MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
SARA PICHELLI
Michele Massari: il sapore del futuro
EURO 5,00
VIAGGI
Il fumetto oltre l’arte VITE DA CHEF
NUMERO 132 - ANNO 2019
Inverno ad alta quota LA CULTURA, IL TEATRO
La fortuna di chiamarsi Zeffirelli
SALONI DELL’AUTO
Che lo show abbia inizio
“La cultura è l’energia pulita del nostro paese.” Emmanuele F. M. Emanuele La Fondazione Cultura e Arte, diretta fra i popoli. La Fondazione è attiva nel campo “La cultura è l’energia paese.” emanazione della Fondazionepulita delle arti del visive enostro dell’attività espositiva,della Terzo Pilastro – Internazionale, opera Emmanuele F. nella diffusione di iniziative culturali, sulla base dell’assunto che l’arte e la cultura – nelle loro Laforme Fondazione Cultura e–Arte, diretta molteplici e manifestazioni svolgano un emanazione ruolo di primo pianodella nellaFondazione formazione Terzo – Internazionale, opera della Pilastro coscienza collettiva, annullando nella diappianando iniziative culturali, sulla base le diffusione differenze e i conflitti, a favore dell’inclusione sociale e del dialogo costruttivo dell’assunto che l’arte e la cultura – nelle loro molteplici forme e manifestazioni – svolgano un ruolo di primo piano nella formazione della coscienza collettiva, annullando le differenze e appianando i conflitti, a favore dell’inclusione sociale e del dialogo costruttivo
multimedialità, dell’editoria, della musica, della M. Emanuele
poesia e della promozione ed organizzazione di convegni e think tank. I progetti realizzati fra i popoli. l’offerta La Fondazione attiva nel campo accrescono culturale èattuale delle arti visive e dell’attività espositiva,della e valorizzano, attraverso specifici interventi, dell’editoria, della della ilmultimedialità, patrimonio artistico-culturale nonmusica, solo poesia e della promozione ed organizzazione nel nostro Paese, con uno sguardo particolare al e all’Oriente. di Mediterraneo convegni e think tank. I progetti realizzati accrescono l’offerta culturale attuale e valorizzano, attraverso specifici interventi, il patrimonio artistico-culturale non solo nel nostro Paese, con uno sguardo particolare al Mediterraneo e all’Oriente.
www.fondazioneculturaearte.it
EDITORIALE
L’ANNO DI LEONARDO DA VINCI: 12 MESI DI GENIALITÀ Un anno forse non basterà per celebrare la grandezza di un uomo divenuto quasi leggendario grazie al suo genio: nel 2019, infatti, ricorre l’anniversario della morte di un artista come Leonardo da Vinci, 500 anni il 2 maggio per l’esattezza. Cinque secoli che ci separano dall’epoca che vide i frutti di una mente così creativa, intuitiva e poliedrica. Uomo d’ingegno e talento universale del Rinascimento, fu uno stimato pittore, un ingegnere e uno scienziato. Di fronte alla vastità e al valore della sua produzione artistica e delle sue invenzioni, 12 mesi di celebrazioni sembrano appunto pochi. Dalla Toscana (terra che gli ha dato i natali) alla Francia (dove il genio si trasferì nell’ultima parte della sua vita), l’Anno Leonardiano si prospetta ricco di eventi imperdibili, un fitto programma di mostre, incontri e appuntamenti. Mancare sarebbe davvero un peccato, e noi di Progress non intendiamo farlo di certo: non ci sarà infatti occasione migliore per iniziare un proprio, personale “dialogo” con uno dei più grandi geni della storia dell’umanità. Franco Del Panta
MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE
NUMERO 132 ANNO 2019
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SCENARI CONTEMPORANEI
ARTE 3.0
HOME CINEMA
CHISSÀ, CHISSÀ DOMANI
IL FUMETTO OLTRE L’ARTE, IL FUMETTO COME VISIONE
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EURO 5,00
SCORSESE E DE NIRO DI NUOVO INSIEME GRAZIE A NETFLIX
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IL MONDO CHE (NON)CAMBIA
IL VECCHIO CHE AVANZA
IN PRIMO PIANO
INVERNO AD ALTA QUOTA
48 LE FORME, L’ARTE
LEONARDO, L’ARTISTA GENIALE
28 I V O LT I D E L L A C O M U N I C A Z I O N E
BUON COMPLEANNO BILLBOARD ITALIA
54 L A C U LT U R A , I L T E AT R O , I L C I N E M A
LA FORTUNA DI CHIAMARSI ZEFFIRELLI
32 PILLOLE D I BE NE SSERE
76 P A R K H OT E L H O L Z N E R
110 ANNI DI ACCOGLIENZA IN FAMIGLIA
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STRESS: ISTRUZIONI PER L’USO
ITINERARI DI GUSTO
UN BRINDISI LUNGO UN ANNO
38 PULSE PILLS
BRAND AUTOMOTIVE: 3 MOTIVI PER AFFIDARSI AGLI INFLUENCER
60 IN SALA
CITY OF LIES L’ORA DELLA VERITÀ
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
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VITE DA CHEF
AL VOLANTE
IL SAPORE DEL FUTURO NASCE DALLE RADICI
Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010
CHE LO SHOW ABBIA INIZIO
106 PASSIONE IN MARE
I SUPER APRONO IL NUOVO ANNO
Progress n°132/ gen.- feb. 2019 Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com
92 ITALIA CHE VAI
COME LA BARBA È TORNATA STILE DI VITA
96 GLAMOUR MASCHILE
IL FASCINO DISCRETO DEL BLENDING
110 AL VOLANTE
IL FUTURO DELLA MOBILITÀ È SEMPRE
Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina, R. Giasi, Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
Il castello sospeso sul tempo Nel cuore verde d’Italia, in quell’Abruzzo spesso ignorato dalle rotte del turismo di massa, si contano ben 700 castelli, le cui origini sono disseminate qua e là nella storia. Tra questi si nasconde una delle fortificazioni medievali più elevate d’Europa, per il National Geographic tra i 15 castelli più belli al mondo. È Rocca Calascio, 1.460 metri sul livello del mare, una terrazza naturale da cui lo sguardo può abbracciare, in un colpo solo, l’Appennino, il Gran Sasso, l’altopiano di Campo Imperatore, la Maiella. Per anni guardiano silenzioso e solitario di un territorio tra i più suggestivi e incontaminati d’Italia, oggi risplende di quella allure misteriosa e senza tempo che ha fatto e continua a far innamorare il grande cinema internazionale. Era il 1985 quando Rocca Calascio debuttava sul grande schermo come il rifugio dell’eremita impersonato da Leo McKern in LadyHawke. L’anno successivo venne ambientato nella rocca Il nome della rosa con Sean Connery, fino ad arrivare al 2010 e al film The American con George Clooney, interamente girato nella provincia dell’Aquila. Non solo il castello più volte restaurato anche grazie all’intervento di tanti appassionati della montagna abruzzese, ma anche i sentieri di un piccolo borgo che si arrampicano fin sulla rocca. Qui, tutto è rimasto inalterato, tutto rispetta le tradizioni di una terra al tempo stesso ricca e amara, da scoprire in ogni angolo di storia e natura. Per immergersi nell’atmosfera di questo paese a mezz’aria, durante tutto l’anno, è possibile pernottare e gustare le specialità tipiche della zona in un rifugio d’epoca che ospita regolarmente anche concerti di musica classica. In questo fazzoletto di terra che punta verso il cielo non manca anche una chiesa, Santa Maria della Pietà, un piccolo tempietto eretto tra il XVI ed il XVII secolo sul luogo dove, secondo la leggenda, la popolazione locale ebbe la meglio su una banda di briganti. Martina Morelli
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CUBISMO PER TUTTI
VIVE L’AMOUR
Per la serie “a volte ritornato”, sbarcano a Parigi i capolavori cubisti.
Nessun luogo è più romantico di Parigi per trascorrere il giorno di San Valentino.
Nella strepitosa cornice parigina del Jacques Prevert in una celebre poesia Centre Pompidou è stata allestita un’amdiceva: «i ragazzi che si amano si baciabiziosa esposizione volta a ripercorno in piedi contro le porte della notte e rere la storia del movimento cubista, non ci sono per nessuno». Un’immagine dagli albori sino al suo spegnersi. Con sicuramente languida e intramontabile. by Beatrice Vecchiarelli oltre 300 opere e documenti, la mostra Quest’anno tuttavia, per chi volesse racconta l’evoluzione di questa corrente organizzare qualcosa di più stravagante, che ha saputo stravolgere il mondo dell’arte a partire dai la capitale francese mette a disposizione una serie di capolavori dei suoi pionieri, Picasso e Braque, affascinati opzioni per accontentare tutti gli innamorati. dal tocco di Gauguin e Cezanne, fino ai continuatori più Si va dalla cena/crociera a bordo di un bateau-mouche, disparati. Il percorso è organizzato in senso cronologiavvolti da un’atmosfera elegante e con vista sulla Senna co e articolato in quattordici capitoli. In questi vengono e sui principali monumenti della città, al più divertenillustrate le grandi invenzioni del gruppo come il papier te spettacolo danzante del Moulin Rouge, in grado di collé e il collage, sono messi in luce i rapporti col mondeliziare gli occhi e il palato con le bollicine dei più do letterario, si attraversa uno dei momenti più bui del pregiati champagne. Per i giovani amanti, in cerca di Novecento, la Grande Guerra, che ha immobilizzato il qualcosa di più inusuale, una delle possibilità è quella movimento. Da qui si apre la parte conclusiva dell’edi trascorrere la serata del 14 febbraio all’Acquario sposizione, incentrata sulla rinascita dopo il conflitto di Parigi, tra pesci tropicali, squali e razze. Oppure e il patrimonio variamente sviluppato dalle tendennon c’è niente di più francese e irriverente di un ze artistiche successive. È un’occasione unica per San Valentino al cabaret, ma non uno dei tanti, tuffarsi nell’estetica rivoluzionaria del mondo bensì il leggendario “Crazy Horse”: glamour e cubista, presentato al grande pubblico tramite i anticonformista. concetti chiave e il suo carattere sperimentale. Per chi volesse invece coniugare gusto, maSarà possibile visitare la mostra fino al 25 gia, vista mozzafiato e intimità, l’alternafebbraio. tiva è quella di prenotare un tavolo al www.centrepompidou.fr “Ristorante 58” al primo piano dell’icoBiglietti da 11 euro nica Tour Eiffel.
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IT’S “CHEERS” TIME!
LA STORIA DELL’AUTO IN SCENA A LONDRA
Dal 16 al 18 febbraio nella capitale inglese scorreranno fiumi di gin nell’ormai tradizionale festival dedicato al nobile distillato. Londra si prepara ad accogliere centinaia di espositori, esperti o semplici appassionati del buon bere.
Il London Classic Car Show è l’evento da non perdere per i più esigenti proprietari di auto d’epoca, collezionisti, esperti o appassionati.
Il London Classic Car Show si è affermato come uno dei migliori eventi di Un tempo, i luoghi di Londra nei quali by Michele Accreditato auto classiche del Regno Unito. Dal 14 veniva consumato il gin erano consial 17 febbraio motori e vetture derati la rovina della città. Col passare che hanno fatto la storia del dei decenni questo liquore ha guadagnato una migliore settore saranno protagoreputazione, tanto da meritarsi un apposito festival nisti all’ExCeL Exhibition organizzato annualmente. La metà di febbraio è caCentre di Londra. Durante ratterizzata dall’appuntamento alcolico più atteso questa edizione verrà cee partecipato dell’inizio dell’anno. L’evento londilebrata la grande carriera di nese del Gin Festival si svolge nell’East London Ian Callum, direttore del desiper tre giorni con oltre 100 diverse tipologie di gn di Jaguar, riconosciuto come questa bevanda. Chiunque può recarsi al festival, uno dei più importanti talenti del dal bevitore occasionale all’intenditore più snob: design automobilistico a livello c’è un unico requisito fondamentale per accedere ai mondiale. Ian Callum potrà vanpadiglioni della Fiera, ovvero aver compiuto 18 anni. tare una mostra celebrativa a lui Gli appassionati di Gin possono aspettarsi cocktail, dedicata, oltre a essere insignito gustosi contorni e fantasiosi tonici rinfrescanti. Non del London Classic Car Show solamente degustazioni e bevute, al Gin Festival Icon Award 2019. ci saranno anche corsi di perfezioUlteriori mostre includeranno una namento, esperti del settore e collezione di auto storiche Aero Engine e una distillatori. Non mancheranno celebrazione del 50° anniversario del film “The musica dal vivo e intratteItalian Job”. Ad animare e dare ulteriore brio all’enimento. vento ci penserà la sfilata The Grand Avenue, dove Si tratta di un festival le auto classiche vengono accese e guidate per particolarmente partepermettere ai visitatori di vedere e ascoltare questi cipato, con la grande classici in azione. Novità per il 2019, il London Clasaffluenza che ha consic Car Show offrirà posti a sedere in tribuna per le vinto gli organizzatori sfilate della Grand Avenue. a proporne anche Prezzo: biglietti da 20 sterline un’edizione estiva. Quando: 14-17 febbraio Prezzo: 15 sterline Dove: ExCeL Londra 16-18 febbraio www.thelondonclassiccarshow.co.uk www.ginfestival.com
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Il Terzo Pilastro su scala internazionale per un nuovo sviluppo sociale, economico e culturale.
La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è la naturale evoluzione della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, in quanto si fa portatrice e sintesi, su più ampia scala e senza alcun vincolo territoriale, delle due strategiche direzioni di intervento originarie: il Terzo Settore (o Terzo Pilastro, il non profit) e le tematiche urgenti ispirate dall’osservazione di ciò che accade al di fuori del mondo Occidentale, con uno sguardo che va oltre l’area mediterranea per approdare nei Paesi emergenti in Medio ed Estremo Oriente, futuri protagonisti della nostra Storia. Essa, infatti, opera nei campi sanitario, della ricerca scientifica, sociale e del Welfare, educativo e formativo, culturale ed artistico e svolge la funzione di ponte tra le diverse culture fra Oriente ed Occidente, fra Nord e Sud del mondo. www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
LÌ DOVE BERLINO È ANCORA DIVISA
parlare la sua storia, soprattutto quella novecentesca. Un salto indietro nel tempo di oltre 30 anni, per riscoprire la società, la cultura e le caratteristiche di un’epoca che ha segnato tutta la Germania. Più di 300 abitanti dell’ex Berlino est hanno dato il loro contributo al museo donando effetti personali e ricordi. Tra questi, una macchina da by Alessandro Creta Il DDR Museum offre un’esperienza scrivere Erika, mobili come il Karat unica ai visitatori, tanto da essere Schrankwand, una radio Stern, oltre a fotografie e indudiventato nel giro di poco più di un decennio una delle menti grazie ai quali il visitatore può ritrovarsi faccia a attrattive più popolari di Berlino. Qui tutti i sensi vengofaccia con gli oggetti della vita quotidiana protagonista no coinvolti per vivere una full immersion nella vita quoal di là della Cortina di ferro. Citazione a parte la merita tidiana nell’ex Germania dell’Est. Basata su una rigola mitica quanto iconica utilitaria con motore a due rosa ricerca accademica (la vita di tutti i giorni nell’ex tempi, la Trabant o Trabi, realizzata con materiali plastici Repubblica Democratica, il Muro, la Stasi e molto altro), per la carenza di lamiera nella Germania dell’Est. L’auto la mostra incoraggia i suoi visitatori a toccare, sentire e è presente in una sala dedicata del museo berlinese. interagire, in modo da raggiungere una comprensione Non potevano mancare poi le testimonianze dirette di divertente, coinvolgente e completa del passato. Aperto chi ha vissuto in quella Berlino: un’ala del museo racsolamente nel 2006, in pochi anni il museo è diventato chiude video e interviste a chi, quella parte di città, l’ha uno dei luoghi di culto della capitale tedesca, tanto abitata realmente. da essere visitato, fino a oggi, da quasi un milione di curiosi, tedeschi e stranieri. Si tratta di un’esposizione Dove: Karl-Liebknecht-Str. 1- 10178 Berlino permanente che inquadra, incornicia e addensa tutto Orario di apertura: ciò che riguarda il quarantennio della Repubblica Delunedì-domenica 10 - 20, sabato 10 - 22 mocratica Tedesca (1949-1990) e di cui è inutile sottoPrezzo di ingresso: 7 euro, ridotto 4 euro lineare il valore istruttivo in una città che è riuscita a far www.ddr-museum.de Un luogo per scoprire quella che è stata la Berlino della Repubblica Democratica Tedesca. Un museo visitato anche da migliaia di berlinesi che vogliono toccare con mano un pezzo di storia recente della propria città.
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TUTTI PAZZI PER IL SUPER BOWL
A NEW YORK PER LE PIZZE 3.0
Il 3 febbraio le televisioni di centinaia di milioni di americani saranno sintonizzate sulla CBS, che trasmetterà live l’edizione numero 53 del Super Bowl. In diretta da Atalanta, Georgia, l’evento sportivo più seguito nel paese a stelle e strisce.
Se non siete amanti della sempre più diffusa, quanto discussa, pizza con l’ananas, allora state lontani dal Pizza Day statunitense. Se invece i nuovi sapori non vi spaventano, allora questa celebrazione farà sicuramente al caso vostro. by Alessandro Creta
Il Mercedes Benz Stadium, impianto inaugurato nel 2017 e costato un miliardo e mezzo di dollari, sarà la sede del finale della stagione 2018 di football. Se sarete a New York in questo periodo ecco una serie di locali nei quali potete assistere al maggiore evento sportivo degli States. Non sarà difficile trovare bar, ristoranti o pub con tv e maxi schermi sintonizzati su Atlanta: saranno praticamente tutti i locali pubblici a diffondere la partita, con un gran consumo degli immancabili panini, hot dog e birre. Tra i luoghi più in voga nella Grande Mela troviamo il Professor Thom’s, un bar/ristorante che è stato consigliato da Time Out come la location “numero uno” per vedere il Super Bowl. Side Bar è invece un’alternativa più sobria, l’ideale per gustarsi birra e partita, trasmessa su oltre 20 schermi tra televisioni e proiettori presenti all’interno. Altra scelta per questo giorno di sport potrebbe essere il Treadwell Park, un vero e proprio tempio per gli amanti della birra: qui vi aspettano oltre 20 varietà di birre alla spina più altre numerose in bottiglia, estere e locali. L’ambiente gode di un clima rustico e caldo, arredato con tavoli in legno, un camino e murales dipinti a mano dall’artista colombiano Brian Boerner. Altre centinaia di scelte sono possibili nella “città che non dorme mai”, basta solo svegliarsi in tempo o prenotare un tavolo con largo anticipo.
Il prossimo 9 febbraio in tutti gli Stati Uniti si festeggia il Pizza Day. La pietanza tipicamente nostrana negli States ha conosciuto un successo sempre crescente, anche grazie al contribuito dei molti italiani che, popolando il Paese, hanno permesso nel tempo l’affermarsi di questo piatto. Il Pizza Day è diventato un appuntamento fisso nel calendario degli statunitensi, che ora considerano la pizza una vera e propria prelibatezza nazionale. New York, ovviamente, non può esimersi dal celebrare questa ricorrenza, e nella Grande Mela (possiamo dirlo) ce ne è per tutti i gusti. Dalle classiche alle più stravaganti (come la pizza con prosciutto e ananas, appunto) alla vendutissima “pepperoni” che, a dispetto del nome, ha nel salame il suo ingrediente principale. Praticamente tutte le pizzerie parteciperanno a questa ricorrenza, ma numerosi sono anche gli stand nelle piazze o per le strade che vendono tranci delle pizze più disparate. Occhio però, se vi considerate troppo “legati” alla tradizione italiana alcune tipologie vi faranno (forse) rabbrividire. A New York, come in tutti gli States, non sarà strano trovare pizze con i condimenti più audaci, come la pasta o palline di gelato… al gusto pizza! Di fronte a queste coraggiose creazioni, forse potreste anche rivalutare una “banale” prosciutto e ananas…
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A BRUXELLES IL MEGLIO DELL’ARTE CONTEMPORANEA E ANTICA
Brafa Art Fair vive di questo: degli oggetti d’arte più disparati, contemporanei o antichi, di carta o marmo, purché rispettino i rigidi canoni di qualità e originalità che sono alla base dell’evento di Dal 26 gennaio al 3 febbraio Bruxelles. Organizzata dall’AsBruxelles sarà la capitale sociazione Foire des Antiquaires europea dell’arte de Belgique, BRAFA è in continua e dell’antiquariato. crescita e per il 2019 attende 64.000 visitatori. Sono 133 le galby Alessandro Creta Brafa Art Fair, la più antica fiera d’arte lerie internazionali presenti, tra cui 6 d’Europa, si ripropone per la 64esiitaliane. Archeologia, dipinti, sculture, ma edizione affermandosi come il place to be per tutti mobili antichi, ceramiche e gioielli permetteranno ai gli appassionati del genere. La città belga tornerà ad visitatori di ripercorrere oltre quattro millenni di storia essere il principale centro d’arte, antiquariato e coldell’arte. Protagonista l’arte a tutto tondo, opere di ogni lezionismo: presenti opere (destinate alla vendita) da periodo storico che comprendono anche lavori tribali, ogni parte del mondo e da ogni epoca che rispondono gioielleria, numismatica e oggetti che ripercorrono a due fondamentali requisiti: qualità e autenticità. la storia artistica internazionale dal Medioevo sino al Una mostra che resiste rinnovandosi di anno in anno, contemporaneo. ma continuando a registrare un numero sempre maggiore di visitatori. Un evento unico nel suo genere, che BRAFA 2019 – Edizione 64 affianca fumetti d’autore e oggetti antichi, manoscritti e Da sabato 26 gennaio a domenica 3 febbraio sculture, gioielli e ceramiche: il fascino dell’arte antica Tour & Taxis, Avenue du Port 88, Bruxelles e contemporanea, declinata in tutte le sue sfaccettature Info e biglietti: brafa.art e forme, sopravvive anche all’epoca dei social.
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CALCUTTA RIEMPIE I PALASPORT
due date estive. I nuovi appuntamenti per sentire Calcutta dal vivo sono il 25 giugno 2019 al Milano Summer Festival presso l’Ippodromo Snai di San Siro e il 27 giugno 2019 sul palco del Rock in Roma all’Ippodromo delle Capannelle. I biglietti per entrambi i concerti sono già disponibili in prevendita su circuito Ticketone (online e nei punti vendita autorizzati). Il prezzo (posto unico in piedi) è di 25 euro + diritti di prevendita ed eventuali commissioni di servizio.
Dopo i due live della scorsa estate allo Stadio Francioni di Latina e all’Arena di Verona, Calcutta incanta i palasport d’Italia accompagnato dalla sua band.
È partito da Ancona il 17 gennaio il nuovo tour “Evergreen” di Calcutta. Il by Giorgio Migliore cantautore di Latina si esibirà in tutta Italia, partendo appunto dalle Marche per toccare via via Milano, Bologna, Napoli, Roma e altre città sparse per lo stivale e, almeno da quanto Di seguito, le date annunciate del tour “Evergreen”. condiviso nelle ultime storie pubblicate su Instagram, 5 febbraio 2019 Roma, Palalottomatica nel frattempo sembra essere tornato anche in studio, al 6 febbraio 2019 Roma, Palalottomatica lavoro su nuove canzoni. 9 febbraio 2019 Acireale (CT), Pal’Art Hotel Calcutta, al secolo Edoardo D’Erme, nello scorso mag25 giugno 2019 Milano Summer Festival gio ha lanciato il suo ultimo album (Evergreen, appunto) 27 giugno 2019 Rock in Roma ma, a differenza di quel che succede abitualmente, non www.ticketone.it ha subito promosso l’uscita del cd con una tournèe www. calcuttasitodi.it dedicata. Almeno fino ad ora: il 2019 infatti si è aperto con le prime date, molte sold out. Per la prima volta all’interno dei palazzetti, i concerti dell’artista pontino seguono la scia del grande successo che il cantautore ha riscontrato nella sua, inedita, “versione cinematografica”. Lo scorso dicembre, infatti, è uscito sul grande schermo “Tutti in piedi”, il film concerto che ha portato nella sale il live del 6 agosto 2018 all’Arena di Verona, durante il quale ha proposto alcune canzoni del suo ultimo album. La scaletta del live alterna brani del nuovo album a canzoni che hanno lanciato la sua carriera. Da “Evergreen”, con singoli come “Orgasmo”, “Pesto”, “Paracetamolo” e “Kiwi” a “Cosa mi manchi a fare” (primo singolo estratto dal precedente disco “Mainstream”), “Frosinone”, “Gaetano” e “Oroscopo”. Grande attesa anche per il brano scritto dal cantautore insieme a Dario Faini e Vanni Casagrande per il nuovo album di Elisa“Diari Aperti”. “Se piovesse il tuo nome”, registrato in due differenti versioni, una cantata solamente da Elisa e una con la partecipazione di Calcutta, è già disco di platino ed è tra i brani più riprodotti da Spotify. Per tutti i fan, un tour da non perdere dunque, cui si aggiungono | 16 |
IL SELCIATO DEL GIGANTE, VIAGGIO AI CONFINI DELL’IRLANDA DEL NORD
questa strada per poter raggiungere la vicina Scozia, secondo alcuni allo scopo di sconfiggere un suo nemico, secondo altri per ricongiungersi con la sua amata. Quel po’ di verità che c’è in questa leggenda sta comunque nel fatto Alcuni sostengono che, una volta che la Scozia da qui è davvero molto tornati a casa dopo essere stati in vicina, tanto che nelle belle giornate Irlanda, si inizi a soffrire di una senza foschia non è difficile scorgerla in sorta di “mal d’Irlanda“. Un misto lontananza, e il sentiero sembra proprio di nostalgia e voglia di ritornare volersi spingere verso di lei.Tra le tante che pochi posti nel mondo sono in by Beatrice Vecchiarelli formazioni rocciose da scoprire ce ne grado di suscitare: uno di questi è la sono alcune che ricordano, per la loro Giant’s Causeway, o Selciato del Gigante. forma bizzarra, animali o oggetti, e alle quali sono stati dati nomi che fanno riferimento proprio alla leggenda di Finn Questa meraviglia della natura, di cui esistono pochi altri McCool. esemplari al mondo, si trova infatti nella costa settentrionaAd esempio la maestosa barriera che fa da cornice alla le, selvaggia e inesplorata, dell’Irlanda del Nord e nel 1986 costa è stata denominata “cancello del gigante“, oltre il è stata dichiarata Patrimonio dell’UNESCO. quale si può scorgere il cosiddetto “Giant’s Boot“, e poco Parliamo di un tratto costiero costituito da circa 40 mila più in là “l’organo”, poiché le colonne di basalto sembrano colonnine di basalto che ha avuto origine decine e decine rievocare le canne di un organo. E ancora il “cammello” di milioni di anni da un’eruzione vulcanica. Qui i pilastri che, secondo la leggenda, avrebbe trasportato Finn sul basaltici vanno a costituire infatti una sorta di trono naturadorso, il “comignolo” e così via.In questo luogo incontamile sul quale, secondo un’antica leggenda, ogni desiderio nato, i colori brillano in un modo quasi surreale, a cui noi, espresso verrà esaudito.Lo stesso nome, “Selciato del esseri urbani (e umani), non siamo più abituati: dal verde Gigante“, gli deriva da una leggenda, conosciuta da tutti delle distese erbose al blu dell’Oceano, dal bianco della gli irlandesi che sembrano andarne molto fieri. La stospuma ai riflessi rossastri della roccia. ria narra che il gigante Finn McCool avrebbe costruito
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GUSTO CAPITALE. COSA MANGIARE E BERE A VIENNA La cultura e la storia di un paese passano anche attraverso il cibo, ecco perché quando si è in visita in un posto nuovo è sempre bene sperimentare la cucina locale. Un piatto può dirci molto di più di un luogo di quanto non faccia un museo. Dalla frittura al dessert. Ecco dunque 3 immancabili tappe nel vero gusto di Vienna.
by Beatrice Vecchiarelli
La Sacher-Torte Non c’è niente di più viennese della Torta Sacher, la regina indiscussa delle torte al cioccolato. Fatta di un morbido pan di spagna al cioccolato con glassa di cioccolato fondente e confettura di albicocche al centro, è un piacere per il palato e per gli occhi. Viene servita con una noce di panna montata ed è perfetta da abbinare sia al tè che al caffè. Il luogo migliore in cui gustarla a Vienna è senza dubbio il Cafè Sacher, a pochi passi dal Teatro dell’Opera. L’Apfelstrudel Eccolo qua, lo strudel di mele, altro dolce della tradizione culinaria austriaca che ha varcato la soglia delle Alpi e possiamo trovare anche nelle nostre regioni nord orientali (Friuli, Trentino, Veneto). È un dessert tutto sommato semplice ma che scalda il cuore, fatto di frutta secca, uvetta, cannella e ovviamente le mele che costituiscono l’ingrediente principale. Il caffè viennese Un rito, un’istituzione, un patrimonio dell’Unesco: il caffè viennese, una delle cose più tipiche che si possa gustare a Vienna. In città è possibile degustarlo in moltissime Kaffeehaus, ma al Cafè Central, luogo storico e cuore della vita intellettuale e politica viennese, non si può sbagliare. Da Freud a Loos, da Hitler a Lenin, ai ministri, filosofi e musicisti di varie nazionalità, in questa caffetteria sono passati i grandi nomi del Novecento. | 20 24 |
| SCENARI CONTEMPORANEI |
CHISSÀ, CHISSÀ DOMANI Il bilancio demografico del nostro Paese è in rosso ormai da parecchi anni. Non è più solo una percezione, ma un dato di fatto: gli italiani fanno sempre meno figli e il Paese invecchia sempre più in fretta. E dire che stiamo voltando le spalle alla nostra unica via di salvezza...
È vero, la questione demografica torna ciclicamente alla ribalta, ma ci stupisce ogni volta di meno, anche se ogni volta rimette in discussione quanto eravamo riusciti, con fatica, a metabolizzare. Abituati, rassegnati, inermi di fronte a un destino tutt’altro che confortante, cerchiamo di allontanare le preoccupazioni a lungo termine, perchè, del resto, Que sera, sera. Eppure, l’ampia varietà dei problemi coinvolti è innegabilmente allarmante, così come il paradosso di una società che, da un lato, invecchia nell’incapacità di garantirsi un ricambio generazionale, dall’altro sembra sempre meno attraente sul fronte della mobilità internazionale. Secondo molti osservatori ci troviamo di fronte a condizioni che stanno determinando un vero e proprio cambiamento d’epoca e se il livello della mortalità è ormai da tempo largamente superiore a quello della natalità, c’è anche da constatare che il numero delle nascite in rapporto alla popolazione rimane tra i più bassi nel panorama europeo. L’aspetto più eclatante è proprio il calo, ma naturalmente tra i grandi mutamenti demografici a cui si assiste nella Penisola compaiono anche il nuovo corso dei flussi migratori, sia in entrata che in uscita, con una crescita degli espatri soprattutto da parte dei giovani. “Il futuro demografico del Paese”, questo il titolo di uno studio ISTAT che prevede, in base a criteri statistici, le tendenze della società italiana nei prossimi cinquant’anni. Gli ultimi dati rilasciati rivedono in un quasi impercettibile rialzo le stime, ma lo scenario resta complessivamente tutt’altro che confortante: in Italia la popolazione residen-
te attesa è pari a 59 milioni nel 2045 e a 54,1 milioni nel 2065 (la probabilità che la popolazione aumenti entro il 2065 è solo del 9%). Com’era facile immaginare, negli anni a venire è previsto uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese, con il Sud che perderebbe popolazione per tutto il periodo mentre nel Centro-nord il progressivo declino inizierebbe soltanto dal 2045. Un quadro a tinte scure, ravvivato solo dalla fecondità, prevista in rialzo da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 20172065, e la vita media che crescerebbe di oltre cinque anni per entrambi i generi, giungendo a 86,1 anni e 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne. La vera, e per ora unica, ancora di salvataggio, in barba a quelli che saranno gli eredi della politica salviniana, sarebbe l’immigrazione che avrebbe un effetto addizionale sulla dinamica di nascite e decessi che comporterebbe 2,6 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell’intero periodo analizzato. Magra, magrissima consolazione se si pensa che l’insieme delle misure previste dal Decreto Sicurezza punta proprio a restringere l’acquisizione della cittadinanza italiana e che l’Italia è stata finora il Paese che attribuisce il maggior numero di cittadinanze alle seconde generazioni nate e vissute regolarmente sul suo suolo per 18 anni. Andiamo incontro non soltanto alla perdita di un mezzo che favorisce l’inclusione sociale degli stranieri, ma anche di uno strumento che darebbe futuro a un Paese a rischio estinzione. Sveva Riva | 22 |
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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |
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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |
IL VECCHIO CHE AVANZA Alla guida del fronte anti-May insieme a Boris Johnson, Jacob Rees-Mogg è oggi il vero paladino degli euroscettici britannici e di un conservatorismo d’antan
Brexit dura è sinonimo di Jacob Rees-Mogg. Il deputato Tory che ha chiesto la sfiducia di Theresa May è il nuovo volto ultra conservatore della politica britannica nonché l’ultimo acquisto tra le folte fila dei pretendenti alla leadership. È il fautore – al secondo tentativo, dopo quello di fine novembre – di una mozione ampiamente criticata da Adam Marshall, direttore della British Chambers of Commerce. «In uno dei momenti cruciali per il Regno Unito in decadi - ha detto al Guardian - è inaccettabile che i politici di Westminster abbiano scelto di concentrarsi su se stessi e non sui bisogni del paese». Un contesto che «mette il futuro del nostro paese a rischio e crea incertezze proprio quando abbiamo meno strumenti per affrontarle», aveva precisato anche il primo ministro. Classe 1969, Jacob Rees-Mogg è il figlio di Lord William Rees-Mogg, ex direttore del Times e vice-presidente della BBC, e vanta un passato da enfant prodige. A otto anni ha acquisito le prime azioni, grazie a un investimento del padre, a dodici ha debuttato in pubblico con un intervento sui dividendi azionari al congresso generale della General Electric Company (il padre sedeva nel Consiglio d’amministrazione). Tre anni dopo, un’intervista pubblicata sulla rivista Tatler, poi Eton e la laurea a Oxford, la carriera nella City e la creazione di un gruppo di gestione di fondi, il Somerset Capital Management. Oggi insieme alla moglie, Helena de Chair, questo titano dell’alta finanza vale più
di 100 milioni di sterline. Oltre al fiuto per gli affari, Jacob Rees-Mogg ha ereditato dal padre anche il rigore in fatto di look. Fin da piccolo non ha mai rinunciato all’abito scuro, se non in favore di una giacca di tweed durante il weekend e il tempo libero, idem per il maggiore dei suoi sei figli, che a 11 anni sembra aver preso la stessa strada. Altra eredità di famiglia è la passione per la politica. Jacob Rees-Mogg è fondatore e presidente del European Research Group, il gruppo a sostegno dei parlamentari conservatori definito dalla sua ferma opposizione all’appartenenza del Regno Unito all’Unione europea. Cattolico, è contrario all’aborto, anche nel caso di stupro, e ai matrimoni omosessuali, pur se introdotti proprio da un governo Tory. Nonostante la notorietà raggiunta di recente, il suo nome comparirebbe solo dopo diversi illustri colleghi nel toto-nomine per il dopo May: dall’ex ministro della Brexit Dominic Raab, all’ex titolare degli Esteri e sindaco di Londra Boris Johnson, fino al parlamentare Michael Gove, alla segretaria di Stato per il lavoro e le pensioni Amber Rudd, al segretario di Stato per gli affari esteri e il Commonwealth Jeremy Hunt, per finire con il ministro degli Interni Sajid Javid e il segretario di Stato per lo sviluppo internazionale Penny Mordaunt. Posizioni estreme che sembrerebbero non pagare dunque. O almeno per ora. Margherita Pituano | 25 |
UNA CAMPAGNA FIRMATA LEO BURNETT PER I NUOVI HAMBURGER MCDONALD’S
ARETÉ COMPIE DIECI ANNI All’inizio del 2009 Massimo Ghenzer e Dromo Faffa fondarono Areté Methodos, che oggi, dieci anni dopo, è una delle più grandi agenzie di analisi della domanda e dei processi di vendita nel settore automotive.
Dopo il grande successo del 2018, gli hamburger creati da McDonald’s e selezionati da Joe Bastianich si ripresentano al pubblico con le novità Chicken e Smoky, oltre al rilancio dell’apprezzatissimo BBQ. Realizby Margherita Pituano zati con ingredienti italiani, tra cui L’azienda ha diramato una nota prodotti a marchio DOP e IGP, i nuovi My Selection per celebrare questo importante compleanno. “Nel sono presenti in tutti i ristoranti McDonald’s a partigennaio del 2009, dieci anni fa, nasceva Areté Methore dal primo gennaio. dos. I fondatori Massimo Ghenzer e Dromo Faffa sono dei profondi e concreti conoscitori dei meccanismi Leo Burnett, l’agenzia guidata da Romeo Repetto, ha pendi branding e di mercato e dei relativi processi di sato di realizzare un lancio anticipato in tv e sui social da acquisto e di vendita , nel settore automobilistico due spot di 15 secondi che, per annunciare la novità, hanno e trasporti in generale. Quelli erano gli anni di una preso spunto dal periodo festivo. delle crisi economiche più profonde per l’OccidenA gennaio è partito poi un piano di comunicazione, che te. Anche il mondo dell’auto fu colpito e il mercato vivrà in tv con uno spot da 30 secondi per la gamma e tre italiano dimezzò. Processi strutturati di cambiamento da 15 secondi dedicati ai singoli hamburger, prodotti da erano necessari per limitare i danni e ripartire. Areté Filmmaster Production, in cui si esalteranno gli ingredienti ha contributo in questi dieci anni a migliorare l’analisi italiani DOP e IGP attraverso la voce di chi li ha selezionati. della domanda e i processi di vendita , puntando su Parallelamente, sui social, saranno on line delle divertenti interventi ad hoc dei vari clienti che si sono avvalsi pillole con protagonista Joe Bastianich. dei suoi servizi. Il Centro Ricerche di Foligno è Tre videoricette interattive, presentate dallo chef un fiore all’occhiello per Areté. I partner e gli di McDonald’s Raffaele Bellini, sempre coadiuvaanalisti di Areté si avvalgono delle ricerche to da Joe Bastianich, rafforzeranno poi il posicontinuamente condotte sul mercato per zionamento premium di My Selection, grazie formulare programmi, prodotti e proposte all’enfasi che anche qui si darà agli ingredienti di miglioramento della capacità di comitaliani DOP e IGP e alle domande che lo chef petere delle aziende clienti. I titolari e rivolgerà agli utenti. fondatori di Areté , insieme ai partner, agli Una campagna integrata ancora più ricca e analisti ed ai ricercatori del Centro Ricerdivertente dello scorso anno, per supportare che ringraziano, in occasione del decimo gli hamburger McDonald’s a ripetere il grande anniversario le aziende clienti che hanno successo del 2018. dato la loro fiducia”. La pianificazione media è curata da OMD.
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BUON COMPLEANNO BILLBOARD ITALIA Un primo anno ricco di successi per Billboard Italia che si conferma una realtà all’avanguardia e votata alla multicanalità, come ci ha raccontato il Managing Director Filippo Madella
Billboard Italia, la prima edizione europea dell’iconico magazine musicale americano, è giunta in Italia appena un anno fa, grazie all’impegno di Parcle Group. Oltre all’edizione cartacea mensile, il brand ha sviluppato due format del tutto originali: le Billboard Room con le interviste on the road agli artisti e il programma “Mara impara – La nuova musica“, in onda su Sky1 con protagonista la mitica Mara Maionchi, attualmente alla ribalta come appassionata giudice del talent musicale X Factor. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Filippo Madella, Managing Director Billboard Italia.
che hanno permesso alla musica italiana di poter raccontare le proprie storie all’interno di un contesto autorevole come quello di Billboard. Siamo nati durante la Milano Music Week 2017, ma, in realtà, il primo contenuto vero e proprio è stato creato durante il Festival di Sanremo 2018, quando abbiamo realizzato le interviste in automobile, che poi sono diventate un format compiuto, la nostra Billboard Room. Per questo progetto, durante tutto l’anno, abbiamo avuto un grande partner, Seat, che ci ha seguito scommettendo su di noi. La collaborazione con i marchi costituisce un aspetto fondamentale del nostro lavoro, perché oggi i brand vogliono misurarsi sui contenuti di valore. “Siamo partiti con un brand
Com’è stato questo primo anno di Billboard Italia? molto noto nel settore musicale, È stato di certo un anno molto Come funziona il rapporto soprattutto negli USA, impegnativo ma ricco di grandi con i brand? ma non radicato in Europa” soddisfazioni. Siamo partiti con un Mi piace definire il percorso Filippo Madella, Managing Director di Billboard Italia brand molto noto nel settore mudi Billboard Italia come un sicale soprattutto negli Stati Uniti, programma branded funded. ma non radicato in Europa: a molti Nell’ambito della produziodegli artisti italiani più giovani addirittura non era per niente ne e distribuzione televisiva, si è abituati a parlare di brand familiare. integration o di branded content, ma mi sono reso conto che Come se non bastasse, siamo sbarcati in Italia in un momento in questi casi esiste un equilibrio fragile tra tutti gli elementi. difficile per l’editoria: di conseguenza il processo è stato comParlare di branded funded, invece, significa partire da un’aplicato, però, sin dall’inizio, la nostra volontà è stata quella di zienda che scommette sulle idee che proponiamo, credendo in rendere Billboard Italia una hub creativa e produttiva. un progetto comune, per ottenere alla fine un contenuto che non è interamente pagato dal brand. Così, si è maggiormente E come avete realizzato questo proposito? svincolati dalle regole dei marchi, che potrebbero generare Il giornale è stato concepito per essere parte di un sistema contenuti poco accattivanti per le reti televisive. Il branded più complesso, costruito intorno al contenuto, il vero cuore content, infatti, può presentare delle criticità rispetto alla di tutto il progetto. Abbiamo sviluppato dei format originali, programmazione televisiva, rischiando di scontrarsi con le | 28 |
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Filippo Madella Managing Director di Billboard Italia
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necessità stringenti dell’editore tv. La nostra soluzione è stata individuare brand con cui costruire di concerto un determinato contenuto e contemporaneamente coinvolgere in maniera attiva l’editore televisivo, per ottenere un meccanismo perfetto. In questo modo, sono soddisfatti tutti gli attori in gioco e si può ottenere un risultato di alto livello qualitativo. Ecco il segreto del branded funded: genera un equilibrio che funziona e porta risultato sia alla rete che allo sponsor.
voler ascoltare a 77 anni è difficile, lei ha raccolto la sfida e ha vinto alla grande la scommessa. Una volta individuata l’idea centrale del format, abbiamo definito la rosa degli artisti da coinvolgere, cercando di includere anche le sfumature più particolari del panorama attuale: ho presentato la proposta a Sky, l’idea è piaciuta subito, abbiamo avuto una messa in onda in un orario importante e il pubblico ci ha premiati. Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono stati tutti entusiasti e Mara ha rafforzato la sua immagine già potentissima. Siamo molto contenti del risultato e ci aspettiamo già una seconda serie.
“Mara impara – La nuova musica”, il primo format televisivo di Billboard Italia, rientra in questa visione? “Mara impara” è un ottimo esempio in questo senso: infatti ha ottenuto ascolti incredibili e in parte inaspettati. La genesi del progetto è stata molto semplice, conosco molto bene Mara e con lei abbiamo sempre trovato molti punti di contatto a livello creativo. Al mio approdo in Billboard Italia, quando mi sono sentito pronto a sperimentare, ho pensato subito a lei. Ci siamo incontrati per un pranzo sotto casa sua e abbiamo cominciato a confrontarci, a ruota libera. Durante il pranzo, a un certo punto, abbiamo affrontato l’argomento “trap”: Mara citava Ghali, uno degli artisti più rappresentativi di questo genere musicale, e mi spiegava di apprezzare, quasi di pancia, alcuni elementi della sua musica, senza però riuscire a decifrarne il perché. Non è il mio mondo, diceva, non ho gli strumenti per capirlo completamente. Così io le ho risposto: “Mara, questa è l’idea che stavamo cercando”. La Mara giudice e mostro sacro della discografia si è trasformata nella Mara che vuole imparare qualcosa di nuovo dalle generazioni più giovani: si tratta di un modello inedito molto forte, mai sperimentato prima, qualcosa che trasmette un messaggio positivo sotto tutti i punti di vista. Mettersi in discussione e
La visione di Billboard Italia è sempre più votata all’integrazione tra canali di comunicazione differenti? Il nostro sguardo deve sempre essere ben alto, al di sopra di quello che normalmente propone il mercato di riferimento. Sviluppare dei progetti multipiattaforma che finiscono sul cartaceo, ma vanno anche in tv e sul web, è molto importante. Non abbiamo intenzione di fermarci: stiamo preparando una partnership con una nota testata in modo da poter collaborare anche con altri editori per poter veicolare sempre meglio i contenuti. I nostri numeri sono del tutto organici e in crescita sensibile, in particolare sul digitale: registriamo 654.600 utenti al mese e un 85% di pubblico nuovo che entra ogni mese nelle nostre piattaforme. Propositi per il 2019? Billboard Italia continuerà dritta per la sua strada: costruire contenuti di qualità resta la nostra missione in questo momento. Le cover story evolveranno in qualcosa di ancora più considerevole, per ambire ad approdare anche in televisione. Sarà un 2019 importante, in cui potrete vederci ben presenti in edicola, sul web e in televisione. Elisabetta Pasca
Mara Maionchi è stata la protagonista del primo format televisivo di Billboard Italia “Mara Impara – La nuova musica”
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OPERA
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GIUSEPPE VERDI
RIGOLETTO GIACOMO PUCCINI
TOSCA
GIUSEPPE VERDI
LA TRAVIATA GAETANO DONIZETTI
ANNA BOLENA
CHRISTOPH WILLIBALD GLUCK
STAGIONE 2018-19
ORFEO ED EURIDICE FRANZ LEHÁR
LA VEDOVA ALLEGRA
Ettore Festa, HaunagDesign - Illustrazioni di Gianluigi Toccafondo
Roma Opera aperta
SERGEJ PROKOF’EV
L’ANGELO DI FUOCO GIOACHINO ROSSINI
LA CENERENTOLA WOLFGANG AMADEUS MOZART
DON GIOVANNI
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Un’Opera al passo con i tempi
IDOMENEO, RE DI CRETA
VITTORIO MONTALTI
UN ROMANO A MARTE BALLETTO
D
PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ
IL LAGO DEI CIGNI GEORGES BIZET
CARMEN
SERATA PHILIP GLASS GUSTAV MAHLER
BLANCHE NEIGE LUDWIG MINKUS
DON CHISCIOTTE ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
operaroma.it SOCI FONDATORI
SOCI PRIVATI
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MECENATI
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STRESS: ISTRUZIONI PER L’USO Degenera per innumerevoli cause, si cela sotto i più disparati sintomi e ha pesanti effetti su salute e produttività. Lo stress è stato definito il “Male del XXI secolo”: la dottoressa Marina Osnaghi ci spiega come combatterlo
In Italia, secondo Assosalute, ne soffrono quasi 9 italiani su 10 e negli USA l’American Psychiatric Association ha certificato un aumento del 40% dei livelli di stress in un anno. Nasce per innumerevoli cause, si cela sotto i più disparati sintomi e ha pesanti effetti su salute e produttività. Lo stress, però, è di per sé una reazione biochimica naturale che produce il nostro cervello: è quella “molla” che scatta per renderci attivi, produttivi e stimolati. Quando raggiunge il picco massimo può essere deleterio, portandoci disturbi e malessere. Per approfondire questo delicato tema abbiamo contattato la dottoressa Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ci ha spiegato da cosa deriva, e come si combatte, lo stress.
cose, quando è troppo diventa deleterio. Questo mondo così frenetico, poi, contribuisce a innalzare i nostri livelli di stress. Quando il corpo non riesce più a smaltire tutti gli input, questi diventano pericolosi. Quando e come si capisce di essere stressati? Bisogna prima di tutto ammettere di esserlo, avere il coraggio di dirlo. La frenesia può essere uno dei primi allarmi. Tra gli altri sintomi si annoverano le dimenticanze o il commettere errori stupidi, oppure il soffrire di piccoli disturbi cronici che indicano dei livelli troppo alti di stress. È qui che la persona deve intervenire, cercando di ritagliare durante la giornata dei momenti per se stessa, svolgendo attività piacevoli.
Dottoressa, inquadriamo prima di tutto la sua professione. Qual è la funzione del coach? Coach è un termine che viene dall’inglese e significa “condurre”, e infatti un coach deve accompagnare, allenare chi viene seguito, cercando di trasformare competenze in capacità. È una guida che offre pochi consigli, non fa consulenze, ma concede molta indipendenza e responsabilità, ascoltando chi viene seguito.
La maggiore causa di stress sembra essere data da problemi lavorativi. Come si può combattere questo aspetto? Quante persone incontro spente, poco appassionate della vita... Ma come si può risolvere una situazione simile? Cominciamo a farci delle domande, iniziamo a preoccuparci di cosa facciamo noi, delle nostre azioni, chiedendoci cosa ci fa stare bene o male, e cercare di fare problem solving, prima di tutto gestendo le situazioni che ci preoccupano. Bisogna imparare a non attribuire pesi estremi a certe situazioni, e così si impara a gestirle. Dobbiamo capire le situazioni, non esserne invasi, capire cosa fare e cosa fare meglio. Se poi la situazione dovesse degenerare, allora bisogna cercare di cambiarla totalmente. Nel 90% dei casi affrontati durante il mio lavoro, però, è “solamente” questione di cambiare approccio, la persona migliora la sua situazione senza stravolgersi la vita.
I dati non sono confortanti, e rivelano una percentuale vicina al 90% di persone stressate in Italia... Lo stress in realtà è qualcosa di biochimico, naturale, che tutti produciamo. È un insieme di sostanze che il cervello produce per obbligarci ad agire, e questo viene supportato da ogni tipo di emozione (gioia, rabbia, delusione ecc.). Lo stress, quindi, di per sé è sano. Il punto è che poi diventa implosivo, magari a causa di un imprevisto e, come tutte le | 33 |
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Anche individui con una forte personalità possono essere vittime di stress? La capacità di reagire alle difficoltà quanto può aiutare? Tantissimo. Tutti abbiamo una soglia di sostenibilità dello stress, più o meno alta. Le persone maggiormente capaci, che più sanno organizzarsi e trovare escamotage (come dedicare del tempo a se stessi), hanno già l’antidoto più importante contro lo stress. Non si può lavorare a ciclo continuo, bisogna trovarsi quel ritaglio di tempo al giorno dove dedicarsi solamente a se stessi. I più “bravi” riescono quindi ad assorbire e gestire lo stress, e alla fine ne soffrono di meno. L’alimentazione e lo sport quanto possono aiutare a risolvere i problemi dati dallo stress? Sono fondamentali. L’essere umano è complesso: è un nucleo di valori, di pensieri, di parte cognitiva ma anche di parte fisica. Specialmente chi lavora in ufficio, mangia tutti i giorni davanti al computer, arriva a casa la sera, senza fare attività fisica o muoversi a sufficienza, non permette al cor-
po di “respirare”. Dobbiamo ricordarci di avere un corpo e dobbiamo rispettare le sue esigenze. Con un passettino per volta si può migliorare la situazione, partendo da una giusta alimentazione, da una corretta idratazione e da sufficienti ore di sonno. Poi, se si riesce ad avere un po’ di spazio per muoversi, tanto meglio. Sono piccole cose che, messe insieme, fanno una grande differenza. L’obiettivo è occuparsi della propria persona, e agire di conseguenza. Sintetizzando e concludendo: 3 consigli utili per combattere lo stress? Primo, occuparsi di se stessi tutti i giorni. Trovare qualcosa di piacevole da fare, anche qualcosa di piccolo. Poi, fare in modo di avere spazio adeguato per nutrirsi e per dormire, cercando di combattere la frenesia, almeno durante i pasti. Infine, rispetto a una situazione specifica, chiedersi che cosa ha creato fastidio, capire come si è reagito, e come si può reagire meglio. Sono i primi passi, fondamentali, per alleviare o evitare una situazione stressante. Alessandro Creta
Marina Osnaghi, Master Certified Coach
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RICCARDO CATAGNANO È CREATIVE DIRECTOR E HEAD OF BRANDED CONTENT DI CONNEXIA Connexia, data driven creativity agency del Gruppo Doxa, ha chiuso l’ultimo, fortunato quarto del 2018, segnando un +23% rispetto al 2017 e scommettendo con lungimiranza sulle tante opportunità che il 2019 promette di riservare all’agenzia. Tassello finale e strategico, a completare la «campagna acquisti di talenti» arriva l’ingresso nel team creativo di Riccardo Catagnano, nuovo Creative Director e Head of Branded Content di Connexia. Creativo affermato, nel corso della propria carriera Riccardo Catagnano ha saputo cogliere e interpretare in maniera personale tutti gli spunti e le suggestioni offerte dalla comunicazione. Agli inizi in BgsD’Arcy, facendosi le ossa su clienti come Swatch e Wind, segue l’esperienza in Y&R, dove Catagnano cura campagne per Danone e format di comunicazione per Tim. Per poter sperimentare la comunicazione tradizionale tout-court, Riccardo decide di lasciare temporaneamente la pubblicità per cimentarsi con il canale Tv, come autore per Italia1 e All Music TV. Archiviata la parentesi televisiva, Catagnano fa ritorno al mondo della comunicazione tradizionale ed entra in Saatchi&Saatchi. Qui si occupa dapprima di P&G per i paesi EMEA, poi dello sviluppo di campagne locali e internazionali per clienti come Renault, Toyota, Mtv, Alpitour, illy, Intesa Sanpaolo, Visa, Peroni. Tra le sue campagne integrate più memorabili e maggiormente premiate, sicuramente quelle realizzate per Buondì e Panettone Motta, assunte a veri e propri benchmark della comunicazione italiana.
MATT JAMES NOMINATO GLOBAL BRAND PRESIDENT DI ZENITH Operativo nel nuovo ruolo a partire da gennaio 2019, Matt James riporterà a Steve King (CEO di Publicis Media) e sarà di base a Londra, presso l’HQ di Zenith. James subentra a Vittorio Bonori che ha assunto la carica di CEO di Publicis Groupe Italy. Con alle spalle oltre 28 anni di carriera nel media globale, nel suo precedente incarico James è stato CEO di Publicis Media Australia e Nuova Zelanda. Sotto la sua guida Publicis Media ANZ è cresciuta in modo significativo con l’acquisizione di clienti importanti quali P&G, Aldi, Campbell Arnott’s e Kraft Heinz. James ha iniziato il suo percorso in Publicis Groupe nel 2010 come Managing Director di Starcom UK. Dopo un periodo in Nine Entertainment, il manager ha fatto ritorno in Publicis Groupe nel 2015 come CEO di ZenithOptimedia ANZ, per poi diventare CEO di Publicis Media ANZ l’anno successivo. Durante la fase di transizione James manterrà la leadership in Publicis Media relativamente a questo mercato in aggiunta al nuovo incarico in Zenith. James assume la leadership di Zenith in un momento di significativo successo per il network. Nell’ottobre 2018 Forrester ha infatti nominato Zenith come “Leader” all’interno del report The Forrester Wave: Global Media Agencies, Q3 2018, mentre Campaign, testata di punta nel settore media, ha riconosciuto Zenith come una delle agenzie più influenti degli ultimi 50 anni, attribuendole il massimo delle valutazioni. Nel 2018 Zenith ha inoltre acquisito numerosi nuovi clienti, tra i quali Clas Ohlson Costa, Didi Chuxing, Electrolux, Lactalis e ONCE.
by Sveva Riva
Matt James
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BRAND AUTOMOTIVE: 3 MOTIVI PER AFFIDARSI AGLI INFLUENCER Secondo Gearshift il 96% di chi è interessato all’acquisto di un’auto fa ricerca online. Il cliente, quindi, arriva in concessionaria con una conoscenza già approfondita del prodotto: rispondere ai suoi bisogni e ispirarlo nel momento della ricerca online è quindi fondamentale per il successo del brand.
Per quanto preziosa possa essere la pubblicazione delle foto dei veicoli nelle pagine social dell’azienda, ci sarà sempre un limite di portata, a meno che non si trovi un modo innovativo per attirare regolarmente nuovi clienti. Molte aziende automotive si stanno rivolgendo agli influencer per allargare questa portata e raggiungere così porzioni di clientela che altrimenti non avrebbero mai visto i loro prodotti. Questo perché gli influencer:
tegia del brand Seat con una campagna di influencer marketing volta a promuovere il modello SUV Seat Ateca: gli obiettivi erano dimostrare gli alti livelli di performance di cui la macchina era capace e aumentarne l’awareness. Attraverso un’esperienza on the road di alcuni giorni l’influencer è stato in grado di testare tutte le caratteristiche tecniche della macchina condividendone i risultati con i suoi followers. 2. SONO TRENDSETTER Grazie alla scelta dei giusti influencer è possibile comunicare in modo chiaro e preciso il posizionamento di una macchina e parlare direttamente al target di riferimento. Associare il proprio modello di macchina a una mamma, a una donna in carriera o a uno studente single permette al consumatore di capire in modo immediato se quel prodotto è pensato per lui, per il suo stile di vita ed il suo budget. Pulse Advertising, per esempio, ha supportato Opel per il lancio della nuova Opel Adam, una macchina pensata per un pubblico femminile di un certo tipo. Selezionando due Influencer del settore fashion/lifestyle ha comunicato in modo chiaro alle acquirenti potenziali.
L’automotive è un settore in continua evoluzione, per questo occorre stare al passo anche con le nuove strategie di comunicazione che lo interessano: l’influencer marketing è una di queste
1.HANNO ABILITÀ COMUNICATIVA Non tutte le persone sono esperte del mercato automotive e la principale caratteristica degli influencer sta nella loro capacità di comunicare in maniera semplice. Gli influencer riescono a dare consigli, parlare in modo chiaro e accessibile anche a chi non è un grande esperto dell’industria automobilistica. Occorre conoscere veramente il veicolo, averlo sperimentato e apprezzato affinché un pubblico ascolti e venga rassicurato su un determinato brand automotive o su una concessionaria specifica. Pulse Advertising, per esempio, ha supportato la stra-
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L´evento si è svolto in 3 fasi: 1. launch event @Opel a Francoforte per raccontare la storia dei veicolo; 2. weekend gate-away con Adam: le due influencer hanno passato un weekend a Marina D’Or e Milano per testare il prodotto e raccontarne l´anima urbana. 3. designing e voting: le influencer hanno invitato i loro follower a partecipare alla #ADAMYourself Challenge, per creare la propria Adam sul sito Opel.
Pulse Advertising, agenzia leader nel settore dell’influencer marketing, nasce nel 2014 ad Amburgo ad opera di Christoph Kastenholz e Lara Daniel. Pulse Advertising si occupa della creazione di campagne di influencer marketing sui maggiori social media al fine di supportare i brand nel raggiungimento dei loro diversi obiettivi: brand awareness, brand repositioning, market entry, product launch, social strategy. L’agenzia ha ultimato oltre 500 campagne di successo su più di 30 paesi. A Milano da soli due anni, sotto al guida della CEO Stefania Casciari, ha poi sede ad Amburgo, Londra e New York e progetta nuove aperture per il 2019.
3. SONO DEI CONTENT CREATORS Gli influencer sono dei creativi e riescono a produrre contenuti unici ed originali. Per un settore come quello automotive, per il quale è difficile ottenere ogni settimana nuovi contenuti per le proprie piattaforme digitali, è un´importante fonte di innovazione. Gli output degli influencer, in genere spontanei e meno istituzionali, permettono di raccontare la storia dell´azienda e dei prodotti da una diversa prospettiva e di popolare le pagine social del brand in modo organico. Pulse Advertising, per esempio, ha supportato FCA Italia con una campagna di influencer marketing per
Molte aziende automotive si stanno rivolgendo agli influencer per raggiungere porzioni di clientela che altrimenti non avrebbero mai visto i loro prodotti. incrementare l’awareness e l’exposure dei prodotti Abarth: Abarth124 Spider e Abarth Rally. Gli influencer selezionati hanno partecipato a The Festival of Speed a Goodwood, in Inghilterra, e hanno condiviso questa esperienza con i loro followers, presentando i prodotti del brand. Gli influencer hanno preso poi parte a un photoshoot, creando contenuti ispirati alla personalità del brand Abarth. L’intero concept dell’evento è stato sviluppato in modo da poter mostrare i veicoli e comunicare in modo originale i prodotti del brand. Attraverso una direzione creativa coerente, unita a contenuti spontanei degli influencer, è stato possibile produrre più di 200 post in una settimana. L’automotive è un settore in continua evoluzione: ogni anno vengono lanciati nuovi modelli e spesso si verificano fusioni tra case produttrici. Occorre quindi stare al passo anche con le nuove e innovative strategie di comunicazione che la interessano: l’influencer marketing è una di queste. | 40 |
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IL FUMETTO OLTRE L’ARTE, IL FUMETTO COME VISIONE “Il mondo del fumetto oggi non ha solo bisogno di bravi disegnatori, ma di nuove visioni”. Parola di Sara Pichelli
In concomitanza dell’arrivo di “Spider-Man: Un Nuovo I Golden Globe quest’anno hanno portato un dono Universo” nelle sale, film per altro a dir poco meraviglioso, tardivo, e non così inaspettato visti i consensi unaabbiamo incontrato Sara Pichelli per chiederle qualcosina nimi di pubblico e critica, agli amanti dei fumetti, in più sulla sua carriera, sulle sue ispirazioni e sul lavoro con il premio come miglior film d’animazione a in quella che è l’azienda più ambita da chiunque voglia “Spider-Man: Un Nuovo Universo”, lungometraggio percorrere la strada del mondo del fumetto internazionafirmato Sony Pictures Animation dedicato all’Uole: Marvel. mo Ragno... O meglio, a diverse versioni del popolare eroe Marvel, prese di peso dalle tante realtà alternative Sara sono ormai diversi anni che lavori a stretto partorite dalla Casa delle Idee nel corso dei suoi contatto con il mercato americano, ma dicci, innumerevoli anni di pubblicazioni. Al centro del com’è stato approcciarcisi all’epoca del tuo racconto, dunque, non il Peter Parker classico, debutto US? ma una delle sue più popolari versioni alternatiIl mio approccio iniziale, devo ammettere, è ve, ovvero Miles Morales, il giovane Spider-Man stato inconsapevole. Nel 2008 afroamericano arrivato in concoconoscevo quasi per nulla quel mitanza del secondo corso della “Lavorare sui supereroi, soprattutto per mondo, come lo stesso media linea di pubblicazioni “Ultimate”, me che non sono cresciuta con loro, è un fumetto e in parte questa che riscrisse le storie per un pub“innocenza” mi ha salvata blico più fresco e con un piglio modo per confrontarmi e conoscere un dall’ansia da prestazione più attuale. lato della cultura pop americana.” iniziale. Scritto da Brian Michael Bendis, Sara Pichelli, disegnatrice Ho iniziato a pubblicare con Miles Morales è stato concepito, nel suo design, da un orgoglio la Marvel dopo aver vinto (insieme ad altri 12) il ChesterQuest, un concorso mondiale tutto italiano, quello di Sara Pichelli, artista romana, classe indetto dalla Marvel stessa, nella persona di C.B. Cebulski 1983, che dopo un esordio da storyboarder e character desi(ora attuale Vice Presidente della casa editrice). gner, ha trovato la sua consacrazione proprio in casa MarIn fondo mi sono fatta le ossa direttamente sul campo, vel, dove è attualmente al lavoro sull’attesissimo rilancio mentre tentavo di capirci qualcosa. dei Fantastici Quattro, la “super-famiglia” per antonomasia È stato divertente e spaventoso allo stesso tempo! del mondo del fumetto americano. | 43 |
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Che cosa significa per un fumettista italiano poter lavorare sui personaggi del fumetto americano e, nel particolare per te, poter lavorare sui supereroi Marvel? Lavorare sui supereroi, soprattutto per me che non sono cresciuta con loro, è un modo per confrontarmi e conoscere un lato della cultura pop americana. L’idea dell’uomo con i super poteri nasce appunto oltreoceano, e nel tempo ha portato con sé un mondo articolato e coerente in cui questi super uomini si muovono e crescono. È un concetto che veicola dei valori, racconta del bene e del male con le loro sfumature e contraddizioni. Alla fine sono storie sulla natura umana, nelle quali cerchiamo e troviamo un senso di appartenenza che ci fa sentire meno soli con i nostri dubbi e paure. Ora che il fumetto americano è stato sdoganato con successo al cinema, credi che quegli eroi e quelle storie riescano a mantenere lo stesso fascino delle loro origini? Inevitabilmente subiranno delle variazioni. Nel passaggio da un medium ad un altro, come per le traduzioni, qualcosa verrà perso, per rendere il film accessibile a chi quel mondo non lo conosce affatto. Ho sentimenti conflittuali nei confronti di questo nuovo trend dei cosiddetti “Cinecomics”. Se da un lato sono felice che la trasposizione cinematografica susciti nuovo interesse verso il fumetto, dall’altro temo che la libertà dell’arte sequenziale venga messa a rischio per rendere il fumetto sempre di più simile ai film che, si sa, fanno numeri molto più alti. Tu, per esempio, come ti poni nei confronti dei supereroi al cinema? Sei soddisfatta della direzione intrapresa dal Marvel Cinematic Universe, o avverti un po’ di stanchezza? Ammetto che l’ultimo film di supereroi che ho visto al cinema è stato “Spider-Man: Homecoming”. Non mi dispiacciono i Cinecomics, anzi alcuni mi sono piaciuti particolarmente. Ma a lungo andare, mi rendo conto, che quello di cui avverto maggiormente la mancanza è un taglio autoriale nell’approccio ai personaggi e la loro storia. Per molti dei film sui supereroi usciti ultimamente ho avuto la sensazione che fossero girati dalla stessa persona, insomma un’omologazione che a volte rende prevedibile il prodotto. Parliamo di Miles Morales, quando uscì all’epoca sulle pagine di Ultimate Spider-Man che reazione ti aspettavi, o temevi, da parte dei fan, essendo Miles un personaggio completamente nuovo e afroamericano? | 44 |
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Sara Pichelli è una disegnatrice e fumettista italiana, è stata la prima illustratrice della versione di Ultimate Spider-Man di Miles Morales.
Quando eravamo in procinto di fare uscire il numero uno la pressione era alle stelle. Nessuno di noi, né la Marvel né Brian Michael Bendis (l’autore delle storie ndr) poteva immaginare la reazione del pubblico. Eravamo sicuri che saremmo andati incontro a polemiche, ma questo era tutto. L’unica cosa che ci ha fatto tenere duro era la certezza di aver realizzato al meglio quella storia, ci avevamo messo tutti noi stessi e il massimo delle nostre professionalità, per cui alla fine eravamo impazienti di fare conoscere Miles ai lettori. Perché un nuovo Spider-Man? Perché no? La bellezza di Spider-Man è che è un supereroe non per diritto di nascita, ma per un caso del destino. L’idea di Stan Lee che chiunque può indossare quella maschera è il concetto più bello che ci poteva regalare. Per cui tanti Spider-Man, tante storie diverse non sono una mera imitazione della storia originale, ma un’evoluzione, un passaggio di testimone ed eredità alle nuove generazioni. Quest’anno hai potuto vedere Miles in due diverse reinterpretazioni, prima come personaggio del videogioco “Marvel’s Spider-Man” in esclusiva per PlayStation 4, poi come protagonista del recentissimo film animato “Spider-Man: Un Nuovo Universo”. Com’è vedere che un proprio personaggio raggiunge una tale popolarità da trascendere il media su cui è stato concepito? Vedere la mia creazione debuttare nel mondo del cinema e dei videogiochi è stato emozionante. Io ho ancora il ricordo di me chiusa in una stanzetta a cercare di trovare una faccia a quel personaggio, inventarmi un modo di vestirlo, di farlo muovere. Ecco, sapere che gli sforzi di rendere Miles unico e capace di creare affezione abbiano funzionato mi rende fiera del mio lavoro e di aver potuto partecipare al progetto. C’è stato un tuo coinvolgimento, o una consulenza, nella realizzazione di questi prodotti? Ho partecipato al film “Spider-Man: Un Nuovo Universo” collaborando con la Sony Pictures Animation. Nello specifico ho realizzato un pezzo che potrete vedere proprio nel film, si tratta di una delle chiusure dei vari atti in cui è suddiviso il film. Sei soddisfatta del modo in cui Miles è stato riportato al cinema? Pensiamo ad esempio al modo in cui Miles si muove o combatte a differenza dello Spider-Man originale, lo trovi in linea con quello che immagini ogni volta che lo disegni in movimento? | 45 |
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La Sony ha fatto un prodotto perfetto dal mio punto di vista. Non ha tradito minimamente il Miles dei fumetti pur avendo apportato delle modifiche. E sì, Miles si muove esattamente come me l’ero immaginato, nel modo in cui lo facevo muovere io nelle pagine. Da un personaggio iconico ad un altro, ora sei al lavoro sui nuovi Fantastici Quattro. Senti il peso, o una qualche responsabilità, nel dover disegnare la famiglia supereroistica per eccellenza? Qual è la direzione che vorresti dare a questo rilancio del team? Stavolta, sarà perché sono invecchiata, la pressione è molto minore. So che la prima famiglia storica dei fumetti è nel cuore di tantissimi fan e che ne attendono da anni il ritorno, e il mio approccio sarà molto rispettoso della tradizione come è nel desiderio della Marvel e dello sceneggiatore Dan Slott. Hai sempre dichiarato di vedere la tua dimensione artistica nel mondo del fumetto americano, di recente però il mondo del fumetto italiano si è notevolmente arricchito, e ci sono format che sembrano voler richiamare molto la scena americana, pensi che i tempi siano maturi per un tuo lavoro su una testata italiana? Dipende dai progetti che mi propongono, mai dire mai. Il mondo del fumetto americano è certamente tra i più ambiti per chi ha il sogno di diventare un illustratore o un fumettista professionista. Quali sono i maestri a cui, secondo te, le nuove leve dovrebbero guardare? Ma soprattutto cosa ti senti di consigliare a chi muove oggi i primi passi? I capi scuola dell’arte sequenziale sono innumerevoli. Nominarli sarebbe noioso e quasi arrogante da parte mia dover scegliere tra questi. Di solito è il cuore che ti spinge verso questo o quell’altro maestro durante il percorso di formazione. Il consiglio che invece do alle nuove leve è cambiato rispetto a quello che avrei dato qualche anno fa. In passato mi premeva raccomandare ai ragazzi di leggere tanti fumetti e disegnare tanto. Ora quello che invece vorrei proporre a chi in questo mondo vuole emergere è quello di esporsi a più stimoli possibili. Non solo stimoli artistici quali la fruizione di fumetti o artbook. Ma concedersi la possibilità di arricchirsi artisticamente tramite la musica, le mostre, i concerti, un buon libro, visitare parchi, nuove città, etc. Accrescere il proprio bagaglio esperienziale dona freschezza alla visione del mondo e l’arte lo riflette. Secondo me il mondo del fumetto oggi non ha solo bisogno di bravi disegnatori, ma di nuove visioni. Raffaele Giasi | 46 |
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LEONARDO, L’ARTISTA GENIALE In onore del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, l’Italia celebra il genio toscano con un palinsesto di eventi che collegano idealmente Roma, Milano e Firenze, poli principali della sua attività. Non mancano le iniziative europee, dalla Norvegia alla Francia.
XVI secolo, sono state al centro dell’esposizione curata da Scienziato, artista, ingegnere e pensatore, Leonardo da Paolo Galluzzi. A corredo del codice anche una serie di diVinci è più di chiunque altro l’uomo del Rinascimensegni provenienti dalla Biblioteca Vaticana, dalla Biblioteca to, colui che è riuscito a plasmare un’intera epoca con Reale di Torino, dalla British Library ma soprattutto quattro le proprie opere e invenzioni, dando lustro al Belpaetavole scelte dal Codice Atlantico in prestito dalla Biblioteca se oltre il tempo e lo spazio. Per questo il 2019, anno in Ambrosiana di Milano, il quale è forse il documento che più cui ricorrono i cinquecento anni dalla sua morte, avvenuta di ogni altro ha conferito a Leonardo il titolo di genio. appunto nel 1519, sarà tributato alla commemorazione del La mostra è stata il frutto di due grande maestro attraverso delle lunghi anni di preparazione, duiniziative che dalla penisola valirante i quali sono stati raccolti cheranno anche le Alpi. Nel 2019 ricorrono i cinquecento anni circa 80 fogli e numerosi incuIn primo luogo si parte da dalla morte di Leonardo da Vinci. naboli, oltre al Codice sul volo Firenze, culla dell’Umanesimo, Il suo genio sarà tributato attraverso degli uccelli di mano dell’artista, dove è stata allestita una mostra delle iniziative che dalla penisola e ha traghettato verso i succesalla Galleria degli Uffizi, intitosivi appuntamenti fiorentini. lata “L’acqua microscopio della valicheranno anche le Alpi Dall’8 marzo al 14 luglio si terrà natura. Il Codice Leicester di infatti a Palazzo Strozzi un’altra Leonardo da Vinci”. Quest’ultima imperdibile esposizione dedicata ha anticipato di fatto gli eventi ad Andrea del Verrocchio, presso la cui bottega si formarono dell’anno leonardiano, riportando in Italia, dopo trentasei molti degli artisti protagonisti dell’epoca, quali Botticelli, anni di assenza, il noto manoscritto, incentrato principalPerugino e lo stesso Leonardo. La rassegna, chiamata “Vermente sugli studi di idraulica. Grazie al supporto di Bill rocchio, il maestro di Leonardo”, nasce dalla collaborazione Gates, proprietario del codice dal 1994, le famose carte, col Museo Nazionale del Bargello e passerà il testimone ricche di annotazioni, schizzi e riflessioni innovative sulla nella seconda metà dell’anno all’ultimo dei tre maggiori Luna e sulla Terra, redatte dal genio vinciano all’inizio del | 48 |
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A destra: il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Il celebre manoscritto ritorna a Firenze dopo un quarto di secolo, accompagnato da molti altri disegni del genio.
eventi che avranno luogo nel capoluogo toscano, ovvero la mostra dedicata agli studi di botanica condotti dal vinciano, realizzata grazie alla partnership con Aboca (Info su www. palazzostrozzi.org). Da Firenze ci si sposta a Milano, città in cui Leonardo si trasferì sul finire del ‘400 per lavorare alla corte di Ludovico Il Moro. Qui si impegnò in modo assiduo negli studi di ingegneria e architettura, pur non abbandonando mai del tutto il disegno e la pittura, come dimostra una delle sue opere più famose al mondo, “Il Cenacolo”, nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Tuttavia al centro delle celebrazioni milanesi dedicate all’artista vi è un altro dei suoi stupefacenti lavori, meno conosciuto del precedente ma di fattura altrettanto straordinaria. Si tratta della Sala delle Asse, presso il Castello Sforzesco, rimasta chiusa al pubblico per anni dopo un lungo intervento di restauro, esclusa la parentesi di Expo 2015. Dal 2 maggio, giorno esatto in cui cade la scomparsa del genio, sarà infatti possibile osservare nuovamente da vicino il complesso pergolato arboreo elaborato da Leonardo per la decorazione dell’ambiente, generato dall’intreccio delle fronde di alberi di gelso e ricco di simboli facenti riferimento al ducato | 50 |
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A sinistra: particolare de La Sala delle Asse, presso il Castello Sforzesco di Milano
degli Sforza. Dalle passerelle installate dopo la rimozione dei ponteggi, si potrà poi godere a tutto campo del Monocromo fresco di ristrutturazione nella parte inferiore della parete orientale e dei disegni preparatori, rivelati dall’asportazione dell’intonaco con il laser. In parallelo a questa attesissima riapertura vanno ad aggiungersi, da un lato, l’esposizione di disegni originali del maestro nella cappella ducale del castello, volti a far capire quale fosse l’originale composizione della Sala delle Asse e, dall’altro, una serie di convegni di respiro internazionale sugli ultimi dieci anni di vita del genio, organizzati dall’Ente Raccolta Vinciana, in collaborazione col Comune di Milano e del Mibact presso il Palazzo Reale. Meritano un accenno anche gli eventi che prenderanno avvio nella capitale, dove il padre della “Monna Lisa” lavorò tra il 1513 e il 1516 alla corte di Giuliano de Medici. Le principali iniziative riguardano il Museo Leonardo da Vinci Experience, un percorso immersivo dedicato interamente all’artista toscano. A rompere il ghiaccio è stato il 14 dicembre lo spettacolo “Leonardo-Psychedelic Genius”, mentre nei prossimi mesi si susseguiranno appuntamenti di vario genere che includono | 51 |
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A sinistra: La dama con l’ermellino. Sotto: il Castello di Chambord
anche il cinema. Le macchine in mostra nel polo romano, realizzate dalla Bottega Artigiana Trifernate sulla base dei progetti leonardeschi, insieme alle riproduzioni certificate delle tele, sbarcheranno invero sul grande schermo grazie al film “Io Leonardo”, interpretato da Luca Argentero e prodotto da Sky e Progetto Immagine. Per l’occasione, il museo ha deciso di pubblicare un compendio dell’esposizione permanente che attraversa le invenzioni e l’arte del genio vinciano, disponibile in cinque lingue (Info su www. leonardodavincimuseo.com). Tutte le iniziative promosse per il 2019 sono state valutate e approvate dal Comitato per le celebrazioni dell’anno leonardiano, insediato a febbraio 2018 e composto da alcuni nomi del calibro di Paolo Galluzzi, eletto unanimemente presidente del collegio, Barbara Agosti, docente di storia della critica d’arte (Università degli studi di Roma Tor Vergata), dott.ssa Roberta Barsanti, direttore del Museo Leonardiano di Vinci, dottor Fiorenzo Galli direttore generale del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, architetto Pinin Brambilla Barcilon, restauratrice dell’affresco “L’ultima Cena” nel complesso di Santa Maria delle Grazie a Milano, professor Luke Syson, curatore della scultura e delle arti figurative europee al Metropolitan Museum di New York e molti altri ancora. Un lavoro corale, come si può ben
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vedere, incentrato sulla cura minuziosa di tutti gli eventi in calendario. Per quanto riguarda le celebrazioni europee, non si può che partire dalla Francia, seconda solo all’Italia per numero e tenore delle iniziative. Leonardo spese gli ultimi tre anni della sua vita nella valle della Loira, ad Amboise per l’esattezza, dove era stato invitato dal re Francesco I. Qui lavorò con grande impegno alla progettazione del Castello di Chambord, senza poterne vedere tuttavia la costruzione finale. In questa sorta di città ideale, tra maggio e settembre 2019, prenderanno forma tre eventi principali: una competizione internazionale di architettura, un festival musicale e una mostra sullo spirito dell’Umanesimo. In autunno ci si sposta invece a nord, nella capitale, dove sarà allestita al Museo del Louvre un’ambiziosa mostra allo scopo di raccogliere il maggior numero possibile di opere leonardiane, dalle sculture, ai dipinti fino ai disegni. Da non perdere anche l’esposizione al Museo Teylers di Haarlem, in Olanda, sugli studi fisionomici di Leonardo, quella della città di Stavanger, in Norvegia, e soprattutto quelle della Royal Collection della Corona britannica, organizzate in tutto il Regno Unito, fino a marzo 2020. Insomma, il 2019 sarà un anno di festa, italiana ed europea, un anno destinato a celebrare e conoscere meglio la vita e l’opera rivoluzionaria di Leonardo, l’artista geniale del Rinascimento, simbolo immortale di un’Italia culla di cultura e splendore. Beatrice Vecchiarellii
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LA FORTUNA DI CHIAMARSI ZEFFIRELLI Il regista torna a teatro con una nuova versione del Rigoletto tutta da scoprire
“Ho sempre pensato che l’opera sia un pianequando Franco aveva solo 19 anni) agli orrori della ta dove le Muse lavorano assieme, battono le guerra vissuti in prima linea (combatté giovanissimani e celebrano tutte le arti”: questa è una delle mo assieme ai partigiani per poi passare nelle fila citazioni più appropriate per tratteggiare l’amore dell’esercito alleato) fino all’Accademia di Belle Arti smisurato del Maestro Franco Zeffirelli verso la e alla facoltà di Architettura che sarà assolutamente tradizione operistica che da sempre è stata legata essenziale per le strepitose scenografie che Zeffirelli profondamente alla vita di un uomo misterioso, concepirà in seguito. Come non ricordare quegli alcarismatico, distaccato e, diciamolo pure, fascilestimenti operistici passati alla storia per opulenza, nosamente snob, che ha avuto proprio la fortuna colore, eleganza, e anche per un certo barocchismo di essere nato sotto una buona stella, quella della genialmente misurato, quei veri e propri sogni ad creatività. occhi aperti che risenZeffirelli, già dal suono tono inevitabilmente di di questo cognome si può una certa influenza del Franco Zeffirelli si prepara a tornare intuire l’eleganza e la Visconti, maestro in arte sulle scene con un nuovo allestimento raffinatezza che gravitano e in vita di questo genio. del Rigoletto (già diretto nel lontano 1950) intorno a un artista che, E adesso alla veneranda per la prestigiosa Royal Opera House di in oltre settant’anni di età di 96 anni questo GiMuscat, miracolo architettonico omanita carriera, ha dimostrato di gante dell’arte si prepara essere uno dei registi teaa tornare sulle scene con trali e cinematografici più un nuovo allestimento talentuosi della sua generazione, con un pedigree del Rigoletto (già diretto nel lontano 1950) per la di riconoscimenti mondiali assolutamente invidiaprestigiosa Royal Opera House Muscat, miracolo bile. Artisti, intellettuali, collezionisti, amanti della architettonico omanita. bellezza e componenti dell’alta società sono i protaIl Maestro lo ha raccontato attorniato dai suoi assigonisti dei lavori del Maestro che ha sempre infuso stenti, dalla stampa internazionale e dai rappresennelle sue creazioni cinematografiche, operistiche tanti del governo dell’Oman, dell’Arena di Verona e di prosa teatrale, un modo di concepire il mondo e del Teatro dell’Opera di Roma che collaboreranno decisamente sublime e poetico. Esistenza avventucon l’Opera House Muscat fornendo coro, orchestra rosa e sorprendente la sua, fin dalla più tenera età, e la creazione dei costumi. Lo ha fatto da uno dei sadal mancato riconoscimento paterno (che avvenne lotti della splendida Villa Zeffirelli -a Roma, sull’Ap| 55 |
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Franco Zeffirelli ha presentato il suo “Rigoletto” che approderà nel 2020 in Oman sul palco della Royal Opera House di Muscat (nella pagina accanto). Sotto: i bozzetti preparatori.
pia Antica- che con le sue ampie porte finestre tende a ricordare una di quelle case del realismo magico descritte nei capolavori letterari di Marquéz e della Allende: un tripudio di stoffe, ricordi e colori che si vanno a mescolare con le fotografie del Maestro in compagnia dei suoi più intimi e storici amici, da Fellini a Monica Vitti, da Maria Callas a Elizabeth Taylor e Richard Burton. Il progetto vedrà il suo compimento nel 2020 in occasione dei 50 anni del Sultanato Omanita con cui Zeffirelli collabora dal 2011, anno in cui mise in scena la Turandot per l’inaugurazione del teatro, suscitando un grande successo e preferendola proprio al Rigoletto. Inoltre per questa edizione dell’opera si promette un cast internazionale, e non lo si stenta a credere data l’assidua collaborazione fra Zeffirelli e i più grandi cantanti lirici della storia del teatro, un esempio lampante è il sodalizio artistico con Plácido Domingo con cui filmò una serie di pellicole cantate cominciate con Pagliacci (1982), continuate con Cavalleria Rusticana (1982) e La Traviata (1983) e terminate con Otello (1986). Questa versione dell’opera di Verdi avrà uno stile che andrà a ricoprire perfettamente l’estetica zeffirelliana facendo riferimento al
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Umberto Fanni è il direttore artistico della ROHM – Royal Opera House di Muscat, capitale del Sultanato dell’Oman
bozzetti si prevede una ricchezza di stile e una magnificenza di colori dominati dal giallo e dall’azzurro, tipica del Maestro, che si prepara per il suo ennesimo suo teatro ma anche al suo cinema pur preservandosi capolavoro. Ebbene, ha fatto molta strada quel giovainedita e intimista con un taglio e un’impostazione ne scenografo e costumista delle cosiddette “operine” cinematografici aiutati anche dalle straordinarie possidell’Accademia Chigiana di Siena che Luchino Visconti bilità tecniche offerte dalla Royal Opera House Muscat. prese sotto la sua ala e convinse a venire a Roma dove La Presidente del Consiglio di Amministrazione S.E. sarebbe diventato l’uomo che noi tutti conosciamo, Rawya Saud Al Busaidi si è collaborando con i più detta come sempre entusiasta grandi artisti del Novecento. Dai primi bozzetti si prevede di questa esperienza e speDalle opere con la Callas una ricchezza di stile e una magnificenza agli spettacoli in prosa ranzosa assieme a Sua Maestà di colori dominati dal giallo e dall’azzurro, dell’Amleto con Giorgio Sultan Qaboos bin Said Al Said Albertazzi e Anna Prodi “favorire lo sviluppo cultutipica del Maestro, che si prepara clemer fino ad arrivare al rale della nazione, incoraggiare per il suo ennesimo capolavoro. cinema con gli adattamenti la pace mondiale e l’armonia delle opere shakespeariane tra le nazioni attraverso lo – come non ricordare quel prodigio di colori pastelscambio culturale, reso possibile dal linguaggio univerlo che è la trasposizione della Bisbetica domata con sale della musica e delle arti performative”. Dai primi Richard Burton e Elizabeth Taylor o quella romantica versione del Romeo e Giulietta dove due giovanissimi Olivia Hussey e Leonard Whiting ci commuovono ancora oggi –. Zeffirelli ha fatto del suo stile una virtù. In bocca al lupo Maestro! Alberto de Carolis Villars
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CITY OF LIES L’ORA DELLA VERITÀ Dopo aver stregato il pubblico nei panni di Rupert Grindelwald nel secondo capitolo di “Animali Fantastici”, Johnny Depp è tornato sul grande schermo con un altro intrigante personaggio, protagonista di “City of Lies”. Chissà se nel resto del mondo vedranno questo film, dopo aver indagato per tanti anni sui due omicidi nel mondo che ha ricevuto la sua première mondiale al Noir in dell’hip hop ed esserne uscito ossessionato; dopo vari anni Festival di Como e Milano e che è uscito in Italia il 10 tornerà su quelle piste grazie a un giornalista, interpretato da gennaio prima che fosse decisa la distribuzione in ogni Forest Whitaker, che deve preparare un’inchiesta sui 20 anni parte del mondo. City of Lies infatti è stato bloccato per da quelle morti. una serie di guai giudiziari legati al suo protagonista Johnny City of Lies è un film giornalistico e un thriller investigativo Depp, che avrebbe picchiato il location manager della pelliche parte da storie e indagini reali e le mescola a personaggi cola facendo slittare l’uscita a data da destinarsi e causando romanzati, ma non troppo, seguendo la scia del true crime, un’altra causa per le perdite legate a questo ritardo distribuuno dei filoni più battuti dalla televisione contemporanea (da tivo. Making a Murder ad American Crime Story): Furman e il suo Con Depp non c’è mai da stare da tranquilli, specie ora che sceneggiatore Christian Contreras vogliono condensare tutte la sua carriera sembra prossima al le piste, vere o false, le teorie e rilancio. Se infatti il secondo capile smentite che hanno contradtolo degli Animali Fantastici di J.K. distinto il caso che non riguarCity of Lies segna il ritorno di Johnny Rowling (I crimini di Grindelwald) dava solo la morte di due stelle, Depp al thriller poliziesco ispirato a fatti lo ha rilanciato presso un pubblico ma che ha cambiato il modo di familiare incassando più di 600 fare rap e lo sguardo dell’opidi cronaca a tre anni di distanza da Black milioni di dollari nel mondo, City nione pubblica verso il fenomeMass, dove però l’attore faceva la parte of Lies avrebbe invece dovuto farlo no gangsta, con conseguenze del cattivo (il criminale James Bulger). rivalutare anche da un pubblico sociali e culturali non trascupiù adulto, dopo una serie di perrabili. Un prodotto coraggioso, formance e film discutibili. Il film in questo senso, soprattutto era pronto per fare il giro dei festival di fine estate e arrivare perché prende una posizione, arriva a una conclusione più o in sala il 7 settembre: una data chiave per il film. meno plausibile e, seppure sembra virare in territori cospiIn quel giorno infatti si sono celebrati i 22 anni dall’omicidio rativi, descrive un’America che negli ultimi 22 anni non è di Tupac Shakur, una delle più grandi stelle del rap americambiata, si è solo inacidita (se volete un confronto: guardate cano, legato a doppio filo, nella vita artistica e nella morte, Atlanta, fantastica serie tv passata su Sky Atlantic). a Notorius BIG, morto qualche mese dopo in circostanze simili e spesso sospettato di essere il mandante dell’omicidio Il protagonista del film City of Lies - l’ex detective Russell Poole - è un personaggio realmente esistito, passato alla storia per aver indel rivale. Il film diretto da Brad Furman e tratto dal libro di dagato sulla morte dei rapper Tupac Shakur, avvenuta a Las Vegas Randall Sullivan che ricostruisce le indagini legate a quei casi il 13 settembre del 1996, e The Notorious B.I.G., assassinato a West vede Depp nei panni di Russell Poole, un poliziotto ritiratosi Hollywood il 9 marzo del 1997. | 60 |
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City of Lies è anche un film di caratteri, uno scontro tra due ossessioni e due modi di portarle a compimento: un detective e un giornalista, ovvero due personaggi speculari e archetipici del noir americano, soli, arrabbiati o delusi, chiusi dentro il tentativo quasi impossibile di capire il mondo in cui vivono, di trovare un filo logico nel caos quotidiano. Quasi però è la parola chiave, loro lo sanno e a quella si aggrappano, oltre che al supporto dell’altro come unico individuo in grado di poterlo capire. Furman nel 2011 fu già fautore di un altro “rilancio”, quello di Matthew McConaughey che dopo un inizio di carriera fatto di commedie rosa e ruoli da bellimbusto d’azione con The Lincoln Lawyer trovò la strada che lo portò all’Oscar e alla considerazione globale; con City of Lies non solo firma il suo film più interessante, ma dà la possibilità a Depp di scavare dentro un personaggio come di rado - nel suo recente parterre di freak sopra le righe, smorfie e personaggi con trucco e parrucco ma senza spessore gli è capitato. Whitaker, un altro attore a cui capita di sbagliare film e ruoli, lo spalleggia con naturalezza e dà vita a un bel personaggio di ascoltatore, che come lo spettatore segue le impervie vie della cronaca per cercare di dar loro un senso. City of Lies è uno di quei film quadrati e solidi, nella miglior tradizione del cinema medio e civile USA, di quelli che negli ultimi anni faticano a trovare spazio in luoghi diversi dal piccolo schermo ma che in questo caso sa farsi forza con un ottimo duo di attori, una narrazione dal ritmo serrato e dal taglio giornalistico, mescolando con un certo piglio le ricostruzioni e le ipotesi agli archivi, al repertorio, ai veri reduci di quegli eventi, mostrando quasi in controcampo le rughe e le ferite fittizie dei personaggi principali con quelle vere e mai ricucite dei reali protagonisti della vicenda. Un film che stando al momento vedremo solo in Italia: un’esclusiva indesiderata che in altri tempi avrebbe causato un’ondata di pubblicità, soprattutto per l’uscita americana. Ma i tempi sono cambiati e City of Lies sembra l’ennesimo colpo di un destino cinico che Depp, come uomo, non fa nulla per accarezzare e addolcire.
L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.
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SCORSESE E DE NIRO DI NUOVO INSIEME GRAZIE A NETFLIX Il regista italo-americano torna ai gangster movie con un progetto adottato dalla piattaforma streaming, senza rinunciare all’esperienza in sala
grande unione sindacale americana per la categoria degli Torna la premiata ditta Martin Scorsese e Robert De autotrasportatori, l’International Brotherhood of Teamsters. Niro, ossia la coppia che ha fatto la storia del cinema Per lui, però, una vita sola non è abbastanza: la famiglia internazionale: non li vedevamo lavorare insieme da ormai mafiosa dei Bufalino lo prende sotto la sua ala e lui si presta ventitré anni e forse non ci eravamo resi davvero conto a diventare il loro sicario di fiducia. “Cosa trasforma una di quanto ci mancassero fino a quando non abbiamo persona in un killer professionista?” si è chiesto Martin scoperto che stavano preparando un ritorno alla ribalScorsese agli albori di questa nuova avventura. Il suo ta come si deve. Nello specifico, ci riferiamo a “The nuovo lavoro “parla di amore, tradimento, rimorso. Della Irishman”, il nuovo gangster movie con Scorsese alla tristezza. Della tragedia di una vita condotta in questo regia e De Niro nel ruolo di protagonista, che demodo. E parla anche di compassione” ha dichiarato poi in butterà nella prima metà del 2019 su Netflix. Perché, un’intervista pubblicata lo scorso maggio su The Indeintendiamoci, ormai il cinema è di casa sulla piattaforpendent. Per gran parte del periodo delle riprema e, mai come in questo caso, l’intervento del se, invece, un altro interrogativo ha attacolosso di streaming è stato essenziale per nagliato cinefili e non: vedremo garantire l’uscita della pellicola. “The Irishman al cinema o su Andiamo con ordine: un investi“Questa esperienza mi ha ricordato molto Netflix?”. Il piccolo schermo dei mento stimato di 140 milioni di “Fronte del Porto”, “La Valle dell’Eden”, nostri pc e dei nostri tablet si è dollari, lievitato a tal punto anche fatto senza dubbio più grande per alcune scene flashback in cui “Fango sulle Stelle”, film bellissimi. negli ultimi anni, ma la magia era richiesto un ringiovanimento Ma anche “Taxi Driver”, “Mean Streets” e del grande schermo pare non digitale degli attori, ha spaventaQuei Bravi Ragazzi.” essersi ancora del tutto estinta. to Paramount Pictures ma non ha Martin Scorsese, regista scalfito il fiuto e il coraggio del “Siamo stati abbastanza fortunati ad aver ricevuto l’appoggio servizio streaming, che ha deciso di Netflix, sono stati molto buoni nei nostri confronti, perciò di adottare la pellicola senza ulteriori esitazioni. si spera che si possa giungere ad una sorta di compromesso” The Irishman ci fa immergere nella vita tormentata di Frank ha sottolineato De Niro, interrogato in merito alla spinosa Sheeran, interpretato in tutto l’arco dell’esistenza sempre da questione della distribuzione del film. Probabilmente l’ultimo Robert De Niro, grazie alla magia della computer grafica. A lavoro di Scorsese, che in Italia fa parte del listino Lucky Red, metà degli anni Cinquanta, Sheeran è il dirigente della più | 64 |
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“The Irishman� segna il grande ritorno di Martin Scorsese ai suoi gangster movie che hanno scritto la storia del cinema.
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seguirà lo stesso percorso di “Roma” del regista messicano Alfonso Cuarón, con una distribuzione mirata nei cinema e il rilascio contestuale sulla piattaforma, strategia apripista per il raggiungimento di riconoscimenti più blasonati da parte delle istituzioni del settore cinematografico. Il film è tratto dal libro “L’irlandese - Ho ucciso Jimmy Hoffa”, scritto da Charles Brandt, l’avvocato di Sheeran, edito in Italia da Fazi. Nodo cruciale della storia è la soluzione del caso dell’omicidio di Jimmy Hoffa, a cui nel film presta il volto niente meno che Al Pacino, alla sua prima esperienza con Martin Scorsese dietro la macchina da presa. La scomparsa di Hoffa ha ossessionato l’opinione pubblica statunitense per oltre trent’anni. Sparito il 30 luglio 1975, non è stato mai ritrovato e solo nel 2003, poco prima di morire, Sheeran confesserà il delitto dell’amico, sindacalista in affari con la mafia. Per interpretare in un arco temporale piuttosto esteso i loro personaggi,
De Niro e Pacino verranno ringiovaniti usando effetti digitali all’avanguardia. Il produttore Gastón Pavlovich ha dichiarato: “La tecnologia che abbiamo osservato è straordinaria. Non si usano protesi o trucco, gli attori recitano e la tecnologia permette loro di attraversare i decenni senza protesi”. A rendere ancora più irresistibile il gangster movie più atteso di tutti i tempi è anche il ritorno alle scene dopo diciotto anni di stop di Joe Pesci, già diretto da Scorsese in capolavori come “Toro Scatenato”, “Quei bravi ragazzi” e “Casinò”. Non sono bastati i suoi oltre cinquanta “no” a dissuadere Scorsese dal convincerlo a interpretare a tutti i costi il ruolo del mafioso Russell Bufalino in “The Irishman”. Alla fine Scorsese ha avuto la meglio sulle ritrosie dell’attore e ha trascinato Pesci nuovamente sul set. Di certo, non ci sarà bisogno di fare altrettanta pressione sul pubblico: a casa o al cinema, nessuno potrà resistere al richiamo incantevole di una nuova storia raccontata da Scorsese.
Le prime immagini dal set vedono il regista Martin Scorsese assieme a Joe Pesci e Robert De Niro
Elisabetta Pasca
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INVERNO AD ALTA QUOTA Non aspettate altro che gettarvi a tutta velocità sulle piste più famose d’Italia? Vi sentite ambasciatori dell’arte dello “spazzaneve” ma volete ugualmente destreggiarvi in questo sport? Ecco i nostri consigli per la stagione invernale Le Alpi sono luogo di incontro per esperti sciatori, ma anche per i dilettanti che tentano di destreggiarsi in questo sport. E poco importa se alla fine riusciate o meno a sciare come avete programmato, potete sempre trascorrere dei momenti più “caldi” in qualche rifugio, davanti ad un caminetto acceso sorseggiando della cioccolata calda, oppure avventurarvi in qualche escursione ad alta quota. Dunque, sia per chi in pista sogna di essere Alberto Tomba, o per chi cerca semplicemente di rimanere in piedi, il fascino della montagna è tutto da vivere. MADONNA DI CAMPIGLIO Madonna di Campiglio è una di quelle destinazioni invernali di cui sentiamo parlare sin da bambini. Tutti siamo cresciuti nel “mito” di questo luogo, meta anche di numerosi vip che ogni inverno popolano e percorrono le sue piste sciistiche. Diventata famosa soprattutto negli anni ‘70, Madonna di Campiglio ancor oggi conserva la sua aura legata al turismo di montagna, estivo ma soprattutto invernale. I panorami offerti dal posto sono del resto invidiabili: circondata dal gruppo del Brenta, a due passi dall’esteso Parco naturale Adamello Brenta, è il punto di partenza ideale per molti sentieri di trekking o per scendere le piste circostanti sia praticando lo sci di fondo che quello di velocità. Madonna di Campiglio è dunque una destinazione per tutti, sia per chi vuole provare il brivido della velocità su piste tra le più famose in Italia, sia per chi vuole serenamente concedersi un’escursione ammirando la meravigliosa natura che popola questo territorio.
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SESTRIERE Caratterizzata da un gran numero di piste sciistiche di ogni livello e da un paesaggio affascinante, Sestriere offre ai suoi visitatori una stagione invernale decisamente “allargata”. Da ottobre fino a marzo, infatti, gli amanti dello sci possono dilettarsi sulle piste della località mondana per eccellenza della cosiddetta “Via Lattea”, zona sciistica tra le più grandi d’Europa. Teatro di numerose competizioni a carattere internazionale, Sestriere mette a disposizione degli appassionati piste ad altissimo livello tecnico immerse in un panorama di suggestiva bellezza. Questa località ospita regolarmente i campionati mondiali di sci, ed è stata la sede designata per le gare delle Olimpiadi invernali del 2006. Sestriere è adatta per tutte le stagioni, d’inverno per sfrecciare a tutta velocità sulla neve, d’estate per dedicarsi ad altre discipline sportive: qui sorge il campo da golf più alto d’Europa e, durante la bella stagione, si possono incontrare anche alcuni tra i bikers più bravi del mondo.
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COURMAYEUR Si tratta della località sciistica più famosa della Val d’Aosta, e tra le più note a livello europeo. Ai piedi del Monte Bianco, a due passi dalla Francia, Courmayeur offre la possibilità di effettuare anche sensazionali fuoripista in alta quota, come quello che porta dal ghiacciaio della Toula da Punta Helbronner sino a Pavillon, dopo un dislivello di oltre 2000 metri. Capitale internazionale dello sci e del turismo, Courmayeur offre comprensori a tutte le altezze, con la possibilità di sciare di fronte a un panorama con pochi eguali, dal quale emerge in tutta la sua altezza e maestosità il Monte Bianco. Negli anni Courmayeur è diventata anche meta di molti buongustai che, dopo aver effettuato qualche chilometro in pista con gli sci ai piedi, vogliono godersi una tranquilla serata mangiando piatti della tradizione locale. I molti ristoranti che hanno aperto in questa zona hanno reso questa destinazione, oltre a meta imperdibile per gli amanti dello sci, anche una perfetta location per assaggiare cibi tipici della Val d’Aosta. | 72 |
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CERVINIA La stazione sciistica di Cervinia rappresenta il paradiso degli sciatori. La stagione, vista la presenza di un ghiacciaio, si protrae fino alla primavera inoltrata, e, quando le giornate sono più lunghe, si può godere appieno della bellezza del luogo. Dall’alto è possibile osservare tutti i monti più bassi e lo spettacolo del panorama circostante, dal quale si staglia anche il Monte Rosa. Divenuta nota una trentina di anni fa anche per la sua “dolce vita”, Cervinia è rimasta un must per tutti coloro che vogliono abbinare a del sano sport sulla neve anche qualche momento mondano, con numerosi locali serali che, durante la stagione, animano la zona. Non solo sci su piste perfettamente battute, ma anche spettacolari quanto spericolate discese in fuoripista: non a caso Cervinia è da sempre la meta preferita dai free-rider. Cervinia, inoltre, è tra le località favorite degli appassionati di snowboard, che qui possono dare libero sfogo alle loro spettacolari esibizioni.
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Parkhotel Holzner 110 AN N I DI ACCOGLI ENZA I N FAMIGLIA La storica struttura garantisce un’esperienza di soggiorno confortevole e personalizzata, per un inverno indimenticabile tra le bellezze dell’Alto Adige
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Correva l’anno 1908 e a Soprabolzano nasceva l’Hotel Oberbozen, collocato sul versante meridionale del soleggiato altopiano del Renon, adagiato su una terrazza naturale con vista mozzafiato sulle montagne circostanti: centodieci anni dopo, tra varie peripezie, ampliamenti e ristrutturazioni, attraversando tutto l’arco della storia del Novecento e affacciandosi con rinnovato vigore nei primi decenni del Duemila, l’albergo originario si è trasformato in Parkhotel Holzner, un gioiello di avanguardia nel segno della più autentica accoglienza altoatesina.
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Un soggiorno rilassante, esclusivo ma informale al tempo stesso, immersi nella natura incontaminata nel pieno rispetto dell’ambiente è quanto la famiglia Holzner propone ai suoi ospiti: in questo delizioso gioiello alpino in stile Art Nouveau, adatto persino a ospitare feste, cene aziendali e seminari, gli Holzner amano indossare i panni di impeccabili padroni di casa per regalare sensazioni genuine e potenti. La gioia è l’ingrediente segreto per rendere speciale ogni momento.
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| ESPERIENZE D’INVERNO |
L’inverno, in particolare, è il periodo dell’anno più magico da vivere tra le sontuose montagne altoatesine ricoperte di candida neve. La ferrovia del Renon, con il suo caratteristico trenino, regala un tour incantevole nell’altipiano con un panorama mozzafiato sulla vallata, mentre la funivia, appena fuori dal Parkhotel, conduce al centro di Bolzano in soli 15 minuti. Basta poco dunque per immergersi nell’incantesimo ammaliante di Bolzano e di Merano. L’inverno risplende in ogni sua possibile sfumatura dentro e fuori le mura del Parkhotel Holzner, che trascende la prosa del quotidiano per trasformare le giornate dei suoi ospiti in una vera e propria fiaba ad occhi aperti.
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| ESPERIENZE D’INVERNO |
PARKHOTEL HOLZNER Famiglia Holzner Via del Paese 18 39054 Soprabolzano, Renon (BZ) Tel. +39 0471 345 231 www.parkhotel-holzner.com | 81 |
| ITINERARI DI GUSTO |
UN BRINDISI LUNGO UN ANNO Non c’è niente di meglio di un calice di champagne per rendere un momento speciale, soprattutto se declinato nel segno dell’innovazione o di un abbinamento gourmet. Vi suggeriamo alcune bottiglie da conservare in cantina: bollicine per solleticare il palato che sono anche delicate e preziose creazioni.
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| ITINERARI DI GUSTO |
Champagne “Grand Vintage” 2009 Moët & Chandon Complesso e carismatico, il Grand Vintage è uno champagne che incarna perfettamente lo spirito di una delle più grandi case produttrici di champagne al mondo, da sempre impegnata a offrire una produzione che rispetti quelle diversità tipiche di ogni vendemmia, selezionando rigorosamente solo i vini migliori per l’assemblaggio finale. Una bottiglia che si distingue per eleganza e personalità, perfetto esempio di quanto una grande maison sia in grado di esprimere in termini di sartorialità ed eccellenza. DA PROVARE CON sashimi, tartare, in generale crudità di pesce.
Champagne Vintage 2008 Veuve Clicquot Ponsardin Sotto la dicitura “vintage” si raggruppano quei vini millesimati prodotti assemblando uve raccolte nella stessa annata. Produzioni che avvengono quando la stagione è d’eccezione e quando si registrano livelli qualitativi più elevati rispetto agli standard. È accaduto nel 2008, anno in cui la maison Veuve Clicquot Ponsardin ha prodotto questo Champagne Brut Vintage con uve che provengono esclusivamente da grand cru e premier cru che gli conferiscono un’impareggiabile ricchezza organolettica. DA PROVARE CON tagliatelle alla polpa di granchio.
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| ITINERARI DI GUSTO |
Champagne “Cuvée Prestige” Taittinger Immancabile sulle tavole addobbate a festa, questo grande classico di casa Taittinger deriva da un sapiente assemblaggio di Chardonnay, Pinot nero e Pinot meunier da più di 35 diversi cru di vigneti raccolti in diversi momenti, sempre a perfetta maturazione e che rimane sui propri lieviti per circa 3 anni. Il risultato è una cuvée famosa in tutto il mondo per il grande equilibrio che riesce ad esprimere, coniugando, nel bicchiere, profondità aromatica ed eleganza, per una timbrica che caratterizza tutta la straordinaria produzione di Taittinger. DA PROVARE CON l’ aperitivo, si esalta con tutti i tipi di crostacei.
Champagne Brut Laurent-Perrier Una bottiglia che simboleggia alla perfezione quello che è lo stile inconfondibile della Maison Laurent-Perrier, famosa per essere ancora oggi condotta a livello familiare, nonostante la sua recente quotazione in borsa. “La Cuvée”, Champagne Brut targato Laurent-Perrier, è una bollicina estremamente elegante e raffinata, che matura almeno quattro anni in bottiglia sui propri lieviti ed ècomposta da una parte di vini di riserva. È una chicca da aperitivo chic. DA PROVARE CON la tartare di gamberi e mango.
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Mumm Cordon Rouge by David Guetta Mumm è un’istituzione fin da quando, nel 1876, Georges Hermann Mumm fece mettere sulla bottiglia il famoso cordone rosso che celebrava il conferimento dell’Alta Onorificenza della Legion d’Onore francese. Una cuvée assemblata a partire da 77 crus pigiati e vinificati separatamente per preservare l’ampia varietà di aromi e consentire di replicare costantemente le caratteristiche che hanno reso famoso questo champagne della maison di Reims che per le feste si ricopre d’argento in un’edizione limitata firmata dal dj David Guetta. DA PROVARE CON il petto d’anatra affumicato
Champagne “PALMES D’or” Nicolas Feuillatte L’eleganza dello Chardonnay incontra il corpo pieno del Pinot Noir, per dare vita a una cuvée che trascorre almeno nove anni riposando sui lieviti in bottiglia. Uno Champagne a dir poco prestigioso,vinificato esclusivamente nelle annate eccezionali e nei migliori appezzamenti Grand Cru. Sintetizza in un sorso l’ampia diversità delle varie zone geografiche della Champagne. Generosità, complessità e raffinatezza: queste le parole chiave del “Palmes d’Or”, una bottiglia da destinare solo alle occasioni più formali. DA PROVARE CON le capesante gratinate.
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IL SAPORE DEL FUTURO NASCE DALLE RADICI Da Riccione a New York, passando per Bologna: il viaggio culinario e creativo dello Chef Michele Casadei Massari
la sua inesauribile fantasia in progetti e collaborazioni Il passato e le radici disegnano traiettorie in innovative. In ogni nuovo tassello della sua vita c’è un grado di portare un uomo davvero molto lontano pizzico di quella energia squisitamente romagnola, che dal suo punto di partenza, consentendogli però lo ha forgiato e che lo spinge ogni giorno a regalare di rimanere sempre se stesso, preservando la sua attraverso la sua interpretazione del food una gamma unicità e il suo valore. L’avventura umana e creativa incredibile di emozioni, partendo da un sogno made in di Michele Casadei Massari, una delle firme culinarie USA dal sapore italiano. più brillanti, inizia nel calore della Romagna più verace, a Riccione, attingendo alla passione, alla saggezza e Nasci a Riccione, cresci a Bologna, apprendi nelle al saper fare di Nonno Gigi, marchigiano, che gli rivela Marche, vivi a New quel legame profondo tra York. Cosa rappresencibo e viaggio. Questo Fondatore ed executive chef di Piccolo tano per te le città da connubio influenzerà proCafe a New York, che oggi conta quattro cui sei partito? fondamente il suo futuro Riccione rappresenta e il suo percorso da vero locali, Michele Massari ha recentemente l’ospitalità e il coraggio. e proprio artista, in grado inaugurato il ristorante Lucciola, Quella città mi ha insedi pensare un piatto come di cui è sempre il dominus creativo gnato a non esitare, a osaun’opera d’arte, usando gli come Executive Chef. re, che non è incoscienza, occhi come lenti caleidoma è cogliere il momento scopiche per restituire anmigliore di un’idea. Molto che agli altri la visione di spesso mi hanno dato del “vulcanico”, e in quell’agmondi nuovi. Fondatore ed Executive Chef di Piccolo gettivo c’è tutta la mia personalità: covare un pensiero Cafe a New York, che oggi conta quattro locali, Michequanto basta per passare all’improvviso a dargli forma. le Massari ha recentemente inaugurato il ristorante Bologna invece è l’ottimismo, la città che mi ha offerto Lucciola, di cui è sempre il dominus creativo come e insegnato la cultura, l’apertura mentale, la ricchezza executive chef. Michele non smette mai di esercitare | 87 |
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della diversità. Bologna è arte, letteratura e umorismo: di questa triade ne ho fatto tesoro ed ho imparato a vivere. Qui sono cresciuto all’ombra dei portici, imparando la bellezza del condividere. Da Bologna ho preso le sfumature, climatiche e cromatiche, quelle che hanno delineato in maniera armonica e completa la mia vita privata e professionale. Bologna mi ha formato, costruito, rimproverato e accudito: è in ogni mio aspetto, un po’ come le carezze di mio nonno Luigi, detto Gigi, marchigiano dal cuore grande. Michele Casadei Massari di mestiere ufficialmente fa l’Executive Chef, ma in realtà è un artista a tutto tondo. Quanto ti aiuta nel tuo lavoro l’ispirazione che trai dalle altre tue passioni? Moltissimo, sono il mio propulsore e la mia più grande risorsa per affrontare, vincere ed evolvere le paure e insicurezze e per avvicinarmi alle curiosità. La passione è per me la capacità di andare al di là delle fragilità, è ascoltare mondi diversi, trarne il meglio e creare combinazioni dalla forte personalità.
“Ho vissuto in Asia, a Bali, dove si era soliti bruciare salvia. I fumi erano, oltre che profumati di chiesa, molto compatti e lenti nel loro salire. Iniziai a fotografare questo movimento artistico dei fumi. Ne vennero fuori questi scatti, frutto di una simmetria”
La fotografia, difatti, è uno dei tuoi maggiori interessi. Cosa guida la tua ispirazione e come la coniughi con la tua attività culinaria? La fotografia è stata per me come indossare delle nuove lenti, che mi hanno permesso di andare al di là del visibile. La fotografia è nella mia vita come “Dippold, l’ottico” nell’Antologia di Spoon River: quando indossi quelle lenti riesci a creare un mondo diverso, non necessariamente migliore, ma pieno di quel significato che prima non riuscivi a intravedere. La fotografia ha curato quella punta di astigmatismo che rintracciavo nella mia vita. È stato il mio amico fraterno e socio Alberto Ghezzi a farmi scoprire questa passione, quando in Giappone mi ha portato a visitare mercatini di fotografi e fotografia. Mi ha consegnato questo mondo dicendomi | 88 |
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“La fotografia è nella mia vita come “Dippold, l’ottico” nell’Antologia di Spoon River: quando indossi quelle lenti riesci a creare un mondo diverso, non necessariamente migliore, ma pieno di quel significato che prima non riuscivi a intravedere.”
“questa è una fotocamera, studiala, è fatta per te!”. Nella mia fotografia c’è poca correzione e molto ricordo: fotografo per ricordare e fissare quelle immagini talvolta distorte, poco definite, ma nitidissime nella mia mente. Ad ogni scatto corrisponde una dedica, molto spesso è rivolta al fotografo emiliano Luigi Ghirri. Lui è stato un maestro, così come Gianfranco Rosi, che mi ha insegnato come scegliere la camera e la lente giusta, a compiere quell’atto e quella sintesi per immagini. E poi Ed Lachman, che mi ha fornito gli strumenti per rilassarmi nello scatto, per realizzare un’immagine che racconti tutto quello che vedo o vorrei vedere con i miei occhi un po’ “difettosi”… O ancora Annalisa Milella, che mi ha permesso di individuare il brutto oggettivo di un’immagine, a non mitizzare la macchina o la tecnica, lasciando più spazio alla spontaneità. Ho e ho avuto amici e maestri eccezionali che hanno dato una forma migliore alla mia fotografia. Una fortuna, un’onore. Dalla passione e dalla fotografia è nato il progetto BolognaNY... Sì, è nato in una serata tra amici, mentre raccontavo di cosa è New York per me e di cosa aveva rappresentato Bologna. Nello spiegare queste due dimensioni, mi sono accorto che ero sì a New York, ma in fondo non avevo mai abbandonato Bologna. Non mi ero distaccato da quella città nel modo di approcciarmi alla quotidianità, al ritmo del tempo, alle persone, al cibo. Di Bologna avevo ed ho ancora il guizzo, il modo di cogliere le opportunità e realizzare idee. L’unica differenza era la mancanza delle mura romane dell’amata “Felsina” (la latinizzazione del nome etrusco Velzna - o Felzna - dato dagli Etruschi alla città di Bologna, ndr), ma qui a New York ho ritrovato protezione nelle acque che circondano l’isola di Manhattan.
“E’ l’incontro di due uova e riso. Guardandole e fotografandole ho visto una storia d’amore, la storia dell’amore”
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Cos’è BolognaNY? È la sintesi della mia esistenza. È nata dalla voglia di creare un marchio che con immagini raccontasse il mio personale modo di collegare le due città, il mio passato e il mio presente. Volevo che lo facesse in maniera pop: da qui l’idea di creare delle t-shirt, con stampe che rappresentassero questo connubio. Le t-shirt sono diventate in qualche modo immagini in movimento, una sorta di galleria mobile per la città. Alcune di esse sono diventate davvero popolari. Che gioia! Oggi BolognaNY è lo spin off di tutte le mie manifestazioni artistiche e intellettuali. Sotto questo marchio ci sono tanti progetti: abbigliamento, libri, musica, film...
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L’arte nel tuo locale entra anche con delle collaborazioni importanti, come quella con il cantautore italiano Luca Carboni. Come è nata? Stimo e seguo Luca Carboni da sempre: è un uomo, un artista unico, sincero, silenzioso e riservato ma incisivo. Un giorno, pensando a come personalizzare le cups di carta dei miei locali – per eleggerle ad espressione artistica che si diffondesse a NY, stretta tra le mani dei newyorkesi – ho pensato di scrivergli. Luca disegna, dipinge e realizza oggetti di una bellezza unica e volevo che questa sua forma d’arte fosse visibile a tutti. Grazie al suo talento artistico e alla totale comprensione dell’idea, ha disegnato tre immagini stupende che hanno personalizzato le paper cups, dette PopCups, dei nostri Piccoli Cafe. Ne abbiamo prodotto 350.000 pezzi, ma la gente continuava a chiederle. Ad ogni cappuccino o caffè che veniva servito nelle PopCups la reazione era: “Wow! Who did this images?” E la risposta: “Luca Carboni, can I tell you more about Luca?”. “ Yes please!”. Tra le numerose collaborazioni, in ambito artistico e cinematografico, c’è il Biografilm Festival di Bologna, che ti riporta in Italia ogni anno. Un’altra passione o un grande legame con la tua terra? Le popcups coffee, le tazze da caffè disegnate e firmate Luca Carboni.
Assolutamente sì, per entrambe le opzioni. Anche questo progetto è nato da un incontro, da un’esplosione di idee. Tanti anni fa, quando vivevo a Bali, incontrai Andrea Romeo, fondatore e direttore artistico del Biografilm: parlammo notti e giorni interi, ci raccontammo tanto in quella casa senza porte e piena di gechi. Mi spiegò cosa era il suo Biografilm, ma anche cosa sarebbe diventato. Io feci lo stesso, raccontai: di me e delle mie idee e le affidai alla memoria del caro Andrea. In quello scambio ci fu una sorta di “Manifesto” di intenti e promesse reciproche. Andrea mi propose di realizzare insieme una Biografilm Food Accademy, affinché il cibo e la tradizione del nostro territorio potessero incontrare chi ama il cinema. Oggi l’Accademy vanta forti collaborazioni in tutto il mondo, e anche qui… che gioia! Incontrare persone come Andrea arricchisce la vita e dalla nostra collaborazione è nata anche I Wonder Pictures, casa di produzione e distribuzione cinematografica. Il cinema è un altro importante tassello di questo mio personale mosaico chiamato vita. La tua storia a New York nasce con Piccolo Cafe, che oggi conta quattro locali, e prosegue con La Lucciola, un progetto innovativo nato da un’ispirazione quasi poetica. Tutto iniziò una sera d’estate...
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Cos’è per te la cucina? Sperimentare o preservare? Sperimentare e preservare, ma anche nutrire, proteggere, connettere, perdonare, sedurre, curare, comunicare, emozionare, toccare e osservare. La cucina è mettere a nudo le mie vulnerabilità: è l’incontro tra l’insicurezza e lo studio costante, due matrici che si uniscono all’interno di un unico piatto, che sia esso tradizionale, innovativo o una replica aggiornata. Il mio approccio alla cucina è come quello di Hilma af Klint alla pittura, spirituale, filosofico, votato all’interpretazione dell’esistenza umana.
Tutto iniziò una sera d’estate a raccontare e raccontarsi su un veliero, dopo un catering complesso ma molto divertente, di quelli che ti accendono le idee e ti lasciano acceso per ore. In quel lasso di tempo nacque un’idea “unica ed eccezionale”, così come venne poi definita nella pratica per ottenere il visto. Decisi di fare caffè e cappuccini - in seguito anche paste - per strada, a Union Square, durante il mercatino di Natale del 2009. Quella zona non aveva mai ospitato attività del genere, ma pensai di poterlo fare comunque: lo spiegai con un disegno allo stato di NY, sezione nuovi business, e lo feci. Funzionò, eccome se funzionò. Nacque il Piccolo Cafe, che rimase lì per 30 giorni, il tempo necessario per cambiare la mia vita. In 1 metro quadrato di caffè, dolcetti, parole e coraggio, incontrammo idee, suggerimenti, consigli, manifestazioni d’affetto. E poi la sera del 24 dicembre, allo scadere del trentesimo giorno del mercatino natalizio, sotto una nevicata record, con una stretta di mano ci furono consegnate le chiavi del Piccolo Cafe. Era l’inizio di una nuova avventura.
Chi è Michele Casadei Massari? Uno chef, un imprenditore, un sognatore? Un uomo, un papà felice, pieno di paure. Le paure per anni le ho confuse con i limiti, ma poi una sera d’estate ho capito che in realtà erano emozioni, idee che fremono e che temono di non trovare ascolto o riscontro. E invece, eccomi qui! La paura è in fondo la ragione per trovare coraggio, per stimolare le idee. Anche all’inizio di questa intervista potevo forse avere paura, ma ora invece ho solo un’altra idea!
«Una manifestazione della mia pareidolia: tagliando un pezzo di carne e impiattandolo ho visto un volto spaventoso, un mostro di carne, l’ho ritratto per neutralizzarlo!»
Elisa Rodi
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| ITALIA CHE VAI
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COME LA BARBA È TORNATA STILE DI VITA Può piacere o non piacere, c’è chi se la può permettere e chi no (a seconda della “disponibilità” di ognuno) e chi la considera quasi uno stile di vita, ma anche la barba oggi ha il suo tempio. Botteghe o club che siano, eccovi 4 indirizzi davvero imperdibili
Corte, lunghe, ben curate o selvagge, fantasiose o tradizionali. Sono molteplici al giorno d’oggi i modi per portare la barba, una parte del corpo che è praticamente diventata un accessorio negli ultimi anni, una compagna di viaggio per molti uomini che la curano e mantengono anche da (e per) svariati anni. Sono molteplici gli stili, personali e personalizzati, che si possono dedicare alle barbe: sia old school che più moderni, l’importante è valorizzare la cara “lanuggine” facciale. Dopo gli anni del 2000 in cui sono andati in auge modelli puliti e lisci ecco che negli ultimi 4-5 anni la barba ha fatto il suo prepotente ritorno nell’immaginario collettivo, prima come segno di distinzione dalla massa, oggi come simbolo di affermazione individuale. Dimenticate i Beckam o i Di Caprio sbarbati che andavano di moda una decina di anni fa, largo a personaggi che hanno fatto della barba un must adatto per ogni occasione. George Clooney, Brad Pitt, perfino Leo Messi ha coperto la sua faccia, altrimenti da bambino, con una folta chioma bruna. Chi ha lanciato la moda e chi l’ha semplicemente seguita, dandole però il suo tratto distintivo e personale. Sono molti coloro che si sono specializzati nella cura “fai da te” della barba chi invece preferisce rivolgersi ai professionisti del settore, capaci di valorizzare la barba dandole un tocco unico, da vero hipster. In Italia sono molte le “botteghe” di barbieri (nel senso stretto della parola) che sono tornati a specializzarsi delle barbe dell’uomo 3.0. Con tanto di panno caldo e rasoio a mano, in location storiche o in nuovi “club” realizzati ad hoc ecco una carrellata di 4 barberie alle quali potete rivolgervi per la cura della vostra barba. | 93 |
La Barberia “Il salotto della città”, così ha definito la sua barberia il fondatore Gianni Cirillo. A Napoli “La Barberia” di via Crispi 13 è un must per chiunque voglia prendersi cura della propria barba: un vero e proprio salotto in cui rifugiarsi, spogliarsi degli abiti del lavoro e dedicare del tempo a sé stessi e al proprio benessere. “La Barberia” è diventata un importante punto d’incontro per uomini di cultura, d’affari, personaggi dello spettacolo, sportivi e gente comune.
| ITALIA CHE VAI
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Antica Barbieria Colla Apre i battenti a Milano nel lontano 1904 in via Manzoni ed è considerato il più famoso e antico indirizzo dove recarsi per farsi fare una barba “come una volta”. Una bottega che è resistita al tempo e alle mode, una location in cui fare un ideale salto nel passato per riscoprire gli stili di un tempo. Antica Barbieria Colla è attualmente in via Gerolamo Morone 3.
Antica Barberia Marchi A Bologna invece è una vera istituzione in materia la Barberia Marchi. Fondata nel 1870 ne sono passate di barbe sotto i rasoi, compresa quella di un celebre personaggio come Vittorio Gassman. Gli arredi antichi, gli ampi specchi, il legno scuro e raffinato immergono in una cornice rilassante, distensiva e chic per tutti coloro che ci tengono al loro aspetto curato. Barberia Marchi è situata in Piazza Cavour 5/d.
Antica Barberia Peppino La storia dell’Antica Barberia Peppino di Roma inizia nel 1957 con l’apertura in un angolo di via Della Vite, a due passi da Piazza di Spagna. Personaggi politici, attori, avvocati ed imprenditori sono passati sulle poltrone della bottega che da 60 anni cura le barbe dei romani, sia personalità di spicco che semplici amatori della loro chioma. Alessandro Creta
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Con Brunello Cucinelli, l’arte sapiente di mescolare lo stile casual ad un’impostazione chic impeccabile viene assurta ai massimi livelli di grazia e bellezza, nel segno della qualità eccelsa dei materiali utilizzati per confezionare i capi. Uno dei maestri dell’alta sartorialità italiana propone una formula vincente che riesce a restituire allo sguardo un limpido equilibrio tra elementi apparentemente contrastanti. Lo spolverino in fantasia scozzese in scala di grigi, che richiama le divise militari del passato, con una doppia fila di bottoni cabochon dorati, è abbinato al panciotto in tessuto impermeabile, sopra jeans a effetto vintage e robusti scarponcini che ricordano quelli da avventuriero delle montagne. L’outfit diviene un divertente gioco di abbinamenti che aiutano l’uomo a sentirsi perfettamente a suo agio in ogni momento della giornata. Il mix and match viene declinato in un’ottica ancora più innovativa, scegliendo di stupire senza inutili eccessi.
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La lavorazione meticolosa e rigorosamente artigianale delle creazioni griffate Brunello Cucinelli è il valore aggiunto che conferisce a ogni dettaglio del look un plus di personalità, di stile, di evocativa potenza visiva. La sovrapposizione di più elementi, dai mocassini stringati color testa di moro dalla robusta para nera al golf dolcevita in cachemire, dal gilet monopetto ai pantaloni skinny alla caviglia, fino ai due capispalla, la giacca bianca e il cappotto scottish, non è mai ridondante ma comunica in maniera spontanea un’idea di leggerezza e disinvoltura, da indossare in piena libertà, senza costrizioni di sorta. La palette di colori esplora tinte neutre ma che non passano mai inosservate: beige, bianco, grigio antracite, bruno di Marte creano insieme quasi un movimento impercettibile che slancia la figura e la esalta, enfatizzandola rispetto all’ambiente circostante, perché l’uomo di Brunello Cucinelli è un protagonista che non ostenta, la sua essenza è sostanza.
La mescolanza è una raffinata arte che non tutti sono in grado di padroneggiare: la collezione uomo di Cucinelli riesce a mixare materiali, colori e pattern senza mai abbandonarsi allo streetwear più spicciolo. Così il blazer in velluto a coste color ruggine si sposa senza imbarazzo con la camicia in tessuto jeans e con il gilet doppiopetto gessato: a concludere l’outfit dei jeans sfrangiati abbinati al dettaglio glamour di una cintura in pelle scamosciata, sottile e con fibbia effetto vintage. Il concetto di bello è qui riportato in formule sperimentali ma destinate immediatamente a farsi classico e ad essere di grande tendenza. L’esclusività dell’alta sartoria scende in strada per nobilitare ogni occasione, nel solco di un equilibrio di forme e colori, di grammature e di particolari estremamente curati, che compone un maestoso quadro di eleganza, in grado non di intimidire ma bensì di infondere calore e sicurezza a chi indossa, riflettendosi anche negli occhi di chi osserva. | 98 |
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La stagione invernale si colloca senz’altro sotto il segno del “Casual Sartoriale”, esplorando una palette di colori che viaggia senza timidezze dai toni neutri ai color block più coraggiosi, con la selezione di una serie di tessuti arricchiti da lavorazioni artigianali peculiari e uniche. Le combinazioni sartoriali si concentrano in modo speciale intorno al capo spalla, che identifica in maniera immediata e iconica la spinta potente dell’eleganza sartoriale in favore dell’esaltazione della fisicità maschile. Anche in questo caso, l’unione di termini dicotomici concorre al raggiungimento di un risultato straordinario: linee fluide da una parte e definizione geometrica dei tagli dall’altra contribuiscono alla creazione di giacche dalla vestibilità “smooth”. Soffici e avvolgenti drappeggi abbracciano il corpo senza appesantirlo o renderlo goffo: in un trionfo di tessuti, colori e sovrapposizioni l’uomo può esprimersi al meglio delle sue possibilità. Il blending contagia anche lo studio e l’elaborazione di nuove soluzioni per la maglieria, attraverso lo sviluppo di pattern innovativi e fantasie sorprendenti. Colori carichi di energia come l’arancio, il rosso e il giallo, insieme a tinte più rilassanti come il tabacco e il tortora, si accostano per ricreare giochi di strisce, rombi e particolari bicolore, garantendo una vivacità visiva per veri appassionati di stile. Abbinare a un maglione finemente lavorato un completo in velluto a coste di gran carattere color vinaccia, con giubbotto color testa di moro in pelle imbottito, dai revers a contrasto, aiuta a costruire un look urbano di grande impatto, che designa un gentleman moderno per nulla intenzionato a rinunciare alla tradizione ma perfettamente in grado di vivere al meglio il suo tempo. Brunello Cucinelli continua a portare avanti con la sua azienda un’ispirazione creativa che mantiene ai massimi livelli la tradizione dell’alta sartorialità italiana, senza disdegnare le influenze e gli spunti della modernità. | 101 |
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CHE LO SHOW ABBIA INIZIO Dopo un 2018 denso di novitĂ e in attesa delle sfide sulle piste, gli sguardi sono tutti puntati sui grandi saloni, in particolare sul Motor Show di Ginevra, tra i pochi ad essere stato risparmiato dalla generale crisi del settore
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performance e design estremi, il cui esordio sul mercato Detroit è stata solo la prima tappa di una lunga è previsto già in primavera. Parola di Bob Carter, Vice lista di appuntamenti con il mondo dell’auto. Il saPresidente esecutivo per le Vendite di Toyota per il comlone nordamericano ha aperto le porte al pubblico parto Nord America: “Con l’eccezione di LF-A, Lexus RC il 14 di gennaio e come al solito non sono mancate F sarà il più veloce e il più potente modello che abbiamo le attesissime novità e i debutti assoluti sul mercamai costruito.” Anche Nissan mantiene un certo riserbo to delle quattro ruote. Eppure è stato l’ultimo inverno sulla presenza in fiera. Per ora sappiamo solo che per il North American International Auto Show (NAIAS) Alfonso Albaisa, Vice Presidente Senior del Design che dal 2020 cambierà collocazione temporale per la Globale, ha confermato la volontà della compagnia prima volta dalla sua nascita nel 1907. Negli ultimi anni, giapponese di introdurre la concept car di un futuro infatti, il NAIAS ha dovuto fare i conti col CES di Las veicolo elettrico nel corso del Salone. Ford ha invece Vegas, la maxi fiera dell’elettronica di consumo che atconfermato il debutto della nuova Mustang Shelby tira sempre di più anche le case automobilistiche GT500 diffondendo un nuovo teaser del vano e che è in programma durante la settimana motore ed esponendo una GT500 precedente. Un cambiamento epocale originale del 1968 nello stand dello anche per quanto riguarda il format: le scorso Salone di Los Angeles. temperature estive porteranno la fiera “Ad eccezione della LFA questo Anticipazioni anche per il Motor fuori dagli spazi del Cobo Center con è il veicolo più potente e veloce Show di Ginevra, che quest’anno aree dedicate ai test-drive, circuiti e che abbiamo mai costruito.” si svolgerà dal 7 al 17 marzo. zone di intrattenimento per il pubblico, Robert Carter, vicepresidente vendite Giunge a quota 89 l’evento sul modello del Salone dell’Auto di Todi Toyota North America svizzero che sembra essere stato rino. Ma torniamo all’ultima edizione e risparmiato dalla generale crisi dei alle esigue novità presentate. saloni internazionali dell’auto, con i numeri importanti Un nome e una foto per Lexus RC F Track Edition, dello scorso anno: quasi mille vetture in esposizione, la nuova supercar in edizione limitata che promette oltre 650 mila visitatori e 157 anteprime mondiali ed europee. Dal sito ufficiale del Salone, sul quale è possibiIl “teaser” della Lexus RC F Track Edition per il prossimo le acquistare i biglietti per partecipare alla kermesse, si North American International Auto Show, che raffigura l’alettone posteriore in fibra di carbonio intravedono le molte novità in programma, a cominciare
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dal nuovo look: nuova grafica per la campagna pubblivisitatori tutto ciò che i produttori e i fornitori stanno citaria e sito web completamente rivisitato. facendo con i loro attuali sviluppi e ciò che stanno proGià annunciata anche l’assenza di alcuni grandi come ponendo per il futuro”. Jaguar, Land Rover e Ford. Volvo rinuncia ad un proprio Tra i brand che parteciperanno spicca la gamma BMW stand, ma sarà comunque rappresentato da Polestar, la 2019 con il debutto della BMW Serie 1 a trazione anversione Racing del brand svedese, che avrà a dispositeriore, novità che rappresenta l’addio al dogma della zione uno spazio più ampio. trazione posteriore, caratteristica che ha da sempre Ma se i big abbandonano, i piccoli brand approfittano definito la Serie 1. La nuova versione andrà a misudella vetrina mondiale. Saranno ben 26 i nuovi esporarsi con la Mercedes Classe A e la futura generasitori per l’edizione 2019, tra questi spicca l’atteso zione di Audi A3, anch’essa in fase di sviluppo. marchio cinese Changan. “Siamo molto lieti che Si aspetta poi il debutto in pubblico della BMW per la prima volta sia presente al Salone di Serie 3 Touring, che esteticamente presenta diGinevra un importante costruttore di auto verse affinità con la Serie 3 berlina svelata al cinese, perché il mercato e l’industria auSalone di Parigi. Per La Serie 3 Touring sono tomobilistica della Cina hanno un grande attesi i turbo benzina 320i e 330i da 184 potenziale per il futuro “ ha dichiarato e 258 cavalli. Assieme a il top di gamma il Direttore Generale del Motor Show, M340i xDrive, un turbo a sei cilindri da André Hefti. 374 cavalli, dovrebbe arrivare anche la Anche l’Ufficio Federale per versione ibrida plug-in l’Energia guarda al futuro, con un’autonomia di per questo motivo l’Ente 60km in modalità puro “Siamo molto lieti che per la prima parteciperà per la quarelettrico. Attesa anche volta sia presente al Salone di Ginevra ta volta consecutiva alla la nuova Kia Ceed SUV un importante costruttore di auto cinese, kermesse. Presente con la che va a completare la perché il mercato e l’industria automobilistica campagna «CO2ribassato» gamma del segmento della Cina hanno un grande per promuovere le autoC - ovvero delle medium vetture attente al risparmio car - del brand coreano. potenziale per il futuro.” energetico, le cui emissioni Forse dotata anche di André Hefti, Direttore Generale del Motor Show di Ginevra non superano i 95 g/km di motori elettrici plugin. anidride carbonica e che Sempre sotto l’insegna appartengono alla categoria di efficienza energetica A Volkswagen troviamo, invece, Audi, con un concept che oppure B. è certamente tra le più attese al Salone di Ginevra: la Altra grande novità del GIMS è un Campus con piattaQ1 elettrica, realizzata sulla piattaforma Meb, un nuovo forme d’informazione, lo Shift Automotive, che risponpunto di partenza per i modelli a zero emissioni. Questa derà alle domande sempre più frequenti sui veicoli vettura verrà costruita in Germania a Zwickau dove elettrici, la mobilità connessa, la guida autonoma, i pacnasceranno anche le Volkswagen ID a 5 porte (previste chetti di servizi digitali e i servizi di trasporto. Quest’aentro la seconda metà del 2019). rea garantirà ai visitatori di sperimentare ed apprendere Audi Q1 contribuirà al raggiungimento delle 12 vetture come le nuove tecnologie dei settori dell’elettronica e elettriche attese entro il 2025, dieci delle quali previste dell’industria automobilistica trasformeranno il mondo entro il 2023. Il piano dei “quattro anelli” annuncia indella mobilità. “Il nostro obiettivo è rendere il Salone vestimenti sull’elettrico per 14 miliardi di euro, all’ininternazionale dell’automobile di Ginevra 2019 ancora terno del programma da 44 miliardi del gruppo rivolto più moderno e focalizzato sul futuro senza perdere la all’innovazione e all’elettro-mobilità. prospettiva dei suoi quasi 100 anni di storia – le parole del direttore generale André Hefti – Presenteremo ai Stefano Valentini | 104 |
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L A S E STA D I M A H LE R P E R L’ A D D I O D I R AT T LE La fine di un‘epoca e un momento saliente della musica: l‘addio di Simon Rattle come direttore principale dei Berliner Philharmoniker con la Sesta Sinfonia di Gustav Mahler è stato premiato dal pubblico con una standing ovation. In questa edizione di alta qualità si può rivivere questo momento speciale sia attraverso il suono che le immagini. L’edizione include anche una registrazione del debutto di Sir Simon con i Berliner nel 1987, sul podio a dirigere la stessa Sinfona, un documentario sul suo lavoro in questi sedici anni e un libro.
“Infinitamente impressionante.” Financial Times
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I SUPER APRONO IL NUOVO ANNO CRN Begallta, Rosetti Supply Vessel 35/50 e Sunreef 120 Power. Sono questi i superyacht da sogno che saranno i grandi protagonisti del 2019
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che ama la scoperta e la navigazione per lunghi periodi, CRN Yacht - cantiere di proprietà del Gruppo Ferretti colpiscono positivamente le numerose vetrate panorami– lo scorso mese ha lanciato il nuovo progetto di 75 che e le ampie terrazze che si estendono fino a raggiungere metri: un’imbarcazione in grado di incarnare uno spirito il sundeck, caratterizzato da superfici sfaccettate. dinamico e all’avanguardia. Begallta si presenta con delle Gli interni richiamano uno stile metropolitano, specie per linee inattese, cariche di uno stile che coniuga innovazione le atmosfere tipiche dei loft newyorkesi: gli ampi spazi e visione futuristica. sono impreziositi dall’utilizzo del vetro e di materiali di Il nuovo progetto è stato sviluppato dall’ufficio tecnico di eccellenza così come da arredi in stile minimal e soluzioni CRN, le linee esterne e il layout degli spazi sono stati readi entertainment all’avanguardia. lizzati dagli studi di design e architettura Lobanov Design, In bella mostra anche mentre per la progettazione Rosetti, che fa il bis con la degli interni il lavoro è stato La silhouette di Begallta, scelta da categoria Supply Vessel: affidato a Pulina DNA. Lobanov Design, cattura sin da subito i due concept sono il 35 e La silhoutte di Begallta, l’attenzione: il design evidenzia un carattere il 50. Entrambi i progetti scelta da Lobanov Design nascono dall’ingegno di appunto, cattura sin da deciso, rappresentato dalla prua affusolata Giovanni Ceccarelli: “Volesubito l’attenzione di chi la che taglia la superficie dell’acqua vo creare un profilo esterno osserva. Il design evidenzia durante la navigazione originale caratterizzato da un carattere deciso, perfetlinee pulite ed essenziali tamente rappresentato dalla che eliminassero elementi prua affusolata che taglia la superflui per arrivare a un design davvero senza tempo”, superficie dell’acqua durante la navigazione; caratteristica queste le parole del designer di lungo corso con esperienza stilistica unica è la linea inclinata che attraversa lo scafo e in ambito di progettazione di imbarcazioni a vela, tra cui la sovrastruttura, come un fascia che unisce i ponti dello anche Mascalzone Latino del 2003 e 2007. yacht, donando un grande senso di elasticità. Le imbarcazioni presentano molti punti in comune, come Questo è uno yacht certamente pensato per un armatore
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le soluzioni progettuali che offrono. Ad esempio lo sfruttamento del ponte di coperta dedicato al trasporto dei toys dell’armatore o ancora per la possibilità di ripartizione degli spazi interni, questi ultimi caratterizzati da un layout degli ambienti con la cabina armatore posta sul ponte superiore così da poter beneficiare di una visione a 180° verso poppa e di una terrazza privata. Il ponte principale, in entrambi i catamarani, ospita un’ampia zona lounge con isola centrale che la collega all’area dining. Le motorizzazioni si differenziano per ragioni di potenza rapportata alle dimensioni: due motori Man 1000 hp per il 35 metri e due motori da 1.400 hp per il 50 metri. Il 35 metri è caratterizzato da 3 ponti e dagli apprezzabili 8.25 metri di larghezza. Un ponte principale può ospitare un tender – alloggiabile grazie alla gruetta – e una piscina di 6,7 mq
ad estrema poppa. In alternativa, oltre al tender si può alloggiare un sottomarino di piccole dimensioni. Di contro il concept da 50 dispone di una larghezza massima di quasi 10 metri, il che permette di usufruire di spazi molto ampli. Un esempio? Il ponte principale disposto su due livelli che ha una superficie di 170 metri quadrati, inclusa la zona dining, relax e una piscina riscaldata con idromassaggio, così da poter beneficiare degli spazi esterni anche durante i periodi più freddi. Similmente al 35 metri, e a completa discrezione dell’armatore, questo spazio può essere utilizzato per un piccolo toy dedicato alle esplorazioni sottomarine. Inseriamo infine nell’elenco il più recente concept di Sunreef Yachts, il 120 Power. Un multiscafo a motore, grande e slanciato dalle linee inconfondibili e dinamiche che prendono spunto dalle supercar. La prua rovesciata, lo scafo molto ampio e le vetrate generose rendono il nuovo panfilo elegante e sportivo, che si conferma tale anche per l’accattivante predisposizione di luci a LED e di elementi cromati. Il Sunreef Power 120 ha una
Il Supply Vessel 35 di Rossetti è caratterizzato da 3 ponti e dagli apprezzabili 8.25 metri di larghezza. Un ponte principale può ospitare un tender – alloggiabile grazie alla gruetta – e una piscina di 6,7 mq ad estrema poppa.
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Il 120 Power di Sunreef Yachts è un multiscafo a motore, grande lunghezza di 36.6 metri e una larghezza massima di 14.4 e slanciato dalle linee inconfondibili e dinamiche che prendono metri, dimensioni traducibili in una piena libertà in termispunto dalle supercar. ni di arredamento e disposizione degli spazi; la prima protrovano un rifugio tranquillo nelle 3 lussuose cabine con posta di layout comprende 4 cabine ospiti che permettono bagno privato. Non manca lo spazio per l’equipaggio che di far alloggiare comodamente fino a 8 ospiti. Sul livello si trova nello scafo di sinistra, qui a disposizione confordel ponte principale sono previste 3 porte scorrevoli che tevoli sistemazioni per altre 7 collegano il salone ai passaggi persone. laterali, creando un ampio spazio esterno. I divani, ovviamente Al di sopra del ponte principale Il Sunreef Power 120 ha una lunghezza modulari, sono il punto centrale si trova quella che per eccellendi 36.6 metri e una larghezza massima di dell’area relax, dotata di TV da za è la zona relax, ovvero il fly14.4 metri, dimensioni traducibili in una 110 pollici e di schermi interattibridge, impreziosito dal bar, da una spa con piscina e da molto vi, oltre che di un sistema audio piena libertà in termini di arredamento spazio per i lettini da massaggi premium. La suite padronale è e disposizione degli spazi e attrezzi da palestra. Infine, predisposta verso la prua così l’ampio garage che garantisce che l’armatore può beneficiare all’armatore di avere sempre a della larghezza massima di 14.4 portata di mano il tender, il jet-ski e altri water toys. metri, nei quali si sviluppano anche un’ampia cabina spogliatoio, un bagno spazioso e l’accesso diretto a una Stefano Valentini terrazza privata. A dritta dal ponte principale, gli ospiti
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IL FUTURO DELLA MOBILITÀ È SEMPRE PIÙ SEMPLICE Quella del noleggio a lungo termine è una soluzione che negli ultimi anni sta riscuotendo un progressivo successo nel mercato automotive. Perché comprarla se puoi noleggiarla?
consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in Oggi il NLT si può considerare uno strumento di oltre 50 anni di attività. L’attività di Automotive Service grande importanza per le aziende, per fidelizzare Group è rivolta a professionisti, PMI e privati che il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorintendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di renza, un aspetto quanto mai importante in un Noleggio a Lungo Termine che la società è in grado di periodo in cui sulle risorse umane vengono inveoffrire, grazie alla partnership di ALD Automotive. stiti ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. La formula può variare da uno a tre anni, e meno Il fleet management consiste nel beneficiare dei servizi frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. di noleggio, lasciando alle aziende la proprietà dell’auto, È previsto il pagamento di un canone mensile come una formula vincente utilizzata da imprese di ogni dicopertura delle spese dalla mensione che hanno veicoli tassa di proprietà, bollo, in proprietà o in noleggio e manutenzione ordinaria e che scelgono di demandare L’attività di Automotive Service Group straordinaria alla gestione in outsourcing solo una è rivolta a professionisti, PMI e privati dei sinistri, assicurazioparte dei servizi. che intendono avvalersi dei vantaggi ne, cambio pneumatici e Ma questa formula piace derivati dai servizi di Noleggio a Lungo gestione delle multe. Chi sempre più anche ai privati, Termine che la società è in grado di offrire, prende a noleggio il veia chiunque voglia un’auto colo deve badare al solo nuova senza nessun altra grazie alla partnership di ALD Automotive. carburante e seguire le preoccupazione, perchè istruzioni per una corretta grazie a un canone unico manutenzione dell’auto, con controlli periodici nelle con bollo, assicurazione, copertura danni completa e manutenzioni si può vivere la guida a pieno e in tutta autofficine convenzionate. Il canone varia a seconda del tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, sicurezza. In questo quadro si inserisce Automotive del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi Service Group che svolge attività di mediazione e supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, struconsulenza nel settore del Noleggio di autoveicoli a menti di gestione della car policy, rapporti informativi lungo termine in partnership con ALD Automotive, sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo per l’acquisto del carburante. termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla | 111 |
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I VANTAGGI DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE • Finanziari: nessuna anticipazione e immobilizzo di capitali per l’acquisto del veicolo, il pagamento della tassa di proprietà e i servizi legati alla gestione del veicolo;
• Economici: il potere d’acquisto di un grande operatore consente di accedere a costi estremamente competitivi per i veicoli, l’assicurazione, la manutenzione ed il finanziamento.
• Gestionali: la possibilità di prevedere un pacchetto di servizi “all inclusive” ed un canone fisso mensile, eliminano il rischio di dover sostenere spese non programmate, facilitando la pianificazione dei costi legati alla gestione del veicolo;
Automotive Service Group partner of ALD Automotive Sede Operativa: Viale dell’Esperanto, 71 – Zona Eur Roma Tel. 06.87752179 email: commerciale@automotivesg.com Showroom SICCA: Via Leone XIII snc angolo Viale Gregorio VII, Roma Web: www.automotivesg.com
• Amministrativi: tutte le attività, sia in ufficio che su strada, sono terziarizzate;
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A BRIEF INQUIRY INTO ONLINE RELATIONSHIPS
by Riccardo Cavrioli
NUANCES
by “SOFTER STILL” (Autoproduzione - 2018)
by “THE 1975” (Dirty Hit - 2018)
Aspettavamo con ansia questo esordio dei Softer Still, che conferma quanto di buono la band inglese aveva espresso con i singoli e gli EP anticipatori (per non parlare delle magnifiche cover di Brighter ed Everything But The Girl). “Nuances” riprende solo alcune perle del passato della band, abbiamo quindi molti inediti che si dimostrano assolutamente all’altezza di quelle gemme melodiche che avevano segnato i primi percorsi della band. Gli anni ’80, con i synth, quelle ritmiche così incalzanti e alte nel mix, il sound declinato secondo il magico verbo del sophistipop: tutto quello che volevamo dai Softer Still lo troviamo, ma, per fortuna, non manca mai nemmeno quel tocco sognante e magico che avvolge ogni brano, rendendolo capace di entrarci subito sottopelle, avvolgente e malinconico come potrebbe essere “Why Does It Rain”, ma anche ballabile e capace di farci muovere testa e piedi, vedi “Priorities”. In questo ultimo periodo l’estetica dream-pop ha preso molto piede, con chitarre che paiono cristallizzate in riverberi onirici e morbidi: i Softer Still seguono questa corrente, ma la inseriscono in forti richiami anni ’80, riuscendo ad amalgamare il tutto alla perfezione, anche (e sopratutto) alla luce di una facilità melodica impressionante: ogni ritornello è a presa rapidissima.
Fioccano i 9 per il disco dei 1975. Stampa inglese in ginocchio, ma era prevedibile: i 4 ragazzi di Manchester sono un vanto nazionale e anche frasi balorde come “questo disco sarà ai livelli di ‘Ok Computer’ e ‘The Queen Is Dead’ “non sono guardate con sospetto, ma anzi, i giornali ora fanno di tutto per trovare le assonanze su questo album e il terzo lavoro dei Radiohead. Niente di più sbagliato. Sgomberiamo l’equivoco in cui molte recensioni cadono, parlando di un disco che segna la nuova via del rock. I 1975 sono un gruppo pop, che ama fare un po’ di tutto (da questo punto di vista sono una band perfetta per l’epoca in cui viviamo, sia nella proposta, che passa dalla ballata acustica, al funk, dall’ R’n’B a soluzioni più oniriche ed elettroniche, sempre con una produzione accuratissima, sia nel modo di porsi, sia nel look sempre in divenire, sia nell’uso dei social), ma sopratutto che ricicla (con bravura e furbizia) canoni già in voga, mentre i Radiohead nel loro terzo album avevano realmente inventato un nuovo codice, con sagacia e voglia di sperimentare in ambito, appunto, rock. Differenza non da poco. Il terzo album della formazione di Matt Healy è comunque, tra alti e bassi, il loro migliore e si dimostra ben piacevole all’ascolto. Ma gridare al miracolo ci pare eccessivo.
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