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CAPITOLO 17
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L’IPNOSI COME TERAPIA DI GUARIGIONE SCIAMANICA; UN’EREDITABILITÀ GENETICA?
Ci sono luoghi comuni che dobbiamo sfatare, per poter procedere verso delucidazioni e speculazioni funzionali al nostro percorso sui differenti aspetti della neuroteologia dello sciamanesimo. Nel giudizio di molti, una persona facilmente ipnotizzabile mostra indiscutibilmente una forma di fragilità o debolezza della personalità. Altrettanto potremmo disquisire, per quanto riguarda le capacità di colui che pratica l’ipnosi, sulla facilità con cui indurre in un soggetto debole volontà e comportamenti attraverso la manipolazione del suo inconscio. Una persona che per propria volontà non può invece essere indotta in stato di ipnosi evoca l’immagine di una mente capace e di una forte personalità: eppure, evolutivamente parlando, è esattamente il contrario.1 Le persone altamente ipnotizzabili mostrano confini cognitivi più permeabili, che per questo consentono un maggiore e più rapido accesso al flusso di informazioni dalle aree implicite del sistema mnestico, all’incoscio, nonchè alle aree cognitive nella neocorteccia, tramite percezioni anomale. Nel corso dell’evoluzione, la permeabilità dei confini cognitivi, che si manifesta come nell’ipnotizzabilità, si è indiscutibilmente rilevata vantaggiosa per la sopravvivenza, grazie alla maggiore facilità di sviluppo di strategie creative. Quest’attitudine transculturale fornisce un riferimento comune per una teoria dell’esperienza religiosa basata su attendibili basi neurofisiologiche e forse anche genetiche: considerando, per esempio, i recenti studi di neuroimmunologia che dimostrano gli stretti collegamenti tra spiritualità e salute2 e le ipotesi e le ricerche tuttora in corso sul genoma, indirizzate a ricostruire quella propensione adattiva verso ciò che definiamo il Sacro nel processo evolutivo degli umani.3 I rituali sciamanici stimolano i processi di guarigione attraverso quelli che Winkelman definisce stati terapeutici di coscienza, e che sono molto probabilmente la conseguenza dei processi di rispecchiamento e guida caratteristici degli ominidi; questi casi che sono riscontrabili anche nella pratica dell’ipnosi, facilitano il cambiamento psicosomatico e sovente portano alla guarigione. Sappiamo di muoverci su un terreno di indagine instabile e pieno di insidie: non a caso le critiche mos-
PSICO | L’ipnosi è un fenomeno psicosomatico causato tramite una suggestione dovuta a un’immagine o un suono. Coinvolge sia la dimensione fisica che quella psicologica del soggetto, è una condizione particolare di ‘funzionamento’ influenzando sia la condizione psicofisica sia il comportamento.
ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA
se da Stewart Guthrie e altri, a proposito dell’ereditabilità (anche genetica) della sensibilità all’ipnosi rimangono ancora sul tavolo di lavoro, poichè non abbiamo finora trovato evidenze scientifiche nè per accoglierle nè per rifiutarle.4 Inoltre sappiamo benissimo che istintivamente, quando non siamo sicuri delle nostre argomentazioni logico-razionali, cerchiamo di far appello all’emotività del nostro interlocutore, per raggiungere il nostro fine. D’altra parte l’ipnotizzatore è un maestro nell’innescare e pilotare i meccanismi emozionali del suo soggetto, così come nell’aiutarlo ad agire nei suoi sogni. Sappiamo inoltre che quando siamo emotivamente alterati, i nostri usuali schemi di comportamento vengono facilmente stravolti, o al contrario, bloccati.5 Muoviamo quindi con cautela i nostri passi valutando ipotesi di lavoro che potrebbero presto trovare risposte concrete. James McClenon sostiene che un fattore centrale che contribuisce alla psicologia evoluta degli esseri umani e alla loro propensione biologica per i rituali e le credenze religiose (gli esempi storici in tal senso sono molteplici, da Oriente a Occidente), sia una qualità ereditabile, manifestata nell’ipnosi. McClenon affronta la questione delle origini della religione, osservando che la guarigione rituale riflette anche una capacità biologica della fede religiosa. Egli sostiene che la tendenza alla suggestionabilità, che si basa sulle capacità ipnotiche dell’officiante, fornisce un maggiore recupero psico-fisico dalla malattia e promuove la sopravvivenza e la riproduzione.6 Secondo il ricercatore la terapia o rituale ipnotico, fornisce notevoli vantaggi grazie ad una maggiore capacità cognitiva derivata dall’accesso alla mente inconscia, alle memorie e alle visioni, che egli definisce come creative, sia dello sciamano sia del malato. L’associazione dell’ipnotizzabilità con esperienze anomale vissute dal soggetto quali visioni di spiriti, apparizioni, incontro con i defunti, esperienze extracorporee e di pre-morte, sogni precognitivi, percezioni extrasensoriali e altro ancora, hanno fornito le basi per comprendere alcuni aspetti salienti dello sciamanesimo e delle tradizioni religiose in genere. McClenon sostiene che l’ipnotizzabilità in quanto qualità ereditaria produce risposte fisiologiche e psicofisiologiche specifiche che facilitano la guarigione sciamanica, della quale tratteremo in seguito. L’ipnotizzabilità dunque implica un’attenzione focalizzata, con una criticità consapevole periferica ridotta e un’attenzione cognitiva ridirezionata, che facilita l’attenzione sulle rappresentazioni immaginifiche interiorizzate. Tale processo di induzione aumenta le convinzioni e le aspettative, producendo effetti placebo: questi effetti si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione come meccanismi di difesa in forma di sistema sociale-neuronale e hanno conseguenze fisiologiche importanti anche per la guarigione. La presenza delle capacità ipnotiche in altri primati suggerisce che si tratti di un antico processo adattivo, che si è sviluppato per facilitare le dinamiche sociali ed ambientali. Il comportamento ipnotico e rituale degli altri animali, la cosiddetta inibizione motoria con le conseguenti reazioni che essa determina, identifica i loro aspetti biologici e adattivi, perchè fornisce chiari
LA REGINA DEI PESCI | Un mito inuit racconta come una fanciulla sacrificata al mare dal padre sia diventata una divinità delle acque e da allora possa essere convocata dallo sciamano come spirito adiutore aiutandolo nel viaggio negli altri mondi.
ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA
indizi sui meccanismi di riduzione dello stress e di attivazione delle risposte neurali per il rilassamento: una di queste, è ovviamente la produzione di oppioidi endogeni, di cui ci siamo occupati in precedenza. Questa caratteristica comportamentale si trova in diverse specie animali, perché i movimenti ripetitivi facilitano l’induzione ipnotica producendo rilassamento e una diversa fissazione dell’attenzione; inoltre facilitano la riconciliazione, riducendo l’aggressività. Ricapitolando, i comportamenti ripetitivi e stereotipati del rituale producono un’integrazione motoria, percettiva e cognitiva sia del singolo partecipante sia nella relazione con altri. L’integrazione a sua volta promuove la coesione del gruppo che viene vissuta come unione o unicità di pensiero: questo è uno degli aspetti classici dell’esperienza religiosa. D’altra parte, sul piano del rapporto interpersonale, l’ipnosi si presenta come una relazione fortemente emozionale7, che normalmente facilita ed accelera il trattamento psicoterapico proprio perché si basa, in maniera privilegiata, sulla comunicazione non verbale e su meccanismi simbolici fortemente regressivi, definiti in gergo psicologico innescatori di transfert.8 Questa base ipnotica dei rituali di cura dello sciamanesimo suggerisce una correlazione positiva nel trattamento degli stessi tipi di condizioni nei cui confronti l’ipnosi medica ha dimostrato di avere effetti clinici significativi: somatizzazioni, disturbi psichiatrici lievi, condizioni ginecologiche semplici, affezioni respiratorie, dolori cronici, condizioni nevrotiche e isteriche, problemi interpersonali, psicosociali e culturali. I principali meccanismi neurali sottesi alle pratiche sciamaniche (e di ipnosi) hanno effetto sulle emozioni e di conseguenza sul sistema psico-neuro-immunologico: i rituali modellano il comportamento suscitando sentimenti in modo che influiscano direttamente e positivamente sulla salute del malato. McClenon vede l’ASC come parte di una tendenza generale verso l’ipnotizzabilità: questa tendenza risulta dallo spostamento delle elaborazioni cognitive del cervello, riorientate mediante i sistemi di neurotrasmettitori colinergici e la loro correlazione ai processi nodali ad essi associati nella fase onirica. In breve, l’ipnosi interrompe i normali cicli di cambiamento tra le vie aminergiche, che modulano l’eccitabilità dei neuroni spinali, utilizzando la noradrenalina come neurotrasmettitore, quelle colinergiche, che controllano le attività corticali e ippocampali connesse con l’apprendimento e la memoria, e le attività più profonde dipendenti da vie localizzate nel ponte e nel talamo, che comprendono l’induzione del sonno nelle fasi REM in cui l’acetilcolina è il principale neurotrasmettitore. L’acetilcolina opera nelle sinapsi tra le fibre pre-gangliari e i neuroni post-gangliari del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, così come in alcune sinapsi del sistema nervoso centrale e della midollare del surrene. La noradrenalina è un ormone che egualmente funziona come neurotrasmettitore nel sistema nervoso centrale ed è prodotto dalla ghiandola midollare surrenale: interviene nelle aree del cervello che sono predisposte a gestire l’attenzione e il movimento, ed è ugualmente coinvolta nei processi neurali delle risposte e delle ricodifiche delle memorie. Le pratiche sciamaniche sfruttano all’occorrenza
SPIRITO IN KAYAK | Per gli Inuit la caccia con la canoa è sempre stata essenziale per la sopravvivenza del gruppo. Ancora in tempi moderni (il disegno originale risale alla seconda metà del ‘900) vengono rappresentati gli spiriti adiutori in forme animali mentre partecipano a tale pratica.
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l’ipnotizzabilità, la dissociazione e la propensione alla rappresentazione mentale creativa, utilizzando la labilità del lobo temporale sinistro e i confini cognitivi riconfigurati descritti in precedenza. La dimensione di fondo comune a questi processi è un “fattore di transliminalità” che implica connessioni potenziate tra gli aspetti inconsci e consci della mente. Riassumendo: nel sogno, dalle profondità encefaliche e corporee, le attività mentali svolgerebbero prevalentemente nell’emisfero destro (non vocale e sede del cosiddetto Io indistinto); nell’ipnosi tutto avverrebe come nel sonno, ma con l’aggiunta di una continua co-presenza dell’Io distinto (emisfero vocale) pronto ad intervenire attivamente, come infatti accade nell’ipnosi più o meno profonda, fino alla deipnotizzazione spontanea.9 In sintesi, le funzioni specifiche dell’emisfero dominante nel sonno sarebbero le seguenti: collegamento con la coscienza, verbalità, descrizione linguistica, creatività, ricerca delle somiglianze concettuali, analisi temporale, analisi dei dettagli, aritmeticità ed analogia con un calcolatore numerico.10 Per contro, le funzioni specifiche dell’emisfero subalterno sarebbero: nessun collegamento con la coscienza, quasi non-verbalità, musicalità, senso figurativo e configurazionale, somiglianza visiva, sintesi temporale, visione olistica, immaginazione, geometricità e spazialità. Durante l’ipnosi il confine cognitivo si fa più labile e, attraverso l’interazione ri-direzionata nel processo, lo spostamento dell’attenzione emisferica si attiva solo per necessità. La corteccia cerebrale svolge un ruolo importante nel mantenimento dello stato ipnotico, anche se sembra più probabile che la sede principale dei fenomeni attivatori dell’ipnosi sia soprattutto il nostro cervello arcaico, quello rettile emozionale.11 Dunque l’ipnosi come condizione di modificazione guidata ma pur sempre naturale dei processi sensoriali, percettivi e psicofisiologici può essere, a ben vedere, riconosciuta concettualmente come il tanto ricercato anello di congiunzione psicosomatico12 , che permette di cogliere meglio quel misterioso salto dalla mente al corpo con il quale hanno inizio i processi di guarigione. Damasio dedica un intero capitolo del suo ultimo libro Lo strano Ordine delle Cose, al compito di sorveglianza neurale dell’enterocezione in quanto eredità evolutiva di un sistema più primitivo. L’enterocezione permette alle sostanze chimiche in circolo nel sangue di agire direttamente sia sulle strutture nervose centrali sia su quelle periferiche: il cervello agisce sul corpo trasmettendo determinate sostanze direttamente o attraverso la circolazione sanguigna ad una specifica regione, attivando strategie di sorveglianza e conseguenti informazioni specifiche adeguate alla situazione, sono quei processi che Damasio definisce omeostatici. 13 Questo caleidoscopio di informazioni ci conduce verso un’ipotesi più che sostenibile: l’ipnosi, così come la suggestione guidata nelle cerimonie sciamaniche, opera grazie ad una predisposizione pan-culturale ereditata grazie ai suoi effetti terapeutici e di guarigione. Questo confermerebbe la nostra ipotesi della necessià di una rilettura dello sciamanesimo attraverso la neuroteolgia. L’evidente e spontanea riduzione di attività sensomotoria durante l’ipnosi sembra accordarsi con le teorie che sostengono che la percezione si serve an-
CAPITOLO 17 / L’IPNOSI COME TERAPIA DI GUARIGIONE SCIAMANICA; UN’EREDITABILITÀ GENETICA?
che di altri canali cognitivi: secondo queste teorie, l’operazione percettiva consiste in un vero e proprio processo di costruzione della realtà14 in cui l’originario input sensoriale serve solo ad innescare un vasto processo rappresentativo, che è in qualche modo congruente con le aspettative preesistenti.15 Questo sistema parapercettivo potrebbe trovarsi, secondo Penfield16, nella parte superiore del tronco encefalico, dove si troverebbe anche l’interruttore per la corteccia, cioè per il Sistema Reticolare Ascendente e le aree circostanti dell’ipotalamo dorsale, dove si posiziona la percezione della coscienza sentimentale. Oggi sappiamo che lo stato di coscienza ipnotico è un contesto privilegiato per far operare creatività e fantasia17 ai fini di una rapida riconversione esistenziale, al punto da poter applicare anche all’ipnosi la definizione che Bertini dà del sogno: “luogo di rigenerazione del presente nel passato”.18 Noi diremmo ‘luogo di progettazione del futuro vissuto nel presente’ in modo da attivare dinamiche di cambiamento più adattive come forse, storicamente parlando, abbiamo sempre fatto senza esserne coscienti. Non ci sono dubbi che adattivamente il processo funzioni: siamo certi che lo stesso Darwin assentirebbe.