Sommario Editoriale
Foto in copertina: Boscato
Maggio 2011 Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino Per la Pro Loco di Romano: Maurizio Carlesso Direttore Responsabile: Dario Bernardi Segreteria: Stefania Mocellin In redazione: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi, Stefania Moccellin, Valeria Orso, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Silvia Rossi, Maurizio Scotton, Serenella Zen, Giuseppe Bontorin.
3 Il Trionfo della solidarietà, di Contrà Torre e di tutta Romano
Resoconti 4 Vajont risalendo l’onda 5 Assemblea Pro Loco Vicentine 6 - 7 Social Day 2011: un esempio di cittadinanza attiva 16 31 marzo 2011: Batti Marso 17 Un riconoscimento speciale
Associazioni 8 Festa dell’Associazione Commercianti di Romano d’Ezzelino
Cultura 9 / 12 Costituzione della Repubblica Italiana quarta parte
Riflessioni 13 L’umiltà come punto di forza
Appuntamenti
Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it
14 2 giugno 2011 - Camminata sui sentieri dei soldati del Grappa 16 Giugno 2011 Tradizionale Sagra Sacro Cuore
Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
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Notizie in breve Defunti
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EDITORIALE - PAG. 3
Il Trionfo della solidarietà, di Contrà Torre e di tutta Romano Si spengono i riflettori sul 41° palio e tracciarne un bilancio non è Maurizio Carlesso difficile. Molti sono stati gli aspetti positivi che si sono evidenziati con forza; da quello folcloristico, a quello sportivo, a quello organizzativo, ma soprattutto quello umano. Ci piace ripensare a questa edizione del Palio come ad un palio dedicato. Due settimane di febbrile attività precedute da mesi e mesi di preparazione. Uno stop improvviso per una borgata intera, con tutta una comunità che fa quadrato e s’interroga ed aiuta, la vigilia del fine settimana dedicato alla rievocazione degli Angoli Rustici, ha infatti portato all’attenzione di tutti la fragilità con cui noi tutti dobbiamo rapportarci, una malattia. Un fulmine a ciel sereno. Le prime notizie frammentarie e successivamente le conferme che hanno tracciato un quadro difficile, ma preciso per un nostro giovane contradaiolo. Subito la macchina organizzativa ha sostenuto e capito la difficoltà di tante persone, tutti si sono adoperati ad inviare messaggi e pensieri positivi. Sin qui la discesa, la settimana successiva ci ha portato invece notizie più confortanti sino al punto che attorniati da tutta la comunità raccolta per la Messa delle Contrade, i genitori del nostro giovane contradaiolo, hanno presenziato con noi alla cerimonia portando all’altare i doni per l’offertorio. Il momento è stato toccante ed ha rafforzato in tutti il sentimento di speranza e fede che aleggiava in tutti noi. Un gesto importante per i genitori, ma anche un gesto profondo di vicinanza a tutta la comunità. Grazie per l’esempio che avete saputo dare ed a noi corre solo l’obbligo di esservi vicini con discrezione, ma sempre pronti ad ogni richiesta e/o necessita. Il Palio quest’anno ci ha portato anche questo e noi ci aspettiamo che la prossima edizione cancelli le preoccupazioni lasciando lo spazio ad una irrefrenabile festa. Sin qui lo spazio della prima settimana che però avremo modo di approfondire in altri articoli che porteremo alla vostra attenzione nella prossima uscita, ma dobbiamo celebrare anche la splendida
macchina organizzativa del Palio alla cui regia siede il Comitato Siriola. Abili nel proporre, gestire, organizzare un fiume di persone che hanno invaso Romano d’Ezzelino, portando alla massima soglia la verifica ed il controllo dei particolari storico culturali, ma soprattutto quelli della sicurezza ambientale e di rispetto per il nostro animale simbolo del Palio l’Asino. Non abbiamo avuto interferenze da parte degli animalisti, ciò sta a significare che il rispetto che noi diamo all’animale non permette interpretazioni che rivelino un rapporto con l’animale poco attento e /o rispettoso. Una bella sfilata ha portato, l’otto maggio, i nostri contradioli sino all’interno del musso dromo per assistere al gran finale. Abbiamo visto sfilare tutte le contrade che orgogliose hanno proposto l’attività del proprio angolo rustico, ma abbiamo accolto anche la sfilata mesta di contrà Torre che il giorno prima aveva dato l’estremo saluto ad un grande contradaiolo Bepi Zilio. La contrada combattuta se partecipare alla manifestazione lo ha fatto alla fine con il gonfalone di contrada listato a lutto, ma presente come avrebbe chiesto di fare Bepi. Certo non è stata una sfilata come le altre, ma alla fine la testimonianza che è stata proposta è stata importante per tutta la comunità. Matteo Siano ha accompagnato i suoi al musso dromo con il cuore spezzato e si è accinto a partire per la gara con l’animo sereno di chi già sa di aver fatto molto. Pronti, via. La gara ha inizio i nostri 10 asini si lanciano in una gara mozzafiato, dapprima una serie di testa a testa con contrà Castello e Cà Cornaro, ma poi emerge dal gruppo un asino su tutti ed è quello di contrà Torre, taglia il traguardo per primo ed è una felicità immensa, tra le la-
crime il fantino / capo contrada Matteo Siano dirà “ lassù qualcuno ci ama…” Grazie ragazzi per aver data anche questa pagina al Palio. Il nostro Bepi Zilio guardando la vostra partecipazione avrà detto come era solito fare “…tutto a posto, bravi…”. Bepi Zilio è stato e sarà sempre un uomo Pro Loco, mancherà a noi tutti, con la sua voce ferma e decisa, ma soprattutto alla sua famiglia, ma di famiglie ne aveva due una più grande che è da sempre stata la comunità di San Giacomo, la testimonianza tributatagli il giorno delle esequie ha detto molto ed a noi non resta che dire: Grazie Bepi per quanto hai saputo donare. L’ultimo ma non meno importante segnale ci è stato donato dagli amici del Coro Ezzelino che, a conclusione della loro attività dedicata alla raccolta fondi per gli alluvionati di Rettorgole, ci hanno fatto pervenire copia del bonifico effettuato agli sfortunati amici del comune Vicentino. Il bonifico effettuato è stato di € 750,00 e certo contribuirà a far capire quanta vicinanza e solidarietà ci sia tra le popolazioni, ancora un grande segnale di viva collaborazione e disponibilità verso gli altri. Complimenti a tutto il Coro Ezzelino.
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RESOCONTI - PAG. 4
Vajont risalendo l’onda Maurizio Scotton
Era il 9 ottobre 1963 quando un’onda alta duecento metri piombò su Longarone, Erto, Casso ed altri paesi del Veneto e del Friuli, distruggendo tutto. Fu un disastro annunciato, che commosse tutta l’Italia e dove morirono 1910 persone. Solo molti anni dopo lo Stato e l’Enel furono costretti ad ammettere le loro colpe.
Oggi, a 48 anni di distanza si parla di Vajont non solo per ricordare quella notte ma riflettere sull’onda lunga di quell’evento fatto di ingiustizie, soprusi, corruzione e disprezzo verso le persone più deboli. Un malcostume generalizzato che in cinquant’anni ha contagiato e delineato la politica, l’economia, l’industria e la struttura sociale del bellunese ma non solo. Domenica 10 aprile, come già annunciato nel numero scorso, più di 100 persone, accompagnate dai nostri gruppi alpini e guidati dal Presidente e dal Vice Presidente del Comitato per i Sopravvissuti del Vajont, sono ritornati su quei luoghi. Hanno visitato il cimitero di Fortogna ricostruito nel 2003 “quale segno di omaggio alle vittime e monito per le future generazioni”, e la diga. Qui, in via del tutto
eccezionale, gli sono state aperte le porte della chiesetta costruita a ricordo delle vittime del Vajont, ed il nostro parroco, Don Paolo Dalla Rosa, ha celebrato la SS Messa. La splendida giornata di sole gli ha permesso poi di ammirare, stupiti, l’invaso vuoto della diga e di riconoscere in modo netto la cicatrice a forma di M che segnò la linea da cui si staccò la frana che scese dal monte Toc. La visita è proseguita attraverso le vie abbandonate e silenziose di Erto vecchia dove diviene palpabile il dramma che colpì i sopravvissuti, costretti ad abbandonare le loro case, i loro affetti, le loro tradizioni. Per molti di loro fu costruita la Nuova Vajont non più tra le montagne bellunesi, tra pascoli verdi e mucche da
accudire ma nei pressi di Maniago nella pianura friulana. Le numerose testimonianze ripotate dalle nostre due “guide” hanno fanno comprendere perché il Vajont può essere considerato l’emblema delle tragedie ecologiche ed industriali causate dalla cecità dell’uomo. Può far riflettere sul limite sottile che separa la propensione umana per il progresso della scienza e l’incubo delle catastrofi naturali come la recente sciagura che ha colpito le migliaia di persone che vivono nei pressi a centrale nucleare di Fukushima Al termine della splendida giornata rimane la speranza che l’uomo sappia anteporre agli interessi economici e personali di pochi la salvaguardia dell’ambiente e della vita delle persone.
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Assemblea Pro Loco Vicentine Si è conclusa con molte nuove proposte, idee e progetti la tradizio- Erika Piccolotto nale Assemblea delle Pro Loco Vicentine che quest’anno è stata ospitata nella prestigiosa Sala Chilesotti del Museo Civico di Bassano del Grappa, domenica 3 Aprile. I rappresentanti delle Pro Loco Vicentine e delle Istituzioni regionali, provinciali e comunali sono stati accolti dal Presidente Provinciale Unpli Giorgio Rossi, il quale ha aperto i lavori ricordando che appartenere ad un’Associazione come la Pro Loco deve essere motivo di orgoglio. Il tema scelto e filo conduttore dell’Assemble è stato di estrema attualità ed interesse per le Associazioni, visto anche il delicato momento di crisi economica che tutto il paese sta affrontando. “Pro Loco ed Istituzioni” è stato infatti l’argomento del dibattito che ha coinvolto per tutta la mattinata Presidenti di Pro Loco da una parte ed Istituzioni dall’altra. In rappresentanza della Regione Veneto era presente l’Assessore al Turismo Marino Finozzi che ha espresso il forte desiderio di continuare a portare avanti, assieme alle Pro Loco, progetti importanti per quanto riguarda il turismo nella nostra Regione nonostante i forti tagli effettuati al bilancio. In rappresentanza della Provincia di Vicenza era presente il Vice Presidente e Assessore al Turismo Dino Secco che si è soffermato sull’importanza che stanno acquisendo le Pro Loco proprio nel settore turistico e, in tempi di crisi come questi, quanto sia necessario instaurare solidi rapporti di collaborazione tra gli Enti e le Associazioni. In rappresentanza dei Comuni erano inoltre presenti il Sindaco di Zermeghedo Giuseppe Castaman che ha ricordato i primi anni della nascita delle Associazioni Pro Loco ed i notevoli risultati raggiunti in tutta Italia dall’Associazione, il Sindaco di Bassano Stefano Cimatti che ha sottolineato l’affidabilità delle Pro Loco i cui associati danno e hanno sempre dato garanzie di correttezza e buona riuscita degli eventi da loro organizzati. Ha inoltre posto l’accenno sul fatto che i tagli economici diventano anche tagli alle manifestazioni ed è necessario ragionare se è più conveniente in termini economici rinunciare risparmiando o investire in modo tale che possa esserci un “ritorno” anche se non immediato. All’assemblea è intervenuto anche Giovanni Follador Presidente dell’Unpli Veneto ricordando come l’appartenenza e la collaborazione siano fondamentali per un confronto continuo e per portare avanti in sinergia con gli Enti le molteplici iniziative attuate dalle Pro Loco.
Gli interventi da parte dei Presidenti di Pro Loco sono stati molti e alle domande poste si è riusciti a dare delle risposte concrete. Molti sono stati i commenti positivi al dibattito che ha animato la mattinata e tutto quanto è stato detto e discusso ha confermato che il confronto, seppure franco e deciso, è sempre positivo e ha posto in evidenza che da parte delle Pro Loco si è ravvisata la necessità, sempre più impellente, di “fare squadra”, di puntare a manifestazioni ed eventi di qualità più che di quantità e di formare i volontari su tematiche specifiche come la sicurezza e le possibilità di finanziamenti a progetto. Da parte delle Istituzioni, tante parole positive per la nostra Associazione. Da parte della Regione inoltre, l’assunzione di un importante impegno per proporre una legge specifica a tutela delle Pro Loco e la possibilità di accedere a finanziamenti a tassi agevolati per le Associazioni stesse. Rossi ricorda infine l’importanza e la costituzione dei Consorzi che rimangono il primo e più concreto aiuto per le Pro Loco e come il Comitato Provinciale Unpli sia indispensabile come Ente di riferimento per fornire informazioni sui finanziamenti, sui corsi e sulle problematiche che oggi più che mai sono diventati fondamentali per continuare assieme il cammino intrapreso nel volontariato.
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Social Day 2011:
un esempio di cittadinanza attiva Sara Bertacco
Anche quest’anno il Coordinamento di Protezione Civile e Antincendio Boschivo “Brenta Monte Grappa” ha aderito all’iniziativa del Social Day coinvolgendo in una loro attività i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Romano d’Ezzelino, di Solagna e di Bassano.
Oramai è un appuntamento consolidato: come già avvenuto in passato, anche quest’anno i volontari del Coordinamento “Brenta Monte Grappa” hanno accolto l’iniziativa proposta dal Gruppo Vulcano in collaborazione con Provincia Giovane – Provincia di Vicenza e si sono rivolti ai ragazzi dei nostri paesi per coinvolgerli in percorsi di cittadinanza attiva che riguardano la Protezione Civile e il volontariato. Quella del Social Day è un’occasione speciale per le nuove generazioni perchè offre loro la possibilità di vivere esperienze solidali e di maturare atteggiamenti di rispetto e di aiuto verso gli altri. Il Social Day è dunque una giornata durante la quale studenti delle scuole di ogni ordine e grado, al posto della normale attività didattica, si impegnano in semplici attività di lavoro, utili alla collettività. Le esperienze degli anni scorsi hanno visto i ragazzi impegnati a ripulire giardini pubblici, sistemare sentieri di montagna, pulire magazzini, tagliare l’erba, pitturare muri, vendere lavoretti fatti dai ragazzi, assistere persone anziane o svolgere per loro semplici commissioni, lavare auto… il tutto sotto la costante vigilanza degli operatori o dei responsabili delle varie Associazioni presenti nel territorio che aderiscono
all’iniziativa. E quest’anno il Coordinamento “Brenta Monte Grappa” è riuscito a coinvolgere i ragazzi di tre scuole secondarie di primo grado e alcuni loro professori: protagonisti dell’edizione 2011 del Social Day sono stati gli studenti della classe 3aC della scuola media del nostro comune, i ragazzi della classe terza della scuola media di Solagna e a quelli della 2aC della sezione Gen. Basso del “Vittorelli” di Bassano del Grappa. Con loro anche sei ragazzi che prestano servizio civile al Comune di Bassano del Grappa e quattro rappresentanti del Lion’s Club, sempre di Bassano. Così alle 8:30 di sabato 9 aprile 2011 gli alunni sono arrivati al parco di Campolongo sul Brenta dove ad accoglierli c’erano i volontari delle Associazioni di Coordinamento che dopo la consueta registrazione al campo base e la definizione dei ragazzi-capisquadra, hanno provveduto a dare il via ai lavori. Raccolti i rastrelli, i pennelli, i secchielli con la vernice, i fogli di carta vetrata ed indossati guanti e cappellini, i giovani (e anche i loro professori!!!) si sono dati subito da fare dimostrando grinta e grande impegno. Per arrivare preparati a questo avvenimento, i ragazzi hanno preliminarmente affrontato un breve percorso formativo assieme ai vo-
lontari del Coordinamento: a loro sono state spiegate in classe le finalità e i compiti della Protezione Civile Nazionale e sono state illustrate le attività svolte dai volontari delle otto Associazioni di Protezione Civile specializzate nell’antincendio boschivo che compongono il Coordinamento. I ragazzi hanno potuto inoltre prendere coscienza e riflettere sui valori del volontariato, azione gratuita che costa fatica ma che gratifica e insegna; con l’occasione hanno anche appreso tecniche di auto protezione e hanno provato le radio con la simulazione di un allarme incendio in collegamento anche con la centrale operativa di Mestre. Al termine dei lavori, il Presidente del Coordinamento, Italo Bettiati ha commentato così l’iniziativa: “È stata un’esperienza che i ragazzi hanno vissuto con entusiasmo; per loro era una novità ma noi, forti delle esperienze maturate nel tempo, sapevamo di ottenere un risultato positivo, sia in termini di raggiungimento degli obiettivi formativi che avevamo pensato per i ragazzi, sia in termini pratici, in riferimento alle attività svolte.” A tutti i ragazzi partecipanti e ai docenti presenti vanno il plauso e i complimenti di tutto lo staff del Coordinamento “Brenta Monte Grappa”.
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Rappresentazione vettoriale sommaria della distribuzione della forza peso lungo l’impalcato
Montaggio del campo
Il Social Day prevede l’impegno diretto di ragazzi e ragazze del territorio in una giornata dedicata alla cura di spazi pubblici, attività lavorative sociali ecc… La manifestazione, nata negli anni ‘60 in Svezia, via via diffusasi in Europa e, prima in Italia, nel 2007 tra le scuole del Bassanese aderenti al progetto, ha lo scopo di sensibilizzare al rispetto del territorio, dell’ambiente e delle strutture, e quindi di stimolare una sperimentazione diretta di volontariato. Onorando l’ormai consolidato appuntamento con il Social Day, i Volontari dell’Associazione A.I.B. - Protezione Civile di Romano d’Ezzelino quest’anno hanno organizzato un’attività in collaborazione con la scuola secondaria del Comune. Ritenendo utile dare ai ragazzi l’opportunità di conoscere quanto la nostra associazione può fare in occasione di calamità, alle 8.30 del 9 aprile, nell’ampio piazzale del nostro magazzino, abbiamo accolto i ragazzi della III B accompagnati dalle insegnanti Silvia Dalla Costa e Leonia Anna Cogo. Precedentemente il Presidente Giovanni Chemello, i volontari Chiara Marin e Sonia Falciola avevano informato e istruito gli alunni sul programma che avrebbero poi svolto.
Fasi di montaggio e allestimento tende
Ponte di Leonardo da Vinci costruito e collaudato
Dopo un primo momento d’accoglienza la classe è stata divisa in più gruppi e sono stati nominati, tra i ragazzi, i capisquadra. Seguiti da circa 20 volontari e sotto l’occhio vigile delle insegnanti, prelevati dal magazzino i materiali utili all’esercitazione, ogni unità ha iniziato a svolgere il compito assegnatole. La prima squadra si è impegnata nel montaggio di una tenda, ha preparato le brandine da inserirvi tutto l’occorrente per allestire un campo; la seconda squadra si è dedicata alla costruzione del famoso ponte di Leonardo da Vinci, pensato e progettato sfruttando la forza peso, la scomposizione della stessa e la distribuzione delle forze in modo da renderlo stabile e autoportante senza viti, nè chiodi o legami per fissare le travi. Dopo una breve pausa le squadre si sono avvicendate nelle attività ed infine il Presidente ha illustrato la disposizione del magazzino, le attrezzature e il loro campo di utilizzo mentre all’esterno altri volontari davano dimostrazioni d’uso. In conclusione possiamo trarre un bilancio positivo della giornata che ha ben rispecchiato i valori proposti dal Social Day e formulare il proposito di riuscire a coinvolgere sempre più giovani nel lodevole impegno di collaborare al bene della comunità. Agostino Zappia
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ASSOCIAZIONI - PAG. 8
Festa dell’Associazione Commercianti di Romano d’Ezzelino Nove operatori commerciali di Romano d’Ezzelino con più di 35 anni di attività e con più anni di fedeltà associativa all’Unione del Commercio di Bassano del Grappa sono stati insigniti dell’onorificenza “Benemeriti al Commercio”.
La premiazione si è svolta al Ristorante “Al Pioppeto” sabato 9 aprile u.s., alla presenza del Sindaco di Romano R. Olivo, del Presidente mandamentale T. Cadore, del vice P. Lunardi e dell’Assessore alle Attività Economiche M. Ronchi, oltre ad altre autorità cittadine. La scelta dei candidati è stata fatta da un’apposita commissione, che ha vagliato attentamente i requisiti richiesti dal regolamento. I nove insigniti dell’onorificenza “Benemeriti al Commercio” sono stati premiati con una targa ricordo e con una pergamena incorniciata che riporta un discorso della fine degli anni ‘40 dell’allora Presidente della Repubblica L. Einaudi, una filosofia commerciale che l’Associazione ritiene tutt’ora attuale. L’obbiettivo della manifestazione è stato riconoscere e valorizzare il lavoro e il servizio che gli operatori commerciali ossia i commercianti storici hanno svolto per lunghi anni.
Inoltre, il Consiglio dell’Associazione Commercianti di Romano, ha voluto esprimere un sentimento di riconoscenza a Paolo Lunardi per il costante impegno in Associazione, per aver sempre tenuto in considerazione il mandamento e per la sincera collaborazione, premiandolo con una targa. Premio a sorpresa per riconoscenza anche al Presidente dell’Associazione Commercianti di Romano d’Ezzelino, Carla Bordignon, che ha ringraziato ufficialmente le istituzioni per la collaborazione, il consiglio commercianti e i vice Lucia Pellizzari, Serena Cremasco, Giovanni Battocchio per il gran lavoro della preparazione della serata. Ha poi sottolineato l’importanza di lavorare in gruppo, e in particolare con l’ Associazione, per trovare le risposte da dare alla categoria in un momento come questo: significativo è il motto “Siamo vivi - siamo uniti per contare di più”.
Questo l’elenco dei premiati: Ester Carlesso, classe 1928 LA BOTTEGA DI ESTER Gianni Tessarolo TRATTORIA NORGE Iride Zonta ZONTA E BIZZOTTO BOMBONIERE R. Pan e M.Garbuio R.O.A.I. RICAMBI INDUSTRIALI Angelo Cremasco FORNO E PANIFICIO CREMASCO ANGELO G. Giancarlo Rebellato e Giovanna Benacchio BENACCHIO GIOVANNA PAVIMENTI IN LEGNO Erminio Battocchio IPERMERCATO BATTOCCHIO Anna Gemma Carlesso MACELLERIA TESSAROLO Roberto Adda MAGAZZINI DINOSAURO
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Costituzione della Repubblica Italiana (quarta parte) art. 125.
Il controllo di legittimità sugli atti amministrativi della Regione è esercitato, in forma decentrata, da un organo dello Stato, nei modi e nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica. La legge può in determinati casi ammettere il controllo di merito, al solo effetto di promuovere, con richiesta motivata, il riesame della deliberazione da parte del Consiglio regionale. Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l’ordinamento stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione.
art. 126. Il Consiglio regionale può es-
sere sciolto, quando compia atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge, o non corrisponda all’invito del Governo di sostituire la Giunta o il Presidente, che abbiano compiuto analoghi atti o violazioni. Può essere sciolto quando, per dimissioni o per impossibilità di formare una maggioranza, non sia in grado di funzionare. Può essere altresì sciolto per ragioni di sicurezza nazionale. Lo scioglimento è disposto con decreto motivato del Presidente della Repubblica, sentita una Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica. Col decreto di scioglimento è nominata una Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio regionale, che indice le elezioni entro tre mesi e provvede all’ordinaria amministrazione di competenza della Giunta e agli atti impro-
rogabili, da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio.
art. 127. Ogni legge approvata dal Consiglio regionale è comunicata al Commissario che, salvo il caso di opposizione da parte del Governo, deve vistarla nel termine di trenta giorni dalla comunicazione. La legge è promulgata nei dieci giorni dalla apposizione del visto ed entra in vigore non prima di quindici giorni dalla sua pubblicazione. Se una legge è dichiarata urgente dal Consiglio regionale, e il Governo della Repubblica lo consente, la promulgazione e l’entrata in vigore non sono subordinate ai termini indicati. Il Governo della Repubblica, quando ritenga che una legge approvata dal Consiglio regionale ecceda la competenza della Regione o contrasti con gli interessi nazionali o con quelli di altre Regioni, la rinvia al Consiglio regionale nel termine fissato per l’apposizione del visto. Ove il Consiglio regionale la approvi di nuovo a maggioranza assoluta dei suoi componenti, il Governo della Repubblica può, nei quindici giorni dalla comunicazione, promuovere la questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale, o quella di merito per contrasto di interessi davanti alle Camere. In caso di dubbio, la Corte decide di chi sia la competenza. art. 128. Le Province e i Comuni sono enti autonomi nell’ambito dei principi fissati da leggi generali della Repubblica, che ne determinano le funzioni.
art. 129. Le Province e i Comuni sono anche circoscrizioni di decentramento statale e regionale. Le circoscrizioni provinciali possono essere suddivise in circondari con funzioni esclusivamente amministrative per un ulteriore decentramento. art. 130. Un organo della Regione, co-
stituito nei modi stabiliti da legge della Repubblica, esercita, anche in forma decentrata, il controllo di legittimità sugli atti delle Province, dei Comuni e degli altri enti locali. In casi determinati dalla legge può essere esercitato il controllo di merito, nella forma di richiesta motivata agli enti deliberanti di riesaminare la loro deliberazione.
art. 131. Sono costituite le seguenti Re-
gioni: Piemonte; Valle d’Aosta; Lombardia; Trentino-Alto Adige; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Emilia-Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Lazio; Abruzzi; Molise; Campania; Puglia; Basilicata; Calabria; Sicilia; Sardegna.
art. 132.
Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse. Si può, con referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli re-
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gionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una regione ed aggregati ad un’altra.
art. 133.
Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove Province nell’ambito d’una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni. Titolo VI - Garanzie costituzionali Sezione I - La Corte costituzionale art. 134. La Corte costituzionale giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione.
art. 135.
La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative. I giudici della Corte costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo del-
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le giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni d’esercizio. I giudici della Corte costituzionale sono nominati per nove anni decorrenti per ciascuno di essi dal giorno del giuramento, e non possono essere nuovamente nominati. Alla scadenza del termine il giudice costituzionale cessa dalla carica e dall’esercizio delle funzioni. La Corte elegge fra i suoi componenti, secondo le norme stabilite dalla legge, il Presidente, che rimane in carica per un triennio, ed è rieleggibile, fermi in ogni caso i termini di scadenza dall’ufficio di giudice. L’ufficio di giudice della Corte è incompatibile con quello di membro del Parlamento, di un Consiglio Regionale, con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni carica ed ufficio indicati dalla legge. Nei giudizi di accusa contro il Presidente della Repubblica intervengono, oltre i giudici ordinari della Corte, sedici membri tratti a sorte da un elenco di cittadini aventi i requisiti per l’eleggibilità a senatore, che il Parlamento compila ogni nove anni mediante elezione con le stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici ordinari.
art. 136. Quando la Corte dichiara l’il-
legittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.
La decisione della Corte è pubblicata e comunicata alle Camere ed ai Consigli regionali interessati, affinché‚, ove lo ritengano necessario, provvedano nelle forme costituzionali.
art. 137. Una legge costituzionale sta-
bilisce le condizioni, le forme, i termini di proponibilità dei giudizi di legittimità costituzionale, e le garanzie d’indipendenza dei giudici della Corte. Con legge ordinaria sono stabilite le altre norme necessarie per la costituzione e il funzionamento della Corte. Contro le decisioni della Corte costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione. Sezione II - Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali art. 138. Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
art. 139. La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
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Disposizioni Transitorie e Finali art. I. Con l’entrata in vigore della Co-
stituzione il Capo provvisorio dello Stato esercita le attribuzioni di Presidente della Repubblica e ne assume il titolo.
art. II. Se alla data dell’elezione del Presidente della Repubblica non sono costituiti tutti i Consigli Regionali, partecipano all’elezione soltanto i componenti delle due Camere. art. III. Per la prima composizione del Senato della Repubblica sono nominati senatori, con decreto del Presidente della Repubblica, i deputati dell’Assemblea Costituente che posseggono i requisiti di legge per essere senatori e che: sono stati presidenti del Consiglio dei ministri o di Assemblee legislative; hanno fatto parte del disciolto Senato; hanno avuto almeno tre elezioni, compresa quella all’Assemblea Costituente; sono stati dichiarati decaduti nella seduta della Camera dei deputati del 9 novembre 1926; hanno scontato la pena della reclusione non inferiore a cinque anni in seguito a condanna del tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato. Sono nominati altresì senatori, con decreto del Presidente della Repubblica, i membri del disciolto Senato che hanno fatto parte della Consulta Nazionale. Al diritto di essere nominati senatori si può rinunciare prima della firma del decreto di nomina. L’accettazione della candidatura alle elezioni politiche implica rinuncia al diritto di nomina a senatore.
art.
IV. Per la prima elezione del Senato il Molise è considerato come Regione a sé stante, con il numero dei senatori che gli compete in base alla sua popolazione.
art. V. La disposizione dell’articolo 80 della Costituzione, per quanto concerne i trattati internazionali che importano oneri alle finanze o modificazioni di legge, ha effetto dalla data di convocazione delle Camere. art. VI. Entro cinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione si procede alla revisione degli organi speciali di giurisdizione attualmente esistenti, salvo le giurisdizioni del Consiglio di Stato, della Corte dei conti e dei tribunali militari. Entro un anno dalla stessa data si provvede con legge al riordinamento del tribunale supremo militare in relazione all’articolo 111. art. VII. Fino a quando non sia ema-
nata la nuova legge sull’ordinamento giudiziario in conformità con la Costituzione, continuano ad osservarsi le norme dell’ordinamento vigente. Fino a quando non entri in funzione la Corte costituzionale, la decisione delle controversie indicate nell’articolo 134 ha luogo nelle forme e nei limiti delle norme preesistenti all’entrata in vigore della Costituzione. I giudici della Corte costituzionale nominati nella prima composizione della Corte stessa non sono soggetti alla parziale rinnovazione e durano in carica dodici anni.
art.
VIII. Le elezioni dei Consigli Regionali è degli organi elettivi delle amministrazioni provinciali sono indette entro un anno dall’entrata in
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vigore della Costituzione. Leggi della Repubblica regolano per ogni ramo della pubblica amministrazione il passaggio delle funzioni statali attribuite alle Regioni. Fino a quando non sia provveduto al riordinamento e alla distribuzione delle funzioni amministrative fra gli enti locali, restano alle Province ed ai Comuni le funzioni che esercitano attualmente e le altre di cui le Regioni deleghino loro l’esercizio. Leggi della Repubblica regolano il passaggio alle Regioni di funzionari e dipendenti dello Stato, anche delle amministrazioni centrali, che sia reso necessario dal nuovo ordinamento. Per la formazione dei loro uffici le Regioni devono, tranne che in casi di necessità, trarre il proprio personale da quello dello Stato e degli enti locali.
art.
IX. La Repubblica, entro tre anni dall’entrata in vigore della Costituzione, adegua le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali e alla competenza legislativa attribuita alle Regioni.
art. X. Alla Regione del Friuli-Venezia Giulia, di cui all’articolo 116, si applicano provvisoriamente le norme generali del Titolo V della parte seconda, ferma restando la tutela delle minoranze linguisti che in conformità con l’articolo 6. art. XI. Fino a cinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione si possono, con leggi costituzionali, formare altre Regioni, a modificazione dell’elenco di cui all’articolo 131, anche senza il concorso delle condizioni richieste dal primo comma dell’art. 132, fermo rimanendo tuttavia l’obbligo di sentire le popolazioni interessate.
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art. XII. È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e all’eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. art.
XIII. I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici ne cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli.
art.
XIV. I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome. L’ordine mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge. La legge regola a soppressione della Consulta araldica.
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art.
XV. Con l’entrata in vigore della Costituzione si ha per convertito in legge il decreto legislativo luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151, sull’ordinamento provvisorio dello Stato.
art. XVI. Entro un anno dall’entrata in vigore della Costituzione si procede alla revisione e al coordinamento con essa delle precedenti leggi costituzionali che non siano state finora esplicitamente o implicitamente abrogate. art.
XVII. L’assemblea Costituente sarà convocata dal suo Presidente per deliberare, entro il 31 gennaio 1948, sulla legge per l’elezione del Senato della Repubblica, sugli statuti regionali speciali e sulla legge per la stampa. Fino al giorno delle elezioni delle nuove Camere, l’Assemblea Costituente può essere convocata, quando vi sia necessità di deliberare nelle materie attribuite alla sua competenza dagli articoli 2, primo e secondo comma, e 3, comma primo e secondo, del decreto legislativo 16 marzo 1946, n. 98. In tale periodo le Commissioni permanenti restano in funzione. Quelle legislative rinviano al Governo i disegni di legge, ad esse trasmessi, con eventuali osservazioni e proposte di emendamenti. I deputati possono presentare al Go-
verno interrogazioni con richiesta di risposta scritta. L’Assemblea Costituente, agli effetti di cui al secondo comma del presente articolo, è convocata dal suo presidente su richiesta motivata del Governo o di almeno duecento deputati. a art. XVIII. La presente Costituzione è promulgata al Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell’Assemblea Costituente, ed entra in vigore il 1° gennaio 1948. Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché‚ ogni cittadino possa prenderne cognizione. La Costituzione, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica. La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato.
Data a Roma, addì 27 dicembre 1947
Enrico de Nicola controfirmano:
Il Presidente dell’Assemblea costituente
Umberto Terracini
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Alcide de Gasperi Visto: Il guardasigilli
Grassi
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L’umiltà come punto di forza A volte noi siamo portati a non prendere in considerazione la dimensione Suor Amelia Scanagatta dell’umiltà, mentre la storia ci dice che i grandi sono divenuti tali (anche se non tutti) perché al fondo del loro pensiero e del loro agire avevano come base un notevole grado di umiltà. Noi invece contrariamente al comune significato che a volte si da a questa dimensione, vorremmo fare una breve riflessione soprattutto per scoprire le potenzialità positive che ognuno di noi ha dentro di sé, allo scopo di farne un punto di forza e nelle stesso tempo di luce per il nostro cammino. In questo senso è nostra convinzione che se poniamo alla base dell’esistenza la dimensione dell’umiltà quello che siamo e che vogliamo divenire, oltre che essere un punto di forza lo è anche di equilibrio perché ci rende persone interiormente libere e trasparenti. Allora a parlare e a comunicare sarà la nostra vita, la cui trasparenza non può che trasmettere messaggi positivi i quali possono aiutare le persone ad essere unicamente se stesse senza complessi di alcun genere, ne di superiorità né di inferiorità. A volte però siamo noi i primi a non avere stima di noi stessi, ci riteniamo poveri, incapaci e con ciò non facciamo nemmeno la fatica di scoprire i doni che Dio ha posto in ciascuno di noi. Diversamente credere e valorizzare i nostri doni nell’impegno costante a dare il meglio di noi stessi, significa suscitare energie nascoste, risvegliare il senso della responsabilità, creare le condizioni di partenza per altri cammini. Tutto questo però richiede tempi di riflessione, saper attendere, ma soprattutto riservare dei momenti per gustare il dono della vita e la bellezza di tutto ciò che ci circonda. Romano Battaglia diceva: “Devi fermarti con umiltà anche dinanzi a una goccia di rugiada che brilla su un filo d’erba, perché potresti riuscire a vedere l’arcobaleno.” Questo ci sta a dire che nel cammino verso l’essere pienamente se stessi le piccole e umili cose valgono quanto le grandi. Questo ci dovrebbe dare gioia perché tutto si concretizza nella quotidianità dei nostri giorni, quando viviamo nella concordia, nella vera gratuità, nella pace e nella solidarietà. Sono questi semplici ed umili gesti che diventano punti
di forza per chi crede e ha fiducia nella crescita che sta nella natura delle cose come una pianta cresce seguendo la legge che sta dentro di sé, anche l’essere umano ha un suo ritmo adeguato alla propria esistenza. Allora è importante gustare consapevolmente il presente perché è solo l’oggi che conta e anche perché ognuno di noi è l’autore del suo libro dell’arte di vivere. Ogni giorno lo dobbiamo vivere sapendo che in esso non vi è nulla di troppo, nulla di insignificante e inutile, perché dentro la vita c’è la sorgente che alimenta la sua creazione. Ogni epoca della vita ha i suoi punti di forza da riconoscere e da valorizzare, come scorgere il bene che cresce in noi e attorno a noi. Questo ci aiuta a riempire di significato e di verità il nostro agire donandoci sempre una nuova forma di vitalità. Questo può significare un ricevere vita da tutte le parti, ma anche nell’essere e nel dare sempre di più, aperti e universali sapendo che ogni giorno è come un inizio, dove ancora nulla è deciso, dove ogni rischio è ancora aperto e ogni avventura ancora indefinita. L’essenza dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio trova il suo giusto posto nel farsi dono, possibilità, apertura all’inedito,
tutti valori che fanno gustare la felicità di un’esistenza autentica. È necessario però proiettarsi continuamente al di là del senso dato comunemente alle cose, scoprire uno sviluppo e una crescita della nostra realtà che continuamente ci sorprende e ci raggiunge come dono. Allora ognuno di noi può divenire lievito di vita nuova che si trasforma in risorsa per sé e per la comunità, nella consapevolezza che ogni punto di arrivo diventa punto di partenza per una tappa successiva fino a che non abbiamo raggiunto la meta (sino ai fiori diceva il nostro grande maestro il proff. Hudolin) Importante è avere la consapevolezza che con le nostre scelte, il nostro lavoro noi siamo chiamati a costruire questo mondo e a collaborare così all’eterna creazione di Dio. Allora tutto diventa segno per chi è disposto a portare avanti il compito che gli è stato affidato con senso di responsabilità per cui la sua missione si trasforma in profezia. Allora il mondo attorno a noi diventerà più caldo, più umano e più abitabile. Di conseguenza per tutti sarà più facile navigare fra i tanti scogli che si pongono sul nostro cammino nel viaggio della vita, purché sappiamo tener fede alla dimensione dell’umiltà come punto di forza.
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2 giugno 2011 - Camminata sui sentieri dei soldati del Grappa Valter Brunello
Da ormai sei anni il Gruppo ANA di Romano d’Ezzelino organizza la “Camminata sui sentieri dei soldati del Grappa” del 2 giugno. Dal 2005 gli Alpini assieme a comitive di appassionati hanno salito il monte simbolo della Grande Guerra. Hanno percorso i campi di battaglia e riscoperto le ormai centenarie opere militari nascoste dalla vegetazione ma ancora conservate, le gallerie di Col Campeggia, il centro di artiglieria di Casara Andreon, il fortino del Capitello nella Valle di San Lorenzo, le trincee del Monte Oro e la spettacolare dorsale dei Solaroli.
Quest’anno la camminata si svolge ai Colli Alti, l’ultima dorsale del versante occidentale del Grappa che precipita sulla Valsugana, con percorso ad anello e con partenza dalla malga del Pianaro, a quota di 1205 m. La malga si trova lungo la strada asfaltata che da Campo Solagna porta in località San Giovanni, sulla selletta posta a sud del Col Raniero, a sinistra dopo il Col del Gallo. Il percorso Dal piazzale della malga si scende a occidente per prati fino alla sottostante strada sterrata “della Penise”, che si percorre verso nord ovest fino al versante nord di Col Moschin. La strada è pianeggiante e procede sinuosa assecondando vallette e promontori, ora per prati e per pascoli, ora su cenge artificiali intagliate nel calcare grigio e nel biancone dai soldati del Genio italiano novantaquattro anni fa. Spesso non lo si percepisce perché protetti dalla vegetazione, ma se si osserva bene si può scorgere il Brenta che scorre mille metri più in basso. Siamo in comune di Solagna, però appena sotto la strada corre il confine comunale con San Nazario. Da qui scoscendono le vallette pensili e quasi inesplorate di Sarzè, del Fontanon, Valduga, dei Duregoni, del Covolo, del Merlo e delle Ore. Lungo “la Penise” si affacciano vecchie case rurali tipiche di questo versante della montagna, caratterizzate da un’architettura essenziale e dall’abbondante uso di pietra, utilizzate
un tempo dai valligiani per l’alpeggio stagionale del bestiame. Di tanto in tanto si scorge qualche buia feritoia, caverne del tempo di guerra. A metà strada incrociamo il sentiero numero 38 che sale da San Nazario, più avanti troviamo il bivio della Strada Moschina, e a circa quattro chilometri dalla partenza, all’altezza di Carpanè e Valstagna, si lascia la strada. Si sale per pascolo, attraversando vecchie trincee, fino al cippo monumento di Col Moschin, 1279 m di quota, capolinea e ristoro. Dal Moschin, per prati, fino alla croce del Col Fenilon, che con i suoi 1327 m, è il punto più alto del percorso. Si scende fino a tagliare la strada sterrata “della Moschina” nei pressi del cippo storico a cilindro. Ancora per prati fino ai piedi del Col Fagheron, 1315 m, nei pressi di Palazzo Negri, dove si prende il breve tratto di strada asfaltata che porta in località San Giovanni, con
la tipica chiesetta di montagna ed il prezioso Piccolo Museo 1915 – 1918 “Roberto Favero” ricavato all’interno dell’albergo. Appena sotto alla strada si visiterà la “trincea didattica”. Si ritorna infine sulla dorsale prativa fino al Col Raniero, 1249 m, per concludere la camminata alla malga del Pianaro, dove ci sarà il meritato riposo col classico “rancio alpino”. La camminata si svolge sempre al cospetto di paesaggi spettacolari, su un percorso facile di poco più di otto chilometri, che contando i tempi delle soste si coprirà agevolmente in circa quattro ore. Un percorso facile quindi, privo di asperità e di poca fatica, ma che offre molto. I paesaggi La vista spazia a sud sulla pianura dai Colli Euganei ai Monti Berici, sorvola impercettibilmente l’abisso della Valsugana fino all’Altopiano di Asiago: cima Ekar, con l’osservatorio astronomico, Monte Verena, da dove alle quattro del mattino del 24 maggio 1915 partì la prima cannonata che sanciva l’entrata in guerra dell’Italia, i Monti Fior, Castelgomberto e Badenecche, scenari di tante battaglie, e il monte Lisser col suo forte intatto, sopra la Marcesina. Oltre l’altopiano il Pasubio. A nord si possono osservare la caratteristica piramide di Cima d’Asta, la catena dei Lagorai, la lontana Marmolada, le Pale di San Martino, le Vette Feltrine; più vicino, verso est, la Valle del Lepre, la dorsale degli Asoloni e la Cima del Grappa.
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La natura Sui pascoli si godrà inoltre della splendida fioritura del Grappa, nel massimo vigore visto il periodo. Narcisi, botton d’oro, orchidee, nontiscordardimé, clematidi, soldanelle, genzianelle, orecchie d’orso, sassifraghe… E in particolare la storia. Si rivivranno i particolari momenti del fatidico giugno 1918, quando su queste balze si scatenò la “Battaglia del Solstizio”. La guerra era giunta sul Grappa solo dopo la ritirata di Caporetto, nel dicembre del 1917. La disfatta aveva costretto di ridurre il fronte orientale italiano, lasciando al nemico il Friuli, la Carnia e il Cadore. La nuova frontiera divenne il Piave, dal mare Adriatico fino a Pederobba, e da qui fino all’Altopiano di Asiago, attraversando una montagna che divenne il perno della resistenza: il Monte Grappa. Alla fine del ’17 gli Austro Ungarici giunti da Trento e Feltre tenevano sul Grappa la linea da Quero a Cismon, che passava dai Solaroli, al Pertica, l’Asolone ed il Col Caprile, prima di inabissarsi a San Marino in Valsugana. Dopo un gelido inverno passato in trincea, provarono a bissare Caporetto, questa volta però senza l’aiuto della Germania. Le risorse dell’impero erano ormai al limite e si tentò il tutto per tutto prima di un eventuale armistizio. Ciò che ne seguì restò nella storia come la “Battaglia del Solstizio”, proprio perché si sviluppò attorno al 21 giugno. Dalle foci di Cortellazzo, lungo tutta la linea del Piave, del Grappa, fino agli Altipiani, alle 3 del mattino del 15 giugno 1918 i cannoni austriaci scatenarono l’inferno. Obiettivo: invadere il Veneto, riprendere Venezia e chiudere a testa alta la guerra. Pochi giorni prima, al Tonale, era partita l’operazione Lawine (valanga), un attacco sulla Val Camonica per arrivare a minacciare direttamente Milano, ma senza esito. L’operazione Albrecht, che prevedeva il forzamento della linea del Piave e la conquista di Treviso nel giro di un giorno e l’operazione Radetzky, per la conquista dell’Altipiano dei Sette Comuni e del Monte Grappa con l’avanzata in pianura fino alla linea del Bacchiglione, presero il via comunque. Il Piave venne sì superato in alcuni punti, ma senza esisto positivo per l’Austria e il 23 giugno le posizioni ritornarono quelle di partenza. Sul Grappa dal Valderoa i reparti austro ungarici arrivarono fino al Col dell’Orso, posizione che mantennero fino alla fine del conflitto. Le porte del Salton, sullo Spinoncia furono perse e riprese dagli Italiani, così avvenne sul Pertica. Dall’Asolone gli imperiali scesero fino a Ponte San Lorenzo. Qui, sui Colli Alti, le fanterie imperiali con provenienza Col Caprile, travolsero la prima linea italiana, “Linea Alba”, del Col del Miglio, poi la seconda linea del Col d’Anna “Linea Bianca” e infine la terza linea di Val Camporoa “Linea Clelia”, da San Giovanni al Moschin. Era una giornata di nebbia. I fanti imperiali ar-
rivarono con facilità fino al Col Raniero, ma qui lo spunto si esaurì. Non c’erano ricambi di forze fresche, le munizioni erano finite, e questa volta gli Italiani resistevano e contrattaccarono. Gli Arditi del IX Corpo d’Assalto italiano, sostenuti dai Fanti delle brigate Liguria ed Abruzzi, ripresero via via il Fagheron, il Fenilon e nella giornata del 16 arrivarono al Col Moschin. Il 17 giugno gli Austriaci ripararono alle posizioni originarie. Comandante del IX Reparto d’Assalto era il maggiore Giovanni Messe, futuro e ultimo Maresciallo d’Italia a fianco di Mussolini.
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Di questo reparto d’arditi faceva parte anche un valoroso capitano, Angelo Zancanaro, di Incino d’Arsiè, la cui figura è ben ricordata nel piccolo museo “Roberto Favero” di San Giovanni. Sopravissuto alla prima guerra mondiale, durante la seconda divenne un capo partigiano del feltrino. La notte del 26 giugno 1944, a Feltre dove abitava, il tenente colonnello Angelo Zancanaro venne prelevato da forze nazifascite e trucidato assieme al figlio Luciano. Gli è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
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31 marzo 2011: BATTI MARSO
GIUGNO 2011 TRADIZIONALE SAGRA
SACRO CUORE Sabato 4 e Domenica 5
Sabato 11, Domenica 12 e Lunedì 13 Ogni Sera allo STAND GASTRONOMICO Primi Piatti, Grigliate di carne, Goulash, Baccalà alla Vicentina Ottimi vini, Birre Bionde e Rosse
Tutte le sere ATTRAZIONI GONFIABILI PER BAMBINI E RAGAZZI, MINIQUAD RICCA PESCA DI BENEFICIENZA E ESTRAZIONE DELLA LOTTERIA
Anche quest’anno, come da tradizione, il “Presidente per un Giorno”, Agostino Dissegna, ha organizzato il “BATTI MARSO 2011”. Alle 19 precise, tutti pronti davanti al bar Cà Mauri: foto di rito e 3, 2, 1 si parte ! Grandi e piccini insieme, per dire addio all’inverno e il benvenuto alla primavera. In un frastuono di rumori, bici agghindate per l’occasione con lattine e bidoni di tutti i tipi, il corteo parte unito per fare il giro del paese e portare a tutti a tutti l’augurio di una serena primavera. Non mancano le tappe di rito: vin, soppressa e pan, per tutti. Ma purtroppo il tempo è tiranno e in un batti baleno è già buio; e allora si fa rientro al punto di partenza, dove la festa continua. Solo a tarda sera ci si saluta e ci si dà appuntamento al prossimo anno, con bici e “bandoti”. Grazie Agostino, quando ci sei tu il divertimento è assicurato… SEI FORTE!!! Marco e Stefano Dissegna
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Un riconoscimento speciale Sabato 16 aprile 2011 il Nucleo Volontariato e Protezione Civile “Monte Grappa” – Associazione Nazionale Carabinieri di Romano d’Ezzelino, ospitato dal luogotenente Villani, ha organizzato presso la Caserma, Comando di Stazione Carabinieri di Romano una cerimonia di consegna degli attestati di Il Presidente del Nucleo e Protezione lode ai volontari che hanno partecipato alle operazioni di soccorso in occa- Volontariato Civile “Monte Grappa” sione dell’evento alluvione nel vicentino del mese di novembre 2010. App. Siano Giuseppe Alla cerimonia erano presenti i sindaci di Cassola, Mussolente e Romano d’Ezzelino, numerose autorità locali con il Presidente della Commissione Regionale di Protezione Civile, i presidenti di sezione ANC di Bassano e Marostica, l’Ispettore Regionale del Veneto Gen. N. R. Aniballi e il Gen. P. Cassano nonchè altri rappresentanti del volontariato regionale ANC di Protezione Civile. La cerimonia ha avuto inizio con l’alzabandiera e il canto in coro dell’inno nazionale ed è proseguita con un ricordo ai caduti dell’Arma presso il monumento della caserma. Negli interventi delle autorità presenti è emersa l’importanza della presenza dei volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri nel territorio locale, sempre più necessaria e indispensabile; i nostri volontari veneti inoltre, nelle loro attività hanno sempre saputo distinguersi per efficienza e capacità, caratteristiche peculiari di chi ha militato per anni nell’Arma dei Carabinieri. I volontari premiati sono stati: - Presidente di Sezione e V.P. del Nucleo C/re Italo Cav. Bettiati - V. Presidente di Sezione e Consigliere del Nucleo C/re Ivano Torresan - Consigliere di Sezione e Consigliere del Nucleo C/re Andrea Battocchio - Consigliere di Sezione C/re Roberto Bergamo - Consigliere del Nucleo Simp. Gaetano Bonato - Simp. Bonato Tiziano A loro, l’assessore del Comune di Caldogno presente alla cerimonia, a nome delle numerose famiglie coinvolte nel disastro dell’alluvione, ha espresso il più vivo ringraziamento e ha consegnato una pergamena e due interessanti pubblicazioni in segno di riconoscenza.
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Alla mia cara nonna
Andrea Guazzo
NOTIZIE IN BREVE - PAG. 18
Cara nonna, un giorno di primavera sei volata in cielo, hai raggiunto i tuoi e miei angeli Luciano e Giulia lasciandomi un vuoto incolmabile. Mi hai insegnato ad essere sempre forte e fin da piccola mi hai sostenuta, aiutata nelle mie difficoltà. Con te ho imparato a camminare, a parlare, hai visto spuntare il mio primo dente. Tutto ciò è stato un percorso di vita difficile e di sacrificio, ma con l’amore che solo tu sei stata capace di darmi ce l’ho fatta. Il tuo sogno era di vedermi realizzata nella scuola e io ho cercato di renderti sempre orgogliosa di me, facendo progressi continui anche nei momenti più difficili che mi sono capitati. Hai avuto una vita piena di sofferenze, di difficoltà ma la tua gioia era vedere la tua famiglia unita, nel bene e nel male. Beh, ci sei riuscita alla grande nonna! Da lassù guardaci e veglia su di me e sulla tua famiglia, ma soprattutto sul nonno di cui ho ancora tanto bisogno. Apri le tue ali, proteggici come hai sempre fatto quando eri qui con noi. So che lo farai perché ora sei in pace e serena assieme al tuo “putéo” Luciano e alla tua “tosata” Giulia, come eri solita chiamarli. Mi manchi tanto nonna! Con immenso affetto. Ti porterò nel cuore sempre. Ciao Nonna! Elisabetta
La comunità di Romano Alto ha pianto lo scorso 1 aprile la scomparsa di Andrea Guazzo (per gli amici “Mao”) 69 anni una figura carismatica e ben voluta che si era fatto molto apprezzare come persona nel mondo del volontariato. Nel 1960 partì militare nel corpo degli alpini e tre anni dopo partecipò in qualità di soccorritore al recupero delle salme nella catastrofe del Vajont che costò la vita a migliaia di persone. Quarant’anni fa fondò assieme ad altri amici il gruppo donatori di sangue di Romano d’Ezzelino e ne fu il primo presidente per molti anni mentre nel 1976 l’anno del devastante terremoto del Friuli si adoperò per la ricostruzione dei paesi devastati dal sisma. Con il passare degli anni erano sopraggiunti dei gravi problemi di salute che non avevano intaccato minimamente il grande cuore e lo spirito di una persona allegra e spensierata che aveva fatto grandi cose per il prossimo. Un male subdolo lo ha colto di prima mattina e lentamente lo ha portato alla perdita di conoscenza con la diagnosi impietosa dei medici che non davano speranze per la sua ripresa. D’estate Andrea era quotidianità che all’imbrunire lo si potesse trovare seduto sulle panchine di fronte alla chiesa o fuori della porta di casa con la sua inseparabile sedia ad osservare il passaggio delle vetture in transito per via Roma. Un duro colpo per la moglie Fernanda ed il figlio Ivan che si porteranno sempre dentro un caro ricordo di un marito e di un padre esempio per tutti. La sua morte improvvisa porterà speranza ad altre persone che hanno ricevuto il fegato i reni e le cornee in un ultimo gesto di grande solidarietà della famiglia. Christian Rinaldo
Cara Maria
Cara Maria, ci manchi tanto, soprattutto al tuo Giuseppe ed a tuo marito. Spero che tu negli ultimi giorni abbia potuto sentirci o capirci in qualche momento e percepire con quanto amore ti abbiamo assistita, non sei mai stata sola. Quando la notte del 18 aprile ho sentito lo squillo del cellulare ho subito avuto un sobbalzo, era infatti il tuo Giuseppe che mi chiamava, le sue parole sono state zia, la mamma ci ha lasciato ed è mancata tra le mie braccia. So che lui voleva esserti vicino sino all’ultimo momento. I tuoi fratelli Albino, Vittorio, Gilberto, ti hanno tanto assistita ed anche la nostra cognata Loredana. Anche nostro fratello Antonio soffre molto assieme a noi anche se lontano. Cara Maria, al tuo funerale c’era tanta gente, vuol dire che dopo 30 anni di assenza da Romano hai lasciato un segno in molti che ti hanno voluto bene. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti dell’affetto dimostrato. Ciao Maria sei sempre nel mio cuore e nelle nostre preghiere come volevi tu. Tua sorella Rina
Giovanni
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Quando quasi trenta anni fa morì mio papà Nei provai un grande dolore com’è normale che sia quando si perde una persona che si ama. Oggi sto provando lo stesso dolore per la perdita di una persona che non è stata mio padre, ma che io consideravo tale. Oggi mi ha lasciato, ci ha lasciati, Giovanni Dissegna detto Joanin dei Mufoi, un grande uomo che da quasi 16 anni condivideva con mia mamma Olga l’ultimo tratto di cammino che il buon Dio gli aveva accordato. Ci lascia proprio il 25 aprile, data molto importante per noi italiani e che Giovanni stesso ha sempre onorato con la sua immancabile presenza alle cerimonie di commemorazione di questo importante giorno. La figura di uomo buono era divenuta un’icona sia a Romano, paese che gli aveva dato i natali, sia per Bassano, città in cui ha svolto per moltissimi anni la sua amata professione di “Maestro gelatiere”. Iniziata nei primi anni del dopoguerra con i mezzi che a quei tempi erano concessi, la sua attività si sviluppò negli anni seguenti diventando per i bassanesi e non un riferimento storico per tutte quelle persone che amavano il buon gelato, fino agli anni ’90 quando Giovanni decise di cederla ad uno dei figli per ragioni d’età. Cinquant’anni di onoratissima professione che ha lasciato a Bassano il gusto del suo “fior di panna”. Alpino convinto, non perdeva mai nessuna occasione di condividere con il gruppo le manifestazioni che esso proponeva. E a questo proposito non posso non ricordare un aneddoto. Nell’occasione dell’adunata degli Alpini di Bassano, Giovanni ormai non più giovanissimo e perciò non in grado di fare la sfilata a piedi, aveva espresso il desiderio di sfilare sui mezzi che come
vuole la tradizione, sono messi a disposizione per gli alpini non più in grado di marciare. Inizialmente, per ragioni sconosciute, sembrava non ci fosse posto per Giovanni in quei mezzi. Non vi dico con quale amarezza me lo comunicò, sembrava gli avessero portato via 10 anni di vita. Arrivò al punto di consegnarmi il suo amato Cappello dicendomi: “Sergio, se non posso andare io, vai tu con il mio cappello e sfila per me”. Questa cosa mi colpì al punto di non poter star fermo a guardare e, parlando con il capogruppo degli alpini di Romano che ringrazio ancora oggi per questo, siamo riusciti a trovare un posto nei mezzi militari. Come si può facilmente intuire guardando la foto scattata da Popy nel momento in cui Giovanni è salito sul mezzo per la sfilata, si capisce quale fu la sua soddisfazione di essere presente. Come poteva Lui, fedele alpino bassanese, non partecipare alla sfilata degli Alpini a Bassano? Sarebbe stata una delusione troppo grande! Io credo che questa azione, e lo dico con il nodo alla gola ripensandoci, mi abbia fatto prendere molti crediti nei sui confronti e sono molto orgoglioso, assieme a Giovanni “Maistufo” di essere riuscito a realizzare questo suo grande desiderio. Questo solo per dire quanto fosse attaccato alla sua “alpinità”. Ho avuto fortunatamente modo di conoscerlo abbastanza profondamente e posso dire di aver invidiato certe sue doti, prima tra tutte la mansuetudine. Raramente l’ho visto adirato,
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prima di arrabbiarsi contava fino a cento; non che con questo non gli dessero fastidio certi comportamenti che molte volte siamo costretti a subire, anzi, non sopportava i maleducati e probabilmente gli compativa. Avrei davvero tanti episodi da raccontare, episodi che Lui stesso, a volte anche in maniera ripetitiva data l’età, mi raccontava. Mi riportava della sua infanzia di orfano, della guerra, del rastrellamento del Grappa da Lui vissuto in maniera tragica, da poco più che adolescente e molto altro ancora. La cosa che però più mi tocca il cuore credo sia come la forza del destino abbia fatto ritrovare mia mamma e Giovanni negli ultimi anni della loro vita: due persone che in età giovanile erano già stati “Morosetti“, divise poi dalla vita che ha fatto prendere loro strade diverse, ma che poi si sono incontrate e avvicinate di nuovo da non più giovani. Grazie Giovanni per essere entrato nelle nostre vite e per aver portato parte di quella tua bontà che abbiamo apprezzato al punto di considerarti un secondo papà. Ti ringrazio di aver aiutato mia mamma in questi quasi 16 anni di vita insieme, per esserle stato sempre al suo fianco e credo di parlare a nome di tutta la mia famiglia. Ciao Giovanni, corri a prenderti quel posto che ti spetta lassù in Paradiso e insegna loro come si fanno gli storticon la panna , sono sicuro che li apprezzeranno come o di più di come li abbiamo apprezzati noi. Ciao “Joanin”, dal tuo quasi figlio Sergio
Ci hanno lasciato Stella Azzalini ved. Scattareggia
Delfina Carlesso ved. Lollato
Lorenza Benacchio in Serraglio
Nicola Zanazzo
Giovanni Gnoato
89 anni 1 aprile 2011
79 anni 2 aprile 2011
73 anni 3 aprile 2011
18 anni 9 aprile 2011
79 anni 23 aprile 2011
Flora Andriollo ved. Dissegna
Giovanna Andolfatto ved. Bergamo
Giovanni Dissegna “Mufoi”
Roberto Manco
Luigi Nichele
Renata Carlesso in Zen
86 anni 24 aprile 2011
89 anni 25 aprile 2011
82 anni 25 aprile 2011
60 anni 26 aprile 2011
74 anni 27 aprile 2011
60 anni 28 aprile 2011
Punti rinnovo soci
E’ possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori. La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri.
Sede Proloco Via G. Giardino 77, San Giacomo Uffici Postali, Centri Parrocchiali, Banca di Credito Cooperativo.
Romano Edicola Pirandello, Profumeria Elisir, Tabaccheria e Cartoleria Mirò, Mario Bragagnollo (Moletta), Giovanni Bontorin (pittore), Foto Gastaldello / Arduino, Frutta e Verdura da Silvana.
San Giacomo Edicola Cartoleria Zilio Giovanni, Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina. Fellette Panificio Bosa, Edicola Cartoleria Brillante, Happy Bar, Trattoria Conte Chantal. Sacro Cuore Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).
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