38O ANNO / nO 4O7 / OTTOBRE 2O13
IL NUOVO EZZELINO - Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.
La copertina a parole… 38O ANNO / nO 4O7 / OTTOBRE 2O13
Ottobre e l’autunno alle porte ci possono regalare una un’alba autunnale lungo i pendii del Monte Grappa per iniziare con energia la giornata.
Sommario IL NUOVO EZZELINO - Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.
Editoriale 3 Prima di parlare mordetevi la lingua, le chiacchiere feriscono
Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino
Ottobre 2O13
In copertina foto di: Trail degli Eroi Per la Pro Loco di Romano: Maurizio Scotton Direttore Responsabile: Dario Bernardi In redazione: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi, Stefania Mocellin, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Serenella Zen. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it redazioneproromano@gmail.com Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale € 1O,OO* • ordinario nazionale € 18,OO • estero € 27,OO • sostenitore € 55,OO *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco
Territorio 4 Inaugurata la nuova ala
della scuola media “Montegrappa”
Riflessioni 5 Il primo giorno di scuola Appuntamenti 6 7a Marcia del Sorriso 7 Torna Spettacoli di Mistero a Romano 14/15 La manifestazione
Bassano Fotografia 2013
Resoconti 8 30° dell’A.C.D. Virtus Romano 13 Autunno con la fotografia 13 Vajont 1963-2013 Di ricetta in ricetta
9/12 Trattoria Il Pavone
12 Ricetta: Gnocchi di zucca con ricotta affumicata
Racconti 16/17 Una cuccagna per i bambini 18/19 Notizie in breve
NUOVI NATI?
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Di ricetta in ricetta
19 Defunti
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FILIALE DI ROMANO D'EZZELINO Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) Tel. e Fax 0424 514112
EDITORIALE
Prima di parlare mordetevi la lingua, le chiacchiere feriscono Lettrici e lettori del Nuovo Ezzelino, ben ritrovati. Il 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio è stato eletto 266° vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica. Il nuovo pontefice si è presentato ai suoi fedeli con il nome di Papa Francesco e si è fatto immediatamente apprezzare per la sua umiltà, per il suo modo di parlare semplice e diretto. Un linguaggio che è riuscito, in questi primi mesi di pontificato, a far riavvicinare il Papa ai suoi numerosi pellegrini e fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Durante l’Udienza Generale in Piazza San Pietro dello scorso 25 settembre il Papa, lancia il suo monito: “Un cristiano, prima di chiacchierare deve mordersi la lingua. Quello sì che farà bene perché la lingua si gonfia e così non si può più chiacchierare. Le chiacchiere feriscono e sono motivo di divisione”.
E’ con queste parole che Papa Francesco affronta il tema molto più complesso dell’unità della chiesa. Parole che vanno a chiedere ad ognuno, in modo diretto, di fare la propria parte e di non cedere all’invidia, alla superbia ed alla vanità che troppo spesso animano il pettegolezzo inutile. Siamo onesti, un po’ tutti abbiamo la tentazione di chiacchierare a sproposito dell’uno o dell’altro cos’ì come avviene all’interno della chiesa tra animatori e membri del consiglio pastorale, tra questi ultimi ed il parroco, tra parroco e vicario generale ecc ecc. Imparare a mordersi la lingua, ed evita-
re chiacchiere inutili che feriscono gli altri è un monito che andrebbe rivolto a tutti e messo in pratica in tutti gli ambiti. Quante volte ci s’impiccia di cose che non ci riguardano, accessorie e inutili, provando il malefico piacere di cogliere in fallo l’altro, vanificando talvolta anni di lavoro. Da Presidente della Pro Loco, non posso che rivolgere questo stesso monito alle nostre associazioni di volontariato. La strada da fare è lunga ma, come “ la Chiesa deve essere unita nella diversità” così nel nostro comune le diverse associazioni possono e devono collaborare assieme per il bene della comunità. Dobbiamo tutti assieme, eliminare le chiacchere che feriscono ed imparare un nuovo linguaggio basato sul coraggio e sulla concretezza, sul saper lavorare pro e non contro. Questo eliminerà molte discussioni per favorire la cooperazione, l’unità ed il sorriso.
Maurizio Scotton Pensate cose belle e buone perché le dita dei vostri pensieri modellano senza tregua il vostro volto. Thomas Stearns Eliot
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Inaugurata la nuova ala della scuola media “Montegrappa” Un ampliamento da quasi 90mila euro. Cinque nuove aule per gli studenti dotate di lavagne multimediali e impianto wireless per apprendere anche grazie alle nuove tecnologie.
E’ stata inaugurata questa mattina la nuova ala della scuola secondaria di primo grado “Montegrappa” di Romano d’Ezzelino. Nello stabile di via General Giardino, proprio nel giorno del ritorno in classe, gli studenti hanno potuto scoprire una nuova area a loro dedicata. “Questo è un taglio del nastro che ci rende orgogliosi - ha introdotto il Primo Cittadino di Romano, Rossella Olivo - Nonostante i Comuni siano sempre più vincolati dai patti di stabilità, noi abbiamo scelto di continuare ad investire sull’istruzione e sulla scuola e di non tagliare alcun contributo scolastico.” Un augurio di buon inizio d’anno che dal Sindaco è passato al Consigliere Regio-
nale Costantino Toniolo: “Questo progetto è stato reso possibile anche grazie al contributo regionale di quasi 400mila euro. La tempestività dei lavori dimostra come i trasferimenti, che in quanto Regione elargiamo a questo Comune, si traducano subito in opere pubbliche.” L’ampliamento della scuola, iniziato il 30 marzo del 2012, si è concluso infatti già il 28 dicembre dello scorso anno. Solo la realizzazione di altri impianti necessari al nuovo polo scolastico hanno prolungato i tempi fino ad oggi, rendendo le cinque aule usufruibili per l’anno scolastico 2013/14. All’appuntamento oltre a studenti, insegnanti e genitori, non hanno voluto
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mancare numerosi sindaci del circondario: Stefano Cimatti di Bassano, Germano Racchella Sindaco di Cartigliano, Maurizio Chemello di Mussolente e il vice Sindaco di Pove del Grappa Paolo Gobbato. Presenti anche i rappresentanti delle forze dell’ordine con il Comandante della Polizia Locale Rocco Colò e Giuseppe Villani Comandante della stazione dei Carabinieri di Romano d’Ezzelino. “Ragazzi tenete gli orizzonti aperti - ha concluso il vicario foraneo Don Teresio, rivolgendosi agli studenti in chiusura di mattinata - Che questa nuova struttura vi aiuti a studiare non solo per essere promossi ma soprattutto per diventare grandi.”
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Il primo giorno di scuola Le vacanze sono ormai un ricordo che sbiadisce pian piano al suono della prima campanella del primo giorno di scuola! Si torna in classe, la sveglia presto, i professori, le interrogazioni, le verifiche a sorpresa, la maturità (per i più grandi)... di Cinzia Bonetto
Il primo giorno di scuola Suona la campanella Scopa scopa la bidella Viene il bidello ad aprire il portone, viene il maestro dalla stazione viene la mamma, o scolaretto, a tirarti giù dal letto… Viene il sole nella stanza: su, è finita la vacanza. Metti la penna nell’astuccio, (…) fa la punta alla matita e corri a scrivere la tua vita. Scrivi bene, senza fretta Ogni giorno una paginetta. Scrivi parole diritte e chiare: amare, lottare, lavorare. Gianni Rodari
Perchè la scuola è un luogo fantastico ma anche fantasticamente complesso, a modo suo. Ci si mischiano i timori dei ragazzi, la loro voglia di crescere, le capacità di educare degli insegnanti, la situazione economica del paese, i timori dei genitori che vedono diventare “grandi” i loro figli o solo temono un anno difficile di agitazione. Iniziamo da una banale constatazione: riprendere il ritmo non è facile per nessuno! Ci si sente affaticati in maniera particolare a riprendere una routine legata ai tempi della scuola. Per ogni allievo la scuola è un banco di prova di come stanno andando avanti nella loro storia, ma nello zaino con
loro, insieme ai non poco pesanti libri, i ragazzi portano anche molto del loro stile personale, delle dinamiche familiari, della loro maniera di reagire alle frustrazioni e alle nuove scoperte. Per questo è fondamentale il ruolo della famiglia nel rientro a scuola. E ora siamo qui… dinnanzi a quel cancello… tra pochi secondi suonerà la campanella del primo giorno di scuola…Tra le pagine pulite e i fogli bianchi, tra le copertine lucide e gli astucci profumati, si nascondono in ognuno sogni, speranze, promesse per un anno che verrà! Buona scuola a tutti.
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a
7 Marcia del Sorriso
Romano d’Ezzelino domenica 03 novembre 2013 Anche quest’anno, l’Associazione Greg Runners si impegna ad organizzare per domenica 3 novembre 2013 la tradizionale Marcia del Sorriso tra le colline di Romano d’Ezzelino.
Quest’anno sono stati predisposti 4 percorsi con diverse distanze da percorrere a seconda delle proprie possibilità. Da quello di 5 Km, interamente asfaltato ideale non solo in caso di pioggia ma anche per le mamme con il passeggino, a quelli di 9, 17 e 21 km interamente collinari. Il percorso dei 21 Km, rispetto alle edizioni passate, ha subito una lieve variazione per garantire ai diversi partecipanti una maggior sicurezza lungo il tragitto. La partenza è prevista dalle ore 8 alle ore 9 presso Villa Cà Cornaro del Fatebenefratelli a Romano d’Ezzelino, nei pressi dello svincolo della superstrada all’uscita per Romano Nord. Ricordiamo che all’interno della Villa è stata riservata un’ampia area per il parcheggio delle auto. Vi ricordiamo che le iscrizioni si accettano fino alle ore 9 del giorno della manifestazione, mentre il percorso sono previsti diversi ristori, uno ogni 5 km circa. La Marcia del Sorriso regala molteplici benefici, perché costituisce un mo-
mento di relax ed un punto di ritrovo, perché promuove il movimento a piedi all’aria aperta che fa molto bene alla salute e perché ci migliora sotto l’aspetto etico in quanto i fondi raccolti verranno devoluti in beneficenza. L’organizzazione della Greg Runners sentitamente ringrazia le numerose associazioni di volontariato presenti nel nostro territorio che interverranno offrendoci la loro preziosa collaborazione. Un particolare ringraziamento va all’Amministrazione Comunale di Romano d’Ezzelino, ai proprietari dei terreni interessati dal percorso, alle ditte che hanno sponsorizzato l’evento, le quali, malgrado il periodo di profonda crisi economica, hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione ed infine un ringraziamento particolare a tutti quelli che nei diversi modi si rendono disponibili all’operosa collaborazione. Nella speranza di vedervi numerosi per domenica 3 novembre, vi attendiamo con un grande sorriso…
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Torna Spettacoli di Mistero a Romano Spettacoli di Mistero 2013 fa tappa a Romano, precisamente alla Locanda al Leone. L’evento organizzato dall’UNPLI Veneto e l’Assessorato Regionale all’Identità Veneta, ha individuato nel mese di novembre il periodo migliore per far raccontare storie, aneddoti, leggende e misteri che avvolgono luoghi e personaggi del Veneto. di Roberto Frison Animatore di Spettacoli di Mistero per la pedemontana è il nostro conterraneo ex presidente della pro loco, Roberto Frison, che quest’anno si è attivato soprattutto per coinvolgere l’Altopiano di Asiago, senza dimenticare la propria terra d’origine, la nostra Romano. Così, la sera di venerdì 8 novembre, alla Locanda al Leone di Romano, è in calendario “In taberna quando sumus”, riprendendo un titolo dei Carmina Burana. Quella dal Leone è una serata all’insegna del divertimento, come avveniva nelle betole del primo novecento, dove tra stuzzichini fatti di sardee in saor (anguana onta) piuttosto che bacalà mantecato (sbatutin de Querin) o fagioli di Lamon (incantesimi de strìa) Roberto Frison e Simone Cavallin, autori del libro “Leggende in Bicicletta” raccontano leggende della Valle Santa Felicita e di Ezzelino III. Il programma completo di “Misteri e Leggende dell’Altopiano dall’Astico al Brenta”, organizzato dal Consorzio Pro Loco Grappa Valbrenta e quello dell’Altopiano dei Sette Comuni, si svolge nella vecchia stazione della “Vaca Mora” di Asiago, oggi sede della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Viene realizzato grazie alla collaborazione del team Asiago4U, applicazione per telefonini moderni dotati di sistema android ed apple per conto dei quali il presidente della Seriola Frison ha ideato l’itinerario “Asiago4U Mistery”. Non poteva mancare la qualificante collaborazione degli artigiani artisti della CNA di Bassano come pure gli artisti della Pro Loco di Rossano, di Borso e del Palio di Romano. Di seguito il programma.
2 Novembre Sala della Reggenza di Asiago, ore 18 Presentazione Asiago4U Mistery Inaugurazione mostra “Ars in Mysterium-Asiago4U Mistery” 2 Novembre fino al 17 novembre Sala della Reggenza di Asiago Mostra d’arte “Ars in Mysterium 2013 Asiago4U Mistery” aperta di sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00 8 novembre Romano d’Ezzelino, ore 20,30 “In taberna quando sumus”, presso la Locanda al Leone di Romano d’Ezzelino. Fra
stuzzichini tipici della cucina veneta e leggende locali narrate da Roberto Frison e Simone Cavallin, autori del libro “Misteri della Valsugana, leggende della Valbrenta”. 30 novembre Asiago, Sala della Reggenza, ore 20 Leggende e misteri dell’Altopiano. Serata culturale di approfondimento e racconti incentrato sulle leggende e i misteri dell’Altopiano dei Sette Comuni, dall’Astico al Brenta. A cura del Parco del Sojo, Hoga Zait con Giancarlo Bortoli, Chiara Stefani, Simone Cavallin, Diego Morlin, Elena Minuzzo, Margherita Michelazzo, Roberto Frison.
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30° dell’A.C.D. Virtus Romano Venerdì 20 Settembre, con la serata di Gala in Piazza Cadorna a Romano d’Ezzelino, si sono conclusi i festeggiamenti per il 30° anniversario di fondazione dell’A.C.D. Virtus Romano.
Di fronte ad un numerosissimo pubblico, oltre ogni più rosea aspettativa, sono stati presentati alle famiglie degli atleti e a tutti i simpatizzanti accorsi il Consiglio Direttivo e tutti i collaboratori del sodalizio virtussino. Momento clou dell’evento è stata la sfilata degli oltre 140 giocatori giallo-verdi, dai bambini dei Piccoli Amici agli adulti della Prima Squadra, accompagnati dai loro allenatori. Hanno preso parte alla Festa la Giunta Comunale di Romano d’Ezzelino, capeggiata dal Sindaco Rossella Olivo; i vertici dirigenziali del calcio veneto, con la presenza di Giuseppe Ruzza, Presidente del Comitato Regionale Veneto della F.I.G.C., e di Patrick Pitton, consigliere regionale. Molto gradite sono state le testimonianze di alcune vecchie glorie del Lanerossi Vicenza
(Faloppa, Lelj, Carrera) e di mister Ezio Glerean nel persuadere dirigenti, istruttori e atleti a vivere l’avventura sportiva anzitutto come opportunità per consolidare i valori del rispetto, dell’impegno, della solidarietà. Hanno partecipato ai festeggiamenti numerosissimi ex giocatori che hanno militato in questi 30 anni nella Virtus Romano. Hanno allietato la serata gli Sbandieratori di Romano d’Ezzelino, dimostrando tutta la loro abilità nel maneggiare i drappi; grande successo ha riscosso la musica dei “The Mini Stars”, complesso composto da Fiorenzo, Flavio e Ruggero, fondato 46 anni fa e riunitosi appositamente, dopo lungo tempo, per esibirsi e rievocare la nostalgica atmosfera degli anni Sessanta e Settanta. Il ringraziamento per l’ottima riuscita
della Serata va a tutte le Associazioni di Romano, che hanno offerto un contributo importante per la gestione del traffico e dell’ordine pubblico (Gruppo Donatori Sangue e Donatori Organi, Protezione Civile); ai ristoratori di Piazza Cadorna, che hanno deliziato il palato affamato del pubblico con gustose prelibatezze; agli “sponsor” amici della Società, in particolare alla famiglia Alban della ditta AGB. È stata una serata indimenticabile, che ha ripagato di tanta fatica. Quando la popolazione dimostra vicinanza e affetto ad un’associazione che, nel territorio comunale, educa attraverso lo sport, è un segnale importante che la dedizione con cui si seguono le giovani generazioni trova ancora un gradito riscontro. Lunga vita alla Virtus Romano!
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Di ricetta in ricetta
Piccole storie dei locali storici del comune di Romano con le ricette più importanti dei loro chef
Trattoria il Pavone Sacro Cuore Per chi conosce il territorio bassanese, specialmente gli ambienti enogastronomici, definisce la Trattoria Il Pavone “il Santuario degli asparagi”. Questo antico locale sito in Sacro Cuore di Romano d’Ezzelino ha una lunga e travagliata storia ed è, oltretutto, un luogo con un passato pieno di vicende e accadimenti segnati da importanti personaggi. di Duilio Fadda La mia ricerca è stata stimolata da uno degli attuali gestori, Massimo Pozzato, che mi ha dato un input quando mi ha mostrato la lapide dedicata al famoso poeta del passato Jacopo Vittorelli. Questa targa venne posata dai comuni di Romano d’Ezzelino, di Bassano del Grappa e di Cassola nel 2004, a ricordo del famoso personaggio nato in quel di Bassano ma residente per tanti anni nella casa di villeggiatura, menzionata prima sotto San Zeno e poi sotto Romano Basso. Su questo luogo c’è un dettagliato studio dell’Arch. Brotto Pastega. Egli scrive che: già nella metà del 1400, il sito era proprietà di Victorellus de Sancto Zeno e scorrendo il testo dello studioso, ci porta fino al 1796, quando i francesi di Napoleone, durante la battaglia di Bassano si accamparono nella zona della casa di villeggiatura e dell’oratorio dei Vittorelli nei pressi della contrà alle Bonine . In quel tempo il proprietario della campagna di trenta campi circa, con casino e brolo, era il noto poeta Jacopo Vittorelli che ivi risiedeva per soprintendere i lavori di restauro e come luogo ameno per ispirarsi nelle sue liriche. Poco prima della morte avvenuta il 12 giugno 1834 dettò il testamento, intestando le proprietà all’amato nipote Giacomo Vittorelli il quale, alla sua morte, lasciò all’unico figlio sopravvissuto, il cavaliere Dott. Andrea Vittorelli. Il 20 gennaio 1927, all’età di novant’anni anche Andrea Vittorelli lasciò la vita terrena nominando eredi universali delle proprietà: la Pia Casa di Ricovero, l’Orfanotrofio maschile Cremona e l’Orfanotrofio femminile Pirani-Cremona. Tra le altre disposizioni è scritto che: - tutte le preziose reliquie dell’oratorio alle Bo-
L’interno della trattoria oggigiorno
nine siano destinate all’arciprete di Fellette e il gastaldo Lisciotto, ogni mese, faccia celebrare una messa presso l’oratorio alle Fellette. L’undici novembre 1928, in seguito ad accordi intercorsi tra i tre istituti beneficati, la villa alle Bonine passò al solo Istituto Pirani-Cremona (1). Nel 1935 Francesco Lunardon prese, in concessione per cinquant’anni, dall’Istituto Pirani-Cremona, la casa di villeggiatura, il brolo e l’oratorio dedicato a S.Andrea Avellino. Il Lunardon, essendo un commerciante di bestiame, ebbe in concessione questa proprietà e la utilizzò inizialmente come allevamento di cavalli. Nel 1939 oltre all’attività di fattore, dedicò questo luogo al commercio, destinando una parte della villa alla mescita
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Firma del sindaco Giuseppe Dissegna
di vino e bevande per passanti e viaggiatori. Col tempo, decise con l’aiuto della moglie Bianca Colomba Tosin, di estendere l’attività di mescita del vino anche a qualche pasto caldo. C’è da sottolineare che la famiglia Lunardon era completamente dedita al lavoro dell’osteria e dei campi, cioè 5 fratelli e 5 sorelle più mogli e mariti. Nel 1951, finita la guerra da ormai sei anni, Francesco regolarizzò l’attività di Oste. Con la licenza in mano coadiuvato dalla moglie Bianca Colomba dispose di un menù, per quei tempi, di tutto rispetto: Trippe alla parmigiana, in brodo e fagioli in salsa. Nelle fredde mattine autunnali ed invernali i cacciatori si presentavano numerosi al banco dell’osteria per raccontare della caccia appena conclusa e mangiare un bel piatto caldo di trippe. Al mattino, verso le 9, sotto la pergola raccontavano le loro vicende quotidiane e, metà trippe le mangiava il cacciatore e se la caccia era stata proficua, quel che restava sul piatto andava al cane chiuso nel recinto, altrimenti se la caccia era stata scarsa... una scarpà sul
gelina. In quel tempo il locale era già dadrìo...al fido amico dell’uomo. Così fino al 1954 quando Francesco Trattoria, ma questo avvenne fin dal passò a miglior vita. Bianca Colomba 1965, dopo che il menù si era arricchito si trovò con la licenza in mano a suo di nuove ed importanti specialità. Infatnome e un’attività da mandare avanti. ti, la trattoria era già diventata il SantuaLa vedova Lunardon non si perse d’a- rio degli asparagi. I titolari e i contadini nimo, in tutta la sua esistenza aveva con la terra attorno avevano compreso sempre lavorato, prima, quando era an- che, con i prodotti di questa, potevano cora fanciulla faceva la dama di com- arricchire la mensa con la produzione pagnia della più giovane figlia dei Conti del bianco turione bassanese. Gli aspaMichiel, perciò aveva potuto studiare ragi non erano, come si dice oggi, un e trovarsi con un grado di cultura su- prodotto di nicchia, erano solo un piatperiore a tutte le rato gustoso e genuino gazze del suo ceto di Il nome dell’Osteria dei contadini e dei allora; inoltre, la sua “al Pavone” nacque ristoratori locali. Da fermezza era sosteallora in poi in un crequasi per caso nuta da una ferrea scendo senza limiti la dopo un tremendo educazione cristiana Trattoria, con gli aspanubifragio. Era il che la rendeva anragi bianchi di Bas1954, dopo la bufera, sano, conobbe solo cora più forte. Bianca Colomba era coadiued esclusivamente il il pavone tornò, vata in cucina dalla quasi per miracolo, successo. Francesco cognata Angelina in mezzo alla corte. nella sua lunga carrieche da subito si spera ha avuto il piacere cializzò nella preparazione di tortelli, di cucinare per illustri personaggi dello ravioli e pasta all’uovo, mentre, lei, la spettacolo e della cultura. Ricorda con titolare, preferiva cucinare carni ed al- particolare simpatia il compianto Cesco tri manicaretti. Il nome dell’Osteria “al Baseggio che dopo gli spettacoli nei tePavone” nacque quasi per caso dopo atri bassanesi si fermava al Pavone per un tremendo nubifragio. Nella corte degustare gli asparagi oppure quando dell’osteria, nell’angolo del punaro, cioè questi non erano in stagione, la gallina nell’aia, razzolavano galline, oche, ana- lessa e le trippe; piatti di una cucina più tre e soprattutto un pavone che aveva tradizionale. Altro uomo di spettacol’abitudine a una certa ora di svolazzare lo che Francesco ricorda con affetto è sopra i rami del Cedro del Libano, an- l’esplosivo Rosario Fiorello ai tempi del cor’oggi esistente, ma, da quei tempi Karaoke sulle piazze cittadine di tutta con due punte. Quella sera un fulmine, Italia , compresa quella bassanese. complice il vento, fece staccare la punta Ma nelle rievocazioni del cuoco oltre ai del cedro, il pavone appollaiato in cima segreti della nonna, ci sono i racconti volò via e per tre/quattro giorni fu dato del nonno Francesco, che gli parlava del per disperso. Era il 1954, dopo la bufera, bandito Bedin, un personaggio leggenil pavone tornò, quasi per miracolo, in dario, che divenne allora, il Robin Hood mezzo alla corte. Da quel giorno, l’oste- della Bassa padovana. Questo fuorilegria, prese nome: “Al Pavone”. ge scorrazzava per tutto il territorio del Nel 1972 Bianca Colomba, lasciò la li- nord Italia da Monselice, dove era nato, cenza al nipote Francesco che nel frat- fino a Mantova, Cremona, Milano poi a tempo aveva acquisito tutti i segreti Cassola e Casoni dove fu freddato dalla della cucina, dalla nonna e dalla Zia An- polizia, sorpreso, mentre scendeva, pi-
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stola in pugno, da un fienile durante la sua lunga latitanza. Pare che più volte avesse soggiornato nei pressi dell’allora Osteria Al Pavone tra il 1935 ed il 1938, ma anche questa è leggenda. Nel 1996 la fondazione Pirani-Cremona decise di recedere il contratto pluridecennale con la famiglia Lunardon. Da qui ne nacque una disputa che portò alla momentanea chiusura dell’ambiente per un periodo di tempo concordato tra i due.
Francesco Lunardon, Titolare della Trattoria Al Pavone fino al 1996
Nel 2001 dopo reiterati tentativi il gruppo di soci, oggi conduttori della trattoria, riuscirono nel loro intento. La Fondazione Pirani-Cremona accettò di buon grado la concessione dei locali del “Casino con brolo e Oratorio” ai richiedenti. Ecco che adesso, Massimo Pozzato, uno dei contitolari, ci racconterà come si sono svolti gli ultimi fatti e quali misteri si celano dietro questa vicenda lunga sei secoli.
Uno dei nuovi titolari della Trattoria Il Pavone, Massimo Pozzato
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Via Salvo d’Acquisto, 5 36065 MUSSOLENTE (VI) Tel. 0424 30129 fax 393734 gardin.roberto@gmail.com
Oggi la Trattoria “Il Pavone” è una garanzia per chi vuole degustare un piatto di asparagi o quant’altro. Ma, come nasce la vostra attività di ristoratori e, il richiamo per i clienti è solo legato al prodotto tipico di Bassano? Premetto che l’attività di ristoratore è nata un po’ per caso. Mi spiego: prima di cominciare questo mestiere, che io con i miei soci amiamo, svolgevamo tutt’altro lavoro. Io, ho un titolo di studio ottenuto presso l’istituto tecnico industriale di Bassano, l’altro socio, Roberto Bianchin, è diplomato in ragioneria, così come mia moglie, Maria Busacca, che è l’altra socia. Quello che ci ha dato l’avvio per questo mestiere è il nostro primo incontro avvenuto in un’azienda che ci ha visti uniti dalla stessa passione per la gastronomia, poi, con mia moglie c’è anche qualcos’altro che ci ha uniti, come potrete intuire. La nostra formazione gastronomica non ha un cliché classico, nasce piuttosto da una forte passione per la cucina e da una ferrea educazione familiare a questa disciplina. Quasi tutte le ricette che serviamo ai nostri clienti sono elaborazioni di piatti dei nostri genitori o familiari, trasmessi negli anni dai parenti. Quindi come potrete intuire una cucina semplice, casalinga ma studiata per essere all’altezza dei tempi ed al livello della miglior tradizione veneta. Voglio far presente che, inizialmente io ero in cucina e il mio socio in sala, da qualche tempo ci siamo scambiati i ruoli, ottenendo migliori risultati. L’unica a non aver cambiato ruolo è mia moglie che continua a mantenere la contabilità e lo fa in maniera eccellente. Quindi mi pare d’intuire che non vedremo mai un piatto della nouvelle cousine o preparazioni tanto elaborate o sofisticate? Hai centrato l’obbiettivo. Il nostro piatto per eccellenza è il risotto con gli aspa-
ragi bianchi di Bassano e gli asparagi con uova o “ Sparasi e ovi” come si dice da queste parti. Faccio notare che il bianco turione è coltivato, da mio cognato, sulla terra contigua alla trattoria. I campi che fanno parte della proprietà, sono il frammento di una storia vecchia ed importante. Tornando al menù, c’è da dire che l’altro piatto forte della nostra cucina è la carne alla brace. E voglio sottolineare quest’aspetto. Noi non facciamo braciole, salsicce e costine su una piastra o su una pietra Ollare ( o Saponaria), qua cuciniamo la carne con le bronse ovvero con la brace che, come potete immaginare, regala altri profumi e sapori. Altra specialità della casa è lo spiedo. Non è il classico spiedo che ruota sospinto da un motore, ma si tratta di singoli spiedi o spade, cariche di ogni ben di Dio, posati/e sulla graticola in un dolce fuoco che cucina sfrigolando questi bocconi di carne e verdure. Poi, fa parte del nostro menù anche la pasta di semola di grano duro di Gragnano che insaporiamo con vari sughi seguendo la stagionalità dei prodotti locali, cioè funghi, radicchio trevisano ed altro. Il nostro moto, nella scelta dei prodotti e nella preparazione di questi è dettato da tre fondamenti: qualità della materia prima, passione per questo lavoro e tempo, cioè non amiamo e non lavoriamo pensando al fast food. Quindi, oltre a non mangiare un pasto veloce, non si potrà mai degustare il pavone al forno o qualsiasi altro animale da cortile. Ma allora, il nome il Pavone… Da quel che so io, il nome nasce da un pavone imbalsamato che i vecchi gestori trovarono sul posto. Per chi non lo sa, questo sito ha una storia lunghissima. I proprietari iniziali furono i Vittorelli, tra i quali spicca il nome del famoso poeta, il cosiddetto Anacreonte, Jacopo Vittorelli, poi nei secoli questa proprietà è
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rimasta agli eredi Vittorelli fino al 1927, quando alla sua morte il Cav. Dott. Andrea Vittorelli, novantenne senza figli e nipoti, lasciò in eredità tutte le proprietà agli Istituti: Pia Casa di Ricovero, Orfanotrofio maschile Cremona, Orfanotrofio femminile Pirani-Cremona e dalle ceneri di questi nacque la Fondazione Pirani-Cremona che oggi è l’unico proprietario di questo fabbricato. Mentre Massimo, facendomi da cicerone, mi fa notare la targa dedicata al poeta e mi porta in visita al piccolo Oratorio domestico, scorgo, appeso alla sua cintura un corno perfettamente cesellato. M’incuriosisco e domando. Scusa, ma quel corno...? Questo?! E’ il mio calice. Quando devo bere, assaggiare, degustare, uso questo. Pensa che un giorno una signora, incuriosita dall’oggetto mi ha fatto la tua stessa domanda ed io ho dato la stessa risposta. Poi lei stimolata dalla mia replica mi ha detto: Ma allora è Celtico! Al
La pasta di Gragnano
che, io ho risposto: No!! E’ Zotico. E lei: Ah! Sì. Dell’antico popolo degli Zotici. Per un istante sono rimasto interdetto, a quel punto non so più se era lei che mi prendeva in giro...o, se la storia l’ho resa talmente vera che... ma sono veramente esistiti gli Zotici? Come popolo intendo! Magari come popolo, no!
Però ci sono, ci sono...si, si ci sono ancor oggi. (1) L’illustre bassanese numero speciale XXX Arch. Agostino Brotto Pastega – Anno 2012 (1) Tratto anche da: Le case di Jacopo Vittorelli Arch. Agostino Brotto Pastega Editore (Patrocinio) Comune di Bassano del Grappa – Anno 1995
Gnocchi di zucca con ricotta affumicata Preparazione
Ingredienti 400 gr di polpa di zucca (per ottenerla cuocere fette di zucca in forno per 25 min. a 180°). 400 gr di polpa di patate (lessare le patate in acqua salata). 200 gr di farina Un uovo intero più un tuorlo Sale e pepe q. b. Un pizzico di noce moscata Un pizzico di cannella
• Amalgamare il tutto, tenendo da par- • te un po’ di purea di zucca, ottenendo un impasto morbido, ma asciutto.
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Una volta tolti con la schiumarola spadellarli delicatamente insieme alla purea di zucca messa da parte e guarnirli con scagliette di ricotta affumicata.
Fare i gnocchi rigandoli con i rebbi della forchetta o con l’apposita tavoletta.
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• Per ottenere un buon risultato biso-
Cuocerli pochi alla volta (possibilmente una porzione al colpo).
Al posto della ricotta si possono guarnire con del tartufo nero.
gna usare prodotti di prima qualità oppure andare a mangiarli al Pavone…
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Mercoledì 09 ottobre, presso il Teatro Parrocchiale di Romano capoluogo, alle ore 20.30 è stato proiettato il film VAJONT di Renzo Martinelli. Al termine della proiezione, nel piazzale antistate della chiesa della Purificazione Beata Vergine Maria la Veglia del ricordo e allo scoccare delle 22.39, al suono del silenzio della tromba ci siamo raccolti in un lungo silenzio per ricordare coloro che la morte ha portato con sè e per dare un segno tangibile di vicinanza a coloro che sono rimasti, affinché nel rivivere e condividere quest’immenso dolore insieme, possiamo insieme trovare la forza di andare avanti sperando in un futuro di uomini di rispetto
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La manifestazione Bassano Fotografia 2013 Alla terza edizione l’appuntamento con il mondo dell’immagine. Torna puntuale l’appuntamento con Bassano Fotografia, la manifestazione biennale dedicata al mondo della fotografia che dal prossimo settembre riempirà di immagini tutta la città di Bassano del Grappa. di Associazione Pro Bassano Il principio della riproducibilità delle immagini vanta una lunga e prestigiosa tradizione a Bassano del Grappa. Il Museo Civico bassanese, uno dei più antichi musei veneti (1828) ben testimonia l’attenzione che Bassano ha dedicato nel corso dei secoli alla cultura figurativa: immagini dipinte o affrescate seguendo il repertorio della bottega di Jacopo Bassano, poi immagini incise e replicate in forma seriale nelle stampe remondiniane o nelle ceramiche, ora immagini riprodotte in forma seriale con le più aggiornate tecnologie, ma pur sempre immagini, interpretazioni mediate della realtà e dell’irreale. Dal 14 settembre 2013 i luoghi espositivi più qualificati di Bassano - Museo Civico, Palazzo Sturm, Palazzo Bonaguro, Chiesetta dell’Angelo, Castello degli Ezzelini, Loggetta del Municipio, Palazzo Agostinelli, ma anche tanti spazi in tutto il centro storico - saranno coinvolti nella grande kermesse fotografica. Una scelta pressoché obbligata quella del Museo Civico che proporrà “Jodice Canova”, un inedito accostamento fra i gessi della sala canoviana ed una serie di interpretazioni fotografiche di opere canoviane realizzate da Mimmo Jodice, fino al 19 gennaio 2014 in mostra 47 immagini scelte dall’autore stesso per l’occasione e stampate in formato 1:1 rispetto alle sculture originali; la selezione proviene dalla campagna fotografica condotta sulle opere di Antonio Canova nei maggiori musei del mondo, riservando alle sculture di uno dei più grandi
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artisti di tutti i tempi l’obiettivo della macchina fotografica, ma soprattutto un’altissima interpretazione critica dei valori di luce ed ombra della modellazione canoviana. Ancora in Museo Civico, in pinacoteca, Daniele Pellegrini storico fotoreporter della rivista Airone, noto a Bassano per aver compiuto con Cesare Gerolimetto il primo giro del mondo in camion, presenterà “Quarant’anni di reportage intorno al mondo”, impressioni di viaggio filtrate attraverso le proprie esperienze di fotogiornalista documentarista. In Chiesetta dell’Angelo “Una Bassano, cento Bassano” ritratto della città proposto da Giorgio Bertoncello per quale il descrivere la sua Città è un’esigenza tanto importante da affermare le “Se sapessi raccontare una storia con le parole, non avrei bisogno di trascinarmi dietro una macchina fotografica” come diceva Lewis Hine. A Palazzo Bonaguro i circoli fotografici scelti per rappresentare le province venete: Circolo Fotografico Bellunese e Cinefotoclub San Martino per Belluno, Fotoclub Padova BFI per Padova, Fotoclub 85 di Villanova del Ghebbo per Rovigo, Venetofotografia per Treviso, Fatue per Venezia-Mestre, Circolo Fotografico Veronese BFI per Verona, Associazione Ezzelino Fotoclub BFI di Romano d’Ezzelino per Vicenza. Al piano nobile del palazzo Mario Vidor proporrà una serie di immagini “Chioggia nei giorni del disagio”, dopo aver già interpretato la “piccola Venezia” tra ponti ed edifici del passato riflessi nelle acque lagunari in alta marea, offrendo una visione originale di un territorio ricco di storia e tradizioni. Ancora nella sede espositiva di via Angarano giungeranno i contributi, diretti e mediati, delle città gemelle: da Sebenico (Croazia) Foto Club Sebenico, da Voiron (Francia) Dominique Bourgeois, da Mühlacker Film und Fotoclub Mühlacker, nel mezzanino Giancarlo Torresani presenta un confronto tra pittura e fotografia, interpretando con la macchina fotografica i più importanti pittori del ‘900, nell’atrio d’ingresso Pierluigi Lucietto sarà presente con “Muse”, immagini dedicate alla bellezza femminile. Originale proposta quella presentata al Castello degli Ezzelini giocata sul tema della luce che agisce tramite la rifrazione e le riflessione, il gruppo di ragazzi dell’Associazione RE.SOL. (Reti di Solidarietà Onlus),
propone “Labirinto degli specchi: frammenti di una città”, dedicato al tema della raffigurazione del paesaggio. A Palazzo Agostinelli la rassegna si aprirà con “Fotografi Dentro: dal reportage di viaggio al ritratto in studio. Percorsi per imparare a fare foto che emozionano” laboratorio previsto per sabato 14 e domenica 15 settembre a cura di Manfrotto e Manfrotto School of Xcellence, punto di riferimento didattico all’eccellenza fotografica. In questi due giorni, appassionati e professionisti potranno incontrare l’eccellenza della fotografia italiana partecipando a workshop, seminari e conferenze. Molti saranno gli ospiti d’eccezione, nomi illustri provenienti dal mondo della fotografia pubblicitaria, giornalistica e artistica. Tra questi segnaliamo: Gianni Berengo Gardin, il grande maestro del reportage e Settimio Benedusi, fotografo di moda e pubblicitario che ha collaborato con le maggiori case editrici italiane. Denis Curti porterà la sua testimonianza come direttore dell’agenzia Contrasto, Monica Silva collaboratrice di case editrici quali RCS e Mondadori nonché testimonial Hasselblad e Nikon, illustrerà la sua esperienza di fotografa ritrattista. Ancora a Palazzo Agostinelli farà seguito la mostra “Le montagne in città” che la sezione bassanese del CAI presenterà dal 01 ottobre al 10 novembre 2013 per onorare l’importante anniversario della fondazione dell’associazione nazionale (Club Alpino Italiano) che compie 150 anni. A Palazzo Sturm sede del museo della ceramica, diversità di voci e di testimonianze: al piano nobile e nell’incantevole sala degli Specchi Francesco Fontana espone le sue interpretazioni in bianconero della “Danza”, mentre nella sala delle Spade saranno presenti l’I-
stituto Comprensivo Jacopo Vittorelli di Bassano che presenta Bassano “la città vista dai ragazzi” ed il Liceo Artistico G. De Fabris di Nove con “Libere Interpretazioni”. Nella storica ed incantevole loggetta del municipio, Nicola Zolin giovane giornalista fotoreporter, presenterà “Oceano Iran”, i suoi lunghi viaggi nelle diversità etniche e culturali affascinati realtà poco conosciute. Nel centro storico, infine, un fil rouge d’eccezione, con “Bassano particolare”, la Bassano vista da un obiettivo che ha inquadrato tutto il mondo, quello di Cesare Gerolimetto che ora dedica alla propria città una considerazione tutta sua. Nel rintracciare gli scatti di Gerolimetto dislocati in diverse postazioni collocate in vie e piazze si individueranno anche le iniziative espositive Fuori palazzo: oltre cento mostre diffuse in diverse sedi, esercizi pubblici, vetrine, situazioni che di norma non svolgono ruolo di spazio espositivo. Fotografi affermati e giovani promesse avranno l’occasione e l’onore di esporre i propri lavori per quasi due mesi a Bassano Fotografia 13, in una cornice di grande festa che tutta la Città di Bassano dedicherà alla fotografia.
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Una cuccagna per i bambini La cuccagna in quanto tale era un gioco a premi che non mancava mai nelle sagre paesane o di contrada. Si tratta di un palo tornito e liscio, più o meno alto, ben piantato nel terreno con alla sommità fissato un grande cerchio dove venivano appesi i premi da conquistare. di Eusebio Berna Vivian
Se organizzato per bambini o ragazzi, la partecipazione era singola e la struttura a dimensioni contenute. Se per giovanotti, altra musica, il palo era molto più alto, anche oltre i dieci metri, era unto con grassi da cima a fondo per rendere difficoltosa la scalata, perciò ci si doveva organizzare a squadre, uno sulle spalle dell’altro a piedi scalzi e stretti al palo, con il più agile al livello più alto. Quest’ultimo era chiamato lo scoiattolo e doveva compiere con le sole proprie forze gli ultimi metri che lo separavano dai premi. Se le squadre erano più di una c’era un tempo prestabilito per il tentativo di conquista. La mia prima esperienza con la cuccagna, l’ho avuta a Privà a circa sette anni, quindi con la cuccagna per ragazzi a palo non ingrassato. A Privà, un borghetto di origine medioevale, ora parzialmente in rovina nel colle sopra la pieve di san Eusebio, meravigliosa veduta panoramica sulla città e la pianura circostante, ha vissuto la sua vicenda umana un uomo straordinario, si chiamava Piero Brìtoea. Sergente nel primo conflitto mondiale, aveva fatto voto al Sacro cuore di Gesù del quale era molto devoto, che se riusciva a portare a casa la pelle, avrebbe costruito in contrada un grande capitello in suo onore. Fu di parola e già pochi anni dopo prese il via, la prima domenica di giugno, quella che
venne chiamata la sagra di Privà. Il personaggio, grandi baffi alla Checco Beppe, portamento fiero; in seguito sarebbe diventato molto noto, tanto da meritare la copertina in una pubblicazione del grande caricaturista Mario Baggio; edizioni Tassotti. Per il suo dinamismo era riconosciuto come “el sindaco de Privà”. Naturalmente ne era anche l’anima della sagra, che era frequentatissima anche dai bassanesi e permetteva in quel giorno agli abitanti della contrada di rafforzare la loro piccola economia con la vendita di uova fresche e sode, vino, salami e altro. Nelle sue cronache il Prealpe cita quasi annualmente la sagra nella quale vi appare al mattino anche una gara podistica: Privà, Roccoli, san Bovo e ritorno. Nel pomeriggio dopo la funzione religiosa con la coroncina al Sacro Cuore guidata ad alta voce con recita e canto dal nostro Piero e il catechismo del parroco con la benedizione finale, partivano i giochi. Tra questi da citare per giovani e adulti attorno ad un tavolo, il frequentatissimo allora gioco della “Mora” e per noi bambini e ragazzi la cuccagna. Nel cucuzzolo in fianco alla contrada, a pochi passi dalla croce in legno, sostituita da un cinquantennio da una metallica con alla sommità un globo riflettente al sole, piantata quassù dall’antica comunità di Angarano all’epoca ancora unita in un’unica grande
parrocchia, molta gente attorno a noi ragazzini, pronti al gioco, il Piero da il via alle operazioni di scalata. La cuccagna è lì colma di sacchettini di caramelle, uno per concorrente; bisogna arrivarci però. Quando tocca a me, sono uno dei più piccoli, ce la metto tutta, arrivo fino ad un metro dai sacchettini, cerco di insistere ma non ce la faccio e devo rinunciare. Immaginate la delusione e la vergogna. Il Piero, mettendomi una mano sulla testa mi dice: “dai, che stano che vien te ghe’a farè”. Infatti l’anno dopo, più muscoli e più forza in corpo in un batter d’occhio sono in cima, strappo il mio sacchetto, scendo e mi apparto. Prendo una prima caramella e conto tutte le altre per vedere per quanti giorni mi potevano bastare, consumandone una al giorno. Ritornato a casa, senza farmi vedere salgo al sottotetto e arrampicato ad una trave nella parte più alta vi nascondo il sacchetto. Il giorno dopo, sempre con la massima circospezione, mi arrampico sulla trave, ma non c’è più niente, evidentemente qualcuno, più furbo di me, aveva saputo spiarmi. Ancora delusione e amarezza, qualche sospetto, ma che vuoi, sono i contraccolpi che pian piano ti preparano alla vita. Per la piccola storia locale, il Piero per tutta la vita ogni primo venerdì del mese, dedicato al Sacro Cuore, è stato presente alla messa nella Pieve sottostante la sua contrada. La messa alle sei del mattino all’epoca veniva celebrata in lingua latina, relativamente poco comprensibile al popolo, lui ne approfittava nel contempo con il consenso del parroco per recitarvi quella sua particolare coroncina. Il nostro straordinario personaggio, è mancato a metà degli anni 60. Qualcuno poi ha tentato di raccogliere la sua eredità, ma non era certo facile sostituire un carismatico. Con l’avvento dell’auto di massa anche i tempi sono cambiati e ora della grande sagra di Privà non resta che un ricordo e qualche traccia nelle cronache locali. Rimane il capitello quello si, un po’ trasandato con la campanella in alto nel tetto della casa a ridosso, muta da anni, troppi anni e tante rovine che aspettano! Da qualche mese però ho notato dei movimenti nel borghetto, qualcuno che riordina, che pulisce; chissà, forse è la volta buona.
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Chi laora e chi magna E intanto la sagra va e na giràndoea de sachetéi dindòea insima el pàeo par noaltri tosatéi xa prunti pìe desculsi a spetare el nostro turno. Eco, xe ora par mi, on slancio quatro slache, ma faìsse el colpo e che vargogna! Me fa el Piero: dai, a stano che vien! La so caressa me consòea E me rimanda con speransa. E mi come erba rossa che no se rende soto a false fati mùscui e caratere, staolta insima el pàeo in du minuti el sachéto e via de corsa. Eviva la cucagna! Ma al mondo come senpre ghe xe chi lavora e chi invesse sòeo magna.
Cuccagna che cuccagna Parliamo ora della cuccagna quella più classica, praticata dai giovani, che richiedeva molta forza e abilità, perché il palo era molto alto e come abbiamo già visto ingrassato da cima a fondo per creare difficoltà alla scalata ai premi. Era anche una sfida con se stessi e come squadra nel contesto della comunità che compartecipe stava intorno a guardare. Ne ricordo una per tutte; sarà un po’ lunga, ma ve la voglio raccontare. In paese il Circolo ACLI aveva un grosso gruppo giovanile, centoventi ragazzi e ragazze dai 14 ai 28 anni. Il sottoscritto ne era il delegato per l’attività da svolgere, socio-ricreative, culturali e sindacali, molto intense. Nell’estate del 54 la Presidenza Provinciale organizzò una giornata di festa a Tonezza del Cimone per la Gioventù Aclista. Ci andammo in corriera, salendo per la vecchia strada a tornantini da Pedescala, la nuova non era ancora ultimata. Giunti per tempo, a piedi con tantissimi altri giovani ci hanno portati su di un costone alto sopra il paese chiamato Lo Spiz, dove dopo la messa è stato inaugurato un monumento a dei partigiani caduti. Ritornati in paese, su di un circuito tra le contrade è partita una corsa ciclistica, vi ha partecipato anche uno dei nostri il Rino de’a Eta. Il Rino corridore tesserato nella categoria degli allievi, si era già iscritto alla gara in programma ed aveva portato con se la bicicletta da corsa. Con noi c’era anche l’Aldo dei Pieri, ex dilettante vincitore di molte corse, da poco tornato dal militare, prima della gara ha fatto con il Rino, che poi sarebbe arrivato secondo, un giro per visionare il percorso e poter dare così al nostro, adeguati consigli. Dopo il pranzo al sacco nel pomeriggio in uno spiazzo oltre la chiesa, sulla strada per il monte Cimone, il gioco della cuccagna. Il palo è molto alto,
Ancora on sogno El paese de Bengodi -cucagna che cucagnaxe sta vestio de nero e anca i ànxui del ciàro xe restai al scuro, omini, atinti i sogni pì no slusega e se desmentega lontan. Le caste, brute caste manovra drio le quinte a proprio tornaconto. Ma uno, du, tri, quatro inpigni, livéo sora livéo e on scojàtoeo che béo a spolvaro so’l pàeo smaneta verso l’alto e ‘ssiga: cucagna…! Cussì, passiinti tra luna e soe xughemo e nostre storie scrivendo pagine de vita, e nasse infondo al cor ancora on sogno, eco, el slusega, vardemoghe fin drento!
bene ingrassato e ha una ricca dotazione di premi. Le squadre iscritte sono quattro: Sarego, Noventa, Malo e noi di san Eusebio di Bassano. Il tempo disponibile per ogni tentativo è fissato in dieci minuti. La nostra squadra è composta da Angelo Baeàn, base livello terra, è un bracco di giovanotto maturo e fortissimo da militare aveva vinto una gara di sollevamento peso (una bocca di cannone); il sottoscritto alto e pure ben piazzato al 1° livello; il Lino Passio alto, al 2° livello e Silvano Berna molto alto e agile, al 3° livello con funzioni di scoiattolo per la presa della cuccagna. Fra gli incitamenti della folla la prima a tentare è Noventa, piazzano i livelli, lo scoiattolo tenta e ritenta, il tempo passa e ci rinunciano. Tocca a noi, fatti i livelli il Silvano ci prova, mezzo metro, un metro, qualcosa in più, ma il tempo passa. Colpo di scena; l’Angelo senza attendere ne il tempo, ne la rinuncia del Silvano, si stacca dal palo trascinando con se i miei piedi; cado a terra in orizzontale con la testa fra il palo e il terreno. Il Lino, sentendo il vuoto sotto, si lascia scivolare e precipita con il peso del corpo sopra il mio capo; un colpo tremendo. Urlo: “go visto e stée”. L’on. Rumor,
Chi lavora e chi mangia. E intanto la sagra va / e una girandola di sacchettini / dondola sul palo / per noi ragazzini / già pronti a piedi scalzi / ad aspettare il nostro turno. / Ecco, è ora per me: / uno slancio quattro spinte con i garretti, / ma fallisce il colpo / e che vergogna! / E mi dice il Piero: dai, / all’anno prossimo. / La sua carezza mi consola / e mi rimanda con speranza. // Ed io come erba rossa / che non si arrende sotto la falce / fatti muscoli e carattere questa volta / in cima al palo in due minuti, / il sacchetto e via di corsa. / Evviva la cuccagna! / Ma al mondo come sempre / c’è chi lavora / e chi invece solo magna. Ancora un sogno. Il paese di Bengodi / -cuccagna che cuccagna/ è stato vestito a nero / e anche gli angeli della luce / sono rimasti al buio, / uomini, attenti / i sogni più non splendono / e si dimenticano lontani. / Le caste, brutte caste / manovrano dietro le quinte / a proprio tornaconto. // Ma uno, due, tre quattro / impegni, livello sopra livello / e uno scoiattolo che bello / a spolvero sul palo / smanetta verso l’alto / e grida: cuccagna…! // Così, pazienti / tra luna e sole / giochiamo le nostre storie / scrivendo pagine di vita, / e nasce infondo al cuore / ancora un sogno, / ecco, risplende, / nella sua nell’essenza!
presidente delle Acli vicentine che guidava la manifestazione e altri accorrono, mi rialzano e uno mi butta in testa un secchio d’acqua, poi piano piano mi riprendo. Nel frattempo pure le altre squadre falliscono, anche Noventa nel 2° tentativo e tocca nuovamente a noi. Il Silvano intanto non ha perso tempo, ha cercato e trovato nei pressi un terriccio che gli pareva adatto contro i grassi, si è riempito le tasche e una volta costruiti i livelli è partito deciso con lo spolvero e in poco tempo tra le urla della folla ha superato i 4-5 metri che mancavano e ha raggiunto la cuccagna. Il suo “cucagna” è stato un grido liberatorio e di trionfo. L’organizzazione poi con uno scalone da impresa da impianti elettrici, ha prelevato i premi: alcuni kg. di pasta e di riso, due sopresse della val Leogra, due forme di formaggio, alcuni dolci, alcune bottiglie di vino e altre cose minori. Il ritorno naturalmente è stato entusiasmante, ma la festa grande è avvenuta una settimana dopo nel salone superiore dell’osteria da Bejamin a Sarson, dove tutti insieme abbiamo consumato almeno in parte il frutto della cuccagna. Ciò che è rimasto, come da consuetudine, è andato a buona destinazione.
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Ritrovi famigliari
Giò Pomodoro
ovvero il pomodoro gigante di Giovanni Baron
I miei genitori, Davide e Antonia, anche quest’anno hanno voluto trascorrere la giornata di ferragosto nella loro casara in montagna “dai Asei” assieme a tutta la famiglia. Eccoli con tutti i nipoti e pronipoti. Domenica Bontorin
Baretina
Un nutrito gruppo di romanoti si sono ritrovati nella casara di Andolfatto Girolamo detto Momi Baretina il barbiere, per trascorrere una spensierata giornata in montagna e chiudere in bellezza l’estate parlando scherzando e ricordando i bei tempi passati. Nel ringraziare la redazione del giornale, questo allegro gruppo di amici saluta tutti i lettori del Nuovo Ezzelino ed augura a tutti tanta salute. Simonetto Gianni
Il pomodoro gigante in mano a Elisabetta Baron (da notare le proporzioni!!)
Lunedì 13 settembre su il Tg Bassano di Rete Veneta è stato presentato un servizio che ritraeva un nostro concittadino. Giovanni Baron “Mariga” ha mostrato ai telespettatori un pomodoro raccolto nel suo orto dal peso di oltre 1200 grammi, la meraviglia è stata che, oltre alle dimensioni davvero impressionanti, era di una perfezione e, a detta dei degustatori, un sapore unico ed eccelso. Giovanni ha così descritto questo avvenimento: Tenpo fa xe veniuo da mi Ciano, Ciano Batocio e gavea un poche de piantine de pomidoro. Mi no go fato altro che inpiantarle suea tera e spetare che’l cresse. Però prima de inpiantarle go messo tanto leame sciuto soto e ‘na bea bota tuta torno. Dopo go senpre dato tanta aqua e le go rancurae puito, pensa che da quea pianta ghi no portai casa alquanti e tuti grossi e boni. Par l’ano che vien go za messe via ‘e semense. No se sa mai. Ecco, non ci resta che aspettare la prossima estate e magari augurarci di poter assaggiare i pomid’oro… di Giovanni. La redazione
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Fellette Panificio Bosa, Happy Bar. Trattoria Conte Chantal, Edicola Cartoleria Brillante. Sacro Cuore Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).
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dalle 9.00 alle 12.00
dalle 14.00 alle 17.00
dalle 9.00 alle 12.00
dalle 14.00 alle 17.00
Orario Invernale valido dal 1 Ottobre 2013
Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975
< BASSANO DEL GRAPPA (VI) < BASSANO DEL (VI) Via Cogo, 34 - TelGRAPPA 0424 382767 Via Cogo, 34 - Tel 0424 382767 < BASSANO DEL GRAPPA (VI) < BASSANO DEL GRAPPA (VI)504777 V. le Vicenza, 93/E - Tel 0424 V. le Vicenza, 93/E - Tel 0424 504777 < BASSANO DEL GRAPPA (VI) < BASSANO DEL GRAPPA (VI) Via Capitelvecchio, Capitelvecchio, 32 32 -- Tel Tel 0424 0424 886961 886961 Via < < BORSO BORSO DEL DEL GRAPPA GRAPPA (TV) (TV) Piazza Canal, Canal, 12 12 -- Tel Tel 0423 0423 910310 910310 Piazza