Quando l’eccellenza è donna - TEFAF 2013 - Il ritorno di Tornatore - Smau Business Roma - Mario Draghi, l’uomo dell’euro - Salone di Ginevra 2013 - Verso il Conclave
PROGRESS
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Mensile di Politica, Economia, Attualità e Cultura. Numero 64 (Nuova Serie) € 3,50 www.progressonline.it
DOSSIER DONNE QUANDO L’ECCELLENZA È DONNA Ritratti - interviste di donne di successo in un mondo ancora troppo profondamente segnato da differenze di genere
ARTE TEFAF 2013 A Maastricht si parla d’arte
RITRATTI MARIO DRAGHI L’uomo dell’euro
CINEMA IL RITORNO DI TORNATORE Intervista al regista de “La migliore Offerta”
EVENTI
SMAU BUSINESS ROMA 100 novità per ripartire
AUTO SALONE DI GINEVRA 2013 Innovazione contro la crisi
COVER STORY
VERSO IL CONCLAVE NUMERO 64
ASPETTANDO ...GODOT! Per la prima volta dopo secoli il Conclave si apre sullo sfondo di un inedito scenario: un papa “emerito“ che all’ombra dei giardini Vaticani - farà pesare la sua presenza e il suo potente atto d’accusa verso la Curia.
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L’ITALIA SENZA UN GOVERNO
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Sono passati ormai quasi 20 giorni dalle elezioni che hanno il nuovo parlamento italiano, e - mentre scriviamo - il nostro paese non ha ancora un nuovo governo. L’esito equilibratissimo delle elezioni tra le 3 principali forze politiche (PdlLega Nord, Pd-Sel e Movimento 5 Stelle), e le dichiarazioni di questi giorni dei loro rappresentanti rendono complicatissima la sola nascita di un nuovo Governo. Il Pd chiede collaborazione a Grillo ma il Movimento, sostenuto dal malcontento popolare, non darà mai un supporto
istituzionalizzato al centro-sinistra, semmai è pronto a votare singoli provvedimenti che saranno consoni al suo programma. L’unica alternativa praticabile resta dunque un governo trasversale col Pdl, ma Bersani sa bene che una soluzione del genere, anche nel caso di un buon lavoro, non verrebbe comunque premiata alle successive elezioni. Cosa può “salvare” dunque l’Italia da nuove elezioni? L’ipotesi più probabile sarebbe un Governo che al Senato veda uscire i grillini nel momento del voto di fiducia, rischiando però una
crisi su ogni legge. Resta il Pdl che, invece, sottolinea come la governabilità, a costo di scendere a compromessi tra forze politiche diverse, debba rappresentare un must per tutti. A valle di tutti i ragionamenti possibili, è quindi evidente che il Movimento 5 Stelle ha per ora già reso impotenti a governare i vecchi attori della politica, ed utilizzerà questi mesi per preparare il possibile governo del post nuove elezioni, dal momento che in vista di quelle, solo Pd e Pdl hanno qualcosa da perdere ancora dal punto di vista del consenso popolare.
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■ 22 VERSO IL CONCLAVE
IPNOTIZZATI DAL VATICANO
■ 28 CARO ELETTORE ITALIANO... PERCHÈ LO FAI?
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30 BYE BYE GRILLO
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34 RITRATTO DI MARIO DRAGHI
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38 DOSSIER DONNE
■
52 INTERVISTA A SILVIA NICOLIS
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56 INTERVISTA AL REGISTA
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58 IL SUCCESSO DI PAYPAL
“ESPORTIAMO LA DEMOCRAZIA”
L’UOMO DELL’EURO
QUANDO L’ECCELLENZA È DONNA
LA SIGNORA DELLE AUTO
IL RITORNO DI TORNATORE
IL SIGNORE DEL PORTAFOGLIO DIGITALE
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FOTOREPORTAGE
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DA NEW YORK
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DA PARIGI
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DA LONDRA
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PERSONAGGIO
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DESIGN
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FOOD
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ECONOMY
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CULTURA
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ART
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SHOWBIZ
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CARS
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BOAT
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FASHION
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MODA
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TUNES
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60 PROMOTION EXPO 2013
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62 SMAU BUSINESS ROMA
COMUNICAZIONE E MARKETING IN FIERA
100 NOVITÀ PER RIPARTIRE 66
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66 TEFAF 2013
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74 IL RITORNO DI BOWIE
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76 COSA C’È DIETRO L’ANGOLO
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78 150 ANNI DI BAYER
A MAASTRICHT SI PARLA D’ARTE
DOVE SEI, DAVID?
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104 LE NOVITÀ TOYOTA
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LA FERRARI CORRE NEI MERCATI
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DUBAI BOAT SHOW
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Uffici Commerciali Roma, Via Pereira, 41 - 00136 Milano, Via Petrella, 21 - 20124
IL SUCCESSO ATTRAVERSO INNOVAZIONE E CAMBIAMENTO
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Progress è una pubblicazione curata da Società Eventi Internazionali s.r.l. Via Romeo Rodriguez Pereira, 41/A 00135 - Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010 Progress n°63 / Gennaio 2013
LO SCOPRIREMO PREVEDENDO (?)
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SALONE DI GINEVRA 2013
INNOVAZIONE CONTRO LA CRISI
Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Alessandro Petrone direzione@edizionisei.com Direttore Editoriale Franco Del Panta Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com
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LE NOVITÀ MERCEDES BENZ
IL FUTURO A GINEVRA HA UNA STELLA A TRE PUNTE
Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com I. Basile, D. Battaglia, M.L.C. Beduschi, R. Leggio, M.G. Morini, P. Romeo, D. Marianacci, E. Rodi, F. Aliberti, A. Tomassi, F. Vagnozzi, P. Vaccaro, E. Pasca, L. Saggio, R. Leggio, S. De Martin, L. Martano, E. Bonardi, A. Paccosi, D. Zaccaretti, L. Paolicelli
REGINA, DA QUATTRO GENERAZIONI
IL CAVALLINO NON CONOSCE CRISI
Marketing & ICT Milko Vaccaro Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Editing e traduzioni Tris Bruce Art Direction Romina Plini Stampa e Allestimento S.E.I. Distribuzione Giuseppe Ventura Emilian Press Srl - Spediservice Srl - CDL Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com www.progressonline.it
LE BARCHE ITALIANE SFILANO A DUBAI 114
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QUARTIERE STORICO
VIVERE IL MARAIS
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Fotografie Shutterstock, Sascha Von Mallinckrodt M.G. Morini, L. M. C. Beduschi, Luca Omiccioli, Milko Vaccaro N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.
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ITALO ARRIVA PRIMO... NEL DESIGN
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Per la rivista britannica Wallpaper è tra i
mercato. In particolare il treno NTV, in
appena trascorso per undici diverse
migliori prodotti dell’anno. Italo tra le
esercizio in Italia da aprile scorso, si è
categorie: dalla miglior città, alla collezione
eccellenze del design e dello stile
aggiudicato la categoria “Life enhancer of the
di moda più interessante, fino al ristorante
internazionale.
year”, la sezione dedicata ai progetti che migliorano la vita. La testata internazionale affida ogni anno a un panel di grandi nomi della moda, del design e dell’architettura la responsabilità di selezionare il “best of the best” dell’anno
giudicato numero uno al mondo.
L’influente rivista britannica “Wallpaper Magazine” ha incluso il treno realizzato da Alstom per NTV tra i vincitori del prestigioso Design Award 2013,un premio assegnato ogni anno ai prodotti più belli e innovativi sul
Il treno Italo, in soli 8 mesi di esercizio, è già stato scelto da oltre 2 milioni di viaggiatori. www.italotreno.it di Franco Del Panta
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da new york da new york da new york da new york da new york
da new york
da new york
di LAURA BARBUSCIA
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EASTER DAY: SULLA 5TH AVENUE LA GENTE SFOGGIA VESTITI COLORATI E CAPPELLI PASQUALI
Il 31 marzo, giorno di Pasqua, si terrà la consueta parata lungo la Fifth Avenue, tra la 44th Street e la 57th Street. Una parata differente rispetto alle altre che vengono organizzate in città. Infatti, quella di Pasqua non prevede nè bande musicali o palloni aerostatici giganti, bensì' cappelli colorati di tutte le forme e misure, da quelli più elaborati e costosi a quelli davvero improponibili ma comunque originali e simpatici. Tra le 10:00 e le 16:00 il tratto di strada interessato resterà chiuso al traffico per lasciar spazio ad uno degli eventi più caratteristici della festa: l'Easter Bonnets. Partecipano da tutto il mondo, e per l'occasione in molti porteranno con se anche i loro piccoli animali domestici che verranno vestiti con fiocchi e cappellini. I più piccoli, invece, potranno divertirsi con le tante "caccia alle uova" organizzate nei diversi parchi della città. Una tradizione anche questa che prevede di scovare le tante uova colorate nascoste nei prati.
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PINK A MADISON SQUARE GARDEN
Alecia Beth Moore, in arte Pink, è una cantautrice e attrice statunitense, molto ironica, forte e dall'aspetto agressivo. Nel corso della sua carriera ha ottenuto un grande successo in tutto il mondo, vendendo oltre 40 milioni di album e 70 milioni di singoli. È divenuta sempre più popolare, riuscendo ad affermarsi come una delle voci più grintose e potenti del panorama musicale mondiale degli anni 2000. Ora, il suo tour: dopo Atlanta, Nashville, Chicago, Toronto, Washington e Philadelphia, è la volta di New York. Il 22 marzo, ore 20:00, Pink si esibirà, infatti, in Madison Square Garden, e
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L'evento, che si ripete da oltre 100 anni, nasce dall'esigenza di vestire abiti nuovi per il giorno di Pasqua come promessa di rinnovamento spirituale e di redenzione. Insomma, l' Easter Day, sulla 5th Avenue, è un'esperienza che, almeno una volta nella vita, ognuno di noi dovrebbe vivere. www.gonyc.about.com
MARZO 2013
con la sua voce riempirà le strade della Grande Mela. La cantante, nota anche per i numerosi trattamenti di colore nei capelli: striati, tinti di blu, castani, biondi e rosa, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui 5 MTV Video Music Awards e 3Grammy Awards. Il nomignolo, Pink, è stato scelto dapprima per la sua carnagione rosea, poi per il colorito che assume ogni volta che s'imbarazza e, infine, per l'arrivo di Mr.Pink, nel film di Quentin Tarantino "Le Iene". L'artista riuscirà, anche questa volta, a far sognare i suoi fan e a farli emozionare grazie alla sua grinta e voce da "urlo"? www.pinkspage.com
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PRONTI PER LA MEZZA MARATONA DELLA GRANDE MELA L'ottava edizione della NYC Half Marathon, la Mezza maratona della Grande Mela, si svolgerà domenica 17 Marzo 2013 e come ogni anno richiamerà migliaia di partecipanti da tutto il mondo. La partenza è prevista alle ore 7,30 da Central Park West (vicino alla 64th Street), ma è necessario trovarsi nei rispettivi corral di partenza entro le ore 7.15. Una corsa fantastica che attraversa tutta Manhattan, da Central Park a Battery Park, passando per Times Square. Una gara di 21km, il cui tempo limite è di 3 ore, ma non per questo deve essere intesa, rispetto alla maratona, come una competizione inferiore. L'organizzazione è eccellente: i punti di ristoro sono regolari. Inoltre, è presente un servizio medico ed il traffico viene bloccato lungo tutto il percorso di gara. Verranno inoltre allestiti alcuni View Point, da cui godere di una perfetta visuale della gara. Lungo il percorso ci saranno ben 18 postazioni con intrattenimenti musicali per dare un ritmo speciale alla corsa. La gara rappresenta non solo un grande evento sportivo, ma anche un modo eccellente per scoprire Manhattan, correndo.
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DA PARIGI__mastro Progress 06/03/13 15.03 Pagina 1
da parigi
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di LAURA BARBUSCIA
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PARIS FASHION WEEK
Dopo la Milano “fashion week”, tradizionale settimana della moda, è il turno di Parigi con le sfilate di preta-porter fino al 6 marzo. Con la loro innata eleganza ed immancabile charme scendono in passerella le grandi Maison Chanel, Dior e Louis Vuitton, (solo per fare alcuni nomi). La fashion week prosegue con Balenciaga, da novembre 2012 sotto la direzione creativa di Alexander Wang, poi Carven, Balmain e Lanvin. Il 1 marzo sarà la volta di Christian Dior, che occupa la giornata insieme a nomi come Hussein Chalayan, Issey Miyake e Maison Martin Margiela. E poi via ancora il 2 marzo con Vivienne Westwood e Jean Paul Gaultier, insieme a Victor & Rolf e Comme Des Garconne. Il 3 marzo sarà
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la volta di Kenzo, Costume National, Celine, Chloè, JohnGalliano e Givenchy. Poi, il giorno successivo, Stella McCartney, Giambattista Valli, Yves Saint Laurent e Emanuel Ungaro, con la prima collezione firmata da Fausto Puglisi. Si prosegue il 5 marzo con Chanel, Valentino, Alexander McQueen ed Hermes. Insomma, tutto il meglio che la moda francese può esprimere. Eppure, otre ai francesi storici, Parigi è famosa per ospitare i migliori e più creativi designer del mondo, tra cui il fior fiore del Giappone, come Yamamoto e Miyake, e le brillanti creazioni della scuola di Anversa, come Maison Martin Margiela e Ann Demeulemeester, Issey e molti altri. La prima, e forse ultima, parola sull'alta moda spetta come sempre a Parigi, visto che la kermesse sotto la Tour Eiffel è l'ultima occasione per scoprire le tendenze moda fall winter 2013/2014, dopo le Fashion Week di New York, Londra e Milano. www.fashionweekdates.com
SALONE DEL LIBRO A PARIGI
Le "Salon du livre" è la più grande manifestazione francese nel campo dell’editoria, e fra le più importanti in Europa. L'evento si terrà, dal 22 al 25 marzo 2013, nelle vastissime hall del Parc des Expositions di Parigi, dove potrete incontrare espositori da tutto il mondo, grandi e piccoli editori e rappresentanti dell'industria editoriale, venuti non solo per affari ma anche per promuovere la loro cultura e letteratura. Il salone, non a caso, offre una diversità editoriale unica: dal libro cartaceo all’e-
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book, dal libro d’arte al tascabile, dall’album illustrato ai manga. Inoltre, mostre, conferenze e dibattiti, tavole rotonde e molto altro ancora, animeranno le quattro giornate, promuovendo la creazione editoriale francese. Le grandi tematiche che verranno affrontate saranno cinque: la letteratura rumena, Barcellona cittàospite, i libri e la cucina, i libri di pregio e la creazione editoriale francese. Quest’anno, alla 33° edizione del salone, saranno rappresentati 45 Paesi ed oltre al grande pubblico, si aspettano 35 000 visitatori specializzati. Il Salone del libro è un appuntamento imperdibile nel calendario internazionale del mercato editoriale ed è la prova che la Francia occupa un posto d'onore nel panorama editoriale globale di oggi per la sua diversità, la sua ricchezza, il suo dinamismo e la forza dell'innovazione. www.salondulivreparis.com
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I MUSEI CELEBRANO LA FESTA DELLA DONNA Parigi è una città in continuo movimento, sempre protagonista della scena culturale europea, che ospita innumerevoli ed entusiasmanti eventi. Tra questi ne annoveriamo uno dedicato interamente al c.d. “sesso debole”, che si terrà venerdì 8 marzo 2013. In occasione della festa della donna, i musei di Parigi celebrano la giornata internazionale dei diritti della "femme" con delle animazioni tematiche. Il museo Cercnuschi proporrà un percorso attraverso la rappresentazione della donna nella tradizione cinese, la quale comporta il costume barbaro di bendare i piedi delle bambine a partire dai quattro anni e ciò comporta mutilazioni molto gravi. Infatti i famosi "piedi di loto" sono una deformazione dolorosissima oltre che un fortissimo handicap. Al museo d'Arte Moderna, la mostra "Femme Objet", analizza ed approfondisce per immagini il tema dell'alienazione femminile. Al Musée Carnavalet un percorso sulle contraddizioni della condizione femminile nei secoli XVII e XIX secolo, da una lato alcune dame ricche, colte e rispettate dall'altro una quotidianità fatta di violenza e disprezzo ed ingiustizia.
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Concessione AAMS del 5 agosto 2010 per le lotterie ad estrazione istantanea
Puoi Pu Puo uo oi vincer oi vvincere vin inc in nce ce erre re ďŹ no ďŹ n no a
e uro ro a me ese per e ve ent t ’anni. ni. eu all mese ese pe err vvent ent nt’a ’an ’a nni. euro p vent’anni. anni anni. 15 115.000 5 5.000 .000 0 0 00 00 5.00 0 eur Gioca consapevolmente. Scopri tutti i premi delle lotterie Gratta e Vinci e i dettagli dei regolamenti di gioco su www.grattaevinci.com
IL GIOCO Ăˆ VIETTATO T AI MINORI DI ANNI 18
DA LONDRA__mastro Progress 06/03/13 15.04 Pagina 1
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di LAURA BARBUSCIA
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ROY LICHTENSTEIN: DI SCENA ALLA TATE MODERN DI LONDRA
Roy Lichtenstein, il genio americano della Pop art, è considerato uno degli artisti più noti del ventesimo secolo. Per questo, all'artista è stata dedicata la «Roy Lichtenstein: a retrospective», la più grande retrospettiva negli ultimi vent'anni, inaugurata alla Tate Modem Gallery di Londra, che resterà aperta fino al 27 maggio. Al maestro va riconosciuto il merito di aver trasformato semplici immagini di fumetti ingranditi in arte sofisticata e di aver sperimentato un nuovo stile di pittura, eseguita a mano. La mostra riunisce 125 dei suoi più importanti dipinti e sculture, tele,
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TORNA ST. PATRICK'S DAY
La festa di San Patrizio, chiamata anche St. Paddy's Day, è la più amata e famosa festa irlandese che cade la domenica più vicina al 17 marzo. È un evento che supera i confini nazionali per essere celebrato in tutto il mondo: infatti, è molto sentito anche a Londra, dove la parata, attrazione principale, parte da Green Park, passa per il centro della città, e alle 12 arriva a Trafalgar Square. Si festeggia con sfilate, eventi, musica e balli, tutti in un unica tonalità: il verde. Il trifoglio e il folletto Leprechaun sono i due simboli principali della festa. Il primo, perchè secondo la tradizione S. Patrizio usò il trifoglio per illustrare il concetto di trinità ai Celti, e il secondo, è un folletto ciabattino che quando non è impegnato a lavorare si dedica solo a fare
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schizzi e disegni su carta. I suoi lavori più noti, quelli tratti dai fumetti e dalle immagini pubblicitarie, occupano solo una stanza, seppur quella centrale. Nelle sale limitrofe, invece, sono esposte le opere legate alle correnti europee dell’Espressionismo, Futurismo, Surrealismo, e quelle raffiguranti grandi nudi femminili e paesaggi cinesi. La sua arte, prodotta fino alla metà degli anni Novanta, rimane una delle espressioni più originali della cultura americana del secondo dopoguerra. www.tate.org.uk
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scherzi. È proprio la sua maschera ad aprire le sfilate. I Londinesi, sebbene non siano grandi ammiratori e simpatizzanti dei cugini irlandesi, nel giorno di San Patrizio si dimenticano di tutto, e hanno un solo obiettivo: fare baldoria. Lo scorso anno, il St. Patrick’s day, vide la partecipazione di oltre 100 mila persone, vista l'importanza mondiale dell'evento. www.st-patricks-day.com
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OXFORD E CAMBRIDGE: SFIDA SUL TAMIGI Sicuramente ne avrete sentito parlare, oppure l'avrete vista in televisione in un film. La regata OxfordCambridge (in inglese semplicemente Boat Race) è il nome di una delle più celebri gare di canottaggio del mondo. Si disputa, annualmente, sul fiumeTamigi, tra un equipaggio dell'Università di Oxford e uno dell'Università di Cambridge. Quest'anno, la gara si terrà il 31 marzo, dalle ore 16:30 alle ora 17:00. I due equipaggi sono composti entrambi da otto vogatori e un timoniere, tra i quali sono poi usciti veri e propri campioni che hanno fatto parte degli equipaggi più forti del mondo, fino ad arrivare alle olimpiadi. La regata viene disputata lungo una distanza di 6.799 metri (4 miglia e 374 iarde), e comporta un notevole sforzo fisico. Le folle si apprestano a tifare i rematori tra Mortlake e Putney, sulle due sponde del Tamigi. È un vero spettacolo per la più famosa gara di canottaggio del mondo, davvero imperdibile. www.theboatrace.org
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PERSONAGGIO __mastro Progress 12/03/13 10.15 Pagina 1
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di LAUDIA CATALLI
“GLI ANIMALI HANNO MOLTO DA INSEGNARCI” divergenza tra mondo animale e esseri umani. Ecco perché, a seguito dei corti dedicati a tecniche di seduzione e vite sessuali degli insetti (‘Green Porno’ e ‘Seduce me’), ha voluto ora realizzare ‘Mammas’, presentato in anteprima fuori competizione alla sessantatreesima edizione della Berlinale. Icona di bellezza e fascino senza età, figlia d’arte d’eccezione di una musa come Ingrid Bergman e di un cineasta che con i suoi film ha fatto la storia del cinema italiano, Isabella Rossellini, ex modella di fama internazionale, è oggi un’attrice e una regista impegnatissima. Soprattutto sul versante della ricerca “cinescientifica”: da tempo è intenta a firmare progetti visivi intesi a esplorare i punti di contatto e di
Isabella, cosa la affascina del mondo animale? Mi interessa il viaggio e l’esplorazione dei segreti della natura, rintracciando insegnamenti e spunti di riflessione nel mondo animale. Quando mi hanno chiesto di fare questo film, ad esempio, mi è capitato di leggere un libro di una scienziata, Marlene Zuk, decisa a voleva indagare se l’istinto materno consistesse, di fatto, nella
prontezza al sacrificio. Perché l’essenza della maternità, a livello di esseri umani, sembra essere proprio la disponibilità assoluta, l’esposizione al rischio, il prendersi cura di genitori, marito, figli. Ecco, lei ha provato a rintracciare simili atteggiamenti nel mondo animale, e la conclusione delle sue ricerche è stata che, sia nel mondo animale che umano, il punto cruciale è l’amministrazione. In che senso? Una buona gestione familiare è il segreto per essere una buona madre, non lo spirito del sacrificio. Prendiamo i topi ad esempio: in casi di grandi cucciolate, la madre ne mangia qualcuno. Al di là di ciò che può sembrare, non è un atto mostruoso, ma salutare: in questo modo può salvare alcuni figli, occuparsi al meglio di loro e conservare energie, così da non doversi neanche spostare per andare a caccia di cibo. Gli animali possono insegnarci molte cose, soprattutto a non considerare innaturale ciò che biologicamente non lo è. Ad un certo punto della sua carriera ha scelto di affiancare al suo mestiere d’attrice anche la vocazione per la regia: che tipo di marcia in più le offre?
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Sto iniziando a comprendere meglio i film e i registi: stare dietro la macchina da presa ti fa capire fino in fondo cosa c’è dietro alla realizzazione di una scena, e ti inizi a interessare di aspetti come la musica o il montaggio di cui, come attore, magari trascuravi totalmente l’esistenza. Diventi anche più consapevole come attore, in un certo senso, quando provi a fare il regista. E io ho tutta l’intenzione di continuare, sempre occupandomi di questo progetto con interesse biologico sul mondo animale. A proposito di regia, vorrei chiederle un commento sull’incresciosa situazione di Jafar Panahi, il regista iraniano condannato a vent’anni di non creatività. Lo ammiro molto, conosco bene il suo cinema e trovo assurda e tremenda la sua condanna. Quand’ero presidente di giuria a Berlino fino all’ultimo ci auguravamo tutti che venisse, e gli abbiamo giustamente riservato e mantenuto una sedia vuota. Ricordo ancora la toccante lettera che ci mandò, in cui scrisse pressappoco queste parole: “Potete togliermi tutto, tranne l’immaginazione”. Un uomo e un artista davvero da stimare.
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DESIGN__mastro Progress 06/03/13 15.25 Pagina 1
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di LAURA SAGGIO
L'EMPATICA CITTÀ DEL DESIGN Anche quest'anno SaintÉtienne riafferma il suo status di capitale mondiale del design, (dal 14 al 31 marzo) con l'ottava edizione della Biennale Internazionale del Design. Dal 2010 la cittadina francese fa parte di un gruppo molto ristretto delle città UNESCO del design (undici città nel mondo e tre in Europa: Saint-Étienne, Berlino e Graz), ogni anno
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protagoniste di importanti esposizioni internazionali. La Biennale francese, attraverso un percorso articolato tra mostre (circa 50) e appuntamenti (forum, workshop, dibattiti …), affronterà grandi questioni d'interesse sociale, oggi più che mai scosse dalle molteplici innovazioni tecnologiche che cambiano e influenzano i nostri
stili di vita. Il tema dell'esposizione, sollecitato dalle numerose riflessioni di sociologi, filosofi, antropologi, sarà: l'empatia, esperienza dell'altro. Questa scelta apparentemente slegata con i problemi pratici sociali, in realtà vuole sottolineare come, attraverso l'arte, si possa tornare a pensare ad una società più rispettosa della comunità e più attenta alle esigenze della collettività tutta. Unire l'empatia alla costruzione significa iniziare a cambiare le prospettive sulle quali finora si sono rette le fondamenta delle città. Significa, cioè, progettare secondo i bisogni e le aspettative dei cittadini, certamente senza mai mettere in secondo piano l'aspetto funzionale ed estetico. I visitatori previsti per questa edizione sono circa 85.000, oltre alla partecipazione di un'ampia schiera di professionisti del settore. Un'occasione di
incontro tra i progettisti degli spazi e chi abita questi spazi, un evento che si pone come luogo sinergico di collaborazione sensibile. Certamente il progetto della Biennale Internazionale del Design è ambizioso: catalizzare le attuali riflessioni sull'invasione tecnologica alla quale tutti noi siamo sottoposti, non è un'impresa facile, ma empaticamente possibile. www.citedudesign.com
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di LAURA SAGGIO
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QUINOA, LA MADRE DI TUTTI I SEMI Da gennaio, siamo ufficialmente entrati nell'Anno Internazionale della Quinoa, a deciderlo una dichiarazione delle Nazioni Unite sostenuta dalla FAO e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo l'Onu, la quinoa potrebbe contribuire, più di altri alimenti, a garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e lo sradicamento della povertà nel pianeta. Tutto il mondo si vedrà perciò impegnato nei prossimi mesi a ideare progetti 'divulgativi' di questo piccolo cereale, considerato dai lungimiranti Inca: “madre di tutti i semi”. La pianta, scoperta 5 mila anni fa, è
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originaria delle Ande e viene coltivata ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri (in particolare nelle terre del Perù, Ecuador e Bolivia). La quinoa possiede la caratteristica di essere una pianta versatile e resistente alla siccità; inoltre, viene coltivata quasi esclusivamente con tecniche tradizionali, spesso in forma biologica, insieme a patate, diversi tuberi andini, mais, leguminose, amaranto e altri prodotti, a seconda del territorio. La pianta andina, dal fusto alto e sottile, che si contraddistingue per i suoi fiori di colore variabile dal crema al viola intenso contenenti minuscoli semi sferici, è una
fonte nobile di proprietà nutrizionali; essa infatti è ricca di proteine (13 %), carboidrati (60,1 %), fibre alimentari (8,6%), minerali (magnesio, sodio, fosforo, ferro, zinco) e vitamine (alcune del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E). Inoltre, pur essendo un cereale, la quinoa non contiene affatto glutine ed è pertanto indicata nelle diete per ciliaci. La spiegazione della sua scarsa diffusione a livello europeo ed extra UE, risiede nelle sue origini. La coltivazione della pianta era infatti legata a diversi riti sacri e i suoi semi vennero 'protetti' dalle famiglie contadine per diversi secoli. Nel XX secolo l'urbanizzazione
e l'industrializzazione dell'agricoltura segnarono inevitabilmente il declino di questo 'protezionismo alimentare'. Fortunatamente, alcuni decenni fa, la quinoa è stata riscoperta grazie alla sinergia fra cooperative di produttori, enti di ricerca e istituzioni internazionali, e la sua produzione è iniziata a crescere (passando dalle 18.000 tonnellate del 1970 alle 80.000 del 2011), così come la sua presenza nel mercato. Vedremo se questo anno dedicato alla quinoa porterà i risultati sperati in termini di commercializzazione della stessa, certamente, per ora, il primo obiettivo (quello agroculturale) è stato centrato.
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DAL MONDO IL NUOVO PAPA
VERSO IL CONCLAVE
A cura della Redazione
IPNOTIZZATI DAL VATICANO Stampa e televisioni di ogni parte del globo presidiano piazza San Pietro terrorizzati all’idea di perdersi qualche dettaglio importante. Quasi come se il nuovo Papa potesse affacciarsi al balcone all’improvviso, cogliendoli di sorpresa. E invece, come succede ormai da 750 anni, sarà il Conclave, con i suoi tempi e le sue procedure perfettamente codificate, a decidere chi sarà la prossima guida spirituale della cristianità
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Se le dimissioni di Papa Benedetto XVI non sono state certo un unicum nella storia della Chiesa, una novità assoluta è stato, in questi giorni, il telegramma di ringraziamento che il Collegio Cardinalizio riunito in Vaticano per la terza Congregazione Generale, in periodo di sede vacante, ha voluto inviare al papa – ormai emerito - Benedetto XVI. Piccoli gesti che rimangono nella storia. Intanto, c’è da rilevare un fatto curioso: mentre scriviamo, non sono ancora arrivati a Roma tutti i cardinali elettori. Questo è normale nel caso di morte del papa, visto che la data di morte naturale di una persona non è prevedibile. Ma nella situazione particolare si sapeva da giorni la data di inizio della Sede Vacante. Qualcuno già ci vede una sorta di complotto, altri l’oggettiva difficoltà di molte parti della Chiesa di conciliare il mondo cattolico diviso da scandali e veleni. Intanto, la macchina per il Conclave va avanti e sono iniziati i lavori nella Cappella Sistina che ospiterà le operazioni di voto. Proprio per la difficile situazione della Chiesa, pare che i cardinali si stiano orientando per discutere a lungo prima dell’inizio del Conclave, in modo che, una volta iniziato, si possa eleggere rapidamente il nuovo pontefice. Dietro la scelta di ritardare ogni decisione, aleggia infatti il timore dei cardinali di avere un Conclave lungo. “Molti cardinali sono preoccupati che, se non c’è tempo
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giorni di tempo e l’esperienza mostra che di solito non sono necessari, ma la sensazione è che i cardinali vogliano avere abbastanza tempo per le congregazioni generali: discernimento, preghiera, riflessione, raccogliere informazioni”. Sottolinea padre Lombardi, portavoce vaticano: “I cardinali vogliono riflettere bene per
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QUANDO TUTTI I CARDINALI AVRANNO FATTO IL GIURAMENTO DI RITO SULL’EVANGELIARIO, VERRÀ PRONUNCIATO IL FATIDICO EXTRA OMNES: FUORI TUTTI, QUELLI CHE NON DEVONO PARTECIPARE ALLA VOTAZIONE NON POTRANNO PIÙ STARE LÌ. VERRANNO CHIUSE LE PORTE, DA DENTRO E DA FUORI, E POTRANNO ESSERE RIAPERTE SOLO PER AMMETTERE PORPORATI RITARDATARI O IN CASO DI EMERGENZA, PER ESEMPIO, NEL CASO IN CUI QUALCUNO SI SENTISSE MALE E CI FOSSE BISOGNO DI UN MEDICO
sufficiente nelle Congregazioni Generali, se si taglia il tempo per la discussione, allora il conclave potrebbe allungarsi”, ha detto ai giornalisti l’arcivescovo di Boston, Sean O’Malley. “Ovviamente la legislazione vigente ci dà al massimo venti
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capire, approfondire, avere tempo a disposizione senza affrettare le cose”. Capire bene e approfondire che per i cardinali nordamericani sta diventando vera e propria occasione di confronto con i media, con il disappunto di alcuni.
LA RINUNCIA Il 28 febbraio alle ore 20 Benedetto XVI ha ceduto formalmente il passo. Per Ratzinger è l’inizio dell’inedito ruolo (per la storia della Chiesa e dell’umanità) di Papa emerito. L’indomani si riunisce la prima Congregazione Generale che ha il compito di pensare alla logistica e all’accoglienza dei 117 cardinali (più della metà sono europei) giunti a Roma per l’elezione del nuovo pontefice
Anche il modo di porsi degli statunitensi sta scompaginando il tempo della sede vacante. Mentre i cardinali d’ogni colore e paese escono dall’Aula del Sinodo, dove hanno luogo i summit pre-conclave, schivi e parecchio intimiditi, gli statunitensi giocano all’attacco. Dicono ciò che pensano, senza temere di mettere in piazza paure e sentimenti. È da due settimane, infatti, che sister Mary Ann Walsh, portavoce della Conferenza episcopale statunitense, organizza quasi ogni giorno una conferenza stampa al Collegio nordamericano. L’idea è di giocare d’anticipo, far sentire la propria voce nel mondo, ma soprattutto a Roma. Vatileaks? “Quanto allo stato della Chiesa - dice non a caso il cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago - porremo questioni ai cardinali coinvolti nel governo della curia, e in questo contesto ogni cosa potrà emergere”. Ma, secondo padre Federico Lombardi, “gli argomenti trattati alla congregazione generale dei cardinali sono le attività della Santa Sede e dei diversi dicasteri, i loro rapporti con gli episcopati, il rinnovamento della Chiesa alla luce del Concilio vaticano II, la situazione della Chiesa e le esigenze della nuova evangelizzazione nel mondo nelle diverse situazioni culturali”. A chi gli chiede se i cardinali parlino dello u
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scandalo Vatileaks, il gesuita risponde: “i contenuti degli interventi sono molto vari, da tutte le parti del mondo, e naturalmente trattano tanti argomenti diversi. In questo tipo di dibattiti c’è ampia libertà, ognuno pone diverse questioni, anche di attualità, e come ho detto si è parlato anche dei problemi della Chiesa nel mondo, dei problemi relativi alle attività della Santa Sede, di tante cose. I cardinali sono liberissimi di parlare”.
117 ELETTORI E IL TOTOPAPA All’elezione del nuovo Vescovo di Roma possono partecipare tutti i cardinali che non abbiano ancora compiuto gli 80 anni d’età. Il collegio cardinalizio è composto da 209 porporati, ma di questi 91 hanno già superato il limite d’età (Ratzinger compreso). E l’ucraino Lubomyr Usar compirà 80 anni due giorni prima delle dimissioni del Papa, annunciate per il 28 febbraio. Così, sono 117 i cardinali elettori.
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Il candidato principale, secondo gli inevitabili rumors che si sono subito scatenati, è il Vescovo di Milano, monsignor Angelo Scola. Il suo nome era già circolato per la successione di Giovanni Paolo II, ma era stato da poco nominato patriarca di Venezia e, secondo molti, fu proprio questo il motivo per cui non fu scelto allora. Oggi, invece, potrebbe essere davvero lui a essere eletto Papa. In seconda posizione, potrebbe ricevere i voti di molti cardinali anche il canadese Marc Oullet. Pare, addirittura, che le diplomazie si siano già mosse per garantire la sue elezione in tempi brevissimi. Secondo alcuni, però sarebbero maturi anche i tempi per il primo Papa di pelle nera. In questo casi, i favoriti potrebbero essere il ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, 64 anni, e il nigeriano Francis Arinze (anche se ha già 80 anni): il nome di quest’ultimo era anch’esso già circolato per la successione di Wojtyla. È anche vero, d’altronde che, dopo due papati stranieri (e complessivamente molto
LA VOTAZIONE A ogni elettore sarà distribuita una scheda rettangolare dove c’è scritto: «Eligo in Summum Pontificem…» cui va aggiunto il nome del prescelto. Le schede verranno via via deposte in un grande calice. Tre cardinali procederanno poi allo spoglio. Se un candidato si sarà aggiudicato i due terzi dei voti, i pezzi di carta saranno uniti con un filo e bruciati subito nella stufa collegata al famoso fumaiolo, e sarà fumata bianca. In caso contrario le schede saranno bruciate lo stesso, ma assieme a un colorante chimico che darà la fumata nera. Sotto 2 dei favoriti papabili: Gianfranco Ravasi e il ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson
lunghi), sarebbe tempo di un Papa italiano, anche per la difficile situazione socio-politica che sta attraversando il nostro Paese. In questo caso, oltre a Scola, il nome che svetta su tutti è quello di Gianfranco Ravasi. Seguito poi dal segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, se la scelta dei cardinali fosse rivolta a una personalità curiale. Altri due nomi che circolano da tempo come personaggi influenti e importanti nel collegio cardinalizio puntano verso il Sud America. Terra di rinascita del cattolicesimo. E per questo pronta a esprimere il Pontefice. Nel caso, i papabili sarebbero l’argentino Leandro Sandri e l’hondureno Oscar Rodriguez Mariadaga. Ma, come sempre, in una prospettiva di fede, bisogna considerare che l’elezione del Pontefice, secondo la Chiesa, è determinata anche dallo Spirito Santo. Che, come dice la Scrittura, “soffia dove vuole”… ■
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POLITICA PERCHÉ BERLUSCONI CONTINUA A PRENDERE VOTI?
CARO ELETTORE ITALIANO... di Ivano Basile
PERCHÈ LO FAI? Silvio Berlusconi? Ormai gli italiani ci avranno messo “una croce sopra”! Sì ma non nel senso in cui ci si aspettava... E con un 30% di voti ancora una volta il “lider maximo” del PDL si dimostra un vero “ossoduro” per il PD di Bersani
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Fino a pochi mesi prima delle consultazioni, Berlusconi-politico era considerato morto e sepolto e con lui tutto il Pdl. Sull’altro versante, il Pd sembrava avere la vittoria in tasca, larga e comoda come preannunciavano giornalisti, sondaggisti e addetti ai lavori. Per la resurrezione sono bastati tre mesi di campagna elettorale, per riacquistare consensi e sfiorare l’impresa. Dopo i numerosi scandali che lo hanno coinvolto, ma soprattutto dopo i non-entusiasmanti (tanto per usare un eufemismo) risultati dei suoi ben quattro governi, una grossa percentuale di italiani a quanto pare continua, imperterrita, a votare per Silvio Berlusconi. Si tratta del 21,6 per cento degli aventi diritto, che diventa il 29,1% se allarghiamo il risultato elettorale alla coalizione
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di destra da lui capeggiata. In altre parole quasi un italiano su tre ha “tifato”, andando contro tutto e tutti, per un possibile Governo Berlusconi V. Uno zoccolo duro di elettori che si è dimostrato essere poco o per nulla influenzabile sia dalle voci di casa nostra (fino a qualche mese fa chi dichiarava di voler votare B. rischiava il linciaggio...), che dai rumors provenienti dall’estero - una nuova elezione di B. in Europa era vista come una iattura. Nonostante ciò, 7.332.121 di elettori italiani l’hanno votato. Perché? La domanda se l’è posta anche il New York Times: perché un magnate dei mass media che “ha portato l’Italia sull’orlo della bancarotta nel 2011, accusato di evasione fiscale, associazione con la mafia e sfruttamento
della prostituzione, può ancora competere, testa a testa, per le elezioni?”. Il quotidiano americano ha provato a isolare alcune motivazioni, cercando di andare oltre quelle classiche ed evergreen che riecheggiano da sempre (è uno degli uomini più ricchi del Paese, le proprietà nel campo dell’informazione lo rendono influente, etc.). Come tutte le vicende complesse, quella che può essere definita la “fenomenologia di S.B”, parafrasando Umberto Eco, è la risultante di un insieme di componenti. Ad esempio, una delle ragioni del successo di B. potrebbe risiedere in una questione di (presunti) vantaggi diretti offerti a chi lo vota. Un gran numero di persone, infatti, pensa di poter beneficiare direttamente della sua vit-
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POLITICA PERCHÉ BERLUSCONI CONTINUA A PRENDERE VOTI?
NON DIRE GATTO... Pierluigi Bersani era ormai certo della vittoria del suo Pd. Non poteva immaginare un testa a testa con il Pdl e un’affermazione così netta del Movimento 5 Stelle
toria, grazie a regole “allentate” promosse dai suoi governi (dal falso in bilancio alla tracciabilità dei pagamenti, etc. etc.). Storicamente, poi, il popolo italiano è sempre stato attratto dall’uomo forte, dal leader carismatico, ed è disposto a credere che, da solo, risolverà i problemi del Paese. E in questo B. si è dimostrato un “animale da campagna elettorale”, come lo ha definito Casini,
strato di popolazione, di bassa cultura, per l’ennesima volta ha abboccato facilmente all’amo delle promesse elettorale (gli stessi che erano in coda agli uffici postali speranzosi di recuperare l’Imu...), pensionati ma più in generale i cosiddetti heavy viewers televisivi, consumatori di prodotti di dubbia qualità. Ma si ha la sensazione che tutto ciò non sia sufficiente a spiegare esaustivamente la fenomenologia di S.B. Dev’esserci dell’altro. Qualcosa di ben più profondo, inerente le caratteristiche socio-antropologiche dell’elettorato italiano. Al giorno d’oggi esistono ancora alcune classi sociali che continuano a temere la sinistra e il “pericolo comunista” e che, forse per giustificare il loro comportamento elettorale, si aggrappano alle motivazioni-clichè di Berlusconi. Quelle ragioni pre-razionali costruite ad hoc dal ‘94 a oggi ed espresse, come meglio non si poteva, attraverso uno stile comunicativo impareggiabile, ripetute nel corso dell’intera epopea berlusconiana, hanno ormai una vita propria, camminano con le loro gambe e
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UNA (LARGA) FETTA DEL POPOLO ITALIANO CONTINUA A VOTARE PER SILVIO BERLUSCONI, INCURANTE DEL DECLINO SOCIALE, CULTURALE ED ECONOMICO. 52 ANNI DOPO LA “FENOMOLOGIA DI MIKE BONGIORNO”, È POSSIBILE PARLARE DI UNA “FENOMENOLOGIA DI S.B.”?
senza rivali. Il punto di svolta è stato con molta probabilità la serata in cui è stato ospite da Santoro, quando B. fu capace di sbaragliare la “cavalleria nemica” e infliggere un k.o. tecnico a Santoro e Travaglio, dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, che il paragone con Bersani, dal punto di vista comunicativo, era del tutto impensabile. Tra le ragioni indirette che motivano il successo di B., è da annoverare anche la mancanza di un leader carismatico nel centro-sinistra, scrive il New York Times. Probabilmente la struttura collegiale del Pd non paga, così come la figura di un Bersani che, in quegli stessi giorni, dietro la sobrietà, nascondeva uno stile troppo moscio e impalpabile (forse perché certo della facile vittoria). Ultimo aspetto, messo in luce da Francesco Giumelli e Davide Maneschi, autori dell’articolo del N.Y. Times, è che l’Italia è un Paese dove il sostegno per un partito politico è "intenso e cieco" come per una squadra di calcio. A ciò va aggiunto il fatto che un sub-
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continuano a fare breccia nella testa di quei cittadini rimasti sensibili al fascino del berlusconismo. Proprio come quei claim pubblicitari, quegli slogan, quelle canzoncine e filastrocche che ti rimangono in testa per tutta la giornata e che, quando meno te l’aspetti, vengon fuori quasi automaticamente, “a pappagallo”. Proprio perché le hai interiorizzate da tempo, seppur a livello inconsapevole, grazie alla sovraesposizione al messaggio e alla sua reiterazione. Il partito delle tasse, le toghe rosse, la magistratura polticizzata, le cooperative, i comunisti... Tutti quei “motivetti” creati da B., come archetipi alla base delle espressioni mitico-religiose dell’uomo, hanno trovato nel berlusconismo - che a quanto pare non è affatto finito - il terreno fertile per proliferare. E continuano ad abitare stabilmente l’immaginario collettivo del berlusconiano doc, che proprio per questo motivo non potrà mai votare a sinistra. Sceglierà sempre chi si trova dall’altra parte della barricata, il
QUEL FENOMENO... ✑ ...DI UMBERTO ECO “Fenomenologia di Mike Bongiorno” è un celebre saggio scritto dal semiologo Umberto Eco nel 1961 e pubblicato all’interno dell’opera “Diario minimo”. Analizzando dal punto di vista semiotico le ragioni del successo del presentatore televisivo italoamericano Mike Bongiorno - già celeberrimo all’epoca della stesura del saggio - viene articolata una disamina degli effetti sociologici prodotti dalla televisione nell’Italia del boom economico, anticipando di molti decenni un gran numero di considerazioni tuttora estremamente attuali circa l’appiattimento mentale prodotto nella massa dei telespettatori da un certo tipo di sottocultura televisiva attuale, di cui la fenomenologia all’epoca tracciata costituiva il presupposto. Ecco un passaggio del saggio: “Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti”. (“Fenomenologia di Mike Bongiorno”, Umberto Eco 1961).
partito che è più in grado di contrastare questa visione. È guidato da Topo Gigio? Poco importa. Si obietterà: ma è esattamente la stessa visione, miope, che porta le persone storicamente di sinistra, a non prendere mai in considerazione l’ipotesi di votare a destra, perché preda della loro cieca convinzione che i deboli (e i soprusi) siano soltanto da un lato e i padroni (arroganti) dall’altro. Certo, ci sono alte probabilità che una tesi del genere possa essere trasversalmente valida. ■
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POLITICA BYE BYE GRILLO
DA UNA SPONDA ALL’ALTRA: SALTI A “CINQUE STELLE”
di Ivano Basile
“ESPORTIAMO LA DEMOCRAZIA” Il MoVimento a 5 stelle è una novità politica, eppure di ex-grillini se ne contano già a bizzeffe: alcuni lasciano per volontà propria, altri dopo il “cartellino rosso” ricevuto da Beppe Grillo. Al centro della contestazione, il fideismo cieco che trasforma alcuni attivisti in adepti di una setta
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Sin dagli esordi, Beppe Grillo ha rifiutato l’etichetta di leader, enfatizzando, in questo modo, la vocazione anti-verticistica di un movimento che sembrava far scaturire le proprie decisioni “dal basso”, proprio in virtù del suo dna. Una simile posizione è stata ampiamente contraddetta da alcuni recenti comportamenti. La svolta a dicembre, quando, dopo alcuni giorni delicati, Grillo esprime, in un video-messaggio sul suo blog, la scelta di gestire in maniera centralizzata un movimento che per sua natura aspirava a non esserlo: “Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle (…) Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! E andrà fuori”. Come dire: il MoVimento 5 stelle è giusto e democratico per definizione e non occorre dimostrarlo ogni giorno “sul campo”. I problemi della democrazia interna, di come si assumono le decisioni, delle posizioni contrarie... semplicemente non esistono perché io, Beppe Grillo, ho deciso così. Democraticamente, si capisce. Ed è la decisione giusta perchè, essendo democratico per definizione, non posso di certo essere anti-democratico! Sembra questo il sillogismo che sta dietro al Grillo-pensiero e alle azioni intraprese negli ultimi mesi, dai vertici di un Movimento che si era guadagnato stima e rispetto proprio in virtù del suo (apparente a questo punto...) elevato tasso di democraticità. Dov’è finito? Sacrificato sull’altare delle elezioni: “Noi - prosegue Grillo - dobbiamo avere una forza unita per arrivare a fare un risultato che mai potevamo aspettarci di avere. Abbiamo poco tempo e le nostre forze devono essere indirizzate su queste cose, sulle cose reali, sul Programma, sulla campagna che ci aspetta. All’ultimo sangue. Siamo in una guerra. Siamo con l’elmetto”. Ricordiamo che il leader che si rifiuta di essere leader, aveva già “esonerato” in diretta Federica Salsi e Giovanni Favia, con un messaggio sul suo blog: “Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri”. Federica Salsi, consigliera comunale di Bologna, era “colpevole” di aver partecipato a ‘’Ballaro’”, mentre Giovanni Favia, consigliere dell’Emilia Romagna, in un fuori onda a ‘’Piazza Pulita’’ attaccò la gestione del
BEPPE GRILLO Tra transfughi e espulsi, le fila degli ex-grillini si ingrossano sempre di più... In che misura il leader del M5S sarà disposto a cambiare il suo approccio e ammorbidire la sua linea d’azione?
POLITICA BYE BYE GRILLO
movimento e Gianroberto Casaleggio. Cosa c’è di più anti-democratico, verticistico e personalistico, dell’andare in video per condannare i dissidenti interni? Qual è la differenza che separa Grillo dal Berlusconi versione editto-bulgaro? Una sola: per le sue “purghe” Berlusconi usava la televisione; Grillo, invece, preferisce la Rete. Cambiano i media ma il succo è lo stesso: con il pretesto di essere in guerra e con la pretesa di fare il bene dei cittadini tutti, si delegittimano sul nascere le opinioni divergenti dall’Opinione mainstream del movimento. Con la presunzione, nel caso di Grillo, pericolosa e arrogante, esercitata nei confronti di media, giornalisti, e iscritti, che quel che fa il Movimento 5 stelle goda, di default, di un’immunità particolare. Per quale motivo?
SCAPPA...C’E’ IL FUOCO “AMICO” Può capitare che in una realtà giovane, nata dalla volontà di cittadini e già proiettata verso Montecitorio, le molteplici posizioni a volte non coincidano con quelle del suo fondatore. Ma queste ultime nel M5S difficilmente sembrano trovare spazio. Ecco perché una costola del Movimento è insofferente e e recidere il cordone ombelicale con il suo fondatore per proseguire il cammino con le proprie gambe. Come ha fatto “Democrazia in Movimento”, il nuovo gruppo politico composto da ex-grillini (V. Box). Dei Cinque Stelle mantengono la forma del movimento. In più, e probabilmente non a caso, aggiungono la parola ‘democrazia’. Dicono di ispirarsi ai valori base che avevano animato i grillini ai tempi del loro esordio in politica, “con la differenza che - puntualizzano i fondatori - noi la democrazia diretta la vogliamo fare davvero”. Dalla polemica per il sostegno dato dal consigliere dell’Emilia Romagna Andrea Defranceschi ai lavoratori dell’Unità, in cui tanti seguaci non hanno esitato a criticare il blogger genovese per la durezza dei toni, a quella per la cittadinanza ai figli di stranieri, una parte del Movimento rivendica con forza la propria indipendenza. La vicenda Defranceschi ha origine a ridosso delle feste natalizie, quando il consigliere del M5S firma una risoluzione che chiede al presidente Vasco Errani di impegnarsi nel salvataggio del quotidiano l’Unità, da tempo in grave stato di crisi. Subito gli attivisti si scatenano in rete: c’è chi chiede la testa di Defranceschi, reo di sostenere il finanziamento pubblico ai giornali venendo così meno alle idee che ispirarono il V2day, e chi si distacca dai toni di Grillo (“se qualche esponente del M5S la pensa diversamente - sul finanziamento
IL PARTITO DEGLI EX ✑ “Democrazia in movimento”, questo il nome della nuova formazione politica nazionale fondata da un gruppetto di ex attivisti cinque stelle, che lo scorso 3 febbraio ha deliberato una Carta dei Principi. Tra i nomi dei 25 sottoscrittori della “carta dei principi” spicca quello di Valentino Tavolazzi, il primo espulso grillino della storia, consigliere comunale a Ferrara con la lista Ppf. Con lui, la ravennate Serenella Spalla, quarta eletta tra i ravennati per le candidature al parlamento del movimento grillino, Paolo Schiavi, Marisa Toffanin, Valeria Politi, Fulvio Biagini. C’è anche Raffaele De Sandro Salvati, ex portavoce del gruppo centese, finito anche lui all’indice dal Beppe nazionale. Seguono poi nomi di attivisti del Lazio, della Sicilia, delle Marche e dell’EmiliaRomagna.
pubblico ai giornali, ndr - non è un problema - scrive il comico genovese riferendosi nello specifico al caso Defranceschi - il Pdmenoelle lo accoglierà subito tra le sue braccia”) chiedendo di essere più conciliante Dal blog alle aule dei consigli comunali e regionali la strada è lunga e le opinioni spesso prendono direzioni diverse. In Emilia Romagna, i rappresentanti regionali e quelli comunali si sono espressi a favore della campagna “L’Italia sono anch’io”, per il riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri. E lo stesso aveva fatto poco prima di Natale l’eletto a Milano, Mattia Calise. Sulla questione dello ius soli (in sostanza, il diritto di avere la cittadinanza se si nasce in territorio italiano) che in un contestatissimo post il comico ha definito “senza senso”, incassando, tra le altre, la solidarietà della Lega nord Toscana, gli eletti si sono mossi autonomamente, appoggiando risoluzioni in contrasto con le indicazioni di Grillo. Insomma, su alcune questioni esiste un caleidoscopio di voci che non sempre trova in Grillo l’unico portavoce. Il ruolo del comico appare quindi uno dei nodi da sciogliere al più presto, senza dimenticare che c’è anche chi adombra l’eventualità di un suo ritiro, cosa che potrebbe rivelarsi come un toccasana per il Movimento. Solo così, infatti, quest’ultimo avrebbe l’opportunità di dimostrare, una volta per tutte, di essere in grado di crescere da solo, senza la potenza mediatica e carismatica del suo fondatore. ■
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di DAVIDE ZACCARETTI
LA MICRO CHIMICA METTE IN GINOCCHIO IL COLOSSO DELL’AVIAZIONE CIVILE Batterie agli ioni di litio. Sarebbero loro le principali accusate per il grounding forzato di tutti gli esemplari del nuovissimo Boeing 787, il fiore all'occhiello del costruttore aeronautico americano. Che questo aeromobile che, a detta di tutti, ha già rivoluzionato la storia dell'aviazione civile, non fosse nato sotto una buona stella lo si era capito sin da subito quando, per motivi non specificati, il lancio e l'entrata in servizio dell'aereo erano slittati di ben tre anni. Poi finalmente il volo inaugurale ad Ottobre 2011 operato con successo dalla compagnia giapponese ANA (All Nippon Airways). Evidentemente il “Destino” deve aver giocato un brutto scherzo, visto che è stato lo stesso vettore aereo asiatico (partner più importante della
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Boeing in numero di ordini e soldi investiti nel progetto 787) a subire il primo incidente della giovane vita del 787: uno dei sessantasei Dreamliner della flotta ha dovuto interrompere il decollo per via di un problema all'impianto frenante. Un fatto già di per sé non da poco. A rincarare la dose e a rendere ancor più amara la pillola alla Boeing sono stati altri due aerei, stavolta della JAL (Japan Airlines), che hanno accusato nel giro di una settimana perdite di carburante dai serbatoi. A convincere l'FAA, l'ente americano per la sicurezza al volo che risponde di ogni velivolo statiunitense in volo per il mondo, a costringere a terra tutti gli esemplari di 787 – in gergo tecnico grounding – è stato l'atterraggio di emergenza effettuato lo scorso 15 Gennaio a Takamatsu, fortunatamente
senza gravi conseguenze per i 137 tra passeggeri a bordo e membri dell'equipaggio. Il problema individuato dai tecnici giapponesi e quelli americani giunti sul posto ha messo in evidenza un difetto seriale dell' apparecchio che non era stato messo in luce durante i severissimi test pre lancio: gli ioni di litio delle batterie ad una certa temperatura e pressione atmosferica generano un cortocircuito spontaneo e un conseguente incendio. Una “distrazione” che sarebbe potuta costare alla Boeing il fallimento immediato nonché la perdita di centinaia di vite umane. Gli ingegneri di Seattle hanno fatto sapere di essere già al lavoro per risolvere il problema, preoccupati non poco dal fatto che alcune compagnie aeree, come l'australiana Quantas hanno cominciato a disdire gli ordini
presiglati di 787. C'è da dire comunque che il Boeing 787 Dreamliner rimane l'aereo più tecnologicamente avanzato dell'aviazione civile, il primo e l'unico al momento che fa uso massiccio di fibra di carbonio e di altri materiali compositi e, sempre l'unico in grado di operare voli con bioconbustibili derivati. Un fiore all'occhiello che non deve appassire. Questo è quanto sperano alla Boeing e in tutte le aziende satellite che gravitano attorno ad essa, in primis la Alenia Aeronautica di Grottaglie che ha l'arduo compito di produrre la fusoliera del velivolo. I vertici dello stabilimento pugliese fanno sapere in una nota che, nonostante le problematiche emerse sul Boeing 787, “non ci saranno ripercussioni sui piani produttivi dello stabilimento Alenia”.
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ECONOMIA RITRATTO DI MARIO DRAGHI
di Elisabetta Pasca
PERSONAGGIO
MARIO DRAGHI, L’UOMO DELL’EURO Il Governatore della Banca Centrale Europea, uomo dell’anno appena trascorso per il Financial Times, è pronto ad affrontare tutte le nuove difficoltà economiche del 2013
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Nel dicembre scorso, il quotidiano “Financial Times” ha definito Mario Draghi “Man Of The Year”, ripercorrendone i punti salienti della carriera nella Banca Centrale Europea. Un punto cruciale, analizzato dall’articolo e non solo, è stato segnato dall’incisività delle dichiarazioni rilasciate a luglio del 2012: “All’interno del proprio mandato, - dichiarò Draghi - la Bce è pronta a fare qualunque cosa per preservare l’euro e, credetemi, questo basterà.” Grazie alla sua proverbiale tenacia, il Governatore della BCE è considerato l’uomo che ha salvato l’euro “whatever it takes” (a
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ECONOMIA RITRATTO DI MARIO DRAGHI
naturale Tommaso Padoa-Schioppa, ritenuto poco diplomatico nei rapporti politici. Divenuto capo del Financial stability forum, il terremoto Lehman promuove un organismo, fino ad allora secondario, a braccio tecnico dei G20, ribattezzandolo Financial stability board, nuovo interlocutore privilegiato dei vertici dei capi di stato e di governo a cui non partecipano i ministri finanziari. Successivamente, Axel Weber, ex governatore della Banca centrale tedesca, preferito da Angela Merkel come successore di JeanClaude Trichet alla Bce, finirà per cedere il
IL “CREDO” DI DRAGHI: MENO CONCESSIONI ALLE SOVRANITÀ NAZIONALI, PIÙ POTERE AD UNA EFFETTIVA, CONCRETA UNIONE MONETARIA ED ECONOMICA
qualunque costo) e, di conseguenza, la tenuta stessa dell’intera Unione, districandosi attraverso speranze e dubbi che gli hanno garantito però anche l’ostilità di diversi giornali, degli studenti che sono scesi in piazza e, soprattutto, del presidente Buba Weidmann. Mario Draghi è andato avanti, nonostante tutto: d’altro canto, un puntuale radioservizio della Bbc di qualche tempo fa, segnalava il brano “You can’t always get what you want” dei “Rolling Stones” come la canzone favorita del Governatore, abituato appunto, a detta del cronista, ad afferrare qualsiasi obiettivo desiderasse, a dispetto persino della pacatezza formale e dello stile impeccabile di ordinanza. Innegabilmente, fra luci e ombre, Mario Draghi, il brillante studente di Federico Caffè alla “Sapienza” e di Franco Modigliani al MIT, figlio di un alto dirigente di banca di origine veneta e di una farmacista irpina, perduti entrambi nell’adolescenza, è stato in assoluto uno dei grandi protagonisti del 2012, colui che ha cercato di rimarginare le ferite dello spread e ha lottato per legittimare pienamente la vigilanza bancaria centrale, sforzandosi di superare le debolezze del frastagliato contesto europeo. Draghi è apparso sempre sul margine dell’abisso, ma è riuscito a rimanere in piedi. Lui, uomo dalla buona stella, come chiosa un anonimo analista del personaggio Draghi: “Colui che si trova ai crocevia delle situazioni complesse in momenti a lui favorevoli”. Dopo la chiaccheratissima uscita di scena di Fazio dal palcoscenico della Banca d’Italia, infatti, è Mario Draghi ad essere preferito al candidato
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passo proprio all’italiano Mario Draghi. Ed effettivamente, secondo una fonte vicina ai due economisti, “Axel aveva sempre temuto e subito la personalità di Mario, perché Mario è più navigato”. Per il 2013 la situazione economica internazionale resta ancora poco chiara e non possiamo sapere cosa aspettarci, se non che sarà impensabile cercare ogni alternativa ai percorsi di riforme già attuati. Eppure, il peggio sembra esser stato pienamente superato, sempre, come dichiarato dallo stesso Draghi,
PROTAGONISTA Nella foto: in basso Mario Draghi con il Presidente del Consiglio Monti
con la “determinazione a fare tutto il possibile entro il nostro mandato, per salvaguardare la stabilità dell’euro.” Ad assicurarcelo è proprio il Governatore, “l’uomo dello scudo” che è riuscito a mettere l’Eurozona al coperto da ulteriori speculazioni, isolando la Bundesbank ed arrivando a un compromesso con il cancelliere Angela Merkel. La tensione è però ancora alta e non abbiamo garanzie che la nostra moneta unica sia effettivamente fuori pericolo, anche se ad oggi è comunque riuscita ad evitare il collasso paventato dall’ex Presidente della FED, Alan Greenspan. Forte del suo pragmatismo, che potremmo definire “anglosassone”, Draghi rifiuta puntualmente ogni piccola illusione, prevedendo con opportuna cautela i primi, significativi segnali di ripresa nella seconda metà del 2013, non concedendo - per ora - alternative alle contrazioni del-
le economie nazionali, a suo dire drammaticamente ma realisticamente inevitabili. Di chi è la colpa? Certo non tutta dell’Europa, che può comunque usare queste traversie per cominciare ad appassionarsi a sé stessa, e la strada per arrivarci è stata tracciata dallo stesso Draghi in più occasioni: meno concessioni alle sovranità nazionali, più potere ad una effettiva, concreta unione monetaria ed economica. Possiamo star certi che le prossime battaglie della Bce si condurranno in questo senso, ancora una volta “whatever it takes”. ■
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di EUGENIO BONARDI
PEGGY GUGGENHEIN PER DO.VE: DONNE A VENEZIA Anche quest’anno, dopo il successo del 2012, la collezione Peggy Guggenhein prenderà parte alla nota manifestazione DO.VE, Donne a Venezia che ogni anno richiama numerosi interessati di arte e moda nella città sulla laguna. Presso il palazzo Vernier dei Leoni, situato nel sestiere di Dorsoduro e affacciato sul Canal Grande, sono previsti, tutti i giorni ad eccezione del martedì, numerose possibilità di partecipare ai tanti incontri in lingua italiana ed inglese, volti ad approfondire le conoscenze sulla realtà di Peggy Guggenhein. Nel 1948 l’omonima collezionista americana, acquistò la struttura allo scopo di renderla sua dimora personale, ma anche con l’obiettivo di rendere visibile a tutti il patrimonio artistico contemporaneo da lei raccolto nel corso della sua vita. Nell’anno seguente, il 1949 nacque infatti un piccolo museo, ancora oggi ospitato nelle sale del palazzo Vernier
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dei Leoni. L’appuntamento per gli eventi proposti quest’anno è alle ore 12 e alle 16. La partecipazione è compresa nel biglietto di ingresso al museo e non è quindi necessaria un’apposita prenotazione.
La grande novità è costituita soprattutto dai numerosi laboratori sul binomio arte-moda, rivolti agli studenti di scuola primaria, messi a disposizione ogni domenica, fino al 31 marzo, a partire dalle ore 15. Per tutti i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, c’è la possibilità di partecipare ai vari laboratori: Modificanti futuristi: applicazioni di stoffa, spessori e disegni per inserirle su Tshirt o canottiere. La pelle delle cose: una fotografia tridimensionale, ricavata dal calco della superficie degli oggetti, consente di realizzare micro-sculture da indossare come accessori. La trama: una stoffa unica e irripetibile. Grazie alla tecnica artigianale del punto a
giorno, si ottiene una preziosa e colorata trama di tele sovrapposte. Il pattern: Utilizzando alcune griglie grafiche e la tecnica dello Stencil, che consente di riprodurre un disegno o un motivo, avvalendosi di apposite mascherine, si possono realizzare motivi decorativi personalizzati. Per partecipare è obbligatorio telefonare allo 041/2405444 oppure allo 041/2405441 entro il venerdì precedente al laboratorio e prenotarsi. Sarà un’ottima occasione, oltre che per conoscere meglio la realtà di Peggy Guggenhein e far divertire i bambini, godersi una splendida e unica città come Venezia. www.guggenheim-venice.it
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COMITATO DI SAN FLORIANO
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
di Alessandro Paccosi
OLTRE LE (IM)PARI OPPORTUNITÀ
QUANDO L’ECCELLENZA È DONNA Le donne che lavorano sono determinanti per quel “giacimento di Pil potenziale” rimasto in buona parte ancora inespresso. Più occupazione femminile vorrebbe dire più ricchezza interna, ma anche abbattimento di ostacoli culturali (apparentemente) inspiegabili in avanzate democrazie occidentali come l’Italia
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La storia delle donne è anche la storia della democrazia, del suo percorso accidentato e non privo di ambiguità. L’affermazione intellettuale femminile è stata a lungo vista come inopportuna, quando non pericolosa, a seconda del milieu di riferimento, e quello che ancora lascia perplessi - o meglio sconcertati - è la consapevolezza che tutto questo non sia stato completamente soffocato da anni di lotte e rivendicazioni. Femminismo, speranze, riforme: dalla donna ridotta a stereotipo sociale, potentemente cristallizzato nei suoi doveri di sposa e madre, alla moderna emancipata, finalmente uscita dalla subalternità cui si era trovata costretta da secoli di androcentrismo. Ora, leggere nella Costituzione che, in Italia, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] senza distinzione di sesso” ci fa pensare che si tratti di un diritto condivisibile e condiviso da tutti, senza remore; eppure, l’oligarchia maschile al potere è ancora difficile da frantumare, e non si
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
tratta semplicemente di storie “all’italiana”. Ha suscitato clamore, infatti, proprio qualche mese fa, la lettera che 170 parlamentari di tutta Europa hanno indirizzato al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy,
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nere: eccessivo? E perché mai? In fondo, Bonino ha semplicemente dato un nome ad una disparità sociale inaccettabile, anche se ancora non si capisce perché, se tutti la ripudiano, poi ci ritroviamo
NELLE DIFFICOLTÀ CONGIUNTURALI CHE IL PAESE STA ATTRAVERSANDO, UN DATO POSITIVO ARRIVA DAL MONDO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE: NEL 2012 LE IMPRESE “IN ROSA” SONO AUMENTATE DI 7.298 UNITÀ
per chiedere che fosse una donna a sedere nel board, squisitamente maschile, della Bce. “L’apartheid delle donne”, così lo ha definito Emma Bonino, una delle firmatarie nonché da sempre in prima fila per le politiche di ge-
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con dati Istat alla mano che ci raccontano ad esempio di un modesto 9% riferibile alle top manager, quindi sottorappresentate ai vertici. E questo mentre, come ha ribadito la Commissione europea, maggiore presenza
femminile sarebbe fondativa di un nuovo corso economico e sociale, perché vorrebbe sicuramente dire più crescita e stabilità. Insomma, ottengono mediamente risultati scolastici e titolo di studio migliori degli uomini, eppure le donne da noi hanno un tasso di occupazione del 47,2%, contro una media europea del 58,6%, segno che le politiche e la cultura di genere vengono scarsamente comprese tanto nei luoghi di lavoro, quanto ad un più ampio livello istituzionale. Scopo del dossier è quello di offrire significativi ritratti di donne còlte nel fulcro di attività importanti, che hanno saputo liberare i rispettivi campi da ataviche culture patriarcali, e a cui abbiamo chiesto una riflessione sulla mancata valorizzazione femminile nei posti che contano. Lo abbiamo fatto ben consapevoli che, mentre è facile focalizzarsi sugli effetti, non è semplice individuarne le cause senza scivolare nell’inevitabile tópos del machismo, rafforzato da visioni pubbliche in continuo aggiornamento grazie alle immagini prodotte dai media. ■
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
di Alessandro Paccosi
DONNE AL COMANDO/1
MARINA SALAMON Tra i suoi brand più noti, Moncler, Pinko e Liu Jo. È un ottimo esempio di donna che è riuscita a coniugare lavoro, famiglia e impegno civile. L'abbiamo intervistata per uno scambio di idee sul mono femminile oggi
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È il perfetto esempio di donna che è riuscita a coniugare il lavoro, la famiglia e l’impegno civile. Classe 1958, ha studiato in Francia e in Gran Bretagna completando gli studi all’università’ Ca' Foscari di Venezia dove si è laureata in storia. Negli anni Ottanta fonda la sua prima attività, Altana S.p.A. di cui è Amministratore unico. Questa è oggi la maggiore azienda italiana di abbigliamento per bambini, tra le più grandi in assoluto, nel segmento del lusso. Tra suoi brand più noti troviamo: Moncler, Pinko, Liu Jo, Jeckerson, Dimensione Danza e Amore. Nel 1991, il controllo della Doxa, leader italiana nel settore delle ricerche di mercato. Nel 2006, ha ottenuto una partecipazione in Banca Ifis, controllata da Sebastian Von Furstenberg, e quotata in borsa allo Star, e ha fondato, insieme a Emma Marcegaglia, Arendi, un’azienda per la produzione di innovativi impianti fotovoltaici. Marina Salamon i caratteri dell’imprenditoria femminile sono diversi rispetto a quella maschile? Secondo Lei c’e’ un valore aggiunto? Le donne, sicuramente, sono più umili; hanno un minore bisogno di riconoscimenti economici e non devono, inoltre, dimostrare qualcosa all’esterno. Secondo la mia esperienza personale, le donne, soprattutto all’inizio della loro carriera, risultano essere molto più dure con sé stesse, perché fanno sicuramente più fatica a raggiungere l’obiettivo che si sono prefisse. Con il tempo poi subentra un po’ di sicurezza. Credo, quindi, che non dobbiamo essere considerate più umane rispetto agli uomini solamente perché siamo donne.
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Le Sue aziende rendono operative molte donne manager, cui è permesso di seguire con tranquillità le proprie dinamiche familiari. Ci aiuti a capire in quali forme si declina la nomea di “liberal” che, in questo senso, si è guadagnata fino ad oggi… Io credo che, in generale, il problema sia capire che non sono importanti quante ore si lavora e quanto tempo si passa in ufficio, bensì quanto si è bravi a raggiungere il risultato prefissato. Questo vale, secondo me, per tutti i lavori. Il valore della competenza, infatti, vale molto di più di quello del denaro.
timisti. Vorrei però raccontare un episodio che mi ha colpito personalmente e che forse può rappresentare la condizione dei giovani in questo particolare periodo. Un ragazzo di venti anni che io conosco, appena uscito dal liceo, ha avuto chiaramente problemi per trovare lavoro. Gli piaceva molto, però, fare la pizza. Il consiglio che mi sono sentita di dargli, e che potrebbe valere per la maggior parte dei giovani, è stato quello di provarci, non mollare mai e buttarsi nel vero senso della parola. La situazione è difficile, ma deprimendosi e restando a casa non si avrà l’opportunità’ di incontrare mai nessuno.
Lei si è affermata in molte realtà diverse: Altana, Doxa, Methodos e Banca Ifis. L’essere donna e madre l’ha mai penalizzata, in qualche modo, rispetto ad un’industria prettamente maschile? Credo di essere stata penalizzata soprattutto dal punto di vista “logistico”, in quanto, per seguire mio marito, ho dovuto lasciare Treviso, città dove avevo fondato Altana, la mia prima azienda. Ho dovuto quindi riorganizzare tutta la mia vita. Questo trasferimento si è rivelato poi essere un piccolo fallimento, in quanto poi ci fu una separazione. Da quell’episodio negativo, sono però riuscita a ripartire: ed è proprio questo il messaggio che voglio trasmettere. È partendo dalle sconfitte che si può e si deve ripartire. Sono, infatti, dovuta tornare in Altana, dove avevo ancora la maggioranza, ma non la sentivo più mia e mi sono riorganizzata.
Rimanendo in questo campo, secondo Lei, come si può riqualificare il mercato del lavoro? C’e’ una ricetta precisa? La normativa vigente, sicuramente, non aiuta i giovani. C’è un tasso di disoccupazione, purtroppo, in continua crescita. Anche la legge Fornero, che avrebbe dovuto aiutare i giovani, in realtà ha spaventato i datori di lavoro che devono assumere. Questi, infatti, devono pagare 18 mensilità: qualcuno, quindi, si “affida’ al nero, qualcuno preferisce non assumere. Il problema principale, secondo me, sta nel fatto che stiamo laureando tanti giovani in alcuni campi dove il lavoro non c’è, oppure gli diamo competenze che non vengono richieste. Un esempio, secondo me, sono i laureati in Scienze delle Comunicazioni i quali aspirano a diventare giornalisti, dove però i posti di lavoro non ci sono. Mancano invece, a mio avviso, alcuni corsi più specifici e più pratici, soprattutto nel campo del Web, che è uno dei pochi settori che può dare lavoro. Per questo, secondo me, è molto meglio lavorare gratis per un periodo in un luogo di lavoro dove posso imparare qualcosa, piuttosto che aspettare un posto da supplente che non arriverà mai. Aspettare vuol dire solamente essere scavalcati da altre persone.
Lei una volta ha detto che “fondare una propria impresa è un atto di libertà”. Purtroppo, però, anche secondo l’ultimo rapporto diffuso dalla Banca Mondiale, l’Italia risulta essere uno tra i paesi al mondo con meno facilitazioni per chi voglia aprire e mantenere un’azienda. Lei, quindi, è forse troppo ottimista o ha dei dati reali in suo possesso? Gli imprenditori devono essere per forza ot-
Capita spesso di trovare annunci, messi anche da aziende importanti, tramite cui sono ricercati profili maschili da inserire nel
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
di Alessandro Paccosi
proprio organico. Posto che il sesso non dovrebbe mai essere un attributo di affidabilità e serietà, perché in paesi come Germania e Francia le donne riescono a lavorare di più e fanno anche più figli? Per prima cosa vorrei sottolineare il fatto che pubblicare annunci rivolti solamente ai profili maschili è illegale. In secondo luogo dobbiamo ammettere che quelle citate sono società più evolute. In Italia, infatti, questa è la prima generazione in cui le donne lavorano e, allo stesso tempo, si occupano del-
la famiglia. Le nostre madri, infatti, per la stragrande maggioranza non lavoravano, oppure lavoravano per la famiglia. Questo ha quindi portato una sensazione di paura nella donna, la quale si domanda: ce la farò o no a conciliare le due cose? Un altro problema è quello della legislazione in materia: non esistono periodi di maternità alternata uomo-donna, che invece secondo me dovrebbe essere obbligatoria. La maggior parte dei bambini cresce, infatti, col biberon il periodo di allattamento può durare due mesi e mezzo. La legge da’ cinque
mesi più sei facoltativi: ci sarebbe tempo per alternarsi, soprattutto se consideriamo il fatto che i nuovi padri sono giovani e collaborano alla vita domestica. Non c’è niente da vergognarsi se un uomo, anche un alto dirigente, si presenta in ufficio con lo zaino per il bambino. Il problema non è quindi solo la donna, ma il modo di vivere. Non dobbiamo avere problemi a spostare una riunione se la nostra baby sitter se ne deve andare. Questo è un mondo nuovo che sicuramente verrà fuori, ma purtroppo la crisi lo sta rallentando.
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FLORIANA CAPITANI Intervista con il neo Direttore Generale di Fashion District, Floriana Capitani. Donna determinata e di esperienza, dirige la più importante azienda a capitale italiano nel settore degli Outlet di LusSO. Vediamo come...
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Come promuovere la più importante azienda a capitale italiano che gestisce tre Factory Outlet Center (Mantova, ValmontoneRoma e Molfetta-Bari)? Ce lo spiega Floriana Capitani, neo direttore generale di Fashion District. Donna determinata e di esperienza (ha alle spalle una lunga carriera in aziende italiane, tra le quali Aeroporti di Roma, Gucci, Hdp, Malo, Gianfranco Ferré e Rana), ci spiega come affronterà questa nuova sfida?
Ha mai avuto difficoltà, in quanto donna, ad affermarsi nella Sua professione? Il mio background professionale è di tipo commerciale/retail. Soprattutto negli anni 90 i grandi Brands del lusso hanno capito la strategicità in termini di sviluppo e di Brand Awardness di questi due canali. L’avere passato tanti anni ad occuparmi di queste tematiche, mi ha consentito di conoscere i mercati e di confrontarmi costantemente con i miei competitors di riferimento. Oggi il canale degli outlet è diventato non soltanto presso i consumatori ma anche per i Brands, un canale strategico che deve essere presidiato con le stesse logiche del canale retail tradizionale. Ecco, credo che sia questo il motivo principale che ha determinato il mio arrivo in Fashion district. Secondo Lei, in che modo le donne riescono a portare le loro specificità sul lavoro, in particolare a livelli di alta dirigenza come il suo? Direi le stesse difficoltà che incontrano tante mie colleghe in altri settori produttivi. Forse il mondo da cui provengo è un po’ meno machista, ma parlare di effettiva “par condicio” mi sembra un po’ futuristico. Diciamo che oggi essere uomo è un po’ come essere “primus inter pares”. Esiste un approccio “femminile” ai problemi di un'azienda? Non credo esista una via “al femminile”, penso piuttosto che ognuno di noi porti nel suo la-
voro, i valori, le esperienze, la sua vision. Proprio perché, come dicevo prima, il mondo del lavoro è ancora fondamentalmente machista, ritengo che le donne abbiano, rispetto ai colleghi uomini; un pizzico di competitività in più. Un po’ come in cucina, è l’ingrediente che fa la differenza... Al World Economic Forum del 2013, Angela Merkel ha dichiarato: “Qui sono riuniti i leader di tutto il mondo, ma le donne sono rappresentate in modo minimo nelle posizioni di comando a livello internazionale”. Perché è più frequente vedere un uomo accedere ai luoghi di potere? Da sempre, nel mondo del lavoro la figura maschile è più rassicurante. Oggi che i cambiamenti socio/culturali, come ad esempio il fenomeno dl “mammo”, cominciano ad irrompere nel mondo del lavoro reclamando diritti acquisiti dal mondo femminile, forse qualcosa cambierà davvero. In che modo le donne dovrebbero essere aiutate a maturare pienamente nei loro percorsi professionali? “Cogito ergo sum” affermava Cartesio. La certezza indubitabile che la donna ha di se stessa come essere pensante. Donne dello spessore della Merkel, della Camusso o della Montalcini, solo per citare alcuni nomi noti, sono per tutte noi esempi che ci consentono di prendere coscienza delle nostre capacità. ■
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
DONNE AL COMANDO di Samantha de martin
NATALIE NOUGAYRÈDE L'eclettica giornalista francese - 46 anni - nota per essere una penna “scomoda” - siederà per la prima volta in 65 anni, sulla poltrona di comando del prestigioso quotidiano parigino “Le Monde”. Una vera, piccola rivoluzione...
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Ci sono donne che amano lasciarsi trasportare dagli eventi, come una zattera dalle onde del mare, e donne che hanno bisogno di tenere saldamente in mano il timone. Natalie Nougayrède, 46 anni, giornalista “scomoda” per aver sempre messo la “penna nella piaga”, appartiene, indubbiamente, a quest’ultima categoria. Per la prima volta in oltre 65 anni di storia, infatti, sarà lei al comando del prestigioso quotidiano parigino, “Le Monde”, salvo improbabili sorprese nel voto della redazione. Il suo nome è stato preferito dai tre azionisti del giornale - Pierre Bergè, Xavien Niel e Matthieu Pigasse - per succedere a Èrik Izraelewicz, morto a novembre dopo un malore in redazione. La giornalista è un enigma per molti suoi colleghi. È riservata, ambiziosa e intransigente. Pochi la conoscono sul serio ma tutti le riconoscono grande professionalità. Ha iniziato la sua carriera nel ’91 come corrispondente in Europa dell’Est, documentando per Libération e la BBC la disgregazione della Cecoslovacchia. Si è specializzata nei conflitti che hanno scosso l’ex Urss e nel ’96 è entrata a “Le Monde”. Nel 2004 ha ricevuto il Prix de la presse diplomatique per i suoi reportage sulla strage di Beslan e sul conflitto ceceno, che le sono valsi, l’anno successivo, anche l’Albert Londres, il premio che elegge i migliori giornalisti francofoni, probabilmente il più importante Oltralpe. Insomma, la giornalista è ben documentata e ha un curriculum eccellente. Ma a contendersi la poltrona dell’autorevole quotidiano francese, oltre alla bella e brava Nougayrède, ci sono altri tre candidati interni: Alain Faujes, Franck Nouchi e Arnoud Leparmentier.Tutti e quattro sono stati ascoltati, per oltre un’ora ciascuno, il 31
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gennaio scorso. Il primo, 67 anni, specialista di macroeconomia internazionale, veterano della redazione, non sarebbe mai stato realmente in gara, mentre Nouchi, 56 anni, già responsabile di “Le Monde des Livres”, sostenuto da Pierre Bergè, sarebbe stato rifiutato dagli altri due perché troppo vicino al transfuga Edwy Plenel. Quanto al 46enne, Leparmentier, ex corrispondente a Berlino e Bruxelles, oggi incaricato di seguire l’Eliseo, sarebbe stato ritenuto troppo a ‘destra’ per le posizioni del giornale. Fino a un paio di giorni fa, sembrava che i tre proprietari non fossero in grado di mettersi d’accordo su un nome. Ma alla fine, l’impasse è stato superato premiando il candidato, anzi, la candidata più inattesa che, con un colloquio molto brillante, ha saputo risolvere a suo vantaggio i disaccordi tra i tre azionisti. Eppure, alcuni a Le Monde ritengono che la giornalista non abbia una preparazio-
NATALIE NOUGAYRÈDE 46 anni, giornalista “scomoda” per aver sempre messo la “penna nella piaga”. Per la prima volta in oltre 65 anni di storia, sarà lei al comando del prestigioso quotidiano parigino, Le Monde, salvo improbabili sorprese nel voto della redazione
ne adeguata circa i cambiamenti in atto nel mondo dell’editoria, le strategie di sviluppo e piani industriali. Senza considerare, poi, la sua mancanza di esperienza in materia di direzione. Infatti, come hanno fatto notare i più maliziosi, la stessa non ha mai occupato ruoli direttivi all’interno del giornale. Tuttavia, nel comunicato ufficiale, pubblicato dal sito di Le Monde mercoledì 13 febbraio, si legge: “I tre azionisti contano su di lei, sul suo rigore, entusiasmo e professionalità per lavorare con le redazioni di “Le monde” e di lemonde.fr, allo scopo di perseguire e accelerare le iniziative edi-
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
toriali avviate da Èrik Izraelewicz che hanno permesso un aumento stabile della diffusione del quotidiano, il successo del suo settimanale “M” e lo sviluppo eccezionale dei suoi contenuti su tutti i supporti digitali”. La nomina della nuova direttrice dovrà essere confermata dall’assemblea dei redattori, il primo marzo prossimo. Per l’investitura definitiva, pertanto, bisogna attendere il voto favorevole del 60% dei giornalisti. Ma secondo la stampa francese è improbabile che la redazione decida di respingere la nomina, quindi la risposta sarà, molto probabilmente, si. Voluto nel 1944 dal generale Charles De Gaulle, lo storico quotidia-
no, come tutta la stampa mondiale, attraversa il difficile momento della crisi economica e dell’avanzare dell’offerta digitale. Per questo motivo, se la redazione darà il via libera alla Nougayrède, permettendole di prendere il timone del giornale, la nuova direttrice si troverà di fronte una sfida non facile: aiutare uno di quei quotidiani storici d’Europa a tenere il passo con i tempi, lavorando molto sullo sviluppo digitale per contrastare l’inesorabile declino delle vendite, che nel 2012 sono scese del 5,77%. Oltre a raccogliere un’eredità impegnativa, la candidata inaspettata andrà a fare compagnia a Jill Abramson, direttrice del
“New York Times” dal giugno 2011, nel ristretto circolo delle donne arrivate al vertice di grandi testate storiche della stampa mondiale. Infine, considerando che la professione del giornalista è ancora una professione prettamente maschile e che in Francia, ma non solo, la situazione delle giornaliste non è rosea, (precariato, salari in media inferiori dei colleghi e una scarsa presenza in ruoli dirigenziali), Natalie Nougayrède, prima direttrice al comando di Le monde, rappresenterà una bella rivincita per quella categoria di donne che nella storia del giornalismo femminile hanno raggiunto, difficilmente, posizioni apicali.
DONNE IN TRINCEA - MARIA BASHIR È stata annoverata da “Time Magazine” tra le cento donne più inflenti al Mondo. La procuratrice generale dell’Afghanistan lotta da anni per affermare la dignità dell'essere femminile in un paese martoriato e decisamente maschilista. Sua - la spietata lotta contro i matrimoni contratti conn le spose bambine. Un'eroina coraggiosa, una donna “contro”
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ata nel 1970 ad Herat, annoverata dal “Time” tra le cento donne più influenti al mondo, Maria Bashir, è l’unica procuratrice generale dell’Afghanistan, un Paese in cui nascere donna equivale ad essere condannate a lottare con violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo, legate a quel tetto coniugale da cui è impossibile fuggire anche quando lo violenza annienta la dignità della persona. In
WOMEN OF COURAGE Insignita, nel 2011 da Hillary Clinton del prestigioso premio internazionale “Women of Courage” Maria ne ha fatta di strada. Una poderosa missione “in rosa” per sottrarre il proprio Paese al lungo medioevo della violenza talebana ai danni delle donne e dell’intera democrazia afghana
questo contesto degradato e degradante al servizio di un maschilismo estremo ed impunito, Maria Bashir rappresenta la figura che, al meglio e con coraggio, ha saputo affrontare e lottare contro le dolorose piaghe di una realtà ricca di aberranti disuguaglianze. Lotta contro la corruzione Maria, contro la criminalità, gli abusi domestici dove i mariti sono quasi sempre i carnefici, a dispetto delle continue minacce di morte ricevute e che la costringono ad avere costantemente al seguito 23 guardie del corpo. È solo grazie alla sua straordinaria lotta, al costante coraggio se, dal 2006, il numero delle procuratrici ha assistito ad un sorprendente incremento a conferma del fatto che le donne possono farcela. Laureata in legge all’Università di Kabul, promotrice, in passato, di corsi scolastici clandestini, sposata con un progressista e madre di tre figli, questa acclamata eroina dell’Afghanistan ha iniziato la sua carriera come investigatore penale a Kabul e, successivamente, a Herat. Più volte l’occupazione talebana impedì a lei, come a tutte le altre donne, di lavorare fino a quando l’invasione americana non concesse un barlume di libertà.
Nella sua spietata lotta contro i matrimoni contratti con spose-bambine Maria Bashir è categorica, avviluppata nel suo sguardo fiero e denso di speranza. “La nuova costituzione afghana, entrata in vigore nel 2004, ha proclamato pari diritti tra uomini e donne, ma ad oggi molti giudici danno preminenza ad un’interpretazione estremamente conservatrice della legge islamica, la Shari’a” ha più di una volta affermato la Bashir. All’interno di una realtà in cui gli uomini possono possedere più mogli, mentre per le donne colpevoli di sesso al di fuori dal matrimonio vige, in alcuni casi, la lapidazione, in una realtà in cui alla spietata sottrazione dei figli da parte del marito la donna preferisce il suicidio, Maria Bashir si batte affinché tutte le donne afghane riacquistino quella dignità sottratta loro dal mancato rispetto o dalla cattiva interpretazione della Costituzione. Insignita, nel 2011 da Hillary Clinton del prestigioso premio internazionale “Women of Courage” Maria ne ha fatta di strada. Una poderosa missione “in rosa” per sottrarre il proprio Paese al lungo medioevo della violenza talebana ai danni delle donne e dell’intera democrazia afghana. u
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DOSSIER DONNE IMPRENDITORIA AL FEMMINILE, OGGI
DONNE IN BUSINESS - LE CUGINE CLARINS Le sorelle Claire e Virginie assieme alle cugine Prisca e Jenna, hanno rivoluzionato l'economia della Clarins proiettanola nel Terzo millennio come uno dei brand multinazionali di maggior successo. Senza rinunciare ne al glamour nè ad essere donne a tempo pieno, le 4 protagoniste dell’avventura Clarins sono state premiate per l'intraprendenza e il loro ingeno
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uando si parla di Clarins, il celebre skincare brand francese divenuto famoso in tutto il mondo attraverso una vastissima gamma di cosmetici, il pensiero va alle quattro giovanissime cugine Prisca, Jenna, Virginie e Claire, le belle ereditiere, nipoti di Jacques Courtin-Clarins, il parigino geniale e intrepido che, forte dei suoi studi in medicina, scelse di occuparsi di trattamenti di bellezza usando gli estratti delle piante nel pieno rispetto della natura. Una lezione illuminata che continua a registrare brevetti e successi anche oggi e che ha lanciato il brand francese alla conquista del panorama mondiale della cosmetica. E le sorelle Claire e Virginie, insieme alle cugine Jenna e Prisca hanno avuto il merito di inseguire, rafforzare quel successo raggiunto dal nonno dopo la fondazione dell’azienda di
famiglia. Sono loro, le bionde parigine, ad averne accresciuto, dopo la morte del fondatore avvenuta nel 2007, i traguardi, attraverso una missione finalizzata a creare un elisir di lunga vita al notissimo volto di casa Clarins. A partire dallo scorso 6 settembre, in concomitanza con la “Fashion's Night Out”, le brillanti ragazze sono approdate al web con Beauty Flash Blog. Sul portale, che prende il nome dal prodotto culto del marchio, Beauty Flash Balm, le quattro ereditiere affiancate da altre nove donne tra cui Faran Krentcil, fashion editor con un passato nelle redazioni del Fashionista e di Nylon, elargiscono consigli, segnalano tendenze, forniscono news di moda ed esempi di stile. Spicca anche qualche ricetta, all’interno del raffinato blog, quasi a voler sottolineare il con-
nubio perfetto e indispensabile tra arte e cucina, ma si parla anche di mostre, sfilate, cultura e, naturalmente, di bellezza. Una fortunata e ben pensata scelta di marketing quella effettuata dalle giovani protagoniste di casa Clarins, che offre loro l’opportunità di parlare costantemente e attivamente della maison, pubblicizzando gli ultimi lanci e promuovendo eventi. Il motto del sito è “Oui the people. French beauty, global style”. Un successo che premia l’intraprendenza e l’ingegno di un talento tutto al femminile. Giornalista, fotografa, con una pasione verso la carta stampata - Marie Pierre Subtil ha dato voce alla sua passione attraverso una scelta coraggiosa e rivoluzionaria, lanciando una rivista semsetrale tutta improntata al mondo della fotografia. Ed è subito successo.
DONNE & SFIDE - MARIE PIERRE SUBTIL Il coraggio delle donne è rappresentato talvolta anche da quanto esse riescono a dare voce ad una passione attraverso un ingegno innovativo, attraverso coraggiose scelte che denotano l’ambizione nel volersi mettere costantemente alla prova anche quando i tempi sembrano essere sin troppo maturi. È il caso di Marie Pierre Subtil
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arie Pierre Subtil, giornalista riservata e poco incline ad esser fotografata, inviata del quotidiano francese “Le Monde” per circa ventidue anni, ha accettato una sfida apparentemente impossibile. Si chiama “6 mois” la missione più grande di Marie Pierre, un “luogo” in cui le idee nascono e si sviluppano in fretta, una rivista semestrale portata avanti con quella cura artigianale che è la chiave di un perenne successo. In un mondo che corre la Subtil ed i suoi collaboratori viaggiano con lentezza, quella necessaria a fare le cose per bene. Un numero ogni sei mesi, 350 pagine, 100 foto, nessuna pubblicità, nessun grande nome, una media di 40.000 copie vendute ed un numero sempre crescente di abbonamenti in tutto il mondo. Il segreto di questi fortunati numeri ha un solo nome: passione. Sposata da anni con
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Patrick de Saint-Exupery nipote dell’autore de “Il Piccolo Principe”, e fondatore della rivista, Marie Pierre Subtil ha avuto modo di condividere con il proprio compagno uno spropositato amore per il giornalismo oltre che il cuore. Una passione che risale già alla ventennale collaborazione con il quotidiano francese “Le Monde” ed all’attività svolta presso la rivista XXI che esprimeva con le parole quello che 6 mois avrebbe comunicato, qualche anno dopo, attraverso le immagini. La “nuova vita” della giornalista francese è iniziata nella primavera del 2011, data a cui risale il primo numero della neonata rivista che si sarebbe trovata a dirigere. “I nostri fotografi sono di tutto il mondo e anche i nostri lettori” spiega Marie Pierre. “Siamo in piena post-mondializzazione, in pieno post-Internet”. In un mondo po-
polato da miliardi di immagini che scorrono ininterrotte sul web la rivista della Subtil preferisce avere, ogni giorno, l’onere della scelta. Una scelta delle foto che punta più alla forza del contenuto che all’estetica, che investe sull’intensità, sulla suggestione dell’immagine, a dispetto della popolarità. E così le fabbriche di jeans in Cina, le prigioni antidroga della Birmania, le badanti fotografate mentre tornano a casa, diventano ritratti viventi la cui intensità affonda nella semplicità di un estremo realismo e nelle didascalie esplicative. Un successo assicurato dalla passione. E le passioni al femminile, quando vibrano dentro il cuore di una donna, tra gli spartiti della carriera, dentro gli affetti di famiglia, difficilmente si infrangono, raramente rimangono deluse. ■
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par tner principali
con il sostegno di
con il contributo di
la mostra è organizzata da American Museum of Natural History, New York (www.amnh.org) in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo e Codice Idee per la Cultura, Italia; Museum at Marina Bay Sands, Singapore; National Museum of Australia, Canberra, Australia and Art Exhibitions Australia; National Museum of Natural Science, Taichung, Taiwan e United Daily News, Taipei, Taiwan. media par tner
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DOSSIER DONNE IL RUOLO NELLA SOCIETÀ
A cura della redazione
DONNE & BUSINESS
MARIANNE BERTRAND La possibilità di guadagnare di più fa sentire in colpa le donne. Questo in sintesi risultato di uno studio condotto dall’economista Marianne Bertrand delle Chicago Booth School of Business. Con conseguenze anche in famiglia...
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Una ricerca condotta dall'economista Marianne Bertrand, docente di Economia alla University of Chicago Booth School of Business, indica che le percentuali dei matrimoni scendono quando una donna ha le potenzialità per guadagnare più del marito. Tra gli adulti di età compresa tra 25 e 39 anni, le percentuali dei matrimoni sono diminuite da circa l'81% nel 1970 al 51% nel 2010. La Professoressa Bertrand ritiene che quasi il 29% di questa diminuzione sia collegata all'avversione al fatto che una donna guadagni più del marito.
Secondo recenti statistiche, però, sembra che la situazione stia lentamente migliorando; pare, ad esempio, che la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne sia aumentata, così come il loro stipendio... Certo, questo è senz'altro vero. Le donne oggi sono più istruite, più competitive con l'altro sesso in termini di guadagni e occupazione, però è anche vero che dalla metà degli anni Novanta tutti questi miglioramenti hanno subito un arresto, e c'è ancora un 25% di differenza in fatto di stipendio tra i due sessi.
Oggi spesso di parla di discriminazione della donna da più fronti, rimanendo però spesso troppo generici e non spiegando le cause e le conseguenze di questo fenomeno. Lo studio dell'economia e del mercato occupazionale l'ha aiutata a gettare luce sui problemi del mondo femminile? Sì, devo dire che la mia formazione economica, con un occhio da sempre molto attento al mercato del lavoro, mi ha aiutato a svelare, con dati alla mano, meccanismi nascosti del cosiddetto “gender gap”, a dimostrare che il divario tra uomini e donne in fatto di leadership sia qualcosa che trascende i luoghi comuni, e soprattutto di numericamente dimostrabile. Qualcosa che ha decisamente a che fare con l'identità di genere.
Secondo lei, perché? C'è un ramo interessantissimo della psicologia sociale che può essere applicata all'economia. Studiosi come Akerolf o Kraton hanno definito l'identità come senso di appartenenza ad una categoria sociale, categoria in grado di dettare specifiche prescrizioni di comportamento anche in campo socio-economico. La categoria “uomo”, ad esempio, è da sempre stata associata a quella del lavoro – gli uomini devono portare il pane a casa, devono guadagnare di più –, mentre la categoria “donna è tradizionalmente legata alla sfera della casa e a una situazione d'inferiorità economica. Per una donna, contraddire tali prescrizioni, cioè, in questo caso, guadagnare più di un uomo, può avere conseguenza importanti Professoressa Betrand, ci parli di queste conseguenze: ci sta dicendo che è non solo il fatto che le mogli lavorino, ma sopratutto il fatto che queste, lavorando, guadagnino più dei mariti, a costituire un problema? Sì. Studiando come il gap di genere influenzi la fisionomia del mercato del lavoro, ho scoperto che la contravvenzione della prescrizione comportamentale secondo la quale “un uomo dovrebbe guadagnare più di sua moglie” ha effetti sconvolgenti non solo sul mondo del lavoro,
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ma anche sulle modalità di formazione della coppia, sul tasso dei divorzi,e addirittura sulla stessa divisione dei lavori domestici. Esistono delle prove statisticamente incontrovertibili del fatto che l'aumento del salario femminile sia da mettere in relazione con il declino del numero dei matrimoni in America, e questo mi sembra un dato molto allarmante. Allo stesso tempo, pare che quando la moglie guadagna più del marito, ha il 24 % di probabilità in più di divorziare. Il fatto che la donna guadagni di più, dunque, non solo abbassa le sue probabilità di sposarsi, ma anche la qualità del suo matrimonio? Esattamente. E non solo: secondo i miei studi, il guadagnare di più da parte delle donne, non solo aumenta le loro probabilità di essere infelici in un rapporto, ma provoca anche una significativa distorsione del mercato del lavoro. Mi spiego meglio: quando una donna è, o ha possibilità di essere, superiore all'uomo in termini occupazionali, si trova per forza di cose a minacciarlo, perché esercita un “gender-role reversal”, ovvero va contro un obbligo comportamentale tradizionalmente condiviso. Per ovviare a ciò, allora spesso questa rinuncia volontariamente ad esprimere al massimo le proprie potenzialità, scegliendo un lavoro che la occupi meno ore, e che, di conseguenza, sia anche molto meno remunerativo. La possibilità di guadagnare di più fa, quindi, sentire in colpa le donne? In un certo senso. Ciò è emerso anche dall'analisi della divisione del lavoro domestico. È stato dimostrato che quando la donna lavora e guadagna più del marito, per alleviare il suo senso di “gender-role” reversal - l'essere venuta meno ai doveri tradizionali propri della propria categoria sociale - tende ad aumentare la propria mole di lavoro domestico, e non il contrario, come ci si potrebbe aspettare. ■
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Agenzia delle Dogane Monopol i e dei Monopoli
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DOSSIER DONNE IL RUOLO NELLA SOCIETÀ
A cura della Redazione
MARIELLA ENOC
ETICA E INNOVAZIONE... AL FEMMINILE Ha la voce e l'aspetto di una tranquilla e gentile signora d'altri tempi, ma mai come nel caso di Mariella Enoc l'apparenza inganna. Per rendersene conto basta scorrere il suo blasonato curriculum
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Novarese, classe 1944, imprenditrice, si è sempre occupata dell'amministrazione e della gestione di strutture sanitarie. Oltre ad essere vicepresidente della Fondazione Cariplo, ricopre anche la carica di Presidente di Confindustria Piemonte e dell'Associazione Industriali di Novara. È inoltre presidente della casa di cura “I Cedri” di Fara Novarese e procuratore speciale dell’ospedale “Cottolengo” di Torino, consigliere di amministrazione della Fondazione “Housing Sociale” e della Fondazione “Filarete” di Milano, oltre che componente del Comitato di indirizzo del Ceip, della Fondazione Edison e della Fondazione Cini.
nello staff.. Quello di cui sono sempre stata convinta, piuttosto, è che occorre rifarsi al senso di responsabilità che le donne possono contribuire a restituire al nostro Paese”. Un valore da tornare a condividere, con padri, madri, insegnanti, lavoratori? “Il nostro Paese è lo specchio di quel che ciascuno di noi fa nel piccolo”. Mariella Enoc, si presenta dunque come una donna sobria, elegante, dignitosamente fiera della sua identità, preparata, semplice e modesta. Una piemontese tutta d'un pezzo, cattolica di formazione, con una vocazione alla solidarietà “A 67 anni potrei starmene a casa e
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PER CREARE VALORE PER IL PAESE ED USCIRE DA QUESTO PERIODO DI CONGIUNTURA ECONOMICA CHE CI ATTANAGLIA OCCORRE INVESTIRE SU DUE FATTORI CHIAVE: SULLE GIOVANI GENERAZIONI E SULLE IMPRESE INNOVATIVE, AD ELEVATA INTENSITÀ DI RICERCA, IN GRADO DI SVILUPPARE NUOVI PARADIGMI TECNOLOGICI
Il fatto di essere una donna può essere considerato un valore aggiunto, quando si arriva così in alto? “Indubbiamente, la sensibilità femminile è importante” - sostiene Mariella Enoc - “in Fondazione Cariplo possiamo contare su una nutrita rappresentanza rosa anche
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dedicarmi alla cura dei miei pensieri, ma invece devo dare ancora, devo rimettere in circolo quanto mi è stato dato dalla vita”, ripete spesso a chi quasi le chiede ragione di tanti impegni e interessi. “Per creare valore per il Paese ed uscire da
MARIELLA ENOC Novarese, classe 1944, imprenditrice, si è sempre occupata dell'amministrazione e della gestione di strutture sanitarie
questo periodo di congiuntura economica che ci attanaglia occorre investire su due fattori chiave: sulle giovani generazioni - che rappresentano il nostro futuro - e sulle imprese innovative, ad elevata intensità di ricerca, in grado di sviluppare nuovi paradigmi tecnologici”. Ha spiegato recentemente, a margine di un’iniziativa in favore delle nuove generazioni, condivisa e cofinanziata dalla Fondazione Cariplo insieme ad un partner come Microsoft. Solidarietà e impresa, dunque, il curriculum di una delle donne con la carriera più brillante e longeva nel nostro paese. Un binomio che sembra davvero scritto nel DNA del potere al femminile. ■
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SOCIETÀ LA MAPPA DELLA FELICITÀ
AL FESTIVAL DELLE SCIENZE SI PARLA DI FELICITÀ
di Flavia Aliberti
È DAVVERO POSSIBILE UNA MAPPA DELLA FELICITÀ MONDIALE? La felicità è stata oggetto negli ultimi anni di ricerche scientifiche che ne hanno persino decretato l'origine genetica. Ma le cose stanno proprio così? Recentemente è stato presentato un Rapporto Mondiale che analizza le tendenze delle emozioni positive in 150 paesi del mondo. Quali sono le conclusioni dell'indagine?
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Recentemente nel corso del Festival delle Scienze dell’Auditorium di Roma si è parlato di felicità. In effetti, se la “ricerca della felicità” è l'obiettivo di ogni individuo per eccellenza, questo stato d'animo è sempre più spesso oggetto di lavori e indagini, non solo da parte di psicologi e sociologi. Negli ultimi anni in effetti si è sviluppata la tendenza a ricercarne le cause in vari settori, facendo nascere una vera e propria “scienza della felicità”. Appurato che non esiste una magica pozione che ci consenta di essere felici a comando, alcuni studi hanno addirittura affermato la presenza di tratti ereditari genetici determinanti per la felicità di ciascun individuo. La ricerca che è stata presentata da John Helliwell, autore insieme a Richard Layard e Jeffrey Sachs di un “Rapporto Mondiale sulla Felicità”, nel corso di un incontro sulla “geografia della felicità” all'interno del programma del festival romano dedicato alle scienze, punta invece il dito su tendenze diverse, da paese a paese, che poco hanno a che fare con la genetica. Lo studio è stato condotto in 150 paesi e su campioni di 1000 individui maggiori di 15 anni, ogni anno dal 2007 al 2011. L'intervista consisteva nel chiedere un punteggio da 0 a 10 riguardo la propria qualità di vita. I risultati sono stati in alcuni casi immaginabili: ad esempio il fatto che i paesi con maggior benessere economico si siano posizionati al primo posto. Se infatti è vero che i soldi non possono dare la felicità, è anche vero che paesi molto poveri costringono spesso la popolazione a ritmi e condizioni di vita che ne ostacolano il benessere. I primi posti della classifica mondiale sono stati occupati dal Nord Europa, gli ultimi dai paesi dell'Africa sub-sahariana, mentre l'Italia si è posizionata al 28° posto, seguendo
SOCIETÀ LA MAPPA DELLA FELICITÀ
Brasile, Arabia Saudita, Porto Rico. Ovviamente tutti ci chiediamo come sia possibile che in paesi, quali la Danimarca e la Svezia, dove sappiamo che la qualità di vita è al massimo livello, esistano tanti problemi sociali come l'alto tasso di suicidi e l'alcolismo. La risposta data dallo scienziato, in virtù delle ricerche effettuate, è che la libertà di scelta in quei paesi determina comunque emozioni positive generalizzate tra la popolazione, emerse nel corso dei test. Tra gli altri fattori che scatenano tali sensazioni vi sono senza dubbio le relazioni sociali, elemento che aiuta l'Italia a non scendere
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I PAESI SONO PIÙ FELICI NEL NORD EUROPA Nel corso degli ultimi 40 anni, purtroppo, la felicità misurata non è aumentato negli Stati Uniti, nonostante il forte aumento dei redditi. I problemi della povertà, l'insicurezza, la corruzione, la perdita di fiducia sociale, e altri fattori stanno pesando sul senso americano di benessere. Ma ci sono anche molti paesi in cui la felicità è aumentato notevolmente, tra questi alcuni del Nord Europa
valutazioni, quindi sicuramente riflette l'atteggiamento più o meno positivo della popolazione, ma anche aspetti legati ad un diverso spirito critico e percezione delle proprie emo-
PAESI MOLTO POVERI COSTRINGONO SPESSO LA POPOLAZIONE A RITMI E CONDIZIONI DI VITA CHE NE OSTACOLANO IL BENESSERE
PROTAGONISTI Nella foto: John Helliwell autore insieme a Richard Layard e Jeffrey Sachs di un “Rapporto Mondiale sulla Felicità”, nel corso di un incontro sulla “geografia della felicità” all'interno del programma del festival romano dedicato alle scienze, punta invece il dito su tendenze diverse, da paese a paese, che poco hanno a che fare con la genetica
in classifica nonostante il generalizzato malumore riguardo la vita quotidiana, specialmente in alcune zone. C'è infatti da dire che all'interno di un paese, la situazione può variare moltissimo da un posto ad un altro e che difficilmente in una ricerca globale si riescono a far rientrare tutte le componenti. Inoltre dovremmo tenere un altro aspetto in considerazione: la ricerca si basa su auto-
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zioni, riservatezza, aspettative sempre più alte, ricerca di miglioramento. In ogni caso la ricerca portata a termine sembra aver allontanato le teorie legate alla genetica che non spiegherebbero realmente le tendenze nei diversi paesi e fanno semplicemente rientrare negli studi sulla felicità fattori esterni come il lavoro, la società, la religione, in combinazione ad elementi interni, riguardanti la storia personale di ciascun individuo, passata e presente. ■
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CULTURA MUSEO NICOLIS A VERONA
INTERVISTA A SILVIA NICOLIS di Franco Del Panta
LA SIGNORA DELLE AUTO A Verona, un museo particolarissimo dedicato alle auto d’epoca. Il museo racconta, attraverso centinaia di automobili, motociclette e biciclette, l'evoluzione dei mezzi di trasporto degli ultimi due secoli. Ma c'è molto di più in questo Museo-non-Museo: macchine fotografiche e per scrivere, strumenti musicali, oggetti introvabili. Abbiamo incontrato Silvia Nicolis per una chiaccherata a 360 gradi su questa istituzione
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CULTURA MUSEO NICOLIS A VERONA
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Il Museo è stato il suo “sogno lungo una vita”, sin da quando, ragazzino, raccoglieva carta da riciclare girando in bicicletta i paesi vicino a casa. Luciano Nicolis, veronese doc, lo ha realizzato nel 2000, inaugurando il “suo Museo” che ha subito aperto al pubblico. Nel “Museo dell'Auto, della Tecnica e della Meccanica” ha fatto confluire gli oggetti, introvabili e preziosi, che l'interesse per la meccanica lo ha portato a cercare in tutto il mondo: automobili, motociclette, biciclette ma anche strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, opere dell'ingegno umano. É una passione che ha trasferito anche
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modernizzazione che ha segnato il XIX e il XX secolo.Protagonista principale del Museo è comunque l’automobile . Il Museo Nicolis dà vita e testimonianza a questa evoluzione attraverso centinaia di vetture perfettamente funzionanti, molte restaurate personalmente da Luciano Nicolis, tutte riportate all’antico splendore. É sorprendente vedere come l’automobile abbia segnato la vita delle persone negli ultimi due secoli, come abbia contribuito alla marcia delle donne verso l’autonomia e l’ indipendenza, come abbia attraversato il cinema consegnandoci immagini indimenticabili di corse, amori, tradimenti, fughe, viaggi, sfide
NOI NON SIAMO I PROPRIETARI DI TUTTO QUESTO... NE SIAMO I CUSTODI PER IL FUTURO
alla famiglia che lo ha sempre sostenuto e affiancato. Il Museo è stata la sua attitudine e il suo divertimento. Lo ha voluto spettacolare e creativo con collezioni costantemente arricchite.Poche invenzioni hanno accompagnato l’evoluzione della società come l’automobile, il mezzo di trasporto per eccellenza. La sua storia racconta la storia dell’uomo, delle sue conquiste, delle sue battaglie, della formidabile corsa alla
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LUCIANO NICOLIS
che avevano tutti, in un modo o nell’altro, un’ auto al centro della scena. E come non pensare alle emozioni dello sport, al brivido della velocità, ai campioni leggendari che sfrecciano al volante dei loro bolidi, uomo e macchina una cosa sola, fino al traguardo, fino alla vittoria... Nei mezzi di trasporto, la storia della società e dell’uomo. Della collezione e di altro ancora abbiamo parlato con Silvia Nicolis, attuale direttrice del Museo.
Sig.ra Nicolis, ci può spiegare com’è cominciata la Sua avventura al museo Nicolis? Sono cresciuta con un padre che mi portava con sè ovunque, condividendo con me passioni, lavoro, valori, sacrifici .. e quel grande sogno che lui chiamava “Museo”. Una passione “virale” che si è concretizzata con l’inaugurazione del Museo Nicolis, di cui ho assunto da subito la direzione.
SILVIA NICOLIS Direttrice del Museo; per lei il Museo deve essere vissuto come luogo d’incontro, un “agorà” per condividere tematiche e passioni
Posso affermare che la passione per il motorismo storico è quindi nel mio DNA, mentre la progettualità e la visione imprenditoriale nella gestione di una impresa culturale sono maturate negli anni anche grazie all’esperienza sul campo iniziata prestissimo, prima nel Gruppo industriale di famiglia (Lamacart - leader in Italia nel recupero e riciclo della carta da macero) e poi applicata in questo Museo-Impresa nel quale ho sviluppato molti servizi e attività poliedriche. Come ha fatto ha trasformare il Museo in un polo culturale così importante? Il valore culturale delle Collezioni è stato ed è sicuramente il “pilastro” portante dell’intero progetto. Riconoscere e valorizzare il contenuto storico e culturale degli oggetti “custoditi” u
LEGGILO SU PROGRESSONLINE.IT
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CULTURA MUSEO NICOLIS A VERONA
PER SAPERNE DI PIU’ ✑ MUSEO NICOLIS ✑ Dove: Via Postumia, 37069 Villafranca di Verona, Italia Telefono: +39 045 6303289 info@museonicolis.com ✑ Prezzi: intero euro 10.00 a persona Ridotto euro 8.00 a persona ✑ Orari: Il Museo Nicolis è aperto tutto l'anno dal martedì alla domenica dalle ore 10,00 alle ore 18,00, chiuso il lunedì. www.museonicolis.com
ze, di persone, di emozioni ...Una specie di “agorà” cui fare riferimento per confrontarsi e condividere tematiche culturali e passioni comuni, ma anche business. Un nuovo concetto di vita museale, molto più aperto, variegato e moderno. Di strada da fare ce n’è ancora molta, ma un po’ alla volta questo interessante connubio tra Cultura-Impresa-Turismo prende piede e credo sia la strada più razionale per lo sviluppo strategico di qualsiasi progetto simile al nostro.
è stato determinante. Identificare invece il ruolo imprenditoriale e sociale di un contenitore culturale è ancora oggi, dopo più di dieci anni, la sfida più ardua. Credo fortemente nella logica dell’autofinanziamento e della buona gestione basati sullo sviluppo di nuovi servizi, sui valori dell’Heritage Marketing, sulla visione di una nuova e più ampia dimensione internazionale . Nella mia visione e “interpretazione” il Museo deve essere vissuto come un luogo di incontro che prescinde da un tema specifico per diventare una sorta di “veicolatore e moltiplicatore” di storie, di testimonian-
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Può spiegare in cosa consiste il modello di Museo-Impresa adottato per la Sua struttura? La visione e il talento imprenditoriale del suo fondatore spiegano solo in parte il successo che il Museo ha registrato negli anni; alla base della sua affermazione c’è un modello di gestione che ha puntato sulla promozione culturale e la valorizzazione del territorio, senza però dimenticare la propria missione imprenditoriale. Da qui, una gestione proattiva e molto dinamica, affidata a un ristretto team di collaboratori di elevata professionalità, al dialogo con le istituzioni e il territorio, alle relazioni con le imprese, alla collaborazione con i media e il mondo della comunicazione. Le attività promozionali, il centro congressi, i photo-shooting, le collaborazioni con i media, i servizi per il pubblico e la Business Community, tutte attività finalizzate a generare risorse per il Museo, hanno rappresentato una eccellente piattaforma per tutte le aziende del Gruppo Nicolis e per la valorizzazione del territorio nel suo insieme, in omaggio alla filosofia dell’”Heritage Marketing” cui questa Organizzazione museale si è sempre ispirata. Da qui, anche l’ingresso nel network MuseImpresa (www.museimpresa.com), l’Associazione italiana di Archivi e Musei d’Impresa promossa da Assolombarda e Confindustria per valorizzare e mettere in rete le im-
prese portatrici di una moderna cultura aziendale. La mia partecipazione attiva a queste realtà, e gli incarichi assunti nel sistema confindustriale mi hanno sicuramente aiutata a crescere professionalmente in modo proattivo e collaborativo. Lei ha rotto lo schema che vede, storicamente, le donne un po’ lontane dal mondo delle auto… come spiega il fatto che ancora oggi è difficile trovare donne appassionate di motori? La mia storia è fortemente legata a quello di mio padre che ha avuto il merito di trasferirmi con dedizione e caparbietà la sua passione, che poi è diventata la mia. Conosco donne legate a questo mondo, chi per sfida, chi per lavoro, chi per passione... sono più di quelle che immaginiamo! Storicamente i motori erano legati alla meccanica ed alla tecnica, quindi all’uomo anche per una questione “pratica”, oggi assistiamo a interpretazioni di questo settore più ampie legate al costume, al turismo, alle rievocazioni storiche, all’arte, alla società, un nuovo modo di affrontare queste tematiche che consentirà a chiunque di avvicinarsi a questo mondo con più familiarità ed interesse. Anzi, credo che proprio il mondo dei motori possa offrire alla società l’opportunità di tornare ad esplorare borghi, periferie, paesaggi ...a bordo delle 2 e delle 4 ruote o, comunque, di condividere momenti genuini di aggregazione familiare/sociale. In generale, quali difficoltà s’incontrano a dirigere una realtà culturale e aziendale come la Sua, con i tabù culturali che ancora oggi vedono le donne... ■
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Promotion Expo__mastro Progress 12/03/13 10.22 Pagina 1
ADVERTISING ANCHE IL MARKETING HA LA SUA FIERA
PROMOTION EXPO 2013
di Paolo Del Panta
COMUNICAZIONE E MARKETING IN FIERA Nella storica sede fieristica di Fieramilanocity, nel cuore della città lombarda, si terrà dal 13 al 15 marzo 2013 la 22° edizione di Promotion Expo, la manifestazione che propone le migliori soluzioni pensate per il mondo delle loyalty, dei gadget aziendali, degli eventi, del digital signage e della comunicazione sul punto di vendita
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Offrire agli specialisti del settore marketing e comunicazione una gamma completa di proposte pensate per aiutare le aziende a comunicare in modo efficace: questo l'obiettivo di Promotion Expo. All'interno della fiera troveranno spazio quattro aree specializzate: area Gift & Premium, dedicata agli oggetti per la promozione, al merchandising, al regalo d’affari e ai premi; area In-Store Material, dedicata ai materiali, agli strumenti, agli arredi e alle idee per la comunicazione sul punto vendita; area Digital Signage, dedicata ai fornitori di soluzioni tecnologicamente avanzate per il punto vendita come soluzioni in 3D e schermi olografici, area B2B Service, dedicata ai fornitori di servizi per il marketing di relazione e per il field marketing, alle agenzie di pubbliche relazioni e di organizzazione eventi. Di sicuro interesse per gli espositori di Promotion Expo 2013 sarà la nuova edizione del premio Loyalty, che verrà assegnato a chi avrà realizzato la migliore campagna di fidelizzazione in termini sia di originalità che di efficacia aziendale. Durante i tre giorni di fiera sarà possibile partecipare a numerosi convegni, tra i quali quelli dedicati agli Entertainment Brands e organizzati da Promotion magazine, rivista ufficiale della manifestazione, e Kazachoc Italia. Nel corso di questi incontri verranno presentate in anteprima le strategie
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PER SAPERNE DI PIU’ ✑ PROMOTION EXPO 2013 ✑ Dove: Milano - Fieramilanocity ✑ Quando: dal 13 al 15 marzo 2013 www.promotionexpo.it La 22° edizione della Fiera della Comunicazione e del Marketing di relazione Promotion Expo è l’evento di riferimento per tutti i professionisti della comunicazione d’azienda e del settore promozionale
e le novità che faranno la differenza nel 2014. Appuntamento a Fieramilanocity, per scoprire come le aziende possono migliore la loro comunicazione. ■
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CINEMA IL RITORNO DI TORNATORE
GIUSEPPE TORNATORE
di Claudia Catalli
LO STATO DI SALUTE DI UN CINEMA SI MISURA DA UN’OFFERTA VARIEGATA Il suo è uno di quei nomi per cui non occorrono presentazioni. Non a caso all’ultima edizione della Berlinale ha ricevuto il plauso internazionale della critica e del pubblico, e con gli occhi lucidi si è goduto standing ovation e
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applausi sperticati per la sua ultima creatura, “La migliore offerta”
Parliamo del regista siciliano Giuseppe Tornatore, per gli amici “Peppuccio”, uno dei rari casi di cineasti italiani abili a coniugare altissima qualità con prodotti autoriali che non spaventano mai il pubblico. Al contrario, lo attirano. A dimostrarlo sono soprattutto gli incassi, in un momento storico in cui il cinema italiano stenta a conquistare il botteghino (fatta eccezione per le commedie): dopo il caso “Baaria”, anche “La migliore offerta” ha superato i nove milioni di euro. Un dato non trascurabile, e aggiunto alla notizia che il film è stato venduto in tutto il mondo (dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Spagna al Brasile, dal Canada al Messico) diventa immediatamente sinonimo di successo.
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Tornatore, come commenta questi risultati positivi? In Italia eravamo tutti convinti che al cinema funzionassero solo commedie, il mio film ha contraddetto tutto questo e dimostrato che esiste una fetta di pubblico a cui puoi proporre qualcosa di diverso e aspettarti che venga apprezzato. Non è persa ogni speranza, insomma: trovo che lo stato di salute della cinematografia di un paese si misuri dalla varietà di offerta. Se al pubblico proponi solo una categoria di film, o un solo genere, alla lunga si stanca. Che reazioni sta ricevendo da pubblico e stampa esteri? Sorprendenti. In sala, alla Berlinale, c’erano 1700 persone ad applaudirci. E già durante il film partecipavano molto. Io e Geof-
frey Rush (protagonista di La migliore offerta, ndr) ne siamo rimasti esterrefatti. Ricordo che già per “Nuovo Cinema Paradiso” con gli attori ci dicevamo sempre: “Se ridono sulla scena del prete è fatta”, ma le reazioni di allora stavolta le ho avvertite amplificate. Anche la stampa straniera è molto curiosa ed interessata al mio lavoro. Ricordo in particolare una domanda, che ho preso come un complimento: “Il suo film inizia a casa di Freud e finisce a casa di Kafka, perchè?”. Mi ritengono un intenditore di arte poi, un professionista, e restano tutti colpiti dalla combinazione dell’elemento thriller con la storia d’amore e della questione centrale del rapporto tra vero e falso. E l’ambivalenza del finale spiazza tutti: una volta a Udine, in un cinema pieno di gente, un ragazzo si è alzato e mi ha chiesto:
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CINEMA IL RITORNO DI TORNATORE
REGISTA ECLETTICO Nella foto a destra: Giuseppe Tornatore e Geoffrey Rush sul set de “La migliore offerta”
“Ma alla fine lui la aspetta per vendetta o per amore?”. E io: “Tu che dici?”. Lui: “Per amore”. “Allora è vero”. Mai piaciuti i film a tesi. Senta, hanno girato un documentario su di lei (Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima): che effetto le ha fatto? Ho molto apprezzato il metodo di lavoro e la serietà dei ragazzi (Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi, ndr) che l’hanno girato, impegnandosi in un lavoro di ricerca pazzesco durato quasi due anni. Quando ho accettato, ho permesso loro di accedere al mio archivio personale. Il film dura un’ora e quaranta, ci saranno cinque-sei minuti di materiale di archivio, però loro hanno visto tutti i miei film in super8 girati prima che diventassi un regista. Ciclicamente ci vedevamo, cercavano di spiegarmi cosa stessero facendo, ma quasi mi dava fastidio. Non ho consigliato nè suggerito nulla, rispondevo solo alle loro domande. E mi affascinava l’intenzione di frantumare il concetto di intervista: ci vedevamo dopo mesi e mi facevano nuove domande. È stata una bella esperienza, poi sono sempre contento quando riesco a dare, in qualche modo, spazio ai giovani. Li riguarda volentieri i suoi film? Dipende. Ricordo che Sergio Leone un giorno mi disse: “Se ti vedi i primi due minuti di un tuo film poi te lo rivedi tutto”. Aveva ragione. Com’è stato girare un film in lingua inglese, con interpreti del calibro del premio Oscar Geoffrey Rush? Sentivo che era quella la lingua del film,
la sceneggiatura era scritta così, tutto suonava perfettamente. Ed è andata benissimo, anche perchè quando lavori con un attore e un uomo del genere può solo andare bene: potevo chiedere a Geoffrey qualsiasi cosa sul set, è un interprete decisamente autoironico e talentuoso. Se fai quindici ciak lui non si scompone. E se gli dici che qualcosa non va bene, non è di quelle star che si offendono, piuttosto è disponibile a rifare tutto secondo le tue indicazioni. Il suo inglese come va? Per fortuna ho un assistente di regia che lo parla benissimo. Per quanto riguarda me, ogni volta che incontro un americano mi dice: “Ehi, il tuo inglese è migliorato”. E ogni volta ripenso che allora dev’essere stato proprio una schifezza vent’anni fa. Posso chiederle qual è stata, nella sua carriera, la “migliore offerta” fatta e ricevuta?
Fatta: all’epoca del mio secondo film con Cristaldi ho sentito che il film era paralizzato, così gli ho proposto di realizzarlo senza soldi e rifiutato lo stipendio purchè me lo facesse fare, e lui fu di parola. Ricevuta: la possibilità di fare il mio primo film, dal primo produttore. A sua volta le piacerebbe produrre qualche nome tra i giovani autori? L’ho fatto diverse volte già nella mia carriera, penso ad Andò, a Cabiddu, a Scimone e Sframeli. Se mi chiedessero più spesso di produrre film lo fareivolentieri, sempre che progetti e autori in questione mi sembrino abbastanza interessanti. Ci anticipa qualcosa sul suo prossimo progetto? Ho ancora quello di Leningrado, lo stesso su cui lavoravo ancora prima di “La migliore offerta”. Un produttore americano se n’era innamorato, ma è un film molto complesso e stiamo tuttora lavorando per cercare la quadratura del cerchio. Ormai sono dodici anni che mi occupo di questo progetto, mi viene quasi da dire che sarebbe meglio annunciare che l’ho fatto solo a fine riprese. Per scaramanzia, più che altro. Comunque ho deciso: se entro un mese nulla si muove, mi arrendo. ■
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DOGITAL ECONOMY IL SUCCESSO DI PAYPAL
DIGITAL ECONOMY
di Alessandro Paccosi
IL SIGNORE DEL PORTAFOGLIO DIGITALE Intervista al General Manager di Paypal Angelo Meregalli che ci spiega i vantaggio delle operazioni finanziarie operate tramite la società californiana
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Non ci chiediamo quasi più quanti siano in Italia i possessori di un computer; viene da sé pensare che sia un accessorio di ordinaria diffusione in tutte le famiglie. Ormai consideriamo cifre su quanti abbiano uno smartphone o un iPad, anche se, soprattutto nel primo dei due casi, non sono certo pochi a reputare il telefonino multimediale come elemento integrante della propria vita. Comunque, di qualsiasi nostra “protesi tecno-
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logica” si tratti, è sempre l’accesso alla rete che ne determina la rilevanza, soprattutto quando è utilizzata per favorire la semplificazione di molte operazioni. Finanziarie, ad esempio: la circolazione di moneta attraverso canali virtuali - e senza condividere i dati sensibili delle carte di credito - è l’dea attorno a cui si è sviluppato e diffuso, dalla California nel 1998, PayPal. Previa registrazione al sito, questo servizio permette di invia-
re o ricevere pagamenti, utilizzando semplicemente e-mail e password. Progress ha intervistato Angelo Meregalli, General Manager di PayPal per l’Italia. Laureato in Ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Milano, ha successivamente conseguito un MBA all’Università Bocconi. Meregalli è arrivato in PayPal dopo 11 anni di esperienza in Unicredit, dove ha avuto incarichi di responsabilità, nazionali e internazionali, nei
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DOGITAL ECONOMY IL SUCCESSO DI PAYPAL
ANGELO MEREGALLI General Manager di Paypal
settori credito al consumo e carte di pagamento. Da ultimo, è stato Head of Global Families and Small Medium Enterprise Payments nel medesimo Gruppo. A proposito di e- ed m-commerce, quanto se ne usufruisce in Italia, anche rispetto ad altri paesi? Sono considerate due grandi scommesse e, come per ogni scommessa, c’è grande fermento di soluzioni e migliorabilità, focalizzate soprattutto sull’aspetto tecnico.Ovviamente guardiamo anche all’impatto sui clienti, siano essi consumatori o esercenti; da questo punto di vista, l’Italia è posizionata molto bene, considerando che oltre il 50% di utenti di telefonia mobile ha almeno un cellulare. Ormai 7 italiani su 10 (ma 8 su 10 se possessori di smartphone), oltre ad usarli per iniziare la giornata e svegliarsi, sanno che possono utilizzarli per fare spese. La propensione all’acquisto riguarda specificamente il 18% di chi possiede un telefonino, percentuale che sale al 34% nel caso di utenti smartphone. Il 45% di questi ultimi, poi, lo considera uno strumento da tenere sempre con sé, proprio per i numerosi vantaggi che offre, tra cui quello di fare acquisti direttamente sul dispositivo. Si tratta di un’opportunità unica per l’Italia, tanto nel panorama europeo quanto in quello mondiale, desumibile anche da un altro dato: circa 3 milioni di utenti ha fatto un acquisto tramite smartphone, soprattutto di elettronica di consumo ma anche di abbigliamento e accessori. Se questo viene paragonato al fatto che in Italia ci sono oltre 12 milioni di online shoppers, abbiamo già dato la dimensione dei grandissimi benefici della telefonia.
Vuol dire che c’è un’alta consapevolezza di poter inviare pagamenti attraverso la rete... In merito a PayPal, le dico che oggi l’Italia ha una base clienti e un numero di conti attivi pari a 7 milioni. Alla fine del 2012 questo era il dato, in grandissima crescita rispetto all’anno precedente. È un brand che dà grande sicurezza a chi ne usufruisce, aspetto direi ancora più importante della praticità nell’utilizzo: con username e password o, nel caso del cellulare, un numero di telefono più un pin, i nostri utenti possono utilizzare soluzioni di pagamento ovunque si trovino. Una delle nostre caratteristiche forti è la capacità di avere “tassi di conversione al carrello”, del 70% su web e 80% sul mobile. Vuol dire che sul web 7 utenti su 10 terminano l’acquisto, sul mobile aumentano a 8 su 10, ed è un dato di gran lunga superiore a qualsiasi altra transazione, effettuata con strumenti finanziari diversi da Paypal. Le operazioni legate ad emissioni di moneta elettronica sono sempre considerate con oppor-
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UN MERCATO IN CRESCITA Oggi l’Italia ha una base clienti e un numero di conti attivi pari a 7 milioni
sta tipologia di pagamenti? L’accettazione è alta e la diffidenza è dovuta alla scarsa conoscenza di cosa PayPal sia. Questo è un elemento molto importante su cui lavorare nei prossimi anni, cioè creare confidenza con l’utilizzo del mezzo. Se pensiamo agli esercenti, stiamo riscontrando un grande successo attraverso varie categorie: parliamo di grandi esercenti che online hanno attività consolidate, ma anche di tutti quelli piccoli e medi che sempre più si affacciano sul mondo del web. PayPal permette non solo di avviare un sito, collegandolo alla soluzione di pagamento e con costi integrativi estremamente limitati, ma offre anche l’accettazione di più soluzioni, sapendo che un cliente ha bisogno anche di altre tipologie di erogazione. In un mondo dove l’e-commerce ha pochi confini, una piccola o media impresa con noi ha l’opportunità di af-
PAYPAL SI POSIZIONA COME UN “DIGITAL WALLET”, UN PORTAFOGLIO DIGITALE TENUTO IN UN AMBIENTE PROTETTO, AL CUI INTERNO IL CLIENTE METTE LE CARTE CHE DESIDERA E SCEGLIE DI VOLTA IN VOLTA QUALI USARE
tuna cautela dalla gente: su quali punti avete costruito la sicurezza dei vostri servizi?Intanto non permettiamo che vengano condivisi gli estremi della carta di credito. È un sistema di grande praticità, oltretutto, perché così non si devono tirar fuori i dati ogni qual volta ci sia un pagamento da attuare. Di fatto, PayPal si posiziona come un “digital wallet”, un portafoglio digitale tenuto in un ambiente protetto, al cui interno il cliente mette le carte che desidera e sceglie di volta in volta quali usare. La praticità e la percezione di sicurezza, poi, vanno oltre la non condivisione dei tratti finanziari, perché grazie ad username e password garantiamo un’alta tutela nelle operazioni. Dietro ci sono elevati livelli di investimento, anche sul piano dell’ infrastruttura – quindi di piattaforma – e dei processi, cioè persone, procedure e strumenti per identificare eventuali anomalie e migliorarci. Non dimentichiamo che il mondo del web e della telefonia è in continua evoluzione e noi lavoriamo per dare un accesso comodo e rapido, discorso che vale sia per i consumatori che per gli esercenti. Come si pongono le imprese verso la possibilità di utilizzare que-
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facciarsi sul mercato internazionale – oltre 117 milioni di conti nel mondo - e, sempre godendo della sicurezza che offriamo, favorire la vendita dei propri prodotti.
Quali strategie userete per allargare l’utenza? Fino ad oggi PayPal ha investito relativamente poco nella creazione della consapevolezza. Questa è arrivata naturalmente, con il passaparola, con la forza di chi ha adottato la soluzione PayPal e l’ha promossa. Noi impieghiamo risorse principalmente su canali digitali, quindi web e mobile e i migliori ambasciatori sono sempre gli esercenti. Ciò che faremo sarà sostenere quelli selezionati fra i nostri partners e promuovere così i servizi che offriamo, incentivando l’adozione sia dell’e-commerce che dell’m-commerce. La nostra comunicazione sarà concentrata sul far capire chi sia PayPal: a tutti gli effetti una banca, regolata dal diritto europeo. Riteniamo che sia la miglior chiave per spiegare le cose, non in canali tradizionali come la televisione, ma privilegiando la rete ed il mondo del digitale. ■
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TECNOLOGIE IL ROAD SHOW DI SMAU FA TAPPA A ROMA
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TECNOLOGIE IL ROAD SHOW DI SMAU FA TAPPA A ROMA
A cura della Redazione
SMAU BUSINESS ROMA
100 NOVITÀ PER RIPARTIRE La quarta edizione di Smau Business Roma aprirà i battenti mercoledì 20 e giovedì 21 marzo presentandosi agli oltre 5.000 visitatori attesi con una nuova veste: quest’anno oltre alle 100 novità tecnologiche per il mondo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni proposte dalle più importanti aziende fornitrici di tecnologie informatiche
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Tanti i big all’edizione romana di Smau Business quest’anno. Tra gli altri, Cisco, Fujitsu, Intel, Lenovo, Microsoft, Sap, Telecom, Vodafone – i visitatori troveranno una nuova area, R2B Roadshow, realizzata in collaborazione con Aster - la Società consortile dell’Emilia-Romagna per lo sviluppo e la promozione dell’’innovazione e del trasferimento tecnologico - in cui saranno esposti i prototipi, i progetti e le idee di business più innovative raccontati dalle nuove generazioni di imprenditori, da ricercatori o docenti universitari e una selezione di progetti volti a fornire supporto allo sviluppo delle città intelligenti. Per orientarsi in questa nuova area espositiva, il Discovery Bar sarà il posto in cui i visitatori potranno scoprire tutte le nuove opportunità di innovazione per la propria impresa attraverso personale qualificato che li indirizzerà direttamente verso le realtà più interessanti per il proprio business. “L’obiettivo di questo nuovo progetto, che completa l’offerta di innovazione che Smau mette a disposizione delle imprese, spiega Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau, è quello di innescare un vero ‘Cambiamento Culturale’ che porti ad una piena comprensione circa le potenzialità delle tecnologie digitali, della ricerca e dell’innovazione per la crescita della competitività delle imprese sul
mercato, nazionale e internazionale e per un miglioramento concreto dei servizi offerti da Regioni, Comuni ed Enti Locali a imprese e privati. Per raggiungere questo obiettivo è importante creare occasioni di aggregazione e networking in cui la condivisione di conoscenze ed esperienze diventa fondamentale per apprendere dai successi e dalle difficoltà incontrate da quelli attori che hanno già avviato progetti innovativi”. L’edizione 2013 di Smau Business Roma sarà quindi focalizzata sulla presentazione dei talenti e delle eccellenze provenienti da tutto il Lazio e non solo. Si parte mercoledì 20 marzo con il Premio Lamarck, il premio realizzato dal gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria e Smau che si pone l’obiettivo di conferire un riconoscimento a tutte quelle startup che, coerentemente con la teoria evoluzionistica di Lamarck, hanno saputo ideare e sviluppare nuovi progetti, in qualsiasi settore - dalla medicina, alla biologia, dalla chimica all’aerospazio, dall’industrial design alla robotica adattandosi alle mutate condizioni ambientali. A seguire si terrà il Premio Smart City Roma che consegnerà un riconoscimento alle esperienze e ai progetti più innovativi del Centro Italia in tema di città intelligenti. Alla gara sono ammesse tutte le Pubbliche Amministrazioni del territorio che, con l’utilizzo delle tecnologie digitali hanno sviluppato
progetti di sostenibilità per il turismo, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale, l’ innovazione per l’agricoltura e la cultura dell’alimentazione, l’ alfabetizzazione digitale e l’ e-Government, la mobilità sostenibile e la sicurezza, lo smaltimento dei rifiuti, l’ efficienza energetica e l’ edilizia sostenibile, i finanziamenti pubblici, la sanità e il trasporto merci e molti altri. Il tema delle città intelligenti sarà anche affrontato all’interno dell’Arena Smart City Cluster Nazionali che presenterà, in collaborazione con Anci, un calendario di laboratori da 50 minuti ciascuno in cui verranno messe a confronto le esperienze di differenti regioni, provincie e comuni hanno realizzato progetti simili, in tema di agroalimentare, smart community, turismo e molto altro, analizzandone i successi e le problematiche affrontate, affinché si realizzino modelli di sviluppo sostenibile replicabili in altri territori. La giornata di giovedì sarà dedicata alla quarta edizione del Premio Innovazione ICT, promosso dall’Osservatorio Smau - School of Management del Politecnico di Milano ed assegnato alle imprese virtuose che hanno saputo affermarsi sul mercato grazie alle tecnologie digitali e al Mob App Award, il premio dedicato alle migliori applicazioni per tablet e Smartphone in ambito business e consumer. www.smau.it ■
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di LAURA SAGGIO
TONALE TIZIANO
DOVE & QUANDO ✑ TIZIANO ✑ Dove: Scuderie del Quirinale
✑ Quando: 5 marzo
La mostra su Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1485 circa - Venezia 1576), in programma presso le Scuderie del Quirinale a Roma dal 5 marzo al 13 giugno, offrirà attraverso 40 capolavori unici una panoramica precisa sulla storia artistica del pittore. Della vita dell'artista non si conosce molto, ma i suoi dipinti (oltre 500) hanno segnato la luce dell'arte rinascimentale europea. Tiziano, anteponendosi a Michelangelo e ai fiorentini fautori della costruzione dell'immagine attraverso il disegno, portò a vette di perfezione la tecnica della pittura “tonale”. Il “Divin pittore”, alla corte di papi e re, è stato senza dubbio l'artista più grande del Rinascimento veneto, il ritrattista per antonomasia, l'uomo i “cui pennelli sempre partorivano espressioni di vita” (Boschini, 1674). Tiziano veniva dalla scuola di Giovanni Bellini e Giorgione, quest'ultimo influenzò il suo
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modo di osservare, sentire e dipingere il colore, affascinandolo con le magie della sua pittura tonale: un impasto ricco e sfumato, steso in strati sovrapposti per determinare i volumi e affievolire i contorni di sfondi soffusi. Tiziano partì da qui, ma andò oltre, superò il suo maestro, accentuando i contrasti e infondendo alla superficie pittorica dinamismo e precisione con pennellate realizzate talvolta impastando i colori direttamente sulla tela, talvolta usando le dita al posto dei pennelli. “Il Concerto e la Bella di
Palazzo Pitti”, “la Flora degli Uffizi”, “la Pala Gozzi di Ancona”, “la Danae di Capodimonte”, “il Carlo V con il cane”, l'“Autoritratto del Prado” o “lo Scorticamento di Marsia di Kromeriz”, sono solo alcune delle opere più conosciute di Tiziano che potremo ammirare nell'esposizione romana. Questa mostra permetterà ai visitatori di percorrere,
16 giugno 2013 06 39967500
✑ Info:
www.scuderiequirinale.it
decennio per decennio, l'intera opera di Tiziano, che verrà delineata attraverso il senso materico del suo colore e l'evoluzione di una pennellata capace di assorbire la realtà in una forma voluminosa e dinamica.
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ARTE TEFAF 2013
TUTTE LE ARTI IN UN’UNICA FIERA
di Flavia Aliberti
A MAASTRICHT SI PARLA D’ARTE Eleganza: questo è solo uno dei fili conduttori della più grande fiera d’antiquariato del mondo che si svolgerà a Maastricht dal 15 al 24 Marzo 2013. TEFAF è un incredibile viaggio attraverso l’arte, in ogni sua forma espressiva. Vediamo quali saranno i punti forti di questa nuova edizione...
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Centinaia di esperti in diverse categorie di opere d’arte si riuniranno per l’edizione 2013 del TEFAF, la fiera di antiquariato più grande del mondo. Non solo quindi mobili o dipinti, ma anche arte moderna e contemporanea, manoscritti, gioielleria, design del XX secolo e molto altro, in mostra nelle vetrine della manifestazione internazionale. Gallerie d’arte di ogni paese potranno esporre i propri pezzi migliori, dopo aver passato una rigidissima selezione che lascia partecipare alla fiera solo il massimo della qualità, dell’autenticità e delle condizioni dell’opera. Gli organizzatori del TEFAF 2013 sperano di realizzare un altro successo, visto che l’an-
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no precedente la fiera ha ospitato ben 72.000 visitatori, provenienti da ogni paese. L’apertura dell’evento sarà celebrata da una speciale mostra, unica nel suo genere, allestita all’interno della sezione “Paper”: verrà presentata una serie di disegni di Vincent Van Gogh che, seguendo un ordine cronologico, metteranno in luce le diverse fasi creative dell’artista. Si inizierà quindi con figure e paesaggi realizzati all’Aja, per passare agli scorci suggestivi del periodo di Nuenen e gli acquerelli parigini. I disegni sono stati prestati, caso straordinario vista la loro fragilità, dal Museo Van Gogh di Amsterdam.
Niente di meglio quindi per dare il via ai lavori del TEFAF 2013. Il pubblico della fiera è generalmente composto da collezionisti, curatori museali, altri professionisti del settore: si tratta di un momento importante, accolto quest’anno all’interno di una cornice dall’immagine rinnovata. Un nuovo design ha infatti cambiato il volto di TEFAF 2013, dando più spazio alla vista e studiando accuratamente il posizionamento delle luci. Come ogni anno alcuni dei pezzi che saranno presenti alla fiera ne saranno i principali protagonisti. Per il 2013 si parla già del cimelio che verrà esposto nello stand della londinese Wartski: si tratta di una pallot-
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tola, forse collegata ad un tentativo di assassinare lo Zar Nicola II di Russia nel 1906. Su richiesta del Gran Duca Nicholas Nicholaievitch, fu poi fatta montare a sigillo dal celebre gioielliere Carl Fabergé. Oggi questo incredibile oggetto sarà in vendita tra i corridoi del TEFAF per una somma elevatissima. Molti i capolavori della sezione dipinti ogni anno presentati a Maastricht: per il 2013 si attende l’arrivo dell’opera intitolata “La Crocifissione”, pittura su rame, eseguita da Jan Brueghel il Vecchio nel 1594. Per gli amanti dei manoscritti antichi, sarà invece esposto uno dei primi testi di letteratura europea, la “Historia septem sapientium Romae”, considerato il primo libro illustrato stampato da Gheraert Leeu a Gouda in Olanda (1483). E a TEFAF non mancheranno stand dedicati all’arte fotografica: Hans P. Kraus Jr Fine Photographs di New York mostrerà un’immagine ottenuta dal fotografo William Henry Fox Talbot nel 1839, che stava allora sperimentando la stampa su carta. Viaggiando da un settore all’altro della fiera si vive davvero l’arte in ogni sua forma, passando attraverso
OPERE AUTENTICHE Per assicurare l'autenticità, la qualità e le eccellenti condizioni delle opere presenti a TEFAF, prima della sua apertura ogni oggetto d'arte è controllato da una commissione indipendente di esperti di grande reputazione
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ARTE TEFAF 2013
CARTIER PROTAGONITA Gli stand maggiormente “presi d’assalto” sono quelli dei gioielli firmati delle più grandi case come Cartier, visti evidentemente come investimenti sicuri e soprattutto oggetto di desiderio dei compratori provenienti in larga misura dal mondo asiatico e da quello arabo
diversi generi. Si può approdare ad esempio al design del XX secolo, ammirando la sedia progettata nel 1898 da Mackintosh e portata a Maastricht dalla Galerie Ulrich Fiedler di Berlino. Persino alcune sculture di Auguste Rodin potranno essere ammirate nella manifestazione 2013. E ancora molti capolavori attendono il pubblico del TEFAF: un’opera in terracotta smaltata di Pablo Picasso verrà esposta dalla Galerie Krugier & Cie di Ginevra. Infine il massimo stupore arriverà nella sezione dedicata alla gioielleria dove tra diamanti ed altre pie-
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tre preziose, tra grandi firme che hanno fatto la storia di quest’arte, gli esperti del settore troveranno sicuramente eccellenti opere in mostra. Un esempio tra tutti è rappresentato dagli orecchini Conmovidas di Otto Jacob di Karslruhe che riproducono boccioli di magnolia mossi dal vento, con incastonatura di rubini e zaffiri di altissima precisione.
IL PROBLEMA È SEMPRE PIÙ SPESSO TROVARE OPERE DI GRANDE QUALITÀ, PIÙ CHE RIUSCIRE A VENDERLE
”
Il sottotitolo dell’evento è “La Fiera che definisce l’eccellenza nell’arte”. Ed effettivamente è in questa direzione che si muove la manifestazione, senza lasciare nulla al caso. Anche il nuovo logo, un falco stilizzato nei colori rosso, bianco e nero, è stato studiato con un ben preciso intento: quello di creare un simbolo più essenziale e moderno, allo stesso tempo dinamico. Proprio l’occhio del falco, la sua capacità di “guardare”, ricorda la missione della manifestazione che è appunto focalizzarsi sull’essenziale, rappresentato qui dai tre valori dell’eccellenza, dell’expertise e dell’eleganza.
CRISI E TENDENZE NEL MONDO DELL’ANTIQUARIATO Il mercato del lusso sembra uscire sempre senza troppi danni dalle crisi economiche, politiche, sociali. Nonostante tutto ciò che accade nel mondo infatti, sembra che esista sempre sopra ogni cosa la necessità di certi prodotti e servizi che qualifichiamo comunemente “di lusso”. All’interno di questa dimensione, troviamo l’antiquariato, che riassume esigenze disparate. Non si tratta infatti solo di possedere un pezzo unico, raggiungibile da una ristretta élite in grado di sostenerne il prezzo. Il mondo dell’antiquariato è strettamente collegato a quello del collezionismo. Il fenomeno è sempre esistito perché l’uomo cerca istintivamente di “possedere” oggetti. Il motivo? Per un’estetica particolare, u
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LA MISSIONE DELLA MANIFESTAZIONE È FOCALIZZARSI SULL’ESSENZIALE
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per il loro valore economico, per la creazione artistica che li ha prodotti. In generale nella collezione riflettiamo una parte di noi stessi. Ovviamente parlando di antiquariato, sono poche le persone che possono serenamente competere per l’acquisto di opere d’arte, manoscritti, cimeli, gioielli, oggetti di design. Ovunque in Italia si possono trovare gallerie e mostre mercato di antiquariato. Ma esistono ovviamente delle differenze fondamentali tra i prodotti e i prezzi di questo tipo di antiquariato e le opere, appannaggio di pochi, che vengono annualmente esposte e vendute nel corso di grandi biennali o fiere mondiali come il TEFAF. Quindi se diciamo che in questo settore la diminuzione degli acquisti si è davvero fatta sentire, dobbiamo specificare chi è stato colpito in realtà dal fenomeno. In particolare ad essere penalizzati sono sicuramente i prodotti (e quindi gli operatori) di fascia media, non quelli che attirano l’attenzione in ambito internazionale con vendite record. In questa fase di crisi, i professionisti del settore puntano sulla massima qualità ed eccellenza delle opere da acquistare e da vendere. E compratori non europei, spesso cinesi, giapponesi, russi e americani, sostituiscono in parte la fetta mancante di clienti nostrani. La Biennale degli Antiquari di Parigi che si è svolta lo scorso anno, ha dimostrato che le “maison” di maggiore prestigio vivono ancora un periodo di grande benessere, mostrando come in Francia il lusso stia navigando, è il caso di dirlo, in un periodo d’oro. Gli stand maggiormente “presi d’assalto” sono stati quelli dei gioielli firmati delle più grandi case come Cartier, visti evidentemente come investimenti sicuri e soprattutto oggetto
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FIERA DI PRESTIGIO Partecipare a TEFAF è un must per i curatori di oltre 200 tra i maggiori musei internazionali e per oltre 70.000 collezionisti privati e professionisti dell'arte provenienti da oltre 50 nazioni
dita in Europa, e aprendo sedi locali che si vanno ad affiancare a quelle nate di recente. Tra le più importanti case d’asta mondiali vediamo ormai spuntare i nomi di società cinesi. Di pari passo, nel mercato dell’arte e dell’antiquariato trovano il posto opere di artisti cinesi di varie epoche. L’Italia in particolare soffre di una legislazione estremamente vincolante per ciò che concerne la circolazione delle opere con più di 50 anni, fatto denunciato molte volte dai principali professionisti del settore, penalizzati rispetto ad i colleghi europei. Vedremo se i prossimi sviluppi politici ed economici porteranno sollievo all’antiquariato italiano, soprattutto a quello che più sta subendo il colpo della crisi e sta abbandonando le gallerie e le botteghe delle storiche vie delle nostre città. ■
di desiderio dei compratori provenienti in larga misura dal mondo asiatico e da quello arabo. In definitiva la crisi c’è, ma si vede solo a certi livelli, perché se pensiamo ai grandi investimenti, l’arte e l’antiquariato sono al primo posto. Ogni anno aumenta in modo costante la rivalutazione delle opere e un prodotto di qualità non passa certo inosservato sul mercato. Il guadagno è quasi sempre garantito, di fronte ovviamente ad un acquisto ben fatto, cioè di un’opera meritevole in termini di unicità, valore culturale ed economico, qualità e stato di conservazione. Si tratta di beni che diventano una via di rifugio per chi ha un capitale da spendere. In questo contesto, l’arte del XX secolo va di pari passo con quelle antiche, attirando l’attenzione dei compratori non meno dei capolavori del
passato. Come dicevamo, i gioielli antichi sono tra gli oggetti in maggiore ascesa, accompagnati da altri prodotti, come i vini pregiati. A detta dei principali antiquari, il problema è sempre più spesso trovare opere di grande qualità, più che riuscire a venderle. E nel frattempo continua la corsa in discesa della fascia media, un tempo invece proprio la più fiorente, che lascia il posto alle notizie di vendite strabilianti, in cui spesso sono protagonisti gli acquirenti provenienti dai paesi che attraversano una fase di rapido sviluppo economico. Per questo le principali case d’asta, come Sotheby’s, stanno puntando ai mercati nuovi, diminuendo le categorie di ven-
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A cura della Redazione
HELMUT NEWTON A ROMA
È di scena a Roma dal 6 marzo fino al 21 luglio l’unica tappa italiana della mostra “White Women, Sleepless Nights, Big Nudes” dedicata a Helmut Newton (1920-2004). Il Palazzo delle Esposizioni ospiterà oltre 200 scatti comparsi nei primi volumi a stampa pubblicati da uno dei più celebri fotografi di moda.
In “White Women” (1976), Newton porta il nudo nell’estetica fashion, ottenendo immagini così sorprendenti e provocatorie da rivoluzionare il concetto stesso di fotografia di moda, testimoniando la trasformazione della donna nella società occidentale. “Sleepless Nights” (1979) raccoglie i lavori realizzati per diversi magazine, Vogue tra tutti, in cui le immagini passano progressivamente da foto di moda a ritratti quasi da reportage. È con “Big Nudes” (1981), poi, che Newton diventa protagonista nella fotografia del secondo Novecento grazie a scatti di grande eleganza in cui le modelle vengono ritratte sistematicamente fuori dallo studio, in strada, spesso in atteggiamenti sensuali, a suggerire un uso della fotografia di moda come pretesto per realizzare qualcosa di molto personale. L’occhio di Newton vede un’ambiguità di fondo, in cui erotismo e morte non sono che due aspetti della stessa verità. In mostra tra gli altri il ritratto di Andy Warhol nella stessa posizione di una statua della Madonna in una chiesa toscana, Nastassja Kinski che abbraccia una bambola dalle sembianze di Marlene Dietrich, e la donna al cimitero del Père Lachaise di Parigi. www.palazzoesposizioni.it
PARTE IL TOUR DI EROS RAMAZZOTTI “NOI World Tour 2013” prende il via il 9 marzo 2013 da Torino e porta Eros, da marzo a maggio, e poi di nuovo a settembre, nei palazzi dello sport delle principali città italiane, ed europee, per un importante tour di 34 concerti, che poi proseguirà da ottobre a dicembre anche in Sud America, Stati Uniti, Canada, Australia e Sud Africa. Il tour seguirà la pubblicazione del nuovo album di inediti, “NOI” (che uscirà in tutto il mondo il 13 novembre su etichetta Universal Music Italy). Ad anticipare il nuovo album è il primo singolo “Un angelo disteso al sole”, dal 12 ottobre in radio e su iTunes. Il brano, firmato da Eros Ramazzotti in collaborazione con Saverio Grimaldi e Luca
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Chiaravalli, anche co-produttore del nuovo album insieme a Eros, sarà pubblicato all’estero anche in lingua spagnola con il titolo di “Un angel como el sol tu eres”. C’è attesa per il ritorno di Eros sulle scene. Il nuovo disco, che esce a tre anni di distanza dalla pubblicazione del precedente “Ali e Radici”, uno dei dischi più venduti in Italia nel 2009, è il dodicesimo lavoro discografico del cantautore romano, che in quasi trent’anni di carriera ha venduto oltre 55 milioni di dischi in tutto il mondo, diventando uno dei nomi più importanti della musica italiana in tutto il mondo. www.ramazzotti.com
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Fondazione Bano Fondazione Antonveneta Regione del Veneto Provincia di Padova Comune di Padova
Padova Palazzo Zabarella 19 gennaio 26 maggio 2013
De Nittis info e prenotazioni tel. (+39) 049 8753100 www.palazzozabarella.it info@palazzozabarella.it
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MUSICA IL RITORNO DI BOWIE
DOVE SIAMO ORA? Quarto cantante più ricco del mondo secondo la rivista Forbes, che già nel 1970 sapeva come “comprare il mondo” (The Man Who Sold the World), profeta di un futuro impersonale e votato alla tecnologia. Ecco dunque che chiedersi “dove siamo ora” ha tutto un altro senso dopo dieci anni di assenza
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MUSICA IL RITORNO DI BOWIE
di Claudio Salvati
THE NEXT DAY
DOVE SEI, DAVID?
È il titolo del nuovo album di David Bowie dopo un silenzio durato dieci anni. Un’esistenza epica e intrisa di grandi
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successi per l’artista che “Rolling Stones” ha definito come uno dei più importanti del XX secolo
Giustificare l’incisività e la persistenza del successo di David Bowie con parole come “carisma”, “sex appeal” o “look”, rappresenta un modo di fare sbrigativo che non rispecchia la meticolosità dell’artista: ventisei album in studio pieni zeppi di capolavori, sedici tour mondiali epici e venti film in cui non ha mai interpretato ruoli accomodanti, dall’alieno (L’uomo che cadde sulla terra - 1976) al vampiro (Miriam si sveglia a mezzanotte - 1983), da Andy Warhol (Basquiat 1996) a Nikola Tesla (The Prestige - 2006), per non parlare della lungimirante attività di pittore internazionale con cui sovvenziona gallerie e mostre per dare visibilità ai giovani talenti: tutto lascia pensare che il concetto di sintesi applicato al Duca Bianco (uno dei suoi tanti soprannomi) sia un atto di lesa maestà. Probabilmente è “star” l’eufemismo che meglio lo descrive. Un’espressione un po’ spicciola per cui chiedere scusa, ma che su di lui diventa arcaico rifiuto del luogo comune per attingere direttamente all’universo più nascosto e misterioso, alla rottura con la contemporaneità per traslarsi in un significato atemporale, all’estraneità contro il realismo più consolatorio. Non c’è nulla di più filosofico nella storia della cultura popolare della vita di David Bowie, contaminazioni di alto e basso che si elidono in un’esplosione cosmica. Quella stessa che il regista Todd Haynes percepisce come un’iniziazione in Velvet Goldmine (1998), film sul Glam Rock ispirato alla teatralità di Ziggy Stardust, personaggio ed epigono di David Bowie negli anni londinesi, in cui il protagonista scompare dalle scene, per riapparire (forse) con un’altra identità e nuove ispirazioni. Il cantante rifiutò di concedere canzoni e musiche del proprio archivio personale (lo stesso che il 23 marzo inaugurerà la mostra su Bowie al Royal and Albert Hall Museum fino al 28 luglio) per la realizzazione del film, ma non c’è dubbio che ricomparire sulla scena musicale dieci anni dopo il concerto del 2003 non può che rimandare a certe dinamiche cinematografiche tanto ben descritte nel film con Jonathan Rhys Meyers e Ewan McGregor. È stata questa
l’impressione all’indomani del 8 gennaio 2013, data del suo sessantaseiesimo compleanno, anticipato dalla canzone Where Are We Now?, ballata d’ispirazione berlinese (dalle citazioni a Potzdamer Platz fino ai grandi magazzini KaDeWe) apparsa come un fantasma prima su iTunes, poi correlata di video sul sito ufficiale del cantante e su Youtube. Un intenso cortometraggio di pochi minuti diretto da Tony Oursler, artista di ispirazione baconiana, che inquadra l’icastico volto di David Bowie nelle insolite vesti di un peluche dimenticato, tra atmosfere umide e notturne e cantine ri-
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passaggio cruciale nel mondo della musica. Perché di strada ne ha fatta quel ragazzino che nacque a Brixton, sobborgo rurale di Londra (lo stesso di Skin degli Skunk Anansie e di Mick Jones dei Clash), e che già da bambino sapeva o si augurava di “diventare l’Elvis britannico”. Lo capì vedendo ballare la cugina, e intuì il potere di propagazione della musica con una precocità tale che i genitori decisero di premiarlo con lezioni di sassofono tenute dal musicista Ronnie Rossl. Lo stesso che - ironia della sorte - avrebbe registrato tutti gli assoli di Walk on the Wild Side di Lou Reed, artista più volte affiancato all’eclettismo di
IL NUOVO ALBUM DI DAVID BOWIE “THE NEXT DAY” VOLA SUBITO AL TOP DI ITUNES IN 27 PAESI, COMPRESA L'ITALIA, E IL SINGOLO “WHERE ARE WE NOW”? È NEI VERTICI DELLE CLASSIFICHE MONDIALI RADIOFONICHE
colme di ricordi del passato. Un assaggio di The Next Day, primo album d’inediti dai tempi di Reality (2003), la cui uscita è annunciata tra l’8 e il 12 marzo in tutto il mondo, e che immortala il cantante sulla stessa copertina del capolavoro Heroes (1977). Ma a differenza di allora, nel concept curato dal designer Jonathan Barnbrook l’artista è “censurato” e il titolo del disco cancellato da un graffio, rivendicazione di un mondo senza identità né eroi. Uno stravolgimento poetico per l’autore che più di tutti ha violentato l’immaginario collettivo con le sue trasformazioni artistiche tra elettronica e rock, coi suoi sound voluminosi esaltati da quella voce arcana capace di aprire un magma di emozioni contrastanti. Quattordici tracce musicali tra espressionismo e intimismo per il disco che è già nella top-ten delle prenotazioni, in attesa del disvelamento ultimo di un
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Bowie. Cosa abbia convinto questa presenza ascetica della musica a tornare in auge dopo un torpore durato dieci anni (e inficiato da chiacchiere e notizie sulle condizioni precarie del suo cuore), è un mistero che ben si confà alla natura di colui che Rolling Stones ha definito “uno dei cantanti più importanti del XX secolo”, forse la necessità che da sempre caratterizza il senso dell’essere artista, avere una voce da rivendicare soprattutto in questi tempi oscuri. Un’aspirazione confortante per David Bowie, quarto cantante più ricco del mondo secondo la rivista Forbes, che già nel 1970 sapeva come “comprare il mondo” (The Man Who Sold the World), profeta di un futuro impersonale e votato alla tecnologia. Ecco dunque che chiedersi “dove siamo ora” ha tutto un altro senso dopo dieci anni di assenza. ■
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SCIENZA E FUTURO DOMINARE L’IGNOTO
COSA C’È DIETRO L’ANGOLO
di Elisabetta Pasca
LO SCOPRIREMO PREVEDENDO (?) Tra teoria del “caos”, complessità del reale e imprevedibilità teorica e pratica, le previsioni incidono sugli effettivi cambiamenti sociali in divenire
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In un oscuro orizzonte colorato di incertezza e disorientamento generale - come quello in cui ci troviamo a navigare, meno che a vista, in questo scorcio di Anni Dieci del Terzo Millennio - il desiderio di attingere in maniera concreta alla fonte appagante di una conoscenza, certa e chiara, del futuro che sarà si fa ancor più bruciante e irrinunciabile. Dominare l’ignoto, sottomettendolo al giogo rassicurante della prevedibilità, in una sorta di rituale apotropaico definitivo, ha rappresentato, da sempre, una delle massime aspirazioni dell’umanità, che, dopo il fatidico morso alla mela della conoscenza, ha dovuto affrontare e superare la mutevolezza, complessità e imprevedibilità del reale, osservando e sezionando la realtà, individuando e affinando di volta in volta gli strumenti di analisi e sintesi a propria disposizione. La scienza riceve la sua spinta propulsiva proprio partendo dalla necessità di soddisfacimento di una sorta di bisogno innato di controllo, che porta con sé la possibilità di ottenere un vantaggio effettivo dalla realizzazione di un sistema di previsioni. Nel corso dei secoli, l’uomo è stato in grado di interpretare e comprendere le connessioni segrete della Natura, al punto da riuscire a produrre complicatissimi modelli matematici che rappresentano, semplificandole, le dinamiche delle “leggi naturali”: ecco di conseguenza la capacità di essere in grado, oggi, di prevedere la prossima eclissi di sole da qui a cento anni. Tuttavia i modelli, proprio in virtù della loro natura artificiale e semplificatoria, non sono in grado di spiegare ogni cosa, la-
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sciando ampie pieghe del divenire nascoste alla nostra conoscenza. “Molte delle situazioni in cui non riusciamo a fare previsioni coerentemente affidabili sono assillate da un fenomeno che oggi chiamiamo “caos” - spiega, a proposito di Futuro Mania, John Barrow, Professore di Scienze Matematiche presso la Cambridge University e Direttore del Millennium Mathematics Project, un programma per migliorare l'insegnamento e l'apprendimento della matematica. Come cosmologo, il Professor Barrow ha pubblicato più di 480 articoli scientifici e 22 libri che sono stati tradotti in 28 lingue. “Film come Jurassic Park - prosegue Barrow - erano basati sulla caratteristica fondamentale del caos, cioè la possibilità che vengano a crearsi situazioni enormemente sensibili all' ignoranza. Significa che possiamo avere una situazione, qui e adesso, i cui sviluppi futuri sono talmente sensibili che una piccola quantità di ignoranza riguardo allo stato corrente si amplifica enormemente con il passare del tempo; molto presto ci si ritrova a non avere alcuna nozione utile sull'evoluzione futura”. Dunque una lettura anche solo leggermente incompleta del presente avrà come conseguenza un dilagare smisurato della mancata conoscenza di ciò che si verificherà nel futuro meno prossimo, come accade ad esempio nel caso del tentativo di prevedere con accuratezza le condizioni meteorologiche a venire. “L'incertezza sullo stato corrente del tempo fra le stazioni meteo - sostiene ancora il professore di Cambridge - può sfociare in incertezze su ampia scala nelle previsioni a corto
raggio, in una situazione di condizioni meteo in rapido cambiamento e instabili, anche se siamo perfettamente in grado di prevedere il futuro partendo dal presente. Possiamo ridurre il grado di imprevedibilità facendo osservazioni più accurate e frequenti dello stato corrente del clima e usando calcolatori sempre più potenti, con istruzioni più complete su come cambia il tempo, per ottenere previsioni migliori. Fortunatamente, prevedere che tempo farà non produce cambiamenti sul tempo stesso”. Se applichiamo però il meccanismo della previsione ad un contesto ancor più complesso e caotico, come l’andamento magmatico di determinate situazioni umane e della società, il discorso diventa ancora più ingarbugliato, poiché entrano in gioco, all’interno dell’arzigogolato disegno del caos, tutta una serie interminabile di cause ed effetti, influenze e conseguenze, che sparigliano le carte sul tavolo, producendo modificazioni del reale il più delle volte inaspettate.
JOHN BARROW Professore di Scienze Matematiche presso la Cambridge University e Direttore del Millennium Mathematics Project
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SCIENZA E FUTURO DOMINARE L’IGNOTO
“Se il primo ministro va in televisione e fa una previsione su come andrà l'economia del Paese continua John Barrow - influenzerà l'effettivo andamento dell'economia in modalità che la sua previsione non può includere. Quando qualcuno rende pubblica una previsione economica la gente può scegliere di dimostrare la sua infondatezza, o può fare qualunque altra cosa”. Al di là di questo scenario potenzialmente incontrollabile, sussistono, nonostante tutto, degli elementi di forte e cullante prevedibilità, anche all’interno di un sistema complesso. Significativo in questo senso è il caso delle campagne elettorali che precedono le elezioni in regime democratico: ogni volta, i supporter del partito effettuano e propongono delle previsioni circa quanti voti otterrebbero i loro candidati se si votasse in quel preciso giorno. Si definisce così una specie di “Butterfly Effect”, in base al quale una ipote-
si sui risultati elettorali determina conseguenze imprevedibili sui voti che poi verranno espressi dagli elettori. In Italia, come in altri Paesi, è addirittura vietato pubblicare sondaggi elettorali nei giorni immediatamente precedenti il voto: eppure queste proiezioni spesso riescono a prevedere con grande esattezza il comportamento degli elettori all’interno della cabina elettorale. I professionisti che si occupano dell’elaborazione di queste informazioni da destinare ai media sono infatti eccellenti nel mettere insieme campioni di persone rappresentativi, le cui opinioni riassumono specificatamente quelle della popolazione nel suo insie-
me. “Anche se il comportamento dei singoli individui è imprevedibile per definizione in virtù del loro libero arbitrio - conclude Barrow - il comportamento medio di molti individui di regola non lo è. Se sono influenzati da quello che fanno altri di altri i loro comportamenti saranno correlati, almeno in parte. Ma se invece, paradossalmente, agiscono in modo del tutto indipendente, diventa molto difficile prevedere il loro comportamento medio”. E allora, che ne sarà poi di noi, alla fine di ogni possibile elucubrazione e speculazione scientifica e filosofica? Forse non ci è dato saperlo del tutto, nemmeno prevedendo, ma tentare non è certo fatica sprecata invano. ■
SCENARI FUTURI Quando qualcuno rende pubblica una previsione economica la gente può scegliere di dimostrare la sua infondatezza, o può fare qualunque altra cosa”. Al di là di questo scenario potenzialmente incontrollabile, sussistono, nonostante tutto, degli elementi di forte e cullante prevedibilità, anche all’interno di un sistema complesso
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
150 DI BAYER
di Paolo Del Panta
IL SUCCESSO ATTRAVERSO INNOVAZIONE E CAMBIAMENTO Nel 2013 il Gruppo Bayer festeggerà il suo 150° anniversario con numerosi eventi in tutto il mondo. “Bayer può vantare una lunga storia di grandi successi come azienda di inventori,” spiega il CEO Marijn Dekkers. “Ciò che è iniziato come una piccola, ma innovativa, fabbrica di coloranti nel distretto di Barmen a Wuppertal è oggi un’azienda globale con più di 110.000 dipendenti”
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
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“Negli ultimi 150 anni, le invenzioni di Bayer hanno aiutato a migliorare la qualità della vita delle persone. Questa grande tradizione è anche il nostro impegno per il futuro totalmente in linea con la nostra mission “Bayer: Science For A Better Life. Per dare maggior risalto all’anniversario, Bayer sta pianificando una serie di eventi e progetti in tutto il mondo nel corso di quest’anno. Questi eventi si concentreranno sui collaboratori dell’azienda e le loro famiglie, ma nelle celebrazioni saranno coinvolti anche aziende collegate, clienti, partner e la comunità scientifica. “I prodotti Bayer sono diventati indispensabili per le nostre vite,” afferma Dekkers. Ne è un esempio Aspirina, introdotta sul mercato nel 1899 e tuttora uno dei prodotti di punta di Bayer.
Nel corso dei decenni, ad esempio, i ricercatori Bayer hanno sviluppato sostanze attive pionieristiche per il trattamento di malattie infettive, tropicali e cardiovascolari. Oggi la ricerca farmaceutica di Bayer HealthCare si concentra principalmente nei campi della cardiologia ed ematologia, oncologia, salute della donna e diagnostica per immagini. L’agricoltura rappresenta un ulteriore punto focale della ricerca Bayer. Quando, nel 1892, Bayer ha iniziato a vendere Antinonnin, il primo insetticida sintetico al mondo per il controllo della limantria monaca, è iniziata una storia di successo. Oggi, Bayer CropScience è un leader mondiale nel suo campo. Questo successo è basato su innovazioni, non solo prodotti chimici e biologici per la protezione dei raccolti che offrano soluzioni sostenibili, ma an-
che su sementi di alta qualità. A ciò si aggiunge un’ampia gamma di prodotti e servizi per applicazioni domestiche e per il giardinaggio. Nel campo dei materiali ad elevate prestazioni, le schiume poliuretaniche scoperte negli anni ‘30 e il policarbonato Makrolon, brevettato nel 1953, costituiscono la base di una gamma di applicazioni in continua espansione. Oggi, i materiali ad elevate prestazioni di Bayer MaterialScience forniscono un importante contributo alla conservazione delle risorse fossili. I poliuretani, ad esempio, vengono impiegati per isolare gli edifici e quindi ridurre la quantità di energia utilizzata per il riscaldamento o il raffreddamento. I materiali leggeri contribuiscono a rendere le automobili più leggere, abbattendone così il consumo di carburante. È grazie al- u
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
l’invenzione dei rivestimenti a base di poliuretano che gli oggetti possono essere preservati più a lungo. I moderni sistemi di rivestimento possono resistere agli agenti atmosferici e conferiscono brillantezza ad automobili, imbarcazioni, veicoli su rotaia e turbine eoliche.
150 ANNI DI CAMBIAMENTI E CONTINUO RINNOVAMENTO 150 anni di Bayer: un anniversario come questo richiama immediatamente alla mente parole come tradizione e continuità, secondo Dekkers. Tuttavia, Bayer può effettivamente vantare 150 anni di cambiamenti e rinnovamento continuo. “Un’azienda non può esistere a lungo senza cambiare e adattarsi”, sottolinea il CEO di Bayer. L’azienda è stata fondata come “Friedr. Bayer et comp.” il 1° agosto 1863 dall’imprenditore Friedrich Bayer e dal tintore Johann Friedrich Weskott nel distretto di Barmen a Wuppertal. Bayer inizialmente produceva coloranti sintetici, ma la gamma di prodotti crebbe significativamente negli anni. Nel 1881, l’azienda diventò una società per azioni, “Farbenfabriken vorm. Friedr. Bayer & Co.”, trasformandosi in un’azienda chimica internazionale. Durante la sua espansione, nel 1912 Bayer ha trasferito la sua sede principale a Leverkusen. Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1925, l’azienda divenne parte del gruppo I.G. Farbenindustrie AG. Nel 1951 tornò ad essere un’azienda indipendente con il nome di "Far-
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benfabriken Bayer AG". Dopo il 125° anniversario di Bayer nel 1988, il ritmo del cambiamento è cresciuto significativamente. L’azienda si è maggiormente focalizzata verso le sue principali attività, il che nel 1999 ha portato alla vendita della consociata Agfa. Nel 2005 Bayer ha scorporato parti significative del suo business tradizionale dei prodotti chi-
mici sotto il nome di Lanxess. Nello stesso tempo, i settori della sanità e dell’agricoltura, a cui ci si riferisce come “life sciences”, si sono sistematicamente espansi, specialmente con le acquisizioni di Aventis CropScience (2001) e Schering AG (2006). “Grazie alla nostra forza innovativa e alla nostra capacità di adattarci costantemente ai cambiamenti del mercato, Bayer
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
detiene ormai posizioni di leadership in tutte le sue aree di business”, afferma Dekkers. Lo spirito di inventiva e la volontà di avere successo formano un ponte che copre tutta la storia dell’azienda.
Si pianifica che questa mostra sia presente in oltre 20 sedi in tutto il mondo. Un’ulteriore importante iniziativa è rappresentata da un dirigibile con raffigurata la Croce Bayer che viaggerà attraverso tutti i continenti nel corso del 2013. Sono inoltre in cor-
so di preparazione numerose pubblicazioni. Queste ultime forniranno approfondimenti dettagliati e talvolta sorprendenti sulla nostra azienda di inventori. “Abbiamo molte attività in programma per il prossimo anno, ma non vogliamo ancora svelare tutto”, dice Schade. ■
LE CELEBRAZIONI “Tutto questo rappresenta un motivo sufficiente per celebrare questo anniversario in modo adeguato,” afferma Michael Schade, Capo della Corporate Communications. Bayer sta pianificando tutta una serie di eventi per il prossimo anno. Questi eventi si concentreranno sugli oltre 110.000 dipendenti in tutto il mondo. Gli eventi vengono pianificati anche per le aziende collegate, i clienti e i partner e in autunno si terrà un simposio per la comunità scientifica. Anche nell’area della responsabilità sociale a livello corporate, Bayer darà un nuovo segnale per dare maggior risalto al suo anniversario. Ogni anno, l’azienda sostiene circa 30 progetti di volontariato che coinvolgono i suoi dipendenti e pensionati in Germania. Nel 2013, questo sostegno è destinato ad espandersi significativamente e verrà offerto anche a livello mondiale. “Va da sé che intendiamo sfruttare il nostro anniversario per rendere ancora più conosciuto il nome Bayer nel mondo,” continua Schade. Uno dei progetti in corso di preparazione è una mostra itinerante che tratterà argomenti legati alla salute, all’agricoltura e ai materiali ad elevate prestazioni.
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PASSIONE PER L’INNOVAZIONE Con i suoi numerosi nuovi prodotti, Bayer mira a migliorare la vita delle persone e allo stesso tempo ottiene il massimo rendimento nelle vendite potenziali
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“L’innovazione è l’unico modo per affrontare le sfide globali del terzo millennio” ha affermato Marjin Dekkers Presidente del Consiglio Direttivo di Bayer AG rivolgendosi a circa 140 giornalisti durante la conferenza stampa “Perspective on Innovation 2012” tenutasi a Leverkusen. Dekkers ha spiegato che si sono presentate importanti opportunità di innovazione per il gruppo Bayer in seguito alla crescita della popolazione o ai cambiamenti demografici, ecologici e sostenibili. Pertanto, ancora una volta, Bayer investirà approssimativamente 3 miliardi di € in ricerca e sviluppo solo per quest’anno. L’azienda impiega in tutto il mondo circa 13.000 ricercatori il cui lavoro ha portato l’anno scorso ad oltre 600 richieste di brevetti. Sviluppo positivo per progetti di prodotti farmaceutici Attualmente Bayer sta registrando gli sviluppi positivi dei nuovi prodotti candidati alla fase clinica III della pipeline farmaceutica. Dekkers ha affermato che nei mesi passa-
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ti sono state raggiunte ulteriori tappe fondamentali. Durante la conferenza ha riferito i recenti progressi realizzati con l’anticoagulante Xarelto™, i farmaci contro il cancro Stivarga™, Eylea per la degenerazione maculare e riociguat per curare l’ipertensione polmonare. A Bayer è stata concessa l’autorizzazione al commercio di questi prodotti che hanno vendite annuali potenziali di oltre 5,5 miliardi, ha affermato l’amministratore delegato di Bayer, stimando la potenzialità di Xarelto™ a più di 2 miliardi di €. La pipeline farmaceutica di Bayer è ben fornita: l’azienda ha attualmente 35 progetti in sviluppo clinico. Secondo Dekkers, Xarelto™, approvato in 120 paesi in tutto il mondo, è stato prescritto a più di due milioni e mezzo di persone ogni giorno in tutto il mondo dal 2008. Novità per la produzione alimentare Dekkers ha spiegato che la salute delle piante è una questione molto importante. Ha infatti affermato che la divisione CropScience
140 i giornalisti provenienti da oltre 30 paesi che hanno preso parte al press forum "Perspective on Innovation 2012"
ha già un portafoglio bilanciato tra cui Xpro™ e Luna™ per controllare le infezioni da fungo e l’insetticida Sivanto™ per l’applicazione primaria su frutta, verdura e altre colture. Altri prodotti presenti nel portafoglio di BCS sono: Votivo™ per la protezione biologica dai nematodi (piccoli vermi che danneggiano le radici) e una nuova varietà di FiberMax™, semi di cotone tolleranti agli erbicidi e resistenti agli insetti che aiutano a migliorare la resa dei raccolti. Dekkers ha enfatizzato i benefici di queste innovazioni servendosi dell’esempio di Xpro™ che è stato già utilizzato in Germania per i cereali. Xpro™ permette raccolti migliori in media del 5%. “Permettetemi di darvi un’idea chiara di quanto tutto questo valga: per essere in grado di trasportare questo quantitativo di raccolto in più, un treno avrebbe bisogno di 20.000 vagoni”, ha afferma-
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
to. Alla luce del consenso sociale per i cibi biologici, i prodotti biologici giocheranno un ruolo fondamentale nella protezione futura delle colture. I microorganismi, come i batteri o i metaboliti, che sono applicati ai raccolti agiscono biologicamente su varie specie di parassiti. Anche se Bayer è già presente sul mercato con prodotti biologici fra cui il brand Votivo™, l’acquisizione di AgraQuest™ rappresenta per l’azienda un eccellente punto di partenza per ulteriori innovazioni. Secondo il CEO di Bayer, CropScience porta avanti numerosi progetti promettenti nelle aree di protezione delle colture, biologico e sementi. Con picchi potenziali di vendita con più di 4 miliardi di €, si prevede che questi nuovi prodotti siano introdotti nel mercato fra 2011 e 2016. MaterialScience si concentra sul miglioramento dei processi di produzione Le sfide centrali del nostro tempo comprendono non solo salute e nutrizione ma anche energia, risorse e sicurezza, ha affermato Dekkers. Di conseguenza, in Bayer MaterialScience i miglioramenti dei processi di produzione rappresentano uno dei pilastri più importanti per una migliore sostenibilità. Dekkers ha fatto riferimento al progetto Dream Production in quanto esempio affascinante e di sviluppo innovativo. In questo caso la concentrazione di anidride carbonica può essere ulteriormente ridotta usando una tecnologia innovativa per trasformarla da prodotto di scarto a materia prima
per la produzione di plastica. “Una cosa è ben chiara: siamo impegnati nell’innovazione. È l’unico modo per salvaguardare non solo il futuro dell’azienda ma anche la popolazione dell’intero pianeta”, ha riassunto Dekkers. Tuttavia, ha avvertito, l’innovazione può prosperare solo a determinate condizioni. Secondo Dekkers l’innovazione non è solo una questione di denaro, richiede anche curiosità e volontà di cambiamento e costante miglioramento. “È qualcosa che bisogna insegnare e incoraggiare.” ha proseguito il CEO.
MARIJN DEKKERS Presidente del Consiglio Direttivo di Bayer AG
“Tuttavia, è importante che l’intero Gruppo si apra a nuove idee. Non dobbiamo vivere in una società che ha paura dei rischi e di cogliere le occasioni”. Dekkers ha concluso dicendo che queste abilità e questi atteggiamenti devono essere promossi, un compito che richiede lo sforzo congiunto di politici, scuole e aziende. ■
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SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
RICERCA SENZA CONFINI
INTERVISTA A WOLFGANG PLISCHKE
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Direttore della Ricerca del Gruppo Bayer
Professor Plischke, termini come “innovazione aperta” e “innovazione mediante collaborazione” vengono spesso sbandierati nel mondo della ricerca. Quali strategie sta perseguendo Bayer? Innanzitutto le nostre attività di ricerca e sviluppo sono strettamente in linea con le necessità dei mercati, il che significa soprattutto che dobbiamo essere capaci di adattare le nostre strategie in modo molto flessibile ed efficiente. Dopo tutto, oggigiorno le vere innovazioni provengono sempre più da collaborazioni al di sopra e al di là delle discipline degli specialisti. Solo attraverso una rete di collegamento delle nostre attività con partner sia interni che esterni possiamo avere successo sul mercato. Oggi come oggi, nessuna azienda può sperare di raggiungere questo standard da sola e le collaborazioni e le alleanze sono diventate un elemento irrinunciabile della cultura dell’innovazione di tutte le aziende che si basano sulla ricerca. Per Bayer ciò significa ricerca senza confini organizzativi. Il principio della collaborazione sta affermandosi in un numero sempre maggiore di aree della nostra vita quotidiana, sia all’interno che all’esterno di Bayer. Che cosa significa esattamente tutto ciò? Innanzitutto integriamo in modo naturale il nostro vasto know-how con una rete internazionale, che comprende importanti università, istituti pubblici di ricerca e aziende partner. Ad esempio, investiamo in collaborazioni esterne quasi un quarto del nostro budget di ricerca e sviluppo di 3 miliardi di Euro. A sua volta, oltre due terzi di questo importo è destinato alle alleanze in campo biologico, in altre parole a progetti che coinvolgono i nostri sottogruppi HealthCare e CropScience, che si occupano di bioscienze. In questo caso la sfida è garantire che queste partnership siano strutturate in modo intelligente e il giusto modello di collaborazione deve essere individuato sulla base dell’obiettivo e delle rispettive capacità dei due partner. Come scegliete i partner per una collaborazione? Attualmente la maggior parte dei partner che collaborano con Bayer hanno sede in Germania e nel resto d’Europa. Ciò è dovuto principalmente a
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ragioni storiche; dopo tutto i nostri centri di ricerca sono anch’essi dislocati in queste aree geografiche. Anche se i moderni mezzi di comunicazione offrono possibilità impressionanti, spesso sono i contatti diretti personali che ispirano i ricercatori innovativi. Quindi, quando prendiamo in considerazione collaborazioni e alleanze, non dobbiamo dimenticare che l’intensità e il successo del progetto possono ben dipendere, tra gli altri aspetti, dalla vicinanza geografica dei partner. Comunque la massima priorità per i progetti scientifici è naturalmente l’esperienza e questo è il criterio che utilizziamo per selezionare i nostri partner. Sebbene intratteniamo molte eccellenti partnership in molti paesi di tutto il mondo, l’Europa è chiaramente ancora una regione con un eccezionale livello di conoscenze scientifiche. Le collaborazioni ben organizzate ci permettono di concentrarci sui nostri principali punti di forza e integrano le conoscenze dei nostri specialisti in aree nelle quali non abbiamo pianificato di intensificare le nostre attività.
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WOLFGANG PLISCHKE Direttore della Ricerca del Gruppo Bayer, fa parte del Consiglio Direttivo di Bayer AG. È responsabile per Tecnologia, Innovazione e Sostenibilità
In che modo Bayer struttura questo tipo di collaborazione? Ciò che conta è che sviluppiamo modelli adattati su misura per i diversi obiettivi. Ciò può andare da modelli basati su fonti relativamente di massa, che coinvolgano numerosi partner di cui non si conosce il potenziale, fino a progetti congiunti molto specifici, ad esempio per un’indicazione definita in modo preciso nell’ambito HealthCare. Comunque anche le partnership strategiche svolgono un ruolo significativo per Bayer. Queste sono centrate su idee di sviluppo congiunto e anche di ulteriore cooperazione lungo la catena del valore aggiunto. Naturalmente la combinazione delle idee e del know-how esterni con l’esperienza che
INTENDIAMO RAFFORZARE ULTERIORMENTE LA NOSTRA CAPACITÀ INNOVATIVA ATTRAVERSO COLLABORAZIONI INTERNE ED ESTERNE
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bayer__mastro Progress 11/03/13 10.18 Pagina 8
SCIENZA IL GRUPPO BAYER COMPIE 150 ANNI
possediamo all’interno dell’azienda non devono solo essere a beneficio del nostro business principale e di quello dei nostri partner, ma anche della società di domani - in linea con la nostra filosofia di “Science For A Better Life.” Questo concetto di rete avrà un impatto anche sulle nostre procedure operative interne? Certamente. L’innovazione “aperta” è qualcosa che mettiamo in pratica non solo con i partner esterni, ma anche internamente. Prendete come esempio le bioscienze, nelle quali abbiamo successo grazie alle nostre capacità di ricerca combinata. A partire dal nuovo millennio, le bioscienze sono state rivoluzionate non solo dalla decodifica del genoma umano, ma anche dallo sviluppo di altri metodi analitici ad alta resa, che permettono di produrre enormi volumi di dati sperimentali. In Bayer oggigiorno le valutazioni sistematiche non richiedono solo biologi molecolari, biochimici e farmacisti, ma anche esperti di matematica, informatica e ingegneria. Questa comprensione crescente dei processi biologici degli organismi viventi ci permette non solo di trovare nuovi approcci terapeutici in medicina, ma anche di migliorare sistematicamente i tratti genetici delle piante. È questa collaborazione tra i ricercatori di Bayer Pharmaceuticals, Animal Health e Bayer CropScience che ora desideriamo intensificare particolarmente. Ecco perché in Bayer HealthCare stiamo lanciando il progetto Nimbus, per promuovere una maggiore collaborazione tra la nostra ricerca e Bayer CropScience. Quali vantaggi vi aspettate da tutto ciò? Siamo convinti che ciò abbia un potenziale enorme. La nostra comprensione crescente di come funzionano gli organismi ci ha mostrato che,
ad esempio a livello di biologia molecolare, i problemi scientifici che affrontiamo nei nostri settori farmaceutico, sanitario animale e agrochimico non sono dopo tutto molto differenti. I ricercatori in quest’area hanno a che fare con problemi di fondo simili: come possono essere attivati o disattivati geni specifici? Quali vie utilizzano le so-
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piattaforma di dati biologici a disposizione di tutti i ricercatori. Anche i nostri ricercatori di CropScience utilizzano la tecnologia di Colonia per sviluppare proteine prodotte biotecnologicamente per migliorare i tratti genetici delle piante. I nostri ricercatori collaborano in modo interdisciplinare anche al di fuori delle bioscienze. Pren-
LA RICERCA NELLE BIOSCIENZE DISCHIUDE OPPORTUNITÀ DI NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI E CONTRIBUISCE A SALVAGUARDARE GLI APPROVVIGIONAMENTI ALIMENTARI
stanze attive per entrare nelle cellule? Noi siamo già impegnati in progetti in cui i ricercatori lavorano superando i confini di specie diverse. La collaborazione tra i nostri esperti di discipline diverse, in altre parole la ricerca sulla salute dell’uomo, degli animali e delle piante, può essere ancora ulteriormente migliorata. Le tecnologie esistenti si adattano davvero una all’altra? Certo, e noi abbiamo esplorato anche questo aspetto nel contesto del progetto Nimbus. Abbiamo identificato numerose sovrapposizioni, come nella sequenziazione dei genomi o nella messa a punto di modelli su computer. Un esempio è la piattaforma tecnologica dei nostri colleghi di HealthCare a Colonia: qui le nostre ricerche sono in parte focalizzate sugli anticorpi nella terapia anticancro. Questa classe di farmaci viene studiata, ottimizzata e sviluppata con l’aiuto di tecnologie ultramoderne di screening. I dati prodotti vengono immagazzinati a livello centrale in una
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dete ad esempio la catalisi, una tecnologia fondamentale per l’industria chimica: in questo campo i nostri specialisti di Bayer Technology Services lavorano insieme ai loro colleghi di Bayer MaterialScience e di altre aree per sviluppare e ottimizzare nuovi processi.
Come vengono finanziati questi investimenti? Per finanziare le iniziative del progetto Nimbus, ad esempio, l’azienda sta rendendo disponibili fondi provenienti dal “Life Sciences Fund”, di recente istituzione, per portare avanti uno sviluppo innovativo. Dopo tutto, il sostegno di un fondo generale può essere molto utile, in particolare negli stadi precoci di sviluppo. Non vale la pena citare che gli investimenti in una fase precoce della ricerca comportano sempre un certo rischio di insuccesso. Tuttavia, se un progetto è coronato dal successo, i vantaggi possono essere proporzionalmente significativi e possono fornire importanti vantaggi competitivi all’intero Gruppo Bayer. ■
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cars cars cars cars cars
cars cars cars cars cars cars cars cars cars
di PAOLO DEL PANTA
LA ROSSA SI COLORA DI CINESE Tra i tanti noti sponsor che quest’anno sosterranno l’avventura della Ferrari nel campionato del mondo di Formula 1 (la Shell, Philip Morris e Banco Stander), ce ne è uno nuovo proveniente dalla Cina: Weichai Power, una fabbrica che produce componentistica e macchinari per l’industria. È ormai chiaro a tutti che la
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scuderia di Maranello, guardi all’Oriente come sbocco per la situazione economica. Luca Cordero di Montezemolo ha infatti espresso tutto il suo entusiasmo nel discorso pronunciato durante la presentazione della nuova vettura. In tempi di crisi come questi è un onore avere come sponsor, un’azienda con dei
numeri così eccezionali: 50 mila dipendenti, 7 miliardi e mezzo di euro di fatturato e 700 milioni di utile. In patria è una delle industrie più importanti, che cerca ora una sua espansione, tentando di coltivare rapporti con il mercato europeo. L’accordo durerà fino al 2016. Grazie ad esso, il logo della Weichai, sarà nei caschi di
Massa e Alonso e sulle parti superiori delle monoposto. Si prospettano numerose possibilità anche per il commercio delle Ferrari in Cina, che oggi rappresenta il terzo paese per numero di vetture vendute all’estero dopo il nord America e la Germania. www.ferrari.com
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LA MOSTRA DELLE AUTOMOBILI
INNOVAZIONE CONTRO LA CRISI PER L’OTTANTATREESIMA VOLTA NELLA STORIA TORNA UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI FIERE AUTOMOBILISTICHE D’EUROPA: UN’OCCASIONE UNICA PER MOLTE CASE, DI DIFFONDERE LE PROPRIE IDEE IN UN MERCATO SEMPRE PIÙ IN DIFFICOLTÀ - di Luca Martano
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cultori e gli affezionati delle quattro ruote hanno già tracciato
raggianti, secondo la fonte UNRAE ad inizio anno c’è stato un ulte-
con il pennarello rosso alcune date sul loro personalissimo ca-
riore calo nelle vendite del 17,6%, la kermesse svizzera offrirà, que-
lendario. Dal 7 al 17 marzo potranno recarsi a Ginevra per assiste-
st'anno, la possibilità di essere presente col proprio marchio a ben
re all’ottantatreesima edizione di uno dei Saloni più importanti del
260 espositori, che metteranno in mostra 900 nuovi modelli di au-
campo automobilistico.
tovetture. Gli occhi e le luci della ribalta saranno dunque puntati sul-
La città francofona si prepara a mettere in mostra, infatti, tutte le
le novità delle grandi marche, le quali tenteranno di stupire le frotte
novità che il mercato delle auto ha preparato per il nuovo anno. No-
di visitatori, ma anche gli specialisti del settore, auspicando un cam-
nostante i numeri di questo mercato non siano assolutamente inco-
biamento di marcia ed una ripresa del mercato.
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PEUGEOT La casa francese del Leone ha in serbo molte novità da presentare al prossimo Salone di Ginevra. Stella assoluta dello stand transalpino alla kermesse elvetica sarà la nuova Peugeot 2008, la prima crossover compatta del marchio basata sulla segmento B. Diverse, saranno poi le novità sul fronte ibrido con due concept car; una è la variante ibrida della nuova 208, chiamata 208 Hybrid FE; la seconda è la versione ibrida della 2008 equipaggiata, però, con il nuovissimo sistema Hybrid Air sviluppato dal Gruppo PSA. Non mancheranno, poi, a popolare lo stand Peugeot anche le ultime arrivate della famiglia le versioni XY e GTi della 208, così come la spettacolare concept car Onyx, tutte già viste a fine 2012 al Salone di Parigi. www.peugeot.it
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ALFA ROMEO Debutta a Ginevra la versione definitiva di Alfa Romeo 4C, coupé a “2 posti secchi”, con trazione posteriore e motore in posizione centrale, che rappresenta l’essenza della sportività insita nel ‘Dna Alfa Romeo’: prestazioni, stile italiano ed eccellenza tecnica finalizzata al massimo del piacere di guida in piena sicurezza. Progettata dagli ingegneri dell’Alfa Romeo e prodotta nello stabilimento Maserati di Modena, la nuova supercar compatta sarà commercializzata nel corso del 2013 e segnerà il ritorno del marchio italiano negli Stati Uniti, marcando l’inizio del piano di crescita globale di Alfa Romeo. L’Alfa Romeo 4C deriva direttamente dal concept che destò grande ammirazione al Salone di Ginevra 2011 tanto da vincere tre prestigiosi premi: ‘AutoBild Design Award' (2011, Germania), 'Design Award for Concept Cars & Prototypes' (2012, Italia) e 'Most Exciting Car of 2013 - 'What Car?' (2013, Gran Bretagna). La sigla ‘4C’ si ispira al passato glorioso del brand proiettando nel futuro i valori di tecnologia ed emozione. Infatti, richiama la grande tradizione sportiva dell’Alfa Romeo - le sigle 8C e 6C negli anni Trenta e Quaranta hanno contraddistinto le vetture, da competizione e stradali, equipaggiate con il potente ‘otto cilindri’ e l’innovativo ‘sei cilindri’ , confermando nella sua impostazione progettuale e costruttiva l’obiettivo di un rapporto peso/potenza da autentica supercar, inferiore a 4 kg/cv, ma puntando più che alla potenza massima erogata, al contenimento del peso per garantire la massima agilità e le migliori prestazioni. www.alfaromeo.it/
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HONDA Honda sarà presente al Motor Show di Ginevra, edizione 2013, con due nuovi modelli Concept ed il nuovo CR-V 1.6 diesel i-DTEC. Il concept della Civic wagon offre molte indicazioni su quello che sarà il design esterno della versione finale in produzione. Questa nuova derivazione potenzierà ulteriormente la gamma Civic. Il nuovo Concept Honda NSX, al suo debutto europeo, suggerisce la direzione futura del design degli interni della NSX di nuova generazione. Il design esterno rimane fedele allo stile originale, mantenendo una linea bassa e spaziosa, con proporzioni dinamiche e seducenti che vengono messe in risalto da una carrozzeria moderna, semplice e pulita e dettagli graffianti che riflettono l’anima high-tech della supercar. Il CR-V si unirà a Civic per offrire il nuovo motore diesel 1.6 iDTEC facente parte della esclusiva Honda Earth Dreams Technology. Il CR-V 1.6 i-DTEC sarà disponibile con due ruote motrici e cambio manuale, in grado di offrire un eccezionale equilibrio fra prestazioni e risparmio. Il motore diesel 1.6 i-DTEC è infatti il motore più leggero della sua categoria, permettendo al CR-V di offrire elevate prestazioni, maneggevolezza e bassi costi di gestione per i clienti. Il CR-V 1.6 i-DTEC sarà disponibile a partire dall’autunno 2013. www.hondaitalia.com
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LAND ROVER Land Rover presenterà al Salone di Ginevra il suo nuovo Concept, la Range Rover Evoque Convertibile, mirato a determinare il potenziale del primo SUV Premium Convertibile al mondo. Questo progetto nasce dal successo ottenuto dall’Evoque, nel solco della tradizione Land Rover che da sempre crea e guida nuovi segmenti di mercato. Il Concept sarà mostrato per valutare le reazioni che susciterà, nonché il potenziale di quello che potrebbe essere il primo prodotto di un’altra categoria totalmente nuova. Il Concept, una Soft Top Convertibile, si basa sulla Range Rover Evoque Coupé, con capote ripiegabile automaticamente e sistema di protezione in caso di ribaltamento (ROPS). Questo nuovo modello coniuga brillantemente capacità e versatilità, grazie ad un portellone apribile verso il basso ed ai quattro comodi posti. Il veicolo ha nel cuore il DNA Land Rover, del quale mantiene tutte le caratteristiche chiave, inclusa la posizione di guida dominante e le capacità all-terrain. www.landrover.com
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BMW La BMW ha in serbo una serie di interessanti novità per il Salone di Ginevra, sia come modelli nuovi sia come concept car. Tra queste citiamo la BMW Serie 3 Gran Turismo, la BMW M6 Gran Coupé, la BMW Z4, la BMW Concept Active Tourer e la BMW i3. La BMW Serie3 GranTurismo sarà svelata in anteprima mondiale. È la terza variante di carrozzeria della gamma attuale della Serie 3 e punta ad unire la dinamicità della berlina con la funzionalità della versione Touring. La BMW M6 Gran Coupé sarà, invece, presentata per la prima volta al pubblico europeo. Si tratta della terza variante dell’auto sportiva di lusso. Un’altra novità presentata dal marchio a
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Ginevra sarà la BMW Z4, nuova edizione della roadster. Tre nuovi colori della carrozzeria sono disponibili con il nuovo optional Design Pure Traction. All’interno spiccano i colori nero ed arancio. Esternamente ci sono cerchi in lega da 17” e 18” ed il pacchetto M-Sport disponibili come optional. Un’ultima novità è sicuramente quella dell’auto elettrica BMW i3 Concept Coupé. Grazie al sistema di propulsione eDrive la i3 ha un’autonomia di 130-160 km e, vista la media degli spostamenti urbani quotidiani, le batterie devono essere ricaricate solo ogni 2-3 giorni. Come optional è disponibile un range extender che porta l’autonomia a circa 300 km. www.bmw.it
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VOLKSWAGEN Con la denominazione Cross, la Volkswagen identifica una gamma di modelli dalla personalità ispirata all’offroad, con un’immagine forte e distintiva. Fin dal primo sguardo si riconoscono i numerosi elementi che la rendono unica. I profili neri che sottolineano passaruota e longheroni, e le modanature paracolpi con il logo cross up! sulle porte, esaltano il suo stile sportivo. I mancorrenti sul tetto color argento, i gusci degli specchietti retrovisori esterni verniciati in “light silver metallic” e i paraurti con inserti argentati, completano la grintosa caratterizzazione estetica. Il temperamento offroad è evidenziato soprattutto dall’assetto rialzato e dai cerchi in lega leggera da 16” modello Cross con pneumatici 185/50. Anche l’abitacolo della Cross Up! ha un allestimento specifico. Oltre ai sedili con rivestimenti speciali e alla plancia con un dashpad di grande pregio (a scelta in colore rosso, nero o dark silver), gli interni sono resi ancora più esclusivi da un piccolo pacchetto pelle (rivestimento per volante e impugnatura della leva del freno a mano) con cuciture colorate. Il tocco finale è costituito dalle cornici cromate su bocchette d’aerazione e strumentazione, e dai listelli battitacco con logo cross up!. Di serie questa up! speciale ha una ricca dotazione che comprende chiusura centralizzata con radiocomando, alzacristalli elettrici anteriori, fendinebbia, specchietti retrovisori esterni riscaldabili e regolabili elettricamente, divano posteriore ribaltabile e frazionabile in modo asimmetrico, appoggiatesta posteriori, piano di carico variabile, computer multifunzione e programma elettronico di stabilizzazione ESC. Il motore della cross up! è il tre cilindri 1.0 75 CV che viene abbinato a un cambio manuale a 5 rapporti. Le prime consegne della cross up! in Italia sono previste per la fine dell'estate. it.volkswagen.com
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CITROËN Il gruppo Citroën alla kermesse svizzera punterà soprattutto sull’ambiente a sul basso costo. Verrà presentata infatti la C3 VTi da 82 CV. Questo prototipo si candida ad essere la prima auto in produzione, probabilmente nel 2016, che adotterà il sistema Hybrid Air. In collaborazione con aziende del calibro di Bosch e Faurecia, che hanno partecipato allo sviluppo della parte idraulico-pneumatica della C3 Hybrid Air, la Casa francese promette guadagni in termini di consumi ed emissioni pari al 45% in meno. Tra l'altro a questo risparmio vanno
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aggiunti anche i bassi costi di mantenimento e produzione di questa tecnologia che dovrebbe, dunque, essere economicamente accessibile una volta arrivata in produzione, proponendosi come valida alternativa ai sistemi elettrici. Il sistema di gestione intelligente, per concludere, permette di scegliere fra tre modalità di guida: ad aria compressa (zero emissioni), a benzina o in maniera combinata - anche con sistema di recupero dell'energia in frenata e decelerazione. www.citroen.it
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JAGUAR La Casa inglese Jaguar ha comunicato le novità riguardanti l'ammiraglia XF e la berlina XJ 2013. Entrambe offriranno un'efficienza migliorata attraverso l'aggiornamento della gamma motori. La trasmissione ad otto rapporti sarà disponibile in abbinamento a tutti i motori, V6 e V8 a benzina e, tutti i motori diesel saranno equipaggiati con il sistema Start/Stop.
Le altre novità per i MY 2013 delle jaguar XF e XJ riguardano l'impianto stereo optional, realizzato dall'azienda leader del settore Meridian disponibile in due livelli di potenza, da 380 o 825 W e un aggiornamento del sistema di Infotainment con miglioramenti all'interfaccia che ne rendono più pratica l'usabilità. www.jaguar.com
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AUTO SALONE DI GINEVRA 2013
HYUNDAI Al Salone di Ginevra 2013 Hyundai presenterà la sua idea dell’auto del futuro. Per la casa costruttrice coreana le vetture di domani saranno sempre connesse, soprattutto attraverso gli smartphone. Per questo la nuova Hyundai i30 a tre porte è stata scelta come piattaforma ideale per presentare il progetto Full Connectivity. Un allestimento all’insegna della tecnologia, della praticità e dell’immediatezza di utilizzo che incarna la svolta hi-tech da parte del marchio. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con LG. La i30 è stata scelta come primo modello su cui testare questa tecnologia che integra l’uso dello smartphone con l’esperienza di guida. Personalizzazione e piacevolezza sono i parametri che hanno guidato gli ingegneri Hyundai nello sviluppo del sistema Full Connectivity. La Hyundai App permetterà attraverso il proprio telefono di controllare la vettura in ogni momento, anche a distanza, regolando funzioni come l’apertura e chiusura delle portiere, la chiusura dei finestrini e del tettuccio oppure ritrovando l’auto indicandone l’esatta posizione di parcheggio. A bordo si potranno controllare poi i livelli di carburante, l’autonomia residua e la posizione per tracciare percorsi e tempi di percorrenza. www.hyundai-motor.it
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AUTO SALONE DI GINEVRA 2013
CADILLAC Questa edizione del Salone ginevrino sarà l’occasione per tutti i visitatori di toccare con mano la rinnovata e allargata gamma Cadillac. La regina dello stand sarà sicuramente, in occasione del suo debutto europeo, la Cadillac ELR. Una lussuosa coupé che presenta la prima applicazione della tecnologia Extended Range Electric Vehicle nata da un marchio automobilistico di lusso con una gamma completa. La ELR è una combinazione senza precedenti di lusso, ingegneria avanzata e design all’avanguardia. Il tutto in una coupé che è allo stesso tempo sportiva e attenta dell'ambiente. L’aerodinamica svolge un ruolo centrale nel design della vettura e per la sua autonomia. L’inclinazione aggressiva di parabrezza e lunotto riduce turbolenza e resistenza aerodinamica contribuendo, insieme ai cerchi da 20 pollici, all’ottenimento di un coefficiente di resistenza di 0,305. Paraurti anteriore e griglia a filo, oltre gli spigoli rastremati, consentono all’aria di scorrere facilmente intorno alla vettura, riducendo così la resistenza aerodinamica. I tipici gruppi ottici anteriori e posteriori verticali Cadillac con LED, sono dotati di luci per la marcia diurna posizionate ai bordi della sede dei fari: una tradizione del marchio dal 1948. La ELR è azionata dalla tecnologia EREV di GM, che unisce la guida in modalità puramente elettronica e un efficiente motore a benzina 1.4L per l’estensione dell’autonomia, garantendo così una percorrenza di circa 480 km con una sola ricarica rispetto a unico pieno. La ELR monta una batteria a forma di T da 16,5 kWh agli ioni di litio, in grado di fornire al veicolo 400 Nm di coppia istantanea che consentono sia in città sia in autostrada una tranquillizzante potenza. www.cadillac.com
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SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ MERCEDES BENZ
A cura della Redazione
MERCEDES BENZ
IL FUTURO A GINEVRA HA UNA STELLA A TRE PUNTE Mercedes Benz presenzierà al Salone di Ginevra 2013 con un’importante serie di novità che animeranno la kermesse svizzera
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Sono davvero tante le novità che porta quest’anno al Salone di Ginevra la storica casa automobilistica tedesca Mercedes Benz. Una serie di novità che sicuramente faranno del Padiglione 6 uno dei più visitati di tutta la manifestazione. Dal debutto europeo per la nuova gamma Classe E a quello della Classe CLA, la straordinaria anteprima mondiale sicuramente tra le più attese - della A 45 AMG, ai Modelli S e versioni 4MATIC della CLS 63 AMG e della E 63 AMG, fino alla SLS AMG - Black Series e alla C 63 AMG Edition 507, Mercedes Benz si candida a regina d’innovazione tecnologica e design. Lo confermnoa anche la presentazione della smart drive App 2.0, e l’affascinante collaborazione tra Smart e l’azienda danese BoConcept specialista nel design di interni per la realizzazione di una una collezione di mobili ed accessori ed una smart fortwo cabrio.
SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ MERCEDES BENZ
A 45 AMG Mercedes-AMG entra in una nuova era con la A 45 AMG. Per la prima volta negli oltre 45 anni di storia dell’azienda, il marchio High-Performance di Mercedes-Benz propone un'affascinante vettura ad alte prestazioni nel segmento delle compatte. La A 45 AMG è la portabandiera della strategia del futuro "AMG Performance 50", che accompagnerà la Mercedes-AMG GmbH fino al proprio 50° compleanno nel 2017. Grazie alla sua potenza massima di 265 kW (360 CV) e alla coppia massima di 450 Nm, il quattro cilindri turbo AMG da 2,0 litri è in assoluto il più potente motore a quattro cilindri prodotto in serie a livello mondiale. La sensazionale potenza specifica di 133 kW (181 CV) supera addirittura quella delle supersportive più potenti. Al tempo stesso, si mette in luce per la massima efficienza e per il rispetto della norma sui gas di scarico Eu-
ro 6. Con un consumo di carburante pari a 6,9 litri ogni 100 chilometri nel ciclo di marcia europeo NEDC combinato, la A 45 AMG si piazza nuovamente al vertice del proprio segmento. In tal modo, debutta su strada un ulteriore membro ad alte prestazioni della famiglia BlueDIRECT. La trazione integrale 4MATIC AMG della A 45 AMG, progettata per garantire le massime prestazioni, rappresenta un nuovo standard di riferimento nel rispettivo segmento di mercato.
CLA Con la migliore aerodinamica al mondo (0,22 cx), un design da coupé all’avanguardia e trazione integrale 4MATIC (a richiesta), il CLA definisce un nuovo segmento. Coupé a quattro porte di nuova concezione, riprende l’idea della CLS, che dal debutto del 2003 vanta già numerosi imitatori. Con le sue porte u
A 45 AMG Un’affascinante vettura ad alte prestazioni nel settore delle compatte
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SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ MERCEDES BENZ
NUOVA CLASSE E Design raffinato, nuovi motori e sistemi si assistenza alla guida per la nuova Classe E
senza cornice, il Coupé riprende il design del Concept Style Coupé e lo trasferisce senza soluzione di continuità nella produzione di serie. Di serie questa nuova Mercedes-Benz è dotata di un sistema frenante dotato di radar (COLLISION PREVENTION ASSIST), che segnala eventuali ostacoli già da 7 km/h di velocità e che frena in modo preciso non appena il guidatore preme il pedale del freno. Il CLA può essere ordinato sin d’ora in attesa che sia disponibile in concessionaria da aprile 2013. I prezzi partono da CHF 39’900 (CLA 180).
NUOVA CLASSE E Con nuovi motori efficienti, nuovi sistemi di assistenza alla guida e un design raffinato, Mercedes-Benz ha ammodernato integralmente la Classe E, consolidando la sua posizione di spicco nel segmento superiore. Sia a bordo della berlina che della station-wagon debuttano a livello internazionale addirittura undici sistemi di assistenza alla guida nuovi od ottimizzati, tratti dalla futura Classe S. Questi sistemi, che coniugano comfort e sicurezza, in Mercedes-Benz prendono il nome di "Intelligent Drive". Tra
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questi figurano sistemi in grado, per la prima volta, di evitare incidenti con veicoli perpendicolari all'asse stradale o con pedoni, un sistema antisbandamento attivo, capace di evitare anche incidenti con veicoli provenienti dal senso di marcia contrario, o ancora un sistema di regolazione dinamica dei fari abbaglianti. La nuova Classe E compie un significativo passo avanti anche in tema di efficienza ed ecologia, grazie alle nuove e potenti motorizzazioni a benzina a quattro cilindri BlueDIRECT con sofisticata tecnica di iniezione diretta. Come ha fatto per la berlina e la station wagon, Mercedes-Benz ha poi rivisitato completamente anche le versioni Coupé e Cabrio della Classe E. Le novità a bordo comprendono, ad esempio, i potenti ed efficienti motori a quattro cilindri BlueDIRECT von tecnologia di iniezione all'avanguardia e gli innovativi sistemi di assistenza alle guida, raggruppati nella denominazione „Intelligent Drive“. Tra questi figurano, ad esempio, sistemi in grado di evitare incidenti con veicoli perpendicolari all'asse stradale o con pedoni, un sistema antisbandamento attico e, ancora, un sistema di regolazione dinami-
ca dei fari abbaglianti. A livello estetico le versioni Coupé e Cabrio riprendono il nuovo linguaggio formale di Mercedes-Benz.
E 63 AMG Mercedes-AMG continua a puntare su performance, dinamismo ed efficienza. La nuova E 63 AMG è disponibile fin da subito nel brillante modello S con una potenza di 430 kW (585 CV) e 800 Nm di coppia e con la trazione integrale 4MATIC AMG di nuova generazione orientata alla massima performance. Il motore AMG V8 biturbo da 5,5 litri segna ancora il record assoluto in termini di efficienza. Nessun concorrente nel segmento è in grado di offrire lo stesso livello di prestazioni e consumi altrettanto contenuti. La trazione integrale permanente è disponibile a richiesta anche per gli altri modelli E 63 AMG, per i quali la potenza del motore V8 aumenta da 386 kW (525 CV) a 410 kW (557 CV) con una coppia di 720 Nm. Con questo modello Mercedes-AMG propone per la prima volta delle potenti vetture con trazione integrale orientata alla massima dinamica di marcia. www.mercedes-benz.it ■
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SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ TOYOTA
TOYOTA RAV 4
A cura della Redazione
REGINA, DA QUATTRO GENERAZIONI Tre anteprime mondiali ed un debutto europeo: è il sunto di quanto la Toyota mostrerà al prossimo Salone di Ginevra, in programma a marzo dal 7 al 17
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Cominciamo da una sportiva. Il primo costruttore mondiale esporrà il concept FT86 Open. I progettisti vedono questo prototipo come un’evoluzione della coupé GT86. Il secondo studio che la casa giapponese porterà in Svizzera si chiama i-Road: un veicolo elettrico a due posti pensato per muoversi agilmente nel traffico urbano. Non sono ancora stati resi noti i dettagli della Auris Touring Sports, che verrà rivelata al mondo in questa occasione. Dimensioni medie, carrozzeria station wagon e motore full hybrid (cioè in grado di funzionare, a scelta, in modalità solo elettrica, solo a combustione o mista) sono le sue caratteristiche di base. Cambiando genere, la nuova versione del Rav4 verrà presentata in anteprima europea. Il fortunato Suv della Toyota è arrivato alla quarta generazione. Molta attenzione è stata rivolta allo stile, sia della carrozzeria che per gli interni. Accanto al modello di produzione si potranno vedere anche due studi sul design di questa vettura, denominati Premium e Adventure.
SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ TOYOTA
RAV 4 Sarà sicuramente la vera protagonista di Toyota a Ginevra. Anche stavolta, come nelle precedenti generazioni, il nuovo RAV4 è stato sviluppato per rispondere alle esigenze di una base di clienti in continua evoluzione: famiglie dallo stile di vita attivo, in cerca di veicoli spaziosi e versatili. Il nuovo RAV4 rispecchia questa tendenza a un utilizzo molto eterogeneo senza però sacrificare nessuna delle qualità essenziali del modello, e cioè la manovrabilità, la versatilità, la posizione di guida e le potenzialità sia su strada che in off-road. Oltre a mantenere invariate tali caratteristiche, il nuovo RAV4 offre ai clienti uno styling elegante e dinamico, un design interno di qualità premium, un abitacolo ancora più spazioso, maggiore capacità di stivaggio e nuovi livelli di comfort, versatilità e sicurezza. Con la disponibilità di nuove motorizzazioni, il nuovo RAV4 si presenta con una gamma estremamente completa e con una riduzione significativa delle emissioni di CO2, la cui media si attesta a circa l’11% in meno
rispetto al modello uscente. Accanto alla nuova posizione di guida, ai nuovi sistemi di sospensione, al nuovo Servosterzo Elettrico e alla disponibilità di una nuova modalità Sport studiata appositamente per la trazione integrale, la tecnologia Integrated Dynamic Drive System garantisce al nuovo RAV4 straordinari livelli di stabilità e agilità su qualsiasi superficie. Un design esterno intramontabile, elegante ed esclusivo 205 mm più lungo rispetto al modello uscente (rispetto alla variante Crossover senza ruota sul portellone), e con 4.570 mm di lunghezza totale, il RAV4 di quarta generazione è caratterizzato da una silhouette innovativa, che ne enfatizza tutta la versatilità, lo spazio, il carattere sportivo e le straordinarie doti dinamiche. L’altezza del nuovo modello si attesta a 25 mm in meno rispetto a quello attuale, ma con un incremento di 30 mm della larghezza e di 100 mm della lunghezza del passo. Grazie e queste dimensioni, il nuovo RAV4 dispone di un raggio di sterzata ai vertici della categoria, pari a soli 10,6 metri, per il massimo della manovrabilità e un grande dina- u
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SALONE DI GINEVRA LE NOVITÀ TOYOTA
mismo anche sulle strade di città. Gli esterni uniscono la raffinatezza e l’eleganza dei nuovi elementi stilistici Toyota all’impatto immediato garantito da un’estetica estremamente sobria, capace di conferire al veicolo quell’immagine di resistenza insita nelle credenziali di una trazione integrale. Il nuovo volto dei veicoli Toyota unisce il design Under Priority della griglia ai dettagli Keen Look dei fari e delle Luci di Marcia Diurna (DRL) a LED, per garantire a questo nuovo SUV una presenza su strada autorevole e dinamica. Il design Under Priority è caratterizzato da un’ampia apertura di forma trapezoidale sul paraurti anteriore e da una griglia più piccola, che nella parte alta si sviluppa sull’intera superficie che divide i fari. Il badge Toyota, che dal centro della linea del cofano proietta la sua forma verso il basso, domina la griglia superiore, la quale a sua volta è caratterizzata da una barra cromata che si sviluppa orizzontalmente nella superficie che divide i gruppi ottici, accentuando ulteriormente l’ampiezza del veicolo. Questa barra orizzontale va poi a comporre una forma arcuata appoggiandosi sui nuovi gruppi ottici, che con le luci di marcia diurna (DRL) a LED, posizionate all’estremità della parte anteriore, vanno a disegnare il proverbia-
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le sguardo ‘accigliato’, o Keen Look, che è ormai diventato la firma visiva del brand Toyota.
MIGLIORI PRESTAZIONI In risposta alla continua evoluzione del mercato dei SUV compatti e alla sempre crescente domanda di risparmi dal punto di vista di consumi ed emissioni, il nuovo RAV4 offre ai clienti una gamma completa di scelte, tra cui il nuovo motore diesel 2.0 D-4D. Questa gamma completa offrirà ai clienti un bilanciamento senza precedenti tra prestazioni (sia con la trazione anteriore che con quella integrale) e consumi, sia per i motori diesel che benzina. Questa la nuova gamma motori di RAV4: la nuova unità diesel 2.0 D-4D da 124 CV/91 kW con trasmissione manuale 6 rapporti e trazione anteriore; un potente motore diesel 2.2 da 150 CV/110 kW con la scelta tra trasmissione automatica o manuale a 6 rapporti e la trazione integrale del sistema Integrated Dynamic Drive di Toyota; un motore benzina Valvematic 2.0 da 151 CV/111kW con trasmissione
manuale a 6 rapporti oppure Multidrive S (l’avanzata trasmissione Toyota a variazione continua) e trazione integrale. Questi motori beneficiano di un’ulteriore riduzione dei livelli di CO2: in media -11% rispetto alla precedente generazione. È opportuno ricordare come l’unità diesel 2.0 a trazione anteriore (2WD), la new entry della gamma, sarà equipaggiata con tecnologia Stop & Start, un’innovazione che ha ridotto a soli 127 g/km le emissioni di CO2. Equipaggiato con un compatto turbocompressore dotato di ugelli a geometria variabile, il nuovo motore diesel 4 cilindri da 1.998 cc sviluppa una potenza di 124 CV (91 kW) a 3.600 rpm e una coppia massima di 310 Nm in una fascia tra 1.600 e 2.400 rpm, con 300 Nm disponibili già a soli 1.400 rpm. Affiancato da una trasmissione manuale a 6 rapporti e dalla trazione anteriore, questo motore garantisce al nuovo RAV4 un’accelerazione 0-100 km/h in 10,5 secondi e una velocità massima di 180 km/h. www.toyota.it ■
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SALONE DI GINEVRA LA FERRARI CORRE NEI MERCATI
OTTIMI RISULTATI PER LA FERRARI
di Eugenio Bonardi
IL CAVALLINO NON CONOSCE CRISI Con 7.318 auto vendute nel solo anno 2012, l’industria automobilistica di Maranello è ufficialmente diventata il marchio più forte del mondo ed ha ottenuto un fatturato di 2,43 miliardi
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SALONE DI GINEVRA LA FERRARI CORRE NEI MERCATI
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L’industria automobilistica ha conquistato la prima posizione nella classifica di valutazione del Brand Finance. Nessuno avrebbe previsto un risultato come questo: si tratta del migliore dal 1948; sono stati battuti Hermes, Coca-Cola ed Apple, grazie al record di vendite, aumentato del 4,5%. Al contrario di Google, motore di ricerca più cliccato dai nostri mouse e della bibita gassata esportata dall’America, quello del cavallino è un marchio forte, proprio perché utilizzato da una piccola parte di popolazione mondiale; la crisi del mercato ha colpito in particolare il nostro continente, ad eccezione della Germania e della Svizzera, cresciute rispettivamente dell’8 e dell’11% rispetto all’anno passato. Al di fuori dell’eurozona, troviamo al primo posto nella graduatoria gli Stati Uniti, dove per la prima volta si registrano oltre 2.000 vetture vendute e la Cina, immediatamente a seguire. Grandi risultati anche in Inghilterra, dove un 20% della popolazione in più, ha il piacere di possedere una macchina realizzata dalla casa di Maranello. Ma ci sono altri numeri importanti: un aumento dell’8% di fat-
turato, 244 milioni di euro in più per quel che riguarda l’utile netto, incrementato del 17,8% rispetto al 2011. L’analisi delle vendite della Ferrari, bene sicuramente di lusso, ci dice quindi quali sono i paesi maggiormente colpiti dalla crisi. Il critico Stephen Bayley, in un’intervista al Brand Finance per motivare la scelta del premio, ha voluto sottolineare la grande capacità degli italiani nel progettare e disegnare auto. Anche il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha evidenziato tutta la sua soddisfazione per aver vinto contro una valida concorrenza, di cui facevano parte le aziende più famose e potenti del pianeta, in contesti sfavorevoli, se non addirittura ostili. Secondo il suo parere, ciò testimonia che in un momento economico così difficile, l’Italia è in grado di potercela fare, recuperando quelle potenzialità creative e tecniche che caratterizzano il nostro made in Italy. Non è un caso che proprio aziende italiane riescano a creare prodotti di eccellenza: uno di questi è appunto la Rossa. In questi giorni inoltre, si sta lavorando sodo nell’azienda del cavallino: a breve sarà
presentata l’erede della Enzo, sua ultima novità: una vettura dal valore di oltre un milione di euro, la più cara della sua storia, di cui si conosce per ora solo il telaio, perché presentato lo scorso autunno all’ultimo salone motoristico parigino. Ora finalmente ci siamo, la vettura al completo sarà scoperta in Svizzera, a Ginevra, i primi di Marzo. Al tradizionale motore a benzina ci sarà anche quello elettrico. Il resto, tra cui il numero dei cavalli e le prestazione, è ancora tutto da vedere. www.ferrari.com ■
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO Ha evidenziato tutta la sua soddisfazione per aver vinto contro una valida concorrenza, di cui facevano parte le aziende più famose e potenti del pianeta, in contesti sfavorevoli, se non addirittura ostili
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di FRANCO DEL PANTA
WIDER, NEVER ENOUGH!
L’ultima edizione del Miami International Boat Show è stata l’occasione per annunciare l’avvio della realizzazione di Wider 150’, con un progetto rinnovato che presenta un design senza tempo ed estremamente elegante progettato da Fulvio De Simoni - caratterizzato da un’estrema pulizia delle linee e da superfici tese e levigate. L’equilibrio estetico delle linee rispecchia l’equilibrio complessivo del progetto, che esprime l’armonia tra la nave e il mare, sia dal punto di vista del comfort della vita di bordo, sia da quello legato all’impatto ambientale. Le dimensioni del volume di poppa sono esclusive per una nave di queste dimensioni e contribuiscono in misura notevole - anche grazie alla bellissima piscina interna e
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all’ampia “beach” - a rendere ancora più piacevole la vita a diretto contatto con il mare che questo yacht consente, nel rispetto dello spirito Wider. Oltre alla poppa, tutti gli altri dettagli della nave sono stati studiati per enfatizzare il contatto con l’esterno, a partire dalle ampie superfici vetrate, che si aprono su ogni ponte conferendo grande luminosità agli ambienti interni: questi ultimi, che riprendono la linearità sobria degli esterni, si connotano per la scelta studiata di pochi colori dominanti e l’alternanza di superfici dalla finitura lucida ed opaca. L’upper deck prevede un salotto e una zona pranzo adiacente al portale che, pensato per scomparire completamente e scoprire due terrazze, consente di cenare anche all’aperto. Il ponte principale presenta una zona di poppa composta da un pozzetto esterno attrezzato e un ampio salone interno suddiviso in due aree living; a proravia si trova invece la suite armatoriale, che si estende per tutta la larghezza della barca che passa da 7,80 m a 8,20 m rispetto alla fase progettuale -
conferendo grande luminosità all’ambiente e una vista panoramica senza eguali. La master è inoltre divisa da una parete scorrevole in due zone distinte: oltre alla cabina vera e propria, infatti, vi è un salotto/office dove la fiancata si apre verso l’esterno per creare una bellissima terrazza privata sul mare. La cabina del comandante è collocata a poppavia della timoneria, per consentirgli di avere sempre sotto controllo la conduzione della nave, mentre la porzione prodiera del ponte inferiore è destinata agli alloggi dell’equipaggio e ai vari servizi. Quattro ampie cabine dotate di bagni en-suite sono destinate agli ospiti, i quali, grazie ad un collegamento esterno tra i ponti, possono accedere a tutti gli spazi esterni senza dover attraversare le zone chiuse e condizionate. PRESTAZIONI ECCELLENTI A BASSO CONSUMO Il cuore pulsante del progetto del Wider 150’ è la propulsione: questo yacht incarna, infatti, il concetto di energy saving, puntando sull’utilizzo di un sistema a
propulsione diesel/elettrica realizzato in collaborazione esclusiva con Siemens, che ha scelto proprio il brand Wider come partner per entrare nel mercato dei maxi yacht, apportando il proprio know how nel campo delle navi commerciali. Tale sistema è assolutamente modulare: con i soli motori elettrici alimentati dalle batterie, infatti, si raggiungono circa 8 ore di autonomia, con tutte le utenze di bordo in funzione, e 50 miglia di percorrenza. Inserendo invece i gruppi diesel e alimentando così i motori elettrici si ottengono altre tre diverse velocità e relative autonomie. Inoltre, combinando i gruppi diesel con i motori elettrici e con l’aggiunta dei boosters diesel, Wider 150’ raggiunge un’eccellente velocità massima di circa 20 nodi. Inoltre, la carena semiplanante offre un indubbio valore aggiunto in termini di velocità elevate, oltre a favorire una grande autonomia. www.wider-yachts.com
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NAUTICA SALONE ARABO DELLA NAUTICA
DUBAI BOAT SHOW
A cura della Redazione
LE BARCHE ITALIANE SFILANO A DUBAI In cartellone fino al 9 marzo, presso il Dubai International Marine Club (Mina Seyahi), la 21a edizione del Dubai International Boat Show, principale manifestazione dedicata al settore della nautica da diporto nell’area del Golfo
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PER SAPERNE DI PIU’ ✑ DUBAI BOAT SHOW ✑ Dove: Dubai International Marine Club - Mina Seyahi
✑ Quando: fino al 9 Marzo 2013 ✑ Orari: 3pm - 9.30pm www.boatshowdubai.com
NAUTICA SALONE ARABO DELLA NAUTICA
Il Dubai International Boat Show - che permette alle imprese partecipanti di esporre, sia su terra che in acqua yacht, gommoni, imbarcazioni, parti, componenti e sistemi per la nautica - svolge un ruolo chiave per la promozione del settore. Dal 1992 infatti, anno della prima edizione, la manifestazione è cresciuta di 14 volte in termini di espositori e di ben 43 volte in termini di superficie occupata. Nel 2012 alla manifestazione erano presenti 750 aziende espositrici provenienti da 46 Paesi e 430 imbarcazioni e in quell’occasione, l’Agenzia ICE ha ricevuto un riconoscimento da parte del Dubai World Trade Centre per il ventennale supporto alla manifestazione. Quest’anno, la partecipazione italiana sarà piuttosto nutrita e, grazie all’iniziativa del’ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, verrà conterà su circa 20 aziende del settore, su un’area di circa 150 mq, distribuita su due isole nella Equipment Supplies & Service Area, dove sono stati allestiti stand per le aziende partecipanti in cui esporre il proprio campionario e condurre incontri d’affari. Tra i partecipanti alla collettiva si segnala la presenza del distretto ligure, coordinato dalla Regione Liguria, Liguria International e WTC Genova, con 14 aziende. L’incremento artificiale della costa marina degli Emirati Arabi Uniti, unitamente ad un’aspettativa di ulteriore crescita nelle attività e nei servizi ricreativi, rendono il settore della nautica da diporto un’interessante opportunità per i produttori italiani di yacht di lusso e attrezzature marine, specie nell’emirato di Dubai. I superyacht contribuiscono in modo determinante all’offerta complessiva del Dubai International Boat Show: infatti, come per l’edizione passata, è previsto un esclusivo “Superyacht Club”, un’area espositiva dedicata, in risposta al notevole interesse, al crescente numero dei partecipanti ed alla richiesta di “esclusività”. Le esportazioni italiane di navi ed imbarcazioni verso gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto nel 2011 (ultimo anno completo disponibile) il valore di 36,7 milioni di euro (+2,4 % rispetto al 2010), collocando il nostro Paese al secondo posto nella graduatoria dei fornitori esteri del settore, preceduto dalla Francia e seguito dalla Germania. Gli Emirati Arabi Uniti costituiscono un mercato di riferimento per l’intera area del Golfo, che si caratterizza per l’alto potere di acquisto e l’elevato livello di qualità e di personalizzazione richieste dagli armatori. A conferma di ciò, si sottolinea come, nell’area mediorientale, si concentrano ben 7 su 10 proprietari dei più grandi mega yacht al mondo. In termini di infrastrutture, l’area del Golfo si sta sempre più dotando di porti turistici: attualmente sono in funzione 20 marine ed altre sono in corso di costruzione, soprattutto ad Abu Dhabi. ■
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VIAGGIO MESE QUARTIERE STORICO
PARIGI DA SCOPRIRE di Fortunata Grillo
VIVERE IL MARAIS È il nucleo storico di Parigi. Da palude a quartiere-monumento, passando attraverso mille storie, aneddoti e leggende Foto di Francesco Conti e Raffaele Bernardo
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Se si pensa che l’attuale quartiere parigino del Marais in principio non era altro che un ampio triangolo di acque stagnanti della Senna, si rimane inevitabilmente stupiti. Marais in francese significa letteralmente palude, stagno. Ed è stato proprio da questo appezzamento acquitrinoso della Rive Droite che ha avuto origine uno dei quartieri della capitale francese più ricchi d’arte, di storia e sede di innumerevoli architetture d’epoca Nel XII secolo i primi residenti di questa zona furono i Cavalieri Templari. Essi risanarono molte terre con i loro sofisticati metodi agricoli, rendendole fertili grazie an-
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che all’humus del fiume, e trasformandole in campi di grano, orti e frutteti. Questi perspicaci monaci-soldato vi costruirono la loro sede -la Maison du Temple- una cittadella fortificata, merlata. Qui, si dice che Mozart, l’enfant prodige per antonomasia, all’età di dieci anni venne invitato a suonare il clavicembalo. Sull’esempio dei Templari seguirono altre congregazioni religiose: francescani, carmelitani, cappuccini, orsoline e in particolare gesuiti. Ciascuno di essi contribuì prodigiosamente alla bonifica di questa area situata a nord-est della città.
Conseguentemente al risanamento, la zona cominciò a far gola anche ai nobili, agli aristocratici e ai ricchi commercianti, i quali pensarono bene di trasferirvisi senza il minimo indugio. Il Marais si trasformò così gradualmente, da una zona periferica riservata alla coltivazione di ortaggi e frutta, in un quartiere di carrozze e lustrini, dall’ora et labora dei monaci, alle feste e banchetti luculliani dei nobili. Carlo d’Angiò, re di Napoli e di Sicilia e Carlo V, furono i primi reggenti ad allontanarsi dagli intrighi dell’Ile de France (l’isola sulla Senna dove sorge la Cattedrale di
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VIAGGIO MESE QUARTIERE STORICO
Notre Dame) e a trasferire la Corte in questo quartiere risanato. Come cuore del nuovo insediamento sorse la sfarzosa Maison Royal des Tournelles, una reggia in stile gotico, nella quale si avvicendarono ben sei re, fino al XVI secolo quando Enrico II morì durante un torneo cavalleresco, nel giorno del matrimonio della figlia. Questo episodio pose fine ad un’epoca. La regina Caterina de Medici, infatti, profondamente colpita dalla scomparsa del consorte, non volle più fasti e splendori in quel luogo e decise di far demolire il palazzo, trasferendosi al Louvre. Per decenni al suo posto non rimase che una vasta, inutile spianata. Mezzo secolo dopo finalmente Enrico IV incaricò un suo ministro, il duca di Sully, di trasformare lo spiazzo in un parco pubblico. Nacquero così -con la Place Royal- il Pavillon du Roi e il Pavillon de la Reine ed iniziò una nuova stagione d’oro per il quartiere. Il 600 -le Gran Siécle- fu un’epoca di grande fervore e di rinnovamento per Parigi. Si dice che in tutta la città non ci fosse neanche un muratore disoccupato... Lungo i quattro lati simmetrici della piazza sorsero ben 36 hotel particuliers, nove per lato, sfarzose dimore per uno scenario architettonico di assoluto valore. Ma Enrico IV morì prima di vedere il completamento della piazza. Fu il suo successore Luigi XIII nel 1612 ad inaugurarla, e ancora oggi è considerata la più bella piazza di Parigi. Sul finire del XVII secolo, Luigi XIV – le Roi Soleil- per controllare e ridurre il potere della nobiltà, decise astutamente di trasferire la Corte nella nuova Reggia di Versailles. Le sontuose dimore del Marais cambiarono vita e vennero abitate da artigiani e commercianti. Il quartiere si trasformò da una zona di fasti ed eleganti calessi, in botteghe artigianali, piene di lesti garzoni indaffarati. Nel 1800 la piazza fu ribattezzata da Napoleone in Place des Vosges, per onorare gli abitanti del primo dipartimento che avevano pagato le tasse, e altresì per riabituare i cittadini a questo fastidioso dovere. Durante il “Gran Terrore”, infatti, nessuno aveva più pagato alcuna imposta. All’interno della ristrutturazione urbanistica voluta da Napoleone III, era stata prevista la demolizione di molti edifici pericolanti, in stato di abbandono. Ma fortunatamente il progetto non vide mai la luce. Nel 1962 il ministro gollista André Malraux, anche dietro la spinta di un sensibile movimento culturale, ne ordinò il recupero dichiarando il quartiere “sito di interesse storico nazionale”.
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VIAGGIO MESE QUARTIERE STORICO
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VIAGGIO MESE QUARTIERE STORICO
Oggi il Marais ha cambiato di nuovo fisionomia! È vivo e dinamico. Molti degli antichi hotel particuliers sono divenuti infatti importanti musei, centri culturali, gallerie d’arte e di design. Tra essi il Centro GeorgesPompidou progettato dagli architetti Renzo Piano e Richard Rogers; l'Hôtel de Sully, nel 600 uno dei centri della vita mondana e intellettuale del parigina; l'Hôtel Carnavalet, unico esempio rimasto di hotel particuliers del XVI secolo, dedicato alla storia della città; l'Hôtel Salé, che conserva la più importante collezione di Picasso, fra cui l'Autoritratto blu; l'Hôtel de Soubise, sede del Museo della Storia di Francia, con una ricchissima raccolta di documenti, fra cui una lettera di Giovanna d'Arco agli abitanti di Reims. Andando a naso per le piccole rues rimaste estranee alla ristrutturazione di Hausmann nel XIX secolo, si scoprono anche boutique di famosi creatori di moda e celebri artisans parfumeurs. In un angolo di Place des Vosges c’è la casa-museo nella quale Victor Hugo visse per ben 16 anni e scrisse uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, “I Miserabili”. Nella Maison fanno bella mostra di sé mobili, dipinti, disegni e fotografie che raccontano la vita e i gusti raffinati di tutta un’epoca.
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GUCCI IN ZONA BRERA
Nel Quadrilatero della moda di Via Montenapoleone a Milano, aprono nuove boutique: la prima è Gucci che a partire dalla prossima estate occuperà un’area di circa 800 metri quadri, dedicata alle collezioni da uomo. Si tratta di un prestigiosissimo immobile, precedentemente appartenuto alla Calyon e
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situato di fronte all’entrata principale della Pinacoteca, in angolo con Via Fiori Chiari. Non lontano aprirà anche Giada marchio d’abbigliamento da donna orientale: la sua prima sede Milanese sarà proprio nella strada del lusso: via Montenapoleone. Il Temporary store sarà inaugurato il 18 febbraio, in occasione della settimana della moda; poi, a giugno, avrà luogo l’apertura del negozio vero e proprio, disegnato da Claudio Silvestrin, uno degli architetti più noti e partner storico di Giorgio Armani. I passi successivi del brand orientale saranno New York nel 2015, Parigi e Londra nel 2016 e Tokyo nel 2017. www.gucci.com
IL RITORNO DI GAETANO NAVARRA
Uno dei maggiori esponenti del Pret-à-porter di lusso è lo stilista bolognese Gaetano Navarra. I suoi progetti attuali spaziano dall’Italia al mercato internazionale. Per consolidare l’immagine e la crescita del suo marchio, Gaetano Navarra ha realizzato l’accordo di partnership con l’azienda vicentina Avitex, che si occuperà della main line e della sua distribuzione. La collaborazione punta ad ampliare il mercato statunitense e cinese. L’Italia rimane comunque al centro degli interessi di Navarra con la distribuzione delle collezioni in store di prestigio come
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LusaviaRoma a Firenze e l’Inde le Palais a Bologna. Tutta la produzione sarà esclusivamente Made in Italy. Nei progetti dello stilista c’è una collezione di 80 pezzi, volta al maschile e al femminile, caratterizzata da lavorazioni ultratecnologiche e rivolta soprattutto al mercato internazionale. Inoltre la stagione 2013-2014 vedrà il debutto di una seconda linea ispirata al mondo sovietico chic anni ’80: un centinaio di modelli lavorati con tessuto stampato e con lavorazione laser, rivolto ai più giovani e distribuito da Kriservice di Bologna. www.gaetanonavarra.com
di EUGENIO BONARDI
CAMICISSIMA A SHANGAI Lo scorso 19 dicembre, dopo Stati Uniti e Russia è stato inaugurato anche in Cina, il primo negozio monomarca del marchio Camicissima, insieme ad altre due insegne di qualità del mondo dell’abbigliamento, come Aquascutum e Tombolini, anch’esse sullo stesso piano di un Department store, Takashimaya. Il gruppo Fenicia, guidato dal suo presidente, Fabio Candido, punta a soddisfare le esigenze dei giovani attenti alla cura dell’immagine e bisognosi di apparire eleganti in determinate circostanze, senza necessariamente spendere cifre astronomiche. Per valorizzare lo stile italiano, si è scelto di utilizzare la formula della vendita multipla, quella per cui il prezzo, varia a seconda del numero dei prodotti acquistati. In questo modo, il cliente può scegliere di avere qualità ad un costo abbastanza contenuto. www.camicissima.com
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LA DONNA BOHO-CHIC DI ERMANNO SCERVINO La donna boho-chic di Ermanno Scervino è attratta da un lusso sartoriale che appartiene al Mondo. Accosta colori e materie in maniera insolita, creando un incontro armonioso tra Mediterraneo ed Atlantico. Abbina ricami macramè, disegni floreali e arabesque, trame di reti nelle lavorazioni patchwork di abiti, top e giacche per trasparenze sensuali. www.ermannoscervino.it
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Tinte decise e calde - becco d'oca, viola, giallo, corallo e fucsia anche mixati insieme trasmettono nuove atmosfere nei top in seta allacciati al collo; nelle impalpabili maglie mohair doppiate a rete; negli shorts; nelle gonne lunghe a vita bassa e nei mini abiti realizzati in seta, in pelle e in camoscio. Il bianco e nero disegna motivi geometrici nelle trasparenze della rete, nei patchwork, nelle balze e nel punto vita dei miniabiti senza maniche. Piume di organza fatte a mano e balze lavorate a laser per i colli e alcuni capi della collezione; nappe e frange rendono uniche le giacche smoking senza maniche con reverse realizzate in patchwork di tessuti o di macramè. Giacche e parka in tessuti tecnici dai colli retrò con bottoni gioiello, con intarsi o applicazioni laser e frange in tinte a contrasto. Abiti da sera monospalla con colori contrapposti e trasparenze che lasciano intravedere brassier e coulotte. www.ermannoscervino.it
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QUANDO L'ACCESSORIO FIRMA UN OUTFIT DI SUCCESSO, C'Ăˆ IL TOCCO DI TRUSSARDI Gli accessori rappresentano il cuore della collezione Trussardi primaveraestate 2013 e completano con un tocco unico gli outfit: si smussano sugli angoli e i pellami si mescolano con naturalezza. Il dettaglio impreziosisce e sottolinea, richiama la tradizione e la ridefinisce per renderla attuale e rinnovare lo stile in un percorso evolutivo eccezionale che non perde mai di vista la storia del marchio. www.trussardi.com
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Le borse Le borse ripropongono modelli che si consolidano stagione dopo stagione come nuovi classici Trussardi, rivisti con tocchi inediti e colorazioni inaspettate che coniugano modernitĂ e tradizione. Le bag spaziano dalle tracolline alle bag da portare a mano a forma di bauletto o borse cartella, un “must haveâ€? della prossima stagione calda. www.trussardi.com
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FASHION
Gli accessori Sono assolutamente spettacolari, come gli occhiali da sole old style o le cinture ton sur ton, i curiosi copricapi dalla fattura particolarissima. Ai piedi domina il gusto classico che sa sposare il moderno. Le scarpe seguono lo spirito della collezione e completano i look con coerenza: stringate, pantofole, mocassini, forme classiche alleggerite da dettagli che le rendono grintose e molto accattivanti. www.trussardi.com
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UNA MUSA PLEBEA
Curioso il connubio propostoci dall'antologia Una Musa Plebea (RK 2410, 1 CD) in cui brani della tradizione folklorica corsa e toscana sono inframezzati con altri di tradizione "aulica" ma che, evidentemente, tradiscono una influenza "popolare". E' sempre affascinante scoprire come in realtà il linguaggio popolare abbia spesso in qualche modo influenzato la produzione colta, e viceversa, creando uno stimolante
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frottole di Marchetto Cara e delle trascrizioni per liuto che Bossinensis fece di musiche d'origine popolare, si intercalano brani affidati a poeti corsi e toscani che cimentandosi su temi melodici preesistenti testimoniano di una pratica musicale, quella dei canti a dispetto e delle ottave a contrasto -, dove due interlocutori, secondo rigide regole metriche, si confrontano in straordinarie ed improvvisate tenzoni poeticomusicali. Un mondo sonoro antico e affascinante, affidato alla memoria e alla trasmissione orale ma, purtroppo, a rischio di estinzione.
da una sufficiente documentazione musicale benché ci è noto che il re del Portogallo, Giovanni IV di Braganza, possedesse nella sua biblioteca personale poco meno di 300 suoi manoscritti, tra i quali la sopravvissuta messa Ave Virgo Sanctissima, oggetto della registrazione Gery de Gershem. Missa Ave Virgo Sanctissima (ACC 24235, 1 CD). La Missa Ave Virgo Sanctissima, unica testimonianza musicale integra giuntaci di Gery de Gershem, sarebbe andata perduta se non fosse stato per la volontà del suo maestro Philippe Rogier di includerla nella sua raccolta di 6 messe
stampata nel 1598. La registrazione in questione è quindi tanto più preziosa sia per l'unicità del suo contenuto ma soprattutto per il pregevole risultato artistico ottenuto dal gruppo belga Currende, diretto da Erik van Nevel, composto da 16 splendide voci che eseguono la messa con gran pulizia di suono e un ottimo fraseggio. Nell'antologia ascoltiamo anche alcuni brani policorali di Francesco Guerrero - di quest'ultimo si ascolta anche il mottetto Ave Virgo Sanctissima a 5 voci usato come modello da Gershem per la sua missa – di Philippe Rogier e Peter Philips.
registrazione Johannes Eccard. Mein schonste Zier (AECD 1103, 1 CD) cui si aggiungono 14 lieder su testi tedeschi tratti da antologie destinate alla liturgia protestante. La messa si rifà ad una celeberrima chanson profana di Orlando di Lasso, suo maestro durante la permanenza a Monaco, che fa da modello all'impalcatura polifonica a sei voci adattata ai brani della messa, in uno stile contrappuntistico tipico del XVI secolo. Di tutt'altro tono i Geistilicher Lieder, molti dei cui testi sono tratti da importanti raccolte a stampa del 1597 e del 1644, in cui prevale lo spirito protestante con
l'uso delle semplici melodie dei corali armonizzate a 4 voci. L'esecuzione è affidata ad un ensemble di 16 elementi, il Norddeutscher Kammerchor, diretto da Maria Jürgensen, che si distingue per un ricorso preponderante alla compagine corale al suo completo, favorendo effetti di corposità sonora particolarmente consoni al repertorio eseguito. Dalla pregevolissima interpretazione della Missa si distanziano i Geistilicher Lieder che soffrono di una povertà interpretativa sia nelle dinamiche che nelle accentuazioni delle frasi musicali, generando, a tratti, una certa uniformità e monotonia esecutiva.
JOHANNES ECCARD
Nonostante la preponderante produzione legata alla liturgia protestante, il compositore tedesco Johannes Eccard, attivo tra '500 e '600, si dedicò anche alla produzione cattolica a servizio della cappella di corte di Monaco di Baviera e, successivamente, nel 1579 in quella di Jakob Fugger ad Augsburg. A quest'ultimo è dedicata la messa Mons coeur se reccomande à vous oggetto della
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scambio sinergetico in cui la schiettezza popolare si fonde con forme compositive legate alla grande tradizione polifonica. Le numerose e variegate musiche presentate dal gruppo vocale-strumentale Lucidarium rendono appieno l'idea di una musicalità legata a forme dell'espressività popolare. Canti carnacialeschi, movimenti di danza d'origine popolare, il tutto caratterizzato da una grande quanto riconoscibilissima musicalità italiana in cui è la melodia della voce superiore, a dominare il contrappunto delle voci inferiori. Accanto all'universo popolarmente "colto" delle
GERY DE GERSHEM
A dispetto di una discografia spesso sedotta dai nomi più noti della storia musicale, una recente proposta dell'etichetta Accent getta luce su una figura poco conosciuta quanto brillante del Cinquecento fiammingo: Gery de Gershem; un musicista belga del XVI secolo che a dispetto dalla ricca messe di notizie biografiche che lo riguardano non è suffragata
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di FRANCO BRUNI
MARZO 2013