n.0 2012
POCHEPAROLE N. 0 “ea quae sunt, sicut sunt”
La pianificazione urbanistica di vasta scala è lo strumento principale per uno sviluppo sostenibile di aree complesse nel quale la competizione di istanze diverse diventa fattore preordinato alla pianificazione strategica.
Province si, Province no.
Riorganizzazione della pianificazione Primo piano
In questi giorni si discute del ruolo delle Provincie nel sistema architettonico amministrativo dello Stato, la loro peculiarità quali enti intermedi tra comuni e regioni. Queste sono, nell’immaginario comune, considerate quali enti superflui, causa e conseguenza dello spreco e spesso sperpero di risorse altrimenti utilizzabili. Non si ha pienezza del loro ruolo sia all’interno del panorama amministrativo, sia in quello programmatico. Eppure le Provincie svolgono, anche se sia giusto dire dovrebbero svolgere, un importante ruolo di coordinamento sovracomunale. Le competenze, infatti, della pianificazione territoriale spettano alle provincia. I P.U.C. (Piani Urbanistici Comunali) sono strumenti di
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pianificazione di secondo livello, almeno in quelle che erano le indicazioni della Legge Urbanistica Nazionale, subordinati alle indicazioni dei P.U.T. (Piano Urbanistico Territoriale) di competenza delle Provincie. I P.U.C. vengono adottati dai Comuni, inviati alla Provincia che ne verifica sia la correttezza degli atti, delle prescrizioni ma soprattutto si verifica la compatibilità con la pianificazione e programmazione strategica sovracomunale. La ratio vorrebbe che tutte le provincie fossero dotate di Piani di Coordinamento vigenti e soprattutto condivisi dalla comunità a cui sono rivolti. L’importanza dell’esistenza di un ente sovracomunale intermedio che sia di raccordo e di
equilibrio tra le spesso conflittuali esigenze che interessano ambiti e comuni limitrofi - si pensi alla sola localizzazione di impianti di compostaggio, inceneritori e addirittura discariche, non può che trovare il suo naturale luogo in un ente terzo con competenze specifiche. Le Provincie, dunque, se colpa hanno, è quella di essere state assenti in questi processi svolgendo un ruolo secondario spesso di mero spettatore delle istanze locali. Oggi si considerano enti inutili, le cui funzioni possano essere facilmente delegate ma all’interno di una corretta pianificazione, gestione e controllo del territorio se non ci fossero bisognerebbe inventarle.