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La Carta di Venezia: Tavolo interregionale “Adria Po Valley”

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Verona

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Le trasformazioni del Veneto dagli anni 90 ad oggi: profilo statistico

Recupero dello Jutificio a Piazzola sul Brenta - Vincitore del Premio Piccinato nella prima edizione, sezione progettisti (AA) I dati sull’attuale sistema economico-sociale evidenziano la lenta metamorfosi che ha interessato il Veneto negli ultimi anni e una generale riconfigurazione delle componenti economiche. In questo particolare momento di difficile congiuntura economica, in linea con quanto avviene a livello nazionale e comunitario, anche il Veneto si trova in una situazione di stasi, dopo lo straordinario sviluppo di un recente passato. Ma una lettura più attenta sia dei peggiori periodi di crisi, come dei momenti di rialzo dei ritmi di crescita, ci permette di leggere una realtà in evoluzione che nell’ultimo periodo ha conosciuto dei momenti di saturazione fisiologici del proprio sviluppo economico, ma si avvia a riadeguarsi ai mutati assetti strutturali, quali i forti cambiamenti demografici e territoriali, ed alle diverse condizioni di contesto economico internazionale ed interno. Nella necessità di un rapido adattamento ai cambiamenti della società, il Veneto è espressione delle aree a maggiore velocità di crescita in ambito nazionale, ed emanazione di una centralità europea oggi in fase di arduo lavoro per guadagnarsi posizioni dignitose ai tavoli mondiali.

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Le dinamiche demografiche negli ultimi decenni

La trasformazione sociale e territoriale del Veneto negli ultimi decenni traspare nettamente dall’evoluzione demografica: la popolazione ha sempre continuato ad aumentare fino a raggiungere i 4.832.340 abitanti alla fine del 2007, pari a una densità di 262,6 abitanti per kmq. Negli ultimi trent’anni la popolazione è cresciuta del 12,6%, con un ritmo di 3,7 persone all’anno ogni 1.000 abitanti. L’espansione demografica ha interessato il 72% dei comuni del territorio regionale, nei quali risiede quasi il 65% della popolazione, situati principalmente nella fascia centrale del territorio regionale; i comuni afflitti dallo spopolamento, invece, sono in prevalenza quelli della zona montana e della bassa pianura padana. I capoluoghi dell’area centrale e le rispettive cinture concentrano le maggiori trasformazioni che si sono verificate negli ultimi anni. Le cinture urbane registrano un sostenuto sviluppo demografico, generalmente con tassi di incremento annui superiori al 10 per mille se non, recentemente, addirittura del 15 per mille. Per quanto riguarda i comuni capoluogo, se tutti gli anni Novanta hanno segnato una perdita di popolazione, a partire dai primi anni del 2000 si assiste ad un’inversione di tendenza,

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Tutta la popolazione

Femmine Maschi

Popolazione Straniera

Femmine Maschi

Distribuzione della popolazione residente per età - Veneto. Anno 2007, Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico su dati Istat

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più spiccata per Verona e Vicenza, mentre continua il declino demografico del capoluogo veneziano. È il 2012 l’anno in cui si prevede il raggiungimento della soglia dei 5 milioni di abitanti per la popolazione veneta. Nei prossimi dieci anni le province che registreranno una crescita di popolazione più consistente saranno Treviso (+15,3%), Verona (+11,2%) e Vicenza (+11%); Rovigo sarà invece la provincia con un incremento più lento (+1,8%), a fronte di una crescita regionale dell’8,1%. Il ritmo di crescita della popolazione nella nostra regione appare più sostenuto rispetto all’intero territorio nazionale. A fare la differenza in Veneto è la crescita migratoria più consistente, ossia una maggiore attrattività della nostra regione, soprattutto nei confronti di coloro che arrivano dall’estero. Nel 2007 gli stranieri in Veneto sono 403.985, incidono sulla popolazione totale per l’8,4% e in dieci anni sono quasi quintuplicati.

La popolazione straniera migrante in Veneto risulta mediamente giovane: per il 77,4% sono persone in età lavorativa, contrariamente al 66,4% per la popolazione complessiva. Tuttavia il contributo della componente straniera rallenta solo in parte il processo di invecchiamento in atto in Veneto, in linea con le tendenze demografiche nazionali, seppure in maniera meno accentuata. Se nel 1981 gli anziani rappresentavano il 13% della popolazione, oggi sono oltre il 19%, e fra dieci anni costituiranno circa il 22%, ossia più di un milione. Il contesto occupazionale resta tendenzialmente positivo. Nel corso dell’ultimo decennio il livello di occupazione è cresciuto nell’ordine di oltre 6 punti percentuali, sia a livello nazionale che regionale, così come si è assistito ad un forte decremento del tasso di disoccupazione, meno 3 punti percentuali per il Veneto, dove la disoccupazione è ormai a livelli fisiologici, e meno 5 punti percentuali per l’Italia. Nel 2007 il numero di occupati in Italia cresce ancora, quasi il 14% in più rispetto al 1997; anche il Veneto ha mantenuto un trend positivo, con una crescita superiore al 16% degli occupati rispetto a dieci anni prima. Ancora una volta un contributo rilevante proviene dalla componente straniera, che incide per ben il 66% sul totale dei nuovi occupati, dato che riflette in parte, probabilmente, anche l’effetto dell’allargamento dell’Unione Europea e l’ingresso facilitato nel mercato lavorativo di rumeni e bulgari.

Tasso di occupazione (*). Veneto e Italia - Anni 1995:2007, (*) Tasso di occupazione = (occupati 15-64 anni / popolazione di 15-64 anni) x100, Elaborazione Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Istat

Popolazione residente in Veneto (dati in migliaia) - Anni 1987:2007, Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico su dati Istat

I livelli occupazionali del Veneto sono costantemente e significativamente superiori alla media nazionale. Nel 2007 la quota di popolazione fra i 15 e i 64 anni che risulta occupata è pari al 65,8%, superiore anche al dato medio europeo calcolato per i 27 Paesi pari a 65,4% e in aumento rispetto all’anno precedente (+0,3 punti percentuali). Nel contempo, nel 2007 il tasso di disoccupazione continua a scendere registrando in Italia un valore pari al 6,1% contro il 6,8% del 2006, il tasso più basso di questo ultimo decennio. Anche il Veneto è protagonista di una forte diminuzione del tasso di disoccupazione: con un valore pari a 3,3% contro il 4% del 2006, il Veneto mantiene una posizione privilegiata tra le regioni italiane, quarta nella graduatoria regionale, due posizioni in meno, oltretutto, rispetto all’anno precedente. Davanti al Veneto compaiono con diminuzioni più consistenti solo Trentino Alto Adige (2,7%), Emilia Romagna (2,9%) e Valle d’Aosta (3,2%).

La trasformazione del settore imprenditoriale veneto

Se si considera il complesso delle imprese venete operanti in tutti i settori economici si nota una buona solidità. Nel periodo che va dal 2000 al 2007, osservando i dati riguardanti la natalità e la mortalità delle imprese venete, il saldo imprenditoriale regionale medio è stato pari allo 0,5%, a fronte dell’1,3% nazionale, con 189 comuni veneti su 581 che hanno registrato un saldo imprenditoriale superiore a quello regionale. Verona è la provincia che presenta la più alta percentuale di comuni con saldo imprenditoriale superiore alla media regionale, 59,2%, seguono Vicenza, 37,2%, Treviso, 31,6%, Venezia, 25% e Belluno, 21,7%. Nelle province di Padova e Rovigo la percentuale di comuni con saldo superiore alla media regionale non supera il 20%.

Dall’osservazione della composizione strutturale del sistema veneto è evidente una netta crescita del terziario: nel decennio che va dal 1990 al 2000 il valore aggiunto del settore dei servizi è aumentato di un punto percentuale, a discapito esclusivamente del settore industriale, e negli anni successivi, dal 2000 al 2007, la quota di ricchezza prodotta da questo settore è cresciuta ancora più rapidamente, con una variazione di 1,8 punti percentuali, arrivando al 62,6%, quota ancora inferiore a quella nazionale (pari al 70,4%). Inoltre, nel 2005, il fatturato generato dai servizi rappresenta, per la prima volta, più del 50% del fatturato complessivo delle aziende venete. Anche il mondo del

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Sopra la media nazionale (1,3%) Compreso tra la media regionale (0,5%) e nazionale (1,3%) Sotto la media regionale (0,5%) <= 0

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Saldo imprenditoriale medio (*) del periodo 2000/2007 per comune. Veneto, (*) Saldo imprenditoriale medio = (imprese nate – imprese cessate)x 100 / totale imprese attive, Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Infocamere

lavoro si adegua, spostando l’offerta dal manifatturiero ai servizi: nel corso di un decennio, dal 1997 al 2007, la percentuale di impiegati nel terziario aumenta dal 53,3% al 57,6%, mentre gli occupati nell’industria scendono dal 41,2% al 38,9%.

Le ragioni che determinano tale fenomeno sono molteplici e sottendono diverse dinamiche nei numerosi comparti di cui si compone il settore terziario. Da una parte, nuovi modelli di consumo, stili di vita e cambiamenti demografici tendono a determinare un aumento della domanda di servizi da parte delle famiglie e degli individui. Dall’altra il progresso tecnico, i mutamenti organizzativi e la crescente integrazione internazionale delle imprese, determinano lo sviluppo di comparti nuovi e la crescita della domanda di servizi da parte delle imprese. Oltre ai dati sulla produzione di ricchezza, anche quelli strutturali relativi alle imprese confermano il processo di progressiva terziarizzazione dell’economia veneta. Tra il 2000 e il 2005 si registra una crescita sia delle unità locali, +7,8%, che degli addetti dei servizi, +14,7%. Anche i dati sulla dinamica delle imprese attive regionali indicano nell’insieme una tendenza positiva: dal 1997 alla fine del millennio le imprese dei servizi hanno mostrato una crescita in continuo aumento, in particolar modo per quanto riguarda le imprese dei servizi di mercato, dei servizi tecnologici e di quelli finanziari. Dal 2000 al 2007 si assiste a una continua, ma rallentata espansione delle imprese attive dei servizi di mercato, +44,7%, crescita dovuta principalmente al boom del settore immobiliare. Tale sviluppo prosegue anche nel biennio successivo, con tassi di crescita annui che si aggirano tra i 5 e i 6 punti percentuali: nel 2007 le imprese di servizi di mercato hanno superato la soglia delle 51 mila unità e costituiscono il 22% del totale delle imprese di servizi del Veneto. Le imprese che si occupano di servizi tecnologici hanno conosciuto tassi di crescita più che apprezzabili, +32,1% dal 2000 al 2007, superando nell’ultimo anno la soglia delle 8 mila unità. In aumento anche le imprese che offrono servizi alle persone, +15,5% dal 2000 al 2007, e quelle legate alle attività finanziarie, +10,3% nello stesso periodo. Molto più stabile, invece, è la dinamica delle aziende dei servizi tradizionali, +2,7%. L’avanzata del terziario non ha certamente decretato la fine del settore manifatturiero. L’impresa industriale sta attraversando una fase di transizione, cercando di rispondere alla sfida lan-

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