Sommario Editoriale
3 Un mese ricco di eventi
Giugno 2010 Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino Per la Pro Loco di Romano: Maurizio Carlesso Direttore Responsabile: Dario Bernardi Segreteria: Stefania Mocellin In redazione: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi, Stefania Moccellin, Valeria Orso, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Silvia Rossi, Maurizio Scotton, Serenella Zen, Giuseppe Bontorin. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
Associazioni 4 Assemblea delle Pro Loco Vicentine 5 Nuova sede per la Protezione Civile 14 - 15 L’identità dei popoli
Resoconti 6 La Siriola nell’Olimpo del calcio 10 La classe del 1960 sul treno del Bernina Express 16 La scuola media Monte Grappa di Romano d’Ezzelino primeggia a Città di Castello 17 Assemblea dei soci Banca di Romano e Santa Caterina
Appuntamenti 7 Cori a Cà Cornaro 8 Back2Africa
Attualità
9 Premiato il Fatebenefratelli in Togo
Riflessioni
11 Voglio andare in vacanza da solo! 13 Scoprire la propria vocazione
Cultura
12 Mario 18 - 19
Notizie in breve
Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale E 10,00* • ordinario nazionale E 16,00 • estero E 22,00 • sostenitore E 52,00 *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco ccp. n. 9337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.
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EDITORIALE - PAG. 3
Un mese ricco di eventi… Gentili soci, fare un riepilogo delle manifestazioni in corso nel nostro Maurizio Carlesso comune, quelle appena concluse e quelle in programma fra qualche giorno diventa cosa ardua poiché sicuramente il rischio nascosto è quello di dimenticare qualche evento o qualche persona pertanto sin d’ora mi scuso se non tutto trova posto nelle nostre pagine, ma l’invito è quello di segnalarci la mancanza… vi porremo rimedio subito. Si è appena conclusa o quasi, la toccata e fuga della magnifica tappa del giro d’Italia, che i nostri ciclisti d’ogni parte della regione, ci contattano per poter seguire le orme dei loro beniamini sulle strade del mitico Grappa, abbiamo proposto loro di conoscere i nostri luoghi così ospitali, con la pubblicazione delle pagine dedicate al Brevetto del Grappa, nove salite diverse e quindi nove opportunità diverse di conoscere ed apprezzare il territorio. Questo è il senso della vostra Pro Loco la promozione in ogni modo del territorio. Si sprecano le vari iniziative sportive tra cui emergono prepotentemente i tornei di San Giacomo già inserito da anni nel contesto del mese di giugno a cui si sono agganciati il torneo di Fellette e quello dell’Asd Romano Benessere e Sport, l’unica nota stonata, forse è la contemporaneità legata al concentramento dei calendari…, ma sulle orme dei nostri campioni in Africa si fa di tutto per esserci ed emularli. Proprio da questi eventi sorge una nota positiva. La squadra della Pro Loco ha superato il turno ed è ai quarti di finale del Torneo di San Giacomo. È per noi un risultato storico, complimenti ai nostri ragazzi. Dallo sport alla cultura il passo è breve poiché, è già ai nastri di partenza l’organizzazione per metà luglio del Bak2 Africa che, nella splendida cornice del complesso dei Fatebene Fratelli a Cà Cornaro, propone la ricetta per alcune serata di musica e condivisione.
Prima, la rassegna dei Cori a Cà Cornaro aprirà il filone della musica loro dedicata con importanti ospiti e qualificatissime esibizioni. Il 10 luglio a Fellette invece, approderà la serata del Festival Voci nuove in Valbrenta che proporrà sulla scena una serata di esibizioni canore di alto livello. Piazzetta Torre ha invece ospitato delle bellissime serate che l’Associazione Symphoniae ha posto all’attenzione di tutti noi, musica il 12 giugno, danza il 15 con l’esibizione della Scuola Danza Tapergi, e gran finale il 19 giugno con l’orchestra CAM di Piovene Rocchette. Questo solo per darvi un idea di quante manifestazioni interessano il territorio a breve, ma per introdurvi al saluto che desideriamo dare a colui che queste manifestazioni tutte, curava dal profilo amministrativo. Ci ha infatti lasciati in questo caldo mese di giugno, Franco Gnesotto, amico e collaborato-
re attento a tutte le problematiche di tutte le associazioni che per attività diverse interessavano l’ufficio amministrativo del Comune presso cui operava. Attento, preciso, disponibile, ma soprattutto guida nel labirinto delle normative, che conosceva molto bene. Franco, come risolvo questo problema, Franco, ma cosa posso fare? Franco, ma che ente dobbiamo interessare… è così sempre, per ogni associazione per ogni responsabile era un “faro” che indicava la rotta utile ad arrivare in porto con le autorizzazioni a posto, i permessi e quanto altro servisse. Desidero pertanto esprimere la gratitudine mia personale, e di tutto il CdA della Pro loco. Interpretando anche il pensiero di altre associazioni, e non solo il nostro, quando penso al Sig. Franco Gnesotto, penso a lui come ad un amico che con mano ferma, precisa e competente ci aiutava in ogni occasione. Grazie Franco per quanto hai saputo dare a tutti noi.
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ASSOCIAZIONI - PAG. 4
Assemblea delle Pro Loco Vicentine Erika Piccolotto
Pro Loco: risorsa per il territorio. È stato questo il titolo della tradizionale Assemblea che domenica 18 Aprile ha riunito le pro loco Vicentine nella splendida e prestigiosa cornice del Castello Inferiore di Marostica. Per la prima volta dopo anni, c’è stata la quasi unanime partecipazione delle 120 Pro Loco della Provincia: un risultato certamente appagante e soddisfacente.
Ancor più prestigio all’incontro è stato dato dalla presenza e soprattutto dall’intervento di diverse autorità di spicco della Provincia e della Regione: il neo eletto Assessore Regionale al Bilancio Roberto Ciambetti e il neo eletto Assessore Regionale al Turismo Marino Finozzi, il Vice Presidente della Provincia Dino Secco e l’Assessore alla Cultura della Provincia di Vicenza Martino Bonotto. Per Marostica, oltre ai rappresentanti della Pro Loco, tra cui il Presidente Cinzia Battistello che ha moderato gli interventi e il vice Sergio Toniazzo, erano presenti il Sindaco Scettro Gianni e una rappresentanza della Giunta Comunale. Ha portato i saluti anche il Presidente delle Pro Loco Venete
Giovanni Follador. Gli argomenti trattati durante l’incontro sono stati importanti ed apprezzati dai Presidenti o dai rappresentanti delle Pro Loco presenti: si è discusso ampiamente in merito alla Sicurezza nelle manifestazioni con due relatori molto qualificati - il dott. Ferrigato Alberto – esperto di sicurezza con una lunga militanza in Comune e in aziende private - e successivamente il Comandante della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni del Marosticense: Trivellin Sebastiano. Molto apprezzato anche l’intervento del Consigliere Provinciale e Presidente della Pro Loco di Lugo - Vinicio Carollo - che ha ampiamente parlato dei rapporti tra gli Enti Istituzionali (Comuni, Provincie, Regione) e le Pro Loco.
Per gli accompagnatori che non hanno assistito all’incontro era prevista un’interessante escursione alla cittadina murata con la visita al Castello Inferiore, la cinta muraria, il museo dei Costumi, la Piazza degli Scacchi e altri simboli di Marostica. Così si è concluso l’appuntamento più rilevante di quest’anno per le Pro Loco vicentine, le prime grandi protagoniste del territorio. Seppure importante ed apprezzato, questo è solo un primo passo verso la consapevolezza che l’unione fa la forza e un giorno, speriamo presto, si raccoglieranno i frutti del volontariato e dell’impegno che ogni giorno i tanti volontari che ruotano attorno alle pro loco impiegano.
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ASSOCIAZIONI - PAG. 5
Nuova sede per la Protezione Civile È stato un pomeriggio di grande festa quello del 29 maggio scorso Sara Bertacco quando l’Associazione di Protezione Civile e Antincendio Boschivo del comune di Romano d’Ezzelino ha ufficialmente inaugurato il nuovo magazzino, un ampio locale messo a disposizione dall’attuale Amministrazione comunale.
Da qualche mese infatti erano cominciati i lavori per il trasloco dalla vecchia sede del “Cantinon” di San Giacomo al nuovo ambiente situato in via Mardignon, sempre a San Giacomo; i volontari hanno provveduto alla sistemazione di tutto il materiale in loro dotazione presso il nuovo capannone, posizionandolo su appositi scaffali debitamente ordinati all’interno dello stabile. Così è possibile avere sempre chiara la posizione delle varie attrezzature per consentire un rapido accesso alla stessa in caso di emergenza. La nuova sede è dotata anche di un piccolo spazio adibito a cucina per permettere lo svolgimento di qualche momento conviviale tra i volontari o i loro ospiti. Nel piazzale del nuovo magazzino è stato inoltre posizionato anche un modulo servizi dotato di bagni e docce che può essere trasportato nei luoghi colpiti da calamità naturali. Alla cerimonia di inaugura-
zione di sabato pomeriggio oltre ai volontari dell’Associazione, erano presenti anche i rappresentanti comunali accompagnati dal Sindaco Rossella Olivo, nonché numerosi volontari di altre Associazioni di Protezione Civile, giunti anche da lontano. A rappresentare la Provincia di Vicenza è intervenuto il funzionario Graziano Salvadore che nel suo intervento ha ricordato l’importanza della cooperazione tra i vari gruppi di Protezione Civile affinché si possano unire le forze capaci di far fronte alle emergenze in modo compatto ed efficiente. Anche il Presidente delle Associazioni di Volontariato della Provincia di Vicenza, Stefano Bicego, nel sottolineare il forte legame che lega l’uomo al suo territorio, ha auspicato che i piani comunali di Protezione Civile diventino sempre più una realtà praticata e conosciuta. Prima del taglio del nastro, il Presidente dell’Associazione di Romano, Giovanni
Chemello ha voluto consegnare gli attestati che la Regione del Veneto ha donato a tutti quei volontari che si sono prodigati per l’emergenza terremoto in Abruzzo. Per concludere la giornata, dopo la visita all’interno del magazzino, si è dato inizio al ricco “rinfresco” a base di minestrone e spezzatino preparato dalle abili mani dei più bravi cuochi-volontari!
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RESOCONTI - PAG. 6
La Siriola nell’Olimpo del calcio Gli organizzatori
Con la disputa della finale, vinta dal Comitato Siriola sulla Protezione civile, si è felicemente conclusa la IV^ edizione del torneo Calcio a 5 “Comunità di Romano d’Ezzelino”. Anche il torneo bambini ieri sera ha avuto il suo epilogo, con la vittoria dei bimbi di Pove. Una bella serata al termine di un lungo torneo, che ha visto la nostra comunità protagonista di avvincenti partite… con un piacevolissimo terzo tempo sotto il tendone degli alpini. Rivolgiamo a tutti voi ed indirettamente a tutti i componenti delle squadre il più sentito ringraziamento ed un arrivederci all’anno prossimo.
Desideriamo dare risalto alle note ufficiali del comitato organizzatore, ma nello stesso tempo celebrare con enfasi le due squadre finaliste che hanno offerto veramente uno splendido spettacolo. Per esperienza personale di arbitro, poche volte ho assistito ad una conclusione così
belle per un torneo estivo, sotto il profilo dell’agonismo, del tifo e del rapporto con l’avversario, bravi a tutti. Ha vinto lo spirito sportivo, ma soprattutto il Comitato Siriola… purtroppo. Alla Protezione civile auguriamo di rifarsi il prossimo anno ed estendiamo i complimenti a tutti coloro che hanno partecipato, contribuito, sostenuto l’iniziativa. Il terzo tempo sotto il tendone degli Alpini è stato importante per tutti e LORO della Siriola avevano sete ed hanno bevuto a sufficienza, al termine della finale ed oltre a ritrovarsi nell’Olimpo sportivo si sono ritrovati pieni di birra… poi non so perché ma il presidente era in difficoltà con i vestiti… aveva fatto la doccia a bordo campo. Complimenti anche a tutto il tifo organizzato delle due squadre, uno spettacolo nello spettacolo, arrivederci al prossimo anno.
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APPUNTAMENTI - PAG. 7
Cori a Cà Cornaro Nella splendida cornice di Villa Cà Cornaro, anche quest’anno verranno proposte due serate di musica d’altissimo livello. Saranno presenti il Coro di Romano d’Ezzelino, che i nostri lettori ben conoscono, mentre desideriamo farvi conoscere le peculiarità degli altri gruppi ospiti delle serate: “La pastoria del Borgo Furo” di Treviso Il Gruppo nasce durante le festività Natalizie del 1988 con una prima esibizione al caffè Pedrocchi in Padova. Il Gruppo prende il nome dai “borghi furi”, le località situate fuori dalle porte delle città e dei grossi centri abitati a partire dal Medioevo, in cui si fermavano i pastori che scendevano dalle montagne del Cadorino e del Feltrino. Dopo un periodo iniziale di riproposta della musica popolare con antichi strumenti, il Gruppo ha allargato la sua attività riproponendo in musica antichi.
zioni e premi che la critica ha loro assegnato in virtù delle prestigiose ed importanti esibizioni effettuate.
Il gruppo Corale lucchese “Il Baluardo” Nato nel 1989 ad oggi ha partecipato ad oltre 400 concerti. Si è esibito in diversi paesi d’Europa. Ha allacciato proficui rapporti di collaborazione con altre realtà corali italiane ed estere. E’ diretto da Elio Antichi baritono, direttore artistico delle manifestazioni organizzate da Il Baluardo. Il Concerto che il gruppo propone è costituito da canti popolari toscani, nazionali ed internazionali. I Il gruppo Amazing Gospel Choir brani sono di norma eseguiti a cappella, nelle 4 L’Amazing Gospel Choir nasce nel gennaio 2001. voci classiche, con l’inserimento di solisti, sempre Sotto la direzione di Marica Fasolato, il gruppo in dialetto o lingua originale. iniziale di una quindicina di coristi si evolve musicalmente raggiungendo nel giro di pochi mesi Il Coro Vos de Mont un organico di cinquanta elementi di diverse età Fondato a Tricesimo nel 1979 da allora mantiene e nazionalità. Il coro si propone di approfondire intatta la voglia di tradurre in canto le emozioni lo studio e lo spirito dei canti afro-americani, spi- che il suo maestro, Marco Màiero, trascrive con ritual e gospel,riservando particolare attenzione sapiente mano artigiana. Il repertorio, sia in itaalla traduzione e alla presentazione dei testi, con liano che in friulano, è apprezzato anche al di fuori della Regione, e molti cori, eseguendolo, agganci e riferimenti biblici. Il suo palmarès è costellato di grandi soddisfa- lo trovano molto stimolante. Così, proponendo
Domenica 13 Giugno il Coro Ezzelino ha partecipato alla 34^ rassegna Venezia in Coro. La maratona corale svoltasi nella piazza davanti al conservatorio Benedetto Marcello, animando alcune vie e pazze di Venezia concludendo la sua giornata con un concerto presso la casa di riposo Carlo Steb. Il sole che ci ha accompagnato per tutta la giornata, al ritorno ha deciso di lasciare posto a pioggia e grandine. Considerando che per la nostra maestra, Baggio Barbara, questo è stato il suo battesimo come direttore del coro con un concerto ufficiale, speriamo che il detto che si usa per le spose valga anche per la nostra maestra “ maestra bagnata maestra fortunata”.
canti nuovi ed originali, il “Vôs de mont” è diventato un raro esempio di “coro d’autore”. Il maestro Marco Màiero è nato a Tricesimo nel 1956. Nel 1981 si è diplomato in trombone presso il Conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine. Ispirato fin da ragazzo dai canti della SAT di Trento, nel 1979 ha fondato il coro “Vôs de mont”, con il quale ha iniziato a comporre brani originali di cui è autore del testo. La profonda poesia dei suoi canti, intimamente legati alla terra friulana, la essenziale armonizzazione di eleganti ed ispirate melodie, sono punti di riferimento per un rinnovamento del repertorio corale. Ha ottenuto di recente tre importanti riconoscimenti a livello nazionale: - XVII edizione del “premio ai benemeriti della coralità italiana” a Ponte dell’Oglio nel 2002 - VII riconoscimento musicale “il Caravaggio” a Caravaggio nel 2003 - Premio “Mario Fontanesi” a Toano nel luglio 2005 Con la speranza di regalarvi magici scorci di musica e cultura, non ci resta che invitarvi ad essere presenti per poter condividere assieme a noi questi momenti. Vi aspettiamo…
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APPUNTAMENTI - PAG. 8
Back2Africa Immaginare l’Africa è da sempre un esercizio dell’uomo occidentale. Molte persone, in modi e strumenti diversi si sono cimentate a farlo: chi avendola vista con i propri occhi e con il desiderio di farla immaginare; chi non avendola vista mai e con la voglia di immaginarla per sè. Libri, poesie, raccolte, fotografie, filmati, oggetti spesso sfociano in progetti.
Back2Africa è un Progetto, partito dall’immaginazione dell’Africa e coltivato con viaggi, relazioni, emozioni e pensato per costruire un evento innovativo che possa rappresentare un ponte interculturale tra le due società. Back2Africa nasce nel 2006 riunendo un gruppo di persone mosse dal desiderio di costruire un appuntamento in grado di coniugare divertimento, cultura e solidarietà. Da allora ci sono state 4 edizioni, in un crescendo di successo e consenso che hanno alimentato la creazione di un network di partners importanti. Mobilitare cultura di matrice africana presente nel territorio e farla ritornare in Africa sotto forma di aiuti operativi rivolti al suo futuro: i bambini del Continente Nero, a partire da quelli di Togo e Benin, nelle missioni sostenute dalla Onlus UTA. Questo è l’impegno degli organizzatori.
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ATTUALITA’ - PAG. 9
Premiato il Fatebenefratelli in Togo
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RESOCONTI - PAG. 10
La classe del 1960 sul treno del Bernina Express Maurizio Carlesso
Una levataccia, ma alla fine i nostri 26 eroi della classe 1960 si sono ritrovati alla partenza della due giorni dedicata ai festeggiamenti per i loro primo 50 anni di vita… Ben organizzata e con uno splendido programma la comitiva ha dapprima raggiunto Trento per inerpicarsi poi nella Val di Sole e quindi raggiungere il passo del Tonale.
Appena il tempo di un caffè e giù per le valle bergamasche scollinando dopo il passo dell’Aprica nella splendida Valtellina. I primi problemi sulla strada li avevamo già avuti sul passo del Tonale, dove, strada di transito del giro d’Italia, avevamo subito delle deviazioni e dei rallentamenti. Che uno degli organizzatori fosse un ciclista patito lo capimmo subito dopo, quando, giunti a Tirano, la carovana del Giro d’Italia ci sbarrò la strada e bloccò il nostro viaggio. Che sia stato un caso Leo? Poco male, una sosta piacevole. Abbandonato l’autobus a piedi abbiamo raggiunto il nostro ristorante non prima di aver assaporato l’atmosfera che aleggia intorno al ciclismo. Un ottimo pasto a base di specialità Valtellinesi e via pronti per salire sul mitico trenino rosso che collega Titano (Italia) a Saint Moritz (Svizzera) passan-
do per i più bei panorami delle Alpi. Laghi ghiacciati, pareti di neve perenne, slavine imponenti, panorami mozzafiato, caprioli e daini, sono stati i compagni di viaggio per la traversata delle Alpi. Al sole italiano è subentrato il maltempo elvetico, un vento freddo e una fastidiosa pioggia hanno accolto il gruppo a Saint Moritz, ma poco importava, un rapi-
do sguardo al lago ed un giro in città ci hanno consegnato al nostro autista che nel frattempo ci aveva raggiunto in loco. Lasciata la Svizzera siamo rientrati in serata a Livigno, a 1800 mt. di quota la temperatura era veramente fresca ed il maltempo non dava tregua. I bagordi della serata e la permanenza del giorno successivo resteranno caro ricordo per chi era presente, alle 13,00 con un ultimo sguardo alla ridente località che ci aveva ospitato, siamo partiti per rientrare a Romano e l’ultima tappa culturale l’abbiamo fatta nella mitica cittadina medioevale di Glorenza in Alto Adige. Per tutti l’appuntamento è stato dato al prossimo anno e da tutti sono giunte parole di ringraziamento a Leo e Franca per la fattiva ed ottima organizzazione. Un arrivederci a tutti e grazie di esserci stati.
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RIFLESSIONI - PAG. 11
Voglio andare in vacanza da solo! Che dilemma! Per i nostri adolescenti le solite vacanze sono diventate Cinzia Bonetto una noia! Fino a ieri sembravano felici nel ritornarvi ogni anno e ritrovare gli amici di sempre. Ora invece vogliono fare un viaggio da soli, con nuovi compagni, la tenda, il sacco a pelo, lontano da casa. Sentono il bisogno di libertà, sono attratti dal brivido dell’avventura. Le prime richieste di autonomia da parte dei figli adolescenti, arrivano, quasi sempre d’estate. “Meglio che per quest’anno tu venga ancora con noi” verrebbe da rispondergli, ma si rischia di scatenare un’estate infernale! Bisognerà improvvisarsi “mediatori” per riuscire a conciliare il naturale desiderio di libertà dei più giovani da un lato, e sedare, dall’altro, ansie, dubbi e perplessità. Il primo consiglio è quello di evitare una contrapposizione dura: non paga mai e radicalizza le posizioni portando ad un inevitabile scontro. Diventa importante valutare il grado di responsabilità dei ragazzi facendo attenzione all’organizzazione della sua vacanza: - Gli amici con cui pensa di condividere l’esperienza - La scelta del mezzo di trasporto - I conti per vedere quanti soldi saranno necessari - La destinazione Siate interessati a ciò che stanno facendo e fatevi coinvolgere dando loro dei consigli utili. Esistono organizzazioni alle quali i ragazzi possono rivolgersi per trovare soluzioni economiche adatte allo loro età. È importante tenere sempre aperto un canale di comunicazione, di scambio, in modo da rendere sempre più elastico quel cordone ombelicale che lega genitori e figli. Tra le preoccupazioni maggiori di un genitore di fronte alla richiesta di fare vacanza da soli c’è sicuramente quella legata alla sessualità di
ragazzi e ragazze. Durante l’adolescenza la maturazione sessuale non va di pari passo con quella psicologica. I genitori temono che la sessualità prorompente, tipica dell’adolescenza, diventi un momento “pericoloso”. Anche in questo caso vale la pena parlare per sedare preoccupazioni e per dare ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare un periodo di vacanza in compagnia dei loro coetanei. Il silenzio è nemico della crescita e non mette al riparo da incidenti: quindi affrontate senza indugi quello che sono i punti cardine delle vostre preoccupazioni. Se il primo viaggio da soli ha soprattutto il significato di una partenza, di un allontanamento da casa e dai legami familiari, in seguito rappresenta invece un punto di arrivo: ciò che si cerca diventa più importante di ciò che si lascia. La prima esperienza fuori dalla famiglia, se ben organizzata, non lasciata al caso e condivisa con i vostri figli, sarà un’occasione di crescita per tutti, oltre a diventare un argomento di comunicazione, una volta tornati. Buone vacanze a tutti!
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CULTURA - PAG. 12
Mario Gianni Dalla Zuanna
Il 16 giugno 2008 ci lasciava Mario Rigoni Stern, uomo della nostra terra e uno dei grandi della letteratura italiana contemporanea. Ci ha regalato pagine indimenticabili di vita vissuta sulle nostre montagne, ci ha raccontato l’orrore della guerra senza retorica, senza compiacimento, ma con grande efficacia, ci ha parlato di natura, di animali, di caccia, di tradizioni come pochi altri. Io credo però che la sua grande eredità per noi non risieda tanto nell’opera del letterato, quanto nel suo modo di essere uomo. Lui ha sempre dichiarato che il suo più grande capolavoro non sono i libri scritti, ma il non aver perso nessuno dei compagni che si affidavano a lui nella prima parte del ripiegamento. Gioanin, il giovane alpino che gli chiedeva: “Sergent magiùr, ghe rivaren a baita?”, si rivolgeva ad un ragazzo di ventidue anni, che già gli sembrava un veterano. Mario ha sempre conservato, anche nei frangenti più difficili, la sua statura di uomo, la sua dignità, che lo ha portato, durante la decisiva battaglia di Nicolajevka, a bussare ad una isba prima di entrare. Difficile per chiunque in quei momenti di combattimento non affidarsi all’istinto primordiale, ma lui, come gli era stato insegnato a casa, ha bussato e si è qualificato come ospite. Col fucile in mano, quando ha visto i soldati russi a tavola, ha detto semplicemente: “Mniè khocestia iestj”, cioè: “Ho fame, desidero mangiare anch’io” e dopo, uscendo ha chiesto un favo di miele per i compagni. È sempre rimasto
Sede: Romano d'Ezzelino (VI) - Viale Europa, 25 Tel. 0424 31138 - Fax 0424 513118 Carrozzeria ed accessori: Tel. 0424 512424 - 512030
fedele a sé stesso, ambasciatore della propria terra e della propria gente, con occhio critico ed attento ai cambiamenti. “Ormai la gente non canta più per strada come una volta, – mi diceva un pomeriggio di dorato autunno – e nessuno si ferma più ad osservare le stelle nelle notti limpide”. Si lamentava che anche i nostri paesi stanno perdendo di identità e diventano dei posti dove la gente, dopo il lavoro, si limita a lavare l’auto e a tagliare il giardino, senza più socializzare con gli altri. A me personalmente mancherà questa figura di saggio di montagna, che ci invitava ad essere noi stessi, a gioire della nostra terra, delle nostre tradizioni, della nostra storia, aperto agli altri e al mondo, consapevole che il suo orizzonte, quella linea di monti che vedeva ogni volta al mattino da casa sua, preesisteva prima di lui e sarebbe rimasto uguale dopo la sua morte. C’è un modo di dire che recita così: “Sfortunato quell’uomo che non lascia il mondo migliore di come l’ha trovato”. Io credo che Mario abbia contribuito molto a rendere migliore il nostro.
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RIFLESSIONI - PAG. 13
Scoprire la propria vocazione L’uomo non ha una vocazione, ma è vocazione per il semplice fatto che Suor tutti siamo stati chiamati attraverso l’esistenza. Vocazione che si chia- Amelia Scanagatta risce e si sviluppa gradualmente utilizzando doni, assumendo valori, assumendo responsabilità. Ognuno di noi ha dentro di sé delle caratteristiche che sono proprie, lo rendono unico e irripetibile. Queste costituiscono il nucleo più profondo di noi da dove nasce la propria vocazione, cioè il modo originario con cui ciascuno è chiamato a realizzare in pienezza il proprio progetto di vita, per se e per la storia. In questo senso ci pare di poter dire che la vita stessa è una vocazione di coraggio, che si esprime con l’impegno personale di ogni giorno, sino all’ultimo giorno. L’agire dell’uomo in tutti i suoi comportamenti chiede scelte intelligenti e volontà di portarle a termine. Esiste una storia segreta che tesse ogni giorno le trame della vita, per cui è importante saper scoprire in ogni situazione quel segreto, che ci rende capaci di vivere la realtà quotidiana come opportunità sempre nuova di crescita e di cambiamento: quello che ci viene offerto oggi non ritorna domani. Per crescere e poter dire di aver davvero vissuto è importante vivere il tempo dell’esistere come cammino, con lo sguardo rivolto sempre oltre l’orizzonte del quotidiano. Ogni vocazione richiede una risposta e questa risposta si realizza mediante l’adempimento del compito che la vita ci ha affidato. È necessario però avere coraggio e fiducia in se stessi per scegliere un percorso di rinnovamento in sinergia con le leggi e i ritmi della natura che costantemente si rinnova. Abbiamo comunque il compito e il dovere di dare sempre e comunque quel tocco di colore che dà ai nostri giorni una nuova luce. Dobbiamo inoltre tener presente che
la vita è qui, la vita è adesso nell’accettazione del reale, nel comunicare con la terra, con l’universo, con se stessi. Vivere cioè nel mondo sapendo di dover essere fermento di novità per scoprire l’alta vocazione a cui l’uomo è chiamato. Allora cambiare significa avanzare nella vita con le antenne aperte al nuovo che emerge e illumina la scoperta di altre vie. Tutto questo i può aiutare a capire che la vocazione alla crescita e allo sviluppo sono insiti nella natura dell’uomo, per cui è importante aver chiara questa consapevolezza, allo scopo di valutare l’esistenza in modo più profondo e vero. Inoltre per divenire testimoni autorevoli, sereni e coraggiosi è importante acquisire la capacità di saper reinventare ogni giorno la propria vita, la propria missione. Divenire ancora persone aperte al dialogo, alla collaborazione, alla corresponsabilità, persone luminose e significative che sanno rendere ragione della propria fede con atteggiamenti coerenti e convincenti. Anche se a volte nella nostra vita si frappongono degli ostacoli che ci sembrano insormontabili, è sempre
possibile porvi rimendio: basta rimettere in atto un po’ di coraggio profetico. È questa forza interiore che ci permette di mantenere un rapporto positivo con tutte le realtà, sopratutto con quelle realtà che tendono ad oscurare la vita. Siamo allora invitati a vivere intensamente il presente e ad aver fiducia nel domani, perché ogni giorno si presenta con la sua novità da scoprire e da cogliere come opportunità inedita, fare sempre un passo nuovo nel senso di crescita umana e spirituale, avere ancora un’immagine positiva di sé nelle proprie capacità e nei propri limiti con un sano realismo. La vita dell’uomo è sempre attraversata da imprevisti che richiedono nuove energie, per cui è importante aver chiara la meta a cui tendere, allo scopo di realizzare quello per cui la vita ci ha chiamato ad essere, con una propria vocazione. Il nostro essere dentro la storia ci chiede il coraggio di metterci in gioco per accogliere la vita, poiché la partita di questo gioco è la partita della vita.
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ASSOCIAZIONI - PAG. 14
L’identità dei popoli Duilio Fadda
Sabato 5 giugno in chiesetta Torre a S. Giacomo di Romano d’Ezzelino, il circolo Sardegna Nostra ha dato inizio ai festeggiamenti per il trentesimo dalla fondazione. Nel 1980 esattamente a novembre di quell’anno si riunirono in assemblea un numeroso gruppo di Sardi residenti nel territorio del Bassanese e diedero vita alla prima associazione di Sardi del Veneto. Questo, è motivo d’orgoglio dei primi iscritti e, soprattutto, dei fondatori del nostro circolo. Per questi motivi abbiamo creduto importante parlare in un convegno dell’identità dei popoli, proprio perché sempre con maggior forza sta crescendo questa voglia di parlare di popolo Sardo, ricco di tradizioni, di storia e di cultura.
L’idea di fare un convegno nacque alcuni mesi fa e veniva dalla voglia di dare risposte al simbolo principe della Sardegna, la Bandiera dei quattro mori. Purtroppo per motivi che non sto a spiegare abbiamo sviluppato solo la seconda parte della nostra idea, cioè parlare di autonomismo e di federalismo. Due modi di governare le Regioni Italiane, con molta prudenza abbiamo voluto parlare di questi argomenti con persone che conoscono i due temi, perciò siamo andati ad invitare un esponente di un partito Sardista, i Rosso Mori, ed un esponente del partito del federalismo, la Lega Nord. L’invito è stato poi rivolto anche ad altri interlo-
cutori che per vari motivi non hanno partecipato all’assemblea, l’unica persona che si è presentata ma non ha potuto partecipare per impegni presi precedentemente, è stata, il sindaco di Cassola, Signora Silvia Pasinato. A condurre il convegno c’era Ilenia Dal Prà, referente per il Comune di Romano dell’ufficio cultura, ed i due relatori erano Roberto Carrus, dirigente nazionale dei Rosso Mori e l’onorevole Manuela Lanzarin della Lega Nord e Sindaco di Rosà. Il convegno è stato aperto dal Saluto del Presidente del circolo Sardo, Gianni Denti, e fra le tante cose dette ha puntualizzato che: “I sardi/e residenti nel territorio hanno saputo integrarsi molto bene con la popolazione locale tant’è vero che molti conterranei hanno trovato oltre che una grande accoglienza, anche la possibilità di mettere su famiglia con i residenti. Da questa grande intesa con i veneti è nata poi una vera amicizia e un rispetto reciproco, anche con le amministrazioni locali. Da questi valori viene anche l’idea per il nostro convegno, perciò ringraziamo il sindaco e l’amministrazione dell’opportunità che ci hanno dato”. È seguito poi il saluto della signora Rossella Olivo, sindaco di Romano, che ha detto: “L’associazione Sardegna Nostra è per noi motivo d’orgoglio ed al tempo stesso di ammirazione,
infatti questo circolo pur non avendo grandi numeri fra gli iscritti è quasi sempre presente alle manifestazioni di carattere socio-culturale nel territorio Romanese, e non solo. Per questo loro impegno, noi amministratori siamo felici di poter dare a loro opportunità come questa di oggi, specialmente nell’anno del compimento del trentesimo anniversario”. Da quel momento è cominciato ufficialmente il convegno, con la domanda formulata da Ilenia Dal Prà a R. Carrus: La regione Sardegna può vantare una lunga tradizione autonomista, da cosa nasce l’autonomismo? È ancora funzionale al giorno d’oggi? Carrus: L’autonomismo, con la Regione Autonoma della Sardegna, nacque nel 1948 dopo la raggiunta autonomia della Sicilia (1946) in seguito ai moti popolari per l’indipendenza. Anche la Sardegna con l’allora partito Sardo D’Azione di Emilio Lussu, fece una grande battaglia per avere più poteri e leggi più adeguate alla situazione regionale di quei tempi. Oggi la formula dell’autonomia non è più idonea ai giorni nostri e si può dire che il progetto federalista, soprattutto quello fiscale, tende a piacere sempre di più ai cittadini ed ai politici Sardi, prova ne è, che c’è un continuo proliferare di partiti Sardisti, oggi si contano almeno 5 formazioni fra indipendentisti e federalisti. Poi rivolgendosi all’onorevole Lanzarin: A che punto è, vista la sua esperienza di parlamentare, il processo legislativo che dovrebbe portare ad un assetto federale dello stato?
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Innanzitutto, trovo piacevole che da una regione del Sud vengano questi segnali, ciò sta a significare che il nostro progetto non è del tutto sbagliato ed ha fatto bene Carrus a ricordare il federalismo fiscale, sul quale si sta lavorando alacremente in commissione parlamentare per portare a termine questa prima tranche della legge sul federalismo. Noi speriamo di raggiungere l’obbiettivo del federalismo fiscale entro l’anno, inoltre volevo ricordare che i meccanismi di finanziamento alle regioni in difficoltà non scomparirà del tutto ma sarà rivisto con una serie di aggiustamenti per poter favorire l’autonomia di ciascuna regione eliminando di fatto l’assistenzialismo. A questa risposta ha fatto seguito una lunga relazione dell’assessore Carrus, che in pratica ha ribadito che: “L’autonomia così com’è oggi in Sardegna è solo un fatto formale. In effetti l’autonomia così come concepita presuppone l’affrancamento a questo o quel Governo senza disporre pienamente delle proprie decisioni, che sono demandate al potere che sta al di sopra. Inoltre lo statuto della Regione autonoma della Sardegna che doveva essere modificato già dalla precedente Giunta regionale, tuttora è in attesa di modifiche per adeguarsi alle esigenze di questi tempi. E comunque, ogni Giunta regionale che ha governato in questi sessant’anni di autonomia ha sempre annunciato modifiche allo statuto speciale, ma, ancora siamo in attesa di queste. Ecco che allora, accogliamo volentieri il proget-
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to di federalismo fiscale con la prospettiva di un federalismo compiuto da qui a qualche anno, ma, siamo contrari al progetto di indipendentismo formulato da altri gruppi o movimenti. Il nostro interesse è per uno stato Italiano purché sia federalista”. La successiva domanda era: Si parla di federalismo, ma, anche gli Stati Uniti d’America lo sono, voi fatte riferimento a questi? La risposta è venuta dall’Onorevole Lanzarin che ha detto: “Il federalismo che perseguiamo è più vicino alla Catalogna perché rappresenta una formula più mediterranea, più europea, con caratteristiche diverse dagli States e poi in fondo non è che esiste una precisa trasposizione di un modello rispetto ad un altro”. Si è quindi passati alle domande del pubblico e la prima è stata: La Sardegna come il Trentino Alto Adige, il Friuli etc sono anche loro Regioni a Statuto speciale, come mai nei loro territori non manca il lavoro o hanno un tenore di vita più alto, con più agevolazioni rispetto ai nostri conterranei? È subito seguita una domanda, con una lunghissima premessa, dalla presidente del circolo di Vicenza, Signora Cossu: “Premetto che prima di
essere Sarda, sono Italiana e quindi disapprovo con decisione qualsiasi formula che porta al disfacimento dello stato italiano così come è oggi concepito… Dopo una continua premessa è stato chiesto alla presidente di formulare la domanda però a quel punto si era già risposta da se e con questo intervento il convegno è stato chiuso. C’è da notare che la partecipazione è stata scarsa, per varie motivazioni, e che fra il pubblico erano presenti, gli Assessori Massimo Ronchi, David Cei, la consigliera comunale Luigina Torresan, il presidente della Pro loco di Romano Maurizio Carlesso e due consiglieri dell’opposizione, Lorenzo Zen e Luciano Dissegna. Dall’analisi fatta dal nostro circolo sul convegno, la riteniamo una esperienza positiva che in futuro, se dovessimo ripeterla, si dovrebbe organizzare con una maggiore pubblicità; da parte mia ritengo che è stato raggiunto il vero scopo, che era quello di parlare di diversità tra i popoli ma anche di unità d’intenti nel perseguire gli obbiettivi. L’unica domanda che mi resta da fare è questa: Ad un anno dai festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia, nessuno si è sentito in dovere di porre un quesito su questo argomento, c’è da preoccuparsi o è stata solo una cosa involontaria?
I recuperanti La grande guerra aveva lasciato le nostre montagne sconvolte dalle bombe, rivoltate più e più volte. Per quanto si fosse lavorato per riparare i danni, le ferite erano ancora evidenti attorno agli anni cinquanta. E i segni della guerra erano sotto gli occhi di tutti. Il suolo era disseminato di borracce, elmetti, baionette, pezzi di moschetto e schegge di ferro. Sulle stradine sterrate o lungo i viottoli, subito dopo un acquazzone, noi bambini si andava a raccogliere, grosse come biglie, le palle di piombo che affioravano in superficie in quantità quasi inesauribile. Questa raccolta, molto più modesta, è possibile farla ancora oggi, dopo quasi cent’anni. Appena sotto la crosta del terreno continuavano a dormire, oltre ai morti ignoti, un numero impressionante di bombe esplose ed inesplose. Il ferro con cui erano costruiti questi ordigni era un ferro altamente commerciabile. Solo che occorreva individuarlo, estrarlo da sotto terra e raccoglierlo. Tutti gli anni, subito dopo l’estate, arrivavano da noi, con la richiesta di un buco nel fienile per dormire, i recuperanti, cioè i cercatori di materiale bellico. Per lo più venivano dall’altopiano di Asiago. In particolare da Gallio e da Foza. Erano armati di un piccone, di un badile e di un tondino di ferro lungo due metri, grosso quanto un dito e appuntito a una delle estremità. Al mattino, quando ancora albeggiava, si recavano nel pascolo del demanio e, scelto il terreno adatto, cominciavano a sondarlo con il tondino fino a che incontravano qualche ostacolo. Allora davano un colpo secco all’oggetto misterioso nascosto sotto terra, e subito estraevano l’asta per controllarne la punta. Se questa era bianca avevano incontrato una pietra, se invece presentava tracce di ruggine significava che avevano trovato del ferro. Dal suono più o meno sordo riuscivano a calcolare l’entità della scheggia o della granata. Allora cominciavano a scavare fino al recupero del pezzo. Lo riponevano nello zaino e chiudevano la buca riordinando le zolle per non rovinare il pascolo. Poi cominciavano da capo in un altro posto. Alla sera ritornavano stanchi sotto il peso dei loro zaini e versavano il contenuto sopra il mucchio di ferro raccolto nei giorni precedenti e che alimentavano giorno dopo giorno, fino a quando il mercante non veniva ad acquistarlo. Dopo cena noi bambini si ascoltava le storie che essi ci raccontavano mentre separavano il ferro dal piombo, dal rame e dall’ottone. Questa operazione permetteva loro di guadagnare qualche spicciolo in più. Qualcuno più coraggioso o imprudente riusciva a disinnescare anche le bombe. Ma era un’operazione altamente rischiosa. Adesso penso che fosse per loro una sfida. Una sfida finita tante volte in tragedia. Mocellin Sergio G.
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La scuola media Monte Grappa di Romano d’Ezzelino primeggia a Città di Castello “Abbiamo inseguito un sogno… quello di poter emulare i compagni che ci hanno preceduto ottenendo dei riconoscimenti personali e di gruppo in un contesto diverso da quello scolastico. La soddisfazione più grande è quella di esserci riusciti!” Così l’espressione di un alunno tredicenne del corso ad indirizzo musicale di ritorno dal Concorso Nazionale “Enrico Zangarelli” di Città di Castello a cui ha partecipato, insieme ai suoi compagni di seconda e terza F della Scuola Secondaria di Primo grado “Monte Grappa” di Romano d’Ezzelino. Il concorso nazionale rappresenta infatti, come nota il Dirigente Scolastico che ha vissuto direttamente l’esperienza, un’ocdi fare la propria parte, casione straordinaria per di dare il proprio conmettere in luce le abilità tributo, insegna la soliNelle aule della e le competenze musicali darietà, la responsabiScuola Media sviluppate nel corso del lità, il rigore…e anche “Dante Alighieri” si triennio dagli alunni ma il la capacità di sapersi sono sfidati oltre valore aggiunto è rappresottoporre a giudizi e 1200 studenti per un sentato dall’opportunità di critiche. totale di 739 audizioni Nelle aule della Scuola realizzare le proprie pertutte di altissima formance a contatto e a Media “Dante Alighiequalità. confronto con altri gruppi ri” si sono sfidati oltre e scuole ad indirizzo mu1200 studenti per un sicale presenti sul territototale di 739 audiziorio nazionale. Ognuno impara a conoscere ni tutte di altissima qualità. Il M° Michele meglio se stesso, a scoprire risorse inesplo- Rossetto della Commissione Giudicatrice ha rate, a gestire emozioni, a sviluppare una parlato di “grande professionalità” dei doforte coesione centrata sul compito e non centi accompagnatori e di come il concorso solo… Suonare insieme per ottenere risulta- rappresenti “un’ottima palestra per gli aspiti apprezzabili impegna ciascuno nel dovere ranti musicisti”. Un particolare plauso va ai
Docenti di strumento: Marcello Godi, Oscar Fraschini, Cristiano Roncato e Monica Zardo che hanno mostrato doti professionali non comuni e una sensibilità educativa originale con i loro alunni. Gli alunni della classi 2ª e 3ª F Scuola Media di Romano si sono classificati in ordine alle sezioni prescelte: primi con una composizione di 12 elementi nella Poket Simphony con punti 98/100, al 2° posto con l’esecuzione del brano di C. Saint Saens “Le petit carnaval des animaux” con punti 94/100 e al 3° posto con un quintetto con punti 85 su 100. Si sono classificati al 2° e 3° posto anche due alunni chitarra-solista con punti 95 e 89/100 e a concludere, il maggiore prestigio giunge con la valutazione attribuita all’orchestra classificatasi al 2° posto con punti 92/100 nell’esecuzione dei brani “Hail Holy Queen” - “Oh happy day”con voce solista di Esosa Ongbayengbong e “Slavonic dance” opera n. 46 di A. Dvorak. Il prossimo appuntamento per l’orchestra del musicale della Scuola sarà all’Auditorim “Vivaldi” di Cassola con lo spettacolo “School Act” il prossimo 22 maggio con due spettacoli: uno al mattino per le scolaresche e l’altro alla sera alle 20.30 per gli adulti. Lo spettacolo teatrale messo in scena con 100 alunni e che prevede la presenza anche di una trentina di insegnanti è il remake del ben più noto “Sister Act”. Un’ulteriore esperienza di condivisione non solo dell’arte di suonare e recitare insieme ma anche di esprimere solidarietà attraverso linguaggi universali che varcano ogni frontiera.
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Assemblea dei soci Banca di Romano e Santa Caterina Assemblea per approvazione bilancio e rinnovo cariche alla BCC di Romano e Santa Caterina. Si è tenuta sabato 15 maggio alle ore 15,30 in seconda convocazione l’annuale assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2009 della Banca di Romano e Santa Caterina. Utile in calo ma attività in deciso aumento ed in misura notevolmente superiore alle medie regionali e nazionali. A fronte di una contrazione del risultato d’esercizio a 403 mila euro, l’attività di raccolta diretta cresce del 8,12% (media banche venete 7%, media BCC 7,10%) e l’attività di erogazione del credito cresce del 6,92% contro una contrazione del sistema bancario veneto del –3% (media BCC +5%). “Il risultato d’esercizio in contrazione è un dato generalizzato a tutto il sistema che da noi assume valori ancora più marcati anche a seguito della decisione presa dal CDA di condividere le difficoltà del momento da parte delle aziende non effettuando manovre generalizzate a difesa della redditività” ha dichiarato il presidente Martini. “Inoltre, ha proseguito il presidente, abbiamo riconfermato quasi interamente gli interventi a favore del territorio; oltre 400 sono stati i gruppi e le associazioni beneficiarie di contributo, a testimonianza di un’attenzione al nostro territorio che non viene meno, filo conduttore della nostra attività. Raccogliamo i risparmi del territorio e li restituiamo sotto forma di finanziamenti alle imprese e alle famiglie affinché possano continuare ad essere il carburante dell’economia locale”. A dimostrazione dell’interesse che questa caratteristica specifica delle BCC raccoglie sul territorio, sono stati presentati anche i considerevoli progressi sul fronte dell’acquisizione di nuovi soci, aumentati di oltre 200 unità nell’anno in corso arrivando a sfondare quota 2500.
Nel corso dell’assemblea i soci sono stati anche chiamati a rinnovare le cariche sociali: una sola lista presentatasi che ha ottenuto la riconferma con votazione palese. Quattro i nuovi innesti che entrano a far parte del Consiglio di Amministrazione della banca: Farronato Alessandra professionista in Romano, Gino Eger di Mussolente già amministratore dell’istituto e con importante bagaglio di esperienza di imprenditore, Nereo Ronzani libero professionista di Lusiana, e Silvano Zanella di Bassano del Grappa, imprenditore. I nuovi consiglieri affiancano i già presenti Vicepresidenti Onorio Zen (imprenditore di Romano) e Rudy Cortese (avvocato di Crosara di Marostica) e i consiglieri Lorenzo Bertacco (imprenditore di Marostica) e Piergilio Novello (imprenditore di S. Caterina di Lusiana). Umberto Martini, riconfermato alla presi-
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denza, ha rivolto un caloroso ringraziamento ai consiglieri uscenti che “con la loro disponibilità hanno consentito di ritrovare un’unità importante ed indispensabile all’intera base sociale”. Importanti e positivi gli interventi effettuati nel corso della discussione da parte dei soci che hanno consentito di fermare l’attenzione della platea sulla situazione attuale della crisi, sull’andamento e sulle aspettative del mercato dei tassi, sulla visione e sulla missione del fare banca di credito cooperativo. Al termine dell’assemblea la serata è proseguita con un riuscitissimo momento conviviale durante il quale sono stati proposti all’attenzione dei numerosi soci presenti due conivolgenti spettacoli teatrali messi in cantiere dal gruppo di Contrà Ca’ Cornaro di Romano e dalla compagnia La Canaola di S. Caterina di Lusiana.
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Enoteca “Mariga” Una delle ultime battaglie di Gino Veronelli: il prezzo sorgente. Ovvero l’indicazione in etichetta dei prezzi all’origine. Ieri - 15 maggio - è stata inaugurata a Bassano del Grappa, l’Enoteca Mariga. Giancarlo Baron applica ricarichi onestissimi, e nella sua bottiglieria non troverai mai un vino industriale. Vi trovano spazio solo onesti vini contadini. Enoteca Mariga, Via Macello 3 - Bassano del Grappa. Come potete vedere i giovani di Romano o S. Giacomo di Romano in tempi di crisi paventata e di grandi difficoltà economiche sfidano la sorte creando un nuovo modo d’investire soldi e carriera dando spazio a idee futuristiche nell’enogastronomia. Carlo, Carlo Baron oltre ad aver creato un nuovo punto di aggregazione per esperti enologi e degustatori, ha intrapreso la professione dell’esperto in prodotti Biologici e biodinamici, tant’è vero che nella sua enoteca non troverete solo vini, ma anche oli extravergini d’oliva, grappe, pasta ed altri alimenti della gastronomia italiana, creati apposta da piccoli produttori e, per la curiosità di qualcuno, potrete trovare anche un vino bianco georgiano molto strutturato, affinato in anfora, una vera prelibatezza! Duilio Fadda
IO 50° ANNDIVI EMRASTARRIM ONIO
Lucciolata di Fellette Sabato 10 Aprile alle 20.45 si è svolta la “Lucciolata” 2010 di Fellette a favore dell’associazione “Casa via di Natale”. La “Casa Via di Natale” è un’associazione non lucrativa di utilità sociale che si occupa di malati terminali con sedi ad Aviano e Pordenone. La Lucciolata prevede una passeggiata in notturna di 3 km, sempre ben scortati per la strada e con un ricco buffet alla fine del giro. È un modo per passare una piacevole serata diversa dalla solita routine, facendo tra l’altro anche beneficenza. Nell’occasione di Fellette ad aprire il corteo c’era il manifesto ufficiale, poi un cavallo con carrozza, le Majorettes, il Complesso Bandistico e la cittadinanza. A chiudere l’ambulanza della Croce Verde. Per il buon esito della manifestazione bisogna ringraziare le seguenti associazioni che hanno organizzato o sono intervenute (citate in ordine casuale): il gruppo comunale dei donatori di sangue di Romano d’Ezzelino; la Pro Loco di Romano d’Ezzelino; l’associazione Sardegna Nostra; il complesso bandistico e le Majorettes; il gruppo comunale dell’Aido; la Protezione Civile del comune; il gruppo comunale dei Carabinieri in congedo; la Croce Verde. In particolare bisogna menzionare il capo gruppo dei donatori di sangue di San Giacomo, Roberto Lorenzon, che ha dato un apporto fondamentale all’organizzazione della manifestazione. Da ricordare anche chi ha messo il cavallo con la carrozza, l’Ipermercato Batocchio per aver messo a disposizione la locazione e le bibite e l’associazione Sardegna Nostra per i prodotti tipici sardi al buffet. Insomma, come sempre l’unione fa la forza!
Pietro Parolin e Anna Bordignon originari di Romano e trasteferit ad Arcade di Treviso, hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio il 25.06.2010. Vivissimi auguri da tutta la comunità.
Quei del Marciapie
Quei del Marciapie, sono un gruppo di Papà che con il Nonno Vigile il sabato aspettando l’uscita dei figli dalla scuola elementare di Romano alto si trovano per una bicchierata (e a volte non solo). Il 14 maggio hanno organizzato la cena di chiusura dell’anno scolastico. Nella foto parte dei componenti che ha organizzato l’aperitivo ovviamente sul marciapie di via Dante Alighieri.
Quello che i giornali non raccontano Ci sono notizie che sui giornali non trovano ospitalità. Troppo locali, troppo limitate o forse solamente troppo positive, cioè non creano interesse. Così dicono loro, ma a volte francamente siamo stufi di sentirci sommergere da valanghe di negatività, di violenza, di timori ed incertezze. Ecco che diventerebbe utile, oltre che piacevole e rilassante, poter leggere qualcosa che ci possa strappare un sorriso. Questo, ad esempio, è un periodo in cui molte attività sportive, culturali e musicali chiudono i battenti per il periodo estivo e si può tracciare il bilancio di tutta una stagione. Provo a portare un mio piccolo contributo in questo senso, già sapendo in partenza che sarà partigiano e personale. Sabato 3 giugno al Centro Parrocchiale di Romano c’è stato il saggio di fine anno della Miniband. I piccoli allievi della banda musicale del paese hanno eseguito con ottimi risultati una serie di brani via via più impegnativi sotto gli occhi di genitori ed amici più emozionati di loro. La musica è una gran cosa ed è consolante vedere con quanto impegno ed entusiasmo i maestri si sforzano di trasmettere la propria passione agli allievi. Un’altra cosa che non resterà negli annali del basket, ma che per noi è fonte di soddisfazione, è la vittoria degli “esordienti” della Pallacanestro Ezzelina del proprio girone, seguita da un buon risultato anche nella seconda fase. Credo che i nostri giovani cestisti abbiano provato un’emozione forte quanto quella di tanti professionisti, anzi forse si sono impegnati anche di più. Musica e sport, un connubio forte ed importante, che aiuta i nostri ragazzi a crescere in maniera positiva, ma che richiede anche lo sforzo e l’impegno di tanti, che spendono gratuitamente o quasi tanto tempo in queste attività. Penso sia bello e giusto sottolineare questa ricchezza che il nostro paese possiede e che si traduce in tante attività di questo tipo. Se poi non fanno “audience”, a noi cosa importa? Gianni Dalla Zuanna
Mario scarparo, il nostro calzolaio che se n’è andato in punta di piedi Il Nuovo Ezzelino Giugno 2010
Si fermino i macchinari, socchiudano le botteghe, tacciano le presse, non trafili l’oro e si posino le forbici del barbiere. La mazza e lo scalpello abbiano a riposarsi, così come la “subbia” non affondi nel corame. S’è spento Mario scarparo. Mario Moi, l’artigiano di Romano, del 1930, figlio del mastro scalpellino Antonio Camazzola ed Elisabetta Guazzo (Isa Mao), 3° di sette fratelli tutti scalpellini sulle cave di Costalunga, mentre lui, Mario, a causa di una poliomelite infantile aveva scelto un altro destino. A 10 anni lavorò dal calzolaio Carraro che aveva la bottega in centro Romano, a fianco del ponte. Poi passò da Richeto (Enrico Dissegna) presso il Borgo Suco, e da Bea in via Marchi, finchè il 1° dicembre1955, avviò l’attuale bottega in via Carlessi, proprio di fronte alla corte dei Moi. Dal gennaio dell’80 ebbe con sé in negozio il fratello Cesario. La presenza di Mario in bottega era testimoniata dall’inseparabile bici appoggiata alla finestra ove
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lo vedevamo lavorare, una presenza quasi indispensabile nella logica della nostra vita quotidiana. Mario era così incollato a quella stanzetta, che per tutti noi il negozio era qualcosa di secondario, di industriale, e ci piaceva osservarlo sorridente, artigiano, di fronte ai macchinari in piena armonia con il suo lavoro di calzolaio, mezzo nascosto da montagne di scarpe delle quali ancor oggi abbiamo difficoltà a capire come ne sapesse riconoscere i proprietari. Mario era divenuto il simbolo degli artigiani di Romano, dell’economia fatta di fatiche e schiena piegata. Non ci sono scarpe romanotte che non abbiano conosciuto le mani Mario, non ci sono lavoratori e paesani che non abbiano guardato a Mario con affetto. Di lui ci resterà il ricordo della sua bici, vederlo lavorare oltre la finestra della bottega, la sua foto di dodicenne mentre fieramente mostra saper fare il calzolaio speranzoso di un futuro da Mario scarpar.
Lettera per i Romanotti all’estero
Mario il calzolaio se ne è andato via in punta di piedi ed è venuto spontaneo ricordarlo alla cena delle contrade del Palio tra artigiani e contradaioli. L’abbiamo pensato guardandoci negli occhi, l’abbiamo fatto senza tanti preamboli, spinti da un senso di riconoscenza nei suoi confronti. Ora riprendano pure a lavorare i macchinari, si aprano le botteghe, cadenzino le presse e tornino al lavoro forbici, mazza e scalpello. E con tutto l’affetto dei romanotti, la subbia affondi nel corame tra le mani di Cesario. Per gli artigiani e la Siriola, Roberto Frison
Ci hanno lasciato
Gentili soci e socie, è un piacere raggiungervi nelle vostre case e soprattutto negli stati che vi ospitano, l’obiettivo è quello di ringraziarvi per la testimonianza che portate nel mondo della cultura e della terra di Romano d’Ezzelino. Cosa desidero da voi? Presto detto, noi speriamo di essere un sottile filo che vi unisce a Romano e che vi porta la nostra testimonianza dall’Italia, ma desidereremmo ricevere anche da voi delle lettere e delle foto da pubblicare, per poter dare testimonianza della vostra storia e della vostra località che vi ospita. So che risulta difficile trovare il tempo per fermarsi e scrivere ma fatelo, ci farebbe particolarmente piacere trasmette a tutta la comunità il vostro pensiero.
Raffaele Tommasini
Gino Battocchio
Lucia Gasparotto ved. Bragagnolo
74 anni 3 maggio 2010
83 anni 12 maggio 2010
91 anni 12 maggio 2010
Franca Anselmo Paulich
Giovanna Parolin ved. Galvan
Emilia Ada Guerra ved. Farronato
18 maggio 2010
98 anni 23 maggio 2010
79 anni 31 maggio 2010
Torniamo a noi, una foto, la storia della vostra emigrazione da Romano, una lettera un ricordo saranno per noi materiale prezioso per creare un ponte con la vostra casa potete inviarci anche via e-mail le vostre testimonianze all’indirizzo proromano@libero.it faremo rivivere a chi vi conosce profonde sensazioni di vicinanza. Un saluto ed un abbraccio da tutta la comunità di Romano d’Ezzelino. Il Presidente della Pro Loco Maurizio Carlesso.
Punti rinnovo soci E’ possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori. La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri. Sede Proloco di Via G. Giardino 77, San Giacomo Uffici Postali, Centri Parrocchiali, Banca di Credito Cooperativo. Romano Edicola Pirandello, Profumeria Elisir, Tabaccheria e Cartoleria Mirò, Mario Bragagnollo (Moletta), Giovanni Bontorin (pittore), Foto Gastaldello / Arduino, Frutta e Verdura da Silvana.
San Giacomo Edicola Cartoleria Zilio Giovanni, Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina. Fellette Panificio Bosa, Edicola Cartoleria Brillante, Happy Bar, Trattoria Conte Chantal. Sacro Cuore Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).
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