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CAPITOLO 13
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TOTEMISMO AD USO SOCIALE: UN POSSIBILE SPUNTO
Correlazioni e analogie tra totemismo e sciamanesimo sono campi d’investigazione piuttosto complessi e sono stati trattati diffusamente in numerosi lavori di indagine e di ricerca comparata nel corso del secolo scorso. L’uso dello sciamanesimo e di altre pratiche religiose orientate ad esempio al culto degli antenati e all’interdipendenza con le specie animali, come rappresentazioni sociali e con il mondo, si manifesta per la prima volta negli aspetti fondamentali del totemismo. Le analisi di Anisimov, ad esempio, mettono in evidenza l’origine totemica di molte credenze sciamaniche prendendo spunto dai processi di trasformazione storica dei modelli zoomorfici totemici verso quelli antropomorfici.1 Zelenin vede come fondamentale nesso tra totemismo e sciamanesimo la funzione terapeutica e la riorganizzazione dei miti finalizzata al riordinamento del sistema sociale e dei rapporti interpersonali.2 Il significato del totemismo per gli studi antropologici sulla cognizione era stato anticipato nei lavori di Claude Levi-Strauss3, Adolphous Peter Elkin4 e di Friedrich5, e confermato negli studi più recenti che collegano il pensiero totemico alle relazioni e all’equilibrio ecologico.6 In sintesi, il totemismo implica la costruzione di relazioni metaforiche tra i gruppi sociali e animali, disponendo la discendenza degli esseri umani secondo modelli forniti dal mondo animale.7 Il pensiero totemico utilizza processi analogici, stabilendo un’omologia entro le diversità tra specie animali e nelle diseguaglianze tra i gruppi umani; le differenze tra gruppi umani sono rappresentate attraverso le dissomiglianze tra le specie animali. Questa peculiarità che distingue anche i gruppi umani attribuendo loro caratteristiche del mondo animale, diviene rappresentativa per l’identità di gruppo, e avvalora le differenze e i modelli culturali socialmente accettati. L’uso del mondo animale nelle rappresentazioni sociali e cognitive, è un aspetto fondamentale del pensiero metaforico e analogico: è un sistema universale per dare maggior concretezza di espressione a queste rappresentazioni, e cementare la creazione dell’identità sociale e personale.8 Il sistema multimodale nella rappresentazione men-
Ascensione | Il rito della salita fino al vertice di un albero è presente in varie parti del globo, simboleggia l’ascesa verso il mondo superiore. Gli aborigeni australiani innalzano un particolare palo nei luoghi sacri del Tempo del Sogno, e vi salgono sistemando frasche verdi sulla cima.
ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA
tale dei simboli percettivi, già vista e analizzata in precedenza, trova la sua esatta corrispondenza in quello che abbiamo appena enunciato. Tale processo cognitivo avviene soprattutto attraverso il recupero delle memorie nelle situazioni emozionali. Come gli studi sulla psicologia delle emozioni ci confermano, i ricordi che sono percettivamente centrali, vengono soprattutto ricordati in associazione con le situazioni emozionali9 nelle aree della memoria dichiarativa, dopo che l’intera area della neocorteccia attivata ha codificato l’informazione, poi archiviata attraverso le azioni neurali nei lobi temporali e nell’ippocampo, e infine recuperata nell’area prefrontale destra. Sappiamo inoltre che nel recupero dell’informazione mnestica i ricordi periferici sono di tipo pre-attentivo. La focalizzazione e la ricodifica avvengono in modo automatico e inconsapevole nelle aree inconsce delle memorie procedurali e associative: queste operazioni sono infatti mediate da strutture subcorticali10 e infine riconsolidate per l’intensità e la valenza che essi richiamano. L’area mnemonica, a cui l’informazione arriva, rientra nella memoria prospettica sperimentale, che fissa il ricordo così ricodificato attraverso le attivazioni dei gangli della base e del cervelletto, nell’area autobiografica della memoria. La nostra attenzione deve adesso rivolgersi verso ciò che avviene esattamente nei gangli della base. Lo striato ventrale, formato dal nucleo accumbens, amigdala e ippocampo, è deputato, assieme alle aree corticali, alla modulazione delle emozioni, della memoria, del comportamento e dell’esperienza cosciente. Gordon Bower nel suo Associative Network Model, assume che le emozioni costituiscono i nodi centrali di una rete associativa: questi nodi emozionali sono coordinati e connessi con le idee relazionate ad eventi con la medesima valenza funzionale, e con l’attività del sistema nervoso autonomo, che determina modelli di reazioni muscolari ed espressive.11 Possiamo ora collegare le ultime affermazioni a quanto asserito all’inizio del capitolo: se stiamo cercando gli aspetti neuroteologici dello sciamanesimo nei processi evoluzionistici, e più precisamente se cerchiamo denominatori comuni che possano sostenere un percorso plausibile anche in chiave sociologica e culturale, ci sembra di essere sulla buona strada.
Riassumendo il nostro ragionamento, possiamo elencare i diversi passaggi: 1. dominio e relazioni metaforiche nei primi stadi del pensiero religioso, 2. sistemi di espressione per creare e consolidare il Sè in rapporto con gli altri e con il mondo naturale, 3. aspetto emozionale e ricodifica delle memorie, 4. conseguente attivazione di aree specifiche del cervello e 5. conseguenti consolidamenti del pensiero religioso.
Questa linea di pensiero sembra coincidere perfettamente con la storia e l’evoluzione dello sciamanesimo in tutte le sue forme, indipendentemente dal contesto culturale a cui storicamente può essere ricondotto.