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CAPITOLO 5
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UN MODELLO NEUROFISIOLOGICO DELL’ESPERIENZA RELIGIOSA
La spiritualità è strettamente connessa con intense esperienze religiose, ragion per cui un percorso conoscitivo transculturale e interdisciplinare potrà offrire diversi punti di vista su una questione così articolata. Nello stato ordinario di coscienza la separazione tra l’Io e il mondo esterno è massima, e la percezione del mondo è determinata da continue attività cerebrali fisiochimiche che, interponendosi tra il quello che ci circonda e il nostro cervello, costruiscono la visione mentale del mondo fisico senza che ne siamo razionalmente consapevoli. I processi mentali che agiscono, determinano un percorso di oggettivazione che coinvolge dapprima oggetti corporei dotati di forma, e successivamente costruzioni mentali dettate dai lemmi ontologici e dalle inferenze elaborate dalla nostra mente. In questo processo siamo in grado di riconoscere significati e nozioni di verità e falsità, conoscenza e illusione, su basi prettamente cognitive.1 Con una leggera intensificazione dell’emozione, il senso del Sé inizia il processo di allacciamento all’ambiente, alle persone e alle cose. È questo il momento in cui si sviluppa il senso di empatia, simpatie e compassione; l’Io comincia ad estendersi oltre i confini dell’ordinario, attraverso una potenziale espansione della coscienza. Aumentando l’intensità dell’emozione può verificarsi il temporaneo annullamento della separazione con l’ambiente circostante, come ci raccontano le epifanie di Joyce, il senso di unità mistica di Plotino, e altri ancora. Più comunemente si assiste invece ad una concentrazione emotiva dove desideri e paure divengono forze prorompenti, così come altrettanto avviene per amore, rabbia e odio che offuscano la coscienza dell’Io, rimpiazzandola con l’oggetto stesso dell’emozione.2 Uno stato modificato della coscienza (ASC) può essere interpretato come il culmine di una forte emozione e può risolversi con il subentro pervasivo di altri contenuti della coscienza, quelli che Stanislav e Cristina Grof decodificano come: l’identificazione 55
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con il processo evolutivo, con gli altri, con animali, piante e persino con la materia inorganica e altro ancora.3 E ancora Grof risponde alle perplessità di Ronald David Laing: ‘la coscienza non è qualcosa che pos-
sa essere derivato o spiegato in termini di qualcos’altro. Essa è un fatto di esistenza primario da cui deriva ogni altra cosa. Questo, detto molto in breve, sarebbe il mio credo. È una cornice di riferimento in cui io posso realmente integrare tutte le
mie osservazioni ed esperienze’. In tal senso possiamo vedere ogni singolo livello di interazione emotiva come una tendenza al senso di collaborazione, attraverso l’identificazione del Sé, nell’ambito del proprio livello emozionale, come una forma di realizzazione dell’Unità. Numerosi lavori hanno posto in relazione l’esperienza religiosa con le emozioni, che fin dagli albori sono state ricollegate a specifiche caratteristiche del SNA.4 L’aspetto più interessante, evidenziato da diversi studi, è l’attivazione simultanea del sistema nervoso simpatico e di quello parasimpatico durante l’apice di un’esperienza religiosa, meditativa, e di preghiera5, così come nella transe sciamanica.6 L’attivazione simultanea dei due sistemi è responsabile della condizione o esperienza di ineffabile unione mistica, rapimento, senso di beatitudine ed estasi, tipiche di intense esperienze spirituali. Nel lavoro di Emmonds e Paloutzian vengono proposti due percorsi spirituali distinti: il primo favorisce emozioni intense e positive sia a livello individuale sia nei rituali comunitari; il secondo, di tipo contemplativo, evidenzia il distacco dalle passioni e lo sviluppo di un profondo stato di calma. Le due strade mostrano due percorsi neurali: predomina il sistema nervoso simpatico nel primo caso, mentre nel secondo quello quello parasimpatico.7 Come le ricerche di Fischer avevano evidenziato, entrambe le strade, nei loro punti estremi, conducono all’estasi religiosa.8 Neurofisiologicamente parlando, l’incremento dell’attività della corteccia prefontale mediale e della corteccia del cingolo accresce l’attività dei nuclei reticolari del talamo, vera e propria centralina di smistamento delle informazioni sensoriali, e del sistema mesolimbico dopaminergico. Il modello delle strutture cerebrali attivate durante l’esperienza mistica, proposto da Newberg e Iversen e successivamente modificato da Fabbro, oltre ad evidenziare i due processi neurali attivati dai sistemi nervosi simpatico e parasimpatico e le loro interazioni, ci mostra chiaramente innalzamenti e diminuzioni dei diversi neurotrasmettitori nella concentrazione ematica nelle diverse strutture cerebrali durante l’esperienza stessa. Quello che ci sembra importante sottolineare in questi processi neurali è la liberazione di β-endorfine nel nucleo arcuato dell’ipotalamo stimolato dalla corteccia prefontale. Questo oppioide endogeno rallenta la respirazione, riduce la paura e il dolore, e inoltre produce sensazioni di gioia ed euforia. Inoltre, in condizioni estatiche è stata registrata la liberazione nella corteccia prefrontale di N-acitilaspartilglutammato, una sostanza simile ad alcuni allucinogeni dissociativi (ketamina e ossido nitroso), che determina tra l’altro l’aumento di concentrazione di serotonina. E ancora, la stimolazione dell’ipotalamo e del fascio prosencefalico, da parte della corteccia prefontale si correla alle esperienze di gioia estrema ed estasi.
FEMMININO SACRO | L’energia del Divino Femminile, uno dei due aspetti dell’Energia Cosmica. Madre Natura, Madre Terra, Dea Madre, Gea o Gaia, lo Yin, l’energia lunare, l’elemento acqua, le emozioni, l’intuito, le premonizioni, l’innata (e forse inconsapevole) padronanza delle energie sottili.
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Perdipiù, il livello di serotonina prodotta dal rafe dorsale nell’ipotalamo laterale cresce considerevolmente assieme all’aumento di melatonina. La connessione tra questi processi e la sintesi della DMT, che, come ricordato, è prodotta dalla ghiandola pineale che trasforma la serotonina in triptamina, apre un quadro affascinante: la possibilità di una neuroteologia dello sciamanesimo, come studio degli stati di coscienza che comprende l’interazione di diverse realtà, fuori e dentro la sfera cerebrale. 9 Dobbiamo però iniziare a osservare questi aspetti utilizzando una lente più grande e potente, che sia in grado di cogliere appieno le interazioni che non riguardano più solo la nostra mente.
C’È UN UNIVERSO IN ME | L’Universo è anche dentro di noi, popolato da cento trilioni di esseri microscopici: batteri, virus, funghi e altri microorganismi che compongono il microbiota, ma anche di detriti del Big Bang e più connessioni di quanti sono gli atomi dell’Universo stesso.