La Rivista di Natale 2019

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Buon Natale!

A pochi passi dalle rive del Lago Maggiore detto “il Piccolo Mare”, questo storico albergo ristrutturato del primo 900, antistante al porticciolo, gode di una posizione unica e di un panorama eccezionale. Verrete accolti dalla magica atmosfera della rigogliosa vegetazione della Costa Fiorita e dal suo paesino Porto Valtravaglia. La struttura è adatta a tutti i tipi di viaggiatori, è accessibile per persone portatrici di handicap e accoglie su richiesta i nostri amici animali. L’Albergo del Sole si tro- va tra i due principali paesi della sponda lombarda del Lago Maggiore, Luino e Laveno Mombello, punto di partenza per iniziare la visita dei principali luoghi di interesse della nostra zona.

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Come ogni anno la ricorrenza natalizia ripropone antiche tradizioni; riempie di gioia i piccoli, stima sentimenti di fratellanza tra gli adulti e accresce la voglia di affetti che ognuno vuole esprimere con regali. …Ed i negozi si preparano ad esaudire i desideri di tutti! Questa “Rivista di Natale” che viene proposta alla cittadinanza ha lo scopo di accompagnarla nella scelta dei regali e di far conoscere ed apprezzare le attività commerciali operanti nel territorio. Un ringraziamento quindi a tutti coloro che sfoglieranno la rivista, che ci auguriamo apprezzino e tengano in buona considerazione i nostri consigli; un sentito grazie a tutti gli operatori commerciali che hanno apprezzato e quindi supportato la pubblicazione e a tutti gli enti che hanno dato il patrocinio.

ANNUALE GRATUITO - Novembre 2019

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Varese al n. 5812 del 21/10/2004 Grafica e Pubblicità: Publierre Communication Art di Romano Via XXV Aprile, 25/b - Luino (Va) - Tel. (+39) 0332 51 08 80 - Fax (+39) 0332 50 13 58 www.publi-erre.it - info@publi-erre.it Direttore Responsabile: Angelo Romano Realizzazione grafica: Santina Corea Finito di stampare: Novembre 2019 da Reggiani s.p.a.

Opuscolo pubblicitario a DISTRIBUZIONE GRATUITA. Tutti i diritti sono riservati. Si ringraziano per il Patrocinio: il Comune di Luino, l'Associazione Piccole e Medie Industrie della Provincia di Varese e l’Associazione panificatori della Provincia di Varese. Inoltre si ringraziano tutti gli inserzionisti e tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa rivista. La rivista verrà distribuita gratuitamente in tutti gli enti pubblici ed attività commerciali della Provincia di Varese. Ogni riproduzione del giornale, anche parziale è vietata senza l’approvazione dell’editore. Legge 8 febbraio 1948, n 47 (pubblicata nella GU 20/02/48, n. 43)

Buon Natale!

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Come avvenne il Natale Giuseppe e Maria, sempre rispettosi della legge, si misero in cammino verso Betlemme per il censimento ordinato dall’imperatore romano Cesare Augusto. Alla gente non era consentito farsi registrare nella città o nei villaggi dove abitava: doveva tornare nel luogo di origine delle rispettive famiglie. Betlemme era la città dei loro antenati. In realtà non era necessario che Maria compisse il viaggio perché solo gli uomini venivano registrati; ma ella sapeva che il suo bambino stava per nascere e non voleva essere divisa dal marito in un simile momento.

Il viaggio di Maria e Giuseppe durò quattro giorni. Giunti a Betlemme non trovarono alloggio nella locanda, così Giuseppe condusse Maria altrove. La tradizione più antica dice che egli scoprì una grotta fuori dall’abitato. Un caldo afrore di stalla: da un lato una mangiatoia, una cavità formata da argille e pietre e, in un angolo sopra a della paglia pulita, un bue. Giuseppe lega l’asinello accanto al bue. Lontano nella notte si udivano un canto di pastori e un belato di gregge. “E mentre erano lì - dice il Vangelo- si compirono i giorni del parto e Maria diede alla luce il suo primogenito Gesù, lo fasciò e lo pose a giacere sulla mangiatoia”. Nei primi gesti materni attorno a quel corpicino sbocciato dalla vita le sue mani hanno un tremore di letizia e un’armonia silenziosa di culto. Il primo culto della madre, ma del dono.Anche Giuseppe cade in ginocchio. L’asinello e il bue guardano anche loro con occhi immensi e mandano aliti caldi ad avvolgere la greppia quasi in una nuvola d’incenso.

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Il presepe

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Fu San Francesco che la vigilia di Natale del 1233 decise di ricreare la scena della Natività in una grotta sulle colline di Greccio, villaggio non lontano da Rieti. Si trattava di un presepe vivente: solo molto più tardi le persone in carne e ossa furono sostituite da statuine. L’esemplare più antico è quello realizzato dallo scultore Alfonso di Cambio nel XIII secolo e conservato nella chiesa di S. Maria Maggiore a Roma. Con il passare dei secoli, alla Sacra Famiglia si aggiunse una folla di figure di contorno, pastorelli, artigiani e lavandaie che si affollano intorno a Gesù bambino.

IL PRESEPE DI RADICI DI FORMENTINI In un locale presso la chiesa di S. Maria Annunciata di Bosco Valtravaglia è allestito un presepe artistico e originale, unico nel suo genere: autore Fermo Formentini. La particolarità di quest’opera è dovuta al fatto che tutte le figure del presepe sono costituite da radici estirpate dal suolo, nei boschi che circondano l’abitato. Nel suo laboratorio, con un delicato e paziente lavoro, Formentini ha fatto nascere nel giro di sedici anni ben centoquaranta elementi che formano il suo presepe. Radici lineari, radici curve, radici attorcigliate e anche con tonalità di colore diverso danno vita alle figure, volti sofferenti, sereni, distesi, affaticati. Formentini ogni anno sostituisce alcune figure con delle nuove, per variare le caratteristiche del suo capolavoro. È un presepe che ci riporta ad altri tempi. È visitabile alla chiesa nel periodo di Natale/ epifania dalle 14.00 alle 17.00. Per comitive o gruppi contattare l’autore telefonando allo 0332 508183

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Buon Natale!



La Stella di Natale

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“Euphorbia pulcherrima”, o “Poinsetta pulcherrima”, notissima con il nome di “Stella di Natale”. La pianta è compresa nelle duemila specie del genere euforbia ed è originaria del Messico, dove raggiunge l’altezza di circa due metri per un diametro di poco più di un metro. La pianta necessita di un clima caldo, poiché essendo molto delicata non sopporterebbe le temperature rigide dei nostri giardini. Spontaneamente cresce a cespuglio, ma nelle nostre sere si trova nel classico vaso, nelle composizioni natalizie o, in quelle più originali, ad alberello. Le foglie della Stella di Natale sono ovali-ellittiche, di un colore verde chiaro e leggermente lobate; i fiori invece sono di colore giallastro, in corimbi terminali, poco decorativi;

Buon Natale!

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mentre le foglie apicali, lunghe anche venti centimetri, disposte attorno all’inflorescenza sono spettacolari perché all’inizio della fioritura, che per noi coincide proprio con il Natale, assumono un bellissimo colore scarlatto. Alcune varietà però sono rosa o bianche. Una volta acquistata, la Stella di Natale va collocata in una posizione luminosa, anche soleggiata e tenuta a temperatura ambiente, possibilmente lontana da correnti. La pianta deve essere annaffiata con regolarità, senza mai lasciare asciugare la terra completamente; essa teme la mancanza di luce e l’eccessivo calore.


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L'Abete Ogni anno lo addobbiamo con festoni e palline colorate. Perché? Difficile dirlo: le sue origine sono piuttosto misteriose. Nei miti più antichi non manca mai un albero sacro, simbolo di nascita e rigenerazione: una visione ripresa e rilanciata dal Cristianesimo, tanto che i Padri della Chiesa definiscono Cristo “albero della vita”. L’abete ricoperto di nastri e fiocchi ha, però, la sua patria ideale in Alsazia, a Strasburgo, dove si diffuse in Germania. Il suo primo grande fan fu, nell’Ottocento, il principe Alberto, marito della regina Vittoria che lo fece conoscere agli Inglesi.

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Alla fine del secolo l’albero di Natale approdò anche in Italia. Un’assoluta novità? Non proprio. Già nel Settecento, in Liguria, si addobbavano dei rami di alloro con fichi secchi e carta colorata. FIORI FRESCHI E SECCHI PER DECORARE LA CASA A NATALE E CAPODANNO A natale e Capodanno gli ornamenti floreali rappresentano una tradizione non ignorabile. La casa addobbata con gusto a garbo sarà più festosa e accogliente. Molto indicati sono i fiori dai colori delicati, come le fresie, i ciclamini rosa chiaro o bianchi, miniature come i garofanini, anch’essi rosa e le roselline. Le rose a gambo lungo e nelle tonalità più accese, disposte in un vaso elegante, sono più consone a Capodanno. La casa si può decorare anche con fiori secchi che ravviveranno un bel cesto di vimini riempito di muschio. Fra i fiori secchi si possono inserire spighe dorate, candele, pigne colorate, argentate o naturali e minuscole decorazioni natalizie.



Curiosità LAGO D'ELIO Molti scrivono D’Elio e pensano ad Helios (sole), altri si rifanno ad Apollo Delio, una leggenda. Pare infatti che in questi luoghi, ogni 100 anni, il sole potesse assumere una forma umana, le sembianze di un bel giovane dai capelli d’oro e dallo sguardo magnetico, che in una delle sue centenarie apparizioni fece innamorare una bella pastorella del monte Borgna. Il momento magico passò e la fanciulla, consapevole di non poter aspettare che il suo amato tornasse, decise di entrare nelle acque del lago. Arrivò sulla sponda sabbiosa, nelle vicinanze della sorgente, e si immerse nelle limpide acque del laghetto e con esse si fuse per sempre per poter amare il sole che dall’alba al tramonto si riflette sulla superficie del magico specchio d’acqua.

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MESENZANA Luoghi tranquilli, i nostri; non altrettanto nel ‘500, ai tempi di San Carlo, quando i curati di Mesenzana e Brissago chiesero licenza di tenere in casa l’archibugio. Vero è che quello di Mesenzana, prete Martino Giannetti, era solito guidare i pellegrini verso il Sacro Monte a cavallo e con la spada al fianco; meno lodevolmente, con asta e dega capeggiava i conterranei contro quelli di Cassano sconfitti a Cavoi. DUMENZA Sulla strada del palone, una stele commemora la demolita chiesetta di S. Maria delle Fraccia. I Dumentini d’un tempo le tributavano grande devozione; si ricorda infatti,v ai tempi del Cardinal Federico Borromeo, nel 1596, che la Madonna della freccia aveva salvato, con la sua intercessione, Dumenza da un drago sterminatore.

Buon Natale!



La piccola fiammiferaia Era la fine dell’anno, faceva molto freddo.Una povera bambina camminava a piedi nudi per le strade della città. La mamma le aveva dato un paio di pantofole, ma erano troppo grandi e la povera piccola le aveva perdute attraversando la strada. Un monello si era precipitato e aveva rubato una delle pantofole perdute. Egli voleva farne una culla per la bambola della sorella. La piccola portava nel suo vecchio grembiule una gran quantità di fiammiferi che doveva vendere. Sfortunatamente c’era in giro poca gente: infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei preparativi della festa e la poverina non aveva guadagnato neanche un soldo. Tremante di freddo e spossata, la bambina si sedette nella neve: non osava tornare a casa, poiché sapeva che il padre l’avrebbe picchiata vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta. Le mani della bambina erano quasi gelate. Un pochino di calore avrebbe fatto loro bene! La piccola prese un fiammifero e lo sfregò contro il muro. Una fiammella si accese e nella dolce luce alla bambina parve di

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essere seduta davanti a una grande stufa! Le mani e i piedi cominciavano a riscaldarsi, ma la fiamma durò poco e la stufa scomparve. La piccola sfregò il secondo fiammifero e, attraverso il muro di una casa, vide una tavola riccamente preparata. In un piatto fumava un’oca arrosto.... All’improvviso, il piatto con l’oca si mise a volare sopra la tavola e la bambina stupefatta, pensò che l’attendeva un delizioso pranzetto. Anche questa volta, il fiammifero si spense e non restò che il muro bianco e freddo. La povera piccola accese un terzo fiammifero e all’istante si trovò seduta sotto un magnifico albero di Natale. Mille candeline brillavano e immagini variopinte danzavano attorno all’abete. Quando la piccola alzò le mani il fiammifero si spense. Tutte le candele cominciarono a salire in alto verso il cielo e la piccola fiammiferaia si accorse che non erano che stelle. Una di loro tracciò una scia luminosa nel cielo: era una stella cadente. La bambina pensò alla nonna che le parlava delle stelle. La nonna era tanto buona! Peccato che non fosse più al mondo. Quando la bambina sfregò un altro fiammifero sul muro, apparve una grande luce. In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile che le sorrideva. -Nonna, - esclamò la bambina - portami con te! Quando il fiammifero si spegnerà, so che non sarai più là.Anche tu sparirai come la stufa, l’oca arrosto e l’albero di Natale! E per far restare l’immagine della nonna, sfregò uno dopo l’altro i fiammiferi. Mai come in quel momento la nonna era stata così bella. La vecchina prese la nipotina in braccio e tutte e due, trasportate da una grande luce, volarono in alto, così in alto dove non c’era fame, freddo né paura. (Dickens)



Il regalo giusto sorprende

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a cui non bisogna rinunciare è la sorpresa. Il vero regalo deve sorprendere. Anche il rito della consegna ha molta importanza. Il momento va scelto con cura. E non c’è magia se atmosfera e confezione non sono all’altezza. Pensati anch’essi attentamente e in funzione del carattere e dei gusti della persona a cui il regalo è destinato. Il regalo va fatto in base all’età e ai gusti di chi lo riceve, ma non bisogna eccedere nell’entità quando si capisce che non è il caso di stupire. Il miglior modo per fare un regalo è utilizzare il proprio cervello, seguire i propri sentimenti e, soprattutto, non aspettare gli ultimi giorni quando le idee e le risorse sono esaurite.

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La capacità di donare è una caratteristica innata: l’atteggiamento del bambino è prendere. Quello del dono, dunque, è un comportamento adulto, che si acquisisce, e l’essere generosi è proprio di persone che abbiano raggiunto un livello ottimale di maturità. Di più: la generosità è al vertice della scala dei sentimenti. Fare regali (e Natale è un’ottima occasione) è un bene e fa bene. E per essere quello giusto il regalo deve fare più piacere a chi lo riceve che a chi lo fa. Ma il vero valore aggiunto

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Arriva Babbo Natale a industrializzato. Babbo Natale venne così messo al servizio della produzione e della vendita di prodotti di consumo. Babbo Natale è una favola per bambini, recitata dagli adulti. Una dimensione fantastica in cui ognuno gioca un ruolo preciso: i piccoli ingenuamente attendono il suo arrivo e i grandi fanno finta di crederci. Babbo Natale è diventato un amico che ci accompagna per tutta la vita nei ricordi dell’infanzia.

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Un simpatico vecchietto amato e atteso da tutti i bambini del mondo. In principio fu una necessità pubblicitaria, poi, con il passare del tempo e l’arrivo dell’abitudine, è diventato un mito, una tradizione. Una tradizione però con barba bianca, vestito rosso e guance rubizze. È un simbolo che nelle nostre parti non aveva mai avuto molto seguito; sino agli anni sessanta infatti, in Italia, Babbo Natale era un personaggio pressochè sconosciuto. Arrivò in quel periodo, importato direttamente dagli Stati Uniti, dove era stato “rivisitato” nel 1931 come testimonial della Coca Cola. I creatori della celeberrima Company americana si erano ispirati a S. Nicholas, cioè Santa Claus, che in Olanda sbarca ad Amsterdam portando doni ai bambini. Non a caso la nuova figura simbolica giunse da noi sulle ali del “boom” economico e della forzata trasformazione del nostro Paese da contadino


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La tavola di Natale La tavola di Natale, preparata con cura, con le stoviglie più preziose, i bicchieri e le posate scintillanti, acquisterà ancora più fascino se sarà abbellita dai fiori. Un discorso a parte merita il centro tavola che, come vuole la regola, dovrà essere basso per non impedire ai commensali di parlarsi e non troppo largo; la ciotola che lo contiene sarà di un colore intonato la tovaglia e ai piatti, sempre bello e delicato quello composto di fiori freschi, ma per l’occasione andranno bene anche rami di pino, candele e piccole pigne.

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DUE PIACERI ITALIANI: IL PANETTONE E IL PANDORO Gli italiani sono tradizionalisti e legati ai valori. La ricerca finalizzata a capire quanto piacciono i dolci alle feste rivela che l’85% degli abitanti del Bel Paese ama il Natale che è piacere, felicità, festa. La gran parte aspetta con ansia il momento di ritrovarsi con la famiglia, adora fare l’albero e il presepe, giocare a tombola e persino travestirsi da Babbo Natale. È in questa occasione che mangiano panettone e pandoro. Questi due dolci piacciono indipendentemente dall’età, dal sesso e dal livello sociale. Non si avvertono neppure differenze tra nord e sud e questo è un fatto significativo perché è ben noto a tutti che entrambi sono frutto dell’abilità culinaria nordica: il panettone è milanese, il pandoro veronese.

Buon Natale!


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Buon Natale e Felice Anno Nuovo! Menù Pranzo di Natale

ANTIPASTO Ventaglio di salumi misti e formaggi doc Antipasto di pesce marinato PRIMI Agnolotti ripieni di capone al sugo di arrosto e castagne Risotto con pesce spada e gamberetti SECONDI Medaglioni di vitello con crema di zucca al profumo di zenzero Filetto di branzino al cartoccio Sorbetto al mandarino Acqua, vino, caffe, panettone e spumante

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Menù di San Silvestro Aperitivo della casa ANTIPASTI Salame di cervo Bresaola di valtellina Prosciutto San Daniele Ventaglio di salmone e pompelmo Gamberetti in pastella Carpaccio di polipo con patate PRIMI A SCELTA Linguine all’astice Oppure Ravioli con funghi porcini e scaglie di pecorino SECONDO Gamberoni flambe Fiorentina alla brace DOLCE Panna cotta Panettone e spumante Zampone con lenticchie Vino rosso Cabernet Oppure Vino bianco Falanghina

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Il pranzo di Natale I prodotti regionali hanno valori forti: la tradizione, la conoscenza di “come si fanno le cose”, la qualità superiore, l’autenticità, l’idealizzazione del passato, il piacere della convivialità, le valenze salutistiche ed ecologiche. In più, i prodotti regionali hanno qualcosa di magico che si avverte soprattutto nelle occasioni di festa, quando attorno a una tavola imbandita si ritrovano insieme le famiglie con gli amici. Mai come in queste occasioni, il richiamo quasi ancestrale della terra e dei suoi frutti si fonde con quello della casa, delle radici, delle origini di ognuno. Nei profumi e nei sapori dei cibi rivivono i ricordi dell’infanzia, del passato, degli affetti più profondi. Tutte golosità da gustare insieme e da proporre con tutti gli onori sulla tavola per le feste. Quale migliore occasione per farlo se non a Natale.

I CONSIGLI DI UN BUONGUSTAIO Si mangia felici. Il pranzo di Natale, secondo un severissimo critico gastronomico, che ha assicurato gusto ed olfatto, deve essere abbondante. Nell’antipasto devono essere presenti culatello stagionato, salami, lardo e burro di montagna. Il primo piatto “importante”: ravioli di carne o pesce, oppure tortelli di zucca al burro fuso. Il secondo: per il pesce sono da preferire i tranci di spigola o di orata dalle dimensioni superlative. Dopo il pesce la carne: cappone, tacchino o gallina ripiena, magari con castagne. Dolce: la cassata o i cannolli. Ma per noi lombardi non può mancare il panettone. Frutta secca, arance grosse e succose, cuncludono il pranzo.

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Vino? Mai esagerare. Per questa festa non superare la mezza bottiglia a persona. Per finire un rhum, un whisky, una grappa non guastano.



Percorsi, salumi e violini di capra

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Nelle valli del Luinese operano diverse aziende che allevano capre di razza nera di Verzasca (in purezza o incrociata con altre razze), trasformano il latte, commercializzano formaggi e salumi e a Pasqua mettono sul mercato il tradizionale capretto. Le condizioni climatiche ambientali e l’alimentazione a base di essenze particolari, che crescono su questi pascoli montani, arricchiscono il latte di profumi ed aromi unici. Il latte è l’elemento determinante per ottenere formaggi caprini di qualità. Ciò li rende particolarmente graditi al consumatore che sceglie la tradizione e il sapore di diverse varietà di formaggi a pasta fresca e stagionata. Il latte, i formaggi e le carni sono adatte a un’alimentazione sana ed equilibrata orientata verso la riscoperta di antichi e tradizionali sapori. In particolare il latte

caprino, per le sue caratteristiche organolettiche, è facilmente digeribile e consigliato per i bambini e gli anziani. Gli allevamenti sono basati sullo sfruttamento del pascolo per otto-nove mesi all’anno e gli animali restano in stalla per l’ultimo mese di gestazione e per il periodo di allattamento naturale del capretto. Nella stagione non adatta al pascolo, l’alimentazione delle capre Verzaschesi, si basa prevalentemente su fieno e per gli animali in fase di allattamento la razione viene integrata. Dal mese di aprile le capre vengono avviate al pascolo e nei mesi successivi sono condotte agli alpeggi. Nel mese di ottobre, gli allevatori procedono alla messa in “asciutta” dei capi.

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Il bue e l'asino ubbidiente e docile. E l’asino? È un altro protagonista delle narrazioni bibliche. Nei vangeli infatti si narra di lui più volte: nella capanna di Betlemme a riscaldare il Bambin Gesù, in fuga da Erode con la Sacra Famiglia e nella trionfale entrata di Cristo in Gerusalemme, sul dorso di un’asina bianca, simbolo di intelligente umiltà. Forse proprio per questo l’asino venne ricompensato con il privilegio di essere l’unico animale a non poter essere colpito dal fulmine. Segno di protezione è la caratteristica croce scura che porta disegnata sul mantello.

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La parola “presepe” significa letteralmente “mangiatoia”, la “culla” improvvisata, secondo il Vangelo di Luca, ospitò il bambino Gesù alla sua nascita. Accanto al Bambino, soltanto un bue e un asino, che con il loro alito riscaldano l’umile giaciglio. Ma perché proprio loro? Quali simboli si celano in questi animali? Qualcuno li mette in relazione con la profezia di Isaia, che accusando il popolo di Israele di essere sordo alla parola di Dio, lo contrappone alla mansuetudine e alla docilità del bue e dell’asino. Il bue è simbolo di carattere forte, ma paziente, sottomesso,

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Voci al femminile NATALE Dice l’angelo: Gloria in excelsis Deo, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Pace a te persona cara, pace a voi che mi amate, pace a tutti voi nel nome di Gesù che scese in terra e portare la salvezza. Pace a te mamma che mi hai dato la gioia di aprire gli occhi alla luce del giorno, di guardare il sole nascente, le stelle nel firmamento. Pace a me, pace a lui. Mentre Maria adagiava Gesù sulla paglia, il mistero compiuto era già. La cometa appariva all’istante, annunciando al mondo l’evento divino: è nato Gesù! Gloria in excelsis Deo! Cantano in coro gli angeli in cielo Mentre in terra suonano le cornamuse. È nato Gesù! Venite o re dall’Oriente La stessa vi dice: è nato Gesù!

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Ines Binda

NOTTURNO A COLMEGNA Ombra nelle tenebre accanto ad un balcone scruto la notte, ne ascolto la musica. Un coro di voci si intona All’orchestra del creato, canta l’amore, gli affanni ricorda chi alle nevi salì. Silenzio! una fuga di note, un canto di fisarmoniche si innalza e si effonde per le vie di Colmegna adagiata sul lago nel pulviscolo delle stelle. Angela Frigeridi


Buon Natale!


Cantiamo insieme

Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor, tu disceso a scontare l’error, tu sol nato a parlare d’amor, luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor, tu di stirpe regale decor tu virgineo, mistico fior, luce dona alle menti, pace infondi nei cuor.

BIANCO NATALE Quel lieve tuo candor, neve, discende lieto nel mio cuor. Nella notte santa il cuore esulta d'amor: è Natale ancor! E viene giù dal ciel, lento, un canto che consola il cuor che mi dice: spera anche tu è Natale, non soffrire più. Nella notte santa il cuore esulta d'amor: è Natale ancor! E viene giù dal ciel, lento, un canto che consola il cuor che mi dice: spera anche tu è Natale, non soffrire più è Natale, non soffrire più

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Poesie di Vittorio Sereni Vittorio Sereni, una delle voci più alte della poesia del novecento italiano. Vittorio nacque a Luino il 27 luglio 1913 e si spense a Milano il 10 febbraio 1983 e riposa a Luino nella tomba di famiglia.

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ECCO LE VOCI CADONO Ecco le voci cadono e gli amici sono così distanti che un grido è meno che un murmure a chiamarli. Ma sugli anni ritorna il tuo sorriso limpido e funesto simile al lago che rapisce uomini e barche ma colora le nostre mattine.

SUL TAVOLO TONDO DI SASSO Sul tavolo tondo di sasso due versi a matita, parole per musica fiorite su una festa. Di occhi ardenti, di capelli castani? Come fu quel tuo giorno, e tu com’eri? E oggi qui attorno la quiete dei vetri indifferenti, oggi il minuto sfaccendare dei passeri là fuori. SOLO VERA È L’ESTATE E QUESTA SUA... Solo vera è l’estate e questa sua luce che vi livella. E ciascuno si trovi il sempreverde albero, il cono d’ombra, la lustrale acqua beata e il ragnatello tessuto di noia sugli stagni malvagi resti un sudario d’iridi. Laggiù è la siepe labile, un alone di rossa polvere, ma sepolcrale il canto d’una torma tedesca alla forza perduta. Ora ogni fronda è muta compatto il guscio d’oblio perfetto il cerchio.

Buon Natale!


Buon Natale!




Piero Chiara: il cantore del Verbano Ecco alcuni passi tratti da libri di Piero Chiara, tutti pubblicati da Mondadori, dove lo scrittore evoca le magiche atmosfere del lago e i segni della memoria.

“Al tramonto, dopo aver toccato una dopo l’altra l’Isola Bella e l’Isola Pescatori, andammo a dar fondo nel porto di Stresa (...) “Ho visto il lago color madreperla con le isole immerse nella bruma che prendevano forma lentamente, come in acquarello cinese o giapponese, mi pareva un sogno”. DA “IL CAPPOTTO DI ASTRAKAN” “Nell’angolo vicino alla vetrata quattro clienti giocavano uno dei magri pokerini che servono, nei paesi, a passare il pomeriggio. Avvolti nel fumo delle sigarette con le tazze di caffè sui tavoli di fianco, in silenzio, i quattro spillavano carte e ramazzavano gettoni”.

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DA “LA STANZA DEL VESCOVO” “Il sole non si era ancora alzato, ma un bagliore rossiccio annunciava, dietro Luino, una lucida mattina di vento, di quelle che sembrano chiudere l’estate, dopo il Ferragosto, quando il lago, come una donna che cambia d’abito, perde i suoi colori tenui e leggeri per vestirsi di azzurro intenso e qualche volta di scuro turchino, se al mattino lo spazza la tramontana e lo ripettina al pomeriggio l’inverna”.

DA “ERA INVERNO”, IN CON LA FACCIA PER TERRA E ALTRE STORIE. “L’inverno mi pareva un personaggio vivo, e il lago, le piante, il battello, tanti esseri che prendevano vita e sostanza alle sue parole e ai suoi gesti. Senza pensarci, mi insegnava a vedere il mondo, a conoscere la vita, a sapere come prenderla, a trovarci gusti e navigarla con calma.”

Buon Natale!

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Cotechino con lenticchie Il cotechino con le lenticchie è un piatto tipico del menù delle feste natalizie ed in particolar modo della notte di capodanno perché la tradizione vuole che mangiare un pezzetto di cotechino prima della mezzanotte, sia di buon augurio per l’anno nuovo.Tanto per chiarire iniziamo col dire che il cotechino è una cosa completamente diversa dallo zampone: infatti, nonostante sia un insaccato di maiale identico allo zampone per il contenuto, il cotechino è insaccato nelle budella del maiale mentre lo zampone, come dice la parola stessa, nella zampa. Per quanto riguarda le origini, possiamo dire che il cotechino nasce come piatto povero che mangiavano i contadini abitualmente con le zuppe di legumi ed il minestrone. Prodotto tipico dell’Emilia Modena, il cotechino era anticamente preparato solo ed esclusivamente dai “lardaroli” ed i “salsicciari” gli ex “beccai”, che si unirono in corporazione autonomo solo a partire dal 1547. In realtà la prima citazione riguardo al cotechino viene fatta solo duecento anni dopo. L’ importanza che ha assunto il cotechino ai giorni nostri la si deve però al grande padre della cucina italiana Pellegrino Artusi che, nella sua immensa opera, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, parla del famoso “cotechino fasciato”.

Il famoso risotto alla milanese

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SAPETE COME FU INVENTATO? Si racconta che Mastro Valerio da PROFONDO VALLE, fiammingo, per colorare le vetrate del Duomo di Milano usasse anche lo zafferano. Aveva una bella figlia che sposò uno dei suoi “garzoni”. Al pranzo di nozze era previsto del riso al burro e un collega dello sposo era impegnato a sorvegliare la cottura, ma per un gesto brusco, urtò un sacchetto contenente lo zafferano necessario alle vetrate, che andò a cadere sul risotto. Spaventato continuò a gridare macchinalmente e poi assaggiò; gli parve buonissimo e fu servito.Tutti gli ospiti ne furono entusiasti! E così nacque il risotto giallo alla Milanese, che acquistò sempre maggior forma.


Trattoria - Pizzeria

“da Gennaro” le a t a N vo Buon o u N nno A e c eli

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Cannelloni di crêpe al prosciutto Prima di iniziare preparare la besciamella. INGREDIENTI: 500 ml di latte, 40 gr di burro, 40 gr di farina, 2 tuorli, q.b. noce moscata, q. b. sale e pepe. PREPARAZIONE: scaldate a temperatura tiepida il latte. In un’altra casseruola fondete a fuoco bassissimo il burro.Aggiungete la farina e mescolate con una frusta per tre minuti, fino a ottenere una consistenza ben omogenea. Unite il latte tiepido senza smettere di mescolare. Quando il composto raggiungerà l’ebollizione regolate di sale, pepe e noce moscata, senza smettere di mescolare per almeno un minuto dall’ebollizione. Spegnete il fuoco e unite i tuorli, sempre mescolando con un certo vigore ed evitando con la massima cura che si formi il minimo grumo. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente.

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Quindi cominciamo e prepariamo le crêpe. INGREDIENTI: 2 uova, 2 cucchiai di farina 00, 1 bicchiere di latte, q.b. sale. PREPARAZIONE: unisci farina e uova, mescolando bene in modo da ottenere una crema uniforme e senza grumi. Quindi aggiungi un pizzico di sale e versa a poco a poco il latte, a filo, continuando sempre a mescolare. Il segreto per una buona riuscita è che l’impasto sia assolutamente uniforme. Fai sciogliere a fiamma molto bassa in un padellino un fiocchetto di burro. Appena si scioglie, unisci immediatamente una cucchiaiata di pastella. Gira subito la crêpe quando si è indurita sul fondo. Quando si rassoda anche l’altro lato, toglila dal fuoco e lasciala riposare, bene aperta, mentre ripeti il procedimento fino ad esaurire tutta la pastella. Non dimenticare di ripar-

tire del burro ogni volta, molto poco, ma sempre necessario per ogni crêpe.

INGREDIENTI (per 4 porzioni): 400 gr di prosciutto cotto, 2 uova, 2 cucchiai di farina 00, 1 tazza di besciamella, 1 bicchiere di latte, q.b. Parmigiano Reggiano, q.b. sale, burro. PREPARAZIONE: trita il prosciutto cotto finemente, quindi mescolalo insieme al Parmigiano Reggiano, in quantità a tuo piacimento. Regola di sale e aggiungi al ripieno due cucchiai di besciamella. Comincia a far scaldare il forno a 180 gradi. Deposita una cucchiaiata del ripieno sopra ognuna delle tue crêpe, quindi racchiudilo proprio come se fossero dei cannelloni, avvolgendole a una a una. Imburra una pirofila e sistemaci i tuoi cannellonicrêpe ripieni. Quindi ricoprili con la restante besciamella, facci piovere sopra qualche fiocco di burro e una grattugiata di Parmigiano Reggiano e passa in forno a gratinare per mezz’ora. Servili caldissimi!

Buon Natale!


Osteria del Bacco da Achille e Roberta

La sala principale è un ambiente rustico e caldo. Con una capacità di circa 80 posti a sedere è ambiente ideale per pranzi e cene di lavoro e di gruppo, cerimonie e ricorrenze varie. Adiacente la sala vi è una splendida saletta appartata per feste di gruppo.

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Buon Natale!

Durante il periodo estivo è posssibile mangiare all’aria aperta usufruendo della veranda esterna in legno. A disposizione un'ampia sala con camino, che può contenere circa 60 ospiti. La cucina è di tipo tradizionale gestita direttamente dal titolare che ad ogni stagione propone quella adeguata: nel periodo estivo i menù sono a base di pesce; nei mesi autunnali a base di funghi. Nei mesi invernali i piatti sono a base di polenta accompagnati con la selvaggina.

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Involtini di melanzane alla pizzaiola scolate, lasciate riposare. Tirate fuori le melanzane, e alzate il forno a 200°. Posate le melanzane su un foglio di carta assorbente e lasciatele raffreddare. Distendete bene le fette di melanzana. Al centro di ognuna, utilizzando un cucchiaio di legno, depositate un po’ di ripieno. Arrotolate le melanzane creando gli involtini. Fermateli con uno stecco. Nella teglia, versate il restante olio d’oliva e posate le melanzane. Rimettete gli involtini in forno per altri 10 minuti. Servite caldi!

Ingredienti: 750 g melanzane 450 g pomodorini 250 g mozzarella 6 cucchiai olio extravergine d’oliva 10 foglie di basilico un ciuffo maggiorana un ciuffo origano un rametto timo un ciuffo prezzemolo q.b. erba cipollina q.b. sale e pepe

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Procedimento: Preparate un tegame di acqua tiepida, salata. Mondate le melanzane, e tagliatele a fette dello spessore di un centimetro. Passate le fette di melanzana nell’acqua e lasciatele macerare per un’ora. Intanto tritate le erbe, tranne il basilico, e unitele tra loro. Accendete il forno a 180°. Spennellate una teglia da forno con poco olio. Recuperate le melanzane e scolatele bene. Passatele nella teglia unta. Spolverateci sopra il trito di erbe. Mettetele in forno per 10 minuti. Intanto tagliate a pezzetti di uno o due centimetri di lato la mozzarella, in una terrina. Aggiungeteci i pomodorini tagliati in quattro. Aggiungeteci qualche il basilico a foglie spezzate a metà. Regolate di sale & pepe. Dorate con due cucchiai d’olio e me-

Buon Natale!


Buon Natale!


I biscotti di Natale Ingredienti per i biscotti al burro: - 500 gr di farina 00 - 170 gr di zucchero - 250 gr di burro Per la glassa: - 1 albume - 200 gr di zucchero a velo Procedimento: Sciogliete il burro a bagnomaria o in microonde, versatelo in una bacinella, aggiungete lo zucchero e cominciate ad amalgamare. Aggiungere a pioggia un po’ per volta la farina setacciata e impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo. Coprite il panetto con pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per un paio d’ore. A questo punto stendete l’impasto dello spessore di 1 cm e ricavatene le forme preferite con l’aiuto degli stampini (alberi di Natale, pupazzi di neve, palle di Natale, stelle e tutto quello che vi piace).

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Infornate i biscotti in una teglia coperta da carta forno per 20 minuti a 180°C. Fate raffreddare i biscotti al burro prima di decorarli.

Buon Natale!


S. Silvestro 2019: MenĂš Ă la carte


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Tisana alla canapa

La tisana alla canapa, oppure il tè, è un buon modo per rilassarsi soli o in compagnia, dopo una giornata, come spesso accade, fatta di preoccupazioni, ansie e tanti impegni.

Oggi sappiamo, grazie a diversi studi scientifici, che la tisana alla canapa può essere un modo efficace per combattere naturalmente problemi come emicrania, insonnia, alleviare i sintomi di ansia, stress e riduce l'incidenza del diabete. Tutto questo è possibile grazie all’azione dei principi attivi presenti nella pianta di canapa, il CBD e il THC . Tali principi attivi, infatti, svolgono una funzione rilassante e ansiolitica ed è per questo che utilizzare prodotti alla canapa, come tè e tisane, aiutano a rilassare e a regolare il sonno.

Riscoperta recentemente, la tisana e i decotti di canapa hanno origini davvero lontane nella storia: antiche culture e civiltà utilizzavano già questa pianta per fare decotti per scopi anestetici e antinfiammatori. Pensate addirittura che i tè e le tisane alla canapa erano ampiamente diffuse per il trattamento di diverse problematiche come epilessia, fibromialgia, nausea, mal di testa, ma anche per sedare i dolori dovuti al parto.

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DA ''MB GROW'' DISPONIBILI : Tisana FIOR DI CANAPA da 10 e 20 gr. Olio al cbd 10% 15% 20% Semi da collezione (esclusivamente per uso collezionistico e/o per la preservazione genetica.) e semi certificati (in linea con le normative vigenti in stato Italia) per far crescere questa splendida pianta, ricca di benefici che può dare, all'uomo e all'ambiente! ...e molte altre novità!!



La leggenda del vischio

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C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L’uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all’amicizia e ai rapporti umani. L’andamento dei suoi affari era l’unica cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca. Per avere sempre più soldi a volte si comportava in modo disonesto e approfittava dell’ingenuità di alcune persone, ma tanto a lui non importava perché non andava mai oltre alle apparenze. Non voleva conoscere coloro con cui faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi, e per questo motivo nessuno gli voleva bene. Una notte di dicembre, ormai vicino a Nata-

le, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata. Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti. Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini. Ad un certo punto cominciò a sentire qualcuno he pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L’uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì. Per tutta la notte ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d’amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri, che sfamavano a fatica i figli, che altre persone soffrivano la solitudine, oppure che non avevano mai dimenticato un amore in gioventù. Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle altre persone che vedeva tutti i giorni, l’uomo cominciò a piangere. Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato. …e le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle. Era nato il vischio.

Buon Natale!


Buon Natale!


Treno straordinario per il Paradiso

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Avvertenze: fratello, il biglietto lo devi acquistare con l’amore a Dio e ai fratelli, procurare molto prima della partenza, consegnare a Dio al termine di corsa. Prescrizioni: fratello, è stabilito che: se avrai il biglietto non in regola, dovrai sostare nella penultima stazione per Grandi Riparazioni (Purgatorio); se sarai sprovvisto di biglietto dovrai prendere il treno istradato per il “Binario Morto” (Inferno). Fratello, nell’attesa, pensa al tuo biglietto e chiedi spesso la verifica al confessore. Così fece San Francesco, che ti augura pace e bene”.

Stazione di Luino - Foto: Martino Chiesa

Padre Oddo Tesei, cappellano dei ferrovieri del dipartimento di Ancona, che comprende Marche, Umbria, Abruzzi e parte del Lazio e dell’Emilia Romagna, in occasione dei festeggiamenti del 50° di ordinazione sacerdotale, ha offerto ai numerosi presenti il biglietto di S. Francesco dal titolo “TRENO STRAORDINARIO PER IL PARADISO” in cui con citazioni bibliche ad ogni pensiero, si legge così:“Fratello, frate Francesco ti ricorda che c’è un treno anche per te! Il Dirigente lo farà partire da ogni stazione, in orario, senza segnale. Sarà Diretto, se avrai osservato i comandamenti. Espresso, se avrai praticato le beatitudini. Rapido, se avrai amato anche la Madre di Dio.

Buon Natale!


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Proverbi locali “La nev dicembrina per tri mes la se sampigna” (la neve caduta a dicembre si calpesta per tre mesi) “Seren de noecc u var un pieucc” (sereno di notte non vale un pidocchio, non è preludio di una buona giornata) “Ul temporal de matin u ga né co né fin” (Il temporale mattutino non ha inizio né fine, nel senso che dura per un tempo determinato) “Tempural de Lugan, piancc ul fieul cul pan in man; tempural de la Madona dul Mond ciapa la sapa e vala a scond” (Temporale proveniente da Lugano: piange il bambino, ma col pane in mano; temporale che viene dalla madonna del Monte - Sacro Monte di Varese prendi la zappa e valla a nascondere). “Quand ul soo us volta indree, u fa bel al di andree” (Quando il sole al tramonto si volge indietro facendo capolino tra le nuvole, farà bello il giorno dopo).

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“Ul pan di alter u ga sett crost” (Il pane degli altri ha sette croste, è duro da mangiare) “Una bella gesa l’ha ga de vegh un bel campanin” (Una bella chiesa deve avere un bel campanile, allusione al naso) “Vestis na scoa, la par na sposa” (Vesti bene una scopa, una ragazza mediocre, sembrerà una sposa) “Un paa u mantegn sett fieu, ma sett fieu i mantegn mia un pa” (Un padre mantiene sette figli, ma sette figli non mantengono un padre) “Fieu picul, fastidi de picul, fieu grand, fastidi de grand” (Figli piccolo, preoccupazioni da piccoli, figli grandi, preoccupazioni da grandi)



Luino e le valli dell'entroterra

Foto: Martino Chiesa

La bellezza del paesaggio di Luino, del suo lago e delle sue valli, ha persino ispirato Hemingway che in “Addio alle armi” ha descritto la cittadina come una breccia a forma di cuneo che si apre tra le montagne dove il lago si allunga. Ed è proprio così che Luino si trova in un’amena posizione sulla quale convergono le valli dell’entroterra:Travaglia,Veddasca e Dumentina.

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Qui l’uomo arrivò secoli e secoli fa: numerosi sono stati i ritrovamenti a Curiglia con Monteviasco, con un centinaio di incisioni rupestri, sul masso delle Croci e le effigie rinvenute sul versante opposto, ovvero sul masso grande dell’Alpone. Fra i reperti più rilevanti c’è il Sasso di Piero a poca distanza dell’omonimo villaggio che oltre alla classiche incisioni di simboli e lettere presenta due figure umane, con particolare rilievo per quella che indossa una sorta di cappuccio. Il masso di Montegrino riporta le immagini di un guerriero e di un

sacerdote mentre sul masso della Ca’ Moga di Voldomino c’è l’immagine del dio Gallico Cernunno affiancato da un personaggio femminile. Si tratta di reperti risalenti all’età del ferro e come accade di solito essi vengono collegati a simbologie religiose di vario genere. Ritrovamenti archeologici di epoca celtica sono stati trovati alla Rocca di Caldè. La presenza romana è meno documentata da reperti, anche se a Luino è stato ritrovato un sepolcretto e se le fornaci di Caldè operavano fin da allora. Ma è dal medioevo che questa zona cominciò ad accrescere la sua importanza: la sua posizione strategica favorì la costruzione degli odierni centri abitati attorno alle torri e alle fortificazioni eretta a presidio dei transiti, testimonianze di questo periodo e dell’organizzazione longobarda sono ancora visibili a Pino,Voldomino, Germignaga e Maccagno. La Pieve di Travaglia si estendeva su quasi tutto il territorio delle valli ed aveva come centro, prima della Chiesa di Domo e poi la collegiata a Brezzo di Bedero, mentre l’organizzazione civile, giurisdizionale e fiscale si raccoglieva attorno a un sistema di corti regie. Successivamente, anche questa regione dell’alto Verbano venne inglobata nel ducato milanese e ne seguì le sorti.

Buon Natale!


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Brezzo di Bedero: il presepe vivente nei loro costumi, l’illuminazione studiata per dare risalto ai vari quadri, sacri e profani, che con spiccato realismo costituiscono l’insieme.

Nell’ambito delle manifestazioni popolari che si richiamano ai canoni più genuini della tradizione lombarda, il presepe vivente di Brezzo di Bedero occupa un posto di tutto rilievo.

La presentazione ha luogo la Vigilia di Natale e si conclude all’Epifania con l’arrivo dei Re Magi e la distribuzione della calza con leccornie da parte della Befana, a tutti i bambini presenti. La tradizione del presepe vivente è mantenuta grazie alla Pro Loco. La sacra rappresentazione avrà inizio alle ore 22.15 del 24 dicembre.

Ha luogo nell’ampia e suggestiva area che fronteggia l’antica Canonica (monumento romanico del XII secolo e sede delle manifestazioni organistiche note in Italia e all’estero).

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La rievocazione storica si basa sulla sapiente ricostruzione del presepe classico italiano: le capanne dei pastori, le attività artigianali con modelli fedelmente copiati dall’originale, le decine di comparse

Iniziative natalizie ARCISATE (VA) - 24 NOVEMBRE 2019 Magia di Natale ad Arcisate

BISUSCHIO (VA) - 1 DICEMBRE Natale "Fuori dal Comune"

BREZZO DI BEDERO (VA) - 24 NOVEMBRE Il Mercatino di Natale

CASCIAGO (VA) - 1 DICEMBRE Natale Insieme a S. Eusebio

SOMMA LOMBARDO (VA) 30 NOVEMBRE - Natale al Castello

COMERIO (VA) - 1 DICEMBRE Mercatini natalizi

BESANO (VA) - 1 DICEMBRE Mercatini di Natale Besano

VARESE SANT'AMBROGIO - 7 DICEMBRE Sant'Ambrogio in Strada


Eventi a Porto Valtravaglia 17 NOVEMBRE - Via Roma mercatini di Natale In caso di maltempo presso il Salone Colombo 14 DICEMBRE - ore 21:00 - Salone Colombo concerto di Natale 31 DICEMBRE - Salone Colombo veglione di capodanno


Eventi a Germignaga In collaborazione Pro Loco, Amministrazione Comunale, Commercianti Germignaga

Illuminazione vie del paese: 1 dicembre 2019 - 6 gennaio 2020 Sabato 7 dicembre ore 20:30 - alla Colonia Tombola PRO LOCO con panettone offerto Venerdì 13 dicembre ore 20:45 al Cinema Teatro Italia Concerto di Natale (corpo musicale) Venerdì 20 dicembre ore 20:45 alla Colonia Pro Loco e Comune di Germignaga presentano Concerto di Natale con: Adele Cossi mezzosoprano - Mirko Provini tenore - Riccardo Bricchi organo Sabato 21 dicembre - area pedonale via Cadorna NATALE DEI BAMBINI ore 10:00 Mercatini (solo prodotti ed associazioni locali) ore 15:00 ritiro lettere a Babbo Natale e distribuzione dolcetti Ore 15:30 Spettacolo bambini con "Betta"

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Domenica 22 dicembre ore 12:00 Bar Pescatori Polenta e Spezzatino

Martedì 31 dicembre Via Toti al Cantun ULTIMO DELL'ANNO AL CANTUN ore 11:30 - 12:30 Canti popolari con "La sciuera" ore 12:00 Pranzo con polenta salsicce e cipolle ore 15:00 Intrattenimento con il chitarrista Lorenzo Bertocchini ore 15:30 Caldarroste e vin bruleè ore 17:30 Suona la banda cittadina ore 18:00 "se brüsa ul vècc" ore 18:20 Spettacolo pirotecnico SE BRÜSA UL VÈCC Un altro anno arriva al capolinea e nella sera di San Silvestro alle ore 18, come è tradizione, gli si dà l’addio appiccando il fuoco ad un fantoccio di proporzioni considerevoli (oltre 4 metri di altezza) posto nel greto del torrente San Giovanni. Il beneaugurante rito è accompagnato da uno spettacolo pirotecnico che saluta con qualche ora di anticipo l’arrivo dell’anno novello. Non mancheranno per l’occasione cioccolata calda e vin brulè per riscaldare il cuore e lo spirito dei presenti. Farà da cornice con allegra marcette il corpo musicale S. Cecilia di Germignaga.

Buon Natale!


Buone feste


Eventi a Porto Ceresio 24 DICEMBRE Mercatino Domenicale (Pro Loco) 1 DICEMBRE Mercatino di S. Ambrogio (Parrocchia) 8 DICEMBRE Mercatino della Domenica (Pro Loco) 14 DICEMBRE Festa Natale Ceresium 15 DICEMBRE Inaugurazione mostra e passeggiata dei presepi 14^ mostra dei Presepi (Biblioteca comunale - Parrocchia S. Ambrogio) 22 DICEMBRE Mercatino Domenicale (Pro Loco) 24 DICEMBRE Fiaccolata da Ca' del Monte Notte di natale (alpini) Messa di Mezzanotte 6 GENNAIO 2020 Arriva la Befana (Famiglia Ceresina)

58 Buon Natale!


BUONE FESTE!


Eventi a Brinzio 8 DICEMBRE 20a pedala con i campioni - giro cicloturistico dell’alto varesotto con i campioni del ciclismo provinciale 14 DICEMBRE - ore 20:45 Concerto di Natale concerto natalizio nella chiesa parrocchiale www.prolocobrinzio.it 24 DICEMBRE Auguri di Natale scambio degli auguri dopo la S. Messa di mezzanotte con panettone e vin brûlé www.prolocobrinzio.it 25 DICEMBRE Apertura presepi artistici nella parrocchiale ed in alcuni angoli del paese INVERNO 2019/2020 Attività sciistica centro fondo noleggio sci e ciaspole, lezioni con maestri della scuola italiana sci www.centrofondobrinzio.it 5 gennaio 2020 - dalle ore 20:45 Befana del Fondista fiaccolata sulla neve, distribuzione doni ai bambini

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Iniziative natalizie BUSTO ARSIZIO (VA) - 7 E 8 DICEMBRE Fiera di Natale VEDANO OLONA (VA) - 8 DICEMBRE Piccoli Commercianti Crescono SOLBIATE ARNO (VA) - 15 DICEMBRE L'è Natal a Sulbià - Mercatino natalizio GORLA MINORE (VA) - 15 DICEMBRE Natale in piazza Montale

VARESE XMAS VILLAGE Dal 30 novembre al 6 gennaio le vie e le piazze del centro di Varese si trasformeranno in uno straordinario Villaggio di Babbo Natale: le casette di legno alpine, i mercatini, le luminarie, i giochi per i bambini, la pista di pattinaggio e tanto altro. Piazza della Repubblica ospita ogni giorno un programma natalizio da non perdere: oltre al villaggio di Babbo Natale, ci saranno l'angolo Street Food, la giostrina allegra fattoria e lo stand delle associazioni.



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Eventi a Luino

8 - 15 - 23 DICEMBRE in P.zza Libertà Stand fotografico con Babbo Natale e omaggio della foto Nataline con dolce cioccolata 8 - 15 - 23 DICEMBRE Presso il Parco Ferrini Carrozza di Babbo Natale con i pony DAL 30 NOVEMBRE AL 2 FEBBRAIO Pista del ghiaccio

Buon Anno

Bella sacra poverella, / di quest'an che se ne va voglio togliere in gidello / di letizia e di bontà. / Poi la dono a quel fratello, che gioviale e ridanciano, / se ne vien tirando appresso, / una ronda capricciosa di giornate, / di stagion, / settimane e mesi vari, /nella ridda di una danza, fatta solo dall’illusion. / “Ave a te, anno novello”! / Così carco di promesse, porgi a tutti lieti doni, / per la vita e per l’amor. A. F.

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La befana La Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa e compie innumerevoli prodigi. A volte, è vero, lascia un po’ di carbone ), ma in fondo non è cattiva. Curioso personaggio, saldamente radicato nell’immaginario popolare e, seppure con una certa diffidenza, molto amato.

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Fata, maga, generosa e severa... ma chi è, alla fine? C’è chi sostiene che è vecchietta sdentata e dal naso adunco, vestita con una blusa e una sottana polverose,

brutta ma benefica che viaggia a cavallo dell sua scopa e si cala per i camini per lasciare nelle case doni per i bambini buoni e pezzi di carbone per i bambini birichini. Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. Per farvi portare i doni dalla Befana c’è un metodo infallibile: dovete appendere al caminetto della casa (ma chi non ha un caminetto può trovare un qualsiasi altro posto, vicino a una porta o a una finestra) la calza più grossa che avete: vedrete che la mattina dell’Epifania la troverete riempita di doni di ogni sorta!


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