Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975
n° 422 Febbraio 2015
Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.
40° Anno
Filiale di Romano d'Ezzelino Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) tel: 0424.514112 fax: 0424.392105 filiale87@bpmarostica.it
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LA COPERTINA A PAROLE… Non temo la pioggia... (il pettirosso)
Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino
FOTO IN COPERTINA DI: Fabio Marini PER LA PRO LOCO DI ROMANO: Maurizio Scotton DIRETTORE RESPONSABILE: Dario Bernardi IN REDAZIONE: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Serena Campagnolo. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it redazioneproromano@gmail.com Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale € 1O,OO* • ordinario nazionale € 18,OO • estero € 27,OO • sostenitore € 55,OO *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco ccp. n. 93337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.
Gratuità e Partecipazione Lettrici e lettori del Nuovo Ezzelino ben ritrovati, l’esile uccellino ritratto in copertina viene considerato da secoli un simbolo dell’anno nuovo che facilita il passaggio dall’inverno alla rinascita. Trattasi di un bellissimo pettirosso che in questi giorni di febbraio possiamo facilmente vedere sui davanzali delle nostre finestre nella coraggiosa ricerca di qualche briciola di pane. La sua leggenda mi ha sempre affascinato. Si narra che un piccolo uccello trovandosi di fronte al Cristo in croce sul Golgota e vedendo la Sua sofferenza aggravata dalla corona di rovi, s’ingegnò e con il becco riuscì a togliere una spina dalla fronte di Gesù. Nell’operazione il sangue che ne uscì ne macchio indelebilmente il petto. Da La via Latea alle spalle del sacello della Madonna del Grappa, quel giorno si chiamò “Pettirosso” e divenne simbolo di un nuovo ini- foto di Giovanni Tarantini. zio pregno di crescita. In questi giorni però i nostri “cittadinanza universale” sarà un obbiettivo che cuori sono sconvolti dal prematuro ritorno alla casa le singole persone, le Associazioni di Volontariato del Padre di Don Delfino. Parroco della Parrocchia le Istituzioni dovranno compiere per camminare di San Giacomo, molto attento e disponibile, si era assieme lungo il sentiero della vita con un rinnovada subito contraddistinto per la sua profonda sensi- to senso di amicizia. Un sentimento che oggi purbilità e positività, sia all’interno della parrocchia sia troppo sembra più legato alla buona sorte ed agli all’esterno dove ha saputo ben interfacciarsi con le interessi personali, che ai veri principi di lealtà e di istituzioni pubbliche e le associazioni di volontaria- accettazione dell’altro seppur con tutti i suoi difetti. to del territorio. Seguiva le attività della Pro Loco e Un percorso difficile per il quale chiediamo a te nell’articolo pubblicato lo scorso mese, che ci scritto Don Delfino di guidaci dall’alto, ed indicarci la via pochi giorni prima dell’ultimo ricovero ospedaliero, da seguire per continuare a raccontare “una storia ci ha lasciato un’importante testimonianza. Un arti- ricca di sapienza, di vita”. colo da rileggere e su cui fermarsi a riflettere: L’invi- Buona Vita to a riconfermare per confermare, a considerare la nostra vita come un campo fecondo dove compiere gesti generosi anche se invisibili; ad essere persone con sorrisi accoglienti, parole confortanti e mani aperte all’incontro … Grazie Don Delfino.
Maurizio Scotton
Il mondo del volontariato sta vivendo una fase di transizione, aperto tanto ad ampie e qualificate possibilità di azione e di promozione umana e sociale, quanto a rischi di strumentalizzazione. Approfondire il significato delle parole “gratuità” e “partecipazione” per sostenere una rinnovata
Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, non saprei dove condurti. Cammina al mio fianco e saremo sempre amici.
EDITORIALE
Febbraio 2015
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Sommario EDITORIALE 3 Gratuità
e Partecipazione
RIFLESSIONI 5 Ovunque vi sia un essere umano, vi è la possibilità per la gentilezza
TERRITORIO 6-7 Un’oasi verde in Villa Negri
per assorbire gli allagamenti
ASSOCIAZIONI 8-9 Continuità e progresso
in Seriola con Jurij Baron
13 Festa e assemblea
dell’utaonlus a Ca’ Cornaro
FOTOGRAFIA 10-11 Monte Grappa RESOCONTI 12 Il Museo chiama,
i Campioni rispondono!
15 Giornata Nazionale del
Dialetto e delle Lingue locali
16 A settant’anni dal
rastrellamento del Grappa
17 Il 2014 dei “Recuperanti”, un grazie da ricordare
CULTURA 14 Enrico Vanzini, l’ultimo
sonderkommando italiano
18 APPUNTAMENTI Via Salvo d’Acquisto, 5 - 36065 MUSSOLENTE (VI) Tel. 0424 30129 - Fax 393734 - gardin.roberto@gmail.com
19 DEFUNTI
NUOVI NATI? Anna BuBllualla e Moira Bontorin di Davide ennaio 2015 nata il 10 g
Condividi la tua gioia con i lettori de Il Nuovo Ezzelino, inviaci le foto via e-mail a: proromano@libero.it oppure portacele in redazione in via G. Giardino, 77 a Romano.
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Ovunque vi sia un essere umano, vi è la possibilità per la gentilezza (Seneca) …Quel pomeriggio ho imparato che, se siamo uniti, anche il dolore può essere battuto per qualche momento. Ho imparato che anche la sofferenza può essere messa da parte, trovando lo spazio per il sorriso. Non dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo sostenere le speranze!
…Pensandoci mi sembra strano, ma sto imparando molto da questa esperienza! …Grazie infinite perché sto capendo quanto la nostra mente, molte volte, sia piena di preoccupazioni futili. Non avrei mai immaginato di poter imparare così tanto da chi non sa scrivere ancora il proprio nome… (lettera di un volontario) L’immagine del volontario è quella di una persona positiva e sorridente che mette a disposizione delle persone bisognose, in modo del tutto gratuito, il suo tempo, le sue risorse e le sue capacità. È colui che aiuta indistintamente senza pretendere niente in cambio, che sorride ed accoglie i problemi delle persone fragili. Un cavaliere bianco, senza macchia in una società individualista e narcisista. Mentre tutto il mondo si affanna per ottenere il benessere individuale, per stare bene, per raggiungere la massima soddisfazione in tutti i campi della vita, il volontario no, è impegnato a far ottenere il benessere agli altri, realizzare i sogni e le aspettative di coloro che sono stati “più sfortunati”. In una società in cui si parla spesso di devianza, di violenza, di difficoltà e di rischi fa bene sapere che ci sono persone dedite al volontariato e che quindi spendono parte del loro tempo per aiutare chi soffre e chi è più debole. Il
volontariato è un fenomeno che socialmente e politicamente ricopre un ruolo sempre più rilevante non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo. Chi fa volontariato deve possedere le capacità di: ascoltare, provare empatia, sostenere e proteggere chi è in difficoltà e chi soffre, prendersi cura di quanto ci circonda. Molto spesso capita che prima di svolgere attività di volontariato sia necessario frequentare corsi formativi. Ciò è importante per imparare ad indirizzare bene le proprie risorse e per essere sensibilizzati ai problemi altrui. Il volontariato rappresenta, in taluni casi, un mezzo per accrescere la propria autostima perché ci si sente utili, indispensabili o con una parte di rilievo nel miglioramento della condizione di vita di un’altra persona. In altri casi, invece, rappresenta un’occasione per occupare il tempo libero, o un’occasione di socializzazione, soprattutto per persone come anziani e casalinghe che hanno ampia disponibilità di tempo e desiderano mettersi alla prova. Infine, soprattutto per i giovani e per coloro che non sono ancora entrati nel mondo del lavoro, il volontariato rappresenta un’occasione di fare esperienze ed acquisire abilità facilmente spendibili in diversi contesti lavorativi. Studi recenti sul volontariato giovanile hanno confermato che l’impegno volontario è caratterizzato, oltre che da un andare verso l’altro,
anche da un attingere dall’altro. Nell’ottica dell’invecchiamento attivo, il volontariato è una delle attività privilegiate dalle persone anziane. Con l’allungarsi della vita e del benessere molti anziani in pensione decidono di dedicare le loro risorse all’interno delle associazioni di volontariato. Questo accresce la loro autoefficacia, aiuta a sentirsi ancora attivi nel mondo, con uno scopo preciso in sostituzione del lavoro, inoltre favorisce la socializzazione alleviando il senso di solitudine e abbandono che spesso vivono queste persone. Dopo aver vissuto una vita attiva ci si ritrova a dover riorganizzare il tempo, scandito in precedenza dal lavoro e dai ritmi frenetici della vita quotidiana. In conclusione si può affermare che, sia per le persone anziane che per adulti e giovani, fare volontariato produce benessere per il volontario stesso, per il contesto sociale in cui egli vive e per chi riceve l’aiuto. È rincuorante pensare che fare del bene produce del bene sia nel dare che nel ricevere, indipendentemente dal tipo di motivazione. Oltre al volontariato strutturato, c’è il “gesto volontario”, che tutti noi abbiamo quotidianamente l’occasione di fare, ma purtroppo a volte siamo di fretta e non cogliamo, non vediamo...Sempre più ci chiudiamo dentro le quattro mura...e pensiamo che sia sufficiente coltivare il nostro orticello!!!
RIFLESSIONI
di Cinzia Bonetto
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Un’oasi verde in Villa Negri per assorbire gli allagamenti Un’oasi ecologica attrezzata nel parco di Villa Negri contribuirà a risolvere i problemi degli allagamenti. E’ questo il nuovo progetto fortemente voluto dall’Amministrazione di Romano d’Ezzelino per ridurre al minimo il rischio di inondazioni nel nostro territorio.
TERRITORIO
di Massimo Ronchi - Assessore ai Lavori Pubblici
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Geom. Vicentini Leonildo, Ing. Umberto Niceforo, Sindaco Rossella Olivo, Assessore Massimo Ronchi, Dirigente LLPP Luigi Pellanda
Partiamo dai numeri, che già sono rassicuranti: 500mila euro il costo dell’opera, un investimento interamente coperto da fondi regionali e 35mila metri cubi di capacità del bacino che dovrà raccogliere l’acqua del Dolzetta, affluente del Mardignon. Il progetto, già allo stato definitivo, dovrà essere appaltato entro il 31/12/2015, pena la revoca del finanziamento e realizzato, salvo imprevisti, entro la fine del 2016. Ma procediamo per ordine: per risolvere i tanti problemi di allagamenti, basti pensare a quelli del novembre del 2012 e dell’estate 2014, il nostro Comune si era già mosso stipulando una convenzione con Etra. In quel frangente abbiamo avviato la seconda fase di una serie di
interventi per realizzare la rete fognaria del territorio comunale. Il Comune, oltre al finanziamento di un milione di euro, stanziò altri 250mila euro per la posa delle condutture per lo scarico delle acque meteoriche lungo le vie Borsi, San Giovanni Bosco, Romita, Negri e Spin, arterie interessate anche dai lavori di rete fognaria assieme a via Nicolini, Albinoni, Fratelli Moretto e via Costantin. Uno dei problemi idrici maggiori riguarda le zone di Spin, via XI Febbraio, la zona del cimitero di Fellette e via Castellana. Parte da qui il nostro progetto per una area attrezzata contro gli allagamenti in Villa Negri, un’opera che sia utile, ma allo stesso tempo che abbia una sua valenza estetica e naturalistica
di oasi verde: in quell’area infatti dimorano una flora ed una fauna che vanno non solo tutelate, ma anche valorizzate. Si tratta di un intervento pensato e concordato con il Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta a cui spetta ora la realizzazione materiale dell’opera, destinato a portare benefici non solo alle frazioni di San Giacomo e Fellette, ma anche a tutti i territori a sud dei confini comunali compresi Cassola e Mussolente. Andando nel dettaglio tecnico, il Mardignon percorre zone abitate e una sua ricalibratura, per aumentarne il deflusso, non sarebbe stata possibile se non in condizioni di costosi espropri. Il nostro progetto invece unisce l’utile al dilettevole andando a creare
TERRITORIO
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una perla naturalistica all’interno del parco di Villa Negri. Saranno realizzati dei laghetti artificiali che si riempiranno in caso di necessità e poi, una volta passate le piene, l’acqua verrà restituita in modo graduale al Mardignon. Questi laghetti realizzati con materiale adeguato e di cui solo uno sarà costantemente pieno, saranno attraversabili per mezzo di camminamenti pedonali attrezzati e circondati da vegetazione adeguata. A monte degli stessi sarà inoltre creato un sistema di fitodepurazione naturale delle acque. Il risultato risolverà il problema degli allagamenti una volta per tutte dimezzando la portata massima del Mardignon e mettendo in sicurezza l’inte-
Il risultato risolverà il problema degli allagamenti una volta per tutte dimezzando la portata massima del Mardignon
ro sistema a valle. Oltre ai laghetti nel parco della Villa, prevediamo anche percorsi pedonali ed aree verdi attrezzate, una vera e propria oasi di 200mila metri quadri che coniugherà l’aspetto naturalistico a quello storico della Villa, uno dei fiori all’occhiello del nostro Comune. Il tutto per preparare adeguatamente la riapertura al pubblico di quest’area in modo da renderla fruibile non solo in tutta la sua bellezza, ma anche in tutta sicurezza, dopo i gravi fatti delinquenziali che sono avvenuti al suo interno, alcuni anche per la negligenza più
che colposa di certi fruitori, che hanno costretto l’Amministrazione Comunale, su indicazione delle forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco, più volte tempestivamente intervenuti sul posto e che ringraziamo, a intercludere l’area stessa. Sicuri che l’intera cittadinanza di Romano e non solo saprà apprezzare i benefici di un’oasi verde a disposizione di tutti, rimane di fondamentale importanza l’aspetto primario dell’opera che si farà carico di sopportare eventuali inondazioni nel nostro territorio.
Continuità e progresso in Seriola con Jurij Baron Mercoledì 22 ottobre 2014 è stato eletto presidente della Seriola Jurij Baron, giovane romanotto 26enne di belle speranze. Per presentare Jurij 2.0 abbiamo chiesto allo speaker del Palio, Nicola Zilio, di intervistarlo.
ASSOCIAZIONI
di Nicola Zilio
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Passaggio di chiavi tra il presidente uscente Roberto Frison (a dx) ed il neoeletto Jurij Baron. Sulla sx, il vicepresidente Giovanni Farronato
Jurij, ti aspettavi la rielezione? Cos’è cambiato da quel 2009? Partendo dal presupposto che in associazione non è mai facile individuare un qualsivoglia candidato, questa elezione non è stata una vera e propria sorpresa. I cambiamenti sono innanzitutto dovuti dall’età, ormai vado per i 27, e da una diversa prospettiva di vita (ho cambiato lavoro e mi sono sposato). Non so se definirmi più maturo, di certo come Presidente mi accingo ad affrontare questo incarico con diverse esperienze sulle spalle e quindi con maggiore consapevolezza.
Che suggerimento daresti a Jurij primo presidente dopo l’esperienza maturata negli anni?
Di agire con meno timore, di non sopravvalutare il “peso della firma” e di avere maggiore serenità nelle valutazioni. È inevitabile che alle prime armi ci si senta carichi di responsabilità ed è normale essere maggiormen-
te attenti a non deludere la fiducia dell’ambiente, ma questo non deve impedirci di credere nella validità delle buone idee e non deve frenare il coraggio di affrontare investimenti meritevoli d’attenzione.
Hai sempre dato il tuo apporto all’associazione. Consideri un vantaggio l’essere conosciuto dall’ambiente e conoscerlo bene?
Lo ritengo fondamentale. In questa associazione sono cresciuto: mi sono inserito in un gruppo eterogeneo per età e carattere; ho operato in cucina, distribuzione e bar; ho potuto seguirne la logistica e le dinamiche del direttivo, cercando di imparare da tutti e provando a cogliere le capacità dei presidenti che si sono alternati negli anni. Esperienze che mi hanno dato tanto e continuano a darmi tanto. Naturalmente col passar del tempo risulta sempre più facile lavorare assieme perché ci si conosce .. senza disde-
gnare il sano confronto su qualsivoglia questione decisionale.
Nonostante il Palio sia una Manifestazione che trascende dalla semplice “Sagra” si è riusciti negli anni a mantenere la genuinità. A cosa credi sia dovuto?
Spontaneità e determinazione dei contradaioli: sono questi il nostro punto di forza. Al palio non si offre semplicemente svago, per quanto poi risulti importante e piacevole vedere la piazza gremita durante le varie giornate o serate a tema, ma si è sempre cercato di dare una finalità culturale tramite la Rievocazione Storica che negli anni è andata sempre più perfezionandosi. Durante tutto l’anno i contradaioli si adoperano per allestire gli Angoli e sviluppare il tema della propria contrada, con una cura per i dettagli e una preparazione negli argomenti che lasciano sempre meno spazio all’improvvisazione. Il prodotto finito lascia al pubblico molto di
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più di una semplice giornata di festa, riuscendo sempre a sorprendere grazie ad un coerente rinnovamento nel tempo, non ultimo l’evento collaterale al palio in tema di Grande Guerra, Lettere dal Fronte. È proprio questo che lo ha fatto diventare negli anni un appuntamento fisso nel nostro territorio. Infine il Palio dei Mussi riesce sempre a dare una degna conclusione, con la sana competizione a creare il giusto brio senza offuscare minimamente il fine storico/culturale. È bello e significativo vedere i vincitori far festa assieme a tutti gli altri, quasi per farsi i complimenti a vicenda per la buona riuscita della manifestazione.
pini, e potrei continuare… Naturalmente il Palio sta ricevendo sempre più attenzione e riconoscimenti nel territorio regionale e non solo (iscritto al Registro Regionale delle Manifestazioni Storiche di Interesse Locale, oltre che al CERS, costituzione Federazione extraregionale Grande Guerra), è sintomatico quindi una maggiore concentrazione di risorse e di persone a favore di esso, che di contro può limitare altri progetti. A prescindere dalle varie manifestazioni, però, tengo a precisare che resta un’Associazione PRO Territorio in tutte le sue sfaccettature.
Seriola è solo Palio?
Riesci a rivolgerti al futuro Jurij presidente uscente, cosa t’interesserebbe chiedere?
Certamente no. La Seriola in tutta la sua esistenza ha seguito più o meno direttamente diversi eventi e manifestazioni. Per citarne alcuni tra i più recenti: Back to Africa, Ezzelino, Birbalandia, Music Festival, Adunata Sezionale Al-
M’interesserebbe sapere, un po’ egoisticamente, se ne è valsa la pena. Ho tre anni per darmi la risposta, e in mezzo ci stanno: gli instancabili contradaioli e associati, il Centenario e la capacità di mantenere la nostra identità, consolidamento e prospettiva.
Quindi, definisci in un breve concetto cos’è per te la Seriola. Famiglia e passione. Ricordo una mostra dell’Ezzelino Foto Club di qualche anno fa che esponeva le foto del Palio concluso ormai da qualche mese: i fermo immagine di tutte quelle persone impegnate nelle più disparate mansioni; il sorriso sul volto dei più giovani e dei più anziani; le strade agghindate; un intero paese in festa; i fiori. In quel momento ricordo di aver focalizzato quanto le persone diano e ricevano dal Palio, fu gratificante. Il Palio è di tutti e tutti siamo il Palio.
NUOVO ANNO. Vuoi fare un augurio particolare a te stesso? E un augurio ai nostri lettori?
A me stesso auguro di restare entusiasta in tutto ciò che faccio. Ai lettori auguro serenità e gioia nelle piccole cose.
Monte Grappa
FOTOGRAFIA
foto di Giovanni Tarantini
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FOTOGRAFIA
Il Museo chiama, i Campioni rispondono!
RESOCONTI
Organizzata dal Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar in collaborazione con il Team Bassano, il CVAE (Circolo Veneto Auto e Moto d’Epoca), la Bassano Rally Racing e ACI Vicenza, si è svolta venerdì 23 gennaio 2015, una grande serata, intitolata “a scuola di traversi – i veneti volanti”.
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Grandi Campioni, attori protagonisti di imprese sportive cariche di gloria: Rudy Roberto Dalpozzo - 2 volte Campione Italiano di Gr.1, 2 volte Campione Italiano di Gr.2, Campione Italiano Assoluto, Campione Europeo Assoluto, oltre ad altri titoli assoluti in qualità di direttore sportivo Opel; Luigi Battistolli “Lucky” - Campione Triveneto, 2 volte Campione Rally Nazionale, Campione Italiano turismo di serie, vincitore Mitropa Cup e Campione Europeo Historic Rally 2014; Miki Biasion - Campione Italiano Gr.2, Campione Italiano Assoluto, Campione Europeo Assoluto, 2 volte Campione del Mondo con 17 vittorie iridate, unico italiano ad aver vinto (su auto italiana) 2 volte l’East African Safari, 2 Coppe del Mondo Raid su camion, 2° alla Parigi-Dakar; Sandro Munari - 3 volte Campione Italiano Assoluto, vincitore Mitropa Cup, vincitore Targa Florio (su Ferrari 312 P in coppia con Merzario), vincitore Coppa Fia Piloti (Campionato del Mondo), vincitore di 4 Rally di Montecarlo; Franco Ceccato - vincitore Campionato Alpe Adria, vincitotre Campionato Rally Nazionale, vincitore Mitropa Cup; Tony Fassina - vincitore Campionato Rally Nazionale, 3 volte Campione Italiano Assoluto, Campione Europeo Assoluto; Vittorio Caneva - oltre ad importanti risultati personali in carriera, forgiatore da
26 anni di tantissimi campioni con la sua Vittorio Caneva Rally School; Tonino Tognana - vincitore Trofeo Opel Italia, Campione Italiano Assoluto; Gilberto Pianezzola - Campione Italiano Assoluto; Sergio Pianezzola - vincitore Campionato Fiat Uno under 23, vincitore Campionato Mitsubishi Evo Cup; gradita presenza della signora Ariella Mannucci, moglie dell’indimenticabile navigatore di Sandro Munari: Mario Mannucci, della signora Ceccato, moglie di Pino Ceccato (3 titoli Nazionali CSAI) e madre di Massimo Ceccato (Campione Italiano Under 23 e Campione Italiano under 27) ed infine, con sorpresa e piacere, è arrivato anche Tiziano Siviero che con Miki ha condiviso una strepitosa e irripetibile “Favola Mondiale”. Un pubblico numeroso ed appassionato, di ben oltre 250 persone, ha partecipato ad una serata carica di emozioni per i racconti dei protagonisti di incredibili imprese sportive che, da Sandro Munari a Massimo Ceccato, hanno scritto mezzo secolo di storia dei Rally. Un incontro memorabile, che ha visto radunarsi a Romano ‘Ezzelino, i campioni veneti di rally che hanno scritto pagine epiche di storia sportiva. Cinquant’anni di imprese straordinarie che spesso hanno generato anche impor-
tanti indotti industriali, come ad esempio quando Lancia, in seguito alla vittoria di Munari-Mannucci al Montecarlo del 1972 su Fulvia 1.6 HF, richiamò in fabbrica dalla cassa integrazione 3.500 maestranze per riattivare le linee di produzione del modello che in altri 5 anni sfornarono ben 50.000 nuovi esemplari del modello richiesto in tutto il mondo. Un’iniziativa volta a valorizzare l’incredibile patrimonio umano che la “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto – Giannino Marzotto” ben rappresenta, in un unico insieme narrante dieci secoli di imprese, primati, invenzioni, scienziati, sportivi e imprenditori che hanno avuto i natali nella nostra regione. Nelle foto: (da sinistra verso destra) Gilberto Pianezzola, Sergio Pianezzola, Franco Ceccato, Valter Bizzotto (presidente ACI Vicenza), Luigi Lucky Battistolli, Roberto Rudy Dalpozzo, Tony Fassina, Sandro Munari, Vittorio Caneva, Miky Biasion e Tiziano Siviero. Foto 2: Munari-Mannucci vincitori del Rally di Montecarlo del 1972 su Lancia Fulvia 1.6 HF. Foto 3: Maria Pia Viaro (vicepresidente del Museo Bonfanti-Vimar) premia i bi-Campioni del Mondo Rally, Miki Biasion e Tiziano Siviero.
Festa e assemblea dell’UTAONLUS a Ca’ Cornaro Domenica 29 Marzo 2015
Parliamo in anticipo della Festa e dell’Assemblea dell’UTAUNLUS perché presenta un programma straordinario, che può stimolare la gente del territorio a partecipare. Fra Fiorenzo Priuli ha compiuto 50 anni di Professione religiosa. di Fra Luca Beato, Presidente U.T.A. ONLUS
L’Associazione benefica “Uniti per Tanguiéta e Afagnan”= UTAONLUS, costituita a Romano d’Ezzelino (Vicenza - Italia) nel 1996, è sorta per rispondere agli appelli di aiuto di Fra Fiorenzo Dr. Priuli per curare i malati poveri di Afagnan (Togo) e di Tanguiéta (Benin). La nostra stima e ammirazione per questo Frate, medico, missionario dei Fatebenefratelli, è sempre stata grande. Sapevamo che già quand’era scolastico a Milano, primeggiava tra i giovani religiosi per lo spirito missionario ed era sempre protagonista nelle iniziative che si facevano per la raccolta di Fondi a favore dell’Ospedale di Afagnan. Appena la sua preparazione fu ritenuta sufficiente, i Superiori gli permisero di partire per l’Africa e raggiunse Afagnan nel 1969. Qui lavorò indefessamente per anni nei vari servizi dell’Ospedale al punto che contrasse la tubercolosi e fu costretto a rientrare in Italia per curarsi. Mentre tutti lo davano per spacciato, ottenne il permesso dal Padre Generale di studiare medicina, cosa che fece appena ristabilito. Non ancora laureato tornò in Africa e finì gli studi facendo il pendolare tra Afagnan e l’Università di Milano. Come medico chirurgo divenne presto uno specialista nel rimettere in piedi i bambini rimasti paralizzati alle gambe in seguito alla poliomielite. All’inizio della nostra Associazione ne operava in media 350 all’ anno. L’O.M.S. ha saputo apprezzare il valore della sua esperienza in campo medico e chirurgico. Dal 1992 l’ha convocato annualmente a Ginevra (Svizzera) per 10 anni come esperto di malattie tropicali e del morbo del Buruli e dopo gli affidò un progetto di ricerca e cura dei malati di
ASSOCIAZIONI
Il 7 Marzo gli fanno festa a Tanguiéta (Benin) e il 29 Marzo contiamo di fargli festa anche noi dell’UTAONLUS a Romano d’Ezzelino. Intanto ci stata richiesta una testimonianza, che noi di cuore abbiamo formulato.
AIDS ancora in vigore a Tanguiéta. Nel 2002 ha ricevuto a Lomé la Legione d’onore dalla Francia e nel 2004 ha conseguito a Brescia il premio Cuore amico, considerato il Nobel della bontà. Il contatto con tanti luminari della Medicina ha fatto conoscere nel mondo l’ospedale “St. Jean de Dieu” di Tanguiéta e l’azione che egli vi svolge con tanta dedizione altamente qualitativa e profondamente umana, per cui qualcuno ha parlato del “Miracolo di Tanguiéta”. Noi dell’UTAONLUS da quasi vent’anni aiutiamo Fra Fiorenzo in maniera sempre più significativa a curare i malati poveri dell’Atakora. Ora contiamo su 50 soci ordinari, 285 soci benemeriti e 500 offerenti annuali grandi e piccoli. Nel 2014 siamo riusciti ad erogare agli ospedali africani la bella somma di euro 323.000,00. Speriamo di fare anche di più nel prossimo futuro. Egli incarna nell’oggi l’ospitalità secondo lo stile di S.Giovanni di Dio, che si rifà allo spirito del buon samaritano del Vangelo. La sua persona, le sue azioni, la sua organizzazione ed i suoi collaboratori a tutti i livelli sono la testimonianza reale e tangibile che il Regno di Dio è qui e che lo Spirito Santo ci guida ad edificarlo ogni giorno. Un’altra bella notizia che ci viene dall’Africa è il fatto che il Ministro della Sanità
del Benin ha inviato alla nostra Associazione benefica un attestato di riconoscenza per gli aiuti significativi dati all’Ospedale di Tanguiéta. Anche il pericolo dell’EBOLA finalmente è cessato. In Liberia e nella Sierra Leone noi Fatebenefratelli abbiamo perso quattro Frati, una Suora e diciotto collaboratori laici. A Tanguiéta c’è stata la LASSA, parente stretta dell’Ebola, per cui abbiamo perso il Primario della Pediatria e due infermiere. Adesso la situazione è tornata normale. Per quanto riguarda il bilancio dell’UTAONLUS, oltre al bilancio normale che risulta abbastanza buono nonostante la crisi economica ancora in corso, c’è la grande novità di un grosso finanziamento agli ospedali africani da parte della FONDATION ASSISTANCE INTERNATIONALE (= F.A.I.) con sede a Lugano (Svizzera) e con sezione staccata a Roma, per la durata di tre anni. Se ci è arrivato, è certo merito della missione straordinaria che sta compiendo Fra Fiorenzo Priuli, ma se passa attraverso l’UTAONLUS è perché abbiamo dato prova di gestire l’Associazione con estrema trasparenza. Quest’anno l’Assemblea dell’UTAONLUS è anche elettiva. Si rinnoverà il Consiglio Direttivo, che poi a sua volta rinnoverà l’Esecutivo.
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Enrico Vanzini, l’ultimo sonderkommando italiano Testimoniare la sofferenza patita e trasformarla in emozioni positive per chi ascolta, è da qualche anno l’obiettivo che si è dato Enrico Vanzini, 92 anni, sopravvissuto al lager nazista di Dachau dove rimase internato per 7 mesi e dove le SS lo obbligarono a svolgere per due settimane il terribile compito di riempire dei cadaveri dei propri compagni i forni crematori.
CULTURA
di Roberto Brumat
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Una testimonianza, quella di Enrico Vanzini, presentata il 29 gennaio scorso a Fellette davanti a un teatro gremito di persone di ogni età, richiamate dal desiderio di conoscere una pagina terribile della storia moderna, non troppo distante da noi (70 anni fa, 500 km da qui); e di sentirla dalla viva voce di chi l’ha vissuta sulla propria pelle, ancora segnata dalle percosse subìte e dai morsi del gelo. Una storia rimasta segregata per 60 anni nell’anima di quest’uomo mite che non serba rancori, che non cova odio neanche nei confronti dei suoi aguzzini. “Ormai sono passati tanti anni” dice sempre, invitando soprattutto i ragazzi a volersi bene, a studiare, a non pensare alle guerre e ad operare per una società migliore che non riviva mai più orrori come quelli del nazismo o di altre feroci dittature. Non a caso ho voluto chiudere il documentario che ho realizzato sulla
storia di Vanzini con una frase del poeta tedesco Heinrich Heine, ebreo, che nel 1821 nella sua tragedia Almansor scrisse: Dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli esseri umani. Terribile anticipazione del tristemente noto rogo di libri ad opera della Hitlerjugend, per dire che la cancellazione delle idee altrui (tipica degli estremismi) è un temibile campanello d’allarme che indica l’approssimarsi della fine delle libertà individuali e con esse del rischio di violenze senza fine. Chi mi ha invitato a scrivere questa presentazione mi ha chiesto di indicare perché è una buona cosa andare ad ascoltare la testimonianza di Enrico (che ho raccolto nel libro L’ultimo sonderkommando italiano – Rizzoli), come quella degli altri pochi superstiti degli abomini della seconda guerra mondiale. Siamo gli ultimi che possiamo farlo, perché per ragioni anagrafiche i testimoni sono rimasti pochi. Enrico Vanzini ha una grande lucidità e ricordi indelebili che gli si sono fissati nella memoria: “Queste sono cose che non si dimenticano mai” dice sempre. Ma al di là del valore storico, dell’importanza di ascoltare i fatti da chi li ha vissuti, c’è un altro significato (più d’uno a dire il vero) che mi sento di sintetizzare con una frase che un detenuto gli ha
detto salutandolo al termine di un nostro incontro al carcere Due Palazzi di Padova: “La ringrazio a nome di tutti noi, per la grande lezione di speranza che ci ha dato: noi conosciamo la data della nostra fine pena, ma lei non la sapeva. Eppure ha fatto di tutto per sopravvivere, per andare avanti nonostante tutto”. “Domani forse sarà un giorno migliore” era il pensiero che accompagnava questo ragazzo di 22 anni, ridotto a 29 chili e 300 grammi quando tornò a casa e sentì sua mamma ripetergli che non conosceva lo scheletro che aveva davanti e che non si reggeva più in piedi.
Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali Il 17 Gennaio 2015 in tutta Italia si è svolta la terza edizione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali, riscontrando una partecipazione che è andata oltre ogni previsione, segno di una grande attenzione da parte della società civile verso queste tematiche.
RESOCONTI
di Maurizio Scotton - Presidente della Pro Loco di Romano d’Ezzelino
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Le Pro Loco sono da sempre impegnate in questa attività di recupero e tutela di saperi e tradizioni che oggi più che mai rischiano di scomparire. “Nel mondo ogni 14 giorni scompare una lingua locale portando dietro di sé tradizioni, storia, cultura – ha dichiarato il Presidente UNPLI Claudio Nardocci – Le Pro Loco hanno raccolto questo grido d’allarme che si leva da ogni parte del mondo sul fenomeno, ed insieme si stanno impegnando nel tentativo di non lasciare che i processi di mondializzazione cancellino la carta d’identità dei luoghi e dei territori. Il locale può e deve vivere e sopravvivere nel globale con i suoi linguaggi oltreché con i prodotti tipici
ed il folclore … Le lingue locali sono il collante che ci lega alle nostre radici. La valorizzazione delle diversità culturali presenti nel territorio italiano e, già da tempo, in tutta Europa può inoltre contribuire a creare una cultura del rispetto delle diversità con le quali il mondo moderno si misura, spesso con esiti drammatici come si è visto nella vicenda del periodico satirico Charlie Hebdo”. Concetto ribadito da Bruno Manzi, “I dialetti sono contemporaneamente elemento d’identità e d’integrazione”. Essi non vanno praticati quindi come fattori di separazione e di divisioni, ma come elementi di una più complessa unità linguistica e culturale.
Per contrastare questo processo di impoverimento della biodiversità linguistica che sembra purtroppo inarrestabile, anche la Pro Loco di Romano d’Ezzelino ha dato il suo piccolo contributo grazie alla passione ed all’impegno del nostro amico e poeta Eusebio “Berna” Vivian. che lo scorso sabato 17 gennaio, ha presentato nella prestigiosa Libreria Palazzo Roberti, definita la più bella libreria d’Italia, il suo ultimo libro “Viaggio tra i giochi”, edito dalla Pro Romano. Una presentazione, impreziosita dalla presenza di Serenella Zen e altri nostri compaesani (quali componenti del Coro Bassano) che ha registrato il tutto esaurito.
A settant’anni dal rastrellamento del Grappa (settembre 2014) A settant’anni dal Rastrellamento del Grappa che tante vittime ha disseminato nella nostra Pedemontana, una folta delegazione ha voluto rendere omaggio, fra il 5 e il 7 settembre scorso, a tutti coloro che sono stati deportati a Dachau e negli oltre cento suoi sottocampi e che non sono più ritornati.
RESOCONTI
di Lorenzo Capovilla
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110 persone, due pullman, composte da familiari dei deportati, autorità comunali di Borso, Crespano e Paderno del Grappa, il Coro Alpino Monte Castel di Crespano del Grappa, rappresentanti dell’ANPI, dell’ANED (ex deportati), dell’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, dell’ANA. C’era anche una rappresentanza di Romano d’Ezzelino fra i partecipanti, in particolare i familiari dei fratelli e cugini Andolfatto (Luigi, Girolamo, Andrea, Giuseppe) e i nipoti di Ravagnolo Angelo Marcello. Saranno loro a deporre a Überlingen (vd. foto) sul Lago di Costanza, nel piccolo cimitero dove riposano i resti di un centinaio di deceduti per stenti e malattie nei primi mesi del ’45, la corona d’alloro delle Amministrazioni locali del Grappa, mentre il Coro M. Castel eseguiva a quattro voci la canzona “KZ” in onore e ricordo dei deportati. Il giorno prima un’analoga cerimonia
al Lager di Dachau aveva commemorato, nominandoli uno ad uno, altri trentuno deportati del nostro territorio catturati nelle numerose malghe del Grappa e reclusi prima al Lager di Bolzano e poi trasferiti a Dachau per essere utilizzati nei mesi di ottobre e novembre ’44 a rimuovere le macerie dei bombardamenti alleati nella città di Monaco di Baviera. Erano stati poi trasferiti su carri di bestiame a Überlingen, Müldorf e in altri sottocampi e impiegati in turni di 12 ore, giorno e notte, nei lavori forzati in numerosi cantieri e fabbriche di armamenti del Reich. Pochissimi di loro, tutti prigionieri politici che portavano sulla divisa a righe il famoso triangolo rosso con le iniziali “It” poterono ritornare e raccontarci la loro odissea. Il solo Lorenzo basso di Fietta di Paderno, classe 1922, tuttora vivente, è ritornato sui luoghi della sua prigionia
e ha ripercorso nella primavera del 2008 le Gallerie che era stato costretto a scavare e dove dovevano essere incavernati i macchinari della fabbrica d’aerei “Zeppelin” che veniva continuamente colpita dall’aviazione alleata. È stato un viaggio nella memoria toccante e commovente, ma doveroso e significativo, accompagnato dalle originali e profonde preghiere e riflessioni di Mons. Renato Marangoni, Vicario del Vescovo di Padova. «Non vogliamo», ha detto qualcuno dei partecipanti, «che si dimentichi quella dolorosa e tragica pagina di storia della nostra Pedemontana. Soprattutto dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni le immagini e il ricordo di tante giovani vite sacrificate da un sistema di potere che si riprometteva di fare dell’Europa un unico immenso lager dominato dalla volontà dispotica di pochi, selezionati “eletti”».
Il 2014 dei “Recuperanti”, un grazie da ricordare In questa serie di restauri, io Anna e Davide, abbiamo coinvolto nuovi amici, questo prezioso dono di tempo e forza lavoro, che ha coinvolto mia moglie Michela, la mia terzogenita Eva e il mio caro amico Giustino Zen, lo considero ancora una volta un dono dal cielo dei nostri cari soldati che non vogliono essere dimenticati.
RESOCONTI
di Claudio e Davide Zen
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Abbiamo sistemato la tomba del generale Viola a cima Grappa, il monumento dedicato alla quinta divisione alpina Pusteria in valle Santa Felicita a Romano, la parte austriaca del sacrario di cima Grappa, la lapide sul col Caprile in memoria di Peter Pan, la lapide in località busa dee cavare a ricordo dei partigiani caduti nel rastrellamento del Grappa e, sempre in comune di Borso, località malga Pat, alcuni monumenti funebri di soldati sepolti nel primitivo cimitero intitolato al capitano delle fiamme nere Enrico Picaglia che poi ho ritrovato sepolti a cima Grappa. Questo anno è stato importante anche per un lavoro che abbiamo fatto per il comune di Posina dove il sindaco Chechellero ci aveva chiesto aiuto nel ripristino del loro monumento ai caduti. Ma soprattutto, siamo rimasti vera-
mente soddisfatti di aver fatto sorridere nuovamente due cari amici: Palma Viola e Roberto Rosa. Io e l’amico Loris Giuratti, assieme ad un nutrito gruppo di volontari, lo scorso mese di marzo, ci siamo recati a Roma, dove abbiamo fatto dono alla contessa Palma Viola di copia della medaglia d’oro trafugata proprio dal museo del Vittoriano all’Altare della Patria un anno prima. Ma non ci siamo fermati a questo, abbiamo voluto che i nostri ragazzi fossero loro stessi i depositari del massimo simbolo al valore militare, direttamente nella teca, dimostrando a tutti i presenti e a quanti nei giorni successivi avessero letto i giornali, che le nuove generazioni sono in grado di arrivare dove gli adulti spesso falliscono o tergiversano. Forse di tutti i lavori che abbiamo avuto l’onore di fare, questo è quel-
lo che ci ha maggiormente onorati, lasciandoci un ricordo indelebile per tutta la vita. In fondo la signora Viola, o Roberto Rosa, figlio di Ettore, che abbiamo fatto incontrare per la prima volta, proprio con la vedova del capitano degli arditi, rappresentano la memoria vivente della Grande Guerra, ma sono anche anziani un poco soli e sicuramente abbandonati dalle istituzioni. Il poter renderli felici forse è stato il più bel regalo che Ettore Viola e Ermes Rosa, mi hanno potuto fare per ricambiare il nostro lavoro di recuperanti. Si, hai capito giusto, recuperanti, perchè proprio in questi giorni, che la parola recuperante è troppo spesso associata a vandalismo, furto e danno al patrimonio collettivo. Questo è il nostro modo di intenderla: recuperanti di memorie perdute. Un caro saluto, Anna, Davide, Eva, Michela, Claudio, Giustino Zen.
APPUNTAMENTI
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40° Anno
n° 422 Febbraio 2015
dalla Pro Loco di Romano in distribuzione
gratuita ai soci.
nuove stelle nel cielo
Agnese Maria Mocellin Carmen Cerantola 90 anni 8 gennaio 2015
Maria Sonda
Vincenza Carrella
88 anni 8 gennaio 2015
77 anni 11 gennaio 2015
ved. Stragliotto
ved. Rocco
DEFUNTI
57 anni 2 gennaio 2015
in Marcadella
Giacoma Bergamo
Maria Pellizzer
Giovanni Chemello
Flores Gheller
Maria Frison
93 anni 13 gennaio 2015
86 anni 17 gennaio 2015
83 anni 17 gennaio 2015
64 anni 19 gennaio 2015
89 anni 20 gennaio 2015
ved. Andriollo (Scheo)
ved. Dissegna
Trombino
ved. Dal Moro
Pietro Obber
Paolo Bontorin
Germano Lorenzon
Rita Strappazzon
Damiano Zen
75 anni 20 gennaio 2015
53 anni 22 gennaio 2015
71 anni 24 gennaio 2015
80 anni 27 gennaio 2015
70 anni 28 gennaio 2015
in Barbacetto
Dal 1966 l’Impresa Funebre BONIN svolge servizi funebri con professionalità, competenza e sensibilità DISBRIGO PRATICHE, CREMAZIONE, TRASPORTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, ACCESSORI FUNEBRI E CIMITERIALI.
SEDE: V.le San Giuseppe, 91 - San Giuseppe di Cassola (VI) Tel. 0424 512222 - Cell. 348 7679123 - 360 221742 REPERIBILITA’ 24H SU 24
Custodi cimiteri comunali
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