Ideaffari Novembre

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SANT’ANGELO ASSISTENZA PRIVATA

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DUMENZA – Rif. 4704

3 locali

1 bagno

73 mq.

GERMIGNAGA – Rif. 4705

8 locali

4 bagni

288 mq.

LUINO – Rif. 4713

3 locali

1 bagno

48 mq.

LUINO – Rif. 4782

3 locali

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125 mq.

Trilocale di recente costruzione: soggiorno con camino e cucina open space, due camere, bagno e balcone. Completa la proprietà un ampio box con accesso interno. L’immobie è situato in un piccolo contesto con pochissime spese condominiali!

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C.E.: E - IPE: 155.26 Kwh/m²a

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C.E. G-IPE:210.400 Kwh/m2a.

C.E.: G - IPE: 234.12 Kwh/m²a

LUINO – Rif. 4715

3 locali

2 bagni

127 mq.

LUINO – Rif. 4624

4 locali

2 bagni

110 mq.

LUINO – Rif. 4790

2 locali

1 bagno

50 mq.

LUINO – Rif. 4799

3 locali

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78 mq.

In piccolo complesso di sole quattro unità quadrilocale termoautonomo disposto su due livelli composto da: soggiorno-angolo cottura, sala da pranzo, due camere, studio, due bagni e due balconi vista lago. Completano la proprietà una cantina al piano interrato e due posti auto riservati.

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LUINO – Rif. 4786

3 locali

1 bagno

78 mq.

LUINO – Rif. 4791

4 locali

2 bagni

122 mq.

MONTEGRINO VALT. – Rif. 4792

4 locali

3 bagni

140 mq.

PORTO VALT. – Rif. 4798

3 locali

1 bagno

87 mq.

A pochi minuti dal centro e dai servizi principali appartamento termoautonomo composto da: ingresso, soggiorno, cucina, disimpegno,camera matrimoniale, cameretta, bagno e balcone. Ampia cantina, e posto auto. Ottimo prezzo.

In zona servita e soleggiata, proponiamo tre appartamenti termoautonomi e senza spese condominiali in porzione di casa!

Esclusiva villa singola con soggiorno con camino e terrazzo, sala da pranzo, cucina abitabile, tre camere e due bagni al piano rialzato; ampio sottotetto agibile adibito a quarta camera e spaziosa veranda, bagno, lavanderia, centrale termica e ampio box singolo al piano seminterrato; gran terreno in parte edificabile.

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C.E.: D - IPE: 115.36 Kwh/m²a

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C.E.: G - IPE: 320.44 Kwh/m²a

C.E.: G - IPE: 175.00 Kwh/m²a


IMMOBILI

INDICE 2

EDILIZIA

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MOTORI

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TEMPO LIBERO

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N. 10 REALIZZATO DA: Publierre s.a.s. di Romano Angelo Redazione e Ufficio commerciale: Luino - Corso XXV Aprile, 25/b Tel. 0332 510880 - Fax 0332 501358 E-mail: info@publi-erre.it - www.publi-erre.it Direttore Responsabile: Angelo Romano Stampato: novembre 2018 da Biemme Grafica Grafica: Santina Corea

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Testo _____________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________


AGENTI IMMOBILIARI: MENO INCOMPATIBILITÀ MA SENZA CONFLITTI DI INTERESSE antenere l’incompatibilità tra la figura di agente immobiliare e quella di lavoratore dipendente. E fissare quanto prima un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, al fine di salvaguardare l’occupazione del settore. Sono le richieste che provengono dalla Consulta dell’intermediazione immobiliare (organo comune di Fiaip, Fimaa e Anama. le principali associazioni di categoria) dopo la riunione indetta per discutere le novità contenute nel disegno di legge europea 2018, approvato in Consiglio dei ministri, che promette di apportare profonde novità al settore. Come anticipato da Casa24, è l’Unione europea a chiedere di allentare le incompatibilità che regolano l’attività degli agenti immobiliari e modificare la norma di riferimento (comma 3, art. 5, legge 3 febbraio 1989, n. 39). Secondo la nuova formulazione, sarebbe ora vietato l’incrocio tra le figura di agente immobiliare e l’esercizio di

impresa, qualora la società in questione operi nel settore immobiliare. Per il resto, diventerebbe possibile ogni tipo di sovrapposizione, cioè si potrebbe svolgere al contempo l’attività di agente, quella di professionista o quella di lavoratore dipendente, sia pubblico sia privato. Questa situazione, però, «si appresta a creare una totale distorsione della concorrenza. Porterà ad esempio i dipendenti degli uffici tecnici comunali o i dipendenti delle banche a poter intermediare beni immobili – scrive la Consulta in un comunicato –. Se il Governo non interverrà prontamente ad evitare la miriade di conflitti di interesse che il provvedimento provocherà, si abbasseranno le tutele per i consumatori e si creeranno evidenti distorsioni del mercato». Per quanto riguarda l’iter del provvedimento, il disegno di legge n.822 è approdato ieri 4 ottobre in Commissione “Politiche dell’unione europea” del

Senato. Ma si trattava solo della presentazione del testo, ancora non c’è una data di inizio della discussione dettagliata. Relatore sarà il presidente di commissione, Ettore Licheri (Movimento 5 stelle). Eppure le associazioni di categoria puntano direttamente a incontrare il ministro Di Maio, titolare del dicastero del Lavoro, per sottolineare i rischi occupazionali che queste novità potrebbero

portare. «Il testo proposto dal Governo, se non modificato, oltre ad abbassare le tutele per i consumatori, provocherà pesanti riflessi a livello occupazionale con conseguenze nefaste per i 300mila addetti ai servizi nell’ambito dell’intermediazione immobiliare», hanno detto a margine i presidenti Santino Taverna (Fimaa), Gian Battista Baccarini (Fiaip) e Paolo Bellini (Anama).

CASE ALL’ASTA, RADDOPPIATE LE RICERCHE DI CASE SUL WEB, MA LE VENDITE NON DECOLLANO Le ricerche di immobili all’asta sono raddoppiate negli ultimi cinque anni ma stentano a tradursi in compravendite effettive, lasciando così quello delle aste un mercato dalle opportunità mancate. È la conclusione a cui arriva un’analsisi del portale immobiliare.it sugli annunci di case all’incanto. Nelle ricerche online gli annunci di case all’asta, secondo il portale, riportano un «prezzo più basso del 31% rispetto alla media del mercato»; anche per questo «ricevono circa il triplo delle visite da parte degli utenti». Tuttavi le richieste che arrivano poi agli inserzionisti sono pari a circa la metà rispetto a un annuncio tradizionale. Sono anche molto diversi i tempi di permanenza online: un annuncio di una casa all’asta «rimane visibile sul sito circa quattro volte il tempo di uno tradizionale (otto mesi)». Per gli utenti il mercato delle aste è ancora percepito come difficilmente accessibile da cittadino privato. Da un sondaggio condotto da immobiliare.it su oltre 2mila utenti emerge che per il 34% «percepisce questo segmento come appannaggio degli operatori professionali». La preoccupazione del 31% dei rispondenti, poi, riguarda le tempistiche di sgombero dell’immobile, nonostante la recente normativa abbia fissato il limite dei sei mesi. La burocrazia spaventa il 17% degli intervistati, che ritiene l’asta un procedimento da affrontare da soli e in generale pieno di difficoltà (14%). «Nel processo di avvicinamento degli utenti al mercato delle aste immobiliari il web ha dato un grosso contributo. Di certo – commenta Carlo Giordano, ad di

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Immobiliare - Fonte: Il Sole 24Ore

Immobiliare.it – il prezzo più basso della media è un’attrattiva importante che fa sì che gli annunci di aste vengano quasi sempre inclusi in una prima selezione da parte degli utenti. Ciò nonostante le inserzioni di questa tipologia, mediamente, seguono ancora uno schema più vicino agli adempimenti burocratici che alle logiche commerciali, che richiederebbero immagini di qualità e descrizioni esaustive. Questo, unito alla percezione difficoltosa della trattativa, fa sì che poi l’interesse non si traduca in un’azione di contatto verso l’inserzionista». La “casa tipo” all’asta in Italia, secondo lo studio degli annunci presenti sul portale, ha una superficie media di 102 metri quadrati e un costo pari a 192.000 euro. Se a livello nazionale comprare con questa formula consente di tagliare il 31% del prezzo medio, ci sono città dove il potenziale risparmio è ancora maggiore. Si tratta di Milano e Bologna: nel capoluogo meneghino gli immobili all’asta misurano mediamente 70 metri quadri e costano 227mila euro, il 44% in meno rispetto al prezzo medio al metro quadro della città; la percentuale di sconto è la stessa a Bologna, dove immobili più grandi (138 metri quadri) costano in media 380.000 euro. Supera il 30% di sconto anche quello che si può ottenere a Bari e Firenze. Nel capoluogo pugliese gli immobili all’asta misurano in media 108 metri quadri, per i quali si spendono 213.000 euro, il 36% rispetto al prezzo medio rilevato nella città per gli immobili in vendita. A Firenze, per un immobile da 87 metri quadri all’asta la spesa media è di 314.000 euro, il 31% in meno rispetto al mercato delle compravendite tradizionali.


Luino

Luino

Luino

€ 260’000

€ 135’000

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In zona stazione, a pochi metri da lago, appartamento di circa 150 mq con bellissima terrazza di circa 30 mq. Composto da ampio ingresso su soggiorno di circa 45 mq, cucina separata, 4 camere e un bagno con doccia e vasca. Ristrutturato e curato in ogni dettaglio, per rendere questa casa una vera oasi di benessere. Info: https://www.remax. it/Appartamento-In-vendita-Luino_21531023-140

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Grantola

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Marchirolo

Cadegliano Viconago

Cadegliano Viconago

€ 170’000 IMPORTANTE RIBASSO!!! In residence con piscina, porzione di casa “terra-cielo” disposta su due livelli di circa 145 mq, oltre sottotetto, il tutto collegato da comoda scala interna. Composta al piano terra da locale d’ingresso di circa 25 mq, due camere e bagno. Al primo piano soggiorno, cucina abitabile, due camere da letto, bagno e due balconi. Al piano terra box di circa 20 mq. https://www.remax. it/Villa-a-Schiera-In-vendita-Marchirolo_21531023-103

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€ 700’000 Bellissima villa costruita agli inizi dell’ottocento e completamente ristrutturata, curando ogni dettaglio e finitura, effettuando anche interventi importanti e delicati su tutte le decorazioni interne ed esterne, tramite artisti del restauro che hanno saputo ripristinare e portare al massimo splendore ogni opera d’arte, conservando lo stile e il fascino di quei tempi. Info https://www.remax.it/21531023-144

Edilizia Immobiliare

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Immobiliare



ECCO DOVE SONO E QUANTO COSTANO LE CASE PIÙ ESCLUSIVE DEL MONDO difici progettati per accontentare clienti esigenti, ma anche per stupire con le loro forme innovative, terrazze e serre da vivere, camini che dominano gli spazi living. Nel mondo delle case di lusso ogni disegno è studiato per avvicinarsi a un modello ideale che sposa sostenibilità ambientale e lusso. I progetti più innovativi ed eleganti accomunano quattro città internazionali capaci di attirare i cosiddetti High net worth individual (persone con patrimoni molto elevati) alla ricerca di investimenti immobiliari e di uno stile di vita esclusivo. Dalle riqualificazioni di edifici vittoriani a Londra ai grattacieli di vetro di New York, dai complessi immersi nel verde di Singapore ai palazzi panoramici di Hong Kong: sono questi i mercati in cui i valori delle case di pregio sono saliti a dismisura negli ultimi anni. Ora tirano il fiato, creando anche occasioni di acquisto. A New York e Londra i valori stanno subendo una battuta d’arresto per via della domanda in discesa, e della troppa offerta, a Singapore e Hong Kong è il governo stesso che negli anni ha imposto misure per evitare una nuova bolla immobiliare. Londra e la Brexit La capitale inglese è sotto pressione. Le incognite di Brexit pesano sulle scelte di acquisto dei compratori

esteri, per i quali si prospetta anche un inasprimento delle tasse (stamp duty). Il risultato è che oggi le case di lusso si vendono con fatica rispetto a tre anni fa. Ma sviluppatori e architetti sperimentano in una città che si riconverte dalla finanza all’hi-tech, perché qui a soppiantare i gruppi che hanno scelto Francoforte o Parigi ci sono oggi società come Facebook, Google, Skyscanner e così via. A Kensington e Chelsea, quartieri sinonimo di residenze milionarie – spesso vuote –, i prezzi sono scesi del 14% negli ultimi 12 mesi. Kensington Palace Gardens, la via più cara, registra prezzi medi scesi da 35,6 milioni di sterline a 34,3 milioni. E le case nuove hanno raggiunto il record di stock di invenduto. Nelle aree di lusso, secondo Knight Frank, le vendite sono calate del 9% in 12 mesi. L’offerta è molto alta, nella fascia prime (prezzo minimo di 12mila euro al mq) negli ultimi quattro anni sono state realizzate oltre 18.500 case. Nei prossimi due anni - dicono da Scenari Immobiliari - arriveranno sul mercato 8.500 appartamenti di lusso. Si allungano anche i tempi di realizzazione degli edifici, sempre più complessi dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale: da una durata media di due anni del cantiere si è passati a 3,5 anni nel 2018.

Tra i progetti la Canaletto tower a Islington, con prezzi da 18mila a 29mila euro al mq. Più caro è Clarges Mayfair condominio di 34 appartamenti da 22-35mila euro al mq. Troppi torri a New York? Nella Grande Mela il mercato del lusso si è raffreddato. La corsa a realizzare grattacieli sempre più alti e con penthouse panoramiche ha riempito Manhattan di torri in parte invendute. Nel secondo trimestre 2018, secondo Scenari Immobiliari, gli scambi sono scesi del 14% sul 2017. Non solo. Le case si vendono in tempi più lunghi, fino a 120 giorni in media. Anche i prezzi iniziano a ridimensionarsi rispetto ai valori stellari raggiunti post-crisi immobiliare. Gli sviluppatori sono costretti ad applicare sconti, una situazione ben diversa dalle aste al rialzo che si vedevano due o tre anni fa. Il prezzo medio è di circa 18mila euro al metro quadro (-3% rispetto all’anno scorso). Ci sono sviluppi di successo, soprattutto a Brooklyn. È il caso di Hudson Yard. Singapore per pochi La città-Stato asiatica è riuscita a diventare, con una strategia pluridecennale, un centro internazionale per business e studio. La forte domanda e la limitata offerta (per via dei confini della città) hanno innescato la corsa del mercato. I prezzi

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Immobiliare - Fonte: Il Sole 24Ore

massimi superano in alcune aree i 22mila euro al metro. «Nei primi sei mesi dell’anno il segmento lusso è tornato vivace – dice Lee Nai Jia, head of research di Knight Frank Singapore –, guidato dagli acquisti dei residenti e non, questi ultimi non spaventati per l’inasprimento delle tasse per compratori esteri. I prezzi del lusso sono così saliti del 7% da gennaio 2018». Nei primi sei mesi di quest’anno gli scambi sono saliti del 13,5%. Tra i nuovi sviluppi ci sono 120grange, torre con 56 appartamenti con grandi terrazze vivibili, e amber45 (dai 13.500 ai 17.400 euro al mq). Hong Kong da record È la città più cara per i prezzi massimi delle case di lusso, che arrivano qui a 38mila euro al metro. Nella città si vendono meno case (-9% a luglio per un totale di 6.093 unità) per effetto delle misure prese negli anni dal governo per calmierare i valori. Senza successo. I prezzi hanno continuato a crescere: +7% sull’isola di Hong Kong, +9% a Kowloon e +3,5% nei Nuovi Territori nei primi sei mesi 2018, +27% dal precedente picco di settembre 2015. Nel complesso Mount Nicholson, nella ambita zona di The Peak, i prezzi partono da 35mila per arrivare ai 45mila euro al mq, le case più care in Asia al momento.


Castelveccana

Cremenaga

Germignaga

Germignaga

APPARTAMENTO termoautonomo con bellissimo terrazzo vista lago con due camere, soggiorno/angolo cottura, locale lavanderia, bagno e balcone. L’immobile è inserito in una piccola palazzina di sole sei unità con spese condominiali bassissime. € 100.000,00

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A pochi minuti dal centro di Germignaga APPARTAMENTO termoautonomo al piano secondo con tre camere, grande soggiorno e cucina, bagno , ripostiglio e balcone. Dall’immobile si gode di una meravigliosa vista lago. L’appartamento è stato completamente ristrutturato e si presenta in ottime condizioni con locali molto ampi e luminosi. Fa parte di un piccolo condominio, la scala dov’è ubicato ha solo sei unità, La vista lago e l’arredamento della cucina compreso nel prezzo rendono questa proposta molto interessante. ◊Cod.4860 - C.E./IPE: D-109.97 Kwh/m²a

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C.E./IPE: G-362.43 Kwh/m²a

Germignaga

Grantola

Lavena Ponte Tresa

Luino

APPARTAMENTO termoautonomo al piano primo con due camere, soggiorno, cucina, due bagni, balcone e terrazzo vista lago. Box al piano interrato. L‘immobile si presenta in buone condizioni e il prezzo è comprensivo dell’arredo cucina.

APPARTAMENTO termoautonomo con giardino, taverna e ingresso indipendente. Posto al piano terreno con: due camere, soggiorno, cucina abitabile con balcone, bagno e ripostiglio. Taverna al piano seminterrato con Box Auto.

APPARTAMENTO al piano terra con due camere, soggiorno, cucina, bagno e ampia taverna al piano interrato accessibile da una scala interna. Box al piano interrato. € 130.000,00

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C.E./IPE: G-344.61 Kwh/m²a

◊Cod.4867

C.E./IPE: G-217.26 Kwh/m²a

◊Cod.4806

C.E./IPE: G-233.39 Kwh/m²a

Luino

Luino

Luino

Luino

In posizione centrale ampio e luminoso APPARTAMENTO con due spaziose camere, soggiorno, cucina abitabile, bagno e ripostiglio. Cantina al piano interrato. L’immobile è ubicato in posizione centrale vicino a tutti i servizi e si presenta in buone condizioni. € 135.000,00

APPARTAMENTO ristrutturato senza spese condominiali, con due camere, due bagni, soggiorno con angolo cottura e ampia balconata con vista lago. L’immobile dispone di cantina e due posti auto assegnati e giardino comune con bellissima zona barbecue attrezzata. € 135.000,00

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Maccagno con Pino e Veddasca

Mesenzana

Mesenzana

Porto Valtravaglia

Luminoso APPARTAMENTO con due camere, soggiorno, cucina, bagno, ripostiglio e ampia balconata. Comoda cantina al piano interrato. L’immobile comodo con i servizi e i negozi si presenta in buone condizioni e gode di una buona esposizione solare con vista lago.

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C.E./IPE: E-144.71 Kwh/m²a

C.E./IPE: G-326.33 Kwh/m²a


LA CASA DIVISA IN PIÙ APPARTAMENTI SI RIVALUTA DEL 10% razionare è la nuova frontiera dell’investimento immobiliare. «Ho acquistato un appartamento di 200 metri quadrati -racconta Alberto R., che da poco si è buttato nel mondo del real estate - e, dopo avere chiesto le varie autorizzazioni necessarie, l’ho frazionato in tre unità, una che sarà casa mia e due appartamenti di circa 50 mq ciascuno da affittare, uno dei due con la formula degli affitti brevi». Alberto è in buona compagnia. Molti scelgono questa strada per approfittare in diverse location e città turistiche della domanda di affitto in crescita, nelle zone centrali e semicentrali. Una strada percorsa anche dai proprietari di uffici, posti in genere al primo piano degli edifici, che scelgono di riconvertirsi a una nuova attività, vista la crisi della domanda per il direzionale di piccole dimensioni. Sul fronte del mercato le abitazioni di grandi dimensioni costano in genere meno, proporzionalmente, rispetto agli ambiti monolocali e bilocali. Quindi chi fraziona per vendere subito in genere ottiene una buona plusvalenza (anche se la logica della speculazione guida pochi visto che bisogna calcolare una tassa del 20% sulla plusvalenza se si vende prima dei cinque anni). «Se si parla di nuovo- dice Alessandro Ghisolfi di AbitareCo - l’appartamento grande costa il 10% in meno». È ancora una volta Milano la capofila del trend, che sta crescendo nell’ultimo anno e mezzo. Tendenza che aumenta anche in altri grandi città come Torino, Roma e Napoli. Acquistare per frazionare richiede però competenze e tempo. «Non tutti gli appartamenti possono essere divisi - dice Ghisolfi -. Devono prestarsi ad avere diversi ingressi per esempio». Il tema dei permessi è il nodo centrale. Per ottenere i permessi di aprire nuovi ingressi bisogna rivolgersi all’assemblea di condominio, un argomento delicato. Secondo un Vademecum stilato dall’Ance, associazione nazionale dei costruttori edili, ci sono cause che escludono il frazionamento. Bisogna quindi innanzitutto controllare il regolamento condominiale, che potrebbe vietarlo, un divieto valido solo se è un regolamento di tipo contrattuale ovvero approvato con l’unanimità dei condomini. Ma bisogna «prestare attenzione alle caratteristiche intrinseche dell’immobile. In particolare, bisognerà rispettare precise prescrizioni igienico-sanitarie che variano da Comune a Comune e sono indicate nel regolamento edilizio. A titolo

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Immobiliare - Fonte: Il Sole 24Ore

di esempio, gli ambienti residenziali devono rispettare delle superfici minime e i rapporti aeroilluminanti (cioè il rapporto tra le superfici finestrate e quelle dei locali)» recita il Vademecum. Chi acquista deve anche valutare se gli aspetti impiantistici e costruttivi permettano la divisione dell’appartamento. Il frazionamento viene classificato come intervento di manutenzione straordinaria e pertanto può beneficiare delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni e risparmio energetico. Quali costi di ristrutturazione mettere in conto? In genere il costo al metro quadrato, dall’analisi fatta da AbitareCo, viaggia tra 600 e 900 euro. A seconda del luogo nel quale si trova l’appartamento. Il valore cambia se si scelgono materiali pregiati e rifiniture di lusso. Secondo i calcoli fatti da AbitareCo a Milano in zona Città Studi un appartamento di circa 170 metri quadrati costa 640mila euro. Il capital gain, al lordo di

commissioni e tasse, sarebbe in questo caso di 216mila euro. La ristrutturazione 117.600 euro, se si considera una cifra di 700 euro al metro. Qui l’appartamento si può affittare a studenti o si può gestire con gli affitti brevi, anche se la zona non è collegata con i mezzi al centro come lo sono altre aree di Milano. Se si vuole investire a Roma, a Trastevere, per 210 metri quadrati bisogna spendere 1,3 milioni di euro e oltre 150mila euro di ristrutturazione. Ma nella zona gli affitti ai turisti non hanno stagione: si affitta 12 mesi l’anno. Scendono i prezzi a Torino e Bologna, mentre a Napoli se si vuole puntare su una zona di lusso bisogna guardare a Chiaia o Posillipo e mettere in conto una spesa di 990mila euro per 200 metri quadrati per la prima area o di 720mila per un appartamento di 140 metri. In questi due ultimi casi la ristrutturazione ha costi che vanno da 98mila a 150mila euro, ma il nuovo nelle due zone costa rispettivamente 7.500 e 8.500 euro al metro quadrato.

CASE DI PREGIO SEMPRE PIÙ STATUS SYMBOL, PIACCIONO SMART E «VERDI»

Nel primo semestre il mercato degli immobili di pregio a Milano e Roma ha confermato la ripresa vista nel 2017. I prezzi si sono confermati sostanzialmente stabili rispetto al semestre precedente (+0,2% a Milano e -0,2% a Roma), i tempi medi di vendita restano attorno ai 5-6 mesi a Milano e ai 7 mesi Roma e, per quanto riguarda lo sconto medio, a Milano è diminuito al 10% e a Roma è invariato intorno al 13-14%. È quanto emerge dai dati Santandrea, elaborati dall’ufficio Studi Gabetti, secondo cui a Milano la domanda è in crescita soprattutto nelle zone del centro storico e Brera, mentre a Roma è invariata rispetto al secondo semestre 2017 con una domanda stabile, a eccezione di un calo per la zona Salario-Trieste. «Quello delle residenze di pregio è sempre più un mercato a sé, che segue delle dinamiche differenti rispetto al residenziale classico», ha detto Fabio Guglielmi, amministratore delegato Santandrea Luxury Houses. Un’analisi qualitativa, condotta da Doxa e Santandrea, mostra che per lusso non si intende semplicemente costoso, ma come esclusivo e accessibile a pochi. Per gli italiani le residenze di pregio sono considerate sempre più un asset di investimeto e uno status symbol, che devono avere caratteristiche ben precise, ovvero essere green, smart, sicure e modulabili.


Lavena Ponte Tresa

Lavena Ponte Tresa

Lavena Ponte Tresa

Lavena Ponte Tresa

All’interno di un contesto residenziale, appartamento di circa 60 mq sito al piano terra. Lo stesso è composto da ingresso, ampio soggiorno con zona pranzo, cucinino, camera matrimoniale, bagno e terrazzo di 30 mq .ca. A completare, box e cantina.

In una zona ben servita e soleggiata, graziosa villa unifamiliare disposta su 3 livelli con giardino di circa 150 mq sviluppato sia davanti che sul retro della proprietà. Al piano terra ampio soggiorno con camino, cucina a vista e bagno. Salendo al piano 1° si incontra la zona notte con 2 camere da letto (possibiltà 3° camera) bagno ed un bel terrazzo. Al piano semi interrato bellissima e luminosa taverna con lavanderia e cantina che insieme ad un ampio box vanno a completare l’unità. Villa interamente climatizzata e con ottime finiture. Cl. En. “D” - Rif. CLBN

A pochi passi dal centro, inserito in un contesto condominiale, appartamento composto da ingresso, ampio soggiorno, cucina abitabile, due camere da letto, bagno, due balconi, piccola area esterna e posto auto di proprietà.

Nella caratteristica zona di Lavena, a due passi dal lago, si propone in vendita porzione di casa di 90 mq .ca, oltre sottotetto. Da ristrutturare.

Cl. En. “G” Rif. LPTTS

Cl. En. Esente Rif. RSLC

€ 380.000

€ 135.000

€ 65.000

Marchirolo

Marchirolo

Marchirolo

Cadegliano Viconago

In piccolo contesto di bifamiliari, appartamento in ottimo stato di manutenzione sito al piano terra con accesso indipendente composto da ingresso, ampio soggiorno e cucina abitabile, locali entrambi dotati di balcone, camera matrimoniale, cameretta e bagno. Oltre, locale lavanderia con doccia e servizio igienico, box doppio e giardino di proprietà di circa 100 mq. TERMOAUTONOMO. Cl. En. in fase di richiesta - Rif. OCBK

Al piano terra di un contesto plurifamiliare appartamento in ottimo stato di manutenzione di circa 120 mq composto da ingresso, ampio e luminoso soggiorno, cucina abitabile con accesso ad una piccola area esterna, 2 camere, due bagni, ripostiglio e lavanderia. Possibilità acquisto box di 30 mq.

In contesto plurifamiliare appartamento finemente ristrutturato di circa 120 mq composto al piano 1° da ampio e luminoso soggiorno, cucina abitabile, bagno e camera interamente balconata. Al piano mansardato altre 2 camerette, 1 locale ripostiglio e bagno. Oltre, posto auto ed orto. Possibilità acquisto box di mq 30. Cl. En. in fase di richiesta Rif. FBBM

€ 175.000

€ 125.000

€ 155.000

In zona tranquilla e soleggiata soluzione semindipendente composta al piano rialzato da un appartamento di circa 120 mq. Possiamo trovare l’ingresso, un ampio soggiorno dal quale si accede al giardino di proprietà di circa 100 mq, successivamente una cucina abitabile, 2 bagni e 3 camere da letto. E’ possibile da una botola interna accedere ad un sottotetto di 70 mq .ca. Al seminterrato l’unità abitativa è completata da un’autorimessa doppia ed un locale taverna ciascuno di 30 mq. Cl. En. “E” IPE 147,45 - Rif. NTMC

Cadegliano Viconago

Cadegliano Viconago

Cugliate Fabiasco

Cugliate Fabiasco

In contesto residenziale e con una bellissima vista lago proponiamo villa singola di oltre 200 mq composta al piano terra da un ampio soggiorno con camino ed una cucina abitabile, locali dai quali è possibile accedere ad un terrazzo coperto di 30 mq. A completare due camere ed un bagno. Al piano superiore mansardato due camere, uno studio ed un bagno. Al piano seminterrato un locale taverna con camino, locale multiuso, locale caldaia, cantina e bagno. A concludere la proprietà un’area esterna di 250 mq ed un ampio box singolo. Cl. En. “G” - Rif. CDVST

Termoautonomo ed interamente arredato si propone appartamento disposto su due livelli composto al piano terra da soggiorno e cucina abitabile locali che danno accesso diretto al giardino, ripostiglio, 2 camere da letto e doppi servizi. Al piano inferiore abbiamo una taverna con cucina e bagno. Oltre, box e posto auto coperto. Ottimo stato di manutenzione. POSSIBILITÀ AFFITTO A RISCATTO. Cl. En. in fase di richiesta - Rif CASC

In zona tranquilla e soleggiata, villa indipendente di circa 180 mq totali disposta su due livelli con ampio terreno edificabile di mq 800 circa ed un comodo piazzale. Al piano 1°, soggiorno, cucina abitabile con accesso diretto al portico ed al giardino, 3 camere da letto e bagno. Al piano terreno sala con camino, cucinino, bagno, camera, locale hobby e cantina. A completare, 4 posti auto coperti. Cl. En. in fase di richiesta - Rif. FCVB

In una zona tranquilla di Fabiasco, proponiamo appartamento recentemente ristrutturato al piano 1° di un contesto quadrifamiliare composto da ingresso, cucina abitabile, soggiorno, 2 camere matrimoniali, bagno e 2 balconi. Oltre, un autorimessa, 2 posti auto esterni coperti ed un ampio giardino di circa 100 mq.

€ 198.000

€ 450.000

€ 165.000

Cl. En. “G” Rif. LSBN

€ 158.000

€ 270.000

Cl. En. in fase di richiesta Rif. MFBCC

€ 285.000

Cl. En. in fase di richiesta - Rif. CNFC

Immobiliare

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CRESCE LA DOMANDA DI ALLOGGI SOCIALI PER STUDENTI E PERSONE SOLE el 2019 Lione sarà la sede del Festival internazionale dell’housing sociale: una scelta ben ponderata. Perché, a livello europeo, la capitale di Rhone Alpes è un caso esemplare per la capacità che ha dimostrato di far convergere fondi publici e privati e azioni sull’abitare sociale e la rigenerazione urbana.

zioni: citando l’Enea, si calcola che il fabbisogno per interventi globali è di 13,6 miliardi di euro e di 10,5 miliardi quello per interventi parziali. In questo contesto, le nuove forme di residenziali – cui spesso sono associate importanti operazioni di rigenerazione del tessuto urbano – sono sempre più la risposta al cambiamento.

La municipalità di Lione comprende 59 comuni e circa 1, 4 milioni di abitanti: il 67% dei palazzi residenziali rientra in qualche modo nella categoria delle abitazioni sociali. Dal 2001 sono stati realizzati 152mila alloggi e nel corso del 2017 ne sono stati messi in cantiere circa 14mila di cui l’81% in condominio e l’11% riservato a studenti, turisti, anziani. Per migliorare le condizioni di vita generali, sono state studiate politiche per il miglioramento del parco immobili esistente ed è partita una campagna di aiuti finanziari per i proprietari che si impegnano nell’eco – ristrutturazione di immobili.

Il confronto aiuta a innescare nuovi processi. Parlare di esperienze condotte o n itinere può innescare sinergie. Fra i casi presentanti nella due giorni sotto la Mole, il Comune di Torino presenta un progetto che fa leva su una spiccata innovazione finanziaria e sociale. Attraverso il sostegno e la collaborazione del fondo Ream (a cui partecipano le fondazioni bancarie e Cassa depositi e prestiti) l’amministrazione vorrebbe acquisire o utilizzare alloggi pignorati, invenduti o comunque vuoti per favorire il riacquisto degli ex proprietari e l’affitto a canone calmierato.

Anche in prospettiva la scelta di governance è confermata: l’obiettivo della Métropole dagli anni Duemila è costruire 8-9000 abitazioni all’anno in una mixité sociale che mischia casa e servizi. Tutto questo nonostante la città investa molto anche sulla cultura e la ricettività: il centro storico di Lione è nel patrimonio Unesco. Allo stesso modo,

il comparto industriale e terziario è molto sviluppato. La città di Oltralpe è, quest’anno, la case history “guida” della ottava edizione di Urbanpromo social housing, in corso a Torino alla Galleria d’Arte Moderna oggi e domani (11 e 12 ottobre 2018). Secondo appuntamento dei tre annuali promossi dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, l’evento è il momento in cui si traccia un punto della situazione sul settore della residenza sociale in Italia. In una fase di ripresa del settore immobiliare (anche se i numeri pre-crisi sono ancora lontani) e in presenza di un mercato dove la casa resta ancora il bene primario per gli italiani, alcune dinamiche stanno cambiando.

prestiti (uno degli enti che promuove da sempre Urbanpromo Social Housing attraverso la controllata Cdp Investimenti Sgr e insieme a diverse Fondazioni) emerge chiaro come la profonda trasformazione socio-demografica stia mutando anche la dimensione dell’abitare. La dimensione media delle famiglie è passata da 3,4 componenti a 2,4 persone: crescono i single e le persone che vivono sole. Al contempo, aumenta la richiesta di alloggi per gli studenti fuori sede: secondo le stime di Nomisma, su un totale di 1,7 milioni di studenti in Italia, circa 600mila compiono il percorso di formazione lontano dalla casa di origine. Un comparto che avrebbe bisogno di investimenti per oltre 4 miliardi.

In particolare, in un’analisi che sarà presentata domani dal Centro Studi di Cassa depositi e

Più in generale, il parco di immobili nel Paese è obsoleto e ha necessità di pesanti riqualifica-

Lo stesso meccanismo è progettato sui locali commerciali, per incentivare l’avvio di attività in un’ottica che tenga assieme l’occupazione alla fornitura a quartieri che ne sono sprovvisti di alcuni servizi o negozi di prossimità, legati ad esempio ai settori alimentare e dell’artigianato. Per la prima fase, si parla di 50 alloggi e 20 locali commerciali, per arrivare, a regime, a un meccanismo ordinario e diffuso.

SANTA GIULIA, RIPARTE IL CANTIERE Riparte il cantiere di Santa Giulia con l’inaugurazione, di oggi, del cantiere per la realizzazione di Spark One. InTown, la joint venture tra Risanamento e Lendlease, si occuperà (come annunciato prima dell’estate) dello sviluppo di nuovi edifici uffici all’interno dei lotti Sud di Milano Santa Giulia. Spark One sarà il primo edificio a uso uffici a partire, realizzato dalla società di progettazione integrata Progetto CMR, e sarà anche il primo building registrato in Italia per la certificazione Well (unendo caratteristiche di innovazione tecnologica, wellbeing, sostenibilità ambientale e community relations) La particolarità sarà la condivisione del piano terra dell’edificio, dove troveranno spazio ristorazione e servizi, come luogo da vivere e condividere con le comunità di persone circostanti. A seguire verrà realizzato anche Spark Two, che si andrà ad ag-

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Immobiliare - Fonte: Il Sole 24Ore

giungere a questo nuovo business district per la città di Milano. Con un’area destinata al terziario di ca 150.000 mq (tenuto conto dei 65.000mq oggi occupati da Sky), diventerà una delle aree terziarie più grandi della città di Milano, fortemente connessa con il centro di Milano e con tutte le principali infrastrutture. I tempi per la realizzazione del lotto nord che comprende residenze, arena e Esselunga devono sottostare all’arrivo dell’autorizzazione da parte del Comue, attesa per il maggio 2019. A inaugurare oggi il cantiere il sindaco di Milano Giuseppe Sala, Pierfrancesco Maran, assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura, Davide Albertini Petroni, direttore generale di Risanamento e ad di Milano Santa Giulia e Andrea Ruckstuhl, Head of Italy and Continental Europe di Lendlease.


LUINO RIF. 3

Vendesi porzione libera su 3 livelli. Soggiorno con camino e terrazzo, cucina abitabile, 3 camere, doppi servizi, locale hobby, posti auto coperti e giardino privato. Possibilità di affitto a riscatto. Vista lago.

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Luino centro, in palazzo storico vicino al porto vecchio, vendesi mansarda con annessa terrazza, vista lago.

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Vendesi porzione di casa su Tre livelli. Piano terra: locale sgombero, cantina e piccolo bagno; Piano primo: camera, cameretta e bagno; Piano secondo: soggiorno con cucina a vista e bagno; piano terzo: ampio locale + Terrazzo vista lago.

LUINO RIF. 11 (palazzo storico) Vendesi appartamento al terzo piano di circa 120 mq, tutto su un piano. L’appartamento è composto da: soggiorno, cucina abitabile, 3 camere grandi, doppi servizi e sette finestre fronte lago. Vista stupenda riscaldamento autonomo. EURO 240.000,00 GERMIGNAGA RIF.15 Pronta consegna, nuovo trilocale con riscaldamento autonomo a pavimento + box

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Ampio bilocale al piano rialzato + servizi, balcone e cantina. EURO 60.000,00 SOLO APPARTAMENTO EURO 70.000,00 APPARTAMENTO + BOX

MONTEGRINO (SCIORBAGNO) RIF.14

Proponiamo casa su due livelli per un totale di circa 150mq, con terreno di 2.900mq di cui 1.100 edificabili, la propietÀ È immersa nel verde, la casa è in granparte da ristrutturare, ideale anche per chi volesse intraprendere UN ATTIVITÀ Agrituristica. EURO 129.000,00

GERMIGNAGA CENTRO RIF. 49

Vendesi edificio da ristrutturare composto da due piani; il piano terra è di circa 100 mq e possiede un porticato di circa 33 mq; il primo piano è di 130 mq CON una cantina di circa 40mq EURO 89.000,00

LUINO RIF. 27 Vendesi in zona comoda e centrale appartamento di circa 120mq. Ampio soggiorno, 2 camere, bagno, balcone e box. EURO 145.000,00

Immobiliare

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RIGENERAZIONE EDILIZIA, RIUSO E GREEN FULCRO DELLA NUOVA PRATO rato fa un balzo in avanti sul fronte della progettazione urbanistica delle città, mettendo al centro l’ambiente e la qualità di vita dei cittadini. La città di Prato ha appena annunciato l’adozione del suo nuovo Piano Operativo, un progetto guidato da una visione che apre la città all’Europa, con un testo che unisce i temi di salute pubblica, ambiente e infrastrutture al riuso e al recupero del costruito, tenendo ben presenti le trasformazioni sociali, climatiche e urbanistiche del futuro. Città verde e aperta Il Piano Operativo è stato redatto da un gruppo di lavoro interno al Comune, ma sono state chiamate a collaborare due eccellenze della “rivoluzione verde”, Stefano Mancuso e Stefano Boeri, che, raccolto il programma guidato dall’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis, hanno fatto di Prato un caso di studio, che parla di censimenti verdi e forestazioni urbane. Il che, se a livello di grandi città europee non è una novità, in Italia pone la città toscana all’avanguardia. Il Piano Operativo appena adottato promette di trasformare Prato in una città verde, europea e aperta, con strumenti pratici che integrano il sistema della natura e quello del costruito, tendendo al del consumo di suolo attraverso l’incentivazione di strategie per il recupero e il riuso del costruito esistente. Cittadini coinvolti Il processo era iniziato già nel 2015 con una serie di iniziative, volte tra l’altro a coinvolgere cittadini, architetti e investitori nella definizione delle strategie da seguire con “Prato al futuro”, un programma di coinvolgimento per ascoltare e condividere le scelte strategiche dell’amministrazione, con appuntamenti pubblici che hanno portato architetti e tecnici della progettazione, investitori e portatori di interesse, amministratori ed esperti provenienti da diverse realtà italiane ed europee a incontrarsi in città e a riflettere sulle direttrici che hanno poi ispirato il Piano Operativo. Riforestazione urbana Oggi Prato mette in campo, tra le prime città al mondo, un progetto di forestazione urbana, coaudiuvata da due “nomi” della “rivoluzione ambientale”, il neurobiologo Stefa-

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no Mancuso e l’architetto Stefano Boeri. Per Mancuso, se è vero che sono gli abitanti a modellare le città, è altresì vero che la qualità degli spazi pubblici ne influenza la vita: «Una comunità che destina porzioni significative di città alle piante è una comunità colta e civile: riqualificare con le piante è lo strumento più efficace per il miglioramento della qualità ambientale e sociale», afferma Mancuso. Per sottolineare il ruolo insostituibile e gli effetti concreti di questa scelta sul clima urbano, Mancuso ha fatto di Prato un caso di studio, lavorando con il suo team per censire il patrimonio arboreo della città, usando le piante come sensori urbani e quantificare così i benefici che la città ne trarrà oggi e nei prossimi anni. In maniera complementare, Stefano Boeri ha prodotto un Action Plan per la Forestazione urbana di Prato, con l’obiettivo di poter contare un albero per ogni abitante della città: «Introdurre il concetto di forestazione urbana – si legge nel Piano – significa rinnovare la capacità attrattiva della città non solo per i nuovi abitanti ma anche per le imprese innovative che lavorano nel campo della sostenibilità». I dati delle città Nel 2009 la popolazione urbana mondiale ha superato per la prima volta quella rurale. Questo è un fenomeno considerato “stabile”, ovvero destinato a continuare in modo costante nel futuro: le stime sono che nel 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città. L’Europa è una delle aree più urbanizzate al mondo: oggi più del 70% dei cittadini europei vive in aree urbane e gli studi delle Nazioni Unite stimano che la percentuale salirà all’80% entro il 2050. Le città sono luoghi attrattivi per le opportunità che aprono da un punto di vista

Edilizia - Fonte: Il Sole 24Ore

delle interazioni sociali, culturali, di studio, di lavoro. Ma sono anche il luogo in cui già oggi si consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili del 70% delle emissioni globali di CO2. I riferimenti internazionali A livello internazionale il documento di riferimento per lo sviluppo del pianeta è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ossia un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 da 193 Paesi membri dell’Onu, contenente i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile. A livello europeo, con il Patto di Amsterdam del maggio 2016, si è istituita l’Agenda urbana per l’Unione Europea, che riconosce in modo definitivo il ruolo centrale delle aree urbane nello sviluppo sociale, culturale ed economico del futuro del continente, ponendole al centro delle politiche del prossimo settennato e individua 12 temi fondamentali di sviluppo a cui si sono recentemente aggiunti due ulteriori temi. «Nel contesto dell’Agenda urbana dell’Ue, le città italiane potranno giocare un ruolo di protagonismo se sapranno accettare la sfida culturale e politica che si pone di fronte – continua Barberis –. C’è una competizione in corso a livello internazionale fatta di innovazione, ricerca, capacità di attrazione degli invesmenti, miglioramento delle caratteristiche ambientali, di resilienza, di inclusione sociale, e le città sono e saranno i luoghi di questa competizione». Le aree coinvolte Tra le aree più interessate dal Piano, l’asse della Declassata, delineato come boulevard metropolitano lungo il quale insediare funzioni pubbliche e private di livello sovra-locale a servizio dell’in-

novazione della manifattura della Toscana; il Centro Pecci e la previsione di un hub dell’innovazione nell’ex area Banci; la promozione del Macrolotto Zero come distretto creativo, un quartiere nel quale incentivare le forme innovative di riuso dell’edilizia industriale storica esistente per l’insediamento di nuove funzioni e attrarre e fornire servizi ai comparti economici della creavità presenti nell’area : tessile, moda, Ict, audio visivo, design. Accanto a queste, il Piano sviluppa una strategia complessiva per il centro storico e le mura, che prevede, da una parte, di riportare la frequentazione del centro antico nelle abitudini quotidiane dei pratesi, dall’altra, la sua valorizzazione in chiave storico-testimoniale e artistica. Il Piano progetta un sistema continuo verde che è finalizzato a migliorare la qualità dello spazio pubblico in modo da promuovere gli stili di vita sani all’aperto per i cittadini, così come stabilito nella Carta di Toronto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, introducendo una delle grandi sfide culturali e politiche dei prossimi anni: trasformare la spesa pubblica per la realizzazione e la gestione del verde urbano in spesa per la prevenzione sanitaria. Gli strumenti urbanistici A livello pratico, il Piano prevede l’integrazione tra i diversi strumenti di pianificazione del Comune in particolare Dup (Documento unico di programmazione), Paes (Piano di azione energia sostenibile), Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile), Pop (Piano triennale delle opere pubbliche) e Piano SmartCity. «In questo senso tutti i progetti messi in campo in questi anni, come il Progetto 100 piazze nel centro storico e le frazioni, il Parco centrale, il Piano di innovazione urbana Piu al Macrolotto Zero, il Prius a Palazzo Pacchiani e il Bastione delle Forche, il Parco Fluviale Riversibility, l’interramento della Declassata, il potenziamento degli edifici scolastici, sportivi e sociosanitari, il sistema dei nuovi percorsi ciclabili, il masterplan della Cascine di Tavola sono parte integrante del disegno generale”, puntualizza Barberis. Il Piano Operativo si apre ora alla fase delle osservazioni, in attesa della sua approvazione definitiva prevista per l’inizio del 2019.



DAI CAPANNONI DISMESSI UN’OCCASIONE DI RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO reare valore con la trasformazione delle aree dismesse (spesso nei contesti urbani) e dei tanti capannoni inutilizzati. Su questo tema si concentra il focus della Construction Conference 2018 (Padova, 12 ottobre) che vede tra i protagonisti anche Diego Carron, presidente della Carron Costruzioni Generali, Giovanni Battista Furlan, presidente di Net Engineering International e Enrico Marchi, presidente Gruppo Save. Tre rappresentanti dell’imprenditoria veneta coinvolti da Civiltà di Cantiere, con Ance e Ance Veneto, per fare un punto sullo sviluppo dell’ecosistema metropolitano sul territorio. Imprese, mondo della progettazione e committenza insieme, per fare rete con le istituzioni e per coinvolgere partner non solo locali per cavalcare l’onda della rigenerazione e creare opportunità di business. Ma quali sono gli ambiti territoriali e di mercato dove si riscontrano le maggiori opportunità per quanto riguarda la rigenerazione urbana? Secondo una recente ricerca promossa da Confartigianato e curata da Smart Land, in Veneto ci sono 92mila capannoni industriali, situati in 5.679 aree produttive che occupano il 18,4% dell’area edificata regionale. Almeno 1 su 10 è abbandonato o inutilizzato. Questo studio mette in luce un potenziale di patrimonio immobiliare, in gran parte da riconvertire, come altre realtà industriali tipo la Ruhr in Germania o molte altre città non solo metropolitane, da Berlino a Parigi, da Lione a Marsiglia, fino a Porto o Lubiana, hanno già sfruttato. Se nel nostro Paese, Torino o Milano già da tempo sono impegnate nella ricerca di una nuova vocazione economica, «ora è il momento del Nord Est con aree ettari di territorio, contenitori industriali e magazzini degradati, che costituiscono un patrimonio da rifunzionalizzare», spiegano i promotori dell’evento. Le aree di crisi industriale, secondo i promotori della Construction Conference, costituiscono l’am-

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bito territoriale dalle maggiori potenzialità per le dimensioni, sia per la loro localizzazione geografico/logistica. Prendendo a riferimento le 4 aree non complesse del Veneto riconosciute dal Decreto del Mise (16 dicembre 2016) e che fanno capo ai comuni di Monselice, Montagnana, Portogruaro e San Donà di Piave, si ritiene che se inserite in un disegno di valorizzazione secondo obiettivi precisi di sviluppo, possano diventare poli in grado di intercettare i nuovi trend. Fanno scuola investitori nazionali come Despar e altri internazionali come Amazon e la logistica si conferma uno dei settori trainanti. Intorno a Marghera, in particolare – come si annuncia da anni – continua a giocarsi la

Edilizia - Fonte: Il Sole 24Ore

partita della rigenerazione che richiede programmazione e progettazione, collaborazione efficace tra pubblico e privato. Tra le novità il progetto Venice Lng per la realizzazione di un impianto di stoccaggio con un investimento da 100 milioni, il revamping dello stabilimento Cereal Docks Marghera per l’ottimizzazione del processo di estrazione di oli vegetali con un investimento da 40 milioni e il progetto Green Refinery promosso da Eni per un investimento di oltre 100 milioni. Quando si parla di periferie in Veneto si accende un faro anche su quei quartieri e pezzi di città non necessariamente marginali, ma abbandonati nel degrado, con una forte necessità di rifunzionalizzazione. Nonostante le

criticità legate al congelamento dei fondi stanziati per il Piano Periferie, i capoluoghi delle città venete contano numerosi progetti in fase di decollo, basti pensare alle aree delle fiere di Verona e Padova e ai processi di rigenerazione urbana avviati a Belluno. A Verona, con la nuova giunta si ragiona sullo sviluppo dell’ex Arsenale con una cittadella della creatività, un’Ars District, e a Padova è stato lanciato un concorso internazionale per un campus dell’Università nell’ex caserma Piave. Due casi concreti che indicano la strada per i grandi contenitori dismessi, che rinascono con nuovi usi, spesso aperti a cittadini e city users, magari capaci di attrarre investimenti privati per nuove attività economiche.

ARENA DA SMONTARE E RIMONTARE SETTEMILA POSTI AL FORO ITALICO Una struttura polivalente di ultima generazione per il Foro Italico di Roma, con una capacità di oltre 7mila posti, semi-temporanea, smontabile e trasportabile a seconda delle esigenze sportive, voluta dal Coni. Il progetto sarà realizzato dalla società In.Tech Spa. La nuova Arena si chiama Tfs X.0, che sta per Temporary flexible stadium X.0. «Il progetto modulare è stato incentrato sulla possibilità di trasformare un impianto per lo sport in un’arena per concerti ed eventi con l’installazione di un palco multifunzionale di oltre 1.200 metri quadrati», ha spiegato Diego Nepi Molineris , direttore marketing del Coni. Il nuovo impianto potrà essere utilizzato per il tennis, ma anche per basket, pallavolo e beach volley. «Con questo impianto – commenta il Presidente di In.tech Pierluigi Mancuso - creiamo un modello innovativo di approccio all’impiantistica sportiva di primo livello, attraverso il sistema del project financing. Si tratta di un esempio virtuoso di costruzione di un’infrastruttura sportiva polivalente con capitali di privati per uso pubblico, una delle maggiori iniziative nel settore». Lo stadio verrà installato a partire dal giorno 15 aprile 2019 e dovrà essere funzionale per l’inaugurazione degli Internazionali di Tennis, il 6 maggio successivo. Attualmente In.tech sta realizzando off-side la struttura metallica e al termine degli Internazionali di tennis verrà smontata la curva sud, mentre verranno installati il palco e la platea al di sopra del campo da tennis. Ma quale sarà la “vita” dello stadio negli anni successivi al 2019? Sarà installato dal 2019 al 2028 al Foro Italico per gli Internazionali di tennis e, a seguire per gli eventi estivi che termineranno nel mese di settembre e in ogni caso sarà il Coni, in base alle sue esigenze, a decidere dove reimpiegarlo nei 10 anni di “noleggio”, in quanto il progetto prevede la sua “mobilità” ed è intenzione del Coni utilizzarlo anche per altri eventi sul territorio nazionale. Dal punto di vista finanziario, l’importo netto di aggiudicazione di gara è di 6,2 milioni di euro, ripartito in dieci anni. «A questa somma si devono aggiungere opere straordinarie e/o eventi non ricompresi nell’offerta di gara – spiegano dalla società – . Intech anticipa tutte le somme per la costruzione dello stadio, pari a circa 3 milioni, mentre di anno in anno saranno sostenuti i costi per il suo trasporto, montaggio, deposito, ed attrezzature tecnologiche quali illuminazione, audio e così via». Alla fine del decimo anno la struttura viene acquistata da Coni per la somma simbolica di un euro. Interessante la capacità di metamorfosi della struttura, da stadio per lo sport ad arena per eventi. Ecco come funziona. «Con l’installazione di un palco multimediale – spiega Mancuso – viene posato, sopra il campo da gioco, un pavimento flottante in grado di accogliere le sedie del pubblico».


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FIAT COLLEZIONE, DEBUTTA A MILANO LA CITYCAR CHE SPOSA LA MODA empre di un’icona, al pari dei capi di abbinamento alla moda anche la Fiat 500 si affida ormai a delle Collezioni. Dopo la “primaverile” è la volta di quella “autunnale” sull’onda di vendite in costante crescita che nei primi 9 mesi dell’anno hanno raggiunto le 160.000 unità, tanto che a fine 2018 potrebbe, forse, vendere più che nell’anno di lancio. Il “cinquino” è il leader nel suo settore di riferimento in 11 Paesi e in altri 5 è comunque sul podio. E otto 500 vendute su dieci sono destinate a mercati al di fuori dell’Italia. Disponibile sia come berlina con tetto in vetro di serie, sia nella più esclusiva cabrio con soft top grigio, la nuova 500 Collezione ha livree con tonalità inedite, come il bicolore Brunello, abbinato a contrasto tra Bordeaux Opera e Grigio Carrara, i colori dell’autunno. Ma è offerta anche in colori come il Bordeaux Opera, il Grigio Carrara, il Nero Vesuvio e l’inedito Grigio Cortina che è all’esordio sulla 500 Collezione. Le linee esterne sono, poi, impreziosite dalla modanatura cromata sul cofano anteriore e dalla linea di bellezza color rame che richiama la finitura dei cerchi in lega da 16” di serie. A siglare l’eleganza della vettura è il logo “Collezione” in corsivo, nel portellone dietro per richiamarne la continuità con l’altra versione primaverile. Anche all’interno non mancano i riferimenti al mondo della moda,

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Motori - Fonte: Il Sole 24Ore

come i sedili in gessato nero e bordeaux con lunetta superiore in vinile nero e logo 500 ricamato bordeaux. Sulla plancia, poi, spicca la linea color rame che riprende la linea di bellezza esterna. Lo stile si fonde con la tecnologia che di serie prevede i sensori di parcheggio, quelli pioggia e I crepuscolari. Completa la dotazione hitech con la radio Uconnect 7” HD LIVE, i sistemi Apple CarPlay e Android Auto, il navigatore integrato con mappe Tom Tom, il display 7” TFT e il “pacchetto” Beats Audio Hi-Fi. La nuova Fiat 500 Collezione è disponibile con due soli motori a benzina: il 1.200 cc da 69 cv, anche nella variante a GPL o, in alternativa, c’è anche il motore TwinAir bicilindrico di 900 cc da 85 cv di potenza massima.

MAZDA, ENTRO IL 2030 SOLO ELETTRICHE E IBRIDE La Mazda metterà uno stop entro il 2030 alla produzione di autovetture con motori a benzina e diesel, puntando invece ad accelerare il processo di elettrificazione dei veicoli e dei propulsori ibridi, in linea con le nuove direttive dei governi a livello globale. La nuova strategia, sostenuta dal presidente Akira Marumoto - alla guida di Mazda dallo scorso giugno, mira a una produzione del 95% di vetture con motori ibridi e il 5% di auto elettriche entro il 2030; mentre già dal prossimo anno la casa auto giapponese introdurrà sul mercato il primo veicolo con un sistema ibrido semplificato denominato ‘mild hybrid’. Nello sviluppo del progetto Mazda perfezionerà il programma del motore rotativo - emblema del gruppo nipponico - nel quale la combustione mette in movimento circolare un rotore anziché spingere su e giù i pistoni, oltre ad avere dimensioni ridotte ed essere più leggero. Mazda ha sviluppato la tecnologia al termine degli anni Cinquanta ed è l’unica casa automobilistica a utilizzare questo tipo di motore ancora oggi, dopo una breve interruzione nel 2012 a causa della bassa efficenza sui consumi. I recenti progressi sulla ricerca, derivanti dalle nuove esigenze ambientali, consentiranno al motore maggiori prestazioni, ha spiegato l’azienda, tramite l’utilizzo esclusivo di batterie.



PERSONE, BISOGNI E TECNOLOGIE: L’ASCESA DELLA SALUTE COLLABORATIVA na rampetta leggera e a basso costo per permettere ai disabili di entrare nei negozi, un braccialetto che integra tutti i dati sanitari, un gioco di realtà virtuale per i bambini oncologici. È l’ascesa della salute collaborativa, una tendenza nata dal basso che mette assieme tecnologie e bisogni, tenendo la persona al centro. Che si tratti di app, di device o di processi di co-design con gli utenti, questi sistemi migliorano la cura e innovano il sistema della sanità, secondo il report «La cura che cambia», che sarà presentato a Milano da Nesta Italia che offre anche una serie di raccomandazioni a policy maker, aziende e terzo settore. «L’approccio della Salute Collaborativa, testato per la prima volta nel Regno Unito dall’Health Lab di Nesta, è di cruciale importanza per migliorare la salute e il benessere dei cittadini e far fronte ad alcune delle più rilevanti sfide del sistema sanitario e di welfare nazionale - spiega Marco Zappalorto, direttore esecutivo di Nesta Italia - L’emergere della Salute Collaborativa non sostituisce il sistema socio-sanitario formale, né riduce le responsabilità delle istituzioni pubbliche preposte alla tutela della salute individuale e collettiva; al contrario, si pone in modo sinergico e complementare, mirando all’integrazione e alla trasformazione dei servizi esistenti, tramite l’introduzione di nuove pratiche e culture utili al suo rafforzamento». Le patiche censite da Nesta Italia - con il supporto di Unicredit, Lama e WeMake - sono molto differenti tra loro ma accomunate da una serie di fattori: «La centralità della persona e dei suoi bisogni, la sua responsabilizzazione e il coinvolgimento attivo, e la valorizzazione di dinamiche collaborative a vari livelli, tra medici e pazienti, tra pazienti affetti dalla stessa patologia, tra professionisti, caregiver o membri di una certa comunità», si legge nel report. App e device Tra i tanti esempi, Tommi utilizza la realtà virtuale per migliorare l’esperienza dei bambini negli ospedali, mentre Bimbe dagli Occhi Belli si rivolge alle bambine affette da una malattia rara per supportare l’inclusione sociale favorendone la comunicazione. E ancora Amyko utilizza la tecnologia per rendere più accessibili e integrati i dati sanitari del cittadino, in modo da migliorare l’autogestione della propria salute e facilitare di conseguenza l’assistenza medica. Trillio è un device che ricorda ai pazienti cronici e agli anziani di prendere le loro medicine e può essere configurato anche a distanza, Dianax è

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un dispositivo che permette alle persone con diabete di eseguire test del sangue accurati direttamente da casa, dando la possibilità di vedere i risultati sullo smartphone in modo semplice e immediato. People and community Si tratta di innovazioni sociali che «valorizzano le competenze dell’individuo e la forza della comunità per promuovere la salute attraverso soluzioni inclusive, accessibili e abilitanti». Tre esempi significativi che includono il Centro Sociale Residenziale di Lastra a Signa, esperienza storica di inclusione degli anziani attraverso la comunità; il Progetto Itaca, che favorisce un nuovo approccio alla cura di persone affette da disturbi della salute mentale basato sulla condivisione di esperienze e il coinvolgimento diretto del malato, della famiglia e dei pari;e il Progetto Escapes, che rappresenta un’esperienza di Community Health Educators (in italiano Educatore di Salute di Comunità) pensata per le comunità migranti in Italia. Altre esperienze comprendono la medicina narrativa di Digital Narrative Medicine e l’esperienza pionieristica del Club Innovatori Sanità Km0, community promossa dal Consorzio Arsenàl per la co-progettazione di app e servizi digitali in sanità da parte di professionisti e cittadini/utenti. Open care Questa area di Open care accoglie quei progetti che favoriscono approcci e strumenti in grado di aprire processi di creazione e distribuzione di soluzioni dal basso nel settore della cura. Per esempio il progetto Open Rampette a Milano nato dal bisogno di dare risposta all’accessibilità ai disabili nei negozi, peraltro sancita da un regolamento comunale. Il problema a monte era complesso. Da un lato, la procedura per fare richiesta della rampetta temporanea era troppo complicata, dall’altro le persone con disabilità non sapevano come avvisare gli esercenti della loro presenza al di fuori del negozio per collocare la rampetta. Il fablab WeMake e il Comune di Milano hanno collaborato alla realizzazione di una sperimentazione

nel quartiere Isola al fine di riunire esercenti, maker e persone con disabilità in laboratori di co-progettazione di soluzioni a basso costo per migliorare l’accessibilità dei negozi di quel quartiere. Nei laboratori curati da WeMake, si è lavorato alla definizione di un sito che guida il commerciante nella compilazione e invio dei documenti per comunicare e validare la presenza di una rampa. Una seconda soluzione ha previsto un sistema di chiamata per la persona disabile composto da un campanello personalizzato con uno sticker che permette di identificare il progetto “Open Rampette” negli esercizi commerciali. Premendo il campanello, la persona con disabilità richiede assistenza al negoziante. Inoltre un’app notifica alla persona con disabilità motorie quando si trova nei pressi di un negozio accessibile e permette di suonare il campanello di chiamata tramite smartphone. Infine un ricevitore del campanello che notifica, con luce, suono o vibrazione, il negoziante della richiesta di assistenza. Tra gli altri esempi SopraSotto, l’asilo autogestito con mobilio open source; TooWheels, la sedia a rotelle sportiva che può essere realizzata in un fablab; Casa Lab, la casa con soluzioni di domotica open. Raccomandazioni per policy maker, imprese e terzo settore Infine Nesta Italia fa un lungo elenco di raccomandazioni rivolte al sistema sanitario, ai policy maker, alle imprese, agli innovatori e al terzo settore. Nella consapevolezza che «la Salute Collaborativa richiede un salto di qualità nella condivisione e scambio delle informazioni tra diversi attori, un coordinamento delle iniziative dentro e fuori dal sistema sanitario e sociale, un impegno nella formazione olistica degli operatori, un lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento delle persone e delle comunità. Una sfida fondamentale, trasversale a tutti i livelli e gli attori coinvolti, riguarda l’impiego delle nuove tecnologie, in particolare le tecnologie 4.0 che mostrano grandi potenzialità per la salute ma richiedono una riflessione e un impegno più profondo per essere valorizzate come reali strumenti di empowerment. In questo senso, la ricerca ha evidenziato la necessità di affiancare all’innovazione tecnica e tecnologica in atto anche il coinvolgimento attivo degli utenti e di tutti gli attori, per rendere le soluzioni tecnologiche pienamente usabili, efficaci e accessibili per garantire la loro integrazione e sostenibilità all’interno dei sistemi di welfare».



FACEBOOK SVELA I NUMERI DELL’ATTACCO: «COSÌ HANNO RUBATO I DATI DI 30 MILIONI DI UTENTI» n paio di settimane fa, Facebook ha denunciato di aver subito un attacco hacker importante. Una cinquantina di milioni gli account coinvolti, con i token di accesso di 90 milioni di utenti sconnessi per bloccare l’eventuale intrusione dei cybercriminali. Oggi il dato è stato aggiornato al ribasso, ma gli account colpiti sono pur sempre 30 milioni. Un attacco che ha addensato ulteriori e pesanti nubi sulla sicurezza del social network, già provata dallo scandalo Cambridge Analytica. Oggi, Guy Rosen, VP of Product Management di Facebook, ha reso noti i dettagli dell’attacco durante una call coi giornalisti, dicendo che l’azienda ha lavorato 24 ore su 24 per indagare sul problema riscontrato. «Gli aggressori – ha detto Rosen - hanno sfruttato una vulnerabilità nel codice di Facebook presente tra luglio 2017 e settembre 2018. La vulnerabilità è il risultato di una complessa interazione di tre distinti bug software e ha avuto un impatto su “Visualizza come”, una funzione che permette alle persone di vedere come appare il loro profilo agli altri utenti». Questa vulnerabilità, dunque, «ha permesso agli aggressori di rubare i token di accesso a Facebook, che potevano poi utilizzare per rilevare gli ac-

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count delle persone». I token di accesso, giova ricordarlo, mantengono le persone collegate a Facebook in modo che non abbiano bisogno di reinserire la password ogni volta che usano l’app o accedano alla piattaforma online. Come hanno scoperto l’attacco Rosen ha spiegato come si sono accorti dell’attacco: «Abbiamo visto un insolito picco di attività che è iniziato il 14 settembre 2018 e abbiamo aperto un’indagine. Il 25 settembre abbiamo stabilito che si trattava in realtà di un attacco e abbiamo identificato la vulnerabilità. Nel giro di due giorni abbiamo chiuso la vulnerabilità, fermato l’attacco e protetto gli account ripristinando i token di accesso per le persone potenzialmente esposte. Per precauzione, abbiamo anche disattivato “Visualizza come”. Oggi stiamo collaborando con l’FBI, che sta indagando attivamente e ci ha chiesto di non discutere di chi potrebbe essere dietro questo attacco». I numeri Sono 30 milioni gli account coinvolti, e non 50. Rosen ha detto che «sono state colpite meno persone di quanto inizialmente previsto». Ed ecco come è successo: «In primo luogo, gli aggressori controllavano già una serie di account, che erano collegati ad amici di Facebook. Hanno usato una tecnica automatiz-

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zata per passare da un account all’altro in modo da poter rubare i token di accesso di quegli amici, e per gli amici di quegli amici, e così via, per un totale di circa 400.000 persone. Nel processo, tuttavia, questa tecnica ha caricato automaticamente i profili Facebook di quegli account, rispecchiando ciò che queste 400.000 persone avrebbero visto guardando i loro profili. Questo include i messaggi sulle loro time line, le loro liste di amici, i gruppi di cui sono membri e i nomi delle recenti conversazioni di Messenger. Il contenuto del messaggio, invece, non era visibile». In sostanza, quindi, gli aggressori hanno utilizzato 400 mila account con relative liste di amici per arrivare a rubare l’accesso di 30 milioni di persone. «Per 15 milioni di queste – ha aggiunto il VP di Facebook - gli aggressori hanno avuto accesso a due tipi di informazioni: nome e dati di contatto (numero di telefono, e-mail o entrambi, a seconda di ciò che le persone avevano sul loro profilo). Per 14 milioni di persone, gli aggressori hanno avuto accesso, oltre che alle informazioni precedenti, anche ad altri dati come nome utente, sesso, lingua, stato delle re-

lazioni, religione, città natale, città attuale, data di nascita, tipi di dispositivi utilizzati per accedere a Facebook, istruzione, lavoro, gli ultimi 10 posti in cui hanno effettuato il check-in o sono stati taggati, sito web, persone o pagine che seguono e le 15 ricerche più recenti. Per 1 milione di persone, gli aggressori non hanno avuto accesso a nessuna informazione». Come faccio a sapere se sono stato colpito Per chi si sta chiedendo se è tra i 30 milioni di account coinvolti, Facebook suggerisce di visitare il centro di assistenza. Ma Rosen è stato abbastanza chiaro: «Nei prossimi giorni, invieremo messaggi personalizzati ai 30 milioni di persone colpite per spiegare a quali informazioni gli aggressori potrebbero aver avuto accesso, nonché le misure che possono adottare per proteggersi, anche da e-mail, messaggi di testo o chiamate sospette». Rosen ha infine chiarito che l’attacco non ha riguardato Messenger, Messenger Kids, Instagram, WhatsApp, Oculus, Workplace, Pages, pagamenti, applicazioni di terze parti, o account pubblicitari o di sviluppatori.


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