e le trasformazioni del suo stile durante gli anni di Principato a Montecarlo. Un omaggio alla leggenda dello schermo che si sposta anche nell'Hotel che era solito essere la sua casa di Londra. Gli ospiti potranno così sognare con la leggendaria star del cinema ed icona tv e assaggiare nel famoso e premiato bar dell’hotel cocktails ispirati alle differenti fasi della vita della bella principessa. www.the-berkeley.co.uk
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STAMPE IN FIERA A LONDRA Per gli amanti dell'arte e del colore, la London Original Print Fair ospita 45 mercanti d’arte internazionali che convergono alla Royal Academy of Arts per esporre, e vendere, varie opere realizzate nell’arco di cinque secoli. Iincisione su legno di Dürer, una serigrafia di Hirst o un ritratto ad acquaforte di Freud i pezzi forti.Con la Fiera Original Print London vi sono anche eventi interessanti che vi aspettano come Sir Peter Blake che in camera Reynolds. Questa sarà un'occasione unica per ascoltare il famoso artista pop britannico parlare apertamente della sua carriera artistica e perchè no, champagne bar e visite esclusive per incontrare artisti e commercianti, tra cui Tom Phillips e Chris Orr. www.londonprintfair.com
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controcorrente__mastro Progress 29/03/12 12.31 Pagina 1
controcorrente
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controcorrente
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di IVANO BASILE
LASCIATELA CANTARE!
Una “Carla Bruni” made in Cina. In attesa della nomina di Xi Jinping, come prossimo presidente della Repubblica popolare, la Cina impazzisce per Peng Liyuan, futura first lady. Oltre ad essere bella, canta divinamente ed è anche molto impegnata con l’Esercito (è General Maggiore). L’incantevole moglie del futuro presidente, 48 anni, è da
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tempo un'affermata stella della canzone folk-patriottica della Cina. Le sue canzoni sono incentrate sui temi della Cina rurale, e sono emotivamente vicine alle donne e agli uomini alle prese con la dura vita delle campagne. Un classico della propaganda di regime. Celebrata da quando aveva poco più di 20 anni, ha dedicato tutta la sua vita alla passione per la musica: a soli cinque anni poteva già vantare un discreto repertorio di canzoni popolari. Da adolescente entrò a far parte della facoltà di Musica della provincia dello Shandong, mentre a 18 anni, contemporaneamente all'ingresso nell'esercito, vinse il premio per un' 'esibizione eccezionale' al Festival della canzone nazionale di Pechino. A 20 anni, nel 1982, la consacrazione, con il debutto in diretta nazionale al gala del
Capodanno cinese trasmesso dalla Cctv (China central television), l'evento più importante dell'anno, seguito da 800 milioni di persone, dove si esibì in una mirabile performance della hit tradizionale 'La piana della speranza'. Fino a poco tempo fa era di gran lunga più popolare dell'erede designato di Hu Jintao: ha girato come una trottola per il mondo, ha visitato oltre 50 paesi, ed è una star nazionale. Ma con la nomina di Xi a vicepresidente nel 2008, il Politburo di Pechino ha però deciso di ridurre l'esposizione mediatica di Peng: il futuro presidente cinese non è disposto a correre neanche il minimo rischio di venire oscurato da Peng, cantante, General Maggiore, fedele alla linea. Le informazioni sul loro matrimonio, e le fotografie che li
ritraggono insieme, sono state fatte sparire da internet. A Peng è anche stato affidato un nuovo lavoro di ufficio, molto più discreto. E le performance pubbliche della popolare cantante sono state ridotte. Eppure si dice che in Cina alla domanda: chi è Xi Jinping, si risponda ancora oggi in modo ironico, “il marito di Peng Liyuan”.
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PERSONAGGIO __mastro Progress 29/03/12 12.32 Pagina 1
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di DENISE MARIANACCI
DESIREE RANCATORE UNA VOCE CHE IN-CANTA Classe 1977, siciliana e stella del firmamento della lirica: la soprano Desirée Rancatore incanta con la sua voce le platee di tutto il mondo. È una delle cantanti liriche tra le più stimate del momento, nonché una talentuosa figlia d’arte. Stiamo parlando della soprano Desirée Rancatore, che coltivando la sua passione per la musica e per il bel canto fin dalla tenera età, è giunta oggi sulla vetta dell’Olimpo della lirica grazie alle particolari doti virtuosistiche del suo canto. Nipote del batterista di Macario e Totò e figlia di un papà clarinettista e direttore d’orchestra e di una mamma soprano, la Rancatore muove i suoi primi passi nella dolce e aspra terra di Sicilia e, dopo gli anni al Conservatorio e gli studi di specializzazione a Roma con Margaret Baker Genovesi, debutta a soli 19 anni al Festival di Salisburgo nel 1996. Il viaggio in Austria se lo merita partecipando ad un concorso di canto lirico internazionale che si teneva nella città di Chimey, in Belgio. Qui viene notata da Gerard Mortier, allora direttore artistico del celebre festival mozartiano. Dai panni di Barbarina ne “Le nozze di Figaro”, la carriera artistica della Rancatore inizia percorso costellato da incredibili successi che la vede protagonista sulle scene dei
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Teatri d’Opera più importanti del mondo: da Parigi, a Londra, fino a Melbourne, per giungere, quindi, al suo debutto in occasione della riapertura della Scala nel 2004, quando il maestro Riccardo Muti decide di mettere in scena un'opera molto particolare che è “l’Europa riconosciuta” di Antonino Salieri. Qui, interpretando il ruolo di Semele, riscuote unanime consenso da parte del pubblico e della critica e spalanca definitivamente le porte al successo: ricopre il ruolo di protagonista in “Lucia di Lammermoor” al Teatro Donizetti di Bergamo ed in Giappone. Inoltre, interpreta una parte nel “Rigoletto” alla Wiener Staatsoper, Les Contes d’Hoffmann al Teatro Real di Madrid, La Figlia del reggimento alla Scala. . In seguito all’inaugurazione nel 2009 dell'Umbria Music Festival con lo “Stabat Mater” di Pergolesi, dopo una serie di recite a Tokyo con Muti, al Mozarteum di Salisburgo e a Pechino, la Rancatore nel 2010 riceve all’Arena di Verona l’Oscar della Lirica. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso della sua prestigiosa carriera si annoverano anche il Premio speciale "Ester Mazzoleni", il Premio medaglia d’oro "Città di Milano" come miglior giovane soprano lirico affermatasi in
ambito nazionale ed internazionale, il Premio “Paladino d’Oro” come giovane cantante lirica internazionale, il premio “Kaleidos” 2008 e la “Mimosa d’oro internazionale città di Agrigento” 2008. La potenza delle sue corde vocali, la presenza
scenica, ma anche l’intensa attività di studio che occorre quotidianamente per un’artista del suo livello, coronano e sottolineano la sua ascesa dell’Olimpo lirico e la rendono, senza alcun dubbio, un orgoglio per la scena musicale e artistica italiana.
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di PIETRO ROMEO
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LA PAROLA DEL MESE
PURE IO CHE NON SONO FACILE ALLA COMMOZIONE, QUANDO INIZIA QUESTA STAGIONE DEVO FARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLE LACRIME. PERCHÈ CI SONO QUELLE CHE MI VENGONO QUANDO SENTO CANTARE GLI UCCELLINI, QUELLE CHE MI VENGONO QUANDO VEDO RIFIORIRE LA NATURA, QUELLE CHE MI VENGONO QUANDO MI RENDO CONTO CHE FINALMENTE POSSO USARE LE MIE GIACCHE PREFERITE
UN ALTRA COSA BELLA DELLA PRIMAVERA É CHE UN SACCO DI BAR METTONO I TAVOLI FUORI E PERCIÒ TU PUOI TORNARE A REGALARE FUMO PASSIVO AI TUOI AMICI
“DEL RESTO NON C'È MOMENTO MIGLIORE DELL'ANNO PER ANDARE A CORRERE AL PARCO”, MI HA DETTO IERI UN PILOTA NAPOLETANO DI AUTO TRUCCATE PER GARE CLANDESTINE APRILE 2012
È STATO UN INVERNO PARTICOLARMENTE LUNGO PER ME: HO ACCUMULATO UNA TALE QUANTITA DI SFIGHE NEGLI ULTIMI SEI MESI CHE MI È PARSO DURARE QUALCOSA COME QUINDICIMILA ANNI. MA ADESSO CHE IL ROSMARINO È SBOCCIATO CAMBIERÀ TUTTO, LO SO
PRIMAVERA
SE VUOI PUOI STRUMENTALIZZARE LA PRIMAVERA PER RIMORCHIARE. L'ALTRA VOLTA HO PRESO A PRETESTO QUESTA BELLA STAGIONE PER DIRE AD UNA DONNA CHE GRAZIE AD ESSA SENTIVO UN SACCO DI SPERANZA NELL'ARIA. LEI MI HA RISPOSTO CHE INVECE PERCEPIVA DI PIU' IL MONOSSIDO DI CARBONIO
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TORMENTONI LESSICALI A SCADENZA MENSILE
CHISSA' QUANTI AMORI FIORIRANNO GRAZIE ALLA SOVRASTRUTTURA CLIMATICA. LE PERSONE SONO PIÙ PREDISPOSTE A BACIARSI QUANDO L'ATMOSFERA È GRADEVOLE E QUESTO DIMOSTRA UNA TEORIA CHE PORTO AVANTI DA SECOLI: LA GENTE NON SI INNAMORA DI ALTRA GENTE, MA DEL CONTESTO. CHE POI COLLEGA QUESTO CONTESTO AD ALTRA GENTE, È UN ALTRO DISCORSO
PRIMAVERA NON VUOL DIRE SOLO SPERANZA PER IL FUTURO, MA ANCHE NOSTALGIA PER IL PASSATO: TIPO, QUANDO ERO PICCOLO C'ERA IL GELATAIO CHE PASSAVA CON LA SUA APE PIAGGIO E LE SUE CANZONI NAPOLETANE. NO, QUELL'ATMOSFERA APPICCICATICCIA DA BASSOFONDO, NON TORNERÀ PIÙ AH, COMUNQUE, TUTTI LA CHIAMANO “IL RISVEGLIO DEI SENSI”, LA PRIMAVERA. IO DEVO DIRE CHE IERI HO MANGIATO UN'AMATRICIANA E CHE PERÒ M'È PARSA UGUALE A QUELLA CHE HO MANGIATO A DICEMBRE
CHE BELLO POI! LA LUCE DEL GIORNO DURA DI PIÙ. TUTTO GRASSO CHE COLA, SE È VERO CHE IL MIO PC HA UN MONITOR A SPECCHIO CHE CON TUTTO QUESTO SOLE MI COSTRINGERÀ A SORBIRMI LA MIA IMMAGINE RIFLESSA FINO ALLE OTTO DI SERA
CI SI SENTE PIÙ LIBERI, SI HA PIÙ VOGLIA DI VIAGGIARE, DI ESPLORARE IL MONDO, DI VAGARE SENZA META AD APRILE. IL CHE, SE LAVORI COME TORNITORE IN FABBRICA, NON È PROPRIO UNA COSA CONVENIENTE
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di ELISABETTA PASCA
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IL BLUES CONQUISTA PARIGI
Dal 16 marzo al 13 aprile, Parigi indossa un’atmosfera musicale che la rende ancora più magica e misteriosa: la città ospita infatti, ormai da 29 anni, il Banlieues Bleues Festival, una delle più rinomate rassegne musicali blues al mondo. La rassegna è nata nel 1984 sulle fondamenta di Jazz en Aulnoye, per volontà di diverse città della Seine-Saint-Denis di creare un evento culturale ambizioso, in modo da mostrare al pubblico la diversità e la ricchezza della musica jazz. La prima edizione offrì al pubblico 18 concerti, tra gennaio e marzo del 1984, in 11 città. Uno dei primi concerti presentò addirittura il pianista Michel Petrucciani, ancora poco noto al grande pubblico. Banliues Bleues poi in breve tempo è
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diventato anche il quartier generale dell’Europe Jazz Network, una rete europea di 60 emittenti di jazz dal vivo in venticinque paesi, e ha realizzato, con undici dei suoi partner, l’Europe Jazz Odyssey, il primo accordo di cooperazione multinazionale e pluriennale per il jazz, sostenuto dal programma Cultura 2000 della Commissione Europea. Il Festival è impreziosito ogni anno dalla partecipazione di ospiti internazionali e si è ormai consolidato quale appuntamento imprescindibile e rilevante nel panorama musicale globale, in grado di intercettare culture differenti e più generazioni di musicisti jazz, hip, hop, blues, reggae e world, al fine di creare un amalgama incomparabile. Il Banliues Blues viene organizzato nelle periferie nord orientali di Parigi e si propone lo scopo di radunare le molteplici espressioni artistiche che fioriscono nella capitale francese per
connetterle con le ispirazioni vitali provenienti da ogni parte del mondo. Si tratta di una mescolanza creativa di suoni che fa muovere gli appassionati di tutta Europa e soprattutto favorisce l’incontro tra gli emigrati e la popolazione parigina: più che un Festival tradizionale, dunque, Banliues Bleues si configura come occasione preziosa di integrazione, garantita dalle performance potenti degli artisti più quotati. Tra i nomi di grandissimo richiamo proposti quest’anno spiccano Marc Ribot – chitarrista difficilmente etichettabile, tra i migliori al mondo, ha attraversato tutti i generi musicali dal
blues al rock, dalla musica latina all’heavy metal fino alla musica classica – con "Really The Blues", ma anche Mc Coy Tyner con Joe Lovano, Dave Liebman con Andy Emler, "Station Congo" con Ray Lema, Sun Ra con Thomas de Pourquery, Build an Ark con Dwight Trible, Oum Kalsoum con
INFO ✑ BANLIEUES BLEUES FESTIVAL 49, Boulevard MarcelSembat, 93207 Saint-Denis Cedex,Parigi Telefono: +33 (0) 1 49 22 10 10 Fax: +33 (0) 1 49 22 10 11 bb@banlieuesbleues.org Marc Ribot a Banlieue Blues www.banlieuesbleues.org
Kamilya Jubran, nonché la notte speciale "Punkt" con Jan Bang e un finale misterioso dove forse comparirà David Sylvian. La ricca programmazione rappresenta il culmine di un progetto che, nell’arco di vent’anni, è andato confermandosi quale evento di grande valore culturale: il suo scopo “sociale” è infatti quello di "animare" culturalmente i quartieri dormitorio della periferia parigina spesso minati dal degrado e da situazioni di conflitto sociale e interrazziale. L'iniziativa ha raccolto sin da subito l’entusiasmo più genuino e la partecipazione più sentita da parte dei residenti, degli appassionati di musica e degli stessi artisti che preferiscono questo tipo di contesto a quello dei locali snob del centro di Parigi. I concerti si svolgono in 20 differenti spazi e sale, con capacità variabile dai 300 ai 1000 posti, nel quartiere di Seine Saint-Denis a nord di Parigi.
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Se fossi Zeman
Se fossi Zeman
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Se fossi Zeman
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di PSEUDONIMO
SE SOLO LUMUMBA FOSSE ANCORA VIVO Io la domenica, quando ero piccolo, salivo sempre con piacere in macchina con mio padre, mia madre e mia sorella per andare a casa dei miei nonni; perché a casa dei miei nonni c'erano altri bambini che erano saliti con piacere in macchina con il loro padre, la loro madre e la loro sorella per andare a casa dei loro nonni; nonni che per qualche tecnologica questione erano gli stessi dei miei. Eravamo una famiglia numerosa: circa ventiquattro elementi ufficiali come da albero genealogico e l'aggiunta di due invasori alieni che immaginavo fossero atterrati su Catania con un disco volante della Fiat. Era l'unica spiegazione che mi davo, dal momento che lo zio PeppeAntonio e la nonna Iole erano rispettivamente lo zio e la nonna di persone che non si erano mai fatte vive. Ad ogni modo erano riusciti pure loro a procurarsi una funzione sociale, che nella fattispecie era quella di sbrodolare la loro ipersalivazione extraterrestre sulle guance dei minori di undici anni attualmente in commercio. Ci baciavano di continuo a noi “picciriddi”, sfruttando per tornaconto personale questa stupida cosa della tenerezza che fanno i bambini. Secrezioni geriatriche a parte, ci divertivamo però io e i miei cugini a quei tempi.
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Di solito fino alle tre del pomeriggio lanciavamo dal balcone derrate alimentari dal peso specifico piuttosto rilevante ed era come assistere ad un'olimpiade di accelerazioni di gravità; altre volte più semplicemente bagnavamo della carta igienica per spiaccicarla sulle pareti, ma in ogni caso sempre e comunque fino alle tre del pomeriggio. Fino alle tre del pomeriggio perché poco più tardi, ed esattamente alle tre e dodici bestemmie di mio nonno che se la prendeva con mio padre che aveva tirato la carta sbagliata e aveva dato così la briscola in mano a mio zio, i maschietti grandi e piccoli ci riunivamo tutti per andare al bar a sentire le partite. C'era il Catania Calcio: la maggior parte delle volte in serie C, qualche volta in B e un quarto di volta in serie A. A me e ai miei cugini maschietti piaceva questa specie di usanza patriarcale: certo non avevamo ancora capito cosa ci trovavano i grandi nel sapore orribile del caffè, però al bar ci andavamo lo stesso volentieri. E poi al bar c'era Lumumba, un abbonato al bancone con delle mani tozze, dei lineamenti facciali pressapoco ostili al design e un collo grosso quanto un tronco di baobab. Ammiratore fondamentalista del Catania Calcio dal primo legame chimico di una certa rilevanza
avvenuto nel suo organismo, aveva inventato il “risultato elastico”: tu gli chiedevi cosa sta facendo il Catania e lui ti rispondeva sta vincendo 1-1; e così veniva incontro alle sue esigenze religiose da un lato e all'oggettività della cronaca giornalistica dall'altro. Erano anni di sudamericofilia, anni di giocatori brasiliani da acquistare a tutti i costi per fare prestigio, anni fraintesi dal presidente Angelo Massimino che andava a pescare rinforzi per la squadra sempre nelle favelas sbagliate. Pedrinho e Luvanor erano sì dei morti di fame certificati, ma nonostante le loro biografie strappalacrime, solitamente efficaci nell'assicurare un futuro calcistico di degno rispetto, non si allontanarono mai dal loro ruolo di scandalose pippe.
Tifare rossazzurro era perciò umiliante a quei tempi: ti faceva capire cosa si prova ad essere un giovane che è fan di Al Bano, mentre tutti gli altri giovani sono fan dei Duran Duran. Oggi è tutto diverso. La gestione Pulvirenti ci ha regalato delle gioie fantascientifiche: un posto fisso in serie A, vittorie contro la Juventus e l'Inter, pareggi col Milan e la Roma, quattro a zero esterni in casa del Palermo con gol di Mascara da centrocampo. E poi quest'anno, quest'anno la zona Uefa che di sicuro arriverà. Se solo Lumumba fosse ancora vivo tutto questo mi riempirebbe di gioia, ma invece così, così, i successi degli etnei mi sembrano solo una tragedia, una piccola tragedia silenziosa e ordinaria.
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Costume e società__mastro Progress 29/03/12 12.36 Pagina 1
Scostume e società Scostume e società
Scostume e società
Scostume e societàScostume e società
Scostume e società Scostume e società Scostume e società Scostume e società
di PSEUDONIMO
Scostume e società
QUELLI TI FREGANO COL TAKE AWAY, TE LO DICO IO CHE TI FREGANO Alzi la mano a chi piace lavare i piatti in questa sala. Oppure a scelta, a chi piace lavare i piatti metta un dito qui. Oppure, ancora, a chi piace lavare i piatti veda di apporre una X alla voce a me piace lavare i piatti. Tanto lo so che in ogni caso lavare i piatti non piace a nessuno, indifferentemente dal metodo utilizzato per il sondaggio. È una cosa che non riesce proprio ad appassionarci, lo sporco più ostinato. Nemmeno col supporto psicologico del nuovo Nelsen nuova formula aceto e mele ci riusciamo. Perciò non ci credete a chi vi dice stasera non mi va di cucinare: sta mentendo spudoratamente. In realtà non è che non gli va di cucinare, perché alla gente piace cucinare, piuttosto non gli va di lavare le pentole che sporcherà per cucinare e i piatti che voi sporcherete di conseguenza per mangiare quello che lui ha cucinato. Del resto è comprensibile: lavare i piatti, oltre che essere una cosa piuttosto disgustosa – più o meno quanto un'autopsia – è pure una di quelle attività umane non egoriferibili. Nel senso, ad un cuoco gli puoi dire che cucina bene e che è un uomo da sposare e così facendo gli fai un favore al carattere. Ma ad un lavatore di piatti non lo dici mai che è bravo a lavare i piatti e perciò: lavare i piatti non è gratificante, non fa autostima, non è egoriferibile.
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Ecco il motivo per cui a nessuno piace lavare i piatti ed ecco il motivo per cui ha così tanto successo la consegna dei pasti a domicilio. Gli esercenti lo sanno e se ne approfittano. Ci inondano le cassette della posta di volantini e se ne approfittano. Assumono disperati sottopagati per suonare i nostri campanelli e se ne approfittano. Strumentalizzano la nostra eccellente attitudine verso la fame e la nostra scarsa attitudine verso il lavaggio dei piatti e se ne approfittano. Gli esercenti se ne approfittano e basta. Tipo ieri sera: A: Prendiamo un cinese a domicilio? B: Tesoro, apprezzo l'uso che fai delle figure retoriche - hai appena utilizzato una sineddoche - ma ti dico: stasera il cinese non mi va. Preferisco una pizza. A: No, pizza no, l'ho mangiata a pranzo. B: Cacchio, ogni volta che ti propongo una pizza mi dici sempre di no. A: A me la pizza in realtà non è che mi piaccia poi molto. B: Vabbò. Allora? A: Ti va un kebab? B: E vada per il kebab. Insomma, prendiamo il volantino bollywoodiano apposito e gli facciamo una bella risonanza magnetica: sei quarti d'ora di indecisione gastronomica tipica occidentale. Alla fine optiamo entrambi per il piatto unico kebab con salsine varie, insalata e pane IN OMAGGIO.
Componiamo uno 051 e nel giro di venti minuti uno sconosciuto abbastanza taciturno suona alla porta per sottrarmi quattordici euro dal portafoglio. Servizio celere, non c'è che dire. Apriamo il box in alluminio come fosse un forziere di promesse gioie intestinali e subito ci guardiamo in faccia: i nostri occhi dicono chiaramente che in quello stesso momento tutti e due abbiamo le stesse scritte in sovrimpressione nel cervello. Intanto del pane tanto graficamente millantato nel volantino bollywoodiano non c'è traccia. E poi ancora, la carne è triturata a tal punto che sembra passata attraverso un'odissea di succhi gastrici altrui per poi essere rivenduta a sovrapprezzo di mercato. Ma comunque non finisce qui. Demotivati, affondiamo la forchetta nella carne liofilizzata per scoprire un nuovo piacevole segreto e che cioè sotto il manzo a velo, si stende a perdita d'occhio una spessa coltre di patate fritte al sapore di truffa.
A: E chi le ha chieste le patate? B: Tesoro, fanno volume e costano meno del kebab. Insomma, dai ci hanno fregato. A: No, io mo' a questi li richiamo. La signorina A in realtà non aspettava altro. Da quanto ho potuto appurare osservandola attentamente, ha una vera e propria passione agonistica per i cazziatoni. Lamentarsi è in pratica il suo sport preferito. Io invece ultimamente preferisco il più meditativo golf. Ma in ogni caso io e lei non passiamo una serata di quelle memorabili, pure perché su IrisMediaset fanno un film con Jason Statham che non ci convince sotto il profilo narrativo. Ci mettiamo a letto ed io chiudo le palpebre con l'immagine di me che sequestro un fattorino, di lei che lo lega allo stendibiancheria, di noi che lo liberiamo dalle nostre grinfie solo a digestione avvenuta.
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Trashion victims OK__mastro Progress 29/03/12 12.36 Pagina 1
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di PSEUDONIMO
ANTICADUTA NON MI PARE UN SINONIMO DI RICRESCITA Ve lo confesso: da un po' di tempo a questa parte mi sento più figo. Anzi vi dirò di più: da un po' di tempo a questa parte sono più figo. Inconfutabilmente. E non è perché ho comprato un sacco di vestiti nuovi, no. Non è per quello. È perché ho fatto un passo da gigante nel campo della maturità psichica: ho imparato ad accettare la mia progressiva calvizie. Cioè fino a qualche mese fa, ma non lo dite a nessuno, io mi controllavo la tonsura in bagno con il coperchio a specchio di una pentola Ikea. Lo facevo tutti i giorni e tutti i giorni perciò cominciavano e si concludevano con una evidente incazzatura nei confronti del destino e del dna di famiglia. Oggi è tutto diverso. La mia acconciatura non solo non mi fa più male, ma è una specie di propoli per il mio stato d'animo. Non so cos'è successo, so solo che adesso per me “stempiato” è bello. E mi sento perciò un personaggio risolto, come si dice di questi tempi. In pratica, finalmente c'è un Uomo dentro di me: perché accettare la propria calvizie è un po' come accettare la vita, questa specie di campo minato di sfighe che è l'esistenza. E' chi si deprimerà più per la panza? Chi si farà più venire un'ulcera per l'esistenza di Fabio Fazio? Io no di sicuro. Perché quando diventi grande dirotti le tue
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paturnie all'aeroporto di Cleveland, le fai atterrare lì e prosegui sereno come se nulla fosse. Ecco, vi avverto: da oggi posso fare il padre di famiglia, sono pronto a fecondare un ovulo con la certezza matematica che non sarò un genitore deleterio, uno di quelli che trasmette le sue insicurezze ai figli. Perché poi i figli se la vedono brutta quando cominciano a perdere i capelli. Ma invece esistono ancora i trattamenti anticaduta e questo significa che ci sono ancora molti padri deleteri in giro, di quelli che non hanno accettato la loro calvizie, di quelli che trasmettono le proprie insicurezze ai figli. Vi dico che esistono ancora i trattamenti anticaduta perché lo so; ne ho incontrato uno qualche giorno fa; era sera tarda ed io mi trovavo su Retequattro insieme ad Al Pacino. Poi lui è andato a fare pipì e ha messo su la pubblicità di un trattamento anticaduta. Io ero già il nuovo Pseudonimo, quello che accetta la propria calvizie, per cui ho potuto osservarla con una diversa attenzione. Quel tipo di attenzione non paralizzata dalla paranoia che ti permette di capire un sacco di cose chenon-ci-avevi-mai-pensatoprima; un sacco di cose che in realtà sono talmente banali e lampanti che non riesci a spiegarti come mai è successo
che-non-ci-avevi-mai-pensatoprima. In realtà questo sacco di cose banali e lampanti che ho capito sono solo due, ma a me sembrano un'arca di conoscenza. Ecco le cose che ho capito, in elenco numerato e commentato: 1. Nel duemila e dodici i pubblicitari usano ancora il vecchio trucco delle immagini comparative prima/dopo. E qui non ho nulla da aggiungere, anche perché sbraitare in forma scritta non è facile. 2. L'utilizzo di immagini comparative prima/dopo in uno spot di una lozione anticaduta, è un atto estremo di indifferenza nei confronti della temporalità sequenziale. Nel senso: con una lozione anticaduta i capelli che hai non li perdi, ma non è che ti
ricrescono. E perciò come si spiega il fatto che quell'alopecia androgenetica nella foto di sinistra dopo solo due settimane di trattamento si è trasformata in quella foresta pluviale nella foto di destra? L'unica è, fantascientificando, che tra gli effetti collaterali previsti nel bugiardino di questo favoloso prodotto ci sia la capacità dello stesso prodotto di farti tornare indietro nel tempo. Pubblicitari che siete voi e chi non ve lo dice, ma com'è che non riuscite ancora a prendere per il culo il consumatore con un po' di rispetto? Io non dico che dovete dirci la verità, che così poco c'azzecca col vostro mestiere, però magari ci avete mai pensato ad inventarvi delle “cazzate light”? Fesserie un po' meno caloriche, tipo - per usare il vostro infingardo linguaggio con l'ottanta per cento di surreale in meno?
Sogni una spiaggia bianca con un mare cristallino? È vicino casa tua. Per un soggiorno romantico in cui lasciarsi tutto alle spalle, scopri il comfort e le meraviglie dell’Hôtel & SPA des Pêcheurs nell’isola incontaminata di Cavallo, in Corsica, unico albergo
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di LAURA SAGGIO
“LA CULTURA È DI TUTTI PARTECIPA ANCHE TU” L’Italia è un Paese dallo straordinario e inconfondibile patrimonio artistico e culturale. Si tratta di un tesoro dall’inestimabile valore che abbiamo avuto il privilegio di ricevere in eredità dai nostri antenati nel corso dei secoli. Ogni anno possiamo ammirare tanta meraviglia grazie all’attesissimo evento: “La Settimana della Cultura”. Dal 14 al 22 aprile il MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) propone la Settimana dedicata alla promozione dei nostri beni culturali aprendo le porte
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gratuitamente, per nove giorni, a musei, ville, aree archeologiche, monumenti, biblioteche statali, estese su tutto il territorio nazionale. Un’occasione imperdibile per tutti gli affamati di conoscenza, che potranno tuffarsi in un viaggio nella storia del nostro Paese. Quella del 2012 è la quattordicesima edizione organizzata dal MiBAC, un dato che conferma il consolidamento di questo importante appuntamento con la cultura in tutte le sue declinazioni. Un ampio calendario di appuntamenti, oltre 2.500, è previsto per questa edizione tra mostre, convegni, aperture straordinarie, visite guidate,
concerti, iniziative, che renderanno ancora più piacevole e interessante l’esperienza di tutti i visitatori. Lo slogan conduttore della Manifestazione è: “La cultura è di tutti partecipa anche tu”, a rilevare l’universalità del nostro patrimonio culturale, unico al mondo, messo a disposizione di ciascun cittadino, con l’intento di motivarlo e renderlo partecipe di ciò che fondamentalmente gli appartiene. L’Italia è il frutto della millenaria stratificazione delle numerose civiltà che si sono insediate e sviluppate sul suo territorio, portando ognuna i suoi caratteri tipici, che hanno contribuito nel corso dei secoli a plasmarne il paesaggio e a
costruire tradizioni. Esse hanno avuto un ruolo determinante nel forgiare il nostro essere italiani sin dalle nostre origini, arricchendo al contempo il nostro patrimonio artistico con opere e strutture civili e religiose di eccezionale bellezza. L’ambizione finale di questo progetto è certamente quella di sollecitare una sempre maggiore e responsabile crescita civile e sociale della nazione, attraverso il solo strumento che ha i mezzi necessari per soddisfare tale risultato: la cultura. www.beniculturali.it
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di LAURA SAGGIO
MIART 2012: TRA IL MODERNO E IL CONTEMPORANEO
Milano, dal 13 al 15 aprile, diverrà luogo strategico di incontri e scambi culturali per l’appuntamento annuale con MiArt (Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea) giunta alla sua diciassettesima edizione. Moderno e contemporaneo si fonderanno nelle linee e nelle forme di progetti innovativi nel campo dell’arte, dell’architettura, del design e della moda.
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Quest’anno la Manifestazione avrà un volto nuovo, il direttore artistico Frank Boehm, che avrà l’onere e l’onore di sintetizzare in un unico concept l’essenza della rassegna: soddisfare le esigenze dei galleristi e degli artisti, offrendo loro la possibilità di entrare in contatto con i compratori d’arte. Boehm ha dichiarato che l’obiettivo della Fiera sarà di rappresentare una continuità tra il mondo contemporaneo e quello moderno, riuniti senza limiti temporali, in un’unica area espositiva completamente rinnovata e culla di contaminazioni artistiche. Le opere presentate a MiArt saranno rappresentative dei migliori artisti provenienti
DOVE&QUANDO ✑ MIART 2012 ✑ Quando: 13/04 - 15/04 ✑ Dove: Fieramilanocity: padiglione 3
✑ Orari: Dal 13 al 14 aprile dalle 12.00 alle 20.00, Il 15 aprile dalle 11.00 alle 21.00 www.miart.it
da ogni parte del mondo, promossi e sostenuti dall’attività delle gallerie, che punteranno sulla qualità e sulla varietà delle opere esposte: dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alla fotografia, dai disegni alla video art. Per l’edizione 2012 MiArt inaugurerà nuove sezioni che daranno maggior rilievo alle opere artistiche esibite: Established, che riunirà le gallerie con una storia consolidata sia nell’ambito moderno sia nel contemporaneo; Emergent, in cui saranno presentate le gallerie con artisti cutting edge; Solo/Double, che presenterà mostre monografiche o confronti fra due artisti del passato o recentissimi;
Special Project, che renderà merito a progetti curatoriali. L’evento sarà arricchito dal programma di conversazioni a più voci di Milovan Farronato, che avrà lo scopo di accompagnare il visitatore nella trasversalità delle discipline e delle epoche, attraverso un dialogo sulla contemporaneità vista attraverso queste arti, sempre più ricche di richiami reciproci. L’obiettivo di questa nuova MiArt è quello di riportare la cultura al centro attraverso il prezioso lavoro dei galleristi, ultimi mediatori tra l’artista e la società. MiArt è simbolo di creatività e tradizione, di coraggiose sperimentazioni artistiche figlie dell’epoca contemporanea e opere ‘classiche’ simbolo di un’epoca fuori dal tempo.
www.operaroma.it tel. 06 481601
Spettacolo inaugurale della stagione 2011-2012 27 novembre 11 dicembre 2011
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Giuseppe Verdi
Macbeth 20 - 30 dicembre 2011 | Pëtr Il’ič Čajkovskij
Lo schiaccianoci 18 - 24 gennaio 2012 | Leonard Bernstein
Candide 3 - 8 febbraio 2012 | Léo Delibes
Coppelia 21 - 28 febbraio 2012 | Giacomo Puccini
Madama Butterfly 6 - 10 marzo 2012
Graham, Humphrey, Limón, Ailey 27 marzo - 1 aprile 2012 | Wolfgang Amadeus Mozart
Die Zauberflöte 18 - 26 aprile 2012 | Gioachino Rossini
Il barbiere di Siviglia 2 - 6 maggio 2012
Serata Maurice Béjart 25 maggio - 5 giugno 2012 | Giuseppe Verdi
Attila 19 - 26 giugno 2012 | Benjamin Britten
A Midsummer Night’s Dream 26 settembre - 7 ottobre 2012 | Sergej Prokof’ev
Romeo e Giulietta 23 - 31 ottobre 2012 | Amilcare Ponchielli
La Gioconda Teatro Nazionale 14 - 19 aprile 2012
Abbondanza / Bertoni, Bigonzetti, Rossi Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera
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di PAOLO DEL PANTA
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TRIBUTO A RINGO STARR AL CINEMA
A cinquant’anni dall’uscita del primo disco dei Beatles, il singolo “Love Me Do”, esce finalmente al cinema lo straordinario film tributo a George Harrison - e agli intramontabili Fab Four - firmato dal premio Oscar Martin Scorsese. Grazie a immagini rare
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o del tutto inedite - e alle testimonianze dei suoi amici più cari e dei familiari tra cui anche Paul McCartney, Ringo Starr, Eric Clapton, Yoko Ono, Tom Petty, Ravi Shankar, Phil Spector, la moglie Olivia (produttrice esecutiva del film) e il figlio Dhani - Martin Scorsese ricostruisce pagina per pagina, canzone per canzone, la vita e l’opera dell’enigmatico ‘terzo Beatle’, non mancando di cogliere l’ironia e la purezza di una delle più carismatiche personalità musicali del XX secolo. Una storia, quella raccontata dal film, che parte dall’infanzia e si snoda attraverso l’ingresso nei Beatles a 17 anni, fino alla prematura scomparsa di Harrison nel 2001, per un tumore fulminante al cervello.
NANCY… FONDA
Jane Fonda darà volto a Nancy Reagan, moglie di Ronald, in 'The Butler' di Lee Daniels ('Precious'). Lo riporta Variety. Il film si baserà sull'articolo del Washington Post di Wil Haygood ("A Butler Well Served by This Election"), che raccontava dei 34 anni trascorsi da un uomo di colore, Eugene Allen, presso la Casa Bianca, in qualità di maggiordomo. Servitore di ben otto presidenti, da Harry Truman (era il 1952) a Ronald Reagan (1986), Allen iniziò a lavorare come inserviente delle cucine in un epoca in cui non glie era nemmeno permesso di usare i bagni pubblici a causa delle leggi razziali vigenti allora in Virginia. Durante la sua lunga attività fu testimone privilegiato dei cambiamenti sociopolitici del paese, come l'affermazione dei diritti civili, le lotte di Martin Luther King e il
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delitto Kennedy. Nei panni del protagonista molto probabilmente ci sarà Forest Whitaker, con Oprah Winfrey che invece interpreterà la moglie. Le riprese dovrebbero iniziare la prossima estate.
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100 ANNI DI TITANIC
Era la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 quando il Titanic, maestoso transatlantico britannico, si schiantò contro un iceberg. Il conseguente inabissamento, durato poco meno di tre ore, causò la morte di 1517 persone, tra passeggeri ed equipaggio. Cinema, televisione e homevideo si preparano a celebrare il centenario della tragedia, partendo con il ritorno in sala (dal 6 aprile, con 20th Century Fox) del kolossal di James Cameron a quindici anni di distanza dall'uscita originale. 'Titanic' - con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet - torna sugli schermi in 3D, nel formato originariamente pensato per il film dallo stesso Cameron.
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di PAOLO DEL PANTA
FUTURO@LFEMMINILE 2012 Il 30 marzo scorso ha aperto i battenti la quinta edizione di web@lfemminile, la grande kermesse digitale promossa annualmente da futuro@lfemminile – il progetto di Responsabilità Sociale di Microsoft in collaborazione con Cluster Reply. Su www.webalfemminile.it, vengono dunque presentati in dieci canali tematici numerosi contenuti speciali e videointerviste a cura di esperti ed esponenti di spicco provenienti da tutti i settori della società, per dar voce a chiunque sia animato da uno spirito di partecipazione e voglia di cambiare le cose. Web@lfemminile costituisce infatti uno spazio di confronto per tutti coloro che desiderano dibattere sull’importanza di promuovere una cultura delle pari opportunità nel contesto italiano attuale e, nello specifico, su come valorizzare il talento delle donne, fattore sempre più determinante per la crescita di un Paese. Anche in
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questo ambito, la tecnologia si conferma una preziosa alleata delle donne, in quanto consente loro di esprimere una maggiore partecipazione alla vita politica, pubblica, economica e sociale del nostro Paese e dare un contributo alla creazione di un futuro migliore. #Partecipaanchetu! Oltre a essere l’invito a partecipare alla kermesse digitale anche attraverso Twitter, esorta ognuno di noi a prender parte a questo grande momento nel quale siamo tutti chiamati a contribuire al dibattito sulla partecipazione delle donne nei molteplici aspetti della vita privata, pubblica, lavorativa. Il dialogo andrà in parallelo su Facebook alla pagina di web@lfemminile. Hillary Clinton (nella foto in basso) in un suo recente discorso alla Asia-Pacific Economic Cooperation ha riconosciuto l’importanza che riveste la partecipazione femminile nella vita sociale ed economica di un Paese, introducendo in modo innovativo la lettura del periodo storico che stiamo vivendo come i giorni della Participation Age. La Participation Age si traduce per web@lfemminile nell’offerta di nuove forme di democrazia e collaborazione online alle giovani donne che si preparano a guidare il futuro del Paese: social media, internet e, nello specifico, Digital Democracy, il nuovo programma di formazione ideato da Microsoft
per favorire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica. web@lfemminile è animata da oltre 100 testimonianze di esperti, rappresentanti della pubblica amministrazione, manager, imprenditori e professionisti provenienti da diversi ambiti della vita sociale italiana e raccolte in 10 aree tematiche, che sono: Politica, Formazione, Lavoro, Tecnologia, Comunicazione, Sociale, Bellezza, Imprenditoria, Finanza&Risparmio, Famiglia. Il tema della Partecipazione verrà affrontato trasversalmente in ambito politico, professionale, sociale, in modo da offrire una panoramica molto ampia e di qualità sui territori in cui le donne si misurano ogni giorno, dove oggi più che mai esprimono la propria voglia di fare la differenza partecipando attivamente. Ogni area tematica ospita le interviste di testimonial d’eccezione: il ministro Fornero, Linda Lanzillotta, Maria Concetta
Mattei, Maria Rita Parsi, Noemi, Samuele Bersani, Francesca Michelin di X Factor e Pierdavide Carone. Quest’anno sono presenti anche Annie Lennox (nella foto in alto) e Livia Firth, designer e moglie del premio Oscar Colin Firth, con il loro progetto Oxfam, the Circle, promosso da web@lfemminile 2012 attraverso un canale dedicato. www.webalfemminile.it www.futuroalfemminile.it
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ESTERI VERSO L’ELISEO
ASPETTANDO IL 22 APRILE di Elisa Rodi
SARKO: IL FRANCESE MANCATO La popolarità è ai minimi storici, ma lui, Nicolas Sarkozy, ci riprova. In prossimità delle elezioni, il presidente tenta di recuperare terreno proponendo una campagna a colpi di salvataggi aziendali, per riconquistare la fiducia di una Francia che da tempo gli ha voltato le spalle
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Quando il 15 febbraio Sarkozy ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per un altro mandato, i tempi erano già cambiati rispetto a quel 2007 in cui scese in campo per la corsa presidenziale. Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa è forse stato per un periodo il presidente più acclamato della storia della Quinta Repubblica. Quando i francesi hanno visto per la prima volta quell’uomo lo stesso che però nel 1995 aveva tradito Chirac, suo protettore - rimasero un po’ perplessi: in un Paese che fa dello charme e della compostezza il proprio stile di vita, quella vivacità sembrava essere eccessivamente atipica. Ma intrigante. Ed ecco perché alla fine i francesi hanno puntato su di lui, su Nicolas Sarkozy, la carta del cambiamento, almeno secondo il suo punto di vista. Il “suo” popolo ha voluto concedergli la reale opportunità di migliorare la Francia, ma è bastato poco tempo per insinuare in quegli stessi cittadini il dubbio di aver fatto la scelta
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giusta. Perché da un presidente che parla del desiderio di ritirarsi per un po’ di giorni in monastero in caso di vittoria, non ti aspetti che il giorno dopo l’ufficializzazione del trionfo si vada invece a rinchiudere da Fouquet’s, rinomata brasserie sugli Champs Elysées. D'altronde di mistico c’era ben poco in una tavolata con gli imprenditori più potenti di Francia, chinati sui loro piatti succulenti e profumatamente costosi. Quell’ostentazione e quella fame del ricco hanno provocato l’orticaria al popolo francese, che i soldi li conosce ma preferisce non parlarne: il savoir faire in Francia vige anche negli argomenti e quando un presidente non fa altro che inserire la parola denaro nei suoi discorsi, vuol dire che non conosce il Paese che guida. Nulla di peggio. La poltrona presidenziale ha iniziato a tremare allora, e ha continuato a ricevere scossoni con il caso StraussKahn, con lo scandalo dell’ex ministro Woerth - sospettato di avere ottenuto dall’anziana ereditiera dell’impero l’Oréal, Liliane Bettencourt, fondi illegali per il finanziamento della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy nel 2007 –, con l’intervento in Libia (poco apprezzato dai francesi ma voluto dal Sarko, amante dell’azione) e con la patina del gossip che ha contornato le relazioni sentimentali di un presidente troppo poco posato nelle sue uscite pubbliche. Oggi, a quasi fine mandato, il sostegno a Sarkozy si aggira intorno al 26%, superato dal suo principale rivale François Hollande, che al momento detiene il 32% dei consensi francesi, perché giudicato più “normale”, lontano dal “presidente dei ricchi” che fino ad ora ha occupato l’Eliseo. Nicolas lo sa: la Francia non lo ama più,
anzi, l’amore che si era guadagnato nel 2007 ha assunto la forma del distacco. In un simile scenario, al 22 aprile - giorno del primo turno delle presidenziali - Sarkozy rischia di arrivare senza alcuna speranza. Ecco perché sta cercando in tutti i modi di reagire, mettendo in atto una campagna di “ripresidenzializzazione” che gli faccia recuperare terreno. Questa volta Sarko, accantonata la parola denaro, ha scelto di andare in giro mostrando la sua (incerta) passione per l’arte, scendendo tra la gente e stringendo mani - così come è avvenuto nel primo discorso a Marsiglia. Tra le ultime carte tirate fuori, quella degli stranieri: durante un dibattito televisivo, Sarkozy ha dichiarato che in Francia ci sono troppi immigrati e che il sistema di integrazione pecca di poca chiarezza. Tra i suoi programmi quello di dimezzare il numero degli ingressi degli stranieri e introdurre controlli più severi per la concessione di benefici. La mossa nasconde ovviamente una strategia: rubare voti a destra e a Marine Le Pen. Un’idea che, nell’ideologia politica, sembra cozzare con la proposta di Sarkozy di applicare un’imposta sui benefici minimi per le grandi società quotate in Francia. Altra mossa, altra strategia: spogliarsi dell’appellativo di
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ESTERI VERSO L’ELISEO
“presidente dei ricchi” e rispondere in egual misura al socialista Hollande, che ha avanzato una tassazione del 75% sui redditi annuali superiori a un milione di euro. Tortuosa, è evidente, la scalata all’Eliseo. Sarkozy le prova tutte, per cercare di recuperare i pesanti punti di distacco dal suo rivale che in campagna è già dallo scorso mese di ottobre. Come un pallottoliere, Nicolas deve necessariamente lanciare il maggior numero di messaggi in minor tempo possibile e, intanto, convincere i francesi che l’etichetta attribuitagli è sbagliata, che lui sta dalla parte del popolo. Sulla parola popolo scatta l’altro piano da campagna elettorale: nella crisi peggiore degli ultimi cinquant’anni, anche il popolo francese soffre come non mai le tasse, i tagli aziendali e la disoccupazione. Anche questo il Presidente sa e, nel momento opportuno (soprattutto per lui) si trasforma nell’uomo che riesce a risollevare le sorti delle aziende e ridare alla gente quel che stava per perdere, il lavoro. Prima tappa: Lejaby, noto marchio di lingerie, destinato a lasciare la Francia per trasferirsi in Tunisia. Sono bastati quindici giorni per cambiare lo scenario: Sofama, artigiano della pelletteria che fa capo a Lvmh, è entrato in scena garantendo alle 93 dipendenti di Lejaby un posto sicuro presso Louis Vuitton. Bernard Arnault, padre del colosso della moda e - soprattutto - amico molto vicino al presidente, si è speso direttamente nella vicenda, promettendo a Sofama di essere ripagato per l'investimento. Stessa “fortunata” sorte è toccata alla raffineria del gruppo svizzero Petroplus, ferma da metà gennaio, ma prossima a riprendere i ritmi lavorativi dopo che Sarkozy ha convinto Shell a investire 40 milioni da impiegare nella ristrutturazione dell’azienda, così da garantire la ripresa dell'attività. Cifra a cui lo Stato francese promette di aggiungere un’ulteriore somma di 10 milioni di euro. Non si sa come e non si quando, ma poco importa perché le risposte arriveranno dopo le elezioni. Per il “super-Sarkozy” è stata poi la volta di Photowatt, unico produttore francese di celle fotovoltaiche, ma condannato al fallimento. Crisi annunciata ma salvataggio nuovamente
assicurato: 425 dipendenti non hanno perso il loro posto. A scendere in campo questa volta è stato Henri Proglio, presidente dell’impero pubblico dell’energia Edf, che ha stanziato 75 milioni per il rilancio di Photowatt, assicurando il lavoro a 355 dipendenti, mentre 70 verranno assunti direttamente dall’azienda guidata da Proglio. Quest’ultimo, sessantaduenne dalle origini piemontesi, viaggia in questa campagna al fianco di Sarkozy, che gli affidato la responsabilità di gestire il nucleare: compito difficile nell’epoca post-Fukushima. Il presidente salva aziende: così vuole mostrarsi Sarkozy. Se non fosse che sua è anche l’immagine del presidente salvato dai ricchi, da quella categoria che dice di non rappresentare ma che non esita a intervenire in suo soccorso. Quelli che lo circondano e aiutano sono i nomi della Francia bene, gli stessi che sedevano con lui nella famigerata festa del Fouquet’s, la cena della vittoria ma allo stesso tempo passo falso, perché già allora i francesi hanno iniziato a guardare scettici il Sarkozy appena eletto. In quel momento iniziò a non essere più uno di loro. E se la “tua” Francia ti accusa di essere troppo poco francese, hai scarse possibilità di diventarne il presidente. Quanto meno una seconda volta. ■
FINE DI UN AMORE Nicolas lo sa: la Francia non lo ama più, anzi, l’amore che si era guadagnato nel 2007 ha assunto la forma del distacco
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ESTERI LA SPESA MILITARE CINESE
IL RIARMO DELLA CINA
di Romina Delmonte
METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI Il potente esercito cinese, fucili in spalla, sembra si stia dando allo shopping di primavera. Nuovi armamenti e
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ingenti finanziamenti militari preoccupano i vicini di casa. Il Giappone e gli Stati Uniti arricciano il naso
E mentre la diplomazia trema e i Cinesi si comprano l’armatura nuova, a tranquillizzare l’umore di Stati Uniti e Giappone, ci ha pensato Li Zhaoxing - ex ministro degli Esteri - sottolineando come l’aumento degli investimenti militari «fondamentalmente non minaccia nessun altro Paese» e che si tratta di una spesa «piuttosto bassa se confrontata con altri Paesi». Le parole poco convincenti del Ministro non sono servite però a tranquillizzare chi, leggendo gli investimenti militari cinesi da 100 miliardi di dollari, ha arricciato dubbioso il naso sulla volontà pacifista della Repubblica Popolare. Secondo le ultime stime degli analisti di IHS Jane’s Think Tank, specializzato in si-
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curezza, Pechino nel 2012 spenderà ben 120 miliardi di dollari per il proprio apparato militare e, con un tasso di crescita medio del 18,75%, raggiungerà i 238,2 miliardi di dollari nel 2015, una quota superiore alla spesa aggregata degli altri Stati dell’area asiatica, Giappone ed India inclusi. A rendere i dati preoccupanti e a riaccendere il dibattito non solo le proiezioni dello scorso mese di febbraio degli analisti di IHS. Nei giorni scorsi dopo che l’acerrimo nemico giapponese ha pubblicato i nomi di 39 isole, di cui alcune rivendicate dalla Cina, il colosso asiatico non si è risparmiato di rispondere battezzando a sua volta 71 isole, alcune rivendicate dal Giappone. E se un proverbio asiatico re-
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ESTERI LA SPESA MILITARE CINESE
punto di vista tecnico gli sforzi cinesi non bastano a togliere il trono agli americani. Se gli ultimi sviluppi diplomatici spiegano il riarmo cinese in una semplice gara a chi ha più soldatini, c’è chi ancora non crede sia davvero così. Eppure anche il “tutto fumo niente arrosto” cinese sembra aver irritato e minato i
cita come i giapponesi siano rigidi come la pietra e quanto i cinesi invece siano duttili come acqua, qualche dubbio ora si nutre sull’accondiscendenza di quest’ultimi che non sembrano aver superato il rancore per i loro vicini giapponesi. Tuttavia dal punto di vista politico-strategico gli acquisti cinesi risultano essere per molti versi allarmanti. Inutile sembrano essere anche le dichiarazioni di Pechino che nonostante abbia più volte sostenuto come la propria spesa sia volta solo all’autodifesa, il Vietnam, le Filippine e il Giappone - vicini di casa - osservano stizziti l’aumentare del budget militare, temendo nuove mire espansionistiche cinesi. Simili preoccupazioni coinvolgono anche gli Stati Uniti, che da poco hanno dichiarato lo spostamento delle forze armate a stelle e strisce verso l’area estremo orientale per tenere a bada l’irrequieta Cina. Polemiche e dubbi anche sulla discordanza tra le stime della società IHS e i dati divulgati dalla silenziosa Cina. Una netta discordanza che renderebbe difficile stabilire l’ammontare preciso destinato dai vertici politico-militari cinesi alle proprie forze armate. Eppure sembra proprio che la Cina e il suo “shopping militare compulsivo” si concentri soprattutto in ambito di sviluppo navale e ammodernamento dell’aviazione militare. Tra gli oggetti a cui il colosso non vuole rinunciare è soprattutto alla costruzione di sottomarini nucleari e velivoli di quarta generazione. E se quella di Pechino non è altro che un voler competere con gli armamenti statunitensi, dal
LI ZHAOXING L’ex ministro degli Esteri - ha sottolineato come l’aumento degli investimenti militari «fondamentalmente non minaccia nessun altro Paese» e che si tratta di una spesa «piuttosto bassa se confrontata con altri Paesi». Le parole poco convincenti del Ministro non sono servite però a tranquillizzare chi, leggendo gli investimenti militari cinesi da 100 miliardi di dollari, ha arricciato dubbioso il naso sulla volontà pacifista della Repubblica Popolare
rapporti con i vicini di mare, che vedono nell’atteggiamento asiatico solo una vera e propria provocazione. Minata la stabilità diplomatica soprattutto della regione orientale, tra elmetti, corazzieri e investimenti, speriamo solo che vinca il migliore. ■
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ATTUALITÀ VIALE DELL'ASTRONOMIA VOLTA PAGINA
DOPO LA FUGA DEI BIG...
di Ivano Basile
UN NEW DEAL PER CONFINDUSTRIA La nomina di Giorgio Squinzi, come nuovo presidente di Confindustria, consentirà all'Associazione di voltare pagina dopo un periodo molto delicato, caratterizzato dalla fuga di alcune grandi aziende (Fiat in primis). Un percorso difficile per Confindustria, in un momento congiunturale tutto in salita
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I primi tre mesi targati 2012 sono stati vissuti con ansia da Confindustria. A preoccupare i vertici dell'Associazione degli industriali il moltiplicarsi degli addii sulla scia della scelta di Sergio Marchionne. Come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso inviata a Emma Marcegaglia, Fiat e Fiat Industrial hanno abbandonato Confindustria dal 1° gennaio 2012. Galvanizzate dall’esempio di Marchionne, una serie di grandi aziende (che rappresentano circa il 10% dell’associazione di viale dell’Astronomia), piuttosto che rimanere legate ad un organismo che non risponde più alle loro esigenze, decidono di affrontare da sole le resistenze dei sindacati, a colpi di ultimatum e referendum. Comincia Ibm che non rinnova l’iscrizione ad Assinform, il gruppo che riunisce le aziende dell’Ict. L’accusa? L’associazione pesa troppo poco. Un costo inutile per le aziende. La scelta di Ciniero viene condivisa da Pierfilippo Roggero, senior vice president Sud e Ovest Europa di Fujitsu Technology Solutions. Ma tutto sommato si tratta ancora di episodi isolati. Tanto più che l’uscita dall’associazione dell’Ict non comporta automaticamente l’abbandono di Confindustria. Dopo Fiat abbandonano il condomi-
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nio di Viale dell'Astronomia altri due inquilini di peso: Magneti Marelli di Bologna e le cartiere Pigna. Per Confindustria è un duro colpo. Come se non bastasse anche Fincantieri mostra insofferenza. Si sente sola a gestire una ristrutturazione che dimezza il gruppo e, in piena lotta contro la Fiom per far passare la “linea Marchionne” (più produttività, meno assenteismo, ovvero più lavoro alla stessa paga), a fine gennaio lascia le due associazioni provinciali portandosi dietro circa tremila dipendenti e 340mila euro di quota associativa. Si vocifera che potrebbe essere il preludio all'uscita dall’associazione nazionale. Stessa situazione per l'Ansaldo Sts - va via dalla sezione locale di Confindustria ritirando il suo contributo di 250 mila euro - e per la Breda Menarinibus: in crisi per la disastrosa situazione finanziaria di Irisbus minaccia di non pagare più la quota associativa e di camminare da sola.
GIORGIO SQUINZI Secondo i sondaggi era il principale favorito per la poltrona di presidente di Confindustria. Ed avevano ragione.
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ATTUALITÀ VIALE DELL'ASTRONOMIA VOLTA PAGINA
NO ALLA DERIVA POLITICA Da un anno più o meno clamorosamente, aziende grandi e piccole hanno lasciato scadere la tessera del club di Viale dell’Astronomia senza rinnovarla. Troppe parole. Pochi fatti. C’è chi ha dato la “colpa” delle estremizzazioni dell’associazione alle continue e accese battaglie combattute con sindacati e politici. La principale accusa mossa dalla base degli associati al vertice sembra essere quella di 'deriva politica' dell'Associazione: “dovrebbe rappresentare tutti gli iscritti invece di assumere posizioni politiche e porre ultimatum al governo”, afferma una nutrita fascia di imprenditori che si dissocia dalla presa di posizione netta della ex-presidente Emma Marcegaglia nei confronti dell'ormai defunto Governo Berlusconi, in merito alle sue scelte in materia di politica economica.
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nominatore che unisce tutte le grandi aziende che decidono di abbandonare Viale dell'Astronomia. È come se fosse entrato in crisi un modello di rappresentanza e una parte importante del sistema economico italiano a un certo punto non si sia sentita più adeguatamente rappresentato e abbia cominciato a scalpitare per attirare l'attenzione. Per quale motivo? Confindustria sta diventando obsoleta? Sta uscendo fuori i margini della neutralità che la caratterizzano per statuto per diventare politicizzata? Domande che nell'ultimo periodo si sono posti associati, politici e media. Al nuovo presidente il compito di offrire risposte e di imprimere una svolta sostanziale nei rapporti con le imprese ma senza trascurare le novità positive apportate dalla gestione Marcegaglia (ad esempio l'obiettivo di ridurre i costi del 20%). Modernizzare senza arrivare
PRESSIONI POLITICHE, AUTONOMIA, RISPARMIO: DA QUI PARTE LA FUGA DELLE GRANDI AZIENDE. VEDREMO SE IL NEO PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA RIUSCIRÀ A PORRE RIMEDIO E ARGINARE QUESTA TENDENZA
Allo stesso tempo richiede con forza un vertice più snello, che sia meno attento al far politica e più sensibile alle esigenze degli iscritti. Sembra essere questo il minimo comune de-
PROTAGONISTI Sotto da sinistra: Sergio Marchionne, Luca Cordero di Montezemolo e Luigi Abete
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a rifondare, come ha affermato Luigi Abete, presidente di Bnl (Gruppo Bnp Paribas), ex presidente di Confindustria e grande elettore, all'indomani della designazione di Giorgio Squinzi a prossimo presidente di Confindustria dopo Emma Marcegaglia. “Ho scelto Squinzi - ha dichiarato Abete - perché dobbiamo modernizzare la confederazione: la rifondazione sarebbe un grave errore”.
LA COMPOSIZIONE ✑ Per quanto riguarda le imprese associate, l'85,6% delle aziende è al di sotto dei 50 dipendenti; il 12,1% è tra i 50 e i 250; il 2,3% ha più di 250 dipendenti. È cambiata anche la rappresentanza in questi ultimi anni: nel 1996 le attività manifatturiere rappresentavano il 65,3% delle aziende associate, mentre il 34,7% erano servizi commercio e costruzioni (rispettivamente 18,4%; 1,5%; 14,8%). Nel 2011 le attività manifatturiere sono scese al 51,7%, mentre il 48,3% erano i servizi, commercio e costruzioni (rispettivamente 35,8%; commercio5%; costruzioni 7,5%). Per quanto riguarda i dipendenti delle aziende associate nel 1996 il 78,2% erano di attività manifatturiere, nel 2011 questa percentuale è scesa al 59,6. www.confindustria.it
Per Abete, le prime mosse del nuovo presidente di Viale dell'Astronomia dovrebbero: “spingere per sviluppare l'internazionalizzazione, per sburocratizzare il Paese, per incrementare gli investimenti e modernizzare i servizi pubblici e privati: perché i conti in ordine sono importanti, ma non bastano. Dobbiamo attrarre, diventare un Paese accogliente”. Una Confindustria più efficiente e più idonea a rispondere alle esigenze delle imprese è già negli impegni dichiarati di chi guiderà la Confederazione per i prossimi quattro anni. Una svolta e un nuovo corso sono auspicabili per una delle più forti e influenti lobby del nostro Paese per dare risposte sempre più in linea con i bisogni delle aziende. ■
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ATTUALITÀ LA RIFORMA DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
LA SITUAZIONE: PROPOSTE A CONFRONTO
di Elisa Rodi
QUALE RIFORMA PER IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Il Ministro Riccardi riconosce l'emergenza di mancanza fondi per poter continuare l'attività del Servizio Civile. Tagli e riduzioni hanno aggravato la situazione, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di questa importante istituzione sociale
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È un quadro non del tutto positivo, ma con ampi margini di miglioramento e possibilità di azione, quello che è uscito fuori dalla tavola rotonda «Quale riforma per il servizio civile nazionale: proposte a confronto», promossa dal ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione con delega al servizio civile, Andrea Riccardi, svoltasi a Roma nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il ministro Riccardi nel corso del convegno ha sottolineato l'importanza formativa e sociale del servizio civile, ritenendo “paradossale che questa straordinaria esperienza italiana, che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche, in numerosi studi comparati a livello europeo, proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi”. Se infatti non saranno reintegrate le risorse disponibili che la legge di stabilità 2012 ha ridotto, vi è addirittura la possibilità che per il 2013 non si possa più avviare l'attività dei volontari. I finanziamenti, secondo la legge, potrebbero passare dai 113 milioni all'anno, a 68,8 milioni per il 2012, 76,3 milioni per il 2013 e 83,8 milioni per il 2014. La
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mancanza di fondi ha già avuto pesanti ripercussioni nel corso di questi anni, a tal punto che oggi è possibile far partire meno di 20mila volontari all'anno a fronte di 60mila richieste. Il Ministro Riccardi, da sempre impegnato nel sociale, ha sostenuto la necessità di fare in modo che il Servizio Civile non si trasformi in un privilegio per pochi, tenendo sempre ben presenti “le voci dei giovani che rivendicano il diritto ad un'opportunità che non deve essere loro preclusa”. A tal proposito ha riportato le parole conclusive di una lettera aperta che alcuni volontari hanno inviato: “dobbiamo lavorare sul concreto, pensare a cos'è stato, cos'è e cosa può essere il servizio civile. Noi che crediamo nel servizio civile dobbiamo trovare una maniera semplice per arrivare agli occhi e alle orecchie di tutti. Le crisi, le esperienze possono dunque servire a questo: mettere insieme le idee e ragionare su come realizzarle al meglio, perché portino frutto”. Riccardi ha concluso il suo interven-
to dichiarando che per consentire la sopravvivenza del servizio civile “bisogna vincere una battaglia culturale nel nostro Paese, portandola in tutte le sedi possibili affinché l'opinione pubblica italiana diventi consapevole dell'importanza di questa esperienza”. Il primo passo sarà “aprire un tavolo serio” interministeriale tra Welfare e Economia per “vedere come rifinanziare il Servizio Civile Nazionale”. Margini di azione importanti sono emersi anche dalle altre proposte che sono venute fuori dal convegno, quali una comunione di intenti con Germania e Francia per estendere il servizio al di là del confine nazionale, o il coinvolgimento di volontari stranieri all'interno dell'iniziativa, proposta particolarmente cara al Ministro stesso. ■
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a cura di Fabio Novembre
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ECONOMIA I METODI ANTI-EVASIONE
OPINIONI A CONFRONTO
di Ivano Basile
CONTRASTO D’INTERESSI: BUFALA O PANACEA? Molti continuano a sostenere che l’evasione fiscale si potrebbe agevolmente battere con il contrasto d'interessi: potersi scaricare le spese e dunque obbligare i terzi ad emettere fatture. È veramente così?
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L'evasione fiscale, si sa, insieme alla corruzione è una delle piaghe più terribili che affliggono il nostro Paese. E' pari al 18% del nostro Pil, dato che ci posiziona al secondo posto nel mondo alle spalle della sola Grecia. Una delle tasse più evase è l'Iva che raggiunge il 36%, anche qui l'Italia è sul secondo gradino del podio della vergogna, dietro la Spagna.
CONTRASTO D'INTERESSI: FAVOREVOLI
Quando si tratta di dover scovare rimedi efficaci per la lotta all'evasione, si ricorre
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puntualmente a questa formula magica. Il sito d'economia lavoce.info lo definisce così: “Si ha contrasto di interessi fra un venditore e un compratore quando la convenienza a evadere dell'uno trova un ostacolo nella convenienza a rendere nota la transazione al fisco da parte dell'altro”. In Italia tra cliente e esercente/professionista piuttosto che di conflitto si dovrebbe parlare di 'comunione d'interessi': “risparmio io, così risparmi pure tu”. Accettando di pagare senza richiedere fattura (evasione totale), il compratore risparmia il 20% di
Iva e fa risparmiare al venditore l'Irpef. Lo Stato non incassa alcun gettito. Ecco perché dalla situazione attuale di convergenza di interessi a evadere c'è chi propone di arrivare alla piena deducibilità dal reddito imponibile del compratore della spesa sostenuta, per cercare di eliminare così tutte quelle situazioni in cui l’evasione è conveniente per entrambi i soggetti coinvolti. Ipotizziamo ad esempio che, dietro presentazione della ricevuta fiscale, il consumatore possa beneficiare di una detrazione fiscale (cioè una riduzione dell’imposta pagata) e che, in analogia
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ECONOMIA I METODI ANTI-EVASIONE
MARIO MONTI È il Presidente del Consiglio del secondo Paese al mondo per evasione fiscale. In Italia l'evasione dell'Iva raggiunge il 36%. Siamo secondi soltanto alla Spagna
uno “sconto per il nero” che potrebbe raggiungere un massimo pari all’Irpef che il primo versa allo stato. In caso di deducibilità integrale dell’acquisto dall’imponibile fiscale del compratore si crea effettivamente contrasto d’interessi, cioè il compratore ottiene un sussidio sull’acquisto pari alla differenza tra l’aliquota marginale Irpef del compratore e l’aliquota Iva applicata all’acquisto. Tuttavia, anche in questo caso, il venditore potrebbe disinnescare la minaccia offrendo al compratore uno sconto pari almeno all’entità del sussidio ottenuto da quest’ultimo e fino ad un massimo pari all’aliquota Irpef del venditore. In base a questa visione il contrasto d’interessi serve a poco o
a quanto già oggi avviene per spese considerate meritevoli (sanitarie, di istruzione, per interessi passivi relativi al mutuo prima casa, eccetera), la detrazione sia pari al 19% dell’ammontare della prestazione stessa. In questo caso il compratore avrebbe un sicuro interesse a ottenere la ricevuta dal compratore, che continuerebbe ad avere invece interesse a non rilasciarla (da qui il termine "contrasto di interessi").
LE DETRAZIONI ✑ IN ITALIA È possibile scaricare solo tutto ciò che riguarda la salute, dai medicinali alle prestazioni sanitarie. Le norme fiscali permettono al contribuente che sostiene spese relative alla salute, di chiedere, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, delle detrazioni dalle imposte da versare. A seconda della tipologia, le spese possono essere portate in diminuzione dal reddito imponibile (deduzioni), oppure dare diritto ad una detrazione d’imposta (del 19%, detrazioni). La documentazione delle spese è costituita da scontrini, fatture e ricevute rilasciate al contribuente da chi ha percepito le somme, con l’indicazione del suo codice fiscale o numero di partita IVA e del codice fiscale del cliente. Il contribuente non deve allegare alla dichiarazione alcuna documentazione, che va però conservata in originale per tutto il periodo durante il quale l’ Agenzia delle Entrate ha la possibilità di richiederla.
CONTRASTO D'INTERESSI: CONTRARI Ma non tutti sono d'accordo. C'è chi smonta questa tesi, ritenendo che il cosiddetto “contrasto di interessi” contro l’evasione fiscale sia soltanto una pura leggenda metropolitana. Quasi cinque anni fa, i giornalisti Maria Cecilia Guerra e Alberto Zanardi presero posizione su lavoce.info articolarono in maniera precisa: se si consentisse la detrazione fiscale degli acquisti, in misura pari al classico 19% oggi in essere per questa tipologia di benefici fiscali, il compratore avrebbe un onere fiscale pari alla differenza tra l’aliquota Iva applicata sul bene ed il 19 per cento di detrazione d’imposta. Il venditore potrebbe quindi agevolmente offrire al compratore
nulla. L’unica via rimarrebbe il metodo della tracciabilità dei pagamenti: il controllo degli estratti conto bancari, con dichiarazione patrimoniale all’inizio di ogni anno. Oppure soluzioni più creative... A Taiwan, ad esempio, lo scontrino vale come un biglietto della lotteria. Sulla classica ricevuta emessa da negozi e commercianti è
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ritirare in contanti l'ammontare della vincita. Tutti gli avventori sono naturalmente invogliati a richiedere lo scontrino, anche per acquisti di pochi centesimi. E i commercianti sono costretti a battere tutti gli scontrini senza possibilità di “involontarie” dimenticanze. Le vincite sono basse, massimo 200 dollari, ma diffuse. Anche nel nostro Paese in fase pre-
PER COMBATTERE L’EVASIONE FISCALE OGNI METODO È LEGITTIMO. ANCHE “COPIARE” LE SOLUZIONI DEGLI ALTRI STATI
stampato, per obbligo di legge, un numero di serie generato automaticamente da un sistema. Lo stesso insomma che si trova sui ticket delle lotterie e dei giochi a montepremi immediato come i gratta e vinci. Ogni fine mese, con piattaforme diverse, dalla tv alla radio, il Governo pubblica i numeri vincenti e il fortunato possessore del biglietto-scontrino può recarsi dall'esercente e
paratoria della legge finanziaria 2010 venne ventilata la possibilità di trasformare gli scontrini fiscali in gratta e vinci, ma poi l'ipotesi finì nel dimenticatoio. Considerando che in Italia si ricevono (o si dovrebbero ricevere) quotidianamente dai 3 ai 7 scontrini fiscali, si può immaginare, vista anche la passione per il gioco tipicamente italiana, che i risultati sarebbero stati considerevoli. ■
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agromafie__mastro Progress 29/03/12 12.47 Pagina 1
ECONOMIA IL BUSINESS DELLE TRUFFE AGROALIMENTARI
I FALSARI DEL CIBO di Denise Marianacci
AGROMAFIE S.P.A. Il Rapporto Eurispes-Coldiretti stima che il volume d’affari complessivo dell’agromafia sia quantificabile in 12,5
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miliardi di euro: una cifra consistente sottratta a un settore economico già in ginocchio
“Alla tavola di ciascun cittadino mangia un convitato di pietra: la mafia”. Queste sono state le parole durissime di Piero Grasso, capo della Procura Nazionale Antimafia, in occasione della presentazione della prima relazione sulla contraffazione e sulla pirateria nel settore agroalimentare, presentata nel quartier generale di Coldiretti. Insomma, non basta la concorrenza dei paesi in cui produrre costa meno che in Italia, non bastano la crisi economica e
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gli interventi strutturali che non arrivano mai, a dar del filo da torcere a tutto il comparto dell’agricoltura ci si mette pure la criminalità organizzata. È risaputo che la malavita ha sempre infilato i propri tentacoli ovunque ci fosse possibilità di profitto, approfittandone per toglierlo a chi si dedica onestamente a queste attività produttive, ma quello che emerge oggi dal rapporto Coldiretti/Eurispes parla chiaro: ben
il 5% del business criminale deriverebbe dalla pirateria e dalla contraffazione nel settore agroalimentare, per un totale di 10/15 miliardi di euro. A questo capitale vanno poi aggiunte tutte le imitazioni dei prodotti made in Italy, per cui il fenomeno arriva a fruttare guadagni che si aggirano attorno ai 60/70 miliardi di euro. L’infiltrazione della criminalità può avvenire praticamente a ogni stadio del processo di produzione e di distribuzione dei pro-
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ECONOMIA IL BUSINESS DELLE TRUFFE AGROALIMENTARI
dotti: dai furti alle macellazioni clandestine, dal danneggiamento delle colture all’usura, dal caporalato alla contraffazione, passando per il saccheggio del patrimonio boschivo e per la sofisticazione dei prodotti alimentari. La criminalità organizzata, dunque, è riuscita a rafforzare il proprio status di grande holding finanziaria grazie a un fatturato in continuo aumento. Il ruolo di mediazione economica e sociale delle agromafie, soprattutto in questo periodo di profonde incertezze economiche, sembra colpire duramente il Sistema Paese e il fenomeno interesserebbe la quasi totalità dei settori economici e finanziari italiani: il raggio d’azione sembra coinvolgere l’intero territorio nazionale con una capacità di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale che diventa ogni anno sempre più efficace. Certamente, anche se il denaro proveniente dalle attività illecite viene molto spesso investito al nord, il Meridione è la terra prediletta dall’agro-criminalità che, qui, si aggiudica il quasi totale dominio sulle attività agricole e sullo smaltimento dei rifiuti. Basti pensare che, per esempio, la camorra detiene il monopolio sulla manodopera extracomunitaria e si garantisce l’esclusiva di decidere il prezzo di vendita delle merci. In Campania, sono i clan camorristici a investire capitali
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violenti e criminosi che colpiscono in particolar modo il settore agricolo (aggressioni, furti di mezzi e prodotti agricoli, racket sull’intera filiera). In Calabria, poi, basta ripensare agli eventi di Rosarno per comprendere come la manodopera clandestina sia brutalmente sfruttata nel comparto agricolo di questa regione. Continuando a radicarsi nelle diverse realtà meridionali, la criminalità organizzata segna, contemporaneamente, una massiccia espansione anche al nord, soprattutto nelle grandi aree metropolitane. Non bisogna dimenticare, infatti, che la parte più cospicua dell’industria di trasformazione è localizzata nelle regioni del centro e del nord della penisola. Come si può immaginare, il reinvestimento dei proventi illeciti condiziona pesantemente la libera iniziativa economica (basti pensare all’indebita percezione dei finanziamenti nazionali e comunitari e all’attuazione di pratiche estorsive…). Ma la pirateria alimentare non si ferma qui e scavalca i confini nazionali facendo leva anche su altre metodologie di contraffazione. Stiamo parlando dell’”italian sounding”, ovvero dell’abuso del nome italiano per far leva sui consumi all’estero. La tecnica è quella di utilizzare denominazioni geografiche, marchi, immagini che si richiamano all’Italia per pubbli-
LA CRIMINALITÀ ORAGNIZZATA SI È AGGIUDICATA I PROVENTI DI ATTIVITÀ ILLECITE DERIVANTI DAL DOMINIO SULLE ATTIVITÀ AGRICOLE E SMALTIMENTO RIFIUTI
illeciti per acquistare aziende agrarie, terreni, caseifici, non senza aggredire il tessuto sano della società, quello che, a stento, è ancora legato all’economia legale, e sono sempre i clan a gestire la redditizia attività dello smaltimento illegale dei rifiuti, mettendo a rischio la salubrità di terreni e falde acquifere. In Sicilia, poi, sembrerebbe che il filo nero delle agromafie governi le principali direttrici del commercio dell’ortofrutta, dai mercati dell’isola fino a raggiungere la potente area commerciale milanese, oltre a garantirsi l’esclusiva di decidere il prezzo delle merci vendute, sostituendosi alle imprese produttrici che, così, vedono progressivamente perdere i propri ricavi. Neppure risulta immune la Basilicata, regione che, ad oggi, si ritrova al centro di episodi
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cizzare e commercializzare prodotti che, in realtà, non hanno nulla a che fare col nostro paese. Stiamo parlando del 33% dei prodotti agroalimentari (in Italia e all’estero) che derivano da materie prime importate e vendute illecitamente col marchio “made in Italy” (per un fatturato che si aggira intorno ai 50 miliardi di euro!!). Latte, formaggio, prosciutto, pasta, olio, sono i prodotti più falsificati al mondo e sono i primi a finire sulle nostre tavole. Insomma, i danni arrecati al sistema sociale ed economico sono gravissimi e molteplici e si va dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all’alterazione delle regole di mercato E se vogliamo uscire dai confini di casa nostra, ci accorgiamo che nemmeno le grandi multinazionali sono estranee a queste tipologie
PIETRO GRASSO Capo della Procura Nazionale Antimafia. Suo l’allarme sul giro d’affari delle agromafie
di fenomeni: la Coca-Cola, per esempio, che commercia la sua aranciata a circa un euro e trenta al litro sugli scaffali dei supermercati, riconosce agli agricoltori solo tre centesimi per ciascuna bottiglietta venduta. La bevanda contiene solo il 12% di succo, pertanto ai produttori spettano otto centesimi al litro. La cifra irrisoria corrisposta ai produttori, fa sì che nel tessuto del comparto si intrometta facilmente la criminalità con la diffusione del caporalato e dello sfruttamento della manodopera degli immigrati. Nelle etichette, inoltre, non è indicata l’origine reale, e spesso concentrati d’arancia prodotti in Brasile sono spacciati come made in Italy. L’infiltrazione massiccia e capillare, unita alla forza delle organizzazioni criminali, scoraggia qualsiasi iniziativa volta a frenare questo fenomeno diffuso, ma contro le frodi alimentari e la contraffazione esistono delle risposte che potrebbero contribuire a riportare la legalità nel settore: innanzitutto, come molte associazioni di consumatori e gruppi contro le mafie sottolineano, si dovrebbe spingere per un accorciamento della filiera produttiva, perché comprare direttamente dal produttore potrebbe essere un modo efficace per impedire infiltrazioni tra agricoltori e consumatori. In seconda istanza, sarebbe necessaria una risposta efficace e perentoria della politica che dovrebbe impegnarsi sia per inserire i delitti ambientali nel codice penale, sia per istituire un rigoroso sistema di tracciabilità, sia per promuovere modelli di agricoltura caratterizzati da qualità e sostenibilità, valorizzando le produzioni tradizionali e locali. ■
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Trenitalia__mastro Progress 29/03/12 12.48 Pagina 1
ATTUALITÀ TRENITALIA E LA SFIDA ALLA MODERNIZZAZIONE
NUOVO LOOK TRA GIOIE E DOLORI di Roberta Bruni
UN TRENO A DUE VELOCITÀ Ci sono già passate Telecom, Enel e prima ancora Alitalia. Ora tocca ad un altro colosso del Sistema Paese affrontare le sfide del mercato libero. E per prepararsi a quella che a tutti gli effetti costituisce una rivoluzione per il settore dei trasporti, Trenitalia ha puntato ad un rinnovamento di brand. Basterà a mettere i freni alla corsa di Italo?
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Fine del countdown: comincia l’era della concorrenza anche per le ferrovie italiane. Nell’aria da più di dieci anni, da quando cioè una direttiva europea ha imposto all’Italia di adeguare il sistema del trasporto su rotaie al resto d’Europa, la liberalizzazione finalmente entra nel vivo. Una radicale trasformazione che evidentemente riguarda molto da vicino l’azienda che per oltre cent’anni ha goduto ampiamente del trono da monopolista e che ora è chiamata al confronto perché - senza ulteriori ritardi - stavolta Italo, il primo operatore privato europeo dell’alta velocità, è davvero pronto a schizzare lungo i binari italiani. Trenitalia, dalla sua, non è stata di certo a guardare, se non altro perché di tempo ne ha avuto per prepararsi all’evento. Consapevole dei rischi connessi all’ingresso sul mercato di nuovi operatori, infatti, l’azienda - ma sarebbe meglio dire il gruppo, Ferrovie dello Stato Italiane – ha dato il via a un grande processo di rinnovamento della propria immagine, giocando
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innanzitutto un asso nella manica: la famiglia delle Frecce. Il perché è presto detto. Inaugurato nel 2009, Frecciarossa è un brand forte e riconosciuto, che può contare su vetture relativamente innovative, sicuramente moderne. Le uniche, comunque, in grado di competere con la flotta allestita dalla coppia d’oro Montezemolo - Della Valle, tecnologicamente avanzata e pullulante di comfort ad ogni angolo. E in effetti, il primo intervento sembra andare proprio in questa direzione: l’imperativo è rafforzare la distintività del Frecciarossa, a cominciare dal restyling dell’identità visiva, per poi proseguire con l’ampliamento della gamma dei servizi. In un mercato ormai sempre più europeo e internazionale, è chiara l’intenzione dell’azienda di porsi come marca capace di innovare e rinnovarsi mantenendosi sempre fedele a se stessa. Rinnovarsi nella continuità, dunque. Che tradotto in altri termini significa rivendicare il ruolo sociale di servizio nazionale (espresso dal claim “La linea che
unisce il Paese”) strizzando al contempo l’occhio a logiche più commerciali. Insomma, è giunto il momento di dare prova di un cambiamento anche nella mentalità, non solo nella forma e nei contenuti. Torna a fare advertising: riappare sulle tv nazionali, propone spot radiofonici per nuove offerte e promozioni, non si fa mancare la cartellonistica tradizionale e presidia la stampa. Sul piatto aggiunge un brand channel su YouTube e un account Twitter. Ma se cambiamento deve essere, questo non basta. Ecco allora che spariscono prima e seconda classe, arrivano Executive, Business, Premium e Standard, ovvero i cosiddetti livelli di servizio. Senza avere il timore di esagerare, alcuni hanno accolto la notizia addirittura come una vera e propria rivoluzione culturale. Ma cosa cambia realmente? Non è più una questione (solo) di prezzo ma di servizi, appunto. «Abbiamo provato a “riplasmare” il treno - ha precisato l’ad di Fs Mauro Moretti in occasione della presentazione ufficiale lo scorso no-
Trenitalia__mastro Progress 29/03/12 12.48 Pagina 2
ATTUALITÀ TRENITALIA E LA SFIDA ALLA MODERNIZZAZIONE
vembre - a seconda delle esigenze e delle attività delle persone». Non sopporti il trillo dei cellulari o lo schiamazzo dei bambini? Arriva la carrozza del silenzio. Gli impegni di lavoro ti inseguono anche a bordo treno? I più agiati potranno permettersi una saletta riunioni in esclusiva. E poi connessione wi-fi e “ristorazione al posto”. È un po’ questa la logica delle nuove fasce di comfort. Almeno sulla carta. Perché come dimenticare le ferree limitazioni che, ad esempio, impediscono a chi ha un biglietto “standard” di accedere alle altre carrozze, compresa quella bar/ristorante? La notizia, manco a dirlo, ha provocato una vera e propria sommossa sui social network tanto da costringere la società al dietro front, che con-
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Secondo alcuni dati raccolti dall’azienda, relativi alla customer satisfaction (maggio 2011), il gradimento per l’Alta Velocità di Ferrovie dello Stato Italiane è in costante aumento: la percentuale di clienti che ha espresso un giudizio positivo riguardo alla propria esperienza di viaggio con il Frecciarossa cresce al 97%, registrando +2,2 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sempre stando alle stime fornite, un passeggero su due (51% degli intervistati) ha espresso un voto superiore a 8, su una scala da 1 a 9 (con crescita di 5,4 punti percentuali rispetto al 2010). Il trend positivo del brand Frecciarossa potrebbe far pensare che l‘investimento sia stato ampiamente ripagato. Eppure non è tutto oro quello che luccica. Proprio la campagna di comunicazione che doveva presentare al grande pubblico il “nuovo modo di viaggiare” ha causato vivaci polemiche (che sui principali social network ha raggiunto anche toni molto accesi), sollevando un grande polverone che ha coinvolto i vertici aziendali, già subissati dalle recenti critiche per la soppressione dei treni notte. A mandare su tutte le furie alcune associazioni di categoria, è stata soprattutto
MENTRE GLI INVESTIMENTI FIORISCONO ALLA VOCE ALTA VELOCITÀ, LE LINEE LOCALI DI TUTTE LE REGIONI, AD ECCEZIONE DELLA LOMBARDIA, SUBISCONO TAGLI E AUMENTI DEL COSTO DEI BIGLIETTI
ferma «la volontà di Trenitalia di offrire un servizio sempre più a misura di tutti e rispondente alle esigenze di un mercato in continua evoluzione». Già il mercato. La vera minaccia per un’azienda che da sempre ha goduto di una posizione da leader assoluto, in settore per lo più in cui le barriere all’ingresso, sia di natura tecnica che economica, costituiscono un enorme deterrente, è doversi confrontare con player più conformi alle nuove regole del mercato. Per riallinearsi in questo senso, l’azienda cerca un nuovo rapporto con il cliente. Più offerte e personalizzazione dell’esperienza del viaggio. Ma il viaggio può dirsi davvero “su misura” come promettono i vertici aziendali?
TRENI AD ALTA VELOCITÀ E PROTESTE In alto: Mauro Moretti, A.D. di Ferrovie dello Stato, e le proteste dei NO TAV. A fianco: interni del “servizio Executive” composto da 8 poltrone singole in pelle
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la scelta di caratterizzare il livello economico con una famiglia di immigrati. Autolesionismo o ingenuità? La strategia di frazionamento dell'offerta, che doveva rappresentare un indice di dinamicità per il fatto stesso di rompere un'organizzazione a lungo rimasta stabile, si è invece rilevata in tutta la sua criticità. E se l’effetto desiderato era dimostrare di essere entrati in sintonia con le esigenze dei passeggeri, il risultato non può dirsi raggiunto. Parola di web. Lo conferma una recente indagine effettuata su Facebook, nel mese a ridosso delle festività natalizie, dalla start-up Caffeina, dalla quale emerge inequivocabilmente come e in che misura l’azienda sia una protagonista negativa del social network: più del 70% dei circa 7,500 contenuti raccolti (video, link, commenti) sono offensivi, denigranti, negativi. In particolare, viene fuori come queste critiche, veicolate per lo più attraverso contenuti ironici, si estendano a dif-
ferenti tematiche che vanno dall’errata gestione della privatizzazione alla nuova politica di suddivisione del servizio, dall’impossibilità di viaggiare con animali domestici alla mancanza di un’alternativa (da questo punto di vista, l’arrivo di NTV viene percepito più che positivamente dai consumatori). Tanti focolai diversi in un arco temporale così ridotto dovrebbero rappresenta un campanello d’allarme per Trenitalia. Ma l’azienda è assente da Facebook, il che non agevola affatto un dialogo costruttivo con i consumatori, anzi lascia agli utenti la libertà di poter criticare liberamente le attività aziendali sui social media. Insomma, le aspettative che la marca riesce a creare non sembrano essere sufficienti a contrastare le lacune registrate sul fronte della performance. Treni soppressi, ritardi frequenti, sporcizia e vagoni da “deportazione”: il gruppo deve confrontarsi storicamente con un vissuto di disservizi e scarsa qualità con cui devono fare i conti ogni giorno circa tre milioni di pendolari, la vera spina nel fianco di Trenitalia. E se gli investimenti fioriscono alla voce alta velocità, (la nuova stazione Tav di Roma Tiburtina inaugurata nel 2011 è costata 330 milioni di euro), le linee locali di tutte le regioni, ad eccezione della Lombardia, subiscono tagli e aumenti del costo dei biglietti. Ma questa è un’altra storia. ■
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trento__mastro Progress 29/03/12 12.49 Pagina 1
CINEMA FESTIVAL DEL CINEMA A TRENTO
di Romina Delmonte
RITORNA IL TRENTO FILM FESTIVAL
UNA SETTIMANA IN ALTA QUOTA Compie 60anni la storica rassegna dedicata alla cinematografia di montagna. Ad aiutare a spegnere le candeline, film-makers da tutto il mondo che si sfidano a colpi di video, cortometraggi e anteprime
è
È uno dei più antichi festival cinematografici italiani che riesce a portare avanti con successo la propria attività. Inaugurata la propria storia nel 1952 per iniziativa del Club Alpino Italiano, il Trento Film Festival quest'anno compie 60 anni e si prepara a spegnere le candeline dal 26 aprile fino al 6 maggio 2012. Ospiti del compleanno, cortometraggi, documentari e lungometraggi che verranno promossi ed esposti, per il piacere degli occhi e
della mente, in una gara all'ultimo colpo di immagini. Partecipanti e ospiti d'eccezione i Film-makers di tutto il mondo pronti a risparmiare il respiro per filmare e documentare in alta quota i suggestivi paesaggi naturali e per portarsi a casa l'ambito premio. Adrenalina, suspance e tanta originalità saranno le qualità premiate dalla giuria internazionale che nei giorni della rassegna avrà il compito di “riavvolgere il nastro” selezionando le migliori pellicole partecipanti alla rassegna. Le più di 360 pellicole proposte l'anno passato stanno a significare un'attenzione dei riflettori al Festival trentino che si dimostra, nonostante la crisi nel settore, ancora fruttuoso e fertile. Come
PROTAGONISTI Nelle foto: Melissa George e la superstar giapponese Shun Oguri, che interpreta un esperto alpinista, volontario in un gruppo di soccorso
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ogni anno, la Rassegna prevede la collaborazione tra L'Università degli Studi di Trento e dell'Università di Innsbruck, per assegnare un premio speciale a uno dei giovani registi, di età inferiore ai 33 anni, che presenterà un lavoro di particolare interesse culturale. Oltre al celebre concorso internazionale, non mancano sezioni dedicate a tematiche specifiche e interessanti. Tra le varie categorie,“Anteprima”, area dove saranno presentati i lavori fuori concorso,ottima vetrina per chi tramite il Festival ha la possibilità di farsi conoscere anche al grande pubblico. Ma al Festival del Trentino non può mancare l'attenzione particolare all'ambiente e alla salutare vita in alta quota come “Vitalpina” sezione dedicata prettamente alla “magia” della montagna, con i suoi personaggi e paesaggi e “Alp&ism che lascia spazio all'attualità del mondo dell'alpinismo con particolare attenzione agli sport di montagna. Esplorazione ed avventura anche per “Orizzonti” dove attraverso il video si cercherà di descrivere la vita e la civiltà dei popoli con particolare attenzione ai paesi emergenti e alla loro quotidianità “sul cucuzzolo della montagna”. È un Festival che guarda ad Oriente il 60/o Trento Film festival, dalla Russia fino al Giappone, passando per le vette dell'Asia. Molti i lungometraggi iscritti, compreso 'We Need Happines's' dell'ultimo Leone d'oro
Alexander Sokourov. Dal Giappone approderà a Trento 'Peak, The Rescuers' di Osamu Katayama, tratto da un famoso manga di argomento alpinistico di Shinichi Ishizuka. Sarà in anteprima europea dopo le uscite in Australia e in Giappone. La superstar Shun Oguri interpreta un esperto alpinista, volontario in un gruppo di soccorso. E ancora sono annunciati i documentari di autori cinesi, indiani, di Taiwan e Hong Kong. Sul versante europeo c'e' la produzione inglese 'A Lonely Place to Die' di Julian Gilbey, in anteprima italiana. Si tratta di un thriller d'azione interpretato dall'attrice australiana Melissa George, nota per i ruoli nelle serie tv Friends e Grey's Anatomy. Per l'occasione il regista-alpinista Julian Gilbey ha lasciato la macchina da presa per interpretare di persona la controfigura nelle scene di parete. Una montagna lodata e celebrata da tutti i punti di vista e da tutto il mondo, per un Festival che raccoglie gli sguardi e l'obiettivo di chi la natura la vive e la trasforma in arte. La letteratura? Non si dimentica tra le valli anzi, dal 26 aprile all’6 maggio il pubblico avrà la possibilità di sfogliare le pagine di “montagne di carta” presso il tendone allestito in piazza Fiera a Trento. Più di un migliaio di volumi tra guide, saggi, monografie, libri fotografici e riviste specializzate di centinaia di editori da tutto il mondo riguardanti l’ambiente, la geologia, l’archeologia, la storia, la guerra, l’economia, l’arte, l’artigianato e l’etnografia saranno sotto le mani dei visitatori che tra un libro e un filmato riscoprono l'ebrezza di vivere anche solo un giorno “in alta quota”. www.trentofestival.it ■
art fair__mastro Progress 29/03/12 12.53 Pagina 1
ARTE MOSTRA D’ARTE MONDIALE A PARIGI
ART PARIS ART FAIR A cura della Redazione
FERVE L’ARTE A PARIGI La primavera a Parigi sarà accompagnata da un evento artistico irrinunciabile per tutti gli appassionati d’arte moderna e contemporanea. Un appuntamento al Grand Palais per una mostra d’arte di respiro internazionale
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La capitale francese accoglie nella sede prestigiosa del Grand Palais, nel cuore di Parigi, una mostra d’arte di respiro internazionale: 120 gallerie, 125 stand e opere di 1200 artisti, il tutto accuratamente selezionato da sei esperti, riconosciuti per il loro impegno a favore della creazione europea. Quest’anno infatti Art Paris Art Fair 2012 ha selezionato gallerie di 15 paesi affinché facciano di questo spazio un grande punto d’incontro per il settore. Di queste il 40% appartengono a gallerie internazionali e il 56% del totale sono nuove gallerie che entrano a far parte di questo grande mondo. La mostra ha lo scopo di presentare la scena artistica in Europa, con una particolare attenzione portata sulle correnti storiche degli ultimi trent’anni fino all’attualità recente, ma non solo, infatti quest’anno anche l’Oriente e l’America Latina saranno protagoniste di questa rassegna, aperta a qualsiasi forma di espressione artistica.
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In quest’occasione la fiera si incentrerà sulla promozione delle gallerie come spazi in cui si sviluppa la creazione dell’arte in Europa. Per questo saranno ripercorsi gli ultimi 30 anni di storia attraverso gli avvenimenti che hanno dettato le regole dell’arte mondiale. Inoltre sono stati presi in considerazione gli ultimi eventi ed il successo dell’integrazione di nuovi centri di promozione e creazione artistica come Vienna e Budapest, che hanno apportato interessanti riflessioni sull’arte. Inoltre l’organizzazione della fiera fa da eco alle nuove tendenze e prospettive di artisti e galleristi, che entrano a far parte del grande mondo dell’arte, come Asia, Medio Oriente, America Latina. Come tutte le cose innovative la fiera porta con sé altri segmenti che irrompono sulla scena, come il disegno creativo. Per questo è stato sviluppato uno spazio chiamato “Serie limitata” dove si riuniscono gallerie previamente selezio-
ART PARIS ART FAIR ✑ Grand Palais, Avenue Winston Churchill, 75008 - Paris www.artparis.fr
nate da un esperto che contano su pezzi esclusivi realizzati da artisti contemporanei rinomati per i loro disegni artistici. Questa sezione è appoggiata dall’industria francese e come incentivo verrà premiata l’opera selezionata in quanto unica e di alto valore artistico. In 6500 metri quadrati Parigi riceverà compratori d’arte di tutto il mondo, ma chi godrà maggiormente di questa fiera che impone uno stile a livello mondiale sulle tendenze artistiche è il pubblico che ama la creazione e che si getta a visitarla. I realizzatori hanno pensato di creare anche un percorso artistico particolare intitolato “A Paris au printemps”, creato grazie alla collaborazione con le più importanti istituzioni parigine e basato sull’organizzazione di conferenze e numerose esposizioni. Art Paris Art Fair si annuncia come uno degli eventi artistici significativi della primavera del 2012. ■
festival pasqua__mastro Progress 30/03/12 10.33 Pagina 1
MUSICA FESTIVAL DI PASQUA 2012
GRANDE MUSICA A PASQUA
di Monica Rossi
LA MUSICA SACRA IN TOUR A ROMA La quindicesima edizione del Festival di Pasqua dedicata ad Antonio Vivaldi, si terrà quest’anno dal 31 Marzo all’8 Aprile 2012. Come di consueto, toccherà le più importanti chiese e basiliche di Roma, alla scoperta della Musica Sacra, con un importante ritorno: il Requiem di Mozart. Abbiamo intervistato Enrico Castiglione, Patron del Festival
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Il Festival di Pasqua, la manifestazione di musica e arte sacra fondata nel 1998 dal regista e scenografo italiano Enrico Castiglione, festeggia quest’anno la quindicesima edizione con un programma che, dal 31 marzo alla Domenica di Pasqua (8 aprile) e fino alla Domenica di Pentecoste del 27 Maggio 2012, porterà esclusivi concerti di musica sacra nel-
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le più antiche e suggestive chiese e basiliche del centro storico di Roma e in Vaticano. Concerti e manifestazioni sempre dedicati ai più illustri compositori della storia italiana, valorizzando la Musica Sacra, da quella gregoriana e polifonica fino al periodo barocco, con particolare attenzione ad Antonio Vivaldi. Per festeggiare la quindicesima edizione, il
Festival di Pasqua ha inaugurato sabato 31 marzo nel cuore del centro storico di Roma, nella Basilica di San Lorenzo in Lucina con la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, una vera e propria "messa liturgica in musica” che ha visto l’esecuzione originale (due pianoforti e armonium), a cura della Schola Cantorum dell'Università Popolare di Roma
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MUSICA FESTIVAL DI PASQUA 2012
AMORE PER LA MUSICA Un giovane Enrico Castiglione con il maestro Bernstein; a destra Antonella De Angelis
Upter in San Lorenzo in Lucina. Il Festival prosegue domenica 1 aprile alle ore 20.30, nella Basilica dei Santi XII Apostoli, con il tradizionale Concerto per la Domenica delle Palme. In programma l’Arte della Fuga di Bach, considerato il misterioso capolavoro della maturità del compositore tedesco, eseguito per l’occasione dal maestro Marco Silvi, uno dei più esperti organisti della “scuo-
la romana”. Lunedì 2 aprile alle 20.30 sarà la volta della Chiesa di Sant’Andrea della Valle, un gioiello dell’architettura barocca, con il concerto “Excelsium musicae”, in programma alcune delle più belle cantate “sacre” di Antonio Vivaldi (in collaborazione con il “Vivaldi Festival” in programma da quest’anno a giugno a Venezia), eseguita con strumenti originali dell’epoca dall’Orchestra Collegium Musicum. Uno degli eventi musicali più attesi di questa quindicesima edizione è senz'altro il Requiem di Mozart, in programma martedì 3 aprile alle 20.00 nella Chiesa del Gesù, evento speciale promosso dal Fondo degli Edifici di Culto del Ministero dell’Interno in occasione del restauro della Cappella della Natività. Il capolavoro di Mozart torna al Festival di Pasqua dopo dieci anni dalla sua prima esecuzione con artisti di fama internazionale contesi tra i più grandi teatri di tutto il mondo. La splendida Basilica di San Paolo dentro le Mura ospiterà mercoledì 4 aprile alle ore 21.00 ancora un appassionante viaggio alla scoperta delle composizioni sacre di Vivaldi, mentre giovedì 5 aprile e venerdì 6 aprile alle ore 18 e sabato 7 aprile alle ore 22.30 la Schola Cantorum eseguirà i Mottetti Sacri di Giovanni Pierluigi da Palestrina, un classico della Musica Sacra utilizzati anche
durante la tradizionale “Via Crucis” del Venerdì Santo. Chiude la programmazione del Festival di Pasqua per la Settimana Santa il tradizionale Concerto di Pasqua, che si svolgerà domenica 8 aprile alle ore 20 nella Basilica dei Santissimi Dodici Apostoli con un concerto interamente dedicato ad Antonio Vivaldi e alla sua rarissima musica per controtenore, intitolato “In ex-
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MUSICA FESTIVAL DI PASQUA 2012
celsis Deo”, eseguita dalla Roma Baroque Orchestra insieme al controtenore Mario Bassani, star della musica internazionale. A completamento della quindicesima edizione del Festival di Pasqua si susseguiranno poi ben tre eventi speciali. Sabato 26 maggio alle ore 12 nella magnifica Cappella Giulia della Basilica di San Pietro, Mons. Pablo Colino, Prefetto della Musica Sacra della Basilica di San
Pietro ed autentica autorità internazionale della Musica Sacra, dirigerà il suo eccezionale Coro dell’Accademia Filarmonica Romana per celebrare l’ambito traguardo del 15esimo anno di attività. Domenica 3 giugno alle ore 20.30 nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, per la prima volta nei programmi del Festival di pasqua, sarà eseguita la “Passio Caeciliae”, cantata sacra per soprano, voce recitante, coro e orchestra di Mons. Marco Frisina, uno dei protagonisti della musica sacra contemporanea in veste anche di direttore del Coro e dell’Orchestra del Festival di Pasqua. Chiude la serie degli eventi speciali, martedì 3 luglio alle ore 20.00 (luogo da definire), il Concerto in omaggio a Papa Benedetto XVI con la straordinaria partecipazione dell’Orchestra Sinfonica Simon Bolivar del Venezuela diretta dal maestro Gustavo Dudamel (trasmessa in diretta dalla Rai e dalle reti televisive internazionali con la regia televi-
siva di Enrico Castiglione) che eseguirà musiche di Mozart, Beethoven e Bernstein. www.festivaldipasqua.org www.musicalia.tv ■
INTERVISTA A ENRICO CASTIGLIONE Direttore il Festival di Pasqua compie quindici anni: un punto di arrivo o un nuovo traguardo? Quindici anni possono essere pochi o tanti per un festival, ma per il Festival di Pasqua, che è una manifestazione di musica sacra che si svolge prevalentemente nelle chiese di Roma, ma rappresentano un primo traguardo di cui siamo orgogliosi. I nostri programmi, che si sono sempre svolti sotto l'Alto Patronato della Pontificia Commissione dei Beni Culturali e del Presidente della Repubblica Italiana, hanno offerto esecuzioni di capolavori musicali, spesso trascurati se non del tutto dimenticati, colmando lacune incredibili lasciate da istituzioni molto più antiche della nostra Tutti i più grandi compositori, da Vivaldi a Mozart, da Beethoven a Brahms, da Stravinskij a Bernstein, hanno dato il meglio di sé proprio nella musica composta su commissione della Chiesa o comunque su temi religiosi, esattamente come è avvenuto per le arti figurative con Caravaggio, Raffaello o Michelangelo. Un'altra caratteristica del Festival di Pasqua è sempre stata la sua particolare predisposizione per la televisione e le nuove tecnologie… Fin dalla prima edizione abbiamo creduto fortemente nella straordinaria opportunità offerta dalla televisione e fin da allora abbiamo iniziato a registrare e a trasmettere i nostri concerti in tutto il mondo. Nel 1998 abbiamo iniziato con il Concerto di Pasqua che vedeva protagonista José Carreras, poi abbiamo proseguito registrando anche i concerti dal repertorio più difficile. In quindici anni abbiamo prodotto ed offerto centinaia di eventi, manifestazioni e concerti molti dei quali registrati e trasmessi in diretta mondovisione dalla RAI e tutt'ora
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continuamente trasmessi dalle principali reti televisive internazionali. Nel 2009 la De Agostini ha realizzato la collezione "Musica Sacra" esclusivamente con cinquanta nostri concerti diretti da me come regista e registrati dal Festival di Pasqua: un grande onore che ha fatto conoscere ancora di più il nostro festival in tutto il mondo. Cosa proporrà per i prossimi quindici anni? Il repertorio e il patrimonio della musica sacra è talmente sterminato che noi non ne abbiamo utilizzato neanche il dieci per cento. Certamente, nonostante qualcuno in passato abbia tentato di copiare la nostra formula (e qualcuno pure il nome, che è un marchio registrato), il Festival di Pasqua deve ancora "scoprire", per così dire, molti luoghi sacri e per questo abbiamo siglato un protocollo d'intesa con il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno che è proprietario di molte chiese anche a Roma, nonché partiture importanti che ancora non abbiamo eseguito. Penso a Beethoven e alla “Missa Solemnis” e all' “Oratorio Cristo sul Monte degli Ulivi”, a Bach e alla “Messa in si minore” che eseguiremo nei prossimi anni. Ma l’autore a cui è dedicata l’edizione di quest'anno è Vivaldi. Insomma, la si può definire “il maestro dei festival” … Dopo il Festival di Pasqua, il Festival Euro Mediterraneo, il Bellini Festival, tra poco partirà il Vivaldi Festival, la mia quarta creatura, sempre sognata, e quest'anno finalmente a maggio si svolgerà a Venezia. Assurdo che Vivaldi, il compositore più popolare della storia della musica, non sia celebrato stabilmente nella sua città.
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INTERNET__mastro Progress 29/03/12 12.54 Pagina 1
internet
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internet
di ROMINA DELMONTE
internet
IPAD HD… E GLI ALTRI È stata presentata a San Francisco la nuova creatura Apple. “Il maratoneta” iPad HD, non solo sfida la velocità della luce in quanto a navigazione, ma è il primo gioiello di casa Apple che fa la sua apparizione sotto i riflettori senza Steve Jobs. Non dormono tranquilli i concorrenti Samsung e Asus che si armano per la guerra sul mercato. Ha sfilato sulla passerella di Yerba Buena Center a San Francisco, l'ultimo creatura
iPad HD, svelando tutti i falsi e veri pronostici che imperversavano sul suo nuovo “volto”. L'attesa che si genera intorno alla presentazione di nuovi prodotti Apple è diventata ormai un rituale atteso e corteggiato. Ad aver catturato la curiosità dei fan della “mela”, sembra essere stato essenzialmente il display della
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“tavoletta”, da sempre punto forte della casa Apple. Ma in casa di Tim Cook non si punta solo all'apparenza, oltre a essere dotato di 'retina display', lo stesso che monta in formato ridotto l'iPhone 4S, il nuovo l'iPad HD è predisposto per accedere alle super-veloci reti 4G, per le quali negli Stati Uniti si stanno già attrezzando le due maggiori compagnie di telefonia mobile, Verizon Wireless e AT&T. Un iPad “maratoneta” in grado di offrire servizi dieci volte più veloci della tecnologia 3G, quello che dal 16 marzo è uscito in America e che dal 23 marzo ha messo piede in “terra italica”. Con il nuovo potente processore quad-core, la Apple continua a detenere saldo lo scettro della tecnologia. Eppure nel mercato quello che conta è la concorrenza, che in questo caso sembra proprio non demordere, anzi. Sono sul piede di guerra i concorrenti Samsung e Asus, colossi del mercato che hanno puntato i
loro affari su Android e Tablet. È Samsung che sfida la mela a colpi di morsi tecnologici con il nuovo tablet “Galaxy Tab 10.1”, un concentrato di potenza in un corpo sottilissimo. Grazie al processore Tegra 2 Dual Core da 1 GHz e al sistema operativo Android 3.1 Honeycomb con interfaccia TouchWiz UX, i tempi di attesa sono ridotti all'osso con applicazioni che si aprono istantaneamente. A quanto pare si vocifera nel mondo dell’elettronica che il primo dispositivo a montare l’attesissima cpu Nvidia Kal-El che vanta ben 4 core, in grado di rivoluzionare il gaming e la multimedia mobile, sarà la nuova generazione di Asus Eee Pad Transformer. Per il momento anche Asus non fornisce dati certi riguardo la
commercializzazione del nuovo Transformer, anche se le ultime indiscrezioni parlano della presentazione del tablet Android Nvidia Kal-El (o Tegra 3) nel mese di ottobre. Chi invece sembra non aver proprio retto la corsa è HP, che ha ritirato dopo neanche un anno il suo tablet e che con la coda tra le gambe abbandona questo segmento di mercato, almeno per ora. E mentre il nuovo iPad HD fa il suo invito ai pressanti riflettori del mercato, non si può che dedicare un applauso anche a Steve Jobs che, se purtroppo non ha fatto in tempo a dare il suo nome alla nuova tecnologia, porta il merito comunque di averla ideata, lasciando la sua eredità alla “mela”.
www.romanoassociati.com _ Ph Paolo Golumelli
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Bonaldo spa via Straelle, 3 35010 Villanova (PD) Italy bonaldo@bonaldo.it www.bonaldo.it
monopoly __mastro Progress 29/03/12 12.55 Pagina 1
ITECH QUANDO IL GIOCO SI FA DIGITALE
TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ, UN SUCCESSO OLTRE LE GENERAZIONI di Federica Vagnozzi
MONOPOLI & CO, LA NUOVA SFIDA È DIGITALE Chi li considerava confinati alle soglie del nuovo millennio è costretto a ricredersi. Dalla ultramoderna versione touchscreen per salagiochi alle applicazioni per smartphone, l’intrattenimento formato famiglia non si è sottratto alla partita offerta dalle nuove tecnologie. E voi, siete pronti per una nuova sfida?
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C’è chi crede che impadronirsi di Parco della Vittoria o Viale dei Giardini a suon di milioni sia soltanto un lontano vaneggiamento incastrato in qualche buia soffitta, tra una scatola di Indovina Chi? e una di Risiko. Insomma, roba da immigrati digitali. Nient’affatto, invece. Dopo aver conquistato migliaia e migliaia di giocatori (si stima che nel mondo siano più di 480 milioni le persone che hanno giocato a Monopoli dal lancio sul mercato), i cosiddetti giochi da tavolo stanno vivendo la loro seconda giovinezza. Il merito è tutto delle nuove tecnologie che offrono il generoso proliferare di versioni su ogni sorta di piattaforma e device. E se in principio fu-
CLASSICI RIVISITATI Dopo aver conquistato migliaia e migliaia di giocatori i cosiddetti giochi da tavolo stanno vivendo la loro seconda giovinezza. Il merito è tutto delle nuove tecnologie che offrono il generoso proliferare di versioni su ogni sorta di piattaforma e device
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rono software per pc, oggi diventano applicazioni per iPhone e iPad, piazzandosi in cima alle liste dei download. Il caso di Monopoli è emblematico ma nessun vecchio gioco da tavolo, da Trivial Pursuit a Cluedo, da Battaglia Navale a Taboo, può dirsi immune dalla metamorfosi in nuove forme elettroniche. La grafica, del resto, riproduce in maniera minuziosa tutte le componenti del gioco che, semmai, trova nuove interessanti varianti. L’ultima versione del classico gioco per eccellenza sviluppata da Electronic Arts, Monopoly Here & Now: The World Edition for iPad, offre quattro livelli di difficoltà e per dare un tocco più internazionale al gioco, come promette il nome, aggiunge nuove pedine: via candela e funghetto, dentro la Matrioška, il lottatore di Sumo e l'ecologica Toyota Prius. Il tutto in rigorosa alta definizione. Eppure nonostante il successo digitale dei giochi da tavolo, la multinazionale Hasbro (che nel 2009 ha rilevato la proprietà di Monopoli) non intende perdere il suo importante mercato tradizionale: «Non credo che si potrà mai rimpiazzare l’esperienza di tirare fuori la scatola di Monopoli e giocarci davanti al camino con la propria famiglia durante le vacanze», ha detto Chip Lange, vice presidente e direttore generale della società. Tanto che la Hasbro si è fatta promotrice di una curiosa iniziativa, la “Settimana del gioco in scatola”, che si è
svolta qualche mese fa in cento città italiane, all’interno di scuole, locali, oratori, università. Perché, sembra strano ammetterlo, ma perfino ai giorni nostri non si vive di soli pixel. E se non ne siete ancora del tutto convinti, ecco un valido compromesso: Monopoli Web Lovers. La nuovissima versione, realizzata da un’agenzia creativa di Istanbul, unisce il design classico della tradizionale plancia di gioco al variegato universo dei social media. Obiettivo: conquistare Facebook, Linkedin, Wikipedia e Yahoo, stando attenti a non rischiare il giro di stop perché stavolta non vi toccherà la prigione, ma un drammatico ritorno al “Mondo Reale”. ■
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TECNOLOGIE LEGGERE IL DNA IN CASA
MACCHINARI LOW COST PER LEGGERE IL DNA di Romina Delmonte
LEGGERE IL DNA? POCO TEMPO E POCHISSIMI DOLLARI Costa meno di un viaggio low cost a Cortina e più di una pensione in tempi di “crisi”. Cosa? Farsi leggere l'intero DNA. Solo mille dollari e 24 ore di tempo per avere la possibilità di conoscere l'intero genoma. A garantirlo, direttamente dalle due testate economiche internazionali “Wall Street Journal” e il Financial Time, è la Life Technologies, la società americana di biotecnologie che ha appena portato sul mercato il sequenziatore a basso costo Ion Proton
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TECNOLOGIE LEGGERE IL DNA IN CASA
portafoglio della Sanità americana. Se si sono fin da subito placati gli entusiasmi, il macchinario rimane comunque una grande innovazione per la ricerca sull'autismo, per lo studio sui tumori, malattie ancora sconosciute o per testare la risposta a terapie farmacologiche. Il macchinario diventerebbe di estrema utilità soprattutto per la velocità dei risultati, ma – calcolatrice alla mano – su quanto alla fine sia realmente “low cost” ci sono ancora dubbi.
E ARRIVA IL LETTORE DNA… USB!
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Il macchinario è grande quanto una stampante e potrà essere acquistato dagli ospedali americani per la modica cifra di 149 mila dollari. Addio alle interminabili attese di settimane e ai costi vertiginosi (5-10 mila dollari) per conoscere uno ad uno i tre miliardi di lettere che compongono il Dna umano. Se non fosse che la scoperta che ha suscitato l'entusiasmo del business e ha dato la possibilità di un grande passo in avanti per la ricerca scientifica, sembra invece aver generato non poche perplessità e polemiche sia etiche che mediche. I dubbi sembrano essere alimentati proprio dal basso costo del macchinario, che non sono ancora certi assicuri un'interpretazione corretta delle informazioni genetiche rilevate. Subito dunque svelato l'arcano. Il macchinario leggerebbe difatti i dati in maniera disordinata e sarebbe dunque necessaria e indispensabile una successiva interpretazione. Mentre si cercherebbero esperti in questo campo ancora poco esplorato, la tariffa iniziale lievita superando gli accattivanti mille dollari. Non basterebbe inoltre leggere il Dna una sola volta nella vita per interpretare definitivamente il significato delle lettere: secondo la medicina, infatti, la variante di un ge-
ne che predispone una determinata patologia è possibile si neutralizzi tempo dopo con una nuova “interpretazione”. Ingente diventerebbe la spesa e incerto il risultato finale. A far da sfondo anche questioni di privacy e l'accesso ai dati sul Dna potrebbe portare anche ad una discriminazione sul posto di lavoro o all'esposizione dell'individuo ad un numero maggiore di esami medici, fattore che diventerebbe di grande peso per il
Tutti si aspettavamo grandi novità dal meeting AGBT di Marco Island, in Florida, ma sinceramente nessuno pensava di assistere alla presentazione di un sequenziatore di DNA USB. L’azienda inglese Oxford Nanopore ha annunciato che nei prossimi mesi metterà in vendita un sequenziatore usa e getta poco più grande di una chiavetta USB, che collegato a un pc portatile potrà sequenziare del materiale genetico e, in tempo reale, trasmettere i dati a un software installato sul computer. L’ultimo prodigio della tecnologia genomica si chiama MinION, e ne hanno tessuto le lodi Nature, Forbes, Bio-IT World, New Scientist oltre a diversi blog specialistici. Oxford Nanopore, la società inglese guidata da Clive Brown, oltre al MinION ha in serbo il GridION, che è un po’ il fratello maggiore del mini sequenziatore USB. I due sequenziatori sono stati concepiti per usi differenti. MinION si presta molto bene per sequenziare in tempi rapidissimi genomi batterici o virali, oppure per caratterizzare campioni di tessuti tumorali. Avrà infatti una produttività limitata (150 milioni di basi all’ora per un massimo di sei ore), ma sufficiente per applicazioni nella diagnostica, nelle analisi forensi o in campo ecologico. GridION finirà sicuramente nei grossi centri di sequenziamento, che potranno sfruttare la sua scalabilità: più sequenziatori possono infatti essere collegati insieme, e lavorare in parallelo. Per quanto riguarda i prezzi, MinION sarà usa e getta e costerà dai 500 ai 900 dollari. GridION invece non ha ancora un prezzo, ma secondo i produttori leggere un miliardo di basi di DNA costerà meno di 10 dollari. L’unica cosa su cui Oxford Nanopore deve ancora lavorare è l’accuratezza della lettura: al momento il tasso di errore è del 4%, ma quando i sequenziatori arriveranno sul mercato nella seconda metà del 2012 questa percentuale sarà scesa sotto l’1%. ■
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di ROMINA DELMONTE
UN CONDOMINIO FIRMATO PININFARINA È stato presentato il progetto del primo condominio Pininfarina. Lusso e design le linee guida per un gruppo dal blasonato nome e che si riscopre marchio di comfort e di eleganza. Lusso e design quindi vanno di pari passo, ma la notizia diviene appetitosa quando a costruire il primo condominio di lusso è Pininfarina, il celebre produttore d'auto che dopo la carrozzeria, passa così alla costruzione immobiliare. C'è da immaginarsi che il condominio che sorgerà a Miami in Florida non sarà certo la “casetta in Canadà” ma un colosso di 1100 residence e una torre con ben 42 piani realizzata dalla Related Group, società di Miami leader nella costruzione di ambienti multi familiari, ma soprattutto di lusso. Piscina, club room, centro fitness e un teatro non possono
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mancare nel progetto Pininfarina, sempre più società di design e linee extralusso. Il grattacielo ospiterà 382 appartamenti con eleganti interni. L'architettura sarà invece firmata dall'architetto Carlos Ott. "Con il nostro primo progetto residenziale negli Stati Uniti - spiega Paolo Pininfarina, presidente del gruppo - porteremo tutta la nostra passione e il gusto italiano a Miami. Siamo lieti di collaborare con Related Group, non avremmo potuto scegliere partner migliore e più affidabile negli Stati Uniti". Soddisfatto pare essere anche Carlos Rosso, presidente della divisione Condo di Related Group: "Millecento sarà il condominio più raffinato che abbiamo mai costruito in Brickell. Pininfarina ci porterà la qualità del design italiano che da sempre cerchiamo". www.millecentoresidences.com
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA 51ESIMA EDIZIONE
di Laura Saggio
GRANDE FIERA DEL DESIGN
L’ARREDO NON SI ARRENDE
Aprile è il mese del “Design”. Milano è invasa da persone di tutte le nazionalità curiose di toccare le novità esposte al Salone del Mobile e desiderose di partecipare a quella miriade di eventi che chiamano “Fuori Salone”. Una maratona per stand, happening, mostre, gallerie e showroom. Il design si è trasformato in un fenomeno di costume. I produttori usano il loro marchio per fare moda, assicurandosi visibilità e successo commerciale
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Il Salone del Mobile funge da sempre come termometro dell’andamento del settore. Un settore che nel 2011 ha registrato un fatturato pari a 32,4 miliardi di euro, in calo del 3,3% rispetto allo stesso dato nel 2010. Secondo il Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo, il design made in Italy avrebbe quindi subito una discreta battuta d’arresto per quanto riguarda il 2011. Con queste premesse, dal 17 al 22 aprile, alla
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Fiera Milano a Rho, partirà la 51a edizione del Salone del Mobile che presenterà migliaia di prodotti di qualità destinati ai mercati di tutto il mondo, confermando Milano la capitale internazionale dell’arredo. Continue novità e ritmi serrati. I trend guidano il mercato, il pubblico si lascia trasportare dalle mode ma la ricerca di un oggetto originale regala le migliori soddisfazioni. Per non diventare “design victim” meglio sce-
gliere ciò che ci piace piuttosto ciò che piace. I numeri sono importanti, quelli che descrivono l’interesse per questo mercato. Motivo di questo successo è la fama del design italiano che nasce nel dopoguerra quando al processo d’industrializzazione di arredi, complementi di arredo e luci parteciparono progettisti di straordinaria intelligenza scientifica ed artistica. Il loro contributo ha trasformato sedie, tavoli, lampade in oggetti completi nelle
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA 51ESIMA EDIZIONE
loro funzionalità ma soprattutto belli. L’incontro tra imprenditori e designer è stato di portata straordinaria (fondamentali i legami tra Achille Castiglioni e Flos, Vico Magistretti e De Padova, Enzo Mari e Danese) e motivo originario di un primato, quello del design italiano, che ancora resiste grazie ai marchi, meno per le capacità dei nostri designer contemporanei. Il design si è trasformato in un fenomeno di costume di cui si parla continuamente.
I produttori si sono diventati “case di design” e usano il loro marchio per fare moda, assicurandosi visibilità e successo commerciale. Ritmi serrati e attenzione ai trend accorciano i tempi della progettazione e limitano la qualità. Nella settimana del Salone, basta tentare di raggiungere la fiera o fare una passeggiata in una zona centrale della città per scoprirsi parte di un movimento: il popolo del design. Quello in cui ci si sente trascinati più che coinvolti è
una maratona per stand, happening, mostre, gallerie e showroom. Lo spettacolo che si presenta è glamour, a volte chic, si entra e si esce continuamente da showroom e gallerie spesso senza neanche aver capito che forma aveva quella sedia, come erano fatti quei divani, chi era il designer di quella lampada. Fino a qualche anno fa gli eventi del fuori salone erano un centinaio, eventi che all’interno della fiera non trovavano spazio perché operazioni di ricerca e
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA 51ESIMA EDIZIONE
DOVE&QUANDO ✑ I NUMERI DEI SALONI 2012 ✑ Luogo: Fiera Milano, Rho ✑ Data: 17-22 aprile 2012 ✑ Orari: dalle 09.30 alle 18.30. Ingresso riservato agli operatori del settore. Sabato 21 e domenica 22 aprile ingresso aperto anche al pubblico. ✑ SaloneSatellite: aperto al pubblico tutti i giorni della manifestazione dalle 09.30 alle 18.30. ✑ Totale espositori: 1.729 + 750 designer del SaloneSatellite ✑ Superficie netta espositiva: 209.000 metri quadrati www.cosmit.it
non commerciali. Erano l’officina delle nuove idee e delle nuove forme, occasione per i “giovani” designer di promuovere le loro invenzioni, in alcuni casi addirittura capaci di lì a poco di trasformare i trend del mercato. Oggi questo tipo di eventi è più raro, sostituito da aperitivi nei negozi dei grandi brand a cui basta esporre una bandiera all’ingresso per fare evento. Questo perché il popolo si è allargato, il mobile
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d’autore è stato per anni un fenomeno di cui si sono occupate solo riviste specializzate e a cui si è interessato un pubblico di nicchia sensibile all’estetica delle cose. La crescente visibilità sui media, non più solo quelli di settore, ha aumentato la richiesta di design trasformandolo in un fenomeno di massa. Chi ha le possibilità di investire in comunicazione ha fatto del suo prodotto, del suo brand un must to have. Quindi, bisogna immergersi in questa atmosfera di arte, teatro, letteratura, convegni e premiazioni che trasformano la città e coinvolgono i visitatori in quella che è ormai da più di 50 anni la grande festa del design internazionale, a: “Milano. Dove, se no?” come comunica lo slogan. Al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano andrà in scena “Design Dance”, ideato da Michela Marelli e Francesca Molteni, un evento-spettacolo che vuole seguire la grande avventura umana attraverso l’esperienza unica del design. La Biblioteca Pinacoteca Accademia Ambrosiana, luogo storico e custode del mondo classico, durante la sei giorni dei Saloni, ospiterà l’installazione “librocielo” ideata da Attilio Stocchi, un omaggio multimediale al cuore romano della città e una riflessione sul vivere e sull’abitare lo spazio attraverso le voci di alcuni libri antichi. ■
IL MACROSISTEMA ✑ L’arredamento ha segnato un calo del fatturato complessivo del 5% rispetto al 2010, ma con un dato positivo: l’aumento delle esportazioni pari al 5%. Peggiora invece il mercato interno: il consumo nazionale è sceso a 13 miliardi contro i 14,4 miliardi del 2010. Per il settore Legno e Arredo Edilizia segnali positivi arrivano dal mercato estero con un aumento delle vendite del 5,9%, mentre il mercato interno nazionale ha registrato una crescita solo dello 0,7%. Discorso a parte merita Il settore cucina tra gennaio e agosto 2011 ha visto le esportazioni crescere dell’1,7%, raggiungendo un totale di 390 milioni di euro. Nei primi 10 mercati di sbocco della produzione di cucine made in Italy Russia, Germania e Svizzera hanno registrato una crescita a due cifre degli acquisti: in particolare la Russia, che è il 2° mercato per l’export di cucine, ha visto una crescita del 21,3%. Interessanti anche i dati provenienti dalla Cina che, al 17° posto, ha mostrato un incremento del 50% sugli acquisti di cucine italiane. Roberto Snaidero, Presidente di Federlegno, ha individuato i 3 obiettivi su cui puntare per il rilancio del settore dell’arredamento made in Italy nel 2012, le parole chiave sono: internazionalizzazione, fiscalità e edilizia.
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
IL MADE IN ITALY NEL DESIGN DEL MOBILE
di Flavia Aliberti
LA FLESSIBILITÀ CREATIVA DEL DESIGN ITALIANO Adattabilità e flessibilità sono concetti guida nella scelta dell'arredamento per la casa di oggi, sempre più ridotta in termini di spazio. Designer affermati e giovani emergenti lavorano per trasformare idee e processi creativi in opere d'uso quotidiano, che possano rispondere ai giusti e alle esigenze di tutti
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
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Il Made in Italy continua ad affascinare il mondo. Nonostante la situazione economica globale, le vendite nel settore arredamento risultano stabili e in molti casi registrano un aumento. Questo è il caso delle esportazioni d'arredo per la cucina che sono cresciute dell'1,7% in valore tra Gennaio e Agosto 2011, grazie soprattutto alle richieste di Russia, Germania e Svizzera. Il design italiano garantisce qualità e stile, oltre a rendere personale e flessibile lo spazio abitativo. Le proposte per l'arredamento d'interni si articolano in diversi linguaggi che soddisfano sia gli affezionati al classico, sia chi è in cerca di modernità. Concetti chiave sono adattabilità e innovazione. Il bagno, la cucina e il salone, non sono più semplici luoghi dedicati ad una specifica funzione, ma si sono trasformati in spazi multifunzionali, centri della socializzazione, dove si riflette la scelta di stile e l'identità di chi vi abita. Filo conduttore dei progetti più attuali nell'ambito del design d'interni è il sapiente uso di materiali naturali nei rivestimenti e nei complementi d'arredo. La cucina si arricchisce
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
di metalli, murature o resine, senza rinunciare al legno. Nel bagno le idee dei designer plasmano materiali dall'estetica impattante come l'onice, le ardesie, i marmi. Non si cerca solo di riempire in modo funzionale gli spazi, ma di creare ambienti suggestivi. I progetti di designer e architetti si affidano spesso all'esperienza degli artigiani italiani, in un processo, speriamo, di recupero di una professionalità in via d'estinzione che da sempre ha conferito un valore aggiunto al Made in Italy. Un esempio è la nuova collezione “Ombre” creata da Mario Ferrarini per Bitossi Ceramiche. L'uso dell'argilla rossa si coniuga alla verniciatura a mano per la costruzione di forme costituite, come dice Ferrarini, dalle ombre stesse degli oggetti, racconti visivi di luce ottenuti tramite un uso particolare di linee geometriche e colorazione. In apparente contrasto con questo ritorno al naturale, si moltiplicano le proposte delle nuove tecnologie che coniugano le attività di ricerca con il design, la concretezza con l'ecocompatibilità. Nell'attenzione al consumo energetico e nel rispetto all'ambiente, le tecnologie sono sostenute da un legame di fondo con i materiali naturali che caratterizzano l'arredamento italiano contemporaneo, oltre all'attenzione per i dettagli, la qualità e lo stile firmato dai più grandi designer. Linee di mobili da cucina e da bagno, colori e rivestimenti, ma anche divani e poltrone, librerie, lampade: ogni elemento contri-
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE IL DESIGN ITALIANO
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IL BAGNO, LA CUCINA E IL SALONE: NON SONO PIÙ SEMPLICI LUOGHI DEDICATI AD UNA SPECIFICA FUNZIONE, MA SI SONO TRASFORMATI IN SPAZI MULTIFUNZIONALI, DOVE SI RIFLETTE LA SCELTA DI STILE E L'IDENTITÀ DI CHI VI ABITA
buisce alla creazione di un ambiente personale. E ogni dettaglio è studiato dai professionisti del settore. Nomi noti come Zanotta, Foscarini, Calligaris, Gaetano Pesce e Mario Bellini continuano ad aprire nuove tendenze nell'ambito del design italiano da esportare all'estero, coniugando funzionalità e bellezza. Parallelamente, e in alcuni casi trasversalmente, ai progetti dei “grandi” del design italiano, emergono le voci e le idee dei giovani creativi. Tra di loro ad esempio il gruppo Segno Italiano, presente al Salone del Mobile 2012, che sostiene l'artigianato italiano attraverso la riedizione di pezzi tipici della tradizione nostrana, dalle ceramiche atestine alla sedia di Chiavari. Tra i designer italiani emergenti negli ultimi anni, Massimiliano Adami che farà parte del Comitato di Selezione nel Salone Satellite 2012. Adami e diversi altri professionisti del settore design o del mondo della progettazione e della comunicazione, giudicheranno l'opera-
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to delle giovani promesse del design. Lo stesso Adami partecipò nel 2005 al Salone Satellite. In quell'occasione attirò l'attenzione sulle sue creazioni, da sempre contraddistinte da un lavoro sperimentale su materiali del nostro secolo, collegando l'idea di artigianato a quella del nuovo e all'uso del poliuretano. Molti altri sono i designer oggi famosi nati nella cornice del Salone Satellite. Carlo Contin ad esempio, che crea un suo proprio linguaggio creativo a partire dai movimenti e i contesti che circonderanno in futuro l'oggetto da realizzare. Un processo che si svolge prendendo spunto dall'esperienza quotidiana per approdare a quella artistica del designer. Parlando di design contemporaneo, non si deve dimenticare il suo legame con la cultura in cui è immerso, la realtà aziendale, il marketing e la situazione socio-economica. Da qui nasce l'offerta di design “low cost”: i marchi più prestigiosi del design italiano per diversificare la propria clientela, si aprono una nuova via all'interno di grandi outlet o vendite d'eccezione su internet. Per fare un esempio è in corso d'apertura il “Design Outlet Italiano”, una rete su territorio nazionale di centri vendita di grandi marche nell'ambito dell'arredamento d'interni. Vedremo come famosi designer e prossimi talenti italiani sapranno coniugare le esigenze concrete attuali e future, in evoluzione costante, con l'estetica e la creatività. ■
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
BRERA DESIGN DISTRICT A cura della redazione
LA CULLA DEL DE Il quartiere storico di Milano che da secoli fornisce un fondamentale contributo alla vita culturale della cittĂ , si trasforma - ormai da diversi anni - in un luogo ricco di fascino e di cultura, un mondo abituato a precorrere le tendenze, dove arte, moda, design si intrecciano, per gli eventi fuori Salone, in occasione del Salone Internazionale del Mobile
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
DESIGN MILANESE
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
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Un luogo variegato, accogliente, caldo, percorso da grande fermento creativo ed artistico, dove la cultura si mescola allo shopping e al divertimento. Questo è Brera Design District, che ha per obiettivo quello di comunicare Brera come punto di riferimento per il design milanese, territorio con la più alta densità di showroom, gallerie, location, spazi dedicati al design e al contemporaneo in termini di arte e cultura. Si tratta di un’operazione di marketing territoriale che, attraverso un sistema di comunicazione dedicato alla promozione delle eccellenze e dei punti di forza attivi sul territorio, intende arricchire la proposta culturale e l’appeal del distretto in grado di unire tradizione e innovazione nel campo diffuso del design. Attraverso la chiave di lettura del design e della creatività, mappa così le eccellenze del settore e le mette in relazione in un sistema integrato di comunica-
zione su diversi device. Dunque, botteghe artigianali, showroom prestigiosi e spazi temporanei in luoghi sempre suggestivi. Se nel 2011 il Brera Design District ha registrato 96 eventi per un totale di 100.000 persone transitate per il quartiere, anche quest’anno cercherà di essere ancora una delle mete più importanti del FuoriSalone di Milano. Intanto, quello che sappiamo è che ci saranno quattro grandi eventi. Il settecentesco Palazzo Cusani ospiterà il Press Point del circuito BDD, darà vita al Brera Outdoor Village con un’ interpretazione degli esterni di curata dagli architetti e designer Ludovica+Roberto Palomba. Lo spazio di Valcucine, in corso Garibaldi 99, diventa invece una narrazione delle possibili vie creative di domani con un allestimento che porta in scena la responsabilità d’impresa: attraverso l’utilizzo del nuovo sistema di mobili Meccanica di demode engineered by Valcucine ver-
ranno attivate realtà artigianali e non, affini alla filosofia del brand, che ricicleranno, ripareranno e ripristineranno. Il Lomography, Gallery Store di via Mercato 3 si trasformerà in infopoint, sede per workshop e punto di riferimento per i reporter impegnati nel reportage fotografico del distretto durantela Design Week. Infine l’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano, Francesca Molteni e Gio Ponti Archives, allestiranno la mostra Vivere alla Ponti: l’architettura, gli interni, gli arredi presso la sede di via Solferino 19. Un racconto intimo e professionale che rievoca l’uomo e il genio, anche grazie alle testimonianze dei figli, degli allievi e dei collaboratori. Naturalmente anche quest’anno ci sarà la Brera Design Night: venerdì 20 aprile con l’apertura prolungata degli showroom ed una serie di eventi speciali che animeranno vie, piazze e palazzi. www.breradesigndistrict.it ■
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A VIA TORTONA
TORTONA DESIGN WEEK A cura della Redazione
LA VIA DEL DESIGN Dal 17 al 22 aprile, in occasione degli eventi collaterali al Salone del Mobile, la zona compresa tra via Tortona, via Savona e via Stendhal, ospita la seconda edizione della Tortona Design Week, trasformandosi ancora una volta in contenitore trasversale di creatività
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Tortona Design Week, forte della storia ormai decennale del quartiere come punto di incontro di esperienze di progetto, concentra in un’area limitata e coordinata una serie di proposte virtuosamente disomogenee: grandi brand accanto a marchi emergenti, giovanissimi designer ‘porta a porta’ con i nomi più conosciuti del mondo del progetto nel tentativo di restituire uno spaccato realistico del complesso e variegato universo dell’industrial design. Non solo prodotti quindi, ma ricerca, innovazione, cultura, entertainment, tutti elementi coinvolti nel medesimo sistema. L’Associazione Tortona Area Lab si pone in
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questo senso come collettore e selezionatore di proposte di qualità, facilitatore di creatività e organizzatore di servizi per espositori e visitatori. Il Fuori Salone esiste ormai da più di trent’anni, florilegio di spontanee presenze nella città, che nel tempo e senza alcuna regia, hanno animato Milano durante la settimana del Salone del Mobile. Al via Tortona, primo esempio di intervento coordinato di una zona e modello propulsivo di governo del territorio, si deve la riorganizzazione per distretti delle attività sparse nel contesto cittadino. Da alcuni anni infatti altri luoghi creativi metro-
politani, seguendo l’esempio del quartiere Tortona, hanno cominciato a strutturarsi rendendo la visita della settimana del design milanese più chiara e per questo più efficace, sia per chi espone, sia per chi visita. Negozi, studi di progettazione, luoghi di esposizione, attività collegate, insomma una filiera cittadina, un distretto creativo, da sostenere, promuovere e strutturare lasciando spazio al contributo anche di altri quartieri capaci di porsi, con le loro risorse e specificità, come partner per nuovi progetti che abbiano un concreto e benefico ritorno sul territorio. www.tortonadesignweek.com
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A VIA TORTONA
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A VIA TORTONA
TORTONA LOCATIONS Proseguendo il percorso, lungo via Tortona e via Savona, troviamo gli spazi diffusi sul territorio di Tortona Locations che anche quest’anno accoglie mostre che ruotano attorno ai temi della internazionalità e del multiculturalismo, articolati a diversi livelli con la presenza di Istituzioni, Università, rappresentanze governative, insieme a marchi consolidati o di tendenza. Iniziando da via Tortona 20, infatti, incontriamo subito la Turchia nello spazio Light con
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una rappresentanza di giovani designer, mentre nel Beside si affaccia una mostra di talenti brasiliani, entrambi sostenuti dai rispettivi governi. Lo Studio in via Tortona 28 si trasforma nella Casa di Agatha Ruiz de la Prada, realizzata da importanti brand internazionali, dove l’illustre fashion designer spagnola condurrà i visitatori nel suo magico mondo abitativo caratterizzato da icone fumetto dai colori accesi. Nella location Carrozzeria di via Tortona 32, l’attesissimo e pluripremiato giapponese
Nendo seduce il pubblico con la raffinatezza e la purezza del suo design. Materiali semplici come vetro e reti metalliche si trasformano in oggetti poetici. Allo stesso indirizzo Nespresso con un progetto di Piero Lissoni, che reinterpreta lo spazio post industriale della Torneria come contenitore di esperienze multisensoriali, uno spazio emotivo acceso di visioni .Cuore del progetto la capsula Nespresso. Significativa la presenza degli olandesi, quest’anno, in via Tortona con due esposizioni. Da un lato New Duiven-
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A VIA TORTONA
drecht il nuovo marchio dei designer Frederik Roijè e Victor le Noble con una mostra che ritorna al cuore del Design olandese: solido, pratico, sostenibile con prodotti di qualità e a prezzi accessibili. Nel Plastic di via Bugatti angolo via Forcella Il progetto “Heineken Open Design Explorations Edition 1: The Club” ha affidato ai migliori designer emergenti provenienti da tutto il mondo, selezionati da una giuria formata da professionisti, tra cui Luc Schurgers, fondatore di MiniVegas, e Fabio
Rotella, dello Studio Rotella, l’opportunità di progettare l’Heineken Concept Club. Nel Gommista si festeggia il lancio del marchio italiano HOMMM con una collezione firmata dal designer brasiliano Ricardo Antonio. Una nuova idea nata dall’incontro della rigorosità europea con il concept chic-tropicale. Passando in via Savona, al 35, all’interno delle Officine Savona un abbinamento inedito fra le tecno-superfici DuPont™ Corian™, che rivoluziona l’offerta di colori e offre originali inter-
pretazioni di questo materiale con e15, Moustache, Rabih Hage e Tao Esterno, e Seguso, una delle più antiche dinastie muranesi dedite all’arte vetraria, con l’istallazione artistica “Sabbia e fuoco”, elementi fondamentali del processo che accende la magia del vetro. Allo spazio Production in via Savona 53, Made a Mano e Ilenia Indaco presentano Magma Collection. Forma, “segno”, colore e fatto a mano sono le variabili di un design “partecipativo”, dalle infinite possibilità compositivo-formali. ■
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A VIA TORTONA
I PERCORSI DI DESIGN Un contenitore ricco e diversificato che darà voce come al solito a un gran numero di realtà internazionali selezionate con l’obiettivo di unire alle qualità estetiche delle installazioni anche caratteristiche progettuali, tecnologiche e comunicative d’avanguardia. Gli ex spazi industriali della zona comporranno una sorta di tableau vivant dove si potranno scoprire le singole proposte di aziende e progettisti e nello stesso tempo trovare spunti di riflessione più ampia sulle nuove tendenze dell’abitare, sulle innovazioni produttive e tecnologiche e sui nuovi comportamenti sociali. Immaginando un tour virtuale della zona, proponiamo alcuni highlight sui contenuti principali del circuito.
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MAGNA PARS In via Tortona 15, nelle eleganti sale dello storico e prestigioso centro espositivo Magna Pars, tutti gli spazi sono dedicati all’evento home spa design “Abitare il Design - Emotional Living”: una grande mostra sul tema del design emozionale attraverso il progetto, la creatività e la cultura contemporanea dove la qualità progettuale incontra la qualità espositiva tra innovazione e perfezione. Un palcoscenico dedicato ai progetti di 5 grandi protagonisti e alla loro visione dell’abitare del futuro.
SUPERST UDIO 13 Dall’altro lato di Magna Pars, il Superstudio 13, in via Forcella 13, ospita quest’anno Temporary Museum for New Design/ Extension, seconda sede del più ampio progetto al Superstudio Più di via Tortona 27. Negli storici studi fotografici il percorso attraverso le sale di posa parte da Leucos, che festeggia i 50 anni di attività nel mondo della luce con l’installazione artistica di stalattiti di vetro rosso inserita tra opere G. Toso, Javier Mariscal e Danilo De Rossi, e continua con le mostre dell’urban living della danese HOWE, le sculturali forme dei biocamini disegnati da Christoph Pillet e Charles Kalpakian per la polacca Planika, tavoli e sedie in lamiera recuperata e pressata del brasiliano Laço / Alê Jordão, la nuova collezione dell’italianissima HIKO, per finire con i Selected Objects, piccole installazioni di arredi e complementi di interessanti brand internazionali, accomunati dal contenuto innovativo e creativo
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
NHOW MILANO In Via Tortona 35 l’hotel Nhow Milano ospita anche quest’anno una selezione di designer e aziende la cui creatività risponde in maniera differente al contesto culturale ed economico attuale. I temi più seguiti sono quelli della ecostenibilità e del riguardo ambientale, dell’eccellenza nella qualità progettuale e produttiva. Da citare fra i tanti contenuti proposti all’interno dell’hotel: “Gugliermetto fratelli multipli - experience” che propone a designer, artigiani ed artisti che hanno segnato gli anni ’60 e ’70 un think tank di alta specializzazione votato all’art design.
TORTONA 37 In via Tortona 37 MOOOI presenta nel suo showroom milanese The Unexpected Welcome e propone i nuovi pezzi che andranno ad arricchire la sua straordinaria e iconica produzione: dall’inesauribile genio di Marcel Wanders l’orologio Big Ben, i tavoli Container New Antiques, la lampada Valentine, i divani della serie Boutique Sofa.
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE GLI EVENTI A BRERA
AREA 56 Bisazza, imperdibile rentreé in zona con un grande evento in via Savona 56 (Area 56). All’interno di un’installazione firmata da Nendo, Bisazza presenta le collezioni disegnate da Jaime Hayon, Nendo e Marcel Wanders. Stesso indirizzo per un’altra attesissima presenza: Established&Sons, il raffinato marchio britannico che aveva scelto la zona per il suo debutto nel 2005, torna a distanza di sette anni con una presentazione come sempre di grande impatto. Infine, il grande Design Village con i brand Cappellini, Cassina, Poltrona Frau, NemoCassina Lighting esaltati dalla imponente architettura della Fondazione Arnaldo Pomodoro, in via Solari 35.
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LE STRUTTURE ALBERGHIERE
ALLOGGIARE DURANTE IL SALONE
di Paolo Del Panta
METTI UNA NOTTE A MILANO Vi proponiamo una selezione di alberghi di prestigio che, per la loro strategica ubicazione nelle zone centrali della città di Milano, e per il confort che sono in grado di offrire, saranno sicuramente un valido punto di riferimento per le giornate frenetiche del Salone
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Internazionale del Mobile
Milano offre un circuito alberghiero di grande fascino e lusso, grazie all’attenzione che i grandi gruppi hanno sempre mostrato per la capitale economica, del fashion e del design italiano. Grazie alla straordinaria concentrazione di eventi che tutto l’anno animano il capoluogo lombardo e attraggono centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo, Milano è diventato un punto di riferimento fon-
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damentale per l’hotellerie di lusso mondiale. Per questo, i grandi Gruppi, ma anche le Case di Moda più prestigiose considerano la città una tappa europea di prim’ordine nella loro espansione. Vi offriamo quindi un piccolo tour delle strutture più interessanti dove poter alloggiare nei giorni del Salone, per essere sempre nel cuore degli eventi più importanti della settimana del design.
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LE STRUTTURE ALBERGHIERE
TOWN HOUSE 8
ARMANI HOTEL MILANO
SHERATON DIANA MAJESTIC
Dopo l’hotel di Dubai, situato all’interno del Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, apre l’Armani Hotel Milano: nel cuore della città, nel palazzo di via Manzoni 31, in stile razionalista, progettato originariamente da Enrico A. Griffini nel 1937. Fondamentale la distribuzione dello spazio che permette di creare un piccolo ingresso in ogni stanza, evitando di presentare immediatamente alla vista l’intimità della camera. Le 95 stanze e suite offrono diverse soluzioni: dall’Armani Deluxe (ampiezza fino a 45 metri quadrati) alle suite Armani Signature e Armani Presidential, le cui dimensioni variano dai 170 ai 200 metri quadrati. Via Manzoni 31, Centro Storico, 20121 Milano - www.armanihotels.com
Dotato di splendidi giardini, questo Sheraton Hotel occupa un affascinante edificio Liberty accanto alla stazione della metropolitana Porta Venezia. La struttura ospita il famoso H club>Diana per la cena e per le bevande. Le camere vantano un design classico con pavimenti in moquette e ampie finestre. Sono tutte dotate di aria condizionata, accesso a Internet e TV a schermo piatto con canali satellitari e pay-per-view. Potrete gustare una colazione a buffet, mentre a cena il ristorante Heat Diana propone piatti della cucina mediterranea e milanese. Il giardino dell'H club Diana è l'ideale per sorseggiare un drink all'aperto in estate. Viale Piave 42, Porta Venezia, 20129 Milano www.sheratondianamajestic.it
PARK HYATT MILANO
CARLTON HOTEL BAGLIONI
WESTIN PALACE MILAN
L’Hotel si trova alle porte della famosa Galleria Vittorio Emanuele, a pochi passi dal Duomo. Dispone di camere lussuose, di un centro benessere e di una palestra. Il Park Hyatt offre un impeccabile servizio multilingue, oltre al servizio in camera e a quello di portineria, entrambi a vostra disposizione 24 ore su 24. L'Hyatt Milano Hotel ospita 2 ristoranti e 1 bar. Le spaziose camere del Park Hyatt vantano splendide viste, bagni in marmo e decori eleganti e sono dotate di connessione internet Wi-Fi. Il Teatro alla Scala si trova dall'altra parte della Galleria Vittorio Emanuele e nelle immediate vicinanze del Park Hyatt Milano troverete una fermata della metropolitana. Via Tommaso Grossi 1, Centro Storico, 20121 Milano - www.milan.park.hyatt.com
Il Carlton Hotel Baglioni è un hotel di lusso 5 stelle perfetto per un viaggio sia leisure sia business. Si trova nel cuore di Milano, al crocevia tra cultura, moda e design, in una posizione privilegiata: si affaccia direttamente su Via della Spiga, la più celebre via dello shopping. Via Montenapoleone, il Duomo e il Teatro alla Scala sono a pochi passi di distanza. Il Baretto al Baglioni è uno dei ristoranti più famosi di Milano e il ritrovo preferito dal Jet Set italiano e internazionale. Luogo di sosta rinomato tra coloro che lavorano a Milano, il Caffé Baglioni, ulteriormente abbellito dalla Sala Biblioteca, è l’ideale per piccoli incontri di lavoro e appuntamenti importanti. Via Senato, 5, 20121 Milano www.baglionihotels.com
Il The Westin Palace è uno splendido edificio situato nel quartiere degli affari di Milano, a 50 metri dalla stazione della metropolitana Repubblica. Le camere sono decorate in stile Neoclassico e dotate di TV LCD. Il Palace sfoggia una facciata in marmo rosso e una terrazza panoramica con viste sulla città. L'hotel ospita anche un centro benessere e la palestra Westin Workout. L'hotel vanta sistemazioni di design con pareti dai colori pastello, pezzi d'antiquariato di valore, nonché letti e vasche della linea Heavenly. Il ristorante Casanova del Westin serve la cucina mediterranea per il pranzo e la cena. Il Lounge Bar è decorato con legno, pelle e tessuti pregiati. Piazza della Repubblica 20, 20124 Milano www.westinpalacemilan.it
Seven Stars Galleria è il primo 7 stelle europeo certificato. Situato nella prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele II, cuore storico di Milano, è l’unico hotel in Italia in un monumento nazionale. Disegnate dall’architetto Ettore Mocchetti, le sette magnifiche suite che si affacciano all’interno dell’imponente Galleria, offrono un intimo e raffinato rifugio. Mocchetti, pur conservando l’unicità e il fascino originale del sito storico, unisce armoniosamente la storia del monumento con un design contemporaneo. Vanto di questa dimora è il servizio esclusivo offerto dal maggiordomo personale a disposizione dell’ospite durante tutto il soggiorno. Via Silvio Pellico 8 - 20121 Milano www.townhouse.it
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA MOSTRA DI TOM DIXON
di Paolo Del Panta
LA “LUMINOSITY” DI TOM DIXON
UNA LUCE SUL FUTURO
La compagnia inglese di design che fa capo al designer Tom Dixon lancia ‘Luminosity’ una vetrina di nuove lampade, luci e ombre presentati in una serie di ambienti illuminati, un festival di design, innovazione e cultura che si terrà presso il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, a Milano 96
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE LA MOSTRA DI TOM DIXON
Protagonista della settimana milanese del design, dove curerà l’evento al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, l’eclettico designer britannico Tom Dixon coglierà l’occasione per presentare la collezione Luminosity “una vetrina di nuove lampade, luci e ombre”, come viene definita dallo stesso artista. Luminosity nasce dunque come un’esplorazione della luce e, soprattutto, del futuro dell’illuminazione. Utilizzando le ultime tecnologie e gli ultimi materiali, tratti dal mondo dell’ingegneria, della matematica e della natura, i nuovi prodotti emanano la propria luce anche sui meccanismi interni e sul design estetico. Fin Light è “un’ode alla progettazione e un’introduzione alla nuove tecnologie di illuminazione in rapido cambiamento”. Espone con orgoglio i suoi meccanismi interni, i componenti elettrici che solitamente sono nascosti alla vista, tra cui un dissipatore di calore, una lente acrilica gigante e sei Led. Il risultato è un oggetto totalmente autonomo che contiene in sé luci e ombre. Progettata per offrire una luminosità intensa, i 6 diodi ad alta potenza Led di Fin Light vengono ingranditi attraverso una lente acrilica per ottenere un fascio di luce più amplio. Etch Web è una grande lampada di 65 centimetri di larghezza con un’inusuale struttura aperta, progettata per gettare ombre angolari quando è accesa. Ispirata dalla matematica e alla geometria, la forma di pentagono irregolare si ripete 60 volte in tutto il corpo della lampada per creare una sfera completa. L’enorme globo è sorprendentemente leggero, pesa infatti soltanto 980 grammi, ma lo è anche visivamente, tanto da apparire etereo.
IL MOST Nato nel 1953 da una grande idea, visionaria allora e ancora oggi innovativa, Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, a Milano è il più grande museo del genere in Italia, uno dei più importanti in Europa e nel mondo. Ogni anno sperimenta nuovi linguaggi per raccontare nuove storie e coinvolgere nuovi pubblici. Il Museo possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo da Vinci. “Il Museo è vivo, di tutti, aperto a tutti. Oggi il mondo cammina a ritmo vertiginoso e tutti ne cerchiamo le ragioni e le possibilità. Il Museo vive, è il Museo del Divenire del Mondo”. (Guido Ucelli di Nemi, fondatore del Museo). ■
TOM DIXON Protagonista della settimana milanese del design Tom Dixon coglierà l’occasione per presentare la collezione Luminosity “una vetrina di nuove lampade, luci e ombre”
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE BELGIUM IS DESIGN PRESENTA PERSPECTIVES
LA TRIENNALE PER LA MILANO DESIGN WEEK di Paolo Del Panta
QUESTIONE DI PROSPETTIVA “Belgium is Design" presenta “Perspectives”, una mostra che intende tracciare un quadro esaustivo del design belga contemporaneo ed è frutto della collaborazione tra le più importanti organizzazioni ed enti promotori del design in Belgio. La manifestazione, che si svolge nell'ambito della Design Week di Milano, dal 17 al 22 aprile 2012 presso la Triennale di Milano, vede la partecipazione di 25 designer e aziende, emergenti e affermati
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Dove si situa la linea d'orizzonte del design contemporaneo? Quali sono le sfide presenti e future da affrontare? Qual è lo scopo del progettare? Attraverso una collezione di prototipi, prodotti, servizi, progetti e sistemi, Perspectives offre una raccolta di prospettive specifiche e diversificate, dalle quali partire per riflettere sull'influenza e sull'impatto del
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design nella quotidianità, sulla sua capacità di agire in maniera parallela, armoniosa o discordante nelle nostre vite. “Perspectives” pone l'accento non solo sul presente del design ma anche sulla sua "preistoria" e sulle sue proiezioni di senso nel futuro. Fornendo una campionatura di pratiche e metodologie diverse, l'intento è di sol-
lecitare il visitatore a considerare la ricerca di una soluzione da parte del designer e l'interpretazione del progetto stesso una volta entrato a far parte della sfera del la fruizione pubblica. Da un punto di vista sociale, il design nasce da un desiderio di
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE BELGIUM IS DESIGN PRESENTA PERSPECTIVES
BELGIUM ALLA TRIENNALE “Belgium is Design” è il marchio comune che ingloba in Belgio e all’estero, le azioni organizzate dalle diverse istituzioni di promozione del design
A partire da queste "griglie prospettiche" indicative, la mostra traccia una sorta di inventario di prospettive, dimostrando come i di-
fruitore e l'esperienza può essere sia intensamente individuale che diventare un invito politico a condividere le responsabilità. Tutto dipende dalla prospettiva.
IL PROMETTENTE DESIGN BELGA cambiamento, da una rappresentazione, più o meno utopica, di qualcosa che migliori quanto già esiste. Una motivazione che pervade anche la prospettiva culturale del design, in cui le forme, i materiali, le realizzazioni tecniche, i processi di produzione divengono importanti indicatori antropologici ed evidenziano l'evoluzione del comportamento umano, i bisogni e i desideri. Facendo riferimento sia al contesto globale che a quello locale, il concetto della rassegna si sviluppa attraverso l'individuazione di cinque differenti scenari: il design industriale, il design autoprodotto (il designer/artigiano), il design art (il pezzo unico), il design sociale e il design come "opera aperta" (Open Source, downloadable design, prototipaggio rapido).
“Belgium is Design” è il marchio comune che ingloba in Belgio e all’estero, le azioni organizzate dalle diverse istituzioni di promozione del design: Wallonie- Bruxelles Design/Mode, Design Flanders e i l Cent ro del la Moda e del Design di Bruxelles. ■
versi ambiti del progetto possano confluire, convergere e divergere. Interrogativi sul Come, sul Perché, sul Che cosa attraversano la rassegna, nelle soluzioni proposte dai designer e dalle aziende in risposta alle sfide contemporanee - come l'instabilità economica, l'impatto ambientale, l'invecchiamento della popolazione, lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale, proponendo oggetti e progetti che spaziano dalle pentole da cucina passando per i bastoni da passeggio fino a nuovi modelli produttivi. “Perspectives” è anche un omaggio all'universo intangibile che il design esplora, dove il potenziale poetico del prototipaggio rapido e della materia grezza non sono in con rasto. In questa dimensione, le intenzioni e i sentimenti del designer incontrano quelli suscitati nel
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE I GIOVANI DESIGNER A ROMA
PASSAGGIO A ROMA A cura dlla Redazione
DESIGN ITALIANO... ANCHE Alle porte del Salone Internazionale del Mobile c’è stata anche la kermesse romana che, già da qualche anno, si è accreditata come importante vetrina per il design italiano emergente, attraverso iniziative ed eventi che permettono ai giovani talenti nostrani di ritagliarsi uno spazio di visibilità promettente
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SPECIALE SALONE DEL MOBILE I GIOVANI DESIGNER A ROMA
HE NELLA CAPITALE
All’inizio degli anni ’70 un importante fenomeno andava consolidandosi in Italia e nel mondo, quello del design italiano. Le riviste più prestigiose pubblicavano articoli su articoli dedicati ai nostri maggiori designer ed alle loro creazioni: mobili e oggetti d’uso, connotati da un segno inconfondibile, quell’ italian style, invidiato (ed imitato) ovunque. Nel 1972 una grande Mostra allestita da Emilio Ambasz al MoMa (Museum of Modern Art) di New York - Italy, the new domestic landscape - segnò l’apologia del “progetto italiano”, un definitivo riconoscimento internazionale alla nostra creatività. Aldilà del successo, la Rassegna di New York confermò la crescita di una tendenza assolutamente innovativa, che annunciava una stagione di rivoluzione del gusto, dettata anche dal profondo mutamento dei modi di vivere e di abitare. In questo nuovo humus nacque a Roma, dopo solo 3 anni nel 1975 - La Mostra dell’ Abitare / CASAIDEA, una Rassegna annuale dove non solo gli operatori ma il grande pubblico possono toccare con mano –anche oggi alla 38^ edizionele novità del design, scoprire i trend del mercato, le nuove forme, per rendere più attuale e fruibile la propria casa. Peculiarità della manifestazione romana è quella di organizzare in contemporanea ogni anno - in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia - il “Festival del Progetto”, uno spazio centrale specificamente dedicato ai giovani progettisti ed alle nuove tendenze del design. Un programma ricco e stimolante ispirato alla sperimentazione, alla ricerca, alla cultura dell’abitare. Questi i principali eventi del “Festival del Progetto 2012”: ❍ Per OFFICINA DELLE ARTI: “Il Servetto/carrelli, tavolini e piccoli mobili inediti di servizio”, promoss dalla Regione Lazio/Assessorato alle Attività produttive, a cura dell’arch. Andrea Mazzoli. Si tratta di un evento-omaggio a Franco Albini che nel 1953 disegnò un “servetto” antesignano: Il “Cicognino”. ❍ Per FORME & MATERIE dell’Abitare: “EXTRALARGE, mobili e oggetti fuori dall’ordinario”, promosso dalla Provincia di Roma/Dipartimento Innovazione e Impresa, a cura dell’arch. Patrizia Di Costanzo. ❍ DESIGN IN TAVOLA, Rassegna delle ultime novità per la decorazione della tavola; promosso dalla Camera di Commercio di Roma, coordinata dall’arch. Maria Grazia Bertolami.
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PER SAPERNE DI PIU’ ✑ ISTITUTO MIDES tel.06 684251 “Casaidea” e “Festival del Progetto” www.casaidea.com “Mondodesign” www.mondodesignonline.com
❍ OGGETTI D’USO IN TRAVERTINO ROMANO, una pietra nobile ed antica che vive, attraverso l’opera di architetti e designer, nelle forme contemporanee della casa di oggi; promosso dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano, curata dall’arch. Graziano Staffa Ed infine una new entry inedita, promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma: “MAT’ 12/ 1° Rassegna di prodotti e materiali innovativi per l’architettura e il design”: resine, pareti fonoassorbenti, pavimenti radianti, verde verticale, laminati, mosaici tridimensionali, tetti fotovoltaici...
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❍ Il “Festival del Progetto 2012”, oltre la Sezione Espositiva, prevede due convegni: ❍ “Design e Made in Italy: gli strumenti a disposizione delle imprese e le strategie di tutela” ❍ MAT 12 - I materiali di ultima generazione” ❍ Concorso “80 Voglia di Casa”: 100 elaborati di architettura d’interni, già realizzati intorno al tema “La casa a colori”, che ha visto vincitore il team ProUtopique Architetti con il progetto: “L’arte a pavimento”. “L’edificio degli anni ’30 che ospita il progetto” spiegano gli architetti Laura Franceschini, Simona Gaffi e Brigida Maddaloni, “ha in sé tutte le
tracce della composizione architettonica del movimento razionalista. Nell’appartamento queste tracce sono visibili nei pavimenti di graniglia e marmo, nell'orditura verticale delle finestre e nelle geometrie delle porte. L’intervento ha voluto conservare queste tracce per ricomporle nel progetto come ricordo del passato”. La “Mostra dell’Abitare” e il “Festival del Progetto” sono iniziative dell’Istituto Mides/ Manifestazioni per Comunicare, che pubblica anche il Magazine online MONDODESIGN, nuovo strumento di informazione del tutto gratuito intorno al Mondo del Progetto. ■
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LIFESTYLE LUSSO E TECNOLOGIA
LE CREAZIONI DI STUART HUGHES di Paolo Del Panta
ORO HI-TECH C’è chi li considera di cattivo gusto, chi invece plaude a questa forma di lusso eccessivo. Fatto sta che le creazioni del designer londinese Stuart Hughes non lasciano indifferenti, anche solo per il costo che hanno. Ci sono case, auto e yacht, ma a colpire sono soprattutto i gadgets tecnologici trasformati in unicità regali...
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L’ultima, folle meraviglia venuta fuori dalla sua fantasia, un po’ kitch, un po’ geniale è l’iPhone 4S Elite Gold, attualmente considerato come lo smartphone più costoso al mondo, con un prezzo di 6 milioni di sterline, equivalenti a circa 7 milioni di euro. Si tratta della più recente creazione di Stuart Hughes, che vede come protagonista l’ultimo nato di casa Apple: la sua scocca è in oro 24 carati, impreziosita da numerosi diamanti incastonati lungo i lati e su alcune parti del dispositivo. Nella dotazione dell’iPhone 4S Elite Gold, inoltre, è presente anche una speciale custodia in platino massiccio, resa unica dall’incastonatura di parti
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di osso di T-Rex. Un’edizione che più limitata non si può: solo 2 esemplari. Ma l’iPhone d’oro e diamanti non è l’unica diavoleria del designer inglese... Un facoltoso imprenditore cinese ha commissionato alla carrozzeria italiana una lussuosissima Fiat 500C tempestata d'oro e diamanti con un iPad in abbinata. Per realizzarla
è stata chiamata la carrozzeria Fenice Milano e a progettarla è stato, ancora una volta Stuart Hughes. La piccola citycar, denominata “La Dolce Vita Gold and Diamonds 200HP”, è composta in ampia misura di rivestimenti d'oro e diamanti, tanto che il prezzo finale raggiunge i 666.000 dollari, pari a circa 500.000 euro. La base di partenza sulla quale
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LIFESTYLE LUSSO E TECNOLOGIA
ECLETTICO DESIGNER Stuart Hughes, classe 1971, originario di Liverpool, ha fatto tesoro dell’esperienza e della ricchezza degli uomini più facoltosi e influenti del mondo, per costruire il suo personale successo
questa vettura è stata realizzata è una 500C Abarth che è stata quasi letteralmente ricoperta d'oro 24k, con il prezioso materiale utilizzato anche per adornare i cerchi in lega e mol-
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Si tratta di un edificio davvero prezioso che ha un valore molto elevato, di 12,2 miliardi di dollari. E ancora, l’iPad da 8 milioni di dollari o la bizzarra una Nintendo Wii in oro e diamanti. Insomma, Stuart Hughes, classe 1971, originario di Liverpool, città famosa per la sua vivacità culturale e artistica, ha fatto tesoro - è proprio il caso di dirlo - dell’esperienza e della ricchezza degli uomini più facoltosi e influenti del mondo, per costruire il suo perso-
L’IDEA DI BASE DELLE REALIZZAZIONI DI STUART HUGHES È CONIUGARE LA TECNOLOGIA COL LUSSO
te appendici soprattutto all'interno dell'abitacolo. Ma esiste anche la casa più costosa del mondo realizzata da Hughes con Kevin Huber. La residenza si trova in Svizzera ed è stata messa a punto per una persona che l'ha richiesta appositamente.
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nale successo. Insieme alla sua compagna di creatività Jo-Emma Larvin ha cominciato a farsi conoscere nel mondo del design con la società Goldstriker International, punto di partenza per le sue creazioni sfarzose e originali. Il motto è sempre stato: unicità e grande
cura per i dettagli, fino al package che contiene gli esclusivi prodotti, spesso confezionati in scatole e contenitori superlussuosi e fatti a mano. Questo gruppo di genialoidi un po’ pazzi, ormai famosi e apprezzati da tutte le aziende nel mondo, vede Stuart alla progettazione, Jo-Emma al design e Hannah Robinson che si occupa della promozione. Con un’unica, semplice idea di base: far sposare tecnologia e lusso. E, pare, ci siano riusciti alla perfezione. stuarthughes.com ■
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di PAOLO DEL PANTA
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BADEN-BADEN: ENOGASTRONOMIA DI PRIMA CLASSE
Elegante stazione termale famosa in tutto il mondo, Baden-Baden offre benessere per anima e corpo. Nell’elegante cittadina circondata dal verde della Foresta Nera lo stare bene non passa solo dagli esclusivi bagni termali e hotel, dall’atmosfera rilassante e piacevole del centro storico e dagli indirizzi culturali di portata mondiale (dai musei al teatro dell’opera fino all’ippodromo) ma anche dall’eccellente offerta enogastronomica.
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Ai buongustai, Baden-Baden regala un’eccellente cucina stellata e una delle zone vitivinicole più rinomate della Germania. A vantare il marchio Michelin in città sono il Park-Restaurant del Brenners Park-Hotel & Spa lungo il magnifico parco e giardino botanico Lichtentaler Allee (www.brenners.com) e Le Jardin de France dalla suggestiva terrazza interna (www.lejardindefrance.de). www.baden-baden.com
FORESTA NERA: ANGOLO TEDESCO PER BUONGUSTAI
L’offerta culinaria della Foresta Nera sarebbe già di per sé motivo sufficiente per visitare questa zona della Germania. Dal ristorante stellato (sono ben 19, per un totale di 25 stelle) alla trattoria di Paese, i cuochi sanno sapientemente unire la raffinatezza della cucina badense, sveva, alsaziana e svizzera in sorprendenti prelibatezze. Chi visita la Foresta Nera trova in quasi ogni località della regione almeno una trattoria o un ristorante con un particolare fattore gastronomico. Senza contare l’ospitalità delle locande di campagna. A esaltare il gusto dei piatti ci sono poi gli eccellenti vini del Baden, che con i suoi 15.400 ettari è la terza più grande della Germania, ricopre. I circa 12.500 ettari di vigneti badensi che ricoprono il
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versante occidentale della Foresta. ne fanno quasi un’area vitivinicola a sé, una sorta di “Foresta Nera enologica”. www.wein-schwarzwald.info
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STOCCARDA, TRA CUCINA E GOURMET Stoccarda, si sa, ha mille volti. Per quanto riguarda la gastronomia sono due gli aspetti che distinguono il capoluogo del BadenWürttemberg: cucina gourmet e i piatti della tradizione sveva. Per quanto riguarda la haute cousine, Stoccarda conta ben 17 ristoranti “stellati” tra città e regione. Il primo volo nel firmamento gastronomico è offerto dagli ospiti che arrivano in aereo. Dal 1995 lo chef Claudio Urro è nelle cucine del Restaurant Top Air, l’unico ristorante d’Europa con una stella Michelin a trovarsi in un aeroporto (www.restauranttop-air.de). Per continuare a volare alto, il Wielandshöhe offre non solo una cucina stellata ma un panorama mozzafiato dalle colline intorno a Stoccarda (www.wielandshoehe.de). In città, invece, le altre stelle brillano nei ristoranti Breitenbach, Délice, Olivo, Speisemeisterei e Zirbelstube. Per scoprire i mille volti di Stoccarda e organizzare al meglio il soggiorno. www.stuttgart-tourist.de
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Rialimenta le tue energie nel club più esclusivo della città. Due piscine olimpioniche esterna ed interna, sedici campi da tennis, fitness, campo pratica golf, spa con area trattamenti e oasi termale, ristorante con terrazza, sale riunioni, creche, attività per bambini. Harbour Club soddisfa le esigenze di tutti.
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VIAGGIO DEL MESE CARAIBI
di Giovanni Baldoni
IN CATAMARANO ALLE GRENADINE
SULLA ROTTA
Si salpa da Martinica e dopo 120 miglia di navigazione si raggiunge il cuore antico e autentico del Caribe, dove il capitano Jack Sparrow ha scritto le sue migliori avventure
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VIAGGIO DEL MESE CARAIBI
TA DEI PIRATI
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VIAGGIO DEL MESE CARAIBI
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C’è un punto nell’Atlantico, fra il Tropico del Cancro e l’Equatore, in cui l’Oceano si incontra con il Mar dei Caraibi. Qui lungo l’asse compreso fra 14 gradi e 37 primi Nord e 12 gradi e 24 primi Nord (longitudine 61 gradi Ovest), risplendono le Grenadine, autentiche perle adagiate su un manto di velluto blu, un arcipelago e uno Stato autonomo. Ma più che un luogo, le Grenadine sono una dimensione, che va esplorata perché riporta l’uomo a contatto con se stesso. Visitare le Grenadine non è una vacanza, bensì un viaggio, che necessariamente si sviluppa in barca a vela, anzi in catamarano. Un viaggio di circa 120 miglia che inizia a Martinica, territorio francese d’Oltremare, verso Sud, lungo la rotta dei pirati. Senza barca a vela, certi luoghi fisici e dell’anima sarebbero inaccessibili. Dunque si parte da Martinica con un Lagoon di 38 piedi, il Begoud, due scafi appena sufficienti per affrontare una traversata dove i canali oceanici sollevano muri d’acqua di 3 - 4 metri. Due scafi offrono molti vantaggi quando si deve affrontare l’Oceano, soprattutto in termini di comfort, anche se gli amanti del monocoque
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(la barca a vela a scafo unico) potrebbero non essere d’accordo. Si salpa all’alba e dopo aver attraversato il primo braccio d’Oceano veleggiando su 1.600 metri di acqua, si lambiscono le coste di Santa Lucia, isola ex britannica nella black list di molti governi, incluso il nostro, che cercano di combattere l’evasione fiscale. Le coste irte, vulcaniche, sono ammantate di una vegetazione verde smeraldo che si stacca dal blu cobalto dei tropici.
DA SANTA LUCIA A ST. VINCENT, L’ISOLA DEI CORSARI Bordeggiare Santa Lucia è un viaggio nel viaggio, l’isola infatti si estende per parecchie miglia: nell’antichità diede riparo a pirati e corsari, come “jambe de bois”, il pirata francese “gamba di legno” (soprannome che gli fu riconosciuto per evidenti motivi), il quale si arroccò nel forte di Pigeon Island, all’estremità Nord e diede filo da torcere a molti vascelli che transitavano fra l’avamposto Britannico nei Caraibi e quello francese di Martinica. Il forte sfoggia ancora oggi, con fierezza, le mura scure di rocca lavica, e i cannoni da 200 mm, con cui domina-
va i canali e l’ampio braccio di mare antistante. Santa Lucia merita una sosta (ma bisogna fare dogana) sebbene, di fatto, sia solo la tappa iniziale di questo viaggio lungo la rotta dei pirati dei Caraibi. Quando la navigazione riprende, prua a Sud, lasciamo a babordo i due piton, i vulcani spenti, coni perfetti che si innalzano nel cielo cristallino dell’alba, e il catamarano fila a 8 nodi grazie agli alisei che soffiano costanti. Dopo qualche ora si raggiunge la costa di St. Vincent, l’isola principale delle Grenadine: isola di corsari, non solo in tempi passati, ma anche oggi. Il Begoud costeggia le Soufriere Mountain, i rilevi montuosi a Nord dell’isola che come lame finiscono a picco nell’oceano. Sui versanti di queste impervie pareti si distendono ampie colture di cannabis, ettari di terra fertile destinata ad alimentare la genuina produzione di sostanze psicotrope: chi ne fa uso resterebbe estasiato di fronte a un tale ben di dio. E, ben nascoste fra le mangrovie vicino al mare, ai piedi dei ripidi pendii coltivati, vi sono lance con potenti motori fuoribordo, pronte per trasportare chissà dove i carichi di “erba” e i pusher-corsari. “E’ una zona impervia - spiega Will Labeau, skip-
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VIAGGIO DEL MESE CARAIBI
BELLEZZE Nella pagina a sinistra: Canouan; sotto: Mayreau, che nell’antichità diede riparo a pirati e corsari
per del Begoud, pelle nera e occhi azzurro ghiaccio - e anche pericolosa se si naviga nel cuore della notte”. Qui la legge è probabilmente ancora quella del capitano Jack Sparrow che nel film “I pirati dei Caraibi” diceva: “Io sono un disonesto. Puoi sempre confidare che un disonesto resterà un disonesto... È dagli onesti che invece devi guardarti, perché non puoi mai prevedere quando faranno qualcosa di incredibilmente stupido”. Ecco perché di notte è meglio tenere qualche miglio di mare fra sé e St. Vincent. “Tempo fa mentre veleggiavo in notturna sono stato affiancato da una barca a motore, molto veloce... pirati. Hanno tentato un abbordaggio, con i coltellacci in mano, ma con alcune opportune manovre di vela e timone sono riuscito a sganciarmi” spiega Will Labeau. Storie da raccontare sotto le stelle mentre si sorseggia un ottimo “La Mauny di Martinica” (un rum “agricole” cioè prodotto al 100% con canna da zucchero invecchiato lasciato riposare almeno tre anni in botti di rovere, uno tra i più apprezzati al mondo) con una punta di zucchero di canna e un buon sigaro.
BEQUIA, BABELE DI LINGUE E NAZIONI In ogni caso, con o senza pirati, la rotta verso le Grenadine prosegue e dopo aver doppiato Kingstown, la piacevole capitale di St. Vincent, facciamo prua verso Bequia, dove si dovrà fare dogana e, naturalmente, approvvigionare la cambusa. La vita a Bequia si concentra interamente a Port Elizabeth, la minuscola capitale.
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VIAGGIO DEL MESE CARAIBI
L’Admiralty Bay è una baia dove sono ormeggiate barche di ogni nazionalità e provenienza. Un autentico minuscolo porto internazionale, al di là di ogni tempo. Entrando in baia, fra le decine e decine di imbarcazioni presenti, contiamo almeno una quindicina di bandiere di Paesi diversi, che danzano al vento. Si getta l’ancora in baia e si scende a terra, con il tender. E qui è una babele di lingue, usi, costumi, tradizioni culinarie. Si mescolano profumi di spezie e aromi di pesce grigliato. Si incontrano lungo la strada principale (e praticamente l’unica) equipaggi provenienti da mezzo mondo. Un porto di mercanti, di viaggiatori, di marinai. La parola d’ordine è “essere informali”. Nessuno bada a nessuno. I negozi in piccoli edifici in stile caraibico vendono di tutto: dalle lenze per la pesca ai telefoni satellitari. Il caldo è micidiale, ma viene piacevolmente mitigato da improvvisi acquazzoni tropicali. A sud c’è anche un piccolo aeroporto. Espletate le formalità doganali, necessarie per accedere alle Grenadine, ottenuti i timbri sul passaporto e pagate sostanziose tasse di ingresso e di soggiorno ad annoiati burocrati statali, si torna a bordo per preparare una gustosa cena italiana, consumata sotto la costellazione di Orione. Bequia è sempre stata nota a pirati e navigatori per l’abilità con cui gli abitanti costruivano navi per la caccia alle balene (una costola del cetaceo dà ancora oggi il “benvenuto” a chi sbarca sul pontile di ormeggio dei tender).
CANOUAN E IL CUORE DELLE GRENADINE L’alba del giorno successivo sorge mentre la prua del Begoud fa rotta verso Canouan. Si entra nel cuore delle Grenadine, che sarà rappresentato, più avanti, dal piccolo arcipelago delle Tobago Cays, lingue di roccia e vegetazione che la barriera corallina protegge dalla furia dell’Atlantico: acque turchesi, tipicamente caraibiche,
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e il profondo desiderio di non tornare più a casa. Il punto di approdo iniziale è però Canouan. L’isola non è normalmente descritta nelle guide turistiche e questo è per molti aspetti un bene. Misura circa 4 miglia quadrate, è la patria di una piccola comunità di pescatori e navigatori. Gettiamo l’ancora nella Charlestown Bay ci tuffiamo
PIRATI E NAVIGATORI Sotto: i cannoni del pirata “gamba di legno” a Santa Lucia, i mercati della frutta a Bequia e a Union Island. Sopra: Vascelli e catamarani alle Grenadine
e raggiungiamo la riva a nuoto (così è più pratico e non si deve calare il tender in acqua). Visitare l’isola è semplicissimo: c’è infatti una sola strada che collega la baia con la capitale, Charlestown, in realtà un villaggio con pochissime case colorate, tipicamente caraibiche, e qualche negozietto che vende tutto e il contrario di tutto. E finalmente si sbarca a Mayreau. E’ la porta per entrare nell’arcipelago di Tobago Cays. Il lato sottovento di Mayreau offre due splendide baie, una a nord, la Saltwhistle Bay e una a sud, la Saline Bay. La prima è decisamente affascinante: una languida laguna dove si getta l’ancora, e una splendida spiaggia su cui si affacciano una manciata di ristorantini. Attraversando pochi metri di sabbia e bassa vegetazione, ci si ritrova nel lato sopravento, dove l’oceano ruggisce contro il reef e dove albatros e pellicani si tuffano in picchiata verso i fondali corallini, a caccia di pesce. Un’unica strada interna collega il nord di questa lingua di terra con Station Hill, il centro abitato. Venti minuti a piedi, qualche guest house, qualche bar affacciato sull’Oceano, ottima birra e notti in compagnia del profumo e del sapore vellutato del rum. Dopo una breve navigazione, la prua del Begoud solca le immobili acque delle Tobago Cays: Petit Rameau, Petit Bateau, Jamesby, Baradal e - di fronte - Petit Tabac. Questo è il cuore delle Grenadine. Baradal è un capolavoro della natura. Il Begoud cala l’ancora in rada e a nuoto raggiungiamo l’isola, accompagnati dall’armonioso danzare delle tartarughe marine, accanto a noi. Sì, perché questa piccola isola è la terra promessa di un gran numero di queste meravigliose creature, per nulla intimorite dalla pre-
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COME DIREBBE PROBABILMENTE IL COMANDANTE SPARROW, GUARDANDO (DA LONTANO) L’EUROPA: MEGLIO “GETTARE” I PROPRI RISPARMI IN MARE, PIUTTOSTO CHE PERDERLI IN BORSA
senza dell’uomo, in superficie. È magico osservarle mentre si spostano nell’acqua con movimenti lenti, a un paio di metri di profondità, fra le teste di corallo che proteggono questo ambiente unico, salendo in superficie di tanto in tanto per prendere aria. Baradal è uno scoglio verdeggiante nel mare turchese, popolato da una moltitudine di iguane. Passeggiando fra la vegetazione dominata da cactus e piante grasse, ci si imbatte continuamente in questi dinosauri del ventunesimo secolo, che ostentano dapprima coraggio nell’incontro e poi timidezza. Il cerchio delle Grenadine si chiude a Union Island, ad un colpo di vela dalle Tobago Cays Islands. Si approda a Clifton Harbour, e fra una piscina popolata da innocui squali di barriera, la laguna blu protetta dal reef e il mitico villaggio di Clifton (la capitale, con tanto di aeroporto), si consuma l’ultimo atto di un viaggio ai confini della realtà. Clifton è tanto piccola quanto colorata: risalendo anche qui lungo la strada principale si può raggiungere Ashton, l’altra città dell’isola. Siamo al di fuori dei tradizionali canali turistici. Questi sono luoghi remoti, dove lo swing è la musica reggae, dove sui muri vi sono ritratti di Bob Marley, dove alle narici salgono aromi di cannabis mescolati a profumi speziati e dove di notte le stelle sono più luminose che in qualsiasi altro luogo. Luoghi dove il mitico Jack Sparrow si sarebbe sentito a casa.
I SOLDI IN MARE E in tempi di crisi, questi luoghi diventano anche occasione di investimento. “Aumentano coloro che invece di lasciare i propri risparmi in
IL CUORE DELLE GRENADINE A destra: Mayreau offre due splendide baie, una a nord, la Saltwhistle Bay e una a sud, la Saline Bay: luoghi ideali per sognare
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banca, preferiscono spenderli in mare - spiega Eric Vasse, patron di Punch Croisieres, una delle più prestigiose e rinomate società di leasing di barche a vela di Martinica - molti partono per periodi sabbatici di qualche mese in mare, altri per lunghe vacanze su rotte che li porteranno a visitare le migliore isole dei Caraibi”. Uomini ricchi e proprietari di barche? Niente affatto. Persone normali, che noleggiano barca e skipper. Del resto, il costo di una barca a vela da 6 posti parte da 1450 euro a settimana, circa 35 euro a testa al giorno. Con mille euro a persona si può stare a zonzo per un mese. “Crescono i noleggi a lungo termine, di 6 mesi e anche un anno - spiega Eric Vasse - ma soprattutto cresce la domanda di chi vuole investire in mare i propri risparmi”. Quale è il profilo di queste persone? “Età 40 - 45 anni, coppie senza figli, con una libera professione che può attendere ma con la forte esigenza di fermare per qualche tempo il turbine esistenziale della propria vita, forse per ritrovare se stessi, i propri valori, insieme a chi hanno accanto. E in questo senso, il mare, sa fare veramente miracoli” spiega Vasse. Per far fronte alla crescente domanda sono state perfino predisposte formule di acquisto di barche incredibilmente innovative: “Prendiamo per esempio un Lagoon 400 nuovo, uno splendido catamarano oceanico completamente accessoriato, 4 camere doppie, ciascuna con bagno, 8 persone, lussuosi salotti interni ed esterni, tender ausiliario, tutti i più sofisticati strumenti di navigazione, la migliore dotazione
velica, due motori potenti: una villa sul mare che costa 400 mila euro chiavi in mano inclusa la gestione, la manutenzione, l’ormeggio, l’assicurazione, l’assistenza meccanica e qualsiasi altro annesso - prosegue Eric Vasse - E prendiamo per esempio 4 amici che decidono di acquistarlo versando la quota di 100 mila euro a testa. Il contratto di compravendita prevede il riacquisto della barca, da parte della società che la sta vendendo (e che poi la utilizzerà per il noleggio come per il Begoud), dopo 4 anni ad un prezzo medio del 50%. Come previsto nel contratto, quindi ciascuno dei quattro amici riavrà 50mila euro e quindi avrà sostenuto un costo di 12 mila euro all’anno per poter disporre della barca in modo autonomo per 3 mesi l’anno oppure insieme agli altri per periodi più lunghi. C’è chi l’affitta, chi fa la scelta di cambiare vita e diventare skipper, accompagnando i turisti, e chi semplicemente si ritaglia un periodo di pausa nella vita, insieme alla propria compagna”. Fantasie? Niente affatto. Come direbbe probabilmente il Comandante Sparrow, guardando (da lontano) l’Europa: meglio “gettare” i propri risparmi in mare, piuttosto che perderli in borsa. ■
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A cura della Redazione
WORLD GOURMET SUMMIT. TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Dalla cucina fusion, che ormai è diventata quasi tradizione, alla riscoperta di metodi di preparazione e cibi locali – local slow food -, dalle cucine del mondo, alle nuove tendenze della cucina destrutturata, o quella cruda e vegana (che non è vegetariana, perché non prevede nemmeno derivati animali, come latticini o uova…). Sono tantissime le proposte della prestigiosa kermesse culinaria proporrà ai palati più raffinati le migliori creazioni della haute cousine internazionale, coinvolgendoli in un percorso polisensoriale tra le esperienze del gusto più incredibili ispirate al tema di quest’anno: il contrasto tra tradizione e innovazione. Eventi, cene a tema, workshop, laboratori, degustazioni di cibo e vini: durante queste due settimane Singapore sarà teatro di una serie di spettacolari appuntamenti con l’affascinante mondo dell’enogastronomia, in
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compagnia dei più grandi chef provenienti da tutto il mondo. Sin dalla sua prima edizione nel 1997, World Gourmet Summit si è imposto tra gli eventi più riconosciuti a livello mondiale.
L’edizione dello scorso anno ha riscosso moltissimo successo, con la partecipazione di oltre 9.327 visitatori da tutto il mondo. Oltre ad essere un appuntamento fisso per gli chef stellati Michelin e per molti personaggi famosi, World Gourmet Summit vede sempre di più accrescere l’adesione di luminari internazionali della cucina e wine master, grazie anche alla partecipazione dei migliori ristoranti della città che ospiteranno le diverse
iniziative legate al festival. Tra i locali che quest’anno parteciperanno all’evento, proponendo menu e iniziative speciali, spiccano alcuni tra i “tempi” della ristorazione di Singapore come il Mezza9 del Grand Hyatt, The Lighthouse del Fullerton Hotel, l’Inagiku del Fairmont Singapore e la Brasserie Les Saveurs del Regis Singapore. Singapore è il luogo dove convivono diverse etnie e culture, tutte accomunate dalla passione per la cucina. Melting pot di sapori, ingredienti e ricette, l’offerta gastronomica di Singapore riflette la sua ricchezza culturale e accosta piatti e tradizioni diversissimi tra loro: dalla cucina malese a quella cinese, dalla cucina indiana a quella occidentale per finire con la cucina Penarakan, la più peculiare delle tradizioni culinarie della città che prende il nome dall’omonima etnia. World Gourmet Summit sarà l’occasione per scoprire i tanti gusti di Singapore e per intraprendere un incredibile viaggio alla scoperta di sapori e profumi
DOVE&QUANDO ✑ WORLD GOURMET SUMMIT 2012 Singapore 23 aprile - 3 maggio 2012 worldgourmetsummit.com
provenienti da tutto il mondo. Per ulteriori informazioni sulla città e sul World Gourmet Summit 2012.
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LIFESTYLE CHEF TRA FORNELLI E POPOLARITÀ
di Federica Vagnozzi
I CUOCHI E IL GUSTO DI ESSERE DELLE STAR
IL SUCCESSO VIEN CUCINANDO Creano, sperimentano, danno nuova forma ai sapori. Perciò non considerateli semplicemente cuochi. Artefici di piccole grandi gioie sono veri e propri artisti dei sapori e del gusto, che come profeti promuovo in patria e all’estero la straordinaria tradizione gastronomica italiana. E oggi più che mai godono di un enorme successo. Scopriamo perché
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Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori e ...cuochi. L’arte culinaria gode di una speciale cittadinanza nel nostro Paese. Sarà che la terra è stata particolarmente generosa nel regalarle frutti pregiati, sarà che l’amore per la buona forchetta fa parte del nostro Dna, ma gli italiani davanti a una tavola imbandita a dovere riscoprono la loro natura più vera. Mai assopita ma oggi più che mai espressa, la passione per i fornelli incontra un sempre più crescente desiderio di conoscere, sperimentare, condividere e riproporre ricette di ogni genere, fagocitando palinsesti televisivi, complice l’avvento del digitale terrestre, e ampie porzioni del web, tra blog e social network. Il binomio cucina e media, del resto, ha avuto i suoi indubbi vantaggi. Innanzitutto ha colmato il vuoto di molti che, costretti dalla crisi a evitare qualche ristorante di troppo, si sono improvvisati veri master chef rielaborando i consigli di acclamati foodblogger. «Oggi abbiamo la fortuna di avere a portata di mano il più moderno mezzo di comunicazione della nostra epoca» ha confessato Alessandro Borghese, Social Chef per eccellenza. «Mi piace essere connesso con il mondo, ispirare, insegnare e intrattenere attraverso il mio sito, collegato direttamente
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con il mio social network. I miei “amici” di rete sono sempre aggiornati sul mio lavoro: sul web carico le foto dei miei eventi, dei miei menu, i video delle mie ricette e delle canzoni che preferisco». Ma l’altro vero traguardo raggiunto dalla contaminazione tra cibo e mezzi comunicazione è quello di aver contribuito a ridurre la distanza tra il cuoco professionista, figura quasi mitica relegata in maestose cucine inaccessibili, e i comuni mortali. Perché anche se non tutti i cuochi sono diventati volti noti del piccolo schermo o twittano all’impazzata, oggi sono più frequentemente soggetti a interviste e contributi, approfondimenti tematici e inserti speciali. Il loro nome serpeggia tra le classifiche specializzate ed è sempre più googlato. Insomma, sono dovuti sbucare da dietro i fornelli per soddisfare la sete, o meglio la fame, di conoscenza di flotte di adepti culina
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LIFESTYLE CHEF TRA FORNELLI E POPOLARITÀ
TOP CHEF E PRELIBATEZZE TRICOLORE
EATALY
Da sinistra: Alessandro Borghese, Gianfranco Vissani, Massimo Bottura e Gualtiero Marchesi
ri. Nessuno immune. Si va da Gianfranco Vissani, che deve il suo grande successo proprio alla tv, a volti meno noti ma altrettanto stellati come Filippo La Mantia, siciliano doc che ha fatto della leggerezza la sua filosofia gastronomica, e di cui magari prima solo pochi eletti conoscevano e apprezzavano le gesta. Fuori dal mondo mediatico, infatti, sono decine e decine gli chef italiani che godono di grande popolarità nel panorama gastronomico internazionale. Come Massimo Bottura che nel suo ristorante nel centro storico di Modena (tre stelle Michelin, da tutte le principali guide italiane considerato il miglior ristorante d'Italia) prepara composizioni minimaliste a metà strada tra arte contemporanea e design. Con il suo estro, tradizionale e moderno, tecnico e passionale, ha saputo conquistare il palato dell'Académie Internationale de la Gastronomie che gli ha assegnato il Gran Prix de l’Art de la Cuisine, riservato ai migliori cuochi al mondo, e guadagnarsi il quarto posto nella classifica di S.Pellegrino World’s 50 Best Restaurants, Bibbia mondiale dei ristoratori. Senza tralasciare i maestri, quelli a cui bastano pochi ingredienti per fare delle vere e proprie opere d’arte e che non
hanno bisogno di presentazioni o apparizioni mediatiche, perché già sono delle star. È il caso di Gualtiero Marchesi, sicuramente lo chef che ha segnato in modo più incisivo e più di altri gli ultimi decenni della ristorazione italiana, che tuttavia ha sentito la necessità di farsi conoscere da un pubblico più ampio scegliendo di firmare i panini della più celebre catena di fast food, McDonald’s. Del resto, lui stesso ammette: «Se è vero che l’alta cucina ha determinato una rivoluzione del gusto a tavola, ora è tempo di portare questo cambiamento a tutti, partendo, ovviamente, dai più giovani». Uscire dagli schemi, rinnovarsi. E questo vale evidentemente anche per gli chef stessi che diventano vere e proprie celebrità. Lo dimostra il successo ottenuto dalla curiosa iniziativa di Italia Squisita che ha lanciato “Celo manca”, l'album di figurine degli chef per unire la passione per il mondo della gastronomia a quello per la più semplice e longeva delle collezioni. Edito da Giga, l’album riproduce in formato adesivo cento protagonisti della cucina italiana dai più giovani ai veterani, dai stellati agli emergenti. Ma c’è un altro vantaggio nell’aver fatto della cucina un piatto caldo dei media. Quello di aver stimolato un interesse verso un’alimentazione più sana ed equilibrata. Seguendo i suggerimenti dei grandi cuochi si impara soprattutto l’importanza di ricorrere a prodotti semplici ma genuini. Senza i quali la cucina made in Italy probabilmente non sarebbe così rinomata all’estero. Ambasciatore della buona cucina italiana nel mondo è, senz’altro, Eataly, il più grande centro enogastronomico del mondo creata da Oscar Farinetti. Da Tokyo a New York, Eataly miete successi ovunque e si prepara all’apertu-
✑ CUCINA DI QUALITÀ ALLA PORTATA DI TUTTI Con diverse sedi disseminate in Giappone, Stati Uniti e, ovviamente, in Italia, Eataly è il più grande centro enogastronomico del mondo, a cui va riconosciuto un importante merito: quello di aver reso accessibile a tutti le eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Come? Proponendo un modello di distribuzione originale che punta sul rapporto diretto tra produttore distributore finale, che non contempla nessun intermediario. Ma tra corsi di cucina, degustazioni, seminari sulla corretta conservazione dei cibi e laboratori dedicati ai bambini, quello di Eataly è un universo ricco di opportunità che ruota attorno alla nobile tradizione agroalimentare italiana. Perché la vera missione di Eataly non è solo quella di portare sulla tavola di migliaia di consumatori nel mondo prodotti della migliore qualità ma soprattutto quella di promuovere la cultura del mangiar bene e sano. Gustare per credere. www.eataly.it
ra del suo decimo punto vendita, attesissimo nel Bel Paese. Ad ospitare il “tempio italiano del cibo” è stavolta la Capitale. E che l’appuntamento sia particolarmente sentito lo si intuisce fin da ora, nonostante manchi ancora più di un mese all’inaugurazione. Con un investimento di 10 milioni di euro, infatti, non aspettatevi uno store qualsiasi: tra scale mobili e ascensori, si affacceranno 14 ristoranti, pronti a deliziarvi con piadine e panini, pizze, pasta, salumi, formaggi e vini da ogni dove, un piccolo birrificio, un caseificio per la produzione di mozzarella dal vivo, bar e pasticcerie. Sorgerà alla stazione Ostiense, là dove sta per prendere servizio anche Italo, la linea ad alta velocità di Montezemolo e Della Valle. ■
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di PAOLO DEL PANTA
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QUANDO IL FIORE FA PRIMAVERA
E se i temi floreali sono temi presenti nel guardaroba di chi ha fatto il '68, ciò non toglie che margherite e mimose non possano tornare in auge. Quest’anno, infatti, non solo il flower print torna prepotentemente sulle passerelle e nel guardaroba dei più chic, ma colora anche accessori inaspettati. Non solo le classiche gonne e top, ma lo troviamo anche in stivali, borse, zeppe e ballerine. Il segreto per non risultare eccessive o troppo “attempate”? Abbinare i fiori, con semplicità, al total black o white, ai jeans basic o alla gamma dei neutri.
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QUANDO LA MODA È GIOCO D'AZZARDO
Il gioco d’azzardo, il poker, le slot machine, il blackjack, i casino online sono sempre più popolari al punto che anche le firme della moda strizzano l’occhio ai giochi e al mondo che li circonda per definire le loro linee e i loro stili. Tra queste la sartoria artigianale Camo, di Biella. La collezione autunno/inverno 2012-13, è stata disegnata da Stefano Ughetti, il quale si è ispirato appunto al gioco e ai “cattivi ragazzi” degli anni '20.
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GIORGIO ARMANI E IL DEBUTTO A BERLINO
Giorgio Armani inaugura la sua prima boutique a Berlino; oltre 500 gli ospiti che hanno preso parte al cocktail party, ospitato da Roberta Armani. Nella nuova boutique situata nella celebre Kurfurstendamm, all'angolo con Wielandstrasse. Ad essere mostrati per l'occasione alcuni bozzetti di Armani. Oltre 500 gli ospiti invitati e pare proprio che non mancasse nessuno tra i rappresentanti del mondo social, economico e culturale più in voga in questo periodo. Ad essere protagonisti anche gli abiti delle celebrities come Clive Owen che ha indossato un abito scuro e Killy Zhang e il suo abito in organza.
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TRA MODA E MUSICA TORNANO GLI ANNI '80
È primavera ma si sa la moda anticipa i tempi e non stupisce se c'è già chi pensa a cosa indossare per la stagione invernale del 2013. Presentata alla New York Fashion Week, la collezione Gant by Michael Bastian è un viaggio negli anni '80 e nelle sue linee a strisce. A non poter mancare, la musica, elemento imprescindibile nel revival del mod anni '80. Il clou è un brano di una giovane band svedese emergente “Le Caviare Days” che hanno scritto un brano intitolato "The Lucky Ones", basato sulle ispirazioni di Michael.
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CHANEL IN AVENUE MONTAIGNE Seicento mq, spazi disegnati da Peter Marino e tanto stile sono il biglietto da visita della nuova maison “Chanel”. I festeggiamenti per l'occasione in Avenue Montaigne sono stati divisi in due tranche: una visita ai nuovi spazi disegnati da Peter Marino seguita dalla performance live di Django Django alla Maison Blanche.E come ogni party che si rispetti, le tartine sono passate in secondo piano quando tra gli ospiti spiccavano Anna Mouglalis, Astrid Berges-Frisbey, Poppy Delevingne, Laura Bailey, Elisa Sednaoui, Virginie Ledoyen e Kaya Scodelario.
preview, © Jacques Gavard. Getty Images. Organizzato da SAFI, filiale degli Ateliers d’Art de France e da Reed Expositions France. Tel. + 33 (0)1 44 29 02 00. info@safisalons.fr
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7-11 settembre 2012 Paris Nord Villepinte, Pad.7 www.maison-objet-projets.com Il salone delle soluzioni per l’architettura d’interni Salone riservato agli operatori. Visitatori: SALONI INTERNAZIONALI FRANCESI S.R.L. Tel. +39 / 02 43 43 531. info@salonifrancesi.it
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FASHION VOLTI DELLA MODA
Michelle Buswell
28 anni americana voleva fare l’infermiera
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FASHION VOLTI DELLA MODA
23 anni
canadese
Coco Rocha
impegnata nella lotta contro l’anoressia
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Lea T.
FASHION VOLTI DELLA MODA
29 anni
brasiliana
il suo vero nome è Leo Cerezo
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FASHION VOLTI DELLA MODA
24 anni
fissata per l’idratazione
Caroline Trentini
brasiliana
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PERSONAGGI INTERVISTA A ELIAD COHEN
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PERSONAGGI INTERVISTA A ELIAD COHEN
A cura della Redazione
ELIAD COHEN
DA MODELLO A IMPRENDITORE
Una rapida e fortunata carriera da modello, una vita in giro per il mondo e un sito internet per il turismo gay con un’ingegnosa formula alla base. Stiamo parlando di Eliad Cohen
è
È uno dei modelli più conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale. Nel mondo gay, poi, è una vera celebrità, protagonista delle riviste a tema più popolari e della nightlife un po’ in tutte le capitali del mondo. Eppure, Eliad Cohen arriva da un paese che, ad una superficiale valutazione, non sembrerebbe proprio la mecca dei gay... appunto, superficiale perché ormai Israele si sta affermando sempre di più come meta turistica in generale, e soprattutto come destinazione gay frindly per eccellenza, specie per la grande vitalità di una metropoli giovane come Tel Aviv. Di vita notturna e imprenditoria turistica abbiamo parlato con Eliad che, nonostante la giovane età, sembra avere le idee molto chiare e un paio di intuizioni imprenditoriali fortunate...
minciato a lavorare come barman in diversi bar, e club famosi. Frequentando questo ambiente, ho cominciato ad avere diverse offerte di lavoro come modello. Un giorno, due ragazzi di Berlino mi hanno scattato delle foto e le hanno usate sul magazine tedesco Manner. Pochi mesi dopo, sono stato contattato da Spartacus - la più importante guida gay al mondo – per comparire sulla copertina dell’edizione 2011 / 2012. Nel frattempo avevo anche cominciato a lavorare nei video di Arisa (una drag queen molto popolare in Israele) che stava diventando famosa anche fuori dai confini nazionali. Ho cominciato anche a viaggiare, ma soprattutto a sperimentare la vita del turista “gay”. È così che mi è venuto in mente il progetto a cui mi sto dedicando in questo periodo, gay-ville.
Eliad, com’è la vita di un modello gay in un paese del Medioriente e in Israele in particolare? Tel Aviv è una delle città più aperte al mondo gay. È sicuramente una città “open mind”, che permette di vivere una sessualità adulta, senza problemi. In famiglia e con gli amici non ho mai avuto difficoltà a vivere la mia omosessualità... Devo ammettere, certo, che, quando ho fatto coming out con i miei amici e la famiglia, è stato strano, perché avevano in mente lo stereotipo gay, popolare in tv. Ma ora sono contenti e mi amano e apprezzano anche più di prima.
Parlaci allora, più approfonditamente, di Gay-ville. Come funziona e qual è stato il tuo apporto nel realizzarlo? Gay-ville è un website che aiuta i viaggiatori gay ad affittare i loro appartamenti ad altri viaggiatori. Io e molti dei miei amici viaggiamo continuamente; potremmo farlo di più, e meglio, se avessimo costantemente modo di trovare un appoggio nei luoghi che visitiamo. Visitiamo città grandi e gay friendly in tutto il mondo: Berlino,
A che età e come hai iniziato la tua carriera da modello? Quando mi sono trasferito a Tel aviv, ho co-
Madrid, Tel Aviv, Rio, New York... in queste città, vogliamo soggiornare nei quartieri gay, sentirci liberi di fare ciò che ci piace, vivere un’atmosfera gay friendly, un ambiente dove poter essere noi stessi, senza problemi. Su queste basi nasce gay-ville. Sul nostro web site è possibile pianificare il viaggio, fin nei minimi dettagli. Spieghiamo cosa succede in ogni città, come trovare un appartamento o una stanza in un’area gay friendly, e persino affittare l’appartamento del viaggiatore, nel suo periodo di assenza, in modo che possa contribuire a pagarsi il viaggio! In più, diamo l’opportunità agli iscritti di mettersi in contratto tra di loro per fare nuove conoscenze e scambiarsi esperienze e consigli. Pensi che il turismo gay sia un mercato in crescita? Il turismo gay è già da tempo un mercato in espansione, sta registrando un boom! I gay viaggiano in diversi periodi dell’anno, il doppio della media. Con l’idea alla base di gay-ville, ossia l’affitto dei propri appartamenti come metodo di pagamento del viaggio, noi diamo l’opportunità di viaggiare ancora più spesso! Tel aviv è diventata una vera mecca per i gay: abbiamo tutto ciò che un turista può desiderare: tempo magnifico e sole, una nightlife eccitante, vibrante, emozionante, spiagge bellissime, e in più l’atmosfera in città è davvero gay firendly. Venite a vedere. www.gay-ville.com ■
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PROFUMI DONNA
Eauparkenzo Esplora una natura rigogliosa, catturandone i profumi lungo il percorso. KENZO attinge quest'acqua ricca di colori per un incontro sensuale con la pelle. La tonicità dello yuzu, piccolo limone giapponese, associata a piante frizzanti, la freschezza della foglia di loto e il pepe verde, per un tocco di sensualità in più. www.kenzo.com
Habit Rouge di Guerlain - Si iscrive nella linea dei valori sicuri. Trascrive la sensualità insolente degli uomini di polso che trasformano ogni istante deella vita in molteplici sensazioni www.guerlain.com
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Diorella di Dior - Una freschezza spontanea, dinamica e vivificante caratterizzano questo profumo, simbolo di uno spirito di libertà e indipendenza. Diorella trova una freschezza di testa nel limone di Sicilia e nel basilico. Il cuore fruttato e fiorito esprime tutta l'intensità della pesca e del caprifoglio. www.dior.com
EauDemoiselle Givenchy - Un profumo fresco e giovanile, fra tradizione e modernità. Il bouquet è interessante e frizzante le note sono di mandarino, limone díinverno italiano, shiso (basilico giapponese), rosa turca, ylang ylang, fiori. www.givenchy.com
Le Monde est Beau Kenzo - l profumo della felicità e della gioia di vivere, eco della natura, fonte di vita. Uno slancio frizzante ricco di fiori dal sorriso fruttato acidulato (ribes da fiore, magnolia) si arricchisce di una dolce nota mandorlata (fiore di ciliegio) e s'illumina con un soffio verde dagli accenti chiari (gelsomino, albero della seta), costellato di leggere note boisè boschive (legno di cedro e vetirisia). www.kenzo.com
Loewe Quizas - Eau de parfum spray. Un profumo femminile dalla fragranza floreale in cui note fresche e agrumate accompagnano le note calde e passionali del patchouli, dei legni, dellíambra e della vaniglia.
moda aprile__mastro Progress 29/03/12 13.26 Pagina 2
BEAUTY UOMO/DONNA Superconcentrato Notturno Anticellulite Collistar - Una formula esclusiva studiata ad hoc per la notte che, grazie al rivoluzionario Micro-Patch®, assicura un’azione mirata e intensiva nelle ore in cui la pelle è più ricettiva. ‘Perfetto ed efficace da solo, è ideale abbinato ai trattamenti giorno per risultati potenziati. www.dior.com
Acqua attiva ice Collistar - Un’esplosione refrigerante di vitalità che irrompe nei caldi giorni díestate. Un momento vissuto con slancio, una virilità estrema e seduttiva. www.collistar.it
Gocce Magiche Viso Uomo Collistar - Un prodotto che cambierà l'approccio maschile al mondo degli autoabbronzanti. Ricco di sostanze energizzanti e idratanti, la sua fresca azione è percepibile fin dalla prima applicazione. www.collistar.it
Intreccio trama rosata fard ombretto Collistar - La star della collezione è questa polvere compatta multicolore dall’esclusivo disegno a intreccio che evoca l’artigianalità italiana dei tessuti lavorati a mano. Ideale per creare uno stile romantico, che ricerca leggerezza e delicatezza. www.collistar.it
Nuova Crema Rassodante Corpo Pure & Natural Nivea - Ingrediente fondamentale, la Bio Bardana, che deve le sue straordinarie proprietà rassodanti all’Arctina, un ingrediente attivo estratto dal frutto della pianta che stimola la formazione di collagene. www.nivea.it
Crema Biorivitalizzante Viso Collistar - Perfetta sempre, è consigliata quando la pelle appare stanca, segnata e priva di tono. Contiene un filtro UV-A dalle specifiche funzioni anti-radicali liberi e anti-età. È realizzata in due diverse texture: una per le pelli normali e una, più ricca, per quelle secche. www.collistar.it
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OROLOGERIA DI LUSSO
Admiral's Cup Legend 42 Annual Calendar Oro rosa. 22.100 € www.corum.ch
TUDOR DEDICA L’ANNO 2012 AL MARE - Fedele al suo peculiare posizionamento che coniuga stile e prestazioni tecniche, la Marca presenta due importanti novità. Omaggio alla grande storia dell'Azienda, l'Heritage Black Bay reinterpreta un modello di riferimento nato negli anni '50, che ha lasciato un segno indelebile nella storia degli orologi da immersione. Il Pelagos, impermeabile fino a 500 metri, è un concentrato di tecnica e innovazione. Il suo temperamento sportivo e la sua totale affidabilità risponderanno senz'altro alle aspettative degli appassionati delle immersioni di profondità e di tutti coloro che amano l'universo marino. www.tudorwatch.com
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Ti-Bridge Power Reserve Oro rosa. 44.800 € www.corum.ch
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di PAOLO DEL PANTA
UN’AUTOMOBILE… DAVVERO SPECIALE
Dal 30 marzo all'1 aprile 2012 Rimini Fiera ha aperto le porte alla decima edizione di My Special Car Show, il grande evento europeo indoor dedicato all'auto speciale e sportiva. My Special Car Show è il Salone dell’Auto speciale e sportiva, del Tuning & Racing, del Car Audio e video, degli accessori e componenti. Una kermesse incredibile, un evento dedicato alla creatività applicata alle quattro ruote, dove trovare auto ed accessori per personalizzare il proprio mezzo, attraverso una sapiente ricerca del componente più adatto. Case automobilistiche, preparatori, accessori e componenti di ogni genere, antifurti, pneumatici, carburanti, ma anche car entertainment, car audio e video, Team e scuderie, gadgets, multimedialità, engeneering e molto altro
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ancora a My Special Car Show, evento di riferimento per tutti gli amanti delle auto e del tuning. Per le aziende del settore, italiane ed estere, My Special Car Show è il luogo ideale per concludere affari e creare nuovi contatti, con la certezza di trovare concentrati in un unico spazio operatori professionali ed un pubblico di appassionati pronti all’acquisto. My Special Car Show, è una vetrina di prodotti estremamente ampia che consente agli operatori professionali di prendere visione delle proposte più recenti di un mercato dinamico,
che sforna tecnologie ed accessori sempre nuovi ed innovativi. Vetture straordinarie dunque, per modifiche estetiche e tecniche, performance spettacolari in pista ed il meglio del car audio. Tuners ed espositori, fianco a fianco per condividere la passione per l'auto speciale e le ultime tecnologie applicate al car hi-fi, settore che sta vivendo una nuova fase di sviluppo grazie ai sistemi di car navigation e car entertainment. Numerosi gli eventi per celebrare degnamente queste 10 edizioni e i traguardi raggiunti. L'edizione 2012 di My Special Car Show è stata una celebrazione dei protagonisti del Salone, ovvero le aziende ed i club che vi hanno sempre aderito, una sorta di fidelity award per chi ha contribuito negli anni alla crescita della manifestazione. Ma la decima edizione di My Special Car Show si è spinta oltre i cancelli di Rimini Fiera, con il 1° Rallyronde My Special Car Show. A distanza di 10 anni
DOVE&QUANDO ✑ MY SPECIAL CAR SHOW ✑ Quando: 30/03 - 01/04 ✑ Dove: Rimini Fiera ✑ Orari: dalle 9.00 alle 18.00 (30 marzo dalle 10.00 alle 18.00) ✑ Biglietto: giornaliero: € 14; ridotto: € 12 (ragazzi dai 7 ai 13 anni compresi) info@myspecialcar.it www.myspecialcar.it
torna a Rimini lo spettacolo di questa disciplina dell'automobilismo sportivo, che fu uno dei temi principali della prima edizione. Quartier generale, direzione gara, partenza, arrivo e parco assistenza ospitati direttamente all'interno della fiera, alla portata di tutti i visitatori. L'evento, organizzato in collaborazione con PRS Group, si svolge nelle giornate di sabato 31 marzo e domenica 1 aprile e ha visto le vetture cimentarsi su una spettacolare prova speciale che si snoda tra le colline di Rimini ed il mare.
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AUTO BERTONE ANTICIPA IL FUTURO... PER IL CENTENARIO
LA FUTURISTICA BERLINA BERTONE
di Paolo Del Panta
NUCCIO SPORTI Si chiama Nuccio, come l’indimenticabile maestro dello stile italiano nel mondo, la concept car che la Bertone ha presentato in “prima mondiale” al Salone dell’Automobile di Ginevra per celebrare il proprio Centenario
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AUTO BERTONE ANTICIPA IL FUTURO... PER IL CENTENARIO
TIVA “ESTREMA”
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AUTO BERTONE ANTICIPA IL FUTURO... PER IL CENTENARIO
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La Nuccio è una sportiva “estrema” che sviluppa in chiave evolutiva un concetto depositato nel codice genetico Bertone: la berlinetta a motore posteriore centrale. L’impianto formale di Nuccio si esprime in un unico volume, basso e muscoloso, che si richiama alla tradizione storica della Casa. Al tempo stesso, un fraseggio stilistico di forte impatto emozionale proietta nel futuro l’identità della Marca. La potenza figurativa della Nuccio, nata dal gruppo di lavoro guidato dal Design Director Mike Robinson, esprime in chiave evoluta il concetto del monovolume “cab forward”, ovvero con l’abitacolo in posizione molto avanzata, inventato da Bertone nel 1967 con la Carabo, poi raffinato nel 1970 con la Stratos Zero, ed entrato in produzione nel 1973 con la Lamborghini Countach. L’architettura “cab forward” significa che l’abitacolo della vettura viene traslato in avanti per fare spazio al motore centrale, facilitando l’integrazione del parabrezza con il cofano in un unico corpo. La fiancata a cuneo della Nuccio è movimentata da un sapiente gioco di volumi concavi e convessi originati da muscoli in tensione.
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L’elemento figurativo di maggiore richiamo alla Stratos Zero è senza dubbio il grande parabrezza di forma convergente, leggermente trapezoidale. Questa scelta strutturale ha dato origine ad una soluzione grafica sorprendente, quali le due nervature esterne che, incorniciando il parabrezza, salgono originando due montanti laterali allargati in corrispondenza delle prese d’aria laterali. I gruppi ottici a led sono a sottile sviluppo orizzontale (detto “light bar”) e si estendono per tutta la larghezza del volume anteriore e del volume di coda. I proiettori anteriori e i fanali posteriori sono entrambi suddivisi in tre zone. Quelli anteriori hanno due zone laterali per le funzioni tradizionali come luci di posizione, anabbaglianti, abbaglianti ed indicatori di direzione, mentre la zona centrale svolge due funzioni, DRL (Daytime Running Lights), con gli stop anteriori brevettati da Bertone. Quelli posteriori hanno due zone laterali per le luci di posizione, gli stop e gli indicatori di direzione, mentre la zona centrale svolge la funzione di luci di posizione. Entrambi i “light bar” (anteriore e posteriore) portano il nome del costruttore Bertone con
lettere in alluminio tridimensionali retroilluminate. Quando sono spenti si presentano come inserti cromati. Sul fronte della sicurezza preventiva, la Nuccio presenta una novità assoluta: la luce di stop anteriore, brevettata da Bertone. Quando la vettura è in frenata, la luminosità delle ottiche anteriori aumenta di intensità, così da segnalare, anche nella vista frontale, che il veicolo sta rallentando. Questo dispositivo, qualora trovasse applicazioni industriali, sarebbe particolarmente utile per segnalare ai pedoni, in prossimità degli attraversamenti, se la vettura si sta fermando.
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AUTO BERTONE ANTICIPA IL FUTURO... PER IL CENTENARIO
L’abitacolo della Nuccio è arredato con elegante minimalismo, come si addice ad una sportiva estrema. Un layout classico da super sportiva, la console centrale nasce da un appoggia braccia alto e sale verso la plancia con un piano inclinato dove sono collocati tutti i comandi (clima, radio, ecc). L’interruttore
“start/stop” si trova in evidenza al centro della console. Il cambio automatico “triptronic”, posizionato sotto il volante, ha permesso di eliminare la leva cambio sulla console centrale. Gli strumenti sono analogici con un contagiri grosso centrale come si addice ad una sportiva estrema, tutti nello stesso colore dell’abitacolo, antracite ed arancione. I sedili anatomici in pelle arancione riprendono il motivo bicolore della carrozzeria, con vivaci inserti in colore antracite. Ogni passeggero è protetto non solo dai sedili anatomici che si conformano perfettamente al corpo, ma anche dalle strutture in alluminio a forma di un “Y” sui panelli porte e sultunnel centrale, ai fianchi dei passeggeri, disegnati per offrire la massima robustezza strutturale all’interno dell’abitacolo. La funzione di retrovisore centrale è svolta da una telecamera che proietta la visuale della strada su uno schermo da 26” pollici, collocato dietro i sedili. Lo schermo è visibile dal driver tramite uno specchietto retrovisore centrale di tipo tradizionale e sostituisce il lunotto classico. In questo caso si tratta della prima applicazione della realtà virtuale in automobile, poiché tale soluzione offre la possibilità di vedere perfettamente la strada al di là di ogni impedimento strutturale. Questa applicazione nella Nuccio si riferisce alla seconda generazione di realtà virtuale, rendendo disponibili la visione di mondi “reali”
DATI TECNICI ✑ NUCCIO. LA SPORTIVA “ESTREMA” ✑ Motore: 8 cilindri a V; 4.300 cm3; 480 CV. ✑ Lunghezza: 4800 mm ✑ Larghezza: 1950 mm ✑ Altezza: 1220 mm ✑ Passo: 2600 mm www.bertone.it
da vari punti di vista. Infatti, sarà possibile selezionare il punto di vista desiderato sullo schermo alle spalle del driver, tra retrovisore convenzionale, parcheggio da basso, e perfino la vista della sala motore. Come accade negli schermi dei navigatori, in condizioni notturne, lo schermo abbassa l’intensità luminosa per adeguarsi alle esigenze fisiologiche degli occhi del guidatore. ■
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di PAOLO DEL PANTA
VENEZIA E IL SUO SALONE NAUTICO Il Salone Nautico Internazionale di Venezia abbinato da quest’anno al NauticShow, ha messo a segno un risultato di rilievo. In un periodo di grande difficoltà per il comparto, Venezia ha confermato di essere in controtendenza, confermando tutti gli espositori dell’edizione 2011. L’undicesima edizione del Salone Nautico Internazionale di Venezia si terrà a Parco San Giuliano da venerdì 13 a domenica 15 e da venerdì 20 a domenica 22 aprile 2012. Expo Venice, società organizzatrice dell’evento, ha così voluto accogliere le indicazioni degli espositori dell’edizione 2011 che vedono nel prolungamento del Salone a due week end la possibilità di incrementare ulteriormente il successo in termine di vendite e contatti utili riscosso nella decima edizione. Per l’occasione sarà
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allestito – come per il precedente Salone – un vero e proprio quartiere fieristico articolato in tensostrutture, area scoperta e darsena. La novità è rappresentata dalla maggiore prossimità tra l’area con le imbarcazioni a terra e l’area mare, con un percorso espositivo unitario. Sempre su impulso di Espositori, Associazioni ed Enti coinvolti nelle precedenti edizioni, l’11° Salone Nautico Internazionale di Venezia conferma il focus sulla nautica fino a 12 metri, implementando il segmento “primo acquisto”. La manifestazione punta infatti a connotarsi come uno tra i principali appuntamenti per l’entry boat, grazie anche alla location, Parco San Giuliano appunto, in grado di attirare non solo un pubblico di “navigatori” di lungo corso ma anche di appassionati che accedono per la prima volta al mercato. Nell’ottica di una
promozione della nautica a tutti i livelli, ampio spazio verrà dedicato agli sport sull’acqua con l’implementazione dell’area espositiva dedicata a derive, kayak, canoe e dinghy. Il Salone Nautico di Venezia prevede anche l’esposizione di imbarcazioni più grandi nell’area mare. “Il mercato delle piccole e media imbarcazioni si è dimostrato il più reattivo alla crisi del settore”, afferma il curatore Lorenzo Pollicardo, “inoltre rappresenta il primo livello di approccio alla nautica per un pubblico sempre più vasto e il core business per numerosi cantieri e rivenditori Nazionali e Internazionali che hanno scelto proprio Venezia per presentare i loro prodotti.” Con oltre 80.000 visitatori nell’edizione 2011, il Salone Nautico Internazionale di Venezia si è confermato come il terzo evento nautico italiano e leader indiscusso sul
DOVE&QUANDO ✑ SALONE NAUTICO DI VENEZIA ✑ Dove: Parco San Giuliano ✑ Orari: dalle 10:00 alle 19:00 ✑ Quando: da venerdì 13 a domenica 15 e da venerdì 20 a domenica 22 aprile ✑ Prezzi: intero: 7,50 € ridotti: 5 € (giovani dai 12 ai 16 anni) Venerdì 13 ingresso gratuito salonenauticodivenezia.com
mercato Adriatico, rimarcando la propria vocazione alla promozione della Nautica per tutti e rappresentando una preziosa occasione di mercato non solo per le imbarcazioni – grazie anche alla possibilità di prove in mare – ma anche ai comparti della componentistica, manutenzione, servizi di rimessaggio e turismo.
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SPORT LA GRANDE VELA IN ITALIA
DAL 7 AL 15 APRILE AL VILLAGGIO REGATE DI BAGNOLI
di Paolo Vaccaro
L’AMERICA’S CUP SBARCA A NAPOLI
Napoli è pronta ad accogliere i migliori velisti di tutto il mondo. Nella città partenopea, infatti, dal 7 al 15 aprile farà tappa la World Series 2012, una serie di regate che permetterà ai team di prepararsi al meglio in vista della Louis Vuitton Cup, delle eventuali Defender Series e delle finali dell’America's Cup 138
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SPORT LA GRANDE VELA IN ITALIA
È la più famosa competizione velistica nonché il più antico trofeo sportivo del mondo per cui tuttora si compete. La competizione, infatti, ebbe origine il 22 agosto 1851 quando il Royal Yacht Squadron britannico sfidò il New York Yacht Club in un percorso attorno all'Isola di Wight. Da allora, la competizione si svolge lungo una serie di regate di Match Race, tra soli due yacht che gareggiano uno contro l'altro. Le due imbarcazioni appartengono a due Yacht Club differenti, una rappresentante quello che detiene la coppa e l'altra quello sfidante. La coppa, una brocca d’argento, è attualAmerica. Il patron Patrizio Bertelli, ha riunito un gruppo davvero forte, tra cui spiccano lo skipper Max Sirena e il tattico Francesco Bruni. Un team di livello e grande storia, vincitore di Louis Vuitton Cup nel 2000, finalista nel 2007, con un gran seguito e appeal sul pubblico, non poteva che risollevare l’interesse sull’evento. Tanto più dopo la sinergia con Emirates Team New Zeland, grazie alla quale il team Prada può contare su un progetto iniziale di piattaforma, su cui sviluppare in autonomia
mente detenuta dal team statunitense BMW Oracle Racing, che nell'edizione 2010 ha avuto la meglio sul defender svizzero Alinghi. Sponsor principale dell’evento è Louis Vuitton. Per tale motivo, le regate di selezione dello sfidante, si svolgono sotto il nome di Louis Vuitton Cup. In attesa della Coppa America, però, cresce l’attesa per le AC World Series di Napoli, precedute dalla conferenza stampa di presentazione ufficiale del team Luna Rossa Challenge, che ha lanciato la sua quarta sfida alla Coppa
TAPPA ITALIANA E COPPA AMERICA Sopra: la mappa del circuito e il patron Patrizio Bertelli
LUNA ROSSA ✑ L’EQUIPAGGIO I due timonieri saranno Paul Campbell James, vincitore delle Extreme Sailing Series 2011, e il neo arrivato Chris Draper, olimpionico di 49er e già con Team Korea sugli AC45. Francesco Bruni è uno dei tattici. Tra i velisti che Max Sirena ha confermato o chiamato vi sono Manuel Modena, Alistair Richardson, Pierluigi De Felice, Matteo Plazzi, Romolo Ranieri. Il team è in rapida costruzione e dopo le prime sfide con i Kiwi sugli AC45 ad Auckland, vi sono stati i contatti per il dopo Volvo Ocean Race e il dopo Olimpiadi con gli spagnoli Iker Martinez e Xabi Fernandez, due dei migliori campioni della vela internazionale.
una o più ali, mentre i Kiwi possono avere un budget per alzare il livello dello spettacolo e della competitività. I campioni in carica del team Oracle Racing dovranno vedersela con quello dei tre big team - Artemis, ETNZL e Luna Rossa - che sarà riuscito a vincere la Louis Vuitton Cup, ridotta nel numero ma non nella qualità, nella ventosa estate 2013 a San Francisco. Per quanto riguarda le prossime World Series napoletane, il Villaggio Regate sarà situato a Bagnoli, un quartiere a ovest di Napoli che è interessato da un importante piano di rilancio. Sotto tale ottica, gli organizzatori sono convinti che l’America’s Cup World Se-
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SPORT LA GRANDE VELA IN ITALIA
LUIGI DE MAGISTRIS L’evento darà al pubblico italiano l’opportunità di seguire da vicino i migliori team e velisti del mondo darsi battaglia sugli avveniristici AC45
IL PROGRAMMA
ries possa contribuire anche ad accelerare questo processo. Imponente la presenza di pubblico e addetti ai lavori: a bordo della motonave "Palabora" (un cargo da diecimila tonnellate, partito da Valencia), infatti, sono già arrivati sessantacinque container, tre catamarani AC45, i mezzi della tv, le chase boat dei team
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L'AMERICA'S CUP È L'OCCASIONE CHE NAPOLI ASPETTAVA DA TEMPO PER RILANCIARE LA SUA IMMAGINE INTERNAZIONALE. SARÀ L'OCCASIONE CON CUI TUTTI NOI POTREMMO GODERE A PIENO DELLE BELLEZZE DEL MARE, DELLA SPIAGGIA E DEL PAESAGGIO CHE, INSIEME A TUTTA LA CITTÀ, SARANNO I PROTAGONISTI DELL'APPUNTAMENTO
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LUIGI DE MAGISTRIS e la barca comitato. Napoli ospiterà le regate sul prestigioso lungomare di Via Caracciolo, ma è il contorno quello che affascina: dal panorama eccezionale del campo di regata visto dal promontorio di Posillipo fino al villaggio regate che sarà predisposto poco distante dal cuore della città partenopea si potranno scorgere Castel dell’Ovo, il Teatro San Carlo, Castel Sant’Elmo, la Villa Comunale di Napoli, Piazza del Plebiscito, Palazzo Reale e il Molo San Vincenzo. Non sono mancate le polemiche, relative ai costi e al presunto “stupro” del lungomare cittadino con la costruzione del "baffo" per agevolare le imbarcazioni e proteggerle dal mare grosso. Il Sindaco De Magistris ha risposto da par suo alle polemiche, evidenziando le opportunità dell'evento: “L'America’s Cup è l'occasione che Napoli aspettava da tempo per rilanciare la sua immagine internazionale. Sarà l'occasione
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con cui tutti noi potremmo godere a pieno delle bellezze del mare, della spiaggia e del paesaggio che, insieme a tutta la città, saranno i protagonisti dell'appuntamento”. L’evento darà al pubblico italiano l’opportunità di seguire da vicino i migliori team e velisti del mondo darsi battaglia sugli avveniristici AC45. Tra l’11 e il 19 maggio del 2013 ci sarà poi un secondo appuntamento, valido come ultimo atto dell’America’s Cup World Series. Alla sua conclusione, infatti, i team voleranno a San Francisco per la Louis Vuitton Cup e le fasi finali dell’America’s Cup. ■
✑ L'America's Cup World Series in programma a Napoli si articolerà su prove di flotta, match race e sulle spettacolari prove di velocità, note come AC500. Questo il programma giorno per giorno: ✑ 7 aprile: Match Racing (regate uno contro uno e duelli tra squadre); ✑ 8 aprile: Fleet Racing (tre regate di flotta della durata di 15 minuti ciascuna); ✑ 11 aprile: Match Racing qualificazioni (tre prove di flotta, due da 15 minuti e una da 40 minuti); ✑ 12 aprile: Match Racing qualificazioni (tre prove di flotta, due da 15 minuti e una da 40 minuti); ✑ 13 aprile: AC500 Speed Trials (prove di velocità); ✑ 14 aprile: Match Racing Championship; ✑ 15 aprile: AC500 Speed Trials (prove di velocità), a seguire Fleet Race Championship. www.americascup.com
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stadi sicuri__mastro Progress 29/03/12 13.31 Pagina 1
SPORT GLI STADI SONO PIÙ SICURI
BARUFFE E TESSERE MAGICHE
di Romina Delmonte
IL CALCIO RITROVA LA CALMA (LICENZIANDO LA POLIZIA) Il nuovo volto per il calcio italiano. Calma ritrovata sul fronte spalti mentre aumentano le polemiche delle forze di polizia. Forze dell’ordine a spasso mentre è tregua sulla curva
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Zuffe e nasi frantumati, volti coperti e cappello nero, bottigliette trasformate in armi e fumogeni tirati in aria: “must” del pallone e dello stadio. Bollettini di Far West, esclusioni e striscioni razzisti non smettono di riempire quegli spalti, vuoti perlopiù. Ring che accolgono masse di esaltati continuano a catturare le prime pagine dei giornali mentre intorno a loro voci di salotti Tv risuonano indignati e urlanti. Come non dimenticare anche solo i recenti pugni di
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Sampdoria- Nocerina il 29 ottobre e quelli del Genoa-Milan 2 dicembre. Violenze che non risparmiano neanche gli spogliatoi con l’assalto assatanato del dietro le quinte dell’Ebolitania il 10 gennaio. Gli “Indignados del calcio” sembrano essere proprio coloro che di calcio ne fanno e se ne intendono: “Non porterei mai allo stadio un bambino” afferma il milanista Antonio Nocerino. Come non dargli torto. Eppure non è il tempo di disperare anzi. Sembra infatti che l’ascia di
guerra si sia abbassata e che le esaltate curve sud e nord si siano date una calmata a forza di provvedimenti e restrizioni. Sarà un po’ per la crisi che deprime, un po’ per le restrizioni ai tornelli, ma dalla stagione 2005-06 a quella scorsa tutto sembra essere piacevolmente mutato per le infermerie del campo. Gli incontri di calcio professionistico con incidenti sono diminuiti di un ben 56%. Tra i tifosi invece ben il 58% dei feriti torna quest’anno a casa senza un graffio.
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SPORT GLI STADI SONO PIÙ SICURI
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NON PORTEREI MAI ALLO STADIO UN BAMBINO
VIA ALLE VIOLENZE VIA ANCHE AI POSTI DI LAVORO Se il risultato fa ben sperare in quanto a serenità, pace e armonia, i provvedimenti insieme alla violenza si portano via anche 243 incarichi tra le forze dell’ordine chiamate anni fa a rimpolpare lo stadio a causa delle guerriglie post partita
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ANTONIO NOCERINO
Nemici-amici anche la percentuale dei feriti tra le forze di polizia scende drasticamente dell’81%, gli arrestati del 48% e i denunciati del 10%. In questo clima da “Casa nella prateria” non tutto però sembra andare come sperato. Come un cane che si morde la coda, risolta la violenza rimane il dilemma, comico e drammatico. Via alle violenze via anche ai posti di lavoro. Se il risultato fa ben sperare in quanto a serenità, pace e armonia, i provvedimenti insieme alla violenza si portano via anche 243 incarichi tra le forze dell’ordine chiamate anni fa a rimpolpare lo stadio a causa delle guerriglie post partita. Ora che la pace è tornata che si fa? Una vera e propria smilitarizzazione degli spalti. Il personale delle forze dell’ordine abbandona le curve per andare a casa: dai 243 mila uomini impiegati nel 2005-06 sono rimasti in 158 mila del 2010-11. Il momento non sembra d’altronde neanche propizio. Tra crisi e tagli una nuova classe si trova a galleggiare in apnea a fine mese. A destare nuove polemiche anche l’innovativa Tessera del Tifoso che se ha il merito di aver conservato il numero dei tifosi, fa nascere ancora il dubbio di chi si vede abbinare la tessera a carte di credito prepagate imposte da club di riferimento. Ma non basta. Anche il calcio risucchiato nel vortice della crisi sa che incerto è il suo destino. La privatizzazione indesiderata del tempio dello sport infatti si fa più vicina. I club calcistici potranno vendere piu’ biglietti e potranno assicurarsi indipendentemente dai diritti TV maggiori entrate. Questo nuovo modo esigerà da ogni club conti in attivo e dunque autonomi. “Il calcio italiano deve potersi finanziare da solo”, ha detto Crimi. Profanato il campo verde, ignoto sembra essere il destino dello sport più amato dagli italiani e da coloro che, seduti sugli spalti ora tifano in silenzio. ■
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TUNES__mastro Progress 29/03/12 13.32 Pagina 1
tunes tunes tunes tunes tunes
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di IVANO BASILE
L'ABBRACCIO CHE NON PERDONA
L'esperienza e la saggezza di un'ottantenne si trovano a convivere con la freschezza e la vitalità di un corpo di un ventenne. Con conseguenze imprevedibili. Nel 2111, David Costello, pubblicitario ottantenne sulla soglia della pensione, è in fin di vita per una malattia che colpisce tutti gli organi vitali tranne il cervello, e accetta di fare da cavia per un'operazione mai sperimentata: il suo cervello verrà impiantato nel corpo di un ventenne, di nome Sean, morto da poco in circostanze tragiche. David ha un rapporto duraturo di profondo affetto, stima e tenerezza con la moglie Ellen, una signora anche lei in là con gli anni (è utile tener presente che nell'epoca in cui è ambientato il libro l'età media si aggira intorno ai 130 anni, quindi i due coniugi sono ancora attivi e vivaci). Il lettore sa tutto di Sean, ma David ed Ellen non hanno
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accesso a nessuna informazione sull'identità dell'uomo che donerà il suo corpo, così hanno deciso i medici. L'esperimento riesce, David e la moglie Ellen si trovano a fare i conti con la nuova, sconcertante realtà e scopriranno a poco a poco che nulla è più come prima. David diventa “un Avatar” che va in giro sperimentando le potenzialità del nuovo corpo, rimanendo compiaciuto dalle nuove sensazioni e dal risveglio di una sessualità ormai sopita. Si trova a vivere una passione assoluta, irresistibile con una
sua vita, con la sua vera identità... Il nuovo uomo che Ellen si trova di fronte è ancora David o è Sean? In altre parole, prevale il cervello o il corpo? Oppure l'inedita sintesi ha dato vita a una persona nuova, non più Sean, né più David? La narrazione si sofferma su una metafora che descrive alla perfezione quella schizofrenia che a volte si crea tra il corpo e il cervello, quella battaglia quotidiana per stabilire la predominanza
“Il nostro era un abbraccio perfetto, sincronico, completo. Tra due corpi abituati a stringersi. E a farlo con intimità. Impossibile se non ci si conosce, se non c'è feeling. A far l'amore o baciarsi ci si riesce sempre, e ci si riesce bene, talvolta anche se ci si odia, ma addormentarsi abbracciati così, come lo eravamo noi, non si può, perché l'abbraccio è il metro più esatto dell'intesa, perchè l'abbraccio è il metro più esatto dell'intesa, perché l'abbraccio non perdona, e quell'abbraccio, invece, ci aveva perdonati. Fosse anche per una notte”. ragazza che fa vibrare il suo corpo, che conosce e attende da sempre ma deve poi fare i conti con se stesso, con l'amore della
dell'uno nei confronti dell'altro. Le emozioni e le sensazioni da una parte, la razionalità dall'altra: cosa prevarrà in
SCHEDA LIBRO ✑
UN LUNGO FORTISSIMO ABBRACCIO Autore: Lorenzo Licalzi Editore: Rizzoli Pagine: 225 Prezzo: € 18.00 www.rizzoli.rcslibri.it
David? Il lettore è coinvolto nel pieno del dilemma. Ma il tema della sessualità non è al centro del libro di Licalzi, che è piuttosto una riflessione profonda e commovente sull'abbraccio: “Perché se c'è una cosa che io e David sapevamo fare era abbracciarci. Lo facevamo con naturalezza, trasporto, complicità. Il nostro modo di abbracciarci era unico. Spesso ci addormentavamo abbracciati, e non è facile farlo se non ti sai abbracciare, se non lo fai con intimità”. L'autore sfiora il tema dell'amore in maniera delicata, tenera, introspettiva: “È stata una irresistibile, incomprensibile, inaspettata questione di pelle. Oppure potrei dire semplicemente naturale, una naturale questione di pelle”. E regala un finale a sorpresa, originale, geniale. Dopo “Io no”, dunque, Licalzi torna a stupire ancora con questo suo ultimo libro, sicuramente da leggere, per affezionati e non.