Nuovo Ezzelino - Marzo 2015

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975

n° 423 Marzo 2015

Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.

40° Anno


Filiale di Romano d'Ezzelino Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) tel: 0424.514112 fax: 0424.392105 filiale87@bpmarostica.it

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n° 423 Marzo 2015

40° Anno

Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975

Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.

LA COPERTINA A PAROLE… In questa rara immagine si può vedere com’era durante la Grande Guerra l’attuale rotatoria a Romano tra Via Roma e via G. Giardino.

Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino FOTO IN COPERTINA Fonte: Archivio Storico Dal Molin PER LA PRO LOCO DI ROMANO: Maurizio Scotton DIRETTORE RESPONSABILE: Dario Bernardi IN REDAZIONE: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Serena Campagnolo. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it redazioneproromano@gmail.com Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale € 1O,OO* • ordinario nazionale € 18,OO • estero € 27,OO • sostenitore € 55,OO *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco ccp. n. 93337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.

Si riparte! Cari soci, ben ritrovati, è sempre uno spettacolo osservare quali magie la natura ci regala anche in questi giorni di fine marzo e come, dal freddo manto di neve che ricopre i prati montani del nostro Grappa, possano sbucare questi bellissimi fiori. I Crocus in montagna, come i fiori di pesco o di ciliegio in pianura, ci indicano in modo inequivocabile l’imminente arrivo della bella stagione e la ferrea volontà della natura di ripartire con tutta la sua bellezza. Invito a ripartire emerso anche durante la recente Assemblea dei Soci del 20 marzo scorso. Un’ appuntamento a cui siamo giunti non senza difficoltà alla fine di una stagione invernale di intense consultazioni per la definizione dei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione. Tra loro c’era anche l’amico e socio Francesco Alberton. L’improvviso e prematuro ritorno alla casa del padre, pochi giorni prima delle votazioni, ci ha profondamente scosso.È sempre difficile comprendere ed accettare la perdita di una persona cara. L’imminente Pasqua e le riflessioni proposte nelle pagine centrali del giornale, in ricordo di don Delfino, possono essere di aiuto per riflettere, affrontare e superare questi tristi momenti della vita. Anche la primavera, con la sua vitalità, ci sprona a trovare la forza per continuare ad andare avanti. Si riparte allora consapevoli che sono numerose le iniziative già in programma: il Palio con un cartellone molto ricco ed intrigante, i festeggiamenti per il 40esimo anno di pubblicazione del nostro mensile, i preparativi per celebrare nel 2016 il 50esimo della nostra Associazione sono solo alcuni di questi. Non mancano poi gli eventi inerenti al Centenario della Grande Guerra al fine di onorare la memoria ed essere noi stessi memoria; alcuni sono già in corso, altri cercheremo di proporli e condividerli assieme, sia per comprendere il sacrificio di coloro che hanno donato la loro vita per la libertà e per la pace, sia per conoscere quali erano le condizioni economiche, sociali e culturali di inizio Novecento. Dalle pagine de “il Nuovo Ezzelino” cercheremo di evidenziarne gli aspetti più curiosi ed importanti, come la foto di copertina di questo mese.

Ritornando all’importante assemblea del 20 marzo scorso, i soci della Pro Loco presenti, hanno approvato il Rendiconto economico del 2014 che, nonostante le ristrettezze economiche e la necessità di trovare nuovi sponsor, ha confermato un bilancio positivo ed un’oculata gestione economica del sodalizio; successivamente hanno eletto i consiglieri, i revisori dei conti ed i probiviri che vi presenteremo nel prossimo numero. Il nuovo consiglio di amministrazione della Pro Loco di Romano d’Ezzelino si presenta come una compagine eterogenea che saprà sicuramente dare voce alle diverse realtà locali, ed amalgamandosi sarà in grado di affrontare quelle sfide necessarie per valorizzare il nostro territorio e dei suoi abitanti.. Buona Vita e Buona Pasqua

Maurizio Scotton

Ciascuno tende a pensare in questo modo: ciò che è identico alla mia opinione lo approvo; ciò che è diverso lo combatto; l’opinione identica alla mia la ritengo vera; l’opinione diversa la giudico falsa. Zhuangazi

EDITORIALE

Marzo 2015

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Sommario EDITORIALE 3 Si riparte! RIFLESSIONI 5 8 marzo… STORIA 6 Come vissero i nostri nonni la guerra?

7 La collina Col Molin

parzialmente demolita

45° PALIO 8-9 45° Palio di Romano: il programma

TERRITORIO 10-11 Don Delfino 12 Bonus Eco Casa Sicura PRO LOCO 13 Resoconto dell’assemblea RESOCONTI 14-15 Fellette, un Carnevale per tutti

16-17 L’Angelo del Grappa: CHE SPETTACOLO!

LETTERE AL DIRETTORE 18 Franco Farronato 19 DEFUNTI

Via Salvo d’Acquisto, 5 - 36065 MUSSOLENTE (VI) Tel. 0424 30129 - Fax 393734 - gardin.roberto@gmail.com

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CO.MA.C. s.r.l. Via Roma, 62 • 36060 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 35111 • Fax 0424 510340 • E-mail: comac@assind.vi.it


8 marzo… La rappresentazione della donna in Dante appare bella e gentile, addirittura come un miracolo divino, che solo allo sguardo suscita una inesprimibile dolcezza. Nel corso dei secoli, la donna è stata oggetto di diverse analisi e interpretazioni.

RIFLESSIONI

di Cinzia Bonetto

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Diciamo anzitutto che in tutte le culture è riconosciuto il ruolo della donna che crea cultura. Mentre in Occidente è stata vista per molto tempo come soggetto dedito alla riproduzione, nella letteratura e nelle arti ha sempre svolto un ruolo importante. Una connotazione positiva assume nel Medioevo. Pensiamo, appunto, alla donna stilnovista, alla donna angelica rappresentata da Dante. Nel Novecento, invece, i poeti assistono alla battaglia per i pari diritti femminili. Oggi la rappresentazione femminile è ben diversa; la condizione della donna appare profondamente mutata. Essa di fatto ha raggiunto un riconoscimento giuridico, politico, sociale. Si parla di “emancipazione femminile”, ma è veramente un fatto compiuto? La cronaca quotidianamente dimostra che esiste ancora e in maniera radicata, il possesso e il totale dominio maschile nelle mura domestiche: maltrattamento psicologico, fisico sulla donna, fino ad arrivare al fem-

minicidio. Donne che pagano con la vita la scelta di essere sé stesse, che vivono nell’angoscia e nel terrore e nel senso di colpa… La libertà in questi casi viene schiacciata, soffocata: esse non possono parlare… non possono guardare e chiedere… Non c’è spiraglio…muoiono dentro… Sembra che il fantasma dell’autorità e del potere maschile sulla donna aleggi di generazione in generazione… Forse impossibile da eliminare, ma possibile da allontanare! Tutto ciò si discosta assai dalla donna vista come miracolo divino! In queste situazioni clamorose viene completamente annullato lo sguardo gentile e dolce… La donna viene spogliata dalla propria dignità e trasformata in semplice oggetto da possedere. Sarebbe bello che tutti noi scoprissimo la necessità di non annullarsi per essere amati o semplicemente accettati. La chiave non è fondersi con l’altra persona, ma lo scambio. Non è questa la vera libertà?

Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core, che ‘ntender non la può chi no la prova; e par che de la sua labbia si mova uno spirito soave pien d’amore, che va dicendo a l’anima: Sospira (Dante Alighieri da Vita Nova)


Il prof. Gabriele Farronato presenta un contributo inedito della Storia di Romano, vol. I

Come vissero i nostri nonni la guerra?

Un’occasione per conoscere la storia di Romano e delle sue frazioni nel primo Novecento. Prima della guerra erano state costruite la chiesa di Romano, la strada per Camposolagna e l’acquedotto.

STORIA

di Gabriele Farronato

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La nuova viabilità che porta al Monte Grappa.

Le vicende storiche del Novecento a Romano, per quanto riguarda la prima metà del secolo, sono legate alle guerre, alla costruzione delle chiese (di Romano, di Fellette e di San Giacomo dal 1946), all’emigrazione e al fatto della resistenza. Nella seconda metà del Novecento, specie negli ultimi quattro decenni, avviene il grande mutamento: dai cinquemila abitanti del censimento del 1951 agli oltre quattordici mila attuali con la trasformazione di una società agricola, in prevalenza mezzadri, a quella della piccola impresa con presenza del settore impiegatizio o di funzionari pubblici. Crescono come i funghi le case, il comune

si attiva per fare strutture nuove in un paese ove i suoi abitanti sono “eroici”: si costruiscono e ampliano scuole, si inventano gli stadi, si fa la fognatura e mille altre iniziative. Il comune a fine Ottocento, dopo una dominazione austriaca che non ci aveva concesso un consiglio comunale, era in uno stato socio-economico pietoso. Il paese era stato tenuto nella conclamata impossibilità a poter agire: San Giacomo e Fellette con la futura Sacro Cuore erano quasi totalmente proprietà di pochi nobili bassanesi che ben si guardavano dal fare investimenti. Romano invece era per oltre metà dei signori, ma l’area

compresa a monte delle odierne vie Carlessi, Piazza Cadorna e Via Dante era quelli dei borghi storici, costituita da piccoli proprietari che vivevano talora di stenti. Non lo erano i mezzadri, che faticavano sì, ma potevano dirsi più fortunati. La guerra l’avevamo qui, a pochi chilometri. Eppure non abbiamo avuto l’obbligo di sgomberare il paese e fu una fortuna. La guerra fu durissima per la gente, ma pur tuttavia, passata il grande tornado, si trovò la possibilità di ricavare dell’utile anche dalle macerie belliche oltre, naturalmente ad avere una nuova viabilità che portava al Grappa.


La collina Col Molin parzialmente demolita

STORIA

“Appunti di memoria” in collaborazione con gli Alpini del comune di Romano d’Ezzelino e di Pove, rappresentati dal sig. Gianfranco Dissegna, ed insieme con il “Laboratorio Civico” con sede a Romano hanno permesso di avere disponibili due foto su Romano nella prima guerra mondiale. Grazie a queste si può ricostruire la storia per fotografia. La foto dell’incrocio è stata gentilmente concessa da Ruggero Dal Molin, ed è tratta dall’Archivio Storico Dal Molin. Chi volesse può trovare ulteriori spunti sul sito internet: www.archiviostoricodalmolin.com

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L’incrocio di Romano in Piazzale Cadorna e in basso Via Roma con la Fornace. (foto attuali riprese da Google). La prima di queste (inverno 1918) riguarda l’incrocio di Romano in Piazzale Cadorna inimmaginabile se non si vede la fotografia e si fa il confronto con l’immagine odierna (i molti giovani che sono appassionati alle vicende storiche recenti potranno farsi così un’idea più precisa del documento). Nel 1811 si era costruita la strada del Molinetto fino a Semonzo: si capisce che già allora si era intaccata la collina, che subito dopo l’incrocio presentava un dente di pochi metri. Nel 1811 lo si demolì di qualche metro per consentire una strada rettilinea larga appena cinque metri: è la strada che porta a Semonzo e Crespano e che nella fotografia inizia sotto l’avviso M.TOCARRI A 50 METRI DI DISTANZA. Si vede il profilo della collina con le sagome di una decina di piante di castagno, residuo di un boschetto di limita-

tissime dimensioni (1000 mq), esistente sino a 40 anni or sono. Il pendio scende dolcemente sino alla strada. Alle spalle del gruppetto di militari una specie di semaforo e verso destra un militare sotto la croce rossa con i cartelli che indicano per San Giacomo a destra e per Crespano per accedere alla strada Giardino di Semonzo. Una fila di pioppi segna il limite della strada con un camminamento ricavato durante la guerra con piccolo sbancamento. Sulla sinistra, un soldato guarda le frecce per cima Grappa. La strada sarà asfaltata nel 1956 circa, ma il tratto per Semonzo si attenderà di più. In questa occasione si procede a far arretrare il dente di qualche metro, usando le mine, senza ruspe. La terra era lanciata con il badile a qualche metro e da qui fino a destinazione. Nel 1925 si scava un poco per mettervi il monumen-

to a Cadorna con accesso dalla strada. Negli anni Sessanta del Novecento saranno ancora le mine a rompere l’angolo a destra per fare una casa (solo il maestro Faustino Carraro sollevò la voce inascoltata con una lettera al giornale di Vicenza, ma pochi leggevano il giornale). Lo squarcio fu ampliato con la motivazione di migliorare (non esisteva allora alcun vincolo urbanistico. Si pensi che il piano di Fabbricazione ordinò la demolizione di Ca’ Correr e di altri edifici storici). Negli anni Settanta la ditta Farronato Angelo, che insieme ai tre fratelli aveva formato un piccolo impero nel commercio del pietrisco) provvede a far arretrare la collina allo stato attuale per costruire l’edificio. La strada Cadorna fu ben vista dall’Amministrazione comunale che proprio qui aveva la sede comunale.


45° Palio di Romano: il programma 45 anni… sono tanti, una vita. Sembra lontano quel 7 febbraio 1971. Da quella volta son cambiate molte cose in paese, ma Romano ha sempre avuto una costante: il palio. Il punto fermo che ha garantito identità al tessuto sociale romanese.

45° PALIO

a cura dell’Associazione Culturale Seriola di Romano d’Ezzelino Non solo, oggi l’evento è qualcosa di cui vantarsi. Tutti ce lo invidiano, e con esso l’operosità dei nostri contradaioli. Ne sono prova i numerosi ed intelligenti Angoli Rustici proposti negli anni e che han visto l’evoluzione di mestieri in filiere, di scenette in rappresentazioni teatrali, di aneddoti in ritualità. Una professionalità confermata anche quest’anno con le varie forme interpretative attorno al tema d’avvio alla Grande Guerra: “Done e omeni marideve”, la declinazione veneta di Deo Optimo Maximo incisa sulle facciate delle chiese. Addirittura ci sono Angoli attivi già al sabato come quello medievale in Villa Cornaro e quello del bordello accan-

to alla Fornace Panizzon. Proprio a quest’ultimo è affiancata una pregevole mostra sulle Case di Tolleranza degli anni 20, aperta per i soli giorni del 25-26 aprile. E dopo gli Angoli ci sarà il momento dei giovani, con il festival musicale MAYDAY che tanto successo continua riscuotere, mentre sarà di particolare interesse la novità del pranzo delle Contrade spostato al mezzodì della domenica del Palio, il 3 maggio. Corsa e Angoli sono uniti da serate musicali molto accattivanti assieme a momenti culinari di particolare interesse, il tutto animato dai coscritti (1997) che tanta soddisfazione danno alla Seriola e all’infaticabile personale

della cucina. “Non mi tremano le gambe come accaduto col 40° Palio – afferma il neopresidente Jurij Baron – ma l’emozione è sempre quella. Anzi, riprendere la presidenza dopo tre anni, permette di gestire con maggior serenità qualsiasi situazione. Stiamo lavorando per divertirci, perché un buon palio nasce dal sano divertimento e dallo spirito di squadra attraverso il piacere dello stare assieme. Le contrade in tal senso sono un continuo esempio del sorridere nelle difficoltà, del saltare col cuore oltre l’ostacolo. Da parte della Seriola l’entusiasmo c’è, manca solo fare il Palio.” Che palio sia, allora!

8 Venerdì 24 Aprile JACKSON MANIA ore 19,45 Apertura locanda in piazza (per tutte le giornate, specialità spezzatino di musso e baccalà alla vicentina) ore 21,30 Le più belle canzoni di Michael Jackson suonate e cantante dalla tribute band n° 1 in Italia “JACKSON MANIA” ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura

Mostre Fornace Panizzon: Museo Case di Tolleranza degli anni ’20 - ’30 a cura dell’Ass. Culturale Seriola

37° Concorso Nazionale di Pittura a cura del Club Artistico Romanese

Sabato 25 Aprile BORDELLO, MEDIOEVO e…tutto ZUCCHERO! ore 17,00 Apertura mostra “Case di Tolleranza degli anni ’20 - ’30” presso Fornace Panizzon. ore 17,00 fino alle 21,00 Angolo medievale della Masnada Baxani con accampamenti, falconieri, armi e tiro con l’arco in Villa Cornaro. ore 19,45 Apertura locanda in piazza

ore 21,00 Angolo Rustico “El Casin” con rappresentazione teatrale di Contrà Castello presso porticato Fornace Panizzon. A seguire: breve sunto sulle Case di Tolleranza con Roberto Frison e Davide Scarpa, visita alla mostra allestita in Fornace. ore 21,30 Tutto Zucchero assieme alla best cover band italiana O.I.& B. ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura


Giovedì 30 aprile Serata costate e musica anni ‘60 - ’70 - ’80 ore 19,45 Apertura locanda in piazza. Specialità costate su prenotazione entro lunedì 27 - Costata + contorno + birra 0.2 o bibita in lattina, euro 20. Cucina aperta anche per i primi piatti, baccalà e spezzatino di musso. ore 21,30 Musica live disco dance anni 70-80-90 coi ROLLIN’DOLLY

ore 09,00 alle 19,00 25a ediz. Angoli Rustici Lungo le vie fiorite del paese, addobbate con i colori di contrada, sono visitabili gli angoli rustici (3 bus navetta gratuiti). Si tratta di momenti di vita passata proposti nel loro habitat come vecchie case contadine, cortili e campi attraverso lavori e scenette che rappresentano un’opportunità per conoscere storia e tradizioni vissute. dalle 13,00 alle 14,30 gli angoli osservano una pausa. Contrà Cà Cornaro Tutto casa, chiesa o filò… Contrà Carlessi-Pragalera Merli e merletti Contrà Castello El casin (dalle 14,30 fino alle 22) Contrà Farronati-Signori-Valle Poenta e bacalà (orario continuato) Contrà Molinetto Faxevimo festa co’ gnente (orario continuato) Contrà Torre Venti de guera sui campi de Roman Contrà Zaghi Dal gran, pasta e pan Angolo Seriola Grande Guerra Angolo Masnada Baxani Medioevo Ezzeliniano e torneo di tiro con l’arco In piazza: esposizione d’auto e bancarelle di Filo Filò.

Venerdì 1 maggio MAYDAY ore 15,00 Apertura locanda in piazza dalle ore 15,00 Festival musicale con band emergenti locali. Per aggiornamenti e approfondimenti seguire il profilo Facebook “Mayday Festival”. Panini onti per l’occasione!

ore 15,30 circa Sfilata Storica delle Contradecon mestieri e costumi d’epoca assieme agli Sbandieratori di Romano d’Ezzelino e ad una folta rappresentanza della FEDERAZIONE FRONTI DELLA GRANDE GUERRA 1914-18. Il corteo parte da via De Gasperi, percorre via Zaghi, Dante, Roma e Bortoli con arrivo al mussodromo allestito nel campo da calcio in via Foscolo. A seguire “Lettere dal Fronte”, biciclette d’epoca delle contrade a confronto per decretare il “portalettere di guerra”.

Cerimoniale dei fantini

Sabato 2 maggio 45° Palio delle Contrade Risate e musica con con la tradizionale corsa dei mussi DELLA NOCE e i FRENETIKA ore 19,45 Apertura locanda in piazza

ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura In caso di maltempo gli Angoli Rustici sono rinviati al 1° maggio.

ore 12,00 Pranzo delle Contrade su prenotazione dei contradaioli stessi.

ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura

ore 11,30 Apertura locanda in piazza ore 21,30 Musica con la PICCOLA ORCHESTRA VAGANTE.

Domenica 3 Maggio PALIO delle CONTRADE

ore 21,30 Serata di risate con il simpatico comico “Marco Della Noce” del programma ZELIG con l’intrattenimento musicale dei FRENETIKA ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura

ore 20,30 Premiazioni del 45° Palio delle Contrade. ore 21,30 Musica con i NOVALUNA ore 23,00 chiusura cucine ore 00,30 chiusura tensostruttura Il programma può subire variazioni. Fanno fede gli aggiornamenti nel sito www.paliodiromano.it

45° PALIO

ore 23,00 chiusura cucine Domenica 26 Aprile ore 00,30 chiusura tensostruttura ANGOLI RUSTICI tema generale “DONE e OMENI MARIDEVE”

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Don Delfino

TERRITORIO

Grazie, Scusa, Per Favore. Tre semplici parole che ci ricordano della tua attenzione all’altro, della cura reciproca, della volontà di crescere insieme. Giunto a San Giacomo il 16 ottobre 2011 Don Delfino Frigo, dopo qualche mese, ha dato vita ad un giornale “Il Cortile” quale specchio, megafono, dell’intensa attività pastorale della parrocchia.

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Il suo obbiettivo era quello di comunicare con tutti, offrire un pensiero, una parola, ben consapevole di quanto oggi sia difficile parlare di Dio, essendo predominanti tutti gli altri interessi. Lo vogliamo ricordare perciò proponendovi qualche traccia tratta dal “il Cortile” uscito in edizione speciale in questi giorni precedenti la Pasqua. In esso sono stati selezionati alcuni scritti di don Delfino. “Sono testi belli da leggere, spesso poetici, sempre profondi, impregnati dalla fede in un Dio che non delude”.Ci sono dei ricordi particolari di alcune delle persone che hanno condiviso parte della sua attività pastorale, e di quanti l’hanno conosciuto ed “hanno avuto il dono di averlo come amico, come compagno di viaggio”.

Chi ci separera? Il vuoto che hai lasciato nella nostra comunità, carissimo don Delfino, sembra, ogni giorno che passa, più profondo e, a volte, ci lascia smarriti, come in una famiglia quando Viene a mancare il padre o la madre. Smarriti di fronte a tanti perché che non trovano risposta…

Esuberante forza dello Spirito La prima domenica di quaresima, pache soffia dove vuole… Giusto due mesi fa celebravamo la nascita terrena del figlio di Dio. Oggi celebriamo invece la nascita celeste di un figlio dell’uomo. La prima ci permette di vivere con una gioiosa speranza la nascita celeste di don Delfino. Quella speranza che si è aperta il 1° di novembre - festa di tutti i santi - del 1959 quando Delfino Mario veniva battezzato e il suo nome veniva scritto nel libro della vita. Era domenica, non solo la festa di tutti i santi. Domenica 22 febbraio 2015, il bambino Delfino ha portato a termine il cammino di santificazione iniziato quel giorno scegliendo di vivere nella forma di sacerdote-presbitero. E giunto in vetta alla montagna, per usare un’immagine usata da lui nel 1988. Così è entrato in quella folla immensa, vestita di bianco, le cui Vesti sono state lavate dal sangue dell’Agnello. È difficile capire come del sangue possa rendere bianchi dei vestiti. È difficile capire il tempo della morte, della sofferenza, del dolore. Eppure... produce salvezza.

squa della settimana, è diventata per lui la pienezza della Pasqua che noi, da vivi, celebreremo il prossimo aprile, ancora adombrata. È davvero difficile sapere da dove viene il vento, che e lo Spirito, e verso dove esso ti spinge. È imprevedibile. Quello che conta è lasciare che esso ci spinga e non resistere. Non c’è ombra nel riconoscere il grande dono di sé che Delfino ha realizzato con la sua vita fino a sperimentare il dono della sofferenza, che umanamente sembra una condanna ad essere improduttivo, ma che invece, sull’esempio del Cristo, è capace di produrre quel bene che è conosciuto solo da Dio, bene che sa cambiare il cuore degli uomini perché sappiamo che solo Dio è capace di cambiare il cuore. Si parla spesso della tenerezza di Dio. Anche papa Francesco ci ripete che la tenerezza fa parte del nostro essere cristiani. La tenerezza non è solo un sentimento, ma anche uno stile di vita. L’esperienza della sofferenza, del dolore e della morte, la esige in maniera tutta particolare. Don Teresio Baù

Questo vuoto mi richiama un altro vuoto che abbiamo vissuto quando, tre anni fa, le nostre suore ci hanno lasciato. Commentando la loro partenza tu ci esortavi a leggere questo evento come un segno del Signore: “La mancanza delle Suore non è forse un forte invito ad essere cristiani talmente responsabili da portare avanti il bene che loro facevano nella nostra comunità?” Allora anche la tua partenza può essere un segno, forte e doloroso, che il Signore ci manda per dirci che noi dobbiamo colmare il Vuoto che ci lasci facendo tesoro dei tuoi insegnamenti e portando avanti la testimonianza del tuo servizio alla nostra comunità che tu ci hai dato fino all’ultimo respiro… Continuando il nostro impegno, uniti nella Carità, tu sarai sempre con noi perché, come tu ci hai insegnato, quando ci Vogliamo bene siamo uniti a Cristo tra di noi e assieme ai nostri fratelli che ci hanno lasciato e nulla ci potrà mai separare dall’amore di Colui che è morto per noi. Continua a camminare con noi, don Delfino, per i nuovi sentieri che tu ci hai indicato con la tua parola e il tuo esempio. Renzo Zarpellon


Più che mai la Pasqua di quest’anno giunge a ravvivare la nostra speranza. La morte è stata vinta per sempre, cacciamo la paura e viviamo quella vita nuova che la compagnia di Gesù Risorto ci aiuta a vivere. È il nucleo dell’omelia che ho tenuto nella celebrazione eucaristica di Fellette per il saluto a don Delfino. don Teresio Baù OMELIA (Fellette, 25 febbraio 2015)

Don Delfino e le Rogazioni

TERRITORIO

Don Delfino era un appassionato delle tradizioni popolari, in particolare di quelle religiose e per questo ha proposto di riprendere l’antico rito delle Rogazioni, anche per valorizzare i molti Capitelli della nostra Parrocchia. Foto: Le prime Rogazioni nella primavera del 2013. Nel 2014 non si sono svolte a causa della malattia che l’aveva colpito.

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12 TERRITORIO


Resoconto dell’assemblea Cari soci, il 20 marzo scorso durante l’assemblea convocata dal consiglio direttivo si sono considerati alcuni importanti aspetti della vita associativa. Dapprima abbiamo apprezzata la presentazione dell’attività proposta nel mandato che si è chiuso proposta dal presidente Maurizio Scotton che ha elogiato il lavoro di gruppo che mantenuto un forte impegno ed una coesione negli obiettivi proposti nella vita associativa.

PRO LOCO

di Maurizio Carlesso

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Importante aspetto è stato l’approfondimento delle poste del bilancio economico finanziario che ha permesso al presidente di relazionare i presenti sullo stato di salute della Pro cittadina, sono state evidenziate le poste più importanti e verificata la consistenza di cassa e degli istituti di credito gestiti. La successiva analisi ha permesso di verificare lo stato di salute della Pubblicazione del Nuovo Ezzelino che continua ad essere un punto di riferimento per la collettività e con il bilancio preventivo si sono evidenziati gli impegni di spesa per l’anno 2015. Chiuso il capitolo di bilancio con l’approvazione unanime e con la sola astensione del tesoriere, l’attenzione si è spostata sulla presen-

tazione dei canditati alla carica di consigliere per il prossimo mandato e su sollecitazione del Presidente uscente, i nuovi amici della pro loco si sono presentati ed hanno evidenziato le loro aspettative e peculiarità in caso di elezione. Il Cda ha proposto preliminarmente, ai presenti, una valutazione sullo statuto della pro loco. Ha evidenziato il fatto che la previsione dei consiglieri indica in tre soggetti per frazione il numero minimo degli stessi per poter rappresentare l’intero comune. Viene affermato inoltre che risulta però difficile garantire detta distribuzione poiché in alcune frazioni non è possibile raggiungere tale numero. La proposta che l’assemblea ha fatto propria con voto unanime, nell’area straordinaria

della stessa, è stata quella di indicare il numero dei consiglieri della Pro Loco da un minimo di 8 ad un massimo di 12 con almeno due consiglieri per frazione e qualora non sia possibile avere dei candidati per una frazione, si possa attingere ai primi non eletti di altra frazione del comune. I lavori assembleari hanno quindi avuto seguito con le votazioni e la proclamazione dei nuovi consiglieri a cui è stato dato mandato di promuovere un successivo incontro per eleggere gli organi associativi. Consiglio, Collegio dei probiviri e revisori dei conti sono quindi entrati nelle proprie funzioni e a tutti i neo eletti va l’augurio di un proficuo lavoro colmo di idee progetti e disponibilità ad essere uomini PRO.


Fellette, un Carnevale per tutti Bell’invito, bella presentazione, questa, del carro della premiata ditta Gianni Dal Monte, dal titolo “Tra gnomi e fate le magie sono assicurate”. La creazione del maestro bassanese, la trentaseiesima di una lunga carriera, ha vinto la sfilata della quarantanovesima edizione del “Carnevale dei Ragazzi” di Fellette.

RESOCONTI

di Gianni Dalla Zuanna

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“Una grande cascata di acqua incantata da re Unicorno è costantemente vegliata. Bruchi, coccinelle e farfalle animano svolazzando questa fatata valle. Funghi e gnomi proteggono con fierezza questa oasi magica da noia e tristezza. E noi, allegri animaletti magici, balliamo, saltiamo e scorindoliamo simpatici. Invitiamo quindi tutti ad unirsi alla nostra festa, per scacciar via i brutti pensieri dalla testa”

Non si deve però pensare che sia stata una scelta facile, quella dei giurati, e questo per merito della qualità degli altri partecipanti, divisi tra loro per pochi punti. Il carnevale di quest’anno, che doveva ispirarsi all’universo salgariano, ha lasciato spazio ad incursioni nel mondo delle favole, nella magia del cinema e dei cartoni animati, senza trascurare la realtà di tutti i giorni. Più di ottocento i partecipanti che hanno sfilato per le vie del paese, con la solita, grandissima, festante cornice di spettatori, in una giornata perfetta per un appuntamento atteso e sentito non solo dalla nostra comunità, ma da tutto il comprensorio. È stata una festa, come era nelle intenzioni del comitato organizzatore,

senza eccessi e stonature, ma in grado di regalare a tutti, grandi e piccoli, un momento di sano divertimento ed evasione. È stato un momento in cui tante realtà si sono unite nello sforzo comune di dare il massimo e anche questo è un bell’aspetto da sottolineare. Il comitato e i tanti volontari che si sono messi all’opera, hanno avuto il pieno appoggio della Parrocchia del SS Redentore, che ha messo a disposizione gli spazi necessari, hanno goduto del sostegno dell’amministrazione comunale e dell’assistenza della Pro Loco. È grazie a questa comunione d’intenti che abbiamo potuto vedere cosa riesca ad ideare la fantasia delle persone, quando è stimolata nel modo giusto.


Gli anni ruggenti, bulli e pupe, gangster e sbirri. Proibizionismo, alcool e bar clandestini. Musica, charleston e fox-trot, gonne cort, frangette, guanti lunghi e sigarette col bocchino. Come resistere a tutto questo? Se non si può tornare indietro nel tempo, almeno a carnevale si può calarsi in quelle atmosfere...

RESOCONTI

Foto con Alessandra Scalco e Lessio Giampietro

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È stato un tripudio di colori, di entusiasmo, di allegria, di coriandoli e stelle filanti che hanno coperto letteralmente il manto stradale. Abbiamo visto mille maschere, dalle più sofisticate a quelle più semplici, fatte in casa. Abbiamo ascoltato tanta musica, da quella ritmata del Bloko Aureliano a quella proposta dagli sfilanti, preceduti dal Corpo Bandistico di Romano e dalle majorettes. Abbiamo gustato dolciumi, zucchero filato, crostoli, frittelle e bomboloni, e pazienza se, per una volta, il fegato non era proprio d’accordo. Abbiamo visto King Kong inseguire la bella e bionda eroina del film, Peter Pan e Capitan Uncino duellare fra loro, Buzz e Woody, Topolino e

Minnie, i personaggi di Frozen. Le nostre strade sono state invase da vichinghi, maialini, gnomi, folletti, principesse, maghi, soldati ed infermiere, clown, cow-boy e pellerossa. Per una giornata siamo diventati il Paese dei Balocchi, senza la paura di risvegliarsi, il giorno dopo, con le orecchie d’asino. Oltre ai carri e ai gruppi provenienti da altri paesi c’erano anche due gruppi mascherati by Fellette. Il primo, quello ormai tradizionale della scuola materna, aveva come tema il riciclo, con tanti costumi costruiti con la carta di giornale, a dimostrare che niente si deve buttare o sprecare, ma che tutto può servire ed essere riutilizzato. Il secondo era ispirato ai Barbapapà,

un dolcissimo cartone di tanti anni fa, che può vantare testi e musiche scritte dall’allora giovane Roberto Vecchioni. Speriamo che l’impegno dei giovani del nostro paese si allarghi ulteriormente per la prossima edizione, la cinquantesima, e si possa tornare ad ammirare carri ideati a casa nostra. In questo senso spingono caldamente i componenti del comitato organizzatore, che stanno già pensando a qualcosa di memorabile per l’anno prossimo. Nell’attesa, possiamo tranquillamente affermare che il vero vincitore è stato, ancora una volta, il carnevale e chi crede in questa manifestazione come opportunità per stare assieme e regalare un sorriso.


L’Angelo del Grappa: CHE SPETTACOLO! “Abbiamo inscenato una cosa bella, semplice e pulita, conclusa sopra una nuvola chiamata fratellanza. Sono confuso e felice”. Sono le prime parole che mi son passate per la testa al termine dello spettacolo teatrale “L’Angelo del Grappa”, opera tratta dall’omonimo libro di Loris Giuriatti, messa in scena dalla Seriola per il Centenario della Grande Guerra.

RESOCONTI

di Roberto Frison

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Il regista Frison con i protagonisti

La pièce, presentata il 28 febbraio scorso al teatro parrocchiale di Romano, di fronte ad un folto pubblico tra cui sindaci e assessori di 14 comuni, è stata apprezzata al punto da ricever richieste anche da comuni lontani. Peraltro alla terza replica della domenica 1 marzo, molti han dovuto fare dietrofront per posti esauriti. Ma per capire “L’Angelo” bisogna fare qualche passo indietro. Tutto iniziò nel 2011, quando la Seriola, in occasione dell’elezione del presidente, intraprese la strada della Grande Guerra, in modo tale da arrivare al 2014 con progetti a breve, medio e lungo termine. Così venne predisposto il progetto “Reparto Grande Guerra del Grappa”, con una apposita commissione che pianificò strategie e scelte storico geografiche su cui puntare. Il tutto finanziato dalla

Seriola e dal Comune di Romano. Dopo 3 anni si arrivò con il gruppo dei soldati del Grappa completo di uniformi ed armamento, al contempo lo spettacolo teatrale pronto nel cassetto da portare in scena nel 2015 e altre iniziative previste negli anni futuri. La scelta di adottare il libro di Giuriatti come narrativa teatrale è stata dettata dallo spirito di fratellanza fra i popoli e dal linguaggio semplice e giovane che caratterizzano il romanzo. Risultato: allo spettacolo han presenziato numerosi ragazzi, avvicinatisi alla Prima Guerra mondiale senza subirne la retorica e il peso osses-

sivo, acquisendo peraltro consapevolezza territoriale e osservando il mondo con prospettiva. La formula vincente è stata anche nel cast, composto da attori esperti e altri neofiti, da giovani che del Grappa non gliene può fregar di meno e da lettori professionali. Inoltre due gentili e delicate coppie di ballerini improvvisate come improvvisati erano i balli d’un tempo, dove l’importante era abbracciare l’amata per ballare sorridenti. Ed infine un vecchio montanaro, traumatizzato dal rastrellamento del 44. Il tutto unito dalla collettiva umiltà nel mettersi in

Questo progetto ha un’anima, è nato dalla base, valorizza persone del territorio e come tale entra nelle persone di tutti i giorni


Loris Giuriatti, autore del libro

RESOCONTI

La scena finale

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Numerose autorità presenti alla prima. In prima fila, i sindaci di Nove, Romano, Rossano e l’Assessore Ronchi. Dietro, l’Assessore di Cismon e il Sindaco di Borso.

gioco con gli attori immersi in una scenografia minimalista: sfondo nero, un tavolo, una sedia. Non so se c’entra ma la sceneggiatura de L’Angelo la scrissi nel Natale 2013 e, coincidenza o no, ha la stessa magia emotiva di altri spettacoli scritti durante il Sacro Periodo. Sta di fatto che questo progetto ha un’anima, è nato dalla base, valorizza persone del territorio e come tale entra nelle persone di tutti i giorni a differenza di certi lavori calati dall’alto che magari risultano di plastica. E poi, come spero si sia capito, non è nato ieri ma è frutto di un lungo lavoro attraverso un progetto ampio della Seriola che si chiama Reparto Grande Guerra del Grappa. Noi come Seriola ci abbiamo creduto, e con noi tutte le realtà associative di Romano d’Ezzelino. A nome del Palio di Romano ringrazio tutti per esser venuti a veder l’opera teatrale promettendovi repliche anche in luoghi speciali, mentre come regista dello spettacolo posso solo dire grazie, grazie per l’affetto e i numerosi complimenti scritti e verbali inoltrati uno ad uno a tutto il gruppo teatrale. Avviarsi al Palio con il sorriso sulle labbra è bello, L’Angelo è anche questo. Grazie di cuore.


Franco Farronato Franco, esperto meccanico che per anni ha seguito la Nazionale, è stato colto l’11 marzo scorso da un malore improvviso. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato attoniti molti atleti, che con Franco hanno sempre avuto un rapporto di estrema fiducia e di amicizia. di Maurizio Scotton - Presidente della Pro Loco di Romano d’Ezzelino

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40° Anno

n° 423 Marzo 2015

D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004

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Tra tutti i professionisti che l’hanno conosciuto ed hanno lavorato con lui, spicca il nome di Elia Viviani, professionista dal 2010 che considerava Franco «il padre ciclistico». All’indomani della conquista dell’argento nell’americana e un bronzo nell’omnium “specialità olimpica” ai mondiali su pista di St Quentin in una sua intervista, riportava un insegnamento di Franco: “Uno è corridore quando sa dove mettere le mani sulla sua bici”. Sapeva sempre tirarmi su quando qualcosa non andava dice Elia, qualsiasi idea avessi, lui la realizzava. C’è una foto in cui mi sostiene in pista: lui che mi spinge e si fa da parte, come sempre, a lavorare dietro le quinte». “So che sarai sempre con me su quella bici, magari ora aiutandomi a pedalare più forte”. Questa triste notizia, ci è giunta in redazione direttamene da San Giovanni Lupato e Verona, dove vivono Fabiano Ferronato e suo cugino Matteo Farronato, figlio dello scomparso Franco. Anche la Pro Loco di Romano d’Ezzelino attraverso Il Nuovo Ezzelino, rivolge un caloroso abbraccio di cordoglio alla famiglia. Franco era di origini romanesi poichè suo padre era nato a Romano prima che la famiglia si trasferisse nel Veronese ove vive un ramo dei Farronato detti Polo (ramo dei Brotto). Gli appassionati di ciclismo ne ricordano la straordinaria dote di provetto meccanico, capace di conoscere ogni minimo segreto del mezzo e di individuare per ogni atleta la giusta posizione in bicicletta. A raccogliere l’eredità di Franco, il figlio Matteo, anche lui al seguito delle Nazionali in qualità di meccanico tra i più apprezzati fra gli atleti azzurri. CIAO FRANCO!

Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. –

LETTERE AL DIRETTORE

Grande commozione nel mondo delle due ruote ed in di tutta la famiglia del ciclismo, come riportato su tutti i principali giornali sportivi e non.

dalla Pro Loco di Romano in distribuzione

gratuita ai soci.


nuove stelle nel cielo

Emilio Simioni

Mariano Farronato

Meris Zen

68 anni 18 gennaio 2015

68 anni 3 febbraio 2015

60 anni 4 febbraio 2015

75 anni 6 febbraio 2015

DEFUNTI

Udino Zen

Aldo Bizzotto

Luciano Lollato

Umberto Fundarò

Giuseppe Lucio Baggio Giuliana Baldi

81 anni 9 febbraio 2015

73 anni 13 febbraio 2015

81 anni 18 febbraio 2015

55 anni 18 febbraio 2015

Angela Dal Fior

Margherita Vatteroni

101 anni 20 febbraio 2015

86 anni 23 febbraio 2015

ved. Cimolin

Beppe

ved. Zotta

Don Delfino Frigo

Antonio Nicolini

Vincenza Galiano

55 anni 22 febbraio 2015

85 anni 27 febbraio 2015

86 anni 19 marzo 2015

Parroco di San Giacomo

89 anni 19 febbraio 2015

ved. Zizzi

Dal 1966 l’Impresa Funebre BONIN svolge servizi funebri con professionalità, competenza e sensibilità DISBRIGO PRATICHE, CREMAZIONE, TRASPORTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, ACCESSORI FUNEBRI E CIMITERIALI.

SEDE: V.le San Giuseppe, 91 - San Giuseppe di Cassola (VI) Tel. 0424 512222 - Cell. 348 7679123 - 360 221742 REPERIBILITA’ 24H SU 24

Custodi cimiteri comunali

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Pro Loco di Romano d’Ezzelino Tel. 0424 36427 - proromano@libero.it

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