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CAPITOLO 7
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SIMBOLISMO, RAPPRESENTAZIONE MENTALE E TEMPO DEL SOGNO
Una rappresentazione mentale è fondamentalmente un complesso cognitivo che rappresenta la realtà esterna che si colloca all’interno di una ben più vasta architettuta concettuale, ma è anche un processo mentale che fa uso di un determinato simbolo per spiegare e descrivere la natura delle idee e dei concetti, tant’è che oggi si parla più frequentemente di rappresentazione concettuale.1 Lo sciamanesimo si concentra sulla coltivazione di immagini mentali, sviluppando visioni interne che utilizzano gli stessi substrati cerebrali coinvolti nell’elaborazione delle informazioni percettive.2 L’immaginario coinvolge processi di comunicazione psicobiologica, fatti di messaggio, contenuto, codice, segno e mezzo, che mediano relazioni metaforiche tra diversi domini di esperienza e livelli di elaborazione delle informazioni, integrando informazioni inconsce e psicofisiologiche con livelli affettivi e cognitivi.3 Le pratiche sciamaniche determinano la ricodifica delle immagini al fine del conseguimento dell’obiettivo prefissato: la guarigione, l’identificazione del percorso necessario all’ottenimento dello scopo prefissato e il coinvolgimento di forze esterne reclutate per favorire il buon esito della cerimonia. Queste strategie utilizzano anche processi onirici, richiamati attraverso le attività rituali, che rielaborano i processi cognitivi di sogno e di veglia, in una sorta di incubazione onirica che riduce barriere, euristiche e strategie cognitive verso una consapevolezza cosciente, rafforzando la sensibilizzazione dell’Io con le strutture operative dell’inconscio. Zolla scrive che buona parte della vita comune si svolge nello stato di sogno, non averne consapevolezza è come mutilare la propria esistenza, e poi aggiunge “pochi sanno dove ha inizio il regno dei
sogni, conoscono dov’è il confine e stanno davvero attenti a non varcarlo. I più vivono nel sogno e non sanno nemmeno quante volte ogni giorno varchino
il confine che scinde la realtà dai sogni”.4 Hunt propone che le esperienze sciamaniche e la loro capacità di autorappresentazione siano basate sullo stesso sistema che sta alla base dei sogni.5
Sognare coinvolge processi fisiologici presenti in
tutte le specie di mammiferi, scrive Jonathan Winson6; l’ubiquità del sonno onirico nei mammiferi e lo sforzo di recuperare il senso di unità e appartenenza, riflettono la sua base biologica. 65
ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA
Wilson esamina le prove cliniche e anatomiche, sostenendo che il sogno è un adattamento evolutivo nei mammiferi per i processi di apprendimento, producendo associazioni nel sistema mnestico durante il sonno. Derek Brereton sottolinea che l’universalità del sogno nei mammiferi indica che il sogno costituiva già nell’antichità un preadattamento nella coscienza umana; inoltre, descrive il sogno come un processo per rappresentare il sé in uno spazio sociale emotivamente saliente.7 Il sogno implica processi di gioco sociale e intellettuale, che forniscono la costruzione di scenari a basso rischio che implicano la costruzione mentale di diverse situazioni e la fusione di oggetti e relazioni interpersonali, e permettono una rimodellazione virtuale attraverso una schematizzazione analogica. Questo sistema rappresentazionale, complesso e flessibile, fornisce un ulteriore significato all’individuo, attraverso la mediazione di mondi interni ed esterni, e colma il divario tra input percettivo e conoscenza concettuale.8 Tale processo di schematizzazione analogica della traduzione tra modelli interni ed esterni, fornisce le basi per la costruzione del significato.9 L’etnografo americano C. D. Forde racconta la testimonianza di un guaritore Yuma: “la prima volta che
ebbi i miei sogni ero molto giovane, ma non cercai di curare finchè non fui vecchio abbastanza. Allora li ho ricordati, sempre con assoluta chiarezza, senza dimenticarmi nessun particolare. Quando so di una persona malata, può accadere che vi riesca, anche se non ho avuto un sogno o un potere specifico per quella malattia. Se mi sento bene so che i sogni arriveranno e sarò in grado di curare quella persona. Quando mi sento bene sono molto forte e sono luminoso dentro. Anche il paziente e i suoi parenti lo
sanno, perchè sembra che io attiri a me il malato”.10 I sogni forniscono un processo peculiare per la costruzione di scenari virtuali che sono privi di rischi e facilitano la gestione del mondo sociale ed emotivo attraverso una rielaborazione per il successo, che migliora la preparazione e la plasticità comportamentale.11 Lo sciamanesimo usa deliberatamente questa possibilità onirica nella transe durante i rituali, che inevitabilmente si intersecano con i cicli naturali del sogno, forzando l’imitazione rappresentativa per raggiungere gli scopi prefissati. Nel modello culturale aborigeno il tempo del sogno è piuttosto una ‘dimensione’, uno strumento fondamentale per comunicare, decifrare i significati dei presagi, per comprendere le cause della malattie e della morte.12 Il “tempo del sogno”, visto in questa dimensione cognitiva, diviene allora uno spazio nel quale è possibile riconoscersi e riconnettersi ad un principio comune e universale.
PEYOTE | L’utilizzo di sostanze psicotrope rappresenta uno dei vari metodi con i quali lo sciamano può raggiungere i luoghi altri, lontani dal consueto. In Centro America gli Huicholes utilizzano il peyote (Lophophora williamsii) che provoca visioni ed esperienze psichedeliche.