Progress settembre 2018

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MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 128 - ANNO 2018

EURO 5,00

Appuntamento al Romaeuropa Festival ARTE IN LAGUNA

I VOLTI DEL BUSINESS

MONDO VOLLEY

PASSIONE IN MARE

FASHION IN PROGRESS

NUOVA ZELANDA

Venezia, la musa senza tempo Le ultime dal Mediterraneo

Un rebranding per diventare grandi Fascino maschile, insondabile mistero

L’Italia che sogna Dove il tempo si è fermato




EDITORIALE

OGGI, PIÙ CHE MAI, RESTIAMO UMANI Dall’11 giugno al 30 luglio sono stati 11 i casi di aggressioni violente su cui la polizia sta ancora indagando senza escludere che dietro alcuni “attacchi” possa esserci una matrice di odio razziale. Parliamo di 11 casi in poco meno di due mesi. Negli stessi giorni, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini negava l’esistenza di un’emergenza razzismo, bollando il tutto come “un’invenzione da parte della sinistra”. Lo stesso Ministro che, in occasione dell’anniversario della nascita di Mussolini, ha espresso soddisfazione per il numero crescente di oppositori al proprio operato citando proprio una frase del Duce, “Tanti nemici, tanto onore”. Svelarsi e poi ritrarsi, affermare e dopo negare: non solo nei mesi di quest’ultimo governo, ma in larga parte della sua carriera politica la strategia di Salvini è stata quella di esprimere pensieri che nella loro natura (quella del più palese razzismo) erano apertamente condannabili, salvo poi ritrattarla quella stessa natura. “Con le mie parole fomento all’odio razziale, ma non sono razzista… Cito Mussolini apertamente, ma non sono fascista”. Ed è in quella continua ritrattazione che trovano rifugio le scuse e le giustificazioni di chi lo appoggia: “Non è razzismo, siete voi i buonisti… Macché fascismo, siete voi i sinistroidi”. Motivazioni vuote che non coprono però gli atti e il dolore portati avanti in Italia a danno degli stranieri. Che l’immigrazione sia una questione da risolvere è fuori discussione, che fino ad ora non sia stato fatto abbastanza anche. Ma non sono gli immigrati il problema, semmai le politiche che hanno gestito la situazione. Non dimentichiamoci che dietro ai numeri che “viaggiano” su un barcone ci sono esseri umani, persone con una storia alle spalle molto spesso troppo dolorosa da sopportare. La rabbia e l’esasperazione vanno incanalati nella giusta direzione (che non è certo quella che vede scontrare i penultimi con gli ultimi dunque) e riformulate in modo da essere costruttive e non distruttive. La disumanizzazione crescente è una delle piaghe più spaventose di questo secolo. Ricordiamoci oggi, più che mai, che non esistono razze se non quella umana. Restiamo umani, dunque. Sempre. Franco Del Panta


“La cultura è l’energia pulita del nostro paese.”

“La cultura è l’energia pulita del nostro paese.” Emmanuele F. M. Emanuele Emmanuele F. M. Emanuele

La Fondazione Cultura e Arte, diretta emanazione della Fondazione La Fondazione Cultura e Arte, diretta Terzo Pilastro – Internazionale, opera emanazione della Fondazione nella diffusione di iniziative culturali, sulla base Terzo Pilastro – Internazionale, opera dell’assunto che l’arte e la cultura – nelle loro nella diffusione di iniziative culturali, sulla base molteplici forme e manifestazioni – svolgano un dell’assunto che l’arte e la cultura – nelle loro ruolo di primo piano nella formazione molteplici forme e manifestazioni – svolgano un della coscienza collettiva, annullando ruolo di eprimo piano nella formazione le differenze appianando i conflitti, a favore della coscienza collettiva, dell’inclusione sociale e del dialogoannullando costruttivo

le differenze e appianando i conflitti, a favore dell’inclusione sociale e del dialogo costruttivo

fra i popoli. La Fondazione è attiva nel campo delle arti visive dell’attività espositiva,della fra i popoli. Lae Fondazione è attiva nel campo multimedialità, dell’editoria, della musica, della delle arti visive e dell’attività espositiva,della poesia e della promozione ed organizzazione multimedialità, dell’editoria, della musica, della di convegni e think tank. I progetti realizzati poesia e della promozione ed organizzazione accrescono l’offerta culturale attuale di convegni e think tank. I progetti realizzati e valorizzano, attraverso specifici interventi, accrescono l’offerta culturale attuale il patrimonio artistico-culturale non solo e valorizzano, attraverso specificiparticolare interventi, nel nostro Paese, con uno sguardo il patrimonio artistico-culturale non solo al Mediterraneo e all’Oriente.

nel nostro Paese, con uno sguardo particolare al Mediterraneo e all’Oriente.

www.fondazioneculturaearte.it

www.fondazioneculturaearte.it


MENSILE DI APPROFONDIMENTO DI ATTUALITÀ, ECONOMIA, CULTURA E LIFESTYLE

NUMERO 128 ANNO 2018

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60

SCENARI CONTEMPORANEI

IDENTITÀ DIGITALI

N OT E I N C I T T À

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C U LT U R A E C O M U N I C A Z I O N E

RIMANDATI A SETTEMBRE

IL MONDO CHE (NON)CAMBIA

È LA FINE DEL MODELLO SVEDESE?

ARRIVA LA “SCUOLA” DEL VINO

40 A CAMOGLI SI RIFLETTE SUL MONDO E LE SUE “VISIONI”

MITO, LA MUSICA CHE UNISCE

64 SULLO SCAFFA LE

ESTATE: ULTIMO CAPITOLO

44

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AR TE IN LAGUNA

IN SALAI

VENEZIA, LA MUSA SENZA TEMPO

REVENGE, LA RAGAZZA COL FUCILE

52 INCONTRI D’ARTE

IL MONDO SI DÀ APPUNTAMENTO AL ROMAEUROPA FESTIVAL

28 I V O LT I D E L B U S I N E S S

BUZZOOLE: UN REBRANDING PER DIVENTARE GRANDI

EURO 5,00

72 S T AT U E T T E

NETFLIX VS HBO: LA SFIDA DEGLI EMMY


Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

76 VITE DA CHEF

THE ITALIAN JOB

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Progress è una pubblicazione curata da La6 Group s.r.l. Largo della Primavera, 40 00171 Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010

MONDO VOLLEY

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È QUESTA L’ITALIA CHE SOGNA

Uffici Commerciali Roma, Via Giovanni Devoti, 28 - 00167 Roma

SÌ, VIAGGIARE

DOVE IL TEMPO SI È FERMATO

Progress n°128/settembre 2018

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Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis

SPORT E FINANZA

CALCIO ITALIANO CODICE ROSSO

Direttore Editoriale Franco Del Panta direzione@edizionisei.com

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Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com

PASSIONE IN MARE

LE ULTIME DAL MEDITERRANEO

86 ELEGANZA MASCHILE

IL FASCINO MASCHILE SI VESTE DI MISTERO

92 M OT O R I R U G G E N T I

UNA MARCIA IN PIÙ CON DS 7 CROSSBACK

96 MOBILITÀ SEMPLICE

TUTTO UN ALTRO NOLEGGIO

Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@la6group.com A. Creta, E. Pasca, M. Morelli, E. Rodi, S. Riva, L. Mancini, Y. Leone, S. Valentini, M. Baffigi, F. Bruni, R. Bernardo, M. Pituano, M. Bertollini, R. Cavrioli, B. Vecchiarelli, J. Daporto, E. Zucca, D. Battaglia , M.Tiberi, G.Migliore, E. Rauco, G.Collina Illustrazioni: Marina Garcìa Mendicino Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione

110 ALLA GUIDA CON ASG

LA MOBILITÀ DEL DOMANI

114 VIVERE IL BUSINESS

E-FATTURA: UN’OPPORTUNITÀ PER LE PMI

Art Direction Francesco Sciarrone www.francescosciarrone.it Stampa, Allestimento e Distribuzione La6 Group s.r.l. Informazioni e Abbonamenti info@la6group.com www.progressonline.it N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


NY, la luce contro l’oblio Da 17 anni manca nello skyline della Grande Mela la silhouette delle Torri Gemelle, abbattute dall’attacco terroristico di quel drammatico 11 settembre 2001. Un giorno impresso in modo indelebile nella mente e nel cuore degli americani e non solo. Al posto dei due grattacieli sorge oggi il National September 11 Memorial & Museum, costituito da due grandi piscine con cascate artificiali, simbolo non solo del vuoto fisico, architettonico, lasciato dal crollo delle torri, ma anche della perdita di vite umane. Mentre il resto del Memorial Plaza è coperto da alberi, emblema di rinascita. Fin dal 2002 inoltre, nell’anniversario degli attentati si accendono due fasci di luce verticali a simulare le Twin Towers. L’istallazione si chiama “Tribute in Light”: due potenti fari luminosi che squarciano le tenebre e tengono viva la memoria.

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SCRIVI “PARIS”, LEGGI “DESIGN”

PRONTI, FUOCHI, VIA! Tutti col naso all’insù per ammirare il Grand Feu de Saint-Cloud, lo spettacolo pirotecnico più grande d’Europa, che quest’anno compie il decimo anniversario.

Un evento mondiale che non ha paura del confronto, la Paris Design Week è pronta a partire con un’ottava edizione tutta da scoprire.

È la notte più infuocata dell’anno quella di sabato 8 settembre, giorno in cui per Dal 6 al 15 settembre, torna l’annuale ben due ore, dalle 21 alle 23, verranno appuntamento col design nella capitale sparati circa 60mila colpi, organizzati in by Beatrice Vecchiarelli francese. Verranno lanciati nuovi pro30 dipinti inediti, per un costo totale che dotti, allestite installazioni temporanee supera il milione di euro. Un grandioso evento insome mostre in cinque quartieri della città, con l’intento di ma in cui nulla può essere lasciato al caso. Ad assistere attirare professionisti e appassionati verso la scoperta allo show ci sarà un pubblico di 23 mila persone, didelle nuove tendenze. In programma ben otto itinerari stribuite tra i posti a sedere (sedie e tribune) e il prato tematici: Art&Design, Fashion, Food, Upcycling, Japonella parte inferiore del parco di Saint Cloud, proprio nism, Projects, Savoire-Faire e Iconic Design. Il tutto di fronte alla cascata. Questa sbalorditiva esibizione di per offrire diverse prospettive sul design e ispirare il fuochi d’artificio, a pochi chilometri dal centro di Parigi, maggior numero di persone possibile. colorerà il cielo su un’accurata selezione di musiche, Sono oltre 200 le location coinvolte e 5 le aperture che spaziano dalle colonne sonore di film ai componinotturne in programma, senza contare le passeggiate, i menti classici, e solo una piccola parte dei fuochi verrà cocktail, le mostre tra showroom, atelier e musei. Menlanciata, come si dice in gergo, “a secco”. Saranno tre ai nuovi talenti emergenti di tutto il mondo è dediimpiegate le tecniche più innovative per restituire agli cata l’esposizione “Now! Le Off”, la quale prenderà spettatori tutta la magia dell’evento, oltre al lavoro di arforma in uno spazio all’avanguardia, creativo e spetigiani ed esperti. Si preannuncia così uno show con un rimentale, il Ground Control, unico a Parigi. programma ancora più sorprendente delle Obiettivo, scoprire i designer di domani e precedenti edizioni e se non si vuole lanciarli tramite il trampolino della PDW. badare a spese, per godere a pieno L’evento vanta inoltre la collaborazione dell’esibizione, basta acquistare i con Maison&Objet, autorità internabiglietti per la tribuna vip: cena, zionale nel campo dell’interior design, plaid, champagne e lo spettahome decor e lifestyle, e sulla carta ha colo è servito. quindi proprio tutte le caratteristiche www.le-grand-feu.com per affermarsi come rendez-vous internazionale del design e decò. www.maison-objet.com

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QUANDO LA REGINA NON C’È, I TURISTI SE LA SPASSANO

ESTINZIONE? LONDRA DICE “NO” La Great Gorilla Run è uno degli appuntamenti più spassosi che hanno luogo nella capitale inglese.

Dal 21 luglio al 30 settembre, periodo in cui sua altezza reale Elisabetta II è in vacanza in Scozia, Buckingham Palace apre le sue porte al pubblico.

È impossibile non divertirsi durante questa corsa di beneficienza di 8km, nella quale si può camminare o correre, ma sempre vestendo i panni Fin dal 1993 è possibile visitare l’ala by Beatrice Vecchiarelli di grossi gorilla. L’evento rappreoccidentale della residenza reale delsenta un’occasione importante per la sovrana, che comprende le Sale di raccogliere i fondi necessari per la salvaguardia di una Stato, utilizzate per le ricorrenze ufficiali e per incontraspecie in via d’estinzione: i gorilla, messa sempre più re i sudditi, l’iconica Galleria dei Ritratti, lunga oltre 47m, in difficoltà dall’espansione delle attività degli umani. la Galleria della Regina e le Scuderie Reali. Quest’anno Se ne occupa nello specifico la Gorilla Organization, la la mostra estiva della collezione reale, compresa nel quale, a differenza di quanto lascia intendere il nome, tour, è intitolata “Prince and Patron”, per celebrare il 70° lavora molto anche con le persone in condizioni di compleanno dell’erede al trono, il Principe Carlo, che si povertà che vivono nelle foreste, o in aree limitrofe, a è occupato personalmente del suo allestimento e della stretto contatto con i grandi scimmioni. Le zone interesselezione delle opere in esposizione. sate dalle loro operazioni sono soprattutto il Ruanda, la Certo, si tratta solo di una piccola parte del palazzo se Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda. Tutti i si tiene conto delle 775 stanze di cui è composto comcostumi forniti al momento dell’iscrizione sono ovviaplessivamente, eppure resta un’opportunità incredibile mente “animal friendly”, realizzati dunque con fibre sinquella di poter camminare per i corridoi del quartier tetiche e gomma, ed è possibile personalizzarli dando generale della monarchia britannica. libero sfogo alla creatività. Il peloso evento si svolgerà La visita si conclude nei Giardini Reali e come prevedidomenica 23 settembre alle ore 10.30 e sono già pronti bile non è possibile scattare foto. a zampettare per le strade di Londra centinaia di uomini www.royalcollection.org.uk e donne sensibili a questo vero e proprio “richiamo della foresta”. www.greatgorillarun.org

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THE “TECH” SIDE OF BERLIN

L’ARTE CHIUDE IL SETTEMBRE BERLINESE

Torna il consueto appuntamento berlinese con IFA (Internationale Funkausstellung Berlin). La capitale tedesca ospita una delle più grandi fiere dell’elettronica, per presentare e proporre le novità tecnologiche che vedremo sul mercato.

L’ultima settimana del mese porta con sé una ventata artistica: a Berlino è di scena l’“Art Week”, 5 giorni imperdibili tra performance, esibizioni e dibattiti. Per la settima volta, dal 26 al 30 settembre 2018, la capitale tedesca entra nel vivo della sua settimana dedicata all’arte contemporanea con una serie di mostre dal respiro internazionale. Fiere d’arte, inaugurazioni di mostre, cerimonie di premiazione, pellicole d’autore e numerosi eventi speciali saranno i veri protagonisti della 5 giorni berlinese. I visitatori possono aspettarsi grandi esibizioni sia di artisti affermati che innumerevoli presentazioni, in una vasta gamma di generi, di talenti emergenti su scala internazionale. Uno speciale focus sulla fotografia è stato introdotto con gli EMOP Opening Days di EMOP Berlin (European Month of Photography 2018), un evento che rappresenta uno dei tanti momenti salienti della Berlin Art Week di quest’anno. La settimana dell’arte berlinese è una grande opportunità per gli appassionati, un’occasione di scoperta e discussione delle opere di artisti internazionali e locali esposte in centinaia di gallerie. I principali eventi dell’art week di Berlino, come i ricevimenti di apertura, i colloqui, le esibizioni e le installazioni d’arte offrono a collezionisti, galleristi, rappresentanti dei media, ospiti internazionali e naturalmente agli artisti opportunità di incontro, discussione e scambio di opinioni. Durante i dibattiti tutti gli attori del settore analizzano le ultime posizioni artistiche, aggiungendo un’ulteriore dimensione alla settimana dell’arte berlinese. www.berlinartweek.de

by Guglielmo Collina

Si scrive “31 agosto – 5 settembre” ma si legge “Fiera Internazionale dell’Elettronica”. A Berlino va in scena uno degli appuntamenti più attesi per gli operatori e gli amanti del settore, quell’IFA che di anno in anno raccoglie sempre maggiore partecipazione di visitatori ed espositori. I grandi nomi dell’elettronica occuperanno i padiglioni della Sala d’esposizione a Funkturm: si va da Canon a Sony, da Lg a Samsung e moltissimi altri top brand mondiali. La copertura dei media è garantita, tra gli altri, dai network televisivi nazionali ARD e ZDF. Stiamo parlando di una delle fiere di settore più antiche al mondo: la storia dell’IFA inizia nel lontano 1924 e il successo dell’evento fu così clamoroso che l’organizzazione decise di replicare la kermesse a cadenza annuale. Berlino ospitò la manifestazione sino all’inizio della seconda guerra mondiale poi, una volta concluso il conflitto, Stoccarda ne fu la sede fino al 1971, anno in cui tornò ad essere Berlino la città organizzatrice dell’evento. Secondo i libri di storia, l’IFA del 1995 fu la prima fiera multimediale. Negli anni successivi, le esposizioni dimostrarono che questa fiera era diventata la vetrina principale dell’industria elettronica ma anche di quella delle telecomunicazioni e dell’informatica. 31 agosto - 5 settembre 2018 Sala d’esposizione a Funkturm, Messedamm 11, Biglietti da 40 euro b2b.ifa-berlin.com

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NO LABOR, NO PARTY

CHEESBURGER MANIA

Il mese di settembre si apre negli Stati Uniti con una ricorrenza tra le più importanti dell’anno, il Labor Day, l’equivalente americano della nostra Festa dei Lavoratori.

C’è sempre un buon motivo per fare festa e gli americani lo sanno bene. Ecco perché hanno pensato di dedicare a uno dei simboli made in USA più famosi al mondo una giornata tutta sua: stiamo parlando del National Cheesburger Day.

Si tenne per la prima volta nel 1882 e, solo dodici anni dopo, venne istiL’hamburger al formaggio viene tuzionalizzata dal Congresso come by Beatrice Vecchiarelli onorato ogni anno il 18 settembre e, festa nazionale federale. Per questo in genere, le maggiori catene di fast le scuole, gli uffici governativi e la maggior parte food usano offrire gratuitamente questi ghiotti panidegli esercizi commerciali restano chiusi, dando ni ai clienti. Guai però a confonderlo con l’Hamalle famiglie la possibilità di trascorrere insieme burger Day, che si festeggia il 28 maggio, ma quella giornata, allestendo pic nic al parco - Central la è tutta un’altra storia. Infatti l’hamburger classico, Park è il più gettonato - facendo surf, andando al per come lo conosciamo, fu inventato in Germania luna park o fuori città. Diversamente dal resto del all’inizio dell’800 e solo nei ruggenti anni ‘20, negli mondo però, negli USA si è soliti celebrare questa Stati Uniti, si decise di aggiungere il formaggio festività il primo lunedì di settembre, probabilal panino. Molto dibattuti sono sia l’artefice, sia il mente per colmare il vuoto tra due feste nazionali: luogo: alcuni lo riconducono al Kentucky, altri alla l’Indipendence Day del 4 luglio e la festa del RinCalifornia, altri ancora al Colorado. Ciò che conta graziamento, il quarto giovedì di novembre. Negli comunque è che non c’è nulla di più yankee di un anni è stata considerata inoltre come la giornata cheeseburger accompagnato dalle classiche paconclusiva dell’estate statunitense. tatine fritte. Non esiste una formula o un rituale da Lungo la Fifth Avenue abitualmente si tiene una seguire in questa giornata, ognuno può celebraparata alla quale partecipano tutte le classi lavore la ricorrenza come preferisce: partecipando ratrici, la città si popola di bancarelle, mentre a workshop di gruppo per creare il perfetto a Brooklyn si svolge il Carnevale Caraibico. E burger al formaggio, oppure acquistandone se non bastasse, il Labor Day tende anche uno e regalandolo a una persona cara, o a coincidere con l’inizio della stagione magari sfidandosi a casa a colpi di di football americano, motivo per barbecue e postando sui social cui molti newyorchesi si riuniscono le foto dei panini con l’hashtag nei bar per seguire le partite. È #NationalCheesburgerDay. evidente dunque che negli anni il folklore ha preso il sopravvento sul significato originario della festa, ma dopotutto, se non fosse così, che party sarebbe?

Justin Timberlake || 14 12 ||


11-16 SETTEMBRE 2018 C A N N ES - V I E U X P O R T & P O R T C A N TO

M AG GIORE SA LONE N AU TIC O E U ROPE O IN ACQUA Il lusso si dà appuntamento con lo yachting Visitate lo Yachting Festival in maniera privilegiata con il nostro programma VIP: Trasferimento in elicottero, visita agli yacht, accesso al club VIP… vipcannes@reedexpo.fr

SAVE THE DATE 10-15 SETTEMBRE 2019

Partner ufficiale


CON LIFEPRINT LA FOTO PRENDE VITA

Come per dire, il futuro della tecnologia passa anche, se non soprattutto, attraverso questi due mondi. Lifeprint è una stampante pensata per Una tecnologia che sfrutta bluetooth, realtà aumentata e stampa le occasioni speciali: piccola, comosenza inchiostro: ecco Lifeprint, da, tascabile, utilizzabile in qualsiasi la stampante portatile per Iphone momento. Le foto vengono trasferite che “rivoluziona” la fotografia. dallo smartphone tramite bluetooth e vengono impresse su una carta Pensavate che stampare un video speciale, chiamata Zink. Zink sta per fosse impossibile? E se vi dicessimo Zero Ink, ovvero niente inchiostro, ed che con LifePrint, la nuova stampante è proprio su questo concetto che si by Michele Accreditato portatile per Iphone, sfruttando la basa questa tecnologia. Dimenticate realtà aumentata dello smartphone cartucce o toner all’interno della stampante, il processarete capaci di “stampare” dei brevi filmati? so di stampa avviene grazie ad una particolarità della Il funzionamento di questo piccolo device è semplicarta stessa. Nei fogli Zink sono presenti dei cristalli di ce, intuitivo quanto innovativo: grazie alla tecnologia colore neutro che possono assumere successivamente Hyperphoto, infatti, dopo aver stampato un’istandiverse colorazioni grazie al calore emesso dalla stamtanea con l’applicazione dedicata si può associare pante. Ecco dunque che la foto, realizzata in appena 30 all’immagine un breve video di massimo 15 secondi. secondi, sarà asciutta e senza sbavature tra le vostre Inquadrando la foto con la camera dell’app la stampa mani. Lifeprint è, in sostanza, una stampante che si prende vita su schermo, grazie alla realtà aumentata differenzia dalla concorrenza, che offre un servizio messa a disposizione dal software stesso. divertente e particolarmente apprezzato dal pubblico Un dispositivo pensato per i più giovani che, con più giovane. Ormai anche stampare dei video non è questa piccola stampante, possono divertirsi a creare più cosa impossibile… simpatici giochi video/fotografici. Un device che sfrutta Lifeprint è disponibile in due grandezze, il prezzo appieno il successo che negli ultimi anni sta risconvaria da 159,95 euro a 179,95 euro. trando il settore della realtà aumentata. Basti pensare La ricarica di carta, da 40 foto, costa invece 59,95 euro. che nel 2017 gli investitori che hanno puntato www.apple.com sull’AR e sulla realtà virtuale sono aumentati del 300%.

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LA POESIA DEL SILENZIO DI MARINA ABRAMOVIC Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019, a Firenze, Palazzo Strozzi ospita “The Cleaner”, una grande retrospettiva dedicata all’artista serba by Elisabetta Pasca La forma più nuda e affascinante della comunicazione è quella del silenzio. Lo sa bene un’artista e performer dalla personalità polied’arte. Da una parte, la reificazione carnale del corpo e drica e appassionata come Marina Abramović, figura la sottomissione da parte della mente per sperimentare i controversa e imprescindibile nella scena dell’arte limiti del dolore fisico, dall’altra la potenza dell’intelcontemporanea. A lei e alla sua ricerca, da letto, il controllo esercitato sul corpo ed infine, il sempre focalizzata sull’accordo tra corpo legame tra spirito, dolore emotivo e potenza e anima, è dedicata la mostra “The Cleadella Natura: questi spunti di ricerca costituiner”, una consistente retrospettiva che sarà scono le coordinate speciali che definiscono ospitata nei locali di Palazzo Strozzi a Firenze in maniera sintetica il viaggio artistico della dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019. L’artista Abramović. Una carriera, la sua, votata completaserba naturalizzata statunitense regalerà un momente alla sperimentazione e all’analisi della figura mento intenso di interazione con il pubblico il 22 dell’artista, in armonia intoccabile e coerente con il settembre, dedicandosi alla vasta schiera dei suoi concetto stesso di performance. Ossia una creazioestimatori presso il Teatro del Maggio Musicale ne artistica immanente funzionale a realizzare una Fiorentino per l’appuntamento “Marina Abramocompresenza vivida e stimolante dello spettatore vić Speaks”. Il curatore della mostra, Arturo Gae del performer. “The Cleaner” prova a ricomporlansino, che ricopre anche la carica di direttore re in un unico movimento la poliedricità sfuggente generale della Fondazione di Palazzo Strozzi, di cinquant’anni di carriera, dando al visitatore sarà il moderatore d’eccezione del prestigiol’opportunità di sondare la storia artistica e perso appuntamento. La Abramović fa finalmente sonale di Marina, mostrandone i chiaroscuri in un ritorno nel Belpaese, dopo l’ultima visita che l’ha cammino costellato da una crescita instancabile e vista travolgente vincitrice del Leone d’oro, conquistato una continua evoluzione. La Abramović considera l’arte alla Biennale di Venezia nel 1997 grazie alla performanequivalente alla vita e alla spinta inevitabile verso la ce “Balcan Baroque”: si tratta di un’occasione unica per maturazione: l’empatia è senz’altro protagonista assoluta celebrare quel rapporto di affetto ininterrotto per l’Italia, nell’universo artistico di Marina. “The Cleaner” si focapatria dell’arte che vede nel talento di Marina un patrimolizza di certo sulla figura dell’artista, ma illuminandone nio inestimabile da continuare ad ammirare e raccontare. soprattutto il lato creativo e umano, grazie anche all’espoLe circa 100 opere esposte a Firenze rappresenteranno sizione di foto, dipinti, oggetti ed installazioni e la ripropoil percorso creativo della Abramović, gran madre dell’esizione di una serie di performance ad opera di giovani spressività performativa, capace, con le sue performance e promettenti artisti selezionati e formati dal Metodo provocatorie e ammalianti, di scuotere come un terremoto Abramović e dalla Abramović in persona. le considerazioni del pubblico, della critica e degli esperti www.palazzostrozzi.org

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BOCELLI PER UNA NOTTE

FROM PRINCE WITH LOVE

Appuntamento l’8 settembre all’Arena di Verona per “La Notte di Andrea Bocelli”, uno show da record tra musica e solidarietà La musica italiana è una delle ricchezze culturali che il Belpaese riesce da sempre ad esportare all’estero con grande successo. Questa, negli anni, ha visto emergere i generi più diversi, ma dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri quello che tutto il mondo ci invidia è l’opera lirica e artisti come Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, ambasciatori della musica italiana all’estero, cui oggi si affianca senza dubbio il nome di Andrea Bocelli. Grazie a lui la lirica italiana è tornata ad essere apprezzata ed ascoltata in tutto il mondo e sono sempre più affollati e acclamati i suoi concerti in location mozzafiato in giro per il mondo. Uno su tutti, “La Notte di Andrea Bocelli”, che si terrà all’Arena di Verona l’8 settembre. Uno spettacolo benefico guidato dal tenore con ospiti internazionali: in totale oltre 400 artisti affiancati dall’Orchestra e dal Coro dell’Arena di Verona. L’evento sarà il clou della Celebrity Fight Night in Italy, maratona filantropica che coinvolge personalmente la famiglia Bocelli e che quest’anno festeggia la sua quinta edizione e anche quest’anno la solidarietà sarà il motore trainante dell’intera maratona. Tutto finalizzato a sostenere l’attività che la Andrea Bocelli Foundation porta avanti con successo, coerentemente con la propria mission,“Empowering people and communities” promuovendo progetti nazionali e internazionali che favoriscano la piena espressione del proprio potenziale. www.andreabocellifoundation.org

Il 28 settembre esce un nuovo album di inediti del cantante di Minneapolis, uno dei più prolifici artisti della musica contemporanea.

by Sveva Riva

A più di due anni dalla scomparsa di Prince (era il 21 aprile 2016), chiuse le indagini sulla sua morte senza alcun responsabile, l’artista, al 27º posto nella lista dei 100 migliori artisti, al 30° in quella dei 100 migliori cantanti di sempre e al 34° in quella dei 100 migliori chitarristi di sempre secondo Rolling Stone, continua a conquistare i suoi fan. Il Vault, il suo immenso archivio, non smette di regalare tesori inestimabili. Solo qualche mese fa è spuntata la versione originale del suo brano iconico Nothing Compares 2U registrata nel 1984 insieme a molti dei materiali che hanno dato vita all’album Purple Rain. Dopo la sua morte, Troy Carter, già manager di Lady Gaga e della rapper Eve, nonché Global head of creator service di Spotify, ha preso in carico la custodia del Vault trasportandolo a Los Angeles in un luogo dove la temperatura è sempre tenuta sotto controllo e dove si può intervenire per restaurare immagini e nastri e prepararli a vedere la luce. Così il prossimo 28 settembre potremo tornare ad ascoltare la voce del “Purple Purv”. Per ingannare l’attesa suggeriamo un salto in uno dei siti internet a lui dedicati: Prince2me è un luogo d’incontro per i fan, una pagina dedicata ai ricordi del suo pubblico, la dimostrazione dell’impatto musicale e culturale che Prince ha avuto e ha ancora oggi a livello globale. www.prince2me.com

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ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA DI INCHCOLM

avrebbe trovato rifugio Alessandro I, il quale, dopo essere scampato a una tempesta mentre cercava di attraversare il fiordo nel 1123, venne curato da un Nel cuore della Firth of Forth, eremita. È considerato il gruppo di edifil’insenatura creata dal fiume Forth ci monastici meglio conservato di tutta la nella costa Est della Scozia, sorge l’isola di Inchcolm, una piccola oasi Scozia e c’è da aggiungere che l’intera fuori dalle tradizionali rotte turistiche. isola è mantenuta in ottime condizioni, tanto che ancora oggi vengono celebrati by Beatrice Vecchiarelli dei matrimoni in puro stile scozzese con Si trova a nord di Edimburgo (circa 6 kilt e cornamuse. Davvero suggestivi! miglia in linea d’aria) e, per quanto Dopo la riforma protestante l’abbazia fu abbandonata e possa essere emozionante raggiungerla percorrendo in utilizzata per scopi difensivi, vista la posizione strategica auto il rosso Forth Bridge, vale la pena attraversare la baia dell’isola, e continuò a ricoprire un ruolo simile durante le a bordo di un battello, per poi approdare direttamente due guerre mondiali al fine di proteggere alcune basi della sull’isola dopo circa un’ora e mezza di viaggio. Su questa Royal Navy dagli attacchi via mare. Gli amanti degli itinerari sinuosa lingua di terra svetta l’Abbazia di Inchcolm, fondata non convenzionali non possono non aggiungere alla loro nel XII sec. dal re Davide I, che volle esaudire i desideri del bucket list quest’oasi di pace nel Mar del Nord, popolata fratello Alessandro I, deceduto prima di riuscire a costruire solo da uccelli (tantissimi) e foche. Perché esplorare una il monastero. Nonostante le razzie e i danni riportati dopo terra vergine, silenziosa e incontaminata, che offre panorami l’incursione degli inglesi nel corso del 1300, si è conservata naturali unici e sempre mutevoli, talvolta nebbiosi e grigi, splendidamente nei secoli successivi. La struttura, interaaltre volte soleggiati e ventosi, come questa, è tutto ciò che mente visitabile, è costituita dal chiostro, la sala capitolare – può trasformare una vacanza tradizionale in un’avventura centro amministrativo dell’abbazia – la residenza dell’abate, indimenticabile! e la cella dell’eremita. Proprio qui, secondo la leggenda,

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| SCENARI CONTEMPORANEI

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| SCENARI CONTEMPORANEI

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RIMANDATI A SETTEMBRE La questione Ilva chiama Di Maio al banco di prova tra proroghe, trattative infinite, sindacati in allarme e impegni presi nel contratto di governo

Il d-day è il 15 settembre, il giorno in cui scadrà la proroga concessa a fine giugno da Di Maio ai commissari straordinari dell’Ilva. Quel giorno i due binari sui cui la vicenda Ilva ha viaggiato finora dovranno necessariamente incontrarsi: da un lato l’esito del ricorso al parere dell’Avvocatura sulla regolarità dell’aggiudicazione della gara ad ArcelorMittal, dall’altro il confronto con i sindacati per migliorare la proposta del colosso industriale, sia in termini di occupazione che di tutela ambientale. La trattativa, ad oggi, prevede l’assorbimento di 10.500 addetti da Ilva, mentre gli altri resterebbero in carico all’amministrazione straordinaria per occuparsi delle bonifiche continuando a godere, per un tempo limitato ma non ancora definito, degli ammortizzatori sociali. Stando alle stime più recenti, sarebbero circa 2mila i lavoratori disposti a propendere per il prepensionamento o ad accettare l’incentivo all’esodo, per un risultato finale di 1.500 esuberi. In merito il segretario della Fim Taranto, Valerio D’Alò, aveva spiegato che la cessione era «saltata proprio sui numeri dell’occupazione» con i sindacati che continuano a chiedere che le garanzie siano estese a tutti i lavoratori e che Mittal, a fine piano quinquennale, si faccia carico degli eventuali esuberi. Dal punto di vista ambientale, invece, il colosso dell’acciaio ha presentato il proprio piano industriale di fronte | 25 |

a 61 interlocutori chiamati proprio da Luigi Di Maio. Secondo il documento presentato in quell’occasione la multinazionale si impegna a ridurre del 15% le emissioni di anidride carbonica per tonnellata di acciaio liquido prodotto, abbattendo rispettivamente del 30% e del 50% le polveri e le diossine prodotte. Inoltre, assicura che dal 2020 si potrà dire addio ai wind days e che s’inseriranno nel ciclo produttivo tecnologie low carbon previo studio di fattibilità, a piano concluso e per le tonnellate eccedenti i limiti produttivi ambientali. A questo piano si aggiungono gli investimenti sul fronte della ricerca per rendere il centro di Taranto un polo d’avanguardia in grado di rinsaldare anche i rapporti con la comunità. Proposte che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva già definito come “un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini. Attendiamo un nuova reale proposta ArcelorMittal o altrimenti non daremo il nostro assenso”. Ma intanto le lancette corrono. La previsione finanziaria stima l’esaurimento di cassa a settembre e Di Maio deve fare i conti con il contratto di governo che prometteva la chiusura delle fonti inquinanti, poi chiarita come stop dell’acciaieria. Tic tac. Sveva Riva


| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |

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| IL MONDO CHE (NON) CAMBIA |

È LA FINE DEL MODELLO SVEDESE? La crisi del welfare perfetto (o quasi) della Svezia potrebbe completare la svolta a destra del Vecchio Continente. Appuntamento al 9 settembre per svelare le sorti del Riksdag, il Parlamento svedese

Come già accaduto in gran parte del resto d’Europa – si guardi la nostra storia più recente - i temi delle migrazioni e dell’accoglienza dominano il dibattito preelettorale e definiscono il gioco delle forze in campo, non senza sorprese. Non poteva essere esclusa da simili dinamiche anche la civilissima Svezia, il Paese che accoglie più rifugiati in proporzione al numero di abitanti in Europa. Anche quello che è tradizionalmente un avamposto socialdemocratico non ha retto alla pressione esercitata dalla destra radicale che, seppure sembra difficile possa raggiungere la maggioranza dei consensi, registra una crescita considerevole. Un segnale forte, fortissimo per chiunque voglia cercare di prevedere il futuro dell’Europa almeno per il prossimo decennio: i Socialdemocratici sono il primo partito in Svezia dal lontano 1917, se si escludono gli 8 anni di governo del Partito Moderato tra il 2006 e il 2014. Un partito che domina la scena politica praticamente da un secolo contro uno nato nel 1988 come diretta espressione di vari movimenti

neonazisti (per sua stessa affermazione). Sembra lontanissimo quel 2010 in cui furono gli stessi svedesi a scendere in strada per protestare contro la politica razzista dei Sverigedemokraterna (Democratici Svedesi) che alle elezioni avevano ottenuto 20 seggi e avevano impedito alla coalizione di centrodestra di raggiungere la maggioranza assoluta. Gli ultranazionalisti svedesi di oggi continuano a raccogliere consensi e pongono una pietra angolare nella costruzione di quella “Fortezza Europa” che un giorno le giovani ed emergenti destre europee vorrebbero vedere edificata tra frontiere presidiate e un’agenda politica sempre più nazionalista. Ognuno per sé, insomma, e addio unificazione europea, per la gioia di chi dall’altra parte dell’oceano aspetta che l’avanzata della destra metta finalmente fine all’egemonia tedesca, che con la sua forza sui mercati esteri è un competitor di non poco conto. Ma il paradiso (svedese) può ancora attendere. Martina Morelli | 27 |


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BUZZOOLE: UN REBRANDING PER DIVENTARE GRANDI L’intervista a Gianluca Perrelli, Country Manager Italy dell’azienda specializzata in soluzioni per l’Influencer Marketing

Buzzoole si trova in un momento di cambiamento e sta Buzzoole, influencer marketing solution provider affrontando il passaggio da startup a scale up internain grado di connettere i brand ai content creator zionale. Il rebranding incontra quindi le necessità di attraverso l’utilizzo dell’Intellingenza Artificiale, ha una realtà in continua crescita che vuole espandersi nei recentemente presentato il nuovo posizionamento e mercati internazionali. L’azienda opera in 176 Paesi su la sua nuova identità visiva. Nata a ottobre 2013, Buztutte le piattaforme, con oltre 260.000 Content Creazoole aiuta le aziende che vogliono sviluppare campagne tor, più di 850 clienti e oltre 25 milioni di interazioni, di influencer marketing nel processo di individuazione e mentre il nostro team conta oltre 70 persone distribuite attivazione dei creator più affini. Per far ciò si avvale di tra le sedi di New York, Londra, Milano, Roma e Napoli. una tecnologia proprietaria, per trovare il massimo grado La nuova identità visiva di affinità tra brand e content accompagna il nostro nuocreator creando così un match “Il nostro scopo è di offrire ai brand vo posizionamento in un perfetto. Buzzoole è anche i giusti strumenti per realizzare mercato sempre più globale entrata da poco a far parte del campagne di influencer marketing e maturo. Infatti i clienti network di Endeavor Italia che creative e riconoscibili, capaci al contempo vanno verso un approccio sostiene imprenditori ad alto più sofisticato all’influencer potenziale. Con Gianluca Perdi raggiungere gli obiettivi di business marketing, che li porta a relli, Country Manager Italy e di essere impattanti.” richiedere servizi consulendella società, abbiamo fotograGianluca Perrelli, Country Manager Italy di Buzzoole ziali, uniti ad una grande fato le coordinate di azione di attenzione per la tecnologia una realtà italiana ambiziosa e (utile per rendere più efficace ed efficiente il workflow promettente. della campagna). Da quali presupposti e con quali obiettivi nasce il Quali sono i valori irrinunciabili al centro del penprocesso di riposizionamento e la nuova identity di siero creativo del rebrand? Buzzoole? | 28 |


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Il nuovo logo esprime la volontà di ridefinire la personalità di Buzzoole: internazionalità, innovazione tecnologica, creatività e consulenza strategica, sono le parole chiave dietro alla nuova brand identity. Il nome Buzzoole nasce dall’unione di buzz (brusio) e googol, il numero intero esprimibile con 1 seguito da cento zeri (1.0 x 10100). Il nuovo marchio sintetizza al centro della composizione le due doppie lettere presenti nel nome: il segno grafico “forte” della doppia Z — richiamo onomatopeico al concetto di brusio — si specchia sulle due OO sottostanti, unite per creare il simbolo dell’infinito, richiamando il concetto di qualcosa che non ha limiti nella sua propagazione.

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importanti: intendiamo proseguire quanto fatto e superare i traguardi raggiunti, incrementando il numero di brand e content creator che collaborano con noi in tutto il mondo, con la massima attenzione alla realizzazione di campagne creative e impattanti. A livello internazionale, invece, dopo l’apertura nel Regno Unito nel 2016, che ha portato l’azienda a crescere in maniera esponenziale, il mercato statunitense ha rappresentato un’ulteriore opportunità strategica di sviluppo. Diventare leader a livello internazionale è il nostro focus, anche grazie a partnership importanti che ci hanno permesso di offrire soluzioni innovative come quella con Flixel, una delle migliori soluzioni di cinemagraph al mondo, per creare contenuti sempre più coinvolgenti all’interno delle campagne dei brand partner.

Quanto è difficile connettere in maniera efficace e funzionale i brand ai content creator? Buzzoole è un influencer marketing solution provider che connette i brand ai content creator più affini attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Il nostro Buzzoole ha intuito fin da subito le potenziascopo è di offrire ai brand i giusti strumenti per realizlità dell’influencer marketing: quali sono le zare campagne di influencer prospettive di sviluppo marketing creative e riconoin questo settore, sia per “Solo nel Q1 del 2017, abbiamo registrato scibili, capaci al contempo di il business sia per l’innouna crescita dei ricavi internazionali di oltre raggiungere gli obiettivi di vazione? business e di essere impattanti. il 500% e negli ultimi mesi abbiamo investito Far leva su attività di Grazie alla tecnologia proInfluencer Marketing può in Ricerca & Sviluppo per rendere il nostro prietaria di Buzzoole basata software sempre più in linea con le esigenze realmente aiutare a genesull’intelligenza artificiale rare engagement meglio dei mercati internazionali. ” (GAIIA – Growing Artificial di qualsiasi altra forma di Gianluca Perrelli, Country Manager Italy di Buzzoole Intelligence for Influencer digital marketing! L’InAffinity), riusciamo a trovare fluencer marketing ricopre il match perfetto tra brand e influencer: ovvero, attrainoltre un ruolo sempre più strategico in tutte le verso sistemi di Image Recognition e Natural Language fasi del funnel di acquisto, raggiungendo target Understanding, è possibile intercettare i content creator che neanche la tv riesce a raggiungere sia in con la maggiore affinità al cliente, in termini di linguagtermini di cluster/segmento di mercato sia in gio, valori e community. Inoltre, la nostra tecnologia termini di storytelling. Anche i brand ne hanno può identificare attività sospette relativi ai fake folcompreso l’importanza, con investimenti e allolower, garantendo la massima trasparenza. cazioni di budget sempre maggiori. Come altre forme di digital adv, anche l’Influencer Marketing L’azienda sta portando avanti un piano ben preciso si sta evolvendo verso una direzione sempre più di consolidamento e di espansione: quali iniziative data-driven orientata alla tracciabilità dei risultaverranno intraprese a livello internazionale? ti. L’attenzione alle metriche e al ROI è di fondaBuzzoole ha intrapreso un percorso strategico per mentale importanza anche quando si pianificano consolidare l’azienda come leader di rifermento. Solo campagne di influencer marketing e in futuro nel Q1 del 2017, abbiamo registrato una crescita dei saranno disponibili metriche sempre più chiare. ricavi internazionali di oltre il 500% e negli ultimi mesi Quest’anno i brand continueranno a misurare abbiamo investito in Ricerca & Sviluppo per rendere il reach ed engagement rate, ma potranno contare nostro software sempre più in linea con le esigenze dei anche su altri KPI, come l’analisi del sentiment e mercati internazionali. Quelli di Buzzoole sono obiettivi l’impatto delle campagne in termini di branding. | 30 |


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Buzzoole ha integrato le Instagram Stories nel monitoraggio delle campagne di influencer marketing: la trasparenza e la misurabilità dei risultati rappresentano il quid per fare la differenza sul mercato? Buzzoole è la prima società di influencer marketing ad offrire una soluzione di reporting così ampia e dettagliata attraverso l’integrazione con le Instagram Stories e a permettere alle aziende il totale controllo sull’andamento di ogni singola campagna. In un mercato costantemente sotto i riflettori per le pratiche poco chiare di alcuni influencer, la nuova funzionalità rappresenta un’ulteriore conferma circa la nostra posizione a favore di trasparenza e misurabilità. Anche i brand vogliono essere sicuri della qualità delle loro campagne, ed è per questo che utilizzano servizi come Buzzoole. In questo modo, l’intero processo di creazione della campagna è gestito attraverso la piattaforma, che consente di monitorare e controllare i risultati ottenuti e nello specifico, per quanto riguarda le Instagram Stories, è possibile verificare il contenuto prima che vada live. Da sempre Buzzoole è in prima linea nell’educazione di brand e content creator e partecipa ai tavoli di lavoro dei più importanti degli enti di regolamentazione del settore. Recentemente abbiamo realizzato due webinar: uno con l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria e uno con l’Unione Nazionale Consumatori, in cui abbiamo approfondito le linee guida per una corretta collaborazione tra brand e influencer e risposto alle domande del pubblico.

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Gianluca Perelli, startupper seriale, 42 anni di cui 15 passati tra lancio, sviluppo ed exit di alcune delle più riuscite iniziative imprenditoriali nel mercato della musica digitale e dell’online marketing. Lascia un ruolo in Mondadori per entrare nel team della piattaforma di influencer marketing Buzzoole: «Torno a fare quello che mi piace»

Continuerete a investire nell’Intelligenza Artificiale per offrire ai clienti delle soluzioni sempre più personalizzate e performanti? Assolutamente sì. Buzzoole è uno dei pochi player nel mercato dell’influencer marketing ad avere un’attenzione così marcata alla tecnologia. Basta pensare che il 35% del suo organico è dedicato alle tematiche di sviluppo prodotto e R&D. In questo momento siamo concentrati sul miglioramento degli algoritmi di “fake detection” (che rendendo possibile l’individuazione di profili che fanno ricorso a pratiche truffaldine) e sull’ottimizzazione della “brand affinity” (che permette l’individuazione dei creator più in linea con la brand identity del cliente). Elisabetta Pasca

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MASERATI E GRAN PREMIO NUVOLARI PRONTI A CORRERE INSIEME La Casa del Tridente è Main Partner della 28esima edizione del GP Nuvolari insieme a Red Bull, Banca Generali ed Eberhard &Co, quest’ultimo da ben 28 anni “Official Timekeeper” dell’evento.

NETFLIX E SHONDALAND: LA PRIMA SELEZIONE DI SERIE TV INSIEME Netflix e Shondaland, la casa di produzione fondata da Shonda Rhimes, annunciano la prima selezione di serie tv che verranno realizzate proprio da Shonda, Betsy Beers e il loro team. by Sveva Riva

La casa di produzione della creatrice di Grey’s Anatomy sarà impegnata per la piattaforma di streaming in otto progetti che parlano di storia, diversità, umorismo nero e talenti dirompenti. “Volevo che la nuova Shondaland fosse un luogo in cui dare vita ad un numero sempre maggiore delle storie che amiamo raccontare, dove i miei colleghi dallo straordinario talento creativo potessero lavorare al meglio. Ted Sarandos (Netflix Chief Content Officer) e Cindy Holland (Netflix VP Original Content) e tutte le persone di Netflix con cui stiamo lavorando sono dei partner incredibili per realizzare un progetto come questo. Questa è Shondaland 2.0.”, ha commentato Shonda Rhimes, cui ha fatto eco anche Betsy Beers aggiungendo: “Dall’ età della Reggenza in Inghilterra alla Manhattan dei giorni nostri, noi di Shondaland abbiamo la fantastica opportunità di esplorare nuovi mondi e raccontare queste storie in modi diversi”.

Era il 9 luglio 1933, quando Nuvolari corse per la prima volta su una Maserati. Vinse, tra le verdi colline del Belgio, sul rinomato quanto impegnativo circuito di Spa - Francorchamps. L’intramontabile fascino della Casa del Tridente si unirà oggi come allora all’immagine del più grande pilota di tutti tempi, quel Tazio Nuvolari già testimonial dei marchi storici del Gruppo FCA. Nella sua lunghissima carriera “Nivola” corse e vinse con OM, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari, Fiat, Abarth-Cisitalia e appunto Maserati. Il Gran Premio Nuvolari, manifestazione di regolarità riservata ad auto storiche costruite tra il 1919 e il 1972, è organizzato sin dalla prima edizione da Mantova Corse insieme a Automobile Club Mantova e Museo Tazio Nuvolari e il “via” alla gara sarà in piazza Sordello a Mantova alle ore 11:00 di venerdì 14 settembre. Per movimentare ulteriormente il Gran Premio Nuvolari 2018, verrà organizzata la Coppa Nuvolari – Maserati Tribute. Una carovana di meravigliose Maserati (1973-2018) sfilerà insieme alle auto storiche tra le strade italiane, nel bagno di folla che il caloroso pubblico della manifestazione sa regalare. www.gpnuvolari.it

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ARRIVA LA “SCUOLA” DEL VINO Winedo è la startup “Made in Roma” che aiuta le persone ad approfondire la conoscenza del vino. Abbiamo intervistato il fondatore Lorenzo Contini, che ci ha spiegato gli obiettivi della sua “creatura”

del vino, nel nostro Paese. Da qui l’idea base di Winedo: Metti una sera a cena, un incontro tra amici, qualdiffondere la cultura del vino mediante un sistema di che calice di buon vino e due chiacchiere. apprendimento online chiamato “Edo”. Attraverso l’acImprovvisamente un’idea, un lampo che balena nella quisto di bottiglie scrupolosamente selezionate, si inizia mente di questi giovani romani così amanti del vino un percorso di apprendimento guidato che consenta ai che, osservando quelle bottiglie, etichette magari meno nostri Clienti di apprezzare meglio ciò che bevono. conosciute, si sono chiesti come poterle proiettare nella considerazione, e sulle tavole, dei consumatori. Nasce Winedo si presenta come guida nel mondo del così, solo un paio di anni fa, la nuova “scuola” del vino. vino, ma cos’è e come funziona nello specifico? Un servizio promosso da un gruppo di romani con l’oEdo è un sistema di apprendibiettivo di sviluppare la conomento basato su diversi livelli. scenza del mondo enologico in Winedo è per tutti coloro L’utente si registra gratuitaItalia, un paese così affermato che vogliano capire ciò che bevono. mente su Winedo.it e inizia come produttore di vino quanto dal livello 1. La piattaforma povero di veri “conoscitori” del Quante volte vi sarà capitato web, in automatico, individua prodotto. A spiegarci più nel di non saper rispondere alla domanda: quali bottiglie acquistare per dettaglio cosa sia e come funzio“che vino beviamo stasera a cena?”, ” passare dal livello 1 al livello ni Winedo le parole del fondaLorenzo Contini – Founder & CEO di Winedo.it 2. Una volta effettuato il primo tore e CEO di questa startup, ordine, il Cliente riceve un’inLorenzo Contini. fografica didattica, di facile comprensione. Più si sale di livello, maggiore sarà la complessità e la conoscenza Come e da cosa nasce Winedo? acquisita, più particolari saranno le bottiglie da acquistaWinedo nasce nel 2016 da un’idea mia e di Fabio Pisi Vire in piattaforma. tagliano, entrambi MBA graduate all’IE Business School Alcuni esempi: come primo livello si richiede l’acquisto di Madrid. Approfondendo e studiando i positivi trend di una bottiglia di qualsiasi tipologia: bollicina, bianco, di crescita del vino online, ci siamo resi conto di quanto fosse ancora poco sviluppata la conoscenza del mondo

Lorenzo Contini – Founder & CEO di Winedo.it

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rosé o rosso, è indifferente. Al livello 6, invece, si richiede l’acquisto di un metodo classico e di un metodo charmat per progredire di livello. L’infografica del livello 6 spiegherà le differenze tra i due metodi di spumantizzazione. Il cliente, quando riceverà a casa le bottiglie, saprà già cosa aspettarsi nel bicchiere.

ARCHI’S COMUNICAZIONE

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Una cosa importante e non scontata: tutti i nostri vini vengono stoccati in un magazzino a temperatura controllata che ne garantisce una perfetta conservazione. Organizzate anche dei corsi di degustazione? Si, coerentemente con la nostra vision di “diffondere la cultura del vino nella vita quotidiana”, abbiamo creato la Winedo Academy. Svolgiamo corsi e seminari per principianti e non, presso una prestigiosa galleria d’arte contemporanea al centro di Roma: Musia Living (&) Arts, in via dei Chiavari, 9.

Winedo è per tutti o serve un minimo di cultura enologica di base? Winedo è per tutti coloro che vogliano capire ciò che bevono. Quante volte vi sarà capitato di rispondere a questa domanda: “Ti piace il vino? Che ne pensi?” oppure “che vino beviamo stasera a cena?”, normalmente si risponde un po’ alla buona. Oppure si va in enoteca e si comprano sempre le stesse etichette, le più diffuse e famose, per non sbagliare. Grazie a Winedo si acquisiscono degli strumenti di base, fondamentali per rispondere alle domande di cui sopra, e non solo. Si bevono cose interessanti, che aiutano a mettere in pratica cosa si è imparato.

Come giudicate la cultura enologica in Italia? Siamo i primi produttori di vino a livello mondiale, davanti ai cugini francesi. Abbiamo dei grandissimi enologi e sommelier, ma a livello di conoscenza del consumatore, c’è ancora da fare. Il vino ha un approccio esperienziale, ma senza idonei strumenti non si impara ad apprezzarlo fino in fondo. C

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Lorenzo Contini in compagnia del Team Winedo

Per concludere, 3 vini meno conosciuti al grande pubblico che volete consigliare ai nostri lettori assieme a qualche abbinamento? Consigliarne solo tre non è cosa semplice. Poniamo la massima attenzione nella scelta dei vini da proporre ai nostri clienti. Queste sono le bottiglie che bevo più spesso: “Redor” 2009 – Cantina Rotaliana, solo 5.000 bottiglie prodotte per una magnifica bollicina Trento Doc, perfetta con un salume trentino. “Donna Orgilla” 2017 – Azienda Agricola Fiorano, un grande pecorino di Offida (Marche), ottimo con una “cacio e pepe”. Infine un rosso: “Puit” 2015 – Kobler – un cabernet franc, Alto Adige, solo 1.200 bottiglie prodotte, eccellente in abbinamento a un abbacchio alla scottadito, per rimanere nell’ambito della cucina romana. Alessandro Creta

Come selezionate i vini che andate a proporre? Le nostre selezioni sono per lo più di vini italiani prodotti in piccole quantità. Il nostro processo di selezione è piuttosto rigido, abbiamo ideato due certificazioni denominate “3Q” e “Grandi Bollicine”, basate su tre criteri qualitativi principali: le metodologie di produzione e raccolta delle uve, l’etica aziendale e il costo finale del vino. Insieme a degli esperti, come Luca Boccoli, giriamo l’Italia alla ricerca del buon vino che rispecchi le nostre certificazioni. Assaggiamo tutto ciò che selezioniamo, se il vino non rispecchia il nostro protocollo o non soddisfa i nostri standard di analisi organolettica, non viene proposto in piattaforma. Solo circa il 15% dei vini da noi degustati viene poi messo in vendita. | 38 |


ARCHI’S COMUNICAZIONE

SI INAUGURA LA PARTNERSHIP TRA FIERA ROMA E IL CONSERVATORIO DI SANTA CECILIA. UN SODALIZIO NEL NOME DEL BELLO, DELL’ARTE, DELLA MUSICA E DELLA CULTURA.

INSIEME PER ROMA.


| CULTURA & COMUNICAZIONE |

A CAMOGLI SI RIFLETTE SUL MONDO E LE SUE “VISIONI” Dal 6 al 9 settembre, il Festival della Comunicazione tornerà ad animare il borgo ligure con numerosi appuntamenti e ospiti di rilievo. Ad aprire l’iniziativa l’intervento di Renzo Piano, mentre quest’anno sarà Alessandro Barbero a ricevere il Premio Comunicazione

60 gli incontri, con 3 sessioni speciali: le Colazioni con Sarà “Visioni” il tema al centro della V edizione l’autore, la Rassegna stampa in diretta dal festival e del Festival della Comunicazione, l’evento dedil’aperitivo con musica sulle playlist di 139 “eccellenti” cato a comunicazione, futuro e innovazione che si italiani. svolge ogni anno nella cittadina ligure di CamoAncora una volta, l’evento raccoglie la feconda gli. eredità del suo padrino, cui sarà dedicato nella serata In programma da giovedì 6 a domenica 9 settembre, d’apertura l’evento “Musica e parole. Un ricordo di la kermesse - ideata con Umberto Eco e diretta da Umberto Eco”. A raccontarci uno degli aspetti più cuRosangela Bonsignorio e Danco Singer - prevede riosi e forse meno conosciuti di Eco saranno due oltre 100 ospiti e un palinsesto variegato amici di infanzia e di gioventù e di tutta la e vivace, aperto dalla lectio magistralis vita, Gianni Coscia e Furio dall’archietto Renzo Piano. Colombo. I suoi allievi e poi Come per gli scorsi anni, sono colleghi, Valentina Pisanty attesi contenuti di altissima “Il Festival della Comunicazione è diventato e Riccardo Fedriga, ricorqualità affrontati dai principali una community di altissimo valore, deranno qualcuna delle sue protagonisti del mondo dell’eformata dai maggiori attori infinite battute di spirito. conomia, della cultura, dell’indell’informazione, della cultura Paolo Fabbri, Maurizio Fernovazione, dello spettacolo, raris e Marco Santambrogio, delle imprese e del giornalismo, e del mondo economico e imprenditoriale, ” vecchi amici e colleghi, deche esploreranno il tema “ViDanco Singer - Esperto di editoria multimediale scriveranno i momenti più sioni” in tutta la sua pluralità impensati in cui lo hanno di sensi e con una contaminavisto ridere e giocare con le parole. zione di linguaggi e forme espressive unica. Saranno All’evento che, nelle precedenti edizioni, ha riscosso 30 gli appuntamenti nei laboratori per tutte le fasce un enorme successo di pubblico, saranno presenti d’età, 11 gli spettacoli, 2 le mostre, 6 le escursioni sul molti altri protagonisti che animeranno, con la loro Monte di Portofino e nell’Area Marina Protetta e oltre | 40 |


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esperienza e professionalità, gli interessanti incontri in programma: Piero Angela, Giovanni Allevi, Luca De Biase, Salvatore Aranzulla, Carlo Freccero, Ivan Cotroneo, Alessia Gazzola, David Parenzo, Brunello Cucinelli, Cinzia Leone, Guglielmo Scilla (alias Willwoosh), Sofia Viscardi, Gad Lerner, Oscar Farinetti, Davide Oldani, Oliviero Toscani, Aldo Grasso e tanti altri ancora. Il Premio Comunicazione quest’anno verrà invece assegnato allo storico Alessandro Barbero, che, con la sua travolgente dialettica e la sua coinvolgente presenza scenica, è solito guidarci alla riconquista della nostra memoria storica, offrendoci sempre una chiave di interpretazione originale, inconsueta e mai scontata nell’esplorazione di quel che è accaduto e nell’interpretazio-

ne del nostro presente. Alla consegna del premio, Barbero parlerà non solo della visione del passato ma anche della capacità di previsione del futuro, di immaginare un oltre possibile a partire dall’interpretazione di ciò che è stato.

L’evento raccoglie la feconda eredità del suo padrino, cui sarà dedicato nella serata d’apertura l’evento “Musica e parole. Un ricordo di Umberto Eco”. «Il Festival della Comunicazione - spiega Danco Singer - non solo è ormai riconosciuto come un ambito spazio di discussione e aggiornamento, ma è diventato una community di altissimo valore, formata dai

In questa pagina, in senso orario: Piero Angela, divulgatore scientifico, giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano; Salvatore Aranzulla è un divulgatore informatico e fondatore del sito Aranzulla.it; Guglielmo Scilla, youtuber, attore e conduttore radiofonico italiano.

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| CULTURA & COMUNICAZIONE |

In questa pagina: Oscar Farinetti, imprenditore e dirigente d’azienda italiano fondatore della catena Eataly; il giornalista Gad Lerner e la scrittrice di gialli Alessia Gazzola

maggiori attori dell’informazione, della cultura e del mondo economico e imprenditoriale, che trovano nel festival occasione di incontro, confronto, incremento del proprio capitale relazionale». E Rosangela Bonsignorio aggiunge: «La capacità del festival di coniugare, secondo lo stile di Umberto Eco, alto e basso, colto e pop, fa sì che i suoi contenuti arrivino a tutti, sensibilizza sui problemi della contemporaneità, incoraggia la cultura, la lettura e lo spirito critico». Come negli anni precedenti, la splendida cittadina di Camogli sarà più che un mero sfondo dell’iniziativa: tra le passeggiate in programma, le colazioni vista mare e gli scorci che offrirà a tutti i partecipanti, questo pittoresco borgo ligure sarà al centro della scena quasi come un altro protagonista dell’evento. Un appuntamento dunque, questo del Festival della Comunicazione, che si conferma come imperdibile per godere di panorami unici mentre ci si lascia rapire da temi e argomenti mai scontati: che siano relativi alla vita quotidiana o a occasioni particolari, l’obiettivo sarà comunque quello di illustrarli con un linguaggio chiaro e semplice, affinché l’evento continui a essere davvero il Festival di tutti e per tutti. Lucia Mancini | 43 |


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VENEZIA, LA MUSA SENZA TEMPO La Biennale di Venezia è una vera istituzione e come ogni anno riesce a far parlare di sé tra accuse, polemiche e provocazioni. In questa edizione però ad avere la parola saranno solo l’Arte e la bellezza immortale della Serenissima, che tra monumenti e prelibatezze sa sempre come ammaliare i suoi ospiti.

il Presidente della Biennale, Paolo Baratta, ad affidarGià da alcuni mesi si sta svolgendo la Mostra gli la guida della XVI edizione della mostra. Le due Internazionale di Architettura, la cui curatela è donne fungono da trait-d’union con la precedente stata affidata a due donne: Yvonne Farrell e Shelrassegna diretta dal cileno Alejandro Aravena, ma si ley McNamara. concentrano soprattutto sullo spazio, pubblico e priIl loro studio dublinese, Grafton Architects, nel corso vato, e sulla sua qualità. Il del tempo, ha ricevuto svatitolo è infatti “Freespace” riati premi e riconoscimenYvonne Farrell e Shelley McNamara, e il punto di partenza è ti. Come il World Building il manifesto omonimo of The Year nel 2008, per il alla guida della XVI edizione della mostra, diffuso nel 2017. Quest’ulprogetto del nuovo Campus fungono da trait-d’union con la precedente timo, come riconoscono le dell’Università Bocconi di rassegna diretta dal cileno Alejandro curatrici, ha rappresentato Milano, e il Jane Drew Prize Aravena, ma si concentrano soprattutto un valido punto di riferinel 2015. Questo award, sullo spazio pubblico e privato mento nell’organizzazione nello specifico, gli fu condi una mostra di così vaste ferito con la motivazione dimensioni. L’esposizione di non aver avuto paura è articolata tra l’Arsenale, il Padiglione Centrale ai di parlare in un linguaggio femminile, realizzando al Giardini e il centro storico cittadino, anche grazie ad contempo edifici robusti e pieni di convinzione. È asuna serie di eventi collaterali. Per di più saranno presegnato annualmente dall’Architects’ Journal a coloro senti, per la prima volta nella storia della Biennale, 6 che, per l’appunto, si sono contraddistinti nel campo paesi: Libano, Guatemala, Antigua & Barbuda, Arabia dell’architettura, dimostrando spirito innovativo e d’inclusione, e tutto ciò deve aver di certo incentivato Saudita, Pakistan e la Santa Sede. | 45 |


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È proprio nei Giardini Napoleonici, altresì chiamati “giardini della Biennale”, che vengono allestiti i padiglioni espositivi delle diverse nazioni partecipanti alla rassegna. Sono il polmone verde della città con le loro palme e platani, e costituiscono un valido riparo in cui rifugiarsi fuori dal centro, assediato dai turisti, e riprendere fiato nella corsa tra un padiglione e l’altro. L’esposizione del Vaticano è stata collocata sull’isola di San Giorgio Maggiore. Non lontano dai giardini si trova l’isola di Sant’Elena, intitolata alla madre dell’imperatore Costantino, alla quale fu attribuita la scoperta della croce di Cristo. L’isola, sulla quale sorge l’ombroso Parco delle Rimembranze, è una piccola oasi urbana, raggiungibile ovviamente tramite vaporetto. In ogni caso, il termine ultimo per visitare la mostra è il 25 novembre. Dal 28 settembre al 7 ottobre si terrà invece il 62esimo

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Festival Internazionale di Musica Contemporanea, intitolato “Crossing the Atlantic” che, come lascia chiaramente intendere, sarà imperniato sulle mescolanze musicali tra le Americhe e l’Europa. Nel programma trova spazio il tango di Astor Piazzolla, il pianismo d’avanguardia di Margaret Leng Tan, apripista nell’arte del pianoforte giocattolo, le performance di Victor Wooten e di Keith Jarrett, il quale sarà insignito del Leone d’Oro alla carriera. La Biennale di Musica è stata la prima manifestazione ad essere aggiunta all’Esposizione Internazionale d’Arte fondata nel 1895, che da allora non ha mai smesso di arricchirsi. Infatti, hanno fatto seguito: il cinema, il teatro, l’architettura e la danza. Il fine comunque è rimasto invariato: promuovere a livello planetario le nuove tendenze artistiche, dando spazio alle sperimentazioni

Il concerto di Margaret Leng Tan, in programma alla Biennale presenta tre pionieri (John Cage, Henry Cowell e George Crumb) che hanno gettato le basi di ogni estensione linguistica del pianoforte, avviando una ricerca strumentale che è centrale ancora oggi.

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e alle nuove avanguardie. Conclude invece la sua avventura l’8 settembre la 75esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica, diretta da Alberto Barbera. La rassegna veneziana è una delle vetrine più ambite del panorama europeo, accanto ai Festival di Cannes e Berlino, e si articola in varie sezioni: Venezia 75, Fuori Concorso, Orizzonti, Venezia Classici, Sconfini (non competitiva) e Venice Virtual Reality. In contemporanea si svolge l’esposizione allestita con materiali dell’archivio storico della Biennale, sulla storia della Mostra del Cinema presso l’Hotel Des Bains al Lido. Un modo per riportare alla luce le tappe significative del più antico festival del cinema al mondo, attraverso documenti, filmati, foto e materiali inediti. L’hotel è un edificio storico del Lido di Venezia, inaugurato nel 1900, e già allora poteva essere annoverato tra i più lussuosi della laguna, vantando

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telefoni, ascensori, frigoriferi, illuminazione elettrica, acqua potabile e toilette private: tutte cose eccezionali per l’epoca. Nel corso della sua esistenza ha attraversato momenti felici e momenti tutt’altro che facili (ad esempio durante la seconda guerra mondiale), restando sempre un simbolo della città. Anche se oggi è in fase di ristrutturazione, il cospicuo investimento di una società britannica fa sperare nella sua riapertura stimata per il 2022. Tornando alla gara, tra i capolavori restaurati nella categoria Venezia Classici saranno presentati “Il posto” di Ermanno Olmi, recentemente scomparso, “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder e tanti altri ancora. La giuria, composta da 26 studenti delle scuole di cinema e capitanata dal regista Salvatore Mereu, assegnerà ad uno tra questi il premio per il Miglior Film Restaurato e il Premio per il Miglior documentario sul cinema. Presiede invece la giuria

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Sarà attribuito a Kenneth Frampton (a destra), architetto inglese, storico, critico ed educatore, il Leone d’Oro alla carriera della Sedicesima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

per l’assegnazione del Leone d’oro per il miglior film Guillermo del Toro. Spetta all’attore Michele Riondino, volto del “Giovane Montalbano” in tv e dell’altro romanzo di Andrea Camilleri “La mossa del cavallo”, condurre le serate di apertura e chiusura del Festival, quando nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, si assegneranno gli ambiti Leoni e i restanti premi ufficiali della Mostra. Possiamo già dire che è David Cronenberg ad essersi aggiudicato il Leone d’oro alla carriera di questa edizione, per tutti gli altri sono aperte le scommesse. Se l’arte, che sia la musica, il cinema o l’architettura, appaga la fame dello spirito, non si può dire altrettanto dello stomaco. Per questo, una volta arrivati a Venezia, è bene dedicare del tempo anche a un tour della città che comprenda qualche piccolo peccato di gola. Essendo una città lagunare, il pesce non può mancare sulla tavola dei veneziani. La frittura mista alla veneziana è un must, così come le sarde in saor, le moleche e le masanete, perfette per un aperitivo croccante. E se parliamo di aperitivo, parliamo di bollicine. Non tutti sanno che la Regina dell’Adriatico è la patria di uno dei cocktail più amati di tutti i tempi: lo spritz. Il nome deriva dal tedesco «Spritzen», ovvero spruzzare, e infatti il drink fu importato nella Serenissima dai soldati austriaci di istanza nella città durante il periodo dell’occupazione. Dopo qualche aggiustamento, ecco qua l’unico e inimitabile spritz veneziano. Per concludere in dolcezza, dopo ore di file estenuanti tra stand e padiglioni, incontri e proiezioni di film, le “fritole” sono tutto ciò che ci vuole per riprendersi dallo stress della Biennale. Sono molto più che un dolce, sono una colonna portante della cucina veneziana, al punto tale che coloro che le preparavano avevano anche un nome specifico, i “fritoleri”. Perché i veneziani lo sanno, la cucina è una cosa seria. Pur essendo delle frittelle tipicamente di Carnevale, non è difficile trovarle in pasticceria tutto l’anno. Insomma, a Venezia l’arte viene onorata a 360°, dal red carpet alla cucina, dai celebri monumenti storici agli angoli di natura. Perché mai come durante il periodo della Biennale va rispettata la massima di Giovenale: «mens sana in corpore sano», più o meno. Beatrice Vecchiarelli | 48 |


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GOSLING E CHAZELLE ALLA CONQUISTA DELLA LAGUNA Si intitola “First Man”, e “il primo uomo” è da poco sbarcato a Venezia. Damien Chazelle nel suo nuovo film racconta la storia di chi, per la prima volta nel 1969, ha messo piede sulla Luna. Neil Armstrong (1930-2012) è impersonato da Ryan Gosling, attore che già nel 2017 lavorò con Chazelle in “La La Land”. Stavolta niente canzoni o passi di danza, si viaggia nello spazio: direzione Luna. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale a Venezia: l’edizione numero 75 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dunque è partita forte e, possiamo dirlo, punta decisa alle stelle. La proiezione è andata in scena lo scorso 29 agosto, quando nella sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia i fortunati presenti hanno assistito alla prima di “First Man”. Il film uscirà negli Stati Uniti il 12 ottobre.

www.labiennale.org

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IL MONDO SI DÀ APPUNTAMENTO AL ROMAEUROPA FESTIVAL “Between worlds” è il tema al centro della 33esima edizione della manifestazione che porta nella capitale i grandi nomi internazionali della scena contemporanea di danza, teatro, cinema e musica. L’incontro di culture diverse si fa arte che affascina e coinvolge il pubblico di ogni età

zioni e con le grandi contraddizioni dei nostri tempi. 27 luoghi coinvolti, 68 progetti, 168 repliche oltre «Romaeuropa è la porta d’accesso per chiunque voglia a mostre, installazioni, convegni e percorsi di conoscere, scoprire, approfondire idee, esperienze di formazione; circa 55.000 posti in vendita, 38 pridonne e uomini di paesi lontani – ha commentato Luca me nazionali, 29 programmi internazionali e 10 Bergamo, Vicesindaco di Roma Capitale con delega alla coproduzioni: sono questi alcuni dei numeri riguarCrescita culturale – Il festival ogni anno raccoglie per danti la 33esima edizione del Romaeuropa Festival. Il chi vive e visita la Capitale un programma che permette festival della creatività internazionale, in programma di aiutare a decodificare la comdal 19 settembre al 25 novembre plessità della nostra realtà soa Roma, quest’anno condivide Arte, performance art, danza ciale. È un viaggio che da Roma narrazioni e scenari da quatcontemporanea, teatro contemporaneo, ci porta lontano, per riportarci a tro continenti per un’edizione musica contemporanea e cinema, casa con un’esperienza cultuche supera i confini europei rale importante e, sicuramente, aprendosi sempre più al mondo per un totale di 311 artisti coinvolti cresciuti». intero e ai nuovi sguardi capaci con i loro suoni, con le loro visioni di mondi «Promuovere l’apertura alla di raccontarlo e interpretarlo. utopici e immaginari o con le loro storie conoscenza è un modo per Arte, performance art, danza poter negare i falsi preconcetti contemporanea, teatro contemriguardo i rischi che la nostra società corre incontrando poraneo, musica contemporanea e cinema, per un toaltre civiltà – ha aggiunto Monique Veaute, Presidente tale di 311 artisti coinvolti con i loro suoni, con le loro Fondazione Romaeuropa – È una sfida che il Romaeuvisioni di mondi utopici e immaginari o con le loro ropa Festival 2018 intende accogliere invitando artisti storie reali che fanno i conti con le grandi trasforma| 53 |


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dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente, dal Nord e Sud America». Una programmazione transgenerazionale dà vita, come spiega Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico Fondazione Romaeuropa, a un «Festival Mondo che fisicamente intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica, sovrapponendo le generazioni e permettendosi incursioni in territori molto distanti, eleggendo le contraddizioni e le diversità al cuore del proprio operare come pratica di racconto del presente attraverso le opere degli artisti che crediamo significativi. L’essenza stessa della nostra missione si colloca in questo spazio “in between”, luogo di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, ambito di riflessione e accoglienza».

27 luoghi coinvolti, 68 progetti, 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione; circa 55.000 posti in vendita, 38 prime nazionali, 29 programmi internazionali e 10 coproduzioni Ed è proprio “Between Worlds” il tema al centro di questa edizione del festival, che quest’anno si articola nei percorsi STORIE, VISIONI e SUONI, e in cinque distinte sezioni: DIGITALIVE, a cura di Federica Patti, ANNI LUCE, a cura di Maura Teofili, DANCING DAYS, a cura di Francesca Manica, REf KIDS, a cura di Stefania Lo Giudice, e le attività di incontri e workshop di COMMUNITY a cura di Lara Mastrantonio, Massimo Pasquini e Matteo Antonaci. Ad aprire la 33esima edizione della manifestazione, il 19 Settembre, è “Kirina”, un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e della commistione d’immaginari firmato dal coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly e dalla sua Faso Dance Théatre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, | 54 |


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le musiche della cantante icona della world music Rokia Traorè e la presenza live della sua band. D’altro canto la musica attraversa come un filo rosso l’intera programmazione come trait d’union tra continenti, immaginari e generazioni, definendo con la sua forza quella capacità di mediare e riconciliare mondi, culture, estetiche e pensieri apparentemente contrapposti che caratterizza il Romaeuropa. E la chiusura del festival non poteva che essere un grande evento musicale: il 25 novembre l’appuntamento è all’Auditorium Parco della Musica per una “gran finale”, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, che coinvolgerà tutte le sue sale.

In un momento storico che ci vede sempre più impegnati nel tracciare una linea netta tra noi e l’altro, eventi come il Romaeuropa Festival sono fondamentali perché ci ricordano che aprirsi all’altro non significa rinnegare sé stessi ma arricchirsi, ogni giorno di più. Ma gli artisti da seguire durante tutta la manifestazione sono davvero tanti. Per la prima volta al festival, ad esempio, arrivano con le loro storie dal mondo il libanese Omar Rajeh con la sua compagnia Maqamat e il compositore e artista visivo Zad Moultaka, la francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, la cinese Wen Hui, lo svizzero Milo Rau, le argentine Lola Arias e Cecilia Bengolea (quest’ultima in coppia con il francese François Chaignaud), le cantanti e musiciste Rokia Traorè, Oumou Sangarè (entrambe dal Mali) e Angelique Kidjo (Benin), la Great Jones Repertory Company de La Mama di New York con la compagnia Motus, Mario Martone, Office for a Human Theater con Filippo Andreatta, Mimmo Cuticchio con Virgilio Sieni, il duo francese Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons e l’artista visivo e compositore giapponese Rioji Ikeda. Al loro fianco, oltre ai già annunciati Peter Brook, Hofesh Shechter e Ivo Van Hove, i protagonisti della creazione contemporanea italiana e internazionale ospitati nelle scorse edizioni del festival, | 56 |

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come Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Luigi de Angelis e Fanny & Alexander, Tim Etchells con Ant Hampton (per una collaborazione con Short Theatre) e i “coup de coer” più recenti del festival come gli israeliani Sharon Eyal, Gai Behar e la loro L-E-V o i catalani Agrupación Señor Serrano. Anche la musica del nostro tempo sarà protagonista con gli artisti della scena internazionale come John Adams, Cristina Zavalloni (che interpreterà 10 canzoni che sconvolsero il mondo), Fabrizio Ottaviucci, Franco D’Andrea, Edison Studio, Fay Victor con Daniele Del Monaco e Marc Ribot, e tutti gli ensemble e le orchestre: Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala (per un esclusivo omaggio a Frank Zappa diretto da Peter Rundall), i Solisti dell’Ensemble InterContemporain, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Solistenensemble Kaleidoskop, Edison Studio, Tempo Reale, Eklekto Ensemble. Lo splendido salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sarà aperto per la performance della compagnia italiana Anagoor che (oltre al suo ultimo spettacolo) presenterà una performance musicale nata in collaborazione con Accademia D’Arcadia e in corealizzazione con Barberini Corsini Gallerie Nazionali. Negli spazi storici della capitale anche la compositrice Lucia Ronchetti, per una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, in scena nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (ex Planetario). Il Palazzo Falconieri dell’Accademia d’Ungheria in Roma ospiterà il compositore Dániel Dobri mentre l’Accademia di Francia – Villa Medici sarà cornice di una performance dell’iraniano Ali Moini. Spazio alla multimedialità anche nella Sala Santa Rita con le installazioni site-specific di NONE Collective e Robert Henke. Il Mattatoio nell’edizione del festival di quest’anno sarà “hub” | 57 |


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Unterwasser, Jacques Tellitocci, Oorkan, Theatre des Tarabates, Letizia Renzini), momenti ludici (come quelli creati dalle istallazioni o dalle performance di Guixot de 8, Officine K e Dynams) e numerosi talk e laboratori. Per i momenti d’incontro del festival, COMMUNITY costruisce un’importante rete di partner di cui fanno parte, tra gli altri, Robinson – La Repubblica, MACRO Asilo, il Mulino, Danzaeffebi, Dominio Pubblico, Casa dello Spettatore e le Università degli studi di Roma La Sapienza, Tor Vergata e Uniroma3. In un momento storico che ci vede sempre più impegnati nel tracciare una linea netta tra noi e l’altro utilizzando l’inchiostro della paura, della chiusura e della diffidenza, eventi come il Romaeuropa Festival – quest’anno improntato come non mai alla commistione di mondi diversi – sono fondamentali perché continuano a ricordarci che la cultura non è una ma molteplice, e che aprirsi all’altro non significa rinnegare sé stessi ma arricchirsi, ogni giorno di più. romaeuropa.net Lucia Mancini

della giovane creazione contemporanea. Qui si esibiscono, per DANCING DAYS e il network Aerowaves, la coreografa olandese Karen Levi, il greco Christos Papadopoulos, la norvegese Ingrid Berger Myhre, i viennesi Dominik Grünbühel e Luke Baio oltre agli italiani Salvo Lombardo e la sua compagnia Chiasma, Sara Sguotti e Luna Cenere, tutti rappresentanti delle più recenti espressioni della danza europea. A testimoniare l’odierno fermento della scena italiana, per Anni Luce, sono, invece, Liv Ferracchiati con The Baby Walk, Chiara Bersani, VicoQuartoMazzini e Fabiana Iaccozzili. Per DIGITALIVE, illustrano le possibilità creative delle tecnologie Marco Donnarumma, Quiet Ensemble, Kamilia Kard, fuse* oltre a dj e compositori emergenti come Caterina Barbieri, Andrea Familiari con Demetrio Castellucci, Polisonum e altri artisti. Sempre il Mattatoio si fa spazio dedicato ai bambini e alle famiglie con la programmazione di REf KIDS, vero e proprio festival nel festival con la sua intensa programmazione di spettacoli (tra gli artisti presenti: Clédat & Petitpierre, Ondadurto teatro, Teatro delle Briciole,

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FOLLOW ERF FOLLOW THE MUSIC 2018 8 luglio 8 settembre Chinese Dance Theatre Lanzhou Elio &I Fiati associati Egberto Gismonti Richard Galliano Miguel Proença I Virtuosi Italiani Estonian Sinfonietta Martux_m Stefan Milenkovich South Czech Philharmonic & Daniela Pini Filarmonica Arturo Toscanini & Alpesh Chauhan

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Cesenatico

Teatro all’Aperto di Largo Cappuccini 1

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Emilia Romagna Festival Via Cavour 48, Imola Tel. 0542 25747 info@erfestival.org Direttore Artistico Massimo Mercelli

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1962-2012

MUSEO PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA


| NOTE IN CITTÀ

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MITO, LA MUSICA CHE UNISCE L’unione fa la forza, è proprio il caso di dirlo. Due città, Milano e Torino, due programmi speculari, ma un unico festival: torna MiTo SettembreMusica.

Nato nel 1978 nella città dei gianduiotti, nel 2007, dopo Due date sono interamente riservate al canto: l’8 e il 9 settembre infatti sono i giorni dei cori, quindici in tutto, per un trent’anni di attività, ha contratto un fruttuoso matrimonio culturale con Milano. L’idea alla base di Mito Settembretotale di dieci esibizioni tra i due capoluoghi. E non finisce qui, perché al termine delle due giornate gli ensemble corali Musica ambiziosa era chiara però fin dagli esordi: portare la musica colta fuori dai teatri e rivolgersi, una volta per tutte, si riuniranno per il MITO OPEN SINGING, nel quale è al grande pubblico e non solo agli addetti ai lavori. invitato a partecipare, cantando, anche il pubblico. In origine l’offerta era quindi orientata soprattutto verso la Un programma tanto ricco non poteva far difetto di musica classica e antica, ma si è andata espandendo verso concerti gratuiti, come quello dell’orchestra degli studenti una sempre più ampia varietà di generi, comprendendo dei Conservatori di Milano e Torino e tanti altri in varie location. Men che meno poteva essere ignorato il pubbliconcerti jazz, rock, di musica etnica e pop. Ha sviluppato co dei più piccoli con “I love you Tosca”, una rilettura del inoltre uno spirito interdisciplinare e una capacità di rinnomelodramma pucciniano per bambini, e il “Viaggio a piedi varsi che sono diventati negli anni i suoi punti di forza. Dal nudi” su musiche di Bach per i più piccini. Da segnalare 1982 ha dato vita a una serie di programmi monografici sui il “Concerto per casa Oz”, la principali compositori contempoperformance del pianista del ranei e dagli anni ’90, invece, a dei campo profughi di Yarmuk, alle percorsi tematici incentrati sulla Il fil rouge di questa edizione è la danza, musica di un particolare paese: declinata in tutte le sue forme e relazioni porte di Damasco, Ahem Ahmad, il quale, dopo aver condiviso la dal Giappone alla Turchia, dall’Icon la musica. Due mondi visceralmente sua esperienza di musicista-attiran ad Haiti. Il fil rouge di questa uniti dalla notte dei tempi e sulla base vista, si esibirà al Conservatorio edizione è la danza, declinata in dei quali è stato costruito il cartellone Giuseppe Verdi. Pertanto questa tutte le sue forme e relazioni con la rassegna si potrebbe definire musica. Due mondi visceralmente uniti dalla notte dei tempi e sulla come una manifestazione che base dei quali è stato costruito il cartellone. Fa da apripista abbatte le barriere e costruisce ponti tra luoghi, generi e il balletto russo al Teatro Regio di Torino e poi al Teatro alla generazioni. E un festival che supera lo spazio e il tempo Scala di Milano, rispettivamente il 3 e 4 settembre. Seguono non può che collocarsi nella dimensione del MiTo. una serie di eventi, con una media di tre appuntamenti al www.mitosettembremusica.it giorno, fino al 19 settembre. Svariati concerti sono dedicati 3-19 settembre a danze specifiche, quali il valzer, le ballate trecentesche, il Beatrice Vecchiarelli tango, le danze ungheresi e quelle spagnole. | 60 |


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La violinista Julia Fischer, protagonista di una delle serate, suona un Guadagnini del 1742

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LE SEDI IMPERDIBILI Milano Teatro degli Arcimboldi Viale dell’Innovazione, 20

Torino Alfateatro Via Casalborgone 16/i

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo Largo Gustav Mahler - ang. Corso San Gottardo 39

Museo Nazionale dell’Automobile Corso Unità d’Italia 40

Conservatorio “G. Verdi” di Milano Via Conservatorio, 12

Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo Corso Inghilterra 3

Chiesa di San Giovanni Battista alla Creta Piazza S. Giovanni Battista alla Creta 11

Chiesa di San Giovanni Maria Vianney corso Benedetto Croce 20

Chiesa di San Giovanni in Laterano Via Pinturicchio, 35 Teatro Fontana via Gian Antonio Boltraffio, 21

Auditorium Rai Arturo Toscanini Piazza Rossaro OGR Officine Grandi Riparazioni Corso Castelfidardo 22

Spazio Teatro 89 Via Fratelli Zoia 89

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Via Saluzzo 25 bis

Chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia Piazza Giuseppe Missori 4 / Piazza Sant’Alessandro

Teatro Carignano Piazza Carignano, 6

Teatro alla Scala Via Filodrammatici, 2

Teatro Monterosa Via Brandizzo 65

Teatro Leonardo Via Andrea Maria Ampère 1

Teatro Regio Piazza Castello, 215

Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro, 2

Conservatorio Giuseppe Verdi Piazza Bodoni

Università degli Studi di Milano, Aula Magna Via Festa del Perdono 7

Tempio Valdese Corso Vittorio Emanuele II, 23

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| SULLO SCAFFALE

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ESTATE: ULTIMO CAPITOLO Settembre, il mese nostalgico per eccellenza: l’estate che scivola alle spalle, le temperature che iniziano ad abbassarsi, il ritorno al lavoro e alla quotidianità…

al piede. Un’infanzia normale nell’Italia degli anni ‘60. Per combattere questo progressivo distacco dalla Beppe è quello che definiremmo un bravo ragazzo, ha bella stagione non possiamo che consigliarvi un incredibile talento naturale eppure la sua famiglia qualche buona lettura. Un metodo per distrarsi e per sembra non accorgersene: neppure quando, nel 1977 abbracciare nel modo più “soft” possibile un autunno – appena quattordicenne – esordisce nel campionato che bussa alla porta ma che vorremmo non entrasse giovanissimi e per la prima volta firma un contratto da mai. Prima di salutare definitivamente l’estate, però, giocatore professionista. Il seguito è una storia nota: concediamoci qualche ultima lettura sotto il sole, per Beppe salirà sul podio ravvivare l’abbronzatura e, più alto da campione del al contempo, distrarci dal Nelle parole di Andrea Vitali, cui Bergomi mondo a soli 18 anni, con tempo che scorre e ci conha affidato il compito di raccontare la maglia della nazionale. duce verso giornate via via la sua storia, una vita mitica si trasforma Una carriera folgorante più corte. Perché, in fondo, e un alquanto inusuale con un bel libro tra le mani è in un romanzo della commedia umana attaccamento alla maglia impossibile essere tristi. di cui egli è il maestro insuperato nerazzurra lo hanno fatto nella narrativa italiana entrare nella mitologia del Bella Zio calcio italiano.” Nelle paroAndrea Vitali. Editore: le di Andrea Vitali, cui Bergomi ha affidato il compito Mondadori, 236 pagine di raccontare la sua storia, una vita mitica si trasforma “A 16 anni Beppe Bergomi, con quei folti baffi, sembrain un romanzo della commedia umana di cui egli è il va già un adulto: lo chiamavano “zio” e tale è rimasto maestro insuperato nella narrativa italiana: tra ironia e nella memoria dei tifosi. La sua parabola agonistica paradosso, aneddoti di costume, successi e dolori, Vitali prende avvio nella tranquilla realtà dell’hinterland ci fa rivivere gli esordi del calciatore, ma anche una milanese, in una famiglia semplice, tra le scuole dalle stagione passata dell’Italia, quasi fossimo lì pure noi. suore e il tempo libero all’oratorio, sempre con la palla | 65 |


| SULLO SCAFFALE

La figlia scomparsa Jenny Quintana. Garzanti Libri. 288 pagine “Sono passati trent’anni. Anna Flores si è costruita una vita lontano da casa. Lontano da quel polveroso paesino della campagna inglese dove ha giurato che non avrebbe mai più messo piede. Ma l’improvvisa morte della madre la costringe a tornare. A rivedere quei luoghi che la riportano al 1982, quando, in una fredda giornata d’autunno, sua sorella Gabriella è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, la polizia ha seguito centinaia di piste senza scoprire la verità. E anche Anna ha cercato ovunque, si è posta innumerevoli domande, ha formulato le ipotesi più disparate. Tutto finito nel nulla. Ma ora Anna ne ha abbastanza. Mentre riordina gli scatoloni della madre, trova un ritratto di Gabriella che sembra essere appartenuto all’allora vicino di casa, un uomo burbero e solitario. È il primo indizio dopo una vita passata a brancolare nel buio. Il primo a convincere Anna che deve riprendere la ricerca, forse cominciando proprio dalla proprietà di quel vicino che ha sempre avuto l’aria di una persona che nasconde qualcosa. Ha bisogno di trovare la risposta alle domande che ha ricacciato in fondo al cuore e che ora stanno riaffiorando a poco a poco. Ha paura, non può negarlo, ma lo deve a se stessa, per poter andare avanti. E soprattutto lo deve a sua madre, che non ha potuto conoscere la verità, e a Gabriella, l’unica persona di cui si sia mai fidata.” Con questo libro Jenny Quintana si è fatta notare dagli editori di tutto il mondo. Un thriller che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine e lo trascina al centro di un mistero pluridecennale dove niente è come sembra. Un esordio sorprendente che mette a nudo le debolezze umane e ci ricorda che non esiste legame più forte di quello tra due sorelle, impossibile da spezzare.

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Le acque del Nord Ian McGuire. Editore Einaudi, 278 pagine “Patrick Sumner è un giovane medico che ha servito nell’esercito inglese durante l’assedio di Delhi. Ma nel suo passato militare c’è un evento oscuro che l’ha costretto alle dimissioni e il cui ricordo lo perseguita. Rimasto senza un soldo e in fuga dai propri fantasmi, decide di imbarcarsi come chirurgo di bordo su una nave baleniera, la Volunteer. Nel nord della baia di Baffin, tra il Canada e la Groenlandia, c’è una polinia (una zona di mare artico dal microclima particolare dove si concentrano le balene) nota come North Water: è qui che è indirizzata la Volunteer, ed è qui che il suo equipaggio scoprirà cos’è l’inferno. Del resto sembra già una nave di dannati: a bordo della baleniera, Sumner si ritrova di fronte un’umanità perduta e violenta. Ma soprattutto si ritrova di fronte un uomo brutale, che sembra essere l’incarnazione stessa del male: Henry Drax, il ramponiere. Quando sulla nave viene ucciso un giovanissimo mozzo, primo di una serie di brutali omicidi, Sumner è costretto a guardare in faccia il suo passato e a sfidare nuovamente l’orrore.” “Ecco uno dei libri più belli dell’anno”, così il “The Indipendent” presenta l’ultima opera di Ian McGuire. Opera che conoscerà anche una versione televisiva, grazie alla BBC che ha finanziato la realizzazione di una serie tv. McGuire ha convinto tutti, pubblico e critica, in queste pagine c’è tutto quello che qualunque lettore vorrebbe trovare: avventura, emozione, suspense. Le acque del Nord è un thriller, un romanzo storico e di viaggio, un grande racconto che tiene incollati fino all’ultima pagina. Margherita Pituano


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REVENGE, LA RAGAZZA COL FUCILE Il film di Coralie Fargeat racconta la condizione femminile con le armi del thriller “estremo”

scendoci e pagandola, come ovvio, molto cara. A volte basta un film, un’opera di genere, probaA occhio è semplicemente un film di azione e violenza bilmente facile alla sottovalutazione, per dire in ben congegnato e realizzato, con un impatto simile meno di due ore quanto e più di mesi di articoli a L’angelo della vendetta di Abel Ferrara, ma decisae saggi, di opinioni mediatiche e riflessioni acmente meno grezzo. Eppure è tutt’altro, perché non si cademiche. L’opera prima di Coralie Fargeat, regista possono non considerare il contesto socio-politico e la francese che da poco ha superato i 40 ed è arrivata al mano che il film lo ha realizzato, ovvero quella di una lungometraggio dopo varie esperienze hollywoodiane donna. e qualche corto, è un concentrato di ciò che è successo A Fargeat infatti il meccanismo vittima-carnefice di nel mondo dello spettacolo dalla denuncia di Harvey cui è impregnata tutta la narrazione mediatica recente Weinstein a oggi, ma non parla di quelle molestie e di non interessa e il realismo, o meglio ancora il natuquei ricatti, sembra una sorta di manifesto del moviralismo, delle immagini e delle definizioni dei ruoli e mento Me Too senza la sua ostentazione politicamente dei personaggi interessa ancora meno; il suo sguardo corretta. Perché Revenge è niente altro che un thriller trasforma gli esseri umani in animali duro, violento, a un passo dall’ee la caccia da hobby diventa tema e stremo. Un’opera molto intelligente forma del film, così Revenge più che a Un rape & revenge, come si e mai intellettualistica, classici come L’ultima casa a sinistra dice in gergo, stupro e vendetta, (a sua volta sorta di remake del già secondo una tradizione che parte un film a tratti travolgente nientemeno che dall’Ingmar e sempre sicuro di ciò che dice e di citato film di Bergman) guarda a La pericolosa partita - classico sadico del Bergman di La fontana della vercome lo dice, consapevole di cosa 1932 di Ernest Schoedsack - filtrandogine (1960). vuole essere e come diventarlo. Fargeat mette in scena il calvario lo con l’universo visivo di Mad Max. Un deserto accesissimo e iperrealista di Jen (una Matilda Lutz esploin cui dare vita a una sessione di caccia alla donna, con siva, tutt’altro che vittima sacrificale), una giovane inevitabile ribaltamento. ragazza amante di un uomo sposato che la porta nella sua casa di vacanza per un weekend di sesso. Ma in quella casa sono stati invitati anche i due compagni di Revenge è l’opera prima della regista e sceneggiatrice francese Coralie Fargeat: un action thriller che non arretra di caccia dell’uomo, che dopo qualche bicchiere di troppo, fronte all’inverosimile, un mix di scene forti, immaginario pulp, violentano la donna e tentano di ucciderla. Non riuviolenza e vendetta.

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La dinamica vittima-carnefice diventa sardonicamente, e per questo in modo ancora più significativo dal punto di vista politico, un gioco tra preda e predatore iscritto nella questione sessuale di questi tempestosi anni ’10: le posizioni di potere sono dati di natura che solo una ribellione può scardinare, una rivolta violenta e, come tutte le rivolte, cieche e comprensibili al tempo stesso. Ma Revenge non cerca l’allegoria, non guarda maliziosamente ai movimenti femministi, non vuole essere rappresentante culturale di qualcosa di già definito, perché alla sua autrice interessa che il singolo elemento filmico sia un detonatore nell’occhio e nella testa dello spettatore. I colori accesi e accecanti, tra pastello e fluorescenza, della fotografia di Robrecht Heyvaert che crea inquadrature pulsanti e movimenti di macchina a perdifiato in cui il meccanismo predatorio diventa un movimento incessante, perpetuo, estenuato fino alla confusione (il finale è già un piccolo cult); il montaggio della regista con Jerome Eltabet e Bruno Safar gioca sui punti di vista - inteso anche come luoghi da cui vedere la preda o dietro cui non farsi vedere dal predatore - seguendo l’alternanza di battito e silenzio, di ansia frenetica e attesa che la musica di Robin Coudert amplifica; e poi il sangue copioso e rosso come il desiderio, i corpi che non si negano mai mettendo da parte la correttezza politica, il sesso spinto che già fa presagire la violenza futura ma anche il limite sottile tra perversione e aberrazione, insomma tutto parla delle radici dell’oggi attraverso un mix tra ancestrale e contemporaneo e lo fa senza voler ammiccare alla cronaca ma con il piglio estetico e narrativo della miglior serie B, quella in cui anche la regista stessa gioca con il cinema come un gatto fa con il topo.

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Revenge è cinema di genere, inteso come film che affonda le sue grinfie nell’alveo del thriller, dei codici, della violenza e della suspense, ma anche di genere sessuale, in cui attraverso il cinema e gli ingranaggi della sua macchina mettere in scena il campo di battaglia - ideologico, ma soprattutto concreto e reale - del rapporto tra i sessi. E lo fa cercandone l’essenza, il nucleo concettuale, il Big Bang: il corpo, la sua estasi, il suo tormento, la sua ricchezza di significati e possibilità. Un’opera molto intelligente e mai intellettualistica, un film a tratti travolgente e sempre sicuro di ciò che dice e di come lo dice, consapevole di cosa vuole essere e come diventarlo. Esattamente come la donna che ritrae, come le donne che combattono contro i cacciatori di ogni giorno dovrebbero essere.

L’AUTORE: EMANUELE RAUCO Critico e giornalista cinematografico multimediale, attivo dal 2006 sul web per poi passare alla carta stampata, alla radio, alla tv e al video su YouTube. Scrive per La rivista del Cinematografo, Il mucchio selvaggio, Il sussidiario e collabora con varie testate. Selezionatore dal 2016 per la Mostra del Cinema di Venezia e curatore dei festival di Catania e Formia, ha una passione per l’uso critico dei social network e la convinzione che possano generare contenuti e non solo rumore.

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NETFLIX VS HBO: LA SFIDA DEGLI EMMY A settembre il Gotha dell’intrattenimento si riunisce al Microsoft Theater di Los Angeles per l’assegnazione degli Oscar della tv

annunciati con tanto di cerimoniale ufficiale lo scorso Per gli appassionati degli show del piccolo 12 luglio dagli attori Samira Wiley (The Handmaid’s schermo, l’appuntamento segnato in rosso sul Tale) e Ryan Eggold (The Blacklist, New Amstercalendario è quello del 17 settembre sulla rete dam), mettendo in luce una novità forse non del tutto Nbc, dove, in diretta dal Microsoft Theater di inaspettata, con Netflix che ha strappato il primato Los Angeles, si svolgerà la 70esima edizione a Hbo, grazie a 112 nomination contro 108. Si tratta degli “Oscar” della Tv, i fantasmagorici Emmy del primo smacco sul numero di Awards. A presentare una delle nomination in 18 anni da parte kermesse clou per il luccicanL’appuntamento è per il della rete via cavo leader nel sette mondo dell’intrattenimento, 17 settembre sulla rete Nbc, dove, in tore dell’intrattenimento e delle troveremo i comici del Saturday diretta dal Microsoft Theater serie tv. Night Live Colin Jost e Michael Che, per la prima volta al timone di Los Angeles, si svolgerà la 70esima Quest’anno intanto The Americans si giocherà la sua ultima della cerimonia e dunque senz’aledizione degli “Oscar” della Tv: occasione di trionfo: oltre alla catro desiderosi di offrire al pubblico gli Emmy Awards tegoria di miglior serie drammauno show scoppiettante. tica, è in competizione anche con Di sicuro, stando alle nomination, i suoi attori protagonisti (Matthew Rhys e Keri Ruspossiamo aspettarci i fuochi di artificio. Game sell). Ampiamente previste e meritate le candidature of Thrones, dopo lo stop del 2017, è rientrato in di The Handmaid’s Tale e The Crown (miglior drama e gioco e guida la scalata agli Emmy Awards 2018 attrice protagonista) e quelle di Westworld, This Is Us con 22 nomination, inclusa quella più prestigiosa e Stranger Things come miglior serie drammatica. Fra di miglior serie drammatica. I candidati sono stati | 72 |


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interpretata da Bill Hader. Grande delusione dopo gli attori protagonisti, se la vedranno Jason Bateil ritorno dell’iconica serie tv queer friendly Will & man di Ozark, Matthew Rhys di The Americans, Grace, per cui erano previste diverse nomination, Ed Harris e Jeffrey Wright da Westworld, Milo sfumate in un tonante quanto deludente nulla di Ventimiglia e Sterling K. Brown da This Is Us. fatto. Per le miniserie o film tv, invece, la singolar tenzoNella categoria di miglior attrice protagonista in ne riguarda Antonio Banderas (Genius: Picasso), una serie drammatica, spiccano Darren Criss (The Assassination of Sandra Oh, l’indimenticata CriGianni Versace: American Crime stina Yang di Grey’s Anatomy, Story), Benedict Cumberbatch (PaHBO punterà tutto sugli eroi candidata per Killing Eve, e Tatrick Melrose), Jeff Daniels (The Lodi Westeros e sulle loro avventure tiana Maslany di Orphan Black, oming Tower), John Legend (Jesus per frenare l’avanzata tornata in gara per l’ultima Christ Superstar Live in Concert) e della temibile armata di Netflix stagione della serie. L’attesa di Jesse Plemons (Black Mirror). Una scoprire chi la spunterà in quelotta tra titani, non c’è dubbio. sta big battle tra storie appasThe Marvelous Mrs. Maisel, che sionanti e star internazionali è intensa e frenetica ha visto una straordinaria Rachel Brosnahan nel quasi quanto l’hype per l’uscita dell’ultima stagione ruolo principale, potrebbe bissare la vittoria ai di Game of Thrones, prevista per una data non Golden Globe come migliore attrice protagonista ancora ben precisata del 2019. Di sicuro agli Emmy, e commedia dell’anno, ma dovrà battere avversari soprattutto quest’anno, HBO punterà tutto sugli del calibro di Atlanta, GLOW, Silicon Valley, Curb eroi di Westeros e sulle loro avventure per frenare Your Enthusiasm, Black-ish e la new entry, Barry, l’avanzata della temibile armata di Netflix. In questa pagina: Samira Wiley, Jeffrey Wright Emmy, Keri Russell con Matthew Rhys.

Elisabetta Pasca

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THE ITALIAN JOB Se esiste un prodotto capace di esprimere italianità, convivialità e gusto questo è la pizza. Ruggero Ravagnan, che con Pina Toscani gestisce “Grigoris” (Mestre), ci spiega il segreto che si cela dietro farina, impasti e forni a legna

mai. Se vi trovate a Venezia in questo periodo così pieno La pizza è il simbolo tricolore nel mondo, ambasciadi attività, tra la regata storica, la Biennale di cinema e di trice non solo del cibo nostrano, ma di una cultura, architettura, e volete concedervi un gustoso break, Rugdi una storia e una tradizione che con fierezza in gero Ravagnan è pronto ad accogliervi nel suo “tempio” tutto il globo resistono a numerosi quanto azzardati della pizza. Per farvi aumentare ulteriormente la voglia tentativi di imitazione. della “regina” dei piatti italiani, parola di chi le mani le ha “Fatte na pizza c’a pummarola ‘ncoppa, vedrai che il continuamente “in pasta”. mondo ti sorriderà” cantava Pino Daniele, e l’artista napoletano ben sapeva che La pizza è sicuramente il la pizza, in Italia, è qualcosa “È il segreto di un’azienda che fa pizza: prodotto italiano più noto che va oltre l’essenza di mero mettersi in discussione, creare, all’estero. Quali sono i secibo, è quasi uno stile di vita, greti di una buona pizza? un “credo” laico irrinunciaessere curioso perché la curiosità Crede che, nonostante bile per milioni e milioni di innesca l’entusiasmo e tutta quella voglia tutto, rimarrà il piatto persone. Questa volta però di creare cose nuove.” simbolo del nostro Paese? non andremo a Napoli per Ruggero Ravagnan - Chef Per una buona pizza la prima parlare di pizza, lasciamoci regola è la digeribilità, quindi alle spalle il Vesuvio e spoin cucina dobbiamo sapere cosa abbiamo in mano e come stiamoci a nord-est, a Mestre, in provincia di Venezia, in lavorarlo, che si tratti di grano o farina o del condimento un locale diventato un punto di riferimento per i bonguche andrà sopra l’impasto. Da Grigoris, per nostra cultura, stai del territorio. Il titolare Ruggero “Lello” Ravagnan usiamo materie prime di altissima qualità e cerchiamo di ci apre idealmente le porte del suo “Grigoris” e ci spiega lavorarle il meno possibile per rispettarle. Credo, però, cosa vuol dire, in mezzo ad un mondo di chef, alta cucina che la pizza abbia perso un po’ di visibilità, soprattutto e piatti ricercati, essere autori di un prodotto così tradiall’estero, contaminata da tutta questa alta cucina. zionale e condiviso, ma che allo stesso tempo non stanca | 76 |


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Ruggero Ravagnan di Grigoris con Pina Toscani. Sotto alcune proposte della pizzeria di Mestre

Recentemente la pizza italiana è stata anche dichiarata patrimonio Unesco… Non è stata la pizza ad aver ricevuto il riconoscimento, ma il “sistema pizzeria”. Quindi l’Unesco ha premiato concetti come la convivialità, l’arte dei pizzaioli nello stendere la pasta, la cultura che ruota attorno al mondo della pizza, non tanto il pezzo di pizza in sé. Non mi piacerebbe aprire una pizzeria dove il forno è nascosto, non mi divertirei più: il bello è tutto in quei 3-4 metri dove lavoriamo e dove inforniamo, vedere e toccare le materie prime con le proprie mani e a pochi passi dal cliente. Non solo pizza... Lei si è dedicato anche a rielaborare il cannolo. Da cosa viene questa idea e com’è il risultato? Il cannolo è nato da un lavoro in condivisione con Corrado Assenza (pasticcere siciliano, ndr). Ci siamo trovati davanti ad uno spicchio di pizza, ci siamo messi in discussione e dopo 4 mesi di test e sperimentazione ci siamo resi conto che con l’impasto avanzato dalla pizza, con la pasta da riporto cioè, si riusciva a creare un cornicione particolarmente croccante da poter trasformare in un cannolo, farcito poi con baccalà e pomodorino. Un

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prodotto che portiamo sempre negli eventi come entrée o come aperitivo. Un piatto molto allegro, che crea entusiasmo e che conquista le persone. La pizza è sicuramente un prodotto tradizionale nella nostra cultura, ma dietro al suo lavoro quante sperimentazioni, prove, rielaborazioni ci sono per creare nuovi gusti e nuovi sapori? È il segreto di un’azienda che fa pizza: mettersi in discussione, creare, essere curioso perché la curiosità innesca l’entusiasmo e tutta quella voglia di creare cose nuove. Contiamo in questa seconda parte dell’anno di dotarci di uno spazio riservato esclusivamente alla ricerca e alla sperimentazione dove poter crescere, creare abbinamenti e impasti nuovi. La sua pizza preferita da mangiare? E quella da preparare? Diciamo che mi piace mangiare una pizza di origine campana: fiordilatte, pomodoro San Marzano, peperone bio pappaccella e salsiccia rossa di Castelporto, un salame eccezionale lavorato a mano. Da preparare, invece, preferisco una che facciamo con prosciutto Joselito e una crema di nocciole e mascarpone, con un cacio ricotta a scaglie sopra. Strepitosa. Alessandro Creta

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DOVE IL TEMPO SI È FERMATO Dall’altra parte del mondo, nell’emisfero opposto al nostro, in un piccolo lembo di terra pieno di cultura, storia e tradizione. La Nuova Zelanda è questo, è un territorio che sul mappamondo a un occhio distratto potrebbe anche sfuggire, ma che in verità è una delle realtà più importanti dell’Oceano Pacifico meridionale

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Proprio lì, di poco a sud rispetto all’Australia, la Nuova Zelanda da millenni osserva tutto quello che le succede attorno, accoglie e vede passare culture e miti senza mutare la propria tradizione, sia essa sociale che religiosa. Un territorio piccolo sulla cartina, ma con uno spirito grande e identitario, conosciuto praticamente in tutto il mondo. In molti collegano la Nuova Zelanda alla leggendaria squadra di rugby, quegli All Blacks che da decenni sono le “creature” mitiche di questo sport così nobile e antico. Ancor prima dei successi raggiunti in campo sportivo (3 i mondiali vinti dagli Ōpango Māori, questo il nome in lingua autoctona degli All Blacks), la nazionale neozelandese è diventata famosa per l’iconica “Haka”, la tradizionale danza maori che ha contribuito alla scoperta di questa cultura anche al di fuori dei territori nazionali. - “Taringa Whakarongo! Kia Rite! Kia Rite! Kia Mau!”, “Ascoltate, Preparatevi! Pronti! In posizione!” - Questo l’incipit dell’Haka che, all’inizio di ogni partita di rugby, avverte e spaventa gli avversari di turno. Un canto che ha portato centinaia di migliaia di fan del rugby ad avvicinarsi alla squadra “tutta nera”, strofe di guerra che hanno attraversato i secoli mantenendo il loro attaccamento all’antica tradizione neozelandese. La Nuova Zelanda ha molto da offrire dal punto di vista turistico, proponendo ai visitatori ogni sorta di paesaggio naturale. Sono due le isole che formano questa nazione, la North Island e la South Island, e al loro interno è presente una rara varietà paesaggistica: valli alpine, giungla, spiagge, montagne glaciali, laghi ribollenti, fiordi, vulcani attivi e geyser, tutto in un territorio così piccolo ma allo stesso tempo tanto ricco e variegato. La capitale Wellington, che domina sull’omonimo golfo, è chiamata così in onore del duca vincitore a Waterloo ed è situata nella parte meridionale di North Island. Il verde delle colline attorno alla città si alterna con l’azzurro del mare, il grande porto affonda le sue radici nella storia. Originariamente, infatti, questo centro si chiamava “Te Whanganui-a-Tara”, che tradotto significa: il grande porto di Tara. La città moderna è anche soprannominata The City of Wind (la città del vento), Harbour Wellington (porto Wellington), oppure più recentemente Wellywood (in occasione del suo debutto nella produzione cinematografica). | 82 |


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tura neozelandese ecco il Parco nazionale Fiordland, La capitale, inoltre, comprende nel suo territorio anpatrimonio Unesco. Con i suoi 12.500 chilometri che tre isole: Matiu, Makaro e Mokopuna. La prima, quadrati di verde è la più grande distesa naturale di dopo esser stata usata nelle due epoche belliche come tutta la nazione. Scendiamo sotto terra invece con zona di internamento per i prigionieri, ora è un’ale Waitomo Caves, un complesso di grotte visitabili rea destinata alla conservazione di specie animali e che ogni anno accoglie migliaia di turisti da tutto il floreali in pericolo. Continuando il nostro tour per la mondo. Avete però paura del buio? Niente timori, capitale, a nord di Lambton Quay, troviamo il vecchio queste grotte infatti sono popolate da un insetto Palazzo del Parlamento, non molto lontano dalla chiamato “glow-worm”, luminescente come la luccioneogotica Old St. Paul Cathedral, dagli spettacolari la. Milioni di queste piccole interni in legno e con il soffitto creature irradiano con la loro che sembra lo scafo rovesciato I territori di questo Paese luce le caverne di Waitomo, di una nave. Su Tinakori Road creando uno spettacolo unico, si possono ammirare bellissime sono stati la location di diversi film simile ad un cielo stellato. La ville in legno, tra queste c’è tra i quali “Il Signore degli Anelli”, ricchezza paesaggistica della anche la casa dove la scrittrice “Lo Hobbit” e “King Kong”. Nuova Zelanda è confermata, Katherine Mansfield nacque inoltre, da una curiosità cinenel 1888. Sarebbe però ridutmatografica. I territori di questo Paese infatti sono tivo circoscrivere la nostra visita in Nuova Zelanda stati la location di diversi film tra i quali “Il Signore alla sola Wellington. La terra dei maori ha molto da degli Anelli”, “Lo Hobbit” e “King Kong”. La Nuova offrire, come il Milford Soundè: un fiordo situato Zelanda è raggiungibile dall’Italia in aereo con voli nell’angolo sud-ovest dell’Isola del Sud, all’interno da Milano e da Roma. La durata del viaggio fino ad del Fiordland National Park. È stato giudicato nel Auckland è di 26 ore circa, con uno scalo. 2008 come migliore destinazione di viaggio al mondo www.newzeland.com ed è anche la meta turistica più famosa della Nuova Zelanda. Per entrare ancor più in contatto con la naAlessandro Creta

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Il fascino maschile si veste di mistero

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L’uomo di Emporio Armani ha affrontato come sempre da protagonista le passerelle dell’Alta Moda a Milano per la stagione Autunno-Inverno 18/19: il suo stile è maestoso, enfatizzato dalle linee morbide e flessuose dei pantaloni e dall’imponenza dei sontuosi colli, dei soprabiti, delle giacche e dei gilet di pelliccia, combinati per giocare con i volumi e impreziosire e vivacizzare il classico suit, senza cedere di un millimetro al diktat del buon gusto, che coincide da sempre con la visione di Armani. I nuovi modelli si impongono all’attenzione di tutti pur partendo da un cromatismo che esplora in profondità le note più scure della palette dei colori: il gioco tra chiaro e scuro è un ode tangibile all’eleganza, che dà voce al silenzio e conquista col suo insondabile mistero.

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La moda proposta da un’icona indiscussa come Giorgio Armani non può che essere atemporale, lontana dai fremiti effimeri dei trend capricciosi del fashion. La solidità del bello, però, in Armani si traduce in ampi movimenti eterei e volatili, simili agli arabeschi delle traiettorie eterne e ammalianti degli uccelli migratori. La leggerezza del volo riverbera nella fluidità scapigliata dei cardigan oversize, nel mescolarsi dei colori, dal bianco gesso al grigio canapa, dal caldo avvolgente delle tinte caramello dei mocassini al nero pece degli accessori, nel lusso monumentale dei dettagli, dalle borse in pelle e pelliccia ai guanti in pelle, fino agli occhiali da sole, dalle lenti sfumate e dal taglio di design.

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Nessun elemento è fuori posto o sovrabbondante per Emporio Armani: l’abito maschile mono o doppio petto, nella soffice vestibilità di un velluto di altissima qualità, è protagonista della collezione, senza mai scadere nel dejavù. In particolare, il completo classico si allontana dall’aderenza alla più rigida tradizione e riscopre una versatilità sbalorditiva. Declinato in tessuti e fantasie differenti, il capo principe è delicatamente formale, ma acquisisce lo sprint sportivo di un blouson, diventando un capo da indossare con sicurezza anche in qualunque occasione. Ripensato nei volumi, con le spalle che tendono a proporzioni magniloquenti e over, è abbinato a pantaloni dal fondo largo sempre segnato dal risvolto.

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Classicità e contemporaneità si fondono sincreticamente nella collezione A/I 18/19 Emporio Armani: i lucenti bomber in jacquard completano con un tocco urban rock la gamma delle possibilità di outfit, all’interno di un guardaroba ricco ma non manieristico e barocco, in un tripudio composto di pellicce oversize, fluttuanti giacche in velluto dai toni velati e cappotti in montone con inserti shearling di chiara ispirazione anni ‘80. In una sinfonia articolata e stimolante di variazioni sul tema, Armani ci restituisce un maschio disinvolto e galante, ma sicuro di sé e fiero della propria libertà. I codici della contemporaneità riescono a dialogare efficacemente e creativamente con i canoni riconosciuti del bello tradizionale: nasce un nuovo linguaggio visivo, fatto di grafie sconosciute eppure immediatamente familiari.

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Giorgio Armani significa carattere e stile, al di là di ogni mera etichetta: è un ideale materializzatosi quasi per grazia celeste nelle forme e nei colori di una mirabile creazione sartoriale. Le creazioni Armani lasciano senza fiato a ogni apparizione, riuscendo a reinterpretare i dettami del bello più classici e tradizionali con un tocco sempre innovativo e stupefacente. La cura sartoriale è garanzia di una raffinatezza amabile, in armonia con l’estetica iconica della maison, che pure lascia spazio ad un vento che profuma di novità destinate a durare nel tempo. Anche nelle sue soluzioni più casual, i capi della collezione sono piccoli gioielli, in cui forme, colori e disegni astratti mirano a comporre un’immagine densa di significati che trascendono l’apparenza.

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UNA MARCIA IN PIÙ CON DS 7 CROSSBACK Il futuro dell’automobile è già qui. DS fa all in e punta tutto su tecnologia, guidabilità e comfort con la nuova DS 7 CROSSBACK, disponibile presto anche in versione ibrida

con i sedili che assicurano il massimo comfort anche Era il 2014 quando DS si propose, quasi in punta ai passeggeri. di piedi, nel mercato automobilistico, eppure nel Un’auto ambiziosa, elegante ma al tempo stesso sporgiro di pochi anni il marchio è riuscito a imporsi tiva, grazie alle linee della carrozzeria ora affusolate, con prodotti innovativi e sempre più apprezzati. ora aggressive, che strizzano l’occhio anche al pubOggi la casa francese mira alto, anzi altissimo, e problico più giovane. DS 7 CROSSBACK vuole riscrivere pone al pubblico la nuova DS 7 CROSSBACK, il SUV il concetto di automobile, che tenta di rivoluzionare il differenziandosi dal resto mondo dei fuoristrada. Un della concorrenza grazie modello con uno stile deciso, Comfort, connettività e abitabilità sono anche, se non soprattutto, con un design audace, frutto le 3 parole chiave del suv francese, all’attenzione per i dettagli. di analisi, studi e progetti che vuole differenziarsi dalla concorrenza Il gap con le altre auto della minuziosi. categoria si percepisce sin I 4 metri e 57 di lunghezza grazie alla qualità superiore dei sedili, dal primo istante. Dall’acontengono tutto ciò che al notevole spazio a bordo, pertura dello sportello, dal di meglio si può chiedere e all’insonorizzazione al top della categoria primo momento in cui ci si ad un’auto moderna, con siede all’interno dell’auto e un asso nella manica, i due si scopre, di fatto, un nuovo display da 12 pollici (uno in mondo. Un mondo fatto di tecnologia, di avanguardia, alta definizione) a disposizione del guidatore e posti di eleganza innalzata ai massimi livelli. strategicamente dietro al volante e al centro della DS 7 CROSSBACK è realizzata con materiali resistenti plancia. L’abitacolo è curato in ogni dettaglio, con qualche piccola chicca che sorprende come l’orologio La nuova DS 7 CROSSBACK, il SUV. B.R.M R180 che ruota all’avvio del veicolo. La posizioUn modello con uno stile deciso, con un design audace, ne di guida rialzata offre una buona visuale all’autista, frutto di analisi, studi e progetti minuziosi.

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a sfregamenti e abrasioni, all’interno il Suv francese gode di 5 diverse ispirazioni: si va, per esempio, dalle finiture interne in una tinta bronzo, ai rivestimenti in Alcantara, dai sedili elettrici in pelle goffrata a quelli riscaldabili e ventilati con funzione massaggio, fino alla proposta di materiali nobili come l’ebano. La collaborazione con gli artigiani dell’associazione Meilleurs Ouvriers de France nobilita ulteriormente la DS 7 CROSSBACK. Dei veri artisti, impegnati nel progetto di realizzazione degli interni dall’inizio alla fine, che conoscono bene la tecnica della lavorazione a mano e godono di una grande esperienza nel settore auto. Un’attenzione minuziosa per il minimo particolare per rendere unici anche i dettagli che fanno di DS 7 CROSSBACK un’auto unica. Comfort, connettività e abitabilità sono le 3 parole chiave del suv francese, che vuole differenziarsi dalla concorrenza grazie alla qualità superiore dei sedili, al notevole spazio a bordo che accoglie 5 persone, e all’insonorizzazione al top della categoria. La parte tecnologica è, come detto, l’asso nella manica di DS 7 CROSSBACK, con il guidatore che si lascia trasportare dal solo piacere di guida grazie ai numerosi “assistenti” che lo accompagnano durante il viaggio. DS 7 CROSSBACK infatti mette a disposizione, tra gli altri servizi, il DS Connected Pilot, un Adaptive Cruise Control che modula la velocità in funzione di quella del veicolo che precede, e posiziona DS 7 CROSSBACK nella carreggiata con estrema precisione. Sicurezza ai massimi livelli poi con il DS Driver Attention Monitoring, un servizio che utilizza i sensori infrarossi posti dietro al volante per il monitoraggio del viso e delle reazioni del guidatore, per avvertirlo di eventuali segnali di stanchezza o distrazione analizzando frequenza dei battiti delle palpebre e direzione dello sguardo. Con il Park Pilot, poi, svaniscono come per magia i problemi legati al parcheggio: i sensori dell’auto rilevano se lo spazio è sufficiente per parcheggiare DS 7 CROSSBACK e lo comunicano al conducente, che seleziona il tipo di spazio (a pettine o in parallelo), preme “Park” e si gode comodamente lo spettacolo. Il dispositivo gestisce tutto (accelerazione, freno, frizione), anche nella fase di uscita dal parcheggio. Un comfort in più che aiuta il pilota ad apprezzare ciò che più conta: il viaggio. DS 7 CROSSBACK sarà presto disponibile anche in versione ibrida, la E-Tense 4x4, plug in hybrid, il veicolo con il passaggio da 0 a 100 km/h più rappresentativo dell’intera gamma e oltre 220 km/h di velocità massima. Commercializzata dal 2019, traduce la volontà di DS di proporre prestazioni eccezionali, in linea con l’immagine tecnologica di DS 7 CROSSBACK. dsautomobiles.it Marco Bertollini | 94 |


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TUTTO UN ALTRO NOLEGGIO Nel mercato automobilistico si va affermando una soluzione, quella del noleggio a lungo termine, pronta ormai a sostituire l’acquisto del veicolo. Lo sa bene ALD Automotive che si conferma tra i principali operatori del settore e in prima linea in fatto d’innovazione e mobilità sostenibile

durata del contratto e al chilometraggio scelto, Acquistare un’auto nuova significa, oggi, possono gestire costi chiari e pianificabili. Inoltre, sostenere una notevole spesa iniziale e, di sono sempre di più i servizi di gestione e manutenconseguenza, un immediato impiego di zione veicolo inclusi nell’unico canone di noleggio, capitali. Anche scegliendo il finanziamento, così come bollo auto, immatricolazione, manutencomprare un veicolo significa dover affrontare zione, assistenza clienti e soccorso stradale h24. spese extra continue come quelle di gestione e ALD Automotive, divisione di Société Générale copertura assicurativa. Il canone fisso mensile specializzata nei servizi di mobidel noleggio a lungo termine, lità e noleggio a lungo termine, che include servizi aggiuntivi e ALD Automotive è l’unico grande leader europeo del settore e tra i manutenzione, diventa così una operatore NLT nel settore primi tre player a livello monsoluzione ideale per liberarsi da diale del mercato del noleggio a spese e costi imprevisti e godersi delle due ruote con il marchio 2W lungo termine, fleet management solo il piacere della guida. e con un’offerta che contempla e servizi di mobilità, pensa a Lo dimostrano gli studi di settore tutti i top brand ed è orientata un’auto sempre più su misura di che negli ultimi 6 mesi hanno sia al mercato B2B guidatore, grazie a servizi come confermato la costante crescita sia a quello B2C ALD Permuta, una risposta vandel noleggio a lungo termine che taggiosa a chi pensa al noleggio risponde al calo percentuale delle ma ancora non sa come liberarsi immatricolazioni (-1,4% rispetto del proprio usato. O come Ricaricar, una soluzione al giugno del 2017) con un +4% di auto noleggiadi mobilità totalmente pay per drive che permette rispetto ad inizio anno (dati: Ministero delle te ai clienti di scegliere il pacchetto chilometrico Infrastrutture e dei Trasporti). mensile che più risponde alle proprie esigenze di È chiaro perché questa formula sia sempre più mobilità e di abbinarlo ad un’auto nuova. apprezzata anche dai privati che, in base alla | 97 |


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interessano sempre di più ai temi della sicurezza e della mobilità sostenibile. Un mercato fondamentale per il NLT in cui trovano sempre maggiore diffusione i concetti della sharing economy e le dinamiche dell’accesso e del pay per use. Così nel ventaglio di offerte di ALD Automotive si inserisce anche il Corporate Car Sharing, per le aziende una possibilità di diversificare la mobilità della propria flotta e raggiungere uno degli obiettivi principali, quello di abbassare il Total Cost of Mobility. In questo scenario s’inserisce anche la partnership con Enel X per la promozione e diffusione della mobilità elettrica attraverso il marchio E-go, con una serie di offerte dedicate che combinano la guida dei veicoli elettrici con la possibilità di utilizzare le infrastrutture di ricarica. Il progetto è composto da tre pacchetti pensati per rispondere alle esigenze di un pubblico vasto, dalle grandi realtà corporate alle Pmi, dai professionisti alle partite iva, fino ai clienti privati. ALD si pone in prima linea nella diffusione sul territorio di un nuovo modello di mobilità, che favorisca una reale evoluzione del tessuto socio-economico del Paese e un cambiamento in ottica di sostenibilità ambientale. Per una panoramica completa di tutte le offerte ALD è possibile consultare il sito www.mobilitysolutions.it. Sveva Riva

O ancora 2Life, una seconda vita per l’usato revisionato da ALD e sottoposto a controlli accurati sulla meccanica e sulla carrozzeria, ma sempre con un canone all-inclusive con uno sconto medio del 20% rispetto al nuovo. Il cliente può scegliere inoltre se far ripristinare il veicolo, in questo caso ALD garantisce l’assenza di danni, ad esclusione della normale usura. ALD Automotive è, inoltre, l’unico grande operatore NLT nel settore delle due ruote con il marchio 2W e con un’offerta che contempla tutti i top brand ed è orientata sia al mercato B2B sia a quello B2C con immatricolazione, bollo, assicurazione, manutenzione, soccorso stradale 24/7, servizio clienti dedicato al canale e una piattaforma web per la gestione autonoma del proprio contratto inclusi. A tutto questo si aggiunge anche la rete dei 2WStore, “punti fisici” dedicati alle due ruote dove il cliente può individuare dal vivo il veicolo che preferisce, con grande libertà di scelta su modelli e allestimenti. I 2WStore completano la strategia di diffusione sul territorio iniziata lo scorso anno con l’apertura dei 3 BASE ALD, veri e propri experience point, inaugurati a Monza, Verona e Napoli, dove vivere tutta l’offerta di mobilità targata ALD Automotive. Tra i principali clienti ALD Automotive annovera anche le PMI e le grandi realtà corporate che si

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È QUESTA L’ITALIA CHE SOGNA Dal 9 settembre tutti pronti a tifare il sestetto azzurro, che a Roma inaugurerà il Mondiale di volley contro il Giappone. Gigi Mastrangelo, storico ex giocatore della Nazionale, ci spiega cosa vuol dire vivere certi momenti.

movimento sportivo nei palazzetti di casa. C’è un’Italia sportiva che sogna e fa sognare, c’è Si disputerà in Italia (Assago, Bari, Bologna, Firenze, una truppa azzurra che al Mondiale ci sarà e da Roma e Torino) e Bulgaria (Ruse, Sofia e Varna) la protagonista, senza nascondersi, senza timori, con competizione che raccoglierà tutte le migliori selezioni a l’obiettivo di arrivare fino in fondo. È un’Italia che ci livello globale. C’è molta attesa per gli uomini di coach rende orgogliosi, ma di cui ci si accorge, colpevolmente, Blengini: Zaytsev e compagni hanno l’opportunità di il più delle volte solo nelle grandi occasioni. Parliamo raggiungere la vetta del di un’Italia competitiva e mondo di fronte al pubblico temuta: è l’Italia del volley, “La pallavolo è stata una maestra di vita, amico, ma ad ostacolarli una nazionale che si appresta mi ha lasciato degli insegnamenti ci saranno altre nazionali a vivere in casa una cavalcata altrettanto agguerrite e che ci auguriamo trionfale. che ora cerco di trasmettere ai miei figli competitive (Brasile, USA, Protagonista un gruppo che perché vedo il volley come lo sport Polonia, solo per citare le vive per la maggior parte più educativo” prime 3 del ranking mondell’anno all’oscuro di molti Gigi Mastrangelo - ex pallavolista diale). riflettori, di quei riflettori che Ha vinto molto in carriera sono puntati per illuminare con la maglia italiana Luigi “Gigi” Mastrangelo, storico altri atleti, altri percorsi sportivi che negli ultimi mesi ex capitano azzurro che con la Nazionale ha ottenuto, tra ci hanno fatto soffrire, dannare, arrabbiare. Ora però le altre cose, anche 3 ori europei, 2 World League, due quelle luci sono nuovamente sopra gli azzurri del volley, bronzi e un argento olimpico (Sidney 2000, Londra 2012, e l’obiettivo è tenerle accese e puntate il più a lungo Atene 2004) e un argento alla Coppa del Mondo del 2003 possibile. La coppa del Mondo di volley sarà protagonista in questo settembre e, venendo da un’estate senza Italia in Giappone. Ci ha spiegato cosa vuol dire essere non un semplice pallavolista, ma un pallavolista della Nazionale. in Russia, la truppa azzurra potrà riscattare il nostro | 100 |


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Cosa ti ha spinto a giocare a pallavolo? È stata la tua prima scelta? Anche perché eri quasi poliziotto… Sarebbe stato il mio mestiere perché i miei avrebbero voluto sistemarmi nel classico posto fisso. Fino a 17 anni ho giocato a calcio poi altri ragazzi, vedendo la mia altezza, mi pressarono affinché provassi con la pallavolo nella squadra del mio paese, Mottola. Ci fu molta insistenza da parte loro, provai un paio di allenamenti, che diventarono 5, 10 e così via…sino ad arrivare a giocare prima al Matera, poi a Milano in Serie A. Fu lì che partì veramente la mia carriera. A chi ti ispiravi da bambino? Oggi invece in chi si rivede Mastrangelo tra i giocatori della Nazionale? In verità non mi sono mai ispirato a nessuno, quando ho iniziato col volley guardavo i giocatori del tempo ma non ho mai preso nessuno come modello, mi sono sempre allenato non guardando altri, ma solo per migliorare. Oggi mi dispiace dirlo ma non vedo nessun centrale in Nazionale che possa avvicinarsi ai pari ruolo dei miei tempi. Avevamo altre caratteristiche, più cattiveria, ma molti di quelli attuali sono anche giovani, quindi lasciamoli crescere. Il calcio è lo sport più nazional-popolare in Italia. C’è qualcosa che dal calcio porteresti nel volley e viceversa? Porterei nel calcio i valori che insegna il nostro sport. Valori come il rispetto reciproco, il rigore, l’osservanza delle regole, cose che per me nel calcio non ci sono o ci sono in tono minore. La pallavolo è stata una maestra di vita, mi ha lasciato degli insegnamenti che ora cerco di trasmettere ai miei figli perché vedo il volley come sport più educativo. Dal calcio invece porterei invece i contratti (ride, ndr), non proprio con tutti quegli “zeri”, ma ne basterebbe anche una parte… Veniamo dalla mancata partecipazione al mondiale di calcio, ora molte aspettative sono sugli azzurri del volley. Da sportivo, come spieghi la debacle dei primi e credi che questo fallimento calcistico possa portare al volley maggiore visibilità? Gigi Mastrangelo fa il suo esordio in nazionale il 28 maggio 1999, a Sydney, durante una partita della World League, vinta dagli azzurri per 3-0 contro l’Australia. Con la nazionale vince un oro al campionato europeo 1999

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Lo sport vive anche di queste disfatte, in particolar modo quando ci sono dei ricambi generazionali e si passa da grandi giocatori ad atleti meno esperti, meno talentuosi e con minore personalità. È successo anche nel volley, quando ha finito la mia generazione c’è stato un ricambio piuttosto brusco che nell’immediato non ha dato molti risultati. Sono momenti che tutti gli sport devono vivere. Nel calcio è andata così perché non ci sono talenti capaci di prendersi la squadra sulle spalle tirando la carretta, si pecca di qualità e personalità. Indossare la maglia azzurra non è semplice, ha un peso notevole e non tutti riescono a portarla. Io spero che questo porti maggiore visibilità al volley, così come spero che il Mondiale sia trasmesso in chiaro in tv, che lo possano vedere tutti perché solo così si può crescere. Uno sport come la pallavolo deve essere più fruibile e a disposizione della maggior parte delle persone. Ripeto: solo così può crescere.

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Dipende da come la si vuole valutare: in quella finale olimpica noi incontrammo il Brasile più forte di tutti i tempi e sul campo demmo tutti noi stessi, la loro però era una squadra fortissima con la quale la selezione verdeoro odierna non tiene il confronto. Quella finale per noi non fu un argento ma un “oro bianco”, ci siamo inchinati di fronte ai più forti. Cosa passa nella mente di un atleta a pochi minuti da una finale olimpica o mondiale? Hai mai avuto qualche rito particolare negli spogliatoi? Ognuno ha la sua usanza, io ad esempio per scaramanzia indossavo sempre lo stesso slip nelle partite più importanti. Altri miei compagni si concentravano ascoltando musica. Si pensa comunque alla partita, che è un chiodo fisso già dalla sera prima, quando studi gli avversari, guardi i loro video. Anche prima di andare a dormire si cercava di pensare a cosa fare in campo.

“Indossare la maglia azzurra non è semplice, ha un peso notevole e non tutti riescono a portarla.” Gigi Mastrangelo - ex pallavolista

Come vedi la nostra squadra in ottica Mondiale? Il fatto di giocare in casa rappresenta una grossa opportunità, ma c’è altrettanta pressione? Non parlerei di pressione. Un Mondiale in casa è una grande opportunità, il pubblico è il settimo uomo e rappresenta un aiuto in più. Quando giocavo io ad ogni punto realizzato veniva giù il palazzetto, e spero che questo possa ripetersi anche ora. Fare podio la vedo come possibilità concreta, nonostante molte nazionali che al mio tempo non erano di gran livello ora siano molto forti. Dipenderà anche dagli accoppiamenti dopo i gironi, ci vuole anche un po’ di fortuna ma secondo me per l’Italia il podio sarebbe un buon traguardo. La finale sarebbe il massimo ma non disdegnerei un terzo posto.

Guardandoti indietro, hai un rimpianto particolare? E la più grande soddisfazione? Le soddisfazioni più grandi sono l’Europeo vinto nel 2005 a Roma e l’argento di Atene. Di rimpianti non ne ho molti, forse l’unico è non aver finito la carriera come avrei voluto: sognavo una partita d’addio con i più grandi giocatori, un po’ come si usa fare nel calcio. La pallavolo però non ha lo stesso appeal, nel calcio si mettono in piedi veri e propri show, mentre nel nostro sport non si è soliti organizzare cose simili. Progetti futuri e sogni del cassetto? Per il momento non ho tanti sogni, ma mi piacerebbe un futuro da attore. Dovrei studiare recitazione, prepararmi per bene, però non escludo magari nei prossimi anni di poter intraprendere questa nuova avventura. GIRONI MONDIALE POOL A (a Roma e Firenze): Italia, Argentina, Belgio, Slovenia, Giappone, Repubblica Dominicana POOL B (a Ruse): Brasile, Francia, Canada, Paesi Bassi, Cina, Egitto POOL C (a Bari): USA, Russia, Serbia, Australia, Camerun, Tunisia POOL D (a Varna): Bulgaria, Polonia, Iran, Finlandia, Cuba, Porto Rico Alessandro Creta

Atene 2004, a distanza di 14 anni, rappresenta più delusione per il mancato oro o soddisfazione per una grandissima cavalcata? | 103 |


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CALCIO ITALIANO, CODICE ROSSO Marco Bellinazzo ci spiega il tracollo, economico e tecnico, del nostro movimento calcistico. La non qualificazione allo scorso Mondiale ha tolto il velo da una caduta che in molti, appassionati e addetti ai lavori, facevano finta di non vedere.

Quasi un anno è trascorso dalla più cocente delusione del calcio italiano delle ultime 6 decadi. Nel novembre 2017 l’Italia veniva estromessa dal Mondiale per mano della Svezia: un fallimento che rappresentò la punta di un iceberg fatto di investimenti sbagliati, mancata valorizzazione dei nostri giovani talenti, di un sistema politico e sportivo incapaci di valorizzare al meglio la scia del successo targato 2006. Marco Bellinazzo, massimo esperto di calcio e finanza e giornalista de “Il Sole 24 Ore”, ha provato ad analizzare nel suo libro “La fine del calcio italiano” (Editore Mondadori, 320 pag) tutti i motivi che hanno trasformato la Serie A da campionato più bello e competitivo del mondo a lega di terza o quarta fascia a livello europeo. E nemmeno l’arrivo di un marziano come Cristiano Ronaldo potrebbe essere la cura tanto attesa per il nostro calcio, ma una mera iniezione di adrenalina nelle vene di un malato terminale. Per alleviarne il dolore nell’immediato, ma che non fa altro che allungarne la sofferenza… Partiamo dalla domanda al centro del suo libro: riassumendo, perché non ci siamo qualificati ai Mondiali? Apparentemente per il palo colpito da Darmian a Stoccolma, un pallone che se fosse entrato ci avrebbe portato invece in Russia. Ma più che una qualificazione sarebbe stata un’illusione rispetto a un declino sportivo ed economico. È una crisi che viene da lontano e che quell’evento, definito da Tavecchio “apocalisse”, ha messo sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che non volevano vedere. È stata la punta di un iceberg. | 104 |

Dobbiamo ricondurre il tutto a mancanza di talenti, a una cattiva gestione dei giocatori, o fondi monetari non investiti a dovere? Io penso che sia un mix di tante cause, come spesso avviene in disastri del genere. Sono fattori tra di loro collegati, per questo è difficile distinguere le cause dagli effetti. Una colpa risiede nell’incapacità di manager e proprietà di trasformare le ricchezze degli anni ’90 in investimenti che potessero rinnovare quei modelli calcistici che stavano invecchiando. Questa mancata programmazione e investimenti sbagliati hanno determinato un progressivo rallentamento della Serie A, mentre in altri paesi e in altre leghe (Premier, Bundes, Liga) si correva, si spendeva bene e si innovava. Secondo lei, quando ha iniziato a decadere il nostro campionato? Io individuo attorno al 2000 il momento in cui questo declino ha iniziato a manifestarsi. Considerato che fino al 2002/03 Inter e Milan avevano gli stessi ricavi di Real e Barcellona, dopo poco più di un decennio invece ne hanno un terzo. Quindi è evidente che in quella fase in Italia iniziavano a manifestarsi dei problemi che invece di essere affrontati e risolti, attraverso investimenti e programmazioni, venivano mascherati anche con manovre di raggiro contabile. Fattori che poi hanno determinato fallimenti a catena e involuzione del sistema. Altrove invece venivano fatti investimenti su strutture, vivai, programmazione delle società che hanno determinato un cambio di passo e un cambio ai vertici del sistema calcistico europeo.


| SPORT E FINANZA

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nomici legati a calcio e sport. Chi poteva ha cercato di farlo notare, ma è stato talmente un incancrenirsi della situazione che era anche difficile capire il contesto, trovando le ragioni di questo declino. Non è certo un’assoluzione della categoria, ma può essere un’attenuante. Crede che l’arrivo di Ronaldo in Italia possa invertire il trend? O la Serie A godrà solo della luce riflessa del portoghese? Parliamo di un giocatore che sposta la luce verso la Serie A, ma non si deve cadere nell’errore di pensare che con lui i problemi del calcio italiano spariscano. Ronaldo non può essere certo una cura, credere questo significherebbe reiterare un modello che ha portato al declino del nostro calcio. È sicuramente un vantaggio per la Juventus ma è un’operazione i cui benefici sul calcio saranno limitati, se non si effettueranno quelle riforme e interventi strutturali che andrebbero fatti a prescindere dall’arrivo di Ronaldo. Il sistema calcio (serie A, B e Lega Pro) ha 4 miliardi di debiti ed è questo il vero dato preoccupante, cifre che l’operazione Ronaldo non può nascondere. È un dato oggettivo, ci si fa abbagliare dall’operazione Ronaldo senza tener conto di questi numeri.

Marco Bellinazzo è nato a Napoli nel 1974. Dal 2007 si occupa degli aspetti economici e finanziari del calcio attraverso un blog che si chiama Calcio & Business. Dal 2016 è invece il responsabile delle pagine Sport & Business. É inoltre opinionista per Radio 24 (Tutti Convocati) e per le principali emittenti televisive e radiofoniche nazionali.

In sostanza: talenti stranieri che diano nuova linfa al nostro calcio, crescere le nuove leve anche riorganizzando i settori giovanili, migliorare le infrastrutture…quale può essere una cura per il nostro calcio? Quando il paziente è così grave come il nostro calcio non esiste una sola medicina. Ho provato a indicare i rimedi alla fine del mio libro, si tratta di ricette che sono state attuate all’estero e che in Italia potrebbero godere di nuovo slancio, ricostruendo l’ossatura del calcio italiano. In questo modo i talenti arriveranno, i risultati arriveranno, così come la ricchezza prodotta permetterebbe di subire eventuali sconfitte senza far precipitare la situazione. È preoccupante che il Bari possa fallire 2 volte in 4 anni, che il Cesena sia fallito, che il Chievo sia ricorso a plusvalenze fittizie per iscriversi al massimo campionato. Se però si riescono a fare tutte le riforme necessarie, gli investimenti necessari, magari anche ospitando un grande evento internazionale, non escludo che possiamo tornare ai fasti della fine degli anni ’90.

Il suo libro non è solo la storia del nostro calcio ma traccia uno specchio del Paese. Che analogie trova tra questi due mondi? Io credo che il declino del calcio italiano non sia frutto di un suicidio ma di un omicidio. Un omicidio commesso dall’asse politico/finanziaria che ha sfruttato il calcio, l’ha strumentalizzato piegandolo ai propri interessi. Tutta la storia del declino del calcio è connessa alla crisi economica del Paese: dal crack Cirio e Parmalat, ai fallimenti di grandi aziende, alle difficoltà di famiglie storiche che hanno finanziato il calcio specialmente nell’area milanese. La colpa va ricondotta all’establishment politico, finanziario, industriale del Paese che ha usato il calcio, l’ha tenuto ostaggio senza lasciarlo sviluppare secondi i migliori esempi che arrivavano dal resto del mondo. Il mondo dell’informazione e del giornalismo, secondo lei, ha troppo taciuto di fronte a questo fallimento, non denunciando la questione quando sono iniziate le prime difficoltà? Mancava anche un po’ di cultura di questi aspetti eco-

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LE ULTIME DAL MEDITERRANEO Torna con la 58esima edizione il Salone Nautico di Genova. Torna con quella che si preannuncia come una delle fiere più importanti dell’anno, tra gli yacht dei top brand internazionali, le imbarcazioni a vela, accessori e sport acquatici

bella del Mediterraneo.” Un clima ben diverso quest’anno Il Salone, in programma dal 20 al 25 settembre, che Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria, inserisce come annunciato da Carla Demaria, presidente “in un mercato che ci fa guardare al futuro. Questo è un di UCINA Confindustria Nautica, si svolgerà per Salone che deve consolidare lo straordinario successo il terzo anno consecutivo nella seconda metà del dell’anno scorso, rafforzando un rapporto di fiducia mese di settembre, un periodo che trova piena sodreciproca con la città nella disfazione in oltre il 70% costruzione di un progetto. degli espositori. Il grande lavoro svolto da I numeri confermano il trend “Il Salone di Genova è un appuntamento UCINA Confindustria Naupositivo: al 30 aprile il 98% immancabile e molto importante. tica in collaborazione con degli espositori 2017 aveva Sei giorni fatti bene possono dare le Istituzioni, fa sì che il sigià confermato la presenza, risultati eccellenti: si tratta di gestire stema funzioni. La nautica con il 64% di questi che chieè una delle sintesi di tutto deva un aumento degli spazi circa 150mila visitatori” ciò che ci rende famosi nel espositivi. Carla Demaria, Presidente di UCINA Confindustria Nautica mondo e che rappresenta Ad oggi si registrano anche e Presidente di Monte Carlo Yachts l’eccellenza degli italiani decine di nuove presenze di in questo settore.” Motivo cui più della metà dall’estero, per il quale il Salone Nautico 2018 potrebbe essere quello una crescita che si accompagna alle intenzioni di svilupdei record. Si respira molto ottimismo nel settore sia da po della città, come dichiarato dal sindaco di Genova, parte degli organizzatori che delle istituzioni: il Direttore Marco Bucci: “Lo scorso Salone Nautico è stato un granCommerciale Alessandro Campagna conferma che ci de successo anche con gli eventi del fuori Salone. Ora alziamo l’asticella. La città di Genova può ancora crescere molto e arrivare a essere la prima, la più grande e la più Carla Demaria, Presidente di UCINA Confindustria Nautica e Presidente di Monte Carlo Yachts

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Alcune delle novità Saranno molte le presenze e i lanci dei nuovi modelli realizzati dai più prestigiosi brand di yacht; tra questi spunta il nuovo X-Yachts X4⁶. L’esposizione del nuovo modello sarà affiancata agli altri del cantiere X-Yachts Italia: X4⁹, X4³ e Xp 38. Il nuovo X4⁶ si sviluppa in 14,08 metri di lunghezza e 4,25 metri di larghezza, ed è un cruiser versatile e veloce, realizzato con materiali di altissima qualità con la tecnica dell’infusione sottovuoto, il che rende questa imbarcazione un vero gioiello galleggiante. Tra le particolarità le due timonerie collegate ma indipendenti. Altro brand di rilievo presente è l’italiano Sanlorenzo che metterà in mostra al 58° Salone Nautico i suoi esemplari ed esporrà due novità: il modello SL102, conosciuto per essere il “primo mo-

sono in programma moltissime novità sia in termini di produzione, sia di presenza di brand. Il layout 2018 si presenterà come quattro saloni in uno e sarà progettato seguendo un’analisi specifica che possa soddisfare precise identità di area per ogni singolo settore con servizi dedicati a ogni target, il tutto esaltando la rappresentatività dei vari prodotti e brand presenti. Proprio su questo punto è intervenuto l’architetto Paolo Brescia, autore, insieme al team dello Studio OBR, del progetto “La Piazza del Vento” - inaugurato lo scorso anno in occasione del 57esimo Salone Nautico e donato da Ucina a Genova. Secondo l’architetto con il progetto del 58° Salone Nautico è necessario estendere l’urbanità di Genova sul mare; in cantiere dunque la possibilità di creare una piazza sull’acqua dove poter avere il piacere di ritrovarsi in pubblico e godere di un cambio di prospettiva del quartiere.

A sinistra, l’architetto Paolo Brescia. Sotto, Alessandro Campagna, Direttore Commerciale del Salone Nautico di Genova

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sott’occhio ogni angolo dell’imbarcazione consentoryacht asimmetrico al mondo” grazie al particolare tendo una maggiore sicurezza nelle manovre, per disegno con il passavanti solo sul lato di dritta che ha esempio di attracco e il nuovo Panoptix LiveScope permesso agli ingegneri e ai designer di recuperare presentato proprio in occasione del Salone - che può 10 m2 negli ambienti interni, e il SX76, un bellissimo essere utilizzato nelle modalità yacht di oltre 23 metri che esprime la LiveScope Down o  LiveScope sintesi tra il classico motoryacht con Il layout 2018 si presenterà Forward semplicemente ruotanflying bridge e l’attualissima tipologia come quattro saloni in uno e sarà do il trasduttore per utilizzare explorer. In porto anche le opere del progettato seguendo un’analisi l’apparecchiatura nella maniera cantiere Heron Yacht che porterà a più utile al tipo di pesca che Genova lo sviluppo dei nuovi modelspecifica che possa soddisfare si sta effettuando. Nel settore li Heron 56’, punta di diamante del precise identità di area per ogni della tecnologia presente anche cantiere italiano. La progettazione singolo settore la multinazionale Raymarine è stata affidata allo studio di design con il Radar Quantum 2 dotato navale SC Superyacht Design di Roma, di tecnologia Doppler anticollisione di nuova geneche ha portato alla luce le innovative versioni T-Top razione che permette, attraverso la compressione di e Open. Tante imbarcazioni ma anche molta tecnoloimpulsi, di individuare meglio gli ostacoli e i bersagli gia. Presente, come sempre in prima linea nel settore a lungo e a cortissimo raggio, evidenziando i contatti nautico, il brand statunitense Garmin. A Genova con con diversi colori per indicare se in avvicinamento o una nuova telecamera nautica e un trasduttore che in allontanamento. La tecnologia di tracciamento del mostra tutto quello che c’è sotto e davanti all’imbarQuantum 2 Raymarine è molto sofisticata, tanto da cazione. essere la stessa utilizzata dalla Guardia Costiera degli Per esattezza sono due le novità Garmin: la telecaStati Uniti. mera GC100, dotata di connessione wireless, facile Stefano Valentini da installare e da utilizzare, che permette di tenere

Il nuovo SL 102 di Sanlorenzo è una barca con un innovativo impianto asimmetrico, dove luoghi e flussi della vita di bordo saranno ridefiniti in una chiave differente.

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LA MOBILITÀ DEL DOMANI Automotive Service Group decide d’investire sulla qualità, forte della partnership strategica con ALD Automotive, gruppo leader nel settore del noleggio a lungo termine e del fleet management

Sempre più clienti, in gran parte privati, scelgono il noleggio, scelgono il pagamento di un canone mensile fisso per l’auto nuova o il veicolo commerciale per un periodo di tempo e un chilometraggio prestabiliti, su misura delle loro reali esigenze, anche per quanto riguarda la scelta del modello e della configurazione più adatta. Il noleggio a lungo termine continua a registrare numeri da record: per la prima metà dell’anno l’incremento si attesta su un +11%. Il canone cambia a seconda del tipo di veicolo noleggiato, della durata del contratto, del chilometraggio previsto, e in base al tipo di servizi supplementari che vengono scelti: auto sostitutiva, strumenti di gestione della car policy, rapporti informativi sull’utilizzazione dell’autoveicolo e la carta di credito per l’acquisto del carburante. Una formula che può variare da uno a tre anni, e meno frequentemente si può estendere fino a 48-60 mesi. Un fenomeno iniziato da pochi anni ma che sta crescendo rapidamente, anche per grandi aziende e PMI, per cui scegliere il noleggio a lungo termine significa anche potersi concentrare appieno sul proprio lavoro, mentre esperti qualificati si prendono cura dell’auto. Il noleggio a lungo termine resta, così, anche in cima ai desideri di quadri e dirigenti delle imprese del nostro

Paese come bene tangibile. Le imprese ritengono il NLT uno strumento di grande importanza per fidelizzare il dipendente e sottrarlo alle sirene della concorrenza, un aspetto quanto mai importante oggi che sulle risorse umane vengono investiti ingenti sforzi finanziari e notevoli aspettative. Automotive Service Group svolge attività di mediazione e consulenza nel settore del Noleggio di autoveicoli a lungo termine in partnership con ALD Automotive, gruppo leader mondiale nel settore del noleggio a lungo termine e della gestione delle flotte aziendali, grazie alla consolidata esperienza e qualità dei servizi maturata in oltre 50 anni di attività. L’attività di Automotive Service Group è rivolta principalmente a professionisti e PMI che intendono avvalersi dei vantaggi derivati dai servizi di Noleggio a Lungo Termine che la società è in grado di offrire, grazie alla partnership di ALD Automotive. Margherita Pituano | 110 |


| ALLA GUIDA CON ASG

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VIVERE IL BUSINESS

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E-FATTURA: UN’OPPORTUNITÀ PER LE PMI Le imprese italiane sono chiamate ogni giorno ad affrontare le sfide della digitalizzazione, come l’avvio della fatturazione elettronica obbligatoria. TIM è pronta a supportarle con un’ampia scelta di soluzioni per la gestione e la conservazione a norma di legge di fatture e documenti fiscali Dal 1° gennaio 2019 entrerà in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica B2B (Business to Business): le imprese italiane si troveranno ad affrontare quella che è una piccola grande rivoluzione. Gli standard oggi previsti per la fatturazione verso la Pubblica Amministrazione saranno quindi estesi ai rapporti commerciali fra soggetti residenti in Italia, con la successiva richiesta di conservazione digitale per dieci anni. La fatturazione elettronica può rappresentare non solo un adeguamento a un obbligo normativo, ma anche un’irripetibile opportunità di miglioramento e innovazione delle performance aziendali. Da un lato, infatti, giova all’intero sistema di gestione, grazie alla possibilità di dematerializzare non solo le fatture, ma tutta la documentazione cartacea, dall’altro lato, permette un’ottimizzazione delle risorse e degli investimenti grazie all’utilizzo di procedure più fluide e servizi avanzati. Come quelli proposti da TIM su TIM Digital Store, il marketplace dedicato a imprese, professionisti, commercianti e artigiani, che affianca le aziende in questa trasformazione. Naturalmente la fattura elettronica da sola non basta a rendere le imprese più competitive, ma rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di digitalizzazione dell’intero ciclo economico. In questo scenario non sono pochi gli interrogativi che assalgono soprattutto le piccole e medie imprese che hanno la necessità di comprendere a fondo come poter gestire questa nuova normativa senza un impatto troppo elevato sul bilancio aziendale. In risposta arrivano le nuove soluzioni tecnologiche offerte dal TIM Digital Store.

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VIVERE IL BUSINESS

Dal 1° gennaio 2019 entrerà in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica B2B (Business to Business): le imprese italiane si troveranno ad affrontare quella che è una piccola grande rivoluzione

Fattura Semplice Un servizio di gestione in cloud del ciclo di fatturazione per i liberi professionisti e la piccola e media impresa. Grazie a un design essenziale, permette di gestire ordini, preventivi e fatture con un minor dispendio di tempo. Con Fattura Semplice è anche possibile condividere i dati con il commercialista, i clienti, i fornitori e monitorare ogni giorno lo “stato di salute” del proprio business.

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A NORDIC SOUL

by “MAGNUS CARLSON” (AMiGO - 2018)

Salutiamo la fanciulla svedese, che, con “So Sad So Sexy”, decide di affrancarsi dal mondo dell’art-pop dall’anima indie, per bussare alla porta del mainstream a stelle e strisce, con destinazione piani alti classifica americana. Ti auguriamo buon viaggio dolce Li Lykke Timotej Zachrisson, perché francamente di banalità hip-hop venate R&B non ce ne facciamo poi molto, almeno da te. Un esangue dischetto che scorre senza pretese, come crediamo in America ne escano uno ogni tre giorni. E’ proprio questa sensazione plastificata e un tiro assolutamente populista e generalista, di bassa lega, che ci disturba nel nuovo album di una fanciulla da cui non ci saremmo mai aspettati un simile appiattimento. Ti abbiamo vista e sentita fragile, sofisticata, ballabile, esuberante, deliziosamente pop ma anche struggente, sofferente, amara e scarna negli arrangiamenti. In tre dischi avevi raggiunto una maturità invidiabile e uno status inattaccabile. Ora vediamo altro e quest’altro non ci interessa più. Sarà stata una pace interiore ritrovata, il figlio, un amore stabile. Non lo sappiamo. Chissà che non ci si ritrovi ancora da qualche parte, cara Lykke, perché vorremmo tanto che questo fosse un arrivederci e non certo un addio. Lo speriamo. Un disco di “Sad-pop”? No, un lavoro “sad” (per noi) e basta.

Magnus Carlson, classe 1968, ha già una lunga discografia nella sua nativa Svezia e una serie di collaborazioni che rendono il suo curriculum inattaccabile. Il suo primo album targato UK è un tuffo graditissimo e curatissimo in quel mondo ‘Northern Soul’ che negli anni ‘60 trovò terreno fertile proprio nel Regno Unito. Non cadiamo nel facile sentiero della nostalgia o del tributo, ma anzi, la scommessa è proprio quella di arrivare a chi magari di questa musica conosce poco o nulla o, spaventato da registrazioni anni ‘60, vorrebbe comunque una resa sonora ottimale. Fiati che vanno alla grande, corettoni grandiosi, ritmi incalzanti (“From Now On”, una bomba!) che in alcuni casi si aprono anche a un livello superiore d’orchestrazione, commuovendoci fin dalla prima nota (“Broken Promise Land”, tra Elvis e Roy Orbison, vi costringerà a tenere un fazzoletto a portata di mano, ve lo giuro). I colpi da 10 e lode sono “Wait For Love To Grow”, magnificamente Style Council e “Now That It’s Over” a cui è praticamente impossibile resistere, i piedi vi si muoveranno da soli! Onore a Magnus che realizza un prodotto perfetto, capace di conquistare, come dicevo sopra, sia chi quegli anni li ha vissuti sia le nuove leve (non solo Mods) che cercano suoni e produzioni accattivanti e ricche di brio.

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